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DISABILITÀ E LAVORO CORTE COSTITUZIONALE SU CONTRIBUZIONE UTENTI SALUTE MENTALE E SERVIZI PUBBLICI RUOLO DELLEDUCATORE LA PETIZIONE SUI LEA SOCIOSANITARI SERVIZI SENZA POLITICHE? DISABILITÀ E LAVORO CORTE COSTITUZIONALE SU CONTRIBUZIONE UTENTI SALUTE MENTALE E SERVIZI PUBBLICI RUOLO DELLEDUCATORE LA PETIZIONE SUI LEA SOCIOSANITARI SERVIZI SENZA POLITICHE? Poste italiane SPA - Spedizione in abbonamento postale d.l. 353-2003 (conv. in L. 27.2.2004 n. 46), art. 1, comma 2, DCB Ancona Bimestrale - gennaio- febbraio 2013, anno XXV. ISSN 1120-5725 pn Ap u ti 1/2013 sulle politiche sociali gruppo solidarietà www.grusol.it 0 21

"Mamma quando ti ricrescono i capelli?" su Rivista Appunti sulle Politiche Sociali 201_01/2013

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"Mamma quando ti ricrescono i capelli?" (B. Martinelli) recensito su Rivista Appunti sulle Politiche Sociali 201_01/2013

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DISABILITÀ E LAVORO

CORTE COSTITUZIONALE SU CONTRIBUZIONE UTENTI

SALUTE MENTALE E SERVIZI PUBBLICI

RUOLO DELL’EDUCATORE

LA PETIZIONE SUI LEA SOCIOSANITARI

SERVIZI SENZA POLITICHE?

DISABILITÀ E LAVORO

CORTE COSTITUZIONALE SU CONTRIBUZIONE UTENTI

SALUTE MENTALE E SERVIZI PUBBLICI

RUOLO DELL’EDUCATORE

LA PETIZIONE SUI LEA SOCIOSANITARI

SERVIZI SENZA POLITICHE?

Poste italiane SPA - Spedizione in abbonamento postale d.l. 353-2003 (conv. in L. 27.2.2004 n. 46), art. 1, comma 2, DCB Ancona

Bimestrale - gennaio- febbraio 2013, anno XXV. ISSN 1120-5725

p nAp u ti

1/2013

sullepolitiche sociali

gruppo solidarietàwww.grusol.it

02 1

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appunti sulle politiche sociali - in questo numero...

Bimestrale del Gruppo Solidarietà. Nuova serie - Anno 25 (XXV), n. 1(201) ,gennaio-febbraio 2013, chiuso il giorno 15 gennaio 2013.Direttore responsabile: Riccardo Ceccarelli. Redazione: Giuseppe Alberti,Cinzia Alberti, Sibilla Giaccaglia, Gloria Gagliardini, Fabio RagainiComposizione: Paolo UrbaniStampa: Unione Tipografica Jesina, Jesi (AN)Direzione e Amm.ne: Via Fornace, 23 60030 Moie di Maiolati Sp. (AN)Tel. e Fax 0731.703327- e-mail: [email protected] annuo Euro 20,00 (25 per enti pubblici) intestato a GruppoSolidarietà, Via Calcinaro, 12 - 60031 Castelplanio (AN) - c.c.p. 10878601Aut.ne del Tribunale di Ancona n. 13 del 10/04/1989 - una copia Euro 3,50 (5per enti pubblici). Gli articoli non firmati sono redazionali.Iscritto al Registro nazionale della stampa n.5624 del 5/2/97Interamente stampato su carta riciclata. Gli articoli della rivista possono essere ripresi da altre riviste, citando la fonte,ma non possono essere pubblicati su Internet

Appunti è integralmente consultabilesul sito Internet del Gruppo Solidarietà.L'abbonamento annuo alla versioneon-line è di Euro 18 (23 per entipubblici), alla cumulativacartaceo+online è di Euro 25 (35 per glienti pubblici)Ricordiamo inoltre che è possibileverificare la scadenzadell’abbonamento direttamentedall’etichetta. Un sollecito rinnovo evital’invio della lettera di comunicazionedell’avvenuta scadenza.

Persone con disabilità e lavoro in Italia. Il lungo percorso 1

Dopo le sentenze della Corte Costituzionale sull’Isee 4

Gli psichiatri della Società italiana di psichiatria e i servizipubblici di salute mentale 8

L’educatore e’ un maglione di lana. Fare spazio alla complessità.Direzioni di senso per l ’educatore di professione 13

La petizione popolare nazionale per il finanziamento dei LEA.Un bilancio 17

I servizi possono fare a meno delle politiche? 22

Segnalazioni librarie 25

5 per mille al Gruppo Solidarietà. C.f. 91004430426

Il primo numero dell’anno si apre con unariflessione sui temi dell’inserimento lavorativodelle persone con disabilità e in particolare diquelle con deficit intellettivo. Carlo Lepri

ripercorre un tratto di storia italiana, dalla fasepionieristica a quella attuale nella quale, innome della compatibilità economica, sitagliano sostegni e servizi compresi quelliriguardanti l’inserimento lavorativo. Francesco

Trebeschi, affronta il tema dellapartecipazione al costo dei servizi da parte dipersone con disabilità gravi e anziani nonautosufficienti, a seguito di due recentipronunce della Corte Costituzionale. Luigi

Benevelli, propone una riflessione sul ruolo deisui servizi pubblici di salute mentale e partiredalle posizioni della Società italiana psichiatria.Gloria Gagliardini, riflette e si interroga su ruolo

e funzione dell’educatore. Una professionespesso marginale a confine con altre(terapeutiche, riabilitative, sociali), chenecessita di un continuo riposizionamento conla realtà e con il tempo storico che incontra.La Fondazione promozione sociale di Torino,traccia un bilancio della petizione popolareper il finanziamento dei livelli essenziali diassistenza socio sanitaria. L’articolo neripercorre motivazioni, contenuti, cammino,risultati ottenuti, insieme alla indicazione deglisviluppi futuri. Infine, Fabio Ragaini, si chiede,a partire dall’analisi della programmazionedella regione Marche, se i servizi possono farea meno delle politiche.

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la bacheca del Gruppo Solidarietà

Abbonamenti Appunti sulle

politiche sociali

Privati e associazioni volontariato20,00 Euro (sostenitore 40 euro)on line: 18 eurocartaceo + on line: 25 euroEnti pubblici/privati25,00 Euro (sostenitore 50 euro)on line: 23 euro

cartaceo + on line: 35 euro

A chi sottoscrive un abbonamentosostenitore verrà inviato in omaggio (daspecificare nella causale) 5 libri a scelta,tra i seguenti:

- AA.VV., Handicap intellettivo grave e servizi:quali risposte dopo la scuola dell’obbligo?, p.112,

- AA.VV., Handicap e scuola: l’integrazionepossibile, p. 128,

- AA.VV., Curare e prendersi cura: la prioritàdelle cure domiciliari, p. 96,

- AA.VV., Dove va il volontariato? p. 96,

- AA.VV., Handicap, servizi qualità della vita? p.96,

- AA.VV., Handicap grave, autonomia e vitaindipendente, p. 96,

- AA.VV., Dalla riforma dei servizi sociali ai livelliessenziali di assistenza, p. 112,

- AA.VV., I soggetti deboli nelle politiche socialidella regione Marche, p. 112

- AA.VV., Disabilità. Dalla scuola al lavoro, p. 112

Versamento Intestato a: Gruppo Solidarietà, ViaCalcinaro 15, 60031 Castelplanio (AN), ccp 10878601.

Per chi sceglie il bonifico bancario: Banca Popolaredi Ancona, filiale di Moie di Maiolati: IT50 C053 08373900 0000 0000 581 Intestato a Gruppo Solidarietà

(ricordarsi di inviare l’indirizzo).

Gruppo Solidarietà, La programmazioneperduta. I servizi sociosanitari nella regioneMarche, prefazione di Nerina Dirindin,Castelplanio 2011, p. 112, euro 11.50.

Il cuore della pubblicazione, riguarda la programma-zione sociosanitaria nella regione Marche; affrontare iltema della programmazione significa, infatti, valutarel’organizzazione dei servizi e le politiche che li sottendono.Significa verificare le modalità con le quali si risponde alleesigenze delle persone. Le modalità con cui si garanti-scono i diritti. L’interesse per la regolamentazione deiservizi trae origine dalle richieste e dalle domande che lepersone ci pongono. Per rispondere abbiamo avuto eabbiamo necessità di capire cosa è codificato, cosa nonlo è. E poi di indagare sui perché. Perché ad esempio nonsono fissati gli standard; perché non è regolamentata laqualifica professionale; perché non è determinata latariffa, e molto altro ancora, come si può capire leggen-do i contributi che costituiscono il volume. La prospettivadalla quale si analizza lo stato della programmazioneregionale, come si può evincere dalla lettura del testo, èquella di una organizzazione di volontariato che hacercato di mettere al centro del proprio operare, leesigenze delle persone che ha incontrato e a partire daqueste leggere e valutare le politiche. Le domande checi siamo posti sono le domande che la pubblicazionepone al principale suo interlocutore: la regione Marche.Domande che continuiamo a sperare possano trovarerisposta in atti amministrativi che siano capaci di rispon-dere con compiutezza alle esigenze delle persone. E’questa la motivazione che anima questa pubblicazione

(Dalla introduzione del Gruppo Solidarietà).

Offerta speciale.Il presente volume viene offerto insieme a

- I dimenticati. Politiche e servizi per i soggettideboli nelle Marche, 2010, p. 112, Euro 11.00

- Quelli che non contano. Soggetti deboli e poli-

tiche sociali nelle Marche, 2007, p. 112, Euro11.00

- I soggetti deboli nelle politiche sociali della

regione Marche, 2003, p. 112, Euro 9.00.

al prezzo speciale 20.00 euro (per spese dispedizione incluse)

Per ricevere il volume: Gruppo Solidarietà, ViaFornace 23, 60030 Moie di Maiolati (AN). Tel. e fax0731.703327, e-mail: [email protected] Per ordinaredirettamente il volume versamento su ccp n.10878601 intestato a: Gruppo Solidarietà, 60031

Castelplanio (AN). www.grusol.it/pubblica.asp

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APPUNTI 2011GENNAIO-FEBBRAIO 2013

PERSONE CON DISABILITÀ ELAVORO IN ITALIA.

IL LUNGO PERCORSO1

CARLO LEPRI,PSICOLOGO E FORMATORE, DOCENTE A CONTRATTO, UNIVERSITÀ DI GENOVA

A partire da un’esperienza ultratrentennale in materia di inseri-mento lavorativo delle personecon disabilità, si riflette e analizzal’esperienza maturata in questianni. Dalla fase pionieristica chevuole trasformare tutta la società,alla situazione attuale nella qualeseppur nessuno dice di essere con-tro l’integrazione, tuttavia, in nomedella sostenibilità economica, i ser-vizi e i sostegni vengono tagliatimettendo così in discussione i di-ritti fondamentali, compreso quel-lo del lavoro

1 Lo scorso 25 maggio, Carlo Lepri, ha partecipato al seminario promosso dal Gruppo Solidarietà, “Lavoro e disabilitàintellettiva. E’ così difficile?”. Per l’occasione, a partire dai temi affrontati nell’incontro, gli abbiamo rivolto alcune domande.

Ti occupi di lavoro delle persone condisabilità da più di 30 anni. Un periodo moltolungo con tanti cambiamenti nella vita socialee lavorativa. Quali aspetti di questo percorsosenti importante richiamare.

Recentemente ho provato a individuarealcuni dei momenti più significativi di questopercorso. Direi che abbiamo assistito ad al-meno quattro fasi distinte. La prima, che gros-so modo va dall’inizio degli anni settanta allametà degli anni ottanta, prende l’avvio con legrandi lotte sociali per l’emancipazione deilavoratori e delle donne. Ho definito questaperiodo come “fase della ideologia dell’inte-grazione” proprio perché i primi inserimenti allavoro delle persone con disabilità nasconosulla spinta di una volontà di trasformazioneche riguarda tutta la società. Non dimenti-chiamo che in questo periodo storico si raffor-za una visione della disabilità intesa non piùcome disgrazia individuale o familiare macome esito di una società oppressiva eemarginante. E’ il periodo della lotta contro legrandi istituzioni (manicomi, scuole speciali,istituti) e l’inserimento lavorativo segna il puntopiù alto del riscatto delle persone disabili.

Tra la metà degli anni ottanta e la metàdegli anni novanta il clima culturale si modifi-ca ed assistiamo a quella che definirei la “fasedella pratica dell’integrazione”. In questo pe-riodo ciò che accade è il tentativo di consoli-dare le esperienze di integrazione lavorativafacendole uscire da una dimensione preva-lentemente ideologica. Assistiamo così ad unamiriade di esperienze tutte accomunate dal-l’esigenza del “fare”.

A partire dalla metà degli anni novanta si fasempre più evidente la necessità di costruireun impianto teorico a sostegno delle

metodologie utilizzate. Si potrebbe dire il biso-gno di “dare un sapere al fare”. Ho definitoquesto periodo come “fase della scienza del-l’integrazione” poiché si assiste, in quegli anni,al tentativo di abbandonare un approccioesclusivamente pragmatico per definire, at-traverso l’evidenza scientifica, alcuni principiteorici . Anche la rilevante produzione legisla-tiva può essere collegata a questa necessitàdi raccogliere e stabilizzare la consistente espe-rienza disponibile. Si definiscono, infatti, im-portanti leggi come la 104/92 e la 328/00 ma,soprattutto, si arriva alla riforma della 482/68con la promulgazione della legge 68/99 sulcollocamento mirato. E’ in questo periodo, tral’altro, che prende corpo una vera e propriacomunità professionale: quella degli operato-ri della mediazione al lavoro.

L’ultimo periodo, che grossolanamente pos-siamo identificare negli ultimi 10-12 anni, èquello che ho definito la “fase dell’integrazio-ne in difesa”. Si tratta di una situazione per certiversi paradossale nella quale nessuno diceapertamente di essere contro l’integrazione etuttavia, in nome dei pareggi di bilancio odelle varie sostenibilità economiche e finan-ziarie, i servizi e i sostegni per le persone disabilivengono tagliati mettendo così in discussionei diritti fondamentali, compreso quello del la-voro. Osservo, tra l’altro, due segnali inquie-tanti conseguenti da questa situazione: il cre-scente corporativismo di numerose associa-zioni di disabili e il progressivo “tecnicismo”dietro al quale si rifugiano sempre più spessogli operatori. Credo che a partire da unadiscussione intorno a questi aspetti sia possibi-le ri-trovare una alleanza tra operatori e utentiin modo da rimettere al centro una lotta co-mune per la salvaguardia dei diritti di tutti.

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APPUNTI 2012GENNAIO-FEBBRAIO 2013

Nell’incontro hai affermato che “l’essereadulti è il tema ed il lavoro è uno strumento pervivere questa condizione. Non il contrario”.Aiutaci a capire meglio

Nella mia attività professionale mi sono oc-cupato prevalentemente di inserimento lavo-rativo di persone con una difficoltà di funzio-namento di tipo intellettivo. Come è noto unodei tratti caratteristici di questa “categoria”,accanto ai deficit cognitivi, è quella di pre-sentare una certa immaturità relazionale. Sitratta di quella caratteristica che per moltotempo ha fatto si che si pensasse a questepersone come a degli “eterni bambini”, deiPeter Pan da accudire in luoghi appositamen-te dedicati a loro. I processi di integrazionescolastica e nel mondo del lavoro hanno di-mostrato che nel momento in cui cambiano icontesti cambiano anche le aspettative ver-so le persone e con esse le rappresentazioniche noi abbiamo della disabilità. Nello speci-fico ci siamo resi conto che anche le personecon disabilità intellettive possono diventareadulte e non solo anagraficamente.

Quindi poter vivere una vita adulta, con idiritti e i doveri che questo comporta, è diven-tato un obiettivo possibile anche per questepersone. Come sappiamo il lavoro è uno deimezzi che caratterizzano la vita delle personeadulte. Esso offre autonomia economica maè anche un potente strumento identitario e disocializzazione. Questo è vero in generale e loè a maggior ragione per persone che possonoavere qualche difficoltà aggiuntiva propriosul piano della identità e delle relazioni sociali.Tuttavia il lavoro è uno strumento per accede-re a questa condizione di adultità e non puòtrasformarsi nel fine. Ciò significa che non pos-siamo proporre percorsi lavorativi in modogeneralizzato poiché in alcuni casi il lavoropotrebbe non essere coerente con i bisogni diuna persona disabile. In più il lavoro non puòessere proposto in modo astorico ad una per-sona. Occorre che la possibilità di “diventaregrande” attraverso il lavoro faccia parte di unprogetto educativo che deve avere inizio pri-ma possibile.

Dici che per le persone con disabilità intel-lettiva non si tratta tanto di imparare un lavoroma di imparare a lavorare. Perché e come siriesce ad imparare a lavorare?

In effetti su questi temi, a volte, si commetto-no errori grossolani.Ovviamente si tratta di unadistinzione molto schematica poiché questidue processi, imparare a lavorare e imparare

un lavoro, sono sempre intimamente connes-si.

Tuttavia, mentre l’imparare un lavoro fa rife-rimento all’apprendimento di una serie di com-piti spesso riducibili a delle sequenze operati-ve, imparare a lavorare fa riferimento a qual-cosa di più complesso che ha a che vederecon la capacità di “introiettare” il ruolo lavora-tivo. In altre parole alla capacità di fare pro-prie, di “mettersi dentro”, tutta una serie diregole, norme, criteri che hanno a che vederecon ciò che gli altri si aspettano che io facciain quel contesto lavorativo. Quello che in ter-mini tecnici viene definito come il “role taking”,cioè proprio la capacità di assumere il ruololavorativo. Questo apprendimento può esse-re particolarmente complesso soprattutto seuna persona non è stata abituata a confron-tarsi con i ruoli e con le aspettative che liaccompagnano. Assumere un ruolo, in que-sto caso imparare a lavorare, comporta infat-ti la capacità di sapersi mettere dal punto divista dell’altro in modo da anticipare le aspet-tative che l’altro (o gli altri) hanno nei mieiconfronti. In altre parole imparare “un lavoro”,soprattutto se il lavoro non è molto complesso,è un apprendimento che può essere moltoveloce (giorni o settimane) mentre “impararea lavorare” è un apprendimento che necessi-ta tempi lunghi e può essere appreso soloattraverso le relazioni e direttamente in una“situazione” lavorativa vera.

Un’altra questione sulla quale hai molto insi-stito è quella riguardante le competenzerelazionali delle persone con disabilità. Diffi-coltà che possono minare la riuscita degliinserimenti.

L’apprendere a lavorare fa esattamenteriferimento al tema delle competenzerelazionali. Durante tutta la mia esperienza hoosservato che gli insuccessi negli inserimentilavorativi di persone con disabilità(percentualmente nella media degli insuc-cessi della popolazione generale) non eranoquasi mai dovuti al fatto che la persona nonaveva appreso i compiti e le mansioni propo-ste quanto al fatto che il “comportamento”non era adeguato ad un contesto adulto. Inaltre parole che le regole vigenti in quel con-testo non erano state apprese pienamente.Oppure che le regole erano state formalmen-te apprese ma la persona non era in grado digestire quelle che sono le componenti discre-zionali del ruolo lavorativo. Facciamo un esem-pio: ci sono momenti durante la giornata lavo-

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APPUNTI 2013GENNAIO-FEBBRAIO 2013

rativa nei quali è possibile scherzare tra colle-ghi di lavoro. Normalmente le persone sannoquando questa componente discrezionale delruolo può essere agita e quando invece non èopportuna e quindi è il momento di smettere.Per una persona che ha caratteristicherelazionale di tipo immaturo fare questa distin-zione non è sempre facile e ciò può determi-nare comportamenti inadeguati al contesto.Imparare a lavorare è un po’ come impararead andare in bicicletta: una volta imparato sipuò andare su qualsiasi bicicletta e soprattut-to … dura per sempre!

L’esperienza genovese del Centro studidell’ASL 3 ha sostanzialmente fatto nascere iServizi di integrazione lavorativa in Italia. Ilradicale cambiamento del mondo del lavoro,che ripercussioni ha avuto ed ha sul lavoro deiSIL?

Credo che l’esperienza genovese, anchegrazie all’azione di Enrico Montobbio, abbiaavuto due meriti. Il primo è quello di avereproposto una metodologia innovativa e diaverla sperimentata con coraggio. Dico concoraggio perché ricordo che quando abbia-mo avviato le prime esperienze la legge 482/68, allora vigente, prevedeva espressamenteche le persone con disabilità psichica e intel-lettiva non potessero essere inserite al lavoro.La nostra azione, per lungo tempo, è statapertanto ai margini se non contro la legge. Equesto mi pare dimostri ancora una volta chele cose veramente innovative nascono sem-pre da una qualche deviazione dalla norma.

Il secondo è quello di aver cercato di man-tenere una memoria di ciò che si facevaattraverso la pubblicazione di saggi e di libri.Ciò ha dato una certa visibilità al nostro lavoroe per un lungo periodo l’esperienza di Geno-va è stata al centro dell’attenzione sia a livellonazionale che internazionale. Alcuni di noihanno così contribuito, attraverso l’attivitàformativa, alla nascita di numerosi Servizi diIntegrazione Lavorativa in diverse parti delnostro paese. Questi Servizi, attraverso la loroazione, sono stati dei precursori nell’attuazio-ne del “collocamento mirato e mediato”che,com’è noto, è oggi alla base della legge 68,dimostrando concretamente l’efficacia diquesto principio. I cambiamenti nel mondodel lavoro a cui stiamo assistendo (o forsesarebbe più corretto dire che stiamo suben-do) stanno avendo numerose ripercussioni sullaazione dei SIL.

Mi limito ad indicare due aspetti: uno

qualitativo e l’altro quantitativo.Sul piano qualitativo stiamo assistendo ad

una impressionante delocalizzazione dei sitiproduttivi tradizionali con l’eliminazione o lospostamento in altri paesi di gran parte delleproduzione “labour intensive”. Questo pena-lizza molto le persone disabili che proprio inquesto tipo di lavori trovavano una loro collo-cazione più agevole. L’altro aspetto, banal-mente quantitativo, è legato al fatto che illavoro scarseggia sempre di più mettendo, tral’altro, in concorrenza tra loro soggetti appar-tenenti a diverse fasce deboli. In questo diffici-le scenario l’unico elemento rassicurante èche le metodologie messe a punto dai SIL siain termini di strumenti di mediazione che disostegno psico educativo risultano davveroefficaci. Quando possono essere attuate.

Da ultimo una tua valutazione ed un bilanciodella legge 68-1999. Ha tradito un po’ le aspet-tative che vi erano state riposte?

