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Consiglio Nazionale delle Ricerche Istituto di teoria e tecniche dell'informazione giuridica (ITTIG) Tecnodiritto srl Spin-off dell'Istituto di teoria e tecniche dell'informazione giuridica MANUALE DI REGOLE E SUGGERIMENTI PER LA REDAZIONE DEGLI ATTI AMMINISTRATIVI P. Mercatali - F. Romano

Manuale per la redazione di atti amministrativi

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Suggerimenti per scrivere atti amministrativi

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Consiglio Nazionale delle RicercheIstituto di teoria e tecniche dell'informazione giuridica

(ITTIG)

Tecnodiritto srlSpin-off dell'Istituto di teoria e tecniche dell'informazione

giuridica

MANUALE DI REGOLE E SUGGERIMENTI PER LA REDAZIONE

DEGLI ATTI AMMINISTRATIVIP. Mercatali - F. Romano

Manuale realizzato nel 2007 per il Progetto Pacto, finanziato nell'ambito del DOCUP ob. 2 azione 1.8.1 della Regione Toscana.

Licenza d'uso: Il “MANUALE DI REGOLE E SUGGERIMENTI PER LA REDAZIONE DEGLI ATTI AMMINISTRATIVI” è rilasciato nei termini della licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Condividi allo stesso modo 2.5 Italia.

http://creativecommons.org/licenses/by-nc-sa/2.5/it/

Grafica e impaginazione: ITTIG/TECNODIRITTO

ISTITUTO DI TEORIA E TECNICHE DELL’INFORMAZIONE GIURIDICA (ITTIG) www.ittig.cnr.it - [email protected]

È un organo del Consiglio Nazionale delle Ricerche. Svolge attività di ricerca, alta formazione, consulenza e trasferimento tecnico-scientifico nel campo delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione applicate al diritto e alla pubblica amministrazione.L'Istituto produce e diffonde banche dati di rilievo nazionale e internazionale e mette a disposizione software specialistico e strumenti per la ricerca dell'informazione giuridica in rete.

TECNODIRITTO SRLwww.tecnodiritto.eu - [email protected]

Tecnodiritto, uno dei numerosi numerosi spin-off voluti dal CNR per favorire il trasferimento di conoscenze dai propri istituti al sistema produttivo, nasce per offrire alla Pubblica Amministrazione metodi e strumenti tecnologici per il trattamento dell’informazione giuridico-amministrativa. È infatti in questo campo che l’Istituto di Teoria e Tecniche dell’Informazione Giuridica ha acquisito una riconosciuta competenza, con la partecipazione a progetti di ricerca nazionali ed internazionali.

MANUALE DI REGOLE E SUGGERIMENTI PER LA REDAZIONE DEGLI ATTI AMMINISTRATIVI

Indice generaleNota illustrativa.....................................................................................3

Il linguaggio degli atti amministrativi.........................................4Il rinvio ad altri atti....................................................................5La struttura dell’atto amministrativo..........................................6

Titolo I - Regole linguistiche per la stesura degli atti amministrativi.......8Capo I - L'organizzazione linguistica e comunicativa dell'atto amministrativo................................................................................8

1 - Avere (e rendere) sempre chiaro il contenuto del testo.........82 - Individuare sempre il destinatario........................................83 - Individuare le singole informazioni e inserirle nel testo in modo logico..............................................................................84 - Individuare e indicare i contenuti giuridici del testo..............9

Capo II - Linguaggio degli atti amministrativi..................................95 - Brevità del periodo..............................................................96 - Scrivere frasi brevi.............................................................107 - Stile...................................................................................108 - Usare parole del linguaggio comune..................................109 - Scelta e uso dei termini......................................................1010 - Omogeneità terminologica ..............................................1111 - Usare pochi termini tecnici e spiegarli..............................1112 - Evitare abbreviazioni e sigle.............................................1213 - Usare verbi nella forma attiva e affermativa......................1314 - Uso del congiuntivo e dell'indicativo................................1315 - Legare le parole e le frasi in modo breve e chiaro.............1316 - Ripetizione di termini......................................................1417 - Usare in maniera coerente le maiuscole, le minuscole e la punteggiatura.........................................................................1418 - Uso delle lettere maiuscole..............................................1419 - Nomi di enti e organi composti da più parole ..................1520 - Scrittura dei numeri.........................................................1521 - Date ...............................................................................1622 - Citazione di partizioni di atti normativi............................1623 - Funzione della punteggiatura...........................................1624 - Usi convenzionali dei segni di interpunzione e di altri segni...............................................................................................1825 - Unità di misura e monetarie.............................................1926 - Simboli convenzionali propri di linguaggi tecnici o scientifici................................................................................2027 - Evitare neologismi, parole straniere, latinismi e parole

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discriminatorie........................................................................2028 - Usare in maniera corretta le possibilità di composizione grafica del testo......................................................................21

Capo III - Verifica della stesura del testo........................................2129 - Verificare la completezza e la correttezza delle informazioni...............................................................................................2130 - Verificare la semplicità e comprensibilità del testo ..........2131 - Rileggere sempre i testi scritti..........................................22

Titolo II - Il rinvio ad altri atti..............................................................23Capo I - Tecniche di redazione dei riferimenti normativi ...............23

32 - Definizione di riferimento o rinvio normativo...................2333 - Citazione di testi normativi..............................................2334 - Citazione di atti non normalizzati....................................2435 - Scrittura della citazione...................................................2436 - Regole particolari nella scrittura delle citazioni.................2537 - Citazione di partizioni di atti comunitari o internazionali..2638 - Riferimenti all'articolo o a partizioni inferiori all'articolo...2639 - Riferimenti a partizioni superiori all'articolo.....................2640 - Riferimenti ad atti modificati ...........................................2741 - Riferimenti a testi unici misti...........................................2842 - Riferimenti ad atti antichi e difficili da reperire.................2843 - Collocazione e uso dei riferimenti normativi.....................28

Capo II - Tecniche di redazione dei nessi tra atti amministrativi ....2844 - Elementi che compongono la citazione............................2845 - Citazione di atti amministrativi modificati o corretti da atti successivi................................................................................29

Titolo III - La struttura dell'atto amministrativo....................................30Capo I...........................................................................................30

46 - Struttura ed elementi dell'atto amministrativo. ................3047 - Intestazione.....................................................................3148 - Preambolo.......................................................................3249 - Motivazione.....................................................................3250 - Dispositivo......................................................................3351 - Apposizione di formule....................................................3352 - Sottoscrizione..................................................................3453 - Uso della suddivisione in articoli......................................3454 - Usare note, allegati e tabelle per alleggerire il testo.........3555 - Uso degli allegati.............................................................35

ALLEGATO - Forme di citazione...........................................................37Forme di citazione degli atti normativi.....................................38Forme di citazione di parti di atti normativi..............................44Forme di citazione delle pubblicazioni ufficiali.........................47

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MANUALE DI REGOLE E SUGGERIMENTI PER LA REDAZIONE DEGLI ATTI AMMINISTRATIVI

Nota illustrativaIl manuale predisposto per il Sistema Pacto contiene Regole e Suggerimenti per la Redazione per gli atti amministrativi.Tale documento nasce dal coordinamento tra la Direttiva sulla semplificazione del linguaggio dei testi amministrativi del Ministero della funzione pubblica del maggio 2002 e le Regole e Suggerimenti per la redazione dei testi normativi del febbraio 20021.

