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Management della Management della DistribuzioneDistribuzione
Prof. Giuseppe Calabrese
Facoltà di Facoltà di EconomiaEconomia
Lezione 12Lezione 12
Management della Distribuzione - Prof. Giuseppe Calabrese
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Lezione 14 – Sommario
La gestione finanziaria: elementi caratterizzanti
L’analisi degli equilibri aziendali La gestione del capitale
circolante Le decisioni di investimento
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La gestione finanziaria:elementi caratterizzanti
In termini generali, compito della gestione finanziaria è far fronte all’insieme delle decisioni
e delle operazioni relative al reperimento e all’impiego dei fondi aziendali nel rispetto degli
obiettivi di redditività, di solvibilità e di liquidità ritenuti soddisfacenti dall’organo di governo, nonché delle strategie da questo elaborate
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La gestione finanziaria:elementi caratterizzanti
I caratteri e le specificità dell’impresa commerciale, sia di natura strutturale che in riferimento ai processi da
questa implementati, hanno una notevole influenza sulla gestione delle risorse finanziarie
Il ruolo che queste occupano sia nella fase di start-up che nelle successive fasi di crescita e di
sviluppo assume connotati specifici e peculiari rispetto a quanto accade, da un lato, nelle imprese industriali e, dall’altro, nelle imprese di servizi non
rientranti nella distribuzione
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La gestione finanziaria:elementi caratterizzanti
Possono emergere, inoltre, problematiche finanziarie specifiche in virtù delle diverse “tipologie” di impresa
commerciale, a seconda:
delle categorie merceologiche trattate: alimentare o non alimentare
dell’ambito di operatività: all’ingrosso o al dettaglio
della specifica formula distributiva selezionata e della concreta forma da questa assunta
dell’eventuale appartenenza a sistemi verticali di marketing, come le reti di franchising
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La gestione finanziaria:elementi caratterizzanti
Emerge dunque la necessità di svolgere una corretta analisi della
natura delle problematiche finanziarie che sia
contestualizzata alle specificità dell’impresa commerciale:
Il controllo della dinamica del
capitale circolante
Il controllo della dinamica del
capitale circolante
La corretta gestione dei flussi di cassa
La corretta gestione dei flussi di cassa
La gestione degli
investimenti
La gestione degli
investimenti
La valutazione dell’impresa commerciale
La valutazione dell’impresa commerciale
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L’analisi degli equilibri aziendali
Tale analisi viene condotta attraverso l’elaborazione di margini e indici di bilancio il cui raffronto, temporale e spaziale, permetterà
all’analista di trarre utili indizi circa il raggiungimento e il mantenimento delle
condizioni di equilibrio
In ordine alla valutazione della gestione finanziaria, costituisce un elemento essenziale
l’analisi degli equilibri aziendali
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L’analisi degli equilibri aziendali
Equilibrio patrimoniale-finanziario (tra impieghi e fonti)
Equilibrio economico (tra costi e ricavi)
Equilibrio monetario (tra uscite e entrate)
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La gestione del capitale circolante
Le dinamiche del capitale circolante ricoprono un ruolo di primaria importanza nella gestione finanziaria
dell’impresa commerciale, la quale si trova a fronteggiare la diacronia tra gli incassi e i pagamenti
Il livello di capitale circolante è il risultato delle decisioni di investimento a breve termine, con effetti spesso reversibili, connesse alla gestione corrente dell’impresa e con un impatto più limitato nel tempo
Ciclo dell’attivo Ciclo del passivo
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La gestione del capitale circolante
il capitale circolante in senso finanziario, come differenza tra le attività e le passività correnti, ovvero liquide
o liquidabili nell’arco di 12 mesi
il capitale circolante in senso stretto, quale aggragato delle componenti dell’attivo e del passivo derivanti dalla
gestione operativa (acquisti e vendite) indipendentemente dai tempi di liquidità o esigibilità delle stesse
La letteratura non è concorde nel dare una definizione precisa di capitale circolante né tanto meno delle sue determinanti
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La gestione del capitale circolante
Il capitale circolante dipende, da un lato, dalle valutazioni e dalle scelte interne in merito al governo dell’impresa e, dall’altro, da una serie di
fattori esterni che rientrano nelle dinamiche relazionali dell’impresa con i sistemi finanziario, proprietario, della fornitura e del consumo.