Personalmente credo di no. Continuo a pen-sare alla legge 68/99 come ad una buonalegge. Il problema semmai riguarda la suapiena applicazione. Sappiamo che esiste unaapplicazione a “pelle di leopardo”. In alcuneregioni è stato fatto uno sforzo importante dimessa in rete dei servizi già esistenti primadella 68 e di attivazione dei servizi mancanti. Iltutto creando un sistema che garantisse, allostesso tempo, servizi alle persone disabili eservizi alle aziende sottoposte agli obblighi.Laddove si è fatto questo i risultati non sonomancati. Dove, invece, le persone disabili e leaziende non sono sostenute e non si facilitanoi processi di mediazione, può accadere che lalegge venga disattesa oppure che si preferi-scano pagare le multe. Ma ciò non mi pare siaimputabile alla struttura della legge quanto,appunto, alla sua applicazione concreta. Di-rei infine che, grazie agli ampi margininell’individuazione delle persone disabili daassumere che la legge riconosce alle azien-de, sempre più vengono inserite “categorie”specifiche di disabilità. Questo mi sembra unproblema poiché nonostante nella legge sia-no presenti alcuni facilitazioni per le aziendeche assumono persone con una “disabilitàcomplessa” queste “doti” non sembrano suffi-cienti per garantire l’inserimento lavorativoanche a persone con maggiori difficoltà. Masu questo aspetto alcuni SIL hanno messo apunto sperimentazioni interessanti che in alcu-ne regioni hanno già trovato importanti sup-porti sul piano istituzionale.

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APPUNTI 2014GENNAIO-FEBBRAIO 2013

Due recenti sentenze della CorteCostituzionale, hanno apportatoimportantissime novità in tema dicompartecipazione al costo deiservizi da parte di persone condisabilità grave e anziani nonautosufficienti. L’articolo, nell’ana-lizzare i contenuti delle sentenze,inquadra il tema della comparte-cipazione al costo dei servizi all’in-terno della normativa e della rela-tiva giurisprudenza

FRANCESCO TREBESCHI,AVVOCATO, BRESCIA

DOPO LE SENTENZE DELLA CORTE

COSTITUZIONALE SULL’ISEE

Gli oneri, relativi al costo dei servizi a favoredelle persone con disabilità grave, anzianenon autosufficienti, e finanche di persone instato vegetativo, prestazioni per lo più essen-ziali e che involvono direttamente la tuteladella salute dell’assistito, sono, quasi sempre,ingentissimi e, generalmente, non solo nonsono sopportabili con le sole risorse dell’assisti-to, ma altresì incidono in maniera insopporta-bile sulle risorse familiari.

Non stupisce quindi se in questi anni si èassistito ad una marea montante di ricorsi edecisioni in punto di partecipazione al costo,che ha messo in luce la parcellizzazione, lamancanza di proporzionalità quando nonl’abnormità1 ed illogicità2 dei criteri adottatida numerosissimi regolamenti comunali.

In questa situazione, che va aggravandosidi pari passo con il protrarsi della crisi econo-mica, una vera e propria ancora di salvezzaper tantissime famiglie è stata rappresentatadal principio di evidenziazione della situazio-ne economica del solo assistito di cui all’art. 3co. 2 ter D.Lgs 109/1998.

IL D. LGS 130-2000 E GLI ORIENTAMENTI DELLA

GIURISPRUDENZA

Con tale disposizione, introdotta con il D.Lgs.130/2000, il legislatore offriva un correttivo alladisparità di trattamento che deriva da un’ap-plicazione indiscriminata dell’ISEE anche ainuclei familiari che accolgono persone condisabilità grave e anziane non autosufficienti,con la valorizzazione di reddito e patrimonio ditutti i componenti di quel nucleo familiareanagrafico di appartenenza (che quindi po-teva comprendere anche fratelli, cognati oconviventi more uxorio dei fratelli e loro figli3):a fronte della situazione di dipendenza deri-vante dalla non autosufficienza è evidente

che la prima, ed immediata conseguenza diun sistema non corretto, è quella didisincentivare l’accoglienza, e, paradossal-mente, di favorire così l’istituzionalizzazione.

Significativamente, nel preambolo dellaConvenzione di New York sui diritti delle perso-ne con disabilità, si evidenzia che la disabilitàgrave è un importante fattore di impoveri-mento delle famiglie, sottolineando il fattoche la maggior parte delle persone condisabilità vive in condizioni di povertà, ed aquesto proposito riconoscendo l’urgente ne-cessità di affrontare l’impatto negativo dellapovertà sulle persone con disabilità.

Partendo da questi assunti, la giurispruden-za, ormai pressoché unanime, aveva ravvisa-to nel principio di evidenziazione della situa-zione economica del solo assistito una direttaattuazione della Convenzione di New York edei principi, ivi contenuti, di non discriminazio-ne, dignità intrinseca, autonomia individualee indipendenza della persona con disabilità4.

Come può esserci autonomia individuale sela scelta della prestazione, non deve esserefatta solo in punto di appropriatezza, ma di-pende dalla disponibilità di tutti i familiari difarsi carico di, spesso ingenti, oneri della retta,o anche solo dalla loro volontà di presentarel’ISEE5.

Che dignità c’è nel dover elemosinare daiparenti il denaro necessario a far fronte aglioneri di prestazione indispensabili per una vitadignitosa, oltre che per la stessa salute?

Quanto al principio di indipendenza dellapersona con disabilità è declinato dalla giuri-sprudenza nel senso di ritenere illegittimi criteriche rischiano di compromettere ogni minimaopportunità di gestione del proprio reddito inautonomia6.

Non è, infine, discriminatorio che le presta-zioni afferenti l’educazione e la salute, siano

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APPUNTI 2015GENNAIO-FEBBRAIO 2013

offerte alle persone con disabilità con oneriabnormemente superiori rispetto a tutte lealtre persone?

Proprio con riferimento ai servizi a tuteladella salute – e quindi anche a tutte le presta-zioni sociosanitarie, siano esse sanitarie arilevanza sociale o sociali a rilevanza sanitaria– peraltro, la Convenzione di New York, secon-do l’interpretazione della giurisprudenza7, nerichiede l’erogazione gratuita o a costi acces-sibili.

Il principio di evidenziazione della situazioneeconomica del solo assistito, si afferma quindicome un principio di altissima civiltà giuridicae, forse proprio perché troppo avanzato hatrovato, sin dalla sua introduzione, enormi resi-stenze, testimoniate, appunto dalla mole delcontenzioso.

Le resistenze maggiori, in effetti, sono di tipoideologico: tipica l’affermazione “non è giu-sto che il figlio di Agnelli paghi quanto il figliodell’operaio” che dimentica sia che anche, esoprattutto, alle famiglie non abbienti sonochiesti oneri spesso intollerabili, sia che nessu-no si scandalizza se al “figlio di Agnelli” sonogarantiti scuola e cure dal servizio pubblico acarico dei contribuenti; ancor più odiose, maspesso, ahimé, sentite, da Amministratori diogni colore, le obiezioni del tipo è un proble-ma vostro, sono figli vostri, li avete messi almondo voi” che si saldano con la caccia allestreghe dei falsi invalidi.

A ciò si aggiunge il braccio di ferro tra istitu-zioni sul piano finanziario, che vede, pur con lesemplificazioni del caso, Comuni e Regioniinvocare uno specifico finanziamento, che loStato ritiene di aver ampiamente compensa-to con l’aumento della quota sanitaria deri-vante dall’approvazione dei LEA, quota sani-taria che però, come accertato da numerosepronunce spesso e volentieri e con i più svariatiartifici non viene rispettata dalle Regioni8.

In effetti, l’art. 3 co. 2 ter D.Lgs 109/1998,molto articolato, prevede che limitatamentealle prestazioni sociali agevolate assicuratenell’ambito di percorsi assistenziali integrati dinatura sociosanitaria, erogate a domicilio o inambiente residenziale a ciclo diurno o conti-nuativo, rivolte a persone con handicap per-manente grave, di cui all’art. 3, co. 3, L. 5.2.1992,n. 104, accertato ai sensi dell’articolo 4 dellastessa legge, nonché a soggettiultrasessantacinquenni la cui nonautosufficienza fisica o psichica sia stata ac-certata dalle aziende unità sanitarie locali, ledisposizioni del presente decreto si applicano

nei limiti stabiliti con decreto del Presidentedel Consiglio dei Ministri, su proposta dei Mini-stri per la solidarietà sociale e della sanità. Ilsuddetto decreto e’ adottato, previa intesacon la Conferenza unificata di cui all’art. 8D.Lgs28.8.1997 n. 281, al fine di favorire la perma-nenza dell’assistito presso il nucleo familiare diappartenenza e di evidenziare la situazioneeconomica del solo assistito, anche in relazio-ne alle modalità di contribuzione al costodella prestazione, e sulla base delle indicazio-ni contenute nell’atto di indirizzo e coordina-mento di cui all’articolo 3-septies, co. 3, D.Lgs30.12.1992, n. 502, e successive modificazioni.

Il rinvio a ben due decreti attuativi di cui soloil secondo - l’atto di indirizzo e coordinamentodi cui all’art. 3-septies, co. 3, D.Lgs 502/1992 - èstato approvato con D.P.C.M. 14.2.2001, men-tre il primo prevedeva una preventiva intesacon la Conferenza unificata e l’apparentecontraddittorietà tra la finalità di favorire lapermanenza dell’assistito presso il nucleo fa-miliare di appartenenza e l’espresso rinvio aprestazioni residenziali a ciclo continuativohanno consentito di insabbiare il provvedi-mento per ben 12 lunghi anni!

La giurisprudenza sin qui sedimentatasi, nonvolendo far premio dei palesi intenti ostruzioni-stici dei Comuni9 aveva superato questo osta-colo, da una parte riconoscendo natura dilivelli essenziali delle prestazioni che devonoesser garantiti su tutto il territorio nazionale ecome tali prevalgono sull’eventuale discipli-na regionale difforme ai criteri di accesso alleprestazioni stesse, e quindi anche all’ISEE10 edall’altra affermando l’immediata precettivitàdella disposizione anche in assenza del previ-sto decreto attuativo.

LE SENTENZE DELLA CORTE COSTITUZIONALE

Ora la Corte Costituzionale, investita diproblematiche connesse al coordinamentotra la normativa statale ISEE e quelle regionali,con due diverse sentenze pubblicate entram-be il 19.12.2012, ha prospettato una soluzioneche pur riconosce la centralità del ruolo dellaConferenza unificata Stato-Regioni-autono-mie locali, parte da presupposti completa-mente diversi e, in parte contraddittori.

La prima decisione (sentenza 296/2012), in-fatti, nega che i criteri di cui al D.Lgs 109/1998possano essere considerati livelli essenziali delleprestazioni sociali (LIVEAS) ai sensi dell’art. 117co.2 lett.m), sul presupposto che la nuovadisciplina per l’individuazione dei livelli essen-

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APPUNTI 2016GENNAIO-FEBBRAIO 2013

ziali delle prestazioni relative ai servizi sociali dicui all’art. 46 co. 3 L. 289/2002 è rimastainattuata, il che è ancor più grave, tenutoconto del rilievo che l’art. 117 co. 2 lett. m)Cost. riconosce alle prestazioni concernenti idiritti sociali che dovrebbero essere garantitesu tutto il territorio nazionale.

Viene, così, ritenuta non fondata la questio-ne di legittimità costituzionale, sollevata dalTAR per la Toscana, in riferimento al solo art.117, co.2, lett. m), Cost., dell’art. 14, co. 2, lett.c), L.R. Toscana 66/2008 che prevede nel casodi prestazioni di tipo residenziale che la quotadi compartecipazione dovuta dalla personaassistita ultrasessantacinquenne sia calcolatatenendo conto altresì della situazionereddituale e patrimoniale del coniuge e deiparenti in linea retta entro il primo grado dero-gando espressamente alla disciplina ISEE na-zionale, ancorché solo in via transitoria, e inattesa della definizione dei livelli essenziali diassistenza sociale (LIVEAS) e del loro relativofinanziamento.

Per contro, la seconda decisione (sentenza297/2012) ha dichiarato l’illegittimità costitu-zionale dell’art. 5 del D-L. 201/2011 nella partein cui non prevede che il decreto del Presiden-te del Consiglio dei ministri ivi menzionato siaemanato d’intesa con la Conferenza unifica-ta di cui all’art. 8 D.Lgs 281/1997, attraversodue passaggi argomentativi: a) l’inquadra-mento della disciplina dell’ISEE nella compe-tenza esclusiva dello Stato prevista dall’art.117, co.2, lett. m), Cost., in tema di LIVEAS; b)la necessità della collaborazione della Regio-ne nella predisposizione, da parte dello Stato,dei LIVEAS.

Il D.Lgs 109/1998, approvato prima dellariforma del titolo V della Cost., per la Corte, erada includere, anche in forza del rinvio operatodalla L. 328/2000 tra i princípi fondamentalidella materia, ora una sua modifica che im-porta la predisposizione di indicatori differen-ziati, proprio perché correlata alla contestualeindividuazione di una gamma diversificata ditipologie di prestazioni assistenziali, implica laspecifica determinazione del livello essenzialedi erogazione delle prestazioni medesime. Essa,infatti, si risolve nella identificazione deglistandard strutturali e qualitativi delle presta-zioni, da garantire agli aventi diritto su tutto ilterritorio nazionale in quanto concernenti ilsoddisfacimento di diritti civili e sociali tutelatidalla Costituzione.

Se viene ammesso, per la legislazione regio-nale di far ricorso a criteri ulteriori ex art. 3 co.

2 D.Lgs 109/1998, quale spazio rimane per lediscipline regionali completamene difformi,quali il Fattore Famiglia Lombardo, il DURPalto-atesino, l’ICEF trentino?

Entrambe le decisioni sono, peraltro, con-cordi nell’assegnare un ruolo centrale allaConferenza unificata Stato Regioni Autono-mie locali di cui all’art. 8 D.Lgs 28.8.1997, n. 281

IL RUOLO DELLA CONFERENZA UNIFICATA

Se una necessaria intesa è imposta dallasentenza 297/2012 per qualsiasi riforma delladisciplina statale dell’ISEE che voglia imporsisulla legislazione regionale quale livello essen-ziale ex art. 117 co. 2 lett. m), è dall’inerzia ditale organismo, che la sentenza 296/2012 fadiscendere l’inapplicabilità dell’art. 3 co.2 terD.Lgs 109/1998 e la possibilità per la RegioneToscana di adottare, in via transitoria, unadisciplina difforme.

Le decisioni in commento, hanno ad ogget-to, peraltro, esclusivamente il metodo, la ne-cessità dell’Intesa Stato-Regioni-Autonomielocali, nessuna valutazione viene fatta dallaCorte in relazione ai parametri costituzionaliconcernenti il merito e, a tacere degli artt. 3 e53 Cost., in particolare, dei sudelineati principidella Convenzione di New York sui diritti dellepersone con disabilità, che, come evidenziatodalla medesima Corte costituzionale nella,pure recentissima, sent. 26.10.2012 n. 236, vin-colano l’ordinamento italiano con le caratte-ristiche proprie del diritto dell’Unione europeaa seguito della ratifica da parte dell’UnioneEuropea a seguito dell’adesione con decisio-ne del Consiglio 26.11.2009 n. 2010/48/CE.

Viene così messa a nudo la gravità dell’iner-zia della Conferenza Stato Regioni11: l’ostruzio-nismo che ha insabbiato il decreto attuativodell’art. 3 co. 2 ter D.lgs 109/1998 pone l’Italianella non invidiabile situazione di conculcarei diritti riconosciuti alle persone con disabilitàdalla Convenzione di New York.

Privata dell’alibi giudiziario, la Conferenzaunificata va incalzata in ogni sede e con ognistrumento messo a disposizione dall’ordina-mento posto che, omettendo di fare il propriodovere, nega non solo l’erogazione, ma laconfigurazione stessa delle prestazioni essen-ziali.

Sarebbe, infatti, intollerabile che i rappre-sentanti dell’organismo responsabile della vio-lazione Convenzione di New York possanocontinuare a sedere al tavolo dell’Osservato-rio che dovrebbe tutelare proprio il rispettodella stessa Convenzione.

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APPUNTI 2017GENNAIO-FEBBRAIO 2013

Non si può non denunciare quella che siappalesa come una grave violazione dei dirit-ti umani, se necessario anche attraverso ilricorso agli organismi deputati ad accertaretali violazioni, dalla Corte Europea dei Dirittidell’Uomo allo stesso Comitato Per i Diritti dellePersone con Disabilità12

La stessa Corte Costituzionale, del resto, pocoprima delle decisioni in commento, con sen-tenza 11.10.2012 n. 223 aveva tutelato dal-l’aggressione alcune componenti del tratta-mento economico dei magistrati collegate aiprincipi di autonomia ed indipendenza dellamagistratura13, la cui riduzione, in sé, in aggiun-ta alla mancata rivalutazione, determinereb-be un ulteriore vulnus della Costituzione.

Ben più grave, appare quindi la violazionedel principio di indipendenza delle personecon disabilità che ne mina la stessa sopravvi-venza.

1 Non può essere definita diversamente la pretesa di oltreEuro 1.000 mensili per la frequenza di un centro diurno perdisabili (come nella recentissima TAR Milano, Sez. III, sent.17.12.2012 n. 3056 e magari a fronte di un ISEE familiare diEuro 16.000, come in TAR Milano, Sez. I, sent. 24.3.2011 n.784), ma l’esperienza annovera anche casi di cessionealla struttura della casa famigliare per pagare 5 anni diComunità Socio-Sanitaria, di tentativi di estorcere testa-menti a favore del Comune, di famiglie indebitate conusurai per pagare la retta della RSA di persone anziane incoma.

2 Si pensi alle rette fatte “ad occhio” quali emergono già inTAR Brescia, sent. 27.4.2004 n. 472, o alla duplicazione deicosti a carico della famiglia come in TAR Brescia, sent.5.3.2004 n. 179

3 Con l’ulteriore corollario che in tal modo si ostacola l’usci-ta dal nucleo dei figli maggiorenni - il loro stipendio, infatti,determinando la ricchezza familiare andrà ad alimentareil pagamento delle rette, rendendo difficoltoso accanto-nare quel minimo per costituire una famiglia autonoma.

4 E’ proprio in questa materia che la giurisprudenza haofferto, la prima e, anche quantitativamente più consi-stente applicazione della Convenzione, a partire da TARBrescia, sent. 2.4.2008 n. 350 sino alle più recenti decisionidel Consiglio di Stato che hanno evidenziato come laConvenzione si basi sulla valorizzazione della dignità in-trinseca, dell’autonomia individuale e dell’indipendenzadella persona disabile, specie laddove (art. 3) imponeagli Stati aderenti un dovere di solidarietà nei confrontidei disabili, in linea con i principi costituzionali di ugua-glianza e di tutela della dignità della persona che, nelsettore specifico, rendono doveroso valorizzare il disabiledi per sé, come soggetto autonomo, a prescindere dalcontesto familiare in cui è collocato e pure se ciò puòcomportare un aggravio economico per gli enti pubblici(Cons. Stato, sentt. 16.3.2011 n. 1607, 16.9.2011 n. 5185,10.7.2012 nn. 4071, 4077, 4085, 23.8.2012 n.4594).

5 Aprendo gravi problemi di responsabilità oggettiva: seuno dei membri del nucleo non vuole presentare la dichia-razione, infatti, le conseguenze ricadono in via diretta edesclusiva sull’assistito.

6 TAR Brescia, sent. 2.4.2008 n. 350.7 A partire da TAR MILANO, sent. 14.5.2010 nn. 1487 e 1488

Ed è da qui, e dal merito delle ragionisottostanti al principio che il mondo delladisabilità deve ripartire, da quelle battaglieche avevano portato a sancire il principio dievidenziazione della situazione economicadel solo assistito in una legge dello Stato.

Dalla pretesa dell’integrale rispetto dei LEAsanitari, già sono stati definiti e finanziati nelrispetto delle prerogative statali e regionali equindi assolutamente esigibili (il che tra l’altro,renderebbe altresì ben più sostenibile ancheper gli enti locali l’applicazione del principio dievidenziazione della situazione economicadel solo assistito).

Dall’ormai improcrastinabile definizione efinanziamento certo di livelli essenziali dell’as-sistenza sociale (LIVEAS) sia a livello statale chea livello regionale, non potendosi più tollerare,specie in un momento come questo, di lascia-re le persone con disabilità alla mercé dei tagliindiscriminati degli enti locali14.

Note

conf. da Cons. Stato, sentt. 16.3.2011 n. 1607 e 16.9.2011 n.5185

8 Appare significativo osservare come le Regioni più restie adar seguito alle indicazioni del D.Lgs 109/1998 in relazionealla partecipazione al costo della componente assisten-ziale dei servizi sociosanitaria, siano state condannateanche per il mancato rispetto della complementare com-ponente sanitaria dei medesimi servizi: così TAR Firenze,sent. 14.4.2011 n. 694 ha messo in luce come la Regionetenti di coprire oneri sanitari delle RSA con fondi di naturasociale, TAR Brescia, sent. 17.10.2011 n. 1453 ha evidenziatoil sistematico mancato rispetto della quota sanitaria del70% nei servizi per persone con disabilità grave, TAR Mila-no, sent. 20.5.2010 n. 1584 ha censurato addirittura unasituazione di coma considerata meramente sociosanitaria,TAR Genova, ord. 25.5.2012 ha sospeso una delibera re-gionale non rispettosa della ripartizione prevista dai LEAper le RSA.

9 Come espressamente argomentato da TAR Milano, sentt.24.3.2011 n. 784 e 785, e 10.9.2008 n. 4033, ma anche daCons.Stato. sent. 26.1.2011 n. 551.

10 Sulla base dell’intuizione Cons.Stato, ord. 14.9.2009 n. 4582.11 Non si può non dimenticare che il provvedimento – che,

per il vero, non conteneva alcun limite, ed anzi dava unapiana applicazione alla legge - predisposto dal Ministerodelle politiche sociali e già trovata l’intesa con il Ministerodel Tesoro, giace alla Conferenza Stato Regioni dal 2004!

12 Che nella 7ma sessione del 27.4.2012 ha adottato unaraccomandazione nei confronti della Svezia.

13 Dichiarando l’illegittimità costituzionale dell’art. 9, co. 2,D.-L. 78/2012, nella parte in cui dispone che i trattamentieconomici complessivi superiori a Euro 90.000 lordi annuisiano ridotti del 5% per la parte eccedente il predettoimporto fino a Euro 150.000, nonché del 10% per la parteeccedente Euro 150.000.

