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   I  m  p   i  a  n   t   i   e   l  e   t   t  r   i  c   i  n  e   i    l  u  o  g   h   i       p       a       r        t         i       c       o         l       a       r         i P R O F E S S I O N A L C L U B 8 P R O F E S S I O N A L C L U B 8 R BTi cino s pa Via Messina, 38 20154 Mil ano - Italia R

manual de implementaciones eléctricas 1

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BTicino spaVia Messina, 3820154 Milano - Italia

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Indice Impianti elettrici nei luoghi particolari

Ascensori e montacarichi pag. 8Prevenzione incendi pag. 8Condutture pag. 11

Impianto di terra pag. 11

Prescrizioni pag. 12

Esempio di disposizione dei componenti pag. 12

Dimensionamento conduttura di alimentazione motore pag. 14

Dimensionamento linee alimentazione quadro locale macchinario pag. 15

Centralino locale elevatore pag. 16

Comando dell’interruttore generale pag. 17

Luoghi a maggior riscio in caso di incendio pag. 20Definizioni pag. 20

Individuazione dei luoghi a maggior rischio in caso di incendio pag. 21

Determinazione della Classe del compartimento antincendio pag. 24

Prescrizioni comuni a tutti i luoghi citati negli Allegati A, B, e C pag. 28

Condutture pag. 33

Prescrizioni particolari secondo il tipo di luogo pag. 36

Scelta delle scatole portafrutti da installare in pareti mobili pag. 38

Centrale termica a gasolio pag. 42

Prevenzione incendi pag. 42Impianto elettrico pag. 46

Esempio di impianto elettrico pag. 50

Biblioteche pag. 56

Illuminazione pag. 58

Prese di corrente pag. 58

Rilevazione incendi pag. 58

Illuminazione di emergenza pag. 59

Disposizione dei componenti nella planimetria pag. 59

Comando di emergenza pag. 60Postazione sala di lettura pag. 60

Distribuzione pag. 60

Diffusione sonora pag. 61

Minicolonna Interlink pag. 62

Distribuzione principale nella planimetria pag. 63

Legenda simboli pag. 63

Quadro biblioteca pag. 64

Dichiarazione di conformità pag. 73

Dati quadro pag. 74Rapporto di prova individuale pag. 75

Dichiarazione del produttore pag. 76

Elenco componenti circuiti pag. 77

BTicino s.p.a. - Maggio 1997

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Luoghi con pericolo di esplosione per la presenza di polveri pag. 80

Caratteristiche delle polveri pag. 82

Centri di pericolo pag. 82

Condizioni ambientali pag. 83

Ambienti bonificati pag. 83

Zone AD pag. 84

Estensione delle zone AD pag. 85

Condutture pag. 88

Scelta del tipo di impianto pag. 89

Falegnameria pag. 92

Zona pericolosa pag. 92

Prevenzione incendi pag. 92

Comando di emergenza pag. 92

Arresto di emergenza pag. 92

Attrezzature pag. 93

Planimetria pag. 94

Illuminazione pag. 95

Rilevazione di fumo pag. 95

Lampade portatili pag. 95

Condutture pag. 95Quadro elettrico pag. 96

Circuito per arresto di emergenza pag. 99

Circuito per lampade portatili pag. 99

Indice

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Locali contenenti bagni e docce, piscine, pag. 102locali contenenti riscaldatori per saune

Zone di pericolosità pag. 102Protezione a mezzo interruttore differenziale con Id ≤ 30mA pag. 102

Grado di protezione IP pag. 102

Collegamento equipotenziale supplementare pag. 103

Locali servizi accessibili ai portatori di handicap pag. 103

Locali contenenti bagni e docce - pag. 104estensione delle zone pericolose

Locali contenenti bagni e docce - prescrizioni particolari pag. 105

Locali contenenti riscaldatori per saune - pag. 106estensione delle zone pericolose

Locali contenenti riscaldatori per saune - pag. 107prescrizioni particolari

Piscine - estensione delle zone pericolose pag. 108

Piscine - prescrizioni particolari pag. 109

Esempio di impianto in un bagno pag. 110

Esempio di impianto in una sauna pag. 111

Esempio di impianto in una piscina pag. 112

Indice

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Gli argomenti trattati in questo fascicolo sonoin gran parte oggetto di normativa specifica

e quindi, secondo la Legge 46/90e relativo regolamento di attuazione,praticamente quasi sempre soggettia progettazione obbligatoria da realizzarsia cura di un professionista abilitato.

Tali trattazioni, nel rispetto delle relativecompetenze, hanno quindi lo scopodi informare adeguatamente l’installatore

che si trova a realizzare impiantiin situazioni più complesse epericolose di quelle ordinarie, portandoloanche a conoscenza di quegli argomentiche possono aver indotto il progettistaa compiere determinate scelte.

Introduzione

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Asc

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Ascensori emontacarichi

Le installazioni dei nuovi impianti ascensori sono regolate dal DM 587/87(Norma UNI EN 81-1, per gli ascensori elettrici) e dal DPR 268/94 (NormaUNI EN 81-2, per gli ascensori elettrici ed idraulici).Il DM 587/87 si applica agli ascensori denunciati all’ISPESL dopo il 9/4/91;il DPR 268/94 si applica agli ascensori denunciati all’ISPESL dopo il 29/10/94.Precedentemente ai sopracitati decreti ministeriali la materia era regolatadal DPR 1497/63 e dal DM 1635/79, entrambi non abrogati, e quindi, indeterminate situazioni ancora validi.Per quello che riguarda la nostra trattazione consideriamo gli impiantielettrici relativi agli ascensori ed ai montacarichi installati in edifici pubblicio privati (ad esclusione di quelli utilizzabili esclusivamente da un uniconucleo familiare) per quanto compete alla ditta installatrice come, adesempio, la predisposizione dei cavi di potenza e dei servizi, l’ illuminazionedei locali pulegge, macchine, vano corsa e fossa, delle protezioni nelquadro cabina, l’ interruttore generale o suo comando, il circuito di alimen-

tazione delle chiamate di soccorso, la predisposizione di prese nei localimacchine, vano corsa e fossa.Non vengono invece trattate le parti usualmente a carico del fornitoredell’ascensore, costituite generalmente dal quadro di comando in salamacchine, l’impianto interno di cabina, le pulsantiere di chiamata ai piani,i circuiti riguardanti i commutatori di piano e le manovre di emergenza.Le seguenti prescrizioni si applicano all’ interruttore generale del circuito FMe all’interruttore del circuito di illuminazione e a quanto è a valle di essi, conl’esclusione di quanto sopra descritto.Indicazioni relative alle varie competenze sono citate anche nella Guida CEI64-50 “Edilizia residenziale - Guida per l’integrazione nell’edificio degliimpianti elettrici utilizzatori, ausiliari e telefonici” .

Prevenzioneincendi

Al punto 95 dell’elenco delle attività soggette al controllo dei VVF (che perpraticità viene sotto riportato) viene indicato in quali casi ascensori emontacarichi sono soggetti alle misure di prevenzione incendi.

Vani di ascensori e montacarichi in servizio privato, aventi corsa sopra il piano terreno maggiore di 20 metri installati in edifici civili aventi altezza in gronda maggiore di 24 metri e quelli installati in edifici industriali di cui all’art.9 del decreto del Presidente della repubblica 29 maggio 1963, n. 1497.

Per quello che riguarda gli impianti elettrici, quanto richiesto dai VVFconsiste essenzialmente nell’installazione di un interruttore generale muni- to di protezione contro le correnti di sovraccarico e di corto circuito installato in posizione segnalata, manovrabile sotto carico e atto a porre fuori tensione l’impianto elettrico dell’attività.Tale interruttore può essere identificato anche come comando di emergen-za.Qualora non risulti possibile installare in una posizione idonea questointerruttore è possibile realizzare un comando di esso; questo comandodeve agire preferibilmente per diseccitazione delle bobine o, in alternativa,per lancio di corrente, purchè corredato da segnalazioni che indichinopermanentemente la funzionalità del circuito di comando.Nella parte di questo fascicolo relativa alle centrali termiche a gasolio, sonoriportati degli esempi di applicazione dei comandi di emergenza.Occorre evidenziare il diverso scopo che sottintende alle richieste avanzatedalla legislazione relativa agli ascensori e a quelle dei VVF; nelle prime lafunzione attribuita all’interruttore generale è quella di togliere tensioneall’impianto FM in caso di necessità (guasto, manutenzione, emergenzanon relativa ad un incendio, ecc.) lasciando però disponibile l’ illuminazioneper agevolare eventuali interventi manutentivi e per non lasciare al buiopersone presenti nell’ascensore, nelle seconde occorre invece poter inter-venire in totale assenza di tensione, illuminazione compresa.

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Campo di applicazione

Ascensori e

montacarichi

FMascensore

Illuminazionecabina

ascensore

Illuminazionevano corsaascensore

Illuminazionelocale

macchinario

Locale

macchinario

Id Id

Quadroisolante

Interruttore dimanovra incustodiasottovetro

Gruppo di misuradei servizicondominiali

≤ 3 m

Altre utenzecondominiali

Impianto dell'ascensore

Wh

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Campo di applicazione

Ascensori emontacarichi

FMascensore

Id

Id

Illuminazionecabina

ascensore

Illuminazionevano corsa

ascensoreIlluminazione

localemacchinario

Prese a spinalocale

macchinario

Quadriisolanti

Localemacchinario

Dispositivo di comandodi apertura interruttore FM

in custodia sotto vetro

Id Id

Quadroisolante

Condutturasenza masse(ad es; caviunipolari intubo protettivoisolante)

Gruppo di misuradei servizicondominiali

≤3 m

Altre utenzecondominiali

Impianto dell'ascensore

Wh

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Descrizione Sigla Impiego

Cavo unipolare senza guaina, PVC, 450/750V, H07V-Uconduttore rigido a f ilo unico, posa fissaCavo unipolare senza guaina, PVC, 450/750V, H07V-Rconduttore rigido a corda, posa fissaCavo unipolare senza guaina, PVC, 450/750V, H07V-Kconduttore flessibile per uso generale, posa fissaCavo unip. senza guaina, PVC, 300/500V, H05V-Uconduttore a filo unico per cavetteria interna, posa fissaCavo unip. senza guaina, PVC, 300/500V, H05V-Kconduttore flessibile per cavetteria interna, posa fissa

Cavo sotto guaina leggera di PVC, PVC 300/500V, A05VV-Uconduttore a filo unico non armonizzato, posa fissa

Cavo sotto guaina leggera di PVC, PVC, 300/500V, A05VV-Rconduttore rigido a corda non armonizzato, posa fissa

Cavo flessibile isolato in gomma H05RR-Fsotto guaina media in gomma, 300/500VCavo flessibile sotto guaina media di PVC, PVC, H05VV-F300/500V

Cavo flessibile isolato in gomma H07RN-Fsotto guaina pesante di policloroprene o altroequivalente elastomero sintetico, 450/750V

Condutture Nel locale macchinario, delle pulegge di rinvio e nei vani di corsa devonoessere previsti conduttori normalizzati dal CENELEC e di qualità almenoequivalente a quella definita dai documenti CENELEC HD21-S2 E HD22-S2(corrispondenti alle norme CEI 20-20 “Cavi isolati con PVC con Vn ≤ 450/ 750V” e CEI 20-19 “Cavi isolati con gomma con Vn ≤ 450/750V”).La resistenza d’isolamento tra i conduttori e tra i conduttori e terra deveessere > 1000Ω /V con un minimo di 500 kΩ per i circuiti FM e dei dispositivielettric i di sicurezza e di 250 kΩ per gli altri circuiti (comando, illuminazione,segnalazione, ecc.).E’ vietato l’uso del conduttore PEN.Nel vano di corsa e nel locale macchinario non devono essere posatecondutture che non appartengono all’impianto ascensore.Per i circuiti di comando e di sicurezza la tensione deve essere≤250 V ac o dc.

