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anno 87, n. 34 - 2 ottobre 2014 Tariffa R.O.C. “Poste Italiane spa - Settimanale Sped in Abb. Post. - Pubbl. inf. 45% D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art 1 comma 1, CN/FC” - Iscrizione al registro stampa del Tribunale di Forlì n. 471/1974 Chiuso in redazione il 29/09/2014 - € 1.20 - Tariffa pagata - Taxe percue Editoriale la vignetta della settimana Ripartiamo dai nonni Domenica 28 settembre piazza San Pietro era gre- mita di nonni provenienti da tutto il mondo. Papa Francesco li aveva invitati per ringraziarli del loro ruolo insostituibile nella società e nella Chiesa e per denunciare la sempre più diffusa mentalità che li considera invece un peso e uno scarto. “Quante volte - ha detto il Papa - si scartano gli an- ziani con atteggiamento di abbandono, che è una vera e propria eutanasia; si scar- tano i bambini, i giovani perché non hanno lavoro e si scartano gli anziani con la pretesa di mantenere un sistema economico equi- librato, al centro del quale c’è il dio denaro. Siamo tutti chiamati a contrastare questa velenosa cultura dello scarto, i cristiani con tutti gli uomini di buona volontà sono chiamati a costruire una società più umana”. A Milano, dal 20 ottobre in otto istituti scolastici, alla mensa dei bambini saranno invitati anche 25 nonni soli e in difficoltà. Il progetto a regime dovrebbe coinvol- gere 500 anziani. È un piccolo segno, ma la direzione scelta dal Comu- ne è quella giusta. LUCIANO SEDIOLI Promosso a Forlì da Fondazione Buon Pastore-Caritas e Comitato per la lotta contro la fame nel mondo ROMANO BACCARINI L’ex senatore DC festeggia 80 anni di passione politica Pierangelo Laghi a pag. 5 I LUNEDì DI CORIANO Monsignor Semeraro, il 6 ottobre, inaugura il ciclo di incontri Pietro Fabbri a pag. 19 Apre il 5 ottobre l’Emporio solidale NON SOLO PULIZIE Intervista a Graziano Rinaldini, direttore generale di Formula Servizi Luciano Sedioli a pag. 3 Il pizzicotto Critica a fin di bene Forlì ha una delle piazze più grandi e più belle d’Italia. Ma Aurelio Saffi, a cui è dedicata, dal suo monumento, guarda sconsolato il degrado e la solitudine in cui versa tanta bellezza. Da un po’ di tempo, alla mancanza di vita, si è aggiunto anche lo sfregio al decoro. Molti esercizi commerciali posti ai piedi del palazzo comunale aprono e chiudono l’attività, con sempre maggiore frequenza. Si possono così ammirare vetrine impolverate, pezzi di giornale pendenti, scaffalature rimosse, cartelli con “affittasi, cedesi attività, nuova apertura”... Non c’è che dire; un bel biglietto da visita per il turista che, terminata la visita al San Domenico, si concede due passi in centro. Domenica 5 otto- bre, alle ore 15.30 in via Lunga 43, alla presenza delle autorità cittadine sarà ufficialmen- te inaugurato l’Emporio della Solidarietà. Una tessera a punti permetterà alle famiglie in carico ai Centri di Ascolto Cari- tas di ritirare alimenti ed altri beni disponibili all’Emporio, sulla base di una comprovata necessità. Una volta a regime verrà in aiuto ad almeno 700 famiglie sul territorio diocesano. Servizi a pagg. 12-13 L’Emporio della Solidarietà viene inaugurato nell’anniversario della morte di Annalena Tonelli

luciano sedioli a pag. 3 Pierangelo laghi a pag. 5 Pietro ... · della diocesi di Forlì-Bertinoro Torta di mele gustosa A confronto su: xxxxxxxxxxxPorte aperte & Porte chiuse

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anno 87, n. 34 - 2 ottobre 2014 Tariffa R.O.C. “Poste Italiane spa - Settimanale Sped in Abb. Post. - Pubbl. inf. 45%D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art 1 comma 1, CN/FC” - Iscrizione al registro stampa del Tribunale di Forlì n. 471/1974

Chiuso in redazione il 29/09/2014 - € 1.20 - Tariffa pagata - Taxe percue

Editoriale

la vignetta della settimana

Ripartiamo dai nonniDomenica 28 settembre piazza San Pietro era gre-mita di nonni provenienti da tutto il mondo. Papa Francesco li aveva invitati per ringraziarli del loro ruolo insostituibile nella società e nella Chiesa e per denunciare la sempre più diffusa mentalità che li considera invece un peso e uno scarto. “Quante volte - ha detto il Papa - si scartano gli an-ziani con atteggiamento di abbandono, che è una vera e propria eutanasia; si scar-tano i bambini, i giovani perché non hanno lavoro e si scartano gli anziani con la pretesa di mantenere un sistema economico equi-librato, al centro del quale c’è il dio denaro. Siamo tutti chiamati a contrastare questa velenosa cultura dello scarto, i cristiani con tutti gli uomini di buona volontà sono chiamati a costruire una società più umana”.A Milano, dal 20 ottobre in otto istituti scolastici, alla mensa dei bambini saranno invitati anche 25 nonni soli e in difficoltà. Il progetto a regime dovrebbe coinvol-gere 500 anziani.È un piccolo segno, ma la direzione scelta dal Comu-ne è quella giusta.

luciano sEdioli

Promosso a Forlì da Fondazione Buon Pastore-Caritas e Comitato per la lotta contro la fame nel mondo

Romano BaccaRiniL’ex senatore DC festeggia 80 anni di passione politicaPierangelo laghi a pag. 5

i lunEdì di coRianoMonsignor Semeraro, il 6 ottobre, inaugura il ciclo di incontriPietro Fabbri a pag. 19

Apre il 5 ottobre l’Emporio solidale

non solo PuliziEIntervista a Graziano Rinaldini,direttore generale di Formula Serviziluciano sedioli a pag. 3

il pizzicottoCritica a fin di bene Forlì ha una delle piazze più grandi e più belle d’Italia.

Ma Aurelio Saffi, a cui è dedicata, dal suo monumento, guarda sconsolato il degrado e la solitudine in cui versa tanta bellezza. Da un po’ di tempo, alla mancanza di vita, si è aggiunto anche lo sfregio al decoro. Molti esercizi commerciali posti ai piedi del palazzo comunale aprono e chiudono l’attività, con sempre maggiore frequenza. Si possono così ammirare vetrine impolverate, pezzi di giornale pendenti, scaffalature rimosse, cartelli con “affittasi, cedesi attività, nuova apertura”... Non c’è che dire; un bel biglietto da visita per il turista che, terminata la visita al San Domenico, si concede due passi in centro.

“Domenica 5 otto-bre, alle ore 15.30

in via Lunga 43, alla presenza delle autorità cittadine sarà ufficialmen-te inaugurato l’Emporio della Solidarietà. Una tessera a punti permetterà alle famiglie in carico ai Centri di Ascolto Cari-tas di ritirare alimenti ed altri beni disponibili all’Emporio, sulla base di una comprovata necessità. Una volta a regime verrà in aiuto ad almeno 700 famiglie sul territorio diocesano.

servizi a pagg. 12-13 l’Emporio della solidarietà viene inaugurato nell’anniversario della morte di annalena Tonelli

2 ottobre 20142costume

Redazione e amministrazione:Via Solferino, 21 - 47121 Forlì - Tel. 0543.36861- Fax. 0543.376786 - e-mail: [email protected] - sito internet: www.ilmomento.bizDirettore responsabile: Luciano SedioliIn redazione: don Giovanni Amati, don Franco Appi, Beppe Brescia,Paola Mettica, Franco Garavini, Roberta Brunazzi, Michele TemperaImpaginazione grafica: Damiano DitiUfficio abbonamenti e amministrazione: Eleonora GaraviniPubblicità: Pigreco srlProprietà: Chiesa Cattedrale di Forlì - P.zza Dante, 1 - 47121 ForlìStampa: Galeati srl - Imola (BO)Il Momento è associato alla FISC (Federazione Italiana Settimanali Cattolici)e a USPI (Unione Stampa Periodica Italiana)

settimanale d’informazionedella diocesi di Forlì-Bertinoro

Torta di mele gustosaA confronto su: xxxxxxxxxxxPorte aperte & Porte chiuse

Spending review al succo d’ana-nas: passando dal farmaco Lumirem al succo d’ananas come liquido di contrasto per gli esami radiologici al fegato, il policli-nico Sant’Orsola di Bologna, ha abbassato questa specifica voce di spesa da 14mila a 380 euro all’anno. A spiegarlo è Marco Storchi, responsabile dei servizi di supporto alla persona del policlinico, che insieme alla direttrice amministrativa Maria Cavazza ha incontrato la stampa per illustrare un più articolato piano di razionalizzazione della spesa.Il succo d’ananas, afferma Storchi, usato puro al 100%, rispetto al Lumirem “dà gli stessi effetti dal punto di vista clinico”, con vantaggi non solo dal punto di vista economico: il paziente, infatti, deve bere del succo di frutta e non un “beverone” farmacologico. Spulciando sul web, si trovano diverse “tracce” sulla possibilità di utilizzare l’ananas come liquido di contrasto orale. Al Sant’Orsola la soluzione è stata adottata circa un anno fa: “l’abbiamo scoperto - sottolinea Storchi - parlando con medici e radiologi, cuochi e dietisti”, cioé metten-do in connessione le diverse professionalità presenti nel policlinico.

(Tratto da La Repubblica - 23 settembre 2014)

In Italia è in dra-stico aumento la povertà minorile. Secondo Save the Children sono oltre 1 milione e 400mila minori in povertà assoluta, mentre quasi 2 milioni e 400mila quelli in povertà relativa. Quasi quattro milioni di bambini e adole-scenti che vivono in condizioni precarie. La crescita della povertà assoluta è stata più marcata nel Mezzogiorno (+5,2 punti percentuali, passata dal 13,9 al 19,1, pari al 37% in più), ma non ha rispar-miato le regioni del Nord (+2,9 punti percentuali, dall’8,3 all’11,2%, pari al 35% in più) e del Centro Italia (+2 punti percentuali, dall’8,2 al 10,2%, pari ad un aumento del 24%). Anche la povertà relativa è in aumento, arrivando a quasi 2 milioni 400mila minori, il 23% del totale e con un aumento significativo di 300mila unità in un solo anno, dal 2012 al 2013 (+2,7 punti percentuali, passando dal 20,3 al 23%, con un incremento dell’13%). Se al Nord e Centro la percen-tuale di bambini ed adolescenti in povertà relativa è di poco inferiore al 15% (13,6% e 14,7% rispettivamen-te), al Sud raggiunge quasi il 40%.

(Tratto da La Repubblica online - 24 settembre 2014)

Troppi bambini poveri Esami al succo d’ananas

cent’anni fa di Umberto Pasqui

La guerra infiamma una buona parte d’Europa (per esempio, il Belgio, in questi giorni di cent’an-ni fa, è invaso dalla Germania) mentre in Italia soffia forte il vento dell’interventismo. La stampa cattolica, come “L’Avvenire d’Italia”, seguendo la guida di Benedetto XV, si oppone all’entrata in una guerra contro correligionari. A Forlì e diocesi, in questo periodo, manca un vero e proprio giornale cattoli-co, esaurita l’esperienza

de “Il Lavoro d’Oggi”, bisognerà aspettare il 1919 per sfogliare “il Momento”. Nel frattem-po, a Firenze, si stampa un foglio battagliero e intransigente: “L’Unità cattolica” che, tra l’altro, polemizza con “L’Av-venire d’Italia”, perché darebbe troppo spazio a “compiacenti reso-conti di guerrafondai”. Dopo un’intervista ne “Il Secolo” del 5 ottobre 1914, dove “un dotto ecclesiastico” espone-va le ragioni storiche

che avrebbero dovuto consigliare i cattolici a combattere “l’invasio-ne del germanesimo nella civiltà europea”, il periodico fiorentino risponde: “La neutralità nostra è integralmente cattolica, perché ispirata da quella che ci affratel-la, e che vuole la pace senza vinti né vincitori”. Però, osserva l’autore Cavallanti, la neutralità del governo italiano è “condizionata, non già ir-removibile”. Pur tuttavia: “Noi vi aderiamo con

sentimento di disciplina, refrattaria a qualsiasi pungolo di ribellione, perché in momenti critici come questi, il principio d’autorità è preso di mira dai guerrafondai, aizzati dalla massoneria”.

“La neutralità nostra è integralmente cattolica”

un momento in cucina

a cura di Cecilia Sedioli

Questa settimana prepariamo una classica torta di mele, una di quelle che quando le cuoci fanno quel bel profumino in casa e sono perfette per la colazione.Questa ricetta, come ormai vi sarete abituati a leggere, è anche a basso contenuto di grassi... così è adatta a tutti!Ingredienti:• 3 uova;• 130 g di zucchero;• 80 g di burro;• 130 g di ricotta;• 130 g di latte;• 300 g di farina;• 1 bustina di lievito vanigliato;• qualche goccia di essenza di vaniglia;• 4 mele;• 10 amaretti;• un pizzico di sale.

Iniziamo separando i tuorli dagli albumi e mettia-moli in due ciotole separate.Con la frusta elettrica montiamo i bianchi ag-giungendo un pizzico di sale: facciamo questa operazione per prima, così non dobbiamo lavare la frusta! Ora, nell’altra ciotola, aggiungiamo ai tuorli lo zucchero e l’essenza di vaniglia e mon-tiamo con la frusta fino ad ottenere un composto spumoso; uniamo poi anche la ricotta ed il burro. Quando avremo ottenuto un impasto omogeneo uniamo poco alla volta il latte (occhio che schiz-za!) alternato alla farina mescolata con il lievito.Alla fine abbandoniamo la frusta e uniamo gli albumi montati a neve con un cucchiaio, me-scolando dall’alto in basso in modo che non si smontino. Versiamo l’impasto in una bella tortiera foderata di carta da forno e livelliamo la superfi-cie; distribuiamo a raggiera le mele tagliate a fet-tine spingendole un po’ giù in modo che entrino quasi totalmente nell’impasto.Spolverizziamo la superficie con gli amaretti sbri-ciolati. Infine cuociamo in forno preriscaldato a 180 gradi per 45-50 minuti.

MOSCHINI PIEROTTI E PRATESI SRL

PROFESSIONISTI DELLE ASSICURAZIONI A FORLI’

2 ottobre 2014 3 attualità

La ricetta per vincere la crisiRinaldini (Formula Servizi): investimenti, tecnologia, sostenibilità e... solidarietà

Tra ottobre 2013 e febbraio 2014 Formula Servizi, azienda coope-rativa forlivese leader in Italia nei servizi di pulizia e altre at-tività ha perso contratti di lavoro per 12 milioni, il 20% del fatturato 2013 che era stato di 54 milioni. “Potevamo alzare le braccia e avviare la procedura di riduzione dell’orario di lavoro e la cassa inte-grazione per 60 ragazzi e ragazze laureati che compongono la struttura tecnico amministrativa”, dice il direttore genera-le, Graziano Rinaldini. “Abbiamo scelto invece la strada dello svilup-po, che ci ha portato ad investire 4 milioni di euro rilevando, tra le altre, una cooperativa a Roma con 600 dipendenti, prossima alla chiusura. Ci preparia-mo a chiudere il bilancio 2014 con un incremento di 10 milioni di fatturato e l’occupazione complessi-va del gruppo passerà da 2500 a 3100 persone”.

Questo significa che alla crisi si può soprav-vivere?Si può e si deve, mettendo in campo investimenti, innovazione tecnologica e un approccio nuovo alla realtà. Per esempio: un motivo del nostro succes-so sta nell’offrire al clien-te, pubblico o privato, una gamma di servizi ampia e qualificata, acquisibile in un unico bando di gara. Ciò significa risparmio di tempo, di denaro e certez-za della qualità.

È l’innovazione a fare la differenza?Lo conferma la nostra storia. Pulix Coop, antesi-gnana di Formula Servizi, è nata nel 1975 con 9 donne che facevano puli-zie. Oggi Formula Servizi si occupa anche di logi-stica, servizi alla persona, servizi educativi, ludici,

informa-tivi, servizi

edili e piccola manutenzione

servizi di archiviazione cartacea e digitale, servizi culturali... E questa diver-sificazione è resa possibile anche dalla presenza dei nostri giovani che hanno cultura ed entusiasmo.

Altro obiettivo la soste-nibilità. A che punto siete?La sede a Riccione, inaugurata dal ministro Poletti, corona questo percorso. Illuminazione, condizionamento, riscal-damento e fabbisogno di energia sono comandate da un computer. La sede ha certificazione energeti-ca in classe A, come sono in classe B le altre sedi. La sede di Forlì è autonoma dal punto di vista energe-tico. Abbiano avviato una nuova sperimentazione all’ospedale di Cesena pulendo con acqua e sale, eliminando i detergenti e disinfettanti. Le cariche batteriche sono diminuite, risparmiando milioni di litri di acqua. Per Forlì c’è in progetto una nanotec-nologia che si mangerà lo sporco.Innovazione, soste-nibilità, investimenti. C’è posto anche per la solidarietà?Fa parte della nostra storia. Una delle più belle soddisfazioni che ho ri-cevuto quest’anno è stata la mia da parte di Libera Nazionale nel consiglio della cooperativa Pio La Torre Libera Terra, di San Giuseppe Jato, provincia di Palermo, che suppor-tiamo nell’organizzazione e nel controllo gestionale.

“La paura è stata grande e oggi, tor-

nato il sereno, la soddisfa-zione è palpabile.

nel cerchio Graziano Rinaldini, direttore generale di Formula servizi e neo consigliere di libera. sopra uno dei vigneti della coop. “Pio la Torre - libera Terra” a san Giuseppe Jato

Non possiamo continuare a sprecare.È strano come per un obietti-vo su cui tutti sono d’accordo non si riesca trovare una soluzione e regole di com-portamento che vadano oltre la buona volontà individuale. Prendiamo il caso particolare del consumo di medicinali. Un’indagine dell’Osservatorio della terza età ha rilevato che annualmente in Italia si spreca un valore di 650 milioni di euro di medicinali: come se si but-tasse nei rifiuti un miliardo di pillole! Mentre il 9% degli intervistati fa una scorta delle proprie pillole di oltre 20 confezioni, il 65% di almeno 10 scatole e il 26% di un numero compreso tra 10 e 20. Insomma, per il 92 % delle persone, più ce ne sono, meglio è. E mentre c’è questa ansia di medicinali, non c’è la medesima attenzione per le scadenze: il 61% degli intervistati controlla le scadenze una volta all’anno, e di qui i 650 milioni di euro di medicinali scaduti e buttati annualmen-te. Al danno economico si unisce anche il danno ambientale, perché il 64% degli intervistati non pone i medicinali scaduti negli appositi conteni-tori presso le farmacie. L’indagine è del 2003 ma c’è da pensare che la situazione non sia cambiata molto, data la crescita della popolazione anziana. A fronte di questo va crescendo nel nostro Paese chi non ha assistenza medica e farmaceutica (una recente indagine della Fondazione Banco Farmaceutico e di Caritas rileva che il 4% delle famiglie in Italia rinuncia alle cure farmaceutiche e quasi sempre per motivi economici) e nel Sud del mondo milioni di persone sono a rischio (specie bambini, donne e anziani) per la mancanza di cure mediche e l’impossibilità economica di procurarsi le medicine. Il Comitato da oltre 50 anni è impe-gnato nella lotta allo spreco rivitalizzando le cose vecchie e fornendo ad un centinaio di avamposti sanitari nel Sud del mondo medicinali acquistati o raccolti negli ambulatori medici. La sua nuova proposta di recuperare nelle farmacie i farmaci non scaduti e integri (con contenitori o singoli blister intatti).La proposta ha ottenuto l’adesione di medici e farmacie, del Comune e di Hera: è nato così il progetto Farmaco Amico, lanciato ufficialmente lunedì 22 settembre. In ogni farmacia aderente (26 tra private e comunali) è posto un contenitore verde ad introduzione controllata in cui i cittadini possono porre i medicinali ancora validi che, per varie ragioni non utilizzano più. Periodicamente volontari del Comitato passano a prelevare i me-dicinali, che vengono selezionati in sede da perso-nale esperto sotto controllo medico. I medicinali riutilizzabili andranno a fare fronte alle necessità locali (al momento ambulatori e medici Caritas) o a quelle degli avamposti sanitari nel mondo serviti dal Comitato stesso. La cittadinanza sta rispon-dendo con responsabilità: dopo soli 4 giorni 3 farmacie hanno chiamato il Comitato per vuotare i contenitori dei farmaci!

RoBERTo GimElli

Contro lo spreco, è nato Farmaco Amico

comitato

Lavorare sul presente guardando ad una prospettiva futura. È pensando al futuro della città e del terri-torio che nel 2008 è nata Rinnova Romagna Inno-vazione, società di ingegneria dell’innovazione che vede tra i suoi soci la Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì, l’Università di Bologna e la Camera di Com-mercio di Forlì-Cesena. Dal maggio scorso la società è presieduta da Graziano Rinaldini: “L’investimento in Rinnova - afferma il presidente - va a favore dello sviluppo dell’intero territorio, così come quello fatto dalla Fondazione per le grandi mostre; entrambe le iniziative nascono con l’obiettivo di contribuire a rimettere in moto la città. A Rinnova lavorano sei in-gegneri specializzati, che operano a fianco di aziende private ed enti. Tra i progetti in via di realizzazione c’è anche un FabLab, laboratorio-officina digitale in grado di realizzare, in modo flessibile e informatico, una vasta gamma di oggetti; una struttura aperta ai giovani forlivesi e piccole aziende, per avviare, anche a Forlì, l’era dell’artigianato digitale”.

