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4 5 ottobre 2017 il Lavoro Sindacato Un complice nella ricerca delle soluzioni ma anche e soprattutto un amico È un momento molto triste poiché diamo un ultimo saluto ad una persona, un amico, che molto ha dato e fatto per la comunità. Accanto alla sua attività di maestro e orien- tatore professionale, è stato sindaco di que- sto paese per più di quarant’anni, e a lungo presidente della Fondazione Madonna di Re. Ha dato molto, dicevo, come impegno ideale e concreto, consacrando il suo tempo all’aiuto alla costruzione di una comunità nella quale i più bisognosi non fossero dimenticati. Presidente del Sindacato OCST dei dipen- denti dello Stato dal 1987, è stato dal 1996 Presidente dell’OCST, prendendo la guida dell’Organizzazione dall’avv. Camillo Jelmini, per poi essere nominato Presidente onorario nel 2010. Nello svolgere la mia attuale funzio- ne gli devo gratitudine per gli insegnamenti, i consigli e i suggerimenti. Caro Romano, ti ho conosciuto verso la fine degli anni ottanta, tu eri presidente del sinda- cato statali ed io di quello della polizia. Diven- tammo complici nella ricerca della soluzione migliore alle diverse problematiche che di vol- ta in volta si presentavano. La tua scelta di campo è stata chiara fin da subito: difendere i diritti dei lavoratori e impe- gnarsi perché le politiche sociali fossero con- cepite e realizzate nell’interesse delle persone più bisognose. Di ognuno sapevi valorizzare i lati positivi, tralasciando le incomprensioni. Ci hai affascinato come oratore, capace di far emergere senza preavviso il senso, la bel- lezza e la profondità che avevi ben presenti alla mente e al cuore. Con la tua calma, il saper sdrammatizzare, il tuo esprimerti sempre tenendo in considera- zione anche le opinioni altrui, ti sei meritato la gratitudine di moltissime persone. Nessun de- siderio di primeggiare, o di antagonismo, ma una grande attenzione alle necessità delle per- sone e a portare un messaggio di solidarietà. Caro Romano grazie per la tua amicizia! Ci lasci un grande vuoto. Ora a noi resta il com- pito di seguire la strada da te percorsa in tutti questi anni: quella dell’onestà, della lealtà, del rispetto della persona e delle sue opinioni. A nome del Consiglio esecutivo e di tutti i collaboratori dell’OCST, esprimo la vicinanza ai figli, Veronica e Francesco, agli amati nipoti Giacomo e Agata, ai parenti e agli amici tutti. Bruno Ongaro Lutto In memoria di Romano Rossi Giovedì 28 settembre 2017 è deceduto lo stimato Presidente onorario Romano Rossi. Le esequie hanno avuto luogo sabato mattina nella chiesa di S. Michele a Giornico. L’OCST si stringe attorno alla famiglia ed esprime le più sentite condoglianze ai figli Veronica e Francesco, agli amati nipoti Giacomo e Agata, ai parenti e agli amici tutti. Ha vissuto intensamente Romano Rossi ha vissuto intensamente. Ap- passionato del suo lavoro ha coinvolto chi ha condiviso con lui un tratto di strada offrendo un’amicizia senza limiti. È successo alle mol- te persone che l’hanno conosciuto e sabato scorso lo hanno accompagnato a Giornico nell’ultimo abbraccio. L’amicizia è il dono più grande che un uomo può fare a un altro uomo. Sono grato a Roma- no Rossi per questo dono. Ha accompagnato con una presenza discreta trent’anni della mia vita: nel lavoro, dove l’ho conosciuto, e veden- do crescere la mia famiglia. Ha guidato il Sindacato dei dipendenti del- lo Stato dal 1987. Il Congresso del 1° giugno 1996 lo ha eletto presidente cantonale dell’Or- ganizzazione cristiano-sociale ticinese rice- vendone la guida dall’avv. Camillo Jelmini. Quale sindaco di Giornico ha combattuto a fianco del sindacato per salvare i posti di lavo- ro della Monteforno, fabbrica che aveva visto crescere numerosi delegati OCST e coinvolti sindacalisti valorosi, primo fra tutti Don Del- Pietro, che nel 1977 aveva cercato di scon- giurare la vendita alla concorrenza, atto che prefigurava la chiusura della fabbrica avvenuta poi nel 1994. Romano Rossi ha fatto una scelta di campo chiara in tutti i suoi impegni: ha difeso il valo- re del lavoro e i diritti dei lavoratori, ha speso energie per sostenere opere sociali per le per- sone più bisognose. Nel 2010 ha lasciato la guida dell’Organiz- zazione cristiano-sociale a Bruno Ongaro di- venendo presidente onorario e continuando a sostenerne l’attività. Prezioso, per esempio, il lavoro per promuovere la memoria della nostra storia (è stato tra i fondatori della Fondazione Mons. Del-Pietro) e in favore della formazione dei collaboratori del sindacato. Il 18 giugno 2016 ha presieduto il Congres- so cantonale che ha segnato un altro cam- biamento con il pensionamento dei segretari cantonali Meinrado Robbiani e Fausto Leidi. Anche in quell’occasione ha manifestato an- cora una volta il suo profondo attaccamento al movimento cristiano-sociale. Da dove veniva questa passione? Dalla Fede, come è apparso evidente dalle testimonianze dei suoi figli Veronica e Francesco e dall’ome- lia di Padre Angelo Fratus durante il funerale, Fede, attraverso cui ha sperimentato una vita cento volte più umana, cento volte più intelli- gente e cento volte più piena di amore, come Gesù aveva promesso agli amici che lo aveva- no seguito. Noi vogliamo continuare a vivere così come Romano ha vissuto. Renato Ricciardi

