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IN COPERTINA

per ordinazionirivolgersi alla

1 Dopo la storica udienza concessa dal Santo Padre Pio XII ai membri del XVIII Capitolo Generale, il

Rev .mo Rettor Maggiore Don Renato Ziggiotti presentò al Papa l'omaggio di un artistico cofano, opera diEx allievi salesiani cinesi, contenente diciotto volumi catechistici in varie lingue, editi dal Centro Catechi-stico Salesiano di Hongkong . Nella foto Sua Santità osserva con visibile compiacenza uno dei volumi .

G" INI Il S S A INI T Il

~qit qr a/i a ~~Le~~c~oa

AUFFRAY SAC. AGOSTINO

UN GIGANTE DELLA CARITA. San Giovanni Bosco nella•

sua vita e nelle sue opere .

Traduzione dal francese del Can . Decio Donati. Vol . in-8, pagg . 535L. 1200

CERIA SAC. DOTT. EUGENIO

S. GIOVANNI BOSCO NELLA VITA E NELLE OPEREVoi, in-4, pagg . 442, illustrato con 32 tavole a colori fuori testo del Ga-

lizzi, legato in piena tela, carta a mano L . 4000

LEMOYNE G . B .

S. GIOVANNI BOSCOEdiz. a nuovo di Don A. Amadei . 2 volumi, pagg. complessive VIII-730

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SALOTTI CARD. CARLO

S . GIOVANNI BOSCO•

Vol. in-8, pagg . 720 con illustrazioni fuori testo L . 1200

S. G. BOSCO

SAN DOMENICO SAVIO allievo dell'Oratorio di S . Francescodi Sales con qualche commento e una nuova appendice a cura delSac. Salesiano E. Ceria . Vol . in-8, pagg . 247 con illustrazioni L . 75o

CERIA SAC. DOTT. EUGENIO

SANTA MARIA DOMENICA MAZZARELLO confondatricedell'Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice .2a ediz. Vol. in-8, pagg. 336 con illustrazioni

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SOCIETÀ EDITRICE INTERNAZIONALE•

Corso Regina Margherita 176 - Torino e . e . p . 2/171

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dl S. S. PIO XII al 18° Capitolo Generale

ORGANO DEI COOPERATORI SALESIANI

ANNO LXXXII - N. 19 TORINO, 1° OTTOBRE 1958

~~Diamo una nostra traduzione del venerato Discorso che il Santo Padre Pio XII, ® dt o e wcon tratto di paterna benevolenza, ha rivolto ai Membri del XVIII Capitolo

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91M

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Generale a Castelgandolfo il 14 agosto scorso. Esso dice tutto l'interesse chemostra la Chiesa, attraverso il suo Capo, per l'apostolato che svolgono i figlidi Don Bosco e i loro Cooperatori; e nello stesso tempo ci assicura che, lavo-rando con Don Bosco . lavoriamo con la Chiesa,

Diletti Figli,quando l'ultimo Nostro Predecessore Pio XI, di felice memoria, innalzò solennemente all'onoredegli altari il vostro fondatore Giovanni Bosco, in lode di Lui proferì tra l'altro queste pa-role : « Totalmente dedito a procurare la gloria di Dio e la salvezza delle anime, guidatoda un suo speciale istinto soprannaturale, si sforzava di portare a effetto qualunque ideaegli avesse ravvisato conforme al divino volere, anche se sembrava temeraria, senza lasciarsi

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SUA SANTITA PIO XIIdopo aver pronunziato il venerato discorso che riportiamo, si compiace di posare tra i membri del XVIII Capitolo Generale .

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per nulla disanimare dall'altrui incompren-sione, intrepido nel seguire vie e metodiconsoni ai tempi moderni » .

Orbene, Noi consideriamo l'attività svoltadalla vostra Società Religiosa durante il se-colo che è trascorso a partire da quando ilvostro Padre e Legislatore venne a Roma econ la più completa e umile sottomissionechiese a Pio IX, altro nostro Predecessore diimmortale memoria, che si benignasse diapprovare le Costituzioni e i Regolamentidella società da lui fondata ; e ci sembrache tutto quanto egli auspicò e intraprese,sia stato felicemente sviluppato con ogni

Il Cardinale Protettore Aloisi Masella in cordiale colloquio con i Superioridel Capitolo, soprattutto col sempre piacevole e brillante Don Giraudi .

industria e con tutti i mezzi da coloro chevi hanno preceduto e da voi stessi, grazieall'ispirazione e all'aiuto di Dio .

Giovanni Bosco «nel veder vagare per levie della città turbe di ragazzi abbandonatidai genitori e privi di ogni assistenza, liattirò paternamente a sè ; e, conquistata laloro confidenza con svaghi opportuni e vari,li istruì nei precetti della religione cattolicae li indusse efficacemente ad attenersi atali precetti mediante la pratica della virtùe la frequenza dei Sacramenti » .Ben sappiamo che voi, seguendo le sue

orme, in quasi tutte le nazioni avete apertogradatamente in numero pressochè incalco-labile i cosiddetti Oratori Festivi, scuoleelementari, scuole superiori e collegi perl'educazione cristiana della gioventù ; sap-piamo pure che avete fondato delle case o

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istituti in cui gli adolescenti non soltantopossono essere istradati verso la virtù, mapossono altresì addestrarsi con particolarecura in qualsiasi mestiere o impiego, colquale assicurare un giorno il necessario pervivere a sè e, quando li avranno, ai figli .Di recente fu quindi per Noi motivo di gioiaproclamare solennemente San Giovanni Boscopatrono degli apprendisti, nell'intento cheessi lo abbiano a modello e godano del suosuperno aiuto .

A ciò si aggiungono i libri di ogni argo-mento da voi pubblicati in gran numero,per divulgare in forma opportuna le scienze

divine e umane, per offrireun onesto sollievo all'ani-mo, per confutare l'errore ;si aggiungono pure le opereparrocchiali da voi assuntein non pochi luoghi, là doveil clero Diocesano è insuffi-ciente alle necessità del po-polo ; si aggiungono infinegli araldi del Vangelo, davoi inviati in regioni lontane,per instaurarvi un tenor divita cristiano e civile o perdiffonderlo, se già instaurato .

Molte quindi sono le ini-ziative, le opere e le bene-merenze della vostra SocietàReligiosa ; e Noi con paternocompiacimento scorgiamo leschiere dei vostri spingersi

quasi in ogni lembo della terra, per esten-dere i confini del Regno di Gesù Cristo,apportatore di pace . Per cui dovete renderegrazie a Dio, datore di tutti i beni, e scolpirenella mente il pensiero dell'Apostolo Gia-como : '« Dall'alto proviene qualunque be-neficio ottimo e ogni dono perfetto, e di-scende dal Padre dei lumi » (GIAC ., I, 17) .

Di una cosa però dovete soprattutto es-sere persuasi (e del resto non ne dubitiamoaffatto) : è necessario che quanto più le operesi estendono in ampiezza e si arricchiscono difecondità, tanto più si tenda ad acquistare e arassodare quegli ornamenti spirituali che sonole virtù, specialmente per chi ha consacrato aDio il proprio essere e tutte le proprie cosecon l'impegno dei voti . Prima di tutto il resto,dunque, con la massima diligenza prendetevicura di questo : fate che nell'animo di ognuno

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di voi risplenda l'umiltà cristiana, in armoniacon quella gioviale semplicità di tratto percui Giovanni Bosco così meravigliosamentebrillò ; che divampi sempre più la caritàverso Dio e verso il prossimo, perchè senzadi essa nulla si potrebbe realizzare di duraturoe fruttuoso ; che la pietà, la quale si alimentacon l'amore alla preghiera, pervada ognivostra attività ; che l'amore alla povertà,conforme alle vostre regole, vi accompagniovunque e vi induca a rifuggire (come siaddice a religiosi) sia dalla agiatezza smodatae borghese, come pure da qualsivoglia lu-singa mondana ; fate che tutti e singoli visforziate di giungere, con l'aiuto della graziadivina, a quella eccelsa forma di santità dicui il vostro Fondatore è fulgido esem-plare .

Sia sempre nella vostra memoria il monitodell'Apostolo delle Genti : « Tutto quello cheè puro, tutto quello che è giusto, tutto quelloche è amabile, tutto quello che è onorifico,se vi è qualche virtù, o qualche lode didisciplina, a tutto ciò pensate . Adempitequanto apprendeste e il Dio della pace saràcon voi » (Fil ., IV, 8-9) .Poichè oggigiorno l'animo umano è fa-

cilmente inquinato da un'aura e da una

bramosia di piaceri senza freno, poichè sonoa disposizione sì abbondanti attrattive cheapertamente distolgono il pensiero dal Cieloe lo volgono alla terra (come stampati, di-vertimenti, spettacoli e ogni sorta di pia-cevoli passatempi), mirate con tutte le forzea indirizzare voi e le vostre aspirazionisoprattutto verso i valori eterni, anche se pernecessità dovete trovarvi in mezzo a questecose mutevoli e caduche .

A questo scopo vi saranno di sommo gio-vamento il costante esercizio della santaorazione, la meditazione quotidiana delleverità celesti e quel fervido amor di Dio,sotto la cui spinta sappiate sforzarvi a tenerin poco conto tutte le cose di questo mondo,qualora queste siano cercate soltanto perutilità della' vita mortale e non anche perraggiungere l'eterna salvezza vostra e delprossimo .

Tal grazia vi impetri col suo patrociniosempre vigile il vostro Legislatore e PadreGiovanni Bosco ; tal grazia vi ottenga pureda Dio l'Apostolica Benedizione che im-partiamo con tutto il cuore a ognuno di voiqui presenti, prima di tutti al Rettor Mag-giore, e inoltre a tutti i Membri e < < Coope-ratori " della vostra Famiglia Religiosa .

CF la -Pioaaata Jlissicaaaia 19 ottobre195S

Una volta ancora la Giornata Missionaria chiama a raccolta tutti coloro che sparsi nel vasto mondo amanol'avvento del Signore, e li invita a levare gli occhi sulla messe che biondeggia nei continenti fino a ieri non illuminatidalla luce del Vangelo e ad affrettare con la preghiera ed il sacrificio i passi del Redentore che scende sui camminiterrestri verso le pecorelle del suo ovile .

Ma forse mai come ora questo spirituale raduno ha rivestito un carattere di così urgente necessità . Il mondomissionario è in pieno movimento . In alcuni settori la persecuzione tenta di strappare dalla Sede di Pietro cristianitàantiche e recenti . Ma la grazia che si ride delle barriere di ferro o di bambù sostiene la fede dei martiri e deiconfessori, il cui sacrificio cruento od incruento è semenza di cristiani .

Altrove, assistiamo al fervido e sicuro stabilirsi della Chiesa in corrispondenza alle aspirazioni manifestate dallaSuprema Autorità e con tanta efficacia ripetute dal Regnante Pontefice nelle sue Encicliche missionarie . . .

In nome degli uomini che hanno consacrato la vita alle Missioni, in nome dei nostri fratelli nella fede deipaesi di Missione, vengo a chiedere la vostra cooperazione .

Pregate per le Missioni. Il cristiano deve per la sua vocazione portare nel cuore il mondo intero e pregare comese fosse la voce di tutti i continenti . La preoccupazione delle Missioni darà alle vostre preghiere, alle vostre comunioni,ai vostri sacrifici uno slancio nuovo e vi farà crescere in genuina carità .

Procurate operai per l'apostolato missionario . Giovani che mi leggete, non vi siete mai posti il problema dellamigliore utilizzazione della vostra vita, delle vostre forze, dei vostri talenti? . . .

Date per le Missioni. Date il denaro, frutto del vostro lavoro e della vostra pena, che vi rappresenta e viesprime . Non dimenticate che un'offerta minima in confronto delle vostre possibilità non farebbe onore a voi e nonsfuggirebbe al Signore che vede nel segreto .

Valga l'impegnativa, concorde, fraterna celebrazione della Giornata Missionaria ad affrettare la realizzazionedella divina promessa : « Io trarrò tutto e tutti a Me » . dall'appello di S. E. Mons . PIETRO SIGIsMDNDI,

Segretario della S. C . " De Propaganda Fide "

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tna sera Don Bosco, sul far della notte, sirecava a casa passando pel viale che dal Poconduce a Porta Palazzo . Giunto a un certopunto della strada, raggiunse un giovanotto

che portava una lunga e pesante stanga di legno,armata di grosse cavicchie di ferro . Pareva cheil portatore, oppresso dal peso, gemesse. « Poverogiovane - disse fra sè Don Bosco - bisognache egli sia ben affaticato » . Quando gli fu vicino,vide che di quando in quando chinava il capo,come si suoi fare al Gloria o quando si nominaqualche cosa di grande venerazione, sicchè potèaccorgersi che pregava . Era il giovane GiuseppeMorello, allievo esterno dell'Oratorio .- Giuseppe, - disse allora - mi sembri

molto stanco .- Non tanto ; sono andato a fare una commis-

sione per il padrone ; porto il cilindro di unamacchina che si era guastata e che ora fu fattaaggiustare .- Mi pareva che tu parlassi ; con chi ce l'avevi?- Eh, veda, questa mattina non ho potuto

andare a Messa, perciò non ho detto il rosario,e poichè mi trovo solo per questo viale, lo vadorecitando. E mi do particolarmente cura di reci-tarlo perchè oggi è martedì, giorno in cui morìuna mia zia che mi voleva tanto bene e che miaveva fatto molti favori . Non potendo altrimentimostrarle la mia gratitudine, recito ogni martedìla terza parte del rosario per lei .Don Bosco soleva raccomandare ai giovani,

anche a quelli esterni degli oratori festivi, di re-citare tutti i giorni la terza parte del rosario epiuttosto che lo tralasciassero per mancanza ditempo, desiderava che lo recitassero in parteanche durante il lavoro e in parte nell'andare oritornare dalla fabbrica. Egli assicurava essere ilsanto rosario un mezzo meraviglioso per ottenerela virtù della purità e una sicura difesa controle insidie del demonio . E i suoi giovani lo ascol-tavano . Come era personalmente disposto a ri-nunciare all'amicizia di uomini anche influentipiuttosto che tralasciare, per entrare nelle loro

neL cenTennRIo DI LOURDeS

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iT1 famigliavedute e nella lista dei loro beneficati, questabenedetta preghiera, così- aveva educato i suoigiovani a qualunque rinuncia piuttosto che pri-varsi di un aiuto così infallibile e insostituibileper la conservazione della virtù e il progressonel bene .

Per Don Bosco questa persuasionenon era stata una folgorazione ; se l'eraformata fin da bambino, quando sullacorda maneggiava la corona al postodel bilanciere, in quei trattenimentirusticani che gli davano modo di rie-cheggiare ai distratti o agli indiffe-

renti la parola del parroco o l'istruzione del mis-sionario. La cosa non era stata neppure unaintuizione, un colpo di genio, anche se giustifi-cabile con l'apertura straordinaria della sua animaalle cose di Dio ; ma invece il risultato di unatradizione che lui aveva respirato in famiglia, dovele mura echeggiavano abitualmente di questa pre-ghiera, salvo a tacere i mesi di maggio e di otto-bre quando alla divozione privata era sostituitol'esempio vicendevole con la recita del rosario incomune con la borgata.

Per queste divozioni mariane erano sparse quae là nei dintorni, tra i poderi, dei tabernacoli convistose immagini della Madonna che aspettavanotutto l'anno quell'omaggio, contente di un salutofrettoloso, d'un segno di croce, d'una confidenzamormorata tra un'occupazione e l'altra, durantele altre stagioni . Ad essi si aggiungerà più tardila cappellina del rosario, voluta da Don Boscoper favorire meglio questi convegni di devozionemariana. C'era ancora chi ricordava non moltianni fa, le peregrinazioni di cascinale in cascinalecon tanto di campanello alla mano per avvertirele popolazioni che era tornato il tempo accette-vele e che la Madonna voleva tutti nella suacappella per quell'omaggio collettivo . Nella novenadel Rosario poi la banda dell'Oratorio, un oratoredi grido, la presenza di Don Bosco, il canto deiragazzi in vacanza facevano il resto .

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Più tardi i Papi, Leone XIIIalla testa, ci misero del loro perchèquesta devozione ottenesse con-sensi sempre più universali e laMadonna diventassè, in questamaniera, veramente la padrona dicasa. Ha da fare tante cose la

Madonna in una casa : ha da proteggere l'innocenzadei bimbi, la spensieratezza dei giovani, la fierezzadei padri, l'impotenza dei vecchi, e Maria si dovevainvocare per tutto questo, ora soprattutto checerte rivendicazioni sociali prendevano tutto l'a-spetto e il sapore di una rivincita sopra le « su-perstizioni » della religione . Da allora i Papi hannosempre messo l'accento sopra questa divozione eancora oggi Sua Santità Pio XII non sa suggeriredi meglio per fronteggiare certe situazioni createdalla nuova eresia, che la recita continuata, de-vota, quotidiana di quella corona che altre voltenella storia della Chiesa è stata determinantedella sua salvezza e prosperità .La Madonna stessa non è estranea a questa

insistenza che viene dall'alto, non tralasciandoda oltre un secolo occasione di dimostrare il gra-dimento che prova per questo ossequio . Centoanni fa a Lourdes e quarant'anni fa a Fatima,per restare nelle espressioni più clamorose dellasua maternità, la Madonna ha dimostrato digradire questa preghiera, ne ha suggerito larecita e incoraggiata la diffusione . Essa comprendeche, pregata così, può mettere a nostra disposi-zione tutta la potenza di cui dispone sul cuoredi suo Figlio e, nello stesso tempo, che non c'ènulla di meglio per fomentare la pietà che me-ditare sopra i misteri di quella vita che della pietàsono fonte e incremento . C'è da decidersi dunqueper la recita quotidiana del rosario, insieme coni propri familiari? È il meno che si possa fare .

Sono sorti qua e là nel mondo cattolico dei mo-vimenti intesi a propagare e valorizzare tale recita ;noi non ci rifacciamo ad essi ; a noi basta avercompreso che Don Bosco era precisamente diquesto parere, per stabilire che la cosa, oltre chefattibile, è anche secondo lo spirito salesiano,quello appunto che noi vogliamo portare nella vita .Prima di tutto allora conviene che ciascuno

abbia la sua corona . Nella prima apparizione alla

i tre tuoi eletti al Capitolo Superiore

D

Evoesito . Gio-~, azuniu81spc ttore negli . >-1i o Uniti

grotta di Massabielle, la Madonna dimostrò digradire il gesto con cui Bernardetta aveva cercatodi intavolare discorso, mettendo mano alla corona .Essa la portava sempre con sè, ma non come unportafortuna, piuttosto come un ferro del mestiereal quale era solita affidare i momenti più impor-tanti della sua giornata, i momenti di sollievo equelli di accesso dell'asma che spesso minacciavadi toglierle il respiro per sempre . E quel giornoche, per compiacere un'amica, si era convintad'usarne la corona, era stata gentilmente richia-mata a servirsi della propria, per una attenzionealla quale la Madonna ci teneva e da cui in qualchemodo essa faceva dipendere la continuazione diquel colloquio a due . La corona sia dunque propriae non mutata a capriccio : ci si deve affezionare comea un testimonio di cose grandi e dalle quali dipendeuna relazione d'amore, intesa a unire due vite .

