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mandato 2009-2013 presidente Renata Ghisalberti 1 IL CODICE DEONTOLOGICO nella vita professionale degli assistenti sociali

Mandato 2009-2013 presidente Renata Ghisalberti 1 IL CODICE DEONTOLOGICO nella vita professionale degli assistenti sociali

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IL CODICE DEONTOLOGICO nella vita professionale degli assistenti sociali

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Consiglio dell’ Ordine degli Assistenti Sociali della

Lombardia

Via Stampa, 15 – MILANO

www.ordineaslombardia.it

www.cnoas.it

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QUANTI ASSISTENTI SOCIALI SONO ISCRITTI

ALL’ ALBO DELLA LOMBARDIA?

Sezione A = 875

Sezione B= 3659

totale = 4516

Consiglio Regionale Assistenti Sociali Lombardia

DOVE RISIEDONO?

BG = 389 (8,61%)BS = 543 (12, 02%)CO = 320 (7,09% )CR = 193 (4,27% ) LC = 231 (5,12% )LO = 94 (2,08% )MI = 1552 (34,37%)MB = 380 (8,6%)MN = 166 (3,68% )PV = 158 (3,5%)SO = 94 (2,08% )VA = 391 (8,66%)

(Fuori Regione) 24 (0,53%)

DONNE = 4188B = 3426A=762UOMINI = 328B = 233A=95

Consiglio Regionale Assistenti Sociali Lombardia

Sito web www.ordineaslombardia.itwww.cnoas.it

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Consiglio Regionale Assistenti Sociali Lombardia - Proposta organizzativa mandato 2005-2009

NORMATIVA COSTITUTIVA LA PROFESSIONE DEGLI ASSISTENTI SOCIALI (tratto da www. cnoas .it - www. ordineaslombardia.it)

LEGGE N. 84 del 23 marzo 1993 – ORDINAMENTO DELLA PROFESSIONE DI ASSISTENTE SOCIALE E ISTITUZIONE DELL’ ALBO PROFESSIONALE

D.P.R. N. 14 del 15 gennaio 1987 – VALORE ABILITANTE DEL DIPLOMA DI ASSISTENTE SOCIALE ***

DM GRAZIA E GIUSTIZIA N. 615 del 11 ottobre 1994 – REGOLAMENTO RECANTE LE NORME RELATIVE ALL’ ISTITUZIONE DELLE SEDI REGIONALI O INTERREGIONALI DEL CONSIGLIO NAZIONALE DEGLI ASSISTENTI SOCIALI

LEGGE N. 119 del 3 aprile 2001- DISPOSIZIONI CONCERNENTI L’ OBBLIGO DEL SEGRETO PROFESSIONALE PER GLI ASSISTENTI SOCIALI

D.P.R. N. 328 del 5 giugno 2001- RIFORMA ACCESSO AGLI ALBI

LEGGE N. 1 del 8 gennaio 2002 – RICONOSCIMENTO DEI DIPLOMI DI ASSISTENTE SOCIALE PER L’ ACCESSO ALLA LAUREA SPECIALISTICA

LEGGE N.173 del 1 agosto 2002 – CONVERSIONE IN LEGGE, CON MODIFICAZIONI, DEL DECRETO- LEGGE 10/06/02 N. 107, RECANTE DIPOSIZIONI IN MATERIA DI ACCESSO ALLE PROFESSIONI

LEGGE N. 251 del 10 agosto 2000 e sue modifiche – LEGGE N. 138 del 26 maggio 2004 – CONFERIMENTO DI INCARICHI DI DIRIGENTE AGLI ASSISTENTI SOCIALI NELLE ASL

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Requisiti di una Professione:Corpo di teorieFormazione specifica Riconoscimento di utilità socialeCampo di intervento specificoAutoregolamentazione e controllo sull’ esercizio della professione =

codice deontologico

DEONTOLOGIA = insieme delle regole morali che disciplinano l’ esercizio di una determinata

professione (diz. Devoto-Oli)METODOLOGIA = intervento professionale

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COSA E’ UNA PROFESSIONE?

ESERCIZIO DELLE PROFESSIONI INTELLETTUALILa legge determina le professioni intellettuali per il cui esercizio è necessaria l’ iscrizione in appositi albi o elenchi

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COSA CARATTERIZZA UNA PROFESSIONE INTELLETTUALE ?

SENSO del MANDATO “INTERNO” PROFESSIONALEnon e’ mandato dell’ ente - contrattuale o legislativo

SENSO di APPARTENENZA alla COMUNITA’ PROFESSIONALE CONDIVISIONE DI TEORIE DI RIFERIMENTO - CRITERI DI SCIENTIFICITA’ consolidare l’ apparato deontologico

di ricerca scientificadi autonomia di ruolodi confronto con altre professioni e discipline

ARTE

creatività

SCIENZAcoerenza metodologica

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Definizione amministrativa:E’ UN ENTE PUBBLICO NON ECONOMICODefinizione giuridico-sociale:E’ L’ ORGANISMO DI RAPPRESENTANZA DELLE PROFESSIONI INTELLETTUALI

TUTELA DELLA PROFESSIONE TUTELA DEGLI UTENTI

DA CHI E’ COMPOSTO?

da professionisti provvisti dei requisitiFormazione/titolo di studioIscrizione all’ albo-elenco

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COSA E’ UN ORDINE PROFESSIONALE ?

