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Eventi Lunedì 8 dicembre 2014 22 Programmi & Progetti le Bianquin. Della durata di quattro anni, il progetto coinvolge 25 Nazioni eu- ropee, un centinaio di rap- ■■ LUDI / Il progetto ideato e coordinato dall’Università della Valle d’Aosta – Université de la Vallée d’Aoste Gioco e disabilità, inclusione sociale presentanti di istituzioni e l’intervento di esperti dal mondo. Scaturito da primi studi di Besio sul gioco del bambino con disabilità motoria e dal progetto europeo Iromec (www.iromec.org, 2006-2009) di cui Univda è stata partner, Ludi raccoglie e promuove la ricerca e le buone prati- che di educatori (insegnanti, pedagogisti, ludotecari), cli- nici (psicologi, medici spe- cialisti, riabilitatori), tecnici (ingegneri, informatici, de- signers), aziende (produttori di giocattoli e di tecnologie, progettisti di parchi gioco), legislatori (giuristi, politici, rappresentanti di associa- zioni). Un Advisory Board affianca la voce dei bambini e delle famiglie a quella degli operatori: uno degli scopi di Ludi è coniugare il “diritto al gioco” nel caso speciale del bambino con disabilità. Ancora l’integrazione, de- clinata nella sua accezione sociale, è oggetto di un altro progetto internazionale in cui l’Università della Valle d’Aosta è coinvolta: si tratta del progetto Leonardo Tran- sfer of Innovation “Incom- Vet- Development of Intercul- tural Competence of Students and Trainers in Eu Vet insti- tutions” (www.incom-vet.eu) coordinato a livello locale da Maria Giovanna Onorati, ri- cercatrice del Dipartimento di scienze umane e sociali e che coinvolge nove istituzio- ni tra Università, Fondazioni e Centri di formazione pro- fessionale (Vet) di diversi Pa- esi europei: Lituania (capofi- la), Italia, Svizzera, Estonia, Finlandia, Germania. Il progetto intende sviluppa- re competenze interculturali in lavoratori destinati a ope- rare in un mercato sempre più internazionale ed accre- scere le possibilità di impie- go, eliminando ostacoli alla mobilità, favorendo così la coesione sociale. Docenti e formatori sono im- pegnati a trasferire agli adul- ti coinvolti nella formazione professionale metodologie di apprendimento innovative per lo sviluppo di compe- tenze interculturali già spe- rimentate dagli stessi partner in altri progetti europei, tra cui l’Intensive Program Icic - Interdisciplinary Course on Intercultural Competences e il Leonardo Transfer of In- novation denominato I-Vet - Fostering Intercultural com- petences of Vet teachers and trainers, sempre coordinati da Onorati per l’Ateneo val- dostano. In quattro istituzio- ni Vet (Estonia, Finlandia, Germania e Lituania) è in corso la sperimentazione dei Living laboratories (LivLabs), consistenti in spazi virtuali di apprendimento fondati sul web 2.0 attraverso cui gli utenti possono integrare la formazione in presenza con attività di condivisione di materiali, idee, esperien- ze, per simulare le concrete situazioni lavorative future di cui dovranno essere pro- tagonisti. Per aiutare i bimbi disabili a crescere in armonia. Cooperazione tra 25 Nazioni I l gioco è una spinta in- sostituibile allo sviluppo del bambino: per capire, per sperimentare, per imparare a stare con gli altri; perciò la Convenzione Internazionale sui Diritti dell’Infanzia gli ha riconosciuto lo statuto di di- ritto. Ma cosa accade quando un bambino non può gioca- re? Se non può muoversi co- me vorrebbe, se non riesce a percepire il mondo con i sen- si o a decodificarlo, se teme gli altri e tende a isolarsi? È possibile favorire il gioco dei bambini con disabilità per permettere loro una crescita più autonoma ed armoniosa insieme ai loro coetanei? Per tentare di rispondere a questi interrogativi nel 2014 ha preso avvio il proget- to Ludi - Play for Children with Disabilities (www.cost. eu/Td1309) - ideato e coor- dinato dall’Università della Valle d’Aosta-Université de la Vallée d’Aoste, nell’ambito del framework Cost (Euro- pean Cooperation in Science and Technology), un’impor- tante azione europea per la cooperazione fra scienziati e ricercatori. L’azione interdisciplinare Ludi è guidata da Serenella Besio, docente di Pedagogia dell’integrazione e Direttore del Dipartimento di Scienze Umane e Sociali dell’Uni- versità della Valle d’Aosta, con i collaboratori di ricerca Marco Carnesecchi e Nico- Il progetto Ludi è stato ideato e coordinato dall’Università della Valle d’Aosta nell’ambito del framework Cost (European Cooperation in Science and Technology) Regno