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SAC. G. ALBERIONE S.S.P. Maria nostra speranza 1 MESE DI MAGGIO ALBA * ROMA * CATANIA PIA SOCIETÀ SAN PAOLO 1 L'opera si compone di tre volumi e raccoglie la predicazione alle Figlie di San Paolo elaborata da sr. Concettina Borgogno. Ella ha personalmente dichiarato: "per tre anni consecutivi nel mese di maggio il Primo Maestro ci tenne la meditazione ogni mattina svolgendo questi temi: I privilegi e le grandezze di Maria (1938); le virtù di Maria (1939); le feste e i santuari di Maria (1940): Mi incaricò di prendere gli appunti, che esaminò attentamente con ammirevole pazienza, vi apportò le correzioni che ritenne opportune e li diede alla stampa distribuiti in tre volumi dal titolo Maria nostra speranza" (cf Borgogno C., Formazione alla vita religiosa..., Roma 1994, p. 154).

Maria - IDS & Unitelm · 2020. 6. 16. · si ex Deo sint: Non vogliate credere ad ogni spirito, ma provate gli spiriti se son da Dio» (1 Gv. 4, 1). SIA PIENA LA LODE «Sit laus plena,

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SAC. G. ALBERIONE S.S.P.

Marianostra speranza1

MESE DI MAGGIO

ALBA * ROMA * CATANIA

PIA SOCIETÀ SAN PAOLO

1 L'opera si compone di tre volumi e raccoglie la predicazione alle Figliedi San Paolo elaborata da sr. Concettina Borgogno. Ella ha personalmentedichiarato: "per tre anni consecutivi nel mese di maggio il Primo Maestroci tenne la meditazione ogni mattina svolgendo questi temi: I privilegi e legrandezze di Maria (1938); le virtù di Maria (1939); le feste e i santuaridi Maria (1940): Mi incaricò di prendere gli appunti, che esaminòattentamente con ammirevole pazienza, vi apportò le correzioni cheritenne opportune e li diede alla stampa distribuiti in tre volumi dal titoloMaria nostra speranza" (cf Borgogno C., Formazione alla vita religiosa...,Roma 1994, p. 154).

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Stampato nella tipografia della Pia Società San Paolo – Roma – IV - 1938

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I.

Il primo ossequio a Maria, Madre di Dio eMadre nostra, è:

«Credere fermamente le grandezze diMaria»: «magnalia eius firmiter credere».

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GIORNO PRIMO

Invito

S. SCRITTURA

«La sapienza si farà il suo elogio, si onoreràin Dio, si glorierà in mezzo al popolo di lui.

Riceverà lode in mezzo alla moltitudine deglieletti, e tra i benedetti, si benedirà dicendo: «Iouscii dalla bocca dell'Altissimo primogenita avantitutte le creature; io feci nascere nel cielo unaluce imperitura e come nebbia ho ricoperta tuttala terra. Io abito nei più alti cieli, e il mio tronosta sopra colonna di nubi. Io sola feci il giro delcielo, penetrai nel profondo dell'abisso, camminaisui flutti del mare; posai il piede su ogni partedella terra, presso tutti i popoli, in ogni nazioneebbi l'impero, e di tutti grandi e piccoli, ioconquistai i cuori. Tra tutti questi io cercai un luogodi riposo e decisi di dimorare nell'eredità delSignore.

Allora il Creatore di tutte le cose mi parlò emi diede i suoi ordini, e colui che mi creò riposònel mio tabernacolo, e mi disse: Abita in Giacobbe,tuo retaggio sia Israele, getta le tue radici trai miei eletti» (Sir 24, 1.4-13).

(Dal Messale: Festa di Maria Madre dellaDivina Provvidenza).

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LODARE LA VERGINE MADRE

«Dignare me, laudare te, Virgo sacrata:Fammi degno di poterti lodare, o Vergine Santa».

Lodare Maria significa:imitare Dio Padre che la creò più eccelsa fra

tutte le creature;imitare Gesù Cristo che aveva per Lei il più

riverente affetto filiale;imitare lo Spirito Santo che effuse in Lei i più

singolari doni di grazia e di gloria.Lodare Maria è dovere di uomini: poiché la

poesia, l'architettura, la pittura, la scultura, lamusica cantano le sue glorie. E' dovere dicristiani poiché da Lei ci venne Gesù Cristo, la vita,ogni grazia. E' dovere di cattolici: poiché laChiesa le consacra belle festività, funzionisolenni e devote preghiere.

Lodare Maria è bisogno di riconoscenza edamore, poiché ci ha corredenti ed accettati perfigli; è condizione necessaria poiché Maria è ladistributrice delle grazie e noi siamo tantomiseri; è istinto del nostro cuore che cerca confortopace, Paradiso e Maria è speranza nostra.

PREDICARE MARIA

L'amore difficilmente si può comprimere onascondere. Perciò è ben scarso l'amore versoMaria in coloro che raramente ne parlano opoco pensano a farla amare. I veri devoti Lapregano dovunque; in ogni occasione ne parlano oscrivono; con la parola e con l'esempio incoraggianotutti ad amarLa.

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Sentiamo i Dottori della Chiesa: afferma S.Bonaventura: «Coloro che si impegnano apubblicare le lodi di Maria sono sicuri del Paradiso».Riccardo di S. Lorenzo dice che l'onorare MariaSS. equivale ad acquistare la vita eterna: «HonorareMariam est thesaurizare vitam aeternam».La SS. Vergine glorifica in Cielo chi l'ha glorificatain terra: «Honorificantes se in hoc saeculohonorificabit in futuro!». La Chiesa pone sullelabbra di Maria le parole dell'Ecclesiastico: «Quielucidant me vitam aeternam habebunt:Coloro che m'illustrano avranno la vitaeterna» (Sir. 24, 31).

Esulta, anima mia, diceva S. Bonaventura ase stesso, rallegrati in Maria, poiché molti benisono preparati a coloro che La lodano.

Tommaso da Kempis così fa parlare Maria aGesù: «Figlio, abbi pietà di chi mi ama e mipredica». E S. Bonaventura aggiunge: «Audite,qui concupiscitis regnum Dei: Virginem Mariamhonorate, et invenietis vitam aeternam: Udite voiche desiderate il regno di Dio: onorate la VergineMaria e avrete la vita e la salute eterna».

Da questa divozione verranno i più grandifrutti: S. Alfonso dice che essendo passato daMaria Gesù per arrivare al mondo, in Maria tuttitroveranno Gesù Cristo. E' noto il detto cheesprime una dottrina ed un'esperienza: «Per Mariamad Iesum». Se da Maria passa ogni grazia, ipopoli che trovano Maria sono prossimi allasorgente delle grazie.

Dal predicare Maria e dalla confidenza inMaria dipende la salvezza di tutti. S. Bernardinosantificò l'Italia, S. Domenico converti la Francia,S. Bernardo cambiò il suo secolo, e così altri

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scrittori e predicatori con la divozione e con ladivulgazione del culto a Maria.

LODARLA DEGNAMENTE

S. Paolo scrive: «Fine del precetto è la caritàprocedente da un cuore puro, da una coscienzabuona, da una fede sincera» (1 Tm. 1, 5). Cosìl'amore e la lode a Maria devono procedere:«de corde puro, de conscientia bona, de fide nonficta».

Da un cuore puro cioè infiammato di amore aMaria ed a Gesù deve partire la nostra lode.«Non mi riposerò, finché non avrò ottenuto unamore tenero verso la mia Madre Maria», dicevaS. Giov. Berchmans.

L'amore filiale di compiacenza, di riconoscenza,di benevolenza, di concupiscenza verso Maria,ci porterà un vero amore a Gesù Cristo, esarà un amore operoso, schietto, ardente. LaMadonna è Madre del bell'amore: «Mater pulchraedilectionis».

La freddezza, la tiepidezza, la semplicesensibilità, la verbosità vuota e terrena, sono indizi diun cuore non puro.

Da coscienza buona. E' buona la nostracoscienza quando si ha una speranza retta. Laretta speranza confida di ottenere da Maria lasalvezza e gli aiuti necessari a conseguirla,appoggiandosi alla potente intercessione di Maria. Intale fiducia l'anima prega la SS. Vergine e cercacon sforzo costante di fuggire il peccato, praticarele virtù, adempiere i doveri del proprio stato,amare Gesù Cristo. La coscienza non buona invece

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falsifica la divozione a Maria: poiché miranon ad evitare il peccato, ma solo a difendersidal castigo e quasi a salvarsi senza merito. Lacoscienza falsa spera solo grazie materiali; o siattende al più qualche piccola grazia, ma non lasantità ed il Paradiso.

Da una fede sincera nelle verità che riguardanola SS. Vergine. La fede in Dio è radice diogni giustificazione; la fede in Maria è principiodi ogni misericordia, di gioia serena, di salvezzaeterna.

Delle verità che riguardano Maria, alcune sonodi fede definita, come l'Immacolata Concezione;altre di fede cattolica, come l'Assunzione;altre di fede ecclesiastica come l'apparizione diMaria SS. a Lourdes; altre sono insegnamenticomuni fra i Padri, Dottori, Teologi, altre infinemeritano soltanto fede umana.

La Chiesa è la nostra guida e Maestra;noi siamo i figli devoti e docili; crediamo allamissione, ai privilegi, alle grazie e agli uffizi cheMaria ha verso di noi. Chi ritiene la Chiesacome madre, avrà Dio per Padre.

Alla fede si può mancare: quando per negligenzaalcuno trascura d'istruirsi sulle grandezzedi Maria; quando si è troppo restii, secondo unsenso quasi protestante o giansenistico, adammettere le verità onorifiche riguardanti laMadonna; quando si trascura di fare atti di fede nelleverità mariane, specialmente per il suo ufficio diMadre di Dio e di mediatrice di grazie che tantoonorano Maria.

Si può anche eccedere quando per unatemeraria credulità si credono cose che non sonocerte e si insegnano agli altri; come sarebbero false

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rivelazioni, detti, fatti o forme di divozione nonapprovate dalla Chiesa. Dice S. Giovanni:«Nolite omni spiritui credere, sed probate spiritus,si ex Deo sint: Non vogliate credere ad ognispirito, ma provate gli spiriti se son da Dio»(1 Gv. 4, 1).

SIA PIENA LA LODE

«Sit laus plena, sit sonora».La vera divozione ha tre atti: ammirazione,

imitazione, preghiera.

L'ammirazioneL'ammirazione cresce nel nostro spirito

considerando i grandi privilegi, le virtù e le grazie daDio concesse a Maria: la Divina Maternità, lapienezza della grazia, l'alta dignità, la Verginità,l'Assunzione, la Glorificazione, gli uffici diMadre, corredentrice, mediatrice di tutte le grazie.

Ammirare e lodare la S. Vergine è ammirareDio. «Fecit mihi magna qui potens est: Grandicose mi ha fatto Colui che è potente» (Lc. 1, 49).Perciò la Chiesa ha scelto nell'anno unmese, nella settimana un giorno, nei giorni ungran numero di feste per onorarla. Vi sono interivolumi pieni delle glorie e preghiere a Maria:così la lodano tutte le creature.

L'imitazioneI veri figli di Maria sono gl'imitatori suoi;

l'amore si stabilisce fra persone simili, oppure lerende simili; la somiglianza di vita, di fisionomia,di attitudini rivela i figli ed i genitori.

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Imitarla nella fede, speranza, carità; imitarlanella giustizia, fortezza, temperanza, prudenza;imitarla nella castità, ubbidienza, povertà; eccole virtù essenziali ed ecco la via per viveresecondo Dio. Infatti si imita la SS. Vergine perricopiare in noi la più perfetta immagine di Gesù;l'imitazione di Maria è più facile, ma serve comegradino per arrivare all'imitazione di Gesù.

La preghieraPregare Maria seguendo la Chiesa. La

Sacra Liturgia ci è guida; l'Angelus tre volte algiorno; il Santo Rosario o almeno la terza parte;la pratica delle tre Ave Maria e delle giaculatorie;la meditazione e la lettura spirituale; la Visitae la S. Comunione; la Messa ed i Sacramenti;una grande abbondanza di orazioni, di lodi, diinvocazioni, ecc., possono costituire una FiloteaMariana.

Il divoto di Maria si salva; chi è molto divotodi Maria si fa anche santo.

Gesù Cristo si può considerare nella suapersona fisica; ed è Figliuolo di Dio fatto uomo.Inoltre si può considerare nel suo corpo mistico:Egli è il capo ed i Santi sono le sue membra.

Considerando Gesù Cristo nella sua personafisica, gli dobbiamo fede, amore, obbedienza; ediamo un culto anche ad alcune sue membraspeciali: le Sante Piaghe, il Volto, il Sangue, ilCuore.

Così considerandolo nel suo corpo mistico,diamo culto anche ad alcune membra più degne:ai Martiri, ai Vergini, agli Apostoli, a S. Giuseppe;sopra tutti però alla SS. Vergine Maria.

Perciò la Chiesa dà un culto detto di dulia,o venerazione ai Santi; un culto detto di protodulia,

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o speciale venerazione a S. Giuseppe, unculto di iperdulia, ossia di specialissimavenerazione, unica nella sua altezza, a MariaSS. Madre di Dio.

Assecondiamo la S. Chiesa: Ella è Maestranon solo di fede e morale, ma ancora di preghiera,di culto, di liturgia sacra. Chi prega la S. Verginecon la Chiesa, nella Chiesa, per la Chiesa,otterrà fede viva e santità di vita.

PREGHIAMO MARIA

Tre volte la Chiesa c'invita nella giornata a recitare ilseguente saluto dell'Angelus:

V) Angelus Domini nuntiavit V) L'Angelo del SignoreMariae. annunziò a Maria.

R) Et concepit de Spiritu R) Ed Ella concepì diSancto. Spirito Santo.

Ave Maria. etc. Ave Maria. ecc.

V) Ecce Ancilla Domini. V) Ecco l'Ancella del SignoreR) Fiat mihi secundum R) Si faccia di me secondo

verbum tuum. la tua parola.Ave Maria, etc. Ave Maria, ecc.

V) Et verbum caro factum V) E il Verbo si feceest. carne.

R) Et habitavit in nobis. R) E abitò fra noi.Ave Maria, etc. Ave Maria, ecc.

V) Ora pro nobis, sancta V) Prega per noi o SantaDei Genitrix, Madre di Dio,

R) Ut digni efficiamur R) Affinché ci rendiamopromissionibus Christi. degni delle promesse di Cristo.

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OremusGratiam tuam, quaesumus, Domine, mentibus nostris

infunde, ut qui Angelo nuntiante, Christi Filii tuiIncarnationem cognovimus, per Passionem eius et Crucem adresurrectionis gloriam perducamur. Per eundem ChristumDominum nostrum. Amen.

Tre Gloria Patri.

PreghiamoInfondi, o Signore, nelle anime nostre la tua grazia,

affinché noi che per l'annunzio dell'Angelo abbiamoconosciuto l'Incarnazione di Cristo tuo Figliuolo, siamocondotti per i meriti della sua Passione e della sua luce allagloria della resurrezione. Per lo stesso Figlio tuo, ecc.

OSSEQUIO – MESE DI MAGGIO

E' il mese che la pietà dei fedeli, secondo lospirito della Chiesa, consacra alla Madre di Dio.Ha tre fini: accrescere la nostra fede nellegrandezze di Maria, con opportune istruzioni econsiderazioni; imitare le elette virtù di Maria,maestra nostra e modello nella via della santità;pregare la Madonna per darle un debito culto dilode ed invocare la protezione in vita e in morte.

Come in ogni settimana un giorno, cioè ilsabato a Maria; così in ogni anno, un mese allanostra Madre per progredire nella sua devozionecosì utile, dolce, necessaria. «Come la luna frai corpi celesti e terrestri trovasi in mezzo, ericevendo la luce del sole la riverbera sulla terra,così Maria trovasi fra Dio e gli uomini, e comunica

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a noi la grazia che riceve da Dio», dice SanBonaventura.

Tre sono i mezzi per passare bene il mesedi maggio: I) Proporre la lettura spiritualedi un buon libro di divozione a Maria; meglioancora se si potesse sentire una predicaquotidiana; II) imitare la Madonna in una virtù;specialmente nella fede, speranza, carità, umiltà;III) scegliere un ossequio di preghiera,particolarmente il S. Rosario, le tre Ave Maria,il Memorare, l'Angelus o Regina coeli, ecc. Sianopure pratiche piccole, purché vi siamo costanti.

ESEMPIO

S. GIOVANNI DAMASCENO

Nacque da nobili parenti nella città diDamasco, donde il nome di «Damasceno». Venneistruito in tutte le scienze, sì sacre che profane. Ilprincipe della città, benché saraceno, prese adamarlo e lo volle come suo primo consigliere.In quei tempi era imperatore di CostantinopoliLeone III Isaurico, l'iconoclasta, nemico dellesacre immagini.

Giovanni, ardente di zelo, scrisse numeroselettere apologetiche in difesa di esse. L'Imperatore,gli sollevò contro lo sdegno del principe diDamasco con calunnie, dipingendogli il Santocome un occulto nemico. Il principe allora, pienodi sdegno, gli tagliò la mano destra e la feceappendere sulla pubblica piazza.

Il povero Giovanni, che sentivasi innocente,mandò dei messi a pregare il principe Saracenodi rendergli almeno la mano recisa: ciò gli venne

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subito concesso. Il Santo si prostrò dinanziall'immagine di Maria e con calde lacrime Lapregò ad unirgli al braccio la mano tagliata,promettendo che l'avrebbe sempre adoperata adonore di Lei e del suo Divin Figlio. Con grandemeraviglia vide allora la mano ricongiungersi albraccio come prima.

Lo stesso principe saraceno riconobbe in quelmiracolo l'innocenza del Santo. Giovanni si ritiròpoi in un Monastero ove continuò a scrivere legrandezze, le meraviglie, la bontà e potenza diMaria.

2. - Maggio.

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GIORNO SECONDO¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯

Immacolata Concezione

S. SCRITTURA

Apparve nel cielo un gran prodigio: una donnavestita di sole, che aveva la luna sotto i piedie sul capo una corona di dodici stelle. E ladonna partorì un figliuolo maschio destinato agovernare tutte le nazioni con scettro di ferro e il suofiglio fu portato a Dio e al trono di lui. Ma furondate alla donna due ali di aquila grande, perchévolasse nel deserto, nel suo ritiro, per esservinutrita un tempo, due tempi e metà d'un tempo,lungi dal serpente.

E allora il serpente gettò fuori dalla boccaquasi un fiume d'acqua dietro alla donna, perfarla portar via dalla fiumana.

Ma la terra diè soccorso alla donna e,spalancate le sue fauci, assalì la fiumana che ildragone aveva gettata dalla sua bocca. (Ap. 12,1.5.14 e 15-16).

(Dal Messale: Festa della S. Medaglia diMaria Immacolata).

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Il Papa Pio IX definì nel 1854, con la Costituzione«Ineffabilis Deus»: «Definimus doctrinamquae tenet Beatissimam Virginem Mariam inprimo instanti suae Conceptionis fuisse, singulariomnipotentis Dei gratia et privilegio, intuitomeritorum Christi Jesu Salvatoris humani generis,ab omni originalis culpae labe praeservatamimmunem, esse a Deo revelatam, atque idcircoab omnibus fidelibus firmiter constanterquecredendam».

Cioè: la B. Vergine Maria dal primo istantedi sua concezione fu preservata immune dallacolpa originale per i previsti meriti del SalvatoreGesù Cristo e per una singolare grazia eprivilegio divino: questa dottrina è di fede, comerivelata, e tutti sono obbligati a crederlafermamente. Essa è contenuta nelle Sacre Scritture, èinsegnata dalla Chiesa, è conforme alla Teologiacattolica, di sommo onore alla Beata Vergine,confermata da molti miracoli.

•Il Signore aveva creato Adamo ed Eva nello

stato di grazia; ma essi cibandosi del fruttovietato, peccarono, e caddero su di loro icastighi minacciati da Dio.

Molto gravi e piene di senso sono le parolerivolte da Dio al serpente tentatore: «Inimicitiasponam inter te et mulierem, et semen tuum etsemen illius; ipsa conteret caput tuum, et tuinsidiaberis calcaneo eius: Ed io porrò inimicizia frate e la donna, fra la tua progenie e la progeniedi lei; essa ti schiaccerà la testa e tu la insidieraial calcagno» (Gen. 3,15).

Notiamo: queste parole sono del Genesi, il primo

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libro della S. Scrittura divinamente ispirata.E' dunque Dio che parla, per venire udito datutti gli uomini, in ogni tempo; e parla con maestà,dignità e verità; avendo innanzi a sé Adamoumiliato, Eva infelicemente caduta, il demoniotentatore. Adamo ed Eva avrebbero avuto figlifortunati, astenendosi dal frutto proibito, maormai la loro rovina era certa; Dio però, perchéPadre, offre loro una speranza ed unaconsolazione. Dice: Serpente infernale, fra te e ladonna vi fu un accordo rovinoso, la proposta el'accettazione; orbene fra te ed un'altra donna visarà rottura completa, inimicizia. Infatti vi saràuna donna tua nemica di un'inimicizia posta dame. Eva per il suo sangue infetto darebbesempre origine a figli infetti e sue vittime; ma iointerromperò la sua morale generazione con unagenerazione nuova, nella quale tu avrai nessunpotere. Vi sarà una donna sulla quale nullapotrai; io la farò tua avversaria, tua nemica; chinascerà da Lei sarà santo. Non soltanto essa ti sarànemica, ma anche il suo seme; e tu per essa nelsuo seme sarai schiacciato. Ti accosterai, ma nonpotrai arrivare alla sua anima, né alla sua mente,ma solo cercherai, ed invano, di accostarti alsuo calcagno.

In Maria, dunque, Dio stesso poseun'inimicizia contro il demonio; a Lei tentò questi diavvicinarsi, ma non giunse al cuore; ne ebbe anzi ilcapo schiacciato. Ella è Immacolata fin dalprimo istante di sua Concezione. Il trionfo sulserpe non sarebbe stato completo, se esso l'avessetenuta schiava anche un solo momento.

Maria è detta dall'Angelo «piena di grazia»;non sarebbe tale se per un istante solo di sua

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vita fosse stata priva della grazia e soggetta alpeccato.

Aggiunge l'Arcangelo Gabriele: «Dominustecum». Il Signore è con Maria per la grazia.«Invenisti enim gratiam apud Deum: Hai trovatograzia presso Dio» (Lc. 1,30). Adamo avevaperduta questa grazia, Dio l'aveva cacciato dalParadiso terrestre, il Signore non era più con lui.Maria trovò quanto Adamo aveva perduto;perciò fu esente da quella colpa che da Adamodiscendeva nei figli.

S. Elisabetta nel salutare la Madonna dice:«Tu sei benedetta fra le donne, benedetto è ilfrutto del tuo seno» (Lc. 1,42). E perché? perchéil frutto del seno di Maria è il Figlio Divino,il Redentore promesso. Maria è la donnapredetta come riparatrice del peccato di Eva, innessun istante soggetta al peccato.

Gesù veniva a togliere il peccato, perciò nonpoteva essere macchiato né soggetto ad esso.Maria doveva essere la Madre di Gesù; convenivadunque che fosse immune da ogni colpa;diversamente Gesù avrebbe presa una carnedi peccato.

Quando venne definito il dogma dell'ImmacolataConcezione si scrissero volumi per dimostrarecome la tradizione, la liturgia, l'arte antica, iSS. Padri, i Dottori professarono questa verità.

S. Andrea di Creta dice: Maria non fusoggetta al fermento universale: «Universalifermento non fuisse fermentata».

E S. Alfonso afferma: «La Vergine fu esenteda ogni colpa: Virgo ab omni integra labepeccati».

S. Sofronio scrive: «La Madonna andò libera da

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ogni contagio: B. Virgo ab omni contagionelibera».

•Maria fu libera: dall'ignoranza, perché Ella

è sede della sapienza; dalla malizia, poiché lasua volontà fu sempre retta e confermata nelbene; dal fomite del peccato, poiché fu esente datale fomite.

Canta perciò la Chiesa: «Tota pulchra esMaria, et macula originalis non est in Te».

Anzi, quanto al corpo, Maria fu libera dalleconseguenze patologiche che suppongono ildisordine del peccato; sebbene sia andata soggettaalle conseguenze fisiologiche, connesse con lanatura umana.

Fu perciò libera dalle malattie, ma soggettaalla fame, sete, disgusti. Anche la sua morte nonfu causata da malattia, ma dall'amor di Dio,così potente da eccedere le sue forze fisiche. Ecosì nella morte, Maria imitò il Figlio, cui fuassociata per Divina Provvidenza.

L'Ufficiatura e la S. Messa dell'Immacolatamirano a scoprirci la bellezza soprannaturaledell'anima di Maria, quando uscì dalle manicreatrici di Dio per essere infusa nel suo corpo. E'un grandioso e drammatico commento fatto dallaChiesa al saluto che l'Arcangelo Gabriele rivolgevaalla futura Madre di Dio con le parole: «Ave,gratia plena». Per celebrarla convenientementenoi dovremmo essere animati dagli stessi sentimentiche vibravano nel celeste Messaggero. Nonè difficile indovinarli. Adorava con fede la bontàdivina che si manifestava con tanta effusione;ammirava con entusiasmo l'umile fanciulla ebrea

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elevata a così meravigliosa altezza; gioivadell'onore toccatogli di essere il confidente ed ilpromulgatore di quello straordinario trionfo dellagrazia.

L'Ufficiatura ci presenta la grandezza meravigliosadell'Immacolata quando nelle antifone, neicapitoli, negli inni, nelle lezioni del Breviario,nell'epistola, nel Vangelo e nei cantici (graduale,tratto, antifone per l'offertorio e per la Comunione)della Messa, la proclama di «un nomeammirabile per l'universo intero, tutta bella, senzamacchia, vestita di candore, risplendente come ilsole, avvincente col profumo delle sue grazie,gloria di Gerusalemme, onore ed orgoglio delnostro popolo, benedetta fra tutte le donne, pienadi grazia, portento della divina onnipotenza,mistica città fondata in vetta ai monti santi», e laelogia con le parole stesse con le quali nei libriSapienzali è esaltata la divina Sapienza, elogi chea Lei vengono applicati in senso figuratoanalogico.

O Vergine senza macchia e tutta Santa, Voisiete dunque stata scelta e predestinata ancorprima della creazione. L'uomo schiacciato sotto ilpeso della colpa, incerto della sua salute, affogatonell'afflizione e abbandonato da tutti, ha levatoa Voi lo sguardo e la speranza sua, affinchéin Voi e per Voi il reo trovasse grazia, l'afflittoconforto; l'abbandonato rifugio; l'insensatosapienza; il peccatore giustificazione; il giustoperseveranza. Maria è la vera città di rifugio, ilsicuro porto dei naufraghi, il soccorso di tuttiquelli che in Lei pongono la loro fiducia. Ella è lasorgente che scaturisce dalla più alta montagnae il cui getto è molto più copioso di tutti i coriAngelici, fino al trono della divinità.