C'è poi un'affermazione nel Vangelo che sembrafatta apposta per la recita del rosario in comune.Vi si dice che dove due sono uniti e d'accordonel chiedere qualche favore, la grazia è già con-cessa in partenza, essendo la preghiera di due opiù fedeli infallibile allo scopo . Facciamo cosìanche noi, quando vogliamo ottenere qualchecosa dagli uomini: cerchiamo appoggi e provo-chiamo consensi ; per di più, nel nostro caso c'èdi mezzo la Madonna, la quale ha più di un titoloper far pressione sul cuore del suo Figliuolo eappoggiare le richieste di chi la invoca con fiducia .

Possiamo dire di più. Nulla piace tanto a Mariache veder meditati i misteri della vita di suo Figlio .Perchè questo soprattutto è il rosario : meditare lavita di Gesù e assimilarne gli insegnamenti .

E adesso venga il marchese d'Azeglio a dire cheil rosario è un'anticaglia fatta d'inutili ripetizioni .Quando i misteri della vita del Signore, cadendo rit-micamente a ogni diecina, ne determinano il climae suggeriscono intenzioni vaste come la redenzione,ciò che di meccanico può essere legato alla ripetutarecitazione di una stessa invocazione è corretto e su-blimato nella più elevata ed elevante meditazione .

Queste disposizioni persuaderanno anche DonBosco a scegliersi un cantuccio della nostra casae impegnare il peso del suo nome per appoggiarepresso il trono della Vergine i desideri e le neces-sità dei più cari tra i suoi figli .

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il Cooperatore salesiano14tv ~

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PIO XII così definisce i Cooperatori Salesiani :« I Cooperatori sono, all'ombra della FamigliaSalesiana, la milizia leggera, gli attivisti dellacausa del bene, che sparsi in tutte le classi edesposti a tutte le più varie circostanze, lavoranocon la vita, con la parola, con l'azione a ripararele rovine, a prevenire il male, a gettare neglianimi i germi della verità, della virtù, della fede,della religione e della pietà».

È la figura del Cooperatore accettata, sancitadalla Chiesa per bocca del suo augusto Capo .E la figura del cristiano laico che nella Chiesad'oggi integra l'apostolato del sacerdote . Non acaso già Pio XI aveva chiamato la Pia Unioneun magnifico inizio di Azione Cattolica .Ma donde Pio XII (e prima ancora Pio XI)

ha ricavato tale definizione? Dal Regolamentodei Cooperatori, da Don Bosco, dalla letteraturae documentazione lasciataci dal santo Fondatore .

Il Cooperatore Salesiano così l'ha visto e vo-luto, novant'anni fa, Don Bosco . Egli infatti ca-piva che i cristiani del suo tempo non potevanopiù essere tali per tradizione, quasi portati dal-l'ambiente in cui nascevano e vivevano, comeper il passato: li vedeva anzi presi di mira daattacchi massicci e concentrici, tendenti a scar-dinarne la fede, ad allontanarli dalla praticareligiosa.

Per questo Don Bosco vuole i suoi Cooperatorireligiosamente colti, sodamente formati : solocosì essi possono resistere al clima irreligiosoe laicista che li avvolge, diventare centri radiantidi luce e di carità cristiana nell'arido desertocreato dal ciclone illuminista, materialista e an-ticlericale .

Per questo Don Bosco, pur con la discrezioneche è anche segno della sua particolare sensibi-lità dinanzi ai tempi nuovi, invita i suoi Coope-ratori a farsi una cultura religiosa attraverso illibro e la stampa cattolica, per questo li invita

" milizia leggera, attivisti del bene . . ." Pro XII

Il Direttore Generale dei Cooperatori Salesiani Rev.mo Don Luigi Ricceri,al Congresso di Bruxelles, in linea col tema dell'Esposizione «Per un mondo piùumano », ha messo in rilievo i valori altamente umani dell'apostolato dei Coope-ratori Salesiani, l'urgenza e l'attualità della loro collaborazione con la gerarchiaecclesiastica, la modernità della Terza Famiglia voluta da Don Bosco . Non c'è dimeglio che leggere e meditare queste autorevoli parole, specialmente dopo che l'ul-timo Capitolo Generale ha trattato a fondo l'argomento dei Cooperatori Salesiani .

al ritiro mensile, agli Esercizi Spirituali, alla vitasacramentale .

C'è appunto bisogno di cristiani pii e ferventi,ma insieme attivi e radianti, buoni non più persè soli, ma per il prossimo, per l'ambiente, perriconquistare i tanti che fuggono dalla Chiesa,dal prete, da Dio ; nella famiglia, nella scuola,nel lavoro .

Don Bosco ripete ai suoi Cooperatori: Ho bi-sogno di farvi fervidamente e intensamente cri-stiani, perchè siate intensamente e fervidamenteattivi, per supplire efficacemente i sacerdoti ra-refatti dalle persecuzioni e dal clima ostile oimpossibilitati ad agire .

In una parola: ad esigenze nuove Don Boscorisponde offrendo cristiani «nuovi » .

N el Regolamento della Pia Unione c'è unaparola che ricorre con impressionante insistenza :Unione uniamoci - unitevi. È una parola chespiega la sensibilità, la lungimiranza e la mo-dernità di Don Bosco nel concepire la figuradel Cooperatore Salesiano .

Mentre Don Bosco concepisce l'idea dei Coo-peratori, echeggia nell'Europa e nel mondo ilgrido di Marx : «Proletari di tutto il mondo,unitevi!» . Sorgono e pullulano associazioni con inomi e gli scopi più disparati, ma quasi semprecol comune denominatore: guerra a Dio, al Sa-cerdote, alla Chiesa. Forze nuove si svegliano,forze maligne si uniscono, si organizzano .

E urgente unire e organizzare le forze del bene .Don Bosco grida: « Si organizzano i nemici diDio, debbono unirsi i buoni, gli onesti, gli amantidel bene, per arginare e respingere le forzedelle tenebre».

Non atomi dispersi e isolati, quindi, i Coope-ratori Salesiani, ma cellule di un grande orga- .

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nismo . Così è possibile vincere il male e attuareil bene .Potrebbe essere più attuale la visione che

Don Bosco ha del Cooperatore ?Quanta ragione aveva Don Bosco allora! Quanto

maggior ragione dobbiamo dargli oggi, in cuitutta la vita, da quella sociale e politica a quellacommerciale, industriale, sportiva, è organiz-zazione!

Altro elemento caratteristico e moderno delCooperatore Salesiano è l'apostolato giovanile .

Come già alla Congregazione, così ai Coope-ratori, ai laici del suo Terz'Ordine, Don Boscovolle affidare « la stessa messe»: la cura dellagioventù, di quella gioventù che egli vedeva in-sidiata da tante forze avverse allora, forze che sisono fatte oggi più insolenti, più scaltrite !

Nazismo e Comunismo, Protestanti e Masso-neria, tutti cercano di conquistarsi la gioventù !

Chi ha la gioventù oggi, si assicura il domani,per il bene e per il male, per la fortuna e per larovina dell'umanità .

Ecco perchè la Chiesa oggi più che mai è ge-losa della gioventù, la difende come la pupilladei suoi occhi . Per difendere appunto la gioventù,Don Bosco ha messo a servizio della Chiesa lesue prime due famiglie, e per lo stesso scopo havoluto che i membri della sua terza famiglia,con tutte le possibilità che ven-gono loro dalla condizione incui vivono - laici fra laicidedicassero il loro apostolatalla gioventù.

Ma dobbiamo precisare: DonBosco per sè, per i suoi figli,per i suoi Cooperatori non hascelto la gioventù così generi-camente, ma specificatamentela gioventù povera, la gioventùbisognosa, delle famiglie prole-tarie. Questa gioventù trascu-rata, povera, bisognosa nelcorpo e nello spirito, che rap-presenta un pericolo per sè eper la società, è la porzioneche Don Bosco affida ai Coo-peratori : istruire questi giovani,indirizzarli, difenderli, confor-tarli, farne degli elementi co-struttivi per la Chiesa e per lasocietà civile, ecco la missioneche le Regole della Pia Unioneassegnano ai suoi membri .

C'è di più. Don Bosco cono-sceva per esperienza personalela vita e i pericoli del garzone, dell'apprendista,del ragazzo di povera famiglia . Era venuto acontatto di centinaia e di migliaia di giovanipiovuti in città in cerca di pane e di lavoro .Don Bosco vedeva dinanzi ai suoi occhi trasfor-marsi le piccole botteghe artigianali in aziende

industriali, constatava già i frutti amari dell'ur-banesimo, delle folle operaie sfruttate dal ca-pitale, aizzate dai capipopolo, avvelenate da unapropaganda senza scrupoli, solo preoccupata distrappare alla Chiesa e a Dio le masse popo-lari. Don Bosco vedeva il sorgere di una nuovaforza potente, la classe operaia .

Ed eccolo patrocinare la causa degli appren-disti, eccolo metter su le scuole professionali, lescuole serali e festive . -

Ma da solo non basta ; chiama i suoi Coopera-tori a questa opera sociale e cristiana : occuparsidei giovani apprendisti, degli operai, istruirli,difenderli, avviarli, collocarli .

Se in questi 5o anni in ogni Nazione avessimoavuto alcune migliaia di Cooperatori Salesianiben formati, con idee ben chiare, fuori di ognipreconcetto politico ma solo con le idee e gliideali di Don Bosco, forse non dovremmo la-mentare tante diserzioni nel mondo operaio .

Pio IX, proprio cento anni fa, nel primo in-contro con Don Bosco gli chiese : - Qual è lavostra attività?

Don Bosco rispose subito : - La gioventù ela stampa .

Non poteva essere, nella sintesi, più completo .Don Bosco senza l'apostolato stampa non sa-

FILIPPINE - VICTORIAIl Ministro dell'Educazione, presente l'Ecc .mo Vescovo Mons. Manuel Yap, inau-gura la mostra didattico-professionale, ammiratissima dai numerosi visitatori .

rebbe Don Bosco, come non sarebbe lui senzala gioventù .

Bisogna rileggere la lettera del nostro Fonda-tore ai Salesiani nel 1885 per capire che cosarappresentasse questa attività per il Santo, che laChiesa ha dato come Patrono agli Editori Cattolici .

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Don Bosco anche in questo campo ha intuitoe visto l'enorme potere e l'influenza della stampa ;e, pur assillato dalle mille preoccupazioni del-l'apostolato giovanile, ha mirabilmente saputotrovare tempo e mezzi per scrivere, stampare,diffondere libri, periodici, in milioni di copie .

E non solo ha lasciato nelle Costituzioni aiSalesiani l'impegno di continuare ; ha chiamatoanche in questo settore in loro aiuto i Coope-ratori . Anche ad essi, dopo l'impegno per lagioventù, affida l'apostolato della stampa, op-ponendo libro a libro, opuscolo ad opuscolo,foglietto a foglietto, chiamandoli a stampare, ascrivere, a propagandare la buona stampa.Quando pensiamo che oggi la stampa è per

tanti l'unico veicolo di luce e di verità, che lastampa per tanti aspetti si rivela più efficacedella stessa predicazione, non possiamo non ammi-rare il genio apostolico antiveggente di Don Boscoe riconoscere tutta l'attualità dell'apostolato deiCooperatori .

Don Bosco ha visto dunque la funzione dellaico del nostro tempo nella Chiesa, ha compresole possibilità e i vantaggi che egli ha, sotto certiaspetti, sul clero, per esplicare un apostolato chedel resto il sacerdote non potrebbe ormai, perun complesso di cause, svolgere da solo ; ma,prudente e saggio, egli vede pure quanto sianecessario che il laico sia ancorato al sacerdote,e da lui assicurato .Ed ecco il Santo offrire al Cooperatore

« come vincolo d'unione », come punto sicuro di

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appoggio, come focolare che lo illumini, lo ri-scaldi e lo difenda, non solo un sacerdote mauna Congregazione .

Quella Congregazione Salesiana che è pure lafamiglia del Cooperatore, da Don Bosco chia-mato col caro e ambìto nome di «confratello».

Alla luce dell'esperienza di questi ultimi anni,pensando a certe crisi e a certi sbandamenti daparte di laici, che pure erano pieni di buoneintenzioni nel loro apostolato, quanto si apprezzaDon Bosco, che dà ai suoi Cooperatori un sicuroindirizzo affiancandoli ai Salesiani!Ma se i Cooperatori debbono essere legati

alla Congregazione, non devono però formareuna chiesuola : il Cooperatore ancorato ai Sale-siani è aperto, nel suo apostolato, è cattolico :

per la Parrocchia quindi, per la Diocesi, perla Chiesa .

Fondamentale questa collaborazione del laicocon il sacerdote, ma insurrogabile la funzionedel sacerdote nella Chiesa .

Il Cooperatore quindi mentre cercherà disupplire ed aiutare il salesiano e il sacerdotein tante attività, si adoprerà in tutti i modi perdare alla Chiesa Sacerdoti, Religiosi, vocazioni.

Dinanzi a queste linee che fissano la figuradel Cooperatore come Don Bosco lo concepì elo presentò alla Chiesa quasi cento anni fa, pos-siamo tranquillamente affermare : il CooperatoreSalesiano è un apostolo attuale, utilissimo, di-remmo necessario, oggi come non mai, allaChiesa .

Il Santo Padre nello storico discorso di Castel-gandolfo non avrebbe rivolto ai Cooperatori Sa-lesiani l'accorato appello a scendere in campo,se non avesse riscontrato nel Regolamento dellaPia Unione tutti gli elementi per un apostolatorispondente alle odierne esigenze .

Quale deve essere allora il nostro atteggiamentodi fronte a questa stupenda realtà?

a) Chiariamo le nostre idee: interpretiamoDon Bosco con Don Bosco. Egli ci parla conuna chiarezza cristallina. Si è calcato l'accentosu di un aspetto della cooperazione salesiana,non il più essenziale: quello finanziario ; ne èvenuta una deformazione del Cooperatore, cheè anzitutto ed essenzialmente non un Benefat-tore ma un Operatore di bene, un apostolo nelmondo, affiancato alla Congregazione Salesiana .

b) Rispondiamo alla precisa volontà diDon Bosco, di Don Rua, dell'attuale Successoredi Don Bosco . Essi all'unisono ci ripetono : « Or-ganizzate, curate, coltivate i Cooperatori Sale-siani, attuando per loro quanto prescrive il Re-golamento».• il Santo Padre che lo vuole ! Egli ce lo ha

detto : « Salesiani, curate spiritualmente i vostriCooperatori ! ».• la Chiesa che ci scongiura : «Ho bisogno di

apostoli laici ; non privatemi dell'apporto pre-zioso dell'apostolato dei Cooperatori Salesiani » .

Completiamo dunque la famiglia salesiana, laquale è stata da Don Bosco articolata in tre rami :così Don Bosco l'ha voluta, così la Chiesa l'haapprovata .

Risponderemo così al vivo desiderio di tanteanime che vogliono assimilare lo spirito diDon Bosco per diffonderlo nel mondo, che amanolavorare per il Regno di Dio con lo stile, con ilmetodo, con lo spirito del nostro santo Fonda-tore, spirito che incontra dovunque simpatie esuccesso .

Don Bosco diceva: « Noi non possiamo fer-marci. Se ci arrestiamo, la nostra Opera cade» .•

il Santo Padre grida a tutti noi : « È l'oradell'azione! » .

Raccogliamo queste venerate parole prima chesia troppo tardi . Rispondiamo con la nostra azioneall'invito di Don Bosco, del Santo Padre.

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il

~wU4&delle Ex allieve Figlie di Maria Ausiliatrice"

L a sapiente organizzazione, il numero e l'entusiasmo delle partecipanti ha dato all'avvenimentoproporzioni di una grandiosità straordinaria .

Si svolse a Torino dal 28 al 31 agosto u . s . e vi parteciparono le presidenti nazionali e le rappresen-tanze di 37 nazioni, comprese la Jugoslavia e la Cina . L'imminenza del Capitolo Generale delleFiglie di M . A. fece si che presenziassero al Congresso anche tutte le Ispettrici e Delegate al Capitolo,accentuandone il carattere di universalità .

La solennissima apertura ebbe luogo nella Basilica di Maria Ausiliatrice, dove il Rettor Maggioredando alle congressiste il fervido benvenuto, affermò che la profetica parola detta dalla Madonna aDon Bosco «Di qui la mia gloria » si è avverata anche per le ex allieve, vera gloria dell'Ausiliatricee apostolo di questa gloria nel mondo .

Quindi le convenute passarono nel grande teatro della Casa Madre dei Salesiani per l'Assemblea gene-rale di apertura. Il sig . Don Ziggiotti diede comunicazione della lettera del Sostituto Mons . Dell'Acqua,interprete del pensiero del Santo Padre . Vi si leggeva, tra l'altro : « L'Augusto Pontefice, cui ogni circo-stanza offre opportuna e gradita occasione di far sentire la Sua paterna compiacenza per lo spirito sempredesto ai gravi problemi dell'ora ond'è animata la solerte attività della grande Famiglia Salesiana e delle Asso-ciazioni dei suoi ex allievi ed ex allieve, guarda all'indetto Congresso non soltanto per partecipare alla legittimasoddisfazione con la quale le convenute renderanno gloria a Dio per il lavoro compiuto e per i frutti maturatinel passato, ma anche, e soprattutto, per condividere le loro speranze e benedire i loro propositi per il futuro » .

TORINO-VALDOCCO - Congresso mondiale Ex allieve delle Figlie di Maria AusiliatriceLa domenica 31 agosto u . s . il vastissimo cortile " Domenico Savio " si presentava come un immenso salone frementedell'entusiasmo di oltre gooo Ex allieve delle Figlie di Maria Ausiliatrice convenute da 37 nazioni sparse nei cinque continenti .

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Le Autorità presenti all'assemblea finale del Congresso mondiale delle Ex allieve Figlie di Maria Ausiliatrice .Al centro : Sua Eminenza il Card . Fossati, il Sindaco di Torino Avv . Peyron e il Rettor Maggiore dei Salesiani .

Dopo le 4.cclamationes Summo Pontifici delmaestro Don Lasagna, eseguite dai cori unitidelle Case Maria Ausiliatrice, Madre Mazzarelloe Sacro Cuore, la Segretaria Confederale sig. Fan-ton diede relazione delle molte e illustri adesioni,unanimi nel magnificare -- come si esprimevaSua Ecc. Mons. Montini - « la fortuna e l'onoredelle ex allieve di aver ricevuto educazione cri-stiana da una pedagogia così saggia, così auten-tica così moderna com'è quella derivata dallascuola di San Giovanni Bosco » . Al saluto dellaPresidente Confederale prof. Angiola Maria Cavi-glione seguirono due interessanti discorsi e lapaterna parola del Rettor Maggiore .