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COSTITUZIONE – ART. 33 – prescrive un esame di stato per l’ abilitazione all’ esercizio professionale

CODICE CIVILE –ART. 2229 – afferma che sono da considerare professioni intellettuali solo quelle riconosciute come tali dalla legge e per il cui esercizio è necessaria l’ iscrizione in appositi albi o elenchi; Inoltre demanda agli ordini alcuni compiti come:- l’ accertamento dei requisiti per l’ iscrizione negli Albi e Elenchi- la tenuta dell’ albo e elenco- il potere disciplinare sugli iscritti

PROFESSIONE ORDINISTICA = professione organizzata in ordini e collegi, disciplinata da norme statali che ne subordinano l’ esercizio al possesso di determinati requisiti, al superamento di un esame e all’ iscrizione a un albo o collegio

QUALI SONO LE PROFESSIONI?Tre tipologie:

•Iscrizione obbligatoria•Non iscrizione obbligatoria ma sono

disciplinati da leggi•Non regolamentate

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COSA E’ UN ORDINE PROFESSIONALE ?

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QUAL E’ LA FINALITA’ DI UN ORDINE PROFESSIONALE? = GESTIONE DELL’ALBO PROFESSIONALE – cosa significa?

ATTIVITA’ DI TUTELA DELLA PROFESSIONE (esempio: esercizio abusivo della professione; lesione )

chi vuol fare il nostro lavoro ?

PROMOZIONE DELL’ IMMAGINE -RAPPORTO CON I MASS-MEDIA chi sparla di noi?

ATTIVITA’DI CONTROLLO SULLA PROFESSIONEchi non fa bene, in modo corretto il suo lavoro?

FORMAZIONE PERMANENTEChi non apprende per tutto l’arco della sua vita?

SVILUPPO DELLE TEORIE E DELLE PRASSI PROFESSIONALI (attenzione a nuove modalità di svolgimento della professione )

TUTELA DEI CITTADINI utenti/clienti (deontologia professionale)

Consiglio Regionale Assistenti Sociali Lombardia Consiglio Regionale Assistenti Sociali Lombardia

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COMPITI

DIVERSI

COMPLEMENTARI

Consiglio Regionale Assistenti Sociali Lombardia

L’ ORDINE DEGLI ASSISTENTI SOCIALI

CONSIGLI REGIONALI

20 (sede nei capoluoghi regionali)Uno per ogni regione

In base al numero degli iscritti3 – 7 – 9 – 15

SEZIONI A e BELETTO DAGLI ISCRITTI

Mandato quadriennale

CONSIGLIO NAZIONALE

1 (sede a Roma)Costituito da membri eletti dai

consigli regionali

15ELETTO DAI CONSIGLI

REGIONALIMandato quinquennale

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DA CHI E’ COMPOSTO IL CONSIGLIO REGIONALE DEGLI A.S. •Cariche (Ufficio di presidenza) •Consiglieri

Compiti istituzionali e di mandato per i professionisti eletti

COMMISSIONI “INTERNE” (solo as eletti) • deontologica-disciplinare • iscrizioni-cancellazioni-trasferimenti • tecnico patrimoniale

UFFICIO DI SEGRETERIA

GRUPPI DI LAVORO (anche as iscritti – non eletti)

Norme e Regolamenti (L. 84/1993 – D.P.R. 328/2001)CODICE DEONTOLOGICO

D.M. 615 del 11 ottobre 1994 aggiornato da DPR 6 luglio 2005 n. 169

D.P.R. 169 del 8 luglio 2005

Regolamento sanzioni disciplinari e procedimento – art. 17 D.M. 615/94 approvato dal C. N. dell’ Ordine – 11 maggio 2002

Regolamento interno C.R. approvato nel 1997, modificato 2001 e nel 2002

Regolamento attuativo L. 241/1990 e successive modifiche approvato da C. R. con delibera n.140 del 10 agosto 2005

Consiglio Regionale Assistenti Sociali Lombardia

RAPPRESENTANZA/RAPPRESENTATIVITA’In base a a decisioni di Consiglio, fatto salvo la rappresentanza ex lege della Presidenza/ufficio di presidenza

rapporti intra-Ordine (nazionale e regionali): presenza a commissioni nazionalirapporti con la professione organizzata (sunas, aidoss, assnas, casg ecc.)rapporti con livelli extra-Ordine:

istituzioni “ politiche”Regione;Comuni/ANCI; partiti Province;ministeri

ordini altre professioni/CUPuniversità

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Cariche e consiglieri

Sito web regionaleNotiziario regionaleEventi pubblici Altro (es. ASIT – riviste – giornali- media in genere, ecc.)