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Ecco perché fu concepita nello spirito di Dioe predestinata da tutta l'eternità, prima dellafondazione dei monti e delle colline.

PREGHIAMO MARIA

O Dio che, coll'Immacolata Concezione della Vergine,preparasti una degna dimora al tuo Figlio, fa', te nepreghiamo, che, come in previsione della morte dello stessotuo Figliuolo, La rendesti immune da ogni macchia, così,per intercessione di Lei, ci conceda di venire a Tepurificati.

DIVOZIONE A MARIA

L'abitino dell'Immacolata

La Confraternita ha nome: «Confraternitadell'Immacolata Concezione della B. Vergine Maria,Madre di Dio» (nella Chiesa di S. Andrea dellaValle, officiata dai PP. Teatini: Roma).

Si propone come scopo di onorare ilprivilegio dell'Immacolata Concezione e DivinaMaternità, accordato alla B. Vergine Maria.

I fedeli vengono aggregati con la benedizioneed imposizione dello Scapolare ceruleo ecoll'iscrizione del nome nell'albo della Confraternita.

La Confraternita è ricchissima di indulgenze.

Privilegi ed obblighi annessi allo Scapolareceruleo. Coloro che indossano l'Abitino ceruleo:

a) Vengono decorati dell'Abitino onorifico, cheGesù Bambino volle dimostrare alla Ven. OrsolaBenincasa quale speciale onorificenza di Maria

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ai suoi divoti. b) Vivono sotto l'amorevolesguardo dell'amatissima Madre di Dio. c) Sonopremuniti contro le insidie del diavolo. d) Vengonoindotti ad imitare le perfezioni di Maria Immacolata.e) Oltre che godere delle innumerevoli indulgenzesia parziali che plenarie, divengono partecipidi tutti i beni spirituali che si compiono intutto l'Ordine Teatino. f) In punto di morteavranno quel cumulo di grazie che a favor loroimpetrò da Gesù Cristo la Ven. OrsolaBenincasa.

Per conseguire tali grazie bisogna: a) Indossarenotte e giorno lo scapolare. b) Condurre unavita pia, giusta e casta, secondo il proprio stato.c) Nutrire singolare devozione al misterodell'Immacolata Concezione di Maria SS. d) Placarecon degni frutti di penitenza la giustizia divina.e) Pregare caldamente il Signore per la riforma deiperversi costumi e per il ravvedimento deipeccatori.

Per ottenere tali fini non vengono prescritteapposite preghiere o penitenze, ma si lascia adarbitrio di ciascuno l'esercitarsi in quelle orazionied opere virtuose, che saranno suggerite dallapropria divozione, o ispirate dalla BeatissimaVergine Maria.

ESEMPIO

S. BERNARDINO DA SIENA

S. Bernardino da Siena, rimasto orfano ancorabambino, fu affidato alle cure di una zia, la qualeaffidò la purità del fanciulletto alla protezione

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della Vergine Immacolata. Egli parlava soventecon la zia di una persona molto amata e lechiedeva assai spesso permesso di visitarla. La ziasospettò che si trattasse di relazione pericolosa:ma Bernardino intendeva sempre accennarel'augusta Regina del Cielo.

In Siena, sulla porta Camoglia era dipinta inaffresco l'Assunzione di Maria. Bernardino solevavisitare quella graziosa immagine, due volteal giorno. La zia gli domandò una volta in qualluogo dimorasse la persona da lui visitata, eBernardino rispose che essa abitava fuori dellaporta Camoglia. Un giorno, non osservata, la zia loseguì e con sorpresa lo vide genuflettere dinanzialla SS. Vergine e intrattenersi in fervidapreghiera.

Interrogò allora il ragazzo: «Bernardino, tiprego, toglimi da ogni dubbio, dimmi qual siala persona che tu vai sovente a visitare... Tusei giovane ancora, e forse i miei consigli nonti saranno inutili del tutto!».

«Oh, mia cara zia, rispose sorridente Bernardino,datevi pace, io vado a visitare l'Immaginetanto bella e amabile della Madonna; cerco Leisola, e Lei sola vorrei vedere ogni dì, ed è perquesto che me ne vado là sovente a vederequell'Immagine e a pregare la Vergine SS.!».

O Virgo pulcherrima

O Virgo pulcherrima! O Matermelliflua! O Dei filia!O stella clarissima! O rosapurissima! o pascens lilia!

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O lumen luminum! O flos convallium!O labis nescia!O decus virginum! o spes fidelium!O plena gratia!Fac nos tuum Filiumamare in perpetuum, Mater pia.Ac perduc in gaudiumolympi suavissimum, o Maria!

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GIORNO TERZO¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯

Maria piena di grazia

S. SCRITTURA

Sitibondi, venite tutti alle acque, ed anche voiche non avete danari, correte a comprare e amangiare, venite a comprare senza denaro, e senzadar nulla per essi, vino e latte. Perché spendeteil vostro danaro in ciò che non è pane, e la vostrafatica in ciò che non sazia? Ascoltate attentamente,e mangiate ciò che è buono, e l'anima vostrasarà rallegrata da cibi prelibati. Porgete il vostroorecchio e venite a me, ascoltate e l'anima vostraavrà la vita, ed io farò con voi un patto eterno ela misericordia promessa a David. Ecco tuchiamerai un popolo che non conoscevi, e le nazioniche non ti conoscevano correvano a te, per amoredel Signore Dio tuo e del santo d'Israele cheti ha glorificato (Is. 55,1-3 e 5).

(Dal Messale: Festa di Maria Mediatrice ditutte le grazie).

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Il Papa Pio IX nella bolla «Ineffabilis Deus»dice: «Il Signore radunò in Maria un'abbondanzacosì grande di carismi e grazie, che Ellasuperò lungamente tutti gli Angeli e tutti i Santi:di modo che Maria SS. ha in sé tale pienezzad'innocenza e di santità, che si può trovare epensare maggiore solo in Dio: Deus B. Virginemlonge ante omnes Angelicos spiritus cunctosqueSanctos coelestium omnium charismatum copia, dethesauro divinitatis deprompta ita mirificecumulavit, ut ipsa... eam innocentiae et sanctitatisplenitudinem prae se ferret, qua major sub Deonullatenus intelligitur et quam praeter Deum, nemoassequi cogitando potest».

E' principio di S. Bernardino da Siena: ognivolta che il Signore elegge una persona ad unufficio le concede tutti i beni che gli sono necessariallo stato e lo decorano convenientemente.

Questa grazia si dice dai teologi dignificante.Consideriamo: a) Maria fu immune da ogni

colpa; b) la grazia superò in Lei la pienezzadegli Angeli e Santi; c) sin dal principio di suaesistenza.

•La Vergine fu immune da ogni colpa. Quanto

al peccato originale è di fede che Ella fu preservatadalla colpa di Adamo. Nella sua vita poi,non cadde mai in alcun peccato mortale néveniale. Quanto al peccato attuale, dice il Conciliodi Trento, che nessuno, senza speciale privilegio,può evitare durante la vita tutti i peccativeniali; ciononostante la Chiesa ritiene così dellaS. Vergine. Dice infatti lo stesso Concilio: «Siquis hominem semel justificatum dixerit... possein tota vita sua, peccata omnia, etiam venialia,

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vitare, nisi ex speciali Dei privilegio; quemadmodumde B. Virgine tenet Ecclesia, anathema sit».

L'Arcangelo Gabriele salutò la SS. Vergine:«Ave, piena di grazia» e Pio IX commenta:«Con questo solenne ed inaudito saluto, Maria èproclamata sede di tutte le grazie, adorna di tuttii carismi divini, anzi, abisso e tesoro quasi infinitodi tali carismi: Hac singulari solemnique salutationenumquam alias audita, ostendi Deiparamomnium gratiarum sedem, omnibusque divinischarismatibus exornatam, immo eorumdemcharismatum infinitum prope thesaurumabyssumque inexhaustum».

Maria fu piena di grazia: perché non vi fumai un istante, né al principio, né nel corso disua vita in cui non ne fosse adorna.

Maria fu piena di grazia, perché doveva avertutto quanto la rendesse degna Madre di Dio.Dice S. Tommaso: «Maria fu creata per essereMadre di Dio e fu resa idonea a tale ufficio: Virgofuit electa ut esset Mater Dei, et ideo non estdubitandum quin Deus, per suam gratiam, eamad hoc idoneam reddiderit. In B. Virgine fuitperfectio quasi dispositiva, per quam reddebaturidonea ad hoc quod esset Mater Christi, et per hocfuit perfectio sanctificationis».

In Lei quindi le virtù teologali della fede,speranza, carità; in Lei i sette doni dello SpiritoSanto; in Lei le otto Beatitudini evangeliche; in Leii dodici frutti dello Spirito Santo; in Lei lapienezza dei frutti della Redenzione; per Lei tuttoquesto doveva passare ed arrivare alle anime.

Maria fu piena di grazia. Ella fu elevata algrado di unione mistica più sublime: cioè unionedeificante. Per questa l'anima vive in intima

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unione con Dio pur essendo presente a tutti idoveri della vita.

Maria fu piena di grazia. Ella fu predestinatasopra ed innanzi a ogni creatura: «Ab initioet ante saecula» (Sir. 24,14). Maria fu redentain modo immensamente superiore; poiché mentregli altri uomini furono perdonati dalla colpa, Ellane fu preservata. Ed ancora: ai Santi la graziaattuale fu data per vincere la concupiscenza, mala Madonna fu immune dallo stesso fomite dellaconcupiscenza.

•La pienezza della grazia in Maria, fu tale che

superò quella dei Santi e degli Angeli.S. Sofronio sopra il testo evangelico «Ave,

piena di grazia», commenta: «E' ben detto "piena",poiché agli altri Santi, le grazie furono divise,mentre in Maria furono infuse tutte: Bene plena,quia ceteris sanctis, datur gratia per partes;Mariae vero, tota se infudit plenitudo gratiae».

E' dottrina certa della Chiesa che la Madonnaal momento del suo beato transito da questomondo, ebbe una quantità di grazia tale dasuperare la santità di tutti gli Angeli e Santiconsiderati assieme. Appunto per questo motivo èchiamata Regina dei Cieli, degli Angeli, Apostoli,Martiri, Confessori, Vergini e dei Santi tutti.

I mezzi di progresso spirituale che ebbe laSS. Vergine, furono del tutto eccezionali: Ellaebbe un grado di grazia iniziale superiore ad ognialtra creatura; andò esente dagli impedimenti etentazioni cui siamo soggetti noi, specialmenteper l'ignoranza dell'intelletto, per la concupiscenzadella carne, per la malizia della volontà.

Che, se ebbe impedimenti e difficoltà al bene,

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per Maria, divennero mezzi di maggiorsantificazione.

L'intima convivenza poi con Gesù e SanGiuseppe, le eccezionali occasioni e prove cui andòsoggetta, la sua specialissima Vocazione, furonoper Lei un accrescimento mirabile di virtù emerito.

•Sin dal suo Immacolato concepimento, Maria

SS. ebbe una pienezza di grazia da superare tuttii Santi e gli Angeli assieme.

S. Alfonso ed il P. Suarez lo provano daltesto: «Fundamenta eius in montibus sanctis:diligit Dominus portas Sion super omniatabernacula Iacob: I suoi fondamenti sono sui montisanti; il Signore ama le porte di Sion più chetutti i Tabernacoli di Giacobbe» (Sal.86,1-2).

Su questo testo dice S. Alfonso: «Il principiodella vita di Maria fu più elevato che non l'altezzaraggiunta dai Santi tutti in punto di morte:«Initia vitae B. Virginis altiora esse debueruntquam omnes consummatae Sanctorum vitae».

La santità di Maria comincia là, doveculminano le più alte cime dei Santi. S. VincenzoFerreri scrive: «Maria fu santificata nel senomaterno con una grazia superiore agli Angeli eSanti: Virgo sanctificata fuit in utero super omnesSanctos et Angelos».

La grazia è l'amore che Dio porta adun'anima: ora, il Signore, ama i Santi e gli Angelicome servi; ama invece Maria come Madre ecome Regina dei servi suoi. Per quanto sianonumerosi gli Angeli e i Santi, e per quanto tendanoalla perfezione, non potranno mai tutti assieme

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più che servi, mentre Maria fu predestinatae creata Madre e Regina.

Come tutte le piante insieme non potranno mairaggiungere il grado della vita sensitiva, néinnumerevoli animali quello della vita intellettiva;così non potranno tutti i Santi assieme raggiungerela dignità, la bellezza, la santità di MariaBambina fin dal suo primo esistere.

Per Maria si tratta di una grazia di altroordine. La Madonna ebbe un'altra, più profondaintimità con Dio. Volendo il Verbo Divino incarnarsiper mezzo di una madre, era convenienteche la ornasse di una grazia proporzionataall'altissimo ufficio. Ma perché tale ufficio èincomparabilmente superiore ad ogni altramissione conferita a creature, la B. Vergine dovettesuperare in grazia tutti gli Angeli e Santi. IlSignore sapientissimo, dà ad ogni essere quantoconviene per il fine. Maria fu esaltata comecedro del Libano: «Cedrus in Libano exaltata».Siccome il cedro supera le altre piante peraltezza, robustezza, incorruttibilità, frutto e virtùmedicinale, così Maria supera come «cedrusDei» le altre creature per l'altezza dellacontemplazione, la robustezza dello spirito, ilprofumo delle virtù, la profondità della grazia.

Cosicché Maria è un Paradiso in cui sempreabita Dio! «Paradisus deliciarum» (S. Efrem);«Paradisus divina plantatus manu» (S. Atanasio);«Paradisus eden sanctissimum» (S. Germano).

Maria è il Paradiso dell'Incarnazione; doveabitò il secondo Adamo, che il serpente nonpoté violare: «Paradisus spiritualis secundi Adami»(Liturgia di S. Giacomo); «Paradisus ad quemserpens aditum non habuit» (S. Giovanni Damasceno);

3. -- Maggio.

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«Paradisus ex quo egredietur fluviusChristus» (S. Andrea Geros[olimitano]).

Maria è un paradiso nel paradiso; per losplendore singolare: «Paradisus immortalitatis»(Esichio); «Coelum novum» (S. Giov[anni]Damasceno); «Coelum in quo rex splendet» (S.Andrea Gerosolimitano).

PREGHIAMO MARIA

HYMNUS

Te gestientem gaudiis,Te sauciam doloribus,Te jugi amictam gloria,O Virgo Mater, pangimus,

Ave, redundans gaudioDum concipis, dum visitas;Et edis, offers, invenis,Mater beata, Filium.

Ave, dolores, et intimoIn corde agonem, verbera,Spinas crucemque FiliiPerpessa, princeps martyrum.

Ave, in triumphis Filii,In ignibus Paracliti,In regni honore et lumine,Regina fulgens gloria.

Venite, gentes, carpiteEx his rosas mysteriis,Et pulchri amoris inclytaeMatri coronas nectite.

Iesu, tibi sit gloria,Qui natus es de Virgine,Cum Patre, et almo Spiritu,In sempiterna saecula. Amen.

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DIVOZIONE A MARIA

IL SANTO ROSARIO

E' la pratica di divozione a Maria SS. cheriesce tanto facile, potente, comune.

E' facile, perché essa si compone dei Misteriprincipali della religione, di Pater ed Ave; siadatta quindi anche ai semplici operai, aicondottieri, ai fanciulli, alle famiglie del popolo.

E' potente giacché il Pater che venneinsegnato da Gesù Cristo, l'Ave che fu compostadalla Chiesa, i misteri che esprimono fatti cosìtoccanti della nostra fede. Col Rosario si ottennela conversione degli Albigesi, la vittoria suiTurchi, la sconfitta del filosofismo francese. LeoneXIII diceva che dal Rosario si ottiene larestaurazione della società. Col Rosario ottenneroinnumerevoli grazie le anime pie, le famiglie, leparrocchie, la Società, la Chiesa.

E' comune, poiché esso è preghiera che sirecita in Chiesa, in casa, per istrada. Si dice nelleprocessioni, alle sepolture, in luogo dei vespri,durante la S. Messa. I Papi, i Vescovi, i Sovrani esudditi hanno recitato il S. Rosario.

S. Francesco di Sales diceva il Rosario interoogni giorno; S. Giuseppe Benedetto Cottolengo,ancora piccolino, raccoglieva in casa ogni sera, ivicini, per la recita del Rosario; gli Istituti Religiosilo ritengono come regola.

Recitiamolo, dunque, almeno una terza parteal giorno; tanto più nei giorni di sabato; particolarmentedurante i mesi di Maggio e di Ottobre.

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ESEMPIO

S. DOMENICO

Verso il secolo XIII gli Albigesi propagarono laloro eresia nel mezzodì della Francia. Essi nonriconoscevano alcuna autorità, nessuna gerarchia,nessuna morale. Le loro bande percorrevano lecittà e le campagne devastando monasteri,martoriando Sacerdoti. Tutto fu messo in opera ancheda Innocenzo III per arrestare il terribile flagello;ma più che le armi valsero le preghiere, le penitenzedei Santi e di S. Domenico in modo speciale.

Egli implorava ovunque, anche a voce alta, lasalvezza delle anime. Una sera giunto sull'alturadi Promille, entrò col volto inondato di pianto nelSantuario di Nostra Signora. Oh, lo perdonasse,almeno Lei, nella sua dolce clemenza materna sei risultati della sua opera erano meschini e modesti!E provvedesse per altre vie, se egli non neera degno al riscatto di quella terra piagata! Aqueste sue sommesse proteste di rinuncia e didevozione, commiste a lacrime pure e a gemitiaccorati, una luce radiosa si diffuse nel Santuario. Euna voce celeste disse a Domenico: «Nonmeravigliarti, o figlio diletto, per la mancanza di fruttidelle tue fatiche. Questo perché semini in unterreno sterile, non ancora bagnato dalla rugiadadella grazia divina. Quando Dio volle rinnovare lafaccia della terra cominciò col mandare su diessa l'acqua fecondatrice della salute angelica:Predica il mio Salterio ed otterrai messeabbondante».

Domenico, fedele all'ispirazione divina,predicò al mondo la nuova orazione che chiamòRosario di Maria.

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INNO

Tu sei del gaudio – Madre e Signora,Tu fosti martire – in terra ognora.Ma eterna gloria – il ciel ti dié.

O Rosa mistica – prega per me!L'Ave, la visita – il Parto Santo,L'offerta allegrati – di un divo incanto,Nel Figlio giubili – che siede in Te.

O Rosa mistica – prega per me!L'intimo spasimo – lo scempio atroceIl serto spineo – l'orrenda CroceTu soffri e immolasi – Gesù con Te.

O Rosa mistica – prega per me!Risorto, all'etere, – il Figlio ascendeManda il Paraclito – che il core accendeRegina agli Angioli – Iddio ti fe'.

O Rosa mistica – prega per me!Cogliamo o popoli – dai rami santiE a Lei sacriamole – rose fragranti,Speranze e gemiti – pongono ai tuoi piè;

O Rosa mistica – prega per me!

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GIORNO QUARTO¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯

Madre di Dio

S. SCRITTURA

Di tutti, grandi e piccoli, io conquistai i cuori.Tra tutti questi io cercai un luogo di riposo edecisi di dimorare nell'eredità del Signore. Allorail creatore di tutte le cose mi parlò e mi diedei suoi ordini, e colui che mi creò riposò nel miotabernacolo, e mi disse: Abita in Giacobbe, tuoretaggio sia Israele, getta le tue radici tra i mieieletti.

Così ebbi fissa dimora in Sionne, e la cittàfu il luogo del mio riposo, e Gerusalemme fula mia capitale. Gettai le mie radici in un popoloillustre, nella porzione del mio Dio, nel suoretaggio, ho presa dimora tra la moltitudine deiSanti. Mi sono elevata come cedro sul Libano, equal cipresso sul monte Sion. Mi sono innalzatacome platano nelle piazze lungo l'acqua. Comecinnamomo e balsamo aromatico mandai profumi,qual mirra finissima esalai soavissimo odore.

([cf. Vulgata] Sir. 24,11-13; 15-20).

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Confessiamo che Maria SS. è vera Madre diDio, poiché da Lei nacque Nostro Signore GesùCristo, Dio e uomo. Così dice il Concilio di Nicea.Perciò S. Procolo dice che la Madonna fu l'alberod'incorrotta purezza, che portò il frutto per la saluteuniversale: «Arbor incorruptae puritatis quaeprotulit salutis fructum».

Maria è chiamata l'Agnella che ci diede ilDivino Agnello: «Agne pariens Agnum tollentempeccatum mundi» (S. Dionigi Aless.); «Agna quaeAgnum vidit suspensum in cruce: l'Agnella chevide il suo agnellino sospeso sulla croce»(Giuseppe Innografo).

S. Giovanni Damasceno vede Mariaraffigurata nell'arca di Noè: «Perché come l'arca diNoè conservò il seme per ripopolare la terra,dopo il diluvio, così Maria, perché ab aeternodestinata a Madre del Verbo Incarnato, conservòfecondo il nuovo seme di vita soprannaturale:Cristo Gesù».

•E' questa la ragione di tutta la grandezza di

Maria: poiché tutti i privilegi, le grazie e i doniLe vennero concessi onde fosse degna Madre diDio. E così, il potere, gli uffici, la gloria di Mariasono conseguenze della divina maternità.

Questa verità fu sempre predicata e ritenutanella Chiesa, senza difficoltà, fino a Nestorio,l'infelice Patriarca di Costantinopoli, che per lapoca pietà e grande temerità nelle sue cognizioniteologiche, negò ostinatamente la divina maternitàdi Maria. Egli insegnava che in Gesù Cristovi sono due nature e due persone, la personaumana e la persona divina, e che Maria era solomadre della persona umana. Calpestava così il

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privilegio, che è fondamento di tutti i privilegidi Maria.

La Chiesa tutta insorse: l'errore era formidabilee la propaganda a mezzo del pergamo e foglivolanti, assai intensa. Maria sull'altra sponda delMediterraneo, si era preparato l'Apostolo: S.Cirillo Patriarca d'Alessandria, successore di S.Atanasio. Egli a nome della Chiesa, ribattéfortemente il disgraziato Nestorio, vituperio dellaCattedra di S. Giovanni Crisostomo. E scrissecontro Nestorio i terribili «Anatemi». Scrisseancora le lezioni, che troviamo nell'Ufficio dellaRegina degli Apostoli, nelle quali inculca ibenefici di Maria e la chiama lo «scudo della fedeortodossa».

Il superbo eretico si ostinò e nell'anno 431, fuconvocato ad Efeso, la città di Maria, il terzoconcilio ecumenico. S. Celestino Papa, delegò S.Cirillo a presiederlo. I Vescovi del Concilio e ilpopolo efesino aspettavano la definizione del dogmacon divozione ansiosa e trepidante. Il Conciliodefinì dogma di fede cattolica che «la SS.Vergine è chiamata ed è veramente la Madre diDio». A tarda ora della notte furono aperte leporte del Concilio e alla folla che si accalcavafu annunciata la condanna di Nestorio e ladefinizione della verità cattolica. Fu allora cantatal'Antifona «Salve o Vergine perpetua, tu solatutte le eresie hai sempre infrante nel mondointero».

Fu un'ovazione altissima, interminabile; pertutta la città s'improvvisò un'imponente fiaccolata ei Padri furono portati in trionfo, alle loro abitazioni.L'eresia era vinta; più nessuno osò negare aMaria il privilegio di essere Madre di Dio. IlConcilio aggiunse allora alla salutazione angelica la

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seconda parte: «Santa Maria, Madre di Dio,prega per noi peccatori».

Nestorio fu esiliato e terminò miseramente isuoi giorni colla lingua rosa dai vermi e tuttoinfracidito. Cirillo per l'onore della Madonnasostenne il carcere a motivo di false accuse deiseguaci di Nestorio, ma il trionfo del dogma delladivina maternità di Maria fu assicurato.

•L'Arcangelo Gabriele disse a Maria: «Non

turbarti poiché hai trovato grazia presso Dio; da Tenascerà il Santo, il Figlio di Dio. Lo Spirito Santodiscenderà in Te e la virtù dell'Altissimo ti adombrerà.E come tu diverrai Madre in modo miracoloso,così pure la tua parente Elisabetta, diventeràmadre nella sua tarda età». Maria pronunziò ilsuo fiat. Ed in quel momento divenne una pissideaurea e vivente di Gesù, nascosto nel suo senoimmacolato. «Pyxis nova unguentaria unguentiinexausti» dice S. Andrea Cret.; e S. AlbertoMagno la chiama: «Pyxis aurea». Perciò quandoMaria si portò nella casa di Elisabetta, questa,illuminata dallo Spirito Santo a conoscere il granmistero, esclamò: «E che merito ho io, perchévenga a visitarmi la Madre del mio Signore?».

I Magi venuti a Betlemme ebbero l'ineffabilegioia di trovare il Messia, come dice il Vangelo«Entrati nella casa trovarono il Bambino conMaria sua Madre» (Mt. 2,11). Quando Gesù,giunto sui dodici anni fu smarrito e ritrovatonel tempio, la Madonna lo interrogò: «Figlioperché ci hai fatto questo?» (Lc. 2,48).

S. Paolo ha parole decisive, concise,chiarissime: «Il Padre mandò il suo Figlio fattodi Donna, per salvare l'umanità» (Gal. 4,4).

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Perciò la Chiesa prega nella S. Liturgia: «SantaMaria, Madre di Dio, prega per noi peccatori,adesso e nell'ora della nostra morte».

•Sono ben irragionevoli gli eretici che tentano

strappare dal capo di Maria, il più prezioso fratutti i suoi ornamenti. Dice a proposito un autore:«O nessuna delle donne può chiamarsi davveromadre, oppure anche Maria deve chiamarsiMadre di Dio. Il Signore crea l'anima e la infondein ogni bambino: ora il Figlio di Maria chi è?non è Egli forse il Figlio di Dio stesso?».

S. Girolamo scriveva ad Eustachio: «Cercad'imitare la purezza di Maria, perché è stata cosìsublime da meritare di essere la Madre delSignore». «La verga di Aronne che, postadavanti all'arca dell'alleanza, fu trovata il giornoappresso preziosamente fiorita, anzi con fruttomaturo, è la figura più bella di Maria SS.ma chedivenne Madre del più eccelso Figlio Gesù,senza perdere il candore verginale, producendo ilfrutto di vita Gesù Cristo» (S. Bernardo). S.Girolamo dice di Maria: «Virga cuius FiliusChristus».

•Certamente: la dignità di Madre di Dio

stupisce, non per l'impossibilità, ma per l'altezza.Dio tuttavia è infinitamente più grande di Mariaed è l'Autore di ogni grandezza concessa aMaria.

Dovremo perciò a Maria:a) un'altissima stima, come a Colei che è

Madre del Creatore e Signore dell'universo;b) un grande rispetto, perché Dio l'ha voluta

dotare di una dignità che ha dell'infinito;

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c) un profondo amore, avendoci dato Gesùche è tutta la nostra forza ed amore.