Le giornate del Congresso s'iniziarono con laMessa nella Basilica e la meditazione tenuta daun Superiore Maggiore ; i lavori si svolsero nelnuovo salone teatro della Casa « Maria Mazza-rello », presieduti dalle RR . Superiore e regolatida Segretatio Generale degli ex allievi Don Ba-stasi. La grande scritta a lettere d'oro Congregavilnos in unum amor e l'intrecciarsi delle bandieredelle diverse nazioni davano la nota caratteri-stica dell'universalità e mirabile unione .

Trionfale la giornata conclusiva . La Basilicafu incapace di contenere tutte le ex allieve, chesuperavano di molto le cinquemila . Celebrò laS. Messa il Rettor Maggiore, che le esortò alringraziamento a Dio per il gran dono dell'educa-zione cristiana e all'offerta di se stesse per l'a-postolato nel mondo .

Alle 10,30 cominciò la grande sfilata sul corsoRegina Margherita . L'aprivano la bandiera pon-tificia affiancata da quelle dell'Istituto e dell'I-talia, e il nuovo magnifico gonfalone della Con-federazione mondiale . Seguivano le insegne ab-brunate della Chiesa del Silenzio con le bandieredella Cina, della Jugoslavia, della Lituania e

dell'Ungheria. Poi le bandiere nazionali con lefolte schiere delle rappresentanze estere e nazio-nali . Molte, indossando i loro tipici costumi, de-stavano particolare interesse negli spettatori .

Al termine del corteo il vastissimo cortileDomenico Savio » era gremito . Vi troneggiava

un gran palco d'onore con le autorità, tra le qualil'Em.mo Card. Arcivescovo Maurilio Fossati, ilSindaco di Torino avv. Peyron, il Rettor Mag-giore, i Vescovi Salesiani Mons . Arduino e Mons.Marianayagam di Vcllore (India), rappresentanzedel Corpo Consolare e altre autorità . Dopo cheDon Favini ebbe tenuto la commemorazione delServo di Dio Don Rinaldi, il cui nome è intima-mente legato alla fondazione e alla storia delleex allieve, Sua Em. il Cardinale benedisse ilnuovo gonfalone, di cui fu madrina la signoraBurgo. Vennero poi letti in tutte le lingue i voticonclusivi del Congresso, fra i quali quello difar sorgere a Mornese, con la collaborazione delleex allieve di tutto il mondo, un tempio in onoredi S. Maria Mazzareho e di promuovere la mozioneperchè la Santa venga proclamata patrona dellegiovani apprendiste . Quindi il Sindaco di Torinorivolse alle Congressiste il saluto della Città, ono-rata - disse - di aver accolto le gentili ospitidi tante nazioni . Chiuse la straordinaria assembleal'Em.mo Cardinale Arcivescovo con la sua pa-terna parola, piena d'affetto per la Famiglia Sa-lesiana e fervida di compiacimento e d'augurio .

La funzione pomeridiana si tenne ancora nellostesso cortile trasformato in tempio . Parlò ilRettor Maggiore preparando le convenute all'attodi consacrazione a Maria Ausiliatrice, che fu re-citato dalla Presidente Confederale e ripetutoin formola abbreviata nelle altre lingue dalledirigenti nazionali . Gesù Eucaristico benedisse, esuggellò i lavori e i voti dello storico Congresso .

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I Cooperatori Salesiani diLEON (Messico)

I Cooperatori Salesiani dellacittà di Leon sono bene organiz-zati e svolgono importanti at-tività : attendono a un fiorenteOratorio festivo col sistema sa-lesiano e ad una scuola nellaColonia industriale, che ha giàdato tre sacerdoti alla SocietàSalesiana. La grande devozionea Don Bosco, in una città chenon ha ancora i suoi figli, èfiorita presso una cappella vi-sitata ogni martedì da migliaiadi devoti e frutterà presto unmagnifico Tempio che si speradi terminare fra alcuni mesi .Sua Ecc. il Vescovo Monsi-gnor Manuel Martin del Cam-po v Padilla, ha aperto congrande affetto la, sua Diocesiai Figli di Don Bosco, solleci-tando instantemente la fonda-zione di un'opera salesiana aLeon .

C OPERATOR/PAVIA - Come è sorto ilLaboratorio missionario

La domenica 6 luglio 1958 iCooperatori e le Cooperatrici diPavia si erano radunati in fe-stoso convegno presso l'Istitutodelle Figlie di Maria Ausilia-trice a «Città Giardino» peronorare il novello sacerdote sa-lesiano Don Silvano Lyndoh,fiore della foresta indiana .

Dopo aver assistito con devo-zione alla S . Messa e partecipa-to alla funzione polneridiana,ebbero la gioia di presentarglil'omaggio della Pia Unione conalcuni doni per la sua Missione,consistenti in paramenti e altresacre suppellettili .

Il novello Sacerdote ringraziòcon effusione di cuore e dissepensieri così toccanti che leCooperatrici, d'accordo con ilDelegato e la Delegata locali,decisero d'istituire un Labora-torio missionario .

Iniziativa mariana di unacooperatrice di NAPOLI

Il 27 luglio u. s ., la sig .ra Pal-mira Alfano invitava il Dele-gato Ispettoriale Cooperatori abenedire un'artistica statuettadella Vergine Ausiliatrice sulballatoio di un palazzo del Vo-rnero . Per ottenere di esporrela statua alla venerazione delle90 famiglie di quel palazzo, lasignora aveva dovuto superareinfinite difficoltà: l'attuazionedell'iniziativa ebbe quasi delprodigioso . Due domande inol-trate alla distanza di un annoerano state respinte ; perciòaveva affidato la cosa alla Ma-donna .Un giorno arriva il nuovo

Direttore della Società Immo-biliare, che si dice felicissimodi permettere di esporre la sta-tuetta della Madonna alla ve-nerazione delle numerose fami-glie che abitano il palazzo .

TORINO - Il grandioso corteo delle Ex allieve Figlie di Maria Ausiliatrice : sfilano le rappresentanze nazionali .

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DON BOSCO ALL'ATTO DI NASCITA

del quotidiano

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l 1 quotidiano cattolico francese La Croix compiequest'anno 75 anni di vita tutta spesa a serviziodella Chiesa . Potrà interessare il sapere che fuS. Giovanni Bosco a dare il via a questa bene-merita pubblicazione .

Il 22 aprile del 1883 Don Bosco, trovandosia Parigi, volle fare una visita ai Padri Assun-zionisti fondati nel 1847 dal Padre D'Alzon aNimes. L'Assunzionista Padre Bailly redigevaallora il Pélerin, diffuso periodichetto che fu l'a-raldo di Don Bosco in Francia. Difatti fin dalsuo primo anno di vita, nel 1877, descrisse entu-siasticamente le opere del Santo e tornava aparlare di lui ogni volta che gruppi di pellegrinifrancesi, venendo da Roma, visitavano il san-tuario di Maria Ausiliatrice, l'Oratorio e DonBosco. Reciproco era perciò il desiderio di trovarsiinsieme nella capitale francese . « Giunto a Pa-rigi, scrive il Pélerin del 12 maggio, una delleprime visite fatte dal sant'uomo fu per il poveroPélerin, perchè egli ama i poveri, e mangiò conil Pélerin nel tempo pasquale come già NostroSignore con i suoi discepoli, e ivi impose le mania parecchi infermi, che ora vanno migliorando» .Detto poi della impressione prodotta dalla pre-senza di Don Bosco a Parigi, osservava : «Il sen-timento che scuote l'indifferenza parigina al pas-saggio di un prete, di un religioso, di uri santo,a sì breve intervallo dalle espulsioni, e che quasia titolo di riscatto fa buttare tesori nelle sue mani,è certamente un atto soprannaturale di prim'or-dine, e noi crediamo che Don Bosco, benchèvecchio, sempre sorretto da un braccio amico,con la vista quasi spenta, senza leggere giornali

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di sorta, rechi alla Francia nientemeno che lasoluzione della questione operaia » .

Uno degli infermi, a cui il Pélerin alludeva,era lo stesso Padre Picard, al quale Don Boscopromise che avrebbe pregato per la sua guari-gione. Guarì infatti e visse ancora vent'amn .

Don Bosco era capitato dagli Assunzionisti inun momento assai opportuno . Ventilavano il di-segno di lanciare un grande quotidiano cattolico,tale che potesse raggiungere la massima diffu-sione in tutte le parti della Francia . L'arditainiziativa non incontrava l'approvazione di pa-recchi: l'ideatore Padre Bailly e il SuperiorePadre Picard esitavano indecisi . Orbene la paroladi Don Bosco, che in opere di tal genere era l'uomodegli ardimenti, incoraggiò i Padri ad affrontarel'impresa . Egli chiese se avessero il capitale e gliscrittori, e udito che sì : «Ebbene, disse, andateavanti!» .

Dopo gli incitamenti di Don Bosco, ai 16 di giu-gno d quell'anno uscì il primo numero .

Il 1° dicembre del 1933, all'alba dei suoi 5o annidi vita, La Croix faceva testimonianza di rico-noscenza a S. Giovanni Bosco con queste parole :« Il quotidiano La Croix non era ancora nato .La Croix era là, prossima alla vita, non esitante,no, ma leggermente inquieta. Questo giornaleavrebbe avuto la sorte di tanti altri? I cattolicil'avrebbero sostenuto? Fin dai suoi primi numeri,avrebbe fatto abbastanza presa per guadagnare lesimpatie del pubblico? Dubbi che tormentavano .Con una parola, con un gesto il Beato (Don Bosco)li fece sparire. Bisognava andare avanti e farecoraggiosamente quel salto nel buio » .

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Ho più volte letto sul « Bollettino » delle « Zelatrici Sale-siane » e del loro lavoro . Chi sono, quali impegni e chescopo hanno ? Vorrei che mi rispondeste sulla pagina delCooperatore .

LORENZA MAIRANO - Torino

Gli Zelatori e le Zelatrici della Pia Unione dei Coo-peratori Salesiani, sono Cooperatori e Coopera-trici zelanti che si prestano al servizio della or-ganizzazione e del funzionamento dell'Associazione .Vengono scelti dai Delegati ispettoriali e localinei singoli Centri, secondo le loro attitudini edisponibilità, e proposti per la nomina al RettorMaggiore, che rilascia loro il relativo diploma .Funzionano già in tutte le Ispettorie d'Italia edin molte Ispettorie dell'estero .La loro origine risale a 6o anni fa : nel 1898 ilVen. Don Michele Rua, pubblicando la secondaedizione del Manuale teorico-pratico pei Diret-tori e Decurioni, ne definì la funzione .Zelatori e Zelatrici eseguiscono i compiti chevengono loro affidati dai Delegati ispettoriali elocali della Pia Unione .Nei centri lontani dalle Case Salesiane prestanoil loro aiuto ai Decurioni .

Una Figlia di Maria Ausiliatrice ha avutola felicissima idea di farmi conoscere la vitadi Laura Vicuna, scritta da Don Luigi Ca-stano e stampata dalla Società Editrice In-ternazionale . L'ho letta d'un fiato, gustan-dola più di un romanzo, e mi son chiesta :perché il Bollettino Salesiano non parladi questa eroina, gloria dell'educazione

salesiana? Quanto bene farebbe il suo esempio a tantefanciulle e giovanette, figlie di Cooperatori!

IDA LORENZETTI - Milano

Il Bollettino Salesiano ha parlato a lungo diquesto Fiore delle Ande Patagoniche nel numerodi gennaio 1954, in occasione del 500 della suamorte, e si propone di parlarne ancora . Intantocondivide in pieno l'idea che lei, signora, esprimecon tanto calore sull'interesse e godimento cheprocura la conoscenza di questa eccezionale fi-gura. E questo tanto più nell'anno centenariodelle Apparizioni di Lourdes, poichè Laura Vi-cuna in un angolo sperduto della CordiglieraAndino-patagonica seppe vivere il messaggiodella Vergine a Santa Bernardetta Soubirous, sinoall'immolazione di sè per l'invocato ritorno dellamadre ai sentiero della vita cristiana .

Preghiera e sacrificio - i due richiami dellabianca Signora dei Pirenei - intrecciano la cari-dida esistenza di Laura Vicufia, esule fin dallanascita, e ne fanno uno splendido trofeo della

grazia, una vittima innocente e pura del piùperfetto amor filiale .

Nell'incipiente Collegio-Missione delle Figlie diMaria Ausiliatrice di Junìn de los Andes, in Argen-tina, dove arriva a nove anni sotto la sferza di tremende sciagure, essa - nata a Santiago del Cile -trova la sua casa e una sicura palestra di virtù.

Dio le chiede in larga misura, e Laura donasenza riserve gl'incanti della sua gioviliezza, in unoslancio di sublime carità che affascina e confonde .

La devozione alla Madre di Dio fa di lei ilmodello delle Figlie di Maria, e il tipo della ra-gazza dedita alle fatiche dello studio, e alla vitacollegiale; mentre la cornice degli avvenimentiesterni, elle trascendono le sue intime aspirazioni,consentono di ricapitolare intorno alla sua gen-tile figura una stupenda epopea missionaria .

Così si spiega quanto Lei ha provato : la let-tura della vita di questa eroica fanciulla tra-scina, commuove e rende migliori .

Vedendo che la Pia Unione dei Coope-ratori prende ogni giorno nuovi incre-menti, confesso che mi è venuto più diuna volta il desiderio di iscrivermianch'io ; ma poi ho pensato : sono un

affezionato ex allievo salesiano, quindi appartengo già allaFamiglia di Don Bosco, che bisogno c'è che m'iscriva trai Cooperatori? Non so se ragiono bene ; non mi dispiacerebbeleggere una parola autorevole in merito .

G. SALVO - Palermo

L'ex allievo che entra a far parte della TerzaFamiglia di Don Bosco iscrivendosi alla PiaUnione dei Cooperatori Salesiani, fa un progressonella vita cristiana e ne trae grandi vantaggi .

Fa un progresso nella vita cristiana perchès'impegna a seguire un metodo di vita aposto-lica che il Santo ha proposto come « ideale sa-lesiano » ai fedeli che vivono nel inondo . La PiaUnione infatti è la Terza Famiglia spiritualefondata da Don Bosco come Terz'Ordine mo-derno, a fianco della Società Salesiana e dell'Isti-tuto delle Figlie di Maria Ausiliatrice . Il Coope-ratore salesiano abbraccia una forma di perfe-zione cristiana che la genialità di Don Boscoha reso accessibile a tutti ed è di una mirabileattualità .Ne trae grandi vantaggi: entra canonicamentenella famiglia dei suoi educatori come « terziariosalesiano»; raggiunge quindi anche socialmentepiù stretti rapporti con loro, quasi «salesianoesterno », come concepì il Santo i suoi Coopera-tori; ne condivide lo spirito e il prograiiiina diapostolato; partecipa a tutto il bene che la So-cietà Salesiana e l'Istituto delle Figlie di MariaAusiliatrice fanno nel inondo ; gode, in vita,numerose indulgenze e privilegi spirituali e, inmorte, di copiosi suffragi .

Quindi l'iscrizione alla Pia Unione dei Coope-ratori Salesiani rappresenta per gli ex allievi,colte per le ex allieve, un atto di maturitàspirituale nello spirito del santo Fondatore, ilquale ha detto un giorno proprio agli ex allievi :Verrà un tempo nel quale il nome di Cooperatorevorrà dire vero cristiano : cristiano completo, dipietà e di azione, per sè e per gli altri .

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Piccola storia di unaUn po' fuori della ridente città savoiarda, ai

piedi del pendio che fra terrazzi di pervinche salesu alle « Charmettes » , una corona di alberi se-colari veglia un vetusto edificio . Orfanotrofio orti-colo, dice l'iscrizione a lato del cancello di ferro .Ma gli abitanti di Chambéry lo chiamano sem-plicemente le bocage - il boschetto -e tutti sannoche là si è compiuta una grande e bella opera .

L'uomo che ha creato quest'opera, l'abate Ca-millo Costa de Beauregard, non pareva certo pre-destinato a passar tutta la vita nell'ufficio didirettore di un orfanotrofio .

La sua famiglia apparteneva alla più alta ari-stocrazia savoiarda .

Una sera d'inverno, mentre usciva da un ri-cevimento, salendo in vettura, fu avvicinato dadue poveri ragazzi che gli domandarono l'ele-mosina .

La notte ebbe una visione . I due piccoli mendi-canti stremati di freddo gli apparvero come mes-saggeri del Grande Povero, inviati per richiamarloalle sue responsabilità di uomo ricco, influente,fortunato .

Da quella angoscia notturna uscì con una ri-sohita decisione .

Egli doveva dedicarsi tutto all'opera cui Diolo destinava: doveva fondare una Casa, in cui

ROMA - Il Rettor Maggiore e Padre Lombardi, dopo lavisita dei membri del Capitolo Generale alla moderna egrandiosa sede del movimento "Per un mondo migliore " .

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DA UN LONTANO INCONTRO CON DON BOSCO AL CENTRO TECNICO DI CHAMBÉRY

istituzioneraccogliere orfanelli, perchè vi ritrovassero la fa-miglia di cui li aveva privati la sventura .

Nel 1867 il colera aveva disseminato terroree morte nei dintorni di Chambéry : parve alloraprovvidenziale l'opera del Can. Costa de Beau-regard, che accolse le piccole vittime del terribileflagello .

L'opera si sviluppò di anno in anno, non senzadifficoltà, ma sempre con tanta fortuna che parveevidente una speciale protezione divina .

Nel 1.879 il Can. Costa, che aveva modellato ilsuo Orfanotrofio su altri che aveva visitati inFrancia, volle sentire il parere di un altro grandeamico dei poveri ragazzi abbandonati: andò aTorino per incontrarsi con Don Bosco . Ne ebbeconsigli pratici : fondasse una Società di sacerdotie di laici che prendessero sotto la loro protezionel'Opera. Il consiglio fu seguito e la Società esistetuttora .

Quando il Fondatore morì, nel 1910, gli succe-dette il nipote, che continuò l'opera dello ziocon eguale intelletto d'amore . Egli scrisse la bio-grafia dell'ammirabile zio, vero educatore, mo-dello di grandi virtù cristiane .

La causa di beatificazione del Can . Costa èa Roma fin dal maggio dello scorso anno .Quel lontano incontro del Beauregard con

S. Giovanni Bosco, nel 1879, doveva rinnovarsisettant'anni dopo, quando si trattò di assicurarela continuità dell'opera: nel 1954 l'Orfanotrofiopassò ai Figli di Doti Bosco .