Per tale coordinamento si è tenuto conto che:

la direttiva detta alcune raccomandazioni generali che hanno lo scopo di rendere comprensibili e comunicativi gli atti amministrativi, ma si pone solo indirettamente il problema di costruire standard necessari all'interoperabilità dell'informazione;

diversa invece è la prospettiva del Manuale di drafting normativo che si pone anche la finalità di introdurre standard per rispondere alle necessità d'integrazione e coordinamento degli atti normativi. Tuttavia solo alcune fra le regole di tecnica legislativa sono trasferibili al settore degli atti amministrativi (è ovvio che si possono

1La direttiva è il frutto di un progetto, voluto agli inizi degli anni '90 dall'allora Ministro per la Funzione Pubblica Sabino Cassese che ha prodotto anche un "Manuale di Stile" (Fioritto (a cura di), Manuale di Stile, strumenti per semplificare il linguaggio delle amministrazioni pubbliche, Bologna, Il Mulino, 1997) ed un programma per il controllo della comprensibilità dei testi amministrativi. Il Manuale di tecnica legislativa cui si fa riferimento è il documento "Regole e suggerimenti per la redazione dei testi normativi" voluto dalla Conferenza dei Presidenti dei Consigli Regionali e adottato a partire dal 1991 dalle regioni italiane nella sua versione aggiornata nel 2002. Anche il Parlamento e la Presidenza del Consiglio dei Ministri condividono regole di legistica praticamente identiche emanate nel 1986 e poi aggiornate nel 2001.

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proporre standard identici per la citazione degli atti normativi, mentre regole peculiari che riguardano ad esempio le modifiche normative non sono applicabili all'ambito amministrativo). Inoltre anche ove tali regole siano applicabili è necessario adeguarle al loro utilizzo per gli atti amministrativi.

Lo sforzo operato di confermare, per quanto possibile, le regole vigenti per gli atti normativi, anche per gli atti amministrativi, risponde peraltro all'esigenza di affermare uno standard il più possibile comune.Inoltre dall'analisi, appena iniziata, di disposizioni di legge, della prassi e della dottrina abbiamo ricavato regole specifiche per la stesura dell'atto amministrativo che abbiamo inserito nella bozza di manuale.Abbiamo quindi suddiviso il manuale in tre parti:

1. Il linguaggio degli atti amministrativi.2. Il rinvio ad altri atti.3. La struttura degli atti amministrativi.

Tali regole e suggerimenti il cui ambito di applicazione va dagli atti amministrativi su supporto cartaceo a quelli su supporto digitale hanno una triplice finalità: migliorare la comprensibilità e la capacita comunicativa degli atti amministrativi, offrire maggiori garanzie circa la loro legittimità, facilitare il loro trattamento informatico.

Il linguaggio degli atti amministrativi

Sia la direttiva di semplificazione sia il manuale unificato di tecnica legislativa prevedono regole e suggerimenti per l'uso della lingua italiana nei testi legislativi e amministrativi.In particolare la direttiva fornisce indicazioni circa l'organizzazione concettuale e strutturale, lo stile e le

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tecniche di controllo linguistico dei testi.D'altra parte il manuale unificato di tecnica legislativa propone regole che disciplinano non solo gli aspetti stilistici ma anche quelli morfologici, sintattici e lessicali; ad esempio l'uso dei verbi, delle congiunzioni, l'uso della terminologia tecnico-giuridica, ecc. Tali regole da un lato sono comuni a quelle in vigore per la lingua italiana, dall'altro o ne puntualizzano certi aspetti (vedi ad esempio la regola che disciplina l'uso delle maiuscole2) o se ne distaccano (si veda la disciplina della ripetizione di termini3).Abbiamo dunque incluso queste regole in questa parte del manuale, suddividendole in capi dei quali il primo si occupa dell'efficacia comunicativa del testo amministrativo, dettandone l’organizzazione generale; il secondo descrive le modalità di utilizzo della lingua italiana all'interno dell'atto amministrativo (uso dei segni tipografici, specifiche indicazioni morfologiche, sintattiche e lessicali); il terzo infine suggerisce alcune modalità per la verifica della correttezza del testo.

Il rinvio ad altri atti

La seconda parte del manuale riguarda soprattutto le tecniche di redazione delle citazioni per il rinvio ad altri atti. Le tecniche di redazione delle citazioni di atti normativi, sono mutuate direttamente dal manuale di tecnica legislativa in modo da riproporre anche negli atti

2L'uso della maiuscola è prescritto: a) all'inizio del testo e dopo ogni punto fermo;b) per i nomi propri di persona;c) per i nomi propri geografici;d) per i nomi di enti od organi individui.

3Ripetizione di termini1.Le singole partizioni dell'atto sono unità autonome del testo.2. La ripetizione dei termini come pure l'uso di riferimenti normativi completi, sono utili e spesso necessari alla comprensione del testo e all'uso di sistemi informatici. Evitare, pertanto, l'uso di pronomi personali o pronomi e aggettivi dimostrativi se tale uso genera ambiguità. Ripetere invece il termine richiamato quand'è necessario a evitare equivoci.

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amministrativi gli standard già consolidati negli atti normativi.Quanto alle modalità di scrittura di citazioni di atti amministrativi si è invece proposto uno standard che garantisse l'univocità del rinvio e al tempo stesso la sua intellegibilità.Lo schema individuato è il seguente:

a) denominazione formale dell'atto;b) autorità emanante; c) data;d) numero di protocollo;e) oggetto.

La struttura dell’atto amministrativo

Nella parte conclusiva del manuale ci siamo occupati di definire la struttura essenziale dell'atto amministrativo.La forma e la funzione dell'atto amministrativo richiedono la presenza di alcuni elementi che servono alla sua identificazione e di altri che ne garantiscono l'efficacia giuridica.Abbiamo identificato e descritto tali elementi e li abbiamo raggruppati in tre parti distinte dell'atto amministrativo in modo da ottenere una organizzazione formale, funzionale e contenutistica idonea ad una formulazione omogenea, chiara e sistematica dell'atto stesso.La parte iniziale contiene la denominazione dell'atto (ad esempio: decreto, deliberazione, ordinanza, parere, determinazione), l'intestazione che deve indicare l’autorità emanante, il numero di protocollo dell'atto e l'oggetto o titolo, che esprime la funzione e il contenuto dell'atto.La parte centrale dell'atto contiene il preambolo con l’illustrazione del procedimento che ha portato all’emanazione dell’atto e di quanto ne è emerso, la motivazione che contiene i presupposti di fatto e le ragioni

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giuridiche alla base della decisione ed infine il dispositivo che racchiude la parte propriamente prescrittiva dell’atto amministrativo e contiene, a seconda delle varie tipologie di atto, una manifestazione di volontà, oppure una manifestazione di scienza-conoscenza (es., certificazione, attestazione, verbale di accertamento, ecc.), o di valutazione (es. parere, proposta, valutazione tecnica, ecc.), ecc.La parte conclusiva dell'atto deve invece necessariamente prevedere il luogo in cui l’atto amministrativo è stato adottato, la data di adozione dello stesso e la sua sottoscrizione.

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Titolo I - Regole linguistiche per la stesura degli atti amministrativi

Capo I - L'organizzazione linguistica e comunicativa dell'atto amministrativo

1 - Avere (e rendere) sempre chiaro il contenuto del testo

1. Spesso i contenuti e le finalità di un documento amministrativo sono complessi e ambigui.

2. Prima di scrivere un testo bisogna sciogliere la complessità ed eliminare le ambiguità. Chi scrive deve anzitutto aver chiaro il contenuto del messaggio e deve indicare in modo preciso e semplice cosa è stato deliberato, cosa si prescrive, quali particolari doveri o diritti si riconoscono al destinatario.

2 - Individuare sempre il destinatario

1. Per progettare un testo efficace bisogna sapere a chi è destinato e chi lo leggerà..

2. Quando i documenti sono indirizzati a gruppi eterogenei di persone bisogna pensare al lettore meno istruito.

3 - Individuare le singole informazioni e inserirle nel testo in modo logico

1. Normalmente nei testi scritti sono contenute più informazioni. Chi scrive deve capire che relazione logica c'è tra le singole informazioni. Così ad

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esempio: le informazioni più generali devono precedere quelle particolari; i casi generali devono precedere le eccezioni; le informazioni, che in linea temporale sono antecedenti, precedono quelle successive.

2. È buona regola, inoltre, evidenziare bene le istruzioni per l'uso del testo a vantaggio del cittadino. Ad esempio, le date di scadenza, le eventuali avvertenze, cosa fare per ottenere un beneficio, come ricorrere contro l'atto.