14 Sul punto non si può non segnalare la recentissima Cons.Stato, sent. 14.12.2012 n. 6431 che ha stigmatizzato ilmancato rispetto della necessaria priorità nell’utilizzo dirisorse comunali destinate all’assistenza dirottandole pri-ma su cose certo utili ed importanti quale il pranzo diNatale per gli anziani o il trasporto degli anziani a i soggior-ni estivi, anziché sulle prestazioni individuate dall’art. 22 L.328/2000.

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APPUNTI 2018GENNAIO-FEBBRAIO 2013

Una riflessione sul ruolo dei suiservizi pubblici di salute men-tale e partire dalle posizionidella Società italiana psichia-tria (Sip). Il rischio della Sippare quello di sottovalutare,se non ignorare, che in capoagli operatori dell’assistenzapsichiatrica pubblica sta co-munque un mandato, cuioperatori non possono sot-trarsi, e che può essere de-clinato o come controllo so-ciale o come liberazione

GLI PSICHIATRI DELLA SOCIETÀ

ITALIANA DI PSICHIATRIA E I SERVIZI

PUBBLICI DI SALUTE MENTALELUIGI BENEVELLI

FORUM SALUTE MENTALE, STOPOPG, MANTOVA

La pagina speciale de “Il sole 24 ore sanità”del 9-15 ottobre 2012, ha ospitato tre interventiche illustrano e rappresentano i principali as-sunti di riferimento delle pratiche degli psi-chiatri italiani del nostro tempo:- quello sottoscritto da Ferrannini, Aguglia e

Mencacci, ai margini del 46° Congresso na-zionale della Sip (Milano, 7-11 ottobre 2012),che appare un “manifesto”, una “carta diintenti” delle presidenze della Società italia-na di psichiatria (Sip) che si sono succedutenell’ultimo decennio;

- la proposta di estensione a tutto il territorionazionale del modello di Trento elaboratoda Renzo de Stefani, la cosiddetta “181”;

- la riproposta delle culture di riferimento della180, di una psichiatria anti-istituzionale at-tenta ai diritti della persona, cui si appellaPeppe Dell’Acqua perché non ce ne siallontani.

LA POSIZIONE DELLA SOCIETÀ ITALIANA DI

PSICHIATRIA

Non mi soffermo sulle posizioni di Dell’Acquae De Stefani perché ben note, maturate neidecenni trascorsi a partire rispettivamente daTrieste e Trento nella messa a punto di servizi disalute mentale di territorio a forte partecipa-zione e vocazione comunitaria; nel caso de“Le parole ritrovate” di De Stefani con unaimportante funzione, quasi “istituzionale”, as-segnata ai famigliari nel cuore dei servizi disalute mentale. Invece contiene elementi dinovità la piattaforma della presidenza dellaSip che pone l’enfasi sul ruolo sociale e suldovere professionale degli psichiatri a occu-parsi di tutti i possibili pazienti con diagnosipsichiatrica, non solo quelli “più visibili e piùdestinati (?) alla marginalizzazione”, presi sin-golarmente, uno per uno. La sottolineaturanasce, pare di capire, dall’urgenza di recla-

mare una rinnovata autorevolezza scientificae di colmare “la perdita di definizione dell’agi-re psichiatrico nato dall’abbandono del man-dato custodialistico”.

Come se, negli scenari apertisi dopo la chiu-sura dei manicomi pubblici italiani, le difficoltàdel lavoro del medico psichiatra dipendesse-ro da una sua relativa perdita di potere nellerelazioni di cura o non fosse ben definito checosa il medico psichiatra debba fare (o cosaci si aspetti dal lui).

Preciso che, per la chiarezza delle conside-razioni che andrò a fare, distinguerò una psi-chiatria intesa come branca dellabiomedicina, che trae vantaggio dai progres-si della ricerca e della sperimentazione, dauna psichiatria intesa come pratica e organiz-zazione assistenziale, dedicata ai diritti, allaqualità della vita quotidiana e ai destini di vitadei cittadini-utenti. E ancora, terrò a distingue-re i servizi dell’assistenza psichiatrica pubblica,denominati dopo la riforma del 1978 “servizi disalute mentale”, dall’assistenza e dalle prati-che di cura che si realizzano in setting privatinei quali il paziente è un “cliente” che paga,può scegliere, abbandonare le cure. Nell’ar-gomentazione e nella riflessione mi soffermeròsul primo scenario.

Premetto che giudico comprensibile l’esi-genza della Sip di definire e rafforzare un mini-mo comun denominatore fra gli interessi pro-fessionali degli psichiatri che operano rispetti-vamente nell’assistenza psichiatrica pubbli-ca, nelle strutture private, nella libera profes-sione e nell’Università. Al riguardo la Sip pro-clama l’autonomia e la responsabilità delmedico nel lavoro clinico, ambito esclusivo diuna psichiatria basata “su rigorose proceduremetodologiche di tipo diagnostico eterapeutico”, aperta alle acquisizioni delleneuroscienze e della neuro psicofarma-

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APPUNTI 2019GENNAIO-FEBBRAIO 2013

cologia: “lo psichiatra è portatore di un sape-re capace di misurarsi con fenomeni che van-no dal comportamento di un recettoreneuronale esposto a una molecola ad azioneantagonista alla risposta comportamentale diuna persona esposta a grandi elementi distress”. Per questi motivi la presidenza della Sippolemizza con la “continua ridiscussione deipropri mezzi e delle proprie competenze” daparte degli psichiatri che avrebbe “contribui-to a una relativa perdita di centralità” (autori-tà) degli stessi. Il calo di prestigio pubblico deimedici psichiatri avrebbe trovato confermanel Testo Unificato Disposizioni in materia diassistenza psichiatrica dell’on. Carlo Ciccioliassunto come testo base dalla XII Commissio-ne Affari Sociali della Camera dei Deputati nelmaggio 2012. È una proposta legislativa checolloca il medico psichiatra che opera nel-l’assistenza psichiatrica pubblica al verticedelle politiche di difesa sociale e di controllodelle più varie forme di devianza, piuttostoche alla guida del lavoro di cura delle personecon diagnosi psichiatrica.

OBBLIGATORIO E NECESSARIO

Già nel titolo scelto dall’on. Ciccioli si segna-lano l’abbandono del termine “salute menta-le” e la reintroduzione al suo posto di quello di“assistenza psichiatrica”, locuzioni che ci di-cono molto delle culture professionali e politi-che di cui il relatore è espressione. La propo-sta Ciccioli si incentra sostanzialmente sullasostituzione del termine “obbligatorio” (riferitoal t.s.o.) con il termine “necessario” . Comeafferma Peppe Dell’Acqua (Legge Basaglia,trent’anni di lavoro. E i tentativi di delegittimarlo,«Alfabeta2», n. 24, novembre 2012).- “Obbligatorio” significa prima di tutto che

l’altro esiste. Posso “obbligare” qualcunocon un’ordinanza o una norma quando horiconosciuto la sua autonomia e la sua pos-sibilità di rifiuto. La parola è una tensione allanegoziazione. Obbligare qualcuno a qual-cosa ha a che vedere anche con un’assun-zione di responsabilità: un sentirsi obbligatonei confronti dell’altro che sto obbligando,limitando la sua libertà, invadendo il suospazio intimo e personale.

- “Necessario” nega invece l’esistenza dell’al-tro. Nega la presenza del soggetto in ragio-ne di qualcosa che trascende i contesti, lerelazioni, le storie, gli individui. Sposta l’atten-zione su ciò che si deve ritenere di assolutobisogno: non c’è trattativa perché la neces-

sità rimanda a un oggetto, a un cervello, allamalattia mentale, che rientra nella naturalità,nell’ineluttabile accadere delle cose. (…)Necessario attiene alla forza “naturale” chela normalità deve esercitare sulla follia, dopoaverla ridotta a malattia. Nel rapporto conchi vive l’esperienza del disturbo mentalenon si può cedere: fare o non fare un tratta-mento significa, per chi esercita il potere,vincere o perdere.Quindi, l’aggettivo “obbligatorio” denota

l’azione di coercizione del paziente con i per-corsi e le procedure a tutela dello stesso che loStato deve garantire sempre, mentre “neces-sario” fa riferimento al punto di vista di chi,medico psichiatra o famigliare o altro ancora,sa quanto e quando, in assenza del consensodel paziente, è ora di intervenire. Dal “neces-sario” discendono una condizione dicoercizione potenzialmente a vita (il “contrat-to terapeutico vincolante”), e la riduzione aTutore (che decide che cosa è giusto fare peril bene del tutelato) di una figura come quelladell’Amministratore di sostegno, che invece ènata per accompagnare e sostenere nellescelte la persona con disabilità nei percorsi diempowerment e di recovery, vale a dire neipercorsi di ristabilimento della salute e dellaguarigione. Non è quindi casuale che Cicciolireintroduca a giustificazione dell’internamen-to ( e della pericolosità sociale) l’antica locu-zione di “non coscienza di malattia” larga-mente in uso nella psichiatria manicomiale eche a proposito dei diritti delle famiglie, il TestoUnificato titoli l’articolo 9 Disposizioni per ga-rantire l’incolumità dei familiari; senza parlaremai dei diritti dei cittadini con diagnosi psi-chiatrica; della dolorosa, aspra questione deitrattamenti disumani e delle contenzioni edell’opera delle associazioni dei cittadini condisturbo mentale, né prevedere la presenza diutenti negli organismi consultivi. E alegittimazione dei desiderati lunghi interna-menti che dovrebbero essere preferibilmenteorganizzati in strutture private, Ciccioli propo-ne lo t.s.n.e.p. (trattamento necessarioextraospedaliero prolungato) della durata disei mesi prorogabili a giudizio del medico.Quanto ai servizi di assistenza psichiatrica incarcere e il superamento degli opg, Cicciolilascia intravedere la disponibilità a superare ilCodice Penale in vigore con il riconoscimentodell’imputabilità del “reo folle”: Ciccioli ipotizzacarceri con spazi e tempi dedicati al “tratta-mento ambulatoriale, semiresidenziale e resi-

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APPUNTI 20110GENNAIO-FEBBRAIO 2013

denziale dei malati di mente autori di reatoche, per la persistenza della pericolosità so-ciale, non possono essere trattati all’esternodel luogo di detenzione, ovvero che perman-gono in stato di detenzione perché imputabili”.

A fronte della riproposizione brutale del po-tere del medico psichiatra sulla vita quotidia-na e i destini degli utenti di servizi pubbliciridiventati di assistenza psichiatrica, la presi-denza della Sip si limita a contestare a Cicciolil’”atteggiamento di assoluta sfiducia verso lecapacità professionali degli psichiatri italiani edi stigmatizzazione verso le persone malate”. Èproprio l’angolo di visuale della Sip a rendereangusto e poco efficace il confronto con letesi dell’on. Ciccioli che, in nome della difesasociale agita dal medico psichiatra, portanoal disconoscimento dei diritti costituzionali deipazienti. La Sip sembra sottovalutare, se nonignorare, che in capo agli operatori dell’assi-stenza psichiatrica pubblica sta comunqueun mandato, cui operatori non possono sot-trarsi, e che può essere declinato o comecontrollo sociale o come liberazione. Ignora-re l’ambiguità del mandato porta a lasciaregli operatori più soli e schiacciati dalla do-manda di controllo sociale, come mostrano iseguenti esempi:

- la discussione e alcune recenti sentenzeintorno alla “posizione di garanzia” dei medicipsichiatri che sarebbero responsabili dei com-portamenti delle persone affidate alle lorocure;

- il fatto che i Dsm di grandi città sono stati inanni recenti sollecitati dalle amministrazioniciviche delle rispettive a produrre liste di utentidei servizi da loro diretti di cui si potesse presu-mere la “pericolosità sociale”, al fine consen-tire procedure più “disinvolte” per l’esecuzio-ne dei t.s.o. e di garantire “maggiore sicurez-za” alla popolazione:

- la pratica dolorosa e inquietante del lega-re i pazienti, legittimata nei protocolli adottatida quasi tutti i Dsm italiani; di recente la vicen-da Casu nell’Spdc di Cagliari e la vicendaMastrogiovanni in quello di Vallo di Lucania,ambedue morti legati, hanno turbato l’opinio-ne pubblica italiana.

ATTENTI SOLO AL LAVORO CLINICO?Concentrare l’attenzione sul solo lavoro cli-

nico consente alla presidenza della Sip dimettere in parallelo quanto accade in unDsm, in un ambulatorio privato o in una clinicapsichiatrica; ma se è vero che non tutte lesituazioni richiedono prese in carico comples-

se come quelle che qualificano o dovrebberoqualificare l’attività dei Dsm, non si dovrebbesottovalutare il fatto che un conto è essere“cliente”, un conto è essere “utente” e chedall’esperienza dei servizi pubblici di salutementale si ricava che la gran parte delle per-sone che vivono angoscia, dolore e forte disa-gio mentale, anche di lunga durata, appenapuò non frequenta i Dsm, perché a più forterischio di stigma, ma si rivolge in cerca di aiutoalle più varie agenzie (professionali, sanitarie,religiose e non). Prima e dopo la riforma del1978 il lavoro dei servizi pubblici di salute men-tale ha obbligato tutti, operatori, famiglie,utenti, autorità sanitarie, a interrogarsi su quan-to accade nell’incontro e nella negoziazionecon le persone che stanno male, che fannofatica a vivere, sul senso che si dà alla soffe-renza mentale, sulle parole che si usano pernominarla, sui “modelli esplicativi” in cui ci siriconosce, come evidenziano le elaborazionidegli etnopsichiatri e i problemi posti ai servizipubblici di salute mentale dall’incontro con gliimmigrati extraeuropei che affollano da qual-che anno le nostre città e i nostri villaggi.

Non solo, ma la Sip chiude gli occhi di frontea scelte sul futuro degli opg che potrebbemodificare radicalmente le finalità e il mododi essere dei servizi pubblici, in particolare perla reintroduzione nelle culture professionalidegli operatori psichiatrici del pregiudizio dipericolosità sociale delle persone con dia-gnosi psichiatrica. Nel documento sottoscrittoda Ferrannini, Aguglia e Mencacci colpiscesoprattutto il non-detto sulla chiusura e su qua-le chiusura degli opg italiani, confermando ilsilenzio della Sip non solo sui risultati del lavorodella Commissione presieduta dal sen. IgnazioMarino, ma anche sul come, dopo un intensodibattito parlamentare al Senato (la primavolta a mia memoria che il Parlamento repub-blicano ha dedicato una seduta agli ospedalipsichiatrici giudiziari) gli stessi sono stati recepi-ti nella legge 9/2012, una legge dello Stato, enel Decreto Ministeriale, 1 ottobre 2012 “Re-quisiti strutturali, tecnologici e organizzativi dellestrutture residenziali destinate ad accoglierele persone cui sono applicate le misure disicurezza del ricovero in ospedale psichiatricogiudiziario e dell’assegnazione a casa di curae custodia. A questo decreto vanno aggiuntele due recenti Intese, sancite nella ConferenzaUnificata il 6.12.2012, sul riparto deifinanziamenti destinati agli opg, ex art. 3 terdella Legge 9/2012. Grande è la preoccupa-zione che il superamento degli opg si riduca al

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APPUNTI 20111GENNAIO-FEBBRAIO 2013

semplice trasferimento delle persone attual-mente internate negli opg in “strutture specialiregionali”, che il comitato nazionale Stopopgha chiamato polemicamente “miniopg”, chedovrebbero fare capo ai servizi pubblici disalute mentale regionali. Le strutture residen-ziali previste avranno le porte chiuse interneed esterne, i sistemi di video sorveglianza, isistemi di allarme; alcune la sorveglianza peri-metrale da parte delle forze dell’ordine. Inquesti luoghi, che potrebbero essere affidatipare per lo più alla gestione di soggetti privati,la cura sarà necessariamente congiunta conla custodia.

Affinché anche nella sanità penitenziaria,oggi a gestione regionale, si affermi la culturadella riforma del ’78, vale a dire il rispetto el’attenzione ai diritti, al consenso, alprotagonismo delle persone con diagnosi psi-chiatrica autrici di reato un possibile percorsoche porta, bisogna:- dare centralità ai progetti terapeutico riabi-

litativi individuali, a cura del Dipartimento diSalute Mentale competente, finalizzatiprioritariamente alle dimissioni e all’esecu-zione delle misure di sicurezza “alternative”all’internamento. (in coerenza con le sen-tenze Corte Costituzionale 253/2003 e 367/2004;

- evitare il mero trasferimento delle personeattualmente internate negli opg nelle “strut-ture speciali regionali” (i “mini OPG”) previ-ste dall’articolo 3 ter della legge 9/2012;

- contrastare le scelte delle Regioni di mante-nere in vita i “vecchi” opg come struttureinterregionali. La norma lo consente alle re-gioni con un “fabbisogno inferiore a 10 postiletto”, cioè proprio quelle in cui le strutturepotrebbero essere di piccole dimensioni equindi più lontane dalle “caratteristichemanicomiali”;

- fare luce sulle persone internate negli opg,restituendo loro il volto, il nome, la storia;

- istituire una autorità di garanzia nazionale

Il modo con cui ci incontriamo con gli altri e con noi stessi

Cosa desta in noi l’angoscia di un paziente che vive, e muore, nei laghi oscuri della depressivitàe che nella morte volontaria intravede la zattera di salvezza da un dolore intollerabile? Cosadesta in noi l’aggressività così virtualmente costitutiva delle esperienze maniacali e cosìfacilmente matrice di reazioni controtransferali di paura e di inquietudine, di malessere e dirassegnazione? Cosa desta in noi una fenomenologia psicotica tematizzata da deliri e daallucinazioni: dall’autre monde della estraneità e della vertigine perduta della illibertà oscura,e inarrestabile? Ovviamente, le emozioni nascono in noi improvvise e inizialmente incontrollabili,e nondimeno non è possibile confrontarsi con le diverse situazioni psicopatologiche se nonarginando, e inaridendo, le angosce e le inquietudini, le paure e le intolleranze, le mistificazionee le antipatie, che abbiano a dilagare in noi; e, se questo non avviene, franando allora ogniattitudine psicoterapeutica, non ha senso fare psichiatria, almeno nell’area delle grandiesperienze psicotiche, ma in fondo anche nell’area delle più conflittuali esperienze neurotiche.Non basta nemmeno sapere riconoscere e controllare le proprie emozioni dinanzi alleangosce inquietanti dei pazienti, e alle loro tentazioni di suicidio; ma è necessario anchesapersi immedesimare in queste esperienze vissute senza negarle nei loro significati e nelle lororisonanze emozionali, e senza allontanarle da noi come esperienze estranee alla condizioneumana: forse anche senza riviverle come appartenenti potenzialmente alla nostra esistenza.Ogni nostra esperienza interiore, la paura e l’angoscia in particolare, e anche l’insicurezza el’inquietudine, l’insincerità e l’indifferenza, la rassegnazione e la distrazione, l’abitudine e laderesponsabilizzazione, ci fa cambiare il modo con cui ci incontriamo con gli altri, e il modocon cui ci incontriamo con noi. Cosa che è ancora di più radicale importanza quando gli altrisono quelli che stanno male, e chiedono aiuto, e noi siamo quelli che curano: sia pure nelcontesto delle nostre ineliminabili ansie e preoccupazioni che, semmai, accrescono la nostraintenzione e il nostro ascolto: nella reciprocità e nella comunità di destino che collegano senzafine chi cura e chi è curato.

Eugenio Borgna, in, Elogio della depressione, Einaudi, 2012

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APPUNTI 20112GENNAIO-FEBBRAIO 2013

che sovrintenda ai percorsi di chiusura degliopg e che possa agire anche con funzionicommissariali ad acta;

- investire di una riflessione e di un’azioneseria l’universo carcerario e gli attuali servizidi salute mentale in carcere per affermare ilruolo dei Dsm nella lotta all’abbandono so-ciale delle persone con diagnosi psichiatri-ca “più destinate alla marginalizzazione”;

- impegnare il nuovo Parlamento a modifi-care profondamente gli articoli 88 e 89 delCodice penale risalenti al Codice Rocco intema di imputabilità, pericolosità sociale,misura di sicurezza (che, associando “follia”ad incapacità di intendere e di volere e a“pericolosità sociale”, hanno mantenuto invita l’Opg, un canale “parallelo e speciale”per i malati di mente che commettono rea-ti), per evitare che i nuovi “miniopg” conti-nuino ad essere “alimentati” da nuovi inter-namenti.

IL MANDATO SOCIALE DEI SERVIZI PUBBLICI DI SALUTE

MENTALE

L’esperienza della riforma italiana ha dimo-strato che i servizi pubblici di salute mentale,quando declinano il mandato sociale nel sen-so della liberazione anziché del controllo, quan-do riconoscono centralità ai diritti e al consen-so del cittadino, riescono a promuovere effi-cacemente la salute mentale delle popola-zioni, collaborando alla costruzione di unasocietà aperta, ospitale, tollerante. Qui hannoradici, a mio avviso, le “ragioni forti” di conte-stazione alle posizioni dell’on. Ciccioli, checonferiscono ai medici potere di disporre del-le libertà dei pazienti togliendo potere a tuttigli altri soggetti attori (pazienti, famiglie, ope-ratori non medici) presenti e inter-agenti nellastessa situazione clinica.

I presidenti della Sip rifiutando di accettarela sfida per i servizi pubblici di salute mentalerappresentata dalla chiusura degli opg, pen-sano di difendere al meglio il prestigio profes-

sionale dei propri associati, ma finiscono colcollocarli in una posizione regressiva, in unoscenario non solo post-salute mentale, maanche post-psichiatria di comunità, a isolaregli psichiatri rispetto alle responsabilità chehanno nelle interazioni con gli altri professioni-sti che operano nella salute mentale e contutti i portatori di interessi, persone con diagno-si psichiatrica e famiglie in primis. E non occu-pandosi degli aspetti più duri del lavoro dicura (gestione dell’aggressività, contenzioni,tso) lasciano campo alle “politiche della pau-ra”, a chi, come Ciccioli, alimenta il pregiudi-zio sulla pericolosità dei “folli” che torna apermeare le culture dei servizi pubblici di salu-te mentale.

Nell’incontro di Stopopg con i magistrati disorveglianza tenuto il 1 ottobre 2012 a Bolo-gna, è stato detto che delle 1.500 personeoggi presenti negli opg, circa 1.000 potrebbe-ro essere dimesse subito per cessata pericolo-sità sociale. Quindi per ciascuno di loro sareb-be necessaria l’attivazione, senza indugio,dell’iniziativa dei dipartimenti di salute menta-le, sulla base del riconoscimento che la perso-na con diagnosi psichiatrica è un cittadinoche gode a pieno titolo del diritto alla cura ealla salute nel rispetto della libertà, della digni-tà e dell’inviolabilità del corpo, come affermal’art. 32 della Costituzione. Purtroppo pare chela presidenza della Sip non sia disponibile asostenere questo grande sforzo a completareil disegno della 180/78.

