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Treball de Recerca Made in Italy ... ma è veramente “Italy”? La doppia faccia di un marchio Arianna Ghelardoni Tremoleda Tutor: Mireia Aldomà IES Montserrat 6/11/2013

Made in Italy... ma è veramente "Italy"? La doppia faccia di un marchio

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Autora: Arianna Ghelardoni Tremoleda | Tutora: Mireia Aldomà | Tema: Itàlia

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Treball de Recerca

Made in Italy

... ma è veramente “Italy”? La doppia faccia di un marchio

Arianna Ghelardoni Tremoleda

Tutor: Mireia Aldomà

IES Montserrat

6/11/2013

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INDICE

1- Introduzione ............................................................................................................................ 2

2 - Il Made in Italy ....................................................................................................................... 4

2.1 - La nascita del Made in Italy ......................................................................................... 6

2.2 - La moda dentro il Made in Italy ................................................................................... 9

2.3 - La gastronomia dentro il Made in Italy ..................................................................... 11

2.4 - L’arredamento e il design dentro il Made in Italy .................................................... 13

3 - Made in Italy vs. altri Made in ........................................................................................... 16

3.1 - Made in China .............................................................................................................. 19

3.1 - Made in Germany ........................................................................................................ 20

3.3 - Made in Spain .............................................................................................................. 22

3.4 - Made in Barcellona ..................................................................................................... 23

3.4.1 - Uso del marchio Barcelona ................................................................................ 24

4 - Made in Italy: le truffe e gli abusi al consumatore ......................................................... 25

4.1 – La truffa nel settore alimentare ................................................................................. 27

5 - Questionario ........................................................................................................................ 30

5.1 - Domande proposte: ..................................................................................................... 31

5.2 - Commenti al questionario .......................................................................................... 32

6 – Conclusioni ......................................................................................................................... 36

7 - Bibliografia ........................................................................................................................... 38

8 - Allegato................................................................................................................................. 40

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1- Introduzione

Sono figlia di una madre catalana e di un padre italiano; sono, come si

dice in questi casi, una “mezzosangue”. Pur sentendomi catalana al cento per

cento, ho un rapporto speciale e affettuoso con l’Italia. Viaggio spesso in questo

paese e posso dire che conosco abbastanza bene le usanze e i modi di fare

degli italiani.

L’idea che mi ha portato a realizzare questo lavoro di ricerca sul Made in

Italy è stata che ogni volta che io e la famiglia viaggiamo in Italia torniamo

carichi di prodotti. Mi sono chiesta allora perché questo non succede nel senso

opposto, cioè quando andiamo da Barcellona a Milano, ad esempio. Perché

tutta questa voglia di tronare a casa con prodotti italiani? Perché siamo convinti

di avere portato a casa qualcosa di esclusivo che non si trova a Barcellona o in

nessun’altra parte? Semplicemente perché sono prodotti italiani. La domanda

seguente è stata: in che cosa consiste il Made in Italy? Quali sono le sue

peculiarità e le sue caratteristiche?

Mi sono anche interessata a capire quando e in che modo questo

fenomeno è riuscito a prendere vita e forma.

All’inizio della ricerca avevo messo come obiettivi le origini, la storia e le

ragioni per cui il Made in Italy fosse diventato un marchio di prestigio famoso in

tutto il mondo; come da un paese famoso per la pizza, la pasta e la mafia,

l’Italia fosse diventata un paese di riferimento per l’alta qualità, modernità,

innovazione, tecnologia ed eleganza dei suoi prodotti. Inoltre volevo capire,

sulla base della mia esperienza personale, quali fossero le principali differenze

tra il Made in Italy e altri Made in, cioè capire quale fosse la relazione tra il

paese di produzione e l’immagine di un determinato prodotto.

Cominciando a raccogliere materiale per studiare il fenomeno del Made

in Italy, ho scoperto in realtà altri aspetti inquietanti del marchio, e cioè l’attività

della delinquenza organizzata, soprattutto nel settore alimentare che immette

sul mercato prodotti falsificati con il marchio italiano, e la strategia di molti

imprenditori senza scrupoli che, con l’obiettivo di aumentare i benefici

economici, non esitano a produrre nei paesi con mano d’opera a poco prezzo.

Infatti, vista l’importanza che ha l’alimentazione nella nostra vita mi è sembrato

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un aspetto del tema interessante da investigare e approfondire e che ha

generato l’idea del titolo e del sottotitolo del lavoro di ricerca.

Approfittando dei miei viaggi in Italia, ho voluto capire quali fossero

l’immagine e la percezione che si ha del Made in Italy tra gli italiani e

confrontarla poi con quelle che hanno gli spagnoli. È nata quindi l’idea di

un’inchiesta vera e propria con una serie di domande uguali per tutti gli

intervistati che sono state persone di diversa età, nazionalità ed esperienza

professionale (studenti, lavoratori e specialisti nel settore del design). Ho poi

ordinato le risposte e tratto delle conclusioni per vedere quali fossero le

differenze principali.

Per ricercare le informazioni sul Made in Italy ho principalmente letto dei

libri specializzati sul tema e ho eseguito ricerche su siti in Internet che

potessero approfondire ulteriormente alcuni aspetti del mio lavoro. Esiste una

letteratura enorme sul fenomeno del Made in Italy e la difficoltà principale è

stata selezionare i testi da leggere per ricavare le informazioni necessarie. Ho

dovuto, infatti, passare molto tempo per capire se i testi che stavo consultando

contenessero le informazioni utili per la mia ricerca.

Penso però che con i testi utilizzati, integrati con le informazioni dei siti di

Internet, sia riuscita ad avere una visione abbastanza chiara e completa della

storia, delle principali, caratteristiche e dei rischi che corre il Made in Italy.

Vorrei ringraziare le persone della comunità italiana alla quale

appartengo perché hanno contribuito molto in questo lavoro spiegandomi le loro

esperienze e le loro opinioni e procurandomi tanti articoli sul tema del Made in

Italy. Ringrazio, inoltre, tutte le persone che hanno collaborato gentilmente alla

compilazione del questionario. Un caro ringraziamento va a mio cugino Joan

per i suoi consigli nella parte grafica. Ringrazio anche la mia tutrice, Mireia

Aldomà, che come me è appassionata per l’Italia e spero che con questo lavoro

l’aiuterò a capire un po’ di più il fenomeno che ho trattato nella ricerca. Per

ultimo, voglio ringraziare i miei genitori per il supporto e l’ispirazione che mi

hanno dato con la loro differente nazionalità.

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2 - Il Made in Italy

Ogni paese produce tanti prodotti, ma

soltanto alcuni sono considerati Made in e

perciò in grado di stabilire un forte legame

d’immagine con un determinato paese. Per

quanto riguarda l’Italia, i settori merceologici

chiave da questo punto di vista sono

probabilmente tre:

- alimentari e vini

- tessile, abbigliamento, pelletterie e accessori

- arredamento e design

cioè quelli che sono chiamati nel marketing le tre “F” del Made in Italy: food,

fashion, furniture.

Il Made in Italy rappresenta la voce più importante dell’esportazione

italiana, ma soprattutto costituisce la componente fondamentale del sistema

produttivo italiano. All’estero, infatti, i prodotti italiani hanno nel tempo

guadagnato una fama tale da costituire una categoria a sé in ciascuna delle

merceologie rispettivamente interessate.

Nonostante che in Italia esistano cinque regioni a statuto speciale, con lingue e

cultura molto diverse, il Made in Italy è un segno di unità, sacro e indiscutibile in

tutto il paese.

Ma cosa significa esattamente Made in Italy?

Teoricamente vuol dire che il prodotto è interamente realizzato in Italia,

dalla progettazione alla produzione e al confezionamento per la vendita.

Il nome del Made in Italy dovrebbe quindi indicare la provenienza effettiva e

totale e della produzione in Italia di quest’articolo che porta questo marchio;

“dovrebbe” perché purtroppo in molti casi non è così. In realtà, molti prodotti

possono portare il marchio Made in Italy anche quando sono quasi interamente

realizzati all'estero. Infatti, secondo l'articolo 24 del codice doganale europeo

(Reg. CEE 2913/1992 ), un prodotto che è stato realizzato in due o più paesi è

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considerato originario del paese in cui la trasformazione finale o lavoro

sostanziale ha avuto luogo.

Ciò significa che se un articolo viene prodotto per il 70 % all'estero e il 30

% in Italia (nel caso di una borsa il 30 % potrebbe corrispondere più o meno al

fissaggio dei manici e al logo del marchio), tale articolo potrebbe essere

etichettato come Made in Italy. Ma ancora più sconvolgente è che anche un

articolo che è stato interamente prodotto all'estero può fregiarsi del marchio

Made in Italy se è stato commissionato da una ditta che ha sede in Italia.

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2.1 - La nascita del Made in Italy

Il marchio del Made in Italy è nato senza dubbio con la comparsa della

prima forma di moda italiana.

Alla fine della Seconda Guerra Mondiale l’industria italiana, che già non

era particolarmente competitiva prima del conflitto stesso, faticò a riprendersi.

Nel 1946 la capacità produttiva degli impianti era sfruttata solo per il 50%.

Causa di questo ritardo era la difficoltà di approvvigionamento dei tessuti, oltre,

ovviamente, al minore assorbimento della produzione. La confezione in serie

non aveva ancora avuto piena diffusione: il 90% dei consumi era assorbito dalla

produzione sartoriale; solo alla fine degli anni quaranta si passò a questo tipo di

produzione. Dagli Stati Uniti furono chiamati dei tecnici della confezione per

presentare nelle più affermate imprese le metodologie più avanzate di

organizzazione del lavoro. Tutto ciò consentì un miglioramento del livello

qualitativo della produzione, specie nell’abbigliamento maschile. Solo a partire

dagli anni cinquanta si affermò a Firenze una moda italiana riconosciuta

internazionalmente. Nel 1951 ebbe luogo l’avvenimento che segnò l’inizio della

moda italiana: la sfilata a Firenze organizzata da Giovanni Battista Giorgini con

l’intervento di un pubblico internazionale, tra cui molti compratori americani.

Firenze rimase capitale della moda italiana fino al 1965 quando passò il

testimone a Milano. Il capoluogo lombardo era diventato negli anni sessanta il

motore economico italiano e la sede delle principali industrie del paese.

Il marchio Made in Italy è quindi un fenomeno relativamente recente,

degli ultimi cinquant’anni, sviluppatosi per una serie di coincidenze come il

fiorire di alcuni stilisti, disegnatori e architetti, l’emergere di una nuova

generazione d’imprenditori e, soprattutto, la voglia di riscatto del popolo italiano

dopo le tristezze della guerra. Infatti, l’Italia uscì esangue dalla Seconda Guerra

Mondiale e ci volle circa un decennio prima che si realizzasse quello che gli

osservatori chiameranno poi “il miracolo italiano”. Le cause di questo

straordinario decollo sono varie. L’Italia si mise a produrre automobili, macchine

per scrivere, televisori, elettrodomestici, strumenti e macchinari; in prevalenza

beni di consumo privato e individuale, originariamente indirizzati più

all’esportazione che al mercato interno.

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Tra la fine degli anni Quaranta e gli anni Cinquanta, il processo di

affermazione della moda italiana si affiancò allo sviluppo del settore

dell’arredamento e del design. Coraggiosi imprenditori e giovani architetti

crearono realtà industriali importanti (prima tra tutte l’Olivetti) e oggetti innovativi

in grado di comunicare praticità e bellezza allo stesso tempo. Anche il mondo

dell’industria dette un grosso impulso alla creazione di capolavori del disegno

italiano; la ricostruzione e la riconversione di alcune tra le principali aziende

belliche italiane (Piaggio e Innocenti) crearono gli scooter Vespa e Lambretta,

una tipologia di moto che fu l’alternativa economica e giovanile all’automobile.

Gli anni cinquanta rappresentarono un periodo ricco di idee e di progetti, che

segnarono il passaggio dalla fase di ricostruzione del dopoguerra alla fase di

industrializzazione e modernizzazione del paese.

Negli anni Sessanta, invece, il processo di sviluppo del settore della

moda fu affiancato da quello del settore alimentare che in quegli anni fu in

grado ottenere una visibilità tale da farlo uscire dalla dimensione di produzione

artigianale.