4 - Individuare e indicare i contenuti giuridici del testo

1. Tra i vari testi prodotti dalle amministrazioni pubbliche, gli atti amministrativi rispondono a regole e principi di legittimità.

2. Gli atti devono contenere l'indicazione del soggetto che li emana, l'oggetto dell'atto amministrativo, la decisione che è stata presa, le motivazioni che la giustificano.

3. Vanno indicati, se necessario, gli adempimenti e le condizioni cui si deve prestare attenzione e i riferimenti normativi a sostegno dell'atto, secondo quanto prescritto dalle tecniche di redazione normativa.

Capo II - Linguaggio degli atti amministrativi

5 - Brevità del periodo

1. Formulare periodi brevi e chiari. Usare frasi semplici o frasi complesse con un numero contenuto di proposizioni subordinate. Evitare gli incisi.

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2. Preferibilmente la frase principale precede le proposizioni subordinate.

6 - Scrivere frasi brevi

1. Le ricerche dicono che frasi con più di 25 parole sono difficili da capire e ricordare.

2. Ogni frase deve comunicare una sola informazione. È sempre preferibile dividere la frase lunga, aumentando dunque l'uso della punteggiatura.

7 - Stile

1. Non perseguire concisione ed eleganza stilistica del testo a scapito della sua completezza e univocità.

8 - Usare parole del linguaggio comune

1. Rispetto alle parole di un dizionario, quelle che usiamo di solito sono in numero molto contenuto.

2. Il Vocabolario di base della lingua italiana contiene meno di 7000 parole e sono quelle che dobbiamo preferire se vogliamo essere capiti da chi legge.

9 - Scelta e uso dei termini

1. Scegliere la parola che esprime un dato concetto nel modo più preciso, chiaro e univoco, usando di preferenza parole dell'italiano comune.

2. Se per un dato concetto non esistono parole dell'italiano comune caratterizzate da precisione, chiarezza e univocità possono essere usati termini giuridici o tecnici, neologismi o forestierismi.

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10 - Omogeneità terminologica

1. Individuare gli stessi concetti o istituti con denominazioni identiche e non impiegare termini identici con accezioni diverse in tutto l'atto amministrativo e negli allegati, anche tenendo conto delle definizioni contenute nelle leggi che disciplinano la materia.

11 - Usare pochi termini tecnici e spiegarli

1. Contrariamente a quanto si crede, in un “testo di servizio” (un testo che informa o fornisce istruzioni) il numero di termini tecnici indispensabili è normalmente molto basso. In media, in un testo amministrativo le parole tecniche sono meno di cinque su cento.

2. È bene usare solo quelle veramente necessarie e, quando possibile, spiegarne il significato in una nota oppure con un piccolo glossario originale.

3. Qualora fosse necessario l'uso di termini giuridici o tecnici si raccomanda:

a) impiegarli in modo appropriato tenendo conto del significato loro assegnato dalla scienza o tecnica che li concerne;

b) in particolare, per i termini giuridici tenere conto in primo luogo del loro significato legale, desumibile dalle definizioni contenute nei codici o in altre leggi; secondariamente, e in via subordinata, di quello attribuito dalla giurisprudenza consolidata; in terzo luogo, e in modo ancora subordinato, dalla dottrina prevalente;

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c) se un termine tecnico-giuridico ha un significato diverso da quello che ha nel linguaggio corrente, occorre fare in modo che dal contesto sia chiaro in quale delle due accezioni il termine è impiegato.

12 - Evitare abbreviazioni e sigle

1. È bene evitare abbreviazioni e sigle: spesso sono ovvie per chi scrive ma non sono capite da chi legge.

2. Se le usiamo, dopo avere scritto nella prima citazione l'espressione per intero seguita dalla sigla fra parentesi tonde, è consentito nel seguito del testo usare solo la sigla o l'abbreviazione al posto dell'espressione intera.

3. Fanno eccezione abbreviazioni e sigle d'uso consolidato e molto note.

4. Qualora sia necessario ripetere più volte in uno stesso testo la medesima espressione composta, è consentita la sua sostituzione con una denominazione abbreviata, riportando nella prima citazione l'espressione per esteso seguita dalla denominazione abbreviata che sarà usata al suo posto, preceduta dalle parole “di seguito denominato/a”.

5. Se possibile la denominazione abbreviata contiene un'indicazione sulla materia cui fa riferimento l'espressione composta, anche per agevolarne la comprensione e la ricerca.

6. Le sigle usate per designare enti, organi, programmi e simili sono assimilabili ai nomi propri. A differenza delle abbreviazioni usate come nomi comuni (s.p.a., l.r.) vanno scritte con lettere maiuscole senza punti di separazione, anche per agevolarne la ricerca informatica. Questo vale quando ogni lettera è iniziale

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di una parola (ONU, ENI), e anche quando una parte della sigla non è una semplice iniziale, ma una parola tronca (ISTAT, EURATOM).

7. l'abbreviazione di termini riportati al plurale è identica a quella usata al singolare; basta porre al singolare o al plurale l'articolo determinativo che li accompagna.

8. Le abbreviazioni, quando ammesse, vanno scritte in lettere minuscole intervallate o seguite da un punto in sostituzione delle lettere omesse.

13 - Usare verbi nella forma attiva e affermativa

1. Il testo con il verbo attivo e in forma affermativa è più incisivo, le frasi sono più brevi, la lettura più rapida.

2. È buona regola costruire il periodo usando prevalentemente frasi attive. Evitare la doppia negazione.

14 - Uso del congiuntivo e dell'indicativo

1. Il testo scritto richiede il rispetto del congiuntivo ma l'indicativo rende il testo più diretto ed evita informazioni implicite o ambigue. Dove il contesto lo permette, è opportuno sostituire il congiuntivo con l'indicativo o con l'infinito.

2. Nella formulazione dei precetti di regola usare l'indicativo presente.

15 - Legare le parole e le frasi in modo breve e chiaro

1. Costruire il testo in modo semplice e compatto significa anzitutto rendere esplicito il soggetto e ripeterlo quando è necessario.

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2. È opportuno evitare le sequenze di parole che non hanno un verbo in forma esplicita.

16 - Ripetizione di termini

1. Le singole partizioni dell'atto sono unità autonome del testo.

2. La ripetizione dei termini come pure l'uso di riferimenti normativi completi, sono utili e spesso necessari alla comprensione del testo e all'uso di sistemi informatici. Evitare, pertanto, l'uso di pronomi personali o pronomi e aggettivi dimostrativi se tale uso genera ambiguità. Ripetere invece il termine richiamato quand'è necessario a evitare equivoci.

17 - Usare in maniera coerente le maiuscole, le minuscole e la punteggiatura

1. Le maiuscole sono mezzi ortografici che hanno lo scopo di segnalare l'inizio di un periodo e i nomi propri. I testi amministrativi affidano spesso alle maiuscole contenuti stilistici di rispetto, di gerarchia, di enfasi. Questi usi sono retaggio di una cultura retorica, appesantiscono lo stile e il tono della comunicazione: essi devono essere eliminati o ridotti quanto più è possibile.

2. La punteggiatura, per contro, suddivide il testo in unità di senso. Essa non solo guida l'occhio e la voce, ma articola il contenuto logico di quanto è scritto. Una buona punteggiatura toglie ambiguità al testo e collega in modo corretto i contenuti.

18 - Uso delle lettere maiuscole

1. L'uso della maiuscola è prescritto:

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a) all'inizio del testo e dopo ogni punto fermo;

b) per i nomi propri di persona;

c) per i nomi propri geografici;

d) per i nomi di enti od organi individui.

19 - Nomi di enti e organi composti da più parole

1. Nei nomi di enti od organi composti da più parole solo l'iniziale del primo sostantivo si scrive in maiuscolo.

2. Nei casi seguenti seguire i criteri indicati:

a) quando la prima parola è un aggettivo seguito da un sostantivo entrambe iniziano con lettera maiuscola;

b) quando una denominazione ne contiene un'altra, ciascuna inizia con lettera maiuscola.