La presidenza della Sip mi ha ricordatoquegli psichiatri italiani che, a manicomi apertie funzionanti a pieno regime, lamentavano dinon riuscire a curare al meglio i pazienti inter-nati perché costretti a occuparsi di troppi“casi sociali”e pensavano di difendere il pre-stigio della loro professione chiedendo chealtri soggetti, non medici, si occupassero dellepersone che non “meritavano” la loro scienzae le loro “cure”.

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APPUNTI 20113GENNAIO-FEBBRAIO 2013

Il punto non è il grande spa-zio in cui si muove l’educa-tore, ciò che non è chiaroabbastanza, a mio avviso, inquesta figura, è proprio il suocompito, la funzione che vie-ne richiesta. Spesso una fun-zione debole, marginale aconfine con altre (terapeuti-che, riabilitative, sociali) eche ha bisogno di un conti-nuo riposizionamen-to con larealtà e con il tempo storicoche incontra.

L’EDUCATORE E’ UN MAGLIONE DI LANA.FARE SPAZIO ALLA COMPLESSITÀ. DIREZIONI

DI SENSO PER L ’EDUCATORE DI PROFESSIONE

GLORIA GAGLIARDINI,EDUCATRICE, GRUPPO SOLIDARIETÀ

Mi sento davvero un maglione di lana. Bianco. Sul davanti ho una treccia di fili grossa, massiccia,pesante. La treccia è calda al tatto, ma nei suoi spazi ci sono buchi in cui le dita possono affondare,risalire, rintracciarsi tra loro, persino perdersi. Ma chi sei educatore? Una treccia di fili; fili che siintrecciano e formano nodi, interruzioni, spazi, filettature …Educatore: identità professionale di cui vado costantemente alla ricerca come ricercassi un miosecondo essere e non riuscissi mai a trovarlo, mai ad abbracciarlo e appena l’ho conosciuto non mibasta, credo che non sia quello vero, quello a cui tendo, quello che l’altra parte di me cerca e versocui si sente attratto. Un senso di profonda inadeguatezza, quasi la sospetta (o chiara?) illusione dicercare una professione che non c’è.L’educatore può: lavorare a scuola, a casa, nei servizi pubblici e in quelli privati. Può stare dentro adun equipè, far parte di uno studio di psicologi (e fingersi tale), oppure può essere il volontariodell’associazione taldeitali pieno di buoni propositi caritatevoli, può essere l’assistente alla personadisabile e può essere il facilitatore di un gruppo, può aiutare a svolgere compiti a bambini e adorganizzare una festa, può essere un bravo attore che mentre recita lavora sulla capacità espressiveed emotive, può essere anche colui che sta in carcere a organizzare attività educative per la personada riabilitare socialmente, oppure un tecnico della comunicazione non verbale, un terapista A.B.Aper l’autismo, un falegname o un giardiniere che invasando e o tagliando pezzi di legno fa lavorarechi ha un disagio psichico; è colui che trasporta la carrozzina, e che parla la Lis, o il Braille e orientail suo educando allo spazio del quartiere, può essere un intrattenitore e un animatore, un esperto dicomunità educative e riabilitative, un bravo orientatore e oratore, lettore, scrittore. Può lavorare congli anziani inventandosi spazi di lavoro espressivi e manipolativi, ma può anche occuparsi di bambini,sani o malati, disabili o immigrati, affidati, disagiati. Può educare un bambino di 0 anni e lavorare inun nido, ma può anche educare un giovanotto e lavorare in un C.A.G, in un oratorio addirittura!L’educatore insomma può tutto, tutto e niente. Perché viaggia in un panorama umano indicibile,immenso, in fondo non richiesto davvero da nessuno. L’educatore è a mio avviso un gran presuntuosoche pensa di potere, di essere sempre d’aiuto. Il suo lavoro lo può fare benissimo lo psicologo dell’etàevolutiva, il pedagogista che ora si chiama “clinico” per somigliare più allo psicologo, lo può fare ilsociologo per alcuni settori del disagio sociale, lo può fare il maestro per il settore scolastico, lo puòfare il prete e lo scout per la parrocchia, lo può fare il terapista per attività specifiche nella disabilitàfisica, o l’assistente per l’accompagnamento, o il bidello per portarlo in bagno. Il suo lavoro lo puòfare il counselor per lavorare con i gruppi di ascolto, può farlo il magazziniere, il vero falegname e ilvero contadino se solo vivessimo in un mondo più sensibile all’umano e meno al denaro. Dunque...di che mestiere vado in cerca?

LA FUNZIONE DELL’EDUCATORE: A COSA SERVE?COSA FA?

Ho voluto qui ironicamente rappresentare ilcaos che può vivere un educatore o un aspi-rante tale che si trova a navigare nel mare delmercato del lavoro, oggi offerto per lo piùdalle cooperative sociali che gestiscono servi-

zi socio-sanitari ed educativi (minori, anziani,disabili). Il punto non è il grande spazio in cui simuove l’educatore, ciò che non è chiaroabbastanza, a mio avviso, in questa figura, èproprio il suo compito, la funzione che vienerichiesta. Spesso una funzione comunque de-bole, marginale a confine con altre funzioni

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APPUNTI 20114GENNAIO-FEBBRAIO 2013

(terapeutiche, riabilitative, sociali) e che habisogno di un continuo riposizionamento conla realtà e con il tempo storico che incontra. Atal proposito è interessante l’analisi di GiorgioSordelli1, nella quale definisce la differenza trale figure professionali a status forte: quelle lacui identità preesiste al servizio e si conservaindipendentemente da esso; quelle a statusdebole che si definiscono attraverso il servizioe infine quelle per cui è il servizio a definirecosa fanno e chi sono i suoi operatori. Credoche in alcuni casi, nonostante i passi storiciavanzati, l’educatore si trovi ancora in questaseconda sfera. Ma, “è’ vitale non rimanereinchiodati emotivamente da ciò che accadedentro e intorno ai servizi, rimettersi in unaposizione attiva, di interlocuzione con la real-tà. Occorre recuperare uno sguardo menoimplicato sulla realtà e ritrovare uno spazio diriflessione: su di sé (perché faccio questo lavo-ro?), sul proprio modo di lavorare (è con-gruente con i vincoli del tempo?), sul propriomodo di entrare in rapporto con le trasforma-zioni (quanto ho un atteggiamento di chiusurae quanto di comprensione?), sul proprio mododi intendere l’essere professionista (come sicombina l’anima tecnica con quella sociale,culturale e politica?)2". Penso all’educatorescolastico che lavora a fianco dell’insegnan-te di sostegno, penso all’educatore di comu-nità che rischia invece di essere un “tuttofare”,penso all’educatore extrascolastico che la-vora nel territorio ma che realmente (se non incasi - rimasti ancora rari - dove le assunzionisono comunali) non sta davvero da nessunaparte, penso all’educatore nei centri diurni,nei servizi domiciliari. Un lavoro nascosto quasinel suo mandato sociale e politico, eppure unlavoro di frontiera, delicato e faticoso. Credoche ancora oggi, nonostante i percorsi univer-sitari, molti educatori facciano difficoltà a rac-contare la loro professione o essa sia oggettodi svariate sfumature e interpretazioni. In que-sto panorama potremmo trovare – in molteregioni3 - educatori di professione con titoli dilaurea diversi: laureati in psicologia, insociologia, in servizio sociale che sono co-munque abilitati a svolgere la professioneeducativa, questo perché in alcuni servizi nonviene vincolata la presenza dell’educatorecon titolo specifico, lasciando dunque la pos-sibilità di assumere per quella funzione anchechi ha una preparazione affine nelle Scienzeumane. Sperimentiamo, quindi, nella realtàquotidiana dei servizi un fluire di professionistidella sfera educativa con tanti “approcci” al

lavoro; situazione che amplifica quelli chesono già caratteristiche proprie dell’educa-zione: la complessità e i confini dell’operare.Da qui dovremmo ripartire per capire qualidelle competenze dell’educatore possono ri-spondere ai tanti bisogni di un territorio e diquali politiche necessita un territorio perché laprofessione educativa abbia dignità. Forse èquesto il nodo da sciogliere per una professio-ne debole che tratta un ambito di lavorocome quello educativo che ha come riferi-mento teorico la pedagogia e come prassi lapromozione dello sviluppo umano di una per-sona.

CENNI STORICI DELLA PROFESSIONE

Il riconoscimento giuridico della figura pro-fessionale dell’educatore ha una storia anco-ra giovane e abbastanza travagliata da piùeventi. E’ una figura che muta con la storiadelle riforme di welfare e della sanità, cheinizia a strutturarsi a seguito del grande impul-so del movimento culturale degli anni ‘60/’70.Operatori che hanno contribuito alla trasfor-mazione di servizi istituzionalizzati in servizi ter-ritoriali diventando promotori di nuove moda-lità di intervento, operatori dunque che na-scono per dare risposte a nuovi bisogni, ope-ratori che negli anni ’80 hanno risposto a unnuovo modello di tutela salute, alla chiusuradelle istituzioni totali, ai nuovi approcci allacura della persona. E’ in questo quadro cheprendono forma percorsi di formazione perl’educatore da parte delle Regioni ed è inquesti anni che si sviluppa il sistema di coope-razione sociale che gestirà servizi in conven-zione con le amministrazioni pubbliche. Neglianni ’90 con la ridefinizione del concetto dei“servizi sociali” e l’attribuzione allo Stato lefunzioni di indirizzo, programmazione, defini-zione di standard dei servizi sociali, siridefiniscono anche i profili professionali deglioperatori sociali. Con il d.m. n. 520/1998 delMinistro della Sanità, “Regolamento recantenorme per l’individuazione della figura e delrelativo profilo professionale dell’educatoreprofessionale” e successivi provvedimenti4,l’educatore professionale si inserisce nell’areadella riabilitazione come “l’operatore socialee sanitario che, in possesso del diploma uni-versitario abilitante, attua specifici progettieducativi e riabilitativi, nell’ambito di un pro-getto terapeutico elaborato da un’equipemultidisciplinare, volti a uno sviluppo equili-brato della personalità con obiettivi educativo/relazionali in un contesto di partecipazione e

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APPUNTI 20115GENNAIO-FEBBRAIO 2013

recupero alla vita quotidiana; cura il positivoinserimento o reinserimento psico-sociale deisoggetti in difficoltà”. L’emanazione della “Leg-ge quadro per la realizzazione del sistemaintegrato di interventi e servizi sociali”, n. 328/2000, prevede all’art. 12 un meccanismo diriconoscimento delle professioni sociali; de-creti successivi dovranno stabilire criteri per ilriconoscimento dei profili. Provvedimenti cheperò non sono stati mai emanati. Dopo lamodifica del Titolo V della Costituzione, ed ilridisegno di alcune delle competenze istituzio-nali5, alcune Regioni, in assenza di una norma-tiva nazionale, hanno provveduto a indivi-duare i profili sociali6, altre invece non lo han-no fatto7. Oltre alle difficoltà di accesso allaprofessione nei diversi settori, dopo anni discuole per educatori regionali, oggi ci trovia-mo di fronte a due percorsi universitari moltodiversi e paralleli: quello previsto dalla Facoltàdi Scienze della Formazione e dell’Educazio-ne (L-19) e quello previsto dalla Facoltà diMedicina e Chirurgia Classe SNT/2 che preseavvio nel 2001. Il d.m. n. 520/98 disponevainfatti la gestione della formazione alla Facol-tà di Medicina e Chirurgia in collegamentocon le Facoltà di Psicologia, Sociologia e Scien-ze dell’Educazione. Questo ha comportato lapossibilità di realizzare due possibili percorsiuniversitari distinti. Il primo va a formareeducatori cosiddetti “sociali” (sono numerosele denominazioni a seconda degli atenei: so-ciale, extrascolastico, animatore socio-educativo ecc…); il secondo, educatori “pro-fessionali” che possono lavorare in ambitosanitario e socio-sanitario. A questo punto èfacile intuire il caos dentro al quale si puòtrovare, per diversi motivi, un educatore: per-ché non è chiaro quale sia il percorso formativoadeguato, perché non sono chiari gli ambiti dilavoro spendibili per questa figura, perchénon si vede riconosciuta la sua competenzanei servizi, perché può svolgere la professioneanche chi ha titoli di laurea equipollenti nel-l’ambito delle Scienze umane, infine perché aseconda del settore in cui si lavora si possonotrovare normative regionali che non chiedo-no esplicitamente la presenza dell’educatoreprofessionale laureato. Maglione di lana dun-que? Un maglione a larghe trame con buchienormi.

TROVARE UNO SFONDO COMUNE: ESSERE MEDIATORI

Fatico a riconoscere un educatore (di for-mazione sanitaria o sociale) che non abbiacome riferimento di base la pedagogia e la

caratterizzazione sociale dell’educazionecome grandi educatori ci hanno insegnato. Apartire da questa base formativa andrebberopoi ampliati percorsi di formazione per settoridi intervento, delineando così una specificafigura con chiarezza di profili e quindi di com-petenze. Come sosteneva Bertolini parlandodell’operatore pedagogico “il primum è perme la relazione e il soggetto è tale per la suacostitutiva capacità attiva nei confronti dellarealtà esterna ed oggettiva, capacità che gliconsente di dare significati e dei valori. Unapersona, appunto, che si manifesta come talenella misura in cui intenziona (dà senso e valo-re) a ciò che gli sta attorno, trasformandolo8”.Sono convinta che ciò che caratterizza lacompetenza primaria dell’educatore sia larelazione interpersonale come strumento dilavoro per attuare un percorso educativo conla persona. Non parliamo però di terapie, ditecniche, di procedure, ma di modelli educa-tivi; essere esperti di relazioni e farci mediatoricol mondo9. Nell’ambito della disabilità (set-tore socio-sanitario) il ruolo dell’educatore ècruciale per la riuscita degli interventi e credoche l’obiettivo sia includere; il nostro mezzo èil territorio, il cuore del nostro lavoro sono lemodalità comunicative10. Trovo importante ri-mettere al centro la dimensione sociale diogni educatore, “recuperare la dimensionesociale del proprio ruolo, acquisire o valorizza-re quelle competenze che travalicano l’aspet-to strettamente tecnico  e di diventare ancheoperatori inclusivi, ristabilendo quei connotatitipici dell’azione sociale che la standardizza-zione rischia di soffocare. Gli operatori devo-no essere accompagnati e formati ad acqui-sire una professionalità in grado di assumere ilrischio insito nel lavorare per l’inclusione socia-le: accettare l’incerto abbandonando il cer-to, affrontare il difficile anziché il facile, acco-gliere la sfida al cambiamento al posto dellaroutine rassicurante, perché l’inclusione è pre-cisa nella sua definizione, ma molto menonella sua realizzazione”11. Educazione dunqueche significa non solo “educere” cioè “tirarfuori”, ma come sostiene Roberto Mancini12,preparare l’incontro tra i ragazzi e le forzeeducative del mondo. E’ in questa ottica cheintendo l’educatore professionale13, cioè unoperatore pedagogico che sappia proporreinterventi educativi mediando con il territorio.Un professionista della relazione che sappiausare tecniche a seconda del settore di lavo-ro in cui opera, ma che abbia come riferimen-to costante la dimensione sociale dello svilup-

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APPUNTI 20116GENNAIO-FEBBRAIO 2013

po umano. L’educatore professionale “è rite-nuto un operatore che ha il compito di indivi-duare le potenzialità dei soggetti individuali ecollettivi. Potenzialità cognitive, affettive,relazionali. Le azioni nei confronti di potenzialitàsi collocano in diversi piani: promozionale,preventivo, riabilitativo. Piani vincolati da unmandato sociale del quale l’educatore è nel-lo stesso tempo esecutore e coautore”14. Unoperatore che, distinguendosi da altri profes-sionisti, agisce una relazione educativa e nonterapeutica o assistenziale. “Chi educa noneroga prestazioni esogene, né prescriveprognosi anticipatrici, volitive morali per af-frontare il cambiamento. L’educatore, diver-samente dal terapeuta, non agisce efficace-mente il suo ruolo, se non all’interno di unprofondo atteggiamento relazionale: un mododi essere e di agire cioè attraverso il quale chieduca attiva entrambi i poli delle relazioni, sestesso (Ego) come guida, o facilitatore, e l’Altercome protagonista del cambiamento. La fi-gura dell’educatore diviene tanto più debolee sfumata tanto più che la forza dell’Alterrinasce. L’impronta personalistica della peda-gogia sospinge a completare la dimensionerelazionale/duale con il paradigma della co-munità educante nell’inscindibile legame cheunisce persona e società. L’educatore, a dif-ferenza del terapeuta, nel progettare educa-zione individua altri soggetti come protagoni-sti del progetto di aiuto”15.

Se è così, appare improprio che gli educatori

sconfinino in ambiti diversi e distanti dalle pro-prie competenze, così come appare analo-gamente improprio che un laureato in psico-logia (con una formazione prettamente clini-ca) o un assistente sociale (con una formazio-ne più giuridica) possa svolgere un interventoeducativo non potendo avere le competen-ze pedagogiche richieste.

Due sono quindi le difficoltà che incontria-mo: da una parte il bisogno di capire i confinidi questa identità educativa senza confon-derli con altri che non gli appartengono o checomprimono la complessità dell’educatore aun semplice ruolo assistenziale16, dall’altraquella di avere chiari percorsi per cui saràassolutamente incoerente omologare aglieducatori coloro che non hanno alcuna for-mazione a riguardo. Non è il mio un partitopreso della “razza pura” degli educatori pro-fessionali, ciò che ho scritto è da intenderedentro una ricerca del significato dell’educa-re dal momento che di questo ne facciamouna professione. Ho voluto per ultimo sottoli-neare la natura sociale dell’educatore pro-fessionale, perché credo sia ciò checontraddistingue specificatamente la funzio-ne di questa figura nei servizi sociali, educativi,scolastici, riabilitativi ed extrascolastici, indi-pendentemente dai profili universitari. Ed èforse, il mio, un appello agli educatori stessiperché tornino a riflettere su questa dimensio-ne che abitano, nei confronti anzitutto deipropri educandi.

1 G. Sordelli, L’educatore: nuovi modi di prendersi cura?, inAnimazione Sociale, n°8/9, 2001.

2 F. D’Angella , D. Marini, Il futuro è una ricerca che si fainsieme. Come non arrendersi a un tempo di scarsità, inAnimazione Sociale, n. 259, 2012.

3 Così accade ad esempio nelle Marche.4 In particolare ricordiamo la legge 251/2000 che definisce

le aree delle professioni sanitarie, prevede l’emanazionedi decreti ministeriali necessari ad attivare la formazioneuniversitaria.

5 Legge costituzionale 18 ottobre 2001, n.3, art. 3.6 Per approfondimenti: AA.VV, Il core competence del-

l’educatore professionale, Unicopli, Milano, 2010.7 La regione Marche, ad esempio, non ha operato in

questo senso, tanto che vediamo ancora oggi il prolifera-re di corsi regionali e provinciali di 400 ore totali, con rilasciodi attestato di “operatore socio-educativo”: corsi regio-nali che non hanno alcun motivo di esistere dal momentoche abbiamo corsi universitari. Questa situazione sta cre-ando enorme confusione sul piano del mercato del lavoroe dei servizi socio-sanitari nei quali lavorano queste figureprofessionali. Si veda, su questo tema, www.grusol.it, leosservazioni del Comitato Associazioni Tutela, “Servizi So-ciali e sociosanitari. Figura professionale dell’educatoreprofessionale”, 20 Ottobre 2008.

8 Paolo Bertolini, Pedagogia fenomenologica, La nuovaItalia, 2001.

9 Nuclei concettuali che fanno ripensare a Paulo Freire,come afferma A. Canevaro, nell’articolo “Mediatori effi-caci” in Appunti sulle politiche sociali, n. 6/2007.

10 A tal proposito è interessante un documento dell’International Association of Social Educators, Lavorarecon le persone con disabilità. Il ruolo dell’educatoreprofessionale, Aijei 2010, Traduzione Anep 2011.

11 Angelo Nuzzo., L’ottica della cura dalla persona al territo-rio. Investire sui servizi come motori di azione nella comu-nità, in Animazione Sociale, marzo 2012.

12 Docente di Filosofia Teoretica all’ Università di Macerata.13 “Educatore professionale” qui è inteso come “di professio-

ne”.14 Sergio Tramma, L’educatore imperfetto, Carocci Faber,

2008.15 Roberto Franchini, La cura educativa, in Appunti sulle

politiche sociali, n. 5/2007.16 Sul confine tra assistenza ed educazione ci sarebbe un

lungo discorso da fare che richiama alla dimensione dellacura. Credo che in un buon intervento educativo i gestidella cura passino anche per i gesti dell’assistenza, diver-so, evidentemente, è confondere il ruolo dell’educatorecon quello di un assistente.

Note

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APPUNTI 20117GENNAIO-FEBBRAIO 2013

Sì è concluso nel dicem-bre scorso il percorsodella petizione naziona-le per il finanziamentodei livelli essenziali di as-sistenza socio-sanitaria.L’articolo ripercorre lemotivazioni, il contenu-to, il cammino, i risultatiottenuti, insieme alla in-dicazione degli sviluppi

LA PETIZIONE POPOLARE

NAZIONALE PER IL FINANZIAMENTO

DEI LEA. UN BILANCIOMARIA GRAZIA BREDA, GIUSEPPE D’ANGELO, FRANCESCO SANTANERA,

FONDAZIONE PROMOZIONE SOCIALE, TORINO

LE MOTIVAZIONI CHE HANNO SPINTO A METTERE INCAMPO LA PETIZIONE

I Lea garantiscono diritti esigibili. Nel settem-bre 2011 la Fondazione promozione socialeonlus, assieme ad un gruppo di altre organiz-zazioni, ha predisposto ed avviato la Petizionepopolare nazionale per il finanziamento deiLea, Livelli essenziali di assistenza socio-sanita-ria. La Petizione è indirizzata ai Parlamentaridella Camera dei Deputati e del Senato perrichiedere la messa a disposizione delle risorseoccorrenti per l’attuazione dei Lea che, ricor-diamo, già attualmente sanciscono diritti pie-namente esigibili:a) per la frequenza di centri diurni e dell’acco-

glienza residenziale dei soggetti con handi-cap intellettivo in situazione di gravità;

b) per il ricovero presso le Rsa, Residenze sani-tarie assistenziali per gli anziani malati croni-ci non autosufficienti e per le persone affettedal morbo di Alzheimer o da altre forme didemenza senile (detto ricovero risulta facil-mente ottenibile nei casi di opposizione alledimissioni da ospedali e da case di curaprivate convenzionate);

c) per la sistemazione socio-terapeuticaabitativa dei pazienti con rilevanti disturbipsichiatrici e limitata autonomia.