Sicuramente le origini sono ancora più antiche e il fenomeno del Made in

Italy viene da molto lontano; è il frutto di una fertile combinazione tra cultura,

arte, artigianato, abilità manifatturiera, territorio, memorie storiche e tradizione.

Il concetto del Made in Italy, quindi, nasce e si sviluppa in Italia come

prodotto della moda, ma in realtà la sua diffusione in tutto il mondo è dovuta al

fenomeno dell’emigrazione, vero e proprio mezzo di trasporto del marchio.

Dopo l’Unità d’Italia, avvenuta nel 1861, negli ultimi decenni

dell’Ottocento ci fu una grande ondata migratoria verso i paesi transoceanici, in

particolare quelli del continente americano. Il processo ebbe inizio nelle regioni

dell’Italia settentrionale e si estese progressivamente alle regioni del

Mezzogiorno, che nel periodo tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento

contribuirono maggiormente a quella che sarà definita “la grande emigrazione”.

In queste regioni in quel periodo si verificò un esodo di tale portata che la

popolazione diminuì nonostante i forti tassi di natalità. Questo grande flusso si

ridusse progressivamente a partir dagli anni venti del Novecento fino a esaurirsi

completamente con la Seconda Guerra Mondale. A determinare questo esito

contribuirono tre fattori: la strategia politica degli Stati Uniti che instaurano, con

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il Johnson Act, una politica restrittiva e discriminatoria nei confronti dei paesi

dell’Europa mediterranea, la politica anti-migratoria del fascismo, e infine la

grande depressione degli anni Trenta che ridusse l’attrazione verso quella che

era stata la meta più desiderata, gli Stati Uniti.

Dopo la Seconda Guerra Mondiale molti canali migratori si chiusero e fu

difficile trovare degli sbocchi per i potenziali emigranti. L’America Latina aveva,

infatti, perso per motivi economici e politici la capacità attrattiva dei decenni

precedenti e il Belgio, dopo la tragedia della miniera di Marcinelle in cui persero

la vita 262 uomini, di cui 136 italiani, finì di essere il destino di manodopera per

il lavoro in miniera, secondo un accordo italo-belga che prevedeva l'invio di

50.000 lavoratori in cambio di carbone. Le grandi mete migratorie diventarono

la Francia e in seguito, in maniera assolutamente dominante, la Svizzera e la

Germania. Queste furono le grandi migrazioni intraeuropee del secondo

dopoguerra, trainate dallo sviluppo industriale, che ebbero la loro massima

intensità nel periodo compreso tra la metà degli anni cinquanta e la metà degli

anni settanta.

Grazie al fatto di avere un sentimento patriottico molto forte, gli italiani

hanno importato molti aspetti della cultura e cucina italiana e hanno sempre

avvertito l’impulso di condividere con il resto del mondo la loro arte del vivere.

Tante famiglie hanno aperto ristoranti di cucina italiana che hanno avuto

successo subito grazie alla semplicità dello stile e alla qualità degli ingredienti

mediterranei in contrasto con le cucine locali. Altri hanno anche aperto piccoli

spacci dove si potevano acquistare tutti questi prodotti sempre più riconosciuti.

Questi fatti hanno contribuito al riconoscimento di prodotti come la pizza, la

pasta, l’olio d’oliva, i salumi, il prosciutto, i formaggi, i vini.

Gli emigranti hanno anche portato via dall’Italia lo stile nel vestirsi che ha

subito radicato nei luoghi in cui andavano a vivere, creando cosi il segno della

moda italiana, sia per l’abbigliamento sia per gli accessori o la calzatura.

La personalità e lo stile di vita di questi emigrati italiani, che hanno

sempre mantenuto le radici della cultura italiana, sono la base del Made in Italy

e hanno permesso di espandere in tutto il mondo ogni aspetto di questa

ricchezza territoriale.

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2.2 - La moda dentro il Made in Italy

Fino alla prima metà del

Novecento non esisteva una moda

italiana vera e propria; piuttosto si

copiavano i modelli d’ispirazione

francese, soprattutto per ciò che

riguardava la moda femminile e inglesi

per quella maschile. Con l’arrivo delle

sfilate la moda italiana s’inserisce nel

circuito europeo e, soprattutto, in quello

americano.

Il 12 Febbraio del 1951 si organizzò in una prestigiosa residenza

fiorentina, Villa Torrigiani, una sfilata alla quale si fa convenzionalmente risalire

la nascita della moda italiana. Sulla passerella sfilarono creazioni sartoriali

esclusivamente italiane di alcune fra le più importanti case di moda fiorentine,

milanesi e romane, che accettarono di presentare i loro modelli in una sfilata

collettiva per promuovere la moda italiana a un pubblico internazionale, tra cui

molti compratori americani. L’invito originale recitava: “Lo scopo della serata è

di valorizzare la nostra moda. Le signore sono vivamente pregate di indossare

abiti di pura ispirazione italiana”1. L’ideatore di tutto ciò fu Giovanni Battista

Giorgini. Discendente di un’antica famiglia nobiliare lucchese, fu il primo ad

intuire la potenzialità economica dell’artigianato italiano sui mercati

internazionali, specialmente negli Stati Uniti.

Nella prima fase della sua attività si occupò di conoscere il mercato

americano e di promuovere l’artigianato italiano. Lo fermarono la crisi del '29

negli Sati Uniti e la dittatura fascista. Dopo la guerra riprese, grazie ai contatti

con le forze alleate a Firenze, le relazioni con gli USA. Nel '47 organizzò al

Museo d’Arte Moderna di Chicago una mostra dal titolo “Italy at work”:

un’esposizione del meglio dell’artigianato italiano, vetri, ceramiche, tessuti,

pelletteria.

1 Fonte: http://www.vogue.it/magazine/blog-del-direttore/2012/12/26-dicembre

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Conquistò così la fiducia dei grandi compratori e distributori americani e

canadesi, gli stessi che furono invitati a casa sua nel febbraio del 1951 per il

“First Italian high fashion show”.

La sfilata del 1951 fu un trionfo completo che decretò la nascita della

moda italiana. Grazie al quel successo, la giornata di sfilate fu replicata l’anno

seguente nel Grand Hotel di Firenze. Dopo qualche edizione le autorità

fiorentine decisero di attribuire all’evento una cornice all’altezza del suo

prestigio e della sua fama: la Sala Bianca di Palazzo Pitti. Le sfilate di Firenze

di quel periodo confermarono lo stile proprio e originale della moda italiana.

Da quel febbraio del 1951 nuovi talenti si aggiunsero ai primi durante le

sfilate: Capucci, Galitzine, Krizia, Valentino e Mila Schön. Nella propria casa,

invece, Giorgini continuava a ospitare i migliori uomini di cultura del tempo.

Ogni anno arricchì le sfilate con nuove iniziative, come la “Textile promotion”

per coinvolgere anche l’industria tessile; e fu anche il primo a capire

l’importanza della moda pronta (prêt-à-porter), un'intuizione che determinò in

seguito il trionfo mondiale del Made in Italy e anche l’Italian Style.

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2.3 - La gastronomia dentro il Made in Italy

La storia del cibo e della cucina

italiani si lega alla storia complessa del

paese, che solo centocinquant’anni fa è

diventato un'unica nazione. La prima cosa

che si nota è che non esiste una sola cucina

italiana, ma ne esiste almeno una decina

con caratteristiche completamente differenti

una dall’altra e con circa duemila ricette

legate alle diversità storiche e culturali delle

regioni che erano due secoli fa stati diversi

con influenze e dominazioni differenti.

Questa estrema varietà deriva anche

dalle diversità delle produzioni agricole

italiane, legate alle caratteristiche fisiche e

climatiche delle varie zone del paese e che

passano da climi continentali a climi marini a

climi nordafricani e da pianure con tanti corsi

d’acqua a colline aride. Questa molteplicità

straordinaria fra i prodotti agricoli è una

caratteristica unica, se si pensa che l’Italia è

un piccolo paese e non un continente come

la Russia e gli Stati Uniti.

Nonostante questa grande varietà

storico-culturale e fisica, si può trovare un

elemento in comune che tra tutte le diverse

cucine italiane, e cioè la semplicità, l’uso di

ingredienti naturali e senza troppe

manipolazioni. Questo significa una grande

qualità degli ingredienti stessi e una grande

cura dell’origine. In realtà si tratta di una cucina non difficile per gran parte delle

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sue ricette, soprattutto quelle legate ai piatti

forti: primi, secondi, insalate e verdure. Il

risultato di questo stile sono il gusto e il sapore

che sono un altro aspetto fondamentale per

capire il successo del magiare italiano nel

mondo.

La cucina italiana ha molti piatti che non solo

hanno successo nella regione d’origine o in

Italia, ma sono diventati quasi “patrimonio

culinario dell’umanità”, nel senso che sono

apprezzati in tutti i paesi del mondo. Invenzioni

come la pizza e la pasta (con i vari sughi, dal

pomodoro semplice al pesto) sono

probabilmente i piatti più conosciuti al mondo. A

questi occorre aggiungere i cibi già pronti al

consumo e cioè principalmente la gamma dei

salumi (dal prosciutto crudo a quello cotto, alla

mortadella e ai salami) e quella dei formaggi

(dal parmigiano alla mozzarella). L’Italia inoltre

è il paese produttore delle migliori qualità di olio

d’oliva al mondo e tra i più grandi produttori di vini.

Il grande successo della gastronomia italiana ovunque, ha provocato la

manifestazione di tante possibilità di affari. Dopo vedremo che questi affari

possono anche diventare una truffa grazie a produttori con pochi scrupoli.

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2.4 - L’arredamento e il design dentro il

Made in Italy

Il concetto di design è spesso assimilato a

qualcosa di superfluo e costoso. In realtà il design

è da identificarsi principalmente con la ricerca

di soluzioni ottimali in relazione a specifiche

esigenze. Il termine design è complementare alla

formula di Made in Italy.

È difficile trovare un periodo esatto per

parlare di nascita del design italiano. Dall’inizio

della civiltà, l’uomo si è circondato di oggetti, di

arredi e strumenti e quindi di design. La storia del

design italiano come marchio comincia con Giò

Ponti (Milano, 1891), che è oggi finalmente

riconosciuto come il vero padre del design italiano,

e giunge fino a progettisti nati negli anni ’80 del

secolo dopo. Nel mezzo della corrente troviamo

almeno tre “generazioni di maestri”,

avvicinatissime, ma sicuramente distinguibili. La

prima si può riassumere con i nomi di Albini

(1905), Scarpa (1906), Munari (1907) . La seconda

è quella con cui il marchio Made in Italy ha preso

più forza: Zanuso (1916), Sottsass (1917),

Castiglioni (1918), Castelli Ferrieri (1920),

Magistretti (1920), Mangiarotti (1921), Cini Boeri

(1924), Aulenti (1927). La terza con nomi di Joe

Colombo (1930), Mendini (1931), Mari (1932),

Bellini (1935), Tobia Scarpa (1935), Pesce (1939) e

tanti altri.

Il design italiano ha una forza tale che

addirittura si trova il marchio Made in Design Italia.

Per le imprese italiane il design non rappresenta

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più solamente un valore aggiunto, ma è diventato

una necessità, un fattore indispensabile per

competere con successo a livello internazionale.

Come per la moda, il grande impulso al

design avvenne nel periodo del dopoguerra, tra la

metà degli anni quaranta e la fine degli anni

cinquanta, quando vari fattori si unirono per dare

vita a tutti gli elementi distintivi e particolari che

caratterizzeranno il design italiano anche nei

decenni successivi. Prima della Seconda Guerra

Mondiale, la produzione artigianale costituiva per

estensione geografica e dimensione economica

ancora una predominante quota della produzione

italiana. In particolare, nel settore dell’arredo,

l’organizzazione artigianale era rappresentata per la maggior parte da semplici

botteghe a conduzione familiare. In questo periodo, si aprì la strada un nuovo

gusto verso il concetto di “semplificato e funzionale”. Per la prima volta una

generazione di architetti si staccò dalla tradizionale cultura architettonica e

cominciò a pensare al design degli oggetti come obiettivo primario e non più

come accessorio dell’architettura.