Realizzare i compiti istituzionali e di mandato per i professionisti eletti

Gruppi di lavoro

COMMISSIONI “INTERNE” • deontologica disciplinare responsabile: Presidente consiglieri sezione A e B consulente legale• iscrizioni-cancellazioni responsabile: Segretario consiglieri individuati consulente legale• tecnico patrimoniale: responsabile: Tesoriere consiglieri individuati consulente commercialista e lavoro

• Livelli di Rappresentanza-rapporti intra-Ordine (nazionale e regionali)- rapporti con la professione organizzata (sunas –aidoss –assnas –casg ..)- rapporti con livelli extra-Ordine: istituzioni “ politiche” (Regione- Comuni/ANCI - Province -ministeri - ordini altre professioni/CUP-università - partiti)

Continuare approfondimenti quesiti = rapporto diretto coi professionisti (singoli-gruppi)

Promuovere la partecipazione di professionisti iscritti non eletti

Dimensioni professionali da

sviluppare

Deontologia eintervento

professionale

“mercato”aree di intervento professionale

1. ENTI LOCALI2. SANITA’ pubblica e privata Az. Osp./ASL/altro 3. MINISTERI – Grazia/Interno4. TERZO SETTORE LIBERA PROFESSIONE

Promozione immagine e comunicazione

Formazione Formazione permanente

aggiornamento

Consiglio Regionale Assistenti Sociali Lombardia

competenze professionalidecentramento territoriale

Esempi Minori – TM – piani di zona -segretariato sociale Psichiatria –consultori – sert –accreditamento/qualitàDirigenza AS – libera professione 

Università (riforma – docenze, ecc.)ProvinceAgenzie formative, altro

Sviluppare associazionismo

professionale

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Consiglio Regionale Assistenti Sociali Lombardia - Proposta organizzativa mandato 2005-2009

QUANDO SI COMPLETA IL PERCORSO DI PROFESSIONALIZZAZIONE?

Esame di stato = ACCESSO ALL’ ABILITAZIONE PROFESSIONALE DOPO AVER COMPLETATO IL PERCORSO FORMATIVOUNIVERSITARIO (3 ANNI per sezione B + 2 ANNI per sezione A) ISCRIVENDOSI ALLE SESSIONI d’ esame (DUE OGNI ANNO –maggio e novembre) stabilite dal Ministero della Giustizia COMMISSIONI D’ ESAME (presso università su proposta dei Consigli regionali)SUPERANDO LE PROVE D’ ESAME (4)

Infine ISCRIVENDOSI ALL’ ORDINE DELLA REGIONE DI RESIDENZA

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Cariche e consiglieri

Compiti istituzionali e di mandato per i professionisti eletti

COMMISSIONI “INTERNE”deontologica-disciplinare sez A e sez B consiglieri sez. A e B consulente legale iscrizioni-cancellazioni responsabile: Segretario consiglieri consulente legale tecnico patrimoniale responsabile: Tesoriere consiglieri consulente commercial

Norme e Regolamenti (l.. 84/1993 – D.P.R. 328/2001)D.M. 615 del 11 ottobre 1994 aggiornato da DPR 6 luglio 2005 n. 169D.P.R. 169 del 8 luglio 2005 Regolamento sanzioni disciplinari e procedimento – art. 17 D.M. 615/94 approvato dal C. N. dell’ Ordine – 11 maggio 2002 Regolamento attuativo L. 241/1990 e successive modifiche approvato da C. R. con delibera n.140 del 10 agosto 2005

Unità Organizzativa ResponsabileCOMMISSIONE DEONTOLOGICA DISCIPLINARE composta da 5 membri eventualmente integrata da esperti esterni al Consiglio senza diritto di votoDirigente dell’ U.O.: Presidente della Commissione – in caso di assenza e o impedimento: Segretario della Commissione, Consigliere anziano della Commissione= Procedimento disciplinare a carico degli iscritti all’ albo= Procedimenti di riammissione dopo radiazione Fase istruttoria e preparatoriaResponsabilità dell’ istruttoria ad un membro della stessa sezione del professionista assoggettato al procedimentoTERMINI: 120 giorni / 30 giorni

presidente della Commissione2 componenti sezione A2 componenti sezione B

Consiglio Regionale Assistenti Sociali Lombardia -

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NORMA DEONTOLOGICA

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NORMA GIURIDICA

Consenso accordodella collettività

eticacoscienza

responsabilità

STATO PROFESSIONE

CODICE ORIENTATIVO # IMPOSITIVO

COSTITUZIONE

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IL CODICE DEONTOLOGICO DEGLI ASSISTENTI SOCIALI

emanato 1998aggiornato 2002Aggiornato 2009 (dal 1° settembre)

È un atto dovuto, non è un atto obbligatorio

PRINCIPI

FONDAMENTI

E’ VINCOLANTE

# mansionario# procedura

Consiglio Regionale Assistenti Sociali Lombardia

ORDINEPROFESSIONALE Fasi costitutive

1993 LEGGE 1994 REGOLAMENTO 1995 1a FORMAZIONE

ELEZIONI

ORDINEPROFESSIONALE Fasi costitutive

1993 LEGGE 1994 REGOLAMENTO 1995 1a FORMAZIONE

ELEZIONI

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PRINCIPI Sono depurati di ogni aspetto pratico, sono le conclusioni di filosofie, le visioni del mondoHanno una efficacia sintetica

Non sono comandamenti o imperativi ma sono riferimenti essenziali, sono

FONDAMENTI

Consiglio Regionale Assistenti Sociali Lombardia

IDENTITA’