Il nuovo giovane direttore salesiano ha pro-getti vasti e arditi. Molti ambienti sono statirinnovati e modernizzati, il che permetterà diaccogliere altri 50 orfanelli.

I: questo il dono di Don Bosco all'Opera del« Bocage », che lo scorso giugno ha festeggiatoil 90 ° di fondazione .

Ma la più bella novità dell'Istituto sono dueclassi di perfezionamento per ragazzi tardivi .Due professori provvisti di doppio diploma dipsicopedagogia e medicina sociale, dell'Universitàdi Montpellier, hanno assunto il delicato e nonfacile compito di ricondurre i due gruppi di ra-gazzi, piccoli e grandi, alla normalità .Fino all'arrivo dei Salesiani al « Bocage » una

sola via era offerta agli orfani : l'orticultura . Nelpassato questo permise a non pochi orfani diguadagnarsi onestamente la vita e a qualcuno didiventare un apprezzato e ricercato specialista,per esempio come « crisantemista » .

Non tutti i ragazzi però hanno la vocazionedi giardiniere e nel secolo agitato della mecca-nica non vi si possono obbligare, col pericolo difarne poi dei disoccupati . Così è sorta la neces-sità di aprire altre vie per i giovani allievi e siè creato il « Centro tecnico» con diversi mestieri,ufficialmente riconosciuto .

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Onoranze al Principe araucano Zeffirino Namuncurà

Per mandato dell'Em .mo Card. Vicario Cle-mente Micara, nel Tribunale del Vicariato diRoma lo scorso luglio fu tenuto il processo cheriguarda le virtù e i miracoli del Servo di DioZeffirino Namuncurà, alunno della Società Sale-siana: si sono conchiusi così il Processo Aposto-lico di Viedma e i processicoli di Moròn, Roma eTorino .

Zeffirino Namuncurà è il secondo giovane nonmartire - dopo San Domenico Savio -- candi-dato alla gloria degli altari . Il primo, fiore efrutto dell'Oratorio di Torino, ebbe per maestroe guida S . Giovanni Bosco . Il secondo, fiore delleterre patagoniche, raccolto e coltivato dalle Mis-sioni Salesiane, ebbe come padre un grande figliodi Don Bosco : il Cardinale Giovanni Cagliero,che fu anche Vescovo di Frascati .

Condotto dalla Patagonia in Italia per attuareil suo sublime ideale di farsi sacerdote e apostolodella fede por redimere la sua gente, ZeffirinoNamuncurà entrò il 15 novembre 1904 nel Col-

DON t,i UA lE UNA P I

legio salesiano «Villa Sora » di Frascati, per fre-quentare la la Ginnasiale e vi rimase fino al28 marzo 1905, lasciando nei superiori e neicompagni il più commosso ed edificante ricordodi se .

Per fissare e tramandare la memoria del suosoggiorno a Villa Sera, prezioso per chiari segnidi eroismo nella virtù e di ascesi verso la santità,un Comitato di onoranze al Servo di Dio ha de-ciso d'innalzargli nel giardino del Collegio un mo-numento: esso sarà un omaggio di devota ammi-razione e di alto riconoscimento per l'allievo santoe per il maestro che lo guidò nell'arduo camminodi sacrificio e di conquista. Il comitato d'onoredi tale iniziativa ha come presidente Sua Em . ilCard. Federico Tedeschini e annovera Cardinali,Ministri, Ambasciatori e altre personalità emi-nenti, mentre formano il Comitato esecutivo ilVescovo di Frascati S . Ecc. Mons. B . Budelacci,S. Ecc . il principe Cl . Aldobrandiní e illustri per-sonalità di Roma .

A ESSAIn occasione dell'ordinazione sacerdotale di 28 salesiani dell'Istituto Teologico Internazionale di Bol-lengo (Torino) il lo luglio scorso, il Vescovo di Ivrea Mons . Paolo Rostagno alla fine del sacro ritofece dono di un paterno commosso discorso, rievocando una delle sue prime messe celebrate cin-quant'anni fa nella Basilica diMaria Ausiliatrice . Umile e fer-vente si era presentato al pre-fetto di sacrestia : « Sono sa-cerdote novello, e desidero ce-lebrare una santa Messa nellachiesa di Don Bosco . Non hopretese, mi basta un altarequalunque, in un angolo delsantuario . . . » . « Guardi, Don Ruasta finendo proprio ora il -,noringraziamento, si alza . . . » . E ilSacerdote novello si presentòal primo Successore di Don Bo-sco, gli baciò la mano e gliespresse il suo desiderio : «UDangolo qualunque del santua-rio . . .» . «No, disse Don Rua,lei celebrerà all'altare di MariaAusiliatrice la Messa della co-munità: fra mezz'ora i giovaniscenderanno e saranno lietis-simi di offrire a Dio la Messadi un sacerdote novello » . Elo congedò con una larga e frut-tuosa benedizione .

TORINO-VALDOCCO Sotto lo sguardo compiacente di Don Bosco, questo belgruppo dii giovani salesiani Cinesi, tra i quali 5 sacerdoti novelli, circonda, pienodi riconoscente affetto, due tra i grandi Missionari che hanno portato Don Boscoalla Cina, i rev .mi Don Carlo Braga e Don Mario Acquistapace .

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BRINDISI - Con l'istituzione della nostra parrocchia del S . Cuore, i Salesiani di Brindisi hanno sentito vivo ilbisogno di far sorgere anche un Oratorio femminile per la formazione cristiana delle ragazze di qu , -ll :u zona tantobisognosa materialmente e spiritualmente . Le benemerite Suore d'Ivrea hanno compreso l'importanza dell'iniziativae, vere e generose Cooperatrici, hanno messo a disposizione dell'Oratorio S . Agnese, non solo le aule e il cortilema, quel che più vale, la loro attività apostolica e il loro elevato spirito di dedizione e di sacrificio .nella foto : La Crociata del Rosario tra le bambine dell'Oratorio : tutte col Rosario in mano formano la scritta AVE MARIA .

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L'Istituto di Musica « Maria Ausiliatrice »

Nel 1948 veniva fondato in Guainiaro, Cama-guey, per opera delle Figlie di Maria Ausiliatrice,il Conservatorio «Maria Ausiliatrice », approvatodal Ministero dell'Educazione della Repubblicadi Cuba. Quest'Istituto di Musica ha la facoltàdi concedere diplomi e titoli in tutto il territoriodi Cuba. Ogni Casa salesiana può incorporarsiall'Istituto quando sia in condizioni di impartirel'insegnamento della musica, attenendosi ai pro-grammi di studi approvati dal Ministero . Nel 1948fu concessa la validità accademica per titoli disolfeggio, teoria, storia della musica e piano.Recentemente furono approvati anche i titoli peril canto, violino e armonia. Il Collegio « Dcn Bo-sco » di Tejadillo (Habana) fu il primo a incorpo-rarsi all'Istituto di Guaimaro . Nel 1950 si di-plomò in teoria e solfeggio la prima alunna, cheriportò la nota massima con menzione onorevole .

ARGfNTINpPensionato Universitario a Cordoba

Il Pensionato Salesiano per Universitari cal-deggiato dal Primo Congresso di Cooperatori Sa-lesiani nel 1951, è oggi una bella realtà,' grazieall'interessamento e agli aiuti di amici e di sim-patizzanti per l'Opera di Don Bosco in Cordoba .Il moderno e grande centro studentesco universi-tario che sorge presso la parrocchia salesiana ècomposto, per ora, di due edifici nei quali sono

ospitati una cinquantina di studenti provenientida piccoli centri e da Case salesiane : oltre chevitto e alloggio, essi trovano un ambiente sano,accogliente e familiare, nel quale possono conti-nuare i loro studi lontani dai pericoli della grandecittà. I giovani stessi partecipano attivamentealla gestione amministrativa, culturale e reli-giosa della casa, preparandosi così ad uno svi-luppo armonico della personalità. Un ben ponde-rato regolamento serve di norma formativa delcarattere . Questo Pensionato Universitario realizzaun'azione benefica di notevoli proporzioni, dandoospitalità gratuita o semigratuita a vari giovaniche non potrebbero diversamente continuare iloro studi superiori . Vi ò pure annessa una riccabiblioteca a disposizione della gioventù studen-tesca .

San Domenico Savio a Tokyo

Da una lettera del nostro missionario Don LeoneLiviabella :

« . . . Anche qui a Tokyo San Domenico Savioè conosciuto, amato, ammirato per le sue virtùe imitato .

Vari dei nostri giovani nel prendere il Batte-simo hanno scelto il nome di Domenico Savio .Alcuni allievi della scuola media appartenenti allanostra Cristianità hanno voluto costituire il gruppojunior della " Legio Mariae " e l'hanno intitolatoClub San Domenico Savio " . Il presidente e il

vico presidente si chiamano Domenico Savio .Tra i soci della " Legio Mariae " abbiamo un

universitario che porta lo stesso nome, e anche ilmaestro di V elementare della Scuola delle Figlie

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di Maria Ausiliatrice ha voluto chiamarsi Do-menico Savio .

I soci del " Piccolo Clero " l'hanno preso perloro modello e nell'adunanza settimanale s'illustraqualche pagina della vita di San Domenico Savio .

Abbiamo notato con soddisfazione che il fer-vore della vita cristiana tra i nostri giovani salein proporzione del crescere della conoscenza edivozione al piccolo Santo . . . » .

n«rMIL NDIqIl Centenario di Lourdes a Bang Nole Khuek

Nei giorni 15 e 16 luglio scorso., a Bang NokKhuek, nel Vicariato Apostolico di Ratburi affi-dato ai Salesiani in Thailandia, fu solennementecommemorato il Centenario di Lourdes, presentiMons. Giovanni Gordon, Reggente della Delega-zione Apostolica di Thailandia e Malesia, e diS . E . Mons . P . Carretto, Vicario Apostolico . Trale altre manifestazioni ci fu la benedizione diun'artistica Grotta di Lourdes, con processioneeucaristica e benedizione dei malati . Fu quellauna imponente manifestazione di fede e di amorealla Madonna, alla quale i cattolici del luogo chie-sero protezione contro il flagello del colera che inquei giorni imperversava in Thailandia. I dati

TOKYO - Don Liviabella con " Domenico Savio ShibayamaTatsuo ", vicepresidente del " Club Domenico Savio ",

ardente imitatore del Ragazzo Santo .

SANTA FOSCA DI CADORE Convegno giubilare dell'Associazione Gioventù MissionariaSi tenne dal lo al 12 luglio . Vi presero parte Giovani Agmisti scelti (lei Gruppi A . G . M . organizzati nelle Compa-gnie dei Collegi e Oratori salesiani d'Italia . Il Convegno fu aperto dal Rev.mo Ispettore Don Michelangelo Fava,che lesse e commentòla lettera del Papaper il 500 dell'A .G.M.Sua Ecc. Mons . Mi-chele Arduino, suc-cessore del fondatoredell'A . G . M. Monsi-gnor Versiglia marti-rizzato in Cina, tennela commemorazioneufficiale. La presenzadi giovani SalesianiGiapponesi, Cinesi eIndiani e apparte-nenti alla Chiesa delSilenzio, accrebbe in-teresse al convegno .Onorarono le adu-nanze il Rev .mo Mon-signor Silvio Beltrami,Direttore nazionaledelle Opere Pontifi-cie Missionarie, e ilRev.mo Don ModestoBellido, rappresentan-te del Rettor Mag-giore ; svolse l'ultimotema l'avv. G . A . Bru-sa, Presidente Inter-nazionale delle Com-pagnie della GioventùSalesiana.

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ufficiali riportavano che le vittime avevano giàsuperato il migliaio con oltre 8000 colpiti . « Danotare - scrive S . E. Mons . Carretto - che finoral'unico caso di morte tra i cristiani del Vicariatofu quello di una donna apostata. I Legionari diMaria l'avevano assistita invitandola a ritornareal Signore, ma essa aveva resistito . Ho insistitoperchè tutti portino la medaglia dell'Ausiliatriceal collo: la Madonna ci ha scampati tutti » .

Altra manifestazione che creò un'atmosfera digrande fervore in Seminario fu la PeregrinatioMariae tra i Seminaristi, promossa per far lorosentire più viva la presenza e l'intervento dellaMadonna nello svolgimento della loro vita dicandidati al sacerdozio .

La Scuola di Haad Yai è considerata unmiracolo della Madonna

Tutte le tappe dell'opera « Thidanukhro » affi-data alle Figlie di Maria Ausiliatrice in Haad Yai,sono segnate da una data della Madonna. La scuola'Thidanukhro in Haad Yai, ultimo centro commer-ciale della Thailandia, al confine della Malesia,ebbe inizio nel 1950. Prima sede fu un anticoalbergo, poi ospedale, adattato a scuola. Due

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AFRICA PORTOGHESEI

Da sei anni ai Figli di Don Bosco èaffidata la direzione dell'Istituto Mou-zinho de Albuquerque da Namaachain MOZAMBICO. In questi sei anniil collegio è divenuto uno dei piùstintati di quella provincia portoghesed'oltremare. Quando i Salesiani nel1955 presero la direzione dell'istituto,vi trovarono solamente quattro classielementari, finite le quali gli allievidovevano lasciarlo proprio quandoavevano maggior necessità di assi-stenza e di formnazione . Oggi agliallievi dell'Istituto sono aperti anchecorsi professionali . S . E. Mons. Fer-nando Cento, Nunzio Apostolico, inuna sua recente visita lasciava scritto :« Con la naia paterna benedizione,perchè - la provvidenziale Opera sale-siana, elio tanti buoni frutti ha datoin questa Casa, prosperi sempre più » .

i ARGENTINA i

Il venerando e benemerito Don LuigiPedemonte, che fu per lunghi anni

s4^nore siamesi, una fervente buddista e l'altraprotestante, furono gli strumenti di cui Dio siservì per aprire la via alle Figlie di M . A. inquesta città . Fabbricato e cortile della scuolaoccupavano 2000 metri quadrati, e in quello spaziovissero strette strette più di 300 bambine, fino al

Superiore di varie Case salesiane eIspettore nell'Argentina, ha celebratoa Bernal la sua Messa di diamante,festeggiatissimo dai confratelli e dainumerosissimi ex allievi e ammira-tori dell'Opera Salesiana in Argen-tina. Don Luigi Pedemonte è natoa Buenos Aires nel 1876, entrò afar parte della Famiglia Salesiananel 1888, anno della morte del Fon-datore della Società Salesiana, e ancoroggi lavora con energia giovanile .

I BRASILE I

A suggello della campagna per levocazioni sacerdotali indetta que-st'anno nell'Ispettoria del BrasileNord, è stata solennemente celebratala Messa di Diamante del salesianoDon Stefano Giorgi . Nato nel 1872in Italia, Don Giorgi venne ordinatosacerdote in Francia. Fu successiva-mente Direttore della casa di Mar-siglia, vice-direttore a Utrera (Spa-gna), direttore a Siviglia e Ispettere.Tornò quindi direttore in Barcellona,poi Visitatore Apostolico di una

Congregazione di Suore in Francia,Direttore dell'Istituto Teologico inSpagna, Visitatore in Portogallo efinì per andare a lavorare in Bra-sile .

I GERMANIA

Il più grande circo tedesco, com-posto di 300 uomini, che dal 1956ha anche il suo « parroco », portanei suoi carrozzoni alcuni quadrisacri davanti ai quali noti pochi ar-tisti, prima di entrare nell'arena peril loro « numero », dicono una pre-ghiera. Una targa ha un posto dionore in questo e in altri circhi :quella che raffigura Giovannino Boscoche cammina sulla corda per tenereallegri i suoi coetanei. Così S . Gio-vanni Bosco è venerato in Ger-mania, Olanda, Austria e Svizzeraanche come patrono degli artisti deicirchi .

LIAPPONE

Un valido sussidio per l'apostolatocattolico rappresenta la traduzionedel Nuovo Testamento in giapponesemoderno. Della nuova traduzionesono già state vendute 150.000 copie.Esisteva una traduzione del NuovoTestamento in « bungo », cioè ingiapponese classico . Nel 1930 isalesiani curarono una traduzionedei Vangeli nella lingua parlata

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giorno in cui la Madonna non diede il via permète più importanti . L'il febbraio 1954 si con-chiuse l'acquisto di un grande terreno di oltre5 ettari . 11 24 luglio 1957 con la benedizione dellaprima pietra incomincia la costruzione della nuovascuola. Il 24 maggio 1958 la scuola è già pronta

moderna, che differisce alquantoda quella classica, non sempre difacile comprensione per il popolo .Nel 1950 il nostro Don FedericoBarbaro pubblicava i quattro Van-geli tradotti in giapponese modernoe tre anni dopo tutto il Nuovo Te-stamento . Egli ha intrapreso la tra-duzione completa di tutta la Bibbia.

I ITALIA i

Il Consiglio Comunalevale di ROMA haapprovato recentemente il piano re-golatore che riguarda In zona peri-ferica ai Prati Fiscali, dove sorgeràil nuovo Pontificio Ateneo Salesiano,destinato ad accogliere studenti sa-lesiani di tutto il mondo. Questa,università di studi, com'è noto,attualmente ha sede a Torino.

II 5 agosto ti . s. LA VALLE AGOR-DINA (Belluno) paese natio del sa-lesiano Don Giacomo Mezzacasa, havoluto perpetuare nel marmo il ri-cordo del grande Salesiano, del qualeil nostro Don Nicolò Loss tenne unabrillante commemorazione, celebran-done, alla presenza di S . E. Mon-signor Vescovo e delle Autorità, levirtù e meriti come maestro straor-dinariamente erudito nelle scienzebibliche, come scrittore facile e po-polare e soprattutto come sacerdotericco di bonaria semplicità congiuntaad una grande bontà d'animo .

S. Domenico Savio è ormai di casaa NEMBRO, grossa borgata dellaValseriana, in provincia di Bergamo.La scolaresca del M .0 Rizzi ha vo-luto intronizzarlo sopra la cappel-letta dell'Annunciazione sulla pub-blica piazza e all'inizio della Via S . le-sus. Autorità religiose e civili hannovisto, ma nessuno ha proibito. Dal-l'alto Domenico Savio sorride a tuttala Lunghissima contrada, dal fondodella quale si vede assai bene . 1piccoli passando chiedono alle mam-me chi sia. A questo modo fanno laloro prima conoscenza col « grandepiccolo Santo », al quale mandanobaci e preghiere . . .

IMESSICO IAll'inizio del nuovo anno scolasticonella città di QUERETARO è statabenedetta e inaugurata la prima aladel collegio salesiano che sorge pressola chiesa pubblica e l'oratorio festivoaperti due anni or sono. È un belfabbricato di due piani, lungo 45 in.Alla presenza di molte illustri per-sonalità il Direttore salesiano chia-mò quell'opera «miracolo di fedee di bontà », dovuta soprattuttoal gran cuore di un vero amico diDon Bosco, Mons . Marciano Ti-naiero y Estrada, degnissimo Ve-scovo della città, mancato nell'ot-tobre 1957 .