Appena finito il conflitto mondiale, cominciò la modernizzazione del

paese con lo sviluppo industriale concentrato nel Nord Italia; migliorò il tenore di

vita delle famiglie e aumentarono i consumi soprattutto verso i prodotti per la

casa e per la mobilità. Aumentò l’interesse verso la casa e l’arredo moderno in

contrapposizione alla casa tradizionale; una nuova classe borghese, dinamica e

metropolitana, individuò nella casa e nell’arredo moderno un modo per

distinguersi e per rappresentare il proprio status sociale. All’interno del mondo

del mobile, una piccola rivoluzione industriale avvenne in alcune zone d’Italia:

piccole aziende artigianali di falegnameria, con pochi impiegati, s’indirizzò verso

la produzione meccanizzata trasformandosi in pochi anni in micro-aziende

industriali a conduzione familiare. Alcuni di questi falegnami-imprenditori, in

particolare in Brianza, regione a nord di Milano, intuirono il potenziale di

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sviluppo legato all’arredo moderno integrandosi con una nuova generazione di

architetti-designer milanesi.

Nello stesso periodo, si sperimentarono nuovi materiali e nuove

tecnologie; progetti interessanti e innovatori furono applicati soprattutto ai mezzi

di trasporto che simboleggiavano, dopo tanti anni di dittatura e di guerra, la

riconquista della libertà collettiva: treni (Settebello), moto (Vespa e Lambretta) e

auto (la 600 e la 500 della Fiat) sono il segno evidente della vitalità progettuale

e della rinascita economica del paese.

Come risultato di queste condizioni nacque il Bel Design italiano, un

fenomeno che è sempre stato caratterizzato dalla creatività e dalla capacità di

apportare all’oggetto d’uso, all’arredo e alle attrezzature per la casa, ma anche

ai mezzi di locomozione e trasporto, quella sorta di surplus estetico e di forma,

che ha reso famoso il design italiano nel mondo soprattutto per il gusto

presente in ogni prodotto del Made in Italy.

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3 - Made in Italy vs. altri Made in

Generalmente, per Made in

s’intende l’insieme dei prodotti il cui

processo produttivo è realizzato per la

maggior parte in un determinato paese.

Questa relazione tra prodotto e paese

di produzione è fondamentale per

capire perché poter associare un

prodotto a un certo paese ha effetti

significativi sull’immagine di quel

determinato prodotto.

Ciascun paese, infatti, possiede una sua specifica identità che si riflette

su tutto ciò che è realizzato al suo interno, determinando quello che viene

chiamato country effect. Dall’Italia, ad esempio, ci si aspetta di avere buon

gusto e creatività, dalla Germania affidabilità delle prestazioni, dagli Stati Uniti

innovazione tecnologica, ecc. Possiamo dire quindi che il così detto Made in è

l’effetto sul piano dell’immagine che un prodotto, ma anche una marca, può

ricevere dal fatto di essere considerato proveniente da un certo paese.

In particolare, il Made in Italy aggiunge storicamente un surplus

qualitativo all’oggetto d’uso, alla moda, all’arredo, alla gastronomia, al design,

ecc.

Il Made in Italy ha trovato altri concorrenti negli altri Made in, soprattutto

molto più competitivi nei prezzi sono il Made in China, Made in Bangladesh,

Made in Brazil, Made in India. L’aggressività commerciale di questi paesi

dovuta alla loro economia in ascesa rappresenta una minaccia per le imprese

italiane e il Made in Italy in generale. Il Made in China è considerato il più

minaccioso di tutti perché è arrivato anche nel settore dell’alimentazione. Per

quanto riguarda invece la minaccia per il Made in Italy rappresentata dai paesi

dell’Unione Europea, i prodotti Made in France o i prodotti Made in Germany

possono rappresentare una certa concorrenza soprattutto per l’alimentazione,

vini e formaggi sopra a tutti e l’alta moda, e i settori tecnologici rispettivamente.

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Con l’introduzione dell’articolo 24 del codice doganale europeo ( Reg.

CEE 2913/1992 ), che ha cercato di regolare l’assegnazione del marchio di

provenienza di un prodotto, i produttori di beni italiani si sono trovati di fronte a

una scelta tra due diversi livelli di qualità dei loro prodotti, una scelta che

certamente non aiuta il prestigio del marchio, ma al contrario crea dubbi e

confusione nella mente dell'acquirente.

Alcuni decidono di spostare la produzione all'estero dove i costi di

produzione sono inferiori o dare in appalto il lavoro a laboratori cinesi, spesso

con i bassi livelli di specializzazione, in cui i lavoratori sono costretti a lavorare

per pochi euro al mese, senza alcuna forma di assistenza sociale o di

prestazioni sanitarie, il tutto al fine di ottenere un prodotto che è molto meno

prestigioso nella qualità, non al 100 % italiano, ma ad un prezzo più economico.

Altri imprenditori, invece, decidono di mantenere l'intera produzione in Italia,

garantendo la migliore qualità di materiali, un lavoro di selezione che è

altamente qualificato e completamente italiano, e un prodotto che è 100 %

Made in Italy, ma viene ad un prezzo più elevato, a causa dei costi di gestione e

del lavoro regolamentato più elevati.

Molte imprese italiane, tra le quali alcune delle più prestigiose etichette di

moda, hanno deciso di spostare gran parte della loro produzione all'estero,

dove la manodopera è sicuramente più economica, ma anche meno qualificata,

ottenendo un margine di profitto nettamente superiore rispetto a quella che

sarebbe stata la produzione nazionale.

Articoli fabbricati per pochi euro in molti laboratori cinesi, in cui vi è un

uso frequente di clandestini, manodopera a basso costo costretta a lavorare di

notte in condizioni antigieniche e disumane, senza alcuna assistenza sociale o

in cambio di un compenso inadeguato, possono poi essere importati in Italia,

etichettati con il marchio di aziende famose e vendute nelle migliori boutique e

negozi a prezzi davvero esorbitanti.

Con l'adozione di queste politiche aziendali, le imprese riescono a

ottenere rendimenti annuali eccellenti poiché le vendite rimangono elevate

perché il prodotto vale come un vero Made in Italy, ma i costi di produzione

sono molto bassi. In questo modo è anche possibile abbassare i prezzi,

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rendendo il prodotto più commerciale e accessibile a una parte più ampia del

mercato .

Questa situazione non può fare a meno di penalizzare le piccole e medie

imprese che ancora fabbricano facendo un vero 100% Made in Italy prodotto da

generazioni, e che vorrebbe continuare a farlo, offrendo alla clientela un

prodotto completamente realizzato in Italia, con costi abbastanza elevati di

produzione, ma con la soddisfazione giornaliera di garantire un prodotto di vero

artigianato di alta qualità.

Ovviamente la decisione di mantenere l'intero processo produttivo in

Italia comporta costi di gestione molto più elevati: i lavoratori sono artigiani

professionisti e, com’è giusto, devono essere ben pagati, e beneficiare di tutte

le condizioni legali, compreso il diritto alla pensione; i macchinari hanno bisogno

di garantire un elevato livello di produzione e così essere regolarmente

controllati e mantenuti; la materia prima ha un certo costo che oscilla secondo il

momento economico del paese.

Prendendo l'industria della pelle, ad esempio, si stima che una borsa di

qualità superiore, prodotta interamente in Italia, con vera pelle, può arrivare a

costare intorno a 70-100 euro, in contrasto con i 14-20 euro che la sua

produzione costerebbe se fosse fabbricato nei laboratori cinesi o in altri paesi

dell’estremo oriente.

Ne consegue, pertanto, che gli articoli che sono al 100 % Made in Italy

sono venduti a prezzi più alti e quindi non sono accessibili a tutti. Questo

provoca la caduta delle vendite e le imprese, sopraffatte dai costi fiscali, sono

obbligate a chiudere per l'impossibilità di competere con i bassi costi del

mercato cinese e con chi decide di mettere il profitto e la ricchezza come primo

obiettivo, a discapito della qualità e la reputazione stessa del Made in Italy.

19

3.1 - Made in China

La Cina è diventata il più

grande esportatore mondiale di vari

settori, superando la posizione

dominante degli Stati Uniti negli

ultimi anni, secondo l'organizzazione

per la cooperazione economica e lo

sviluppo (OCSE).

La crescita nel commercio di tecnologia cinese si rispecchia nella

crescita complessiva di esportazione e rappresenta un'ulteriore prova della

crescente forza economica della Cina.

La minaccia della produzione cinese tocca ormai tutti i maggiori settori

produttivi italiani, le cui quote sui mercati mondiali sono sempre legate al suo

export. La Cina opera anche sulle imitazioni del design, del marchio e

dell’imballaggio dei prodotti italiani e fa un grave danno nei confronti delle

aziende produttrici, dei consumatori e dell’immagine del Made in Italy nel

mondo.

La Cina e l’Asia in generale oggi competono con l’Europa, con gli Stati

Uniti e con l’Occidente non soltanto per la crescita del loro sistema economico,

ma anche da un punto di vista culturale. Sempre più l’Asia è il luogo a cui si

guarda per individuare il “nuovo”. La moda, come spesso succede, ne

costituisce un punto di vista privilegiato. Il caso di Italia e Cina, in particolare

nella competizione tessile-moda degli ultimi anni, offre molti spunti di riflessione

su questo ribaltamento dei ruoli. Lo scambio d’informazione tra i due paesi apre

nuove prospettive, sia nel campo dello stile, sia in quello dell’industria. Inoltre il

marchio italiano e quindi, la moda italiana, il design e la gastronomia hanno

lasciato un segno in Cina e hanno fatto cambiare lo stile di vita, soprattutto nelle

città.

20

3.1 - Made in Germany

Il marchio fu curiosamente usato per la prima volta in Gran Bretagna alla

fine del XIX secolo per distinguere i prodotti stranieri da quelli nazionali, ritenuti

ovviamente di migliore qualità, e quindi per convincere gli acquirenti ad aderire

al concetto di comprare prodotti britannici.

Nel 1894 il Reichstag, il parlamento tedesco, approvò l’uso del marchio

per i prodotti fabbricati in Germania in quanto li ritenne migliori di quelli

fabbricati in Gran Bretagna. L’applicazione del marchio di provenienza fu

sempre più utilizzato volontariamente; neppure la Prima Guerra Mondiale,

quando divenne obbligatorio in Gran Bretagna per fomentare il boicottaggio dei

prodotti tedeschi, riuscì a scalfire la sua crescente popolarità.

Il termine Made in Germany è stato sin dal principio associato al concetto

di prodotto affidabile, duraturo e, in una sola parola, prodotto di qualità.

I marchi tedeschi, in assoluto tra i più conosciuti al mondo, hanno

resistito alla prova del tempo e sono riconosciuti universalmente come pionieri e

innovatori nei loro rispettivi settori: tecnologia, ingegneria, automobili (BMW,

Porsche, Mercedes Benz, Volkswagen, Audi, Opel), elettrodomestici (Bosch,

Aeg, Loewe), elettronica (Siemens), chimica, farmaceutica (Bayer, Henkel,

BASF).

Le cause che permettono questo livello di eccellenza che perdura da

oltre un secolo sono la ricerca condotta in Germania dalle università e altri

istituti e la stretta e continua collaborazione tra l’industria e gli istituti di ricerca

statali.

Le università addestrano eccellenti tecnici che trasferiscono le loro

conoscenze al mondo del lavoro, al business, e contribuiscono a trasformare

sofisticate idee in prodotti per il mercato globale. Il governo dedica grandi

risorse economiche a tali collaborazioni e promuove la formazione di gruppi di

ricerca tra differenti industrie dello stesso settore soprattutto in quei campi in cui

il paese eccelle.

Le ragioni per cui le industrie tedesche sviluppano nuove procedure,

pianificano prodotti o servizi intelligenti e realizzano prodotti complessi con alto

21

standard di qualità sono il forte supporto dello stato, il sistema legale giusto e

trasparente e una rete di infrastrutture sviluppata ed efficiente.