A tal proposito giova analizzare con maggior dettaglio:
La gestione delle scorte La gestione del credito mercantile La gestione della liquidità La gestione del debito di fornitura La gestione del debito finanziario a breve
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Il magazzino e le scorte
Gli investimenti in scorte costituiscono una componente significativa del capitale circolante, la cui gestione
necessita di una efficiente ed efficace attività di programmazione, orientata al perseguimento simultaneo di due finalità in evidente trade off: la riduzione dei costi e la
risposta tempestiva alle variazioni della domanda
il ROP (Re-Order Point) l’EOQ (Economic Order Quantity)
Con l’obiettivo di accrescere l’efficienza e l’efficacia legata alla gestione delle scorte si sono diffusi sistemi automatizzati di
controllo delle giacenze come:
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Il credito mercantile
Il rischio derivante dall’operazione risulta legato a due elementi fondamentali:
1. la lunghezza della dilazione concessa2. L’affidabilità del cliente
Il credito mercantile (o commerciale) scaturisce dalle operazioni di scambio e rappresenta la componente che produce gli effetti più significativi, diretti e misurabili sul
fatturato e sugli altri elementi del capitale circolante; esso costituisce una leva di marketing fondamentale per
l’impresa commerciale che persegue la massimizzazione del tasso di rigiro delle vendite
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La liquidità
La gestione della liquidità deve essere orientata al perseguimento contestuale di due esigenze:
finanziarie lo sviluppo dell’impresa e prevenire possibili squilibri di tesoreria
La criticità di assicurare l’equilibrio monetario, attraverso la sincronia tra flussi di cassa in entrata e in uscita, rende
la gestione della liquidità un’attività fondamentale in ordine alla sopravvivenza dell’impresa commerciale
Un valido strumento impiegato a supporto di tali obiettivi è il budget di tesoreria, o piano di cassa, che riporta le stime delle entrate e delle uscite
monetarie nell’arco temporale di riferimento (generalmente mensile)
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Il debito di fornitura
Al fine di scongiurare tensioni finanziarie e difficoltà nell’adempimento delle obbligazioni assunte, dovute a elevati livelli di esposizione debitoria, l’impresa commerciale è tenuta ad effettuare un’analisi
finanziaria dei costi e dei benefici di tali operazioni
Strettamente collegata alla problematica del credito mercantile è la gestione del debito di fornitura, considerata
la criticità di garantire la solidità e la solvibilità a breve dell’impresa commerciale; tale forma di indebitamento si
genera e si rinnova continuamente e risulta significativamente correlata agli incassi di vendita
La dimensione del debito di fornitura dipende anche dalla qualità del rapporto con il sistema di fornitura: al migliorare della relazione bisogna
attendersi un aumento dei tempi di dilazione media del debito
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Il debito finanziario a breve
Le imprese commerciali, come ogni impresa per coprire gli imprevisti fabbisogni di liquidità con il
ricorso all’indebitamento bancario a breve termine
Grazie al debito è possibile, a determinate condizioni, accrescere la redditività del capitale proprio (ROE) attraverso il ricorso al finanziamento bancario (D)
beneficiando dell’effetto leva finanziaria; in particolare la leva ha un segno positivo fintantoché la redditività del
capitale investito (ROI) è superiore o uguale al costo medio ponderato del debito (i = interessi passivi) al netto dei
benefici fiscali
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La leva finanziaria
)1( tCn
DxiROIROIROE
ROI > i Quanto più l’impresa è indebitata (tanto più il valore D/Cn sarà elevato) tanto più si
incrementerà il ROE (effetto leva positivo)
ROI < iQuanto più l’impresa è indebitata tanto più
il prodotto [D/Cn x (ROI-i)] sarà elevato con segno negativo e quindi andrà a ridurre il valore del ROE (effetto leva
negativo)
ROI = i Il valore ROI – i sarà pari a 0 e quindi la diversa incidenza dell’indebitamento non
sortirà alcun effetto leva
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Le decisioni di investimento
Si parla di investimento, dunque, in riferimento sia alle attività che hanno un rapido rigiro finanziario
sia a quelle che richiedono immobilizzi più o meno lunghi delle risorse finanziarie
Le risorse che le imprese hanno a disposizione per svolgere la propria attività sono limitate e ciò impone la
scelta fra opportunità di utilizzo alternative
Con la locuzione decisioni di investimento si intende fare riferimento a tutte quelle decisioni che destinano, attraverso una
scelta, quota parte delle risorse aziendali alla realizzazione progetti che si sono preferiti rispetto a destinazioni alternative