COERENZA

STABILITA’ VS FLESSIBILITA’

IDENTITA’

COERENZA

STABILITA’ VS FLESSIBILITA’

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IL CODICE DEONTOLOGICO DEGLI ASSISTENTI SOCIALI approvato dal Consiglio Nazionale dell’ Ordine – Roma 17 LUGLIO 2009

Consiglio Regionale Assistenti Sociali Lombardia

TITOLO I Definizione e potestà disciplinare

TITOLO II Principi

TITOLO III Responsabilità dell’ as nei confronti della persona utente e clienteTITOLO IV Responsabilità dell’ as nei confronti della società

TITOLO V Responsabilità dell’ as nei confronti di colleghi e altri professionisti

TITOLO VI Responsabilità dell’ as nei confronti dell’ organizzazione di lavoro

TITOLO VII Responsabilità dell’ as nei confronti della professione

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IL CODICE DEONTOLOGICO DEGLI ASSISTENTI SOCIALI approvato dal Consiglio Nazionale dell’ Ordine – 17 luglio 2009

Consiglio Regionale Assistenti Sociali Lombardia

TITOLO I – Definizione e potestà disciplinareTITOLO II - PrincipiTITOLO III – Responsabilità dell’ as nei confronti della persona utente e clienteTITOLO IV – Responsabilità dell’ as nei confronti della societàTITOLO V – Responsabilità dell’ as nei confronti di colleghi e altri professionistiTITOLO VI - Responsabilità dell’ as nei confronti dell’ organizzazione di lavoroTITOLO VII - Responsabilità dell’ as nei confronti della professione

TITOLO III – Responsabilità dell’ as nei confronti della persona utente e clienteCAPO I – Diritti degli utenti e dei clientiCAPO II – Regole generali di comportamento dell’ asCAPO III- Riservatezza e segreto professionale

TITOLO IV – Responsabilità dell’ as nei confronti della societàCAPO I – Partecipazione e promozione del benessere sociale

TITOLO V – Responsabilità dell’ as nei confronti di colleghi e altri professionistiCAPO I – Rapporti con colleghi e altri professionisti

TITOLO VI – Responsabilità dell’ as nei confronti dell’ organizzazione di lavoroCAPO I – L’ as nei confronti dell’ organizzazione di lavoro

TITOLO VII – Responsabilità dell’ as nei confronti della professioneCAPO I – Promozione e tutela della professioneCAPO II – OnorariCAPO III- SanzioniCAPO IV – Rapporti con il Consiglio dell’ OrdineCAPO V- Attività professionale dell’ as all’ estero e attività degli as stranieri in Italia

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IL CODICE DEONTOLOGICO DEGLI ASSISTENTI SOCIALI approvato dal Consiglio Nazionale dell’ Ordine – Roma 6 aprile 2002

PAROLE CHIAVE

Consiglio Regionale Assistenti Sociali Lombardia

TITOLO III – Responsabilità dell’ as nei confronti della persona utente e cliente

CAPO I Diritti degli utenti e dei clienti autodeterminazione

informazione = accesso /riservatezza salvaguardia degli interessi (incapaci – minori – persone in situazione di impedimento) omissioni e errori

CAPO II Regole generali di comportamento dell’ as decoro e dignità aggiornamento professionale consultare altri professionisti – trasferimento ad altro collega informazione all’ utente di funzioni di controllo e tutela (magistratura e norme)

CAPO III Riservatezza e segreto professionale diritto –dovere natura fiduciaria della relazione consenso (ad eccezione….) astensione da testimonianza salvo i casi previsti dalla legge riservatezza della documentazione

segreto d’ ufficio stampa – banche dati – collaborazioni altri soggetti

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IL CODICE DEONTOLOGICO DEGLI ASSISTENTI SOCIALI approvato dal Consiglio Nazionale dell’ Ordine – Roma 6 aprile 2002

PAROLE CHIAVE

Consiglio Regionale Assistenti Sociali Lombardia

TITOLO III – Responsabilità dell’ as nei confronti della persona utente e cliente

CAPO III Riservatezza e segreto professionale (L. 119/2001)

OBBLIGO A NON RIVELARE FATTI E COSE AVENTI NATURA DI SEGRETO

SALVO PER GLI OBLIGHI DI LEGGE E NEI CASI SPECIFICATI

•Rischio di grave danno a utente o a terzi – in particolare minori incapaci o persone impedite per condizioni fisiche, psichiche o ambientali

•Richiesta scritta e motivata dei legali rappresentanti

•Autorizzazione dell’ interessato/legali rappresentanti

•Rischio incolumità per l’ as

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IL CODICE DEONTOLOGICO DEGLI ASSISTENTI SOCIALI approvato dal Consiglio Nazionale dell’ Ordine – Roma 6 aprile 2002

PAROLE CHIAVE

Consiglio Regionale Assistenti Sociali Lombardia

TITOLO VI – Responsabilità dell’ as nei confronti dell’organizzazione di lavoro

CAPO I – L’assistente sociale nei confronti dell’organizzazione di lavoro

Art. 44 = L’ as deve esigere il rispetto del suo profilo professionale, la tutela anche giuridica nell’ esercizio delle sue funzioni professionali e il rispetto del segreto professionale e del segreto d’ufficio.