Infinita è la letteratura umoristica (caricature, gag, barzellette, film,) che

ironizza sulle differenze culturali tra Italia e Germania, sui luoghi comuni che

caratterizzano due modi di pensare, di vivere, di affrontare e risolvere i

problemi. Uno su tutti che sintetizza perfettamente il confronto tra il Made in

Italy e il Made in Germany è:

“Se la pizza la fanno gli italiani, la tecnologia per tagliarla ce la mettono i

tedeschi”

MADE IN ITALY MADE IN GERMANY

E, analogamente per il confronto tra il Made in Spain e il Made in

Germany è:

MADE IN SPAIN MADE IN GERMANY

22

3.3 - Made in Spain

Nonostante la grande

tradizione e varietà di prodotti di

qualità presenti nel settore

alimentare, della moda e del design,

la Spagna solo da pochi anni fa ha

avuto il dovuto riconoscimento del

suo marchio di produzione. Un

esempio clamoroso dii questo fenomeno è rappresentato dall’industria

alimentare. Mettendo da parte il settore del vino, di tutti i prodotti spagnoli forse

l’unico ben riconosciuto che ha saputo esportare bene il marchio Made in

Spain, tutti gli altri prodotti della gastronomia spagnola, ottimi nella loro varietà e

nella loro qualità, non hanno lasciato lo stesso segno oltre confine. Basti

pensare ai prodotti come l’olio di oliva, il prosciutto, alcuni tipici formaggi

regionali o allo stile originale di mangiare (tapas, pica-pica) che non hanno

ottenuto lo stesso successo all’estero dei loro analoghi italiani.

Nel 1999 si creò il Foro de Marcas Renombradas Españolas per

promuovere l'immagine all'estero del Made in Spain e dotarlo di una garanzia di

qualità.

Il Made in Spain ha attualmente un forte rilancio in Spagna nel settore

del tessile e della moda che sono diventati i grandi propulsori di nuovi modelli di

mercato come conseguenza della crisi economica. L’azione più recente in

questo settore è stata la creazione della Confederazione delle Aziende di Moda

Spagnola, in cui le principali associazioni dei produttori di abbigliamento e

accessori hanno unito le forze per promuovere le vendite dei prodotti spagnoli.

L'obiettivo è di aumentare le vendite della moda Made in Spain sia all'estero sia

all'interno del paese.

Storicamente, la Spagna ha invece sempre saputo vendere il suo bene

più pregiato che è il settore turistico, offrendo un’enorme quantità di possibilità

di ozio, di arte e cultura e natura.

23

3.4 - Made in Barcellona

Un capitolo a parte sarebbe il Made in

Barcelona.

Il marchio Barcellona ha una posizione

unica nella scena globale, non solo grazie agli

attributi propri della città, come la sua storia, la

sua cultura, la sua arte e la sua invidiabile

posizione geografica, ma anche per gli sforzi

dei loro cittadini e delle istituzioni pubbliche e civili che lo rappresentano.

In particolare, Barcellona ha acquisito negli ultimi anni un notevole

prestigio e una solida reputazione a livello internazionale, grazie all'impegno

costante, all'innovazione, alla modernità e al progresso economico, tecnico,

artistico e sociale della città. Una gran parte di questo successo è arrivata con

le Olimpiadi del 1992 quando Barcellona “ha significato un posto nel mondo”,

cioè per la prima volta è stata identificata e localizzata a livello mondiale; sia

l’accoglienza e il calore della città alle migliaia di atleti e turisti, sia

l’organizzazione dei giochi hanno contribuito al riconoscimento di Barcellona

come marchio. Sempre in questo campo e grazie a questo evento, Barcellona è

considerata un riferimento per lo sport e dove tanti atleti di tutte le discipline

hanno scelto la città come base di allenamento.

Il marchio Barcellona è affermato a livello internazionale come la capitale

del turismo culturale e sta emergendo come centro d’innovazione, ma deve

rafforzare un'immagine propria e autonoma come città d'affari.

Ci sono più di 400 ditte che hanno scelto di mettere come nome

Barcellona, davanti o dietro al loro nome commerciale, come spesso succede in

Italia, dove tantissime ditte hanno aggiunto questo marchio. Alcuni esempi sono

Moritz Barcelona, Custo Barcelona, Natura Bissé Barcelona, Mobles 114

Barcelona. Si è dimostrato che è un valore in più che vende molto come

immagine.

24

3.4.1 - Uso del marchio Barcelona

Esempi di società che usano il marchio Barcellona come forza di immagine.

25

4 - Made in Italy: le truffe e gli

abusi al consumatore

Non esiste una vera e propria

definizione del Made in Italy; finora

potevamo dire che letteralmente un

prodotto era Made in Italy se veniva

costruito in Italia. Negli ultimi decenni

però il concetto generale del Made in è

cambiato; infatti, nell’epoca della globalizzazione e della produzione in aree a

basso costo del lavoro (“delocalizzazione produttiva o industriale”), le

realizzazioni dei prodotti avvengono con differenti percentuali in più paesi. La

difficoltà sta nello stabilire quale sia la percentuale per la quale un prodotto si

possa considerare Made in.

L’articolo 24 del codice doganale europeo (Reg. CEE 2913/1992),

Una merce alla cui produzione hanno contribuito due o più paesi è

originaria del paese in cui è avvenuta l'ultima trasformazione o

lavorazione sostanziale, economicamente giustificata ed effettuata

in un'impresa attrezzata a tale scopo, che si sia conclusa con la

fabbricazione di un prodotto nuovo o abbia rappresentato una fase

importante del processo di fabbricazione.2

è stato concepito per cercare di dare un criterio nell’assegnazione del marchio

di appartenenza (o di provenienza) di un prodotto. Di fatto dà spazio a differenti

interpretazioni che hanno generato l’occasione a imprenditori senza scrupoli o

associazioni mafiose e camorriste per creare profitti illeciti. Di fianco al Made in

Italy si è creato il fenomeno dell’Italian sounding, cioè tutti quei prodotti che

richiamano l’Italia, ma che in realtà italiani non sono; in altre parole, il famoso

“Made in Italy” spesso Made in Italy non è.

Moltissime imprese italiane manifatturiere che per risparmiare creano i

loro prodotti oltre confine, nei paesi del terzo mondo, con preferenza in Oriente,

2 REGOLAMENTO (CEE) N. 2913/92 DEL CONSIGLIO del 12 ottobre 1992

26

sempre più spesso in Cina o in Corea. La globalizzazione ha portato le imprese

ad andare in quelle aree del mondo dove il lavoro costa meno, seguendo la

tendenza a delocalizzare, a ottimizzare, a guadagnare sempre di più. In effetti, il

bassissimo costo di mano d’opera, fa sì che in ogni caso l’impresa italiana

risparmi moltissimo anche ordinando oltre Occidente i “propri” prodotti. In

questo modo le normative vigenti, cioè quelle rispettate per la produzione in

Oriente di un qualsiasi tipo di articolo, sono quelle del luogo. Meglio delegare

chi lavora molto, pretendendo poco e utilizzando materie prime difformi

comunque dalle nostre restrittive normative in tema di produzione e consumo.

Quindi, non è detto che se leggiamo su un capo di abbigliamento, un

accessorio, un giocattolo e persino una matita Made in Italy ciò sia garanzia

d’innocuità e di valore commerciale. Da un lato si potrebbe produrre anche

all’estero se i diritti dei lavoratori fossero garantiti come nel mondo occidentale

e che la qualità dei prodotti fosse eccellente come in Italia o in altri paesi

europei. Quello che è invece intollerabile è la continua truffa ai consumatori che

continuano a pagare i prodotti esageratamente, quando si sa benissimo che

sono costati poco. Un altro aspetto dello stesso fenomeno sono le campagne

terroristiche contro i prodotti orientali; in realtà servono solo a convincere i

consumatori a non acquistare prodotti a basso prezzo, e a indirizzare i consumi

verso l’aberrazione di un Made in Italy o Made in Occidente, prodotti anch’essi

in Oriente, che, in effetti, non garantisce altro se non l’applicazione di ricarichi

pesantissimi: nel settore dell’abbigliamento, ad esempio, il prodotto venduto ha

ricarichi che possono arrivare al 500%. In pratica, il negoziante acquista il

prodotto e lo vende a decine di volte in più del valore reale d’acquisto in

negozio. Si può dire che si è perso molto il senso morale e deontologico del

mercato, soprattutto nel caso delle grandi marche; quando c’è una grande

immagine (marchio), si deve richiedere una grande qualità e correttezza. Ê

inammissibile che strutture proprietarie di marchi famosi vadano all’estero,

producendo con una qualità inferiore e pretendendo di mantenere prezzi

elevati.

27

4.1 – La truffa nel settore alimentare

Altrettanto clamorose sono le truffe nel settore alimentare. Da sempre il

cibo è un vanto per l’Italia, che si è però accorta di essere fragile e sottoposta

ad attacchi continui da un mercato senza scrupoli. Si tratta di un fenomeno che

non solo stanno mettendo a rischio e svuotando il marchio del Made in Italy, ma

che di fatto ingannano e mettono anche a rischio la salute degli ignari

consumatori. Secondo le stime di enti di controllo (EURISPES)3 le falsificazioni

del marchio italiano nel mondo producono un danno economico di circa 60

miliardi di euro all’anno.

Tra i prodotti italiani più contraffatti c’è il prosciutto. Secondo la normativa

europea, come si è già detto, una merce fabbricata in Italia con materia prima

proveniente da altri paesi diventa automaticamente italiana. Per questo, molti

prosciutti crudi si definiscono legittimamente Made in Italy pur essendo ricavati

da suini stranieri: l’importante è che non vengano venduti come prosciutto crudo

di Parma o prosciutto San Daniele (della regione del Friuli), prodotti cosiddetti

DOP (Denominazione di Origine Protetta). Il problema è che, una volta

stagionati, la criminalità organizzata vende i prosciutti come tali. Ma non solo.

Vengono venduti come prosciutti pregiati anche quei prosciutti stagionati

importati dall’estero e trasformati in prodotti locali falsificando il marchio di

provenienza: i prosciutti provenienti prevalentemente da paesi del Nord Europa

vengono “sbollati” e “ribollati” con il marchio originale. In Italia si vendono ogni

anno centinaia di miglia di tonnellate di prosciutti crudi e cotti, con per valori di

più di quattro miliardi di euro. Sono cifre che hanno attirato l’interesse delle

organizzazioni criminali, sempre pronte a infilarsi nei settori dell’economia

legale, per guadagnare e riciclare denaro.

La mozzarella di bufala campana, uno dei prodotti più preziosi del Made

in Italy, è un altro oggetto della contraffazione. .La mozzarella di bufala per

essere DOP deve rispettare rigorose regole tra le quali la ristretta area

geografica di provenienza e trasformazione della materia prima (principalmente

le provincie di Caserta, Salerno, alcune zone della provincia di Napoli, del

Lazio, della Puglia e del Molise);

28

l’uso di latte fresco e munto tra le dodici e le sessanta ore precedenti alla

lavorazione.

Dovuto alla grandissima richiesta in Italia e all’estero, la quantità ottenuta

nella zona DOP non è in grado di soddisfare la domanda. La Camorra, vista la

grande opportunità economica, ha creato un mercato parallelo che produce

mozzarella di bufala campana contraffatta e che muove ogni anno un centinaio

di milioni di euro e circa otto milioni di chili di falsa mozzarella. Latte congelato,

che arriva principalmente dalla Lombardia, Germania, Polonia e Romania,

viene lavorato nei caseifici controllati dalla Camorra e reimmesso sul mercato

italiano ed estero come Made in Italy, esaltando il legame tra il prodotto e il

territorio di provenienza: confezioni del formaggio che evocano nomi, disegni,

emblemi dell’italianità con il chiaro obiettivo di ingannare il ,consumatore e la

sua confidenza verso un prodotto di qualità.

Un altro simbolo del falso Made in Italy è l’olio d’oliva che viene sempre

più importato da altri paesi. Apparentemente, in Italia si produce sempre meno

olio, ma si trasforma sempre di più; è meno costoso e più redditizio trasformare,

manipolare, deodorare, profumare e, soprattutto, importare dall’estero e

smerciare in e fuori Italia. Ormai la quantità di olio importato (circa seicentomila

tonnellate all’anno) è maggiore di quella di olio prodotto (circa cinquecentomila

tonnellate). Di tutto l’olio che entra ogni anno in Italia, il 74% proviene dalla

Spagna, il 15% dalla Tunisia e il 7% dalla Grecia. In questo modo, l’olio Made

in Italy, uno dei più buoni al mondo e tra i prodotti DOP d’Italia, rischia di essere

annacquato con altro olio meno prezioso. Anche in questo caso, l’affare da

parte di produttori senza scrupoli e delinquenza organizzata è smerciare un

bene, spesso di bassa qualità, come italiano per lucrare ai danni dei

consumatori e dei produttori onesti.