•Credere alla grandezza di Maria è il primo

ossequio.S. Gabriele dell'Addolorata si compose un

Credo sulle grandezze di Maria.Eccolo nelle sue parti sostanziali:«Io credo, o Maria, che Voi siete la madre di

tutti gli uomini... Credo che Voi siete la nostravita e, dopo Dio l'unico rifugio dei peccatori...Credo che Voi siete il respiro dei Cristiani ed il loroaiuto, massime in morte... Camminando dietro aVoi, io non uscirò di strada, pregando Voi, ionon sarò disperato; stando con Voi, non cadrò;non mi stancherò seguendo Voi, se mi saretepropizia... Credo e riconosco nel nome Vostro lestesse dolcezze che S. Bernardo considera nelnome di Gesù: giubilo nel cuore, miele nellabocca, armonia nell'orecchio... Credo che Voi sietela Cooperatrice della nostra Redenzione...; chetutte le grazie che Dio ci dispensa, passano perle vostre mani, e che nessuno può entrare inCielo, se non passa per Voi, che ne siete la porta...Credo e vi ravviso per la paciera tra i peccatorie Dio per prendere gli uomini, e specialmente ipeccatori, e darli a Lui... Credo che la Vostradevozione è segno certissimo dell'eterna salute...Credo che la vostra altezza è superiore a tutti iSanti ed Angeli e che Dio solo può misurarla...Credo che Dio vi abbia dotata in sommo gradodi tutte le grazie e doni generali e particolari,conferiti a tutte le creature... Credo che la Vostrabellezza, supera la bellezza di tutti gli uomini edegli Angeli... Credo che voi sola adempiste

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perfettamente il precetto: Diliges Dominum Deumtuum e che i beati Serafini del Cielo potevanoscendere ed imparare nel Vostro cuore il mododi amare Dio».

•«Scire et cognoscere Te, o Virgo Deipara,

est via immortalitatis, et narrare virtutes tuas estvia salutis: Il conoscerti, o Maria Madre di Dioè la via della vita immortale, e il propagare letue virtù è la via della salute eterna» (S.Bonaventura).

PREGHIAMO MARIA

Per passar bene la giornata (o la notte):Cara e tenera mia Madre Maria, tenetemi la vostra

santa mano sul capo, custodite la mia mente, il mio cuore,i miei sensi, perché non m'imbratti di peccato.

Santificate i miei pensieri, affetti, parole ed azioni,perché possa piacere a Voi ed al vostro Gesù e Dio mio, egiunga al S. Paradiso con Voi. Gesù e Maria, datemi lavostra santa benedizione (s'inchina il capo dicendo): Innome del Padre e del Figliuolo e dello Spirito Santo.Così sia.

Consacrazione a Maria:Io sono tutto tuo e tutto quanto posseggo te l'offro,

amabile mio Gesù, per mezzo di Maria tua SS. Madre.

DIVOZIONE A MARIA

I CINQUE MISTERI GAUDIOSI

I MISTERO. – L'Arcangelo Gabriele annunziaalla SS. Vergine l'Incarnazione di Nostro SignorGesù Cristo e la sua elevazione a Madre di Dio.

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Maria accetta dichiarandosi una semplice servadel Signore. Impariamo e chiediamo la santaumiltà.

II MISTERO. La SS. Vergine Maria si porta consollecitudine a visitare ed a servire S. Elisabetta.Ammiriamo e domandiamo la carità di Mariaverso il prossimo.

III MISTERO. Gesù nato nella grotta diBetlemme vien deposto in una mangiatoia nella piùsquallida miseria. Raccolti innanzi al presepioincominciamo a stimare la virtù della povertà echiediamola a Gesù ed a Maria.

IV MISTERO. Maria, sebbene non obbligata,presenta Gesù al Tempio ed adempie perfettamentequanto era prescritto per la purificazione.Consideriamo e chiediamo l'obbedienza dellaSantissima Vergine.

V MISTERO. Gesù viene smarrito, cercato condiligenza e ritrovato nel Tempio. Il peccato è laperdita di Gesù. Domandiamo la grazia di fuggiree detestare il peccato.

Nel primo mistero onoriamo Maria SS. comeMadre di Dio; nel secondo come Mediatrice digrazia; nel terzo come guida a Gesù; nel quartocome guida del primo Sacerdote; nel quintocome modello di sollecitudine in ogni ufficio.

I Misteri Gaudiosi c'insegnano l'umiltà e lamortificazione della concupiscenza «superbiavitae».

Nel primo infatti consideriamo e chiediamol'umiltà di Maria verso Dio del quale Ella sidichiara la serva;

nel secondo consideriamo e chiediamo l'umiltàdi Maria verso il prossimo: infatti la SS.maVergine si reca con sollecitudine a servire S.Elisabetta;

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nel terzo consideriamo e chiediamo lo statodi umiltà e di povertà di Gesù e di Maria comeappare nella capanna di Betlemme;

nel quarto consideriamo e chiediamol'obbedienza di Maria, frutto di umiltà che osservaanche le leggi cui non è strettamente tenuta;

nel quinto consideriamo e cerchiamo l'umiltàdi Maria nello smarrimento, ricerca, ritrovamentodi Gesù nel Tempio.

Questi misteri si recitano specialmente illunedì ed il giovedì.

ESEMPIO

S. CARLO BORROMEO

Chi si avvicina alla città di Milano, si rallegravedendo splendere nelle nubi un'aurea statua,rappresentante la Vergine Immacolata. Essasorge sulla guglia maggiore, sovrastante l'altacupola di quel magnifico tempio che tanto onoral'Italia.

Entriamo nella maestà di quel sacro luogo,su cui stanno scritte le seguenti parole: «Mariaenascenti: alla natività di Maria». Discendiamoin quello «scurolo» ossia cappella sotterranea,che sta sotto l'altar maggiore, ove si venera e siconserva il corpo di uno dei più fervidi devotidi Maria SS., il glorioso S. Carlo Borromeo.Davanti alla venerata tomba di lui, che tante volteinvocò Maria in quel tempio, ricordiamo iluminosi esempi della sua mirabile divozione allaceleste Madre. Ogni giorno il Santo, benchéoppresso dalle molteplici cure della vasta Diocesi,recitava stando in ginocchio tutto intero, il Santo

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Rosario, e l'Ufficio della Madonna. Digiunava apane ed acqua in ogni vigilia delle solennità diMaria. Al suono delle campane, al mattino, amezzodì, e alla sera, ovunque si trovasse, anchein mezzo a pubbliche vie, fra piogge e venti,s'inginocchiava a recitare l'Angelus Domini.

Istituì la Confraternita del S. Rosario nelDuomo di Milano e ordinò che in tutte le primedomeniche di ogni mese, in ogni parrocchia sifacesse solenne processione ad onore di MariaSS., cantando le Litanie Lauretane. Volle pureche in ogni chiesa parrocchiale vi fosse dipintal'Immagine della Madonna, per ricordare aifedeli che non si entra nella gloria eterna delCielo senza invocare l'aiuto di Colei chegiustamente la Chiesa chiama: «Janua caeli:porta del Cielo».

S. Carlo Borromeo creato Arcivescovo diMilano a soli 22 anni dal Pontefice Pio IV, sentìaddossarsi il peso formidabile della croce pastorale.Ma non si sbigottì. Ricorse per tempo e confiducia alla Tesoriera di tutte le grazie, e ledisse: «Tu es fortitudo mea! Tu sei la miafortezza!».

E difatti Carlo esperimentò ben presto quantofosse potente il pregare Iddio per intercessionedella Vergine SS. Un giorno, mentre genuflesso,recitava le orazioni della sera ed il S. Rosario,uno sciagurato, introdottosi clandestinamente trai famigliari del Santo, scaricò sopra di lui, alladistanza di pochi passi, un colpo di archibugio.Al fragore del colpo, la preghiera si arresta, losbigottimento ed il terrore turbano profondamentegli astanti, e mentre da tutti si riteneva mortalmenteferito, il Santo, sorridente e tranquillo, fasegno con la mano di proseguire la preghiera.

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Appena finita, si alza e vede, con sua grandemeraviglia, cadergli ai piedi la palla omicida,che lacerata appena la veste superiore, erasiprodigiosamente arrestata. Da tutti si levò un corodi lodi e di ringraziamenti alla Madonna, per aversalvato, con evidente miracolo, il Santo Pastore.

LODE

– Dal Cielo superno – un Angelo viens'incarna l'Eterno – di Vergine in sen – Ave.– La Santa cognata – sen va a salutarMaria che beata – si sente chiamar – Ave.– E' nostro fratello – il Verbo divinin povero ostello – Ci nasce bambin – Ave.– Al Tempio s'affretta – la Madre a salire il duol che l'aspetta – si sente predir – Ave.– Tre giorni di pene – la Vergine staritrova il suo bene – nell'alma città – Ave.

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GIORNO QUINTO¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯

Dignità di Maria

S. SCRITTURA

Allora tutti adorarono il Signore e dissero aLei: «Il Signore t'ha benedetta nella sua potenza,per mezzo di te ha annientati i nostri nemici».

Ozia, principe del popolo, disse: «O figlia,tu sei benedetta dal Signore Dio altissimo apreferenza di tutte le altre donne della terra.Benedetto sia il Signore creatore del cielo e dellaterra, che diresse la tua mano nel troncar la testadel principe dei nostri nemici. Oggi egli così haesaltato il tuo nome che le tue lodi saran sempresulla bocca degli uomini, i quali si ricorderanno ineterno della potenza del Signore, perché per essitu non hai risparmiata la tua vita, e viste leangustie e tribolazioni della tua gente, ne haiimpedita la rovina davanti al nostro Dio.

([cf. Vulgata] Gdt. 13,22-25).

4. -- Maggio.

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Confessiamo con S. Tommaso, ad onore diMaria: «La B. Vergine per la ragione che èMadre di Dio, ha una dignità in qualche modoinfinita, per ciò stesso che Dio è infinito; esotto tale rispetto, Dio non poteva fare cosa piùgrande, perché niente è più grande di Dio».

•Il Dottore della Chiesa S. Bonaventura dice:

«Il Signore poteva creare un cielo più bello,poteva fare un mondo più grande... ma nonpoteva creare una madre maggiore della Madredi Dio».

Lo comprende ogni mente: ancorché peripotesi, si incarnassero il Padre e lo Spirito Santo,scegliendosi una madre, che cosa avremmo? Unamadre uguale a Maria, non superiore; poiché ilFiglio è uguale al Padre e allo Spirito Santo.

•Per quest'altissima dignità Maria acquistò una

specialissima relazione con Dio. Il Sangue diGesù, il Cuore di Gesù, il Corpo di Gesù sonoformati dal sangue di Maria. E nell'adorazione delSangue, delle Piaghe sante, del Cuore di Gesù,adoriamo qualcosa di Maria che fu assunto dalFiglio di Dio. Nella S. Comunione riceviamoqualche porzione che appartenne già a Maria equesta abita nei nostri Tabernacoli.

Tutte le creature procedono dalla potenza diDio da cui hanno ricevuto l'essere. All'incontroMaria generò Dio, avendo Egli preso da Lei lanatura umana. Il Figliuol di Dio le è comedebitore.

Maria fu come l'arbitra dell'Incarnazione:poiché l'Angelo Le propose il grande mistero,

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ma la Madonna acconsentì liberamente: «Eccol'Ancella del Signore, si faccia di me come haidetto» (Lc. 1,38).

Ancora: in Maria dovettero trovarsi tutte leperfezioni e la santità necessaria onde nonfosse indegna dell'alto ufficio di Madre di Dio. InLei una specie di superiorità rispetto a GesùCristo, poiché è nella natura stessa della maternitàche la madre in qualche modo sia sopra al Figlio.

•La B. Vergine acquistò una particolare

relazione con la SS. Trinità.La sua unione col Verbo non fu solo di natura,

e di grazia, ma in qualche modo ipostaticaperché una parte di Maria divenne carne delFiglio di Dio.

Per la Divina Maternità, Maria entrò in certomodo, nella Famiglia divina, come la sposa cheentra in una casa regale. Rispetto al Padre,divenne la Figlia primogenita: «Ego ex oreAltissimi prodivi primogenita ante omnemcreaturam: Io uscii dalla bocca dell'Altissimo,primogenita avanti tutte le creature» (Sir. 24,5).Rispetto al Figlio fu Madre; rispetto allo SpiritoSanto fu Sposa.

Ella procura al Padre grande gloria, poiché ilPadre non ebbe da alcuna creatura una gloriacosì grande come l'ebbe da Maria; procura alFiglio un corpo per cui divenne capace di soffriree di redimerci; presenta allo Spirito Santo lafecondità perché diventò Madre nello SpiritoSanto:«Conceptus est de Spiritu Sancto».

•La B. Vergine è la vera Madre di Dio. Acquistò

perciò presso il Figlio di Dio Incarnato il

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diritto ad essere obbedita. Mirabile cosa che unacreatura comandi al Creatore! Acquistò dirittoall'amore che ogni Figlio deve verso la Madre.Sublime cosa che Maria avesse diritti presso Dio!Acquistò diritto alla riconoscenza. Così allenozze di Cana, sebbene Gesù Cristo affermi chenon è ancora venuta l'ora sua, Maria disponee il miracolo è operato. E S. Pier Damiani affermache Maria presso il trono di Dio non pregasoltanto, ma ancora comanda; non è soltanto unaserva, ma di più la gran Signora.

•S. Alfonso scrisse il magnifico e piissimo

libro «Le glorie di Maria»; il Suarez nelle festedella Madonna impiegava due ore a meditare legrandezze di Maria; nessuno potrà mai onorarela Madonna quanto l'onorò Dio stesso. «Signummagnum apparuit in coelo: mulier amicta sole,et luna sub pedibus eius, et in capite eius coronastellarum duodecim». Cioè: «Una stupenda visionesi fece vedere in cielo: una donna vestita disole, la luna sotto ai suoi piedi e sul suo capouna corona di dodici stelle» (Ap. 12,1).

Sia gloria a Dio! Sia onore alla madre di Dio!Il Signore volle salvare il mondo per mezzo

dell'Incarnazione del Figlio suo: ed a questidiede una madre che è la SS. Vergine. Unì così laMadonna a Gesù Cristo come una madre è unitaal suo Figliuolo. La Chiesa ed i Santi, guidati dalloSpirito di Dio, disgiungono mai Gesù Cristo daMaria. I Pastori ed i Magi trovarono il Bambinocon Maria sua Madre; Maria è lo stelo, GesùCristo il fiore; Maria la pianta, Gesù Cristo ilfrutto benedetto. Separare significa rompere ilpiano redentivo di Dio, avvicinarsi al

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protestantesimo. Gesù è il vertice nel cristianesimo,Maria la scala. Dove entra la divozione a Mariasi ottiene come frutto la divozione a Gesù Cristo.

All'aurora segue il sole: «Ex te enim ortusest sol justitiae Christus Jesus: da te è sorto ilsole di giustizia Cristo Gesù» (Liturgia: Natività8 Settembre). Il ramo porta il fiore: «Egredieturvirga de radice Jesse, et flos de radice eiusascendet: Un germoglio spunterà dalla radicedi Jesse, un fiore verrà su da questa radice»(Is. 11,1).

A poca divozione a Maria corrisponde pocoamore a Gesù Cristo; a fervente divozione aMaria corrisponde fervente amore a Gesù.

Il culto e la divozione verso la Madre di Diosono segno sicuro di predestinazione: chiserve, onora, prega Maria, prega, onora serveGesù Cristo.

Maria è la guida, la regina, la madre, lacustode degli eletti: difatti i suoi veri servi fuggonoil peccato e camminano fedelmente nella viadella virtù. Felici dunque e infinitamente beaticoloro che amano Maria e la venerano confervoroso culto.

PREGHIAMO MARIA

Preghiera di S. Luigi alla SS. Vergine:

O Signora e Madre mia SS. pieno di fiducia in voi;oggi e per sempre in vita e nell'ora della mia morte, iomi metto sotto la vostra singolare custodia, e come inseno alla vostra misericordia; io raccomando l'anima edil corpo mio nelle Vostre mani: io ripongo in voi ognisperanza e consolazione, tutte le angustie e miserie; per

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la vostra intercessione e per i meriti Vostri ogni miaazione sia diretta e disposta secondo la vostra volontà equella del vostro SS. Figlio Gesù. Così sia.

DIVOZIONE A MARIA

I CINQUE MISTERI DOLOROSI

I MISTERO. - Gesù nell'orto del Getsemanialla vigilia della sua morte, suda sangue e pregacon umiltà, confidenza e perseveranza; l'Angelolo conforta. Chiediamo lo spirito di preghiera.

II MISTERO. – Gesù, legato alla colonna, ècrudelmente flagellato, in isconto delle tantedisonestà degli uomini. Domandiamo la bella virtùdella castità.

III MISTERO. – Gesù, viene incoronato di spinee vilmente schernito in pena di tanti pensierie sentimenti cattivi. Domandiamo la purezzadella mente e del cuore.

IV MISTERO. – Gesù condannato alla morte dicroce, porta la pesante croce al Calvario. Ammiriamola pazienza del Salvatore e chiediamo la pazienzanelle nostre croci.

V MISTERO. – Gesù è crocifisso fra dueladroni, è insultato per tre ore sulla Croce e muoreper salvare noi dall'inferno. Chiediamo ladivozione alla S. Messa, che è la rinnovazione delsacrificio del Calvario.

I misteri dolorosi ci insegnano a chiederela mortificazione cristiana e la vittoria sullaconcupiscenza della carne.

Nel primo, infatti. consideriamo l'agonia delCuore di Gesù e chiediamo la santificazione delcuore e dei sentimenti;

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nel secondo consideriamo e chiediamo lamortificazione esteriore, nei nostri sensi;

nel terzo consideriamo e chiediamo lamortificazione della mente, dello spirito, dellavolontà;

nel quarto consideriamo e chiediamo lamortificazione cristiana nelle nostre relazioni infamiglia e nella società;

nel quinto consideriamo e chiediamo lamortificazione nelle due grandi prove della vita:fedeltà alla vocazione ed accettazione della mortequale incontreremo.

Questi misteri si recitano il martedì ed ilvenerdì.

ESEMPIO

I GRANDI DIVOTI DEL ROSARIO

S. Luigi IX, re di Francia, recitava il Rosarioanche in guerra stando a capo del suo esercito.

S. Carlo pure lo recitava tutto intero, ognigiorno, quantunque oppresso dalle molteplicicure della sua vasta diocesi.

S. Giovanni Berchmans spirava stringendo trale mani il Crocifisso, la corona, le regole dellasua Compagnia: «Queste furono le tre cose ame carissime durante la mia vita, andavaripetendo, con esse muoio contento».

S. Filippo Neri percorreva le contrade diRoma col Rosario alla mano, cercando animetraviate, e con esso le riconduceva a penitenza.

L'Imperatore Carlo V non voleva udire mainegozi di guerra senza aver prima compiuta laquotidiana recita del S. Rosario.

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Così praticava Luigi XIV re di Francia. Ungiorno gli ambasciatori del re d'Inghilterra, lotrovarono mentre recitava la Sua corona, e chieseloro permesso di terminarla. «E' questa unapratica, disse, che ho ricevuto dalla regina miamadre e sarei dolente di mancarvi un sol giornodella vita».

Emanuele Filiberto, duca di Savoia, si gloriavadi recarsi coi Cavalieri dell'Annunziata nellaChiesa dei Domenicani, a Torino, per recitarlopubblicamente insieme al popolo.

L'infelice regina Maria Stuarda, nei lunghi annidi sua prigionia, attingeva forza e consolazionenella recita del S. Rosario.

Daniele O'Connel, col S. Rosario, salvòl'Irlanda dall'oppressione dell'Inghilterra.

Garcia Moreno, Presidente della Repubblicadell'Equatore, Aless.[andro] Manzoni, ContardoFerrini, Silvio Pellico, Federico Ozanam, AndreaAmpère, ecc. furono costanti nella divozione delSanto Rosario.

LODE

Attristasi e langue – nell'orto il Signorlo copre di sangue – mirabil sudor – Ave.Mitissimo Agnello – venuto a soffrirdel duro flagello – sopporta il martir – Ave.Di spine pungenti – il serto crudelraddoppia i tormenti – al Dio d'Israel – Ave.Pilato l'atroce – sentenza al fin dàGesù con la croce – al monte sen va – Ave.Consegna al suo Padre – lo spirito e muor;trafitta è la Madre – da acerbo dolor – Ave.

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GIORNO SESTO¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯

Verginità di Maria

S. SCRITTURA

Si aprì il tempio di Dio che è nel Cielo, e nelsuo tempio apparve l'arca del testamento, nevennero folgori e grida e terremoti e grandinegrossa. Poi apparve nel cielo un gran prodigio: unadonna vestita di sole, che aveva la luna sotto ipiedi e sul capo una corona di dodici stelle. Eudii una gran voce che in cielo diceva: Or lasalvezza, la potenza, il regno appartengono alnostro Dio e il potere al suo Cristo (Ap. 11,19-12,1.10).

(Dal Messale: Festa dell'Appar. della BeataVergine a Lourdes).

La Madonna rimase vergine sempre, ed inmodo tanto mirabile quanto fu singolare emiracoloso il fatto per cui la sua perpetua verginitàandò congiunta con la divina maternità. Il Conc[ilio]Lateranense III dichiara scomunicato chi nonritiene tale verità cattolica. S. Leone Magnoscrive: «L'eterno Unigenito del Padre nacquedallo Spirito Santo e da Maria Vergine... Infatti fuconcepito di Spirito Santo nel seno di Maria laquale come Vergine Lo concepì, così, Vergine,Lo diede alla luce».

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Privilegio meritato, poiché Maria SS. avevafatto voto di consacrarsi totalmente al Signore;privilegio miracoloso, poiché congiunto allamaternità più eccelsa; privilegio perpetuo, perchéfu Vergine prima, nell'atto ed in seguito alla suaMaternità; privilegio esemplare che divenne pertante anime un invito ed uno stimolo.

•Maria fu Vergine prima di diventare Madre.

Scrive S. Epifanio: «In qual tempo vi fu maichi osasse pronunziare il nome di Maria SS.senza aggiungere subito l'epiteto di Vergine? Taleaggiunta indica lo splendore della sua virtù...Maria è chiamata Vergine e quest'appellativo nonsarà mai cambiato; Ella rimase infattiperfettamente illibata».

«Gerusalemme era assediata dal re Rasia e daFace re d'Israele. Il Signore mandò il profetaIsaia ad Achaz, re di Gerusalemme per assicurarloche gli assediatori non avrebbero vinto; eperché Achaz ne fosse persuaso, gli volle offrireuna prova. Gli disse perciò Isaia: «Domandaal Signore un miracolo come segno o dal profondodell'abisso o sopra dall'alto. Ma Achaz risposesuperbamente: Non chiederò e non tenterò ilSignore. E replicò: Udite dunque, o genti dellacasa di David... perciò il Signore lo darà Lui unsegno: Ecco la Vergine concepirà e partorirà unfiglio e lo chiameranno Emanuele» (Is. 7,10-14).Sembra che il Signore volesse dire: tu non haivoluto chiedere il segno, ed io te ne darò unoche è il colmo dei segni; tu non hai voluto chiederea Dio l'aiuto, ma io ti annunzio Dio stesso come aiuto; tu sei stato pigro a chiamare, mail Signore chiamerà dal seno della Vergine il Verbo

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che salverà ogni nazione: la Vergine concepiràe darà alla luce un figlio ed il suo nome sarà«Emmanuele».

Questo tratto si riferisce senza dubbio aMaria. Infatti S. Matteo nel suo Vangelo raccontala concezione della Madonna per opera delloSpirito Santo e aggiunge: tutto questo fu fattoperché si adempisse ciò che fu detto dal Signoreper bocca del Profeta: «Ecco che una Vergine saràMadre ed avrà un Figlio chiamato Emanuele,cioè Dio con noi» (Mt. 1,23).

Dice ancora S. Luca: «Fu mandato l'AngeloGabriele da Dio in una città di Galilea chiamataNazaret ad una Vergine sposata ad un uomo dinome Giuseppe, discendente da David, ed ilnome della Vergine è Maria» (Lc. 1,26-27).

S. Matteo afferma: «Essendo Maria sposataa Giuseppe, prima che fossero venuti ad abitareinsieme, si trovò che Ella aveva concepito pervirtù dello Spirito Santo» (Mt. 1,18).

La verginità era in onore presso gli stessipagani; ed era naturale che si sentisse come unacerta ripugnanza riguardo alla via onde si propagail peccato originale. Maria disse infatti all'Angelo:come è possibile ch'io divenga la Madredi Dio, mentre non ho relazione con un uomo? IlSignore voleva che anche materialmente apparissech'Egli nulla aveva di comune col peccato,essendo venuto a noi per una via diversa daquella che tiene il peccato di Adamo nelpropagarsi: la via dello Spirito Santo che è lavia della grazia.

Noi siamo passati per il binario peccaminosocomune della generazione ed il peccato cischiacciò! Anche Maria passò sul binario, ma Ella fupreservata dalla colpa e schiacciò il serpe; Gesù

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Cristo non fu neppure sul binario comune, ondeapparisse che la vita nuova era dal Cielo: gliuomini in Lui avrebbero avuto una vita divina.

•Maria fu Vergine nel darci Gesù. E' detto:

La Vergine concepirà e darà alla luce un Figlio;questo è detto prodigio; dunque avvieneall'infuori delle leggi naturali, in modo diversodall'ordinario nascere dei figli; e non solo laconcezione, ma anche il parto.

I Santi Padri applicano a Maria le parole diEzechiele: «Questa porta sarà chiusa, non siaprirà, e nessun uomo passerà per essa, perché ilSignore Dio d'Israele passerà per essa e resteràchiusa al principe. Il principe si sederà in essa»[Ez. 44,1-3].

S. Girolamo dice ancor più chiaramente sutale espressione: «Questa porta chiusa per laquale solo il Signore è entrato simboleggia, secondogli antichi scrittori, la Vergine Maria».

Dicono i Santi Padri la verginità di Mariasimboleggiata in quell'orto chiuso: «Hortusconclusus»; in quel fonte segnato «fons signatus»;nel sepolcro donde il Signore, risuscitando uscì,senza rompere i sigilli, né rovesciare il sasso.

S. Efrem in una preghiera alla Madonnaesclamava: «Ma, o Vergine Signora, ImmacolataMadre di Dio, Signora mia gloriosissima, miagran Benefattrice, più eccelsa dei cieli, molto piùpura degli splendori, dei raggi, dei fulgori solari...;tu davvero apparisti verga d'Aronne e fiorefu il Figlio tuo, vero Cristo nostro, Dio e mioCreatore, tu generasti secondo la carne,conservando la verginità prima, durante e dopo ilparto; e noi siamo stati riconciliati con Dio Cristotuo Figlio».

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Maria fu pure Vergine nel rimanente di suavita. Scrive S. Agostino: alcuni vollero negarela verginità di Maria dopo il parto: un cosìgrave sacrilegio non devesi lasciare senzacondanna.