Per tutti i circuiti ad eccezione deicircuiti FM del macchinario, purchèsiano installati in tubi o canalette inmetallo o di materiale plastico oppu-re protetti da sistemi equivalenti

Possono essere usati solo in installa-zione fissa in vista sulle pareti delvano di corsa (o del locale macchina-rio) o installati in tubi, canalette odispositivi analoghi

Possono essere impiegati solo intubi, canalette o dispositivi che assi-curino una protezione equivalente

Possono essere impiegati come cavirigidi (installati fissi in vista sulle paretidel vano di corsa o nel locale macchi-nario, o installati in tubi, canalette odispositivi analoghi).Possono essere anche usati per ilcollegamento di un apparecchio mo-bile (ad eccezione della cabina) op-pure sottoposto a vibrazioni

Impianto di terra L’impianto di terra dell’ascensore deve essere collegato all’impianto di terradell’edificio di cui fa parte, a meno che risulti impossibile toccare contem-poraneamente masse e masse estranee collegate ad impianti di terradiversi.

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Prescrizioni(norma UNI 81-1)

A 1 - Quadro cabina e locali tecniciQuesto quadro è ubicato nel locale del macchinario e deve contenere, perciascun ascensore, un interruttore generale che deve poter interromperel’alimentazione dell’ascensore su tutt i i conduttori att ivi.Questo interruttore non deve interrompere:- l’illuminazione della cabina e la sua eventuale ventilazione;- la presa di corrente sul tetto della cabina;- l’illuminazione dei locali del macchinario e delle pulegge di rinvio;- la presa di corrente nel locale del macchinario;- l’illuminazione dell’interno del vano corsa;- il dispositivo di allarme.

A 2 - Quadro di comando dell’ascensoreDavanti ai quadri elettrici, nel locale macchinario, deve essere libero unvolume di manovra cosÏ delimitato:

- altezza del posto di lavoro ≥ 2 m , altezza dei passaggi ≥ 1,8 m- larghezza ≥ 0,5 m alla larghezza totale del quadro- profondità ≥ 0,7 m a partire dalla superficie esterna dei rivestimenti. Può

essere ridotta a 0,6 m in corrispondenza degli organi di comando.

Esempio di disposizione dei componenti

2x36W 2x36W

10

A1

accesso al locale macchine

locale macchine locale pulegge

soglia della porta del piano terreno

ASCENS.

10

vano corsaascensore

fossa

10

B

C

C

C

D

D

D

E1

E1

E1

E2 E2

E3

E4

E4

E4

E4

F

F

F G

0,5 m

0,5 m

E5

10F

A2

SEZIONE

7 m≤

7 m≤

parte di pertinenza dell’impiantista

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B - Interruttore generale o comando dell’interruttore generaleNegli edifici civili nei quali vi sia personale di custodia, deve essere dispostoun interruttore generale, o comando dell’interruttore generale, in un localefacilmente accessibile dal personale di custodia. Ove non sia presentepersonale di custodia, l’ interruttore generale, o il suo comando, deve esseredisposto al piano terreno, in posizione facilmente accessibile, in custodiasottovetro.Non viene affrontata in questa trattazione l’opportunità di utilizzare icomponenti sopra citati da parte dei VVF qualora l’attività rientrasse sottoil loro controllo.

C - Dispositivi di chiamataIn caso di necessità, i passeggeri devono poter effettuare chiamate disoccorso a mezzo di un dispositivo facilmente identificabile ed accessibile.Questo dispositivo può essere costituito da una suoneria, da un telefono o

dispositivi analoghi, e deve essere alimentato tramite un alimentatore diemergenza.

Quando la corsa dell’ascensore supera i 30 m, tra la cabina ed il localemacchinario deve essere installato un citofono o dispositivo analogoalimentato dall’alimentazione di emergenza di cui sopra.

D - Interruttore di arresto ascensore nella fossa, sul tetto dellacabina e nel locale puleggeDevono impedire la messa in funzione accidentale del motore della cabinadurante i lavori di manutenzione o riparazione.Per l’installazione di questi interruttori e delle relative linee è necessarioprendere precisi accordi con il costruttore dell’ascensore.

E1 - Illuminazione vano corsaIl vano corsa, se di t ipo chiuso o non illuminato da sufficiente illuminazioneelettrica esterna al vano, deve essere munito di impianto di illuminazionefisso, con lampade (almeno 2) poste non oltre 7 m una dall’altra e conlampade nella fossa e nella testata situate a non più di 0,5 m dalle estremitàdel vano.

E2 - Illuminazione del locale macchine e del locale puleggeL’impianto di illuminazione, di tipo fisso, deve garantire un illuminamentonon inferiore a 200 lux misurati a livello del pavimento.

E3 - Illuminazione della fossa e degli altri locali tecnici

E’ consigliabile un illuminamento non inferiore a 100 lux.

E4 - Illuminazione della soglia in prossimità della porta di piano edegli accessi ai locali tecniciDeve essere realizzato con impianto fisso, facente parte dell’impianto particomuni, e deve garantire un illuminamento non inferiore a 50 lux a livellopavimento.

E5 - Illuminazione cabinaLa cabina deve avere un impianto elettrico permanente di illuminazione chegarantisca un illuminamento non inferiore a 50 lux a livello del pavimento esui comandi. Se l’illuminazione è del tipo ad incandescenza, le lampadedevono essere almeno due collegate in parallelo.

Deve essere disponibile un alimentatore di emergenza che, in caso diinterruzione dell’alimentazione, sia in grado di alimentare almeno unalampada della potenza di 1 W per 1 h. L’intervento dell’alimentazione diemergenza deve essere automatico.

Prescrizioni(norma UNI 81-1)

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Articolo BTicino F74/80

In [A] 80

F - PreseDevono essere previste prese sul tetto della cabina, nel locale pulegge, nellocale macchinario e nella fossa. Tali prese devono essere del tipo 2P+T250V alimentate direttamente, oppure a tensione di sicurezza.

G - Protezione dei passaggi verticaliLe aperture praticate per il passaggio dei cavi nel locale macchine e nellocale pulegge sovrastanti il vano corsa devono essere protette da oppor-tuni manicotti.Questi manicott i, atti ad impedire la caduta di oggetti, devono essere serratiattorno ai cavi e sporgere dal pavimento per almeno 5 cm .

Prescrizioni(norma UNI 81-1)

Dimensionamentoconduttura dialimentazionemotore

I d

M3 ~

F84S/20 + F84S/20 + F84S/20 + F84S/25 + F84S/32 + F84S/40 + F84S/50 +G45/32AC G45/32AC G45/32AC G45/32AC G45/32AC G45/63AC G45/63AC

In a 30°C [A] 20 20 20 25 32 40 50I di intervento 100 100 100 125 160 200 250entro 1,5 s [A]

1 - Quadro elettrico generale

Interruttore automatico magnetotermico differenziale Id : 0,5 A ubicato sulquadro elettrico generale, equipaggiato con sganciatore per telecomandodi emergenza (art. F80E). Curva caratteristica “C”.

Sez. min [mm2] 4 4 4 6 10 10 16

Portata Iz 28 28 28 36 50 50 68(30/70°C) [A]

2 - Conduttura di alimentazione motore

Sezione dei conduttori della linea di alimentazione motore, cavi unipolarisenza guaina isolati in PVC (es. N07V-K), posati in tubo incassato a pare-te. Per le lunghezze massime delle linee, in relazione alla caduta di tensioneammessa, vedere la tabella.

Interruttore sezionatore ubicato sul quadro elettrico locale elevatore.Il quarto polo è a disposizione per l’inibizione del circuito di ritorno al piano.

3 - Quadro elettrico del locale macchinario

4 - Motore ascensorePotenza [kW] 3 4 5,5 7,5 11 15 18,5

Potenza [CV] 4 5,5 7,5 10 15 20 25

In a 400 V [A] 6,3 8,2 11,1 14,8 21,2 28,9 35,1

I di spunto 23,9 31,1 42,2 56,3 80,7 110 133,4(3,8xIn/1s) [A]

Motore asincrono trifase, 4 poli, 1500 giri/min, cosφ 0,83 ÷ 0,85,η 0,83 ÷ 0,895.

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Dimensionamentolinee alimentazionequadro localemacchinario

Lunghezze massime delle linee di alimentazione del quadro elettricolocale macchinarioI dati indicati sono da intendersi in metri, calcolati per una caduta di tensionedel 3% e tenendo conto, per il circuito 3F 50Hz 380V, della corrente dispunto del motore.Il fattore di potenza (cosφ) è stato considerato, come nella tabella preceden-te, compreso tra 0,83 e 0,85.I cavi considerati sono unipolari senza guaina isolati con polivinilcloruro(PVC), es. tipo N07V-K, posati in tubo proprio, incassato o a parete;temperatura ambiente 30°C.

Circuito 1N 50Hz 230V

Carico presunto Sezione del conduttore (mm2)A 2,5 4 6 10 16 2520 22 34 51 86 13410 43 68 102 172

Circuito 3F 50Hz 400V

Potenza motore Sezione del conduttore (mm2)kW CV 4 6 10 16 25 35

3 4 57 86 1444 5,5 44 66 111 1725,5 7,5 33 48 82 1277,5 10 36 61 95 14611 15 43 66 102 14015 20 31 49 75 10318,5 25 40 61 85

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Sotto viene riportato un esempio di centralino per locale elevatore (dedicatoad un solo elevatore).

Centralino localeelevatore

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Comandodell’interruttoregenerale

Come anticipato nelle pagine precedenti, se l’interruttore generale non ènella posizione idonea ad essere facilmente identificato e manovrato,puòessere realizzato un comando di esso.Nella figura sotto, a titolo di esempio, viene indicato come eseguire iltelecomando di un interruttore, utilizzando lo specifico modulo accoppiabileagli interruttori modulari, che consiste essenzialmente in una bobina diminima tensione sostenuta da una batteria tampone (riserva > 60h); questascelta coniuga la richiesta di preferibilità data alla diseccitazione, all’esigen-za di non subire gli azionamenti intempestivi che un normale circuito consola bobina di minima tensione può comunque provocare.

