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Marco Steiner - Home - Rizzoli Libri

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prefazione diMarco Steiner

foto diMarco D’Anna

Le Celtiche

HUGO PRATT

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Getta uno sguardo freddo

sulla vita e sulla morte.

Cavaliere, prosegui il tuo cammino.

(W.B. Yeats, Poesie, Mondadori Editore)

Questa storia inizia con tre immagini. Come fos-sero inquadrature staccate, senza parole, senzamusica, solo i rumori naturali di tre situazioni di-verse.

Un’onda bassa, tranquilla, bagna una lungaspiaggia di sabbia dorata. Alcuni bambini cor-rono fra l’acqua e il bagnasciuga. Si sentono legrida di gioia. Stacco. La telecamera segue le im-pronte di due persone su una lunga spiaggia.Montagne sullo sfondo. L’inquadratura si stringe

sulle tracce. Una delle due persone zoppica. Lo sicapisce dalla sottile striscia di sabbia intaccata,strusciata fra un passo e l’altro. Un maestro, Ro-bert Mitchum, parla ai bambini di maree, di con-chiglie, d’Irlanda, poi si rabbuia, forse un

CelticheOsmosi�di�sogno�e�realtà

di Marco Steinerfoto di Marco D’Anna

SOTTO: CLIFF OF MOHER, 2009. A SINISTRA: NEWGRANGE, 2009

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pensiero grigio si è infilato in quel paesaggio tran-quillo. Segue le impronte, si dirigono verso unagrotta.

Un paesaggio di campagna, un cavallo scuro,un calesse lento, due uomini a bordo. Arrivati inprossimità di un vecchio ponte di pietra, l’uomopiù alto fa fermare il calesse, scende per osservareuna casa che si affaccia sull’ansa di un fiume.Scorre lento, tranquillo. La casa è semplice, dipietra, dipinta di bianco, ha il tetto di paglia,come due baffoni spioventi. C’è tanto verde in-torno. C’è emozione negli occhi dell’uomo, un

ricordo trasformato in un sogno, è John Wayne.È venuto da lontano, oltre l’oceano, per ritrovaree ricomprare la sua casa d’infanzia, a Innisfree.

C’è un uomo che è arrivato ai bordi del LoughGill, “il lago di splendore”, è venuto ricordandoi versi della poesia di Yeats dedicata a Innisfree, lapiccola isola che aàora in quel liquido orizzonte.L’uomo si siede e comincia a tracciare i segni diun delicato acquarello. Usa l’acqua del lago e i co-lori si fanno più reali, il foglio s’impregna d’ericae muschio.

Sono partito da qui, prima d’arrivare in Ir-landa, dalle immagini del film La figlia di Ryan diDavid Lean e di Un uomo tranquillo di JohnFord e poi dal documentario di Vincenzo Mol-lica, in cui Pratt disegna sui bordi del lago ricor-dando la poesia di Yeats.

Bisogna cercare questo, in Irlanda, la magicainstabilità della realtà. Seguire impronte labili,ma reali e situazioni occasionali. La fantasia do-rata di Pratt e i versi di Yeats, la forza delle sco-gliere di Cliffs of Moher e le parole che arrivanodalle pietre, dai corvi e dagli incontri che rac-contano storie, per continuare a cercare.SOPRA: INNISFREE ISLAND, 2009. SOTTO: BURREN, 2009

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Tic tic, un continuo tic tic, piove sui vetri dellamacchina, sul cappello, sugli ombrelli, da quandosi scende dall’aereo a Dublino.

Non ci sono rumori sulla collina di Tara, aparte il vento, il tic tic, il clang metallico del can-cello che si apre e sbatte sul supporto arrugginito.Scalpiccío morbido, passi su foglie, sull’erba ba-gnata, sul fango. I rintocchi della campana s’af-facciano sul cimitero. Avvallamenti e improvvisirilievi, cerchi concentrici, pietre e croci celticheche s’innalzano dal verde e, più in là, il nastromarrone, il fango della nuova autostrada. Per oraè bloccata, ma la praticità di un fiume d’asfaltovincerà sul ricordo del Luogo. Eppure Tara e queitumuli di cinquemila anni furono il ker (luogo)dei druidi, dei mistici re-sacerdoti d’Irlanda edella mitica regina Maeve, del potente CormacMac Airt e di San Patrizio che accese qui il primofuoco cristiano sull’isola.

Il simbolo di Tara è the Stone of destiny, quellaPietra del destino su cui il futuro re doveva ar-rampicarsi, e solo se questa emetteva tre grida,

quel re veniva incoronato. Roccia e potenza, ca-pacità di vivificare l’inamovibile imperturbabilitàdell’elemento terrestre, attraverso il coraggio, ledoti morali, la profondità dello spirito. Una spe-cie di spada che solo il prescelto potrà estrarredalla pietra.