S. Girolamo compose un libro intero per«difendere la perpetua verginità di Maria». In tallibro scrive: «Crediamo che Dio nacque dallaVergine. Ciò, infatti è scritto; non è invece scrittoche Maria abbia sposato uomo in seguito. Enon diciamo questo quasi per condannare ilmatrimonio... Elvidio (eretico) afferma che Marianon fu vergine; ma io affermo che fu vergineanche Giuseppe, in grazia di Maria; affinché daun verginale matrimonio nascesse vergine ilFiglio».

Da principii e verità così sante vengono santeconseguenze:

Maria era disposta a rinunziare all'onore dellaDivina Maternità piuttosto che alla verginitàvotata a Dio. Quanto è dunque preziosa ai suoisguardi una figliuolanza casta!

Eva, in pena del peccato, diede alla luce ifigli suoi nel dolore; Maria fatta immacolatadiede al mondo il Figlio suo nella gloria della notteluminosa di Betlemme, assistendovi gli Angeli delCielo. Le madri più pure hanno, d'ordinario,figli più predisposti alla virtù, alla santità e, forse,tra essi, delle vocazioni.

Più atti ad istruire nel bene, ad edificarenella virtù, a santificare e profumare nel mondo,sono sempre le persone pure e caste: «Virginitateplacuit, humilitate concepit», è scritto daiDottori a riguardo di Maria.

Chi sa elevarsi sopra i desideri della carne,

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desidera di più i beni celesti. L'anima mondaè serena nel suo sguardo; ha vera pietà saporosa;sparge il buon odore di Gesù Cristo, e di Maria.

Maria è una fioritura, un'aiuola di gigli:«Lilium inter spinas» (Ct. 2,2); «lilium candidissimum»

(S. Efrem); «lilium immaculatum» (S. Epifanio);«lilium angelicorum» (S. Epifanio); «lilium candidiusnivis» (S. Germano); «lilium cujus proles, Iesus»(S. Giov. Dam.); «lilium incorruptum» (S. GiovanniCris.); «lilium castitatis» (S. Bonaventura); «liliumvirginitatis» (Bernard. da Bustis);«lilium virginum»(antiche litanie).

PREGHIAMO MARIA

O Maria, Vergine e Madre Santissima, ecco io horicevuto il tuo dilettissimo Figlio, che tu concepisti nel tuoseno immacolato, generasti, allattasti e con soavissimiamplessi stringesti al petto. Ecco quel medesimo che tiallietava col suo aspetto e ti riempiva d'ogni letizia, io lopresento e l'offro umilmente ed amorevolmente alle tuebraccia, perché lo stringa al tuo cuore, perché tu lo amie lo offra alla SS. Trinità in supremo culto di latria, atua gloria e tuo onore e per i miei bisogni e quelli ditutto il mondo. Ti prego dunque, o Madre piissima,d'impetrarmi il perdono di tutti i miei peccati, abbondantegrazia di servire in seguito con più fedeltà al tuo Figlio, ein ultimo la grazia finale, affinché io possa lodarlo con teper tutti i secoli dei secoli. Così sia.

DIVOZIONE A MARIA

I CINQUE MISTERI GLORIOSI

I MISTERO. – N. Signor Gesù Cristo risorgeglorioso dal sepolcro: questa risurrezione èfigura della nostra risurrezione dalla tomba dei

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peccati e dei difetti. Domandiamola alla S.Madonna.

II MISTERO. – Il Salvatore, quaranta giornidopo la sua risurrezione, ascende al Cielo, conmirabile gloria e trionfo. Chiediamo il distaccodagli onori, beni e piaceri della terra, e didesiderare unicamente la gloria di Dio, le gioieed i beni celesti.

III MISTERO. – Lo Spirito Santo invocato perdieci giorni discende sugli Apostoli ad illuminarli,confortarli e santificarli. Chiediamo i doni delloSpirito Santo, specialmente la sapienza celeste,la fortezza nel bene e lo zelo per le anime.

IV MISTERO. – La SS. Vergine spira di puroamor di Dio e dagli Angeli trasportata in Cielocon mirabile gloria. Domandiamo una santa vitaper avere la grazia di morire nel santo amor diDio.

V MISTERO. – Maria è incoronata dalla SS.Trinità regina del Cielo e della terra, fatta rifugiodei peccatori, dispensiera di tutte le grazie emadre nostra potentissima ed amabilissima.Proponiamo di essere divoti della SS. Verginee chiediamo il dono della santa perseveranza.

I misteri gloriosi ci fanno contemplare echiedere i beni celesti, la gloria del cielo, l'eternafelicità. Essi correggono la concupiscenza dell'avarizia,in vista di cose immensamente superiori.

Nel primo contempliamo la risurrezione diGesù Cristo dal sepolcro, e chiediamo anche pernoi una risurrezione, non ad ignominia, ma agloria;

nel secondo contempliamo l'ascensione diGesù Cristo al Cielo e chiediamo la grazia delParadiso, la salvezza dell'anima nostra;

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nel terzo contempliamo la discesa delloSpirito Santo e chiediamo l'infusione dei suoidoni celesti;

nel quarto contempliamo il beato transito el'unzione di Maria SS. e chiediamo una santamorte;

nel quinto contempliamo Maria SS. nella suagloria in cielo e chiediamo la sua assistenzamaterna per tutta la vita.

Questi misteri si recitano il mercoledì, ilsabato e la domenica.

ESEMPIO

L'AVE MARIA RIPETUTA DAI SANTI

S. Bonaventura assicura che chi saluta laVergine coll'Ave Maria, sarà risalutato dalla stessaVergine con qualche grazia. S. Bernardo appunto,solito a salutarla in tutte le sue immagini, sisentì un giorno risalutato colle parole: Ave,Bernarde.

Quest'orazione formò sempre la delizia deiSanti. S. Alfonso de' Liguori per recitarlainterrompeva qualsiasi occupazione appena sentivascoccare le ore. Diligentissimo a recitare l'Angelustre volte al giorno, uditone il segno, s'inginocchiavaanche in mezzo alle piazze. Lo stesso facevanoS. Carlo Borromeo e S. Vincenzo de' Paoli.S. Alfonso Rodriguez la replicava pure albatter d'ogni ora, e ad ogni ora della notte erasvegliato dagli Angeli perché non ne passasseuna senza recitarla.

Santa Maria di Ognies la recitava più di millevolte al giorno. Santa Caterina da Siena cominciò

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dall'età di cinque anni a recitare tante Ave,quanti erano i gradini che saliva.

Dice S. Bernardo che il Cielo sorride e gliAngeli gioiscono ogni qualvolta si recitadivotamente l'Ave Maria. Cesario chiama lasalutazione Angelica voce di trionfo e S. Efreml'inno ed il cantico degli Angeli.

S. Domenico afflitto per l'eresia degli Albigesi,nel 1202 se ne lamentava dolcemente con la SS.Vergine. La gran Madre di Dio gli manifestò,che, come il Signore per mezzo della salutazionedell'Angelo aveva preparato il Mistero dell'Incarnazionedel suo Figliuolo, così anch'egli dovevaricorrere alla medesima salutazione, predicarnel'uso ed i pregi singolari, per riportarne frutti disalute e di grazie. Domenico seguì il consigliodella SS. Vergine, e ben presto con la pratica delRosario ricondusse innumerevoli eretici nelseno della Chiesa.

La stessa Vergine disse al B. Alano: Coloroche praticano la divozione del saluto Angelico,hanno un gran segno di predestinazione. Ed aS. Matilde rivelò che fra tutti gli onori che Lesi possono rendere, nessuno è a Lei più caro,né le dà maggior gloria di questo.

Ripetiamo adunque con fiducia e con gioiatale saluto, avendolo ripetuto gli Angeli, gliApostoli, i Martiri, e tutti i secoli cristiani. Saràdolce sulle nostre labbra e più dolce ancora neinostri cuori.

LODE

Dal sonno di morte – si desta Gesùpalesa la sorte – dell'uomo quaggiù. Ave.

5. -- Maggio.

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Saluta amoroso – il mesto drappele sale glorioso – ai grandi del ciel. Ave.Sui dodici scende – il foco d'amore pieni li rende – di scienza e vigor. Ave.La Madre Beata – riprende il suo fraldal Figlio è chiamata – al gaudio immortal. Ave.Al fianco del Padre – Gesù Redentorcorona la Madre – d'eterno splendor. Ave.

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GIORNO SETTIMO¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯

Maria Corredentrice, Mediatricedi grazia, Madre nostra

S. SCRITTURA

Or presso la croce di Gesù stavano sua Madree la sorella di sua Madre, Maria di Cleofa eMaria Maddalena. Avendo Gesù veduto sua Madree lì presente il discepolo suo prediletto, dissea sua Madre: Donna, ecco il tuo Figlio. Poi disseal discepolo: Ecco la tua Madre, e da quelpunto il discepolo la prese con sé.

(Gv. 19, 25-27).

Maria SS. ebbe uffici verso Gesù Cristo, mane ha pure verso di noi. Ella cooperò all'acquistodella grazia, e perciò è corredentrice; Ella esponele nostre necessità a Dio, e perciò è mediatricedi grazia; Ella ci ama e comunica la divinamisericordia e perciò è nostra madre spirituale.

•Maria è Corredentrice. Cooperò con Gesù

Cristo Redentore, sebbene in un modo secondarioe dipendente, a meritare l'eterna salvezza.

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«Beata Virgo de congruo promeret nobis quodChristus de condigno promeruit – dice Pio X:la Beata Vergine merita a noi de congruo quantoGesù Cristo ci meritò de condigno». La VergineMaria diede liberamente e volontariamenteil consenso all'Incarnazione del Figlio di Dio;l'Angelo le propose la Divina Maternità; noncomandò, ma aspettò il Fiat di Maria. «Missus estAngelus Gabriel ad Mariam... ingressus Angelusdixit ei... ecce concipies et paries filium...: Fumandato l'Angelo Gabriele a Maria... ed entratole disse: ecco, tu concepirai nel seno epartorirai un figlio (Lc. 1,26 e 31).

Maria volle spiegazione: «Quomodo fietistud quoniam virum non cognosco?...: Comeavverrà questo se io non conosco uomo?»(Lc. 1,34). S. Bernardino da Siena così interloquisce:«Maria, l'Angelo attende una risposta; aspettiamoancora noi, o Signora, la risposta salvatriceche ha da liberarci dalla condanna ricevuta inAdamo. Ecco che la nostra salvezza è nelle tuemani, dipende dal tuo consenso». E S. Agostino:«Presto, Maria, rispondi; perché lasci ilmondo e la salvezza così in sospeso?». Quandopoi Maria risponde col suo Fiat, S. Tomaso daVillanova esclama: «O Fiat efficace! O Fiatvenerando sopra ogni Fiat! giacché per esso ilVerbo si fece Uomo e furono sciolti i ceppidiabolici dell'umanità. Che sarebbe stato di noisenza questo Fiat di Maria per cui si compì lagrande opera dell'Incarnazione?».

Maria inoltre fu associata al Figlio nellaPassione del Calvario: «Stava presso la croce diGesù la Madre sua» (Gv. 19,25) dice il Vangelo.Maria aveva un dominio poiché Madre, edun certo diritto sul Figlio: l'offerse, in quanto suo,

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al Divin Padre per la redenzione del mondo.In tutto unita al Cuore del Figlio, che

volontariamente pativa e moriva, sempre facevasue le intenzioni di Lui. Più perfetta di Abramo chepreparò tutto il sacrifizio del figlio, per la DivinaVolontà, Maria sentì nel suo Cuore, con lavolontaria presenza, i dolori di Gesù nellaCrocifissione, agonia, morte; soffrì indicibilmente econ profonda carità offrì il Sangue di Gesù ed iproprii spasimi in prezzo al Padre Celeste.

S. Francesco di Sales dice: Come Evadisobbediente divenne per sé e per tutti i suoi figlicausa di rovina, così Maria fatta obbediente sinoall'immolazione del Figlio, divenne per sé e pertutti gli uomini causa e fonte di salute.

E giova la conclusione di Benedetto XV:«Maria, per quanto dipendeva da Lei immolò ilFiglio, di modo che si può dire che con Luiredense il mondo».

•Maria è Mediatrice di grazia. Nella festa di

Maria Mediatrice di tutte le grazie, la Chiesaprega così: «Signore Gesù Cristo, nostro Mediatorepresso il Padre, concedici nella tua bontàche chiunque ricorrerà a Te per domandare i tuoibenefici, si rallegri d'impetrarli per intercessionedi Maria». Ella infatti è il mezzo, o medium, percui la grazia è venuta a noi. Ella è, secondo SanBernardo, il collo attraverso il quale tutto dalcapo discende alle membra.

S. Alfonso seguendo il grande Dottore diMaria, S. Bernardo, dimostra questa verità conmolti argomenti, che tutti si riassumono inquest'espressione: «Quia sic est voluntas Dei, quitotum nos habere voluit per Mariam: questa è

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la volontà di Dio, che volle tutto darci per mezzodi Maria». Fine ultimo di questa disposizionedivina è sempre la gloria di Dio, fine secondarioè di onorare Maria per il suo grado, virtù edignità.

Infatti il Padre dandoci il Figlio suo Unigenito,tutto in Lui ci comunicò: la fede, la santità,la grazia, il merito, la gloria. Ma il Figlio suos'incarnò nel seno purissimo di Maria: «De quanatus est Jesus, qui vocatur Christus: dallaquale è nato Gesù, detto il Cristo» (Mt. 1,16).Maria è dunque il canale trasfondente, laMediatrice di tutte le grazie.

Quando la S. Vergine si trovava alle nozze diCana, e durante il banchetto nuziale, venne amancare il vino, Ella disse a Gesù: «Non hannopiù vino» (Gv. 2,3). La risposta di Lui peròparve a prima vista negativa: «Quid mihi ettibi, mulier? Nondum venit hora mea: Che hoda fare con te, o donna? L'ora mia non èancora venuta» (Gv. 2,4). Ma il non esserevenuta l'ora di Gesù, mostra appunto la potenzadell'intercessione di Maria, la quale con la piùferma certezza di essere esaudita: «Fate – diceai servi – quanto Egli vi ordinerà». Furono riempitedi acqua le idrie; l'acqua fu mutata in vino;Gesù Cristo convinse i Discepoli i qualicredettero alla sua divinità.

E' bello scorrere le Glorie di Maria, libro in cuiS. Alfonso raccoglie tante espressioni di Santi eDottori della Chiesa i quali proclamano nonvenire grazia dal Cielo, che non passi per le manidi Maria. S. Bernardo dice: «Fedele e potenteè il mediatore fra Dio e gli uomini, Gesù Cristo;ma gli uomini temono la sua maestà; hanno perciòbisogno di una Mediatrice, presso il Mediatore

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stesso; né s'incontrerà Mediatrice miglioreche Maria Madre di Dio: Fidelis et potensmediator Dei et hominum; sed divinam reverentur ineo homines maiestatem. Opus est enim mediatoreapud mediatorem ipsum; nec alter nobis meliorquam Maria».

E S. Bonaventura: «Come la luna sta fra ilsole e la terra e le comunica la luce che ricevedal sole, così Maria sta fra Dio e gli uomini; daDio riceve ed agli uomini distribuisce: Sicut lunainter corpora coelestia et terrena est media etquod ab illis accipit ad inferiora refundit; sic etVirgo regia inter nos et Deum est media, etgratiam ipsa refundit».

S. Girolamo aggiunge: «In Cristo vi fu lapienezza della grazia come nel capo-fonte, inMaria vi è questa pienezza come nel collo chetrasfonde: In Christo fuit plenitudo gratiae sicutin capite influente, in Maria sicut in collotransfundente».

S. Bernardo poi ne spiega la ragione: «Taleè la volontà di Dio, al quale non possiamo chiedereperché, ma, piuttosto umilmente credere edocilmente uniformarci: Quia sic est voluntas Dei,qui totum nos habere voluit per Mariam».

Perciò Benedetto XV nell'approvazionedell'Ufficio di Maria Mediatrice di grazie, vollestabilito l'invitatorio che riassume tutto l'insegnamentoe lo spirito della festività: «Venite AdoriamoCristo Redentore, il quale volle che tuttoricevessimo per Maria».

Come si formano i cristiani? per la grazia,cioè per la vita nuova che si acquista nelBattesimo e si alimenta e cresce per tutte legrazie successive.

Belle le espressioni contenute nella Liturgia

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di questa Festa (31 Maggio). Il Graduale canta:«In me ogni grazia della vita e della verità; inme ogni speranza di via e di virtù. Venite a mevoi tutti che mi bramate e saziatevi dei miei frutti.Salve, o Maria, Madre di misericordia, Madredi speranza e di grazia». Ed il Communio: «Tusei oltremodo ammirabile, o Maria, e la tuafaccia è piena di grazia».

•Maria Madre nostra

Pio X, nell'Enc[iclica] «Ad diem illud»,2 febbraio 1904 dice:

«Non è forse Madre di Cristo Maria? dunqueè anche madre nostra. Difatti ognuno deveritenere che Gesù, Verbo fatto carne, è anchesalvatore del genere umano. Ora, in quanto DioUomo, ebbe un corpo materiale, come tutti glialtri uomini; in quanto poi restauratore dell'umangenere, una specie di corpo spirituale, o mistico,ed è la società di coloro che credono in Cristo:

Multi unum corpus sumus in Christo: siamo,molti in un unico corpo di Cristo (Rm. 12,5)».Ma la Vergine non concepì il Figlio eterno diDio soltanto perché divenisse uomo, assumendoda Lei la natura umana; bensì perché per mezzodella natura assunta, potesse divenire il Salvatoredegli uomini. Perciò disse l'Angelo ai pastori:«Oggi è nato a voi il Salvatore che è GesùCristo» (Lc. 2,11). Dunque nel medesimo grembodella purissima Madre in cui Cristo assunse lacarne, s'aggiunse una specie di corpo spirituale,costituito da coloro ch'eran per credere in Lui.Sicché Maria in quanto portò il Salvatore, puòdire di aver portato anche coloro la cui vita era

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contenuta in quella del Salvatore. Tutti dunque,quanti siamo uniti con Cristo, e che, al diredell'Apostolo, siamo membra del corpo di Lui, dellacarne e delle ossa di Lui (Ef. 5,30) tutti siamochiamati figli di Maria, ed Ella è Madre di noitutti. «Madre, a dir vero, spirituale... ma davveroMadre delle membra di Cristo, che siamonoi» (S. Ag[ostino]: De sancta virginitate). Se dunquela Beatissima Vergine è Madre di Dio e degliuomini, chi mai potrebbe dubitare ch'Ella nonfaccia ogni sforzo affinché Cristo, capo del corpodella Chiesa (Col. 1,18) diffonda su noi, suemembra, i suoi doni, specialmente quello diriconoscerlo e di vivere per Lui? [cf. 1 Gv. 4,16].

Infatti due vite sono nel cristiano: una vitanaturale – umana ed una vita soprannaturale –cristiana. Per la prima si è costituiti uomini e sitende ad una felicità naturale, essendo naturalile verità, umani gli atti, umane le mire; per laseconda si è costituiti cristiani, si tende ad un finesoprannaturale con la fede, con la morale, e conla grazia che abbiamo in Gesù Cristo.

Ora, se la vita naturale ci viene da madreterrena, la vita soprannaturale ci viene da Maria.In Lei passò Gesù Cristo nostra vita: «Ego sumvita» (Gv. 14,6) anzi da Lei Gesù Cristo presequella natura umana in cui patì e ci acquistòquesta vita. E non è già una vita simbolica, insenso metaforico, ma la più vera, la più reale,la più duratura ed alta. Che, se noi chiamiamoMadre colei da cui siamo nati, tanto più dobbiamochiamare tale Colei per cui siamo nati aduna vita immensamente superiore.

Maria acconsentì ad essere Madre nostranell'Annunciazione, accettando di essere Madre diGesù. Sul Calvario poi Gesù Cristo la proclamerà

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tale. Lo narra l'Evangelista: «Stava presso lacroce di Gesù, la di Lui Madre... Avendo Gesùveduto sua Madre e lì presente il discepolo suoprediletto, disse a sua Madre: Donna ecco il tuoFiglio. Poi disse al discepolo: Ecco la tua Madre,e da quel punto il discepolo la prese con sé(Gv. 19,25-27).

S. Bernardino da Siena commenta: «InGiovanni sono rappresentati tutti gli uomini, deiquali Maria divenne Madre». Ed aggiunge:«Giovanni sarebbe un nome particolare, discepoloinvece, è nome comune, affinché si comprendesseche Maria è data in madre a tutti».

Perciò S. Alfonso spiega in questo senso leparole della Salve Regina, Mater Misericordiae,vita.

E non vi può essere alcun dubbio: poichéMaria è la vera Madre di Gesù Cristo, nostrocapo, perciò anche delle membra, ossia dei fedeli.Leone XIII, Enc[iclica] «Adiutricem popoli»,5 sett[embre] 1895:

«Il mistero dell'esimia carità di Cristo versodi noi ci si dà chiaro a vedere anche da questo,che Egli morendo volle lasciare per Madreal discepolo Giovanni la sua Madre stessa, conquel solenne testamento: Ecco il tuo Figlio.Nella persona poi di Giovanni, conforme alsentimento perenne della Chiesa, Cristo additò tuttigli uomini e primieramente coloro che avrebberocreduto in Lui. A questo proposito S. AnselmoCantauriense esclama: Che può concepirsi mai dipiù degno, che tu, o Vergine, sii madre di coloro,ai quali Cristo si degna esser padre e fratello?(Preghiera 47). Ella pertanto accettò ed eseguì digran cuore le parti tutte di quel singolare e

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laborioso ufficio, che iniziò nel Cenacolo» – (ActaLeonis XIII - XV - 302).

DIVOZIONE A MARIA

FESTA DEI SETTE DOLORI DELLA B. VERGINE MARIA

La Chiesa prestò sempre un culto specialeall'Addolorata, Regina dei Martiri e consolatricedegli afflitti, Maria fu la Madre dei dolenti.Associata intimamente alla vita del suo Figliodivino, partecipò alle ineffabili amarezze e non vifu un'angoscia di Gesù Cristo che non avesse unaripercussione nell'anima di questa Madre benedetta.La Chiesa facendoci celebrare la festa deisette dolori, ha l'intenzione di eccitare nelleanime nostre compassione per la Madonna; nonperò una compassione sterile di parole, ma fecondadi santi propositi di bene.

PREGHIAMO MARIA

L'orazione della Messa dice: O Dio, nella cui passione,secondo la profezia di Simeone, la spada del dolore trafisseil cuore dolcissimo della gloriosa Vergine Madre Maria,concedi propizio, che mentre con venerazione ne celebriamoi dolori, conseguiamo il felice frutto di tua passione.

La Secreta: O Signore Gesù Cristo, ti offriamo ostiee preghiere, supplicandoti umilmente a far sì che mentrericordiamo nelle nostre preghiere i dolori della dolcissimaanima della tua beata Madre Maria, per la sua piissimaintercessione e per quella dei Santi che le furono compagnisotto la croce, e, per i meriti della tua morte, abbiamoparte coi Beati.

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Il Dopocomunione: Signore Gesù Cristo, il sacrificio cheabbiamo ricevuto, celebrando devotamente la trafittura dellatua Vergine Madre, ci ottenga dalla tua clemenza l'effettod'ogni bene salutare.

ESEMPIO

S. GIROLAMO EMILIANI

S. Girolamo Emiliani, l'istitutore dell'Ordinereligioso dei Somaschi, datosi nell'età giovanilealla carriera militare vi trovò purtropposventuratamente mille occasioni di cadute, di pericoli,che non evitati, lo condussero in breve ad unavita licenziosa.

Chiamato a difendere la città di Veneziadalle armi nemiche, cadde nelle loro mani; furinchiuso in un orrido carcere, caricato di catenee costretto a subire ingiurie, privazioni e dolorisenza fine. Oppresso dagli affanni e da tanti mali,egli aspettavasi ad ogni istante la morte. Maecco: in mezzo ai fieri rimorsi, che laceravangliil cuore al pensiero della sua vita di peccato, glibalenò alla mente, come visione celeste,l'immagine soave di Maria. Pieno di speranze, neinvocò l'aiuto, la protezione, promettendo di recarsia visitare il celebre Santuario della Madonna pressoTreviso. Lo sventurato giovane, dopo qualchemese, è finalmente libero da quell'ergastolo.Fedele alla promessa, si reca frettoloso alSantuario di Maria, si prostra dinanzi al suo altare,piange per tenerezza e gratitudine e si confessa conviva contrizione.

Abbandona poi il mondo, entra nella vitaecclesiastica, e consacra con febbrile attività tutte

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le sue forze nell'educare cristianamente lagioventù povera ed abbandonata, nel fondareSeminari, Collegi, Accademie a vantaggio dellaSocietà e della Chiesa.

SEQUENZA

Se ne stava la Madre AddolorataIn lacrime vicino alla croceDa cui pendeva il Figlio.

La cui anima gemebondaRattristata e in penaFu trapassata da una spada.

O quanto triste e afflittaFu quella benedettaMadre dell'Unigenito!

Si lagnava e s'affliggevaLa dolce Madre, al vedereLe pene dell'inclito figliuolo.

Chi è quell'uomo che non piangerebbeSe vedesse la Madre di CristoIn tanto strazio?

Chi potrebbe non sentir penaAl contemplare la Madre di CristoChe soffre insieme col Figlio?

Per i peccati del suo popoloVide Gesù in mezzo ai tormentiE sottoposto ai flagelli.

Vide il suo dolce FiglioMorirsene desolatoEd esalar lo spirito.

Orsù, Madre, fonte d'amoreFammi sentire l'acerbità del dolorePerché pianga con Te.

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Fa' che il mio cuore ardaD'amore per Cristo DioCosì che gli sia accetto.

Fa', o Madre santa,Che tu stampi le piaghe del CrocifissoIndelebilmente nel mio cuore.

Del tuo Figlio feritoChe tanto si degnò di soffrire per meDividi con me le pene.

Fammi piangere devotamente in tua compagniaE compatire il CrocifissoPer tutta la mia vita.

Di starmene con Te accanto alla croceE di associarmi a TeNel pianto io desidero.

O preclara Vergine delle VerginiNon esser severa con meE fammi piangere in tua compagnia.

Fa' ch'io mediti la morte di CristoM'associ alla passioneE mi richiami alla mente le sue piaghe.

Fammi ferire dalle piaghe,Fammi inebriare della croceE del sangue del Figlio.

Perch'io non arda tra le fiamme divoratrici,Sia difeso da Te, o VergineNel giorno del giudizio.

Quando, o Cristo, sarò per partirmene da quaggiùConcedimi per i meriti di tua madre di giungereAlla palma della vittoria.

Allorché se ne morrà il corpoFa' che all'anima sia donataLa gloria del Paradiso. Così sia.

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GIORNO OTTAVO¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯

Assunzione di Maria SS.

S. SCRITTURA

Da principio e prima dei secoli io fui creata,e per tutta l'eternità non cesserò d'essere; neltabernacolo santo, dinanzi a lui ho esercitato il mioministero. Così ebbi fissa dimora in Sionne, e lacittà santa fu il luogo del mio riposo, e Gerusalemmela mia capitale. Gettai le mie radici in unpopolo illustre, nella porzione del mio Dio, nel suoretaggio, ho presa dimora tra la moltitudine deiSanti.