Lutto In memoria di Romano Rossi - ocst.com · L’amore per la letteratura e la pas-sione per la musica, da lui coltivate, ne sono del resto un indice significativo. Rivelano una

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4 55 ottobre 2017 il Lavoro 5 ottobre 2017 il Lavoro Sindacato

Un complice nellaricerca delle soluzioni ma anche e soprattutto un amico

È un momento molto triste poiché diamo un ultimo saluto ad una persona, un amico, che molto ha dato e fatto per la comunità.

Accanto alla sua attività di maestro e orien-tatore professionale, è stato sindaco di que-sto paese per più di quarant’anni, e a lungo presidente della Fondazione Madonna di Re. Ha dato molto, dicevo, come impegno ideale e concreto, consacrando il suo tempo all’aiuto alla costruzione di una comunità nella quale i più bisognosi non fossero dimenticati.

Presidente del Sindacato OCST dei dipen-denti dello Stato dal 1987, è stato dal 1996 Presidente dell’OCST, prendendo la guida dell’Organizzazione dall’avv. Camillo Jelmini, per poi essere nominato Presidente onorario nel 2010. Nello svolgere la mia attuale funzio-ne gli devo gratitudine per gli insegnamenti, i consigli e i suggerimenti.

Caro Romano, ti ho conosciuto verso la fine degli anni ottanta, tu eri presidente del sinda-cato statali ed io di quello della polizia. Diven-tammo complici nella ricerca della soluzione migliore alle diverse problematiche che di vol-ta in volta si presentavano.

La tua scelta di campo è stata chiara fin da subito: difendere i diritti dei lavoratori e impe-gnarsi perché le politiche sociali fossero con-cepite e realizzate nell’interesse delle persone più bisognose. Di ognuno sapevi valorizzare i lati positivi, tralasciando le incomprensioni.

Ci hai affascinato come oratore, capace di far emergere senza preavviso il senso, la bel-lezza e la profondità che avevi ben presenti alla mente e al cuore.

Con la tua calma, il saper sdrammatizzare, il tuo esprimerti sempre tenendo in considera-zione anche le opinioni altrui, ti sei meritato la gratitudine di moltissime persone. Nessun de-siderio di primeggiare, o di antagonismo, ma una grande attenzione alle necessità delle per-sone e a portare un messaggio di solidarietà.

Caro Romano grazie per la tua amicizia! Ci lasci un grande vuoto. Ora a noi resta il com-pito di seguire la strada da te percorsa in tutti questi anni: quella dell’onestà, della lealtà, del rispetto della persona e delle sue opinioni.

A nome del Consiglio esecutivo e di tutti i collaboratori dell’OCST, esprimo la vicinanza ai figli, Veronica e Francesco, agli amati nipoti Giacomo e Agata, ai parenti e agli amici tutti.