Art. 45 = L’ as deve impegnare la propria competenza professionale per contribuire al miglioramento della politica e delle procedure dell’ organizzazione di lavoro, all’ efficacia, all’ efficienza, all’ economicità ed alla qualità degli interventi e delle prestazioni professionali. Deve altresì contribuire all’individuazione di standards di qualità e alle azioni di pianificazione e programmazione , nonché al razionale ed equo utilizzo delle risorse a disposizione.

Art. 46= L’ as non deve accettare o mettersi in condizioni di lavoro che comportino azioni incompatibili con i principi e le norme del Codice o che siano in contrasto con il mandato sociale o che possano compromettere gravemente la qualità e gli obiettivi degli interventi o non garantire rispetto e riservatezza agli utenti e ai clienti.

Art. 47 = L’as deve adoperarsi affinchè le sue prestazioni professionali si compiano nei termini di tempo adeguati a realizzare interventi qualificati ed efficaci ed in un ambiente idoneo a tutelare la riservatezza dell’ utente e del cliente.

Art. 48 = L’ as deve segnalare all’organizzazione di lavoro o evitare nell’ esercizio della libera professione l’eccessivo cumulo di incarichi e di prestazioni quando questo torni di pregiudizio all’utente o al cliente

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IL CODICE DEONTOLOGICO DEGLI ASSISTENTI SOCIALI approvato dal Consiglio Nazionale dell’ Ordine – Roma 6 aprile 2002

PAROLE CHIAVE

Consiglio Regionale Assistenti Sociali Lombardia

TITOLO VI – Responsabilità dell’ as nei confronti dell’organizzazione di lavoro

CAPO I – L’assistente sociale nei confronti dell’organizzazione di lavoro

Art. 49 = L’ as che svolge compiti di direzione o coordinamento è tenuto a rispettare l’autonomia tecnica e di giudizio dei colleghi, a promuovere la loro formazione, la cooperazione e la crescita professionale, favorendo il confronto tra professionisti. Si adopera per valorizzare esperienze e modelli innovativi di intervento, valorizzando altresì l’immagine del servizio sociale, sia all’interno che all’esterno dell’organizzazione.Art. 50 = il rapporto gerarchico funzionale tra colleghi risponde a 2 livelli di responsabilità: verso la professione e verso l’organizzazione e deve essere improntato al rispetto reciproco e delle specifiche funzioni. Nel caso in cui non esista un ordine funzionale gerarchico della professione, l’as risponde ai responsabili dell’ organizzazione di lavoro per gli aspetti amministrativi, salvaguardando la sua autonomia tecnica e di giudizio

Art. 51= L’ as deve richiedere opportunità di aggiornamento e di formazione e adoperarsi affinchè si sviluppi la supervisione professionale

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IL CODICE DEONTOLOGICO DEGLI ASSISTENTI SOCIALI approvato dal Consiglio Nazionale dell’ Ordine – Roma 17 LUGLIO 2009

Consiglio Regionale Assistenti Sociali Lombardia

TITOLO VII – Responsabilità dell’ as nei confronti della professione

CAPO I – Promozione e tutela della professioneCAPO II – OnorariCAPO III- SanzioniCAPO IV – Rapporti con il Consiglio dell’ OrdineCAPO V- Attività professionale dell’ as all’ estero e attività degli as stranieri in Italia

Capo IIISANZIONI DISCIPLINARI

Regolamento disciplinare è parte integrante del Codice

In quali casi?Quali sono?

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SANZIONI DISCIPLINARI E PROCEDIMENTO –ART. 17 D.M. 615/1994

REGOLAMENTO (approvato dal Consiglio Nazionale dell’ Ordine –16 novembre 2007)

Parte Prima – SANZIONI DISCIPLINARIALL’ ISCRITTO ALL’ ALBO CHE SI RENDE COLPEVOLE DI ABUSO O MANCANZA NELL’ ESERCIZIO DELLA PROFESSIONE O CHE COMUNQUE TIENE UN COMPORTAMENTO NON CONFORME ALLE NORME DEL CODICE DEONTOLOGICO, AL DECORO O ALLA DIGNITA’ DELLA PROFESSIONE, IL CONSIGLIO REGIONALE INFLIGGE, TENUTO CONTO DELLA GRAVITA’, UNA DELLE SANZIONI:

a) AMMONIZIONE

b) CENSURA

c) SOSPENSIONE DALL’ ESERCIZIO DELLA PROFESSIONE

d) RADIAZIONE DALL’ ALBO

Criterio di gravità = valutazione

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AMMONIZIONE = RICHIAMO SCRITTO COMUNICATO ALL’INTERESSATO SULL’OSSERVANZA DEI SUOI DOVERI E I UN INVITO A NON RIPETERE QUANTO COMMESSO. INFLITTA NEI CASI DI LIEVE ENTITA’ CHE NON HANNO COMPORTATO RIFLESSI NEGATIVI SUL DECORO E DIGNITA’ DELLA PROFESSIONE