(Sir. 24,14-16) (Dal Messale: Festadell'Assunta).

L'Assunzione di Maria al cielo è festa di precettoper l'Italia. La prima antifona delle lodi in talgiorno dice: «Assumpta est Maria in coelum;gaudent Angeli, laudantes benedicunt Dominum:Maria è stata assunta in cielo: gioiscono gliAngeli, ne lodano e benedicono il Signore».

Nell'antifona del primo notturno leggiamo:«Exaltata est sancta Dei Genitrix super chorosAngelorum ad coelestia regna: La santa Madre

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di Dio è stata esaltata sui cori degli Angelinel regno celeste».

Tre verità sono ricordate in questa festa:Maria SS. morì realmente; venne risuscitata damorte; fu gloriosamente assunta al cielo.

Sebbene l'assunzione non sia definita comedogma, è però dottrina universalmente insegnatanella Chiesa ed è come dicono i Teologi: propedefinibilis.

•S. Giovanni Damasceno, narra e prova la

morte, la sepoltura e l'assunzione di Mariariportando le parole di Giovenale Arcivescovodi Gerusalemme:

«Sebbene la S. Scrittura non descriva quantoavvenne alla morte della Madonna, dalla pura edantichissima tradizione, apprendiamo come neltempo glorioso del suo transito, gli Apostoli i qualierano sparsi su tutta la terra per l'evangelizzazionedelle genti, avvisati miracolosamente del fatto,convennero in Gerusalemme ove godetteroessi pure l'angelica visione, udirono i cantidivini e videro con qual celeste gloria Maria ridonòla sua santa anima nelle mani di Dio. Il suo corpopoi fu sepolto devotamente presso il Getsemani.

Quivi tutti i cori Angelici, per tre giorni, nondesistettero dal cantare.

«Terminati questi giorni e cessati i canti, gliApostoli che erano presenti, desiderandoardentemente rivedere e venerare il corpo dellaB. Vergine, perché uno di essi, Tommaso, non erapresente alla di Lei sepoltura, aprirono il tumulo.Non trovarono però quel sacratissimo corpo, masoltanto i lini dai quali emanava un'inenarrabilesoavità. Ammirati dal quel mistero, non poterono

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concludere se non che il Verbo Divino, Signoredella gloria, il Quale da Lei volle prenderecarne e farsi uomo, volesse pure conservareimmacolato e immune da ogni corruzione il suo corpo,anche dopo la morte, onorandolo prima dellacomune e generale risurrezione, dell'assunzioneed incorruttibilità».

Dopo la discesa dello Spirito Santo, la VergineMaria rimase ancora qualche tempo sulla terra,poi morì. Difatti i Padri antichi intendono così,allorché ci parlano «de dormitione Virginis».Nel Sacramentario di S. Gregorio nella Messadell'Assunzione, si dice appunto: «Veneranda nobisest huius diei festivitas in qua sancta Dei Genitrixmortem subiit temporalem: è veneranda pernoi questa festività nella quale la Vergine passòda questa all'altra vita».

«La SS. Vergine doveva assomigliare in ognicosa al divin Figlio, scrive S. Alfonso, e perchéGesù Cr[isto] era morto, conveniva che così pureavvenisse della Madre». Sebbene immune dalpeccato originale, Maria non andò esente dallacondizione della natura umana, composta diun'anima spirituale, ma anche di un corpo mortale.

La morte può avvenire per cause patologichequali sono le malattie; non fu così della Madonna.Ma può inoltre avvenire per cause fisiologicheche si verificano anche senza il peccatooriginale; così appunto fu per la B. Vergine laquale morì di puro amor di Dio.

Dicono i Dottori della Chiesa che Dio volleche anche Maria acquistasse il gran merito chedipende dall'accettazione della morte edall'umiliazione del sepolcro. Il Signore ebbe gloriagrande dal transito di Maria; a noi venne un degnoesempio, un gran conforto, una viva fiducia poiché

6. Maggio.

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per tal merito la Vergine viene ad assisterele nostre agonie.

Tuttavia, per le circostanze, e il tempopreciso della morte, gli Scrittori Ecclesiastici nonsono pienamente d'accordo.

•La B. Vergine fu risuscitata e assunta al Cielo.Dice S. Modesto, patriarca di Gerusalemme

(614) nel suo discorso sulla dormizione dellaVergine: «Oggi il Signore del cielo e della terra haconsacrato il Tabernacolo umano nel quale Eglistesso era stato in maniera meravigliosa, ed havoluto che partecipasse con Lui in eternodell'incorruttibilità, procurando così a noi cristianitutti, una validissima protezione.... O beatissimadormizione della gloriosa Madre di Dio, sempreVergine, che non ha conosciuto per nulla lacorruzione del sepolcro...».

Possiamo dire con S. Agostino: «Consideratetutte le cose e la retta ragione, tengo per fermoessere Maria in Cristo e presso Cristo; in Cristogiacché in Lui vivimus, movemur et sumus; pressoCristo perché assunta gloriosamente con Luiai gaudi eterni, per la benignità di Cristo; tantopiù onoratamente sopra tutti i santi, quanto interra l'aveva sopra tutti onorata con la grazia;né essere stata assoggettata alla comuneputredine dei vermi e della polvere Colei che avevagenerato il Salvatore suo e del mondo intero. SeEgli ha potere di non lasciar cadere un capellodal capo dei suoi servi, ha pure potere di conservarela sua Madre intatta di anima e di corpo».

«Io porrò inimicizia fra te (il demonio) e laDonna, si legge nel Genesi, tra il seme di Leied il seme tuo; Ella ti schiaccerà il capo». In

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questo passo Dio predice il trionfo di Gesù Cristosul demonio. Questo trionfo è certo: contro ilpeccato, contro la concupiscenza e contro lamorte; ma è anche un trionfo comune al Figlioed alla Madre. E come contro Gesù non ebbevittoria il demonio, né per il peccato, né per laconcupiscenza, né per la corruzione del sepolcro,così neppure contro Maria. Quindi la BeataVergine fu immacolata; Maria fu esente dalfomite del peccato, Maria fu salva dalla corruzionedel sepolcro. «Maria, dice S. Gregorio Nisseno,fu trasportata in Paradiso fra il canto deicori Angelici, preceduta dal Figlio suo».Sembra che la festa dell'Assunzione sia la piùantica delle feste Mariane. Già parzialmenteinculcata nel Concilio di Efeso nel 431, latroviamo celebrata a Roma nel secolo VII;nell'847 Leone IV vi aggiunse la vigilia e l'ottava.

Gesù è nostro Salvatore, Maria dispensieradelle grazie; Gesù Mediatore e Maria Mediatrice;Gesù Via, Verità e Vita e Maria vita, dolcezza,speranza: ora tutte queste cose ricevonomolta luce considerando Maria già unita a Gesùnella trionfale risurrezione del Paradiso.

Betlemme, Nazaret, il Calvario, il montedell'Ascensione hanno veduta Maria sempreassociata al Figlio; a noi sembra pure tantoconveniente contemplare Gesù e Maria unitinella gloria dell'anima e del corpo in Paradiso.

La gloria della Madre è pure gloria delFiglio; ed il Figlio, ha in Maria il maggior fruttodella sua morte: Maria non già purificata dallacolpa d'origine, ma per i meriti del Figliopreservata; Maria non entrerà col corpo in cielo,ma già è colà entrata. Gloria a Dio, onorealla Vergine Maria, pace agli uomini!

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DIVOZIONE A MARIA

L'ASSUNZIONE DELLA B. VERGINE MARIA

L'Assunzione è il giorno dell'entrata trionfaledi Maria in Cielo; della sua glorificazione eincoronazione innanzi alla corte celeste; giorno incui la sua anima benedetta si separò dal propriocorpo non per debolezza di natura, ma per uneccesso inaudito di amore divino; giorno in cuiMaria fu assunta anima e corpo in Paradiso. Fuquesto un giorno di allegrezza per gli Angeli, peri Santi, per la B. Vergine, per la SS. Trinità. IlPadre l'accolse con tenerezza, come Figliaprediletta e La incoronò partecipandoLe il suoamore. Infine le tre Persone Divine Le prepararonoun trono, alla destra di Gesù, La dichiararonoRegina del Cielo e della terra e comandaronoagli Angeli e a tutte le creature di servirLa eubbidirLa.

Conseguenze pratiche per noi:1) Accettiamo la morte e l'umiliazione del

sepolcro.2) Tra le pene e le fatiche corporali

consoliamoci nella speranza della risurrezione.3) Confidiamo in Maria che assisterà in morte

i suoi divoti.

PREGHIAMO MARIA

L'Orazione della Messa dice:

Perdona, o Signore, i peccati dei tuoi servi, affinché,non potendoti piacere con le nostre azioni, siamo salvatidall'intercessione della Madre del Tuo Figliuolo SignorNostro.

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La SecretaVenga in aiuto del tuo popolo, o Signore, la preghiera

della Madre di Dio, la quale, pur sapendo che è uscitadi via secondo le leggi della carne, la sperimentiamotuttavia Mediatrice presso di Te, nella gloria celeste.

Il DopocomunioneSignore, Dio nostro, chiamati a far parte del celeste

banchetto, imploriamo la tua clemenza, affinché celebrandol'Assunzione della Madre di Dio, siamo liberati, per suaintercessione, da tutti i mali che ci minacciano.

ESEMPIO

S. STANISLAO KOSTKA

Santo privilegiato di Maria, fu chiamato alpremio prima della fatica, ma non prima delmerito, ché di merito era tanto ricco!

A Vienna il giovane si trovava gravementeinfermo, in casa di un protestante; suo fratello eramondano ed egli assolutamente non potevaricevere i Sacramenti. La SS. Vergine allora, lo fececomunicare per il ministero di due Angeli.Venne poi Ella stessa e gli pose in braccio ilS. Bambino; lo guarì con un miracolo, gli diede lavocazione alla Compagnia di Gesù e lo guidò perla via, che egli percorse a piedi, da Vienna aRoma.

Stanislao è il Santo della Madonna; è unadelle colonne della Compagnia di Gesù! Quandogli si diceva: Stanislao, ami la Madonna? elevavagli occhi e le mani al Cielo ed esclamava:Oh! se l'amo, Ella è mia Mamma!

A 18 anni decise di andare a passar l'Assuntain Paradiso. Lo scrisse a S. Lorenzo, in un biglietto

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che posò sull'altare del Santo e che non fupiù ritrovato. Postosi a letto annunziò prossimala sua morte. Il Superiore gli disse meravigliato:Ma, per sì lieve malattia, sarebbe maggiormiracolo morire, che rimettersi subito in salute.Eppure la mattina del 15 Agosto, all'alba dellafesta, la Madonna l'aspettava, ed egli ubbidì: laSS. Vergine lo chiamò, e Stanislao lasciò la terrae volò con la Madre Celeste. Morì in S. Andreaal Quirinale ove si venerano parecchiedelle sue reliquie, mentre in parte sono stateportate ad ingemmare la sua patria: la terra diPolonia.

Il mondo non sentì la sua voce, il suo apostolatol'esercita ora da secoli e nei secoli per laCompagnia di Gesù, per i giovani studenti.

LODE

Con letizia concorde,tolta la mestizia,i trionfi di Mariacanti la Chiesa:

Vergine Maria!Per la viva gioia,al risorgere di Cristo,fiorì come giglio,vivo vedendo il Figlio:

Vergine Maria!A gran corola lodano i celesti,noi pure coi celesti,un nuovo canto alziamo:

Vergine Maria!O Regina dei Vergini,odi supplici voti,e dopo il mortale arresto,

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della vita il premio dona:Vergine Maria!

Gloriosa Trinità,indivisa unità,per i meriti di Maria,salvaci per i secoli:

Vergine Maria!

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GIORNO NONO¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯

Maria Regina degli Apostoli

S. SCRITTURA

Ed essendo assieme a mensa, comandò loro dinon allontanarsi da Gerusalemme, ma di aspettarela promessa del Padre, la quale avete udita(disse) dalla mia bocca, perché Giovanni battezzòcoll'acqua; ma voi sarete battezzati collo SpiritoSanto, di qui a non molti giorni. Ma i convenutigli domandavano: Signore, lo ricostruirai orail regno d'Israele? Rispose loro: Non sta a voiil sapere i tempi e i momenti che il Padre si èriservato in suo potere; ma voi riceverete lavirtù dello Spirito Santo che verrà sopra di voi, e misarete testimoni in Gerusalemme e in tutta laGiudea, e nella Samaria e fino all'estremità dellaterra.

E, detto questo, mentre essi lo guardavano, silevò in alto; ed una nuvola lo tolse agli occhi loro.E mentre stavano a mirarlo ascendere al cielo,ecco due personaggi in bianche vesti, presentarsiloro e dire ad essi: Uomini di Galilea perchéstate a guardare in Cielo? Questo Gesù, che, toltoa voi, è stato assunto al Cielo, così verrà comel'avete visto andare in Cielo.

Allora tornarono a Gerusalemme, dal monte

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chiamato dell'Oliveto che è vicino a Gerusalemme,quanto il cammino di un sabato.

E, giunti che furono, salirono al cenacolo. Evi stavan Pietro e Giovanni, Giacomo e Andrea,Filippo e Tomaso, Bartolomeo e Matteo, Giacomod'Alfeo e Simone Zelote e Giuda di Giacomo.

Tutti questi perseveravano unanimi nell'orazione,insieme con le donne e con Maria, madredi Gesù, e coi fratelli di lui (At. 1,4-14).

(Dal Messale: Festa di MariaRegina degli Apostoli).

«REGINA APOSTOLORUM, ORA PRO NOBIS»La festa di Maria Regina degli Apostoli si

celebra il primo venerdì dopo l'Ascensione diGesù Cristo al Cielo.

Nell'ultimo Oremus della Messa, la Chiesaprega: «Concedici, o Signore, Te ne preghiamo,per il patrocinio della Beata sempre VergineMaria, e Regina degli Apostoli un perseveranteservizio secondo il tuo volere, in modo che latua Chiesa compia sempre nuovi progressi».

•Maria è Regina degli Apostoli perché così

volle Gesù. La Chiesa nella Messa di tale festac'invita a leggere il seguente tratto di Vangelo:«Or presso la croce di Gesù stavano sua Madree la sorella di sua Madre, Maria di Cleofa eMaria Maddalena. Avendo Gesù veduta suaMadre e lì presente il discepolo suo prediletto,disse a sua Madre: Donna, ecco il tuo figlio. Poidisse al discepolo: Ecco la tua madre, e da quelpunto il discepolo la prese con sé»(Gv. 19, 25-27).

Gesù aveva tenuto con sé gli Apostoli, finoall'ultimo momento, li aveva guidati, ammaestrati

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sostenuti. Ora che Egli stava per lasciare laterra, essi erano tanto deboli, sfiduciati edavviliti; occorreva loro un conforto. Gesù lo diedequesto conforto, assegnando loro per madreColei che era stata madre anche a Lui; e l'avevaconfortato con la sua presenza durante lacrocifissione e l'agonia in croce. Maria fu dataMadre a tutti, ma specialmente agli Apostoli.Difatti S. Giovanni era un Apostolo e serappresentava tutti gli uomini, rappresentavaparticolarmente gli Apostoli.

•Maria era già stata predestinata Regina degli

Apostoli.Dio Creatore ha operato tutto secondo la

sapiente ordinazione nel Figlio e nell'amore delloSpirito Santo. Consideriamo la vastità del pianooperativo di Dio, secondo le parole di S. Paolo:«Il mistero della volontà di Dio secondo ildisegno che si era proposto e da eseguire nellapienezza dei tempi, di riunire in Gesù Cristotutte le cose» (Ef. 1,9-10). «E quando venne lapienezza dei tempi, Dio mandò al mondo il suoFigliuolo fatto di Donna» (Gal. 4,4); Figliocioè di Maria, per mostrare così nei secoli futurile abbondanti ricchezze della sua grazia.

Dio, dunque, ha ordinato tutto un pianoimmenso, redentivo e santificativo. Secondo talpiano Gesù Cristo passa per Maria, formato nel suoseno benedetto. In Maria ebbe forma la personafisica di Gesù Cristo destinato ad essere il Capodel corpo mistico. Gli Apostoli e i Sacerdotiformeranno i fedeli, cioè le membra di GesùCristo: essi coopereranno con Maria e sottoMaria. Tutti gli Apostoli sono come Ministri diMaria, fino al compimento dei secoli. Due sono le

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pienezze dei tempi: la prima già è avvenuta, eper essa già ricevemmo Gesù Cristo fisicamenteconsiderato; la seconda avverrà quando saràedificato il Corpo Mistico di Gesù Cristo, peressere compiuto il numero degli eletti. In Maria,dunque, ogni apostolato per tutti i tempi.

•Maria possedeva, e possiede ora anche più, le

qualità che formano l'Apostolo. Esse sono: scienza,santità, zelo. L'Apostolo è un maestro cheinsegna la verità, perciò deve sapere. Maria èsede della sapienza, è madre del buon consiglio,ricevette più di tutti il dono della sapienza, delconsiglio, della scienza, dell'intelligenza.

Maria ebbe la più alta santità. La Chiesa Ledice nell'Ave e nelle Litanie: «Sancta Maria»...e poi ripete tante volte sancta, anzi santissima,superlativo che non è usato per alcun altrosanto. Ciò per indicare la specialissima virtù,grazia, merito, e gloria che sono in Maria.

Maria è piena di zelo: lo dimostrò durantela vita di Gesù, lo mostra ora dal Cielo, poiché:custodisce gl'innocenti, santifica i suoi devoti,converte i peccatori, conforta i moribondi,prega per la Chiesa, libera le anime purganti.

•Maria esercitò gli uffici di Regina degli

Apostoli. Ella fu la prima a presentare il DivinMaestro a S. Giuseppe, ai pastori, ai Magi, alvecchio Simeone, al mondo.

Confortò gli Apostoli, li raccolse, li guidònella preghiera dopo l'Ascensione di Gesù, finoad ottenere lo Spirito Santo sulla nascente Chiesa.

Nella sua morte, circondata, secondo latradizione, dagli Apostoli, fece loro materne

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raccomandazioni per la diffusione del S. Vangelo;ricevette dagli Apostoli devota sepoltura; venneincoronata Regina nel giorno dell'Assunzione.

In tutti i secoli Ella sconfisse le eresie,protesse la Chiesa, fu ausiliatrice del popolocristiano; suscitò Vocazioni, fu lume dei dottori,Regina delle Missioni; corroborò ogni forma diapostolato: quello della predicazione, delle operecaritative, della scuola, della stampa, ecc.

•Gesù Cristo è la via per andare a Dio;

Maria è la via per trovare Gesù Cristo. Dice il B.Grignion de Montfort: «E' per mezzo di Mariache venne a noi Gesù; ed è ancora per mezzodi Maria che noi andiamo a Gesù Cristo».

La Chiesa pone sulle labbra di Maria questeparole: «Chi trova me, trova la vita e avràsalute da Dio» (Pr. 8,35).

Man mano che si succedono i tempi e neitempi i popoli, e si realizzano le circostanze;uomini, popoli, tempi e circostanze ricevonol'influsso dell'Apostolato di Maria, Regina degliApostoli. Per questo Maria è vivente in Cielo inanima e corpo come Gesù Cristo, per continuarel'Apostolato.

L'Apostolato della B. Vergine è come il sole:man mano che gli oggetti si fanno davantiricevono i raggi benefici di luce, di calore e disalute.

•Ancora un rilievo: le glorie di Maria, la vita

di Maria, non fu tutta scritta da quelli che laconobbero, come non fu tutta scritta la vita diGesù Cristo.

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Tutto il dogma e l'Apostolato Mariano fuaffidato alla Chiesa: ma i primi uomini nonconobbero tutto, perché molte cose riguardavanoi posteri: molte cose non le scrissero perché vivee palpitanti e non era necessario fissarle. In seguitoi Padri scrissero queste verità mariane: e il lorotestimonio unanime che la Chiesa così tiene, èverità, storia, e documento di fatti.

Ed ecco la luce dei fatti. I Profeti che nonmancarono mai nel popolo di Dio, vedevano inMaria ordinati tutti i tempi di preparazione e diaspettazione del Messia. Gli Apostoli che nonmancano mai nella Chiesa, e per nessun bisogno,invocano tutti Maria come protettrice d'ognimissione, riconoscono tutti Maria Madre della loroVocazione, custode, Maestra, Regina del lorosingolo Apostolato. E' un fatto imponente, unfatto universale, un fatto eloquente nella Chiesa!

Maria è Colei che infrange tutte le eresie;Maria è la stella che guida le Missioni Cattoliche;Maria è la Regina della buona stampa... InMaria si concentra l'apostolato universale e l'aiutouniversale per l'Apostolo. E' la posizione di Maria,è il posto determinato a Lui dal Signore, èla sua Vocazione.

E' questa la volontà di Dio: che tutti gli Apostoliricevano grazie da Maria, esempio di virtù edi spirito apostolico, luce per predicare escrivere, prudenza per operare.

Accoglici, o Madre nostra Regina e prega iltuo Figliuolo Signore della messe che mandioperai nella sua messe.

Fa', o Madre e Regina nostra, che la tuapotente intercessione maturi il giorno in cui tuttele genti siano congregate presso il PastoreSupremo.

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PREGHIAMO MARIA

Ecco i pensieri della Chiesa nella Liturgia:L'introito descrive mirabilmente la magnificenza della

città di Dio che è Maria SS. ed insieme offre la visionedell'Apostolato Mariano in tutti i secoli ed in tutti i popoli.

L'orazione dice: O Dio, che mandasti lo Spirito Santosopra gli Apostoli raccolti in preghiera con Maria Madredi Gesù, concedici di poter fedelmente servire la sua maestà,sotto la protezione della Madre nostra e Regina degliApostoli e di propagare colla parola e coll'esempio lagloria del tuo nome.

La Secreta: Per la tua benignità, o Signore, e perl'intercessione della B. e sempre Vergine Maria, questa nostraofferta, ottenga alla Sua Chiesa l'accrescimento dinumerosi fedeli e la faccia rifulgere di ogni virtù.

Il Dopocomunione: Ricevuti, o Signore, i soccorsi dinostra salvezza, concedici, te ne preghiamo, per il patrociniodella B. Vergine Maria Regina degli Apostoli, un perseveranteservizio secondo il tuo volere in modo che la tuaChiesa faccia sempre nuovi progressi.

PREGHIERA A MARIA REGINA DEGLI APOSTOLI

O Immacolata Maria, corredentrice del genere umano,guardate agli uomini, riscattati dal sangue del VostroDivin Figliuolo, ed ancora avvolti in tante tenebre di erroried in tanto fango di vizi.

La messe è sempre molta, ma gli operai, ancora moltoscarsi. Vi prenda pietà. o Maria, dei vostri figli, che ilmoribondo Gesù vi raccomandò dalla croce.

Moltiplicate le vocazioni religiose ed ecclesiastiche.Dateci apostoli del bene pieni di sapienza e di fervore,sostenete colle vostre premure le anime che consacrano laloro vita a vantaggio del prossimo. Vi sovvenga di quantofaceste per formare Gesù e l'apostolo Giovanni, ricordatevidelle vostre dolci insistenze, presso il Signore, per ottenerelo Spirito Santo agli Apostoli; ripensate che foste la

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consigliera dei primi Apostoli e degli Apostoli di tutti i tempi.Con la vostra onnipotenza supplichevole, rinnovate

ancora la divina Pentecoste sui chiamati all'Apostolato:santificateli, accendeteli di santo ardore per la gloria di Dioe la salvezza delle anime; dirigeteli in tutti i loro passi;preveniteli con le vostre grazie; sosteneteli nei momentidi sconforto; coronate il loro zelo con manipoli copiosi.Esauditeci, o Maestra, Madre e Regina degli Apostoliperché ovunque si diffonda lo splendore del regno di N. S.Gesù Cristo e tutti possano giungere alla luce della veritàed al beato giorno della felicità eterna.

Ave Maria, ecc.Regina Apostolorum, ora pro nobis.

ESEMPIO

S. IGNAZIO DI LOJOLA AL SANTUARIO DI MONSERRATOIN ISPAGNA

Non lungi dalla città di Barcellona vi è ilcelebre Santuario di Monserrato, uno dei piùfrequentati della Spagna. La taumaturga Immaginedi Maria, venerata col più vivo trasporto di fedee di pietà, attrae ogni anno gran folla di persone.Pochi in quella regione sono coloro chenon procurano di recarsi una volta almeno nelcorso di loro vita, in devoto pellegrinaggio aquel Santuario, che ispira tanta fiducia, tantoraccoglimento. Fu appunto in quel Santuario cheSant'Ignazio di Lojola risolvette di abbandonare ilmondo per consacrarsi interamente al Signore,legandosi a Lui con voto di castità perpetua.

Dimorò per ben due anni nella dolce solitudinedi quel Santuario e nel frattempo meditò econobbe la vanità del mondo. Ignazio ebbe dallaSS. Vergine le verità che sviluppò nel suo celebre

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libro degli Esercizi Spirituali. Propose dilavorare sempre alla maggior gloria di Dio.Questo era appunto il motto da lui sempre ripetutoe che anche oggidì si ripete con nobile slanciodai suoi figli spirituali, i Gesuiti. Prima diabbandonare il Santuario, appese in trofeo le armidi Cavaliere all'altare di Maria, e nel giornodell'Annunziata del 1522 partiva per ritornare nelmondo senza più essere del mondo. Pieno dellospirito di Gesù Cristo, fondò la Compagnia diGesù, che volle dedicata alla Vergine SS.Divenne un prodigio di santità, nuovo ferventeapostolo della Chiesa Cattolica, riempiendo la terradella fama delle sue gloriose gesta. Le principaliverità che inculca nell'aureo libro degli EserciziSpirituali, che meritò i più grandi elogi delpontefice Pio XI, sono il salutare pensierodel fine per cui siamo creati, il dovere di viverenel timor santo di Dio, l'imitazione di Gesù Cristo,la preghiera fiduciosa e perseverante all'augustaMadre di Dio e Madre nostra Maria.

LODE

D'ogni Apostolo Regina,Madre a tutti sei Maria,Su noi pio l'occhio inchina:Gesù mostra ai figli in Ciel!

Mille penne, lingue, accentiMaria dicano beata,Gesù cantino le gentiVia, Vita e Verità.

Tu del Figlio grande Madre,Dello Spirto sacra sposa,Del celeste nostro PadreTra le figlie eletta sei.

Mille penne, lingue, accenti...

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A noi pure ottieni i doniDello Spirito che agli ApostoliNel Cenacol con te proniLuce infuse, zelo e amor.

Mille penne, lingue, accenti...Ecco Madre, qui i tuoi figliTu ci nutri, tu ne guida,Tu ci salva nei perigliFa' che viva in noi Gesù.

Mille penne, lingue, accenti...Agli eletti del SignoreDolci e forti voci ispira,Bontà e grazia dona al cuore:All'uom pace, a Dio onor!

Mille penne, lingue, accenti...Vivi Paolo! e la parolaDei tuoi figli sentan tutti!Deh! sia presto una la scuola,Uno il gregge, uno il Pastor!