20 - Scrittura dei numeri

1. In genere i numeri sono scritti in lettere salvo che siano inclusi in tabelle, elenchi e simili.

2. I capitoli di bilancio, le quantità percentuali e quelle accompagnate da unità di misura e monetarie si scrivono in cifre. In questi casi per separare le centinaia dalle migliaia, le migliaia dai milioni ecc., usare il punto fermo in basso, e non in alto; per separare i numeri interi dai decimali usare la virgola, e non il punto.

3. Peraltro gli importi monetari dell'ordine di milioni o miliardi possono scriversi in forma mista di cifre e lettere, a meno che non si allunghi troppo

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l'espressione.

4. Questa regola non si osserva nelle tabelle, in cui le espressioni numeriche si riportano sempre in cifre.

21 - Date

1. Le date si scrivono in cifre arabe, salvi i mesi e le ore che si scrivono in lettere. Scrivere sempre l'anno con quattro cifre.

22 - Citazione di partizioni di atti normativi

1. Per i numeri che servono a citare partizioni di atti normativi contrassegnati da cifre (articoli, commi numerati, numeri interni ai commi) si rinvia al paragrafo 35 e all'allegato B al Manuale regionale Regole e suggerimenti per la redazione dei testi normativi.

23 - Funzione della punteggiatura

1. La punteggiatura è un mezzo essenziale per segnalare al lettore i confini delle frasi e i rapporti che esistono al loro interno. Anche se in italiano non esistono regole rigide, è corretto attenersi a quelle che seguono.

2. Il punto fermo divide una frase, semplice o complessa, dalla successiva. Sul piano sintattico la porzione di testo delimitata da questo segno è conclusa in sé stessa.

3. Il punto e virgola divide una frase, semplice o complessa, dalla successiva, ma è un segno più debole del punto fermo; si usa, quindi, quando il legame logico o semantico tra le due frasi è più forte.

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4. La virgola:

a) separa due frasi che non sono gerarchicamente sullo stesso piano; in particolare separa le subordinate dalla reggente;

b) separa frasi coordinate; è obbligatoria quando non ci sono congiunzioni esplicite, facoltativa quando ci sono le congiunzioni; di solito si evita di far precedere dalla virgola la congiunzione e, ma non si tratta di un divieto assoluto;

c) isola gli incisi, le apposizioni, le proposizioni relative;

d) separa gli elementi che costituiscono una elencazione; l'ultimo elemento può essere introdotto dalla congiunzione e, non preceduta da una virgola.

5. I due punti:

a) introducono un elenco;

b) introducono una citazione;

c) introducono una frase autonoma che precisa il contenuto della frase precedente;

d) introducono le novelle, quando sono inserite alla fine di una alinea.

6. Nei testi amministrativi, di regola, non si usano punto esclamativo, punto interrogativo, puntini di sospensione.

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24 - Usi convenzionali dei segni di interpunzione e di altri segni

1. Al di fuori dei casi indicati nel paragrafo 23 i segni di interpunzione e gli altri segni convenzionali di uso comune si usano con le funzioni indicate, nei casi seguenti:

a) punto (.):

1) nelle abbreviazioni di parole in luogo delle lettere omesse;

2) dopo il numero che contrassegna un comma;

b) punto e virgola (;): alla fine delle partizioni interne di un comma, di lettere e di numeri, tranne l'ultima dell'elenco e la linea;

c) virgolette (” “): per racchiudere modifiche testuali a atti vigenti; se è necessario usare le virgolette all'interno di un testo già racchiuso da virgolette, usare gli apici (' ‘);

d) trattino (-): per unire due parole occasionalmente collegate (es. decreto-legge);

e) doppio trattino ( - - ): se indispensabile, per indicare una doppia parentetica quando ce n'è già una indicata tra due virgole;

f) parentesi tonde ( ): per racchiudere i titoli e le rubriche nelle citazioni di atti, le sigle nel caso previsto al paragrafo 12, comma 2, o i termini latini o stranieri che seguono l'equivalente espressione in lingua italiana;

g) parentesi tonda di chiusura ): dopo la lettera o il

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numero che contrassegna una partizione interna al comma;

h) per cento (%): solo in tabelle, elenchi e simili.

2. Non si usano:

a) le barre (/), tranne che nel linguaggio tecnico e nelle forme semplificate di citazione dei testi normativi, (vedi allegato B al Manuale regionale Regole e suggerimenti per la redazione dei testi normativi);

b) “o” e “a” in esponente, dopo numeri arabi (°) (a): al loro posto impiegare il numero romano o il numero ordinale scritto in lettere; si mantiene la scrittura 1° per indicare il primo giorno del mese nelle date, tranne quando si indicano gli estremi di una legge;

c) il segno di paragrafo (§): al suo posto usare l'espressione “paragrafo”, abbreviabile in “par.” se seguito da un numero.

25 - Unità di misura e monetarie

1. Scrivere per esteso le unità di misura: solo all'interno di tabelle, elenchi o simili è ammesso l'uso di simboli convenzionali o abbreviazioni.

2. Usare e scrivere le unità di misura attenendosi all'allegato del decreto del Presidente della Repubblica 12 agosto 1982, n. 802 (Attuazione della direttiva 80/181/CEE relativa alle unità di misura), nel testo in vigore.

3. La parola “euro” è indeclinabile e si scrive per esteso, in lettere minuscole.

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26 - Simboli convenzionali propri di linguaggi tecnici o scientifici

1. Sono ammessi quando strettamente necessari alla formulazione dei testi amministrativi (ad esempio per dettare prescrizioni tecniche attraverso algoritmi matematici).

2. Quando non vi è accordo sul significato attribuito al simbolo o esso non è di dominio comune, specificare preventivamente il significato attribuito nel testo al simbolo in questione.

27 - Evitare neologismi, parole straniere, latinismi e parole discriminatorie

1. Usare neologismi solo se sono effettivamente insostituibili.

2. Analogamente le parole straniere e i latinismi vanno evitati ove sia in uso l'equivalente termine in lingua italiana.

3. È ormai frequente il ricorso a termini tecnici propri della società dell'informazione e dell'elettronica: da evitare se ve ne siano di equivalenti nella lingua italiana.

4. Se è necessario usare tali termini, corredarli di una spiegazione.

5. La parola straniera assunta nella lingua italiana è invariabile, salvi i casi entrati nell'uso.

6. Evitare espressioni discriminatorie. Preferire espressioni che consentano di evitare l'uso del maschile come neutro universale.

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MANUALE DI REGOLE E SUGGERIMENTI PER LA REDAZIONE DEGLI ATTI AMMINISTRATIVI

28 - Usare in maniera corretta le possibilità di composizione grafica del testo

1. È bene non abusare delle possibilità di scelte grafiche e tipografiche messe a disposizione dai sistemi di video scrittura (neretti, sottolineature, corsivi, ecc.).

2. Nel caso in cui si ricorra ad effetti grafici e tipografici, questi vanno usati con coerenza in tutto il testo (ad esempio se si usa il corsivo per le parole straniere lo si fa con tutte le parole straniere presenti nel testo e non solo con alcune).

3. Si sconsiglia l'uso del colore perché non rilevabile nelle stampe in bianco e nero.

Capo III - Verifica della stesura del testo

29 - Verificare la completezza e la correttezza delle informazioni

1. Deve essere completa e corretta sia l'informazione giuridica, che dà la legittimità dell'atto, sia l'informazione comunicativa, che rende l'atto comprensibile. l'informazione è completa quando l'atto amministrativo dice al destinatario tutto quanto deve sapere e deve fare ed è corretta quando il testo manifesta esattamente la volontà di colui che lo emana.

30 - Verificare la semplicità e comprensibilità del testo

1. Comporre il testo in modo semplice, cioè che risulti di immediata comprensione.

2. Le informazioni salienti devono essere disposte in

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sequenza logica, visivamente chiare, non affollate da dati e riferimenti.

3. Per verificare la comprensibilità si suggerisce, inoltre, l'impiego di software (programmi) per l'edizione e l'analisi dei testi.