Come effettivo organo di comando viene previsto un interruttore, cheagisce sullo sganciatore utilizzando il contatto normalmente chiuso di cui èprovvisto; l’altro contatto, normalmente aperto, di cui è provvisto taleinterruttore, rimane a disposizione della ditta installatrice per poter even-tualmente realizzare, se necessario, l’inibizione del circuito di ritorno alpiano. Tale interruttore è completato da schermo frangibile in vetro conscritta “INTERRUTTORE ASCENSORE”.

Id

F F F N

< U

*

*

circuito 3N~ 50 Hz 380/220V

sul quadrogenerale

dispositivo per il comandodell’interruttoregenerale dell’ascensore

nel centralinodel locale elevatore

al quadro del motore elevatore

contatti a disposizione per l’inibizione delcircuito di ritorno al piano

Sganciatore per Dispositivo per il

comando di comando interruttoreUtenza emergenza generale ascensorecaricocoeff. Ku e Kccorrente Ib (A)tipo ed articolo apparecchio F84S/.. + G45/..AC + F80E 503/85... + 85AN

F74/80

Circuito ausiliario per comando dell’interruttore generale

Riferimento figura A B C

*A

A

BC

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R

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Luo

ghia

magg

ior

r

ischioincaso

d’

incen

dio

R

2

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R

Luoghi amaggior rischioin caso d’incendio

Questi luoghi (trattati nella parte 7 della Norma CEI 64-8, fascicolo 1922)presentano un rischio relativo all’incendio maggiore che non un luogoordinario.Tale rischio è il risultato della considerazione del danno che può essereprovocato a seguito di un incendio relativamente alla probabilità che essosi verifichi.Occorre sottolineare come questi luoghi vengano definiti a maggior rischio in caso d’incendio e non più semplicemente a maggior rischio d’ incendio ;ciò significa che non viene solamente valutata la probabilità dell’incendioma anche e soprattutto l’entità del danno che ne deriva.Quale sia e quanto debba essere elevato questo danno la Norma non loindica, lasciando al progettista la decisione, fornisce però un elenco diparametri che possono facilitare la valutazione.Questi parametri sono :

- densità di affollamento;- massimo affollamento ipotizzabile;- entità del danno per animali e/o cose;- comportamento al fuoco delle strutture dell’edificio;- presenza di materiali combustibili;- tipo di utilizzazione dell’ambiente;- situazione organizzativa per quanto riguarda la protezione antincendio.

Evidente quindi che pur essendo in un luogo dove la probabilità di incendioè molto ridotta, se l’entità del danno conseguente, ad esempio in terminedi vite umane, è molto elevata (come potrebbe essere in diversi luoghi dipubblico spettacolo piuttosto che in ospedali o scuole), questo fa si che taleluogo debba essere classificato a maggior rischio in caso d’incendio.

Obiettivo di questa parte di Norma CEI è quello, quindi, di evitare che indeterminati luoghi, ripetiamo, per certi aspetti più rischiosi di quelli ordinari,l’impianto elettrico possa diventare causa o veicolo di propagazionedell’incendio.

Definizioni Poichè, come è intuibile, l’argomento trattato non può non prescinderedalla problematica relativa alla prevenzione incendi, da essa riportiamo ilsignificato di alcune delle terminologie usate in questo capitolo, tratte dalDM 30-11-83 e dal DM 26-6-84.

Carico d’incendioPotenziale termico della totalità dei materiali combustibili contenuti in uno

spazio, ivi compresi i rivestimenti dei muri, delle pareti provvisorie, deipavimenti e dei soffitti.

Compartimento antincendioParte di edificio delimitata da elementi di resistenza al fuoco predeterminataed organizzata per rispondere alle esigenze della prevenzione incendi.

Classe di un compartimentoNumero indicativo che esprime in minuti primi la durata minima di resisten-za al fuoco da richiedere alla struttura del compartimento in esame.

Materiale (combustibile)Il componente (o i componenti variamente associati) che può (o possono)

partecipare alla combustione in dipendenza della propria natura chimica edelle effettive condizioni di messa in opera per l’utilizzazione.Si considerano combustibili i materiali non appartenenti alla Classe 0 di reazione al fuoco.

Quali sono allora i materiali appartenenti alla Classe 0 e cioè non combustibili ?

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R

Il DMI 14-1-85 attribuisce ad alcuni materiali la Classe 0 di reazione al fuocosenza che debbano subire la prova ISO/DIS 1182.2 prevista dal DM 26-6-84.Questi materiali sono: materiali da costruzione, compatti o espansi a basedi ossidi metallici (ossido di calcio, magnesio, silicio, alluminio ed altri) ocomposti inorganici (carbonati, solfati, silicati di calcio e altri) privi dilegamenti organici; materiali isolanti a base di fibre minerali (di roccia, divetro, ceramiche ed altre) privi di legamenti organici; materiali costituiti dametalli con o senza finitura superficiale a base inorganica.

Definizioni

A volte, erroneamente, si è portati a pensare che i luoghi a maggior rischioin caso d’incendio coincidano con le 97 attività definite nel DM 16-2-82soggette alla prevenzione incendi. Non è sempre così.Alcune delle 97 attività presentano pericoli di esplosione: in questo casosono soggette alla Norma CEI 64-2 (ne citiamo alcuni: le autorimesse

private con più di 9 autoveicoli e quelle pubbliche, gli impianti termici a gascon potenzialità superiore a 30.000 Kcal/h, ecc.).Altre delle 97 attività potrebbero essere considerate solo parzialmente (adesempio in un compartimento) luoghi a maggior rischio in caso d’ incendio,sarebbero quindi (queste attività) parzialmente soggette a provvedimentiparticolari sull’impianto elettrico (ad esempio, l’att ività n. 89 cita “Aziendeed uffici nei quali siano occupati oltre 500 addetti”; tale attività non trovariscontro in nessuno degli Allegati della Norma CEI 64-8/7 ma, effettuandoun’analisi sulla base dei parametri che individuano i luoghi a maggior rischioin caso d’incendio, potrebbe esserci una parte di questa attività, adesempio un archivio, che necessiti delle prescrizioni previste per i luoghi amaggior richio in caso d’ incendio).In altre attività ancora è possibile che non siano necessari provvedimentispecifici sull’impianto elettrico (l’attività n. 94 “Edifici destinati a civileabitazione con altezza in gronda superiore a 24 m” prevede indicazioniriguardanti solamente depositi di sostanze infiammabili e il carico d’incen-dio).Infine, alcuni luoghi non soggetti al controllo dei VVF potrebbero essereconsiderati luoghi a maggior rischio in caso d’incendio (ad esempio “lestazioni sotterranee di ferrovie, di metropolitane e simili).Per praticità, la Norma CEI individua un elenco di luoghi che possono essereritenuti a maggior rischio in caso d’incendio e li suddivide in tre tipologie, alfine di definire le caratteristiche dell’impianto elettrico.Le tre tipologie, nella Norma chiamate Allegati, vengono semplicementedenominate: A, B e C.I luoghi compresi nell’Allegato A sono ritenuti a maggior rischio in casod’incendio per l’elevata densità di affollamento o per l’elevato tempo di sfollamento in caso d’ incendio o per l’elevato danno ad animali e cose , comead esempio:

- locali di spettacolo e trattenimento in genere con un massimo affollamen-to ipotizzabile superiore a 100 persone per ogni compartimento antin-cendio;

- alberghi, pensioni, motel, dormitori e simili, con oltre 25 posti letto perogni compartimento antincendio;

- scuole di ogni ordine, grado e tipo, accademie e simili;- ambienti destinati ad esposizione e/o vendita all’ingrosso o al dettaglio con

superficie lorda superiore a 400 m2, comprensiva dei servizi e depositi;

- stazioni sotterranee di ferrovie, di metropolitane e simili;- ambienti destinati ai degenti negli ospedali ed ospizi, ai detenuti nellecarceri ed ai bambini negli asili ed ambienti simili;

- negli edifici destinati a civile abitazione con altezza in gronda superiore a24 m, il sistema di vie di uscita, i vani e i condott i dei sistemi di ventilazioneforzata;

Individuazionedei luoghia maggior rischio

in caso d’incendio

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- edifici pregevoli per arte o storia oppure destinati a contenere biblioteche, archivi, musei, gallerie, collezioni e comunque oggett i di interesseculturale sottoposti alla vigilanza dello Stato.

Sono compresi nell’Allegato B i luoghi con strutture combustibili, adesempio edifici con strutture portanti in legno.E’ opportuno chiarire che edifici aventi le strutture non combustibili (muratura,calcestruzzo, ecc.) aventi le sole travi in legno non sono da considerarefacenti parte dell’Allegato B.L’Allegato C riguarda invece quegli ambienti che avendo Classe delcompartimento antincendio≥30 sono luogo di lavorazione, convogliamento,manipolazione o deposito di materiali infiammabili o combustibili cosìdefiniti :

- materiali sia allo stato di fibre o di trucioli granulari sia allo stato di ag-

gregati, per iquali in pratica non si considera una temperatura d’infiam-mabilità. Sono tali ad esempio: legno, carta, manufatti facilmente com-bustibili, lana, paglia, grassi lubrificanti;

- materiali aventi temperatura d’infiammabilità superiore a 40°C o allamassima temperatura ambiente e non soggett i a lavorazione,convo-gliamento, manipolazione o deposito con modalità da consentire loro ilcontatto con l’aria ambiente a temperature uguali o superiori a quellad’infiammabilità.

Per quello che riguarda la seconda tipologia di materiali, qualora nonabbiano le caratteristiche o abbiano modalità di trattamento diverse daquelle sopra descritte, occorre valutare se rientrano nei parametri cherichiedono l’applicazione della Norma CEI 64-2, relativa ai luoghi con

pericolo di esplosione.Stabilire quindi se la presenza di gas, materiali combustibili o infiammabiliporti a definire se il luogo è o meno a maggior rischio in caso d’ incendio nonè cosa semplice, tanto più che oltre a definire le caratteristiche e le modalitàdi trattamento occorre poi stabilire qual’è la Classe del compartimentoantincendio in questione.

Rammentiamo che la classificazione di un luogo è di competenza delCommittente (CEI 0-2 “Guida per la definizione della documentazione diprogetto degli impianti elettrici” ); qualora venga invece affidata al progettista,rimane comunque indispensabile il coinvolgimento del Committente stes-so che dovrà quantomeno assumersi delle responsabilità nell’indicare iltipo di attività e tutto quanto la riguarda al fine di consentire una corretta

classificazione.

Vediamo nella figura un diagramma di flusso per stabilire, in presenza digas, materiali combustibili o infiammabili il tipo di luogo e la conseguentesituazione normativa.