Mille penne, lingue, accenti...

7. Maggio.

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GIORNO DECIMO¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯

Maria nella Sacra Liturgia

S. SCRITTURA

Ella sarà sublimata in mezzo al suo popolo, esarà ammirata nelle assemblee dei santi; saràencomiata dalla moltitudine degli eletti e benedettadai benedetti di Dio.

(cf. Sir. 24,1-2).

Il Signore ha fatto grande Maria nellacreazione e nella redenzione; l'ha fatta grandenell'assunzione ed esaltazione; ma l'ha pur fattagrande nella Chiesa, nella quale occupa un postoregale e riceve un culto altissimo e larghissimo.

La Chiesa è consona a se stessa nel dogma,nella morale, nel culto; e come insegna grandicose di Maria, così la propone a modello d'ogniperfezione e le dà nella sacra liturgia, unculto specialissimo, detto di iperdulia.

Le feste fanno conoscere Maria e risveglianola fede in Lei; purificano il cuore; sonopreghiera e grazia.

a) Fanno conoscere e risvegliano la fede inMaria. La Chiesa ha un grande libro, la sacraLiturgia nel quale ci presenta la Teologia Mariana.

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Tali feste ci espongono verità mariane conlinguaggio penetrante e comprensivo, semplice esublime. Esse ci mostrano Maria nei suoi rapporticon Dio e con l'umanità, nello sfolgorio dellasua grazia e nella pienezza della sua potenza,nell'acerbità delle sue prove e nell'imponenzadei suoi trionfi; nella sua esaltazione celeste enella sua materna condiscendenza verso gliuomini.

Considerata nelle sue feste, Maria ci apparevagheggiata da Dio fin dall'eternità come Madree Corredentrice.

Ci si presenta candida colomba, Sposaimmacolata dello Spirito Santo, più pura degliAngeli, immune da ogni peccato, portento dellaDivina onnipotenza; stella mattutina, foriera deldivin Sole di giustizia; insignita di un nome cheè il primo dopo quello di Gesù.

Ci appare vergine che nel tempio si consacraa Dio interamente; sposa pudica di Giuseppe,Madre Vergine del Salvatore, serva umilissimadi Dio.

E' l'Addolorata del Calvario, la Regina degliApostoli, la tesoriera di tutte le grazie.

Dalla Teologia Mariana speculativa, la Chiesaforma una Teologia Mariana morale. Ella cidesidera formati su Maria, perché diventiamo piùfacilmente e perfettamente simili a Gesù, ilgrande modello. Perciò nell'anno è un seguirsi difeste a Maria; la Madonna ci è presentata in tuttele circostanze della vita.

Per questo il Calendario della Madonna è piùampio d'ogni altro: non solo di quello dei Santi,che di solito hanno una festa unica; ma di quellostesso di Gesù Cristo. Le feste di Maria infattinon si limitano a quelle sole registrate nel Messale

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Romano. Esse sono: quattordici per la Chiesauniversale e ventidue pro aliquibus locis. Nellaprima serie abbiamo: 1) la Purificazione; 2)l'Annunciazione; 3) l'apparizione di Lourdes; 4) laVisitazione; 5) la Vergine del Carmelo; 6) laMadonna della Neve; 7) l'Assunta; 8) laNatività; 9) i Sette dolori di Maria (che vengonofesteggiati due volte); 10) la Madonna dellaMercede; 11) il Nome di Maria; 12) il Rosario;13) l'Immacolata Concezione; 14) laPresentazione di Maria al Tempio.

Nella seconda queste altre: 1) la Madonnadel Buon Consiglio; 2) Maria AuxiliumChristianorum; 3) la Vergine della Consolazione; 4) ilCuore Purissimo di Maria; 5) lo Sposalizio; 6) latraslazione della S. Casa di Loreto; 7) l'Aspettazionedel Parto; 8) la festa dell'Umiltà di Maria;9) Medaglia miracolosa; 10) Maternità di Maria;11) Maria «Mater pulchrae dilectionis»; 12) laMadonna delle grazie; 13) dei Miracoli; 14) dellaMisericordia; 15) del Divin Pastore; 16) delPerpetuo Soccorso; 17) della Divina Provvidenza;18) la Purità di Maria; 19) Maria rifugio deipeccatori; 20) Regina degli Apostoli; 21) Reginadi tutti i Santi; 22) Salute degli infermi.

Questo catalogo poi è prolungato dall'elencodi feste nazionali, regionali e locali.

Per formarsene un giudizio approssimativogioverebbe leggere i dodici volumetti intitolati:L'anno di Maria, di Ilario Maurizio Vigo (Torino1904), oppure i due volumi in foglio delCalendarium SS. Virginis Mariae del Colvenerio(Donai 1638), oppure il più breve, ma sostanzialeFasti Mariani, sive Calendarium S. M. V. Deiparaedell'Holweck (Friburgo i. B. 1892). Quivi si vede,

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come, tenendo calcolo delle pratiche dellediverse Chiese sparse nel mondo sia d'oriente ched'occidente, ogni giorno dell'anno è ricchissimo,anzi addirittura saturo di feste in onore dellaRegina del Cielo e della terra.

«La solennità della Vergine è argomento dicastimonia, scrive S. Proclo, è glorificazione ditutto il sesso femmineo, è gloria delle donne, equindi di Colei che nello stesso tempo fu Verginee Madre... E la Vergine Maria, la Santa Madredi Dio, che ci ha qui al presente congregati:Lei immacolato tesoro della verginità, lospirituale paradiso del secondo Adamo, l'officinadell'unione delle (due) nature, il mercato delsalutare commercio, il talamo in cui il Verbo sidisposò alla carne, l'animato roveto della natura,che il fuoco della divina generazione non consumò,quella vera nube leggera, che portò incorporatoColui che siede sopra i Cherubini; il mondissimovello della rugiada celeste, del quale il Pastorericoprì la pecorella. Maria, dico, ancella emadre, vergine e cielo, unico ponte tra Dio egli uomini, venerando telaio dell'Incarnazione,nel quale in una maniera ineffabile fu tessutala tunica di quell'unione della quale il tessitoreè lo Spirito Santo e la congiungitrice, la virtùobumbrante dell'alto, la lana l'antico vello diAdamo, la trama l'immacolata carne dellaVergine, la spola l'immensa grazia della gestante, el'artefice infine, il Verbo discendente per l'udito».

La Chiesa nelle feste di Maria è a Cristo cheindirizza in primo luogo le sue lodi. Celebriamol'Assunzione della B. Vergine ed onoriamo Cristosuo Figlio (Invit[atorio] del 15 Agosto). Gli Angelisi rallegrano del trionfo di Maria e lodano il Figlio

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di Dio (Introito dell'Assunzione). Maria è inrealtà il più bel trofeo della vittoria di Gesùsopra il demonio. Cantare le glorie della Madre èun glorificare il suo Figlio, dal quale quellederivano. Niente è più glorioso per Maria che gliomaggi resi al Figlio. Alla fede e morale seguela preghiera.

E' così varia, sapiente e affettuosa la pietàliturgica mariana che si può dire minierainesauribile.

Per celebrare convenientemente e con fruttole feste di Maria, bisogna entrare in esse conquelle pratiche e con quello spirito che sonorichiesti in genere per la santificazione di tutte lefeste. Quello che si può chiamare ed è realmentel'elemento formale per la compiuta santificazionedi una festa qualsiasi, è immedesimarsi colsuo oggetto. La Chiesa prende sempre da essol'ispirazione per i riti e le preghiere che vi adattanella Liturgia: ma anche il fedele devoto asua volta, deve dalla meditazione di esso ricavareelevazioni, affetti, risoluzioni convenienti. E'evidente, per esempio, che diversi saranno imovimenti dell'animo per le feste dell'ImmacolataConcezione e dell'Assunzione.

Per riuscire a questo, chi ha capacità epreparazione sufficiente, troverà innumerevoli epreziosissimi sussidi nella Liturgia della festa corrente,nei manuali liturgici e di preghiera. La Liturgiaè una letteratura delle più meravigliose. Ma èoriginale e sui generis, pur seguendo nelle lineegenerali l'andamento dei drammi. Le svariatecomposizioni liturgiche, benché nella costruzioneformale obbediscano invariabilmente a deicanoni fondamentali, non sono legate ad un ordine

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logico. Spesso basta quello psicologico.Fortunatamente ai giorni nostri c'è un grande risvegliodi studi liturgici anche nel popolo poco colto, edil merito di ciò risale all'ardente ed illuminatoapostolato che in codesto campo vannodispiegando i Benedettini delle diverse nazioni.Circolano in gran numero Messali e Vesperali in tuttele lingue volgari, in grazia dei quali le ricchezzeliturgiche vengono alla portata d'ognuno. Quantopiù approfondita e diffusa diventerà la cognizionee la comprensione del pensiero formulato dallaChiesa nei testi liturgici, tanto più santo sarà ilmodo di celebrare le feste tutte e specie quelledi Maria. Ma conoscere i diversi aspetti deimisteri di Maria celebrati nelle sue feste, edesaltarli col formulario officiale della Chiesa, non ètutto. Bisogna offrire alla Gran Madre il nostroculto con mani pure e con cuore innocente.Quindi, oltre l'assistenza alla S. Messa occorrela frequenza ai Sacramenti, nei quali l'anima sipurifica dal peccato e si fortifica con le carni ecol Sangue del Salvatore.

DIVOZIONE A MARIA

FESTA DELLA PURIFICAZIONE

S. Gioachino e S. Anna seppero custodire ilfiore di grazia che Dio aveva loro concesso. Treanni dopo la sua nascita, la piccola Maria, fuda loro presentata al Tempio, perché soltantoquesto poteva essere l'atmosfera propizia dovesarebbe cresciuto l'albero che doveva dare almondo Gesù, il frutto delizioso della salute.

La piccola Figliuola di David, docile alla voce

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celeste, dimentica del suo popolo e della casadel padre suo, offrì al suo sposo divino, ilsacrificio più puro, più gradito e più perfetto cheabbia mai ricevuto la divina Maestà, dopo ilsacrificio della croce.

A questo riguardo S. Alfonso scrive: «Comela S. fanciulla si presentò e si offrì presto einteramente a Dio nel tempio, così noi, in questogiorno, senza indugio e senza riserva,presentiamoci a Maria e preghiamola che ci offeriscaLei a Dio il quale non ci rifiuterà, vedendociofferti dalle mani di Colei che fu il Tempio vivodello Spirito Santo, la delizia del suo Signore ela Madre del Verbo Eterno».

PREGHIAMO MARIA

Ecco come prega la Chiesa:

Orazione: O Signore, che hai voluto si presentasse oggial Tempio, la beata sempre Vergine Maria, abitazione delloSpirito Santo, concedici, te ne preghiamo, che, per la suaintercessione, meritiamo di essere presentati nel Tempiodella gloria eterna.

Secreta: Per la tua clemenza, o Signore, e perl'intercessione della Beata sempre Vergine Maria, quest'offertagiovi a nostra prosperità e pace nel tempo e nell'eternità.

Dopocomunione: Questa Comunione, Signore, ci mondidai peccati, e per intercessione della B. Vergine MariaMadre di Dio, ci faccia partecipi del celeste rimedio.

ESEMPIO

S. MARIA DEGLI ANGELI (O PORZIUNCOLA) AD ASSISI

Correva l'anno 1221, quando, una notte l'umileservo di Dio, S. Francesco, mentre pregava

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nella piccola Chiesa di S. Maria degli Angelipresso Assisi, veniva favorito di una singolare,portentosa visione. Maria e Gesù gli apparironoavvolti in un oceano di splendore, e cinti daschiera di spiriti celesti. Gesù rivoltosi al pioreligioso: «Chiedimi, o Francesco, gli disse,qualche favore a vantaggio delle anime per lasalute delle quali tu consacri la tua vita».

A queste parole esitava Francesco, ma posciaconfortato ed animato dalla Madonna: «Unagrazia vi chieggo ed è che chiunque visiteràquesta Chiesa, pentito dei suoi peccati, acquistil'indulgenza plenaria, ossia la remissione totaledella pena temporale delle sue colpe».

Piacque tanto al Cuor di Gesù questa propostache venne subito concessa per la mediazionedi Maria SS., a condizione però di recarsi dalPapa per avvisarlo della visione avuta, e in paritempo pregarlo di accordargli con suo decretola desiderata indulgenza. Stupì a tale domandail Vicario di Cristo, Onorio III pure l'accordò.Siccome non era stabilito alcun giorno precisoper lucrarla, il Santo pregò Iddio a fargliconoscere in proposito la sua volontà, e Gesù gliapparve una seconda volta con la sua SS. Madrenella stessa Cappella, per annunziargli che lagrande indulgenza incominciava dai primi Vespridella festa di S. Pietro in Vincoli (1 Agosto)durando fino alla sera del giorno seguente.

L'insigne favore, chiamato il Perdono d'Assisi,veniva poi esteso dai Romani Pontefici a tutte leChiese Francescane, anzi a tutte quelle chieseove è istituita la Confraternita dei Terziari.

Approfittiamo del singolare dono che ilPoverello d'Assisi ottenne per l'intercessione di

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Maria, per concepire sommo orrore del peccato,purificare l'anima nel Sangue adorabile di Cristo,onde rimetterci nella grazia e nell'unionecon Dio.

LODE

Dei matris cantibus solemnia recolat solemnibus Ecclesia:Vota tuis auribus Concilia, Te devotis vocibus laudantia,Digna dignis laudibus.

O gloriosa Domina, quorum laudant carmina, precamur,dele crimina.

Tua nos restituit conceptio. Quos serpentis abruit deceptioDe mortis eripuit confimo, et finem imposuit exilio quodHeva promeruit.

O gloriosa...

Et est venerabilis solemnitas nobis tua nobilis Nativitas.Surgeret ut fragilis humilitas, per quam venit humilis sublimitas.Incomprehensibilis.

O gloriosa...

Quam sibi vox attulit angelica, mundum salus extulit coelica:Bona secum detulit vivifica, mala nobis abstulit mortifica,Et salutem contulit.

O gloriosa...

Ades ergo miseris supplicibus et nostri memineris, ut precibusNos conjungas superis Spiritibus. Quo praelata caeteris caelestibus.Fructu tuo frueris.

O gloriosa...

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II.

Secondo ossequio: imitare Maria nelle suevirtù.

«Filii Mariae imitatores eius: Sono figliuolidi Maria i suoi imitatori» (Riccardo).

«Dilectissimi, Mariam colite quam amatis,quia tunc vere amatis, si imitari volueritis,quam amatis: Carissimi, imitate Maria chevoi amate; poiché il vero amore ne imita levirtù» (S. Girolamo).

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GIORNO UNDICESIMO¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯

La fede di Maria SS.

S. SCRITTURA

Or in quei giorni Maria si mise in viaggio perrecarsi frettolosamente in una città di Giuda sullemontagne, ed entrò in casa di Zaccaria e salutòElisabetta. Ed avvenne che appena Elisabettaudì il saluto di Maria, il Bambino le balzò nelseno; ed Elisabetta fu ripiena di Spirito Santo; edesclamò ad alta voce: Benedetta tu fra le donne,e benedetto il frutto del tuo seno. E d'onde mi èdato che venga a me la Madre del mio Signore?Ecco, infatti, appena il suono del tuo saluto miè giunto all'orecchio, il bambino m'è balzato pelgiubilo nel seno. E te beata che hai creduto,perché s'adempiranno le cose a te predette dalSignore (Lc. 1,39-45).

(Dal Messale: Festa della Visitazione).

Le virtù teologali o divine costituiscono laparte essenziale della nostra santità. Sono lafede, la speranza e la carità: la maggiore peròè la carità come dice S. Paolo. Da esse dipendonotutte le altre virtù cristiane e religiose.

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Prima tra le virtù teologali è la fede.La fede è la virtù soprannaturale per cui

crediamo sull'autorità di Dio, ciò che Egli harivelato e ci propone a credere per mezzo dellaChiesa.

E' il primo passo per accostarsi a Dio:«Credere oportet accedentem ad Deum» (Eb. 11, 6).

Essa ci viene infusa da Dio nel S. Battesimo;è quindi un puro e gratuito suo dono; noi nonpossiamo né meritarlo, né acquistarlo con lesole nostre forze. S. Paolo scrive: «Non che siamocapaci di pensare qualche cosa da noi comevenisse proprio da noi, ma la nostra capacitàviene da Dio» (2 Cor. 3,5). La fede è la piùgrande ricchezza della terra. S. Luigi Re diFrancia stimava più l'unzione della fede chel'unzione regale, più il Battesimo che la corona di Re.E' più da stimarsi, ed è davvero più grande, chiconosce e crede le verità di un piccolo Catechismo,che un superbo filosofo il quale fermandosialle verità naturali, non ascende a Dio né sipiega alla dottrina della Chiesa.

La fede è il principio della salute: l'uomo nonpuò tendere a Dio e al Paradiso senza conoscerequesto Dio, il suo fine soprannaturale e i mezziper conseguirlo.

E' il fondamento e la radice della giustificazione.Come una radice non solo sostenta l'albero,ma gli presenta l'alimento onde possa produrrefoglie, fiori e frutti, così la fede non solosostenta la vita spirituale, ma la nutre, facendoprodurre atti di timore, di speranza, di carità,infine da essa dipendono la perfezione cristiana,la vocazione religiosa, lo zelo dell'apostolato.

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La fede non è solo necessaria di necessità diprecetto, per conseguire la salute, ma di necessitàdi mezzo. Sono note le parole di S. Paolo:«Senza la fede è impossibile piacere a Dio»(Eb. 11,6); e quelle di Gesù: «Chi non crederà,sarà condannato» (Mc. 16,16). Per questoil Concilio di Trento dichiara che la fede è«il fondamento e la radice di tutta lagiustificazione». Chi non crede è già giudicato.

La fede di Maria fu la più perfetta che siastata esercitata da persona umana: a Mariafurono proposte a credere verità altissime ed Ellafu pronta e costante nell'accettarle.

A Maria furono proposte a credere le cosepiù alte e difficili. L'Angelo le annunzia unaserie di prodigi e di misteri altissimi: l'ineffabilemistero della SS. Trinità sì nascosto nellalegge di natura e sì poco conosciuto nella leggescritta: il Padre, il Figlio, lo Spirito Santo; ilmistero dell'Incarnazione velato fino allora sottosimboli e figure; che Ella è la Vergine profetizzatada Isaia, che unirà in sé, con inaudito prodigio,la maternità più eccelsa colla verginità piùillibata; che il frutto delle sue visioni sarà santoper eccellenza e Figliuolo dell'Altissimo Iddio«et regni ejus non erit finis» (Liturgia: Festadi Gesù Cristo Re). L'Angelo propone sì grandicose con ammirabile semplicità; porge solo ilsegno di Elisabetta: «Et ecce Elisabeth cognatatua et ipsa concepit filium in senectute sua:Ed ecco, Elisabetta, tua parente, ha concepitoanche lei un figlio nella sua vecchiaia» (Lc. 1,36);reca per ragione soltanto l'onnipotenza di Dio:«Quia non erit impossibile apud Deum omneverbum: perché niente è impossibile presso Dio»

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(Lc. 1,37). Il Sacerdote Zaccaria, scriveammirato Sant'Ambrogio, non credé che Elisabettaavanzata in età e sterile potesse divenire Madred'un figliuolo: «Zacharias autem... non credidit»,e Maria invece credette che una Vergineconcepirebbe e darebbe alla luce un Dio fatto uomo.

Maria credette prontamente. Non esitò unistante: «Ecce ancilla Domini, fiat mihi secundumverbum tuum: Ecco l'ancella del Signore, sifaccia di me secondo la tua parola» (Lc. 1,38):ecco la risposta che Maria dà alla grandeambasciata. Non fu restia come Mosè, nondomandò prove come Gedeone, non chiese tempoper consultare. Al primo annunzio dell'Angelosi conturbò è vero: «Turbata est in sermone eius:si turbò a quelle parole» (Lc. 1,29); ma il suoturbamento derivava solo dall'amore alla suaillibata verginità e dalla sua umiltà. Mariacredette, e la sua prontezza nel credere, diceS. Agostino, aprì il cielo ed attirò nel suo seno ilVerbo eterno: «Fides Mariae coelum aperuitcum Angelo nuncianti consensit». Credetteprontamente e intraprese subito il viaggio per lemontagne della Giudea al fine di offrire i suoi serviziad Elisabetta: «Abiit in montana cum festinationein civitatem Juda; et intravit in domumZachariae; si recò frettolosamente in una cittàdi Giuda sulle montagne ed entrò in casa diZaccaria» (Lc. 1,39).

E S. Elisabetta esaltò Maria per la sua fedeferma e profonda ed a questa attribuì l'adempimentodelle divine promesse: «Et beata quae credidisti:perché hai creduto si avvereranno in te lecose che ti ha detto il Signore; perficentur inte ea quae dicta sunt tibi a Domino» (Lc. 1,45).

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Maria credette con costanza. La fede di Maria,posta alla prova, apparve sempre forte e generosa.Fu come uno scoglio in mezzo al mare, chenon si smuove per l'infuriare di marosi e ditempeste. Prova alla fede di Maria fu l'adorarecome Figliolo di Dio, consustanziale al Padre,quel Bambino che Ella diede alla luce in unapovera stalla, privo di tutti gli agi che nonmancano ai più poveri figliuoli degli uomini. Provafu il doverlo trafugare in Egitto per eludere ilfurore di Erode, come se Egli temesse la persecuzionedi un uomo, o non potesse altrimenti liberarsene.Prova fu il vederlo tanti anni nell'oscurità di unaumile bottega maneggiar la pialla e il martellosenza dar segno manifesto della sua divinità.Prova fu la sua passione e morte, quando parveche anche l'Eterno Padre si dimenticasse del suoUnigenito o non lo riconoscesse per Figlio.«Deus meus, ut quid reliquisti me?: Dio mioperché mi hai abbandonato?» (Mt. 27,46;Mc. 15,34). L'Apostolo S. Pietro, benchéformato alla scuola dei miracoli dubitò, dubitòl'Apostolo S. Tommaso; dubitarono tanti altri. «Vixin eis ulla fidei scintilla remanserat, dice S.Tommaso da Villanova; ma non dubitò Maria: solaomnium... plena fide, plena spe mysterium pectoresolvebat suo». Costante e generosa adorò in

8. Maggio.

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Gesù il suo Dio, quando richiamava i morti anuova vita come quando pendeva dalla croce.

Dobbiamo nutrire la nostra fede:Con la preghiera, perché essa è dono di Dio.

Occorre pregare per ottenere da Dio il lume dellafede, una volontà docile nell'assentire alle veritàrivelate. Questo specialmente nelle tentazionicontro la fede, nelle tribolazioni e nelleangustie.

Con la lettura dei libri sacri quali ci vengonodati dalla Chiesa. La S. Scrittura contiene lastessa parola di Dio; se la leggiamo con quellostesso spirito col quale fu scritta, Dio rivela a noii suoi segreti. Leggiamola assiduamente, consemplicità di cuore, cercando la mente di Dio e lasua divina volontà: «Pingebat actibus paginamquam legerat». La Chiesa vuole che si legga laBibbia commentata dai Santi Padri. «Molticattolici crederebbero di inclinare verso ilProtestantesimo se leggessero la Bibbia. Qualeaberrazione! Si è protestanti, quando si cerca nellaBibbia, interpretata arbitrariamente, la regola difede; si è cattolici quando si cerca nella Bibbia,integrata dalla Chiesa, l'alimento del pensierocristiano, il nutrimento dell'anima; perché laBibbia è la parola di Dio, è il pane dell'anima»(D'Hulst).

La Fede si nutre poi ancora con l'ascoltare laparola di Dio e specialmente con l'esercizio dellafede. E cioè: pensare e giudicare tutte le cosesecondo la dottrina e gli esempi di Gesù Cristo. Bena ragione dice l'Apostolo (Rm. 8,7) che laprudenza delle carne è nemica di Dio e che laprudenza del mondo è stoltezza. Che dunque? Ecco:

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Gesù Cristo, che non si sbaglia, ha volutoscegliere quanto dispiace alla carne: dovunque èmeglio, è più utile che eleggiamo questo anchenoi; chiunque insegna diversamente è unseduttore.

Come nei pensieri e nei giudizi, così anchenei discorsi è necessario l'esercizio della fede.Gesù chiama beati i poveri, i miti, gli umili,i casti, i perseguitati.

Adoperarsi per la diffusione, la conservazionee la difesa della fede. Mentre molti s'industrianoper togliere la fede dal cuore dei nostri fratelli,dev'essere nostro santo desiderio adoperarci acombattere per la fede. A tale scopo giova: farparte dell'Azione Cattolica, interessarsi perl'istruzione cristiana, per le Opere MissionariePontificie, il diffondere giornali che illuminano edifendono dagli attacchi degli eretici.

Concludendo:S. Ildefonso esorta: Imitamini signaculum fidei

Mariae. Ma come abbiamo da imitare questa fededi Maria? La fede è insieme dono e virtù. E' donodi Dio in quanto è una luce che Dio infondenell'anima; è una virtù per l'esercizio nella vita.La fede è regola di credere, ma anche di operare.Quindi disse S. Gregorio: «Ille vere credit, quiexercet operando quod credit: crede veramentecolui che opera secondo ciò che crede». E SanAgostino: «Dicis credo: quod dicis, et fides est».E questo è l'avere una fede viva, cioè il viveresecondo la fede. «Il giusto vive di fede» (Eb.10,38). E così visse la B. Vergine, a differenzadi coloro che non vivono secondo quel checredono, la fede dei quali è morta, come dice San

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Giacomo: «Fides sine operibus, mortua est»(Gc. 2,17).

Preghiamo la SS. Vergine ad impetrarci unafede viva: Domina, adauge nobis fidem.

DIVOZIONE A MARIA

MARIA MEDIATRICE UNIVERSALE DI GRAZIA

Questo titolo racchiude la missione di Mariarispetto agli uomini. Ella è Mediatrice di grazia,perché per mezzo suo il mondo ha ricevuto nostroSignore Gesù Cristo e tutte le grazie che nederivano, secondo il piano divino, sarannoapplicate e distribuite per mezzo di Lei. S. Bernardoha posto questo principio accettato dalla Chiesa:«Omnia nos habere voluit per Mariam: Dio havoluto che ogni cosa venga a noi per Maria». Daparte sua Ella è felice quando può dispensarequeste grazie a noi suoi figli adottivi. Per qualunquegrazia ricorriamo a Maria: ciò è gradito a Gesùche per Lei vuole applicarci i frutti della suaPassione e morte.

PREGHIAMO MARIA

Orazione: Signore Gesù, nostro Mediatore presso il Padre,che ti sei degnato di costituire la beatissima Vergine tuae nostra Madre mediatrice presso di Te, concedici, nellatua bontà che chiunque si accosterà a Te per domandarei tuoi benefici, si rallegri d'impetrarli per la suaintercessione.

Secreta: Deh, o Signore, per le preghiere della tuaMadre e Mediatrice nostra, quest'offerta di ostie facciadi noi con la tua grazia, un olocausto eterno.

