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L’OSS NELL’ISTITUTO SANTO STEFANO DI PORTO POTENZA PICENA.
Fermo, 20 giugno 2012
Antonio Macellari, Dirigente Area Infermieristica
INTRODUZIONE
� Il contesto aziendale� L’attività riabilitativa� Il personale di supporto nel Santo Stefano� L’ inserimento degli OSS nell’organizzazione assistenziale
� Possibili sviluppi futuri
IL CONTESTO AZIENDALE
� ANNI ‘30 ospedale, poi centro per la cura della tubercolosi ossea
� FINE ANNI ’60 struttura riabilitativa per l’accoglienza di giovani portatori di handicap
IL CONTESTO AZIENDALE
� INIZIO ANNI ’90 riorganizzazione del reparto di Alto Livello Riabilitativo comprendente un Centro di Alta Specializzazione di Neuroriabilitazione dedicato alle gravi cerebrolesioni.
IL CONTESTO AZIENDALE
� 2007 ingresso nel Gruppo KOS
Il Gruppo KOS gestisce 60 strutture in sette regioni del centro-nord Italia per un totale di 5.643 posti letto, ai quali se ne aggiungono altri 962 in fase di realizzazione.KOS impiega oltre 4000 dipendenti.
IL CONTESTO AZIENDALE
� 2008 espansione � OGGI Il Santo Stefano
Riabilitazione è la societàdel Gruppo KOS che si occupa dell’area della Riabilitazione:� 8 strutture di degenza (4 nelle Marche, 2 in Emilia Romagna, 1 in Lombardia, 1 in Trentino-Alto Adige) 13 centri ambulatoriali nelle Marche, 4 residenze sanitarie e riabilitative (Ancona, Loreto, Fossombrone, Civitanova Marche)
� Più di 1400 letti, � Oltre 1800 addetti
IL CONTESTO AZIENDALE
� Trattamento delle gravi cerebrolesioni: punto di maggior specializzazione.
� Riabilitazione per persone di ogni età con problematiche conseguenti a:� Patologie cerebrali che abbiano comportato un periodo di coma
� Ictus cerebrale� Patologie neurologiche� Patologie dell’apparato muscolare e scheletrico di origine traumatica o cronico-degenerative anche in condizioni di grave e complessa co-morbilità e dopo interventi di protesi articolare.
IL CONTESTO AZIENDALE
� Competenze riabilitative presenti in alcuni centri, con specificità dettata dalle problematiche dei territori di presenza:• Alcologiche• Cardiologiche• Patologie neuro-degenerative (es. sclerosi multipla, SLA, Parkinson, ecc)
• Reumatologiche• Respiratorie• Età evolutiva
31/05/2012 PresenzeRSA Disabili 30Extra-ospedalieri Estensivi 181Extra-ospedalieri Intensivi 58MDC Ortopedici 24MDC Neurologici 19Unità Intensiva Craniolesi e Mielolesi 24Gravi Insufficienze Respiratorie 2Comi Persistenti 51Unità di Risveglio 28
Totale 417
IL CONTESTO AZIENDALE
LA RIABILITAZIONE
ICDH - International Statistical Classification of Diseases and Related Health Problems
• l’handicap può essere conseguenza di una menomazione, senza la mediazione di uno stato di disabilità: una menomazione può ad esempio dare origine ad ostacoli nei normali tentativi di instaurare dei rapporti sociali; essa determina l’handicap ma non la disabilità.• la sequenza può essere interrotta: una persona può essere menomata senza essere disabile e disabile senza essere handicappata.
LA RIABILITAZIONE
Funzioni corporee: funzioni fisiologiche dei sistemi corporei, incluse le funzioni psicologiche
Strutture corporee: parti anatomiche del corpo come organi, arti e loro componenti
Attività: esecuzione di un compito o di un’azione da parte di un individuo
Partecipazione: coinvolgimento di un individuo in una situazione di vita
Fattori ambientali: sono caratteristiche, del mondo fisico, sociale e degli atteggiamenti, che possono avere impatto sulle prestazioni di un individuo in un determinato contesto
ICF - International Classification of Functioning
LA RIABILITAZIONE� “Oggetto misterioso“(Basaglia, 1998)
� Disciplina molto complessa, articolata ed esigente.