31 - Rileggere sempre i testi scritti

1. Una volta terminata la redazione di un testo, questo va sempre riletto e, se possibile, fatto leggere da qualcun altro. La rilettura consente di verificare la completezza, la correttezza e la semplicità del testo. Inoltre, la rilettura evita che l'uso di stralci o di modelli precedenti, come pure l'uso della funzione “copia e incolla” dei programmi di scrittura, lasci incongruenze nel nuovo testo.

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MANUALE DI REGOLE E SUGGERIMENTI PER LA REDAZIONE DEGLI ATTI AMMINISTRATIVI

Titolo II - Il rinvio ad altri atti

Capo I - Tecniche di redazione dei riferimenti normativi

32 - Definizione di riferimento o rinvio normativo

1. Con “riferimento normativo” (o “rinvio”) s'intende tutti i casi in cui il testo dell'atto amministrativo si riferisce a un atto normativo.

2. I criteri formali concernenti la scrittura delle citazioni dei testi normativi sono riportati nei punti da 33 a 43.

33 - Citazione di testi normativi

1. Per le citazioni di testi normativi italiani, comunitari, internazionali, di partizioni interne agli atti normativi e di pubblicazioni ufficiali attenersi alle formule e ai criteri contenuti nell'allegato B al Manuale regionale Regole e suggerimenti per la redazione dei testi normativi.

2. Se la denominazione ufficiale dell'atto non include la menzione dell'autorità che lo ha emanato integrare la denominazione con tale menzione.

3. Per individuare univocamente l'atto, quando esso non è numerato, se ne ricorda il titolo o altri elementi sufficienti a identificarlo, come gli estremi di pubblicazione.

4. Bisogna dare un'indicazione sull'oggetto delle disposizioni citate, in modo da facilitare la comprensione del rinvio. Di norma lo si fa riportando il titolo dell'atto, quand'esso è citato per la prima

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volta: il titolo è riportato fra parentesi tonde, dopo la data e il numero dell'atto; in alternativa, se indicato nell'intestazione ufficiale, è riportato il titolo breve. Se il titolo dell'atto è troppo lungo lo si riassume. Se il titolo dell'atto non permette d'individuare l'argomento del rinvio (ad esempio: se si rinvia a disposizioni intruse, o a disposizioni contenute in leggi finanziarie) si indica l'oggetto delle disposizioni citate.

34 - Citazione di atti non normalizzati

1. Se l'atto citato non è stato redatto secondo i criteri qui indicati, la citazione deve rispettare la sua struttura così come si presenta, seguendo però, per quant'è possibile, i criteri formali qui indicati (ad esempio per quanto riguarda le minuscole e maiuscole, le abbreviazioni, le virgole, i segni tipografici e simili).

2. Se però la citazione di disposizioni redatte secondo criteri diversi può generare confusione per la loro contraddittorietà con i nuovi criteri, è preferibile usare formulazioni magari ineleganti ma inequivoche, quali ad esempio citazioni testuali complete che cominciano con la parola iniziale e terminano con la parola finale (compresa) della disposizione richiamata.

35 - Scrittura della citazione

1. Quando occorre citare una parte di un atto normativo menzionare, oltre all'atto, le partizioni interne che contengono tale parte. Citare le partizioni in ordine decrescente, separandole con virgole (ad esempio: “articolo 1, comma 2, lettera b) ...”), se non quando un ordine diverso è consigliabile per motivi particolari.

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2. Per ragioni di chiarezza, la citazione deve arrivare sino alla partizione del livello più basso necessario per individuare la parte del testo citato.

3. Quando si citano articoli raggruppati in partizioni di livello superiore, è superfluo menzionare tali partizioni, poiché la numerazione degli articoli è continua nel corso dell'atto.

4. Dovendo citare partizioni di livello superiore all'articolo nella loro interezza, la citazione va fatta in ordine decrescente, a partire dalla partizione di livello più alto.

36 - Regole particolari nella scrittura delle citazioni

1. Evitare l'espressione “ultimo/penultimo comma” o “ultimi due commi” nonché le grafie 3o, 3a, III quando ci si riferisce a commi (vedi anche il paragrafo 24, comma 2, lettera b).

2. Citare le lettere e i numeri che contrassegnano partizioni interne ai commi usando la denominazione “lettera” e “numero”, seguita dalla lettera dell'alfabeto o dalla cifra araba e da una parentesi tonda di chiusura.

3. Citare la parte del comma che introduce una modifica testuale, consistente in un articolo o in uno o più commi, lettere o numeri, con la denominazione di “alinea”.

4. Quando si citano commi numerati usare il numero cardinale (”comma 1”). Quando si citano commi non numerati, invece, usare il numero ordinale (”primo comma”).

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5. In caso di parti del testo non contrassegnate da lettere, cifre o altre espressioni (ad esempio allegati non numerati, frasi contraddistinte da trattini o altri segni tipografici), la citazione va fatta usando il numero ordinale che la contraddistingue (ed evitando le parole “ultimo, penultimo, ultimi due” o simili), scritto in lettere (”primo allegato”, “primo trattino”, ecc.).

6. Se le predette forme di citazione non risultano del tutto chiare o se s'intende citare parti di testo (frasi, parole, insiemi di parole) non costituenti formalmente unità autonome nella struttura dell'atto, la citazione va fatta riportando per esteso, fra virgolette, la parte di testo che si intende citare.

37 - Citazione di partizioni di atti comunitari o internazionali

1. Quando si citano partizioni di atti comunitari o internazionali seguire la terminologia adoperata in tali testi.

38 - Riferimenti all'articolo o a partizioni inferiori all'articolo

1. Il riferimento normativo indica di norma con precisione il numero dell'articolo contenente le disposizioni richiamate e indica anche, se il riferimento non è a tutto l'articolo, le partizioni inferiori.

39 - Riferimenti a partizioni superiori all'articolo

1. In certi casi, prevedibilmente rari, può essere opportuno o necessario rinviare a una partizione

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dell'atto normativo superiore all'articolo. Tale tipo di riferimento è ammesso solo se esso comprende tutte le disposizioni della partizione richiamata; in altre parole va evitata l'espressione “si applicano le disposizioni del titolo x” nel caso in cui solo alcune disposizioni del titolo x si possono applicare.

40 - Riferimenti ad atti modificati

1. Nei riferimenti ad atti modificati, oltre a una funzione normativa, si può rintracciare una funzione informativa.

2. Il riferimento svolge una funzione informativa, se vengono menzionate le modificazioni all'atto o alla disposizione citata.

3. Quando il riferimento svolge una funzione informativa vanno menzionate le modificazioni dell'atto (se viene citato l'atto, più articoli o partizioni superiori all'articolo) o dell'articolo (se viene citato un articolo o sue partizioni). Nel primo caso basta ricordare l'atto modificativo; nel secondo bisogna citare i singoli articoli modificativi. Non occorre ricordare l'oggetto dell'atto o degli articoli modificativi. La menzione delle modifiche è necessaria solo nella prima citazione.

4. Se si fa riferimento a disposizioni che sono state sostituite, aggiunte o modificate da atti successivi bisogna citare l'atto base, e non gli atti modificativi.

5. Evitare i riferimenti a catena (si rinvia all'art. X che a sua volta rinvia all'art. y).

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41 - Riferimenti a testi unici misti

1. Quando si citano i testi unici misti previsti dall'articolo 7 della legge 8 marzo 1999, n. 50 si fa riferimento al solo decreto del Presidente della Repubblica (testo A), omettendo inoltre le indicazioni (L o R) affiancate alle singole disposizioni.

42 - Riferimenti ad atti antichi e difficili da reperire

1. In caso di riferimenti ad atti antichi e difficili da reperire si deve facilitare la comprensione e la conoscenza del testo o evitando addirittura il rinvio (con la riproduzione del testo), o citando i dati di pubblicazione dell'atto.

43 - Collocazione e uso dei riferimenti normativi

1. Il riferimento specie se lungo e con l'indicazione delle successive modificazioni può essere messo in nota e inoltre possono essere creati, nella versione digitale del testo, i relativi collegamenti ipertestuali.