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Dopocomunione: Ci venga in aiuto, o Signore, lapreghiera della tua beata Madre e nostra Mediatrice Maria, inmodo che per questi sacrosanti misteri facciamo progressicol dono della tua grazia, nell'aumento dell'eternaredenzione.

ESEMPIO

S. Giovanni Bosco, nel Maggio 1869 si recavaa Lanzo coi giovani e la banda dell'Oratorio percelebrare in quel Collegio la festa di S. FilippoNeri, titolare dell'Istituto. Sette giovani si trovavanocoricati in una camera isolata, perché colpitidal vaiuolo. Il loro maggior cruccio però eradi non poter godere la bella festa... Tuttaviapieni di fiducia nella bontà della Madonna enella sua benedizione fecero pregare Don Boscoperché si degnasse, appena giunto, di recarsi abenedirli. Egli arrivò in Collegio e tutti e sette sifecero preparare gli abiti in fondo al letto.Tardando ad andare presso di loro, mandarono dinuovo a sollecitarlo. E appena entrato in cameraesclamarono: «Oh, Don Bosco, ci dia la suabenedizione!». Il Santo fece recitare un'AveMaria e li benedisse. Certi allora della grazia,stendendo le mani ai vestiti: «Don Bosco, disseroad una voce, ora possiamo alzarci?»

– Avete fede nella Madonna?– Sì.– Ebbene alzatevi!E Don Bosco si ritirò col Direttore, il quale

sentì il bisogno di ritornare in fretta a vedere gliammalati. Erano ormai tutti vestiti, tranne unoche dubitava della guarigione:

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– Baravalle non è certo di essere guarito,gridarono i compagni.

E questi per ordine del Direttore rimase aletto, mentre gli altri scendevano in cortile adivertirsi. Cercandoli poco dopo il Direttore litrovò impegnati in una calorosa partita di giuocofra i compagni. Le pustole erano scomparse, e,poiché era una giornata molto umida i Superiori,a dir il vero, erano in apprensione.

Il giorno seguente si fece la distribuzione deipremi agli alunni giudicati migliori. Era presenteanche il medico, Dott. Magnetti. Primo adesser chiamato fu il giovane De Magistris.

«Infermo!» esclamò il Dottore.«Presente!» rispose ancor più forte l'alunno.

Era uno degli ammalati.Il secondo fu Passerini.«Infermo!» ripeté il Dottore.«Presente!». Era un altro degli ammalati.Il buon medico s'inquietò per l'imprudenza e

si affrettò a recarsi nella stanza ove non trovòche il Baravalle il quale con le cure guarì, madopo venti giorni mentre gli altri che ebberofiducia nella SS. Vergine, guarirono all'istante.

LODE

O Sanctissima, o piissima, dulcis Virgo Maria!Mater amata, intemerata,Ora, ora pro nobis.

Tu solatium, et refugium, Virgo Mater Maria!Quidquid optamus, per Te speramus,Ora, ora pro nobis.

Tua gaudia et suspiria iuvent nos, o Maria!In Te speramus, ad Te clamamus,Ora, ora pro nobis.

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GIORNO DECIMOSECONDO¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯

Speranza di Maria SS.

S. SCRITTURA

Tre giorni dopo c'era un banchetto nuzialein Cana di Galilea, e v'era la Madre di Gesù. Ealle nozze fu invitato Gesù coi suoi discepoli. Edessendo venuto a mancare il vino, dice a Gesùla madre: Non hanno più vino. E Gesù a Lei:Che ho da fare con te o donna? L'ora mia nonè ancora venuta. Dice la sua madre ai servitori:Fate tutto quello che vi dirà. Or c'eran lì seiidrie di pietra, preparate per la purificazionedei Giudei, le quali contenevano da due a tremetrete ciascuna. Gesù disse loro: Empite d'acquale idrie. E le empirono fino all'orlo. E dissead essi: Ora attingete e portate al Maestro ditavola. E portarono. Or com'ebbe il maestro ditavola, assaggiata l'acqua mutata in vino, che nonsapeva donde veniva, ma lo sapevano i servitoriche avevano attinto l'acqua, chiamò lo sposo e glidisse: Tutti da principio pongono il vino migliore,e quando son già brilli danno l'inferiore: matu hai serbato il migliore fino ad ora. Così Gesùfece il primo dei suoi miracoli in Cana di Galilea,

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e manifestò la sua gloria, e i suoi discepolicredettero in lui (Gv. 2,1-11).

Dal Messale: II Domenica dopo l'Epifania.

La speranza, c'ingegna il Catechismo, è virtùsoprannaturale per cui confidiamo in Dio e da Luiaspettiamo la vita eterna e le grazie necessarieper meritarla con le buone opere.

Speriamo in primo luogo il Paradiso.Già Tobia diceva: «Noi siamo figli di Santi ed

aspettiamo quella vita che Dio darà a coloro iquali non perdono mai la loro fiducia in Lui».

E S. Agostino: «Ma come: nessun premioci darà Dio? Nessuno all'infuori di se stesso. Ilpremio di Dio è lo stesso Dio». D'altronde Dioè il sommo bene, la nostra felicità eterna. Perquesto i Santi disprezzavano i beni della terrae non desideravano che il Cielo. Essi avevanola vera speranza.

Speriamo in secondo luogo le grazienecessarie per meritare la vita eterna con le buoneopere. La vita eterna è il fine, le grazie per le buoneopere sono i mezzi: grazia santificante, perdonodei peccati, illustrazioni interne, grazie che spingonoed aiutano a fare il bene, perseveranza ecc.

La misura della nostra fiducia è anche lamisura delle grazie che Dio ci dà. Basta leggere ledescrizioni del Vangelo per rendercene persuasi.Quante volte Gesù, a coloro che ricorrono a Luiper ottenere guarigioni o favori, dice che sonoesauditi per la fede che hanno in Lui! «La tuafede ti ha salvato: va' in pace. Credi tu? – Sepuoi credere tutto è possibile a chi crede. –Confida, ti sono rimessi i tuoi peccati», ecc.

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Una fede viva otteneva una guarigione piùmiracolosa, più rapida. Era insomma la fede cheGesù Cristo esigeva soprattutto. Similmentefecero gli Apostoli. Così il Diacono Filippoall'Eunuco che chiedeva di essere battezzato, disse:«Se credi con tutto il cuore sarà fatto» [At. 8,37]; equando il custode della prigione di Filippi domandòa S. Paolo e Sila, che cosa doveva fare persalvarsi, si ebbe in risposta: «Credi nel SignoreGesù Cristo, e sarai salvo tu e la tua famiglia».

La speranza di Maria fu un frutto proporzionatoalla sua grande fede: perciò fu alta,forte, operosa.

1) Alta. La speranza ha per base la fede equanto più questa è salda, tanto più quella siinnalza. Di mano in mano che in un'animacresce il conoscimento di Dio, della sua bontà,potenza e fedeltà, il cuore si dilata e si senteconfortato a sperare.

Maria ebbe la fede più ferma. Ella superòquindi nella speranza ogni creatura. Una lucevivissima illuminò la sua mente a credere; undesiderio accesissimo sollevò la sua volontà asperare: In verba tua supersperavi.

La S. Vergine non aveva alcun ostacolo ocontrasto a questa bella virtù: non peccati, nonattaccamento alle creature, al mondo, o a sestessa. Si sollevava spedita e tranquilla a Dio e inDio si riposava.

2) Forte. La speranza di Maria fu posta alleprove più dure. Anche in questa virtù Elladoveva essere la Regina di tutti i Santi. Giuseppe,ignaro del celeste mistero operato in Lei, pensadi abbandonarla segretamente: «Voluit occultedimittere eam» (Mt. 1,19). Maria sente pena

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per le angustie del suo sposo, ma tanto si fidadi Dio che non dice nulla; eppure una solaparola, sarebbe bastata a calmare le agitazioni ea rendere ad entrambi la serenità e l'allegrezza.Nelle Nozze di Cana fa notare al suo DivinFiglio la mancanza del vino e con ciò Lo pregadi sottrarre con un miracolo gli sposi dallaconfusione. Gesù Le dà una risposta che ha tutte lesembianze di un'aperta negativa; ciononostanteMaria si tiene così certa di essere esaudita, edavvisa i servi di star pronti ai cenni di Lui eli dispone al futuro miracolo.

Nel tempo della Passione, la sua speranzadeve sostenere molti assalti. L'Angelo Le avevaannunciato di Gesù grandezze meravigliose:ebbene lo vede ora vittima dei suoi persecutori,trascinato da un tribunale all'altro, condannatoa morte, confitto sulla croce. Lo vede spirareabbandonato dai suoi più cari, insultato, bestemmiato,sazio di obbrobri. Eppure non diffidò un istante,non dubitò mai che il suo Figliuolo avrebbevinto i suoi nemici; si tenne sicura che avrebberegnato in terra e in cielo: «In spem contra spemcredidit: credette contro ogni speranza», comedice S. Paolo (Rm. 4,18).

Impariamo a sperare sempre e diciamo conGiobbe: «Etiamsi occiderit me, in ipso sperabo...et ipse erit salvator meus: anche se mi facessemorire spererò in Lui... ed Egli sarà il mioSalvatore».

3) Operosa. Dio richiede la cooperazione dellesue creature; non vuol far per miracolo quelloche si può ottenere con la fatica. Fa' tuttoquello che puoi da te, come se nulla avessi dariprometterti da Dio, diceva S. Ignazio, e spera

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tutto da Dio, come se nulla avessi fatto da te.La Vergine SS. sperò a Betlemme che il

Signore le avrebbe preparato un rifugio, ma locercò per tutta la città e fuori di essa, finché siriparò nella spelonca destinata. La fuga in Egitto,la perdita di Gesù nel Tempio, la crocifissionee morte di Gesù furono altrettante occasioni chedimostrano quanto fosse operosa la speranza diMaria.

Dopo che Gesù fu rinchiuso nel sepolcroMaria non poteva che accelerare coi voti la di Luirisurrezione. Si ritirò perciò in preghiera; nonandò con le devote donne a cercar tra i morti Coluiche era tra i vivi e che fermamente sperava diriabbracciare tra breve pieno di vita, di maestàe di gloria.

Beate le anime che dopo aver fatto quantopossono, si abbandonano a Dio e da Lui soloaspettano il conforto e l'aiuto.

I motivi della speranza sono:La misericordia di Dio: «Sperantem in Domino

misericordia circumdabit: colui che spera nelSignore è abbracciato dalla misericordia» (Sal.31,10). Dio è buono! Egli vuol essere chiamatonostro Padre; ha sacrificato il suo unico Figlioper noi. Vuol darci il suo Paradiso per eredità;ha messo a nostra disposizione mezzi senzanumero per acquistare la vita eterna. Della suabontà Gesù ce ne ha dati esempi toccanti nellaparabola del Figliuol Prodigo, del Buon Pastore,della pecorella smarrita, nel perdonare allaMaddalena, al buon ladrone, ecc.

Dio è fedele alle promesse: «Chiedete e visarà dato; cercate e troverete; picchiate e visarà aperto» (Mt. 7,7; Lc. 11,9). Gesù

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Cristo ha detto: «Vado a preparare un postoper voi» (Gv. 14,27). Or «è impossibile cheDio c'inganni». «Il cielo e la terra passeranno,ma le mie parole non passeranno» (Lc. 21,33).Udiamo perciò la S. Scrittura: «Conserviamo senzavacillare la professione della nostra speranza,essendo fedele Colui che ha promesso» [Eb. 10,23].

I meriti infiniti di Gesù Cristo: Dice S.Paolo: «Ora siete stati da Dio riconciliati nelcorpo della carne di Lui, per la sua morte, affinedi farvi comparire santi, immacolati e irreprensibiliinnanzi a se stesso» (Col. 1,22). «Coluiche non ha risparmiato nemmeno il proprioFigliuolo, ma l'ha dato a morte per noi tutti,come potrà non donarci con Lui tutte le cose?»(Rm. 8,32).

Ecco i motivi della nostra speranza.Confidare in Dio solo infinitamente potente,

misericordioso e fedele: «Il Signore è la mialuce, la mia salvezza; di chi ho da temere? Mentrei malvagi venivano ad attaccarmi per divorarele mie carni, essi, i nemici che mi perseguitavano,han vacillato e son caduti. Quand'anche misi accampasse contro un esercito, il mio cuorenon temerà, e se ci attaccassero in battaglia,in questo io pongo la mia speranza» (Sal.26,1-3).

Confidare soprattutto nelle avversità. ScriveS. Paolo: «Non soltanto di questo ci gloriamo, maanche delle tribolazioni, sapendo come latribolazione produce la pazienza, la pazienzal'esperienza, l'esperienza la speranza. Or la speranzanon inganna, poiché la carità di Dio è statadiffusa nei nostri cuori per mezzo dello SpiritoSanto che ci è stato dato» (Rm. 5,3-5). E ancora:

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«Se figliuoli siamo anche eredi: eredi di Dio ecoeredi di Cristo, se però soffriamo con Lui, daessere con Lui glorificati. Io tengo per certo chei patimenti della vita presente non sono daparagonarsi alla futura gloria che sarà manifestatain noi» (Rm. 8,17-18). La nostra momentaneae leggera tribolazione produce per noi uneterno ed oltremodo sublime cumulo di gloria:«Omnia possum in eo qui me confortat: io possotutto in Colui che è mio conforto» (Fil. 4,13).

Diciamo dunque a Maria:Vergine SS. di Voi, dice l'Ecclesiastico che

siete la Madre della speranza: Mater sanctaespei. Di Voi dice la S. Chiesa che siete la stessasperanza: Spes nostra salve. Chi cercherò dunque?Voi, dopo Gesù, siete tutta la speranza mia,così vi chiamava S. Bernardo, così vogliochiamarvi ancor io: Tota ratio spei meae, salus teinvocantium, salva me.

DIVOZIONE A MARIA

NATIVITÀ DELLA B. VERGINE MARIA

La Chiesa con linguaggio giusto e profondochiama ordinariamente giorno della natività quellodella morte dei Santi. Per essi infatti il giornodella morte è il passaggio da questa miseravita alla nascita della vera. Però a questa regolala Liturgia fa due eccezioni: relativamente allaS. Vergine ed a S. Giovanni Battista.

Si celebra la festa della Natività della VergineImmacolata, perché apparve sulle terra piena digrazia e ricca di tutti i doni di Dio. Quanto alladiffusione però, questa festa andò a rilento.

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Sebbene anteriore ai secoli VIII e IX, pure aquest'epoca non era ancora celebrata universalmente.Lavorò molto alla sua diffusione Fulberto diChartes.

L'Epistola, sebbene in senso letterale debbaintendersi della Sapienza increata, cioè dellaseconda persona della SS. Trinità, in senso mistico,conviene mirabilmente alla Vergine SS. preordinatada Dio fin dall'eternità, ad essere Madre suae Madre nostra.

PREGHIAMO MARIA

Ecco il pensiero della Liturgia di questa festa:

OrazioneDeh, Signore, largisci ai tuoi servi il dono della grazia

celeste, affinché mentre il parto della B. Vergine fu loroprincipio di salvezza, la solennità votiva di sua Nativitàapporti aumento di pace.

SecretaCi soccorra, o Signore l'umanità del tuo Unigenito, e

come Egli nascendo da una Vergine, non menomò, ma resepiù perfetta l'integrità della Madre Sua, così nella solennitàdella sua Natività, Gesù Cristo Signor Nostro ci spoglidei nostri delitti e ti renda accetta la nostra oblazione.

DopocomunioneFa', te ne preghiamo, Signore Dio nostro, che come col

nostro ministero onoriamo con gioia la memoria dei tuoiSanti nel tempo, così abbiamo da allietarci della loropresenza nell'eternità.

Preghiera a Maria di S. BernardoRicordatevi, o piissima Vergine Maria, che non si è

inteso mai al mondo che alcuno ricorrendo alla vostra

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protezione, implorando il vostro aiuto e chiedendo il vostropatrocinio, sia restato abbandonato. Animato io da una talconfidenza a Voi ricorro, o Madre, Vergine delle Vergini,a Voi vengo, e colle lacrime agli occhi, reo di millepeccati, mi prostro ai vostri piedi a domandare pietà. Nonvogliate, o Madre del Verbo, disprezzare le mie supplichema benigna ascoltatemi ed esauditemi.

Così sia.

ESEMPIO

S. FRANCESCO DI SALES

Fu innanzi a un'immagine di Maria, che SanFrancesco di Sales ottenne la liberazione di unadella maggiori pene che possa soffrire quaggiùun'anima pia. Il Santo studiava a Parigi, quandofu tentato da spaventosa disperazione pensandodi essere da Dio riprovato... Questo gli stavasempre fisso nell'anima e non gli lasciava piùpace. Caduto in una profonda malinconia, divennepallido e macilento con grave danno della suasalute. Un giorno parendogli di non poter piùresistere a tale tentazione, si rifugiò in Chiesa esi prostrò davanti all'altare di Maria, dove alcuntempo prima, aveva fatto voto di castità. Si gettòcon la faccia per terra, con ardentissimo affettoe gran confidenza pregò Maria che se veramenteera da Dio riprovato e destinato ad odiarloper sempre coi dannati, nell'inferno, Ellaalmeno gli impetrasse la grazia di amarlo finchéviveva qui sulla terra. Finì versando copioselacrime e recitando con grande affetto la preghieradi S. Bernardo: Ricordatevi, ecc.

La Madre di Dio l'esaudì. La tentazione

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scomparve come per incanto, ritornò la pace al suospirito ed il suo cuore si trovò ripieno di fiduciae di gioia.

LODE

Ave mundi spes, Maria,Ave mitis, ave pia,Ave plena gratia.

Ave Virgo singularis,Quae per rubum designarisNon pas sum incendia,

Ave Iesse virgula;Cuius fructus nostri luctus,Relascavit vincula.

Ave cuius visceraContra mortis foederaEdiderunt filium.

Ave carens simili,Mundo diu flebiliReparasti gaudium.

Ave Virginum lucerna.Per quam fulsit lux supernaHis quos umbra tenuit.

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GIORNO DECIMOTERZO¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯

Carità di Maria SS.

S. SCRITTURA

Mettimi come un sigillo sul tuo cuore, come unsigillo sul tuo braccio, che l'amore è forte come lamorte, la gelosia è inesorabile come l'inferno. Isuoi ardori di fuoco e di fiamme. Le molte acquenon possono estinguere l'amore, né i fiumipotranno sommergerlo. Anche se un uomo avessedato per l'amore tutti i beni di sua casa, lidisprezzerebbe come un niente (Ct. 8,6-7).

La carità è virtù soprannaturale per cuiamiamo Dio per se stesso, sopra ogni cosa e ilprossimo come noi medesimi per amor di Dio.

E' la virtù più nobile, più meritoria; è undono che viene infuso da Dio nel S. Battesimoinsieme alla fede e alla speranza: «La carità di Dioè stata diffusa nei nostri cuori per mezzo delloSpirito Santo che ci è stato donato» (Rm. 5,5).

Amiamo Dio e il prossimo. Queste paroleindicano l'oggetto della carità, che è duplicecomprendendo Dio e le sue perfezioni infinite e ilprossimo, figlio di Dio. «La carità, dice S. Agostino,

9. Maggio.

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ha due braccia: con uno si attacca a Diocon l'altro al prossimo».

Ecco le parole del Vangelo:Un dottore in legge domandò a Gesù per

tentarlo: «Maestro, qual è il maggiorecomandamento della legge?» E Gesù: «Amerai ilSignore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tuttal'anima tua, con tutta la tua mente. Questo è ilmassimo e primo comandamento. Il secondo poiè simile a questo: Amerai il prossimo tuo comete stesso» (Mt. 22,36-39).

E S. Giovanni aggiunge: «In questo sidistinguono i figliuoli di Dio e i figliuoli del diavolo:chiunque non pratica la giustizia non è da Dio,così pure chi non ama il proprio fratello. E ilmessaggio che voi avete sentito fin da principioè questo, che vi amiate l'un l'altro; non facendocome Caino che era maligno ed uccise il suofratello. Perché lo uccise? Perché le sue opereerano malvagie, e quelle di suo fratello eranogiuste» (1 Gv. 3,10-12).

•La carità di Maria fu la più grande sia

considerata rispetto a Dio, come rispetto al prossimo.Rispetto a Dio. Dal primo momento di sua

esistenza Maria fu accesa di tanto amore versoDio, da superare l'amore dei più grandi santi neltermine della loro vita. S. Bernardino aggiungeche superò anche quello di tutti gli Angeliinsieme. Così S. Anselmo: «Superat... omnesomnium rerum creaturarum amores et dulcedinesmagnitudo amoris istius Virginis». Maria vissesu questa terra, ma col suo cuore sempre fissoin Dio. Quest'amore poi crebbe immensamente

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nell'Incarnazione del Verbo eterno, nella nascitadi Lui, nella fuga in Egitto, nella perdita e nelritrovamento, nel soggiorno di Nazaret. Crebbenella passione e morte, nella risurrezione edascensione al Cielo e specialmente nelle SanteComunioni che riceveva da S. Giovanni. Ella nonpassava, come gli altri, dall'imperfezione allasantità, o dalla tiepidezza al fervore, ma da ungrado di amore fervido ad un grado sempre piùacceso. Ci fanno meraviglia le fiamme e i deliquiid'un S. Stanislao Kostka e di tanti altri Santi, iquali non vivevano più che d'amore; ma tuttol'amore loro è piccola fiammella di fronte all'amoredi Maria.

Dice S. Bernardo: «Se tutte le creature fosseroaltrettanti Paolo Apostolo, non raggiungerebberol'estasi amorosa di Maria, perché l'Apostolofu vaso di elezione e la Vergine vaso didivinità: Si essent tot Pauli quot creaturae, nonattingerent contemplationem B. Virginis, namPaulus fuit vas electionis, Maria vero, vasdivinitatis». La Vergine SS. per la veemenza diquest'amore, sarebbe morta assai prima: ma Dio lasostenne, come si aggiunge olio per alimentare lalampada. «Fulcite me floribus, stipate memalis, quia amore langueo: Sostenetemi coi fiori,confortatemi coi frutti, perché io languiscod'amore» (Ct. 2,5), pone sul labbro di Maria laChiesa onde farci comprendere il languore diMaria per il tanto affetto verso Dio.

S. Tommaso da Villanova dice che se potédurare ad ardere così e a vivere, fu un continuomiracolo.

Il suo amore fu sempre attuale... Il cuore diMaria fu come l'altare sul quale il fuoco era

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sempre mantenuto vivo di giorno e di notte.Maria non amò Dio come gli altri Santi, conatti frequenti di carità; lo amò con un atto solocontinuo: «Gloriosissima Virgo de privilegiosingulari continue et semper Deum amabatactualiter».

S. Bernardino si esprime con vivacità: L'animadi Maria tendeva a Dio nel sonno con affettopiù forte che i Santi nelle veglie: «perfectiorcontemplatrix quam unquam fuerit alius dumvigilaverit».

Rispetto al prossimo. L'amore che si porta aDio e l'amore che si porta al prossimo nasce dauna medesima fonte, anzi è un solo fuoco con duefiamme. «Idem specie actus est quo diligiturDeus et quo diligitur proximus»: così insegnaS. Tommaso. Perciò chi ama veramente Iddionon può non amare anche il prossimo.

Maria ama Dio più di tutti i Santi e così pureimmensamente più di tutti i Santi ama gli uomini.

Questa carità si accese anche per gli esempidel suo Figliuolo. Per molti anni l'ebbe sotto gliocchi ogni giorno: Lo vedeva soffrire tanto peramore degli uomini; stare nascosto e disprezzato;Lo osservava beneficare, soccorrere, perdonare.Sapeva che per questo era disceso dal Cielo interra; per questo si era dato in cibo, per questoera morto sulla Croce e tutto ciò La spingevaa lavorare per la salvezza degli uomini.

Maria notava con somma diligenza tuttele parole che uscivano dal labbro benedetto diGesù, ne studiava tutte le azioni, tutti i sentimentie li meditava per imitarLo, per conformarsiin tutto a Lui: «Maria autem conservabatomnia verba haec conferens in corde suo: Maria

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riteneva tutte queste cose meditandole in cuorsuo» (Lc. 2,19).

Maria SS. diede la più grande prova della suacarità sul Calvario. «L'amore si prova coi fatti».Contempliamo Maria sul Calvario a piè dellacroce: compie il sacrificio più penoso che può fareuna madre: la perdita del più amabile, del piùcaro, del più santo di tutti i figliuoli. Lo offre pernostro amore alla divina giustizia, Lo immolasull'altare del suo cuore.

Gesù nel morire per noi ci ha dato la provapiù grande d'amore, perché: «Maiorem caritatemnemo habet, ut animam suam ponat quis proamicis suis: nessuno ha maggior carità di chi dàla vita per i suoi amici» (Gv. 15,13); Mariacoll'acconsentire alla morte di Gesù, anzicoll'offrir la vita di Lui in espiazione dei nostripeccati, ce ne lasciò anch'Essa la prova maggioreche potesse darci. Non è difficile far del beneagli altri quando poco o nulla costa; difficileinvece quando il nostro amor proprio ne soffre. Lagrandezza del sacrificio indica la forza dell'amore«Fortis est ut mors dilectio: l'amore è fortecome la morte» (Ct. 8,6).

•Amiamo il Signore.

Dio dev'essere amato con tutto il cuore, contutta l'anima, con tutta la mente, con tutte leforze. Nella perfezione della celeste beatitudine,insegna S. Tommaso, noi ameremo Dio con tuttoil cuore, perché la nostra intenzione si trasporteràin Dio da tutto ciò che penseremo, ameremo,

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faremo; con tutta la mente, perché il nostro pensierocon un atto continuo volerà a Dio, studiandosempre Lui e tutte le cose in Lui; con tuttal'anima perché tutto il nostro affetto saràcontinuamente intento ad amar Dio, e per amore diLui ameremo tutte le cose; con tutte le forze, perchél'amore di Dio sarà l'unica ragione di tutti inostri atti esterni.

Su questa terra ameremo Dio con tutto ilcuore, con tutta la mente, con tutte le forze, se perdivino amore, abitualmente riferiremo tutto a Dio.

Adempiamo questo massimo e primo deiprecetti:

Riferendo tutto a Dio come nostro ultimo fine;ordinando la nostra vita al suo servizio: cosìameremo Dio con tutto il cuore;

Assoggettando il nostro intelletto a Diocredendo ciò che Egli ha rivelato: così ameremoDio con tutta la mente;

Amando in Dio quello che amiamo eriferendo in tutto e per tutto ogni nostra affezioneall'amor di Dio: così ameremo Dio con tuttal'anima;

Avvalorando coll'amor di Dio tutto il nostroesterno, le nostre parole e le nostre opere: cosìameremo Dio con tutte le nostre forze.

•Maria ama immensamente il suo Dio e perciò

richiede ai suoi devoti che l'amino anch'essiquanto possono. Così appunto Ella disse allaB. Angela da Foligno un giorno nel quale si eracomunicata: Angela, sii benedetta dal Figlio mio:tu procura d'amarlo quanto puoi, Onde S. Caterina

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da Siena chiamava Maria, Portatrix ignis,la condottiera del fuoco del divino amore.