� Non interviene su patologie, singoli organi o apparati, ma sulle conseguenze della patologie e dei traumi
� Approccio sulla globalitàdelle ripercussioni sulla persona nella sua interezza ed analizzate nelle dimensioni delle funzioni e strutture corporee, delle attività e della partecipazione
LA RIABILITAZIONE� Processo di soluzione dei problemi e di educazione nel corso del quale si porta una persona disabile a raggiungere il miglior livello di vita possibile sul piano fisico, funzionale, sociale ed emozionale, con la minor restrizione possibile delle sue scelte operative, pur nell’ambito della limitazione della sua menomazione e della quantità e qualità di risorsedisponibili. (Linee guida ministeriali 1998)
� Il processo riabilitativo coinvolge anche la famiglia del soggetto e quanti sono a lui vicini e, più in generale, il suo ambiente di vita.
� Di conseguenza, il processo riabilitativo riguarda, oltre che aspetti strettamente clinici, anche aspetti psicologici e sociali.
LA RIABILITAZIONE
Fasi dell’intervento riabilitativo
� Prevenzione del danno secondario e delle conseguenti menomazioniacuzie, intervento precoce, patologie ad alto rischio di sviluppo di disabilità
� Fase della riabilitazione intensivapost acuzie, int. valutativi/terapeutici intensivi, contenimento e riduzione entità della menomazione, disabilità modificabile
� Fase della riabilitazione estensivamodalità diverse in funzione di natura e tipologia di menomazione e disabilità, non richiede interventi intensivi
� Fase di mantenimento e/o di prevenzione della progressione della disabilitàinterventi riabilitativi sociali integrati con attività di riabilitazione sociale
LA RIABILITAZIONE
RIABILITAZIONETipologia degli interventi
ESTENSIVARiabilitazione estensiva o intermedia per il trattamento di • disabilità transitorie o minimali;• disabilità importanti con possibili esiti permanenti
INTENSIVARiabilitazione intensiva:•recupero di disabilitàimportanti, modificabili•trattamento di patologie complesse;menomazioni più gravi e disabilità complesse, nonché quelle connesse con forme di patologia rara
Intensità e complessitàQuantità e qualità risorse
Moderato impegno terapeutico Elevato supporto assistenziale
Elevato impegno diagnostico-terapeutico
LA RIABILITAZIONE
RIABILITAZIONELivelli organizzativi
Ricovero ospedaliero a ciclo continuativo e/o
diurno
Residenziale a ciclo continuativo e/o diurno(Riabilitazione estensiva)
Ambulatoriale e domiciliare
Rete di servizi ospedalieri ed extraospedalieri
LA RIABILITAZIONERIABILITAZIONELivelli organizzativi
Riabilitazione estensiva-Strutture ospedaliere di lungodegenza-Presidi ambulatoriali-Presidi di riabilitazione extraospedaliera a ciclo diurno e/o continuativo-Centri ambulatoriali di r.-Residenze sanitarie assistenziali- Strutture residenziali o semir. di natura socio-ass.le e i centri socio riabilitativi-Domicilio
Riabilitazione intensiva-Presidi ospedalieri plurispecialistici e monospecialistici-Presidi di riabilitazione extraospedalieri a ciclo diurno e/o continuativo
Riabilitazione intensiva ad alta specializzazione
-Presidi di alta specializzazione (es. Unità per le gravi cerebrolesioni acquisite e i gravi traumi cranio-encefalici)
LA RIABILITAZIONE
� Riabilitazione: “Oggetto misterioso“ (Basaglia, 1998)� E il nursing riabilitativo…?� Stretto connubio tra infermieristica e riabilitazione, due discipline che condividono molti concetti e valori.
LA RIABILITAZIONE
Nel contesto delle cure atte al mantenimento della salute, il nursing ha lo scopo di aiutare una persona a procedere verso il polo della massima indipendenza consentita dall’individuo stesso in ciascuna attività quotidiana, di aiutarlo a mantenere tale indipendenza, aiutarlo a fronteggiare ogni regressione, aiutarlo a morire con dignità“(Roper, Logan,Tierney – University of Edinburgh)
La peculiare funzione dell'infermiere è quella di assistere l'individuo malato o sano nell'esecuzione di quelle attività che contribuiscono alla salute o al suo ristabilimento (o ad una morte serena), attività che eseguirebbe senza bisogno di aiuto se avesse la forza, la volontà o la conoscenza necessarie, in modo tale da aiutarlo a raggiungere l'indipendenza il più rapidamente possibile (V. Henderson)
La riabilitazione mira, mediante un processo di soluzione dei problemi e di educazione, a far raggiungere al disabile il miglior livello di vita possibile sul piano fisico, funzionale, sociale ed emozionale, coinvolgendo anche la famiglia ed il suo ambiente di vita. (Linee guida ministeriali 1998)
LA RIABILITAZIONE
L'assistenza infermieristica è preventiva, curativa, palliativa e riabilitativa.