BANG NOK KHUEK(Thailandia)

(da sinistra)

• I piccoli seminaristi,attorno alla statua del-l'Immacolata, sfoderano ilpiù sfavillante e limpidodei loro sorrisi .

• Inaugurazione dellaGrotta di Lourdes a BANGNOK KHUEK (Thailandia)- Sua Ecc . Mons . PietroCarretto vi celebra la pri-ma Mesa .

per l'inaugurazione . Otto anni di lavoro delleFiglie di Maria Ausiliatrice ad Haad Yai le ave-vano rese parte integrante della vita delle famiglie,che vedevano nella scuola della Missione la loroscuola, nelle Suore gli angeli dedicati al benedelle loro figliuole .

SPAGNA

In EL BONAL, Puertollano, provinciadi Cindad Real . è stata aperta unanuova Scuola professionale-agricola.Fondatori della Scuola sono donnaMaria de la Coneepcion Na rvaez yUlloa e il suo sposo, sig . Narcisode 7ulaeta y Martos, Marchese diAlava, che hanno messo a disposi-zione della Congregazione Salesianala loro bella e vasta tenuta di EI Bo-nal. 1,, pure loro desiderio che partedei beni che si ricavano da questatenuta si impieghino nella costru-zione dell'Istituto teologico salesianodi Salanutnca, che si chiamerà « Teo-logato Salesiano Immacolata Con-cezione » per ricordare la munificadonatrice.

In LA ALMUNIA DE DOSA G0-DINA (Saragoza) ha avuto luogol'inaugurazione ufficiale della Scuolaprofessionale salesiana, magnifico edi-ficio dalle linee sobrie ed eleganti,che l'Ispettoria Tarragonese ha apertoalla formazione degli aspiranti coa-diutori salesiani . La nuova opera èdovuta alla nnnilicenza dei sigg . Te-resa Castillo Cerdan e Giovanni Her-nandez Laviaga, che dal Cielo avrannoammirato la bella realtà dell'operatanto vagheggiata.

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~ LLEM!SW1.àlO

"Confidate ogni cosain Gesù Sacramentatoe in Maria Ausiliatricee vedrete che cosa sonoi miracoli . . . "DON BOSCO ai primi

missionari salesiani

Viaggio tra i Boro nella Valle del Bramaputra

IDY S . E . MONS. STEFANO FERRANDO

In questi ultimi mesi ho avuto il piacere di benedire l'opera« Auxilium » delle Figlie di Maria Ausiliatrice e sei nuove cappelle .

« Auxilium » sorge su bella e dominante posizione a 2000 metrisul livello del mare e comprende la casa ispettoriale, il noviziato,la scuola esterna e l'oratorio festivo . È un nuovo centro cattolicoalla periferia di Shillong. La scuola è già frequentata da 400 fanciulle .E il terzo noviziato che si apre in Shillong. Le vocazioni, tutte in-diane, sono già in numero consolante . Il lavoro missionario, se nonfosse fiancheggiato dall'opera delle Suore, sarebbe incompleto .«Auxilium » con i suoi imponenti fabbricati, già pulsanti di atti-vità salesiana, è un nuovo centro che irradia luce con speranze displendido avvenire . In questi ultimi anni anche nel Nord Indial'opera delle Figlie di Maria Ausiliatrice si estende in modo me-raviglioso .

Le sei cappelle furono costruite dai neofiti con sacrifici di de-naro e lavoro. Soffrono la fame pur di avere la cappella in mura-tura. Due sono dedicate a Maria Ausiliatrice . La prima è situatasulle colline Khasi nel villaggio di Nongbah e può contenere circa1000 persone. La seconda sorge a poca distanza dal Bhutan, terraproibita, là dove, sul limitare del piano che il Bramaputra irriga,cominciano le prime pendici dell'Himalaya. Fu costruita comeatto di ringraziamento alla Madonna di Don Bosco nel giubileo diargento della Missione fra i Boro .

I Boro appartengono a una tribù tibetano-birmanese che invase lavallata del Bramaputra prima dell'èra volgare fondandovi regni po-

Casa Ispettoriale " Auxilium " delle Figlie di Maria Ausiliatrice a SHILLONG(India) . Un aspetto di ordine, serenità e pace, vigilata dalla statua dell'Ausiliatrice .

tenti. I ruderi di palazzi, archi,ponti di pietra, monoliti e templiparlano ancora oggi di una gloriache fu. I regni crollarono sotto icolpi di altre invasioni e il lo-gorìo del tempo. Ma i Boro nonperirono ; forti cellule sopravvi-vono nella vallata conservandolinguaggio e folklore. MoltiBoro hanno abbracciato l'In-duismo, ma la maggioranza èancora animista, perciò menorefrattaria a ricevere la buonanovella. Le danze, i canti, lefeste per celebrare la primavera,il raccolto, i principali eventidella vita, sono il retaggio cul-turale della tribù . Hanno unaorganizzazione sociale forte cheli tiene uniti . Le donne tessonola stoffa che le ricopre. Già dibuon mattino quando il maritova al campo, la donna borosiede al telaio e tesse aiutatadalle figlie. Tutto è primitivonella lavorazione, proprio comemille anni fa, ma la donna borocanta felice nella pace e tran-quillità della capanna. La stoffaviene tinta con sgargianti co-lori, che estraggono dalle piante .

Accompagnato da Don Morrae Don Subizureta, andai tra iBoro per benedire la cappelladi Maria Ausiliatrice. La jeepche va ovunque e non conosceintoppi, arrivò sul posto dopocorse pazze per risaie e sentieripolverosi . Nei traballamenti ri-cordavo tempi lontani . . . Perraggiungere un villaggio boroviaggiammo tutta la notte sucarri trainati da bufali . Il carroboro, composto di lunghi palidi bambù, non offre un lettosoffice . A mezzanotte scoppiòun furioso temporale con ro-

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vesci di acqua e grandine . Ran-nicchiati l'un contro l'altro,sballottati in tutte le direzioni,ascoltavamo le litanie dell'au-tomedonte, che rimproverava,esortava, inveiva contro i ca-pricciosi bufali, finchè alle novedel mattino la volata finale eirresistibile ci avvertì che era-vamo arrivati al traguardo . Siera inzuppati di acqua fangosa,con le ossa rotte, ma salvi . Versosera la pioggia cessò, ma iltuono verso i monti brontolavaancora e il vento soffiava forte .Le tenebre scesero fitte . Mentresi era radunati in preghiera, sisparse la voce che elefanti sel-vaggi erano penetrati nel vicinobananeto . I Missionari si con-sultarono coi capi del villaggioe io mi recai nella capanna ve-scovile . Non tardò molto che ra-gazzi spaventati irruppero den-tro. Un elefante, il più terribile,si avvicinava sempre più . Alcuni coraggiosi cercarono dispaventarlo con torce accese ;ma era fare un buco nell'acqua .Si udiva il rumore causato dalloschianto dei tronchi di bananoche l'elefante rompeva con laproboscide . . . Fu una notte dicontinua veglia con fuochi disbarramento per tenere a de-bita distanza il poco graditovisitatore. Al sorgere del soleil pericolo scomparve e dopodue notti insonni non ci rima-neva che incominciare il lavoroapostolico con altre notti in-sonni in vista . Mi commossinel sentire i Boro invocare emagnificare il Signore nella lorolingua. Quante lingue diversecantano le lodi del Signore inquesta cara Assam

1 Boro erano felici perchè unodei loro più cari sogni diventavauna realtà . Nel congresso cheseguì la benedizione della cap-pella il Catechista capo cosìparlò: « Venticinque anni orsono i primi Boro ricevetteroil battesimo nella chiesa catto-lica. Ora i Boro cattolici sonocirca 2000. Ma ahimè, non ab-biamo ancora un sacerdotenostro, non abbiamo scuoleboro, e non godiamo i benefìcidi una missione organizzatacome in tante altre parti del-l'Assam. Noi mai dimentiche-remo i nomi dei primi Padri che

gettarono la semenza e lavorarono con il più grande eroismo .I nomi di questi pionieri sono Don Scuderi, Mons . Marengo,Don Alessi, Don Bonomi . . . Ma il loro passaggio fu troppo rapido .Anche il diavolo dovette essere molto arrabbiato perchè tantiostacoli e tormente minacciarono spesso di stroncare la pianticelladella chiesa boro . .. Noi però crediamo fermamente che il buonDio ci vuole ancora molto bene . È la festa di oggi che mi spingea proclamarlo . È vero che con i nostri capricci, interminabilidiscussioni e caparbietà abbiamo dato ai missionari non pochi di-spiaceri, perchè noi siamo come i bambini e abbiamo i difettidei bambini ; ma come figlioletti amiamo i padri dell'anima nostraimmensamente, e siamo anche disposti a morire per quella fedeche ci hanno insegnato . La speranza oggi rinverdisce nei cuoriboro » .

Queste parole nella loro cruda espressione, rivelano la lungacatena di insuccessi, di disappunti dovuti a difficoltà enormi controcui si infransero come onde contro scogliere gli sforzi generosi dieroici missionari. Ora l'Induismo, facilitato dai mezzi moderni,come marea travolgente, si avanza per assorbirli. In tal caso sue-

Mons . Stefano Ferrando festeggiato dai suoi più cari diocesani : i giovanipupilla degli occhi di Dio .

cederà per i Boro come per tanti altri : cadranno nello stato di in-differenza, insensibilità, immobilità verso il cristianesimo ; e Diosolo sa per quanto tempo . L'ora della conversione non è come ilflusso e il riflusso del mare che va e viene . Guai a lasciarla pas-sare. Questo è il dolore del missionario: vedere tante possibilitàe trovarsi così debol , per mancanza di personale .

Ma disse bene il catechista boro : « Dio ci ama e non ci ab-bandonerà».

Quale promettente campo! Qui non si lavora fra tribù primi-tive, ma fra una razza che vive da secoli nella pianura a contattocon l'elemento ariano, e che è riuscita a influenzare le altre genticon cui venne a contatto . . . I Boro, una volta abbracciata la fedecristiana, potrebbero essere come il lievito che solleva la massanella valle del Bramaputra, ove l'Induismo è come un masso gra-nitico ancora intatto .

Questi erano i sentimenti dei missionari mentre la campanadella nuova cappella suonava a distesa come dolce invito a tuttidi entrare . I Boro, e con loro altre tribù, si recavano a cantare lagloria del Signore.

>ji STEFANO FERRANDOVescovo di Shillong

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Un impressionante documento della violenza delle rapide nel Rio das Mortes :

ecco i pericoli che minacciano le imbarcazioni fragili dei missionari .

Piccolo cabotaggio sul

Fu in aprile, subito dopo Pasqua . Giunto adAragar*as, incominciarono le sorprese, perchè nonsolo la « Fondazione Brasile Centrale » era sprov-vista di aerei, ma anche l'unico pilota civile perservizio pubblico viaggiava lontano nè si sapevaquando sarebbe ritornato . C'era però in vistaun camion per il giorno se-guente: il camion era a ser-vizio di una spedizione scien-tifica di Oxford-Cambridge,che si dirigeva al Rio dasMortes ; ma vi era postoanche per noi . Da Barra aXavantina sono quasi zoo km . che normalmente sifanno in sei ore quando il tempo è galantuomo ;in quella settimana però era piovuto a dirottoe allora non c'è mestiere più ingrato che quellodi autista nel Mato Grosso. Le prime leghe fi-larono a 5o ; poi si scontò tutto con affondamentia ripetizione che rubarono ore e ore . Per fortunale due jeep degli inglesi non ci perdevano di vistae pazientemente tornavano indietro per tirarci . . .dal pelago alla riva .

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DI DON GUIDO BORRAgià Ispettore nel Mato Grosso e oggiMembro del Capiio7o S:tbc

Così passarono due giorni per giungere a Xa-vantina: è questa un abbozzo di cittadina-can-tiere che serve di base alla Fondazione BrasileCentrale con modeste ma belle case in muraturaben disposte attorno alla vastissima piazza, sullasponda destra del Rio das Mortes . Il luogo un

tempo era dominio dei Xa-vantes che ora, sospintidalla civiltà, si sono ritiratioltre il fiume; ma questoè ancora il confine fra ilinondo civile e gli Indi . Unarotabile di circa 40o km.

parte di qui in direzione di Santarém e Ma-naus nell'Amazzonia tagliando la foresta : aprirevie di comunicazione nell'interno è la finalitàdella Fondazione Brasile Centrale per evitareil lungo giro delle coste e garantire la sicurezzanazionale .Anche a Xavantina non vi era l'ombra di

un aereo e la nostra imbarcazione, non a-vendo ricevuto avviso, era rimasta a S . Te-resina .

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La barca investita dall'onda affondòMa vi era una piccola canoa motorizzata che

l'indomani sarebbe scesa a Capitariquara, a mezzocammino per S. Teresina; ne approfittai perchèera l'unico mezzo che mi offriva la Provvidenza .Eravamo quattro passeggeri con poco carico, mala barca aveva un equilibrio molto instabile .Viaggiava con noi uno studente desideroso diavventure e di conoscere il Rio das Mortes . Tuttoandò bene il primo giorno; la sera sbarcammoa Capitariquara . Ma il giorno dopo, saputo cheio proseguivo per S. Teresina, lo studente nonvolle perdere l'occasione . Erano già passati i duepunti più pericolosi ed emozionanti del rio e siprofilava vicina la terra di S . Teresina, quandoper nostra sventura affiorò dall'acqua presso lasponda sinistra un cerbiatto che seguiva paci-fico la corrente con la bella testa fuori dell'acqua .Il nostro studente, a quella vista, balzò da poppaa prua con rivoltella in pugno per far bersagliosul cerbiatto, il quale . . . scomparve sott'acqua .Nella canoa, perduto l'equilibrio, entrò unaprima onda; io avevo un bel dire che la barcaminacciava di affondare, mentre mi affannavoa gettar fuori acqua ; il motorista completò ladisgrazia dando una virata brusca a sinistra : fuil disastro . La barca, non sopportando più il pesodella nuova onda che l'investì in pieno, scese,con vari metri d'acqua, in fondo al letto e sirovesciò su se stessa . Fu questa la nostra fortunaperchè, liberatasi del carico, affiorò la prua,mentre la poppa per il peso del motore pescavanel fondo . Mai in vita mia mi ero preoccupatodi imparare a nuotare; quello che accadde in queipochi minuti non lo saprei dire : ricordo solo cherimasi tranquillo anche con l'acqua alla gola ein gola, pensando all'Angelo Custode e alle animedel Purgatorio, perchè avevo finito allora di direil rosario . Quando, annaspando, mi trascinai sulcasco della prua, vidi solo il iotorista : «E, glialtri due? » chiesi; rispose che erano già in salvoa nuoto sulla sponda sinistra .

Per fortuna nostra, dall'altra parte del fiumevi era una capanna ; alle grida del motorista ac-corse subito un barcaiolo ; quella vista ci rassicuròe ringraziai il Signore che mi aveva salvato lavita, anche se avevo perduto tutto: la borsa conil breviario, i registri e i documenti dell'Ispet-toria, ecc . Ma la grazia fu completa; un cinquantametri a valle ecco una borsa a fior d'acqua, chescendeva come la cesta di Mosè : fu la primacosa che si salvò e non fu l'unica, perchè salvammoanche i galleggiarti bidoni della preziosa benzina .

Eravamo vicini a S . Teresina, ove giungemmoa remo, aiutati dalla corrente, all'ora del pranzo .Sulla sponda un formicolio di Xavantes con ilpiatto ricolmo . Mai ci avevano visti arrivaretanto silenziosi . I confratelli intuirono subitol'accaduto. A sera, alla «buona notte», ricordaiper associazione di idee i pericoli passati: nel'48 cadendo dal cielo con un aereo che si perdettenella foresta; nel '52 cadendo a terra con fratturàdel femore; ora nel '58 sperimentando l'acqua . L'in-domani la S . Messa fu un inno di ringraziamento .

La Missione di S. TeresinaDimenticate le avventure di viaggio, ero felice

di trovarmi a S . Teresina . Tutto era pronto : casenon più di pali, rami e fango, ma in muratura conintonaco, pulite e bianche, con porte e finestre,luce elettrica e acqua . Che si poteva esigere dipiù in una missione di prima linea, a due passidal villaggio dei Xavantes? Dunque anche leFiglie di Maria Ausiliatrice potevano venire sen-z'altro : era questa la nostra grande attesa .

I nostri Xavantes sono oltre 200 e come sidistinguono da quelli che non appartengono allenostre missioni! Con vestiti succinti ma decenti,sanno salutare e sorridere ; nel cortile della mis-sione ruzzolano sempre gruppi di bimbi che glid'anno l'aspetto di un oratorio o di un giardinod'infanzia . All'ora del lavoro si formano due otre turme con un salesiano a capo e tutti si pre-stano volentieri perchè sanno che con il lavoroviene il vitto e tutto -il resto . La paga consistein ima schedina di vario colore e valore con cuiessi comprano al magazzino della Missione ciòche è di loro gusto : così si educano al lavoro eal risparmio . Sono essi che in lunghi giorni esettimane hanno preparato il campo per l'aereo,campo inagnifico di quasi un chilometro, collau-dato subito dalla Base di Campo Grande, che ognisettimana fa il giro delle Missioni con enormevantaggio per la vita e lo sviluppo delle stesse .

Intanto i nostri tre passeggeri non perdettero

Due piccoli Xavantes, i primi presentati nella capitaledel Brasile, posano ai piedi della colossale statua delRedentore che domina la città dall'alto del Corcovado .

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il tempo; smontato e montato il piccolo motoreche era affogato più di noi, non seppero darglivita: a secco cantava, ma sceso in acqua taceva .Per fortuna avevamo a S. Teresina il nostro mo-tore con barca: abbinate le due imbarcazioni,due giorni dopo ritornammo a Xavantina risa-lendo lentamente il Rio das Mortes .

Il sabato rg ritornai ad Aragarcas ; così la do-menica seguente ebbi modo di constatare che lanostra piccola cappella di Barra do Garcas incerte ore minaccia di . . . scoppiare. Le Suore hannopiù di 6oo alunne e la cappella fu fatta per uncentinaio: si spalancano porte e finestre facendouna sola cosa tra chiesa e piazza .

Le Figlie di Maria. Ausiliatrice vi lavorano dalprincipio del '56 ed è tanto il bene operato nellatrasformazione della città che alla loro scuolaaffluiscono anche da Aragarcas, e quando passail sacerdote, bambini e bambine salutano con il« Sia lodato Gesù Cristo » .Lo stesso giorno partii per Meruri ; nel cielo

delle missioni i piccoli teco-teco ora svolazzanocome farfalle ; non vi è ,fazenda che non abbia ilsuo campo: l'aviazione è un fattore fondamentaleper lo sviluppo del Brasile, dove le distanze sonoimmense .