Individuazionedei luoghia maggior rischioin caso d’incendio

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R

Individuazionedei luoghia maggior rischioin caso d’incendio

Materialicombustibili

Materiali per i

quali si considerauna temperaturadi infiammabilità

Ti ≤ 40°C

Gas

Ti ≤ T ambiente

il materialepuò trovarsi

in aria a T ≥ Ti

ClasseCompartimentoAntincendio ≥ 30

LUOGOORDINARIO

LUOGO AMAGGIOR

RISCHIO INCASO

D’INCENDIO

LUOGO DICLASSE 3

LUOGO DICLASSE 1

quantitàsignificativa ai fini

dell’esplosione

quantità >ai minimi previsti

nella normaCEI 64-2

SI SI

SI

SI

SI

SI

NO

NO

NO

NO

NO

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OlioLegno Carta Benzina combustibile Gomma Linoleum

Peso specifico 0,8 0,8 0,8 1 1,2 1,3(kg/dm3)

Potere calorifico 4400 4000 10500 10500 8000 5000(kcal/kg)

Determinazionedella Classe delcompartimentoantincendio

La Classe di un compartimento antincendio è uguale a:

C = q . k

dove

C - numero indicativo della Classe del compartimento antincendioq - carico d’incendio dichiarato (in kg legna/m2)k - coefficiente di riduzione.

Analizziamo dapprima il carico d’incendio q.Il carico d’ incendio (espresso dalla quantità equivalente di legno per m2 chesi ottiene dividendo per 4400, potere calorifico superiore del legno, ilnumero di calorie per unità di superficie orizzontale del locale o del pianoconsiderato, che al massimo si possono sviluppare per effetto della

combustione di tutt i i materiali combustibili presenti) risponde a:

q - carico d’incendio (in kg legna/m2)gi - il peso (in kg) del generico fra gli n combustibili che si prevedono

presenti nel locale o nel piano nelle condizioni più gravose di carico

d’incendioHi - potere calorifico superiore (in Cal/kg) del generico fra gli n combusti-bili di peso g

A - superficie orizzontale (in m2) del locale o del piano del fabbricatoconsiderato

4400- potere calorifico superiore del legno (in Cal/kg)

Riportiamo nella tabella sottostante alcuni esempi di sostanze:

1 kg di legna sviluppa, bruciando totalmente, 4400 kcal

il carico d’incendio si misurain kg legna equivalente

q =i = 1

gi .Hi

n

Σ

4400A

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Nel caso di liquidi occorre valutare i volumi massimi (dm3) occupati nelletubazioni, negli apparecchi di processo e nei serbatoi che si trovanoall’interno del compartimento considerato.Se il compartimento considerato è collegato ad altri compartimentiantincendio a mezzo organi di convogliamento che nel regolare svolgimen-to delle attività trasportano materiali infiammabili o combustibili, devonoessere considerati anche i quantitativi che possono essere immessi entroil tempo (s) che intercorre fra l’inizio di un eventuale incendio e l’ intercetta-zione degli organi di convogliamento.In assenza di valori risultato di specifiche analisi, si può tenere conto deiseguenti tempi:

10 s per il caso di organi di intercettazione comandati automaticamenteda dispositivi rivelatori

15 min per il caso di organi di intercettazione comandati a mano da un

posto costantemente presidiato durante i periodi in cui le installa-zioni elettriche sono in tensione90 min per il caso di attività solamente sottoposte a una generica sorve-

glianza8 h per il caso di attività non presidiate.

Determinazionedella Classe delcompartimentoantincendio

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Fattori Indice

1 Altezza dell’edificio e dei piani1.1 Altezza t otale dell’ edificio:

- altezza di gronda fino a 7 m ................................................................................ 0- altezza di gronda oltre 7 fino a 14 m + 2- altezza di gronda oltre 14 fino a 24 m + 4- altezza di gronda oltre 24 fino a 30 m + 6- altezza di gronda oltre 30 fino a 45 m + 10- altezza di gronda oltre 45 m ................................................................................ + 20

1.2 Altezza dei p iani in un ed if ic io mult ip iano- fino a 4 m ............................................................................................................. + 2

- oltre 4 fino a 8 m .................................................................................................. + 1

2 Superficie interna delimitata da muri tagliafuoco, pareti esterne opareti antincendio supplettive (schermi ripari di acqua, ecc.)- f ino a 200 m2 ....................................................................................................... 0

- oltre 200 fino a 500 m2 ........................................................................................ + 2- oltre 500 fino a 1000 m2 ...................................................................................... + 4- oltre 1000 fino a 2000 m2 .................................................................................... + 6

- oltre 2000 m2 ....................................................................................................... + 10

3 Utilizzazione dell’edificio e dei locali3.1 Materiali infiammabili, come idrogeno, benzina, petrolio, celluloide e simili ........... + (5÷10)

Materiali facilmente combustibili, come paglia, mobili di legno e simili .................. 0Materiali poco o difficilmente combustibili come carta ammassata, oli pesanti dacaldaia, carboni minerali e simili ............................................................................. + (5÷15)

3.2 Destinazione dei locali:

- sale di riunione, locali soggetti ad affollamento, ambulatori e simili ................... + 10- ospedali, cliniche, scuole, e simili ....................................................................... + 5- abitazioni ed uffici ............................................................................................... 0

3.3 Uscite di soccorso a distanza superiore ai 20 m (si considerano U.S. anche leuscite normali nel caso ve ne siano più di una per piano ....................................... + (2÷4)- distanza dagli edifici circostanti fino a 10 m ....................................................... + 3

- distanza dagli edifici circostanti da 10 a 25 m .................................................... + 1- distanza dagli edifici circostanti oltre 25 m ......................................................... 0

4 Pericoli di propagazione- distanza dagli edifici circostanti fino a 10 m ....................................................... + 3- distanza dagli edifici circostanti da 10 a 25 m .................................................... + 1

- distanza dagli edifici circostanti oltre 25 m ......................................................... 0

5 Segnalazione, accessibilità e impianti di protezione antincendi5.1 Squadra interna di soccorso

- con impianto interno di idranti ............................................................................ - 25- con impianto di estintori ..................................................................................... - 15

5.2 Impianto sprinkler, secondo la portata e la pressione ............................................ -(15÷25)

(indici da ridurre ai valori - (3 5) in caso di coesistenza con la voce 5.15.3 Avvisatore automatico in diretto collegamento con la caserma dei VVF

(indice da ridurre al valore -2 in caso di coesistenza con la voce 5.1 oppure 5.2 ... - 10

5.4 Guardiania permanente con telefono:- con avvisatore automatico interno ed impianto interno di idranti ..................... - 12- con avvisatore automatico interno ...................................................................... - 10- con impianto interno di idranti ............................................................................ - 9- con estintori oppure con impianto esterno di idranti .......................................... - 8- senza altro corredo ............................................................................................. - 7

(indici da non considerare in caso di coesistenza con la voce 5.1 e da

ridurre al valore -3 in caso di coesistenza con la voce 5.2)5.5 Impianto interno di idranti senza guardiania ........................................................... - 4

(indice da ridurre al valore -2 in caso di coesistenza con le voci 5.1 e 5.2)

5.6 Impianto esterno di idranti in prossimità dell’edificio .............................................. - 3(indice da ridurre al valore -1 in caso di coesistenza con le voci 5.1 e 5.2)

5.7 Estintori senza guardiania ................... ................................................................... - 2

(indice da ridurre al valore -1 in caso di coesistenza con le voci 5.1 e 5.2)5.8 Tempo richiesto per l’ arrivo VVF:

- fino a 10 min ........................................................................................................ - 5- oltre 10 e fino a 15 min ........................................................................................ - 2- oltre 15 e fino a 20 min ........................................................................................ 0

- oltre 20 min ......................................................................................................... + 5

5.9 Difficoltà di accesso interno non avente rapporto con l’altezza dell’edificio .......... + (0÷3)

Determinazionedella Classe delcompartimentoantincendio

Per quello che riguarda k (coefficiente di riduzione) occorre prima effettua-re la somma algebrica degli indici di valutazione (vedi tabella 1).

Tabella 1

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Determinazionedella Classe delcompartimentoantincendio

Effettuata la somma algebrica degli indici di valutazione, tale cifra vienemessa in correlazione al coefficiente di riduzione k per mezzo del graficosotto riportato.

La circolare 91/61 indica per i fabbricati civili le seguenti Classi:

15 - 30 - 45 - 60 - 90 - 120 - 180.Occorre però precisare che qualora il numero risultante dal calcolo dellaClasse fosse diverso da uno di quelli sopra indicati, si dovrà assegnare laClasse immediatamente superiore.Ciò significa che se dal calcolo, per esempio, dovesse risultare una Classeuguale a 16 (numero che in assenza della richiesta sopra descritta portereb-be a non considerare il compartimento come luogo a maggior rischio in casod’incendio), in reltà dovremmo considerare la Classe superiore, cioè 30,classificandolo così come luogo a maggior rischio in caso d’ incendio.

Il numero che definisce la Classe è solitamente preceduto da un simbolo(“R”, “RE”, “REI”) che definisce l’attitudine di un elemento da costruzionea conservare per un tempo determinato :

“R”: la resistenza meccanica sotto l’azione del fuoco“E”: a non lasciar passare nè produrre, se sottoposto all’azione del fuocosu un lato, fiamme, vapori o gas caldi sul lato non esposto

“I” : a ridurre la trasmissione del calore.

somma algebrica degli indici di valutazione

c o e f f i c i e n t e d i r i d u z i o n e

0,9

1,0

0,8

0,7

0,6

0,5

0,4

0,3

0,2

0,1

0746040200-20-40-60-80

-82

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R

Prescrizionicomuni a tutti iluoghi citati negliAllegati A, B e C

Componenti elettriciI componenti elettrici devono essere limitati a quelli necessari per l’uso degli ambienti stessi, fatta eccezione per le condutture le quali possono anche transitare.

Sistema di vie d’uscitaNel sistema di vie d’uscita non devono essere installati apparecchi elettrici contenenti f luidi infiammabili. I condensatori ausilliari incorporati negli ap- parecchi non sono soggetti a questa prescrizione.

Dispositivi di manovra, controllo e protezioneNegli ambienti nei quali è consentito l’accesso e la presenza del pubblico i dispositivi di manovra, controllo e protezione, fatta eccezione per quelli destinati a facilitare l’evacuazione, devono essere posti in luogo a disposi- zione del personale addetto o posti entro involucri apribili con chiave o

attrezzo.Condutture che attraversano le vie d’uscita di sicurezzaLe condutture che attraversano le vie d’uscita di sicurezza non devono costituire ostacolo al deflusso delle persone e preferibilmente non essere a portata di mano; comunque, se a portata di mano, devono essere poste entro involucri o dietro barriere che non creino intralci al deflusso e che costituiscano una buona protezione contro i danneggiamenti meccanici prevedibili durante l’evacuazione.

Mentre le prescrizioni sopra elencate non necessitano di particolari appro-fondimenti, questi sono invece utili per le richieste che seguono (semprecomuni a tutt i i luoghi).