Capo II - Tecniche di redazione dei nessi tra atti amministrativi

44 - Elementi che compongono la citazione

1. Con “riferimento amministrativo” (o “rinvio”) s'intende tutti i casi in cui il testo dell'atto amministrativo si riferisce a un altro atto amministrativo.

2. Il riferimento amministrativo va espresso con citazione esplicita testuale dell'atto cui ci si riferisce che deve garantire l'univocità del riferimento stesso.

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3. A tal fine e per garantire la funzione comunicativa e la chiarezza del riferimento la citazione deve contenere i seguenti elementi:

a) denominazione formale dell'atto;

b) autorità emanante;

c) data;

d) numero di protocollo o il numero assegnato all'atto dall'ente emanante;

e) oggetto.

4. Tali elementi sono tra loro separati con virgole salvo l'oggetto che è racchiuso tra parentesi.

5. Qualora un medesimo riferimento sia ripetuto più volte nello stesso atto, dopo la prima citazione espressa nella forma estesa di cui al comma 3, le citazioni successive indicano solo la denominazione formale, il numero dell'atto e l'anno.

45 - Citazione di atti amministrativi modificati o corretti da atti successivi

1. Qualora si faccia riferimento ad un atto amministrativo modificato o corretto da un atto successivo, si cita l'atto modificato seguito da espressioni del tipo: “così come modificato da..” o “così come corretto da...” e dalla citazione dell'atto o degli atti modificanti.

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Titolo III - La struttura dell'atto amministrativo

Capo I

46 - Struttura ed elementi dell'atto amministrativo.

1. Per “struttura dell'atto” si intende la sua organizzazione interna.

2. Una volta distinte e indicate le varie parti di un atto, scegliere la struttura giuridica più adeguata.

3. L'atto amministrativo si suddivide in tre parti:

a) la parte iniziale che comprende:

1) denominazione formale del tipo di atto amministrativo (es.: decreto, deliberazione, ordinanza, parere, determinazione);

2) l'intestazione che contiene l'autorità emanante;

3) l'oggetto o titolo, che esprime la funzione dell'atto (es.: autorizzazione, delega, revoca, annullamento, ecc.). Qualora la denominazione formale e la funzione coincidano (ad esempio ciò avviene nel parere) è opportuno ripetere la denominazione formale nell'oggetto;

4) il numero, che esprime il codice di protocollo per l'identificazione univoca dell'atto secondo quanto disposto dal decreto legislativo n. 445 del 2000 o

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comunque il numero assegnato all'atto dall'ente emanante;

b) la parte centrale che comprende:

1) preambolo;

2) motivazione;

3) dispositivo;

c) la parte finale che comprende:

1) luogo, che indica il luogo dove l'atto è stato adottato;

2) data, che indica il momento di adozione dell'atto;

3) sottoscrizione.

4. Nella parte centrale dell'atto si raccomanda di inserire, come rubrica, all'inizio di ogni elemento, il nome corrispondente.

47 - Intestazione

1. l'intestazione coincide con l'autorità emanante l'atto amministrativo.

2. Qualora si tratti di organo monocratico (individuale) si indica la denominazione dell'organo che ha adottato (sottoscritto) l'atto (esempio: sindaco, dirigente, responsabile dei servizi, ecc.).

3. Qualora si tratti di organo collegiale si indica la denominazione dell'organo deliberante con la precisazione delle persone che hanno partecipato alla seduta (presenti) e delle persone che, pur non avendovi partecipato fanno parte dell'organo, al fine

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di evidenziare l'esistenza del quorum necessario per la validità dell'adunanza, denominato quorum costitutivo. Si indica anche il quorum deliberativo e pertanto il verbale indica il numero dei votanti degli astenuti e de i voti favorevoli e contrari.

48 - Preambolo

1. Il preambolo contiene:

a) gli elementi di fatto e di diritto pertinenti e rilevanti per lo specifico atto amministrativo adottato quali:

1) fatti;

2) atti;

3) accertamenti;

4) norme giuridiche.

b) l'indicazione delle fasi significative del procedimento amministrativo svolto quali:

1) istanza di parte;

2) conferenza dei servizi;

3) parere;

4) valutazione tecnica;

5) comunicazione dell'avvio del procedimento.

49 - Motivazione

1. Ogni provvedimento amministrativo, compresi quelli concernenti l'organizzazione amministrativa, lo svolgimento di pubblici concorsi ed il personale, deve essere motivato.

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2. Sono esclusi dall'obbligo di motivazione gli atti a contenuto generale quali i bilanci preventivi, i conti consuntivi, i programmi ed i piani, gli strumenti urbanistici, i piani commerciali e tutti gli altri atti che ne siano espressamente esentati dalla legge.

3. La motivazione deve indicare i presupposti di fatto e le ragioni giuridiche che hanno determinato la decisione dell'amministrazione in relazione alle risultanze dell'istruttoria richiamando espressamente quanto esposto nel preambolo.

50 - Dispositivo

1. Il dispositivo contiene la parte prescrittiva dell'atto amministrativo che, a seconda delle varie tipologie di atto, può esplicarsi o in una manifestazione di volontà (es. concessione, espropriazione, revoca, annullamento, ecc.) oppure in una manifestazione di scienza-conoscenza (es., certificazione, attestazione, verbale di accertamento, ecc.), o in una manifestazione di valutazione-giudizio (es. parere, proposta, valutazione tecnica, ecc.).

2. Il dispositivo è introdotto da verbi quali: delibera, decreta, ordina, determina, dispone a seconda del tipo di atto e della autorità emanante.

3. Qualora l'atto comporti una spesa nel dispositivo si esplicita il mezzo e il modo per farvi fronte.

51 - Apposizione di formule

1. Seguono il dispositivo le seguenti formule:

a) l'autorità cui è possibile ricorrere avverso quanto disposto dall'atto;

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b) i termini entro i quali ricorrere.

2. Possono seguire il dispositivo alcune formule che dichiarano modalità e termini dell'atto quali:

a) l'esecutività dell'atto;

b) i soggetti cui l'atto va comunicato, notificato, trasmesso;

c) i soggetti ai quali compete provvedere all'esecuzione o che devono controllare che essa avvenga.

52 - Sottoscrizione

1. l'atto amministrativo deve riportare la sottoscrizione dell'autorità che lo ha adottato.

2. Per gli atti adottati da organi individuali, la sottoscrizione consiste nella firma apposta dall'autorità (persona fisica) che emana l'atto.

3. Per gli atti adottati da organi collegiali, la sottoscrizione del verbale di deliberazione consiste nella firma apposta da chi rappresenta l'organo (es. Il Presidente del collegio) e/o da chi ne verbalizza la volontà (es. il segretario).

4. Per la sottoscrizione digitale ci si attiene a quanto disposto dal Decreto legislativo 7 marzo 2005, n. 82 (Codice dell'amministrazione digitale).

53 - Uso della suddivisione in articoli

1. Quando si ricorre alla suddivisione del testo in articoli, come è raccomandabile nel caso di dispositivi o altre parti dell'atto particolarmente lunghi o complessi, si applicano le regole di strutturazione

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dell'articolato, contenute nel Manuale regionale Regole e suggerimenti per la redazione degli atti normativi.

54 - Usare note, allegati e tabelle per alleggerire il testo

1. Il testo deve contenere le informazioni essenziali alla sua immediata comprensione.

2. Le altre informazioni, a volte necessarie, spesso di natura tecnica, possono essere inserite in note a piè di pagina, in allegati o in tabelle (Ad esempio, i riferimenti normativi che di solito occupano molto spazio negli atti amministrativi possono essere citati nelle note).

55 - Uso degli allegati

1. Si ricorre all'uso di allegati in presenza di testi in forma di tabelle, elenchi, prospetti e simili, di prescrizioni tecniche lunghe e dettagliate che altrimenti appesantirebbero il testo dell'atto amministrativo, nonché di rappresentazioni grafiche quali cartografie, disegni, ecc. Non inserire negli allegati elementi collocabili nell'atto amministrativo.