CENSURA =CONSISTE IN UNA DICHIARAZIONE DI BIASIMO RESA PUBBLICA. E’ INFLITTA NEI CASI DI ABUSI E MANCANZE CHE SIANO LESIVI DEL DECORO E DIGNITA’ DELLA PROFESSIONE E NEL CASO DI MOROSITA’ NEL PAGAMENTO DEL CONTRIBUTO ANNUO DOVUTO CHE PERDURI OLTRE 60 GIORNI

SOSPENSIONE DALL’ ESERCIZIO DELLA PROFESSIONE =CONSISTE NELL’INIBIZIONE ALL’ESERCIZIO DELLA PROFESSIONE E CONSEGUE DI DIRITTO NEL CASO PREVISTO DAGLI ARTICOLI 19 E 35 DEL CODICE PENALE PER TUTTO IL TEMPO STABILITO NEL PROVVEDIMENTO DEL GIUDICE PENALE CHE L’HA COMMINATA. IN QUESTO CASO IL CR SI LIMITA A PRENDERNE ATTO. E’ INFLITTA PER UN MASSIMO DI DUE ANNI - VIOLAZIONI DEL C.D. CHE POSSANO ARRECARE GRAVE NOCUMENTO A UNTENTI/CLIENTI O AD ALTRO ISCRITTO O ENTI; OPPURE GENERARE UNA Più ESTESA RISONONZA NEGATIVA PER IL DECORO E LA DIGNITA’ DELLA PROFESSIONE A CAUSA DELLA MAGGIORE PUBBLICITA’ DEL FATTO;-PER MOROSITA’ SUPERIORE AD UN ANNOIN CASI DI GRAVITA’ PUO’ ESSERE INFLITTA IN VIA CAUTELARE PROVVISORIA AL MOMENTO DELL’APERTURA DEL PROCEDIMENTO DISCIPLINARE

RADIAZIONE DALL’ ALBO =CONSISTE NELLA CANCELLAZIONE DALL’ALBO; CONSEGUE DI DIRITTO NEL CASO DI INTERDIZIONE DALLA PROFESSIONE PREVISTO E REGOLATO DAGLI ART. 19 (COMMA1), 30 E 31 DEL CODICE PENALE PER L’INTERA DURATA DELL’INERDIZIONE STABILITA NEL PROVVEDIMENTO DEL GIUDICE CHE L’HA COMMINATA. IL CR SI LIMITA A PRENDERNE ATTO.

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Art. 19 Pene accessorie: specie Le pene accessorie per i delitti sono: 1) l'interdizione dai pubblici uffici; 2) l'interdizione da una professione o da un'arte; 3) l'interdizione legale; 4) l'interdizione dagli uffici direttivi delle persone giuridiche e delle imprese; 5) l'incapacita' di contrattare con la pubblica amministrazione; 6) la decadenza o la sospensione dall'esercizio della potesta' dei genitori. Le pene accessorie per le contravvenzioni sono: 1) la sospensione dall'esercizio di una professione o di un'arte; 2) la sospensione dagli uffici direttivi delle persone giuridiche e delle imprese. Pena accessoria comune ai delitti e alle contravvenzioni e' la pubblicazione della sentenza penale di condanna. La legge penale determina gli altri casi in cui le pene accessorie stabilite per i delitti sono comuni alle contravvenzioni. Articolo cosi' modificato dalla L. 24 novembre 1981, n. 689.

Art. 30 Interdizione da una professione o da un'arte L'interdizione da una professione o da un'arte priva il condannato della capacita' di esercitare, durante l'interdizione, una professione, arte, industria, o un commercio o mestiere per cui e' richiesto uno speciale permesso o una speciale abilitazione, autorizzazione o licenza dell'Autorita' e importa la decadenza dal permesso o dall'abilitazione, autorizzazione o licenza anzidetta. L'interdizione da una professione o da un'arte non puo' avere una durata inferiore a un mese, ne' superiore a cinque anni, salvi i casi espressamente stabiliti dalla legge.

Art. 31 Condanna per delitti commessi con abuso di un pubblico ufficio o di una professione o di un'arte. Interdizione Ogni condanna per delitti commessi con l'abuso dei poteri, o con la violazione dei doveri inerenti a una pubblica funzione, o ad un pubblico servizio, o a taluno degli uffici indicati nel numero 3 dell'art. 28, ovvero con l'abuso di una professione, arte, industria, o di un commercio, o mestiere, o con la violazione dei doveri ad essi inerenti, importa l'interdizione temporanea dai pubblici uffici o dalla professione, arte, industria, o dal commercio o mestiere.

Art. 35 Sospensione dall'esercizio di una professione o di un'arte La sospensione dall'esercizio di una professione o di un'arte priva il condannato della capacita' di esercitare, durante la sospensione, una professione, arte, industria, o un commercio o mestiere, per i quali e' richiesto uno speciale permesso o una speciale abilitazione, autorizzazione o licenza dell'Autorita'. La sospensione dall'esercizio di una professione o di un'arte non puo' avere una durata inferiore a quindici giorni, ne' superiore a due anni . Essa consegue a ogni condanna per contravvenzione, che sia commessa con abuso della professione, arte, industria, o del commercio o mestiere, ovvero con violazione dei doveri ad essi inerenti, quando la pena inflitta non e' inferiore a un anno d'arresto.