(D.M. 739 /1994)
La riabilitazione mira, mediante un processo di soluzione dei problemi e di educazione, a far raggiungere al disabile il miglior livello di vita possibile sul piano fisico, funzionale, sociale ed emozionale, coinvolgendo anche la famiglia ed il suo ambiente di vita. (Linee guida ministeriali 1998)
Collabora ad attività finalizzate al mantenimento delle capacità psico-fisiche residue, alla rieducazione, riattivazione, recupero funzionale.
(Provvedimento Conferenza Stato Regioni - Seduta del 22 febbraio 2001)
DEFINIZIONE DI NURSING RIABILITATIVO
� Area di pratica specialistica dell’assistenza infermieristica professionale. Il nursing riabilitativo consiste nella diagnosi e nel trattamento delle risposte di individui e gruppi ai problemi di salute reali o potenziali relativi ad alterazione di abilitàfunzionali e di stili di vita.
OBIETTIVI DEL NURSING RIABILITATIVO
� Assistere il paziente nell’adattamento alle modificazioni dello stile di vita e provvedere a creare un “ambiente terapeutico” per il paziente ed i suoi familiari
� Progettare ed implementare strategie di trattamento basate su teorie scientifiche del nursing improntate sul self-care ed idonee a promuovere la salute fisica, psicosociale e spirituale
(Association of Rehabilitation Nurses, USA)
LA RIABILITAZIONE
LA RIABILITAZIONE
� Cure igieniche� Programmi per il raggiungimento dell'autonomia respiratoria, vescicale, intestinale e nell'alimentazione
� Mantenimento dell'integrità cutanea e cura delle lesioni da decubito
� Controllo delle infezioni e della sicurezza ambientale
� Impiego di dispositivi adattivo-compensatori per la respirazione, l'alimentazione, la mobilità, l‘eliminazione, la deambulazione ed altre attivitàdi vita quotidiana
� Misure per prevenire e minimizzare gli effetti dell'immobilità
� Specifiche misure atte a promuovere il raggiungimento della massima indipendenza possibile del paziente ed il supporto alla sua famiglia.
� …
Infermiere:Valuta, pianifica,attua interventi assistenziali
OSS:Collabora per la attuazione degli interventi assistenziali
FisiatriNeurologiOrtopediciFisioterapistiLogopedistiTerapisti occupazionaliPsicologiEducatori professionaliMusicoterapisti
� Infermieri e Operatori di Supporto nel team riabilitativo
� Azione riabilitativa multiprofessionale
� Partecipazione alla presa in carico del paziente disabile, al progetto di riabilitazione, all'attuazione dei programmi terapeutici specifici.
Servizio Infermieristico UnitàCoordinatrici Infermieristiche 9Infermieri 100Operatori di supporto 197Assfe 10Totale 316
IL PERSONALE DI SUPPORTO NEL SANTO STEFANO
IL PERSONALE DI SUPPORTO NEL SANTO STEFANO
OSS: 39% ha meno di 45 anniInf: 81% ha meno di 45 anni
IL PERSONALE DI SUPPORTO NEL SANTO STEFANO
OSS: 46% < 10 aa anzianitàInf: 64% <10 aa anzianità
IL PERSONALE DI SUPPORTO NEL SANTO STEFANO
IL PERSONALE DI SUPPORTO NEL SANTO STEFANO
L’INSERIMENTO DEGLI OSS NELL’ORGANIZZAZIONE
� Progressiva riqualificazione del personale Aus.s.s./OTA� Riallocazione prioritaria degli OSS nelle UU.OO. a maggiore intensità di cure
� Revisione delle attività assistenziali da attribuire all’OSS
� Integrazione del personale ASSFE/OSS (funzioni educative degli OSS)
� Blocco delle assunzioni del personale non qualificato� Gestione del turnover con OSS
Completamento del percorso nel 2012
AUSILIARIO SPECIALIZZATO (DPR 384/1990)
� Pulizia degli ambienti
� Spostamento dei ricoverati, trasporto di medicine, referti, materiali; vitto, attrezzature, vestiario e biancheria;
� Aerare, spazzare, lavare a spolverare le camere e le corsie di degenza etc.