Ancora un’altra truffa clamorosa: quella dei pomodori o, più

precisamente, della passata di pomodoro, altro simbolo del Made in Italy nel

settore alimentare. Ingenti quantità di concentrato di pomodoro proveniente

dall’estero, in gran parte dalla Cina, sbarcano ogni giorno nei porti italiani. Il più

delle volte si tratta di materia prima in condizioni igieniche precarie. La polpa

rossa viene quindi allungata con acqua e sale, inscatolata in un barattolo con

appiccicata un’etichetta Made in Italy e poi venduto all’estero come pomodoro

29

italiano, realizzando guadagni stratosferici. Mangiare un prodotto italiano ha un

significato preciso in tutto il mondo. Nei negozi e nei supermercati stranieri la

passata si vende solo se italiana. Questo l’hanno capito bene le mafie che, mai

come in questo caso, sono state pronte a interagire tra di loro, monopolizzando

il settore dei trasporti dei generi alimentari, con un obiettivo chiaro: consentire

che tali prodotti circolino nel territorio nazionale e all’estero senza un effettivo

controllo di autenticità rispetto alla loro provenienza.

La conseguenza di azioni come queste che ho riportato non è solo quella

di imbrogliare il consumatore finale, facendogli mangiare una cosa al posto di

un’altra, un prodotto ordinario al posto di uno di qualità, ma anche quella della

perdita di credibilità del Made in Italy nel settore agroalimentare. E intanto

produttori onesti vanno in rovina e cessano la loro attività perché sul mercato

sono stati immessi prodotti falsi a prezzi molto più competitivi di quelli originali.

Un altro aspetto secondario della contraffazione dei prodotti alimentari è

lo sfruttamento da parte delle organizzazioni mafiose della manodopera a

basso costo. L’industria alimentare ha bisogno di una grande quantità di

manodopera. Come in molti altri settori, si ricorre sempre più spesso alle

cooperative, vere o false che siano. Appaltare ad aziende esterne comporta vari

vantaggi: il più importante è che si hanno a disposizione (e quindi si pagano) i

lavoratori solo quando servono, quando arrivano carichi di materia prima o

quando il mercato richiede una maggiore quantità di prodotti finiti. Le

cooperative controllate dalla mafia o dalla camorra e che riforniscono la

manodopera utilizzano il più delle volte, per questi tipi di lavoro, operai

extracomunitari. Per legge non sono obbligati ad applicare i contratti del settore

alimentare poiché si tratta d’imprese di facchinaggio. I facchini pur di non

perdere il lavoro, accettano qualsiasi condizione: turni lunghissimi, turni di notte

e la maggior parte del lavoro pagato in nero.4

3 Istituto di Studi Politici, Economici e Sociali. Ente privato e opera nel campo della ricerca

politica, economica e sociale, dal 1982

4 Dati estratti dal libro: Cibo criminale, 2013

30

5 - Questionario

Ho proposto un questionario con dodici domande a circa una ventina di

persone di differente età, nazionalità e attività professionale.

Ho scelto di intervistare persone specialiste nel settore del marketing per

avere non solo risposte più tecniche, ma anche per sapere cos’è per loro

questo marchio. Ho intervistato anche studenti per avere l’opinione dei più

giovani che hanno uno stile nuovo e, allo stesso tempo, danno un valore molto

importante alla spesa, e persone che non lavorano dentro il settore del

commercio, come insegnanti o avvocati, per ottenere una visione puramente

da consumatori, molto necessaria per questa ricerca. Inoltre ho intervistato

alcuni ingegneri per avere un punto di vista più tecnologico del Made in Italy. In

genere volevo avere un’opinione più diretta su quello che pensano persone

diverse sul Made in Italy e i vantaggi o le minacce che vedono per il suo futuro,

soprattutto in un momento di crisi come quello attuale.

La metà degli intervistati era italiana e l’altra metà era spagnola o d’altri

paesi di Europa. In genere, tutti gli italiani si sono trovati d’accordo

sull’immagine che da il loro paese grazie al Made in Italy, cioè il disegno e la

qualità della produzione. Sono anche molto più ottimisti rispetto alla forza del

marchio e al successo futuro che avrà contro le imitazioni.

Invece gli intervistati delle altre nazionalità, pur riconoscendo il valore del

marchio del Made in Italy, sono critici rispetto al futuro e a certi inganni che

sono dietro questo marchio.

31

5.1 - Domande proposte:

Puoi definire in due parole cosa significa per te il Made in Italy?

Quando pensi che incominciò il Made in Italy?

Che cosa lo differenzia da altri Made in?

Made in Spain

Made in China

Made in Germany

Quali sono i prodotti più importanti del Made in Italy?

Nel campo della moda quali sono i prodotti più importanti?

E nel campo del design e arredamento?

E nel campo della gastronomia?

Sei contro o a favore delle imitazioni?

Perché credi che i prodotti italiani siano così tanto copiati o imitati?

Puoi dire alcuni prodotti che hai in casa?

Pensi che il Made in Italy abbia contribuito al successo dell’economia italiana?

Come vedi il futuro del Made in Italy?

Molti prodotti Made in Italy sono prodotti all’estero e solo una piccola

percentuale è prodotta in Italia; pensi che si dovrebbero considerare una truffa?

Come giustifichi il prezzo che ti fanno pagare per questi prodotti?

32

5.2 - Commenti al questionario

Nella risposta alla domanda “Puoi definire in due parole cosa significa

per te il Made in Italy?” c’è una grande maggioranza che lo definisce come

qualità, originalità e creatività. Altri aspetti molto segnalati sono il design, la

bellezza e la tradizione e pochi intervistati hanno collegato il Made in Italy con la

praticità, il marketing e la comunicazione.

27%

6%

7%

10%

27%

10%

13%

qualità

praticità

marketing e communicazione

tradizione

originalità e creatività

design

bellezza

33

Nelle risposte alle domande “Quali sono i prodotti più importanti del

Made in Italy?” oppure “Quali sono i settori spontaneamente associati al Made

in Italy?” risulta molto evidente che la moda e la gastronomia sono i settori più

rappresentativi del marchio. Seguono con un’alta percentuale il settore delle

automobili, maggioritariamente di lusso, e il design in generale. L’arredamento

e la pelletteria sono meno rappresentati. Nelle risposte si osserva una leggera

differenza tra gli intervistati maschili e femminili: oltre alla moda e i prodotti della

gastronomia, i maschi segnalano come settore di riferimento sia le automobili di

lusso sia le moto, e le donne la pelletteria, calzature e borse.

Nella risposta alla domanda “Che cosa lo differenza dagli altri Made in?”

si raggruppano una serie di commenti:

Made in Italy vs. Made in Spain: in genere gli intervistati confermano che

sono molto simili per quanto riguarda il marketing e l’immagine, ma a costo

minore.

Made in Italy vs. Made in China: la grande maggioranza conferma la

bassa qualità e disegno dei prodotti Made in China rispetto al Made in Italy.

17%

26%

24%

12%

7%

5%

7% 2%

automobili

alimentazione

moda

design

calzatura

arte

arredamento

tecnologia

34

Made in Italy vs. Made in Germany: la maggior parte degli intervistati

afferma che c’è una grande differenza di tecnologia, innovazione e sicurezza.

Nella risposta alla domanda “Quali minacce vedi provenienti dagli altri

Made in?” vediamo che l’87% degli intervistati considera che ci sia una forte

minaccia proveniente dalla Cina e un 70% proveniente dal Brasile, India e

Indonesia. Solamente un 20% considera che la minaccia possa provenire dal

Made in Germany o dal resto dell’Europa.

Nella risposta alla domanda “Sei contro o a favore delle imitazioni?” la

maggioranza degli intervistati conferma che è contro le imitazioni, sia dei

prodotti italiani sia dei prodotti in generale. Abbiamo però visto che i giovani

sono a favore delle imitazioni probabilmente perché vogliono spendere meno

nei loro acquisti e non hanno un bisogno di qualità o di disegno.

Nella risposta alla domanda “Quando pensi che incominciò il Made in

Italy?” le risposte sono molto variate, nel senso che gli intervistati non sanno

esattamente quando ha avuto inizio questo marchio.

Nella risposta alla domanda “Puoi dire alcuni prodotti che hai in casa?”

tutti gli intervistati hanno risposto che hanno almeno un paio di prodotti italiani

tipici del Made in Italy. Questo dimostra che i prodotti italiani sono importanti e

conosciuti da tutti.

0%

10%

20%

30%

40%

50%

60%

70%

80%

90%

Made in China Made in Germany

resto d'Europa Made in India, Brasil e

Indonesia

35

Nella risposta alla domanda “Come vedi il futuro del Made in Italy?” da

una parte ci sono opinioni che ritengono che il futuro sarà difficile perché non si

vede rinnovazione del prodotto. D’altra parte molti sono ottimisti, ma pensano

che il Made in Italy debba sapere difendere la qualità e saranno proprio la

qualità, il design e l’originalità gli elementi che ritorneranno a interessare le

persone e a perdurare nel tempo.

Per ultimo, ci sono le domande sulla percezione che hanno gli intervistati

sulla possibile truffa che a volte sta dietro al Made in Italy. La prima domanda

era “Molti prodotti Made in Italy sono prodotti all’estero e solo una piccola

percentuale è prodotta in Italia; pensi che si dovrebbero considerare una

truffa?”. La diversità delle risposte ottenuta indica una differente percezione del

problema. Alcuni pensano che effettivamente si tratti di una trappola fatta dagli

stessi produttori che preferiscono produrre fuori per avere più margine di

profitto. Altri invece vedono un’opportunità per la legge del mercato, quella cioè

della domanda e dell’offerta.

Alla seconda domanda “Come giustifichi il prezzo che ti fanno pagare per

questi prodotti?” gli intervistati giustificano il prezzo dei prodotti per la qualità e

l’immagine che hanno, ma criticano il fatto che a volte pagano solo il marchio e

non la un’alta qualità.

Una volta realizzate queste domande, ho potuto osservare che c’è una

evidente differenza tra uomini e donne, tra giovani e adulti e tra italiani ed

europei. La differenza tra uomini e donne è chiara nella scelta dei prodotti Made

in Italy; gli uomini danno più importanza alle automobili e le donne ai vestiti e

alla moda in genere. Si vede la differenza tra giovani e adulti soprattutto nella

risposta alla domanda sulle imitazioni; i giovani danno più importanza ai prezzi

bassi e a una minima qualità, invece gli adulti danno più importanza alla qualità

che al prezzo. Tra italiani ed europei la differenza si vede chiaramente perchè

gli italiani pensano che i prodotti italiani siano fatti a partire dal concetto del

“bello” mentre gli europei hanno una visione più critica su questi prodotti.

36

6 – Conclusioni

Sono molto soddisfatta di aver fatto questo lavoro perché mi ha

permesso di fare una ricerca su un tema del quale, pur vivendolo

costantemente nella vita quotidiana, non mi ero mai soffermata a pensare né

alla sua storia, né alla sua evoluzione né alla sua realtà. Questo mi ha portato a

sviluppare delle riflessioni sull’importanza di un marchio che vende tutto un

paese. Gran parte dell’immagine dell’Italia è dietro tutti questi prodotti che sono

sempre stati venduti così bene.

Ho scoperto anche l’importanza che ha il Made in Italy soprattutto dentro

la moda, la gastronomia e l’arredamento e design.

Devo dire che realizzare questa ricerca mi ha anche insegnato a

conoscere i pericoli che corrono molti dei prodotti simbolo del Made in Italy che

ogni giorno vengono venduti in tutto il mondo e che possono provenire sia da

altri paesi sia dall’attività della delinquenza organizzata. Questo è stato un fatto

che mi ha interessato molto, poiché che si può dire che tanti di noi sono stati

“ingannati” senza rendersene conto. Specialmente mi ha preoccupato sapere

che nel settore alimentare ci sono tutte queste “agromafie” che promuovono la

commercializzazione di prodotti non italiani con l’utilizzo di nomi, parole,

immagini che richiamano l’Italia, inducendo ingannevolmente i consumatori a

credere che si tratti di prodotti italiani. Il così detto falso Made in Italy non è

quindi solo un fenomeno pericoloso per l’economia italiana, ma anche per la

salute a livello nazionale e mondiale.