Consiglio Regionale Assistenti Sociali Lombardia

Codice penale

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ESPOSTI (AL GIUGNO 2008)

19 SEGNALAZIONI

15 A CARICO DI UN SINGOLO ISCRITTO

1 A CARICO DI 3 ISCRITTI

2 A CARICO DEL MEDESIMO ISCRITTO

Consiglio Regionale Assistenti Sociali Lombardia - mandato 2005-2009

ASSISTENTI SOCIALI COINVOLTI

ITER DEI PROCEDIMENTI

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16 DELLA SEZIONE B

5 DELLA SEZIONE A

SEGNALAZIONE

VALUTAZIONE DEGLI ADDEBITI

APERTURA DEL PROCEDIMENTO DISCIPLINARE IN CONSIGLIO

ISTRUTTORIA IN COMMISSIONE D.D.

CHIUSURA DEL PROCEDIMENTO

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Consiglio Regionale Assistenti Sociali Lombardia

IL CODICE DEONTOLOGICO: LA LEVA DI ARCHIMEDE (edito 2002)

RAPPORTO TRA ORDINE E ISCRITTI

LA CLASSIFICAZIONE E ANALISI DEI QUESITI POSTI DA ASSISTENTI SOCIALI E DA UTENTI/ENTI/ALTRI PROFESSIONISTI ALL’ ORDINE REGIONALE SONO ARTICOLATE SU DIVERSI PARAMETRI

I DATI SONO RIFERITI AL periodo 1996- 2000 (due mandati 1995/1998 e 1998-2001); ora 4° mandato 2005-2009Non sono stati aggiornati i dati relativi al periodo successivo

ISCRITTI 1996 = 2579 2000 = 3310 2006 = 4O14NUMERO DI QUESITI = 185

TIPO DI QUESITO: • posto da un professionista o da più soggetti• tema unico o più problematiche

ASPETTATIVA • segnalazione di un problema• richiesta di un parere• segnalazione di un atto lesivo• richiesta di un intervento

PROVENIENZA• geografica • ente di appartenenza contrattuale• servizio e settore operativo

ITER DI RISPOSTA DA PARTE DEL CONSIGLIO REGIONALE

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Consiglio Regionale Assistenti Sociali Lombardia

AREE TRATTATE DAI QUESITI

LESIONE DELL’ AUTONOMIA PROFESSIONALERuolo tecnico e rapporti con ruolo politicoRapporti gerarchici con colleghi/altre professioni

Gli aspetti amministrativi nella gestione del ruolo professionale

RICHIESTE IMPROPRIE RISPETTO AL PROFILO PROFESSIONALE

SEGRETO PROFESSIONALEDocumentazione professionaleTestimonianza in ambito giudiziarioGeneralità dell’ as (DOMICILIO SPECIALE)

TUTELA DELL’ IMMAGINE E PRESTIGIO DELLA PROFESSIONEAggressioni/minacce ai colleghi da parte di utenti

Rapporti con gli organi di stampa/mass media in genere

QUESITI IMPROPRI (non rientranti nei doveri/poteri ordinistici)Rapporto con le organizzazioni sindacali

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Consiglio Regionale Assistenti Sociali Lombardia

ALCUNI ESEMPI DI QUESITI DEONTOLOGICI

DECLINARE LE GENERALITA’(E INDICARE IL DOMICILIO)

E’ OBBLIGO DI DECLINARE LE GENERALITA’ ALL’ AUTORITA’ GIUDIZIARIA

EQUIPOLLENZA DELLA RESIDENZA (PROPRIA ABITAZIONE) CON IL LUOGO IN CUI SI ESERCITA LA PROFESSIONE

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ALCUNI ESEMPI DI QUESITI DEONTOLOGICI

RISERVATEZZA ESEGRETO PROFESSIONALE (L.119/2001) (TITOLO III, CAPO III ART. 23, 24, 25, 26, 27,28, 29, 30, 31, 32)

• DOCUMENTAZIONE PROFESSIONALE• BANCHE DATI• RENDERE TESTIMONIANZA IN UN DIBATTIMENTO PROCESSUALE

COME DEVE COMPORTARSI L’ AS CHIAMATA COME TESTE IN UN PROCESSO?NON PUO’ ESIMERSI DAL PRESENTARSIPUO’ DICHIARARE DI ESSERE TENUTA AL S.P. MA SE IL GIUDICE RITIENE CHE VI SIA LA SITUAZIONE DI ECCEZIONE PREVISTA DAL C.P.P.