� Trasporto ed accompagnamento dei degenti
� Raccolta, allontanamento e smaltimento del materiale sporco e dei rifiuti solidi e liquidi compresi quelli speciali
� Ogni altro compito richiesto dalle professionalitàsuperiori che rientri nella sua competenza.
AUSILIARIO SPECIALIZZATO (CCNL ARIS-DON GNOCCHI)
� Pulizia degli ambienti (comprese quelle del comodino, delle apparecchiatura e della testata del letto)
� Trasporto degli infermi, se in barella o in carrozzella, loro accompagnamento e custodia se deambulanti.
� Collaborano con il personale infermieristico nella pulizia del malato; responsabili della corretta esecuzione dei compiti che sono stati affidati.
� Assistenza alla persona per favorire l’autosufficienza giornaliera (esempio: aiuto alla persona, all’assunzione dei pasti, ad alzarsi, vestirsi, e all’igiene personale del paziente).
OPERATORE TECNICO ADDETTO ALL’ASSISTENZA (DPR 384/90)
In collaborazione o su indicazione dell’infermiere professionale provvede:
� al rifacimento del letto occupato� all’igiene personale del paziente� al posizionamento e al mantenimento delle posizioni terapeutiche
OPERATORE SOCIO SANITARIO (ACCORDO CONFERENZA-STATO REGIONI DEL 22/02/2001)
� assiste la persona, in particolare non autosufficiente o allettata, nelle attività quotidiane e di igiene personale
� attività semplici di supporto diagnostico e terapeutico� attività di animazione e socializzazione di singoli e gruppi� osserva e collabora alla rilevazione dei bisogni e delle condizioni di rischio-danno dell'utente
� in sostituzione e appoggio dei famigliari e su indicazione del personale preposto è in grado di aiutare per la corretta assunzione dei farmaci prescritti e per il corretto utilizzo di apparecchi medicali di semplice uso
� osservare, riconoscere e riferire alcuni dei più comuni sintomi di allarme che l'utente può presentare (pallore, sudorazione ecc.)
� utilizzare specifici protocolli per mantenere la sicurezza dell'utente, riducendo al massimo il rischio
L’INFERMIERE E L’OSS
L’infermiere […] per l'espletamento delle funzioni si avvale, ove necessario, dell'opera del personale di supporto
(D.P.R. 14/09/1994 n.739, art. 1, comma 3, lettera f)
L’OSS svolge la sua attività in collaborazionecon gli altri operatori professionali preposti all’assistenza sanitaria e a quella sociale, secondo il criterio del lavoro multiprofessionale(Provvedimento della Conferenza Stato-Regioni 22/02/2001, art. 3)
L’INFERMIERE E L’OSS
� Quando è necessario ricorrere alla collaborazione dell’OSS?
� Quali sono le modalità con cui si realizza tale collaborazione?
Formulazione degli obiettivi assistenziali
Pianificazione assistenziale
Assistenza sostitutiva alla persona
Assistenza integrativa alla persona
Informazione /educazione alla persona
Gli obiettivi assistenziali sono stati raggiunti?
Accoglienza del paziente
Valutazione delle modalità di svolgimento delle ADV
Mancato svolgimento dell’ADV
Insufficiente svolgimento dell’ADV
Inadeguato svolgimento dell’ADV
sìno
STOP
IL RUOLO PROFESSIONALE DELL’INFERMIERE E DELL’OSS
OSS:Attività in collaborazione con gli altri operatoriprofessionali preposti all’assistenza sanitaria e a
quella sociale, secondo il criterio del lavoro multiprofessionale.
Attività indirizzata a soddisfare i bisogni primari della persona, nell’ambito delle proprie aree di competenza ed a favorire il benessere e l’autonomia dell’utente.
� Assistenza diretta ed aiuto domestico alberghiero
� Intervento igienico-sanitario e di carattere sociale
� Supporto gestionale, organizzativo e formativo
Infermiere: � Professionista responsabile dell’assistenza
infermieristica� Autonomia decisionale ed operativa:
� identificazione dei bisogni di assistenza infermieristica
� pianificazione� gestione � valutazione dell'intervento assistenziale infermieristico
La normativa non ci aiuta a capire SE e COME ci si può avvalere della collaborazione del
personale di supporto.