Il questionario mi ha aiutato ad avere una visione più ampia del

fenomeno del Made in Italy e le risposte ottenute sono state un grande aiuto per

completare la ricerca. Mi sono sentita più vicina alle opinioni degli studenti della

mia età.

Il questionario mi ha anche insegnato a imparare a utilizzare un valido

strumento d’indagine come l’intervista poiché è stata la prima volta che ne

realizzavo una. Ho potuto analizzare, grazie alle risposte ottenute, tanti punti di

vista differenti. Ma soprattutto, ho potuto differenziare il punto di vista degli

italiani, che sanno che i loro prodotti sono fatti a partire dal concetto del “bello”,

37

e quello degli spagnoli ed europei che hanno una opinione più critica sui

prodotti italiani.

Con questo lavoro ho avuto l’opportunità di imparare e di differenziare il

concetto di Made in Italy e di altri Made in. Ho scoperto che ogni paese ha un

marchio, che vale più di un Made in, e che tra tutti i Made in c’è una grande

differenza, sia nella qualità, sia nella creatività, sia nell’innovazione, sia nel

gusto o sia nel modo di fare. Dunque, ogni paese è orgoglioso e degno dei suoi

prodotti e si classifica secondo le proprie specialità.

Mi rendo conto che d’ora in poi sarò interessata a capire da dove

provengono le cose che compro, che vedo o che mi piacciono e cercherò le

possibili truffe che si nascondono dietro ogni marchio.

La grande sfida del Made in Italy è se sarà di nuovo in grado di

recuperare totalmente la propria credibilità oppure la globalizzazione farà sì che

la provenienza dei prodotti non sarà più così importante.

Come consumatrice di diciassette anni, finora non era per me importante

sapere la provenienza di un prodotto. Per me erano sufficienti un buon prezzo e

una qualità minima. Ora capisco l’importanza che ha la produzione per

l’economia di un paese e il danno che questo riceve per ogni prodotto falso che

viene fabbricato all’estero.

Industrializzare troppo significa anche spersonalizzare il prodotto, quindi

indebolirlo. Molti imprenditori credono che la soluzione sia contrattare di nuovo

la mano d’opera artigiana, poiché l’artigiano è il portatore della vera creatività

italiana; il problema è che gli artigiani sono ormai sono quasi scomparsi.

Per salvare il Made in Italy, in futuro sarà fondamentale educare i

consumatori alla qualità, cioè all’originalità del materiale, del bello, del fatto

bene. Questo vale soprattutto per noi più giovani, ormai abituati al low cost.

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7 - Bibliografia

Bucci A., Codeluppi V. ed altri, Il Made in Italy, Carocci editore; Roma 2011

Festuccia F., Dio salvi il Made in Italy - Storia di un “fenomeno” - Intervista a

Carlo Chionna, Sovera Edizioni, Roma 2009

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Rivista Abitare, 50 anni di Design

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limportanza-del-design/ - 18 ottobre 2013

40

8 - Allegato

Esempi d’interviste realizzate da giugno a settembre del 2013.

Uomo, 21 anni, studente universitario, italiano

Puoi definire in due parole cosa significa per te il Made in Italy?

Unicità e qualità

Quando pensi che incominciò il Made in Italy?

Verso il 1900

Che cosa lo diferenzia da altri Made in?

Made in Spain tradizione

Made in China qualità e bellezza

Made in Germany più sicurezza e innovazione

Quali sono i prodotti più importanti del Made in Italy?

Gastronomia e moda

Nel campo della moda quali sono i prodotti più importanti?

Scarpe

E nel campo del design e arredamento?

Schiffini

E nel campo della gastronomia?

Vino, pizza e pasta

Sei contro o a favore delle imitazioni?

Contro

Perchè credi che i prodotti italiani siano cosí tanto copiati o imitati?

Perchè sono unici e belli

Puoi dire alcuni prodotti che hai in casa?

Alimenti

41

Pensi che il Made in Italy abbia contribuito al successo dell’economia italiana?

Come vedi il futuro del Made in Italy?

Deve sapersi vendere

Molti prodotti Made in Italy sono prodotti all’estero e solo una piccola

percentuale è prodotta in Italia; pensi che si dovrebbero considerare una truffa?

Sì, certo

Come giustifichi il prezzo che ti fanno pagare per questi prodotti?

Lo giustificherei se la qualità fosse la stessa che quella originale

Uomo, 19 anni, studente universitario, italiano

Puoi definire in due parole cosa significa per te il Made in Italy?

Cultura e tradizioni di alta qualità

Quando pensi che incominciò il Made in Italy?

Verso il 1940

Che cosa lo diferenzia da altri Made in?

Made in Spain tradizione e qualità

Made in China basso prezzo, beni inferiori

Made in Germany innovazione

Quali sono i prodotti più importanti del Made in Italy?

Moda e gastronomia

Nel campo della moda quali sono i prodotti più importanti?

Scarpe

E nel campo del design e arredamento?

Mobili

E nel campo della gastronomia?

Vino, pasta e parmigiano

Sei contro o a favore delle imitazioni?

A favore

Perche credi che i prodotti italiani siano cosí tanto copiati o imitati?

Perchè sono belli

42

Puoi dire alcuni prodotti che hai in casa?

Alimenti e strumenti (batteria)

Pensi che il Made in Italy abbia contribuito nel successo dell’economia italiana?

Come vedi il futuro del Made in Italy?

Deve sapersi vendere

Molti prodotti Made in Italy sono prodotti all’estero e solo una piccola

percentuale è prodotta in Italia; pensi che si dovrebbero considerare una truffa?

Mi sembra logico che la produzione venga fatta considerando i costi, ma non lo

condivido

Come giustifichi il prezzo che ti fanno pagare per questi prodotti?

Non sono d’accordo a pagare cosí tanto.

Donna, 22 anni, studentessa universitaria, italiana

Puoi definire in due parole cosa significa per te il Made in Italy?

Produzione italiana

Quando pensi che incominciò il Made in Italy?

Circa settant’anni fa

Che cosa lo diferenzia da altri Made in?

Made in Spain più nicchia

Made in China qualità e valore dell’oggetto

Made in Germany non ha confronto

Quali sono i prodotti più importanti del Made in Italy?

Moda

Nel campo della moda quali sono i prodotti piú importanti?

Abiti

E nel campo del design e arredamento?

Mobili

43

E nel campo della gastronomia?

Formaggi, prosciutto

Sei contro o a favore delle imitazioni?

Contro

Perche credi che i prodotti italiani siano cosí tanto copiati o imitati?

Perche sono belli e famosi e creano tendenza

Puoi dire alcuni prodotti che hai in casa?

Alimenti, mobili e scarpe

Pensi che il Made in Italy abbia contribuito nel successo dell’economia italiana?

Come vedi il futuro del Made in Italy?

Si deve sapere diffendere

Molti prodotti Made in Italy sono prodotti all’estero e solo una piccola

percentuale è prodotta in Italia; pensi che si dovrebbero considerare una truffa?

Non sempre è cosí, mi sembra

Come giustifichi il prezzo che ti fanno pagare per questi prodotti?

A volte sono prezzi troppo alti e si vede che la manufattura non è italiana.

Donna, 53 anni, insegnante, italiano

Puoi definire in due parole cosa significa per te il Made in Italy?

Simpatia e tradizione di qualità

Quando pensi che incominciò il Made in Italy?

Verso il 1960

Che cosa lo diferenzia da altri Made in?

Made in Spain meno costoso e cura dei particolari

Made in China qualità e salubrità, varietà di produzione

44

Made in Germany resistenza e sono affidabili

Quali sono i prodotti piú importanti del Made in Italy?

Alimentari, design, pelletteria e mobili

Nel campo della moda quali sono i prodotti piú importanti?

Scarpe

E nel campo del design e arredamento?

Mobili

E nel campo della gastronomia?

Olio d’oliva, parmigiano e prosciutto crudo

Sei contro o a favore delle imitazioni?

Contro

Perche credi che i prodotti italiani siano cosí tanto copiati o imitati?

Sono belli e buoni

Puoi dire alcuni prodotti che hai in casa?

Scarpe, mobili e cibo

Pensi che il Made in Italy abbia contribuito nel successo dell’economia italiana?

Come vedi il futuro del Made in Italy?

Si rinuoverà, deve sapere diffendere la qualità

Molti prodotti Made in Italy sono prodotti all’estero e solo una piccola

percentuale è prodotta in Italia; pensi che si dovrebbero considerare una truffa?

Sì, ma lo stato lo permette

Come giustifichi il prezzo che ti fanno pagare per questi prodotti?

Dipende della qualità

Uomo, 52 anni, insegnante, italiano

45

Puoi definire in due parole cosa significa per te il Made in Italy?

Creatività e praticità, amore per il bello

Quando pensi che incominciò il Made in Italy?

Verso gli anni 50

Che cosa lo diferenzia da altri Made in?

Made in Spain non c’è differenza

Made in China creatività

Made in Germany tecnologia

Quali sono i prodotti più importanti del Made in Italy?

Ferrari, gastronomia, alta moda, Ducati

Nel campo della moda quali sono i prodotti più importanti?

Accessori

E nel campo del design e arredamento?

Oggetti di arredamento, lampade

E nel campo della gastronomia?

Vino, formaggio e mozzarella

Sei contro o a favore delle imitazioni?

A favore

Perche credi che i prodotti italiani siano cosí tanto copiati o imitati?

Perche sono belli e hanno tendenza

Puoi dire alcuni prodotti che hai in casa?

Scarpe, Vespa, strumenti e occhiali

Pensi che il Made in Italy abbia contribuito nel successo dell’economia italiana?

Come vedi il futuro del Made in Italy?

Deve crescere nella capacità dei mercati

46

Molti prodotti Made in Italy sono prodotti all’estero e solo una piccola

percentuale è prodotta in Italia; pensi che si dovrebbero considerare una truffa?

Sì, certamente

Come giustifichi il prezzo che ti fanno pagare per questi prodotti?

Perché sono prodotti belli

Uomo, 45 anni, agente di commercio, italiano

Puoi definire in due parole cosa significa per te il Made in Italy?

Originalità e concretezza, esclusività

Quando pensi che incominciò il Made in Italy?

Dopo la guerra

Che cosa lo diferenzia da altri Made in?

Made in Spain esclusività, raggiunge le aspettative dei clienti

Made in China scadenza

Made in Germany l’attenzione alla diversità

Quali sono i prodotti più importanti del Made in Italy?

Abbigliamento e oggettistica

Nel campo della moda quali sono i prodotti più importanti?

Alta moda

E nel campo del design e arredamento?

Cucina

E nel campo della gastronomia?

Attenzione agli ingredienti, prodotti buoni

Sei contro o a favore delle imitazioni?

A favore

Perche credi che i prodotti italiani siano cosí tanto copiati o imitati?

47

Hanno valore, il Made in Italy è un valore

Puoi dire alcuni prodotti che hai in casa?

Abbigliamento, oggetti, accessori e cibo

Pensi che il Made in Italy abbia contribuito nel successo dell’economia italiana?

Come vedi il futuro del Made in Italy?

Vedo un futuro, l’Italia è del Made in Italy

Molti prodotti Made in Italy sono prodotti all’estero e solo una piccola

percentuale è prodotta in Italia; pensi che si dovrebbero considerare una truffa?

Ma piano piano si scopre la realtà

Come giustifichi il prezzo che ti fanno pagare per questi prodotti?

Non lo giustifico

Uomo, 66 anni, industrial designer imprenditore, spagnolo

Puoi definire in due parole cosa significa per te il Made in Italy?

Qualità e marketing

Quando pensi che incominciò il Made in Italy?

Gli anni 60

Che cosa lo diferenzia da altri Made in?

Made in Spain buon marketing

Made in China piu qualita e bella immagine

Made in Germany meno qualita e meno tecnologia

Quali sono i prodotti più importanti del Made in Italy?

Pasta, vini, macchine (motori), aceto

Nel campo della moda quali sono i prodotti più importanti?

Accessori personali, scarpe, gamma alta

48

E nel campo del design e arredamento?

Mobili, lampade, “menage”

E nel campo della gastronomia?

Formaggi, vini, pizza

Sei contro o a favore delle imitazioni?