Anche il codice deontologico ha definito le aree di eccezione (2° stesura)

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RISERVATEZZA ESEGRETO PROFESSIONALE (L.119/2001)

Altre figure professionali

medici e altre professioni sanitarieobbligo di legge di referto, denuncia, di certificazione ggiornalisti libertà di informazione

avvocatisacerdoti

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RISERVATEZZA È un concetto ampio che comprende diverse dimensioni:

• segreto professionale• documentazione professionale

• “setting” operativo

Normative: 119/2001; 241/1990; 196/2003

TRASPARENZA• accesso agli atti

• informazione• consenso informato

Normative: 241/1990; 142/1990

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Il professionista si colloca “amleticamente” tra due tipi di tutela

TUTELA DEL SOGGETTO

= Non rivelare

salvo

TUTELA SOCIALE(singolo/gruppo/comunità)

= denunciare

Codice Penale ART. 622 “GIUSTA CAUSA”

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Informazioni riservate

UTILI al processo di aiutoEsempio: lavoro in équipe; tenuta di documentazione professionale

FUNZIONALI all’ ente per verificare l’ attività professionale Esempio: relazione di servizio; oculatezza/discernimento documentazione professionale

QUALCHE ESEMPIOConoscenza di atti illeciti (es. furto, abuso, non regolarità,

pratiche culturali non previste in italia)

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C.P.

Art. 357 – pubblico ufficialeArt. 358 – incaricato di pubblico servizio

Art. 331 –obbligo di denunciaArt. 326 – segreto d’ ufficio

QUALCHE ESEMPIOConoscenza di atti illeciti (es. furto, abuso, maltrattamenti)

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ALCUNI ESEMPI DI QUESITI DEONTOLOGICI

AIUTO E CONTROLLO• RAPPORTI CON LA FORZA PUBBLICA

(esempio: richiesta di affiancamento della polizia/CC in casi di allontanamento di minori)

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ALCUNI ESEMPI DI QUESITI DEONTOLOGICI

CARICHI DI LAVORO• DIMENSIONE ORGANIZZATIVA/PROFESSIONALE

criticità: area di confine

con la tutela sindacale

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LA PROFESSIONE E’

“UNA ATTIVITA’ PRESTIGIOSA DAL PUNTO DI VISTA SOCIALE CHE CONTROLLA IL PROPRIO TRAINING, IL RECLUTAMENTO E LA PRATICA, CHE APPLICA DELLE CONOSCENZE SPECIALIZZATE, SOTTO LA GUIDA DI UN CODICE ETICO, AI PROBLEMI INDIVIDUALI E SOCIALI”

ROBERTSON A.Da “Professionalizzazione e compiti del servizio sociale” in Bianchi e Folgheraiter (a cura di): L’ assistente sociale nella nuova realtà dei servizi – ed. F. Angeli MI 1993

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 DPR 5 GIUGNO 2001, N. 328 - REGOLAMENTO ATTUATIVO DELL’ ART. 1 COM.18, LEGGE 4/1999Art. 21. Attività professionali dell’ a.s. e dell’ a.s.sp.

 1. Formano oggetto dell'attività' professionale degli iscritti nella sezione A, ai sensi e per gli effetti di cui all'articolo 1, comma 2, restando immutate le riserve e attribuzioni già stabilite dalla vigente normativa, oltre alle attività indicate nel comma 2, le seguenti attività professionali: a) elaborazione e direzione di programmi nel campo delle politiche e dei servizi sociali; b) pianificazione, organizzazione e gestione manageriale nel campo delle politiche e dei servizi sociali; c) direzione di servizi che gestiscono interventi complessi nel campo delle politiche e dei servizi sociali;

d) analisi e valutazione della qualità degli interventi nei servizi e nelle politiche del servizio sociale; e) supervisione dell'attività' di tirocinio degli studenti dei corsi di laurea specialistica della classe 57/S - Programmazione e gestione delle politiche e dei servizi sociali; f) ricerca sociale e di servizio sociale; g) attività didattico-formativa connessa alla programmazione e gestione delle politiche del servizio sociale.   2. Formano oggetto dell'attività' professionale degli iscritti nella sezione B, ai sensi e per gli effetti di cui all'articolo 1, comma 2, restando immutate le riserve e attribuzioni già stabilite dalla vigente normativa, le seguenti attività: a) attività, con autonomia tecnico-professionale e di giudizio, in tutte le fasi dell'intervento sociale per la prevenzione, il sostegno e il recupero di persone, famiglie, gruppi e comunità in situazioni di bisogno e di disagio, anche promuovendo e gestendo la collaborazione con organizzazioni di volontariato e del terzo settore; b) compiti di gestione, di collaborazione all'organizzazione e alla programmazione; coordinamento e direzione di interventi specifici nel campo delle politiche e dei servizi sociali; c) attività di informazione e comunicazione nei servizi sociali e sui diritti degli utenti; d) attività didattico formativa connessa al servizio sociale e supervisione del tirocinio di studenti dei corsi di laurea della classe 6 - Scienze del servizio sociale; e) attività di raccolta ed elaborazione di dati sociali e psicosociali ai fini di ricerca. 

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METODOLOGIA

Significa riflessione, ragionamento, discorso sul metodo

Metodo = percorso

Modelli teorico-operativi che abbiano obiettivi conoscitivi e obiettivi operativi

Relazionalità come sintesi di azione/riflessione

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DEONTOLOGIA

DEON-ONTOS = CIO’ CHE VA FATTO, DOVERE

LOGOS = DISCORSO

Dottrina che tratta dei doveri da compiere da parte di una determinata categoria o classe di persone

E’ il complesso dei doveri e delle regole di comportamento eticamente fondati di solito raccolti in codici etici e/o deontologici

Parola chiave RESPONSABILITA’