Formulazione degli obiettivi assistenziali
Pianificazione assistenziale
Assistenza sostitutiva alla persona
Assistenza integrativa alla persona
Informazione /educazione alla persona
Gli obiettivi assistenziali sono stati raggiunti?
Accoglienza del paziente
Valutazione delle modalità di svolgimento delle ADV
Mancato svolgimento dell’ADV
Insufficiente svolgimento dell’ADV
Inadeguato svolgimento dell’ADV
sìno
STOP
IL RUOLO PROFESSIONALE DELL’INFERMIERE E DELL’OSS
DELEGA VS. ATTRIBUZIONE
� Come devono essere regolati i rapporti tra infermiere ed operatore di supporto?
� La delega di funzioni, in questo caso, è uno strumento giuspenalistico inadeguato.scritta, effettiva, trasferimento di potere decisionale, controllo, non ingerenza
� Le attività devono essere attribuite, e non delegate.
� Attribuzione: trasferimento ad una persona competente, della autorità di eseguire un selezionato compito infermieristico in una situazione selezionata
DELEGA VS. ATTRIBUZIONE
L’attribuzione non comporta il trasferimento:� della responsabilità del processo di assistenza,� della responsabilità insita nella decisione“dell’avvalersi ove necessario”
� del potere (competenza e responsabilità) decisionale� della supervisione dell’azione.
(SIT Sant’Orsola-Malpighi Bologna, 2004)
ATTRIBUZIONE DI COMPITI AGLI OSS: LE VARIABILI CONSIDERATEPresupposti organizzativi:
� L’infermiere ha funzioni di responsabile del processo di assistenza infermieristica.
� Piano di assistenza infermieristica, parte integrante del progetto riabilitativo del paziente, ed èdocumentato in ogni sua fase.
� Programmazione giornaliera/periodica delle attivitàassistenziali e gestionali/di supporto (piani di attività), con l’evidenza della partecipazione delle diverse figure.
� Protocolli e procedure che definiscono le responsabilitàdei diversi attori nei confronti di tematiche specifiche (es. protocollo di prevenzione LDD).
ATTRIBUZIONE DI COMPITI AGLI OSS: LE VARIABILI CONSIDERATE
Variabili legate ai pazienti:
� Condizioni clinicheelevata instabilità� bassa discrezionalità infermieristica
� Livello di autonomia/dipendenza� Livello di competenze rispetto al processo assistenziale� Fattori di rischio specifici
VARIABILI LEGATE AI PAZIENTI
UU.OO. extra ospedaliere estensive
�Turbe caratteriali e di comportamento
�Instabilità/variabilità del tono dell’umore
�Reazioni di rifiuto (nei confronti di oggetti, persone, situazioni)
�Oppositività (costante opposizione a qualsiasi tipo di relazione con gli altri)
�Autoaggressività; Autolesionismo
�Eteroaggressività fisica – verbale; Intolleranza verso altri pazienti
�Comportamenti inadeguati (urlare, sputare, mordere, imprecare, altro)
�Tendenza all’isolamento
�Tendenza al wandering
�Stereotipie motorie
�Crisi epilettiche (assenti; rare; frequenti)
�Reazioni a stimoli ambientali; Fattori scatenanti eventi critici
�Risoluzione eventi critici (spontanea, con intervento farmacologico, con intervento educativo, non rilevabile)
VARIABILI LEGATE AI PAZIENTI
UU.OO. ospedaliere intensive
�Coma, stato vegetativo
�Monitoraggio PV
�Cannula tracheostomica, ventilazione meccanica
�Nutrizione artificiale (NPT, SNG, PEG)
�Linee centrali
�Disfagia
�Catetere vescicale
�Igiene
�Mobilizzazione, mantenimento delle posture
�Prevenzione e trattamento delle lesioni da decubito
�Terapie farmacologiche
�…
ATTRIBUZIONE DI COMPITI AGLI OSS: LE VARIABILI CONSIDERATE
Variabili legate alla prestazione assistenziale:
� Competenza infermieristica, riferita all’area di attività in cui l’inf. èautonomo nella pianificazione
� Pertinenza alle competenze dell’OSS
� Livello di standardizzazione (ripetuta più volte nell’ambito della pianificazione quotidiana, non dipendente dalla complessitàassistenziale)
� Riconducibilità alla pianificazione delle attività e/o procedure che non richiedono adattamenti in funzione delle specifiche situazioni
� Complessità tecnologica ed invasività
� Prevedibilità degli esiti, basso rischio
� Livello di discrezionalità
PRINCIPI GENERALI PER L’ ATTRIBUZIONE DI COMPITI AGLI OSS
� L’OSS è un operatore di supporto alla persona disabile
� Le attività svolge dall’OSS sono principalmente dirette al paziente, nell’ambito di un piano di assistenza definito dagli infermieri, di una programmazione giornaliera e periodica delle attività e secondo procedure/protocolli assistenziali
� Nelle UU.OO. dove il livello di intensità delle cure è più elevato, gli OSS non svolgono attività di igiene ambientale
� L’OSS svolge attività di assistenza di base (assistenza integrativa e sostitutiva diretta)
� L’infermiere svolge attività di assistenza avanzata, che hanno cioè un effetto diretto sulla salute dei pazienti, alle quali sono correlate potenziali rischi.