2. Inserire gli allegati al termine dell'atto amministrativo.

3. Intestare gli allegati con la denominazione “Allegato” e contraddistinguerli con una lettera maiuscola.

4. Corredarli inoltre con una rubrica che indichi il contenuto dell'allegato e, fra parentesi, la citazione dell'atto amministrativo che fa rinvio ad esso.

5. Quando l'allegato è in forma di tabella è possibile usare, per contraddistinguerlo, la parola “Tabella”

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anziché “Allegato”.

6. Il testo dell'atto amministrativo cui è collegato oggettivamente l'allegato deve contenere un rinvio espresso all'allegato o agli allegati.

7. Se l'allegato contiene un atto normativo si applicano le regole di strutturazione dell'articolato, contenute nel Manuale regionale Regole e suggerimenti per la redazione degli atti normativi.

8. Fuori dai casi di cui al comma 7, la partizione interna degli allegati deve consentire con chiarezza la citazione delle singole parti in cui si suddivide l'allegato.

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ALLEGATO - Forme di citazioneTratto da “Regole e suggerimenti per la redazione dei testi normativi - Manuale per le Regioni promosso dalla Conferenza dei Presidenti delle

Assemblee legislative delle Regioni e delle Province autonome con il supporto scientifico dell’Osservatorio legislativo interregionale”

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Forme di citazione degli atti normativi

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Tipo di atto citatoForma integrale di

citazione (prima citazione)

Forme semplif icate di citazione (citazioni

ripetute)legge statale legge 23 agosto 1988,

n. 400 (Disciplinadell'attiv ità di Gov erno e ordinamento della presidenza del Consiglio dei ministri)

l. 400/1988oppurelegge 400/1988oppurelegge n. 400 del 1988

legge regionale legge regionale 29 f ebbraio 1984, n. 14 (argomento)

l.r. 14/1984oppurelegge regionale14/1984oppurelegge regionale n. 14 del 1984

legge prov inciale legge prov inciale 29 f ebbraio 1984, n. 14 (argomento)

l.p. 14/1984oppurelegge prov inciale n. 14 del 1984

legge di altra regione o prov inciaautonoma

legge regionale Toscana 29 f ebbraio1984, n. 14 (argomento)oppurelegge della Regione Toscana 29 f ebbraio 1984, n. 14 (argomento)

legge prov inciale Trento 29 f ebbraio 1984, n. 14 (argomento)oppurelegge della Prov incia autonoma di Trento 29

l.r. Toscana 14/1984oppurelegge regionale Toscana n. 14 del 1984oppurelegge della Regione Toscana n. 14 del 1984

l.p. Trento 14/1984oppurelegge prov inciale Trento n. 14 del 1984oppurelegge della Prov incia autonoma di Trento n. 14 del 1984

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MANUALE DI REGOLE E SUGGERIMENTI PER LA REDAZIONE DEGLI ATTI AMMINISTRATIVI

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Tipo di atto citatoForma integrale di

citazione (prima citazione)

Forme semplif icate di citazione (citazioni

ripetute)f ebbraio 1984, n. 14 (argomento)

decreto-legge (nonancora conv ertito)

decreto-legge 4 agosto 1981, n. 391 (argomento)

d.l. 391/1981oppuredecreto-legge n. 391 del 1981

decreto-legge(conv ertito in legge)

decreto-legge 4 agosto 1981, n. 391 (argomento),conv ertito, con modif icazioni, dalla legge 3 settembre1981, n. 409

d.l. 391/1981 conv ertitodalla l. 409/1981oppuredecreto-legge n. 391 del 1981 conv ertito dalla legge n. 409 del 1981

decreto legislativ o (dopo l'entrata in v igore della legge 400 del 1988)

decreto legislativ o 19 gennaio 1989, n. 1 (argomento)

d.lgs. 1/1989oppuredecreto legislativ o n. 1 del 1989

decreto del Presidente della Repubblica

decreto del Presidente della Repubblica 24 luglio 1977, n. 616 (argomento)

d.p.r. 616/1977oppuredecreto del Presidente della Repubblica n. 616 del 1977

regio decreto regio decreto 14 agosto 1920, n. 1285 (argomento)

r.d. 1285/1920oppureregio decreto n. 1285 del 1920

regio decreto-legge

regio decreto-legge 30 agosto 1925, n. 1261 (argomento),conv ertito, con modif icazioni, dalla legge 15 luglio 1926, n. 1263

r.d.l. 1261/1925 conv ertito dalla l. 1263/1926oppure regio decreto-legge n. 1261 del 1925 conv ertito dalla legge n. 1263 del 1926

decretoluogotenenziale

decretoluogotenenziale 24 luglio 1944, n. 40 (argomento)

d.lgt. 40/1944oppuredecretoluogotenenziale n. 40 del 1944

decreto del decreto del Presidente d.p.c.m. 240/1988

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Tipo di atto citatoForma integrale di

citazione (prima citazione)

Forme semplif icate di citazione (citazioni

ripetute)Presidente del Consiglio dei ministri

del Consiglio dei ministri 4 giugno 1988, n. 240 (argomento)

oppuredecreto del Presidente del Consiglio dei ministri n. 240 del 1988

decretoministeriale(numerato)

decreto del Ministro della sanità 9 giugno 1988, n. 202 (argomento)

d.m. sanità 202/1988oppuredecreto del Ministro della sanità n. 202 del 1988

decretoministeriale (non numerato)

decreto del Ministro della sanità del 14maggio 1986 (argomento)

d.m. sanità 14 maggio 1986oppuredecreto del Ministro della sanità 14 maggio 1986

ordinanza ordinanza del Ministro della sanità del 14 maggio 1986 (argomento)

o.m. sanità del 14 maggio 1986oppureordinanza del Ministro della sanità del 14 maggio 1986

testo unico testo unico ... emanato con decreto del Presidente della Repubblica 1 gennaio 1989, n. 1 (argomento)

t.u. ... emanato con d.p.r. 1/1989oppuretesto unico ... emanato con decreto del Presidente della Repubblica n. 1 del1989

regolamentogov ernativ o (ai sensi dell'articolo 17, comma 1, della legge n. 400 del 1988)

regolamento emanato con decreto del Presidente della Repubblica 1 gennaio 1989, n. 1 (argomento)

reg. emanato con d.p.r. 1/1989oppureregolamento emanato con decreto del Presidente della Repubblica n. 1 del 1989

regolamenti regolamento adottato reg. min. adottato con

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MANUALE DI REGOLE E SUGGERIMENTI PER LA REDAZIONE DEGLI ATTI AMMINISTRATIVI

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Tipo di atto citatoForma integrale di

citazione (prima citazione)

Forme semplif icate di citazione (citazioni

ripetute)ministeriali (ai sensi dell'articolo 17, comma 3, della legge n. 400 del 1988)

con decreto del Ministro della sanità 1°gennaio 1989, n. x (argomento)

d.m. sanità x/1989oppureregolamento adottato con decreto del Ministro della sanità n. x del 1989

deliberazione del Comitatointerministerialeper la programmazioneeconomica (o altri comitatiinterministeriali)

deliberazione del Comitatointerministeriale per la programmazioneeconomica 1 gennaio 1989, n. 1 (argomento)

deliberazione CIPE 1/1989oppuredeliberazione del Comitatointerministeriale per la programmazioneeconomica n. 1 del 1989

regolamentoregionale (*)

regolamento regionale 1 gennaio 1989, n. 1 (argomento)

regol. reg. 1/1989oppurer.r. 1/1989oppureregolamento regionale n. 1 del 1989

regolamentoregionale (interno) (*)

regolamento interno approv ato con deliberazione del Consiglio (o della Giunta) regionale 1 gennaio 1989, n. 1 (argomento)

regol. interno approv ato con del. cons. (o giunta) reg. 1/1989oppureregolamento interno approv ato con deliberazione del Consiglio (o Giunta) regionale n. 1 del 1989

deliberazione del Consiglioregionale (*)

deliberazione del Consiglio regionale 1 gennaio 1989, n. 1 (argomento)

del. cons. reg. 1/1989oppuredeliberazione del Consiglio regionale n. 1 del 1989

deliberazione della Giunta regionale (*)

deliberazione della Giunta regionale 24 settembre 1990, n. 8275(argomento)

del. giunta reg. 8275/1990oppuredeliberazione della

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Tipo di atto citatoForma integrale di

citazione (prima citazione)