Contro

Perche credi che i prodotti italiani siano cosí tanto copiati o imitati?

I prodotti hanno molta immagine e l’immagine vende

Puoi dire alcuni prodotti che hai in casa?

Lampade, cibo e strumenti di cucina

Pensi che il Made in Italy abbia contribuito nel successo dell’economia italiana?

Come vedi il futuro del Made in Italy?

Difficile perché non vede rinnovazione del prodotto

Molti prodotti Made in Italy sono prodotti all’estero e solo una piccola

percentuale è prodotta in Italia, pensi che si dovrebbero considerare una truffa?

È una trappola.

Come giustifichi il prezzo che ti fanno pagare per questi prodotti?

Sarano sempre cari, di alto livello

Donna, 49 anni, ingeniere quimico, italiana

Puoi definire in due parole cosa significa per te il Made in Italy?

Made in Italy è un marchio che si applica ai prodotti italiani; generalmente si

tratta di prodotti di elevata qualità per materiali e realizzazione.

Quando pensi che incominciò il Made in Italy?

49

Il Made in Italy si è affermato soprattutto a partire dagli anni ’80, con l’industria

della moda e del design.

Che cosa lo diferenzia da altri Made in?

Made in Spain maggiore tradizione artigianale

Made in China qualità superiore

Made in Germany più creatività nel design

Quali sono per te i prodotti più importanti del Made in Italy?

Abbigliamento, calzature, borse, occhiali, arredamento, prodotti alimentari

Nel campo della moda quali per te sono i prodotti piú importanti?

Alta moda, pelletteria, occhiali

E nel campo del design e arredamento?

Mobili di design, sistemi d’illuminazione

E nel campo della gastronomia?

Pasta, pizza, vino, caffè

Sei contro o a favore delle imitazioni?

Contro

Perche credi che i prodotti italiani siano cosí tanto copiati o imitati?

Perché piacciono, hanno successo

Puoi dire alcuni prodotti che hai in casa esclusivi Made in Italy?

Compro possibilmente prodotti alimentari italiani e la maggior parte dei mobili di

casa è italiana.

Pensi che il Made in Italy abbia contribuito nel successo dell’economia italiana?

Sicuramente

50

Come vedi il futuro del Made in Italy di fronte alla grande concorrenza di altri

Made in in questo periodo di crisi?

Il Made in Italy deve garantire la qualità attesa per non essere intaccato da

prodotti della concorrenza con prezzi più bassi.

Molti prodotti Made in Italy sono prodotti all’estero e solo una piccola

percentuale è prodotta in Italia; pensi che si dovrebbero considerare una truffa?

Questo è cosi un po’ dappertutto, è l’economica globale

Come giustifichi il prezzo che ti fanno pagare per questi prodotti?

Se c’è qualità e bellezza, lo giustifico

Uomo, 49 anni, ingeniere, italiano

Puoi definire in due parole cosa significa per te il Made in Italy?

Qualcosa che rispecchia lo spirito italiano, crativo e mai troppo ingegnerizzato,

non necessariamente fatto in Italia.

Quando pensi che incominciò il Made in Italy?

Quando le diverse culture iniziarono a incontrarsi e ci fu effettivo bisogno di non

confondersi.

Che cosa lo diferenzia da altri Made in?

Made in Spain Non lo conosco...

Made in China Lo percepisco qualitativamente a livello medio più elevato.

Made in Germany È assai più flessibile e diversificato

Quali sono per te i prodotti più importanti del Made in Italy?

Moda, cibo, design in genere, le bellezze artistiche e naturali presenti in italia.

Nel campo della moda quali per te sono i prodotti piú importanti?

Scarpe, alta sartoria, manifatturiero

51

E nel campo del design e arredamento?

Autoveicoli, mobili.

E nel campo della gastronomia?

Prodotti tipici che provengono dalle diverse regioni d’italia.

Sei contro o a favore delle imitazioni?

Contro

Perche credi che i prodotti italiani siano cosí tanto copiati o imitati?

Perche cercano di non essere standarizzati, di non essere uguali agli altri.

Puoi dire alcuni prodotti che hai in casa esclusivi Made in Italy?

Cibo, la Vespa

Pensi che il Made in Italy abbia contribuito nel successo dell’economia italiana?

Troppo poco fino ad ora. Da qualche anno si è iniziato ad aprezzare

maggiormente, l’Italia si è accorta di cosa volesse dire...

Come vedi il futuro del Made in Italy di fronte alla grande concorrenza di altri

Made in in questo periodo di crisi?

Forse si spenderà meno e meglio e, allora, si tornerà a cercare una maggior

qualità, che il Made in Italy riesce ad avere.

Molti prodotti Made in Italy sono prodotti all’estero e solo una piccola

percentuale è prodotta in Italia; pensi che si dovrebbero considerare una truffa?

Sì, ma non sempre è cosí e non in tutti i settori

Come giustifichi il prezzo che ti fanno pagare per questi prodotti?

Dipenderà della qualità che offre il prodotto

Donna, 49 anni, export manager, spagnola

Puoi definire in due parole cosa significa per te il Made in Italy?

52

Diseño y calidad.

Quando pensi che incominciò il Made in Italy?

Desde siempre.

Che cosa lo differenzia da altri Made in?

Made in Spain más diseño

Made in China más calidad

Made in Germany Más glamour, más divertido.....

Quali sono i prodotti più importanti del Made in Italy?

Bienes de consumo (así lo denominamos en España): moda, mueble, azulejos,

ropa para la casa, electrodomesticos,etc,etc.....

Nel campo della moda quali sono i prodotti più importanti?

¿Producto o la marca? Productos, para mi, calzado y accesorios.

Si hablamos de marca, todas las “grandes marcas” de moda son italianas

Prada, Armani, Dolce&Gabbana,......

E nel campo del design e arredamento?

Mobiliario de hogar y para lugares públicos: Minotti, Poltrona Frau, Porro,

Cassina,......

E nel campo della gastronomia?

Aqui soy más crítica: la calidad española es mejor pero, Italia se vende

mejor, especialmente en pasta, aceite o vino ( que no lo considero

especialmente bueno).

Sei contro o a favore delle imitazioni?

Por supuesto, en contra!

Perché credi che i prodotti italiani siano così tanto copiati o imitati?

Porque es un producto y una imagen muy valorada, “todo el mundo” quiere

parecerse a Italia en diseño, en glamour.....

Puoi dire alcuni prodotti che hai in casa?

53

En mi casa ? accesorios para la cocina ( Alessi), artículos de decoración (

Alessi), bolsos ( Mandarina Duck), zapatos ( Etro), ropa ( Max&co),.....

Pensi che il Made in Italy abbia contribuito al successo dell’economia italiana?

Por supuesto! El Made in Italy ha hecho que Italia sea conocida en todo el

mundo y que muchos otros paises hayan sido sus “imitadores”

Come vedi il futuro del Made in Italy?

Cada vez existe más competencia, en un mundo globalizado el país ya no es

tan importante y, todo dependerá de la calidad y el diseño que sigan pudiendo

ofrecer las empresas italianas y que no se dejen “tentar” por querer ser más

baratos e irse a otros lugares a producir, bajando su calidad y la percepción

que le mercado tiene de ellos.

Molti prodotti Made in Italy sono prodotti all’estero e solo una piccola

percentuale è prodotta in Italia; pensi che si dovrebbero considerare una truffa?

Es muy complicado saber el origen real del producto. Pero hay modos para

averiguarlo

Come giustifichi il prezzo che ti fanno pagare per questi prodotti?

No lo justifico si se trata de un producto copiado

Uomo, 54 anni, avvocato, spagnolo

Puoi definire in due parole cosa significa per te il Made in Italy?

Articles molt bonics però no massa pràctics ni durables.

Quando pensi che incominciò il Made in Italy?

Començaments dels anys 70

Che cosa lo differenzia da altri Made in?

Made in Spain més disseny i atractiu

Made in China més innovació

Made in Germany menys rigorós i pràctic

Quali sono i prodotti più importanti del Made in Italy?

cotxes, menjar, roba

54

Nel campo della moda quali sono i prodotti più importanti?

accessoris i alta costura

E nel campo del design e arredamento?

làmpades, cotxes

E nel campo della gastronomia?

formatges, vi, oli, pasta

Sei contro o a favore delle imitazioni? contra

Perché credi che i prodotti italiani siano così tanto copiati o imitati?

Perquè estan molt ben dissenyats i són molt bonics

Puoi dire alcuni prodotti che hai in casa?

corbates, vestit, sabates, menjar, motocicleta

Pensi che il Made in Italy abbia contribuito al successo dell’economia

italiana? si

Come vedi il futuro del Made in Italy?

Molt difícil, els temps actuals de crisi no són bons pels seus productes, sovint

massa cars, amb una competència d'altres mercats que han ocupat part del

seu espai.

Molti prodotti Made in Italy sono prodotti all’estero e solo una piccola

percentuale è prodotta in Italia; pensi che si dovrebbero considerare una truffa?

Sí efectivament és un engany, però ens engañen amb moltres coses

Come giustifichi il prezzo che ti fanno pagare per questi prodotti?

Són productes que tindran un preu més baix en aquests moments

Uomo, 50 anni, economista, spagnolo

Puoi definire in due parole cosa significa per te il Made in Italy?

Calidad, diseño, amigable, internacional

Quando pensi che incominciò il Made in Italy?

55

Cuando los italianos emigraron por todo el mundo buscando nuevas

oportunidades pero llevando consigo sus valores. Hubo una estrategia de

marketing voluntaria o no, pero muy efectiva. Seguramente culminando en los

60.

Che cosa lo differenzia da altri Made in?

Made in Spain Similar pero sin el impacto internacional

Made in China Poco fiable pero mejorando

Made in Germany Fiable, robusto, superior

Quali sono i prodotti più importanti del Made in Italy?

Ropa, Muebles, Comida, Coches

Nel campo della moda quali sono i prodotti più importanti?

Versace, Prada, Fendi

E nel campo del design e arredamento?

Las anteriores

E nel campo della gastronomia?

Pizza, pasta... no conozco marcas gastronomicas

Sei contro o a favore delle imitazioni?

Radicalmente en contra

Perché credi che i prodotti italiani siano così tanto copiati o imitati?

Por la importancia de las marcas por encima de la calidad de los productos

Puoi dire alcuni prodotti che hai in casa?

La verdad es que no

Pensi che il Made in Italy abbia contribuito al successo dell’economia

italiana?

Por supuesto

Come vedi il futuro del Made in Italy?

Muy potente

56

Molti prodotti Made in Italy sono prodotti all’estero e solo una piccola

percentuale è prodotta in Italia; pensi che si dovrebbero considerare una truffa?

Sì, claro

Come giustifichi il prezzo che ti fanno pagare per questi prodotti?

Si realmente no son originales no me parece bien pagar tanto

Donna, 50 anni, organizzatrice di esposizioni di arte contemporanea, spagnola

Puoi definire in due parole cosa significa per te il Made in Italy?

Comunicació i estil

Quando pensi che incominciò il Made in Italy?

Anys 60

Che cosa lo differenzia da altri Made in?

Made in Spain Marketing

Made in China Autenticitat

Made in Germany Estil

Quali sono i prodotti più importanti del Made in Italy?

Gastronomia i disseny

Nel campo della moda quali sono i prodotti più importanti?

Prêt à porter i accesoris de marques d’alta costura

E nel campo del design e arredamento?

Automòbil, mobiliari i objectes de decoració

E nel campo della gastronomia?

Pasta, pizza, embotits, oli

Sei contro o a favore delle imitazioni?

Contra

Perché credi che i prodotti italiani siano così tanto copiati o imitati?

57

Perquè tenen estil

Puoi dire alcuni prodotti che hai in casa?

Salsa siciliana per la pasta

Pensi che il Made in Italy abbia contribuito al successo dell’economia

italiana?

Segur

Come vedi il futuro del Made in Italy?

La marca és reconeguda. Ha d’ampliar mercats i no baixar la qualitat.

Molti prodotti Made in Italy sono prodotti all’estero e solo una piccola

percentuale è prodotta in Italia; pensi che si dovrebbero considerare una truffa?

Come giustifichi il prezzo che ti fanno pagare per questi prodotti?

Ho pago si té qualitat justificada

Uomo, 50 anni, economista, spagnolo

Puoi definire in due parole cosa significa per te il Made in Italy?