Rinnova e un FabLab per guardare al futuro

A livello locale abbiamo sostenuto la mostra Nove-cento a Palazzo Roma-gnoli con 15 mila euro, abbiamo donato all’Asl di Forlì 515 plafoniere a led per 80mila euro, 5mila euro alla Caritas....

Forlì sembra ferma... Da dove si parte?

Partirei dalla piazza. Non è possibile che uno dei centri più belli d’Italia sia senza vita. Mettiamo-ci attorno ad un tavolo: politici, imprenditori, associazioni e progettia-mo qualcosa, rinunciando una volta tanto ai piccoli interessi di bottega.

luciano sEdioli

il mock-up di solingo presentato nella sede di palazzo ex monte di Pie-tà, modello per il ciclomotore ad energia solare sviluppato da Rinnova

2 ottobre 2014attualità

L’orologio seleziona il clienteNel settore è scomparsa la classe media, regge il lusso, in altalena l’economico

Così avrebbe osservato beffardo il designer della Apple Jonathan Ive, come a voler dire che ormai l’orologio tradizionale ha fatto il suo tempo di fronte a un congegno “intelligente” che, oltre a segnalare l’ora, è una vera e propria estensione dello smartphone. Anche lasciando da parte le novità tecnologiche di ul-timo grido, un numero sempre mag-giore di persone, alla domanda “che ore sono?”, cerca istintivamente lo schermo del cellulare e c’è quindi da chiedersi se la previsione del collasso del mercato degli orologi sia davve-ro profetica. Stando al territorio di Forlì, non parrebbe proprio questo il caso. Il quadro che emerge da un confronto con vari commercianti del settore è piuttosto coerente: l’orolo-gio è ancora acquistato e resta un ar-ticolo non soggetto alla concorrenza di iWatch e smathphone. Detto questo, una premessa è d’obbligo e lo sono anche vari distinguo: il ribas-so c’è stato anche in questo settore e le vendite non sono le stesse di 15 anni fa, ma è anche vero che un conto è parlare di orologi economici, un altro riferirsi all’alta orologeria. Un giovane, ad esempio, si orienterà

probabilmente verso un prodotto economico di tendenza, come un orologio Casio, che ora sta vivendo la sua seconda giovinezza dopo il boom negli anni ‘70/80, perché ora il dictat dell’eleganza prevede di dare un tocco sofisticato e vintage alla propria immagine grazie a questi accessori. La fascia di orologi economici subisce ciclicamente una flessione, non a causa della tecnologia, ma della rapidità con cui la moda evolve e della fortissima concorrenza di altrettanti orologi della medesima qualità. Tutt’altro discorso è quello che riguarda l’alta orologeria: essa si rivolge a una nicchia di clienti facoltosi che la crisi non ha messo in ginocchio. Se parliamo dunque di

adulti benestanti, il trend è quello di affrontare un investimento per un orologio che è anche un oggetto di collezionismo e quindi il mercato di lusso dei Rolex non è affatto incrina-to. Vediamo qui un esempio lam-pante della solita affermazione che “la classe media sta sparendo”: se una volta c’era un numero discreto di uomini (perché l’orologio è un ac-cessorio oggetto del desiderio di stile maschile, più che femminile) disposti a spendere il vecchio milione di lire (ora 400/500 euro) per un prodotto di fascia medio alta, ora quel tipo di acquirente è molto più difficile da trovare. Al polso restano i vecchi orologi, c’è solo un vasto divario nel portafoglio di chi li indossa.

lauRa BERTozzi

“Non appena l’iWatch verrà commercializzato, la Svizze-

ra sarà nei guai.

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Multifor e la Banca di Forlì hanno dato notizia nel corso di un’affollata conferenza stampa dell’apertura del nuo-vo bando annuale, rivolto a giovani e imprese, di Moving Generation, iniziativa che ha consentito, nei primi quattro cicli di attività ad oltre il 50% dei laureati partecipanti, una stabile assunzione presso le imprese del territorio. A fare gli onori di casa sono stati il presidente della società, Pierfrancesco Matteini, ed il direttore Mario Russomanno ma l’iniziativa è stata “rac-contata” e sostenuta da alcuni testimonial di eccezione come i direttori di Cna Franco Napolitano, di Confartigia-nato Roberto Faggiotto, di Unindustria Massimo Balzani, del Cise Luca Valli e dalla dottoressa Giuseppina Ponzi in rappresentanza del Cam-pus Universitario. Moving Generation nasce nel 2010, internazionalizzando il pro-getto Crescita Professionale che aveva visto la luce 7 anni prima. L’intento di Crescita

Professionale era di mette-re in contatto giovani che, terminato il ciclo di studi, si affacciavano sul mercato del lavoro e fornire alle imprese locali l’opportunità di formare e valutare giovani laureati. Lo stage aziendale, della durata di 6 mesi, è stata la formula vincente. Fino al 2010 si è svolto in Italia, da 5 anni a questa parte si è proceduto all’internazionalizzazione del progetto dando vita a Moving Generation con uno stage in tre fasi: due mesi in azienda, tre all’estero e l’ultimo mese ancora in Italia. I risultati ottenuti sono stati di enorme rilevanza; basti pensare che in 12 anni sono stati avviati al lavoro ben 500 ragazzi. Il 53% dei giovani riceve dall’azienda presso la quale svolge lo stage una proposta di lavoro. L’iniziativa di Moving Gene-ration, unica in Italia, è resa possibile dal sostegno della Banca di Forlì.Il presidente della Banca, Do-menico Ravaglioli, ha sotto-

lineato che, malgrado la crisi, il progetto rimane prioritario nelle strategie della Banca, si tratta infatti di investire sui giovani che sono la speranza e il futuro del territorio. A questo scopo Multifor e Uniser fanno in modo che i giovani forlivesi, selezionati da imprese locali, svolgano un tirocinio presso aziende di tut-to il mondo godendo di vitto, alloggio e di un rimborso mensile di 500 euro. Suggesti-ve le testimonianze apportate da due laureati, Fabrizio Gi-rolami e Luana Ciofi, assunti quest’anno da due imprese forlivesi come Luxury Living ed Engineering PLM. Altrettanto coinvolgente la prevista testimonianza telematica di Federico Sgarbi e Daniela Facciani, attualmen-te impegnati presso aziende inglesi e francesi. Grande en-tusiasmo è stato espresso da tutti i partecipanti ed appunta-mento nel un prossimo futuro a tutti coloro che vorranno candidarsi. Per informazioni: [email protected]

Banca di Forlì informa

Con Multifor opportunità di lavoro a Forlì e nel mondo

al microfono il presidente multifor matteini con a fianco il presidente della Banca di Forlì Ravaglioli

a sinistra l’iWatch, innovativo prodotto apple (una sorta di computer-cellulare da polso) e un classico Rolex

Anche piazza Saffi si anima per la tredice-sima Giornata Nazio-nale di informazione e autofinanziamento per l’Aido (Associa-zione Italiana per la Donazione di Organi, Tessuti e Cellule). Sabato 4 e domenica 5 ottobre i volonta-ri Aido saranno in piazza per incontrare i cittadini, dare loro informazioni sull’importan-za della donazione come valore sociale e come opportunità per salvare la vita a chi non ha altre posibilità di sopravvivenza. Saranno anche offerte ai cittadini piantine di Anthurium andreanum, allo scopo di raccogliere donazioni per la realiz-zazione di nuove campagne informative e per la ricerca. “Il trapianto di organi - afferma Vincenzo Passarelli, presidente nazionale di Aido - è oggi un programma terapeutico consolidato, al quale i pazienti hanno diritto. La rete nazionale risponde a questa esigenza e la qualità dei trapianti è la mi-gliore a livello europeo. Ad oggi, la sopravvivenza del paziente e dell’organo a 5 anni dal trapianto raggiunge mediamente l’80% e il 90%. I pazienti che attualmente necessitano di un organo in Italia - prosegue - sono circa 9.700; i trapianti effettuati sono circa 3mila ma sono oltre 500 le persone che muoiono ogni anno in attesa di un organo. Molto, dunque, resta da fare, per ridurre le liste d’attesa e per migliorare il sistema dei trapianti”.

Giornata nazionale

Aido, volontari in piazza

2 ottobre 2014 5 attualità

Giuliano Missirini

i personaggi di Gabriele Zelli

Compito arduo ri-assumere in un bre-ve testo chi è stato Giuliano Missirini. La sintesi più effi-cace rimane quella di Daniele Gau-denzi nel volume “ Album di famiglia”, quando sostenne che era “una penna sofisticata” e che aveva un “carattere brioso e mordace, una sensibilità e una raffina-tezza intellettuale che pochi potevano vantare. Insomma, intelligenza allo stato puro”. Quello che colpiva di più di Missirini era l’umorismo, l’a-cutezza dei giudizi, la scioltezza e la precisione di linguaggio, la suggestione delle immagini, le bat-tute paradossali, gli interessi complessi. Giuliano Missirini ha dato molto a Forlì. Molti, nel tempo, hanno apprezzato la città, molti l’hanno descritta o interpretata, ma nessuno ha fatto così tanto per farla conoscere ed amare agli altri. Sempre rimanendo un po’ in disparte, quasi fuori campo, osservando la reazione degli altri, da consumato uomo di teatro qual è stato. “Così - scrisse nel 2001, l’anno della scomparsa di Giuliano, l’allora sindaco Franco Rusticali - ha saputo trasformare in palcoscenici gli scorci e le vie che ancora con-servano qualche traccia del passato, in attori delle proprie storie i personaggi della Forlì di un tempo, in copioni di drammi non scritti le vicende sto-riche rilette come fiabe, le leggende rilette come eventi storici”. In questo senso, la “Guida raccon-tata di Forlì” rimane uno dei più bei doni fatti da un forlivese alla città. Anche perché Giuliano si era così coinvolto nella storia di Forlì, da saperla trasmettere con naturalezza nei suoi scritti, ma anche facendo da cicerone, a spasso per la città, a gruppi composti da numerosissime persone. Si devono a lui, infatti, le prime visite guidate avviate ormai una trentina di anni fa ai monumenti, alle chiese, ai palazzi, ai luoghi storici di Forlì. In precedenza era stato profondamente assorbi-to dal teatro, tanto che, nel 1995, in appendice al libro “La barchina di carta”, che lui dichiarò sarebbe stato il suo ultimo lavoro volle inserire questa frase: “Cala la vela e io ne approfitto per acchiappare lo scadere di mezzo secolo di attività amatoriale, e indorare così la mia giubilazione. Avevo esordito, infatti, la sera del 7 ottobre 1945 sul palcoscenico della Sala Gaddi: cameriere di scarse e scarne battute in “Scampolo” di Dario Niccodemi. Dopo quel teatrino altro non avrei fatto che dimettermi, prima col teatro di prosa fino all’argento dei 25 anni, poi con una prosa a fraseggio drammaturgico per altri 25. Un diver-timento durato 50 anni; che altro avrei potuto chiedere dalla vita”. Dimostrò così la sua prover-biale capacità di sintesi proprio per raccontare se stesso. Fece lo stesso quando condensò la storia di Forlì, che “parte da un fondo di capanna perduto nella nebbia all’incrocio con il semaforo (ora c’è la rotonda, ndr) fra le vie Decio Raggi e Campo di Marte”. Un ritrovamento archeologico in un podere vicino che data la presenza dei primi forli-vesi al periodo preistorico. “Del prima - continuò - poco si può dire: terra di palude e, prima ancora, fondale marino. Oggi, di quella palude resta ancora un filo d’acqua, il canale di Ravaldino, che sottopassa l’abitato di Forlì. Una città che non è bellissima fra le belle, ma una città che ha fisiono-mia e storia che la distinguono. Bisogna cercare i segni inequivocabili dei passaggi succedutisi nel tempo, da quelli celtici e romani, fortunatamente emersi dagli spessi depositi alluvionali dell’alto Medio Evo, alle decise espressioni romanico-goti-che, alla stagione del Rinascimento, agli splendori, allo svariare degli ultimi due secoli”.

Baccarini, passione in politicaL’ex senatore compie 80 anni: a 19 era già iscritto alla Democrazia Cristiana

Romano Baccarini è nato a Villanova nel 1934. A 6 anni si trasferisce a Forlì e frequenta la parrocchia di S. Mercuriale dove conosce don Giuseppe Prati, don Pippo. A 19 anni si iscrive alla DC, a 20 è vice segre-tario comunale, per 16 anni lavora alla Banca Commer-ciale per poi passare, come direttore, alla Cassa Rurale. Capogruppo in consiglio comunale per una deci-na d’anni, poi segretario provinciale della DC. Nel 1992 è eletto alla Camera dei Deputati, tre anni dopo diventerà senatore della Repubblica. Attualmente, da “allegro pensionato”, presiede l’Istituto Dioce-sano per il Sostentamento del Clero. Al protagonista passionale di tante battaglie abbiamo chiesto di dare un giudizio sulla situazione politico-economica attuale.

Senatore, perché ci troviamo in una crisi così difficile?Forlì ha risentito di alcune decisioni particolarmente gravi come la vendita della Cassa dei Risparmi e il pro-cesso di fusione del Credito Romagnolo, realtà che ave-vano un forte radicamento sul territorio.Senza questi strumenti diventa difficile poi fare economia e politica. Forlì alla fine della guerra aveva 11mila addetti nell’in-dustria per la gran parte in aziende con oltre 500 dipendenti (Mangelli, Bec-chi, Battistini, ecc.). Con la crisi degli anni 70 si avviò

un processo di trasforma-zione radicale. Molti quadri operativi di queste strutture diedero vita a tante piccole aziende sostenuti in questo dal settore bancario, Cassa Rurale e Cassa dei Rispar-mi in testa. Fondamentale e strategica fu anche la creazione della nuova area artigianale, poi industriale, di Coriano, sostenuta dalla Democrazia Cristiana e dal Partito Repubblicano.

A livello nazionale quali sono le vere radici della crisi?Il primo peccato mortale sta nell’assenza di demo-crazia interna nei partiti, come lo dimostrano anche le ultime vicende delle pri-marie in Emilia-Romagna. Nella visione dei padri fondatori della Repubblica,

i partiti erano strumenti di mediazione tra la socie-tà civile e le istituzioni e anche di compromesso, di discussione sui problemi, di confronto sulle strategie, luoghi di formazione dei nuovi quadri dirigenti. Di tutto questo cos’è rimasto? Le primarie. Ma le pri-marie non sono altro che un coinvolgimento “una tantum”, poco più che un fatto mediatico.Se non riprendiamo la stra-da di un rapporto mediato e continuo tra l’opinione pubblica, la società civile e le istituzioni noi non verremo a capo di questa situazione.

La magistratura ha preso il posto della politica?È un problema fisico, quando si creano vuoti

qualcuno li riempie. I vuoti della politica sono stati così riempiti dalla magistratura e non possiamo prender-cela con quest’ultima se la politica non è stata capace di fare il suo mestiere.

Ce la farà Renzi?Credo abbia ragione l’ex sindaco di Venezia Massi-mo Cacciari quando dice che Renzi non lo caccia via nessuno, si caccia via da solo se non riesce a gestire questa partita così com-plessa.

La minaccia più grande viene dal suo partito?Più che dal suo partito, la scommessa sta nella gravità dei problemi da risolvere sia a livello nazionale sia lo-cale. Il problema maggiore, anche nel suo partito come negli altri, è dato dall’isola-mento degli amministratori, che non hanno più alle spalle un programma con-diviso capace di mediare fra le esigenze del territorio e della gente con gli interven-ti propri della politica.Per governare e per fare politica c’è bisogno del consenso del sostegno vero convinto, di apporto di idee, di progetti e di con-trollo su quello che si fa.

Torniamo al locale, cosa pensa del sindaco Davi-de Drei?È sindaco solo da tre mesi, mi sembra una persona di buon senso. Quel che è certo è che ha di fron-te problemi enormi e gli strumenti della politica e di governo sono quello che sono. Spero comunque che riesca a raccogliere tutto il consenso e il sostegno ne-cessario per riportare Forlì e i forlivesi fuori da questa pesante crisi.

PiERanGElo laGhi

“Baccarini, la politi-ca come passione.

L’ex senatore ha festeg-giato gli 80 anni, a 19 si iscrisse alla Democrazia Cristiana.

Romano Baccarini è stato eletto alla camera nel 1992 e nel 1995 al senato

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2 ottobre 20146

Forlì sette giorni di Beppe Brescia

Sono in aumento i tentativi di truffa ai danni di an-ziani soli o di coniugi anziani perpetrati da sedicenti funzionari o tecnici di compagnie telefoniche, di distribuzione del gas o di altri servizi. Ai tentativi di truffa si aggiungono spesso anche veri e propri ten-tativi di furto, una volta che i malintenzionati sono riusciti ad entrare nelle abitazioni.Anche mercoledì scorso, nella zona della Cava, sono stati segnalati tentativi analoghi ai danni di famiglie ed anziani.I casi di questo tipo sono in aumento in città fin dall’inizio dell’estate ed hanno talvolta successo. Le associazioni dei consumatori ed alcuni sindacati se-gnalano questo rischio, il quale potrebbe diffondere la diffidenza e l’ostilità verso iniziative invece utili.

Volontari in festa al parco “Franco Agosto”

Domenica 28 settembre, il parco urbano “Franco Agosto” ha ospitato la “Giornata del volontariato e della cittadinanza solidale”, organizzata da Comune, Ass.I.Prov e Provincia di Forlì-Cesena. A riempire il parco sono state realtà del terzo settore e del volon-tariato, impegnate al servizio della comunità locale. Problemi sociali, ambiente, animali ed altro ancora sono i settori di intervento nei quali le associazioni e le cooperative sociali presenti all’evento sono attive. Interventi di comici e musicisti hanno completato il pomeriggio di festa, animato da più di quaranta realtà solidali del territorio e conclusosi con uno spettacolo teatrale, incentrato sul tema della pace e della non violenza, organizzato dall’associazione “Forlì città aperta”.

Piada52, festa inauguraleal parco di via Dragoni

Festa grande domenica 28 settembre al parco di via Dragoni per l’ufficiale taglio del nastro del chiosco bar Piada52, nuovo progetto della cooperativa sociale “Paolo Babini” finalizzato all’inserimento di lavoratori svantaggiati. L’inaugurazione è avvenuta nell’ambito della festa della cooperativa sociale e dell’associazione Babini, in un pomeriggio di condivisione aperto a tutto il territorio. Dalle ore 16.00 si sono susseguite attività di animazione per bambini, ragazzi e famiglie a cura dei centri della cooperativa e dell’associazione; alle 18.00 il momento inaugurale con il vescovo mons. Lino Pizzi alla presenza del sindaco Davide Drei, del presidente della Fondazione Carisp Roberto Pinza e di don Girolamo Flamigni. In serata la festa si è conclusa con il concerto dei Blastema.

Vecchiazzano, l’Accoglienza vara “Terzo tempo caffè”

La cooperativa sociale L’Accoglienza, attiva a Forlì dal 1995 nel campo dell’educazione e del sostegno a giovani, famiglie e bambini in difficoltà, ha dato vita ad una nuova iniziativa imprenditoriale rilevan-do la gestione del bar della Polisportiva Treossi di Vecchiazzano. Si chiama “Terzo tempo caffè”, locale orientato non solo all’intrattenimento, alla socializ-zazione ed al tempo libero, ma anche opportunità per soggetti svantaggiati di sperimentare una attività lavorativa attraverso la quale integrarsi a pieno titolo nella società. Importante per la realizzazione del progetto è stata anche la collaborazione con l’associazione sportiva dilettantistica Vecchiazzano, la quale da tempo ha stretto con la cooperativa un intenso rapporto.

Via Cervese, nuovo tratto chiuso per lavori

Un nuovo tratto della Cervese, di circa 1,8 chilometri, sarà chiuso per i prossimi tre mesi a causa dei lavori per l’allargamento della carreggiata. Questa volta toccherà alla parte di strada tra la chiesa di Carpinello ed il centro abitato di Pievequinta. Durante l’estate, esattamente dal 16 giugno al 12 agosto, era invece stata chiusa la parte della strada che va da via Borgo Sisa a via Fumicello. I lavori costeranno alla collettivi-tà quasi due milioni e mezzo di euro. Come già accaduto durante l’estate, si prevedono disagi per gli automobilisti che solitamente percorro-no questa strada. Considerazioni inerenti la sicurezza della viabilità e dei cittadini stessi hanno reso neces-sario questo intervento di manutenzione straordinaria della strada.

Furti nelle case, refurtiva fatta di beni di consumo

Continuano ad imperversare i ladri nella periferia di Forlì. Anche la scorsa settimana, infatti, sono stati messi a segno diversi furti in abitazioni di campagna relativamente isolate.Da mesi i topi d’appartamento hanno cambiato i loro obiettivi classici e le loro modalità operative. Calano, o rimangono invariati, i furti che mirano al denaro contante e ad oggetti particolarmente preziosi come i gioielli. Sono invece aumentati esponenzialmente i casi nei quali vengono trafugati beni di consumo, sebbene non di prima necessità. Oggetti, materiale di vario tipo, macchinari, fino ai vestiti ed alle televisio-ni, questa tendenza lascia pensare che la frequenza dei furti a Forlì sia accompagnata dalla crescita dei ricettatori in Italia dovuta alla crisi economica.