La nuova Missione dei S . MarcosAccampati a una lega da Meruri vivevano da

un anno circa 25o Xavantes; ma per due tribùche furono sempre nemiche, Bororos e Xavantes,una lega è troppo poco per evitare eventuali at-triti e risse ; anche se queste non avvennero, nonmancò l'invidia e la gelosia . Era dunque conve-niente allontanarli . I Xavantes accolsero la de-cisione con allegria e lo stesso giorno iniziaronola marcia verso il S. Marcos aprendo nella forestauna bella strada di sei metri . Il S. Marcos è unaffluente di destra del Rio das Mortes, ingrossatoverso la foce dal Boqueirào: in queste terre fer-tili, irrigate da abbondanti acque, era fissato ilfuturo villaggio dei Xavantes . La strada fu ter-minata il 23 aprile ; il giorno seguente la Messache si celebrò nella nuova sede fu in ringrazia-mento del io anniversario dei Xavantes a Merurie nello stesso tempo atto di fondazione del nuovovillaggio « Don Rinaldi » trasportato al S . Marcos.

Anche qui fu cura degli Indi far subito il campo :ai primi di giugno i piloti di Guiratinga davanogià notizie consolanti della nuova missione; perora tra questi 25o Xavantes che stanno siste-mandosi, lavorano solo due Salesiani .

I Xavantes di SangradouroSangradouro, già colonia di Bororos, è ora

missione di Xavantes ; vi giunsero il 24 febbraiodel 'S7 in una trentina ; ora passano i Zoo e,cosa notevole, dal primo giorno che vi giunsero,i piccoli dai io ai 14 anni entrarono volonterosicome alunni interni, ciò che non avvenne con iBororos. L'adattamento fu rapidissimo, per nondire istantaneo, avendo essi un istinto mirabiledi imitazione e un desiderio evidente di elevarsial livello dei civilizzati .

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111 villaggio dei Xavantes dista meno di un chi-lometro dal centro della Missione: donne e ragazzeXavantes affluiscono a tutte le ore alla casa delleSuore dove lavorano, ricevono vitto e vestito eapprendono il cucito e i lavori domestici .

Mentre Don Albisetti e Don Venturelli stannostampando l'Enciclopedia Bororo, monumentoletterario che ricorderà ai posteri quanto DonBosco ha fatto per la tribù dei Bororos, nellalingua xavante muoviamo i primi passi . Ungruppo di zelanti chierici missionari del nostroIstituto Teologico di S . Paulo-Lapa ha già lan-ciato la prima grammatichetta e dizionario por-toghese-xavante, distribuiti ai centri interessati .

Il cuore che essi hannoFra i Xavantes interni, due furono scelti nel

maggio del 1957 per essere condotti a Rio deJaneiro in un viaggio di propaganda : è facileimmaginare il successo nella città cosmopolita,quando i due ragazzi si presentarono alle auto-rità, nelle redazioni dei giornali e alla televisione .L'anno scorso in luglio, quando giunse al MatoGrosso il Rev .mo sig. Don Ziggiotti, un gruppoda Sangradouro andò a Cuiabà per dargli il ben-venuto ed eseguire alla sua presenza le danzeritmiche accompagnate dai canti tradizionali .

Quando quest'anno giunsi a Sangradouro, laprima cosa che mi domandò un nostro Xavantefu: « E Padre Renato come sta? » . Il sentimentodella gratitudine, che si può dire sconosciuto fragli Indi, è una nota simpatica dei Xavantes .

Aperta la nuova missione di S . Marcos, occor-reva un confratello coadiutore in aiuto all'unicosacerdote. Ma dove trovarlo a metà anno? LaProvvidenza ci pensò : ecco che, giunto a CampoGrande, trovo una lettera del confratello Adal-berto, che era l'incaricato dei Xavantes di San-gradouro: chiedeva con insistenza di essere in-viato al S. Marcos: era la soluzione desiderata .Due settimane dopo, lo stesso mi scrive daMeruri essere in cammino per S . Marcos, ma . . .sperare che il Signore non gli rinnovi la scenadell'addio dei suoi piccoli Xavantes di Sangra-douro, i quali, saputo della partenza del loroassistente, con alte grida e pianti gli si eranogettati addosso supplicandolo che non li abban-donasse . Ce ne volle per calmarli e per dire loroche andava vicino, fra altri Xavantes come loro .

Questo il quadro del nostro lavoro fra i Xa-vantes; sul Rio das Mortes stiamo movendo iprimi passi, ma è impressione comune che laProvvidenza ci prepari una messe consolante ._

Le nappe del Brasile segnano presso S . Teresinail « Barranco dos Martires », dove furono truci-dati Don Fuchs e Don Sacilotti . Ma i nostri duesi erano spinti ben più lontani; conserviamo duelettere di Don Sacilotti scritte da Mato Verdea lapis e con linee da febbricitante: è il limiteestremo della Prelazia . Questi punti segnano pernoi le direttrici di marcia tracciate con la febbredegli apostoli e con il sangue dei martiri .

Sac . GUIDO BORRA

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FRAMMENTIdi tradizioni bibliche

tra i ChamacocosIl generale Beraief, seduto su di un banco,

mi parlava delle' sue esplorazioni nel Chaco .I Moros? Da quanto tempo io desideravo av-

vicinarli, ma mi sfuggivano . Il generale inveceli conosceva, sapeva molto sul conto loro : cheabitano toldos quasi invisibili ; che amano tatuarsicon colori splendenti ; che vivono in zone con al-beri di poche foglie piccole, tutte spine, prividi ombra. Non hanno proprietà personali; li co-manda un cacico e li domina il brujo, lo stregone .Ma sono creature allegre, immensamente allegre(così assicurava il generale Beraief, paraguavano,anche se il suo nome è di ascendenza russa) .Hanno l'astuzia di costruire e tracciare stradeche sono difficilmente scopribili, piste fantastiche,ben fatte . Usano ogni mezzo per nascondersi .Con i canini del cinghiale lavorano il carandà,un legno che è più duro del quebracho, da cuisi ricava il tannino. Non conoscono i metallipreziosi, come l'oro e l'argento . Si depilano lafaccia, ma i capelli li lasciano crescere lunghi e liannodano dietro la nuca . Quando li sciolgono, èsegno che è arrivata la vecchiaia .

Ebbi modo d'imparare molte cose dal generaleBeraief ; ma ora finalmente ho potuto avvicinarei Moros per mezzo di un indietto catturato daalcuni bianchi nella foresta . L'indietto è sim-patico, gioviale, assai affezionato .

Quando ci lasciammo dal nostro colloquio eda quello scambio prezioso di informazioni, guar-davo l'immensa selva ritagliata nelle prime te-nebre contro la luce delle stelle .

Poter raggiungere e portare a Cristo queglisfuggenti e inafferrabili Moros!

Ricordai una frase del Breviario (le espressionidel Breviario sono tanto belle e confortano assai

(paese ette- Vai.00Gli indi Xavantes sono forse tra

i popoli più primitivi del mondo .Mi trovavo a Sangradouro quando

giunsero i primi Xavantes in quellaColonia : i ragazzi cominciaronosubito a familiarizzare coi civi-lizzati. Stavano giocando insieme,quando da un mucchio di fienoscappò fuori un topo enorme . Icivilizzati l'ammazzarono imme-diatamente e stavano per gettarlonel fiume, quando i Xavantes siopposero . Presero il topo, acceseroun focherello, l'arrostirono così comeera e se lo divorarono con gusto .Qualche ora dopo si avvicina a me

un bel giovanotto chavante congrandi foglie tra le mani e mi dice :« Auen sauidi : i Xavantes sonoamici: prendi, è tuo » e mi offre convera amabilità, posti sulle foglie, al-cuni lombrichi, di cui essi sono avi-dissimi, e m'invita a mangiarli .

Le buone Figlie di Maria Ausi-liatrice il 4 maggio u . s . aprironouna casa a S . Teresina, sulle rivedel Rio das Mortes. Quella comu-nità di Suore (sono tre, ma valgonoper sei e più) è una incredibile be-nedizione . Ho visitato quella Mis-sione in questi giorni. Le Suore di-vennero subito simpatiche alle donne

spesso nella dura fatica) : «Cristo vi ha strappatodalla potestà delle tenebre e vi ha immesso nelsuo regno di luce . . . » .

Se anche per i Moros avvenisse così! E quandosarà quel giorno?

Cominciai intanto il mio apostolato nella zonapiù prossima ai Moros e venni a contatto con iChamacocos. I Chamacocos hanno una tradizionedi memorie confuse, leggendarie, con un pizzicodi verità .

Raccontano per esempio questa storia, a spie-gazione del male che è nel mondo .

«Ci fu un tempo in cui i Chamacocos vivevanocontenti. Avevano sempre in bocca il sapore dellatte e il vento fresco fra i capelli ; i loro piediscalzi strisciavano piacevolmente sulla terra . Gli

CHACO PARAGUAYOIndio makkà con piume, monili e orecchini di legno .

Xavantes . Giorni fa queste vollerodimostrare il loro riconoscente af-fetto alla Direttrice e le offrirono,ben avvolta in foglie (loro unicopiatto), una bella nidiata di topo-lini appena nati, perchè se li man-giasse. La buona Suora, con finepsicologia, accettò l'offerta con il piùbel sorriso, ma si riservò di man-giarli più tardi con la comunità! . . .Però i Xavantes imparano subitoad alimentarsi come noi e con cheappetito! Così speriamo, attraversole vie dello stomaco, di arrivare alloro cuore e alla loro intelligenzae portarli a Cristo .(Da una lettera di S . E. Mons . CA-MILLO FARESIN, VeSCOVO miSSiO-nario salesiano) .

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uomini si passavano di bocca in bocca una strana profezia : " Guaise una donna va nella foresta " . E stavano attenti perchè nessunadonna ci andasse . Ma una riuscì a evadere . S'inoltrò nella selva .Il bosco era pieno delle risate dell'acqua cascante e del crepitaredelle foglie. All'improvviso da un albero si levò una voce : "Ehi,donna, vuoi essere felice? " . La donna, spaurita, ebbe un brivido escivolò via. Raccontò tutto alla vecchia mamma . " Non tornare,figlia mia "1 l'avverte la madre . Ma al mattino sentì più pungenteche mai la nostalgia della foresta, con tutte quelle risate dell'acquacascante . Ritornò silenziosamente nella selva e a un tratto la stessavoce si levò dall'albero : " Ehi, donna, vuoi essere felice? " . " Sì "rispose incautamente la giovane e si avvinghiò a quell'albero dallavoce canterina . Di colpo si trovò brutta, infelice, scontenta . Le erasparita dal cuore la gioia . Tornò a casa e trovò il paese in liti-

Donne angaites (Chaco P.), sorridenti e allegre, sapete perchè? Hanno messo i lorovestiti più belli e cappellini di piume così eleganti da far gola ai negozi di alta moda,

gio. Tutti si accapigliavano e strillavano : era entrato il peccato nelcuore degli uomini » .

Non ci sono forse dei frammenti biblici in questo racconto deiChamacocos?

Quei selvaggi mi parlarono spesso di un grande diluvio che tantisecoli fa si rovesciò sulla terra ; una coppia di Chamacocos, maritoe moglie, per salvarsi si calò in un pozzo profondo e abbassò il co-perchio. Le ondate dell'alluvione scrosciavano . Passarono i giorni(quanti? Non lo sanno) . Alla fine sentirono sul coperchio, che ottu-rava il pozzo, il saltellio di un passero . Avevano fatto l'orecchio finead ascoltare :- Moglie, - disse l'uomo - il diluvio è finito .

Usciamo - rispose la donna.Anche qui è facile riscoprire la vicenda dell'arca di Noè e della

colomba, benchè sfigurata dalla lunghissima tradizione orale .

Mi ricordo di un carissimo chamacoco, un certo Carlo, il primoche ebbi la gioia di battezzare. Era tristissimo per la lebbra che loaffliggeva e lo devastava. Quando gli raccontai la passione di Gesù,perdette la sua tristezza, smise di lamentarsi e di piangere per ildolore. Da allora i suoi occhi divennero sempre più belli, mentreil corpo gli si dissolveva .- Credi in Dio? - gli chiesi la sera in cui lo battezzai .- Io non credo in Dio . - Fece una pausa e si raccolse in se

stesso : - Io lo amo .Gli occhi gli si trasfigurarono di gioia. Quella notte morì .

Chamacocos e Moros : di questi ultimi, come vi dicevo, alcunibianchi catturarono recentemente il primo esemplare, un indietto,

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un certo Josè, come lo chiamaiin seguito .Josè mi vuol molto bene e

mi dice spesso: « Padre, quandoandiamo dai miei fratelli Mo-ros ? Se vieni con me, non tifaranno male» .È quello che aspettiamo e

sogniamo .Ma il Signore è paziente e

attende l'ora per tirare a sèle anime .

DON PIETRO DOTTO

missionario salesiano

Dà al Padrela più bella gallina!

I cattolici del Manipur (India-Nord) amano recitare il S . Rosario .

I Chin e i Taddo non lo recitano,ma lo cantano ; e c'impiegano unabuona mezz'ora per dirne una terzaparte . Ma sono tanto contenti, enon lascerebbero il loro Rosario pertutto l'oro del mondo . Un missio-nario salesiano ricorda la sua primavisita ad un villaggio chin sullafrontiera birmana. Quei buoni ca-tecumenì, venuti appunto dalla Bir-mania, da anni ed anni non avevanopiù visto il missionario cattolico.

Non stavano più in sé per la gioia .Un vecchietto gli disse : « Padre, ioricordo ancora le mie preghiere :senti ». E cominciò a recitare l'AveMaria. Poi continuò : « In Birmaniai Padri ci avevano insegnato a direquesta preghiera 50 volte : ci ave-vano dato anche una catenella con50 grani . . . ma sono passati tantianni. . . non l'abbiamo più e mi di-spiace, sai,-perchè faccio difficoltàa contare sino a 50 con le ditadella mano!». Allora il Missionarioestrasse il suo Rosario e glielo diede :« È questa la catenella di cui parli?» .

Il vecchietto non credeva a se stesso .« Sì - esclamava - è proprioquesta » . E la baciava con fervore;e poi se la mise al collo . « Ora nonsbaglierò più a contare le 5o AveMaria», esclamò tutto felice . Poichiamò il figlio e gli disse : «Dà alPadre la più bella gallina del nostropollaio. Guarda che cosa mi hadato! ».

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Prodigioso ritorno da morte a vitaCon la presente relazione compio un dovere

e soddisfo ad un bisogno del cuore .Mio marito era stato colpito da un complesso

di gravi malattie che lo portarono più volte inpunto di morte. Il referto medico, dopo innu-merevoli esami e radiografie, dava : grave em-piema polmonare, calcoli epatici, con altre com-plicazioni, tra cui l'itterizia e vari ascessi . Pertre mesi si somministrò all'infermo l'ossigeno enon potè deglutire altro che qualche bevanda .Ben sette professori di chiara fama si avvicenda-rono in esami, consulti e cure . Nei dieci mesidi decorso della sua gravissima infermità ebbequattro collassi tali da ridurlo in fin di vita: alprimo di essi chiese e ricevette in piena lucidità dimente l'Olio Santo. I sanitari in quelle occasioninon gli potevano prevedere che poche ore di vita .

Un giorno, tra gli altri sacerdoti, venne a visi-tarlo uno dei Superiori Maggiori Salesiani che,impartitagli la benedizione di Maria Ausiliatrice,si disse certo che la Madonna di Don Boscol'avrebbe guarito se avessimo avuto molta fedein Lei e avessimo fatto una promessa che ci co-stasse sacrificio . Mio marito, che da quasi cin-quant'anni frequenta l'Oratorio festivo di Val-docco, accolse con entusiasmo la proposta, unen-dovi anche l'invocazione di Don Rinaldi, l'amatofondatore del Circolo < Auxilium » . Già nel col-lasso mortale che seguì, ebbe a constatare lapotenza salvatrice della Vergine . Ricorrendol'anno centenario di Lourdes, promettemmo anchedi recarci' in pellegrinaggio alla Grotta santa .Molti parenti, amici e conoscenti si unironoalle nostre preghiere ; e la grazia, riconosciutaprodigiosa da quanti erano al corrente della gra-vità del male, venne completa riportando miomarito da morte a vita .Torino, corso Principe Oddone, 35

ANGIOLINA BIANCO

Rapida guarigione da grave malattia polmonareTempo fa mio marito fu colpito da t . b . c .

in tutti e due i polmoni, in forma grave . Nelmio grande dolore cercai una reliquia di S . Gio-vanni Bosco e gliela appuntai sul petto inco-minciando la novena e promettendo una veravita cristiana . Intraprese le cure mediche, sinotò subito un gran miglioramento e, quattromesi dopo, era guarito completamente . I me-dici mi dissero che si doveva attribuire ad unmiracolo se era guarito in un lampo e senza ri-

correre a interventi chirurgici . Tutti gli altri me-dici che in seguito lo hanno visitato, confermanoche si tratta di una guarigione miracolosa . MariaAusiliatrice e S . Giovanni Bosco mi hanno esau-dita prontamente e nella maniera più generosa .

(La firmataria chiede l'anonimo)

Travolto da un peso di sei quintaliLavoravo nello stabilimento SIMAT di Priolo

(Siracusa), quando fui travolto da un quadroper corrente elettrica del peso di circa sei quin-tali, che mi era piombato addosso . Fui estrattoin condizioni gravi, con un dolore atroce allaspina dorsale. Fulmineo mi passò per la menteil pensiero della lesione o rottura della spinadorsale . I soccorritori ebbero la stessa impres-sione. Mentre mi portavano all'ambulatorio, in-vocai con la fede di sempre Maria Ausiliatrice,che intervenne e mi guarì perfettamente, veromiracolo per me e per tutti quelli che hannovisto quale peso mi era piombato addosso .Priolo (Siracusa)

ARMANDO LIBERATO

Riconoscente per tre grazieNel luglio dello scorso anno mi si formò una

ferita all'alluce destro, causata da acidi urici . Aprima vista parve insignificante, ma essendo iosofferente di diabete, degenerò in una forma disetticemia cancrenosa che minacciava di esten-dersi a tutto l'arto con pericolo di amputazione .Il pericolo fu dichiarato grave, ma le nostre pre-ghiere ardenti e insistenti a Maria Ausiliatricee a S. Giovanni Bosco mi ottennero la guari-gione, che destò meraviglia in quanti conosce-vano la gravità del mio caso .