� L’infermiere partecipa alle attività di assistenza di base nei casi piùcomplessi e valutati più “a rischio”
IL RUOLO DELL’OSS NEL PIANO DI ASSISTENZA INFERMIERISTICA
Formulazione degli obiettivi assistenziali
Pianificazione assistenziale
Assistenza sostitutiva alla persona
Assistenza integrativa alla persona
Informazione /educazione alla persona
Gli obiettivi assistenziali sono stati raggiunti?
Accoglienza del paziente
Valutazione delle modalità di svolgimento delle ADV
Mancato svolgimento dell’ADV
Insufficiente svolgimento dell’ADV
Inadeguato svolgimento dell’ADV
sìno
STOP
Infermiere:• Valuta il paziente• Pianifica l’assistenza• Identifica i compiti che possono essere compiuti dall’OSS che possiede le competenze necessarie• Assegna i compiti• Valuta e supervisiona i compiti assegnati• Valuta l’appropriatezza delle modalità di esecuzione ed il raggiungimento degli esiti pianificati
IL RUOLO DELL’OSS NEL PIANO DI ASSISTENZA INFERMIERISTICA
Formulazione degli obiettivi assistenziali
Pianificazione assistenziale
Assistenza sostitutiva alla persona
Assistenza integrativa alla persona
Informazione /educazione alla persona
Gli obiettivi assistenziali sono stati raggiunti?
Accoglienza del paziente
Valutazione delle modalità di svolgimento delle ADV
Mancato svolgimento dell’ADV
Insufficiente svolgimento dell’ADV
Inadeguato svolgimento dell’ADV
sìno
STOP
OSS:•Osserva e collabora alla rilevazione dei bisogni e delle condizioni di rischio-danno dell’utente• E’ in grado di riconoscere le situazioni ambientali e le condizioni dell’utente per le quali è necessario mettere in atto le differenti competenze tecniche.
UN ESEMPIO:
49
L’OSS riferisce all’infermiere:o circa i fattori di rischio per le lesioni da decubito
(Scala di Braden)
� PERCEZIONE SENSORIALE (Abilità a rispondere in modo corretto alla sensazione di disagio correlata alla pressione)
� UMIDITÀ (Grado di esposizione della pelle all’umidità)
� ATTIVITÀ (Grado di attività fisica)
� MOBILITÀ (Capacità di cambiare e di controllare le posizioni del corpo)
� NUTRIZIONE (Assunzione usuale di cibo)
� FRIZIONAMENTO E SCIVOLAMENTO
o in generale, circa le modalità di svolgimento delle ADV
50
� Respirazione
�Alimentazione e idratazione
� Movimento
�Eliminazione
�Igiene personale ed integrità cutanea
�Comunicazione
�Riposo e sonno
�Mantenimento della sicurezza ambientale
� Problematiche psico-comportamentali
IL RUOLO DELL’OSS NEL PIANO DI ASSISTENZA INFERMIERISTICA
OSS:•Osserva e collabora alla rilevazione dei bisogni e delle condizioni di rischio-danno dell’utente• E’ in grado di riconoscere le situazioni ambientali e le condizioni dell’utente per le quali è necessario mettere in atto le differenti competenze tecniche.