Unito. Il contributo dell’Università di Genova ha riguardato principalmente lo studio e la realizzazione del gripper CloPeMa, del suo si- stema di controllo elettronico e soſtware, dei sensori tattili. In più il lavoro svolto presso i laboratori del Centauro ha ri- guardato lo studio di tecniche di riconoscimento tattile dei tessuti manipolati. “Ai fini del progetto - spiega Matteo Zoppi - è stato realiz- zato un dimostratore costi- tuito da una coppia di robot industriali su cui sono state ■■ UNIGE / L’Università genovese collabora con il Centre for research and technology Hellas, la società Neovision, l’Università tecnica di Praga e l’Università di Glasgow Un robot per i lavori di casa: mani e sensori tattili integrate “mani” (gripper) dotate di sensori tattili che, insieme all’impiego di teleca- mere per la visione artificia- le, permettono di svolgere le operazioni di manipolazione fine dei tessuti e il loro rico- noscimento”. Dal CloPeMa si attendono risultati importan- ti, sulla scia di quelli già otte- nuti finora a livello di proto- tipo: “I risultati del progetto - dice Giorgio Cannata - sono estremamente importanti sia dal punto di vista scientifico che applicativo, in particolare si sta effettuando l’ingegne- rizzazione (miniaturizzazio- ne e riduzione dei pesi) del sistema di manipolazione (gripper e sensore tattile) in previsione di una prossima commercializzazione del di- spositivo». Proprio quest’ultimo aspet- to, la commercializzazione, è uno dei nodi fondamentali. I problemi che potrebbero essere affrontati con la rea- lizzazione di sistemi robotici di questo tipo sono molto interessanti: la prospettiva è di sviluppare robot in grado di svolgere operazioni oggi eseguite da persone. Non per nulla già da tempo ormai è forte l’impegno della comu- nità internazionale nel por- tare avanti specifiche linee di ricerca su tali tematiche che, è evidente, necessitano di col- laborazioni ad ampio raggio per produrre ulteriore svilup- po sia in termini di ricerca su campo che sul piano dell’in- dustrializzazione, ovvero del- la commercializzazione, e di opportunità di finanziamen- to, come nel caso del progetto Eu-Fp7 CloPeMa. Perché, per fare ricerca applicata e farla bene, serve anzitutto soste- gno concreto e produttivo. Il progetto europeo mira a sviluppare un automa in grado di riconoscere capi di abbigliamento e tessuti, per poi stirarli L’ Università di Genova è ancora una volta in pri- ma linea nel campo della ricerca applicata. La coope- razione internazionale e mul- tidisciplinare sono il fonda- mento del progetto europeo Eu-Fp7 CloPeMa, che sta per “Cloth perception and mani- pulation” (www.clopema.eu). Obiettivo: lo sviluppo di tec- nologie robotiche per la ma- nipolazione di tessuti e vestiti. La ricerca mira a dimostra- re la possibilità di realizzare sistemi robotici in grado di svolgere operazioni comples- se tipiche, anche in ambito domestico, come il riconosce- re differenti tipologie di capi di abbigliamento e di tessuto prima del lavaggio, sia attra- verso tecniche di visione arti- ficiale che mediante l’impiego di sensori tattili, quindi poter- li stendere e stirare. In pratica, un robot con “mani” e “tatto” capace di alleggerire il lavoro, trasformandosi in un efficien- te collaboratore. Nella sostan- za è questo il traguardo che si punta a raggiungere: fare del robot e della sua tecnologia un pratico assistente dome- stico, chiaramente sulla base di una piattaforma robotica meno ingombrante rispetto al prototipo attuale, con poten- zialità di applicazione pure in ambito industriale. Nello specifico, per la Scuola Politecnica dell’Università di Genova partecipano al pro- getto i team di Matteo Zoppi, docente del Dime (diparti- mento di Ingegneria mecca- nica), riguardo alle attività di sviluppo del gripper Clo- PeMa, e di Giorgio Cannata del Dibris (dipartimento di Informatica, Bioingegneria, Robotica e Ingegneria dei si- stemi), per le attività relative alla realizzazione dei sensori tattili integrati e dei sistemi elettronici di controllo. En- trambi i gruppi fanno parte del “Center for autonomous robotics” (Centauro), sempre dell’Università di Genova. Il progetto, della durata di tre anni e con termine a febbraio 2015, vede inoltre la parteci- pazione del Centre for rese- arch and technology Hellas (Grecia) quale ente coordina- tore, della società Neovision (Repubblica Ceca), dell’Uni- versità tecnica ceca di Praga e dell’Università di Glasgow nel Sopra e accanto, un dettaglio del dimostratore gripper CloPeMa