- L’attuazione dei Lea è carente per la scarsainformazione su tali diritti. La Petizione popola-re è stata predisposta altresì con lo scopo diinformare la cittadinanza e le organizzazionisociali e sindacali in merito alle esigenze fon-damentali di vita delle sopra indicate personenon autosufficienti nonché ai diritti sanciti daiLea: si tratta di circa un milione di cittadiniitaliani (nonché dei loro congiunti).

È purtroppo assai carente su tutto il territorionazionale l’informazione sui diritti garantiti daiLea. Anzi, è ancora molto radicata l’idea chei malati inguaribili siano anche incurabili, che

abbiano bisogno cioè solo di “badanza/assi-stenza”, che può fare chiunque e non di curesanitarie e socio-sanitarie idonee. Anche leleggi finora approvate da varie Regioni (peres. Emilia Romagna, Toscana, Veneto, Umbria)in base alle quali sono stati istituti fondi per lanon autosufficienza, non garantiscono i Leadato che con l’istituzione di un settore a parte:- non si tiene conto che i malati cronici sono

malati gravi che si riacutizzano sovente conrelativi bisogni sanitari, che non si possonostandardizzare;

- le prestazioni sono fornite esclusivamentenell’ambito degli stanziamenti effettuati;

- è il primo passo per trasferire i malati cronicinon autosufficienti dal settore dei diritti esigibiliprevisti dai Lea a quello dell’assistenza, chenon ha competenza ovviamente per cura-re i malati.Per tali ragioni la situazione creatasi in questi

anni è a livelli di allarme sociale: utenti par-cheggiati per anni in lista d’attesa illegali; fa-miglie costrette a sostenere oneri gravosi (2.000-2.500 euro per farsi aiutare a casa, 3.000-3.500euro per un ricovero se cercano una strutturaidonea. I Nas sovente portano alla luce quelleche costano poco, dove i maltrattamenti peròsono all’ordine del giorno). Sono altresì a ri-schio migliaia di posti di lavoro e la chiusuradei servizi previsti dai Lea per gli utenti nonautosufficienti e/o con gravi handicapinvalidanti.

- Contrasto alla legge-delega al Governoper la riforma fiscale e assistenziale. L’avviodella Petizione popolare nazionale sul finan-ziamento dei Lea ha trovato altresì la motiva-zione contingente nel contrastare gliarretramenti che avrebbero potuto essere in-trodotti dalla legge-delega al Governo per lariforma fiscale e assistenziale (disegno di leg-ge-delega al Governo n. 4566).

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APPUNTI 20118GENNAIO-FEBBRAIO 2013

IL CAMMINO PER OTTENERE LA RISOLUZIONE

N. 8-00191- La stesura e la promozione del testo della

Petizione. Dopo aver condiviso il testo definiti-vo della Petizione, le note giuridiche e le mo-dalità per la raccolta delle firme, il Comitatopromotore 1 ne ha iniziato la diffusione: informa cartacea per la raccolta delle firme edin formato elettronico per la diffusione tramiteinternet nonchè la ricerca di adesioni da partedi personalità e di enti pubblici e privati.

- Le prime importanti adesioni. A seguitodella diffusione hanno cominciato a perveni-re le adesioni alla Petizione popolare, tra lequali ricordiamo, tra le prime, quella dellaprofessoressa Luisa Mango dell’Istituto per glistudi di servizio sociale di Roma, del Prof. PietroRescigno dell’Università La Sapienza di Roma,di Massimo Dogliotti, Consigliere della Cortesuprema di Cassazione.

Le adesioni da parte di personalità e diorganizzazioni pubbliche (Consigli comunali,Enti gestori delle attività socio-sanitarie, ecc.)e private via via pervenute sono state impor-tanti in quanto hanno costituito un sostegnoper la promozione della Petizione e per leattività di tutela dei diritti delle persone nonautosufficienti. Le adesioni, in genere correda-te anche da una motivazione, sono state ri-portate integralmente in uno specifico elencoche comprende attualmente 80 adesioni (tradi esse ricordiamo in particolare quelle degliOrdini dei Medici di Torino, di Alessandria, diTaranto e di Pavia, dell’Ordine degli assistentisociali Piemonte, Marche, Lazio e Liguria,dell’Uneba, ecc.).

- L’invio di periodici aggiornamenti ai colla-boratori alla Petizione. Con periodicità circamensile la segreteria del Comitato promotoreha inviato aggiornamenti alle organizzazioniche collaboravano alla promozione dellaPetizione, attraverso i quali si è informato suglisviluppi della stessa Petizione, sulle iniziativeintraprese, sui risultati raggiunti, sulle adesionipervenute, si sono condivisi articoli o provve-dimenti emessi della magistratura (p.es. sen-tenze o ordinanze del Tar) utili a tutela dei dirittidelle persone non autosufficienti.

- La presentazione della Petizione alla Ca-mera dei Deputati e al Senato. Rispettivamen-te in data 19 e 24 gennaio 2012 il testo dellaPetizione è stato presentato ai competentiuffici del Senato e della Camera, che hannoprovveduto ad effettuarne la registrazioneufficiale e a fornire comunicazione a ciascun

Parlamentare. A seguito di ciò la Camera haassegnato alla Petizione il n. 1403 e ne haaffidato l’esame alla Commissione Affari so-ciali, mentre il Senato ha attribuito il n. 1399 ene ha inviato l’esame di competenza allaCommissione Igiene e sanità.

- La consegna delle prime firme il 1° marzo2012 a Roma. Il 1° marzo 2012 sono state con-segnate alla Camera dei Deputati, al Senatoe ai Ministri della salute e del welfare le prime11.455 firme e le prime 40 adesioni pervenuteda parte di personalità e di organizzazionipubbliche e private.

- L’incontro del 2 marzo a Roma e del 24aprile a Milano per la diffusione della Petizio-ne. Per incontrare le oramai numerose orga-nizzazioni che collaboravano alla raccoltadelle firme e delle adesioni per la Petizione,sono stati stabiliti due appuntamenti: uno aRoma il 2 marzo 2012 e l’altro a Milano il 24aprile 2012, entrambi con l’obiettivo di condi-videre le iniziative in programma nonché ladocumentazione utile per promuovere il dirit-to alle prestazioni socio-sanitarie esigibili inbase ai Lea e la difesa dei casi singoli.

- L’incontro con il Presidente della CameraOn. Fini il 30 maggio. A seguito delle frequentisollecitazioni inviate a Parlamentari e Ministrial fine di promuovere i provvedimenti neces-sari per assicurare la piena attuazione dei Leaper le persone non autosufficienti, il 30 maggio2012 il Presidente della Camera dei Deputati,On. Gianfranco Fini ha ricevuto a Montecitoriouna delegazione del Comitato promotoredella Petizione alla quale hanno preso parteanche il Presidente della Commissione Affarisociali della camera dei Deputati GiuseppePalumbo e il segretario di Presidenza dellaCamera Mimmo Lucà. Nel corso dell’incontroil Presidente della Camera ha espresso l’auspi-cio che l’esame in Commissione Affari socialidella Petizione si concluda con l’approvazio-ne di un atto di indirizzo volto ad impegnare ilGoverno per un adeguato finanziamento deiLea.

- La Risoluzione approvata dalla Commissio-ne Affari sociali della Camera l’11 luglio 2012.L’auspicio del Presidente della Camera deiDeputati si concretizza l’11 luglio 2012, quan-do la Commissione Affari sociali della Came-ra, con il parere favorevole dei SottosegretariCecilia Guerra (Politiche sociali) e AdelfioCardinale (Salute) ha approvato la Risoluzio-ne n. 8-00191 che «impegna il Governo adassumere le iniziative necessarie per assicura-re la corretta attuazione e la concreta

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esigibilità delle prestazioni sanitarie e dellecure socio-sanitarie, previste dai Lea, alle per-sone con handicap invalidanti, agli anzianimalati cronici non autosufficienti, ai soggetticolpiti dal morbo di Alzheimer o da altre formeneurodegenerative di demenza senile e aipazienti psichiatrici, assicurando lorol’erogazione delle prestazioni domiciliari,semiresidenziali e residenziali, ai sensi del de-creto del Presidente del Consiglio dei Ministridel 29 novembre 2001, concernente i livelliessenziali di assistenza; a portare avanti consollecitudine il lavoro preparatorio volto al-l’adozione del Piano nazionale per la nonautosufficienza, che deve prevedere l’ade-guata integrazione fra l’intervento sociale equello sanitario, in una prospettiva di migliora-mento della qualità della vita di anziani edisabili».

Sono state così accolte le istanze avanzatecon la Petizione popolare nazionale sul finan-ziamento dei Lea ed è rimasto dunque con-fermato ancora una volta – e da una autore-vole istituzione – che i Lea stabiliscono dirittipienamente e immediatamente esigibili.

- L’incontro del 10 ottobre alla Camera. Purcontinuando a verificare la possibilità di intra-prendere al Senato iniziative analoghe a quel-le avviate alla Camera, il 10 ottobre 2012 aMontecitorio, presso la sala Aldo Moro dellaCamera dei Deputati, si è tenuto un importan-te incontro pubblico promosso dalla Presiden-za della Camera allo scopo di presentare evalorizzare il contenuto della Risoluzione conla quale è stata riconosciuta la concretaesigibilità dei Lea, Livelli essenziali di assistenza

socio-sanitaria. In detto incontro – al qualehanno partecipato, oltre al Presidente dellaCamera on. Fini, il Ministro alla salute RenatoBalduzzi, il Sottosegretario al Welfare MariaCecilia Guerra, gli On. Mimmo Lucà e Giusep-pe Palumbo nonché Maria Grazia Breda, sonostati nuovamente confermati i vigenti dirittipienamente esigibili alle prestazioni socio-sa-nitarie degli anziani malati cronici nonautosufficienti, delle persone colpite da de-menza senile, dei soggetti con handicap intel-lettivo gravemente invalidante e dei pazienticon rilevanti disturbi psichiatrici e limitata au-tonomia, ribadendo i contenuti della Risolu-zione n. 8-00191 sopra citata.

I RISULTATI OTTENUTI

- Le importanti adesioni e le firme raccolte.Come già anticipato, la Petizione popolareha raccolto in totale 80 adesioni che rappre-sentano le diversi componenti istituzionali edella società civile che operano nell’ambitodella non autosufficienza. Hanno aderito am-ministrazioni pubbliche e private, ordini pro-fessionali, organizzazioni sociali, personalità delmondo universitario e scientifico, associazionidi gestori privati, cooperative sociali, associa-zioni di volontariato, nonché magistrati, pro-fessori universitari, ricercatori e studiosi dellepolitiche sanitarie e sociali, operatori dei servi-zi sanitari e socio-sanitari. In totale sono stateraccolte oltre 25mila firme di cittadini di tutto ilPaese.

- La Risoluzione 8-0019. La Risoluzione, fortedell’autorevolezza dell’Istituzione che l’ha

La cooperazione dentro e oltre i nodi della crisi. Il rischio dell’istituzionalizzazione

La cooperazione sociale non è soltanto dare lavoro ai soci e generare grandi ritorni, è anche costruirebene comune, e questo - senza un approccio che si radica dentro il cuore delle comunità non solonominalmente ma anche fattualmente - è molto difficile da realizzare. Il rischio è quello di un ritornoefficientista alla reistituzionalizzazione su larga scala. Se conta solo l’erogazione delle prestazioni a bassocosto e l’assecondamento di un finanziatore con sempre meno risorse è chiaro che poi non bisognastupirsi se alcune cooperative sono contente di vincere un appalto a minutaggio per la gestione deiservizi assistenziali delle grandi RSA pubbliche trasformate in nuove istituzioni totali. Perché il problema difondo alla fine è che il rischio della reistituzionalizzazione è ormai evidente: case di riposo e ospizi dovegli anziani sono trattati come “non persone”, modificazione del rapporto tra operatori e utenti all’internodelle strutture per disabili o minori, chiusura di servizi ad alta intensità assistenziale considerati troppocostosi. I servizi sociali si stanno trasformando sotto i nostri occhi, senza che ci accorgiamo spesso cheè la stessa umanità del welfare ad andare persa.

Luca Fazzi in Animazione Sociale, n. 263 (maggio 2012)

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approvata, ha rappresentato e rappresentaun segnale importante per oltre un milione dipersone non autosufficienti e per i loro familiaricostretti, spesso da soli, ad affrontare il proble-ma della cura di un loro congiunto e ad assu-mere in proprio i costi assai elevati che questocomporta. Ricordiamo che avere un parentemalato non autosufficiente o con gravi handi-cap invalidanti è una delle principali cause diimpoverimento per le famiglie italiane. La Ri-soluzione ha confermato che lo Stato, conl’approvazione dei Lea, ha invece voluto tute-lare la popolazione più debole e indifesa edha impegnato pertanto il Governo a predi-sporre il Piano nazionale per la nonautosufficienza, piano necessario perché sia-no previsti adeguati finanziamenti ed una ido-nea integrazione fra l’intervento sanitario equello sociale, che è essenziale ed indispensa-bile per assicurare le prestazioni socio-sanita-rie in modo rispondente alle esigenze dei malatinon autosufficienti e delle persone con gravihandicap invalidanti. In buona sostanza la

Petizione ha contribuito notevolmente alla dif-fusione delle informazioni concernenti gli im-portantissimi diritti pienamente e immediata-mente esigibili riguardanti oltre un milione dinostri concittadini, già elencati all’inizio di que-sto articolo ai punti a, b e c.

Ricordiamo - aspetti di estremo valore - chegli enti tenuti ad intervenire, in primo luogo leAsl e, a livello integrativo i Comuni, non posso-no per nessun motivo, compresi quelli di natu-ra finanziaria, negare2 o ritardare le prestazio-ni3, che gli interventi sopra elencati sono senzalimiti di durata e che le relative contribuzionieconomiche devono essere calcolate esclu-sivamente in base alle risorse (redditi e beni,dedotti le franchigie di legge) degli assistitisenza alcun onere per i congiunti conviventi onon conviventi4. In base alle leggi vigenti ilfinanziamento minimo delle attività di com-petenza delle Asl per le prestazioni sopra indi-cate, che vanno dal 40 al 70% dei costi com-plessivi, è a carico del Fondo sanitario nazio-nale. Invece il Fondo per le non autosufficienze

Filosofare per pensare insieme: proposte di maturazione intellettuale e civile

Questi volumi sono stati scritti da Augusto Cavadi, palermitano, docente di filosofia, filosofo consu-lente e fondatore della scuola di formazione etico-politica G.Falcone, che propone occasioni diinformazione e confronto sui temi della lotta alla mafia e della partecipazione democratica. I Sicilianispiegati ai turisti e La Mafia spiegata ai turisti sono due piccoli ed agili volumi della collana pocket;il primo si propone di far conoscere gli abitanti della Sicilia, descrivendoli da dentro, da chi ci vive, oltrei pregiudizi e i luoghi comuni; per capire come accolgono gli stranieri, come si comportano nel ruolodi turisti, la loro attitudine a dispensare consigli e insegnamenti. Oggetto di discussione del secondolibretto è la mafia, per parlarne liberi da preconcetti e false immagini che negli anni i massmedia cihanno trasmesso; in appendice un approfondimento sulla figura di Peppino Impastato e sul centrodocumentazione a lui dedicato. In La bellezza della politica si propone un confronto sinottico esintetico tra le principali ideologie politiche che hanno ispirato partiti del novecento ed attuali:liberalismo, comunismo, socialdemocrazia, fascismo, dottrina sociale della chiesa, conservatorismo,ambientalismo, anarchismo (di ognuna si analizzano nucleo generatore, concezione dell’uomo,della società, dello Stato, dell’economia, dell’educazione, della Religione). Il sottotitolo del testo E,per passione, la filosofia recita: breve introduzione alla più inutile di tutte le scienze, nel senso che“come le cose belle della vita non è al servizio di null’altro”; in modo chiaro ma puntuale (con unaricca bibliografia) l’autore ci fa conoscere i principali orientamenti, l’humus e la cornice linguistico-concettuale entro cui è nata e si è sviluppata la passione per la filosofia. La filosofia dell’amore è alcentro dell’ultimo volume Chiedete e non vi sarà dato; in particolare vengono offerti argomenti eriferimenti per parlare e pensare l’amore agapico, in relazione all’eros (sapienzale e all’erotismo); unviaggio nell’idea e nel vocabolario dell’amore in Occidente.

Augusto Cavadi, I Siciliani spiegati ai turisti, Di Girolamo, Trapani 2010, pp. 80, euro 5.90, AugustoCavadi, La Mafia spiegata ai turisti, Trapani 2010, pp. 63, euro 5.90, Augusto Cavadi, Elisabetta Poma,La bellezza della politica, Trapani 2011, pp. 194, euro 9.90, Augusto Cavadi, E, per passione, lafilosofia, Trapani 2006, pp. 188, euro 16.50, Augusto Cavadi, Chiedete e non vi sarà dato, PetitePlaisance, Pistoia 2009, pp. 137, euro 15.00.

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APPUNTI 20121GENNAIO-FEBBRAIO 2013

1 Le Organizzazioni aderenti al Comitato promotore sono leseguenti: Fondazione promozione sociale onlus (Torino);Adina, Associazione per la difesa dei diritti delle personenon autosufficienti onlus (Firenze); Associazione senza limiti(Milano); CartaCanta onlus, Associazione tutela diritti per-sone non autosufficienti (Parma); Comunità Progetto Sudonlus (Lamezia Terme, Cz); Csa, Coordinamento sanità eassistenza fra i movimenti di base (Torino); Gruppo solida-rietà (Moie di Maiolati, An); Medicina democratica onlus(Milano); Mtd onlus, Movimento per la tutela dei diritti dellepersone diversamente abili e quelle nonautosufficienti (Pavia); Opinio Populi (Lecco). Riviste: Ap-punti; Controcittà; Prospettive assistenziali. Successiva-mente si sono aggiunte quali organizzazioni copromotrici:Movimento Handicap (Verona); Associazione “In nomedei diritti” (Scandicci, Fi); Associazione Nichelino Domani(Nichelino, To); Associazione l’Arcobaleno per una vitaindipendente e autonoma (Asti); Avulss Orbassano onlus(Orbassano, To); Tribunale della salute (Bologna); Codici(Roma); Fondazione Eiss, Ente italiano di servizio sociale(Roma); Uildm, sezione “Paolo Otelli” Chivasso (Torino);Consulta per le Persone in Difficoltà onlus (Torino). Hannoaltresì collaborato alla raccolta delle firme le seguentiorganizzazioni: Angsa Novara Onlus, Angsa Piemonte onlus(Torino); Anaste Piemonte (Torino); Anffas (Sezione di Bolo-gna); Aniep (Sede nazionale); Arap (Roma); AssociazioneAirdown (Moncalieri, To); Associazione Alzheimer Piemon-te (Torino); Associazione Amici parkinsoniani onlus (Torino);Associazione Avulss Orbassano onlus (Orbassano, To); As-sociazione culturale Gruppo senza sede (Trino, Vc); Asso-ciazione Diapsi Piemonte (Torino); Associazione di tutela“Diritti del Malato” (Udine); Associazione Famiglie Smaonlus (Roma); Associazione Familiari Alzheimer Pordenoneonlus (Pordenone); Associazione Genitori per la tuteladell’handicap (Pomigliano d’Arco, Na); Associazione L’al-tra Ladispoli (Roma); Associazione nazionale emodializzati(Torino); Associazione nazionale mutilati e invalidi civili(Sezione di Torino); Associazione Primo ascolto Alzheimer(Dalmine, Bg); Associazione sostegno autismo (Giovinazzo,Ba); Comitato genitori ragazzi disabili Ulss 9 (Treviso); Comi-tato parenti ospiti Iga onlus (Udine); Consorzio Sol.Co.(Catania); Consulta handicap XV Municipio (Roma); Co-operativa sociale Animazione Valdocco (Torino); Coordi-namento famiglie con disabili (Valdisotto, So); Coordina-

mento H per i diritti delle persone con disabilità nellaRegione Siciliana onlus (Palermo); Diritti senza barriere(Bologna); Federavo nazionale (Milano); Fish Piemonte(Torino); Forum del Volontariato (Torino); Gesco Sociale(Napoli); Il Mosaico, Associazione di persone diversamen-te abili (Giussano, Mi); Movimento “5 Stelle” (Sezione diPalermo); Movimento dei cittadini per i diritti del malato“Alto Vicentino” (Zanè, Vi); Sindacato Sfida (San NicandroGarganico, Fg); Unione italiana ciechi e ipovedenti (Sezio-ni di Brescia, Chieti, Modena, Potenza e Torino). La Segre-teria della Petizione è stata assunta dalla Fondazionepromozione sociale onlus - Via Artisti 36 - 10124 Torino - Tel.011-8124469, fax 011-8122595.

2 Il 2° comma dell’articolo 117 della Costituzione recita: «LoStato ha legislazione esclusiva nelle seguenti materie: (…)m) determinazione dei livelli essenziali delle prestazioniconcernenti i diritti civili e sociali che devono esseregarantite su tutto il territorio nazionale».

3 L’ordinanza n. 609/2012 del Tar del Piemonte ha dichiara-to illegittime le liste di attesa previste dalla Regione Pie-monte (e presenti in tutte le Regioni) confermando il dirittopienamente e immediatamente esigibile degli anzianimalati cronici non autosufficienti e delle persone condemenza senile alle cure socio-sanitarie residenziali. Altre-sì con la sentenza n. 785/2011, il Tar della Lombardia hacondannato il Comune di Dresano a risarcire nella misuradi euro 2.200,00 il danno esistenziale subito dalla minore R.S. «in quanto l’illegittimo comportamento del Comune hadeterminato uno slittamento della data di inizio del servi-zio [frequenza di un centro diurno per soggetti con gravehandicap intellettivo, n.d.r.] da settembre a novembre2009». Nella sentenza viene altresì precisato che «ove igenitori avessero dimostrato che, nel periodo di c0olpevoleritardo dell’Amministrazione comunale, essi abbiano prov-veduto direttamente e a proprie spese ad assumere unservizio equivalente alla propria figlia minore, i relativicosti avrebbero rappresentato l’ammontare del dannopatrimoniale risarcibile in loro favore». È estremamenteimportante tener conto che la succitata sentenza è fon-data sugli identici principi legislativi (le norme sui Lea) inbase alle quali sono esigibili i diritti indicati nelle soprariportate lettere a), b) e c).

4 Cfr. le sentenze del Consiglio di Stato n. 1607 e 5185/2011.

Note

(attualmente privo di copertura economica)è stato istituito dall’articolo 1, comma 1264della legge 296/2006 per sostenere i relativioneri dei Comuni, il cui ammontare, tenutoconto delle quote versate dagli assistiti, è digran lunga inferiore alle erogazioni della Sani-tà.