Riscaldamenti per effetto induttivoI conduttori in corrente alternata devono essere disposti in modo da evitare pericolosi riscaldamenti delle parti metalliche adiacenti per effetto indutt ivo,particolarmente quando si usano cavi unipolari.L’utilizzo di cavi multipolari o riunire i cavi unipolari appartenenti allo stessocircuito, assolve alla richiesta sopra descritta.

Fenomeni termici induttivi:pericolosi surriscaldamenti di parti metalliche adiacenti ai conduttori

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Prescrizionicomuni a tutti iluoghi citati negliAllegati A, B e C

Conduttore PENE’ vietato l’uso dei conduttori PEN (sistema TN-C); la prescrizione non è valida per le condutture che transitano soltanto.

Tale prescrizione è derivata dal fatto che mentre nei sistemi TN-S un’even-tuale corrente di squilibrio percorre il neutro, nei sistemi TN-C la stessacorrente percorre il PEN, interessando quindi, in condizioni ordinarie, lemasse e le masse estranee (cosa che non succede nei sistemi TN-S)collegate al PEN; tale situazione può provocare sovrariscaldamenti oscintillii che, se ritenuti accettabili in ambienti ordinari, non sono ammissibilinei luoghi a maggior rischio in caso d’incendio.Un conduttore PEN in transito, poichè isolato, non è in grado di provocarei problemi sopra descritti.

Pericolo di innesco e propagazione di incendioTutti i componenti elettrici, sia in funzionamento ordinario sia in situazione di guasto, non devono costituire pericolo di innesco o di propagazione di incendio per i materiali adiacenti. I componenti elettrici applicati in vista, per i quali non esistono norme relative, oltre che alle prove previste nella tabella riportata nel commento della Sezione 422 della norma CEI 64-8/4, devono superare la prova al filo incandescente 650 ° C anzichè 550 ° C.Per evitare che archi e scintille possano innescare l’incendio è sufficienteinstallare i componenti dell’impianto elettrico dietro a schermi o ad unaadeguata distanza dalle sostanze combustibili.

Per la seconda richiesta, con le dovute eccezioni, in realtà non esistonogrossi problemi, essendo la maggioranza dei componenti elettrici sottopo-sti a normativa specifica.

lNPEN

L3

L2

L1

TN - C

lNN

L3

L2

L1

TN - S

PE

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R

Apparecchi di illuminazioneGli apparecchi di illuminazione devono essere mantenuti ad adeguata distanza dagli oggetti illuminati, se questi ultimi sono combustibili; in particolare per i faretti e i piccoli proiettori la distanza deve essere:

- fino a 100 W : 0,5 m - da 100 a 300 W: 0,8 m - da 300 a 500 W: 1 m

Gli apparecchi di illuminazione con lampade ad alogeni (salvo quelli alimen- tati da circuiti SELV) e quelli con lampade ad alogenuri devono essere del tipo con schermo di sicurezza per la lampada e con proprio dispositivo contro le sovracorrenti.Quest’ultima richiesta deriva dal fatto che questi due tipi di lampadepossono diventare pericolose al termine della loro vita, sviluppando calore

sino ad arrivare all’esplosione.Ciò è meno probabile se l’alimentazione avviene da circuit i SELV.

Prescrizionicomuni a tutti iluoghi citati negliAllegati A, B e C

D

D (m) W

0,5 ≤ 1000,8 ≤ 3001 ≤ 500

Protezione da sovraccaricoI circuiti che entrano o attraversano gli ambienti a maggior rischio in caso d’incendio, devono essere protetti contro i sovraccarichi e i corto circuiti con dispositivi di protezione posti a monte di questi ambienti ad eccezione di quanto ammesso relativamente all’omissione del dispositivo di protezio- ne contro i corto circuiti.N.B. Per ambiente si intende il circuito.

Questa richiesta in realtà significa che in questi luoghi il dispositivo diprotezione contro i sovraccarichi deve essere posto sempre all’inizio dellalinea (nei luoghi ordinari può essere posizionato in qualsiasi punto dellalinea), questo perchè un eventuale guasto non franco (non considerato ecomunque tollerato nei luoghi ordinari) potrebbe non essere rilevato seavviene a valle del dispositivo.

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R

Luogo ordinario

Luogo a maggior rischio in caso d’incendio

il dispositivo di protezione controsovraccarico può essere posto in unpunto qualunque del circuito

il dispositivo di protezione controsovraccarico deve essere posto al-l’inizio del circuito.In tal modo il circuito é protetto an-che da un guasto non franco cheavvenga in un punto qualunque dellalinea

Prescrizionicomuni a tutti iluoghi citati negliAllegati A, B e C

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Barriere tagliafiammaDevono essere previste barriere tagliafiamma in tutti gli attraversamenti di solai o pareti che delimitano il compartimento antincendio.Le barriere tagliafiamma devono avere caratteristiche di resistenza al fuoco almeno pari a quelle richieste per gli elementi costruttivi del solaio o parete in cui sono installate.

Evidente lo scopo del normatore di evitare la propagazione dell’incendio daun compartimento verso un altro. Queste barriere possono essere costitu-ite, ad esempio, da pannelli, spugne, stucchi, guaine, ecc. che, se nonappartenenti alla Classe 0 di reazione al fuoco, devono essere certif icati perla Classe di resistenza al fuoco richiesta al Compartimento in questione.

Prescrizionicomuni a tutti iluoghi citati negliAllegati A, B e C

Disposizione delle barriere tagliafiamma

negli attraversamenti di pareti, osolai, che delimitano il comparti-mento antincendio

qualunque sia il tipo di cavo e diposa

all’interno del compartimentoin corrispondenza dei solai at-traversati da fasci di cavi nonpropaganti l’incendio, se in nu-mero superiore a quello indica-to nella Norma CEI 20-22; ladistanza tra due barriere nondeve superare 10 m.Per i cavi senza particolari re-

quisiti di non propagazione del-l’incendio, vedasi l’art. 3.7.03della Norma CEI 11-17, V2.

< 10m

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R

Condutture Le condutture (comprese quelle che transitano soltanto) devono essererealizzate in uno dei modi sotto elencati:

Protezione dellecondutture

Modi di realizzazione Provvedimenti contro l’incendio

Sono sufficienti leprescrizioni dellaNorma generaleimpianti

1 - Di qualsiasi tipoincassate in strutturenon combustibili

2 - Cavi in tubi protet-tivi e canali metallici,almeno IP4X

3 - Cavi ad isolamen-to minerale aventi la

guaina tubolare me-tallica continua sen-za saldatura con fun-zione di PE sprovvistiall’esterno di guainanon metallica

4 - Cavi multipolarimuniti di PE concen-trico

5 - Cavi ad isolamen-to minerale aventi laguaina tubolare me-tallica continua sen-za saldatura con fun-zione di PE provvisti

all’esterno di guainanon metallica

6 - Cavi aventi scher-mi sulle singole ani-me con funzione di PE

7 - Condutture diver-se da quelle da 1 a 6,realizzate con cavimultipolari provvisti diPE

8 - Cavi unipolari omultipolari sprovvistidi PE contenuti in ca-nali metallici senza

particolare grado diprotezione

9 - Cavi unipolari omutipolari non prov-visti di PE contenutiin tubi protettivi o ca-nali non metallici al-meno IP4X installatiin vista (di materialeresistente alle provepreviste nella Sez.422 della norma CEI64-8/4, fasc. 1919,qualora non oggettodi relative Norme, as-sumendo per la pro-va al filo incandescen-

te 850°C)

10 - Binari elettrificatie condotti sbarre

SONO NECESSARIPROVVEDIMENTIINTEGRATIVI CON-TRO LA PROPAGA-ZIONE DELL’IN-

CENDIO(utilizzando uno deimodi di cui in a), b) o c)

NON SONO NECES-SARI PROVVEDI-MENTI INTEGRATI-VI CONTRO LAPROPAGAZIONEDELL’INCENDIO

a) Cavi non propa-ganti la fiamma(CEI 20-35)quando:

a1)sono installatiindividualmenteo sono distan-ziati tra loro nonmeno di 250 mmnei tratti in cuiseguono lo stes

so percorsooppure

a2)sono installati intubi protettivi ocanali almenoIP4X

b)Cavi non propa-ganti l’incendio(CEI 20-22). Qua-lora siano presenti in quantità taleda superare i limitistabiliti per le prove dalla normaCEI 20-22 si de-

vono adottareprovvedimenti integrativi comequelli descritti inc)

c) adottando sbarra-menti, barrieree/o altri provvedi-menticome de-scritto nell’art.3.7.03. Gli sbar-ramenti in parti-colare devonoessere così posi-zionati :

c1)cavi non propa-ganti la fiamma:- nei percorsi

verticali ogni5 m ed alleestremità deitratti stessi

- nei percorsiorizzontali ogni10-20 m all’in-terno dei fab-bricati, ogni50 m circa al-l’esterno, eall’estremità deipercorsi stessi

c2)cavi non propa-ganti l’incendio:- nei percorsi

verticali ogni10 m ed alle

estremità deitratti stessi- nei percorsi

orizzontali nonsi ritengononecessari

I circuiti terminali, sin-goli o raggruppati (adesclusione dei circuitidi sicurezza), se nonracchiusi in involucrialmeno IP4X (ad ec-cezione del tratto fi-nale uscente dall’in-volucro per il neces-sario apparecchioutilizzatore) devonoessere ulteriormenteprotetti in uno dei se-guenti modi:- dispositivo differen-ziale avente Id≤0,5 A(anche con interven-to ritardato)

- dispositivo per ilcontrollo continuodelle correnti di di-spersione verso ter-ra

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R

Condutture

posa cavi

interrata o senzaincassata requisiti

posa cavi

in tubo senzametallico requisitiIP ≥ 4X

posa cavi

a vista resistentiincassata al fuocoCEI 20-39

cavinon propagante la fiammaCEI 20-35

non propagante l’incendioCEI 20-22 II, III e/o

sbarramenti antifiamma

posa cavi differenziale *a vista CEI 20-22 I∆N ≤ 0,5A

caviad isolamento minerale

+

provvedimenti contro lapropagazione delle fiamme

posa cavi differenziale *in canaletta CEI 20-22 I∆N ≤ 0,5AmetallicaIP < 4X

posa cavi differenziale *

in tubo CEI 20-35 nonisolante obbligatorioIP ≥ 4X

* interruttore differenziale o dispositivo di controllo dell’isolamento dei circuiti terminali non di sicurezza

PE concentricoguaina isolante

schermo metallico

guaina isolante

PE

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R

Sigla cavo

Indicazioni normative e Isolamentocondizioni di posa H07V-K..G7..R N07V-KN1VV-KN07G9-K..G1..M1RF31 minerale

Presenza guaina protettiva (facoltativono SI no SI no SI SI fper cavi ad isolamento minerale)

Conformità a Norma CEI 20-35 SI SI SI SI SI SI SI SI(non propagazione della fiamma)

Conformità a Norma CEI 20-22 II o IIIno SI SI SI SI SI SI SI(non propagazione dell’incendio)