Tentativi di truffa da parte di falsi tecnici

sette giorni

Foto Frasca

2 ottobre 2014

Effettua, inoltre, trasporto di sangue, organi per trapianti e altro materiale sanitario. Fornisce assistenza sani-taria in occasione di eventi, manife-stazioni, gare sportive, ecc. Inoltre, è attiva sul fronte della Protezione Civile, in caso di emergenza o calamità naturale, a livello nazionale e internazionale. Il 29 settembre è partito il Corso di Primo Soccorso organizzato ogni anno dall’associa-zione Pubblica Assistenza Città Di Forlì. Il corso, patrocinato dall’A-zienda Usl e dal Comune di Forlì, e condotto da personale medico specializzato. È gratuito e aperto alla cittadinanza, rivolto soprattutto a coloro che vogliono offrire il loro contributo nel mondo del volon-tariato. L’associazione ricerca, in particolare, soccorritori per i ser-vizi di taxi sanitario in ambulanza, accompagnatori anziani e disabili, infermieri professionali per l’ambula-torio infermieristico. Il corso sarà articolato in 9 incontri, il lunedì e il giovedì, dal 29 settembre al 27 ottobre dalle 20.30 alle 22.30 nella sede della Circoscrizione 2, in via Sillaro 42 (quartiere Cava) a Forlì. “Pubblica Assistenza Città di

Forlì” dal 1992 costituisce un’impor-tantissima risorsa per le esigenze sociali e sanitarie del nostro terri-torio: ogni giorno, infatti, effettua servizi di taxi sanitario su richiesta di privati e in convenzione con l’Azienda Usl, il Comune e le Case di Riposo, sia sul nostro territorio sia fuori regione, è attiva sul fronte della Protezione Civile e gestisce

un ambulatorio infermieristico, in cui infermieri volontari effettuano quo-tidianamente medicazioni di base, iniezioni, controlli della glicemia, colesterolo e pressione. Per info: “Pubblica Assistenza Città di Forlì” piazza Don Mario Ricca Rosellini 11, 47121 Forlì; Cell. 329.2260883 - [email protected] - www.pubblicaassistenzaforli.org.

A.V.O., Associazione Volontari Ospedalieri “Francesco Brazzini” di Forlì-Forlimpopoli, ha scopi di solidarietà sociale ed assistenza a tutti coloro che non si trovano nella pie-nezza dei propri mezzi fisici e psichici. I suoi aderenti sono presenti presso negli ospedali Morgagni - Pierantoni e Villa Serena di Forlì, nell’Ospedale di Forlim-popoli, oltre che presso le Case di Riposo di Meldola e Forlimpopoli dove svolgono il loro servizio, prestando as-sistenza a persone che sono ricoverate o, in ta-

luni casi, che accedono alle strutture, offrendo in particolare soste-gno morale, ascolto e compagnia ai degenti. Prestano anche aiuto, in stretto raccordo con il personale sanitario, a coloro che non sono in grado di muoversi in maniera autonoma. L’associazione organiz-za, a partire dal prossi-mo 13 ottobre, un corso di formazione gratuito, per il reclutamento di nuovi volontari presso il Centro Culturale San Francesco di Forlì, Via Marcolini, 4.Il corso si propone di illustrare le modalità e

lo scopo del servizio prestato dai volontari AVO; è articolato in sette incontri e si avvale dell’essenziale contri-buto fornito dai medici e dagli operatori della lo-cale Azienda Asl, fra cui

il dottor Walter Neri e il dottor Claudio Cancel-lieri, oltre che dell’inter-vento della dottoressa Barbara Ghetti, psicote-rapeuta, psicologa del Consorzio di Solidarietà Sociale di Forlì.

Corso gratuito di primo soccorso

Ci sono persone che vanno in ospedale tutte le settimane. Però non sono malate

Promosso dalla Pubblica Assistenza Città di Forlì

“ L’associazione “Pub-blica Assistenza Città

di Forlì” effettua in prevalenza servizi di taxi sanitario per il trasporto di dializzati, disabili e anziani, per visite specia-listiche, terapie, consulenze mediche e per il trasferimento dalle strutture ospedaliere al domicilio, tra i vari ospedali, da case di riposo ad ambula-tori, sia su richiesta privata dei cittadini, sia in convenzione con l’Ausl.

L’amministratore di sostegno ed il volontariatoASS.I.PRO.V, Centro Servizi per il Volontario della provincia di Forlì-Cesena organizza il corso di formazione “Diventare Amministratore di Soste-gno”, che partirà venerdì 3 ottobre con la lezione “Il giudice tutelare: compiti e prassi applicative della L. 6/2004. Le istanze di straordinaria ammi-nistrazione e le modalità di relazione con il giudice tutelare”. La lezione si svolgerà dalle ore 15.00 alle ore 18.00 presso la sala della Banca di Forlì, in via Bruni 2. Per informazioni: Marcello Tisselli, Ass.I.Pro.V., 0547.612612; [email protected].

Progetto Volunteering@work: ricerca di professionisti per mobilità internazionaleVolunteering@work è un progetto promosso da un gruppo di Centri Servizio per il Volontariato: il CSV Marche (ente capofila), in collaborazione con 7 CSV dell’Emilia-Romagna, tra cui Ass.I.Pro.V. Il progetto prevede la possibilità di svolgere un tirocinio gratuito di una settimana nell’area della Comunità Europea. Il progetto è rivolto a profes-sionisti ed aspiranti professionisti del Terzo Settore (3 per la provincia di Forlì-Cesena). Prossima scadenza per la presentazione delle candidature: dall’8 settembre al 10 ottobre 2014. Per informa-zioni: Assiprov 0543.36327.

Sadurano Serenade, Ricercare Festival 2014L’associazione Amici di Sadurano ha organizzato “Ricercare Festival 2014” nell’ambito della Sadu-rano Serenade. Iniziato venerdì 11 aprile, termi-nerà venerdì 14 novembre: il 10 ottobre, alle ore 21.00 a Palazzo Sangiorgi, Forlì, si esibirà l’Open Ensemble-Violino, viola, violoncello e Pianofor-te. Per informazioni: Amici di Sadurano onlus 0543.21900; [email protected]; www.amicidisadurano.it

Corso “bagnino di salvataggio”La società nazionale di salvamento sezione Forlì - Cesena ha aperto le iscrizioni ai corsi di bagnino di salvataggio. Brevetto legalmente riconosciuto dai ministeri competenti per l’esercizio della profes-sione presso litorale marittimo e acque interne (piscine, laghi, fiumi). È valutato “titolo professio-nale di merito” per l’arruolamento volontario nella marina militare e l’arruolamento volontario nel esercito ed è un credito formativo agli esami di stato della scuola secondaria di 2° grado. Presen-tazione corsi: Piscina di Forlì, 2 ottobre ore 21.00. Per informazioni e iscrizioni: Piero Delvecchio 347.4191521; [email protected]; www.salva-mentofc.eu.

Prendiamoci cura della nostra memoriaLa Rete Magica onlus da alcuni anni organizza corsi per prevenire problemi di memoria studiando le tecniche per meglio ricordare e per sentirsi più sicuri. Si tratta di un’attività che mira a stimolare e migliorare la memoria e le capacità cognitive nella persona; i corsi sono iniziati il 16 settembre e termineranno il 23 dicembre. Per informazioni e iscrizioni: telefonare o recarsi presso la sede de “La Rete Magica onlus”, Amici per l’Alzheimer e il Parkinson, via Curiel 51, Forlì, il lunedì dalle 9.30 alle 11.30, il mercoledì dalle 15.20 alle 18.00. È operativa la segreteria telefonica 24 ore su 24: tel. e fax 0543.033765; cell. 320.4553980; [email protected].

agenda

Ass.I.Pro.V7

2 ottobre 2014

Un traguardo importante per tutta la realtà culturale forlivese e, come ogni traguardo, è anche l’inizio di una nuo-va tappa. Quello di Area Sismica si può ben definire un “giro del mondo in musica” per la varietà di generi e di esecutori di ogni nazionalità proposti al pubblico. Da qualche anno questa progettualità coinvolge tutto il territo-rio, la città di Forlì e non solo. Questa associazione è legata oramai a diversi soggetti del nostro territorio: Regione Emilia-Romagna, Comune di Forlì, Provincia Forlì-Cesena e Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì. Proprio un’iniziativa della Fondazione - gli “Appuntamenti a Palazzo Talenti” - ha tenuto a battesimo la XXV rasse-gna di musica extra-ordinaria, che ha preso il via martedì 23 settembre con il concerto dei “Doctor Nerve”. La conferma della crescente impor-tanza che Area Sismica sta assu-mendo nella vita culturale forlivese si avrà sabato 4 ottobre alle ore 22.30 con “Genetical I – be part of something”, l’esibizione del polistru-mentista Marco Colonna (clarinetti e sassofoni), che sarà inserito in “Soli Tempo e Relazione” che avrà luogo a partire dalle 20.30 alla Ex Filanda Maiani di via Orto del Fuoco. Si tratta di una serie di spettacoli e incontri promossi da Masque Teatro, con il quale Area Sismica collabora fin dai primissimi anni del nuovo millen-nio. La convinzione che la cultura migliori la qualità dell’esistenza, che l’associazione condivide con gli altri soggetti coinvolti nella progettazione culturale della nostra città, è confer-mata dalla collocazione di questo evento all’interno della “Settimana

del buon vivere”. In questo contesto non è casuale la presenza di Mar-co Colonna, una personalità molto attiva anche dal punto di vista sociale. Figura poliedrica e sensibile, il suo uso dell’improvvisazione mira a porre in primo piano il rapporto dell’uomo con il suono. Nasce così un percorso capace di superare il consueto utilizzo degli strumenti per approdare ad un mantra meditativo e narratore di sto-rie di resistenza, di lotta e di vita. Gli appuntamenti della parte centrale del-la stagione sono previsti la domenica alle 18.00 nella sede di Area Sismica (a Ravaldino in Monte in via le Selve 23) e avranno l’improvvisazione come filo conduttore. Sarà un’occasione per instaurare dialoghi tra generazioni (John McPhee e Chris Corsano, il 12

ottobre), per scoprire altre culture musicali (Okkyung Lee, 19 ottobre), per dare spazio a nuove formazioni (i brasiliani Chinese Cookie Pots, il 2 novembre) e per riascoltare ‘mostri sacri’ (Konk Pack, il 16 novembre). L’ultima tappa di questo viaggio sarà un evento veramente speciale per Forlì e sarà la consacrazione del ruolo di primo piano che Area Sismica ha assunto nella nostra città: domenica 23 novembre il teatro Diego Fabbri ospiterà il concerto che vedrà gli “Henry Cow” suonare insieme dopo 36 anni. Il concerto sarà dedicato a Lindsay Cooper, a distanza di un anno dalla morte. Anche questa, però, sarà solo una tappa: dopo una pausa, riprenderà il “giro del mondo in mu-sica”. (S.N.)

Chi era Gesù secondo gli ebrei? È la domanda con cui si apre il meeting annuale promosso dal Centro Italiano di Studi Superiori sulle Religioni (CISSR), in programma al Centro Re-sidenziale Universitario di Bertinoro da giovedì 2 a domenica 5 ottobre.La ricerca storica su Gesù e la sua ebraicità in età moderna e contempo-ranea fa da filo conduttore della ses-sione preliminare in programma il 2 ottobre, mentre da venerdì 3 si entra nel vivo del convegno, con studiosi provenienti da tutta Europa riuniti sul colle per approfondire i temi della datazione degli scritti proto cristiani, rileggere il Vangelo di Marco, studiare la storia dei giudei e del giudaismo in età ellenistico-romana, fino ad arriva-re alla figura del Gesù storico.Oggetto principale delle riunioni an-nuali sulle origini cristiane del Centro Italiano di Studi Superiori sulle Reli-gioni (CISSR), fondato nel 1999 con sede al C.e.U.B. di Bertinoro, è pro-prio la ricerca su Gesù in prospettiva

storica, l’esegesi dei primi scritti proto cristiani e la storia del primo cristia-nesimo, l’archeologia e le scienze antichistiche relative, la papirologia, lo studio delle relazioni con il mondo giudaico ed ellenistico-romano in tutti i suoi aspetti.L’obiettivo è quello di cre-are un ambito in cui ogni studioso possa avere la possibilità di presentare il proprio lavoro e di discuterlo dal punto di vista scientifico con gli altri ricercatori. Per allargare la prospettiva sono quindi coinvolti specialisti di ambiti diversi come antropo-logi, sociologi, cognitivisti, letterati, papirologi, archeologi, affinché possa avvenire un proficuo scambio scienti-fico aperto anche alla partecipazione internazionale.Il comitato promotore degli incon-tri annuali è attualmente composto da Adriana Destro (Università di

Bologna), Mauro Pesce (Università

di Bologna), Dario Garribba (Pontifica

Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale, Napoli), Matteo Grosso (Università di Torino), Mara Rescio (Université de Genève), Daniele Tripaldi (Università di Bologna), Emiliano Rubens Urciuoli (Scuola Internazionale di Alti Studi Fondazio-ne San Carlo, Modena) e Luigi Walt (Università di Catania).

territorio 8Ravaldino in Monte: Area Sismica festeggia i 25 anni di attività con un programma ambizioso

Bertinoro: dal 2 al 5 ottobre il meeting del Centro Italiano di Studi Superiori sulle Religioni

Il giro del mondo con la musica

Gesù storico: studiosi a convegno

chris corsano e Joe mcPhee

okkyung lee

il gruppo henry cow in un’immagine del 1975marco colonna

il ceub di Berinoro e, nel cerchio, un’icona di Gesù

La pioggia del 20 settembre si è abbattuta anche sul territorio di Civitella. I danni non sono para-gonabili a quelli subiti dai paesi della Val Montone e del Tramazzo, ma ancora una volta a Cusercoli l’acqua è entrata in alcune abitazioni. Precisamente di nuovo sotto l’acqua e stata la via Andrea Costa, con tre abitazioni e una falegnameria invase dalle acque. Gli edifici si trovano tutti a ridosso della provinciale Bidentina e sono fiancheggiate dal “canale Bergamaschi” (nulla a vedere con l’ex sindaco), che nell’autunno scorso esondò durante la piena del Bidente provocando ingenti danni. “In mezz’ora - precisa Fausto Pardolesi del servizio tecnico di bacino Romagna - sono caduti nel terri-torio di Civitella ben 40 mm di pioggia; in mezz’o-ra quindi possiamo dire che questa volta è andata bene, i danni ci sono ma contenuti anche se il fasti-dio è stato tanto. “Al suo fianco sul posto sono ar-rivati subito i vigili del fuoco di Civitella, il sindaco Claudio Milandri e il suo vice Paolo Baldoni. “Le acque, ingrossate a dismisura del fosso di S. Paolo in Aquiliano (recentemente ripulito) - ha precisato Milandri - non hanno trovato lo sfogo nel tratto di tubatura che porta al Bidente. Sono così entrate nel canale Bergamaschi, inondando le vicine abitazio-ni. Insieme ai servizi preposti, dobbiamo ripensare ad un nuovo imbocco sul Bidente più largo in grado di far defluire le acque anche nelle occasioni di piogge intense”. Le famiglie colpite sono quelle dei Milanesi, dei Valentini e della famiglia di origini indiane Singh insieme alla falegnameria Mingozzi. “Per fortuna - commenta Mingozzi “Pisu”- questa volta i danni sono minori rispetto al 1992 e al 2007 e i miei amici sono accorsi subito ad aiutarmi. È ora però che il Comune e gli altri enti si mettano d’accordo sia per definire la situazione del canale Bergamaschi sia per lo scolo verso il fiume altri-menti ogni 7 anni si ripetono le stesse situazioni”. L’abitato di Cusercoli, in effetti, presenta alcuni punti vulnerabili soprattutto dal punto di vista idrico. In particolare il tratto del Bidente, a monte del paese da sopra al Mulino Mastalsò e allo stadio comunale, è invaso dalla vegetazione, così come le abitazioni che fiancheggiano il fiume in direzione della circonvallazione possono entrare in crisi in caso di piene importanti.

oscaR Bandini

A Cusercoli sono di nuovo sott’acqua

civitella

alcune immagini dei danni provocati dall’esondazione del Bidente

2 ottobre 2014

Per molti anni don Enzo Donatini ha coltivano l’idea di restituire alla comunità di Castrocaro e Terra del Sole l’antica pieve di Santa Re-parata, “da cui si è irradiata la fede cristiana in tutto il territorio”.Queste sono state le sue parole alla presentazione del libro “Terra del Sole. La pieve e la chiesa di Santa Reparata”, che lo stesso don Enzo ha scritto in occasione della be-nedizione dell’an-tica chiesa, in programma domenica 5 ottobre alle 15.00 con la presenza del Vescovo. Questo picco-lo gioiello, chiu-so da due secoli, sarà restituito al culto dal vescovo di Forlì, mons. Lino Pizzi e dal pievano “pro tempore” don Marino Tozzi. L’iniziativa rientra nelle celebrazioni per i 450 anni dalla fondazione di Terra del Sole, avvenuta nel 1564. Le parole e le imma-gini del volumetto ripercor-rono la storia del culto in questa zona della Romagna Fiorentina a partire dalla “Pieve Vecchia”, come era chiamata negli antichi documenti, e dalla chiesa di Santa Reparata. Attraverso

gli scavi, commis-

sionati dalla parrocchia,

avvenuti tra il 2006 e il 2009 e curati

dalla Facoltà di Archeologia dell’Università di Bologna, sono emersi pavimenti, stucchi, affreschi che da domenica saranno visitabili grazie al successivo inter-vento di restauro. Sarà pos-sibile così venire a contatto con quelle pietre tanto care a don Enzo e che, come recita la sua poesia “Amo La Pietra”, l’eco lontana ri-desti / di preci e di canti, / di giorni che furon sereni, / d’umani singulti e di pianti.

Nel silenzio si potranno ancora percepire queste an-tiche voci, costudite nel pic-colo edificio le cui origini bizantine risalgono al ‘500 e che è collocato all’imbocco della Valle dell’Acquacheta. Una successiva edificazione ha portato, tra il XI e XII secolo, alla costruzione di una Pieve romanica.E dunque il libro vuole inserire la “Pieve Vecchia” in più racconti: la storia del culto giunge alla nuova chiesa rinascimentale di Santa Reparata, la cui costruzione ebbe inizio nel 1594 e fu terminata nel 1609. Nel volumetto viene indagato il rapporto

tra i due luoghi di culto e la fondazione della “città fortezza” di Terra del Sole: secondo don Enzo si può ipotizzare che l’8 dicembre 1564 “la messa solenne sia stata celebrata nella pieve di Santa Reparata e che qui sia partita la processione sino al bastione di Santa Maria dove nelle fondazioni fu benedetta e posatala la prima pietra assieme alle medaglie del guardaro-ba granducale”. Questa relazione tra potere civile e potere religioso è con-fermata dalla collocazione della nuova Chiesa di fronte a Palazzo Pretorio: è noto, infatti, come Terra del Sole fosse stata concepita non solo come “città fortez-za”, ma anche come “città ideale”, in cui l’armonia architettonica doveva rispecchiare quella della vita della comunità. La struttura della piazza principale con il luogo di culto posto di fronte al palazzo pubbli-co simboleggiava come tra le due sfere ci dovesse essere distinzione ma non contrapposizione. All’inter-no delle celebrazioni della fondazione, questo libro e la riapertura della Pieve testimoniano il ruolo che la fede cristiana ha sempre avuto nella comunità di Terra del Sole.

sTEFania navacchia

Il nuovo presidente del Distretto socio-sanitario forlivese e assessore co-munale ai servizi sociali di Forlì, Raoul Mosconi, sta passando in rassegna tutte le 15 strutture del com-prensorio. Ha recentemen-te visitato le case di riposo di Rocca San Casciano e Dovadola e ha assicutato di fare tutto il possibile per dare un futuro alle strut-ture esistenti nel territorio forlivese, in particolare di quelle della valle del Montone. “Rocca e Do-vadola - ha detto - sono in fase di accreditamento transitorio, che diventerà definitivo entro il prossimo 31 dicembre. La casa di riposo di Portico è in fase di pre-accreditamento e speriamo che la fase di tra-sformazione porti risultati positivi”. Dal 2010 la casa

di riposo di Portico è gesti-ta dal Comune (attraverso una cooperativa), che ha firmato una convenzione con la parrocchia (pro-prietaria dell’immobile e delle attrezzature); l’accre-ditamento con la Regione, però, resta problematico per motivi strutturali. Il presidente dell’Asp, Alfre-do Boschini, ha sottolinea-to che per il mantenimento

della struttura di Rocca, ricavata dall’ex convento dei frati minori francescani, bisognerebbe realizzare al-tre camere, che potrebbero ricavarsi da spazi adiacenti, per altri 5-10 posti letto da aggiungere ai 35 attuali. I 35 anziani della casa di riposo di Rocca fanno parte dell’Asp distrettuale, insieme agli altri anziani delle case di riposo di

Dovadola, Terra del Sole, Forlimpopoli e Predappio (Piccinini). Con queste assicurazioni sembra superata la polemica di chi vorrebbe la concentrazione delle case di riposo in un solo paese per ogni vallata. A questa “razionalizzazio-ne” si oppongono però le comunità e gli ammini-stratori locali. Conclude il sindaco di Rocca Rosaria Tassinari: “Per il paese la casa di riposo è una strut-tura fondamentale, sia per il servizio agli anziani e alle loro famiglie, sia per i posti di lavoro che offre, soprat-tutto per le donne”. A que-sto proposito è sorto anche un Comitato formato dai rappresentanti di famiglie, Comune e volontari delle associazioni, presieduto da Rodolfo Galeotti.