Bruno Ongaro

Lutto

In memoria di Romano RossiGiovedì 28 settembre 2017 è deceduto lo stimato Presidente onorario Romano Rossi. Le esequie hanno avuto luogo sabato mattina nella chiesa di S. Michele a Giornico.L’OCST si stringe attorno alla famiglia ed esprime le più sentite condoglianze ai figli Veronica e Francesco, agli amati nipoti Giacomo e Agata, ai parenti e agli amici tutti.

Ha vissuto intensamente

Romano Rossi ha vissuto intensamente. Ap-passionato del suo lavoro ha coinvolto chi ha condiviso con lui un tratto di strada offrendo un’amicizia senza limiti. È successo alle mol-te persone che l’hanno conosciuto e sabato scorso lo hanno accompagnato a Giornico nell’ultimo abbraccio.

L’amicizia è il dono più grande che un uomo può fare a un altro uomo. Sono grato a Roma-no Rossi per questo dono. Ha accompagnato con una presenza discreta trent’anni della mia vita: nel lavoro, dove l’ho conosciuto, e veden-do crescere la mia famiglia.

Ha guidato il Sindacato dei dipendenti del-lo Stato dal 1987. Il Congresso del 1° giugno 1996 lo ha eletto presidente cantonale dell’Or-ganizzazione cristiano-sociale ticinese rice-vendone la guida dall’avv. Camillo Jelmini.

Quale sindaco di Giornico ha combattuto a fianco del sindacato per salvare i posti di lavo-ro della Monteforno, fabbrica che aveva visto crescere numerosi delegati OCST e coinvolti sindacalisti valorosi, primo fra tutti Don Del-Pietro, che nel 1977 aveva cercato di scon-giurare la vendita alla concorrenza, atto che prefigurava la chiusura della fabbrica avvenuta poi nel 1994.

Romano Rossi ha fatto una scelta di campo

chiara in tutti i suoi impegni: ha difeso il valo-re del lavoro e i diritti dei lavoratori, ha speso energie per sostenere opere sociali per le per-sone più bisognose.

Nel 2010 ha lasciato la guida dell’Organiz-zazione cristiano-sociale a Bruno Ongaro di-venendo presidente onorario e continuando a sostenerne l’attività. Prezioso, per esempio, il lavoro per promuovere la memoria della nostra storia (è stato tra i fondatori della Fondazione Mons. Del-Pietro) e in favore della formazione dei collaboratori del sindacato.

Il 18 giugno 2016 ha presieduto il Congres-so cantonale che ha segnato un altro cam-biamento con il pensionamento dei segretari cantonali Meinrado Robbiani e Fausto Leidi. Anche in quell’occasione ha manifestato an-cora una volta il suo profondo attaccamento al movimento cristiano-sociale.

Da dove veniva questa passione? Dalla Fede, come è apparso evidente dalle testimonianze dei suoi figli Veronica e Francesco e dall’ome-lia di Padre Angelo Fratus durante il funerale, Fede, attraverso cui ha sperimentato una vita cento volte più umana, cento volte più intelli-gente e cento volte più piena di amore, come Gesù aveva promesso agli amici che lo aveva-no seguito.

Noi vogliamo continuare a vivere così come Romano ha vissuto.

Renato Ricciardi

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4 55 ottobre 2017 il Lavoro 5 ottobre 2017 il Lavoro Sindacato

Non so dove i gabbiani abbiano il nido

«Non so dove i gabbiani abbiano / il nido / ove trovino pace / Io son come loro / in per-petuo volo»

È l’avvio di una poesia di Vincenzo Cardarelli che Romano prediligeva e che gli piaceva con-dividere con chi manifestasse un analogo ap-prezzamento. Nei suoi versi troviamo riflesso l’animo di chi – come Romano – non si arre-sta all’apparente e non si arrende all’effimero ma è sospinto in volo verso valori autentici e cose vere. L’amore per la letteratura e la pas-sione per la musica, da lui coltivate, ne sono del resto un indice significativo. Rivelano una sensibilità protesa alla ricerca della bellezza e dell’armonia, entrambe spicchi di assoluto. Ed è questo anelito che dava forma al suo modo di porsi.