COME CONTINUARE

- La nuova Petizione per promuovere il dirittoalle cure domiciliari. Come era già stato se-gnalato nelle note giuridiche allegate allaPetizione sul finanziamento dei Lea, mentreper le prestazioni residenziali le vigenti normeconsentono agli utenti e a coloro che li rap-presentano di ottenere l’attuazione dei lorodiritti, per gli interventi domiciliari, vista le ge-nerica formulazione delle norme nazionali vi èla necessità di disposizioni aventi valore dilegge in cui siano precisati gli aventi diritto, i

criteri di accesso, i contenuti delle prestazionied i relativi finanziamenti. Allo scopo – consi-derato anche che la Petizione sui Lea si con-clude a fine dicembre 2012 – è stata predispo-sta una nuova Petizione popolare a livellonazionale il cui avvio è previsto per l’inizio del2013, dal titolo “Diritto alle prestazioni domiciliarisancito dai Lea, Livelli essenziali di assistenzasocio-sanitaria a favore delle persone nonautosufficienti: Petizione popolare nazionaleal Parlamento e al Governo, nonché alle Re-gioni a statuto ordinario e speciale, alle Provin-ce autonome di Bolzano e Trento e ai Comu-ni”, a favore della quale chiediamo a tutti ilettori di segnalare la loro disponibilità allaraccolta delle firme e delle adesioni alla Se-greteria c/o la Fondazione promozione socia-le onlus - Via Artisti 36 - 10124 Torino - Tel. 011-8124469, fax 011-8122595, e-mail:[email protected].

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APPUNTI 20122GENNAIO-FEBBRAIO 2013

Quale idea e quale sensi-bilità muove, la creazionee lo sviluppo degli interven-ti? Si può anche chiamarepolitica dei servizi checome tale si nutre di sceltee non può accampare pre-sunte neutralità. L’analisiprende in esame le normesulle autorizzazioni e sulfabbisogno. Propone poiuna riflessione sul tema de-gli accorpamenti dellestrutture

I SERVIZI POSSONO FARE

A MENO DELLE POLITICHE?FABIO RAGAINI,

GRUPPO SOLIDARIETÀ

I servizi presenti e che si sviluppano nellanostra Regione hanno un governo? E’ chiarala prospettiva assunta e il disegno che li prece-de? Se questo orizzonte manca, il disordinecon cui si sviluppano può avere ripercussionesu un sistema di welfare che dovrebbe assicu-rare ad ogni cittadino della nostra Regioneuguaglianza di accesso e fruizione degli stes-si? Domande che diventano pressanti dal-l’analisi di atti che vorrebbero essere program-matori o dai percorsi autorizzativi o diaccreditamento. Ma entriamo nello specificodelle questioni1.

a) Autorizzazione e accreditamento di 50posti di Centro diurno (e 73 di residenzialitàpsichiatrica (legge 20/2000) in un territorio(Ambito/distretto) di 20.000 abitanti2. Ci potràmai essere in quel territorio (ci riferiamo ai 25 +25 posti del Montefeltro nelle localitàMontegrimano e Monte Cerignone) un’utenzaper 50 posti di centro diurno? Impossibile, ameno che non si sia in presenza di specialifenomeni territoriali. Quei servizi e la loro realiz-zazione, rispondono dunque ad un bisogno diquel territorio? Parrebbe proprio di no. E alloraperché li si autorizzano o accreditano? Inun’ipotetica definizione di fabbisogno (il nu-mero di posti di Cd psichiatrici non sono statidefiniti nella dgr 1789/2009, che definisce ilfabbiosgno) quanti ne dovrebbero essere re-alizzati a livello regionale? Se ne servono 50per 20.000 abitanti quanti posti dovrebberoessere necessari su una popolazione regiona-le di oltre 1,5 milioni di abitanti? Nello stessoterritorio sono presenti anche più di 70 posti diresidenzialità psichiatrica. L’indicazione delProgetto obiettivo salute mentale della regio-ne Marche, è quella di realizzare 3 posti (perquesta tipologia di residenze) ogni 10.000 abi-tanti. In questo territorio, ne dovrebbero esserepresenti dunque non più di 6. Si tratta, dunque

di un’offerta assolutamente “fuori misura”,impropria che determinerà (come accade),lo spostamento di utenti verso strutture collo-cate a centinaia di Km di distanza dalla pro-pria residenza. Ma non basta: il numero deiposti autorizzabili ha un tetto (742 quelli previstidalla dgr 1789/2009 sul fabbisogno) e di con-seguenza se in un territorio se ne realizzanomolti di più di quelli previsti e con diversetipologie di strutture (in questo caso: Residen-za terapeutica riabilitativa, Residenza sanita-ria riabilitativa, Comunità protetta) è evidenteche in altri territori della Regione i postiautorizzabili saranno di gran lunga inferiori aquelli necessari3.

b) Quanto, ma non dove. Il fabbisogno pre-visto dalla dgr 1789/2009. L’atto di fabbisognonon indica una ripartizione territoriale e dun-que quando prevede un aumento dell’offer-ta dei servizi lascia che gli stessi venganorealizzati in maniera discrezionale. Vale il crite-rio cronologico della domanda? Per quantoriguarda le residenze sanitarie assistenziali (RSA)e i Centri diurni (questi ultimi in assenza diregolamentazione rispetto a standard, tariffae compartecipazione) se ne prevede un in-cremento complessivo di 400 senza indicazio-ne della ripartizione tra i due servizi. Dunque, inquesto caso, non solo non si definisce dove sirealizzeranno i nuovi posti, ma neanche quan-ti afferiranno al residenziale e quanti alsemiresidenziale.

Ogni persona dotata di buon senso non puòevitare di chiedersi, con sconcerto, perché sisia costruito un atto di questo tipo ed a distan-za di tre anni non lo si sia ancora modificato.Un maldestro tentativo di attualizzare il consi-glio evangelico: “non sappia la tua destracosa fa la tua sinistra”? Se pensiamo che lastessa situazione, sostanzialmente, riguarda lagran parte dei servizi diurni e residenziali (mino-

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APPUNTI 20123GENNAIO-FEBBRAIO 2013

ri, disabili, anziani) autorizzati con legge 20/2002, la questione è evidentemente moltoseria.

c) Gli accorpamenti. Molte strutture (diurnee residenziali) sanitarie e sociosanitarie dellalegge 20/2000 - autorizzazioni sanitarie e sociosanitarie - non prevedono la definizione dellacapacità recettiva (ad esempio tutte quelleriguardanti le persone con disabilità). In altricasi, come per la psichiatria, si definisce unnumero massimo accorpabile (20 + 16), manon si impedisce che possano essere realizza-te strutture per altra tipologia di utenza. In tuttele strutture della legge 20/02 autorizzazionisociali e sociosanitarie - è definita la capacitàrecettiva massima, ma per nessuna è dispostoil divieto di accorpamento. Si va così dalle 5Comunità socio educative riabilitative(recettività massima 10 posti) accorpate aLoreto, presso L’Istituto Divina Provvidenza, alle7 strutture, per 118 posti, accorpate aMontegrimano (PS), presso Serenity House, oalle 6 per 132 posti (autorizzati) di Abitare IlTempo a Loreto. Si potrebbero fare altri esem-pi.

Sempre in tema di programmazione - ma sitratta di altra questione - ci si potrebbe chie-dere come sia possibile per alcune struttureaver determinato la tariffa (vedi centro diurnidisabili legge 20-00), senza avere definito lo

standard assistenziale.Pertanto, anche nel caso in cui è stata defi-

nita la capacità recettiva, il divieto diaccorpamento permette di aggirare tale indi-cazione attraverso la contiguità di più modulianche afferenti a diverse aree. Ma qui occor-re ritornare al tema di questa riflessione: ovve-ro se i servizi possono fare a meno delle politi-che. Aspetti economici, organizzativi e cultu-rali si intrecciano.

I programmatori, anche se si tratta di tecnici,si occupano principalmente di compatibilitàeconomica, seppur con qualche strabismo.Nella loro prospettiva gli accorpamenti han-no un duplice vantaggio: riducono i costi epermettono, attraverso la modularità dellarisposta, di far fronte alle diverse mutate con-dizioni della persona. La tendenza che si vapropagando, anche se in modo latente, nonè, dunque, solo quella di aumentare la capa-cità recettiva delle singole strutture, ma an-che di accorpare strutture diverse (per diversecondizioni di bisogno) fino a inglobare diversearee. Ad esempio: il disabile si aggrava einvecchia e dunque è opportuno avere nellastessa struttura non solo “posti” per la disabilità,ma anche per anziani, così da garantire ade-guata risposta al mutato bisogno. Il confine tradisabilità intellettiva e patologia psichiatrica èlabile e dunque avere l’opportunità di averemoduli afferenti alle due tipologie diventa

Da utenti a clienti, ma sempre marginali

Emerge che anche quel circuito virtuoso tra ente pubblico e imprenditoria sociale,sviluppatosi a macchia di leopardo, improntato sull’investimento reciproco finalizzato aprodurre beni per i territori, rischia di venire meno. Forte è la richiesta di assumere unafunzione di controllo, contenimento, centrata sull’ortopedia sociale, assistenziale eprestazionale, con spazi d’azione creativa e responsabilità comunitarie sempre minori.Agli errori e alle insufficienze dell’ente locale si assommano gli errori degli imprenditorisociali che accettano la delega e rinunciano a mettere a fuoco ipotesi credibili dicrescita, qualità, promozione dei diritti.Privilegiando di fatto l’interlocuzione con i “mediatori” dei bisogni - le amministrazionilocali - spesso sono stati dimenticati i cittadini. Relegati fino a ieri nella posizione marginaledi utenti, continuano a esserlo oggi nell’ambiguo nuovo ruolo di clienti del mercato delwelfare. In esso le asimmetrie e le dipendenze determinate dalle condizione di bisognorendono, si sa, particolarmente difficile agire come individui in grado di scegliere sullabase di criteri consapevolmente assunti, soprattutto per chi è più debole e fragile. Eppurela partecipazione degli utenti è inscritta nella storia della cooperazione.

Massimo Campedelli, in Animazione Sociale, n. 263 (maggio 2012)

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APPUNTI 20124GENNAIO-FEBBRAIO 2013

opportuno. E ancora: a più moduli di diversatipologia corrispondono un numero maggioree maggiori tipologie di figure professionali chepossono meglio garantire la risposta ai mutatibisogni. Le esigenze, questo è il punto forte,vengono così garantite e non disattese; sisuperano, con risorse interne, tutte leproblematiche dei “piccoli” servizi che deb-bono continuamente affidarsi a complicaterisorse esterne (visite ambulatoriali, scarsi servi-zi in ADI, ecc….)4.

Sembra legittimo porre alcune obiezioni: cosìsi ritorna a percorre il modello istituzionale;questa prospettiva porta ad allontanare lepersone dai normali contesti di vita, che ven-gono così confinate – date le dimensioni diqueste strutture – ai margini degli ordinari con-testi abitativi; che un vero modello comunita-rio (e qui bisogna essere molto severi rispetto apiccole comunità che assumono in toto ilmodello istituzionale), è radicato nel territorioed è capace di attivare risorse comunitarieche promuovono e sviluppano relazioni equalità di vita, dunque benessere, fattore im-portantissimo in ottica preventiva e di mante-nimento delle autonomie.

Un grande movimento dal basso alcuni de-cenni fa, ha prima delegittimato e poi, sostan-

Per approfondire. Dal sito www.grusol.it

- Marche. La Campagna “Trasparenza e diritti”, http://leamarche.blogspot.it/- Servizi sociosanitari nelle Marche. Gli effetti del mancato governo regionale (IV parte)- Considerazioni sull’Accordo Asur-Abitare il Tempo di Loreto- Campagna “Trasparenza e diritti”. Le motivazioni e gli obiettivi- Marche. Appello per regolamentare i servizi socio sanitari e applicare i Lea- Servizi sociosanitari. Interventi, utenza, standard, oneri- Sul nuovo accordo tra regione Marche e Casa di Cura Villa Jolanda- Un commento ai recenti criteri di definizione del fabbisogno sanitario e sociosanitario nella regione

Marche

zialmente, abolito, le grandi strutture totaliz-zanti. C’è consapevolezza che ora stiamoricreando le condizioni perché rinascano, rin-novate nella forma, ma immutate nella so-stanza? Occorre, inoltre, constatare che noncambiano le motivazioni: migliore garanzia dirisposta ai bisogni (il “tratto” specialistico), cuisi aggiunge il ricatto che aggiungere posti ècondizione per la risposta, mentre posizionimassimaliste riguardo la capacità recettivaservono solo ad impedire la soddisfazione delbisogno.

Tre esempi e tre argomenti. I primi dueevidenziano i danni prodotti dall’incapacitàprogrammatoria che, da un lato permette larealizzazione di servizi assolutamente spropor-zionati per il territorio di riferimento, dall’altronon riesce a definire una offerta declinata suspecifici ambiti di popolazione. Nel terzo casoè in gioco l’idea di servizi e dunque di welfareche si vuole realizzare e proporre. Dunquequale idea e quale sensibilità muove, la crea-zione e lo sviluppo degli interventi. Si può an-che chiamare politica dei servizi che cometale si nutre di scelte e non può accamparepresunte neutralità.

1 Non affrontiamo lo specifico dei servizi domiciliari, di cui cisiamo già occupati con altro approfondimento, vedi: Laprogrammazione perduta. I servizi domiciliari educativi edi aiuto alla persona nelle Marche, in www.grusol.it.

2 La recente dgr 1403 de 1-10-2012, di modifica del numerodei distretti sanitari ha ricondotto quello in oggetto (Mace-rata Feltria), all’interno di quello di Urbino.

3 Sul tema della residenzialità psichiatrica lascia alquantoperplessi il contenuto (Ansa Marche del 17 ottobre) dellamozione dei consiglieri regionali (D’Anna e Ricci) nellaquale si chiede alla regione Marche di “far curare i malatipsichiatrici che si trovano fuori Regione - sarebbero 85 perun costo stimato di 2,8 milioni euro anno - in strutture delleMarche”. Proposta sostenuta dall’associazioneLibera.mente di Fano. Evidentemente non è in discussioneil principio che le persone che hanno necessità di servizi litrovino nel territorio in cui vivono. E dunque che occorre

evitare di far ricoverare le persone a centinaia di km dallapropria residenza (anche quando il ricovero è all’internodella stessa Regione). Ma il punto è un altro: ci sonopersone (con problemi di salute mentale e con disabilità)che vivono da decenni in strutture fuori Regione, in molticasi i legami familiari sono sostanzialmente inesistenti,tanto che se qualcuno avesse chiesto di rientrare, sareb-be già accaduto; sono nati nelle Marche ma la loro vitaè oramai altrove. Chi ci dà il diritto, dopo averli sradicatitanti anni fa, di sradicarli di nuovo? Di decidere per viaamministrativa cosa è bene per loro? Sarebbe dunqueconsigliabile maggior prudenza, anche per evitare si pos-sa insinuare il dubbio che non del bene delle personestiamo parlando ma della necessità di riempire strutture,con posti vuoti, della nostra Regione (nel caso, si trattaevidentemente di altro bene).

4 Tesi, peraltro, molto care ai crescenti e pragmatici impren-ditori profit e non profit.

Note

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APPUNTI 20125GENNAIO-FEBBRAIO 2013

segnalazioni librarie Samuele Animali

Gloria GagliardiniDaniela GiaccagliaSibilla GiaccagliaMaria Elisa Gigli

antropologiaDe Monticelli Roberta, L’ordine del cuore, Garzanti,Milano 2012, pp. 311, Euro 9,90.La vita emotiva ed affettiva sono oggetto di indaginedella filosofia, e si dipano tra concetti quali teoria delsentire e del volere, libero arbitrio. Per ordine del cuore,l’autrice intende “l’ordinamento della sensibilità valorialedi ogni individuo”; nella cornice teorica illustrata, si de-finisce una nuova personalogia, un percorso dell’iden-tità personale che mira alla giustizia morale, tra assiologiapersonale (valori di ciascun individuo) e la base dell’eti-ca comune (norme che valgono per tutti).

carcereAA.VV., Senza dignità, Gruppo Abele, Torino 2012,pp. 272, Euro 15,00.Il nono rapporto sulle condizioni di detenzione in Italiadedica la prima parte agli aspetti principali delle condi-zioni detentive e riserva due sezioni alle riforme annun-ciate dagli ultimi due governi e al confronto con alcunerealtà internazionali. Sono riportate in alcuni capitolianche le iniziative portate avanti da Antigone, l’asso-ciazione impegnata nell’attività di documentazione edi sensibilizzazione attorno alle problematiche cheattanagliano il sistema carcerario italiano.

Fornaro Sotera, Antigone, Carocci, Roma 2012, pp.191, Euro 17,50.Il mito di Antigone continua a porre una serie di questionifondamentali sul rapporto tra potere e giustizia ed ogniepoca e quasi ogni società hanno sviluppato la poten-za simbolica di questa figura in direzioni tra loro moltodiverse. Il libro offre una guida alle principali recezioni inambito europeo, dal teatro antico fino alla psicanalisi eoltre.

chiesaAlbanesi Vinicio, I tre mali della Chiesa in Italia,Ancora, Milano 2012, pp. 175, Euro 16,00.L’autore individua tre motivi della crisi della Chiesaitaliana: il verbalismo - l’abuso di una parola invadenteed umana nella comunicazione della Parola e la scarsacapacità di ascolto - ; estetismo - la mancanza disemplicità ed essenzialità nei rapporti all’interno e con ilmondo globalizzato; - il moralismo che impone atteg-giamenti che esprimono esteriormente virtù evangeli-che ma sono contraddetti nella pratica. Riflettere perrinnovare.

Beltotto Giampiero, Silenzio amico, Marsilio, Venezia2012, pp. 267, Euro 16,50.Intervistando un gruppo di monache che vivono in unmonastero e hanno fatto la scelta della clausura, l’auto-re ci fa scoprire il valore di questa condivisione di silenzioed isolamento, dove queste donne stanno percorrendo“il circuito di Amore che porta all’Assoluto”. Con esempie trascrizioni raccontano come questa scelta si collocanelle trame del presente globalizzato e digitale e comela tecnologia può diventare strumento di dialogo e

preghiera.

Curtaz Paolo, Sul dolore, San Paolo, Torino 2011, pp.244, Euro 15,00.Il saggio partendo da una riflessione sulla sofferenzainterroga la Parola di Dio, senza voler dare una rispostaesaustiva che la Bibbia stessa non offre. L’autore riportavicende personali e di altre persone segnate dal dolorecon il desiderio di seguire le poche tracce di luce cheemergono dalla riflessione biblica e dall’esperienza dichi è passato attraverso la sofferenza riuscendo a scor-gere una prospettiva di speranza.

Naso Paolo, Salvarani Brunetto (a cura di), Uncantiere senza progetto, Emi, Bologna 2012, pp. 368,Euro 18,00.Il secondo rapporto sull’Italia delle religioni fotografa ilpluralismo religioso presente attualmente nel nostroPaese, che “che ci mostra gli uni agli altri senza permet-tere l’interazione”. Gli autori, dopo aver descritto abil-mente che ci troviamo in mezzo ad un cantiere di fedisenza un progetto chiaro, confermano l’importanza diun riconoscimento dei diritti delle comunità di fede.

Widmann Claudio, F come fiducia, Cittadella, Assisi2012, pp. 119, Euro 11,00.La diffidenza serve ad eludere l’incertezza mediante ilsospetto e la distanza, mentre la fiducia persegue lasicurezza attraverso la coesione e la vicinanza. In ognipersona questi due atteggiamenti si combinano in variomodo, e non potendo contare soltanto su sé stessi persopravvivere, è normale esporsi alla relazione con glialtri. Il libro fa parte della collana “Alfabeti per le emo-zioni” e mantiene un formato pratico ed un linguaggiocolloquiale.

Zanzucchi Michele, Il silenzio e la parola. La luce,Citta’ Nuova, Roma 2012, pp. 183, Euro 14,00.Gli autori partendo dalla descrizione della crisi che imass media stanno attraversando passano ad indicarealcune linee-guida innovative delle scienze della comu-nicazione, rintracciando nel rapporto tra silenzio e paro-la, capace di produrre luce, una chiave di lettura delprocesso comunicativo e una proposta per chi si occu-pa e per chi si occuperà dei mass media.

Zelinskij Vladimir, Il bambino alle soglie del Regno,Effata’, Cantalupa 2012, pp. 173, Euro 12,50.La proposta del libro è di entrare a far parte del popoloBambino, un ritorno al mondo dell’infanzia per riscoprireil valore e il significato del “bambino evangelico”. Unateofania dell’infanzia che guida la ricerca del bambino,custodito all’interno del nostro io, come passaggio ne-cessario di purificazione per riscoprire la Parola ed aprirsiad ascetica tensione verso il Regno di Dio.

drogaColetti Maurizio, Grosso Leopoldo, La comunitàterapeutica per persone tossicodipendenti, GruppoAbele, Torino 2011, pp. 454, Euro 20,00.Un libro sulle comunità terapeutiche. Raccolta, identifi-cazione e rispetto per le eredità del passato; innovazio-

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ne, valutazione degli esiti e del processo; qualificazionee riqualificazione degli operatori delle comunitàterapeutiche modificate e moderne: sono sfide attuali,complesse e affascinanti presentate dagli autori in que-sto volume.

economiaBerselli Edmondo, L’economia giusta, Einaudi, Torino2012, pp. 85, Euro 7,00.Il libro, in tempi di crisi globale, va alla ricerca di stradeche possano portare verso “un’economia giusta”.Ripercorrendo in maniera critica i contributi teorici, leesperienze politiche e di governo più significative dal-l’Ottocento fino ad oggi, l’autore non nasconde ledifficoltà e non rinuncia e sperare; a suo avviso lasperanza abbisogna di una revisione radicale delleaspettative di ciascuno.

Legrenzi Paolo, I soldi in testa, Laterza & Figli, Roma2011, pp. 147, Euro 15,00.L’autore invita a prendere confidenza con l’economiae a diventare capaci di gestire gli aspetti economicidella vita quotidiana. Un buon modo per farlo, a suoavviso, è applicare la psicologia alle scelte finanziarieed economiche. Tre temi vengono descritti per com-prendere appieno: l’educazione di bambini e adole-scenti, i modi più comuni di investire i risparmi, il denarocome passione sensata e insensata, e come premio peril nostro lavoro.