QuinTo caPPElli

territorio9Terra del Sole: don Donatini ha presentato il suo libro sulla pieve e la chiesa di Santa Reparata

Rocca San Casciano: il presidente del distretto Mosconi visita le strutture del comprensorio

La chiesa da cui si irradiò la fede

Le case di riposo non si toccano

la pieve di s. Reparata. nel cerchio don Enzo donatini

da sinistra il presidente del distretto Raoul mosconi, il sindaco di Rocca san casciano Rosaria Tassinari e alfredo Boschini, presidente dell’asp

Grande fermento di mostre a Dovadola: sono state appena chiuse tre mostre, mentre un’altra aprirà i battenti all’oratorio di Sant’Antonio il 2 ottobre prossimo. Domenica 28 settembre è stato l’ultimo giorno della mostra fotografica “Montepaolo... ieri e oggi” di Pietro Solmona e Paolo Pretolani, allestita nell’Eremo e Santuario di Montepaolo. Le immagini hanno evidenziato non solo il carattere religioso del luogo, ma anche quello ambientale e culturale. In particolare, gli alberi e il centenario “Bosco di Sant’Antonio”. Questo immenso bosco è attraversa-to dal Sentiero della Speranza, un itinerario spiritua-le con opere che rappresentano la vita di Sant’An-tonio realizzate dall’artista Lorenzo Ceregato. In un altro viale sono stati collocati 18 pannelli a mosaico su “Montepaolo nella storia”, a cui si aggiungono opere degli artisti forlivesi Miria Malandri, Manuela Camprini, Roberto Casadio e Angelo Ranzi. Un’altra interessante mostra fotografica, già conclusa, è stata “Affettuosamente Benedetta”, allestita da Giulio Sagradini all’oratorio di Sant’Antonio. Attraverso le immagini l’autore ha ripercorso le tappe della vita della Venerabile dovadolese presentando i luoghi frequentati da Benedetta nel corso della sua vita dal luogo di nascita a Casticciano (Bertinoro), dove la famiglia Bianchi Porro sfollò durante i bombarda-menti, e a Bologna, città in cui Benedetta frequentò la Facoltà di Medicina. Altra mostra, già terminata, è stata la retrospettiva dedicata a Domenico Adriano Corbari (Faenza 1946 - Dovadola 2013) dal titolo “Raffigurazione di San Giorgio”. L’artista coltivò una passione per la figura di San Giorgio rappresen-tandola in pittura, su legno e su ceramica, attraverso una ricerca iconografica che gli consentì di ripro-durre l’immagine sacra in diverse decine di versioni. La mostra che viene inaugurata il 2 ottobre, invece, è la seconda edizione di “Quando l’arte è F.A.T.A. fuoco, acqua, terra, aria”, allestita all’Oratorio di Sant’Antonio di Dovadola e organizzata da Serena Venturelli in collaborazione con Marisa Zattini. La prima edizione fu dedicata al fuoco, quella di quest’anno all’acqua, che sarà interpretata da cinque artisti romagnoli per evidenziare l’arte del territorio. Questi i loro nomi: Paola Babini, Giovanni Lom-bardini, Stefano Mercatali, Luca Piovaccari ed Erich Turroni. Paola Babini presenta paesaggi liquidi, misteriosi e poetici; Giovanni Lombardini propone colori mordenti, lucidi e trasparenti di sapore me-tafisico; Stefano Mercatali dipinge paesaggi astratti; Luca Piovaccari filtra il suo immaginario attraverso fotografie rielaborate ed Erich Turroni raffigura un uomo lavato dall’acqua, che modifica il suo stato fino quasi a farlo sparire.

Rosanna Ricci

Mostre in paese: Opere sull’acqua all’Oratorio

dovadola

“acqua mangia stagno 2014”, in mostra al “Quando l’arte è F.a.T.a.”

2 ottobre 2014

le proposte culturali del momento

Il libro di questa settimana ha appena 24 anni! La prima edizione, infatti, risale al 1980.Fu commissionato da padre Ernesto Caroli, francescano, respon-sabile dell’Antoniano di Bologna, a Carlo Carretto, per celebrare l’ottavo centenario della nascita di San Francesco.Nella prefazione padre Ernesto scrive: “È un libro giovane perché le nuove generazioni vi possano trovare una

risposta alle loro ansie profonde, alle generose aspirazio-ni, alle esigenze di autenticità e di cristiana coerenza. La risposta di Francesco a Dio e alla vita, porta il timbro dei vent’anni”. Carlo Carretto, dirigente dell’Azione Catto-lica, lasciò nel 1952 l’incarico per vivere nel deserto del Sahara l’esperienza dei Piccoli Fratelli di Charles de Fou-cauld. Raccontò quella scelta radicale nel libro “Lettere dal deserto”, che affascinò intere generazioni.Spello, in Umbria, casa dei Piccoli Fratelli, divenne meta di tanti giovani che riscoprivano nella preghiera di ado-razione e nel lavoro quotidiano una nuova dimensione della vita e della fede. Rileggendo un quarto di secolo dopo questo libro si respira un clima appassionato, che il pontificato di papa Francesco ha ridestato. “Il Vangelo - dice Francesco raccontando la sua conver-sione - lo sentivo eterno, la cultura e la politica le sentivo nel tempo, compresa la cultura cristiana. Io sono stato fatto per andare oltre il tempo”.Si sente in queste parole, in questo ‘andare oltre’, il mes-saggio di papa Francesco, il suo richiamo a vivere nella quotidianità il Vangelo.E il Vangelo fa dire Carretto al suo Francesco, “è pazzia di un Dio che perde sempre e si e si fa crocifiggere per salvare l’uomo. Il Vangelo è la pazzia di uomini che gri-dano alle beatitudini anche se nel pianto, nell’indigenza, nella persecuzione”.

Carlo CarrettoCittadella editrice Editore - Euro 13,00

IO, FRANCESCO

cultura 10

Diretto da Gianluca e Gianni Castellini, ha come titolo quest’anno ‘Spaghet-ti Western’ in ricordo dei 50 anni del film ‘Per un pugno di dollari’ di Sergio Leone. Sedicicorto si trova in vetta alle classifiche per il numero di partecipanti, superiore a quelli di ana-loghe rassegne. Oltre ad essere stato riconosciuto a Bruxelles, fa parte anche delle cinque manifestazio-ni più importanti d’Italia, e rappresenta l’Italia al maggior mercato mondiale di cortometraggi che si tiene, come tutti gli anni, in Francia. Per gli amanti di questo genere di film l’attesa è grandissima. Ben 4608 sono stati i cortome-traggi pervenuti da parte di 120 paesi di tutto il mondo per partecipare all’evento. Di conseguenza è stata necessaria la collaborazio-ne della SSLMIT di Forlì con stagisti, sottotitolatori e volontari. Sono occorsi sei mesi di lavoro ai 21 selezionatori per esaminare tutti i film pervenuti. La scelta si è concentrata su 190 corti (pari al 4,12%), presentati al pubblico nei dieci giorni del festival e che verranno giudicati da una giuria formata da otto membri (4 italiani e 4 stranieri). Verranno asse-gnati circa 20 premi con 4 Grand Prix Lumin d’Oro, per un montepremi di

2500 euro. Parecchie sono le novità di quest’anno: a differenza dello scorso anno, in cui le proiezioni avvenivano in prevalenza nella sala dell’Auditorium della Cassa dei Risparmi di Forlì, nell’undicesi-ma edizione le location saranno quattro: l’Audi-torium, il cinema Apollo, la sala grande del Cinema Astoria e la sala Magnolia di via Flavio Biondo 16. Nei dieci giorni del festival verranno presentati ben 35 programmi, 4 meeting con gli autori, due laboratori di cinema e di animazione rivolti ai ragazzi di scuola primaria e di scuola media. A questi si aggiungono altri due meeting per i professionisti del settore, con la finalità di illustrare ciascuno le proprie cono-

scenze e competenze e poter condividere progetti e collaborare insieme. L’a-pertura ufficiale del festival si terrà il 3 ottobre (ore 21.00) al Cinema Astoria con “Corti in loco”, un corpus di 10 cortometraggi realizzati da registi roma-gnoli: sarà il pubblico in sala a scegliere i film da premiare. Questa edizione di Sedicicorto compren-de 4 sezioni competitive: Fiction e documentari in-ternazionali, Animazione e sperimentali internazionali, Film nazionali, animazio-ne per ragazzi. Le sezioni collaterali abbracciano un focus sulla Romania, un focus sui cani, alcuni workshop col mondo della scuola, in particolare le elementari e le medie sul cinema di animazione

ma anche sulla storia del cinema, su come si fa un film e quali i mezzi per giudicarlo. A questi eventi si aggiungono un meeting con un centinaio di registi, una retrospettiva di cinema di animazione portoghese, un concorso fotografico, un appuntamento con Valerio Caprara e Andrea Bruni, un concerto di Elena Indellicati e Yuri Ciccarese su celebri mu-siche da film. Biglietto 4 euro per una serata di pro-iezioni, 10 euro ingresso a tutti i programmi. Con 20 euro oltre all’ingresso a tutti i programmi si potrà avere un abbonamento alla videoteca valido per tutto l’anno, e il libro 100 corti.

Rosanna Ricci

“Il festival Sedicicor-to, giunto all’undi-

cesima edizione, si terrà dal 3 al 12 ottobre.

Dal 3 al 12 ottobre XI edizione del festival, nel 50° di “Per un pugno di dollari”

Spaghetti Western a Sedicicorto

a sinistra, gli organizzatori dell’evento e a destra un giovane clint Eastwood protagonista del capolavore di sergio leone

I resti della torretta PelacanoDei bastioni murari che fino al 1905 hanno cinto la città per una lunghezza di oltre cinque chilome-tri, è rimasto ben poco. Le vestigia più conosciu-te, lunghe un centinaio di metri, sono quelle del Portonaccio, all’altezza di Porta Schiavonia: qualche anno fa sono state recuperate dal Comune, che ha liberato le pietre secolari dall’erba infestante e rimosso i cosiddetti “depositi inco-erenti”, fino al reintegro del paramento murario sopravvissuto. Un altro importante residuo,

pressoché sconosciuto, è visibile fra le vie Piave e Forlanini: si tratta dei resti della torretta Pelacano, limitrofa all’ex Molino omonimo. Non è agevole osservarli da vicino, visto che occor-re entrare in proprietà private. Se si sono salvati dal piccone è proprio perché erano inglobati in altri edifici, demoliti una ventina d’anni fa. La base della torretta, al pari del tratto di mura posto ai suoi lati, è molto ben definita. Quando, una quindicina d’anni fa, nel perimetro di un vecchio

fabbricato artigianale è stato realizzato il condo-minio di via Piave, quei mattoni sono ritornati allo scoperto. Negli ultimi anni, qualche visita guidata è riuscita ad addentrarsi sin là, col

permesso dei proprietari. Ma si potrebbe fare di più, magari inserendo quel tesoro della memo-ria in un percorso filolo-gico di riscoperta delle antiche mura medievali.

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Tesori nascosti. Tra le vie Piave e Forlanini è tra le ultime vestigia delle mura medievali

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2 ottobre 2014 cultura11

Una grande kermesse na-zionale sul benessere equo e sostenibile che allarga quest’anno il proprio palco-scenico a tutta la Romagna con uno sguardo particola-re al pubblico delle scuole e con ospiti come il ministro del lavoro Giuliano Poletti, Umberto Galimberti, Giobbe Covatta, Biagio Antonacci, il Ruggito del Coniglio, Ale&Franz, Enrico Ruggeri, Antonino Cannavacciuolo, Gianni Ri-otta, Lella Costa, Giuseppe Cederna, Serena Dandini, Mauro Lusetti, monsignor Franco Perazzolo, Gaetano Pascale e l’Imam di Milano Yahya Pallavicini. I conduttori del Ruggito del Coniglio, Marco Presta e Antonello Dose, saranno gli ospiti d’onore dell’inau-gurazione, in programma per giovedì 2 ottobre alle 17,30 al Teatro Diego Fabbri di Forlì. “Siamo partiti da Forlì-Cesena nel 2010, con la forza della coesione che è l’anima della nostra comunità”, afferma Monica Fantini, ideatrice dell’evento. “Il fatto di pre-sentare per la prima volta un’edizione che si apre a tutte le piazze della Roma-

gna rappresenta per noi un risultato importantissimo. Significa che la Settimana del Buon Vivere è diven-tata davvero la Storia che racconta le storie di tutti noi, non solo durante il suo svolgimento, ma tutti i giorni dell’anno. È il col-lettore di quello spirito che ritroviamo identico a Forlì, come a Cesena, Rimini e Ravenna: lo spirito del Buon Vivere”. Sette i temi su cui si articola il programma, scelti tra quelli che definiscono il be-

nessere equo e sostenibile: Economia Etica e Sociale, Bene Comune, Cultura, Ali-mentazione, Salute, Benes-sere e Coesione. In cartel-lone dibattiti tra le religioni, “lectio magistralis” con i grandi protagonisti della fi-losofia e della società civile, progetti contro la violenza di genere, ma anche spetta-coli gratuiti rivolti al grande pubblico con protagonisti di richiamo. Lo scorso anno sono stati 30mila i partecipanti a tutti gli eventi collegati, numeri

che si pensa di raggiungere e superare anche quest’an-no. Sedici i festival in rete, una trentina gli appunta-menti già calendarizzati a novembre e dicembre, in vista di Expo 2015. Una manifestazione che è già una punta di diamante per tutto il territorio, promossa da Legacoop Romagna in collaborazione con quasi 200 partner e sponsor nazionali e internazionali. Il programma completo è consultabile su www.setti-manadelbuonvivere.it.

Bacheca culturale

“Forlì e la Roma-gna capitali del

Buon Vivere da giovedì 2 a domenica 5 ottobre, grazie alla quinta edizione della manifestazione che vede in scena più di 150 eventi.

Più di 150 eventi dal 2 al 5 ottobre, con la presenza di ospiti nazionali e internazionali

Buon Vivere targato Romagna

Prenderà avvio venerdì 10 ottobre il ciclo di incontri organizzato dall’associazio-ne culturale “San Mercuria-le” e dall’Ufficio Diocesano per la Cultura, dedicato al tema del male e intitolato “Il Male: perché?”. L’in-tento è quello di dar voce ad una delle domande più brucianti dell’uomo e di mettere a tema un problema dalle innumerevoli sfaccet-tature, come innumerevoli sono le radici che il male affonda nella realtà creata. Perché c’è il male? Da dove viene? Che senso ha? Come può Dio permetterlo? O forse non c’è un Dio in gra-

do di contrastarlo? Insom-ma, come stare di fronte al male? Come comprenderlo? Come guardarlo? A partire dalle grandi rappresen-tazioni dell’arte e della letteratura, fino ad arrivare alla cronaca nera di un male annidato dentro le mura do-mestiche. Senza la pretesa di essere esaustivi di un tema sconfinato, ma con l’obiet-tivo di spaziare tra campi diversi del sapere, gli incon-tri passeranno dall’orizzonte psicologico-psichiatrico a quello filosofico-teologico, a quello artistico-letterario.Venerdì 10 ottobre, alle ore 21.00 presso la sala Me-

lozzo (piazza Melozzo, 7), Adriano Fabris, ordinario di Filosofia morale all’Uni-versità di Pisa, terrà il primo incontro dal titolo: “Il Male: una sfida per la filosofia”. Sabato 18 ottobre, alle ore 17.00 nella medesima sala, Pierluigi Moressa, psichia-tra e psicoanalista, terrà il secondo incontro: “Il Male quotidiano: violenza e assenza di etica nella società di oggi”. La problematica teologica sarà invece deline-ata da don Erio Castellucci, docente all’Issr di Forlì, sabato 25 ottobre alle ore 16.30 presso la basilica di San Mercuriale (piazza XX

Settembre): “Se Dio c’è, da dove viene il Male?”. Gli ultimi due incontri saranno dedicati all’ambito lettera-rio e figurativo: sabato 8 novembre, alle ore 17.00 presso la sala Melozzo, Andrea Brigliadori, criti-co letterario, terrà la sua relazione dal titolo “Le parole del Male: voci dalla Letteratura”, mentre sabato 15 novembre, alle ore 17.00 presso la medesima sala, Marco Vallicelli, storico dell’arte, concluderà il ciclo con la relazione “Il Male “bello”: immagini del Male nella Storia dell’Arte”.

EnRico casadio

Il primo appuntamento si svolge venerdì 10 ottobre, ore 21.00 alla sala Melozzo

Gli incontri su “Il Male: perché?”

ale e Franz con Enrico Ruggeri

serena dandini con monica Fantini, ideatrice del Bv

dose e Presta del Ruggito del coniglio

il ministro del lavoro Giuliano Poletti

Giovedì 2/10Forlì - Teatro Diego Fabbri, corso Diaz 47 - ore 17.30La quinta edizione della Settimana del Buon Vivere si inaugura con Romagna StrEAT, n compagnia dei protagonisti del Ruggito del Coniglio, Marco Presta e Antonello Dose. Info. www.settimanadelbuonvivere.it.

Venerdì 3/10Forlì - Teatro Diego Fabbri, corso Diaz 47 - ore 21.00Musica e ricerca, due note in un accordo: incontro con Dino Amadori, Giovanni Paganelli e Biagio Anto-nacci. Conduce Simona Branchetti. Ingresso libero.

Forlì - Ritrovo di fronte al Municipio, piazza Saffi - ore 20.30Per il ciclo di visite guidate ideate e condotte da Gabriele Zelli e Marco Viroli, un percorso dal titolo “Forlì den-tro la Seconda Guerra Mondiale. Drammi e tragedie della popolazione civile durante i mesi precedenti la Liberazione”. Partecipazione libera. Info: 349.3737026.

Forlì - Auditorium Cariromagna, via F. Biondo 16 - ore 10.00Lectio Magistralis di Umberto Galimberti dedicata alla filosofia e alla sua diffusione, nell’ambito della Settimana del Buon Vivere. Info. www.settimanadelbuonvivere.it.

Forlì - Auditorium Cariromagna, via Flavio Biondo 16Al via Sedicicorto Film Festival, rassegna interna-zionale di cortometraggi fino all’11 ottobre, con serate ricche di proiezioni in Auditorium e in altre sedi. Info. www.sedicicorto.it.

Sabato 4/10Forlì - Ex Filanda Maiani, via Orto del Fuoco 3 - ore 20.30Area Sismica, Masque Teatro e Rocco Ronchi presenta-no lo spettacolo “Soli. Tempo e relazione”, nell’ambi-to della Settimana del Buon Vivere.

Forlì - Teatro Diego Fabbri, corso Diaz 47 - ore 21.00Nell’ambito della Settimana del Buon Vivere, “C’è un tedesco, un francese, un italiano...”, spettacolo con Enrico Ruggeri e Ale&Franz. Info. www.settimana-delbuonvivere.it.

Meldola - Palazzo Doria Pàmphili, piazza Orsini - ore 16.30Alessandro Sistri, docente dell’Università di Urbino, presenta una conversazione sul tema “Il miracolo del mare nostrum. Storia di una fenomenologia del tu-rismo”, per il ciclo “Pianeta Romagna, l’isola dei senti-menti”. Ingresso libero. Info. 0543.61460 - 333.2160511.

Santa Sofia - Centro culturale “Sandro Pertini” - ore 17.30Franco D’Emilio e Paolo Poponessi presentano il volume “La Terra del Duce”, nell’ambito della mostra documentaria “Santa Sofia e il Ventennio”, visitabile fino al 12 ottobre. Info. 0543.975428.

Forlì - Pala Credito di Romagna, via Punta di Ferro - ore 21.00Concerto live dei Dear Jack, gruppo finalista ad “Ami-ci” con Maria De Filippi. Info: www.ticketone.it.

Domenica 5/10Forlì - Teatro Diego Fabbri, corso Diaz 47 - ore 21.00Monologo di Giuseppe Cederna dal titolo “Abbi cara ogni cosa”, sul tema di Gerusalemme, alla scoperta della Palestina. Info. www.settimanadelbuonvivere.it.

Forlì - Teatro Diego Fabbri, corso Diaz 47 - ore 17.00Serena Dandini conduce un incontro con Giuliano Poletti, Ministro del Lavoro, per un pomeriggio in compagnia dei grandi protagonisti della scena nazio-nale all’insegna del Buon Vivere.

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2 ottobre 201412focus su...

Domenica 5 ottobre, in occa-sione dell’XI anniversario della morte di Annalena Tonelli, Cari-tas e Comitato per la lotta con-tro la fame nel mondo inaugu-rano alle ore 15.30 in via Lunga 43, l’Emporio della Solidarietà alla presenza delle autorità.