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Le decisioni di investimento
1. Progetti di sviluppo dell’impresa
2. Progetti di mantenimento
3. Progetti di natura occasionale/eccezionale
Nell’ambito dell’impresa commerciale è possibile operare la seguente classificazione dei progetti di investimento:
il rischio e le sue componenti la soglia minima di rendimento la misura del rendimento atteso
In sintesi, invece, gli elementi da considerare nell’ambito delle decisioni di investimento sono:
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Il rischio e le sue componenti
Ogni investimento viene effettuato con l’obiettivo di ricavarne, entro un certo orizzonte temporale, un rendimento
Tuttavia, il rendimento effettivo (ex-post) può risultare ben diverso dal rendimento atteso (ex-
ante); il rischio è espressione della distribuzione di probabilità del rendimento atteso dell’investimento
Per stimare il rischio dell’investimento occorre ipotizzarne la Per stimare il rischio dell’investimento occorre ipotizzarne la distribuzione dei rendimenti attesi specificandone:distribuzione dei rendimenti attesi specificandone:
1. Il valore medio atteso2. La deviazione standard3. L’eventuale asimmetria della distribuzione4. L’incidenza delle “code” della distribuzione
Per stimare il rischio dell’investimento occorre ipotizzarne la Per stimare il rischio dell’investimento occorre ipotizzarne la distribuzione dei rendimenti attesi specificandone:distribuzione dei rendimenti attesi specificandone:
1. Il valore medio atteso2. La deviazione standard3. L’eventuale asimmetria della distribuzione4. L’incidenza delle “code” della distribuzione
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Il rischio e le sue componenti
L’analisi del rischio di un progetto di investimento consente di isolarne le
seguenti componenti principali:
Il rischio specifico di progetto
Il rischio legato alle reazioni dei concorrenti
Il rischio legato alle caratteristiche strutturali del settore distributivo
Il rischio di mercato (o rischio sistematico)
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La soglia minima di rendimento
DW
Di
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WKWACCK ne
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I fattori da determinare sono: il costo del capitale proprio: Ke il costo medio ponderato del debito (al netto dei
benefici fiscali): in
Ha senso intraprendere un nuovo progetto di investimento quando lo stesso rende più di quel che costa; occorre
individuare, dunque, un livello soglia, tale valore prende il nome di Costo Medio Ponderato del Capitale (WACC)
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Il costo del capitale proprio
)(* fmfe RRRk Dove: Rm = rendimento medio del portafoglio di mercatoRf = rendimento degli investimenti in assenza di rischioβ = coefficiente del rischio sistematico, ovvero come fluttua il titolo di riferimento rispetto alla fluttuazione del mercato
Il costo capitale proprio rappresenta le attese che chi ha investito nel progetto ripone in esso. La teoria finanziaria ha messo a
punto diversi modelli per l’individuazione del costo del capitaleIl più diffuso è il Capital Asset Pricing Model (CAPM), derivante
dalla “teoria del portafoglio” di Markowitz
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Il costo del capitale di debito
Il costo del debito rappresenta la remunerazione richiesta dai terzi finanziatori. Tale costo risulta rettificato
dall’incidenza fiscale in quanto gli oneri finanziari sono fiscalmente deducibili:
)1(* tiin
Il costo che l’impresa commerciale dovrà sostenere per accedere a fonti di finanziamento a titolo di debito dipende:
dal suo grado di rischio operativo dal suo grado di rischio finanziario
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La misura del rendimento atteso
Alcune premesse:
Saranno presi in considerazione i flussi di
cassa incrementali,ovvero solo quelli direttamente legati
al progetto di investimento
Si farà riferimento a flussi di cassa attualizzati, per consentire di rendere omogenei valori relativi a istanti temporali diversi
Non tutti gli investimenti economicamente positivi
saranno fattibili, per ragioni legate alla loro sostenibilità
finanziaria
La valutazione economica del progetto
avrà ad oggetto i flussi di cassa e non gli utili di
natura contabile
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Il metodo del valore attuale netto
Calcolare il Valore Attuale Netto (VAN) di un investimento significa attualizzare i suoi flussi di
entrata e di uscita aventi diversa origine temporale
VAN = VAE – VAU
REGOLE DECISIONALIREGOLE DECISIONALIL’investimento sarà profittevole se VAN > 0, il che
significa che la redditività dell’investimento è maggiore del tasso di attualizzazione
Tra due investimenti alternativi, sarà preferito quello con il VAN maggiore