Sedlacek Tomas, L’economia del bene e del male,Garzanti, Milano 2012, pp. 442, Euro 25,00.L’attuale crisi economica costringe a ripensare il nostrorapporto con il denaro, in una società nominata dalprincipio dell’avidità e dell’arricchimento a qualunquecosto, dove la speculazione finanziaria produceincontrollabili effetti perversi. L’autore dopo un’analisisullo squilibrio tra ricchezza e povertà arriva alla conclu-sione che è importante riportare in primo piano il fattoreumano, il senso della giustizia e il valore della solidarietà.

educazioneAA.VV., La comprensione: aspetti cognitivi,metacognitivi ed emotivi, Angeli, Milano 2011, pp.221, Euro 26,50.Il testo presenta un’analisi delle componenti cognitiveed emotive della comprensione; attraverso una riflessio-ne metacognitiva è possibile infatti indagare le dimen-sioni emotivo-motivazionali dell’apprendimento, essen-ziali per fornire agli insegnanti competenze per gestirele proprie emozioni e le relazioni educative con la clas-se. Dopo una parte teorica, vengono descritti i risultati dialcune ricerche condotte su esperienze internazionalirealizzate a scuola.

Fragassi Armando, Didattica creativa e sviluppoolistico della personalità, Junior, Azzano San Paolo2010, pp. 172, Euro 24,00.Il testo presenta modelli teorici e metodologie per pro-grammare strategie didattiche creative. La prima parteillustra i contributi della pedagogia artistica e descrive ledinamiche di apprendimento e della stimolazionecreativa. Nella seconda vengono delineati suggerimentiper la pianificazione di interventi didattici creativi, sianelle attività curriculari, che in quelle extradidattiche-

adatte anche alle esigenze di alunni con bisogni educa-tivi speciali.

Reistano Rosanna (a cura di), Il mondo a scuola: unadinamica di incontri, Junior, Azzano San Paolo 2012,pp. 124, Euro 14,00.Il libro descrive il progetto di ricerca avviato nell’a.s.2006/2007 “Il mondo a scuola”, che la FederazioneItaliana Scuole Materne di Bologna ha realizzato incollaborazione con l’Università degli Studi di Verona alfine di conoscere i bisogni educativi dei bambini di altreculture. Infine vengono riportati alcuni percorsi di didat-tica assistita svolti da alcune scuole negli a.s. 2008/2010.

Sabetta Antonio, Passione educativa, Citta’ Nuova,Roma 2012, pp. 391, Euro 28,00.Il libro raccoglie un’antologia di testi selezionati dadocenti universitari di teologia e filosofia da proporrenelle scuole superiori per affrontare il problema del-l’emergenza educativa sollevato da Benedetto XVI. Itesti sono suddivisi per periodo storico, dall’antichitàcristiana al Novecento filosofico-teologico, e arricchitida schede introduttive. Lo scopo è riaccendere l’inte-resse nell’esercizio del pensare e nella ricerca di veritàche hanno caratterizzato i grandi pensatori.

Sorzio Paolo (a cura di), Apprendimento e istituzionieducative, Carocci, Roma 2011, pp. 253, Euro 23,00.Analizzando le diverse componenti dei processi di ap-prendimento (inteso come maturazione biologica,acquisizione di simboli culturali e autonomia personale)viene ripensato il ruolo della scolarizzazione e dell’istru-zione, mettendolo in dialogo anche con le altre risorseeducative. Sono poi analizzati in tale prospettiva i per-corsi della scuola dell’infanzia ed elementare, le prati-che interculturali e gli strumenti di valutazione.

famigliaCampani Giovanna, Madri sole, Rosenberg & Sellier,Torino 2012, pp. 188, Euro 18,00.Il testo analizza la trasformazione storica del fenomenodelle madri sole: dall’antichità romana fino a i giorninostri. Nella seconda parte gli interventi focalizzano lemetamorfosi delle famiglia oggi, dalla messa in discus-sione del matrimonio al riconoscimento delle unioniomosessuali; vengono analizzate statistiche, interventilegislativi e stigmatizzazione sociale dellamonogenitorialità femminile, evidenziando i rischi dipovertà e la necessità di adeguate politiche dei servizisociali.

Deliesse Marie, Più forte della violenza, Paoline,Milano 2012, pp. 215, Euro 17,50.L’autrice del libro, soffre sin dalla nascita della sindromedi Little, che gli provoca difficoltà nella coordinazionedei movimenti; una condizione di handicap che nonviene accettata dalla madre, che la maltratta fisica-mente e moralmente. Sfugge dalla famiglia sposandoun uomo violento, e continuando ad avere gravi proble-mi di salute; ma nonostante tutto, trova la forza perriscoprirsi una donna libera, che ha saputo donare aisuoi figli l’amore negato.

Quaia Luciana, Intime erranze, Nodo Libri, Como2012, pp. 209, Euro 20,00.Una sorta di testimonianza autobiografica, di autoverificadella azioni compiute e una revisione dei saperi teorici

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accumulati. L’autrice descrive come nel corso di sedicianni sia modificata la sua conduzione di gruppi di reci-proco aiuto costituiti da familiari impegnati nella cura diun malato di Alzheimer, non partendo dalla descrizionedel gruppo di auto mutuo aiuto nelle sue forme etipologie, ma soffermandosi su un modello in particola-re.

giovaniCasadei Jacopo, Educare al successo, LaMeridiana, Molfetta 2012, pp. 148, Euro 16,00.L’autore propone alle famiglie di diventare una palestraeducativa, uno spazio libero in cui si allenano sono sia igenitori che i ragazzi, dove si può imparare che l’obiet-tivo delle vita è il movimento creativo, il saper usciredalla propria zona di comfort per mettere a frutto i propritalenti. Utile sarebbe che una parte dell’allenamentoavvenisse anche tra i figli e la scuola.

Mariani Vittore, Adolescenti maneggiare con cura,Ancora, Milano 2012, pp. 103, Euro 12,50.Proprio come oggetti preziosi, fragili e pericolosi, anchegli adolescenti devono essere trattati con particolarecura; lo sanno bene i genitori. L’autore del libro ha quindiproposto, alcuni consigli per promuovere una relazioneeducativa serena e competente, attraverso una rifles-sione pedagogica attenta alle esigenze peculiari degliadolescenti che si traduce in indicazioni chiare pereducare in famiglia.

handicapBaldi Pier Luigi, Educare al ragionamento, Erickson,Gardolo 2012, pp. 183, Euro 19,00.Il testo propone attività di stimolazione cognitiva e dellecapacità di ragionamento delle persone con disabilitàintellettiva medio e lieve. Le 115 schede (ispirate alleteorie di Sternberg) costituiscono un programma di stru-menti (presentati con disegni) di sviluppo delle capaci-tà di pensiero: relazioni funzionali tra oggetti, pensieroanalogico, classificazione, completamenti di serie, ri-cerca della causa, conoscenza di un oggetto, significa-to di una parola, situazioni nuove.

Buffone Giuseppe, Volontaria giurisdizione: tutela deisoggetti deboli, Giuffre’, Milano 2012, pp. 112, Euro15,00.Il volume illustra in particolare l’istituto dell’amministra-zione di sostegno, utilizzando un ricco apparato di esem-pi, tavole sinottiche, schemi, chiarimenti mirati. Dopo unexcursus sulle questioni sostanziali e sui caratterimorfologici, si occupa della procedura per l’aperturadell’ads, dei soggetti ai quali può essere applicata, delrapporto l’ads con l’interdizione e l’inabilitazione. I capi-toli finali sono dedicati alla rappresentanza e tutela delminore.

Gencarelli Nicola, Ausili fai da te, Erickson, Gardolo2012, pp. 152, Euro 18,50.Questa pubblicazione raccoglie la documentazione, leriflessioni e le proposte nate dal progetto Ausili creativi,coordinato da Andrea Canevaro e da un gruppo dieducatori e collaboratori del Servizio per gli StudentiDisabili e Dislessici dell’Università di Bologna. L’ideazionedi un centro ausili volto a promuovere un approcciocreativo e cooperativo rispetto alla scelta, all’adatta-

mento e alla fabbricazione di mediatori per la disabilità.

Gioncada Massimiliano, Trebeschi F., Mirri P.A., Lerette nei servizi per persone con disabilità e anziane,Maggioli, Santarcangelo Di Romagna 2011, pp. 417,Euro 42,00.Uno sguardo di insieme sulla normativa riguardante leprestazioni sanitarie, sociali e sociosanitarie che preve-dono servizi residenziali diurni e domiciliari a favore dellepersone disabili e anziane: la questione sull’attribuzionedella trattazione delle cause relative ai servizi e ai rim-borsi per le spese anticipate; l’offerta, la questione dellacompartecipazione degli utenti. In ultimo, un’analisidella legislazione di alcune regioni: Lombardia, Tosca-na, Sardegna, Friuli Venezia Giulia e Piemonte.

Ianes D., Cisotto L., Galvan N., Disgrafia edisortografia, Erickson, Gardolo 2011, pp. 142, Euro22,00.Il libro descrive due disturbi specifici della scrittura: ladisortografia, caratterizzata da deficit di cifratura, e ladisgrafia, caratterizzata da un deficit di realizzazionegrafica. Partie“colare attenzione viene rivoltaall’individuazione precoce di tali difficoltà. Il testo ac-compagna il lettore in un percorso integrato, risponden-do al bisogno di acquisire maggiori conoscenze e spuntioperativi attraverso la visione dei filmati contenuti nelDVD e dei materiali presenti nel CD-ROM.

Ianes Dario, Le migliori risposte operative su ... lettura,Erickson, Gardolo 2012, pp. 174, Euro 11,00.Gli interventi proposti dall’autore intendono offrire spuntiteorici e attività pratiche, applicabili sia nella scuolaprimaria che in quella secondaria, al fine di sviluppare leabilità fonologiche e meta-fonologiche, stimolare lamotivazione alla lettura, favorire una corretta compren-sione del testo e sostenere gli alunni con difficoltà dilettura e di dislessia.

Ianes Dario (a cura di), Le migliori proposte operativesu ... strategie di insegnamento/apprendimento,Erickson, Gardolo 2012, pp. 210, Euro 11,00.Il volume, con le sue 10 raccolte di buoni articoli, intendeaccompagnare il lettore a volgersi verso una didatticainclusiva per tutti gli alunni con o senza difficoltà diapprendimento. Si passa dalle tecniche di facilitazionedel materiale didattico alle strategie per sviluppare leabilità visive, cognitive e di linguaggio, dalle indicazioniper la gestione delle difficoltà relazionali alle pratiche dididattica inclusiva.

Paolini Marco, Ausmerzen, Einaudi, Torino 2012, pp.176, Euro 12,00.Il libro propone la rielaborazione del racconto televisivoomonimo di Marco Paolini, con una parte conclusivadal titolo “Luogo per sanare e curare”, curata dal fratel-lo Mario. A partire dalla ricostruzione dello sterminio deidisabili e dei malati di mente sotto il nazismo, noto comeAktion T4, una riflessione su come le società gestisconole diversità: estirpando, sradicando, sopprimendo. Comeè stato possibile? Una domanda che deve interrogareogni persona.

Pigliacampo Renato, Lettera ad una pedagogista,Armando, Roma 2012, pp. 108, Euro 10,00.Una lettera che l’autore, sordo, scrive rivolgendosi aduna logopedista, “sull’istruzione e la riabilitazione allaparola vocale dei bambini sordi gravi e con problemi di

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ascolto”. Gli udenti si impegnano con tenacia per istru-ire i bambini sordi a produrre linguaggio verbale eparlare esclusivamente a voce, scegliendo per loro - isordi -, che invece chiedono di essere loro stessi, comu-nicando con le mani, con lo sguardo, con gli occhi, conle espressioni.

Vianello Renzo, Potenziali di sviluppo e diapprendimento nelle disabilità intellettive, Erickson,Gardolo 2012, pp. 133, Euro 17,00.L’autore condensa in un solo libro quarant’anni di espe-rienza con allievi con disabilità intellettive. Dopo aversostenuto che i potenziali di apprendimento e di svilup-po degli allievi con disabilità sono ancora ampi emigliorabili, l’autore fornisce proposte di interventi edu-cativi e abilitativi, finalizzate ad incrementare le abilitàmotorie, cognitive, comunicative e sociali dai primi mesidi vita agli anni della scuola secondaria

immigrazioneDubosc Fabrice Olivier, Quel che resta del mondo,Scientifiche Magi, Roma 2011, pp. 211, Euro 18,00.Nel volume la questione del disagio del migrante vieneanalizzata in relazione ad altre tematiche, quali labiopolitica, l’identità, l’esigenza di tornare a miti e narra-zioni per ripensare oltre la contingenza storica e lacontaminazione delle culture. In questo sensol’etnopsichiatria, attraverso la narrazione dei pazienti,tenta di ricostruire anche “il capitale simbolico” e lacapacità immaginale dei pazienti, in un ascolto cheriscopre anche la dimensione rituale e poetico - religio-sa.

internazionaleBadaracchi Laura, Nate invisibili, Paoline, Milano2012, pp. 136, Euro 13,50.Il volume intende approfondire alcune tematiche diattualità al femminile che spesso riempiono le cronacheper poi cadere nell’oblio, una volta spenti i riflettori. Inalcune zone del mondo bambine, adolescenti e donneappaiono invisibili. L’autrice intende dar voce e volto adalcune di queste storie affinché non rimangano solonumeri e statistiche. Perché la “conta” dei femminicidi,dei matrimoni forzati, delle bambine soldato venganocondivise.

Branca Paolo, De Poli Barbara, Islam, Emi, Bologna2012, pp. 158, Euro 12,00.Il volume delinea confini, caratteristiche, storia, signifi-cato culturale, politico, storico del mondo islamico; losguardo non è solo all’interno, ma anche all’esterno,verso il resto del globo, per comprenderne dinamiche evivacità. Oltre ad un’analisi delle diverse matricidell’Islam, del ruolo della donna, i legami con il terrori-smo, ci si sofferma sui cambiamenti attuali, tra tradizionee modernismo, come la realtà mediatica dei paesiislamici, il fenomeno del blogging in rete.

Imarisio Marco, La ferita, Feltrinelli, Milano 2011, pp.190, Euro 14,00.L’autore rilegge la storia del movimento no global italia-no nell’ultimo decennio, mettendo a confronto la situa-zione precedente agli avvenimenti di Genova del 2001- che ne segnano un punto di arresto - , con quella deglianni successivi. Appare evidente coma la ferita di Ge-nova ha offuscato le ragioni del movimento fino causar-

ne la dispersione, aprendo una nuova pagina nellastoria dei no global.

Picardo Sara, Net@work, Ediesse, Roma 2011, pp.187, Euro 10,00.Il testo descrive alcuni esempi di utilizzo della rete perpromuovere informazione e solidarietà, ricercare giusti-zia e verità, veicolare battaglie sindacali e movimenti dicontestazione sociale. Così ad esempio il blog creato sulcaso di Federico Aldovrandi, il No Berlusconi Day pro-mosso tramite facebook, e il caso di molti blogger chein paesi dove si fanno portavoci del desiderio di libertàe di fare rete.

Rigaux Francois, I diritti dei popoli e la carta di Algeri,Gruppo Abele, Torino 2012, pp. 190, Euro 14,00.La Carta dei Popoli di Algeri è un documento scritto daintellettuali ed esperti (1976); stabilisce tra l’altro, cheogni popolo ha diritto ad un governo che rappresentitutti i cittadini senza distinzione di razza, sesso, opinioneo colore...Il volume ricostruisce la storia e l’evoluzionedel diritto dei popoli e della protezione internazionale,facendo il punto sull’attualità della carta di Algeri e delTribunale di opinione, che esamina e fornisce sentenzesu violazioni dei diritti umani internazionali.

lavoroCamusso Susanna, Il lavoro perduto, Laterza & Figli,Roma 2012, pp. 148, Euro 12,00.Il libro affronta il tema del “lavoro perduto”: non soltantodi quello che viene a mancare ma delle prospettive diimpiego e di carriera che già prima della crisi avevanocominciato a disfarsi. Occorre più lavoro, occorre ridarevalore al lavoro perché senza lavoro anche il benessere,i progetti e le scelte delle persone vengono messi indiscussione. Aver cura del lavoro porta secondo l’autri-ce ad aver cura dell’intero paese.

minoriBrusa Antonio, Piccole storie 1, La Meridiana,Molfetta 2012, pp. 174, Euro 18,00.Il volume raccoglie racconti di preistoria per i bambinidella primaria e della scuola dell’infanzia e otto giochi,ciascuno dedicato ad una precisa questione storica.Segue un capitolo interamente dedicato alla didatticacollaborativa, in cui l’autore esprime come inventare igiochi risulti lo strumento migliore per imparare ad usarliin classi, da qui l’auspicio a scambiarseli.

Patrizi Patrizia (a cura di), Manuale di psicologiagiuridica minorile, Carocci, Roma 2012, pp. 332, Euro25,00.Il manuale affronta in primo luogo la definizione e ilprofilo della psicologia giuridica minorile in rapportoall’ambito disciplinare, gli itinerari della sua interazionecon il diritto, il suo contributo di conoscenza, la conce-zione della persona minorenne presente nella norma enella giustizia, le opzioni paradigmatiche, metodi e areedi ricerca. Segue un’analisi approfondita delle famigliein difficoltà, le questioni di maltrattamento e abuso e ifenomeni di devianza giovanile.

Presenti Rosangela (a cura di), Incontrare il bambinogiocando, Junior, Azzano San Paolo 2012, pp. 198,Euro 28,00.In apertura dei lavori del quarto seminario di studio in

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APPUNTI 20129GENNAIO-FEBBRAIO 2013

Lavarone “Incontrare il bambino giocando”, il dottorMartucci M. presentò ai colleghi partecipanti la riprodu-zione dei “giocattoli” o “giochi” che la terapeuta MelanieKlein utilizzava nelle sue analisi con i bambini. Semplicioggetti, di dimensioni molto piccole, carichi per glioperatori di infinite valenze evocative, a partire daiquali è nata l’idea di queste note sul gioco in terapiainfantile.

Valera Anna, Penati Carla, Il teatro bambino, LaMeridiana, Molfetta 2012, pp. 126, Euro 14,00.Le maestre Anna Valera e Carla Penati nella scuola diConcorezzo da oltre trent’anni hanno introdotto la pra-tica del teatro, linguaggio che assume oggi un valorealtamente educativo di fronte alla sempre più diffusapassività televisiva dei bambini. Il teatro non mira aformare bambini attori ma ad usare il linguaggio teatra-le per raccontare se stessi, la propria realtà e i propridesideri.

omosessualitàGraglia Margherita, Omofobia, Carocci, Roma 2012,pp. 286, Euro 27,00.Perché l’atteggiamento omosessuale è stigmatizzato?A questa e a molte altre domande il libro risponde conuna cornice concettuale che in inquadra le motivazionipsicosociali del fenomeno, e le rappresentazioni cultu-rali (con una prospettiva storico-diacronica). Vengonopoi proposte interventi per prevenire l’omonegatività epromuovere la piena inclusione della persona LGBT infamiglia, a lavoro, nei luoghi di cura. Infine un approfon-dimento sull’omosessualità nella Chiesa.

Guaiana Yuri (a cura di), Dal cuore delle coppie alcuore del diritto, Stampa Alternativa, Viterbo 2011,pp. 154, Euro 12,00.Il libro, centrato sugli atti dell’udienza che si è tenuta il 23marzo 2010 presso la Corte Costituzionale, vuole portarea conoscenza il significato politico di Affermazione Civi-le: il diritto al matrimonio civile come principio di ugua-glianza per le persone omosessuali. Per la prima voltaun’istituzione italiana ha riconosciuto la dignità costitu-zionale delle coppie dello stesso sesso invitando il Parla-mento ad emanare una legge di carattere generaleper la tutela delle stesse.

paceAmari Giuseppe, Vinci Anna (a cura di), Le notti dellademocrazia, Ediesse, Roma 2012, pp. 293, Euro 18,00.L’impegno di due donne, Tina Anselmi e Aung San SuuKyi in tempi, luoghi e con modi diversi, per la libertà deipropri paesi. La prima - partigiana e politico italiana-impegnata nella scoperta della verità dei fatti della P2,l’altra, birmana, lotta per il riconoscimento dei dirittiumani nel suo paese. Simboli della lotta al potere corrot-to, le loro storie si intrecciano ad anni di violenza, dicolpevoli mascheramenti, che loro hanno contribuito acombattere.

Balibar Etienne, Cittadinanza, Bollati Boringhieri,Torino 2012, pp. 178, Euro 9,00.“Cittadinanza e democrazia sono due nozioniindissociabili, ma che si rivela difficile mantenere in unrapporto di perfetta reciprocità”: il saggio, con richiamipolitici, sociologici ed antropologici, descrive origine,

motivazione e dinamiche del processo di esclusione edinclusione nelle istituzioni della cittadinanza moderne,fino a proporre una riflessione sul concetto di“democratizzazione della democrazia”: educare i cit-tadini, per promuovere uguaglianza, diritti e libertà.

Capovilla Nandino, Tusset Betta, Voglia di normalità,Paoline, Milano 2012, pp. 117, Euro 18,00.“La casa per i palestinesi sotto occupazione militarerappresenta . . .il luogo simbolo della voglia di riscatto edi normalità”; partendo da questa constatazione, nellibro la storia dei villaggi sotto assedio tra Gaza e Israele(nei paesi occupati), viene raccontata a partire dall’in-contro degli abitanti nella loro quotidianità. Qui i prota-gonisti raccontano le loro storie di resistenza nonviolenta,di voglia di futuro, di voglia di una casa.

Colizzi Francesco, Eutopia, La Meridiana, Molfetta2012, pp. 127, Euro 15,00.Ritrovare una feconda linea di lettura della complessarealtà del mondo di oggi a partire dai molteplici “ultimi”,questo è il tenace percorso che l’autore ha intrapresocon grande passione e con la ragionevole speranzache sia possibile trasformarla. La bellezza e la felicitàpossono, anzi devono essere ritrovate nell’agire socialepurché non si rinunci a confrontarsi con la sofferenza el’emarginazione. Il luogo di questo possibile incontro èsecondo l’autore l’eutopia.

Consenti Stefania, Il futuro della memoria, Paoline,Milano 2011, pp. 138, Euro 11,50.Il testo raccoglie delle interviste ad alcuni testimoniancora in vita della Shoah; riflessioni sul fare memoriache spiegano in che modo la testimonianza dei soprav-vissuti può diventare esperienza di vita. a ed educazio-ne alla tolleranza e prevenzione della violenza. Oltreche a ripercorrere gli anni di questi incontri di testimonia-ne (le domande fatte, i contesti, le difficoltà, le soddisfa-zioni…) i protagonisti si interrogano sul futuro, quandonon ci saranno più a raccontare.

Mancini Roberto, Esistere nascendo, Cittadella, Assisi2012, pp. 294, Euro 21,80.Il saggio propone una lettura guidata del pensiero dellafilosofa spagnola Maria Zambrano, inserendolo nel piùampio dibattito fi losofico del Novecento, edevidenziando il contributo della sua riflessione. In parti-colare, la sua visione antropologica, che a partire dallaconstatazione dolorosa dell’esilio e del delirio, si apre alsogno e alla promessa verso tutti e verso la verità; unafilosofia maieutica che tanto potrebbe insegnare allasocietà attuale imbevuta di angoscia.