Apre l’Emporio della Solidarietà

In merito ai bisogni attuali nel far fronte al vivere quotidiano, si evi-denzia l’esigenza di strutturare risposte nuove e consolidare la filiera dei servizi esistenti, promuovendo interventi di “empowerment sociale”, con particolare riguardo al fabbisogno alimentare giornaliero. Solo nel primo semestre 2014 il Cda diocesano ha di-stribuito 1.863 pacchi alimentari a 126 famiglie e offerto 10.281 pasti caldi alla mensa. Considerata la situazione di crisi, evidenziata dai dati allarmanti riguardanti il livello di povertà, i nuovi poveri e l’impoverimento ‘normaliz-zato’, nella primavera 2013 la Fon-dazione Buon Pastore - Caritas Forlì onlus e il Comitato per la lotta contro la fame nel mondo hanno promosso questo progetto: “L’Emporio della solidarietà: la solidarietà spesa bene”. Attraverso relazioni d’aiuto, il proget-to ha un duplice orizzonte: aumentare la capacità delle famiglie del nostro territorio in situazione di povertà o a rischio di ulteriore impoverimento, di far fronte alle esigenze del vivere quotidiano, in particolare per il cibo, e ri-attivare le risorse delle persone che si incontrano e connetterle con quelle

che il territorio può offrire, frutto di una comunità locale accogliente, tramite percorsi di empowerment individuale e comunitario. L’inten-to pratico è quello di realizzare una piattaforma logistica per la raccolta, lo stoccaggio e la distribuzione di generi alimentari freschi e secchi, a sostegno delle attività socio-assistenziali presen-ti sul nostro territorio, con particolare riguardo alle distribuzioni alimentari a favore di famiglie e/o persone in difficoltà economica e disagio sociale. Tra gli obiettivi specifici c’è il bisogno di potenziare le iniziative anticrisi pro-mosse sul territorio di Forlì e comuni limitrofi e di accrescere la sensibiliz-zazione del territorio sull’acquisizione di stili di vita orientati alla condivisone e alla solidarietà. Il progetto intende, infatti, dare vita ad un’opera-segno, ovvero ad un’opera che non esaurisca la sua funzione nel fatto di risponde-re concretamente a bisogni, ma che sia in grado di dare ulteriori risposte, nello specifico, attivando risposte comuni al disagio e alla povertà: coinvolgere i donatori locali a livello

provinciale (supermercati, esercenti, produttori agricoli...) nella raccolta delle eccedenze alimentari e beni di prima necessità, al fine di riuscire a raccogliere gratuitamente il 90% dei prodotti che verranno distribuiti attra-verso il Magazzino / Emporio della Solidarietà; attivare volontari nella gestione del Magazzino / Emporio della Solidarietà, sia nelle attività lega-te alla distribuzione, raccolta alimenti, gestione dei rapporti con l’utenza, sia in quelle di sensibilizzazione del territorio locale e di promozione del progetto; ospitare e coinvolgere nelle attività del Magazzino / Emporio del-la Solidarietà persone in borse-lavoro e/o tirocinio formativo, ma anche ragazzi/e in Servizio Civile volontario e/o in stages come occasione forma-tiva e di re-inserimento lavorativo per giovani e persone in difficoltà e infine costruire una rete di collaborazioni per l’avvio del progetto e per la sua gestione, nella quale sono già coin-volti sia soggetti ecclesiali, e del terzo settore, le istituzioni locali e il privato for-profit. (F.g.)

Il Magazzino/Emporio della Solidarietà si propone come punto di riferimento, a regime, per l’intero terri-torio diocesano, sia come punto di raccolta e conser-vazione di merci per le or-ganizzazioni non lucrative che svolgono distribuzioni alimentari o gestiscono servizi di accoglienza per famiglie in difficoltà (es: mensa dei poveri), che come luogo di distribu-zione gratuita di alimenti e generi di prima necessità per famiglie in carico ai Servizi Sociali o al siste-ma dei Centri di Ascolto Caritas del Comune di Forlì e territori limitrofi. A tali famiglie, dopo la presa in carico e sulla base di periodici colloqui di ascol-to e di valutazione, verrà assegnata una tessera-punti per il ritiro degli alimenti e

degli altri beni disponibili all’Emporio, sulla base di una comprovata necessità famigliare e della composi-zione del nucleo. Si prevede di attivare entro il 2014 200 tessere e di arrivare, a regime, a 700 famiglie servite dall’Em-porio della Solidarietà, con riferimento ai residenti del Comune di Forlì (compre-

se le frazioni) e territori limitrofi. Il Magazzino sarà invece di riferimento per le organizzazioni non profit e i Centri di Ascolto Caritas di tutta la diocesi. Ciò che si cercherà di realizzare sarà un Magazzino alimenti (surgelati, freschi e secchi) allo scopo di sollevare le parrocchie /Centri di Ascolto/ Caritas parroc-

chiali e le organizzazioni non profit impegnate in attività socio-assistenziali dalla quotidiana fatica del reperimento di alimenti da distribuire alle persone in sofferenza alimentare, li-berando tempo ed energie da dedicare all’ascolto e alle relazioni interpersonali e per realizzare un luogo di distribuzione diretta di alimenti e beni di prima necessità (Emporio della Solidarietà) per le famiglie italiane e straniere residenti nei comuni del forlivese, che versino in condizione di reale difficoltà e disa-gio familiare in carico ai Servizi Sociali territoriali e/o al sistema dei Centri di Ascolto Caritas o delle organizzazioni non lucra-tive di solidarietà sociale partners del progetto.

FRancEsca GoRi

“Negli ultimi tre anni l’Os-servatorio Povertà e Risorse

della Caritas diocesana rileva come i bisogni espressi dai poveri e dagli impoveriti del territorio, sia italiani sia stranieri, siano gli stessi: reddito, lavoro e alloggio.

Una risposta alla povertà diffusa

Come funziona l’Emporio solidale

Il progetto nasce nel 2013 da Fondazione Buon Pastore-Caritas e Comitato

Con una tessera a punti, le famiglie bisognose potranno ritirare beni e alimenti

Nel 2013, diecimila persone servite dalla CaritasL’anno 2013 si è confer-mato particolarmente difficile, sia per la quantità e la complessità delle ri-chieste registrate, sia per la difficoltà a trovare risposte capaci di fronteggiare gli effetti del quinto anno di crisi nel nostro terri-torio. In generale, la crisi economica e l’accrescere della disuguaglianza stanno rafforzando i circuiti tradizionali di marginalità sociale con l’alto numero di richieste di accoglienza nei dormitori “per chi non ha casa” e di pasti caldi alle mense per poveri della città. Allo stesso tempo, il perdurare della crisi, sta portando al consistente aumento di nuove forme di povertà e di vulnerabi-lità economica (famiglie per lo più monogenitoriali con minori a carico), con un crescente aumento di richieste di aiuti alimentari e di beni di prima neces-sità. Registriamo infatti nel 2013, 3912 distribuzioni di pacchi alimentari ad opera del solo Cda diocesano che conferma il dato già alto del 2012 (con 3903 pacchi-viveri erogati) e l’aumento nelle erogazioni di contributi economici/prestiti. In totale, nel 2013 hanno beneficiato dei servizi erogati dai Centri di Ascolto Caritas attivi in diocesi 9.488 persone e 2.321 famiglie, per un totale di 4.298 utenti presi in carico dai nostri servizi. Di questa utenza, il 32,12% sono italiani e il 31,97% sono famiglie italiane. Rispetto ai dati sulla popolazione residente, le 9.488 persone beneficiarie dei servizi Caritas rappresen-tano il 5,04% dei residenti del circondario forlivese, con un aumento, nell’ultimo anno, del numero dei beneficiari dei Centri d’Ascolto del nostro territorio di + 11,39% persone fisiche e di un corrispondente +16,57% di nuclei famigliari. Nel primo semestre del 2014 il CDA diocesano ha distribuito 1.863 pac-chi alimentari a 126 famiglie e offerto 10.281 pasti caldi, alla mensa del Buon Pastore.Per migliorare la risposta al bisogno di cibo è quindi stato necessario pensare e realizzare una piattaforma logistica per la raccolta, lo stoccaggio e la distribu-zione di generi alimentari surgelati, freschi e secchi, a sostegno delle distribuzioni alimentari a favore di famiglie e persone in difficoltà economica e disa-gio sociale seguite dal sistema dei Centri di ascolto Caritas, dalle organizzazioni non lucrative del nostro territorio impegnate nel contrasto alla povertà e all’accoglienza di persone in disagio sociale e dal sistema dei Servizi Sociali comunali (Forlì e comuni limitrofi). Questa piattaforma è l’Emporio della Soli-darietà che il 5 ottobre 2014 aprirà le sue porte.

ElEna GalEazzi

il magazzino dell’Emporio di solidarietà con gli scaffali pieni di viveri

2 ottobre 2014 13 focus su...

Apre l’Emporio della Solidarietà

Lo scenario che avevano dinanzi era quello di un grande impegno generale, ma anche di frazionamento eccessivo delle forze, con conseguente spreco di energie e di risorse alimen-tari. E l’invito conseguente del Papa “Vorrei che pren-dessimo l’impegno contro la cultura dello spreco, per una cultura della solida-rietà e dell’incontro” ha avviato una riflessione sulla necessità di agire subito e assieme.L’opportunità di un locale disponibile a fianco del Comitato è parsa un’oc-casione da valorizzare per creare un magazzino di raccolta delle eccedenze alimentari, da dotare di grandi celle frigorifere per

la conservazione e distribu-zione degli alimenti soppe-rendo così all’insufficiente capacità dei piccoli frigori-feri dei centri di ascolto e delle mense. La contiguità col Comitato permetteva di utilizzare al meglio le ca-pacità logistiche, i camion a disposizione. L’idea ha trovato in Vanni Sansovini un sostenitore entusiasta e la visita ad alcune iniziative già realizzate da tempo a Parma, Prato, Brescia, ha fatto il resto: perché rimanere fermi alla distri-buzione della sportina delle eccedenze disponibili nei

Cda e non dare invece una dignitosa possibilità di scel-ta personale degli alimenti necessari alla famiglia? Ecco l’dea dell’Emporio della Solidarietà.Una scelta di dignità molto impegnativa, perché richie-de di garantire costante-mente quella base di generi indispensabili (pasta, latte, zucchero, uova, pomodo-ro...) che, se non disponibili per donazione, debbono essere acquistati. Per garan-tire la necessaria autono-mia finanziaria, il Comitato ha proposto al Comune un’iniziativa unitaria delle

associazioni che raccolgo-no indumenti donati dai cittadini (in primis Comita-to, Caritas e Croce Rossa): unirsi nella raccolta e rici-clo degli indumenti usati e donare l’intero ricavato a sostegno dell’Emporio del-la Solidarietà. La raccolta può garantire all’Emporio quei 100mila euro che possono permettergli di crescere progressivamente, fino a raggiungere il tra-guardo delle 700 famiglie assistite nel territorio comunale. Sembrava l’uovo di Colombo, un’idea tal-mente semplice e ovvia da chiedersi perché nessuno ci avesse pensato prima. La risposta è altrettanto sem-plice: l’indumento messo nei cassonetti, ignorando la generosa volontà di dono dei cittadini, viene interpretato come rifiuto e come tale soggetto a tutte le restrizioni della raccolta dei rifiuti urbani. Il Comi-tato ha stanziato comun-que la quota di sostegno all’Emporio per i primi tre anni, nella certezza che sia un tempo sufficiente, con l’aiuto delle istituzioni, per fare prevalere il buonsenso.

RoBERTo GimElli

““Il cibo che si butta via è come rubato

ai poveri” queste parole brucianti pronunciate da papa Francesco nell’udien-za generale del 5 giugno 2013 hanno risuonato forti nelle mente e nel cuore di Caritas e del Comitato per la lotta contro la fame nel mondo.

I cassonetti sono fonte di risorseLe associazioni che raccolgono indumenti unite nel sostenere il progetto

il comitato ha appoggiato fin dal primo momento l’idea dell’Emporio solidale

angelica sansavini - consigliere Fondazione carispRaoul mosconi - assessore al welfare Forlì

Il Comune condivide e sostiene il progetto

Una tessera nel mosaico delle iniziative assistenziali

L’Emporio non è una gestione manageriale della distribuzione di generi ali-mentari e di prima neces-sita. In questo progetto, donatori e beneficiari sono tenuti in relazione affinché non si perdano di vista la solidarietà e la giustizia che, insieme alla fiducia, sono le merci più preziose da distri-buire. L’Emporio opera in-fatti nel cuore del problema aiutando le persone a non sentirsi gravate dello stigma della povertà, a cercare di recuperare autonomia mettendole nelle condizioni di scegliere da soli ciò di cui hanno bisogno e migliorare i propri stili di consumo. Offrendo contemporane-amente l’opportunità al mercato e alla comunità di non sprecare beni ancora buoni e di impiegare in maniera efficiente i generi alimentari e i materiali raccolti. Oltre a rendere più produttive le relazione di aiuto con i beneficiari con questo progetto sarà possibile anche aumentare e migliorare le relazioni fra i partner. I partner dell’Emporio, fra cui il Comune, devono infatti relazionarsi e collaborare sempre di più per raccogliere e ridistribuire al meglio e, soprattutto, condividere strategie dal basso per rendere generative le relazioni di aiuto tra le persone e tra le famiglie.

L’Emporio solidale della Caritas rappresenta un’im-portante nuova tessera nel mosaico delle iniziative che pure già intervengono efficacemente sul nostro territorio in termini di assistenza alle famiglie sui beni di prima neces-sità. Oltre a potenziare e qualificare ulteriormente i servizi già esistenti - sul piano, ad esempio, della responsabilizzazione individuale - ci consentiranno, infatti, di verificare con ancora maggiore precisione quali modalità di erogazione dell’assistenza possano rivelarsi le più efficaci, anche nell’ottica condivisa da tutti i partner di concentrare gli interventi sui momenti di crisi e di difficoltà più acuti. È per questo che la Fondazione è voluta intervenire immediatamente ed operativamente a sostegno di questo nuovo progetto co-finanziando l’acquisto di un mezzo di trasporto refrigerato - attraverso l’apposito bando riservato agli automezzi - e impe-gnandosi all’eventuale acquisto dei beni di prima necessità per i neonati e i grandi anziani, qualora il donato ed il raccolto non dovesse essere sufficiente a soddisfare un eccesso di richiesta.

la carità di annalena

Sono trascorsi 11 anni dalla mor-te di Annalena Tonelli (nella foto), uccisa a colpi d’arma da fuoco da un commando islamico nell’o-spedale da lei stessa fondato a Borama, in Soma-liland. La Diocesi e il Comitato per la lotta contro la fame nel mondo invitano a ricor-darla domenica 5 ottobre alle 15.30, quando sarà inau-gurato l’emporio della solidarie-tà. Seguirà alle 17.30 la celebrazione della messa nell’adiacente cappella del seminario. Lunedì 22 settembre si è svolto, presso l’Aula Magna dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose, l’incontro programmato dalla Pastorale della Scuola e dall’Aggiornamento degli Insegnanti di Religione cattolica, sulla vita di Anna-lena Tonelli.Sono intervenuti due testimoni eccezionali.In primo luogo la professoressa Maria Teresa Battistini, che ha condiviso con Annalena alcuni anni di missione in Africa e che si impegna tuttora presso il Comitato per la lotta contro la fame nel mondo, fondato a Forlì dalla stessa Annalena, dove ha sviluppato un’ampia ed approfondita relazione. Il nipote, Andrea Saletti, ha intercalato l’esposizio-ne di Maria Teresa con la lettura di alcune lettere particolarmente toccanti, scritte da Annalena a famigliari ed amici.Ha, inoltre, raccontato epi-sodi significativi, legati alla conoscenza della zia, risalenti sia alla sua infanzia, sia alla giovinezza. Maria Teresa ci ha illuminato sulle doti di umiltà, di religiosità, di amore per gli altri, soprattutto gli ultimi, di “brandelli di umanità ferita” (come lei li chiamava), raccontandoci episodi di particolare ri-lievo riferiti al periodo della sua frequentazione, dal 1965 al 2003, anno nel quale Annalena fu uccisa nell’ospedale nel quale curava gli ammalati, da un commando islamico somalo.Infatti, pur essendo laureata in legge, Annalena, che seguiva pazienti spesso difficili da curare, decise di frequentare corsi di formazione in campo sanitario e, grazie alle competenze acquisite, svolse ricerche approfondite sulla cura della tubercolosi, malattia che mieteva molte vittime in Kenya e in Somalia, giungendo ad elaborare un protocollo di cura che, oltre ad essere efficace, riduceva i tempi di guarigione. Tale protocollo si rivelò tanto effica-ce da essere recepito dall’Organizzazione Mondiale per la Sanità. Nel corso della relazione sono stati proiettati anche alcuni filmati sulla vita di Annalena e sulle attività da lei promosse, con un accenno finale anche alla cerimonia di ricevimento del pre-mio Nansen. Sapendo di rivolgersi soprattutto ad un pubblico di insegnanti, Maria Teresa aveva avu-to cura di selezionare anche interviste nelle quali Annalena descriveva l’attività didattica di alcune scuole da lei attivate in Kenya e Somalia. Per due ore l’incontro, a volte emozionante, è stato seguito con grande interesse e particolare attenzione. Gli insegnanti di religione che hanno partecipato sono stati 140; oltre a questi, sono intervenuti anche altri docenti.

annalena Tonelli fu uccisa da un commando isla-mico nell’ospedale da lei stessa fondato a Borama

La missionaria forlivese uccisa a Borama 11 anni fa

2 ottobre 2014

Flash dal mondo di Franco Garavini

Quattro attivisti della comunità indigena Asháninka, impegnati nella lotta contro il disboscamento illegale, sono stati assassinati in una regione dell’Amazzonia peruviana. Lo hanno riferito esponenti del governo e rappresentanti della loro associazione di riferimen-to. Tra le vittime figura Edwin Chota, fondatore ed esponente di spicco dell’Asociación de Comunidades Nativas Asháninkas de Masisea y Callería (Acona-mac). Secondo la ricostruzione rilanciata dal quoti-diano La Republica, i quattro sono stati assassinati nei pressi della frontiera con il Brasile, in una zona dove sono in corso attività di disboscamento. Da tempo gli Asháninka si battono per la tutela della sel-va e mettono in guardia dalle conseguenze ambienta-li legate alla costruzione di centrali idroelettriche.

Nonviolenza. Si scrive tutto attaccato, in una parola sola. Non indica semplicemente un “no alla violen-za”, ma un atteggiamento attivo di difesa e migliora-mento della società. Un’aspirazione etico-morale che più di una volta, nella storia, s’è trasformata in arma politica. Sinonimo di pace, giustizia e libertà. Un autentico progetto costruttivo, anziché un generico pacifismo passivo. “La nonviolenza è più potente di qualsiasi arma di distruzione che il genere umano possa concepire”, disse il Mahatma Gandhi, figura di riferimento del movimento nonviolento. È proprio nella data di nascita di Gandhi, il 2 ottobre, che le Nazioni Unite hanno istituito la Giornata mondiale. In Italia, figure di riferimento sono state, tra le altre, Aldo Capitini, Danilo Dolci, don Tonino Bello.

Giornata internazionale della nonviolenza giovedì 2 ottobre

Perù, assassinati gli indigeni che si battevano contro il disboscamento

Manganelli chiodati, bastoni in grado di dare scosse elettriche, sedie costruite per bloccare un corpo uma-no fino allo stremo. Sono alcuni fra i prodotti venduti da più di 130 aziende cinesi in diverse nazioni di Asia e Africa, strumenti di tortura “crudeli in maniera intrinseca” che rappresentano una fetta delle espor-tazioni del settore. La denuncia viene da Amnesty International. Alcuni strumenti venduti, “sono senza dubbio destinati a legittime operazioni di sicurezza interna. Ma la Cina consente anche l’esportazione di oggetti che hanno effetti disumani, e fomentano le violazioni ai diritti umani nelle nazioni che le acquista-no”. I maggiori importatori sono Paesi come Senegal, Egitto, Ghana, Cambogia e Nepal; un’industria con rapporti commerciali con più di 40 nazioni africane.

Cina, cresce l’export di crudeli strumenti di tortura

“È arrivato il momento della rivoluzione religiosa” dice Taj Hargey, professore di studi islamici a Oxford, nato e cresciuto in Sudafrica. È lui l’ideatore della Mo-schea aperta inaugurata a Città del Capo in un venerdì di preghiera: donne-imam che possono guidare la preghiera, sciiti che si inginocchiano accanto a sunni-ti, non musulmani e gay. “In Sudafrica e nel mondo servono luoghi di culto che riflettano il XXI secolo e non utopie e dogmi privi di fondamento. Venti anni fa abbiamo fatto una rivoluzione politica che ha innesca-to un’evoluzione positiva ma oggi abbiamo bisogno di una rivoluzione religiosa, soprattutto nella comunità islamica”. La fonte resta il Corano, il nemico le sue interpretazioni restrittive e reazionarie. Ad esempio rispetto al ruolo delle donne.