Di un altro favore sono debitore a Don Bosco .Ogni anno, per ringraziarlo della gioia di vedereil mio unico figlio Sacerdote nella sua Congre-gazione, organizzo una piccola festa in suo onore .Ero appunto intento a farne scendere dalla nic-chia la statua, quando si ruppe il grosso vetrodella nicchia e venne a colpirmi ad una tempiaproducendo un'emorragia grave ed anche peri-colosa a causa del diabete . Ma Don Bosco volleripagare generosamente il mio ossequio guaren-domi prontamente.

Sono pure riconoscente al Santo per la guari-gione da un violento attacco di tifo, dopo laBenedizione di Maria Ausiliatrice impartitamidal mio figliuolo salesiano .S. Marco in Lamis (Foggia) GIUSEPPE APOLLONIO

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Guarito da sinusite mascellare purulentaDa mesi, nonostante le cure, soffrivo di do-

lori alla regione mascellare sinistra e a periodipiù o meno lunghi si riformava un'abbondantesecrezione purulenta .

Data la natura recidiva del male, i medici miconsigliarono un intervento chirurgico .

Con tanta fede io e mia moglie iniziammodelle novene a Maria Ausiliatrice, a S . GiovanniBosco e a tutti i Santi Salesiani .

Le mie condizioni cominciarono a miglioraree all'ultima visita di controllo l'esito dell'esameradiografico, non solo dichiarò superato il peri-colo dell'intervento, ma rivelò la mia completaguarigione clinica .

Unito a mia moglie ringrazio con infinita ri-conoscenza l'Ausiliatrice, e tutti i Santi Salesianiper questa grande grazia, e per altri segni nondubbi della loro protezione .Acqui (Alessandria)

Coniugi FASCE

Bambina guarita da meningite tubercolareMaria Ausiliatrice e S . Giovanni Bosco ascol-

tarono le nostre invocazioni e vennero- in nostroaiuto quando ogni speranza umana era perduta .La nostra cara Michelina veniva colpita da me-ningite tubercolare a due anni e mezzo . I dot-tori, mentre le prodigavano le più amorevolicure, avevano ben poca fiducia di strappare lapiccina alla morte. Il male faceva soffrire terri-bilmente l'inferma ; e per noi che l'assistevamoimpotenti a recarle sollievo, era uno strazio chenon si può descrivere. In quei giorni indimenti-cabili innalzammo le nostre preghiere alla MadreCeleste e a S. Giovanni Bosco, sicuri che sa-remmo stati esauditi .

La bambina a poco a poco si riprese e guarì .Ai piedi di Maria Ausiliatrice, riconoscenti, ab-

cllf I euO~i adeOr7WS1? ? itiCh . Enrico Pegna, Sales . (Monteor-tone-Padova) due volte liberato daintervento operatorio dichiarato ne-cessario per colecistite, ringrazia MariaAusiliatrice.Serafina Rosso in Cillario (CastellinoTanaro) rende grazie a S . G . B . perla continua protezione e specialmenteper la sistemazione di un interesse ela guarigione della bimba .Maria Ancelliero (Moncalieri-Torino)invia offerta alle Missioni per aversuperato una febbre maligna e variecomplicazioni per intercessione diM. A . e S . G. Bosco .Laura Petrocchi (Varese) attesta grati-tudine a M. A . per sè e per la so-rella, guarite da malattia .Sac . Prof . Francesco Di Renzo (Andria-Bari) ringrazia M . A . per la visibilematerna protezione accordata allamamma in una grave caduta .Onofrio Cannoneri (Bivona-Agrigento)di go anni, affetto da grave complica-

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zione senile, superò il pericolo invo-cando S . G . Bosco .Maria Lobina (Sanluri-Cagliari), ex al-lieva, è riconoscente per diverse grazieottenute .Salvatore Parisi (Messina) ricorrendoalla protezione di S . G . B . ha supe-rato gravi collassi cardiaci che lo ridu-cevano in stato di incoscienza .Bambina Stefanoni in Canti (BesanaBrianza-Como) porge il suo ringra-ziamento con offerta a M . A. per pro-tezione avuta in occasione della nascitadel figlio .Maria Encini (Rubiana-Torino) offreper le Missioni una prima rata perl'ottenuto aumento della sua pensionee si augura di essere imitata da altripensionati.Maria Bocca (Chieri-Torino) invo-cando con la novena M . A . e S . G . B .ottenne la guarigione del marito dabroncopolmonite.Genoveffa Stantero invia offerta a

biamo portato la nostra Michelina per adempiereal voto fatto e per rendere pubblica la grazia .Mondovì (Cuneo)

I genitori MARIA e FRANCESCO AVAGNINO

La diagnosi era: paralisi infantileIl 25 marzo u. s. vidi la mia bambina zoppi-

care alla gamba sinistra. Il medico, chiamatod'urgenza, immediatamente fece trasportare lamia piccola alla Clinica pediatrica di . Parma,dove il primario sentenziò essere paralisi infan-tile, accompagnando la diagnosi con queste pa-role : Cara piccina, sei stata colpita da una dellepiit gravi malattie che vi possano essere . Subitomia moglie e io ci rivolgemmo a S . GiovanniBosco ed iniziammo la novena a Maria Ausilia-trice tanto raccomandata dal Santo . Le nostresuppliche non furono vane ed ora la nostra bam-bina gode ottima salute, frequenta la prima ele-mentare ed è immune da qualsiasi imperfezione .+' .gnola di Pontremoli (Massa)

CESARE NOVELLI

otte e der l'intercessione di Maria Aus atrice e di S . Gio-vanni Bosco, di S. Maria Mazzarello, di S. Domenico Savioe di altri Servi di Dio - alcuni hanno anche inviato offerteed elemosine per sante Messe di ringraziamento - i seguenti :Arasca Antonino - Baietto Maria - Ballesio Domenico -Barberis Teresa - Barone Bice - Sorelle Battaglia - BattistiLuigi - Famiglia Bergano - Boettaz Fernanda - Bossuto Pa-squalina - Capua Annamaria - Castellani Lucia - CeccoliD. Eliseo - Ciardo Olga - Colla Alessandro - De BattistisSuor Teresa - De Jacinta Torres - Di Gristina Giovanna -Ercolani N . - Ferrero Elsa - Gallarato Gallo Anna - Gam-betta Nicolino - Maggi Rita - Marano Angelina - MarchiAngela - Mistretta Giuseppina - Molteni Carlo - NebuloniAttilia - Palmieri Giovanna - Pezza Elisa - Piazza Concet-tina - Pinna Concetta - Riggio Noto Concettina - RomagnoloSecondina - Sandri Luigia - Scavonetto Elia - Schepisi Adal-gisa - T. Maria - Zeppegno Aldo .

M. A . e a S . D . S . per la guarigionedella nipotina Maddalena.Suor Giovannina Parrino F . M . A. (Aci-reale-Catania) a nome della sorella rin-grazia M . A. per la salute di un bimbo.Coniugi Parodi (Livellato-Genova)sono riconoscenti a S . G. B. e aS . D . S . per il miglioramento improv-viso e la guarigione della bimba dauna pericolosa bruciatura .Teresa Binelli (Caresana-Vercelli) com-pie un pellegrinaggio al Santuario diM. A . per essere stata assistita in unaoperazione .Pierina Prandini si raccomanda aS . G . B . per la guarigione di un bam-bino da broncopolmonite .Maria Massa (Chivasso-Torino) espri-me la sua riconoscenza a M . A . pernumerose grazie ottenute .Maria Scarzella (Chivasso-Torino) rin-grazia M . A . e i Santi Salesiani perfavore ricevuto, chiedendo ancora con-tinua protezione .Oreste e Bruna Berruti (Alfiano Natta-Aless.) esprimono pubblicamente laloro riconoscenza .

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Parroco liberato da mal d'occhiDon Giovanni Pesenti, Prevosto di Terno di

Isola (Bergamo), colpito da grave malattia agliocchi per cui temeva di perdere la vista, dietroconsiglio di un suo amico, si è rivolto all'inter-cessione di S. Domenico Savio, che gli vennefatta conoscere come efficace in altri casi permalattie d'occhi .

Superato il pericolo e in possesso di una vistadi poco inferiore a quella di prima, ne attribuiscela grazia anche a S. Domenico Savio, e in segnodi riconoscenza invia una piccola offerta, pre-gando il Santo di continuare a proteggerlo.Terno d'Isola (Bergamo)

Don GIOVANNI PESENTI

Non c'era nessuna speranza di guarigioneLa nostra Maria Caterina di anni 3 venne

colpita da un male che non perdona : la me-ningite .

Il male fu ancor più grave poichè nemmeno ildottore se ne accorse . La febbre altissima co-stringeva la piccola a tenere gli occhi chiusiin modo che nessuno vide che i suoi occhis'erano contorti insieme con la testina, sì da nonpermetterle nessun movimento. Un primario diFormia, il prof. Tibaldi, appena la esaminò,disse : Non c'è nessuna speranza di guarigione,la bimba è gravissima . Intanto le si prodigaronoi primi urgenti soccorsi, mentre le Figlie diMaria Ausiliatrice pregavano S . Domenico Savio,facendomi recapitare all'ospedale un Abitino delSanto. Appena indossò l'Abitino, la sera stessala febbre, che era altissima, cessò . Di fronte almiracolo il professore ebbe a dire che la piccolaera salva e che, se tutto andava bene, dovevaperò stare almeno 6 mesi all'ospedale ; invecedopo soli 42 giorni ce la portammo a casa com-pletamente guarita ; gli occhietti sono tornatinormali senza il temuto intervento chirurgico .

La nostra riconoscenza non resterà sterile per-chè ci adopreremo a tutta possa per far cono-scere S . Domenico Savio e propagarne l'Abitino .S. Apollinare (Frosinone)

Coniugi ANGELINA e ATTILIO IAFRATE

7C& "l'_\ICO S}k\IO

Un nuovo quadro al Santo e una bella graziaLa bambina Chiaretta Pessina di cinque anni,

colpita da febbre fortissima, dopo una settimanaera morente, e già il padre con i suoi dipendentiaveva preparato le tavole di legno per il feretro .Nel pomeriggio le venne somministrata la S . Cre-sima in extremis.

II giorno dopo il padre consegnò al pittore Caf-faro un grande telaio per un quadro destinatoal Tempio dedicato a Don Bosco in Roma . IlCaffaro, informato della gravissima malattia dellabambina, suggerì di pregare il santo DomenicoSavio, al quale veniva dedicato il quadro cheegli doveva dipingere .

Nella notte il padre, disperato, raccomandò lasua bimba al grande Santo e il mattino seguentela moribonda si trovò migliorata e rapidamenteriprese i sensi e la vitalità .

Ora è perfettamente guarita senza alcuna im-perfezione. In fedeBra (Cuneo)

CARLO PESSINApadre della bambina Chiaretta

Emiliana Righetti in Dieghi (Padova-Verona) trovandosi pre-occupata in una critica situazione, invocò S . D . S . ed ebbeil suo terzogenito, cui pose nome Domenico .Giuseppe Trecarichi (Cesarò-Messina) invocando con tuttala famiglia l'aiuto di S . D . S. ottenne salute alla mamma .Maria Albano (Chiavari-Genova) invia offerta per le Mis-sioni Salesiane in ringraziamento a S . D. S . per graziaricevuta.E. Carsetti (Torino) ringrazia S . D. S . per la protezionesperimentata due volte da lei e una volta dal suo primoge-nito in una disgrazia .Rosetta Licciardello (Viagrande-Catania) raccomandò aS . D . S . una sua bimba ammalata di ciste e la riebbe sanasenza operazione .Giuseppe Lovera (Torino) invia offerta a S . D . S . per in-signe grazia ricevuta .Maria Carboni (Ceva-Cuneo), avendo la figlia sposata incondizioni di salute preoccupanti, le procurò l'abitino diS. D . S . e con la preghiera al Santo tutto andò bene .Famiglia Garino (S . Rocco C .-Cuneo) con preghiere aS. D . S . ottenne piena guarigione a un figlio rimasto vit-tima di incidente stradale .Lina Magnani (Cremona) con l'intercessione di S . D. S .ebbe un felice evento senza l'operazione chirurgica giàpredisposta .Matilde Sperti Pavarani (S . Mauro-Torino) sperimentò l'aiutodi S. D . S . quattro volte per sè e una per l'ultimo figliuolo .Riconoscente invia offerta .

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Per interecssione del Servo di Dio

POlI FILIPPO IflflhlLVI

Torna da morte a vita all'invoca-zione di Don Rinaldi

Subii un'operazione difficilissima in uno statocosì grave che i medici avevano detto : « Ten-tiamo, tanto muore lo stesso» . Rimasi per duemesi tra la vita e la morte, sempre in semicoma,senza prendere alcun cibo. In un momento dimiglioramento mi portarono a casa in ambu-lanza con l'assicurazione che se fossi migliorata,avrebbero terminato l'operazione interrotta pertimore di decesso . A casa continuava la febbrealta e il male seguiva il suo corso fatale tagliandol'ultimo filo di speranza di poter subire un se-condo intervento . Allora con tutta la fede di cuisono capace invocai il Servo di Dio Don Rinaldi .Ed ecco che la febbre diminuì, il pus cessò ed ioguarii completamente senz'altra operazione, consorpresa degli stessi dottori e di quanti mi avevanopianta per morta ed ora mi chiamano « la ri-suscitata ». Tra i testimoni ci sono parecchi sa-cerdoti e un vescovo, che mi vennero a trovare .La nostra gratitudine verso sì grande interces-sore sarà eterna .Columbus, Ohio (U.S.A.) ANTONIA JOHN Guzzo

Il La sua malattia se ne va al ga-loppo "Dopo alcuni giorni di degenza in clinica con

forti dolori all'addome, la diagnosi medica di-chiarò: « ascesso all'appendice » . Dolori atroci nonmi permettevano di muovermi e la febbre nonvoleva scendere dai 4o-41 gradi . Il medico cu-rante dichiarava necessario l'intervento chirurgico .Io che sono ex allievo e cooperatore, supplicaiDon Rinaldi di farmi guarire senza operazionepromettendo un'offerta . Da quel momento lafebbre scese rapidamente, incominciai a pren-dere cibo con appetito e il giorno dopo il medico,meravigliato, mi disse : «Sa che la sua malattiase ne va al galoppo?! » . Ringrazio il servo diDio Don Rinaldi e adempio alla promessa fatta .Brescia

ADOLFO MONTAGNOLI

Era ridotta in fin di vitaNello scorso inverno la mamma, ammalatasi

di asiatica, per gravi complicazioni polmonari ecardiache sopravvenute, era ridotta in fin di vita .

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Si temeva la fine da un momento all'altro, quandocon fede viva ci rivolgemmo a Don Rinaldi :presi l'immagine con la Reliquia e gliela posisul petto. Dopo neppure un'ora il rantolo cessò,aprì gli occhi e ci chiamò . Da quel momentocominciò a migliorare e dopo un mese lasciòil letto riprendendo le sue attività e tornando adessere l'angelo della nostra casa .

Riconoscente invio per le Opere Salesiane l'of-ferta promessa .Ruvo di Puglia (Bari) ANTONIETTA MONTARULI

Dichiaro che quanto clinicamente esposto dallasignora Montaruli risponde a verità .

Dott. VINCENZO PELLEGRINI

Emma Librandi (Paterson, N . 1 . - U . S . A .) con una re-liquia di D . R . ottenne al figlio la guarigione della vistarimasta offesa in un incidente .Gino Gobbo (Albisola Marina-Savona), già dichiarato daimedici affetto da malattia incurabile, dopo due novene aD. R . fu ritrovato in condizioni normali .Maria Mascheroni Macchi (Cassano Magnago-Varese), rac-comandatasi a D . R . per la guarigione di una gamba frat-turata e da infezione, ottenne pazienza e guarigione.Fam. Cerrato (Chieri-Torino) ringrazia D . R . per la gua-rigione della mamma e invia offerta .Rosa Meinardi mentre ringrazia M . A . per grazia ricevuta,si raccomanda a D . R . per la guarigione di un braccio .Maria Martinengo (Alessandria), disoccupata, si rivolse aD. F . R . e in breve trovò impiego conveniente . Invia unaofferta .Elena Robino (Tigliole d'Asti) ringrazia S . G. B . e D . F . R .a cui si sente legata da viva riconoscenza per diverse grazieottenute.

L'ISTITUTO SALESIANO PER LE MISSIONI consede in TORINO, eretto in Ente Morale conDecreto rz gennaio 1924, n . 22, può legalmentericevere Legati ed Eredità . Ad evitare possibili con-testazioni si consigliano le seguenti formule :Se trattasi d'un Legato: u . . . lascio all'Istituto Sale-siano per le Missioni con sede in Torino a titolo dilegato la somma di Lire. . . (oppure) l'immobilesito in. . . n .Se trattasi, invece, di nominare erede di ogni so-stanza l'Istituto, la formula potrebbe esser questa :e . . . Annullo ogni mia precedente disposizione testa-mentaria . Nomino mio erede universale l'istitutoSalesiano per le Missioni con sede in Torino, lasciandoad esso quanto mi appartiene a qualsiasi titolo ,.(luogo e data)

(firma per esteso)

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Salesiani defuntiDon Giuseppe Scianca, t a Venezia a 77 anni .Nobile figura di Salesiano, ricordato da un gran numero diEx allievi e di amici . Quanti lo avvicinavano non potevanofare a meno di restare soggiogati dalla limpidezza del suosguardo e dalla bontà del suo cuore . Prodigò la sua vita afavore della gioventù, che amò teneramente. Fu votato alconfessionale, dove spendeva ore preziose . Fu, tra l'altro,amico intimo e carissimo di Don Calabria . Era una di quellefigure che irradiano, anche inconsapevolmente, bontà . Lamorte lo sorprese all'isola di San Giorgio, a Venezia, dovesi era recato per gli Esercizi Spirituali degli Ex allievi, i suoisempre cari Ex allievi .Sac. Baldassar Lopez, t a Santiago del Cile il 1°-vn-1958 .Formato a Macul alla scuola di quell'insigne maestro disantità che fu Don Pietro Berruti, risultò non solo un mo-dello di virtù religiose, ma un formatore indefesso di falangidi salesiani durante i 24 anni che fu direttore di vari ed im-portanti collegi e specialmente dell'aspirandato di Macul,ove terminò la sua missione . La carità ardente, l'umiltàprofonda, la pietà operante ed amabile, distinsero lo ze-lante direttore di anime giovanili, che lo seguivano ed ama-vano come padre ed oggi lo piangono inconsolabili . L'ispet-toria cilena ha perso in lui uno dei suoi migliori sostegni,il consigliere più saggio, il direttore che ricopiava Don Bosco .Sac. Leopoldo Pizarro, t a Santiago (Cile) a 42 anni .Da poco più di un anno era stato nominato direttore del Col-legio salesiano di Talca e si era già conquistato l'affetto el'ammirazione dei confratelli, alunni e cooperatori . Si sen-tiva nella pienezza delle sue forze fisiche e nell'ardore piùvivo del suo zelo per guadagnare anime a Dio mediante ladevozione all'Eucaristia e a Maria Ausiliatrice ; ma il Signorenei suoi inscrutabili disegni preferì chiamarlo al premio conuna infermità che resistè a tutte le cure . Morì santamenteoffrendo il sacrificio della sua vita per la Chiesa, per la Con-gregazione, per la gioventù e per la conversione dei peccatori .