IL RUOLO DELL’OSS NEL PIANO DI ASSISTENZA INFERMIERISTICA
Formulazione degli obiettivi assistenziali
Pianificazione assistenziale
Assistenza sostitutiva alla persona
Assistenza integrativa alla persona
Informazione /educazione alla persona
Gli obiettivi assistenziali sono stati raggiunti?
Accoglienza del paziente
Valutazione delle modalità di svolgimento delle ADV
Mancato svolgimento dell’ADV
Insufficiente svolgimento dell’ADV
Inadeguato svolgimento dell’ADV
sìno
STOP
OSS:Attuazione di interventi autonomi, o in regime di cooperazione o di collaborazione:
Assistenza diretta ed aiuto domestico alberghiero:- assiste la persona, in particolare non autosufficiente o allettata, nelle attivitàquotidiane e di igiene personale;- realizza attività semplici di supporto diagnostico e terapeutico;- collabora ad attività finalizzate al mantenimento delle capacità psico-fisiche residue, alla rieducazione,riattivazione, recupero funzionale;- realizza attività di animazione e socializzazione di singoli e gruppi;- coadiuva il personale sanitario e sociale nell’assistenza al malato anche terminale e morente;- aiuta la gestione dell’utente nel suo ambito di vita;-cura la pulizia e l’igiene ambientale.-…
PIANO DI ASSISTENZA
52
Gravissima oligofrenia, tetraplegia spastica, epilessia, microencefalia
Assistenza nell’alimentazione/idratazione
PIANO DI ASSISTENZA
53
Gravissima oligofrenia, tetraplegia spastica, epilessia, microencefalia
Assistenza nell’alimentazione/idratazione
Gestione di ausili per l’eliminazione
Controllo della diuresi
Posizionamento / mobilizzazione
Igiene
PIANO DI ASSISTENZA
54
Emiplegia destra, afasia e disfagia da recente ictus ischemico cerebrale;
ipertensione arteriosa.
Assistenza nell’alimentazione/idratazione
PIANO DI ASSISTENZA
55
Emiplegia destra, afasia e disfagia da recente ictus ischemico cerebrale;
ipertensione arteriosa.
Assistenza nell’alimentazione/idratazione
Gestione di ausili per l’eliminazione
PIANO DI ASSISTENZA
56
Emiplegia destra, afasia e disfagia da recente ictus ischemico cerebrale;
ipertensione arteriosa.
Assistenza nell’alimentazione/idratazione
Gestione di ausili per l’eliminazione
Controllo della diuresi (Inf)
Posizionamento / mobilizzazione (Inf, OSS)
Igiene
PIANO DI ASSISTENZA
57
Grave emiparesi destra con plegìa dell’arto superiore, disfagia, disartria, esiti
di ictus cerebri, diabete mellito, ipertensione arteriosa, obesità
PIANO DI ASSISTENZA
58
Grave emiparesi destra con plegìa dell’arto superiore, disfagia, disartria, esiti
di ictus cerebri, diabete mellito, ipertensione arteriosa, obesità
PIANO DI ASSISTENZA
59
Grave emiparesi destra con plegìa dell’arto superiore, disfagia, disartria, esiti
di ictus cerebri, diabete mellito, ipertensione arteriosa, obesità
PIANO DI ASSISTENZA
60
Grave emiparesi destra con plegìa dell’arto superiore, disfagia, disartria, esiti
di ictus cerebri, diabete mellito, ipertensione arteriosa, obesità
PIANI DI ATTIVITÀ
61
PIANI DI ATTIVITÀ
62
PIANI DI ATTIVITÀ
63
PROTOCOLLI
64
PROTOCOLLI
65
ATTRIBUZIONE DI COMPITI AGLI OSS: POSSIBILI SVILUPPI
�Medicazioni semplici:� Ferite/lesioni valutate dall’infermiere� Assenza/basso rischio di insorgenza di complicanze� Basso complessità di esecuzione tecnica
�L’OSS e il Comitato Infezioni Ospedaliere�L’OSS e il Team Rischio Clinico
Gli analfabeti del 21° secolo non saranno quelli che non sanno leggere e scrivere, ma coloro che non sanno imparare, disimparare e imparare di nuovo.
Alvin Toffler, “Future shock”, 1970
E IN FUTURO?
God only knows…Beach Boys, “Pet Sounds”, 1966
E IN FUTURO?