Sudafrica, moschea aperta a tutti, per dare il via alla rivoluzione religiosa

Fonti Misna.org - Asianews - Radio Vaticana

approfondimento

a cura di Michele Tempera

Mentre si chiude il vertice Onu di New York sui cambiamenti climatici, come al solito con un nulla di fatto, aumenta l’apprensione degli addetti ai lavori verso le sorti del pianeta.Le emissioni di gas ad effetto serra, che dovreb-bero diminuire notevolmente per mantenere l’aumento della temperatura mondiale sotto i due gradi, sono in realtà in aumento del 2% annuo. Nonostante le difficoltà economiche e la crisi finanziaria globale che hanno colpito una parte rilevante dell’Unione Europea ed altre nazioni, le emissioni sono aumentate anche negli scorsi quattro anni. Due notizie, inoltre, costituiscono segnali estremamente gravi per la stabilità dell’ecosistema dove l’uomo è fino ad ora vissuto.La prima riguarda la politica energetica statu-nitense, è mutata negli ultimi anni fino a fare divenire gli Usa da importatori ad esportatori di gas e petrolio. Ciò è stato possibile mediante una modalità estrattiva dal devastante impatto ambientale che ha liberato risorse energetiche prima irraggiungibili. Questa novità tecnolo-gica, e la politica energetica statunitense che ne consegue, determinerà un ulteriore ritardo nel passaggio alle energie rinnovabili in tutto il mondo ed aumenterà le emissioni responsabili dell’effetto serra. La seconda notizia consiste nel continuo arretra-mento delle foreste e del suolo libero da insedia-menti umani. Ciò riguarda indistintamente tutti i continenti, dalle metropoli in espansione fino ai disboscamenti da sempre in atto in Brasile e Malesia. Le foreste ed il suolo sono i maggiori ricettori di Co2 e senza il loro ruolo ecologico il pianeta terra non sarebbe mai stato abitabile dall’uomo. La sensazione provocata da queste notizie è che il modello di sviluppo liberista non si fermerà nella sua opera distruttrice dell’ambiente, fino a quando i costi di questi comportamenti non supereranno i profitti derivanti dallo sfruttamen-to dissennato del Creato. Già adesso vediamo continue catastrofi “natu-rali” che si fanno di anno in anno più distruttive e frequenti. Dobbiamo aspettarci un ulteriore peggioramento in futuro. L’inversione di rotta in tema ambientale, re-clamata da anni con urgenza dai cittadini più responsabili e meno ignoranti, è lontana ogni giorno di più. Le popolazioni mondiali sono ostaggio di poche multinazionali, di poteri economico-finanziari e di governi ad esse assog-gettati, i quali non esitano a guidare il mondo verso tragedie sempre più grandi pur di ottenere potere e profitti. Tagliando il ramo sul quale tutti siamo seduti.

Onu e cambiamenti climatici

mondo 14

2 ottobre 2014 vita italiana15

Dopo poco più di dodi-ci anni, la reazione del mondo del lavoro ad un provvedimento analogo appare più tenue. In mez-zo si è diffusa la precarie-tà di milioni di persone, mentre gli ideali politici risultano sbiaditi.Questo famoso articolo di legge, ritenuto da alcuni un simbolo di giusti-zia ottenuto attraverso dure lotte operaie, risale alla legge 300 del 1970. Un’altra epoca in termini economici, politici, sociali e geopolitici, che aveva caratteristiche radical-mente differenti dall’at-tualità odierna. Inoltre, nelle imprese sotto i 15 dipendenti non viene comunque applicato, vale a dire nella gran parte delle imprese italiane. Una parte significativa dei dipendenti è tuttavia concentrata nelle azien-de medie e grandi. Non pochi sostengono ancora la validità di quell’articolo, nonché l’importanza delle tutele che attribuisce ai lavoratori dipendenti, che vengono licenziati senza giusta causa o per ritor-sione. Da notare, in ogni

caso, come l’art. 18 stesso sia già stato aggirato da alcune tipologie di con-tratti atipici e precari, che consentono di allontanare un lavoratore senza incor-rere nei vincoli della legge in questione.In gioco vi è il diritto a non essere discrimina-ti sul posto di lavoro e di non venire licenziati ingiustamente. I casi di ingiustizie sul lavoro precedenti l’in-troduzione dell’articolo 18 erano denunciati dai lavoratori perché le idee politiche non gradite o l’indisponibilità verso i soprusi venivano san-zionate con il licenzia-mento. Con l’articolo 18, in questi casi, tramite il potere giudiziario, scatta

il reintegro del lavorato-re ed il pagamento degli arretrati. All’origine della scrittura di questo artico-lo di legge vi è l’assunto che ogni lavoratore deve mantenere un certo grado di indipendenza e non può essere assoggettato in tutto e per tutto alla volontà del datore del lavoro. Una concezione del lavoro che si connette direttamente all’articolo 1 della Costituzione.Dall’altro lato, alcuni imprenditori sostengono di avere talvolta dovuto fare i conti con lavoratori inadempienti o inadeguati alla mansione che non potevano essere licenziati se non con un iter este-nuante, oneroso e molto complesso. In altri casi si

sono registrate vertenze sindacali pretestuose o difficilmente sostenibili per l’azienda, che deve organizzare rapidamente i propri processi produt-tivi per rispondere alle caratteristiche del mercato in continua evoluzione. In questo modo vengono danneggiate le potenziali-tà dell’azienda e la libertà di impresa. Trovare un equilibrio efficace tra giu-stizia sociale e libertà di impresa è arduo e richiede capacità di mediazione ed immaginazione non comuni, speriamo che il nostro governo dimo-stri di essere in grado di affrontare il cambiamento senza tradire la costitu-zione.

michElE TEmPERa

Problema vero o disputa ideologica? Intanto il Paese rischia la debacle

Il rompicapo dell’articolo 18

“Nel marzo del 2002 il Circo

Massimo di Roma si riempì di circa 3 milioni di persone, convocate dalla Cgil per protestare contro i tentativi di modificare o cancellare l’articolo 18.

Il 25 ottobre la Cgil sarà in piazza per opporsi alla modifica dell’articolo 18 dello Statuto dei lavora-tori, ma anche per pro-porre. Il segretario ge-nerale della Cgil di Forlì, Paride Amanti (nella foto), vuole sottolineare il ca-rattere propositivo della manifestazione e della posizione del sindacato: “Ammortizzatori sociali per tutti i lavoratori, contratto unico a tutele crescenti che portino alla stabilità lavorativa e a diritti certi, eliminazio-ne delle troppe forme contrattuali atipiche, sono queste le misure da

prendere per il lavoro. Insieme ad investimenti pubblici e privati, senza i quali l’azione sui diritti dei lavoratori non ser-ve”. Amanti passa poi ad elencare esempi concreti che sostengono la causa della Cgil e del mante-nimento dell’articolo 18 nella sua forma attuale: “La legislazione sul lavo-ro è già stata modificata in passato dal Ministro Fornero del governo Monti, senza che tale modifica abbia avuto esiti positivi per l’occu-pazione. A dimostrazio-ne che non è togliendo i diritti che si stimolano

le assunzioni. Inoltre, abbiamo visto che le re-centi crisi di due fabbri-che del nostro territorio, la Ferretti e la Electro-lux, non avevano a che fare con l’articolo 18 e la sua applicazione”.Per quanto riguarda l’uni-ficazione dei diritti sul lavoro che dice di volere perseguire l’esecutivo, il segretario generale di Forlì attacca: “Il modo giusto per unificare i diritti dei lavoratori non è quello di eliminar-li. Unificare i diritti al ribasso non può essere considerata una moda-lità per dare pari tutele

a tutti i lavoratori”.Infine Amanti chiarisce la questione dibattuta animatamente in questi giorni: “Lo Statuto dei lavoratori non dice che ha ragione il lavoratore dipendente, ma che egli si può difendere in sede giudiziaria se licenziato per motivi discrimina-tori che deve comunque dimostrare. Il voto alla forza di maggioran-za che ora governa il Paese era stato dato per favorire il cambiamento, ma questo cambiamen-to è stato tradito dagli avvenimenti delle ultime settimane”. (M.T.)

Una conquista democratica da difendere

sindacato - cgil

“L’articolo 18 è solamente uno dei punti che riguardano i pro-blemi del lavoro e della crescita economica. Il dibattito si sta radicalizzando su questo aspetto, carico di signi-ficati simbolici ed ideologici, perdendo di vista la complessità degli elementi che condiziona-no la situazione attuale”. Enzo Poggi (nella foto), vicedirettore e responsa-bile dei rapporti sindacali e lavoro di Unindustria Forlì-Cesena, insiste sulla necessità di guardare alle problematiche nella loro complessità, senza isolare un unico aspetto, come si sta facendo con l’artico-lo 18 dello Statuto dei lavoratori.“Le condizioni del mondo del lavoro sono cam-biate rispetto al 1970, al quale risale l’articolo 18, quindi, dopo 40 anni di storia, una riforma è di-venuta necessaria”, continua Poggi. “Tuttavia non ci si deve limitare all’articolo 18, esistono infatti problemi che incidono maggiormente sugli inve-stimenti privati, ad esempio la mancata certezza del diritto per le imprese, gli oneri fiscali, il costo dell’energia, l’accesso al credito e la burocrazia nei suoi eccessi”.Infine, Poggi chiarisce la posizione di Unindustria Forlì-Cesena sul reintegro del lavoratore licen-ziato per ingiusta causa previsto dall’articolo 18, elemento centrale nelle polemiche di questi giorni: “Nei casi di discriminazione palese, come del resto dice la Costituzione, il reintegro è giusto. Nel resto dei licenziamenti decretati come ingiusti ritengo sia opportuno il risarcimento economico. Inoltre, va tenuto conto, nell’affrontare questo dibattito, che solo una minoranza dei licenziamenti attual-mente avvengono per cause ingiuste, la gran parte sono effettuati per cause economiche, dovute alla crisi”. (M.T.)

I problemi veri sono altri...

unindustria

2 ottobre 201416diocesi

Una comunità si stringe alla guida spirituale, il parroco Carlo Camporesi, da 40 anni a Fiumana, dove è entrato il 6 ottobre 1974. Sarà autentica festa di popolo domenica 5 ottobre (messa alle ore 11.00 poi pranzo in ristorante) e già que-sto sottolinea la stima che don Carlo ha saputo conquistare. Perché Fiumana per molti anni è stata una frontiera, “patria” dell’anticlericalismo romagnolo,: il battesimo si faceva di notte mentre alcune processioni erano simili ai film di Don Camillo, il prete a portare la croce, pochi fedeli ad accompagnarlo ed un confine invisibile ma certo da non oltrepassare. “Tempi duri i primi del ’900 - racconta Don Carlo - ho avuto fortuna ad arrivare dopo i 23 anni di don Adamo Casadio che ha smussato gli angoli aprendo la strada ad un rapporto diverso con la gente”. Taglia a suo modo un traguardo che certifica il mutamento dei tempi e di come sia diventato da prete a punto di riferimento. Per tutti. “Conquistare la fiducia non è stato facile per la diffidenza, c’è voluto tempo. Ho sempre sostenuto che mi interessava incontrare le persone, parlare con loro, e que-sta è stata la novità del messaggio”. Per trovare un altro sacerdote così “longevo” a Fiumana occorre risalire ad Antonio Arfelli parroco dal 1887 al 1929. Nato a Meldola il 25 aprile 1942 don Carlo Camporesi è entrato in seminario a Forlì a 11 anni, proseguendo gli studo in quelli di Imola, Bologna e specializzandosi a Roma in teologia dogmatica. “Il maestro di scuola era un ex frate camaldolese che non aveva preso i voti; la mia vocazione è nata così, fin dalle elementari, lo tempestavo di domande su come diventare sa-cerdote”. Ordinato sull’altare della Madonna del Fuoco il 21 settembre 1967, dal vescovo Babini. “Sono arrivato a Fiumana da Massa, parrocchia di appena 12 famiglie; ero stato coadiutore in San Francesco a Meldola e titolare a Sadurano, mi mancava l’esperienza per gestire una realtà più grande”. Il tono bonario, la voce suadente, la pre-parazione biblica hanno permesso a Don Carlo di sfondare il muro degli agnostici. “Da allora molte persone che non erano mai venute in chiesa han-no chiesto il funerale religioso o la benedizione delle case”. Nel frattempo Fiumana ha cambiato radicalmente volto: da realtà agricola è passata ad artigianale, si sono moltiplicati gli abitanti passati da 1150 a 1750, alla parrocchia sono state accor-pate San Cristoforo, Marsignano e Sant’Agostino. “All’inizio - racconta don Carlo - la popolazione era prevalentemente autoctona; si è registrato un incremento notevole ma per molti Fiumana è rimasta un dormitorio. Tuttavia nei quartieri nuovi c’è chi si è impegnato a creare l’amalgama e l’aggregazione fra le persone. La realtà è molto diversa rispetto a 40 anni fa e l’integrazione fra tanta gente che impara a conoscersi giorno dopo giorno è la nuova frontiera degli anni post 2000”.

RiccaRdo RiniERi

Grazie a don Carlo, parroco da 40 anni

Fiumana

don camporesi in una foto di gruppo durante la festa della famiglia 2007

un giovanissimo don arturo Femicelli in campigna con l’immancabile fisarmonica

Don Arturo Femicelli sarà ricordato dalla comuni-tà parrocchiale di Santa Caterina e dall’associazione che gli è intitolata nel 12° anniversario della morte, avvenuta il 4 ottobre 2002.Sono in programma due appuntamenti: nella chiesa di via Gervasi sabato 4 ottobre, alle 18.00, conce-lebrazione eucaristica pre-sieduta da don Emanuele Lorusso, parroco di San Pio X in Cà Ossi e mercoledì 8 ottobre alle 20.45 veglia di preghiera, proiezione di filmati, lettura di brani della esortazione apostoli-ca Evangelii gaudium e di scritti di don Arturo.Nato a San Martino in Vil-lafranca nel 1925 e ordinato sacerdote nel 1948, fu cap-pellano in varie parrocchie della città, ai Cappuccinini, in Cattedrale, a Schiavonia e alla SS.Trinità; insegnante

di religione all’Istituto Magi-strale per 33 anni e dal 1972 parroco a Santa Caterina. Pittore, poeta, musicista,

organizzava pellegrinaggi e utilizzava anche i nuovi mezzi di comunicazione per raggiungere e incontrare

le persone. “Il Consiglio dell’associazione - afferma il presidente Attilio Gardini - si avvia a portare a termine un libro intitolato ‘Bere alla sorgente con don Arturo’ che contiene gli Atti del convegno organizzato nel decennale della sua morte e testimonianze. Ringraziamo di cuore la professoressa Claudia Agnoletti, che in agosto ha provveduto al miglioramento di due opere pittoriche di don Arturo, presenti nella chiesa di Santa Caterina. Ella ha riportato alla originale lumi-nosità le finestre con dipinti su vetro, che riproducono quattro episodi evangelici. Questo prezioso restauro si inserisce nella ristrutturazio-ne della chiesa parrocchiale, dove le opere artistiche di don Arturo sono rimaste, anzi sono state valorizzate”.

Giovanni amaTi

A Santa Caterina il 4 e l’8 ottobre si celebra l’anniversario di don Arturo Femicelli

Con la fisarmonica e il pennello

La festa per i nuovi sacerdotiDon Andrea Carubia e don Fabio Castagnoli sono stati ordinati in Cattedrale

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Foto Frasca

In una Cattedrale gremita il vescovo di Forlì-Bertinoro Lino Pizzi ha ordinato sacerdoti sabato 27 settembre Andrea Carubia e Fabio Castagnoli. Una grande emozione ha accompagnato la liturgia a cui hanno partecipato oltre 50 sacerdo-ti, membri di movimenti, associazioni e tanti fedeli. Particolarmente significativa la partecipazione delle comunità d’origine dei due novelli sacerdoti. Da Cianciana, in provincia di Agrigento, dove Andrea è nato 36 anni fa, sono giunti il sindaco, amici e famigliari; da san Giovanni Evan-gelista comunità d’adozione di don Fabio il parroco don Erio Castellucci e tanti parrocchiani. Tanti amici, con in testa il sindaco Gianluca Zattini, anche da Meldo-la per don Fabio e per accompagnare don Andrea erano presenti anche le parrocchie dei Cappuccini e dell’unità pastorale di santa Rita e Ronco e Villa Selva.

2 ottobre 2014 17 diocesi

Don Francesco RicciSacerdote forlivese, dal giorno della elezione di Giovanni Paolo II, il 16 ottobre 1978, dedicò tutta la sua opera culturale ed editoriale per spie-gare chi fosse il nuovo Papa. Fondò la rivista “Il Nuovo Areopago” (ancora oggi edita dalla coop. La Nuova Agape di Forlì) per supportare cultu-ralmente l’opera di evangelizzazione di Giovanni Paolo II. Scriveva don Ricci nel 1980: “L’in-contro con Giovanni Paolo II è posto oggi nel cuore dell’uomo e delle nazioni come un seme che darà il suo frutto al tempo opportuno”.

Papa Francesco“Sono felice di essere stato chiamato a procla-mare la santità di Giovanni Paolo II, grande uomo e grande Papa. Con la sua testimonianza di fede, di amore e di coraggio apostolico, ac-compagnata da una grande carica umana, questo esemplare figlio della Nazione polacca, ha aiuta-to i cristiani di tutto il mondo a non avere paura di dirsi cristiani, di appartenere alla Chiesa, di parlare del Vangelo. In una parola: ci ha aiutato a non aver paura della verità, perché la verità è garanzia della libertà”.

Papa Benedetto XVI“Quello che Giovanni Paolo II chiedeva a tutti, egli stesso lo ha fatto per primo: ha aperto a Cristo la società, la cultura, i sistemi politici ed economici, invertendo con la forza di un gigan-te, forza che gli veniva da Dio, una tendenza che poteva sembrare irreversibile.Quella carica di speranza che era stata ceduta in qualche modo al marxismo e all’ideologia del progresso, egli l’ha legittimamente rivendicata al cristianesimo, restituendole la fisionomia auten-tica della speranza”.

Il rito solenne inizierà con la benedizione della chiesa e delle perso-ne, seguirà il canto delle litanie dei Santi. Dopo la preghiera di consacrazione, il Vescovo ungerà con il crisma l’altare e le pareti della chiesa e, al termine, impartirà la bene-dizione apostolica concessa da papa Francesco per questa occasione. In una cappella realizzata appo-sitamente sarà collocata la reliquia di San Giovanni Paolo II, che resterà per sempre a Capocolle.La reliquia, un frammen-to di stoffa con il sangue del Papa Santo, è stata donata alla parrocchia dal card. Stanislao Dziwisz, arcivescovo di Cracovia ed è giunta a Forlì a metà

maggio accom-

pagnata dalla di-

chiarazione di autenticità firmata

dal cardinale stesso: “Ci è stata mostrata - afferma l’attestato - una reliquia di sangue di San Giovanni Pa-olo II, posta in una capsula, e dopo l’esame fatto ne dichiariamo l’autenticità e dichiariamo che possa esse-re esposta ovunque alla de-vozione dei fedeli”. “Sono felice e orgoglioso che a pochi mesi dal mio ingres-so - afferma don Giovanni Amati, parroco di Capo-colle e direttore dell’Ufficio diocesano per le comuni-

cazioni sociali - possiamo consacrare la nostra chiesa, che sarà così la terza in Ita-lia intitolata a San Giovanni Paolo II. Da lui, grande comunicatore dentro le periferie del mondo e della vita, abbiamo imparato a vivere con coraggio la fede, a non aver paura della verità che rende liberi. Tutti gli siamo grati, come ha affermato recentemente papa Francesco, “per il suo instancabile servizio, la sua guida spirituale, per aver introdotto la Chiesa nel terzo millennio e per la sua straordinaria testi-monianza di santità”. “Per la presenza della reliquia Ringrazio - continua don

Amati - ringrazio di cuore il card. Dziwisz conferma il legame della nostra diocesi e della nostra città con papa Giovanni Paolo II. Venne a Forlì l’8 maggio 1986, accolto in piazzale della Vittoria dove ci invitò a lavorare per ‘dare luogo a un altro risorgimento uma-no e cristiano’ e celebrò la messa in una piazza Saffi, mai piena come allora. A lui è già stata intitolata, l’1 maggio 2007, la piazza antistante la Cattedrale alla presenza del card. Tarcisio Bertone, allora segretario di Stato Vaticano, di numero-se autorità e di oltre 2mila persone”.

Una chiesa dedicata a San Giovanni Paolo II Domenica 5 a Capocolle il Vescovo presiede il rito di consacrazione con la collocazione della reliquia del Papa Santo

“Grande festa a Capocolle domenica

5 ottobre per la consacra-zione della chiesa parroc-chiale che sarà intitolata a San Giovanni Paolo II, durante la messa presiedu-ta dal vescovo mons. Lino Pizzi alle 10.30.

l’interno della chiesa di capocolle e, nel cerchio, la reliquia di san Giovanni Paolo ii

Nella continuità di una storia

Programma

ore 10.00concerto della Banda di Bertinoro

ore 10.30Santa messa di consacrazione

presieduta dal vescovo

di Forlì-Bertinoro

mons. Lino Pizzi

consegna della reliquia

di San Giovanni Paolo II

alla presenza delle autorità

e della comunità polacca

ore 11.45concerto della Banda di Bertinoro

aperitivo offerto dalla parrocchia

2 ottobre 201418diocesi

Il vescovo, mons. Lino Pizzi, ha nominato don Antonino Nico-tra nuovo parroco di Roncadello, Barisano, Poggio, Malmissole e San Giorgio. Don Nino, come è fami-liarmente chiamato il sacerdote, succede nell’incarico a don Mauro Dall’Agata.Il nuovo parroco, 35 anni è ori-ginario di Fiumefreddo di Cata-nia ed è arrivato a Forlì nel 1997 per frequentare l’Università nella Facoltà di Scienze Internazionali e Diplomatiche. Qui ha incontrato e partecipato alle attività del Centro diocesano per gli universitari e, su suggerimento dell’allora vescovo mons. Vincenzo Zarri, ha comin-ciato una approfondita verifica vocazionale. Ha trascorso poi un anno in Baviera con il progetto

Erasmus dove ha maturato la deci-sione di entrare in seminario. Nel 2003, anche se non aveva ancora concluso l’Università, dove si è laureato nel 2004, don Nino ha iniziato il cammino di preparazione al sacerdozio ed è stato ordinato prete il 22 settembre 2007. È stato poi inviato a Roma per approfon-dire gli studi in storia ecclesiastica alla Pontificia Università Grego-riana percorso accademico che concluderà a breve con la laurea. Don Nino, che è anche direttore del centro diocesano per le voca-zioni e responsabile dell’Ufficio liturgico diocesano, ha svolto finora il ministero come collaboratore nella parrocchia di San Pio X in Ca’ Ossi. Don Nino nelle 5 nuove comunità

sarà coadiuvato da un collaborato-re, il francescano di Ravenna padre Massimo Di Girolamo.