Cooperatori defuntiTeol .-Igíno Rogliardo, Parroco di Piene di Cumiana .Volontà tenace, mente limpida, cuore ardente, sostenne edifese con ardore battagliero gl'ideali cristiani per tutta lasua lunga vita . Ancor giovane chierico fondava a Torino iprimi circoli di studio del pensiero cristiano . Sacerdote ecappellano a Corio Canavese, tornava sovente a Torino pertenere istruzioni ai sacerdoti sull'Enciclica Rerum Novarumdi Leone XIII . Nei 49 anni di ministero parrocchiale continuòle sante battaglie del pensiero sociale cristiano, mentre siprodigava per il suo gregge .I Salesiani gli saranno eternamente riconoscenti per lasua cooperazione generosa, intelligente, disinteressata, sianella fondazione della grande Scuola Agraria locale e sianell'esercizio del prezioso ministero delle confessioni .Sac, Gaetano Caccia, t a Olgiate Comasco il 29-VII-1958-Studiò e insegnò nei Collegi Salesiani . Svolse poi, per uncinquantennio, il ministero sacerdotale nella Diocesi di Como .Lascia il ricordo d'una vita umile e intemerata, fatta di pre-ghiera e di amore per le anime e per i poveri .Marcello Rossottí, t a Sale S . Giovanni (Cuneo)Padre pio, laborioso, sacrificato, di profonda fede vissuta .La numerosa famiglia volle fosse educata dai Salesiani . Zelòle vocazioni salesiane inviando buoni elementi nelle nostreCase di formazione. Una santa morte coronò la sua vita ter-rena . Il Rev .mo Rettor Maggiore mandò condoglianze chefurono di gran conforto alla famiglia .Francesco Opezzo, t a Costanzana (Vercelli) il 31-Vn-1958 .Esempio fulgido di vita cristiana, fu ancora mirabile esempiodi cristiana fortezza sul letto del dolore . Padre di numerosafamiglia, della sua casa seppe fare un tempio, ove con lapreghiera regnò la serenità e la pace . Dei figli, Antonio èmissionario salesiano nel Siam ; Don Giovanni è sacerdotesalesiano in Italia ; suor Margherita, figlia di Maria Ausilia-trice, missionaria in India ; suor Caterina, Figlia di MariaAusiliatrice, missionaria nel Siam . Ai figli missionari rivolseil suo pensiero e, pur desiderando di vederli attorno a sé inquell'ora estrema, non ne fece richiesta ; offrì al Signore anchequesto sacrificio perché potessero fare maggior bene .Prof. Dott . Carlo Cremona, t a Busto Arsizio .Fu per oltre quarant'anni esemplare direttore didattico .Di lui fu detto : a Cinquant'anni d'insegnamento, cinquant'an-ni di missione educativa quasi sacerdotale» . Educatore sa-piente, in migliaia di cuori fanciulli ha deposto il seme della

bontà, a centinaia d'insegnanti, amici e conoscenti ha datol'esempio del cittadino che ama la patria e del cristiano chevive secondo i princìpi del Vangelo . Ammirava e incitavaDon Bosco ed era iscritto alla Pia Unione dei Cooperatori .Ing. Ettore Capodaglío, t a Este (Padova) a 88 anni .Padre della s ig .n a

Mafalda, del Consiglio Ispettoriale dei

Cooperatori salesiani, fu sempre affezionato all'opera sale-siana ed un ardente devoto di S . G. Bosco, specie per unaguarigione miracolosa ottenuta per sua intercessione .Domenica Migliore ved. Marchisío, t a Busca (Cuneo) .Frequentò bambina l'Oratorio delle Figlie di Maria Ausilia-trice, attingendovi quell'affetto e divozione a Maria Ausi-liatrice e a S . Giovanni Bosco che saranno una sua carat-teristica per tutta la vita. Rimasta vedova in giovane età,tutta si dedicò alla educazione dei 4 figliuoli, pur continuando agestire da sola !'Esattoria comunale . Due mesi prima della morte,venuta a Torino per la festa di Maria Ausiliatrice, rimettevaal figlio Don Carlo, Salesiano, la sua preziosa veste di sposa,affinché servisse per confezionare una pianeta per la santaMessa e fosse destinata ad una chiesa povera .Angelarosa D'Amato ved . Pollice, t il 9-vit-r958 .Fu insignita del diploma i, Mamma Margherita, per averdato alla Congregazione salesiana tre figli : Don Emilio, ilcoad . Roberto, missionario nel Mato Grosso, e il coad . Raf-faele, deceduto in Argentina . Un altro figlio è sacerdote Pas-sionista . Fu donna di grande fede, disinteressata nella suacarità, generosa nelle lunghe e grandi sofferenze .Costanza Porta ved . Novaglio, t a Nave (Brescia) .Dedicò la sua vita alla numerosa famiglia di io figli, di cuiuno consacrato al Signore nella Congregazione salesiana euno nei Trappisti . Esempio mirabile di fede viva e di de-dizione ai dovere quotidiano santificato dalla preghiera .Annunziata Rosi, t a 58 anni a Terni .Rimasta vedova senza prole in età ancor giovane, riempìla sua vita di opere di amore verso Dio e verso il prossimo,segnalandosi per la sua generosità e per il suo dinamismoin ogni iniziativa benefica. Collaborò con entusiasmo in tuttele attività cattoliche, specialmente nell'Opera Salesiana .Maria Fínco ved. Pertile, t a Gallio (Vicenza) .Sorella di Don Andrea Finco e madre di Don BartolomeoPertile, Salesiani, ebbe anche una figlia tra le Suore di DonCalabria . Condusse una vita veramente cristiana ed ebbecome distintivo il motto a lavoro e preghiera n .Pietro Arona, t a Vignole Borbera a 88 anni .Fu allievo dell'Oratorio ai tempi di S . G. Bosco e si glo-riava d'essersi confessato e comunicato da Lui . Fu esemplarecristiano e fervido Cooperatore Salesiano .Maria Sacco n. Salímbení, t a Sibari (Cosenza)Donna d'ingegno e di preclare virtù, sposa e madre esem-plare, luminoso esempio di rettitudine. Fu tanto devota diMaria SS . Ausiliatrice e di San Giovanni Bosco, cui avevaconsacrata tutta la sua vita e la sua famiglia .Píerina Fracchia-Bustini .Madre esemplare, educò i suoi figli nello spirito salesianovolendoli allievi assidui e attivi dell'Opera Salesiana di Asti .Fu sempre generosissima con i Figli di Don Bosco della suacittà, in ciò coadiuvata dal marito, proprietario di una cereria .Nella sua lunga vita non lasciò mai la santa Messa e Comu-nione quotidiana . Il Signore la premiò con una morte santa .

Altri Cooperatori defuntiAndreetta Prof. Ignazio - Barrel Domenico - Bava D . Gia-como - Berlingeri Giulia Bertussi Giuseppe - BianchiniErminio - Biginelli Gigina - Bonometti Luigi - Cagliero Carlo- Carillo Raffaellina - Carli Paolo - Castoldi Stefano - Cee-coli D. Eliseo - Chiapuzzo Amedeo - Ciadamidaro DonPietro - Ciccarelli Cav. Cesare - Cogolato Antonietta - Co-lombo Eugenio - Concari Rosa - Della Marianna Madda-lena - Di Benedetto Avv . Pietro - Falcone Zeffirino - FazioProf. Marina - Fontana Marietta - Franceschini Giovanni -Franco Giuseppe - Garzetti Comm. Piero - G.romini Angelo -Giugni Costantina - Librizzi Lo Presti Francesca - Maf-fezzini Giocondo - Marcogliese D . Vincenzo - MontagnaniGiusti Maria - Mora Gritti Serafina - Morandi Cesira - Mo-rello Maria - Mugnozza D . Giuseppe - Murru Giovanna -Palmisano Antonio - Paredi Pietro - Pedrina Rosa - Piccol-roaz Giuseppina - Pirotta Antonia - Porta Laura - RegestaCostanza - Reginelli Luigia - Righini Cristina - Rossi Ida- Russo Francesco - Saporiti Pietro - Scancarello D . Bar-tolo - Sessini Massimino - Silvi Esterina - Sozzi Agostina -Supino Adele - Toniatti Maria - Vannini Sisto - VogliottiDomenica - Zammarchi Mons . Angelo .

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CROCITOTALE MINIMO PER BORSA L. 50.000

Borse da completareBorsa Savio Domenico Santo, a cura della famiglia De Luigi(Alessandria) - Tot . 38 .000 .Borsa S. Giovanni Bosco faccia risplendere la giustizia, acura di Bice Barone (3a) (Napoli) - Tot . 36 .000 .Borsa Segala Don Giovanni (2a) con espressioni di ricono-scenza, a cura dell'arciprete Giuseppe Torre e sorella (Pa-lermo) - Tot . 15 .000 .Borsa S . Giovanni Bosco e S . Domenico Savio, siate generosidi grazie per gli offerenti, a cura di Pia Lesmini (Svizzera) -Castelnuovo Ambrogina 3000 ; Calligaro Apollonio 1000Tot . 16 .895 .Borsa S. Giovanni Bosco ottenga ogni benedizione sui carifiglinoli, a cura di Zoffi Luigi insegnante (Gorizia) - Fu-magalli Giuseppina Iooo - Tot . 39 .000 .Borsa S . Cuore di Gesù e S . Luigi, a cura della Cont . Eleo-nora di Balme-S . Margherita Ligure - 1° vers . 10 .000 .Borsa S . Giovanni Bosco, a cura di C . S. M. (Vercelli) -io vers . 30 .000 .Borsa Savio Domenico Santo, per ottenere grazie, a cura diPozzi Guido (Treviso) - Dimitri Luciano io .ooo - Tot . 41 .000 .Borsa SS . Cuori di Gesù e Maria Ausiliatrice, S . G . Bosco,proteggeteci, a cura di Tamburrini Anna (Frosinone) -Tot. 15 .000 .Borsa S . Giuseppe, a cura di Slaro Virginia - i° vers . 25 .000 .Borsa S . Giovanni Battista e Maria Ausiliatrice, a cura diGhisolfi Lucia - Radelli M . Iooo ; Cancian Anna iooo -Tot . 44 .000 .Borsa S . Giuseppe e S . Margherita, a cura di Cerutti Giu-seppe e Margherita - Napoli Giovanni 5000 - Tot. I1 .ooo .Borsa S . Domenico Savio, proteggi Piero e i suoi cari, a curadi M. E . (Cuneo) - Tot . 24 .200 .Borsa S. Cuore di Gesù, a cura di Pavese Lina - 1° ver-samento 20 .000 .Borsa S . Giovanni Bosco, a cura di Gamba Amalia - 1° ver-samento 24 .000 .Borsa S . Giovanni Bosco, a cura di Bruzzone Giulia e Ce-sira - lo vers . 10 .000 .Borsa S. Cuore di Gesù, Madonna di Lourdes, S . G . Boscoe S . Maria Mazzarello, a cura di Mecca Cristina - io ver-samento 10 .000 .Borsa S. Giovanni Bosco, in suffragio di Don Umberto Gar-rone - Garrone Giuseppe 7500 ; G. Massiana 2500 - To-tale 40 .000 .Borsa S . Domenico Savio, proteggi Maria Pia Domenica,a cura di Casalini Mariannina (Forlì) - io vers . 25 .000 .Borsa Teologo Giapponese, prega secondo le intenzioni delCan . L. Pittari (Messina) - 1° vers . 30 .000 .Borsa Ulla Giuseppe - Coniugi Actis Iooo ; Casale ArcieroLucia 500 - Tot . 27 .500 .Borsa Versiglia Mons . Luigi-Caravario Don Callisto (2a),a cura di Chiotasso Tina - 1° vers . 6500 ; Zendra Maria 5ooo- Tot . 11 .500 .Borsa Ziggiotti Don Renato, a cura di Gori Maria - io ver-sar. 6ooo ; Bottinelli Antonietta 2500 - Tot . 85oo .Borsa Amadei Don Angelo (42 ), a cura di Zucca Italo (An-cona) - Tot . 38 .500 .Borsa Anzini Don Abbondio (12a) - N. N . 5000 ; F. Ber-nasconi 5000 : F. Maver 5000 - Tot. 25 .000 .Borsa Boccardo Rita Luigi - 1° vers . 25 .000 .

BOLLETTINO SALESIANOI' OTTOBRE 1958 - A . LXXXII, N . I9

l~~l~~1IClIÍllBorsa Berruti Don Pietro, p . g . r ., a cura di M . Teresa Bijno -A . S . B ., perchè protegga i suoi cari, io .ooo - Tot . 3o .ooo .Borsa Calogera Maria Savia, a cura di S . C . G . (Agrigento)- Tot . 20 .000 .Borsa Cuore Immacolato di Maria, S . G . Bosco, S . D . Savioe Don F. Rinaldi, andateci sempre!, a cura di Mangini Lina(Genova) - Io vers . seco .Borsa Cojazzi Don Antonio, a cura dell'amico G . PI . - Bar-bieri Letizia 12 .000 - _Tot . 42 .000 .

(continua)

Borse completeBorsa Maria Ausiliatrice, S . G . Bosco e Don Rinaldi, gua-ritemi!, a cura di Galluzzi Barsotti Anna (Roma) - Caco-pardo Concettina 3000 - Tot . 50 .000 .Borsa Mamma Margherita, a cura di Cubeta Giuseppe(Messina) - Tot . 50 .500 .Borsa Oh, Voi tutti, Santi, Beati e Servi di Dio Salesiani,pregate per me, a cura di G . G. (Torino) - Famiglia FeniliAntonio 12 .000 - Tot . 53 .000 .Borsa Rossi Toffoloni Linda (i Ia), a cura dei figli Gaetano,Rina, Antonio e Margherita Zanon (Vicenza) - Tot . 51 .500 .Borsa Regina Pacis, a cura di Ragazzoni Virginia - N . . N .10 .000 - Tot . 53 .100 .Borsa S . Cuore di Gesù, Maria Ausiliatrice e S . G . Bosco,a cura di Maria V . (Padova) - L . 5I .o0o .Borsa Maria Ausiliatrice, Don Bosco e Domenico Savio,secondo le intenzioni di Maria Avesani (Verona) - L . 50 .000 .Borsa S . Giovanni Bosco Educatore della gioventù calabrese,a cura del Sac. Giorla Francesco (Catanzaro) - CaudanoGiovanni 5000 - Tot. 50 .987 .Borsa S . Cuore di Gesù, Maria Ausiliatrice, S . GiovanniBosco, proteggete i miei studi e l'avvenire, a cura di GiarettiFranca - Tot . 50 .000 .Borsa S . Giuseppe e Don Czartoryski Augusto, a cura diTeresa V . - Tot. 50 .000 .Borsa S . Cuore, Maria Ausiliatrice e S . Giovanni Bosco,a cura di Bice Bruno (Verona) - Tot . 55 .000 .Borsa Ausiliatrice, Corredentrice, Addolorata, in suffragiodi Emilio Michele Costantini, A. Maria Goddio e CamilloRosa, a cura di E . Goddio - L . 50 .000 .Borsa Ausiliatrice, Corredentrice, Addolorata, a cura diCorino Rosa, Camilla, Eugenia e Margherita - L . 50 .000 .Borsa SS . Immacolata di Lourdes, S . Bernadette e S . Gio-vanni Bosco, salvatemi in vita e in morte, a cura di A . G .(Pesaro) - L . 50 .000 .Borsa A Maria SS. Ausiliatrice, S . G . Bosco e S . DomenicoSavio, secondo le intenzioni di Michelina Gormi-Melis (Ca-gliari) - L. 50 .000 .Borsa A Maria SS . Ausiliatrice e al Servo di Dio Don FilippoRinaldi, p . g . r., a cura di Giugliano Grazia (Napoli) -L . 50 .000 .Borsa S . Giovanni Bosco, a cura delle sorelle Valente e di-voti del Santo (Torino) - L . 50 .000 .Borsa S . Giuseppe, a cura dell'avv . Giuseppe Annonj-Sora - L . 50 .000 .Borsa Maria Ausiliatrice e S . Giovanni Bosco, in suffragiodella sorella, a cura di A . L . - L . 50 .000 .Borsa S . Giovanni Bosco, aiutateci, in suffragio di RoagnaDomenico, a cura di Caterina e Maria Roagna insegnante -L . 50 .000 .

(continua)

Autorizz . del Tribunale di Torino in data 16-2-1949, n . 403 . - Con approvazione ecclesiastica .Dirett . resp . : Sac . Dott . PIETRO ZERBINO, via M . Ausiliatrice 32 -Torino (7x4)- Off. Grafiche SEI

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AUFFRAY SAC. AGOSTINO

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San Domenico SavioVita del Servo di Dio Sac . Filippo RinaldiIII Successore di S. Giov. Bosco. Vol. in-8, pagg . 526

Vita del Servo di Dio Don Andrea Beltrami . Pagg . 254Domenico Savio . Cenni biograficiDon Paolo AlberaII Successore di S. Giov. Bosco . Volume in-16, pagg . 500

Don Carlo Maria BarattaPagg . 326 con illustrazioni fuori testoVita di S . Francesco di SalesVol. di pagg . 700

Il Principe Don Augusto CzartoryskiDomenico SavioStudi e conferenze. Biblioteca del « Salesianunz » . Volumein-8 grande, pagg . 102

Santa Maria MazzarelloProfilo. Pagg . 71 illustrate da NatoliDon Giulio BarberisCenni biografici e memorie

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BOLLETTINO SALESIANOPeriodico quindicinale delle Opere e Missioni di San Giovanni Bosco

DIREZIONE: VIA MARIA AUSILIATRICE, 32 - TORINO - 'TELEFONO-22-117

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Incubo pauroso per i popoliremora allo scatenamento di nuove guerreVOI . in 16, pag. 91 - L . 450

Un abile divulgatore scientifico qual è il Nigris ha riempito nel campoin cui egli si è specializzato la classica lacuna : un libro scritto nellaforma più piana possibile, senza formule di qualsiasi genere, cheanche ai meno provveduti delle scienze esatte dà, in modo preciso, unasicura conoscenza dell'èra atomica, dei suoi problemi, dei suoi pericoli,del suo futuro .Il tema delle atomiche è l'argomento del giorno, ma quanti conoscono,almeno approssimativamente la terribile energia nucleare, come essaè stata scoperta, imbrigliata, usata?Pochi, senz'altro . Chi vuol accrescere la sua cultura, rendersi contodell'ignoto mondo che lo circonda, legga questo libro .

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