LUDI Il progetto ideato e coordinato dall’Università della

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EventiLunedì 8 dicembre 201422 Programmi & Progetti

le Bianquin. Della durata di quattro anni, il progetto coinvolge 25 Nazioni eu-ropee, un centinaio di rap-

■■■ LUDI / Il progetto ideato e coordinato dall’Università della Valle d’Aosta – Université de la Vallée d’Aoste

Gioco e disabilità, inclusione socialepresentanti di istituzioni e l’intervento di esperti dal mondo.Scaturito da primi studi di Besio sul gioco del bambino con disabilità motoria e dal progetto europeo Iromec (www.iromec.org, 2006-2009) di cui Univda è stata partner, Ludi raccoglie e promuove la ricerca e le buone prati-che di educatori (insegnanti, pedagogisti, ludotecari), cli-nici (psicologi, medici spe-cialisti, riabilitatori), tecnici (ingegneri, informatici, de-signers), aziende (produttori di giocattoli e di tecnologie, progettisti di parchi gioco), legislatori (giuristi, politici, rappresentanti di associa-zioni). Un Advisory Board affianca la voce dei bambini e delle famiglie a quella degli operatori: uno degli scopi di Ludi è coniugare il “diritto al gioco” nel caso speciale del bambino con disabilità.Ancora l’integrazione, de-clinata nella sua accezione sociale, è oggetto di un altro progetto internazionale in cui l’Università della Valle d’Aosta è coinvolta: si tratta del progetto Leonardo Tran-sfer of Innovation “Incom-Vet- Development of Intercul-tural Competence of Students and Trainers in Eu Vet insti-tutions” (www.incom-vet.eu) coordinato a livello locale da Maria Giovanna Onorati, ri-cercatrice del Dipartimento di scienze umane e sociali e che coinvolge nove istituzio-ni tra Università, Fondazioni e Centri di formazione pro-

fessionale (Vet) di diversi Pa-esi europei: Lituania (capofi-la), Italia, Svizzera, Estonia, Finlandia, Germania. Il progetto intende sviluppa-re competenze interculturali in lavoratori destinati a ope-rare in un mercato sempre più internazionale ed accre-scere le possibilità di impie-go, eliminando ostacoli alla mobilità, favorendo così la coesione sociale. Docenti e formatori sono im-pegnati a trasferire agli adul-ti coinvolti nella formazione professionale metodologie di apprendimento innovative per lo sviluppo di compe-tenze interculturali già spe-rimentate dagli stessi partner in altri progetti europei, tra cui l’Intensive Program Icic - Interdisciplinary Course on Intercultural Competences e il Leonardo Transfer of In-novation denominato I-Vet - Fostering Intercultural com-petences of Vet teachers and trainers, sempre coordinati da Onorati per l’Ateneo val-dostano. In quattro istituzio-ni Vet (Estonia, Finlandia, Germania e Lituania) è in corso la sperimentazione dei Living laboratories (LivLabs), consistenti in spazi virtuali di apprendimento fondati sul web 2.0 attraverso cui gli utenti possono integrare la formazione in presenza con attività di condivisione di materiali, idee, esperien-ze, per simulare le concrete situazioni lavorative future di cui dovranno essere pro-tagonisti.

Per aiutare i bimbi disabili a crescere in armonia. Cooperazione tra 25 Nazioni

Il gioco è una spinta in-sostituibile allo sviluppo

del bambino: per capire, per sperimentare, per imparare a stare con gli altri; perciò la Convenzione Internazionale sui Diritti dell’Infanzia gli ha riconosciuto lo statuto di di-ritto. Ma cosa accade quando un bambino non può gioca-re? Se non può muoversi co-me vorrebbe, se non riesce a percepire il mondo con i sen-si o a decodificarlo, se teme gli altri e tende a isolarsi? È possibile favorire il gioco dei bambini con disabilità per permettere loro una crescita più autonoma ed armoniosa insieme ai loro coetanei? Per tentare di rispondere a questi interrogativi nel 2014 ha preso avvio il proget-to Ludi - Play for Children with Disabilities (www.cost.eu/Td1309) - ideato e coor-dinato dall’Università della Valle d’Aosta-Université de la Vallée d’Aoste, nell’ambito del framework Cost (Euro-pean Cooperation in Science and Technology), un’impor-tante azione europea per la cooperazione fra scienziati e ricercatori.L’azione interdisciplinare

Ludi è guidata da Serenella Besio, docente di Pedagogia dell’integrazione e Direttore del Dipartimento di Scienze

Umane e Sociali dell’Uni-versità della Valle d’Aosta, con i collaboratori di ricerca Marco Carnesecchi e Nico-

Il progetto Ludi è stato ideato e coordinato dall’Università della Valle d’Aosta nell’ambito del framework Cost (European Cooperation in Science and Technology)