Conformità a Norma CEI 20-37 II e no no no no rr rr rr rrCEI 20-38 (emissione di gas tossici)

Conformità a Norma CEI 20-37 III e no no no no rr rr rr rrCEI 20-38 (emissione di fumi opachi)

Conformità a Norma CEI 20-37 I e no c c c a a a SI

CEI 20-38 (emissione di gas corrosivi)Conformità a Norma CEI 20-36/IEC 331no no no no no no SI SI(resistenza al fuoco)

Posa direttamente interrata no SI no SI no SI NS(SI) SIv

Posa in cunicolo interrato no SI no SI no SI NS(SI) SI

Posa in cunicolo incassato no SI no SI no SI NS(SI) SIsotto pavimento con pozzetti diispezione e rompitratta

Posa in cunicolo sotto pavimento dotatono SI no SI no SI NS SIdi piastra di copertura continua

Posa in canaletta incassata SI SI SI SI SI SI SI SIsotto pavimento

Posa in tubo e cassette incassati SI SI SI SI SI SI SI SIsotto traccia

Posa in tubo e cassette non metalliciSI SI SI SI SI SI SI SIa parete (rispondenti a relative normeo sottoposti a prova al filoincandescente 850°C) almeno IP4X

Posa in canale portacavi metallico 3 IP4XSI SI SI SI SI SI SI SI

Posa in canale portacavi metallico < IP4XSI(2) SI(1) SI(1) SI(1) SI(1) SI(1) SI(1) SI(1)

Posa in canale portacavi non metallicoSI SI SI SI SI SI SI SI(rispondenti a relative norme o sottopostia prova al filo incandescente 850°C)almeno IP4X (3)

Posa su passerella portacavi metallicano SI(1) no SI(1) no SI(1) SI(1) SIo posa diretta a parete (cavi multipolaricon conduttore di protezione)

Condutture Riportiamo una tabella pratica per la scelta dei cavi elettrici nei luoghi amaggior rischio in caso d’incendio.

SI condizione di posa e tipo di cavo idoneo negli ambienti a maggior rischio in casod’incendio

SI se esiste protezione con dispositivo differenziale con Id ≤ 0,5 Ac emissione contenutarr emissione ridottissimaa emissione assenteNS caso non specificatov consigliata una guaina di PVC(1) se quantità isolante > a 10 kg/m (CEI 20-22 II) o 1,5 dm3 /m (CEI 20-22 III) adottare

CEI 11-17 art. 3.7.03 sbarramenti antifiamma nei percorsi verticali ogni 10 m ed alleestremità

(2) cavi installati individualmente ad una distanza di 250 mm tra loro; altrimenti adottare(CEI 11-17 art. 3.7.03) sbarramenti antifiamma ogni 5 m nei tratti verticali ed alleestremità , nonchè ogni 10 m nei tratti orizzontali ed alle estremità

(3) consigliato quale misura addizionale il conduttore di protezione non isolato (nudo)f facoltativo

Legenda simboli

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R

Prescrizioniparticolarisecondo il tipodi luogo

Nelle pagine precedenti sono stati descritti i provvedimenti comuni a tuttee tre le tipologie di ambienti.Analizziamo ora le richieste specifiche per ogni t ipo di ambiente.

Allegato APoichè, in questo tipo di ambienti, la problematica principale risulta esserel’affollamento o la difficoltà di sfollamento, viene posta particolare attenzio-ne alla questione dei fumi e dei gas tossici, risultato della combustione deicavi.La richiesta riguarda solamente le condutture realizzate in modo darichiedere provvedimenti integrativi contro la propagazione dell’incendio econsiste nell’adottare provvedimenti analoghi a quelli stabiliti per le altresostanze combustibili presenti.Tale prescrizione, anche se abbastanza vaga, pone comunque il problemache, almeno per i cavi, vengano adottate soluzioni che evitino danni alle

persone.Allegato BIn questi tipi di ambienti viene richiesto che i componenti dell’impianto(esclusi quindi gli apparecchi utilizzatori), che nel funzionamento ordinariopossono produrre archi o scintille, devono essere racchiusi in custodieaventi grado di protezione almeno IP4X.

Allegato CTutti i componenti dell’impianto, ad esclusione delle condutture, compresigli apparecchi di illuminazione ed i motori, devono essere posti entroinvolucri aventi grado di protezione almeno IP4X.Occorre specificare che, per quello che riguarda gli apparecchi di illumina-

zione, il grado di protezione IP non si applica verso le lampade, mentrerelativamente ai motori quanto richiesto è riferito alle custodie dellemorsettiere e dei collettori (per le altre parti attive è necessario almeno ungrado di protezione IP2X).Viene richiesto inoltre che i componenti elettrici vengano ubicati o adegua-tamente protetti in modo da non subire lo stillicidio di eventuali combustibililiquidi (accorgimento che peraltro, relativamente ai liquidi in genere, deveessere seguito anche negli ambienti ordinari).Quanto richiesto per i luoghi considerati come Allegato C, in genere vieneapplicato a tutto l’ambiente.Qualora il volume del materiale combustibile sia ben definito, prevedibile econtrollato, le prescrizioni particolari possono essere limitate al volumedefinito nel disegno riportato alla pagina seguente.

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Al di fuori del volume sopra definito (per tutto il compartimento antincendio)occorre comunque applicare quantomeno le prescrizioni comuni a tutti iluoghi a maggior rischio in caso d’incendio.

Prescrizioniparticolarisecondo il tipodi luogo

1,5

3

1,5 1,5

SEZIONE A-A

1,5

1,5

1,5

PIANTA

AA

zona entro la quale gli impiantielettrici devono avere i requisitiparticolari per i luoghi di tipo C

materiale combustibile

(quote in metri)

(quote in metri)

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Attitudine a non innescareResistenza al riscaldamento in incendi in caso difunzionamento ordinario e nelle riscaldamento eccessivofasi di installazione dovuto a guasti

Prova in stufa Termopressione Prova al filoper 60 min (1) (°C) con biglie (1) (°C) incandescente (3) (°C)

Componenti da incasso sotto intonaco 60(2) 550(pareti in muratura tradizionale e prefabbricate)

Componenti da incasso per pareti vuote 70 850(pareti in truciolato, tramezze in legno, ecc.)

Componenti applicate a parete 70 550

Passerelle e canali esterni (non incassati) 60 650(4)

Torrette sporgenti dal pavimento o scatole 60 650affioranti, anche per uso telefonico

Parti dei componenti di cui sopra che tengono100 125 850in posizione parti sottotensione (escluse le partirelative al conduttore di protezione)

(1) Le modalità di prova sono quelle descritte nelle Norme CEI emanate dal CT 23 (Norma CEI 23-5).Tuttavia, per quanto riguarda la temperatura, agli effetti della presente Norma, la tolleranza é ridotta a± 2°C.

(2) Per le scatole da incasso per pannelli prefabbricati a stagionatura rapida, il valore é di 90°C.

(3) Le modalità di prova sono quelle descritte nella Pubblicazione IEC 695-2-1 “Prova al filo incandescente”(Norma CEI 23-19).

(4) Anche prova di resistenza alla propagazione della fiamma secondo la Pubblicazione IEC 614-1 (Norma CEI 2

Dalla tabella sopra riportata evidenziamo che per quello che riguarda icomponenti da incasso per pareti combustibili, occorre, in particolare,rispettare la prova al filo incandescente 850°C (rammentiamo inoltre lanecessità del coinvolgimento della norma CEI 64-11 “Impianti elettrici neimobili”, dove, tra le possibili applicazioni, vengono espressamente citatitramezzi e pareti mobili ).La scatola BTicino art. PS563N, sotto in foto, ha superato la prova al filoincandescente 850°C.

Scelta dellescatoleportapparecchida installare inpareti mobili(pareti intruciolato, ecc.)

I criteri che riguardano il pericolo di innesco o di propagazione di incendisono regolati, componente per componente, dalle relative norme CEI. Inassenza di norme specifiche, la norma CEI 64-8/4 indica, anche se in viaprovvisoria, i criteri di prova da seguire per i componenti elettrici costruiticon materiali isolanti.

Componenti elettrici (scatole, cassette,quadretti, placche e coperchi nelle diverse

condizioni di instazione)

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Posa incassata in pareti realizzate con materiali di Classe di reazione al fuoco (rif. DMI 26-6-1984)

Cl. 0 Cl. 1 Cl. 2 Cl. 3 Cl. 4Ambienti ordinari q q q

Alleg. A q q q

Alleg. A q q v v v

(pubblicospettacolo)Alleg. B q IP4X (se i componenti producono archi o scintille)Alleg. C q q q

IP4X (verso l’ambiente

Scelta dellescatoleportapparecchida installare inpareti mobili(pareti intruciolato, ecc.)

q grado di protezione IP in accordo con le regole generali (di regola IP2X sulle superfici verticali)v tipo di parete non permesso

Ambienti a maggiorrischio in casod’incendio

componenti schermati (seproducono archi o scintille)

componenti schermati (se

producono archi o scintille)

Allegato AL’installazione di scatole portafrutti in pareti combustibili situate in luoghi amaggior rischio in caso d’ incendio, Allegato A, può essere realizzata conscatole resistenti alla prova del filo incandescente 850°C, tipo art. BTicinoPS563N.

Allegato BSe le pareti sono di Classe 0 (materiale non combustibile) il grado diprotezione (verso l’interno della parete) deve essere in accordo con leregole generali, cioè minimo IP2X sulle superfici verticali; in questo casopuò essere prevista un’installazione analoga a quella per gli ambientiordinari. Se le parete sono di Classe > 0 è necessario un grado di protezioneverso l’interno della parete almeno IP4X.

Allegato C

In questa tipologia di ambienti può essere prevista una scatola come perl’Allegato A; il grado di protezione verso l’ambiente deve essere almenoIP4X.

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Ce

ntrale

term

ica

a

gasolio

R

3

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Centrale termicaa gasolio

Il gasolio è una sostanza per la quale si considera una temperaturad’infiammabilità (55°C).Se riprendiamo il diagramma di flusso già riportato nei luoghi a maggiorrischio in caso d’incendio per stabilire il tipo di luogo, possiamo definirequanto segue:

- la temperatura d’infiammabilità è superiore a 40°C- la temperatura d’ infiammabilità è superiore alla temperatura ambiente- il gasolio, in genere, non viene preriscaldato e quindi non può trovarsi in

aria a temperature superiori a quella d’ infiammabilità- occorre calcolare la classe del compartimento antincendio.