Giovanni amaTi

Il Vescovo lo ha nominato a guidare l’unità pastorale di Roncadello e BarisanoDon Antonino Nicotra diventa parroco

Rischiamo di essere asfissiati da ciò che abbiamo e da ciò che desideriamo avere. La nostra inquietudi-ne è dovuta alla paura di perdere quello che abbia-mo e al desiderio di avere quello che non abbiamo.I nostri desideri non sono gestiti da noi, ma siamo invogliati da altri al di fuori di noi: ci vengono pro-spettate “cose” di cui non avevamo bisogno fino a poco tempo prima e poi diventano impellenti, insostituibili, necessarie. Qualcuno ha favorito in noi una dipendenza psicologica, un plagio fino al punto da farci gettare via o riporre quanto era suf-ficiente fino a poco prima, ed agognare il “nuovo”. Molte cose, presentate come nuove sono sempli-cemente riciclate, ripresentate in una confezione diversa: pensieri filosofici, mode, libri, medicine, passatempi. Si è appannato il libero arbitrio, la li-bertà assoluta di scegliere. Hanno solleticato in noi la curiosità, la voluttà del bambino istintivo e quasi irrazionale, che è portato a volere ciò che è “bello da vedere e buono da gustare” (come avvenne quella volta…). Fermiamoci un po’: forse possia-mo, senza spesa, recuperare ciò che abbiamo già in qualche angolo della casa o del cuore. Potrebbe essere più che sufficiente ritrovare, restaurare, riproporre... quanto è patrimonio basilare della nostra cultura, religiosità, fede: cose solide, moti-vate, significative che tengano unite le famiglie alla parrocchia perché le une hanno bisogno dell’altra. La parrocchia sia come la sede della scuola in cui si va per imparare e aggiornarsi, per rifornirsi, come il pronto soccorso. In parrocchia si trova la Parola di Dio, l’Eucaristia, il Sacramento della Riconci-liazione: non sono reperti archeologici, da museo, ma azioni vive, efficaci. Forse ci può sembrare che andare a messa non sia tanto importante, ma ci ac-corgiamo di come diventiamo se non ci andiamo. A volte chiediamo a Dio che ci faciliti la vita, che faccia tutto Lui. Evidentemente le cose non stanno così. Se non siamo esauditi dubitiamo della Sua esi-stenza. Se i genitori non ci hanno sempre esauditi, non abbiamo dubitato della loro esistenza e poi con il tempo ci siamo accorti che hanno fatto bene a contraddirci.La preghiera a Dio ci faccia scoprire i doni che già ci ha dato, e sia soprattutto una preghiera di ringra-ziamento e non di ricatti.

Chi ha creato te, senza di te...

la posta di don camillo

a cura di don Aldo Budelacci

Qualcosa di terribilmente brutale, come molti efferati delitti d’ogni giorno contro l’umanità che non rispar-miano nemmeno i mis-sionari. Tuttavia, quando accadono coinvolgendo persone della famiglia, ti sopraggiunge un profondo senso di angoscia e indigna-zione, assieme alla neces-sità dell’accettazione e del perdono. Desidero esprimere i senti-menti della mia famiglia con poche parole, che riassumo-no i tanti ricordi e la ricerca di senso del macabro ac-caduto. La morte violenta, causata da azioni irragione-voli e gratuite, è sempre del tutto insensata. Gesù non voleva questa fine per i suoi discepoli. Diceva loro, sì, di premunirsi davanti a inevi-tabili persecuzioni: “Ecco che io vi invio come pecore in mezzo ai lupi. Pertan-to siate prudenti come i serpenti e semplici come le

colombe” (Mt 10,16). Allora consigliava loro di fuggire al rendersi conto del pericolo (cfr Mt 10,23). Infatti, la Buona Novella che an-nunciava il rovesciamento dei troni e la dispersione dei superbi (cfr Lc 1,52), ha infastidito sempre troppo, scatenando reazioni furiose ed aggressive da parte dei potenti e dei loro inser-vienti. Credo però che il vero senso del martirio non è tanto nella crudeltà del sacrificio, ma nell’esaltazio-ne del dono della vita che i consacrati e le consacrate fanno di se stessi al mondo. È un atto che non li costi-tuisce vittime espiatorie, al contrario fa di loro offerte gratuite in un darsi del tutto pazzo, che si realizza com-pletamente nel dono, nel perdono e nella più radicale riconciliazione. È la ricerca pratica di una santità che vuole colmare quei vuoti di umanità che esistono tra le persone. Questa santità, come direbbe papa Fran-cesco, non è solo desidera-bile, ma è necessaria per la salvezza del mondo. Una santità anonima, nascosta, quotidiana, del tutto gratui-ta, efficace, della vita intera, celebrata oggi con la pasqua della zia Olga, di Lucia e di

Bernardetta.In particolare, mia zia, che sempre mi ha voluto molto bene, che conservo nel cuore come una persona tenace, intraprendente, guerriera, allegra… scom-metto che ha fatto di tutto per morire in Africa, se non in questo modo ma almeno per evitare di rimanere lontano dal suo popolo e così realizzare il desiderio di consumarsi in questa causa, fino a identificarsi con la causa stessa. Cosi, brillantemente, ha fatto sue le parole della Evangelii Gaudium: “io sono una missione su questa terra, per questo sono in questo mondo” (EG 273).Raggiungendo la casa del Padre, queste missionarie di

Maria sono salite fino alla sorgente della missione, da dove venne la loro vocazio-ne e dove, adesso, tornano a immergersi. Grazie, zia Olga, Lucia e Bernardetta, per il meraviglioso dono di questa vita donata. Possa la luce della vostra testimo-nianza illuminare le nostre strade, con lo slancio, ades-so, dell’eredità che ci avete lasciato. Alle tante persone amiche che hanno espresso la loro affettuosa presenza, il mio più profondo grazie. Fa molto bene vedere il Brasile missionario che si mobilita e si commuove, in cerca di ispirazione e di speranza, partendo dallo spargimento del sangue. È la certezza che niente sarà invano”.

Ottobre, il mese missionarioPadre Leoni e padre Raschietti ricordano le suore italiane uccise in Burundi

““Cari fratelli e sorelle, ho rice-

vuto attonito la notizia dell’assassinio di mia zia Olga e delle sue compagne, le missionarie saveriane Lucia e Bernardetta.

Si apre l’Ottobre Missionario: ci accompagnerà per 4 settimane a cominciare da questo numero, che coincide con il trigesimo delle tre missionarie saveriane assassinate in Burundi padre Pino Leoni (nella foto), per 45 anni missionario in Brasile. “Personalmente - scrive - cono-scevo suor Lucia Pulici che, prima della sua destina-zione all’Africa, era stata missionaria per 12 anni ad Abaetetuba, in Amazzonia, proprio nel Centro Medico

‘Nossa Senhora da Conceição’. In quell’ospedale, sostenuto anche dalla Fondazione ‘Mamma Pasquina’, suor Lucia lavorava come infermiera e come bravissima ostetrica”. Alla sua testimonianza, padre Leoni aggiun-ge anche quella del confratello padre Stefano Raschietti, pure lui missionario saveriano in Brasile e nipote di suor Olga Raschietti, barbaramente uccisa assieme alle due consorelle Lucia Pulici e Bernardetta Boggian.

la chiesa di Roncadello (sopra) e la pieve di Barisano

2 ottobre 2014 19 diocesi

Gli incontri dei lunedì di Coriano costituiscono per i fedeli della nostra diocesi un appuntamento con grande valenza: si da visi-bilità al nostro essere po-polo di Dio nelle sue varie componenti; si da priorità all’ascolto della Parola; si precisano i passi che la Chiesa è chiamata a fare oggi, nel nostro tempo, in questa terra. Nei primi anni si è data priorità assoluta alla Parola nel proporre il Vangelo dell’anno liturgico e nell’insegnare il metodo dell’ascolto personale e di gruppo secondo la lectio divina. L’iniziativa ha avuto un successo sorprenden-te. Ricordo la meraviglia di mons. Vincenzo Zarri, quando vedendo la chie-sa di Coriano affollata, sussurrò: “Non credevo di essere Vescovo di una Chiesa tanto viva”. A par-tire da Coriano non poche

sono state le parrocchie che hanno avviato con profitto l’esperienza dei gruppi del Vangelo disseminati nel loro territorio.In questi ultimi anni, nella programmazione dei lunedì di Coriano, tenendo sem-pre la barra puntata sulla Parola, si è dato più spazio a temi e a dimensioni della vita cristiana. Ultimamente quello della famiglia. Non può essere diversamente: la Parola va annuncia-ta e incarnata nella vita. Quest’anno abbiamo fatto la scelta di dare ascolto al Magistero della Chiesa. Sappiamo infatti che, come affermano gli Atti degli Apostoli, la prima comunità cristiana di Gerusalemme era perseverante nell’inse-gnamento degli Apostoli. Constatiamo quanto siano sorprendenti ed edificanti la vita e l’insegnamento di papa Francesco. Vogliamo perciò metterci in ascolto della sua parola, del suo insegnamento, a partire dall’esortazione apostolica sull’annuncio del Vangelo nel mondo attuale “Evan-gelii Gaudium”. Sempre più siamo convinti che papa Francesco stia attuando nel-la Chiesa una vera e propria riforma evangelica. L’esortazione ci sarà pre-sentata nei singoli capitoli da ecclesiastici autorevoli quali mons. Marcello Seme-raro, segretario del gruppo di cardinali chiamati a con-sigliarlo nel governo della Chiesa universale, e mons. Mario Toso, presidente del Pontificio Consiglio Giusti-

Iniziano i lunedì di CorianoMonsignor Marcello Semeraro il 6 ottobre sarà relatore al primo incontro

Torna l’atteso ciclo di incontri che la diocesi di Forlì-Bertinoro orga-nizza ad ottobre nella chiesa di Coriano. Il tema di quest’anno sarà l’esortazione apostoli-ca di papa Francesco “Evangelii Gaudium”.Don Pietro Fabbri, vicario pastorale, illustra origini e finalità di questa iniziativa.

Suor Maria Teresa Casazza (nella foto), delle clarisse in San Biagio, ricorda domenica 5 ottobre il 50° anniversario di professione religiosa, durante la messa che sarà celebrata alle 15.00 nella chiesa del monastero. Originaria di Fasana, in provincia di Rovigo, è entrata nelle clarisse a 21 anni, nel 1962: “Sentivo una grande attrazione per la vita missionaria - racconta suor Maria Teresa - così ho scelto di entrare nella Congregazione delle Francescane di Maria a Mila-no; poi per ragioni di salute sono ritornata in famiglia. Successiva-mente ho incontrato un’amica che era clarissa a Contarina Portoviro, in provincia di Rovigo e quella è diventata anche per me la scelta definitiva. Se non potevo essere

missionaria con l’azione lo sarei stata con la preghiera in clausura”. Dal 1994 suor Maria Teresa vive a Forlì: “Tanti anni di vita religiosa sono pieni di ricordi, ci sono stati momenti di prova, necessari per farci crescere. Ho avuto anche il pensiero di aver sbagliato strada, ma la parola di Dio mi è sempre venuta incontro. Non siete ad ave-re scelto me, ma io ho scelto voi, dice Gesù: e questo ha sfumato ogni mio dubbio”. Cinquant’anni di fedeltà nascondono un segre-to: “Il segreto è molto semplice: è Gesù, lui è fedele. Per questo dico ai giovani: non abbiate paura, amate la vita, rimanete aperti alla parola di Dio, a tutto ciò che è bello, buono, dà gioia e senso pieno al vostro cammino”.

Suor Maria Teresa Casazza ricorda l’anniversario di professione religiosa

Fedeltà in clausura per 50 anni

Abbiamo parlato di un bambino-re: consapevoli che si tratta di una definizione da non genera-lizzare.Anche in questi mesi immagini agghiaccianti di bimbi uccisi, torturati, esuli, profughi... ci hanno raggiunto da diverse parti del mondo, a ricordarci che in molti Paesi la condizione dell’infanzia è veramente drammatica.Tuttavia non è facile essere bambini neppure qui, nella nostra società occidentale. La vita è organizzata secondo ritmi e spazi modellati sull’adulto autosufficiente. E i bambini sono costretti da subito a plasmarsi come piccoli adulti “indaffarati perennemente in ritardo e insod-disfatti”: continuamente in movimento, scara-ventati da un luogo all’altro tra facce sempre nuove, a cercare di indovinare quale strategia funzionerà con questo o quell’adulto. Meglio tiranneggiarli tutti... per sopravvivere!Ne va di mezzo il loro bisogno di costruirsi una mappa chiara del mondo, con qualche sta-bile punto di riferimento: sono bombardati da una molteplicità ingestibile di suoni, immagini, messaggi, oggetti, tra i quali nessuno aiuterà a mettere ordine o a stabilire priorità (nessuno può farlo, perché tutti sono “sommersi” e non sanno far altro che moltiplicare ulteriormente gli stimoli).Molta divulgazione psicopedagogica ha con-tribuito positivamente a far conoscere di più i bisogni dei bambini, i loro processi di crescita: ma questo “sapere meglio” anziché rassicurare sembra aver reso gli adulti più incerti e ansiosi. Invece di una mamma tranquilla e accoglien-te càpita allora di ritrovarsene una preoccupata di non riuscire a fare tutto bene, terrorizzata all’idea che possa succedere qualcosa (oltre che irritata dal forzato ritiro dal mondo del lavoro e dei rapporti sociali e stressata dalle continue corse per “piazzare” il pupo durante i tempi del lavoro o dello svago).Ma la conseguenza più evidente dell’incertezza ansiosa degli adulti sembra essere la caduta del-la loro capacità di rappresentare per i bambini l’esperienza del “limite”. Siamo sempre meno disponibili a dire dei no che restino tali; ad as-sumerci la responsabilità di essere per i nostri figli non solo supporto ma anche ostacolo. Molti adulti si comportano come il loro compito fosse quello di spianare sempre il terreno, di rimuovere dal cammino dei figli ogni asperità, ogni durezza... finiscono per assumere come parametro della loro azione educativa la felicità spensierata dei bambini o dei ragazzi. Ma così restano tagliati fuori dalla esperienza di questi ultimi la fatica, lo sforzo, la frustrazione, la rinuncia. Non sono anche queste dimensioni irrinunciabili dell’umano, competenze di cui c’è bisogno per vivere?

La fatica di dirti “no”

le riflessioni di suor Giovanna

Via Brandi, 5/b - 47121 Forlì - Tel./Fax 0543 [email protected]

Lunedì 13 ottobre:La dimensione sociale dell’evangelizzazioneRelatore mons. Mario Toso, segretario del Pontifico Consiglio Giustizia e Pace

Lunedì 20 ottobre:La missione della Chiesa nella crisi dell’impegno comunitarioRelatore don Paolo Sartor, responsabile nazionale del Catecu-menato Adulti

Lunedì 27 ottobre:L’annuncio del VangeloRelatore don Mariano Picò, responsabile Ufficio Catechistico della diocesi di Jesi

zia e Pace. Stiamo inoltre predispo-nendo una serie di schede sull’esortazione da propor-re ai gruppi del Vangelo disseminati nelle parroc-

chie. Siamo convinti che tutto questo ci aiuterà a prendere il passo che papa Francesco sta scandendo per tutta la Chiesa.

PiETRo FaBBRi

Gli altri appuntamenti

2 ottobre 2014 chiesa italiana21

Se tutti quelli che nel 2006 hanno criticato papa Benedetto XVI per il suo famoso discorso di Ratisbona “facessero un esame di coscienza e ammettessero che si sbagliavano” sarebbe già un “utile primo passo” per affrontare la minaccia che in questi mesi è davanti agli occhi di tutto il mondo. È quanto scrive in un articolo su First Things George Weigel, intellettuale cattolico ce-lebre in tutto il mondo per una monumentale biografia su Giovanni Paolo II (Witness to Hope).Dopo che lo Stato islamico ha invaso l’Iraq e conquistato un terzo della Siria, facendo strage di cristiani e musulmani e di chiunque si opponesse all’imposizione della sharia nel nome dell’islam, il discorso di Ratisbona appare molto diverso, scrive Weigel. Infatti, in quel discorso “lungi dall’aver fatto una gaffe, Benedetto XVI ha inda-gato con colta precisione due domande chiave, rispondendo alle quali si potrebbe influenzare profondamente la guerra civile che infuria all’in-terno dell’islam”.La prima domanda riguardava la libertà religiosa: “Possono i musulmani trovare, all’interno delle loro risorse intellettuali e spirituali, argomenti islamici a favore della tolleranza religiosa (inclusa la tolleranza verso coloro che si convertono ad altre fedi)?”, riporta l’intellettuale americano. La seconda domanda riguardava la struttura delle società islamiche: “Possono i musulmani trovare, sempre all’interno delle loro risorse intellettuali e spirituali, argomenti islamici per distinguere tra autorità religiosa e politica in uno Stato giusto?”.Per papa Benedetto XVI il “dialogo inter-religio-so tra cattolici e musulmani dovrebbe concen-trarsi su questi due temi”. Un simile processo “è possibile nell’islam? Que-sta era la grande domanda posta da Benedetto XVI a Ratisbona. Ed è una tragedia di pro-porzioni storiche che la domanda non sia stata compresa, prima, e ignorata poi”. Le caratteri-stiche di questa tragedia si possono vedere oggi in tutto il Medio Oriente, dove i terroristi dello Stato islamico sono tornati a compiere “atrocità che hanno scioccato un Occidente che sembrava impossibile scuotere, come la crocifissione e la decapitazione di cristiani”.

Benedetto XVI aveva ragione a Ratisbona

cristianesimo e islam

La gratitudine per la testimonianza coniugale e genitoriale offerta da tante famiglie; nel contempo, la preoccupazione per la sor-dità dei responsabili della cosa pubblica nei confronti di politiche fiscali e di armonizzazione tra i tempi del lavoro e quelli propri della famiglia; ancor più, il timore per la disponibilità al riconoscimento delle cosiddette unioni di fatto o all’accesso al matrimo-nio da parte di coppie di persone dello stesso sesso. Ancora, la situazione di persecuzione sofferta dai cristiani e, più in generale, dalle minoranze religiose in una geografia di Paesi che attraversa il mondo; la soli-darietà della Chiesa italiana per l’emergenza in Siria e Iraq, nonché una visita a novembre della Presidenza a Gaza. Ha fatto ruota, in-nanzitutto, attorno a questi temi la sessione autunnale del Consiglio permanente della Cei riunito a Roma dal 22 al 24 settembre, sotto la guida del cardina-le Angelo Bagnasco, che in apertura ha pronunciato la sua prolusione. Al termine

è toccato al segretario ge-nerale, monsignor Nunzio Galantino, ricordare i temi su cui i vescovi hanno lavorato e leggere il mes-saggio su “Il bene comune della famiglia”. I giornalisti hanno sollecitato Ga-lantino su temi di stretta attualità. Il segretario della Cei ha risposto puntual-mente: “Non è questione se il premier Renzi piaccia a noi o no. Bisognerebbe chiedere alla gente se sta trovando le risposte. La nostra impressione è che ci sia da ridisegnare l’agenda politica mettendo come

priorità la famiglia, il lavo-ro, i giovani e i temi della formazione e della scuo-la ma non annunciandoli, affrontandoli veramente”. “La famiglia non ci pare messa al centro della poli-tica italiana”, ha aggiunto. Per quanto riguarda il dibattito sull’articolo 18, Galantino chiede di “pen-sare con più realismo alle persone che non hanno lavoro o che cercano lavo-ro”, di rivolgere lo sguardo in avanti anziché pensare a “tenere alto il numero dei propri iscritti”. Galan-tino ha poi richiamato il

servizio svolto dalla scuola, affermando che “esiste una sola scuola pubblica, che può essere statale o paritaria”. “In Italia si sente sempre parlare di ‘senza oneri per lo Stato’, a proposito delle scuole paritarie, ma - ha doman-dato - immaginate che tutte queste scuole chiu-dano all’improvviso: dove collocherebbe lo Stato il milione e 300mila stu-denti che le frequentano? Ricordiamo che le scuole paritarie fanno risparmiare allo Stato circa 6 miliardi ogni anno”.