La sua scomparsa improvvisa mantiene an-cora un po’ indistinto il copioso bacino dei ri-cordi, che andranno assumendo contorni più nitidi e completi decantando nel tempo. Già netta è al contrario la percezione delle qualità che ci hanno legato a lui e che la sua scom-parsa contribuisce paradossalmente a rendere ancora più limpide e tangibili. Tra queste ne evidenzierei tre. In primo luogo la disponibilità. Una disponibilità che lo apriva generosamente alle sollecitazioni di chi auspicava il suo contri-buto o aiuto. È stato il caso anche per l’OCST soprattutto quando è stato interpellato per assumerne la presidenza. Un’adesione pronta e incondizionata, che ha mantenuto salda nel decennio di presidenza e che non ha lasciato affievolire nemmeno negli anni successivi. Uno spirito di servizio che, oltre al campo sindaca-le, ha messo a disposizione della collettività – emblematico l’essere stato sindaco di Giorni-

co per un quarantennio – e di istituzioni benefiche e di volontariato.

In secondo luogo la sua serenità. Una serenità che si traduceva in gioviale spontaneità e in sorridente amabilità. Questa sua atti-tudine lo portava a interpre-tare i compiti e le funzioni con una naturale capacità di diffondere anche attorno a sé un clima di pacatezza e di armonia. Ne faceva an-che una persona di compa-gnia, con il quale era sem-pre piacevole conversare. I colloqui e le discussioni sci-volavano lungo una china simpatica, accese sovente da una scintilla calcistica: le vicende e vicissitudini della sua squadra del cuore a tin-te nerazzurre.

In terzo luogo il rispet-to. Con le persone con le quali collaborava istaurava e teneva vivo un rapporto di profondo rispetto. Un ri-spetto non solo verso l’altro ma anche verso il ruolo e il lavoro svolti da quest’ulti-mo. Ne ho beneficiato per-sonalmente negli anni in cui, quale segretario cantonale, ho fatto riferimento a lui nella funzione di presi-dente dell’OCST.

Altri hanno opportunamente messo in rilievo ulteriori attitudini e doti di Romano, che faran-no avvertire in maniera ancora più viva la sua mancanza. Pur scarni e incompleti, questi ra-

pidi cenni e queste brevi righe siano comun-que segno e espressione di un sincero affetto e di una ben più ampia gratitudine.

Grazie Romano!

Meinrado Robbiani

Momenti ordinarie indimenticabili

Il giorno di chiusura, quando in redazione si prepara il materiale da inviare alla tipografia entro sera, è un momento frenetico: c’è sempre qualcuno in ritardo, qualche notizia dell’ultimo momento, testi troppo lunghi o troppo corti da adattare all’impostazione grafica, molte piccole decisioni da prendere.In questo piccolo grande subbuglio, per tanti anni abbiamo goduto della presenza del presidente Ro-mano Rossi, che non mancava di venirci a trovare annunciato dall’inconfondibile profumo del tabacco della sua pipa, sorridente, di scambiare due parole con noi. I primi anni, quando la redazione era in-teramente al femminile, esordiva entrando «le mie donne…», poi una battuta sull’Inter, una fede calci-stica che condivideva con Maurizia. In seguito, con l’arrivo di Giorgio, era solito salutarlo sottolineando, sempre con il sorriso, le sue origini momò e chie-dendo se dalle «sue parti» proseguiva tutto bene. E da lì iniziava un fitto scambio sull’attualità, sul sin-dacato, sulla politica, che si concludeva con un’im-mancabile battuta tagliente che ci faceva salutare in allegria. Negli ultimi anni, da nonno, raccontava

con orgoglio le prodezze del primo nipotino e l’atte-sa per la seconda.Sono momenti, in fondo ordinari, che ci hanno lasciato tanto: la presenza, la vicinanza, la guida, l’amicizia. Di questo lo ringraziamo, oltre che di

quanto ha portato all’organizzazione nel suo com-plesso con la sua intelligenza, il suo cuore, la sua impareggiabile capacità oratoria.Le nostre più sentite condoglianze alla famiglia.

Benedetta, Maurizia, Giorgio

Assemblea dei dipendenti dello Stato del 2 ottobre 1993. Romano Rossi al centro tra l’attuale Segretario cantonale Renato Ricciardi (alla sua destra) e Aldino Barboni.