Bello y quebradizo

Quando pensi che incominciò il Made in Italy?

No tengo criterio

Che cosa lo differenzia da altri Made in?

Made in Spain estética

Made in China precio

Made in Germany calidad

Quali sono i prodotti più importanti del Made in Italy?

Moda, turismo, cultura, gastronomía

Nel campo della moda quali sono i prodotti più importanti?

58

Moda hombre alto estanding, accesorios

E nel campo del design e arredamento?

Automóviles

E nel campo della gastronomia?

pasta

Sei contro o a favore delle imitazioni?

Depende, si es legal o no

Perché credi che i prodotti italiani siano così tanto copiati o imitati?

Por la imagen de marca y el gran diseño

Puoi dire alcuni prodotti che hai in casa?

Lámparas

Pensi che il Made in Italy abbia contribuito al successo dell’economia italiana?

Seguro que sí

Come vedi il futuro del Made in Italy?

No tengo criterio, pero seguro que requiere una reinvención continua

Molti prodotti Made in Italy sono prodotti all’estero e solo una piccola

percentuale è prodotta in Italia; pensi che si dovrebbero considerare una truffa?

En principio sí, aunque si el diseño es italiano quizás podría asumirse.

Come giustifichi il prezzo che ti fanno pagare per questi prodotti?

No parece justificable, aunque lo relevante no es el Made in, sino el valor que

aporta el producto

Uomo, 49 anni, dipartimento tecnico ospedaliero, spagnolo

Puoi definire in due parole cosa significa per te il Made in Italy?

Literalmente hecho en Italia. ¿Que me transmite? Marca Italia

Quando pensi che incominciò il Made in Italy?

59

Ni idea. ¿años 60?

Che cosa lo differenzia da altri Made in?

Made in Spain Diseño

Made in China Calidad

Made in Germany Diseño

Quali sono i prodotti più importanti del Made in Italy?

Para mi. Vehiculos a motor

Nel campo della moda quali sono i prodotti più importanti?

Armani

E nel campo del design e arredamento?

Alessi

E nel campo della gastronomia?

La pasta

Sei contro o a favore delle imitazioni?

En contra,

Perché credi che i prodotti italiani siano così tanto copiati o imitati?

Por que vende y es conocido a nivel mundial

Puoi dire alcuni prodotti che hai in casa?

Barilla, Alessi, el Ferrari del garage, Armani

Pensi che il Made in Italy abbia contribuito al successo dell’economia italiana?

Por supuesto, ademas aqui en España se esta intentando relanzar. Prueba de

que funciona

Come vedi il futuro del Made in Italy?

Si sigue con las lineas de calidad, diseño, muy bueno.

Molti prodotti Made in Italy sono prodotti all’estero e solo una piccola

percentuale è prodotta in Italia; pensi che si dovrebbero considerare una truffa?

60

En la forma no, se vende un conjunto (calidad, diseño, marca, etc). En el fondo,

si

Come giustifichi il prezzo che ti fanno pagare per questi prodotti?

Los motivos antes descritos, calidad, diseño, marca, etc, todo se paga.

Donna, 47 anni, architetto, italiana

Puoi definire in due parole cosa significa per te il Made in Italy?

Creatività, gusto straordinario eccellenza di artigianato e materie prime

Quando pensi che incominciò il Made in Italy?

Nel Rinascimento

Che cosa lo diferenzia da altri Made in?

Made in Spain

Made in China

Made in Germany

Creatività, gusto straordinario eccellenza di artigianato e materie prime

Quali sono per te i prodotti più importanti del Made in Italy?

Fiat 500, Olivetti Studio 42, Lancia Flaminia, Ferrari Daytona

Nel campo della moda quali per te sono i prodotti piú importanti?

Le materie prime come le sete di Como, i filati della Val Sesia, le pelli dell’area

napoletana e Toscana che assieme alla creatività e artigianato compongono un

prodotto finito inimitabile

E nel campo del design e arredamento?

La capacità industriale e artigianale di riprodurre manufatti complessi di alto

livello di design

E nel campo della gastronomia?

61

Le materie prime, unite anche qui, al gusto del vivere bene e alla storia della

Italia dell’epoca dei Comuni

Sei contro o a favore delle imitazioni?

Sono una attentata all’economia di un paese come l’Italia, per tanto ne sono

contraria

Perche credi che i prodotti italiani siano cosí tanto copiati o imitati?

Per la loro originalità, bellezza

Puoi dire alcuni prodotti che hai in casa esclusivi Made in Italy?

I divani Strips di Cini Boeri per Arflex, la libreria Ponteur di Lucchini, i vasi di

vetro soffiato di Venini e Carlo Moretti

Pensi che il Made in Italy abbia contribuito nel successo dell’economia italiana?

Sicuramente perché legato indissolubilmente alla storia industriale del paese

Come vedi il futuro del Made in Italy di fronte alla grande concorrenza di altri

Made in in questo periodo di crisi?

L’Italia è ineguagliabile per quanto riguarda ingegno, creatività, mano d’opera

specializzata. Il problema italiano è la sua classe politica che marcia in parallelo

al talento di chi produce design e non solo esso.

Donna, 49 anni, architetto, italiana

Puoi definire in due parole cosa significa per te il Made in Italy?

....opere di ingegno italiane

Con Made in Italy intendo la rivalutazione del mondo del FARE con passione in

Italia: fare impresa, fare l’artigiano, fare l’architetto, fare il vino, fare cucina e

prodotti per la tavola, fare moda, fare… qualsiasi prodotto in Italia con il livello

di qualità e di finitura e di attenzione in cui il mondo del design e della moda ci

ha abituato. Fare della qualità e dell’autenticità un sistema che il mondo ci

62

riconosce. E per fare questo ci vuole passione perché fare bene è una

missione.

L’Italian Style si è formato grazie a questo stile di comportamento che oggi si è

perso. Oggi non è più la qualità del prodotto l’obiettivo di un’azienda ma il

margine di guadagno. Questo porterà al crollo della qualità e al crollo del Made

in … “qualsiasi paese”!

La creatività non è solo legata alla tecnologia ma all’ingegno anche nel

manufatto. Ciò che rende importante il Made in Italy è l’autenticità di un prodotto

e come dice la designer Patricia Urquiola :”Le copie non pagano la ricerca, noi

non siamo copie ,siamo originali”.

Quando pensi che incominciò il Made in Italy?

Il Made in Italy è iniziato negli anni 60 e si è consumato negli anni 70 ed è

diventato slogan per me soprattutto durante il congresso mondiale del design

ICSID nell’autunno 1983. E’ uno stile nel modo di fare le cose che è sinonimo

di qualità creatività e innovazione e autenticità.

Che cosa lo diferenzia da altri Made in?

Made in Spain

Made in China

Made in Germany

La differenza è quel particolare modo in cui le “cose”, se fatte bene, in Italia,

sono davvero fatte molto bene. E’ una qualità diffusa che ha contagiato tutti i

settori del fare. Chi comprenderà che la qualità e l’autenticità devono tornare a

essere gli obiettivi, avrà successo.

Quali sono per te i prodotti piú importanti del Made in Italy?

Cibo, vino, moda e design.

Dal disegno del piccoli oggetti e/o prodotti all’interior design… L’Italian Style si

riferisce ai prodotti finiti e puntuali. I piccoli prodotti di uso e di consumo.

Sui grandi progetti e sulle infrastrutture invece in Italia manca qualità per una

mancanza di capacità di saper lavorare in gruppo. Manca l’intelligenza di

sciame…La capacità che c’era negli anni 50 e 60… Nel 1967 con il padiglione

63

italiano dell’EXPO di Osaka, per esempio, si decretò un grande successo

dell’architettura italiana nel mondo … adesso manca qualità perché le università

italiane di architettura sono scadenti. C’è troppo divario tra teoria e pratica…il

padiglione di Expo 70 lo progettò mio padre ingegnere insieme allo Studio Valle

di Roma. I disegni originali li conservo nel mio studio.

Nel campo della moda quali per te sono i prodotti piú importanti?

scarpe, borse, seta, abiti

E nel campo del design e arredamento?

Lampade, lavorazioni della pelle, cuoio, seta, pergamena, marmi, gres

porcellanati, ceramiche, lavorazioni artigianali di marmi pietre e tessuti

E nel campo della gastronomia?

Vini di tutt’Italia, olio, olive, formaggi (Grana Padano), prosciutto di Parma

Sei contro o a favore delle imitazioni?

Contro

Perche credi che i prodotti italiani siano cosí tanto copiati o imitati?

Perché sono belli, durevoli, ma nelle copie e nei falsi s’imita solo il modello

estetico illudendo l’acquirente che il prodotto sia “uguale”… finiture, cuciture,

sapori ecc. sono invece molto diversi…

Puoi dire alcuni prodotti che hai in casa esclusivi Made in Italy?

Certamente: borse, scarpe, tessuti, olio, vino, formaggio, ecc.

Pensi che il Made in Italy abbia contribuito nel successo dell’economia italiana?

Ne sono sicura

Come vedi il futuro del Made in Italy di fronte alla grande concorrenza di altri

Made in in questo periodo di crisi?

Sono certa che potrebbe tenere se contrapposto ad altri “Made in “ …ma non si

può vivere sugli allori di un passato che sta cambiando: con molta umiltà

bisogna saper investire nella ricerca e nell’innovazione. Credo che ci sarà un

grande successo nel settore della cucina e dei vini e della moda ma una

flessione nel mondo del design e dell’architettura.

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Female, 46 years, computer engineer, Norwegian

Could you define in two words what does it mean for you the phenomen Made

in Italy?

It means well designed products and good food

When do you think it started?

I am not too sure, about fiftee’s?

What makes it different from other Made in?

Made in Spain more famous

Made in China better quality

Made in Germany different technology

Which are the most famous products of Made in Italy on your opinion?

Food, very important for us in Scandinavia as we do not have that quality of

Mediterranean food as you have in Spain or Italy. Fashion of course

In the fashion field, which are the wellknown products?

Armani, Prada

And the design and decoration field?

Design furniture from the 50’s, but too modern for Scandinavian style mayble

In the food and gastronomy field?

Pasta, pizza, parimiggiano cheese

Are you for or against imitations?

I am against easy imitations

According to you which are the reasons of the imitations on Italian products?

They are very popular and wellknown all over the world

Could you name some of the products Made in Italy that you have at home?

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I like to buy Italian food, very expensive in my country. We prefer furniture from

here

Do you think that the phenomen Made in Italy has contributed in the economy of

the country?

Yes, for sure.

How do you see the future of Made in Italy in front of the big competition of the

other Made in in this period of crisis?

In this period of crisis the competition is important with reference to the price, so

the quality must be reinforced to fight against

Many products Made in Italy are made abroad and there is only a small

percentage which is manufactured in Italy; do you think that it should be

considered a scam?

The consumer should be informed about it in any case and he decides what to

buy

How do you justify the high price paid for these products

Again, is the customer who decides what to buy

Male, 52 years, degree in Economics, Germany

Could you define in two words what does it mean for you the phenomen Made

in Italy?

Quality and design

When do you think it started?

Around 1960

What makes it different from other Made in?

Made in Spain very similar, but not as much wellknown

Made in China better quality

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Made in Germany other products completely

Which are the most famous products of Made in Italy on your opinion?

Fashion, food, shoes, Fiat, Ferrari

In the fashion field, which are the wellknown products?

Prêt a porter and also luxury names

And the design and decoration field?

Companies of lighting, seats, Olivetti

In the food and gastronomy field?

All the typical Italian food

Are you for or against imitations?

I think they are necessary to reach all markets

According to you which are the reasons of the imitations on Italian products?

Because they are popular

Could you name some of the products Made in Italy that you have at home?

Some lightings from Artemide, I think other furniture at home, also shoes

Do you think that the phenomen Made in Italy has contributed in the economy of

the country?

Certainly, they are very proud of it

How do you see the future of Made in Italy in front of the big competition of the

other Made in in this period of crisis?

I consider that Italy will not have a serious crisis with their Made in Italy

Many products Made in Italy are made abroad and there is only a small

percentage which is manufactured in Italy; do you think that it should be

considered a scam?

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It always depends on the quality of the products

How do you justify the high price paid for these products

If they are not well made, I don’t pay that high pric

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