La priorità a famiglia e lavoroMons. galantino, segretario Cei, evidenzia le responsabilità della politica

“La vita e la for-mazione perma-

nente dei presbiteri in un orizzonte di riforma.

il card. angelo Bagnasco (a destra) è stato confermato da papa Francesco alla presidenza della cei fino al 2017

La Chiesa italiana si stringerà attor-no a papa Francesco in un momen-to particolare di preghiera per la famiglia. L’appuntamento è fissato per sabato 4 ottobre, solennità di san France-sco d’Assisi, patrono d’Italia, dalle ore 18.00 alle 19.30 in piazza San Pietro. Si tratterà di un momento pubblico di preghiera e di riflessio-ne, che culminerà con l’intervento del Pontefice. L’evento è stato fissato alla vigilia della terza As-semblea Generale straordinaria del Sinodo dei vescovi che si celebrerà a Roma dal 5 al 19 ottobre prossimi, dedicato a riflettere circa “Le sfide pastorali sulla famiglia nel contesto dell’evangelizzazione”. È proprio in vista di questo delicato appunta-mento ecclesiale che la presidenza della Conferenza episcopale italiana ha invitato “il popolo di Dio a pren-dere parte a un momento pubblico di preghiera e di riflessione, che culminerà nell’intervento del Santo Padre”. L’iniziativa, sottolinea la

nota della Cei: “Intende manifestare l’attenzione della Chiesa italiana at-torno a una tematica tanto decisiva quale quella della famiglia, nucleo vitale della società e della stessa comunità ecclesiale”.

Di qui “la volontà di accompagnare i lavori dell’Assemblea sinodale, invocando su di essa la luce dello Spirito Santo”. L’evento - al quale parteciperanno anche i Padri sinodali - sarà ripre-so dal Ctv e trasmesso in diretta da Tv2000 e dalle altre televisioni cattoliche. Anche coloro che non potranno ritrovarsi a Roma vi potranno in qualche modo parteci-pare attivamente. È prevista, infatti, anche una seconda modalità di ade-sione, lanciata col motto “accendi una luce in famiglia”. L’invito in pratica è quello di creare sul territorio quella stessa sera del 4 ottobre, in forma domestica nella propria casa o comunitaria in gruppi parrocchiali o diocesani, un incontro in cui invocare lo Spirito Santo e porre sulla finestra delle proprie abitazioni un lume acceso. A tale scopo, poco prima dell’even-to, uno schema di preghiera sarà scaricabile dal sito della Cei (www.chiesacattolica.it/famiglia).

Appuntamento con papa Francesco a Roma in piazza San Pietro sabato 4 ottobre

Famiglia: preghiera per il Sinodo

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2 ottobre 2014vita diocesana

il vangelo della domenica

A cura di Caterina Savini

Vangelo Matteo Cap. 21, 33-43

Questa parabola coinvolge tutti i credenti in Gesù. Il Signore ama l’uomo, gli dà fiducia e gli affida il suo Regno (la vigna), dono gratuito del padre ai figli che egli ama. Non li lascia mai soli, manda a loro profeti che, in questi giorni, diremo missionari, cioè coloro che si mettono al servizio del Vangelo in ogni parte del mondo e in ogni situazione.Sono i servi del vignaiolo ad essere bastonati, uc-cisi, lapidati. Gesù è con loro e in loro, vive nella loro vita donandosi con amore e senza riserva, fino al punto di essere sacrificato sulla croce, diventando in tal modo la pietra angolare scartata dai costruttori.Il vignaiolo che è Dio Padre continua ad amare l’uomo e ad attirarlo a sé con la sua compassione e il perdono. A salvare il mondo è stato l’amo-re di Gesù che gli ha fatto affrontare anche la morte. La sua vita è stata servizio e dono, ed ha preferito perderla piuttosto che rinunciare ad amare.Anche in questi giorni sono in molti a perdere la vita al servizio del Vangelo. Ed è proprio del cristiano accettare l’amore di Dio con umiltà e semplicità, facendosi ultimi, fiduciosi di essere perdonati. Con Dio, per vincere, bisogna per-dere, attrezzati di fede e di amore vissuti fino in fondo.

La parrocchia di Ravaldino festeggia i 50 anni di ordi-nazione del proprio par-roco don Sergio Sala nella messa di sabato 4 ottobre alle ore 18.00. Venerdì 3 ottobre alle ore 20.45 nella chiesa di sant’Antonio Abate Gianfranco Bru-nelli direttore della rivista cattolica “Il Regno” terrà un incontro su: “La chiesa di Papa Francesco”. Gianfranco Brunelli, ripercorre in questa testi-monianza mezzo secolo di amicizia.

In occasione dell’Ottobre Missionario, affidia-mo per questo mese il commento al Vangelo a Caterina Savini, missionaria per 51 anni in Zimbabwe.

5 ottobre - XXVII Domenica del Tempo Ordinario

22

Dalle parrocchie nelle quali è stato con diversi incarichi; al Liceo scientifico, dove per molti anni ha insegnato religione; all’insegnamento della teologia, svolto in diversi istituti di scienze religiose della Romagna; all’associazionismo catto-lico (in particolare le Acli); agli innumerevoli incontri pubblici; al confronto culturale con gruppi e persone in partibus infi-delium (come si diceva al tempo delle ideologie). Ognuno di questi luoghi è stata un’occasione per incontrare anzitutto le per-sone. Incontrare, dialogare, comunicare, annunciare: questa dinamica ha come intessuto, unitariamente, la sua vocazione di educatore e la sua testimonianza di fede. Con una disponibilità totale. In ogni momento.Un prete piuttosto raro. Non solo a Forlì. E non solo per la sua preparazione culturale a vasto raggio: laurea in medicina; teologia all’Università Gregoriana; e soprattutto una continua, curiosa, appassionata dedi-zione allo studio, su tutto. Non un sapere per il sapere, chiuso o estetizzante, e neppure l’ambizione di una qualche costruzione siste-matica. È capitato di veder-lo sostenere con la stessa profondità una discussione sul Teorema di Gödel o sull’analitica esistenziale di Heidegger confrontata con la psicanalisi; sul Cristo di Rouault o sulle dissonanze di Messiaen; sull’arte della fuga in Bach, comparata alla struttura narrativa del Vangelo di Matteo; sulla cinematografia drammatica di Bergman e sulla teologia

giocosa di Mozart; sulla rilettura barthiana della Lettera ai Romani e il suo rapporto tra Chiese e de-mocrazia nel Novecento.Non si è limitato ad affron-tare il discorso sul metodo in teologia dal punto di vista della forma del pen-siero, ma nella percezione esistenziale che la crescita di ogni coscienza abbia il suo futuro possibile inscritto in sé, nel profondo. “Noi siamo la nostra speranza”, ha ripetuto spesso. Ciascu-no ha sempre una nuova possibilità in Dio. Un io trascendentale che attraver-so la pienezza della coscien-za porta a Dio. Ma questo è reso possibile solo perché Dio ha parlato per primo nel profondo di ciascuno. Il dono che Dio fa del suo amore - ha argomentato spesso facendo riferimento al suo maestro Lonergan - ha preceduto la nostra coscienza di Dio. Quel dono è da sé un orienta-mento verso l’ignoto. E tale orientamento rivela in noi la meta e quando è ricono-sciuto è un orientamento verso la trascendenza. Le conseguenze sono enormi nella definizione del nostro rapporto con Dio, con gli altri, con la comunità. Pas-saggi approfonditi e rivisti attraverso la riflessione ranheriana e nel confronto con altre discipline: dalla

psicologia del profondo, alla filosofia, alle nuove scienze. In questo aveva radice il discorso sulla libertà e sulla responsabilità. Il tema della formazione della fede e del-la sua storicità, così come il tema del rinnovamento conciliare della Chiesa ha tenuto per molti anni la sua attenzione formativa: dalla storicità dei dogmi fino ai documenti conciliari sulla Chiesa, sulla liturgia, sulla Parola, sull’ecumenismo. Poi i temi dell’insegna-mento sociale della Chiesa ripresi e rivisti alla luce della Octogesima adveniens di Paolo VI. La sua sensibilità per il pluralismo politico dei cattolici non muoveva da argomentazioni ideo-logiche, né da subalternità a questo o a quel partito, ma dalla distinzione tra le argomentazioni religiose e la scelte storiche. Non ha mai avuto l’ambizione del potere, né gli è mai stato congeniale il suo eserci-zio. E infine (e vorrei dire soprattutto) l’insistenza sulla conoscenza critica della scrittura (dell’Antico e del Nuovo testamento) è divenuta la cifra partico-lare del suo essere prete. Sul tema della Parola ha condotto corsi continui, si-stematici; accompagnati da un progressivo approfondi-mento della cultura ebraica. Non sempre la Chiesa

locale lo ha compreso. Gli ultimi vescovi (mons. Zarri e mons. Pizzi) gli hanno riconosciuto la sua profon-da fedeltà alla Chiesa, al di là di qualche sua “giovanile” intemperanza. Ci sono stati molti altri incontri fortunati e altri maestri nella mia vita. Ma quando il card. Martini mi chiese di leggere in anteprima la sua lettera pastorale “Ripartiamo da Dio” per l’anno 1995-1996, ricordo che appena arrivai alla sequenza argomentativa alle parole che dichiara un unico e molteplice primato: quello di Dio rispetto a ogni iniziativa umana, di Cristo sulla Chiesa, quello della grazia sulla morale, quello della persona sulle strutture, quello dell’interiorità sul fare esteriore, quelle parole erano già in me. E mi fu facile dialogare con lui. Le condizioni della vita hanno creato maggiore distanza tra noi. Gli incontri si sono fatti radi. Ma i momenti trascorsi assieme mi paiono oggi come un bene prezio-so. Nel corso degli anni, ho ritrovato, ripensato e diversamente compreso molti dei suoi insegnamenti. Ma fra tutti mi ha sempre accompagnato la visione della concretezza del bene. Poiché se Dio parla ancora ai nostri giorni lo fa dal costato trafitto del Figlio.

GianFRanco BRunElli

“Don Sergio Sala, nei suoi cin-

quant’anni di sacerdozio, ha incontrato e formato almeno due generazioni di giovani. Un caso piuttosto raro. Non solo per Forlì.

Tracce di Cammino: don sergio sala

Educatore di due generazioni

Incontri della terza etàL’Associazione Sauro Novelli ha preparato per il 2015, un progetto di servizio, finalizzato al mi-glioramento delle condizioni relazionali e sociali delle persone anziane, che prevede momenti di relazione fra soggetti della “terza età” residenti nel territorio e che vivono molto spesso in condi-zione di solitudine, di disagio e senso di inutilità. Primi appuntamenti del nuovo calendario: giovedì 2 ottobre, ore 15.00 visita alla Biblioteca Malete-stiana e all’abbazia del Monte; giovedì 9, ore 15.00 racconto dell’estate 2014; giovedì 16, ore 15.00 incontro con un il dott. Francesco Girelli su “il movi-mento nella terza età”; giovedì 23, ore 15.00,il prof. Franco Vignazia - docente e pittore forlivese - presenta le sue nuove opere dedicate ai 40 anni degli Alpini; giovedì 30, ore 15.00, mons. Quinto Fabbri, parroco della Cattedrale parla de “I Novissimi”.Per info tel. 0543.780740.

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2 ottobre 2014 vita diocesana23

PREFEsTivo15.30 Ospedale Pierantoni Padiglione Allende, Villa Serena16.00 Casa di riposodi Vecchiazzano17.00 Casa di riposo Al Parco, S. Maria del Fiore17.30 S. Pellegrino, S. Lucia, Duomo, Carmine18.00 S. Maria del Fiore, S. Giovan-ni Ev., Pianta, Ravaldino, S. Biagio, S. Caterina, S. Giuseppe Artigiano, Suffragio, Cava, Ronco, Romiti18.30 S. Pio X in Ca’Ossi, Coriano (via Pacchioni), Cappuccinini, Santuario di Fornò, Coriano (Chiesa di via Pacchioni), Bussecchio, Regina Pacis, Duomo, Santa Lucia, S. Paolo19.15 S. Filippo19.30 S. Martino in Strada20.00 Magliano, S. Rita,Vecchiazzano, Grisignano

FEsTivo7.00 Corpus Domini7.30 Ronco, S. Maria delle Grazie8.00 Ravaldino, Bussecchio,S. Rita, Vecchiazzano, Villanova, S. Pio X in Ca’Ossi, S. Giovanni Ev., San Paolo8.30 S. Martino in Strada, Carmine, Pianta, Regina Pacis, S. Benedetto, S. Giuseppe Artigiano, Duomo, Cava, S. Pellegrino, Suore Fran-cescane (via A. Cantoni), Romiti, Schiavonia, S. Giovanni Ev.9.00 Cappuccinini, S. Maria del Fiore, S. Lucia, Cimitero Urbano, S. Biagio, S. Francesco, Fornò, Coriano (Chiesa di via Pacchioni), 9.30 Bagnolo, Ospedale Morgagni, S. Caterina, Villa Rotta, Casa di Riposo Zangheri, S. Paolo10.00 Bussecchio, Duomo,S. Pio X in Ca’ Ossi, Selva,Villagrappa, San Lorenzo in Noceto, Magliano, Villarotta, Grisignano10.30 Regina Pacis, S. Rita,S. Pellegrino10.45 S. Benedetto11.00 Cappuccinini, Carpena, S. Caterina, Pianta, S. Giorgio, S. Giovanni Ev., S. Mercuriale, Vecchiazzano, Cava, S. Paolo, Schiavonia, Ravaldino11.10 Bussecchio11.15 Romiti, CarpinelloS. Giuseppe Artigiano, Suffragio, Ronco, S. Biagio, Coriano (Chiesa di via Pacchioni)11.30 S. Maria del Fiore, Carmine, S. Martino in Strada, S. Pio X in Ca’Ossi, Villanova, Duomo12.00 Regina Pacis, S. Filippo15.30 Ospedale Pierantoni,Villa Serena16.00 Villa Igea17.00 Bussecchio17.30 S. Pellegrino18.00 Cava, S. Biagio, S. Rita, Carmine18.30 Suffragio, S. Lucia, Duomo, Regina Pacis, Coriano (via Pac-chioni)19.00 Cappuccinini20.00 Regina Pacis, S. Mercuriale20.30 S. Giovanni Ev.

Gli orari possono subire variazioni per esigenze pastorali delle parrocchie.

orari messeil vescovo incontra

Sabato 4/10Ore 9.00 - San FrancescoPresiede la messa con le auto-rità civili e militari in occasione della festa del patrono d’Italia

Ore 17.00 - Rivara (Mo)Amministra il sacramento della cresima

Domenica 5/10Ore 10.30 - CapocollePresiede il rito di consacrazio-ne e dedicazione della chiesa a San Giovanni Paolo II

Ore 15.00 - Terra del SoleBenedice la ristrutturata pieve di Santa Reparata

Ore 17.30 - DovadolaCelebra la messa a conclusione

dell’incontro del club “L’ingua-ribile voglia di vivere”

Lunedì 6/10Ore 15.00 - VescovadoPresiede il consiglio episcopale

Ore 20.45 - CorianoPartecipa al primo incontro di presentazione della esortazione apostolica Evangelii Gaudium di papa Francesco

Martedì 7/10Ore 15.00 - MeldolaIncontra i cresimandi dell’unità pastorale

Mercoledì 8/10Ore 19.00 - San PaoloPresiede il consiglio pastorale diocesano

5°anniversario di Salvatore Gioiello

Festa del ritorno il 12 ottobre

Il 2 ottobre Giornata della Nonviolenza

La comunità Cristiana di Ravaldino ricorda sabato 4 ottobre nella santa messa delle ore 18.00, Salvatore Gioiel-lo, morto nel 2009 all’età di 81 anni. Uomo di grande sensibilità e cultura è stato protagonista nelle vicende del cattolicesimo forlivese negli anni del Concilio. Impegnato nel movimento cattolico delle ACLI, giornalista professioni-sta, nel Resto del Carlino ha lasciato una testimonianza di fede e integrità morale. A lui è dedicata la sala incontri attigua alla Libreria del Duomo in via Solferino 21.

La parrocchia di Santa Cate-rina celebra il 12 ottobre la “Festa del ritorno”. Alle ore 9.30 messa di inaugurazione dell’anno catechistico, alle 11.00 messa con rinnovo del-le promesse di matrimonio.Nel pomeriggio alle ore 16.00 giochi e gare con “La mbren-da a cà del Parùc”, pesca e lotteria, laboratori per i più piccoli, video delle attività estive. La festa sarà prece-duta il 7 ottobre alle 18.00 dalla messa con unzione dei malati, e alle 21.00 proiezione del film su Benedetta “Oggi Grazie”. L’8 ottobre veglia di preghiera alle 20.45.

Il 2 ottobre viene celebrata la Gior-nata internazionale della nonviolenza, promossa dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite in occasione della data di nascita del Mahatma Gandhi. Sono numerose anche nel nostro territorio le esperienze di singoli e di associazioni in cammino per dare concretezza alla nonviolenza nella vita quotidiana ed anche in contesti di guerra e conflitto. Tra esse, la Comunità Papa Giovanni XXIII nel 1992 diede vita ad “Opera-zione Colomba” (OC), corpo nonvio-lento di pace che da allora ha operato in 17 Paesi, coinvolgendo tra volontari e obiettori di coscienza quasi duemila persone. Da sempre i pilastri che carat-terizzano gli interventi di Operazione Colomba sono tre: la nonviolenza, l’equivicinanza alle parti in conflitto, la partecipazione popolare. Fra i volontari forlivesi ascoltiamo Eleonora Berardi: “Ho incontrato OC 11 anni fa, durante il mio servizio civile, conoscendo le atrocità della guerra e la forza della nonviolenza nella Striscia di Gaza. Guardando quel che sta succedendo, il tempo sembra essersi fermato, eppure di conflitti, soprattutto in Medio Orien-

te, da allora ce ne sono stati molti. Ma oggi la nonviolenza avrà seguito solo se riuscirà ad affermarsi come unica strategia attiva per opporsi a qualsiasi forma di ingiustizia e di violenza”. L’esperienza di Eleonora continua ad incarnarsi nella quotidianità: “Sono stata due anni in Palestina, con un progetto di OC che accompagna la popolazione locale nella scelta nonvio-lenta, tutelando in particolare i bambi-ni. In Italia, poi, la nonviolenza è una pratica difficile che richiede un grande sforzo: lo stile di vita contemporaneo ci obbliga a ritmi che non concedono spazi per il dialogo che è alla base del superamento dei conflitti”. Per info: www.operazionecolomba.it.

daniElE TaPPaRi

Ravaldino santa caterina

operazione colomba a s. Rita

Nella chiesa di San France-sco, in corso Garibaldi, si celebra sabato 4 ottobre la festa del Patrono d’Italia. Alle 9.00 il vescovo mons. Lino Pizzi celebrerà la messa con la partecipazione delle autorità civili e militari, mentre alle 11.00 presiederà la celebrazione eucaristica con la presenza dei Terz’Or-dini religiosi padre Antonio Mocerino. In preparazione alla festa venerdì 3 alle 18.30 nella chiesa della clarisse in San Biagio si tiene una recita dei vespri in canto grego-

riano con celebrazione del “transito di San Francesco” e rievocazione della morte del Santo. Figlio del ricco mercante Bernardone, dopo la giovinezza turbolenta obbedì alla voce di Dio che lo invitava a ricostruire la Chiesa. Visse per alcuni anni in penitenza e nel 1209 iniziò a predicare il Vangelo, mentre si univano a lui i pri-mi discepoli, insieme ai qua-li si recò a Roma per avere dal Papa l’approvazione della sua scelta di vita. Dal 1210 al 1224 peregrinò per

le strade d’Italia e dovunque accorrevano folle numerose e schiere di discepoli che si univano a lui dando origine ai francescani. Arrivò a predicare fino in Africa tra i musulmani, morì nella notte tra il 3 il 4 ottobre del 1228. Il 16 luglio 1228, papa Gregorio IX riconoscendo a meno di due anni dalla morte, proclamò santo. Papa Pio XII, come il “più italiano dei santi e più santo degli italiani” il 18 giugno 1939 lo proclamò Patrono principale d’Italia.

In onore di San Francesco il 4 ottobre

La parrocchia di Villanova organizza un corso dal titolo “Vita Nuova” che si terrà dalla sera di venerdì 24 ottobre al pomeriggio di domenica 26. Studiato per persone sopra i 18 anni è aperto a tutti, e sarà tenuto dalla scuola di evangelizzazione S. Andrea (www.sesaitalia.it). Era un periodo di quelli in cui hai bisogno di una spinta, e anche la fede non è così viva, quando quest’inverno ci siamo trovate un giovedì sera ad un incontro nella parrocchia di Villanova, dove in realtà non siamo abituate ad andare se non raramente per salutare don Davide. Quella sera lì invece ci siamo sentite di voler incontrare un’altra realtà e ascoltare. Probabilmente senza rendercene conto stavamo chiedendo a Gesù una mano e lui non si è fatto attendere: durante quell’incontro abbiamo ascoltato la testimonianza di una persona che aveva appena parteci-pato ad un seminario. Aveva un entusiasmo coinvolgente e reale: era l’esatto contrario di noi in quel momento.A fine serata abbiamo salutato don Davide, il quale ci ha informato della richiesta del nostro don Emanuele di proporre questi seminari anche nella nostra parrocchia. Ci ha chiesto se ci sentivamo di dare una mano, e noi abbiamo risposto sì. Gesù era vicino a noi, presente, e attraverso le persone ci parlava. Lo abbiamo avvertito chiaramente tutt’e due. La fede nasce da un incontro e credo si rinnovi anche attraverso altri incontri. Speriamo di poter condividere insieme questa esperienza con quan-te più persone possibile, per sentirci rinnovati nella fede e più uniti nel Suo nome.

isaBElla E cRisTina

villanova

Inizia il corso “Vita Nuova”