Strano posto, non immediato ed esplicito. Ènecessario seguire in silenzio i disegni di tumuli,cerchi, pietre. Dicono fosse la porta dell’oltretomba.

Tic, tic, la pioggia, il vento soffia sempre piùforte. Newgrange, o meglio Bru Na Boinne, è unsito megalitico antico di tremiladuecento anni,seicento anni prima delle piramidi di Giza e milleanni prima di Stonehenge. Un tumulo di pietrericoperte dal verde prato d’Irlanda. C’è un in-gresso e un lungo cunicolo che s’infila in quellagran massa di sassi e raggiunge il centro del tu-mulo. Una pietra imponente protegge l’ingresso,una lunga losanga decorata con un disegno a tri-plice spirale. Il cunicolo della “tomba a passag-gio” arriva fino al nucleo centrale: la vera tomba,suddivisa in tre nicchie e racchiusa da un tetto di

La�storia�piu�antica.�Newgrange�e�la�collina�di�Tara

PERSONE CHE CAMMINANO SU

UNA SPIAGGIA DELL’OCEANO

ATLANTICO, 2009

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3000 anni fa. Dicono che qui fu concepito l’eroedelle leggende irlandesi, il dio solare Cùchulainn,e a questo punto non resta che crederci.

Vendono i biglietti di una lotteria all’ingresso,per essere lì, proprio nella grotta, il 21 dicembredel prossimo anno. Le domande sono migliaia,ma all’interno ci saranno poche decine di per-sone, con la speranza che il sole riesca a sorgere enon venga oscurato da nuvole e pioggia.

C’è una strada statale importante che passa quiaccanto, la N15, che si porta dietro il continuofruscìo bagnato del traffico.

La tomba di Yeats è accanto al portale dellachiesa, un’anonima lastra di granito grigio. Inmezzo a tutte le vecchie lapidi e croci celticheè una delle più brutte e moderne di tutto il ci-mitero. C’è solo la frase scolpita che riesce asbloccare i pensieri. In inglese suona ancorameglio: “Cast a cold eye on life, on death.Horseman, pass by!”. Il poeta esoterico chiese di essere sepolto sottola sua montagna preferita, il Ben Bulben, chesvetta su Sligo e di fronte all’Atlantico, uncono mozzo di pietra calcarea con le paretiperpendicolari attraversate da venature chesembrano tendini. Oggi la cima del Ben Bul-ben non si vede, è avvolta da nuvole cariche dipioggia.

Oltre le croci del cimitero, oltre al bar, allarivendita di souvenir, oltre ai muretti grigio-verdi, dove anche la pietra è ammorbidita dal-l’acqua e dal muschio, c’è un viottolo indicatoda un cartello, “Riverside walk” (lungofiume),che scivola accanto a un torrente carico d’ac-qua. È delicato, umido, silenzioso.

Molto più a sud, nel Burren roccioso cisono Coole Park e la casa di Lady Gregory, la

lastre incastrate in maniera così millimetrica chenei secoli non ha ceduto al peso e non ha fatto fil-trare una goccia d’acqua. Ma qui c’è qualcos’altro dispeciale: l’apertura della tomba è orientata in ma-niera perfetta verso il sorgere del sole, in un giornopreciso, il 21 dicembre, il solstizio d’inverno. Quelgiorno, e solo in quel momento, verso le nove delmattino, un raggio di sole penetra attraverso le pie-tre e si sdoppia. Uno dei due raggi segue lenta-mente il pavimento della grotta e attraversa iventiquattro metri del cunicolo che portano allacamera centrale della tomba, l’altro raggio, cheviaggia più in alto, colpisce una pietra circolare ediffonde una magica luce in tutto l’ambiente.Tutto questo spettacolo, soltanto per diciassetteirripetibili minuti all’anno. Qualcuno ha congegnato un’opera del genere

Drumcliff.�Contea�di Sligo.�La�tomba�dI�W.B.Yeats

CLONMACNOISE, 2009

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L’albero è notevole e il giardino è maestoso, unsentiero costeggia uno degli innumerevoli laghid’Irlanda, la risacca riveste di foglie le pietre dellariva e un muretto coperto di muschio si getta nellago.

Sembra un segnale, sembra la coda di undrago. Un esile ponte fra realtà e fantasia.

fondatrice dell’Abbey Theatre e mecenate diYeats; in quel parco c'è "l'albero delle f rme",un ponte dove illustri ospiti e letterati hannoinciso il loro nome o le loro iniziali.

È un altro luogo prattiano, forse non unatappa imperdibile, ma rappresenta comunqueun tramite, un punto di contatto con l’autore.

A DESTRA: CONTEA DI OFFALY, 2009SOTTO: ARAN, ISLAND INISHMOR, 2009

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SOPRA: COOL PARK (GORT), 2009

A DESTRA, IN ALTO: ISLAND INISHMOR, 2009

IN BASSO: INNISFREE ISLAND, 2009

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