Margalit Avishai, Sporchi compromessi, Il Mulino,Bologna 2011, pp. 213, Euro 16,00.Nel volume viene descritta l’arte del compromessocome una grande virtù politica, se esercitata per realiz-zare la pace e il bene comune, e la presenza di limitimorali oltre i quali diviene inaccettabile spingersi. Daqui, l’autore mette a confronto due visioni: una econo-mica per la quale non esistono beni che non sianoscambiabili, l’altra etica e religiosa che considera certetransazioni un tabù assoluto.

Roberto Mancini, Dalla disperazione allamisericordia, Dehoniane, Bologna 2012, pp. 107, Euro11,50.L’autore propone una riflessione articolata dal fondo di

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APPUNTI 20130GENNAIO-FEBBRAIO 2013

una condizione di crisi vissuta dal nostro Paese e in vistadi una guarigione, di un cambiamento che abbia lanatura della conversione. L’esigenza di uno “specchiomaieutico” offerto dalla misericordia, che non è solovirtù di benevolenza, ma strumento di liberazione ingrado di fare emergere le istanze della giustizia e larealtà della comunione, convertendo l’infelicità in unafelicità condivisa.

politiche socialiAA.VV., Rapporto sui diritti globali 2012, Ediesse,Roma 2012, pp. 1290, Euro 35,00.La situazione che emerge dal Rapporto sui diritti globali2012 è problematica e foriera di dinamiche negative siain Italia che in Europa sulle condizioni di vita e di lavoroper milioni di persone. La riconferma e la rimodulazionedei diritti in una prospettiva di crescita competitiva e diriduzione delle disuguaglianze è l’impegno della CGIL(che ha curato il Rapporto insieme all’AssociazioneSocietà Informazione Onlus) nei prossimi mesi.

Folgheraiter Fabio, Il mistero del lavoro sociale,Erickson, Gardolo 2012, pp. 116, Euro 9,00.Il testo ha l’ambizione di andare alla radice del “mistero”che da sempre caratterizza il Lavoro Sociale, vale a direla difficoltà a concettualizzare il senso del lavoro deglioperatoo“ri sociali. La Teoria relazionale è usata comechiave di lettura volta a mettere in risalto le ambiguità equalche limite concettuale dell’attuale definizione, masoprattutto a suggerire spunti utili in vista di possibiliformulazioni alternative.

Mari Angelo (a cura di), La programmazione sociale,Maggioli, Santarcangelo Di Romagna 2012, pp. 282,Euro 27,00.Il volume analizza il tema della programmazione socialepartendo dalla dimensione storica europea ed interna-zionale, passando ai contesti culturali di riferimento del-la governance multilevel, fino ad arrivare ai modelli e aimetodi prevalenti. Sotto il profilo più operativo, vengonoapprofonditi principi, significati, struttura, contenuti, esiti,valutazioni e responsabilità per ogni tipologia di pro-grammazione nazionale, regionale e locale.

Paini Francesca, Sensi Giulio, Tra il dire e il welfare,Altreconomia, Milano 2012, pp. 143, Euro 12,50.Gli autori presentano un’alternativa alla politica deitagli che vede l’unica soluzione alla crisi attuale nellosmantellamento dello stato sociale. Ma come funzionaesattamente oggi il welfare italiano? Il quadro e gli attoridl nostro stato sociale vengono confrontati con esempidi welfare solidale, dove il disimpegno dello stato èsostituito da un sistema più equo e responsabile.

psichiatriaAttenasio Luigi, Di Gennaro Angelo (a cura di), Ilpaziente grave, Armando, Roma 2012, pp. 379, Euro29,00.Viene descritto il progetto formativo “Analisi dei percorsiterapeutici del DSM a partire dalla storia e definizionedei cosiddetti pazienti gravi”. Gli esecutori del progettosono tutti gli operatori del DSM della ASL C di Roma, iquali dovranno mettere a fuoco le caratteristiche, laqualità e le criticità dei percorsi terapeutici e riabilitativimessi a punto nei confronti di utenti che rientrano nel-

l’area psicotica. La verifica di questo lavoro spetta alalcuni importanti esperti.

Levi Gabriel, Lavorare per la salute mentale in etàevolutiva, Armando, Roma 2012, pp. 95, Euro 10,00.Grazie al lavoro svolto dalla Società di neuropsichiatriadell’infanzia e dell’adolescenza e l’Istituto superiore disanità, Istituto G. Bollea, l’istituto di ricovero e cura acarattere scientifico E. Medea e l’Azienda sanitarialocale di Modena, in questi anni, è stato possibile trac-ciare il percorso sulla governance dei flussi di utenza inneuropsichiatria infantile, governance che è stata og-getto della mozione sulla promozione della salute men-tale in età evolutiva presentata al governo.

Tranchina Paolo, Teodori Maria Pia (a cura di),Quarant’anni di fogli di informazione 1972-2012,Centro Di Documentazione, Pistoia 2012, pp. 448,Euro 30,50.A quaranta anni dall’inizio delle pubblicazioni dellastorica rivista Fogli di informazione (nata sulla scia dellalotta all’esclusione manicomiale) questa antologia diinterventi fa il punto sulla situazione attuale dell’applica-zione della legge 180, descrivendo i processi dideistituzionalizzazione, buone teorie e prassi per inter-venti alternativi, recovery, laboratori teatrali, psichiatriademocratica. Uno strumento di documentazione, rifles-sione e sostegno a coloro che lottano contro l’esclusio-ne.

psicologiaBalconi Elisa, Carolei Chiara, L’autobiografia, Xenia,Milano 2011, pp. 126, Euro 6,50.Vengono ricostruiti origine e sviluppo del metodo auto-biografico, analizzando le diverse teorie, approcci ecampi di applicazione (a scuola, nelle carceri, in psico-terapia…). Si spiega il valore del raccontarsi all’altro perriscoprire la propria identità e superare lacerazioni, lediverse forme in cui si realizza (diario, romanzo familiare,memoria collettiva, autoritratto…); infine uno sguardoall’autobiografia nella rete.

Bleger José, Psicoigiene e psicologia istituzionale, LaMeridiana, Molfetta 2011, pp. 342, Euro 40,00.L’autore spiega in che modo la psicoanalisi può essereapplicata agli individui, ai gruppi e alla istituzioni. Ilconcetto di psicoigiene segna il passaggio per lo psico-logo clinico dal campo della malattia e della terapia alcampo della salute della comunità; la psicoanalisi si fapromotrice quindi in un percorso di igiene e salutementale, finalizzato a prevenire il disagio prima chequesto compaia, con progetti preventivi pubblici, coin-volgendo le istituzioni e all’interno delle stesse.

Coriat Elsa, Puoi perdermi?, Et Al. Edizioni, Milano2012, pp. 174, Euro 16,00.Il volume raccoglie alcuni saggi sulla praticapsicoanaliltica con i bambini. Nel trattamento di neona-ti e dei bambini affetti da psicosi e gravi disturbi dellosviluppo, si ha infatti a che fare con una struttura incon-scia in costruzione; la pratica clinica oltre ad averemodelli teorici e tecniche di intervento precisi, non puòprescindere dal lavoro con i genitori (che rappresenta-no l’Altro per i neonati) e di équipe.

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APPUNTI 20131GENNAIO-FEBBRAIO 2013

Fizzotti Eugenio, Psicologia dell’atteggiamentoreligioso, Erickson, Gardolo 2006, pp. 260, Euro 21,00.Vengono descritti evoluzione, modelli e caratteristichedello studio degli atteggiamento e delle manifestazionireligiosi da parte della psicologia. I diversi approccihanno interpretato ruoli e dimensioni della religiosità,descrivendone le espressioni, l’importanza nello svilup-po cognitivo dell’età evolutiva, i processi di formazionedella maturità religiosa. Infine delle riflessioni sui nuovimovimenti religiosi, i legami dell’esperienza religiosacon la psicoterapia.

Grun Anselm, Fare la scelta giusta, San Paolo, Torino2012, pp. 188, Euro 15,00.L’autore fa una riflessione sul tema “decisione e proces-so decisionale”. In ogni momento della quotidianità si èchiamati a decidere se fare questo o quel lavoro, sesposarsi o non sposarsi, se comprare questa o quellacosa. E’ utile analizzare queste decisioni e i modi in cuivengono prese le decisioni grandi e piccole così daessere in armonia con sé stessi.

Job Remo, Cubelli Roberto (a cura di), Psicologia deiprocessi cognitivi, Carocci, Roma 2012, pp. 390, Euro31,00.Dal rapporto tra filosofia e scienze cognitive ai temi dellapercezione visiva, della memoria e del linguaggio; dal-l’attenzione dal nesso tra movimento e azione alla di-mensione sociale dei processi cognitivi; dalle dinami-che del ragionamento deduttivo/induttivo al ruolo delleemozioni: questi sono gli argomenti descritti in manieraanalitica dagli autori.

Lamartina Virgilio, La parabola dei ciechi, Angeli,Milano 2012, pp. 219, Euro 27,00.Prendendo come spunto i modelli teorici e pratici dellateoria della Gestalt, l’autore affronta il tema dellapsicopatologia, analizzando concetti quali il sè, la cre-atività, l’atteggiamento relazionale del sè terapeuticocon termini gestaltici. In particolare viene descritta larelazione tra paziente e terapeuta, una dinamica chepuò essere attraversata solo con occhi di cieco.

Miceli Maria, L’invidia, Il Mulino, Bologna 2012, pp.131, Euro 9,80.Il volume esplora gli aspetti e le funzioni di un’emozionedalla natura multiforme, sempre pronta alla metamor-fosi e al travisamento: l’invidia. In particolare, vienedescritto chi invidia e chi è invidiato, che cosa si tendead invidiare, cosa prova l’invidiato, come questo sidifende dalla propria invidia e come sia possibile supe-rarla. Segue una breve trattazione delle cosiddette“sorelle” dell’invidia: l’ammirazione, l’emulazione e lagelosia.

Miceli Silvana, Gangemi Amelia, Psicologiadell’intelligenza, Laterza & Figli, Roma 2011, pp. 188,Euro 20,00.L’intelligenza (intesa come misurazione delle abilità in-tellettive e delle differenze individuali) è sempre statouno dei campi di indagine della psicologia sin dagliesordi; il testo analizza le diverse teorie che se ne sonooccupate da un punto di vista diacronico,ripercorrendone l’evoluzione e mettendole aconaz“fronto. Vengono inoltre descritti i recenti sviluppi:la ricerca del gene dell’intelligenza, l’intelligenza artifi-ciale e il potenziamento, le interazioni con la creatività.

Schellenbaum Peter, La ferita dei non amati, Red,Milano 2012, pp. 205, Euro 9,50.La carenza di amore provoca una ferita narcisista chespesso si cela dietro contorte maschere e vie di uscita,perché troppo dolorosa da affiorare in modo consape-vole. Il libro svela queste forme di occultamento, lesmaschera, al fine di indicare il percorso per liberarsene,che passa per quattro fasi terapeutiche: non amato,comprendere, sentire, liberare. Quella illustrata è una“psicoenergetica dell’amore”, una rivitalizzazione checomincia con la riscoperta dell’amore di sé.

Widmann Claudio (a cura di), Simbolo o sintomo,Scientifiche Magi, Roma 2012, pp. 244, Euro 24,00.Simbolo e sintomo veicolano contenuti analoghi (colle-gano conscio ed inconscio); ma mentre il primo è espres-sione di ciò che non è immediatamente presente sulpiano della realtà e collegamento con il mistero dellavita, il secondo è perdita di senso. Il testo analizza laquestione sintomo-simbolo nelle teorie della psicologiadel profondo, i possibili percorsi clinici per favorire tra-sformazioni e la crescita della psiche dei pazienti e perrestituire il senso alla loro esistenza.

sanitàAA.VV., Il sistema sanitario in controluce, Angeli,Milano 2012, pp. 206, Euro 25,00.Il rapporto, curato dalla Fondazione Farmafactoring,delinea una fotografia della sanità italiana, presentan-do e interpretando dati riguardanti aspetti finanziari,gestionali, al fine di fare il punto e proporre scenari dimiglioramento. Questi gli argomenti principali affrontati:spesa sanitaria e vincoli di finanza pubblica, caratteristi-che dell’offerta e della domanda, le disparità regionaliin termini di spesa e prestazioni…..

Conticelli Martina, Privato e pubblico nel serviziosanitario, Giuffre’, Milano 2012, pp. 271, Euro 28,00.Il servizio sanitario nazionale consente soluzioni differen-ziate nell’organizzazione e nella gestione delle risorse,ma la scelta tra pubblico e privato si riflette sulle garan-zie a tutela della salute. Nell’analisi del regime giuridicodelle prestazioni sanitarie, l’opera dà conto di una dia-lettica che richiede di trovare punti di equilibrio attraver-so i quali, nell’integrazione tra pubblico e privato, sipossa salvaguardare la piena tutela della salute oltreche assicurare il contenimento della spesa.

Lorenzo Lorusso, Lucci Bruno, Sironi Vittorio A., Allaricerca dei segni perduti, Carocci, Roma 2011, pp.148, Euro 19,00.Gli autori hanno cercato di descrivere brevementealcune tappe dello sviluppo storico della semeioticaneurologica, partendo con un saggio sulla nascita dellaclinica. Successivamente si sono soffermati a descrive-re: il martelletto, un oggetto indispensabile per eseguireuna manovra fondamentale della diagnostica neurolo-gica, quale l’evocazione del riflesso, e la cinematogra-fia, utile per approfondire alcuni aspetti semeiologici.

Martinelli Kohler Barbara, Mamma, quando tiricrescono i capelli?, Cartman, Torino 2012, pp. 222,Euro 14,00.L’autrice descrivere il tumore al seno contro cui hadovuto combattere riportando tutte le e-mail inviatealle amiche durante la malattia. In questo modo l’autri-

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APPUNTI 20132GENNAIO-FEBBRAIO 2013

ce ha voluto dare un contributo positivo a tutti coloroche hanno avuto a che fare in passato con la stessacondizione o la stanno vivendo attualmente o chehanno parenti coinvolti, ma anche chi semplicementevuol conoscere un’altra esperienza su una malattiacome il tumore al seno.

societàGava Giacomo Mario, Neuroscienze e neuroetica,Cleup, Padova 2012, pp. 178, Euro 15,00.A partire da un excursus dei percorsi di trasformazionedell’etica occidentale e dello sviluppo degli studi edelle ricerche delle neuroscienze, nel saggio vienecontestualizzata e spiegata la nascita del concetto dineuroetica, di cui sono quindi analizzati i diversi campi diricerca e di studio, gli obiettivi, l’applicabilità in settoriquali l’educazione e la giustizia.

Giaccardi Chiara, In comunicazione interculturalenell’era digitale, Il Mulino, Bologna 2012, pp. 329, Euro25,00.Questa seconda edizione del volume testimonia la per-manenza della questione dell’intercultura nel dibattitocontemporaneo, come riflesso della sua centralità nellavita sociale, culturale, politica ed economica dellacontemporaneità globalizzata. L’autrice offre una seriedi strumenti utili per la comprensione e la gestione difattori che possono ostacolare o favorire il dialogointerculturale collocandoli nella cornice della più am-pia questione del rapporto tra culture del mondo globa-le.

Maggi Lidia, Zoja Luigi, Amare oggi, Il Margine, Trento2012, pp. 62, Euro 7,00.Gli autori riflettono sul concetto di “amare oggi” perchésentono che ci sono delle difficoltà all’interno dellasocietà che hanno bisogno di essere affrontate. Il gestodi amare, un gesto a cui ancora si anela e si vorrebbecredere, sembra perdersi in qualcosa di piccolo e indi-vidualistico, che non raggiunge davvero l’altro e non sifa raggiungere. E’ ancora possibile amare e questo èpossibile iniziando con l’annodare i fili di una storia ecostruendo una storia insieme agli altri.

Marzano Michela, Gli assassini del pensiero, Erickson,Gardolo 2012, pp. 179, Euro 17,80.Forse il fascismo è tornato di moda? Per rispondere aquesta domanda, il saggio, si apre con la rilettura delleriflessioni di Pasolini e Adorno sul ruolo dell’intellettualenella lotta per la difesa dello spirito critico, poi analizzal’ideologia fascista, ricostruendo il modo in cui si è impo-sto. Infine uno sguardo al presente, per leggere edinterpretare indizi che fanno temere che il fascismopossa tornare a minacciare la nostra democrazia.

Parrella Valeria, Lettera di dimissioni, Einaudi, Torino2011, pp. 182, Euro 18,50.A partire dal ricordo della nonna venuta dalla Russia, edall’infanzia nella provincia napoletana, la protagoni-sta Clelia, racconta il suo presente, tra le scene di unteatro dove lavora con soddisfazione e riconoscimenti;

ma, come gli altri personaggi, è costretta a fare scelte diresponsabilità e giustizia. Ecco allora la decisione didimettersi per non scendere a compromessi; un raccon-to individuale, familiare che è anche specchio dellasocietà.

Rapaccini Roberto, Paura dell’Islam, Cittadella, Assisi2012, pp. 142, Euro 13,50.L’autore si propone di parlare di Islam, per far conoscerequesta religione che spesso fa paura e strumentalmentenegli anni è stata associata al terrorismo. Cercando diandare oltre i pregiudizi approfondisce la storia e l’iden-tità delle realtà islamiche, analizza il legame fra islam eil terrorismo e da una lettura diversa degli attentati del 11settembre e del significato di Al Qaeda per l’occidentee per tutto il mondo arabo.

Romano Iolanda, Cosa fare, come fare,Chiarelettere, Milano 2012, pp. 155, Euro 11,00.L’autore del volume si domanda perché in Italia sia cosìdifficile gestire i conflitti con il dialogo, per promuoverel’ascolto e il confronto di posizioni opposte riguardo ascelte strategiche (opere pubbliche, questioni dibioetica…). Per rispondere, prende in esame la questio-ne della Tav e della Val di Susa. Infine la descrizione distrategie di confronto pubblico, quali il consensusbuilding, il dibattito pubblico, la proposta di legge;prendendo esempio da esperienze realizzate all’estero.

Settis Salvatore, Azione popolare, Einaudi, Torino2012, pp. 228, Euro 18,00.Indignarsi non basta. Contro l’indifferenza che uccide lademocrazia, contro l’assolutismo dei mercati e il ricattodel debito pubblico occorre rilanciare l’etica della cit-tadinanza. Serve oggi una forte azione popolare indifesa del bene comune è questo l’auspicio che Salva-tore Settis imprime nel libro. In particolare, occorre recu-perare spirito comunitario, sapere che non vi sono dirittisenza doveri, pensare anche in nome delle generazionifuture.

volontariatoEmmanuelli Xavier, Sulla soglia dell’eternità, SanPaolo, Torino 2011, pp. 142, Euro 12,00.Xavier Emmanuelli, tra i fondatori dell’organizzazioneumanitaria medici senza Frontiere, scrive un testamentospirituale, parlando della morte, incontrata e sfidatatante volte durante le missioni nei paesi più poveri delmondo; e nel ripercorrere la memoria di quei volti e diquei corpi, vittime di guerre, catastrofi, terremoti, hariscoperto la ricchezza e l’unicità della vita di ogni essereumano, quella taciuta e negata dai media, che ora cirestituisce in questa preghiera.

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Novità, In corso di stampa

Gruppo Solidarietà (a cura di), Trasparenza e diritti. Soggetti deboli, politiche e servizi nelle Marche Il cuore di questa nuova pubblicazione trae linfa dal lavoro che sostiene la Campagna regionale “Trasparenza e diritti. Per la regolamentazione dei servizi

sociosanitari e l’applicazione dei LEA nelle Marche”. Si tratta di una Campagna, promossa da 44 organizzazioni della Regione, che negli ultimi mesi ha realizzato un vero e proprio osservatorio sulla situazione regionale riguardante i servizi socio sanitari nelle aree della disabilità, della salute mentale e più in generale della non autosufficienza. Le schede, attraverso l’analisi di convenzioni, accordi, protocolli, scavano nelle pieghe della regolamentazione locale facendo riferimento al quadro normativo regionale e quando necessario a quello nazionale. L’analisi locale e regionale, a partire dalle ricadute che i provvedimenti (assunti oppure omessi) hanno sui beneficiari dei servizi, cerca di individuare le ragioni che stanno alla base delle disuguaglianze nell’offerta,

della negazione delle risposte e della violazione di diritti. Il volume, a partire da un primo contributo che analizza il quadro di riferimento nazionale dei servizi socio sanitari, entra nel merito - attraverso successivi approfondimenti - dei diversi livelli di analisi dei servizi regionali. I due ultimi contributi approfondiscono specifiche problematiche aventi rilevanza nazionale.

Gruppo Solidarietà (a cura di), Persone con disabilità. Percorsi di inclusione, prefazione di Andrea Canevaro, Castelplanio 2012, p. 112, euro 12.00. L’educazione inclusiva vuole innovare riferendosi a un individuo sociale. Innovare perché tutto è cambiato dal trionfo, da una narrazione che ha cancellato la società imponendo l’individuo. Questa narrazione riguarda la scuola (i genitori assediano il

singolo insegnante per essere sicuri che il proprio erede abbia tutto il programma completo e senza ostacoli dati da agenti atmosferici che costringono a stare a casa qualche giorno per neve e ghiaccio, come dovuti alla presenza di chi ha bisogni speciali…), il lavoro (inutile invocare il mondo del lavoro di anni fa. Il lavoro è fatto di contratti individuali che non alimentano solidarietà ma competizioni individuali, progetti individuali, ecc.), i servizi (raggiungere la risposta attraverso amicizie, spettacolarizzazioni della propria condizione attraverso giornali e mezzi televisivi, in un crescendo che va dal giornale locale alla trasmissione televisiva su un canale nazionale…). L’educazione inclusiva deve attingere dal passato, compresa la sua origine dovuta ad un amore ancillare. Ma deve innovare senza nostalgie di un passato

che non tornerà. Ha il dovere di essere appassionata di futuro, incontrando e lavorando con tutti coloro che sono appassionati di futuro. Questo vuol dire progetto. Nel progettare, l’autodeterminazione del singolo sta nell’autodeterminazione dello stesso progetto. L’integrazione, nella prospettiva inclusiva, non vuole conservare nel presente chi ha Bisogni Speciali. Vuole che sia nel futuro comune (Dalla introduzione di Andrea Canevaro).

Contributi di: Andrea Canevaro, Lucio Cottini, Fausto Giancaterina, Alain Goussot, Marisa Faloppa, Giampiero Griffo, Vanna Iori, Vittorio Ondedei , Mario Paolini, Antonio Saccardo.

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