Forme semplif icate di citazione (citazioni

ripetute)Giunta regionale n. 8275 del 1990

decreto del Presidente della Giunta regionale (*)

decreto del Presidente della Giunta regionale 1 gennaio 1989, n. 1 (argomento)

d.pres. giunta reg. 1/1989oppuredecreto del Presidente della Giunta regionale n. 1 del 1989

decretodell'assessoreregionale (o altro) (*)

decreto dell'Assessore regionale alla sanità 1 gennaio 1989, n. 1 (argomento)

d.ass. reg. sanità 1/1989oppuredecreto dell'Assessore regionale alla sanità n. 1 del 1989

regolamenti CEE (ed EURATOM)- prima del 1° gennaio 1963

- prima del 1° gennaio 1968

- prima del 1° nov embre 1993

- prima del 1°gennaio 1999

dopo il 1° gennaio

regolamento n. 19 della Commissione della CEE del 31 dicembre1962, relativ o a …

regolamento n. 1068/67/CEE della Commissione, del 31 dicembre 1967, relativ o a …

regolamento (CEE) n. 3013/81 della Commissione, del 19 ottobre 1981, relativ o a …

regolamento (CE) n. 737/95 del Consiglio, del 26 aprile 1995, relativ o a …

regolamento (CE) n.

reg. 19/62 della CEEoppureregolamento n. 19 del 1962 della CEE

reg. 1068/67/CEEoppureregolamento n. 1068/1967 della CEE

reg. (CEE) 3013/81oppureregolamento (CEE) n. 3013/81

reg. (CE) 737/95oppureregolamento (CE) n. 737/95

reg. (CE) 1/1999

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MANUALE DI REGOLE E SUGGERIMENTI PER LA REDAZIONE DEGLI ATTI AMMINISTRATIVI

43

Tipo di atto citatoForma integrale di

citazione (prima citazione)

Forme semplif icate di citazione (citazioni

ripetute)1999 1/1999 della

Commissione, del 5 gennaio 1999, che modif ica …

oppureregolamento (CE) n. 1/1999

decisioni e raccomandazioniCECA

decisione n. 2804/81/CECA...

raccomandazione n. 1997/81/ CECA...

dec. 2804/81/CECAoppuredecisione n. 2804/81/CECA

racc. 1997/81/CECAoppureraccomandazione n. 1997/81/CECA

direttiv e, decisioni, raccomandazioniCEE (ed EURATOM)

direttiv a 89/438/CEE del Consiglio, del 21 giugno 1989, relativ a a …

decisione 89/430/CEE della Commissione, del 30 giugno 1989, relativ a a …

raccomandazione89/214/CEE della Commissione, del 24 f ebbraio 1989, relativ a a …

dir. 89/438/CEEoppuredirettiv a n. 89/438/CEE

dec. 89/430/CEEoppuredecisione n. 89/430/CEE

racc. 89/214/CEEoppureraccomandazione n. 89/214/CEE

atti internazionali Conv enzione relativ a alla conserv azione della v ita selv atica e dell'ambiente naturale in Europa, f irmata a Berna il 19 settembre 1979, ratif icata ai sensi della legge 5 agosto 1981, n. 503 (**)

Conv ezione di Berna di cui alla l. 503/1981oppure...di cui alla legge n. 503 del 1981

(*) Se necessario per la comprensione del riferimento indicare, sia nelle forme integrali di citazione che in quelle semplificate, il nome della regione cui appartiene l'organo che emana l'atto. Per esempio: decreto del Presidente della Giunta regionale della Toscana.

(**) A seconda dei casi, le ultime parole potranno essere sostituite da "la cui ratifica è stata autorizzata dalla legge ..." o da "resa esecutiva dalla legge ...".

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Pietro Mercatali – Francesco Romano

Forme di citazione di parti di atti normativi

44

Tipo di partizione citata Forma di citazione

Singole partizioni:Libro

Parte (all'interno di un libro)

Parte

Titolo

Capo

Sezione

Articolo

CommaI ipotesi

II ipotesi

Lettera

Numero

Articolo aggiuntiv o

il libro I (Disposizioni generali) del codice di procedura civ ile(nei successiv i esempi la menzione della rubrica è omessa)

il libro I, parte I, della legge

la parte I della legge

il titolo I della legge

il capo I della legge

il capo I, sezione I, della legge

l'articolo 1 della legge

l'articolo 1, comma primo (oppure: primo comma), della legge(se nel testo originario i commi non sono numerati)

l'articolo 1, comma 1, della legge(se nel testo originario i commi sono numerati)

l'articolo 1, comma 1, lettera a), della legge

l'articolo 1, comma 1, lettera a), numero 1), della legge

l'articolo 1 bis della leggel'articolo 1 bis 1 della leggel'articolo 01 della legge

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MANUALE DI REGOLE E SUGGERIMENTI PER LA REDAZIONE DEGLI ATTI AMMINISTRATIVI

45

Tipo di partizione citata Forma di citazione

Comma aggiuntiv o (numerato)

Lettere e numeri aggiuntiv i

Allegato

l'articolo 1, comma 1 bis, della leggel'articolo 1, comma 1 bis 1, della leggel'articolo 2, comma 01, della legge

l'articolo 1, comma 1, lettera a bis), della leggel'articolo 1, comma 1, lettera a), numero 1 bis) della legge

l'allegato A della legge

Enumerazione di partizioni:

Articoli

Articoli e commi

gli articoli 1 e 2 della leggegli articoli 1, 4 e 9 della leggegli articoli da 1 a 9 della leggegli articoli da 1 a 4 e 9 della legge

l'articolo 1, l'articolo 2, commi 2 e 3, e gli articoli da 3 a 5 della legge

Articoli di atti generalmente noti:

Articolo della Costituzione

Articolo dello statuto regionale

Articolo di statuto di altre regioni

Articolo del codice civ ile (di procedura civ ile, penale, di procedura penale)

l'articolo 117 della Costituzione

l'articolo 62 dello statuto

l'articolo 62 dello Statuto della Regione Toscana

l'articolo 15 del codice civ ile (di procedura civ ile, penale, di procedura penale)

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Pietro Mercatali – Francesco Romano

46

Tipo di partizione citata Forma di citazionePartizioni di atti comunitari:

Parte

Titolo

Capitolo

Sezione

Articolo

Paragraf o

la parte I

il titolo I

il capitolo I

la sezione I

l'articolo 1 della direttiv a...

il paragraf o I

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MANUALE DI REGOLE E SUGGERIMENTI PER LA REDAZIONE DEGLI ATTI AMMINISTRATIVI

Forme di citazione delle pubblicazioni ufficiali

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Pubblicazione uf f iciale Forma di citazione

Gazzetta uf f iciale delle Comunità europee

g.u.c.e. serie L 1 del 1° gennaio 1989, p. 25(la pagina può essere omessa)

Gazzetta uf f iciale della Repubblica italiana

- prima della rif orma dell'ordinamento ai sensi dell'articolo 9 del decreto del Presidente della Repubblica n. 1092 del 1985

- dopo la rif orma dell'ordinamento

g.u. n. 90 del 6 aprile 1981oppureg.u. 6 aprile 1981, n. 90

g.u. n. 53 del 4 marzo 1989oppureg.u. 4 marzo 1989, n. 53oppureg.u. n. 10 dell'8 marzo 1989, parte I (o II o III o IV)

Supplemento ordinario suppl. ord. n. 14 alla g.u. n. 90 del 6 aprile 1989

Bollettino uf f iciale della Regione b.u.r. n. 8 del 4 marzo 1982Bollettino uf f iciale del Ministero della sanità (o altro ministero)

b.u. Ministero della sanità (o altro) n. 15 del 10 aprile 1983

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