Regno Unito. Il contributo dell’Università di Genova ha riguardato principalmente lo studio e la realizzazione del gripper CloPeMa, del suo si-stema di controllo elettronico e software, dei sensori tattili. In più il lavoro svolto presso i laboratori del Centauro ha ri-guardato lo studio di tecniche di riconoscimento tattile dei tessuti manipolati.“Ai fini del progetto - spiega Matteo Zoppi - è stato realiz-zato un dimostratore costi-tuito da una coppia di robot industriali su cui sono state

■■■ UNIGE / L’Università genovese collabora con il Centre for research and technology Hellas, la società Neovision, l’Università tecnica di Praga e l’Università di Glasgow

Un robot per i lavori di casa: mani e sensori tattiliintegrate “mani” (gripper) dotate di sensori tattili che, insieme all’impiego di teleca-mere per la visione artificia-le, permettono di svolgere le operazioni di manipolazione fine dei tessuti e il loro rico-noscimento”. Dal CloPeMa si attendono risultati importan-ti, sulla scia di quelli già otte-nuti finora a livello di proto-tipo: “I risultati del progetto - dice Giorgio Cannata - sono estremamente importanti sia dal punto di vista scientifico che applicativo, in particolare si sta effettuando l’ingegne-

rizzazione (miniaturizzazio-ne e riduzione dei pesi) del sistema di manipolazione (gripper e sensore tattile) in previsione di una prossima commercializzazione del di-spositivo». Proprio quest’ultimo aspet-to, la commercializzazione, è uno dei nodi fondamentali. I problemi che potrebbero essere affrontati con la rea-lizzazione di sistemi robotici di questo tipo sono molto interessanti: la prospettiva è di sviluppare robot in grado di svolgere operazioni oggi eseguite da persone. Non per nulla già da tempo ormai è forte l’impegno della comu-nità internazionale nel por-tare avanti specifiche linee di ricerca su tali tematiche che, è evidente, necessitano di col-laborazioni ad ampio raggio per produrre ulteriore svilup-po sia in termini di ricerca su campo che sul piano dell’in-dustrializzazione, ovvero del-la commercializzazione, e di opportunità di finanziamen-to, come nel caso del progetto Eu-Fp7 CloPeMa. Perché, per fare ricerca applicata e farla bene, serve anzitutto soste-gno concreto e produttivo.

Il progetto europeo mira a sviluppare un automa in grado di riconoscere capi di abbigliamento e tessuti, per poi stirarli

L’Università di Genova è ancora una volta in pri-

ma linea nel campo della ricerca applicata. La coope-razione internazionale e mul-tidisciplinare sono il fonda-mento del progetto europeo Eu-Fp7 CloPeMa, che sta per “Cloth perception and mani-pulation” (www.clopema.eu). Obiettivo: lo sviluppo di tec-nologie robotiche per la ma-nipolazione di tessuti e vestiti. La ricerca mira a dimostra-re la possibilità di realizzare sistemi robotici in grado di svolgere operazioni comples-se tipiche, anche in ambito domestico, come il riconosce-re differenti tipologie di capi di abbigliamento e di tessuto prima del lavaggio, sia attra-verso tecniche di visione arti-ficiale che mediante l’impiego di sensori tattili, quindi poter-li stendere e stirare. In pratica, un robot con “mani” e “tatto” capace di alleggerire il lavoro, trasformandosi in un efficien-te collaboratore. Nella sostan-za è questo il traguardo che si punta a raggiungere: fare del robot e della sua tecnologia un pratico assistente dome-stico, chiaramente sulla base di una piattaforma robotica

meno ingombrante rispetto al prototipo attuale, con poten-zialità di applicazione pure in ambito industriale. Nello specifico, per la Scuola Politecnica dell’Università di Genova partecipano al pro-getto i team di Matteo Zoppi, docente del Dime (diparti-mento di Ingegneria mecca-nica), riguardo alle attività di sviluppo del gripper Clo-PeMa, e di Giorgio Cannata del Dibris (dipartimento di Informatica, Bioingegneria, Robotica e Ingegneria dei si-stemi), per le attività relative

alla realizzazione dei sensori tattili integrati e dei sistemi elettronici di controllo. En-trambi i gruppi fanno parte del “Center for autonomous robotics” (Centauro), sempre dell’Università di Genova. Il progetto, della durata di tre anni e con termine a febbraio 2015, vede inoltre la parteci-pazione del Centre for rese-arch and technology Hellas (Grecia) quale ente coordina-tore, della società Neovision (Repubblica Ceca), dell’Uni-versità tecnica ceca di Praga e dell’Università di Glasgow nel

Sopra e accanto, un dettaglio del dimostratore gripper CloPeMa