Dall’analisi sopra sviluppata possiamo quindi dedurre che una centraletermica a gasolio, in genere, può essere definita luogo ordinario o luogo amaggior rischio in caso d’incendio, secondo che la classe del comparti-

mento antincendio risulti o meno ≥ 30.Solitamente la centrale termica è racchiusa in un locale appositamentedestinato, che a sua volta costituisce un compartimento antincendio. Ilserbatoio del gasolio viene invece per lo più installato all’esterno edinterrato; qualche volta viene installato però in un locale adiacente allacentrale termica, in questo caso costituisce compartimento antincendiodistinto.E’ bene dire, calcoli alla mano, che sono frequenti le situazioni in cui lacentrale termica a gasolio risulta essere luogo ordinario, ai fini dell’impiantoelettrico, comunque, in questo capitolo, verrà sviluppata nell’ipotesi che siaun luogo a maggior rischio in caso d’incendio rientrante tra quelli con lecaratteristiche definite per i luoghi dell’Allegato C.Le centrali termiche con potenzialità superiore a 100.000 kcal/h (116,3 kW)

rientrano nell’elenco delle attività (n° 91) soggette a prevenzioni incendi.Per quel che riguarda le norme di sicurezza inoltre, le centrali termiche agasolio sono trattate nella Circolare n. 73 del 29 luglio 1971, che riguardagli impianti termici di potenzialità superiore alle 30.000 kcal/h (34,9 kW) sino a 4.000.000 kcal/h (4651,2 kW) alimentati con combustibili liquidi derivati dal petrolio (oli combustibili e gasoli).Precisiamo che, nel caso si tratti di olio combustibile anzichè gasolio,necessitando di preriscaldamento a temperature superiori a quella d’in-fiammabilità (per poter essere correttamente utilizzato), la centrale termica,almeno relativamente a certe parti d’impianto, può presentare pericolid’esplosione, che comportano problematiche diverse da quelle dei luoghia maggior rischio d’incendio. Le centrali termiche ad olio combustibile nonvengono trattate in questo capitolo.

Le centrali termiche a gasolio, a gas e a olio combustibile sono trattateinoltre sulla Guida CEI 31-27 “ Guida per l’esecuzione degli impianti elettricinelle centrali termiche non inserite in un ciclo di produzione industriale”.

Prevenzioneincendi

Per quel che riguarda le prescrizioni relative alla prevenzione incendiriteniamo opportuno suddividerle fondamentalmente in due tipologie:quelle inerenti la struttura e quelle dedicate all’impianto elettrico.Non scendiamo nei particolari delle prescrizioni relative ai depositi digasolio, dei sistemi di alimentazione del bruciatore, dell’analisi dei fumi e d iquant’altro non rientri nelle due tipologie sopra indicate.La circolare n. 73 del 29-7-71 indica quali devono essere le caratteristichecostruttive e dove può essere ubicato il locale che deve ospitare il

generatore termico.UbicazioneLa caldaia può essere installata in qualsiasi vano di un edificio (oltre che,naturalmente, in apposito fabbricato specificamente destinato), purchè illocale abbia almeno una parete confinante con spazi a cielo libero.

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Spazi a cielo liberoSi ritiene spazio cielo libero una strada, un giardino, un cortile, un terra-pieno, un’intercapedine scoperta o superiormente grigliata purchè si affac-ci su spazio a cielo libero.Ci sono comunque dei parametri per la valutazione di spazio a cielo libero,parametri che vengono di seguito raffigurati.

Prevenzioneincendi

pareti cortile p iù alte

cortileparetedel localecaldaia

sezione

lato del cortilepiù basso di H m

superficie minimarichiesta per il cortile

lato min. 3,50

S = 3 x H m2

pianta

Caratteristiche minime richiestead un cortile chiuso per essereammesso come cielo libero

L

HH L

2

H

0,600,50

minimaaltezzaapertura0,50 mt.

interno fabbricato

minima altezzasoffitto 0,60 mt.

terrapienolocale caldaia

Caratteristiche richieste per localecaldaia attestato su terrapieno

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Prevenzioneincendi

Prosegue la raffigurazione dei parametri per stabilire lo spazio a cielo libero.

Se l’intercapedine immette su un cortile, questo deve avere i requisitiraffigurati nella pagina precedente.

Resistenza al fuoco delle struttureLe strutture orizzontali devono avere una resistenza al fuoco pari almeno a120 min.

Soglia della portaLa soglia della porta del locale caldaia deve essere rialzata di almeno 0,2 mrispetto al pavimento del locale.

Impermeabilizzazione del pavimentoIl pavimento e le parti inferiori delle pareti, per un’altezza di almeno 0,2 mdevono essere rese impermeabili al gasolio.

DimensioniPer consentire l’accessibilità ad ogni apparecchiatura della caldaia devonoessere rispettate le distanze minime sotto raffigurate.

Pianta 60 cm60 cm

6 0 c m

6 0 c m

caldaia

grigliato

intercapedinead esclusivoserviziodella caldaia

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Prevenzioneincendi

Sezione

1 0 0

caldaia 2 5 0

Aperture di ventilazioneIl locale caldaia deve avere una o più aperture dirette a cielo libero, la cuisezione complessiva netta deve essere:

- ≥ 1/30 della superficie in pianta del locale per gli impianti di potenzialitàfino ad 1.000.000 di kcal/h (1162,8 kW)

- ≥ 1/20 della superficie in pianta del locale per gli impianti di potenzialitàsuperiore ad 1.000.000 di kcal/h (1162,8 kW), con un minimo di:- 0,5 m2 per gli impianti d i potenzialità fino a 500.000 kcal/h (581,4 kW)- 0,75 m2 per gli impianti di potenzialità superiore a 500.000 kcal/h (581,4 kW)

e fino a 750.000 kcal/h (872,1 kW)- 1 m2 per gli impianti di potenzialità superiore a 750.000 kcal/h (872,1kW).

Se le aperture sono su una parete adiacente ad un’intercapedine, la sezionenetta di quest’ultima, al piano grigliato, deve essere almeno 1,5 volte lasuperficie di aerazione del locale caldaia come sopra definita.

Accesso e comunicazioniIl locale caldaia non deve avere aperture di comunicazione con locali

destinati ad altro uso, compresi i vani di scala e ascensore.Fabbricati destinati a collettività, pubblico spettacolo, usi particolari (ad es.: scuole, ospedali, caserme, grandi magazzini di vendita, alberghi, ecc.), civile abitazione di altezza in gronda superiore a 24 m : l’accesso al locale caldaiadeve essere direttamente da spazio a cielo libero o, in alternativa, daintercapedine superiormente grigliata ad uso esclusivo del locale.Altri fabbricati : l’accesso può avvenire anche attraverso un disimpegnoavente almeno una parete adiacente a uno spazio a cielo libero, e conaperture prive di serramenti di superficie non inferiore a 0,5 m2. Se quantorichiesto non è parzialmente o completamente possibile, è ammessorealizzare l’aerazione richiesta mediante condotti da costruire con le moda-lità definite nella Circolare 73.

PorteLe porte del locale e del disimpegno devono essere apribili verso l’esterno,incombustibili e munite di congegno di autochiusura. Quelle che si apronoverso locali interni devono essere anche a tenuta di fumo.

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Impiantoelettrico

Per quello che riguarda l’impianto elettrico, la Circolare 73 rimanda giusta-mente alle norme CEI, limitandosi, nello specifico, a chiedereun interruttore generale, da installarsi all’esterno sia del locale caldaia che del locale serbatoio e in posizione facilmente e sicuramente raggiungibile , pratica-mente un comando di emergenza. Relativamente al comando di emergen-za, è bene aggiungere che è prescritto anche nel DM 8-3-85 (Direttive sullemisure più urgenti ed essenziali di prevenzione incendi) e dalla norma CEI64-8/4 art. 464.1 (“Devono essere previsti dispositivi per il comando di emergenza di qualsiasi parte di un impianto in cui può essere necessario agire sull’alimentazione per eliminare pericoli imprevisti”).

Poichè concettualmente il comando di emergenza deve eliminare tutti ipericoli derivanti dalla presenza della tensione, può essere opportunoevitare che nella centrale vi siano condutture non inerenti alla centrale

stessa (comunque ammesse), onde evitare che altre attività debbanosubire interruzioni necessarie ma sicuramente non desiderate.La norma CEI nelle sezioni 464. e 537.4 definisce i compiti e le modalità direalizzazione del comando di emergenza. Alcune di queste prescrizionisono:

- devono essere interrotti tutti i conduttori attivi- non devono essere utilizzate prese a spina per assicurare il comando di

emergenza- l’interruzione dell’alimentazione deve avvenire con un’unica azione- l’organo di comando del dispositivo deve essere chiaramente identificabile

(preferibilmente di colore rosso su fondo di contrasto)- il dispositivo può essere sia manuale diretto sia a distanza (ad es. per

mezzo di contattori, interruttori, ecc.).Relativamente a quest’ultima prescrizione, qualora si preveda il comandoa distanza, la norma precisa che le bobine che azionano questi contattori,interruttori o altro, devono agire per diseccitazione o con tecniche cheabbiano sicurezza equivalente.

Poichè l’adozione di bobine di minima tensione potrebbe portare adinterventi indesiderati, vediamo alcuni esempi di comando di emergenza adistanza privi dell’inconveniente appena descritto, utilizzando sganciatoridi minima tensione con batteria in tampone o bobina a lancio di corrente.

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R

Comando di emergenza a mezzo sganciatore con riserva di alimentazione per interruttori Btdin

Impiantoelettrico

Id

F F F N

< U

circuito 3N~ 50 Hz 380/220V

sganciatoreper telecomandidi emergenza

pulsante in cassettadi sicurezza, convetro frangibile,ubicata all’esterno

del locale

Lo sganciatore per telecomandi di emergenza (art. F80E - BTicino) puòessere accoppiato a tutt i gli apparecchi Btdin 45/60/100/250, interruttori di

manovra e differenziali puri della nuova gamma Btdin.Il sistema consiste sostanzialmente in uno sganciatore di minima tensionecon riserva di carica > 60 h (dopo 150 h di carica).Il comando avviene quindi per diseccitazione, senza recare gli inconvenientidel classico sganciatore di minima tensione (interventi non desiderati).E’ possibile comandare, con gli stessi pulsanti, più sganciatori in parallelo(con i limiti indicati nel catalogo).

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R

F F F N

< U

+

-

Impianto

elettrico circuito 3N~ 50 Hz 380/220V

trasformatore220/24V

pulsante in cassetta disicurezza, con vetro

frangibile, ubicataall’esterno del locale

Comando di emergenza a mezzo sganciatore con riserva di alimentazione per interruttori M egatiker

sganciatore diminima tensione

modulo diemergenza

Il sistema illustrato, analogo nel concetto di funzionamento a quello giàillustrato per i Btdin, può invece essere applicato a tutti gli apparecchi

Megatiker.La realizzazione del circuito necessita di 3 componenti:

- trasformatore 220/24V - art. 92/24 BTicino - 4 moduli DIN- modulo di emergenza per sganciatore di minima tensione -

art. M7000E/024 BTicino - 3 moduli DIN- sganciatore di minima tensione - art. dipendente dal tipo di Megatiker

utilizzato - componente da inserire nel Megatiker.

La riserva in tampone è di circa 2 ore.

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R

Impiantoelettrico

circuito 3N~ 50 Hz 380/220V

cassetta di sicurezzacorredata di pulsante

e spie di segnalazione,con vetro frangibile,

ubicata all’esterno dellocale

Comando di emergenza a mezzo bobina a lancio di corrente per interruttori Btdin e Megatiker

circuito ausiliario... Vcc.

I

-+

I

Id

Il sistema sopra esposto rappresenta un’alternativa al comando perdiseccitazione avente sicurezza equivalente.

Per ottenere questa sicurezza equivalente, nel caso specifico, è necessarioinnanzitutto che il circuito di comando sia alimentato da una sorgente certa(batterie, soccorritori, ecc.), la cui presenza deve comunque essere segna-lata. Vengono così previste due spie accanto al comando che segnalano lapresenza di tensione nel circuito di sgancio e, a comando avvenuto, lo statodi interruttore aperto. I componenti necessari sono :

- sganciatore di apertura:- art. F80T1 o F80T2, accoppiabile a tutti i Btdin della nuova gamma- articolo dipendente dal tipo di Megatiker utilizzato

- contatto ausiliario in commutazione:- art. F80C, accoppiabile a tutti i Btdin della nuova gamma- articolo dipendente dal tipo di Megatiker utilizzato.

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Esempio diimpiantoelettrico

Riportiamo nelle figure che seguono un esempio di impianto idoneo in unacentrale termica considerata luogo a maggior rischio in caso d’incendio,Allegato “C”. Grado di protezione minimo richiesto: IP4X.Condutture realizzate con cavi senza particolari requisit i in canale metallicoIP44 (modo n° 2 di pag. 27) o con cavi non propaganti l’incendio in tuboprotettivo in PVC, filettabile, IP55, installato in vista, rispondente alla normaCEI 23-8 (modo n° 9 di pag. 27).

S è la superficie di aerazione come richiesto nelle pagine precedenti.

Legenda simboli

apparecchio di illuminazione IP65 per tubi fluorescenti 58W

presa CEE17 2P+T 16A con interblocco - min. IP44

presa CEE17 3P+T 16A con interblocc o - min. IP44

interruttore bipolare art. 5011 serie Magic BTicino

pulsante di emergenza sottovetro IP55

cassetta di derivazione da parete IP55

contenitore Magic Idrobox IP55 BTicino

inverter permanente per lampada singola

canale Multilink 80x80 mm - IP44

tubo isolante rigido (PVC pesante, filettatura metrica, IP55)

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Esempio diimpiantoelettrico

Esempio di centralino per locale centrale termica

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Is comando di emergenzaTr termostato di regolazioneTb termostato di bloccoPb pressostato di blocco (eventuale)Vm valvola termostaticaVst valvola di scarico termico (eventuale)Fb flussostato di blocco (eventuale)Ta termostato di minima comando Pa (eventuale) ePc1 Pc2 elettropompe circolazione riscaldamentoPa elettropompa anticondensaPr elettropompa di ricircolo acquaPcs elettropompa circolazione caldaia - scambiatorPg eventuale pompa supplementareVmm valvola miscelatrice motorizzataCE centralina elettronica per termoregolazione impianto riscaldamentoSe sonda termometrica esternaSm sonda termometrica di mandata

Esempio diimpiantoelettrico

Schema esemplificativo di impianto di riscaldamento centralizzato con produzione congiunta di acqua calda per servizi igienico sanitari

P g

P a

P c 2

P c 1

V m m

S m

V m

P r

T a

F b

T r T b

P b

V s t

S e

I s

C

E

T b

P b

T a

F b

P c 1 - P c 2

P a

P r

P c s

S m V m m

q u a d r o

g e n e r a l e

c e n t r a l e

t e r m i c a

T r

b r u c i a t o r e

T b 2

P g

V s t

q u a d r o

b r u c i a t o r e

p r o d u z i o n e a c q u a

c a l d a p e r s e r v i z i

v a s o a p e r t o

r i s c a l d a m e n

t o

a m b i e n t e

d i s t r i b

u z i o n e

t u b a z i o n e

b r u c i a t o r e

c a l d a i a

s c a r i c o

v a s o

c h i u s o

d a l s e r b a t o i o

c o m b u s t i b i l e

r e t e

a c q u e d o t t o

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Esempio diimpiantoelettrico

Schema esemplificativo di quadro di comando dell’impianto termico

I interruttore generale quadro6Pr Rpr telesalvamotore d i PrPr elettropompa di ricircolo acquaPb pressostato di blocco (eventuale)6B 1° conattore linea bruciatore6Pcs RPcs telesalvamotore di PcsPcs elettropompa circolazione caldaia - scambiatoreFb flussostato di blocco (eventuale)6Pc Rpc telesalvamotore di Pc1-Pc2Pc1 Pc2 elettropompe circolazione riscaldamentoCE centralina elettronica per termoregolazione impianto riscaldamentoTa termostato di minima comando elettropompa anticondensa6Pa Rpa telesalvamotore d i PaPa elettropompa anticondensaTb termostato di blocco

RPa

C

RPc

6Pc 6Pa6B

RPr

6Pr

RPcs

6Pcs

CE

6Pc

RPc

6Pcs

RPcs

6Pr

RPr

6Pa

RPa

T

6B

Fb

P

T Tb

Pb

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Bib

liotec

he

R

4

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Biblioteche La biblioteca, pur non essendo un luogo frequentemente oggetto ditrattazione normativo/impiantistica, si presta particolarmente ad un’analisisufficientemente completa per quello che riguarda i luoghi a maggiorrischio in caso d’incendio.Relativamente alla prevenzione incendi questi luoghi sono citati al punto 90dell’elenco delle attività soggette al controllo dei Vigili del fuoco che a suavolta rimanda all’art. 3 della legge 7-12-1984, n. 818.L’articolo in questione chiede il rispetto del Regio Decreto 7-11-1942, n.1564, che riguarda “gli edifici pregevoli per arte o storia e quelli destinati acontenere biblioteche, archivi, musei, gallerie, collezioni e oggetti d’inte-resse culturale”.In realtà “gli edifici di interesse storico artistico destinati a biblioteche edarchivi” sono trattati nel ben più recente DPR 30-6-95, n. 418, che, perquesti ambienti, abroga alcuni articoli del Regio Decreto, tra cui quellirelativi all’impianto elettrico, rimandando alle ben più recenti leggi 1-3-68,

n. 186 e 5-3-90, n. 46. Tutto questo lascerebbe intuire che le biblioteche noncontenute in edifici pregevoli, sarebbero ancora soggette al Regio Decretodel 1942, sottoposte quindi a prescrizioni perlomeno anacronistiche; perciò che riguarda l’impianto elettrico in particolare sono contenute disposi-zioni ormai superate da quelle relative ai luoghi a maggior rischio in casod’incendio, tra i quali le biblioteche sono espressamente citate.Tutto questo risulta, sotto un punto di vista strettamente tecnico, quantomenocontraddittorio; riteniamo corretto e coerente, da un punto di vista tecnico,il rispetto, comunque, delle Norme CEI, sia che la biblioteca si trovi in unedificio pregevole sia in un edificio “normale”; rientriamo quindi nei luoghia maggior rischio in caso d’incendio.La Norma CEI, nei luoghi a maggior rischio in caso d’incendio, indica labiblioteca come luogo rientrante nell’Allegato “A”, escludendo così a priori

la valutazione del carico d’incendio.Poiché sovente le biblioteche sono strutturate in modo di avere un depositolibri ed una sala di lettura ben distinti, data la concentrazione di materialecombustibile come la carta (carta che assume un valore intrinseco senzadubbio elevato), nell’esempio che di seguito riportiamo, viene valutato, perogni singolo ambiente, il carico d’incendio, indipendentemente dalla desti-nazione del locale stesso, considerando comunque tutta la biblioteca comeun luogo a maggior rischio in caso d’incendio.

Nell’esempio che di seguito viene riportato si ipotizza una suddivisionedella biblioteca in 5 ambienti:

q Deposito libri

q Deposito CD e videocassetteq Ufficioq Sala di letturaq Sala attrezzata per visione CD e videocassette

Gli ambienti A e B sono stati considerati aventi la classe del compartimentoantincendio ≥ 30, quindi come facenti parte dell’Allegato “C” così comeespresso nella Norma CEI 64-8/7, fascicolo 1922; gli altri ambienti sonostati invece considerati come rientranti nell’Allegato “A” della stessa norma.Ciò significa che negli ambienti A e B i componenti dell’impianto elettrico(ad esclusione delle condut ture e delle lampade) devono avere un grado diprotezione minimo IP40.Negli altri ambienti non vi sono particolari richieste al riguardo (grado di

protezione minimo IP20).Vediamo, nell’esempio sotto riportato, una disposizione dei locali previstied una possibile disposizione degli arredi.

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Biblioteche

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Nei locali indicati in planimetria sono stati previsti i seguenti livelli diilluminamento medio (tratti dalla norma UNI 10380 “Illuminazione d’ internicon luce artificiale”):

Deposito libri 200 lxDeposito CD e video 200 lxUfficio 300 lxSala attrezzata 400 lxSala di lettura 300 lx (integrata da illuminazione orientabile sui

banchi di lettura).

Nel deposito libri e nel deposito CD sono stati previsti apparecchi diilluminazione IP40, lampade fluorescenti, diffusore prismatizzato; negli altrilocali sono stati previsti apparecchi di illuminazione IP20, lampade fluore-scenti, diffusore grigliato.

Per quello che riguarda l’illuminazione specifica dei banchi di lettura sirimanda al paragrafo specifico.

Illuminazione

Prese di corrente Poichè le prese di corrente sono tutte accessibili può essere consigliabileche quelle da 16A siano singolarmente protette, mentre quelle da 10Avengono protette per piccoli gruppi.Nei due depositi, che necessitano di componenti con grado di protezioneIP40, le combinazioni da incasso prevedono ognuna un interruttoremagnetotermico modulare ed una presa di sicurezza irreversibile ad alveolisegregati (entrambi da 16A): la combinazione assicura un grado di prote-zione IP41.Negli altri locali, al medesimo interruttore magnetotermico, viene associatauna presa 10/16A reversibile ad alveoli schermati: la combinazione assumeil grado di protezione IP21.Per quello che riguarda le prese sui banchi di lettura e quelle nelle colonnineINTERLINK della sala attrezzata si rimanda agli specifici paragrafi.Nell’ufficio inoltre, nei pressi del posto scrivania vengono previste prese da10A protette per gruppi, nonchè prese telefoniche, TV, EDP.

Rilevazioneincendi

Si prevede, in tutti i locali, un sistema di rilevazione di incendio, con sensoridi fumo, IP43.

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Illuminazione diemergenza

In tutti i locali viene prevista un’illuminazione di emergenza, realizzata coninverter inseriti in alcuni corpi illuminanti.Durata minima consigliata: 90 minuti.In corrispondenza delle uscite sono previste inoltre lampade di emergenzain servizio permanente con adesivi indicatori.

Disposizione dei componenti nella planimetria