S. Alfonso prega così la SS. Vergine:«Ah! regina dell'amore, Maria, la più amabile,

la più amata e la più amante di tutte le creature(come vi diceva S. Francesco di Sales): ah!Madre mia, Voi ardeste sempre e tutta d'amoreverso Dio; deh, degnatevi di donarmene almenouna stilla. Voi pregaste il Vostro Figlio perquegli sposi ai quali mancava il vino: «Vinum nonhabent» e non pregherete per noi privi dell'amorea Dio cui siamo tanto obbligati d'amore? Ditepure: «Amorem non habent» e Voi impetrateciquest'amore».

Dice S. Gregorio Nazianzeno, che non v'ècosa con cui possiamo più acquistarci l'affetto diMaria che con usar carità al nostro prossimo:Nulla res est quae Virginis benevolentiamconciliat quam misericordia. Onde come Dio ciesorta: «Estote misericordes sicut et Pater vestermisericors est» (Lc. 6,36), così par che Mariadica a tutti i suoi figli: Estote misericordes sicutet Mater vestra misericors est.

Secondo la carità che noi useremo colprossimo, Dio e Maria l'useranno con noi: «Dateet dabitur vobis» (Lc. 6,38). «Eadem quippemensura, qua mensi fueritis, remetietur vobis»(Lc. 6,38). S. Giovanni Crisostomo sulle paroledei Proverbi [19,17]: «Foeneratur Domino, quimiseretur pauperibus» dice: Chi soccorre ibisognosi, fa che Dio gli diventi debitore.

O Beatissima Vergine, Madre del bell'amore,date anche a noi un cuore secondo il Vostro!

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DIVOZIONE A MARIA

PURISSIMO CUORE DI MARIA

La santità di Maria proviene dal suo granCuore. Come la Chiesa ha stabilito una festa inonore del Cuore di Gesù, così ne ha stabilitaun'altra in onore del Cuore di Maria. Supplichiamolaa volerci dare un cuore grande per amare tantoIddio e le cose riguardanti il suo servizio: uncuore puro, umile, pio, caritatevole.

Seguendo Maria, tutti dobbiamo andare aGesù coll'animo ardente di amore, per cantarel'inno di gratitudine alla sua bontà.

PREGHIAMO MARIA

L'orazione della Messa dice: Onnipotente e sempiternoDio, che nel Cuore della B. Vergine Maria preparasti unadegna abitazione dello Spirito Santo, concedi propizio checelebrando la solennità del medesimo purissimo Cuore,possiamo vivere secondo il Tuo cuore.

La Secreta: Offrendo, o Signore, alla tua Maestà l'Agnelloimmacolato, ti preghiamo che quel fuoco divino cheinfallibilmente infiammò il cuore della B. Vergine Maria,accenda anche i nostri cuori.

Il Dopocomunione: Ristorati dai doni divini, tipreghiamo umilmente, o Signore, che per intercessionedella B. Vergine Maria, del cui Cuore purissimo celebriamocon venerazione la festa, liberati dai pericoli della vita presente,conseguiamo la felicità della futura.

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ESEMPIO

S. TERESA E LA DIVOZIONE ALLA MADONNA

S. Teresa del B. Gesù, nutriva in sé ungrande amore a Maria: «L'amo tanto, diceva, e sefossi stata Sacerdote, come avrei parlato bene diLei»! Ma poi soggiungeva: «Maria preferiscedi essere imitata, piuttosto che ammirata». E laimitò fino a raggiungere in breve un alto gradodi santità.

Chi ama tanto Maria e ne imita le virtù nonpuò non farsi santo.

LODEPreclara custos Virginum,

Intacta mater Numinis,Caelestis aulae ianua,Spes nostra, caeli gaudium.

Inter rubeta lilium,Columba formosissima,Virga e radice germinansNostro medelam vulneri;

Turris draconis impervia,Amica stella naufragis,Tuere nos a fraudibus,Tuaque luce dirige,

Erroris umbras discute,Syrtes dolosas amove,Fluctus tot niber, deviisTutam reclude semitam.

Iesu tibi sit gloria,Qui natus es de Virgine,Cum Patre et almo Spiritu,In sempiterna secula. Amen.

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GIORNO DECIMOQUARTO¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯

Prudenza di Maria

S. SCRITTURA

Figlio mio da' retta alla Sapienza e porgil'orecchio alla prudenza, se vuoi vigilare suituoi pensieri e custodire la scienza (Pr. 5,1-2).

Imparate dov'è la prudenza, dove la forza,dove l'intelligenza, affinché sappiate nel medesimotempo dov'è la lunghezza della vita, il vero cibo,la luce degli occhi e la pace (Bar. 3,14).

La virtù è l'abitudine di operare il bene.Vi sono quattro virtù che si chiamano cardinali,

perché sopra di esse, come sopra quattrocardini, si svolge tutta la vita buona e virtuosa.

Nel libro della Sapienza (8,7) si legge:«Sobrietatem enim (temperanza) et prudentiamdocet, et justitiam et virtutem (fortezza) quibusutilius nihil est in vita hominibus: infatti insegnala temperanza, la prudenza, la giustizia e lafortezza delle quali nulla vi è di più utile per gliuomini nella vita. Le altre virtù morali si possonoridurre a queste quattro ed in queste quattrosono comprese.

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La prudenza è la prima delle virtù cardinali,e secondo S. Tommaso, è un retto modo dicomportarsi nell'operare, in ordine alla vita eterna.

E' una sapiente discrezione per operarerettamente.

La prudenza ha tre atti: bene consultat, recteiudicat, efficaciter imperat. E cioè: prima ponderasui mezzi, sul fine, sulle circostanze, per labuona riuscita; poi sceglie, con sereno giudizio,ciò che conviene, muove efficacemente lepotenze dell'anima e del corpo ad operare.

Essa è quindi guida per ogni virtù. S. AntonioAbate diceva che la prudenza è la madre, lacustode e la moderatrice di ogni virtù.

La prudenza dei santi in generale è conoscereDio sommo Bene e nostra eterna felicità ed ordinaretutta la vita presente all'eternità. La prudenzadella carne che presso Dio è la più cieca stoltezza,mira solo alla vita presente senza curarsidell'eternità. I Santi sono gli uomini più prudenti:«Siate prudenti come i serpenti», disse GesùCristo (Mt. 10,16).

Si legge nella S. Scrittura: «Beato l'uomo cheha acquistato la sapienza ed è ricco di prudenza.L'acquisto di lei val più di quello dell'argento edil suo frutto val più dell'oro preziosissimo»(Pr. 3,13-14). «Mio padre mi ammaestrava e midiceva: «Accogli nel tuo cuore le mie parole,osserva i miei precetti e vivrai. Acquista lasapienza, acquista la prudenza, non dimenticare leparole della mia bocca e non ti scostare da loro.Non abbandonare la sapienza ed essa ti custodirà,amala ed essa ti conserverà». Principio dellasapienza è: «Acquista la sapienza»; con tuttoil tuo acquista la prudenza. Afferrala ed essa ti

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esalterà; sarai da lei reso glorioso quando l'avraiabbracciata. Aggiungerà al tuo capo ornamenti digrazia e ti cingerà di inclita corona» (Pr. 4,4-9).

Ogni virtù morale deve tenere il mezzo fra dueestremi: così la liberalità sta fra la prodigalità el'avarizia. Tocca alla prudenza dire qual è ilmezzo da tenersi. D'altronde, perché l'uomo operibene non deve solo attendere quello che fa, maanche al modo con cui lo fa; la prudenza indicail modo e i mezzi necessari per il fine.

•La Madonna è Vergine prudentissima

nell'Annunziazione; nel suo esteriore; nella vita intera.Nell'Annunziazione si mostrò di una prudenza

mirabile. L'Arcangelo Gabriele presentandosi aMaria la salutò con un ineffabile elogio: «Avegratia plena, Dominus tecum, benedicta tu inmulieribus» (Lc. 1,28). Maria avendo udito questecose, si turbò e pensava che volesse significareun simile saluto. Ma l'Angelo riprese: «Nontemere, o Maria, hai trovata grazia presso Dio.Ecco che concepirai un Figlio e ne diverrai Madre,e lo chiamerai Gesù. Questi sarà grande e saràchiamato il Figlio dell'Altissimo; e il Signore glidarà il trono di suo padre e regnerà sulla discendenzadi Giacobbe in eterno, e il suo regno nonavrà fine». Rispose Maria all'Angelo: «Comeavverrà questo non avendo io relazione con uomoalcuno?». L'Angelo allora: «Lo Spirito Santodiscenderà su di te, la virtù dell'Altissimo tiadombrerà e il Santo che da te nascerà sarà chiamatoFiglio di Dio. Ed anche Elisabetta, tua parente,ha concepito da sei mesi, un figlio nella sua

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vecchiaia, poiché nulla è impossibile presso Dio.Disse allora Maria: Ecco l'Ancella del Signore:si faccia di me secondo la tua parola» (Lc.1,30-38).

Prudenza mirabile per tre motivi:Non si lasciò invanire da un elogio sì grande,

anzi si turbò e si conservò nella più perfettaumiltà, dichiarandosi serva mentre veniva elettaMadre di Dio.

Ella aveva il voto di verginità: non si lasciòlusingare dalla dignità offertale di Madre di Dio,ma subito domandò come avrebbe potuto osservarel'obbligo del voto e come conservare intatto ilgiglio verginale. Maria acconsentì soltanto quandol'Angelo l'assicurò del prodigio che l'avrebberesa madre pur restando sempre vergine.

Ancora: come era sicura che lo Spirito chele parlava era un messo di Dio e nonun'illusione? e come poteva accertarsi della veritàdelle sue parole? Perciò credette soltanto dopo chel'Angelo le ebbe data una prova, cioè il fattoprodigioso di Elisabetta fatta, nella sua vecchiaiamadre di S. Giovanni Battista. E' l'aurearegola scritturale: «Non vogliate credere aqualsiasi spirito: prima assicuratevi se viene daDio» (1 Gv. 4,1).

Ecco come Maria perfettamente riflette,giudica, risolve.

Prudentissima nel suo comportamentoesteriore. Tutto in Lei era ordinato alla vita eterna,all'amor di Dio, alla propria santificazione.L'imprudente è disordinato nelle sue cose,irriflessivo nel parlare, inconsiderato nelle relazioni,volubile nelle decisioni, precipitoso nelle risoluzioni,senza riguardi a Dio, e al prossimo; si regola

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più secondo le impressioni momentanee chesecondo un programma e principii ben meditati.

Niente di questo in Maria: anzi la sua vitafu un ideale di prudenza. Scrive S. GiovanniDamasceno: Immagina Maria nelle azioni piùcomuni della vita: nel conversare, nel camminare,nel lavoro, a tavola, nell'assistere GesùBambino: sempre semplice, tranquilla, attenta,compita, composta, amabile; «Divinum vivumquesimulacrum cuius condita Deus pulchritudinedelectatus est: immagine viva di Dio che attirava lestesse divine compiacenze».

Quindi dice S. Ambrogio: «Il gesto non eramolle, il passo non era licenzioso, la voce nullaaveva di petulante; la compostezza esterioreindicava la perfetta e celestiale armonia del suointerno: non gestus fractior, non incessus solutior,non vox petulatior, ut ipsa corporis speciessimulacrum fuerit mentis».

In modo speciale è da considerarsi la manieradi parlare, poiché le lingua parla secondo ilcuore, è segno dello stato spirituale di un'anima,ne palesa le virtù. Ora la Madonna fu sempreguardinga e misurata nel dire tutto e solo ilnecessario.

S. Ambrogio ce la descrive: «Loquendipacior, verbis gravis, animo prudens, verecundiasermone». E S. Epifanio dice di Lei: «Maria erasempre affabile, ma parlava poco e sempre consaviezza, edificando quanti l'ascoltavano». AlleNozze di Cana espresse il bisogno degli sposi edomandò per essi un miracolo con parole cosìbrevi che non si potrebbero pensare di più.«Non hanno più vino» (Gv. 2,3). RitrovandoGesù nel tempio la Vergine, manifestò il

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complesso dei suoi sentimenti con parole chiare,semplici, brevi: «Figlio, perché ci hai fatto così?Ecco, tuo padre ed io ti cercavamo» (Lc. 2,48).

Il parlar molto espone al pericolo di peccarein tanti modi: perciò Gesù disse: «Sia il vostroparlare: sì, sì; oppure: no, no; il di più è delmaligno» (Mt. 5,37). Nella Scrittura si dice che«in multiloquio non deest peccatum: nel moltoparlare non mancherà il peccato (Pr. 10,19).E la Vergine, perché prudentissima, nonsi vuol esporre al pericolo di peccare, néle sue parole possono venire in alcun modo dalmaligno, ma solo dallo spirito di Dio.

Prudentissima in tutta la vita. La prudenzasecondo la Scrittura, sta nel tener sempre presenteil Paradiso cui dobbiamo giungere e nell'ordinareall'acquisto di esso ogni pensiero, sentimento,parola, azione.

Lo stolto o imprudente dimentica il fine,oppure, se lo ricorda, non si cura di camminarerisoluto verso il cielo.

Ecco la bella parabola di Gesù: «Allora siparagonerà il regno dei cieli a dieci vergini, lequali, prese le loro lampade, andavano incontroallo sposo e alla sposa. Or cinque di esse eranostolte e cinque prudenti. Le stolte, nel prenderele loro lampade, non s'erano provviste d'olio;le prudenti invece, colle lampade presero anchel'olio nei versetti. Or, tardando lo sposo,s'appisolarono tutte e s'addormentarono. E sullamezzanotte si levò un grido: Ecco lo sposo; uscitegliincontro. Allora tutte quelle vergini s'alzarono, edacconciarono le loro lampade. E le stoltedissero alle prudenti: Dateci dell'olio vostro perchéle nostre lampade si spengono. Ma le prudenti

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risposero: Affinché poi non manchi e a noi e avoi, andate piuttosto dai venditori e compratevene.Or mentre quelle andavano a comprarne,giunse lo sposo: quelle che erano pronteentrarono con lui alle nozze e fu chiuso l'uscio.Da ultimo arrivarono anche le altre vergini ecominciarono a dire: Signore, Signore, aprici. Maegli rispose: In verità vi dico: non vi conosco.Vegliate adunque, perché ignorate il giorno el'ora» (Mt. 25,1-13). A capo, condottiera e modello ditutte le vergini prudenti, sta Maria, chiamata dallaChiesa Vergine delle Vergini, anzi Regina deiVergini. Se dunque vi furono delle verginiprudenti, Maria le precede e supera come unaRegina. In ogni istante della vita cercò solo Dio,solo il Paradiso, lo cercò con tutta la mente, contutte le forze, con tutto il cuore. Fuggiva ogniombra di male; la volontà di Dio era l'unica suaguida.

La Chiesa ci tramandò l'immagine di Maria,dipingendocela in tutte le circostanze della vita,ma con gli occhi, o rivolti a terra, o rivolti alcielo in atto di supplica e sempre in una modestiapiù celeste che terrena. Sempre serena involto, sempre parca, sempre modesta nellosguardo, di quella modestia che solleva l'animo allecose del cielo. Evitò con giusto studio di vederee d'essere veduta, e le inutili conversazioni. Lasolitudine e il raccoglimento erano la sua delizia;non fuggì tuttavia i consorzi richiesti dallamisericordia e dalla carità. Visitò perciò S. Elisabetta,assistette alle Nozze di Cana, si trovò fra le turbead ascoltare la parola del suo divin Figlio; masempre in modo da mostrare in se stessa comein uno specchio, le bellezze della verecondia

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verginale: species castitatis et forma virtutis. LaVergine santissima non poté temere che siverificasse in Lei il lamento del Profeta: «Oculus meusdepraedatus est animam meam: il mio occhio haturbato l'anima mia» (Lam. 3,51), eppure licustodì come potesse verificarsi. Insegnamentomemorando a tutti, giovani e vecchi, religiosi esecolari; guai se si lascia il freno agli occhi! essiapporteranno la rovina e la morte all'anima!

Quando giunse il momento del beato suotransito, Maria era la più ricca di meriti, la piùpreparata all'ingresso in Paradiso.

•Evitiamo la prudenza della carne propria di

chi dispone i mezzi adatti per raggiungere unfine cattivo. Questa è la prudenza che l'Apostolochiama «morte». Schiviamo pure quelle astuzieper cui si cercano i mezzi per ingannare.

L'astuzia e l'inganno sono peccato. «Marinunziando ai nascondigli della turpitudine, nonoperiamo con astuzia, né falsifichiamo la paroladi Dio; raccomandiamo invece noi stessi allacoscienza di ogni uomo davanti a Dio mediantela manifestazione della verità» (2 Cor. 4,2).«Preserva la tua lingua dal male e le tue labbranon parlino con inganno» (1 Pt. 3,10).

L'anima prudente fuggirà ancora: laprecipitazione per cui si espone al pericolo digiudicare male e quindi di male operare, e l'incostanzaper cui si recede dai buoni propositi senza ragionesufficiente.

La prudenza è virtù: occorrono quindi mezziper acquistarla. Essi sono:

1) La preghiera. Dio è l'autore della sapienza,

10. Maggio.

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a Lui quindi deve domandarsi la prudenza. Eglici vuole tutti nel suo Paradiso: «Noi certamentenon possiamo avere forze sufficienti per resistere...Non sappiamo che fare: non ci rimane altroche rivolgere a Te i nostri occhi».

2) Rinnegare i pregiudizi e vincere lepassioni, specialmente la sensualità. Diversamente laragione perturbata ed accecata, non potrà giudicaresecondo l'onestà e l'equità, ma secondo leviziose propensioni della natura corrotta.

3) Consigliarsi e riflettere. «Figliuolo, non farniente senza consiglio e non avrai da pentirtenequando l'avrai fatto. Domanda sempre consiglioal sapiente».

•La sapienza val più della forza e l'uomo

paziente più del forte.

DIVOZIONE A MARIA

Maria possiede tutte le doti di una saggiaconsigliera: sapienza, amore, prudenza. NelleLitanie diciamo perciò: Mater boni consilii, ora pronobis. Nei singoli casi della vita abbiamo tantobisogno di consiglio: Maria è la celeste consigliera.Le risorse umane sono insufficienti nel prevederetutti i singoli e minuti casi che occorrono nellavita quotidiana onde predisporre i mezzi e nonlasciarsi sopraffare dagli eventi. Alla Madonna delBuon Consiglio sono affidate specialmente lemadri cristiane come coloro che hanno un compitodi formidabile responsabilità sull'avvenire deifigli; così sono affidati tutti quelli che hanno

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responsabilità di altri ed opere difficili dacompiere.

PREGHIAMO MARIA

Ecco i pensieri della Liturgia nella festa della Madonnadel Buon Consiglio.

Orazione: O Dio, che ci hai data per Madre la stessaMadre del Tuo Figlio diletto ed hai voluto che la sua bellaimmagine risplendesse con miracolosa apparizione, fa' tipreghiamo, che seguendo i suoi consigli viviamo secondoil tuo cuore e meritiamo di giungere alla Patria celeste.

Secreta: Santifica, o Signore, le offerte che ti presentiamo,e per l'intercessione della B. Genitrice di Dio, Madredel Buon Consiglio, fa' che siano per noi sorgenti di salute.

Dopocomunione: Ci aiuti sempre, o Signore, laveneranda intercessione della gloriosa e sempre Vergine tuaGenitrice Maria, Madre del Buon Consiglio. Essa che cicolmò di continui benefici, ci faccia vedere costantementequanto dobbiamo fare e ci dia forza di metterlo in opera.

ESEMPIO

PIO VII

Napoleone I, insuperbito per le riportatevittorie, perseguitava il Papa, il quale sebbenegravemente infermo, fu costretto ad abbandonareRoma, e rinchiuso in carcere a Savona. SventuratoPontefice! Povera cristianità! Ma sta scritto neiLibri Santi che le porte dell'inferno non potrannoprevalere mai contro l'Immacolata Sposa diCristo, la Chiesa Cattolica. In quelle terribiliangustie, con slancio fervidissimo, Pio VII ricorse

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alla protezione di Maria, prostrandosi a pregaredinanzi alla Madonna della Misericordia, tantovenerata nella città di Savona. Sulla fronte delPontefice lampeggiò un sorriso di pace e ditrionfo. E' fama dicesse allora all'Ufficiale che locustodiva: «Ora scrivete pure a Napoleone, editegli in mio nome che ha finito di vincere. La suastella si volge al tramonto!». E come disse ilPapa così avvenne. Gli eserciti di Napoleonefurono ripetutamente sconfitti ed egli, fattoprigioniero dagli inglesi, veniva esiliato sull'aridoscoglio di S. Elena. Al contrario, il Ponteficerientrava trionfalmente nella sua Roma il 24 maggio1814, tra il plauso del mondo intero.

Riconoscente alla Vergine SS. per i segnalatifavori ottenuti, ordinava che si facesse specialefesta in perpetuo, con Messa ed Officio proprioad onor di Maria SS. sotto il titolo: AuxiliumChristianorum: Aiuto dei Cristiani. Tale festavenne da lui fissata appunto il 24 Maggio.

LODE

Divina Madre del Redentore,porta aperta del cielo,e stella del mare, soccorriil popolo cadente, che anelaa risorgere, tu che generasti,con meraviglia della natura,il tuo Santo Creatore, Vergine sempre,mentre dalle labbra di Gabriele,accogli il grande «Ave»,dei peccatori abbi pietà.

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GIORNO DECIMOQUINTO¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯

Giustizia di Maria SS.

S. SCRITTURA

Ecco io mando il mio angelo a prepararedavanti a me la strada; e subito verrà al suo tempioil Dominatore da voi cercato, e l'Angelo delTestamento, da voi bramato. Eccolo, viene, dice ilSignore degli eserciti. E chi potrà indovinare ilgiorno della sua venuta? Chi potrà stare arimirarlo? Egli sarà come fuoco di fonditore, comel'erba dei gualchierai. Egli sederà a fondere epurificare l'argento: purificherà i figli di Levi, licolerà come l'oro e come l'argento, e alloraoffriranno al Signore sacrifici di giustizia. Epiacerà al Signore il sacrificio di Giuda e diGerusalemme, come in antico, come ai tempid'una volta (Ml. 3,1-4).

La giustizia è una virtù generale: per essa sidà a ciascuno quanto è dovuto. Giusti con tutti:verso Dio, al quale è dovuta l'adorazione,l'obbedienza, l'amore; verso il prossimo, a cuisiamo obbligati da vari doveri che possono andaredall'obbedienza, per es. ai genitori, all'amore semplice,

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verso il prossimo in generale. Abbiamo puredei doveri di giustizia verso noi medesimi,tanto riguardo all'anima che riguardo al corpo.

La Sacra Scrittura fa un grande elogio a SanGiuseppe quando dice:«Joseph cum essetjustus» (Mt. 1,19). Significa che S. Giuseppeadempiva tutti i doveri: verso Dio, il prossimo ese stesso.

Possiamo comprendere questa virtùconsiderando un episodio del Vangelo: «Allora iFarisei, ritiratisi, tennero consiglio per vedere comecoglierlo in fallo nelle parole. E gli mandarono iproprii discepoli con gli erodiani a dirgli: Maestro,sappiamo che sei veritiero e insegni la via diDio secondo la verità e non ti curi di nessuno,che non guardi in faccia alle persone. Diccidunque: è lecito o no pagare il tributo a Cesare?Ma Gesù, conosciuta la loro malizia, disse:Perché mi tentate, ipocriti? Mostratemi la monetadel tributo. Ed essi gli presentarono un denaro.Ed egli chiese loro: Di chi è quest'immagine el'iscrizione? Gli risposero: Di Cesare. Rendetedunque a Cesare quello che è di Cesare e a Dioquello che è di Dio» (Mt. 22,15-21).

«Beati quelli che hanno fame e sete di giustizia,poiché saranno saziati», disse ancora GesùCristo (Mt. 5,6).

•Maria diede a Dio il debito onore. Diede il

tributo della preghiera. Fin dai primi momentidella sua esistenza, la Vergine ha adorato,ringraziato, propiziato e pregato il Signore megliodegli Angeli e Santi che sono in Paradiso. E ilprofumo di quest'incenso andò sempre crescendo

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fin nell'eternità, nella quale Dio riceve da Mariala lode più grande.

Maria offrì tutta se stessa: anima, corpo,vita al Signore. Infatti è comune sentimento deiDottori e dei Padri, che ancora bambina, fucondotta dai parenti a Gerusalemme, ove si trovavacome un piccolo collegio di fanciulle pel servizionel tempio: Dum esset trium annorum fuit aparentibus oblata in templum, et ibi stetit usque addecennium quartum annorum: raggiunti i tre anniMaria fu dai genitori offerta al Tempio ove stettefino all'anno decimoquarto. Ella seguì allorala massima perfezione nel servizio di Dio. Sembrafossero scritte per Lei le parole: «Audi, filia,et vide, et inclina aurem tuam et obliviscerepopulum tuum et domum patris tui: ascolta, ofiglia, guarda e porgi l'orecchio, e dimentica il tuopopolo e la casa di tuo padre» (Sal. 44,11).Per servire meglio, sempre e solo il Signore,lasciò la famiglia ed il mondo, cercando il luogopiù solitario e lontano da esso.

Maria si consacrò a Dio subito: Gli offerse lavolontà sottomettendosi perfettamente a coloroche la guidavano, poiché colà trovò Superiori cuidoveva obbedire in ogni cosa. Ella non facevadistinzione tra ufficio e ufficio, fra comando ecomando.

Consacrò a Dio la sua intelligenza volendoamare il Signore con tutta la mente, pensare soloa Dio ed alle cose che riguardavano il suo santoservizio; studiare i Salmi, meditare la S. Scrittura.

Consacrò a Dio il suo cuore ed il suo corpocon voto di perpetua castità, volendo amareil Signore con tutte le forze e senza alcunadivisione.

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Man mano che passavano i giorni, Maria, perl'infusione di luce celeste, per i lumi che levenivano dalla S. Scrittura e dalle istruzioni deiDottori della legge si apriva a conoscere econtemplare il mistero dell'Incarnazione del Verbo.Il suo cuore allora ardeva dal desiderio e sullelabbra si moltiplicavano le preghiere: Si apranoi Cieli, le nubi piovano il giusto, germini laterra il Salvatore. Era tale la sua diligenza, cheS. Bonaventura così la descrive: «Fiebat ut invigiliis inveniretur prior, in sapientia legis Deieruditior, in humilitate humilior, carminibusdavidicis elegantior; in omni virtute perfectior:Maria SS. era la prima nella mortificazione, la piùerudita nella conoscenza della divina legge, lapiù umile, la più diligente nei canti sacri, la piùperfetta in ogni virtù».

E questa fu l'alba, ma progredì sempre piùcalda e luminosa la giornata di sua vita terrena.

Per tutta la vita sempre ed in ogni momentocompì la divina volontà; sempre attese allameditazione e contemplazione delle verità divine;sempre amò il Signore con tutta la mente, contutte le forze, con tutto il cuore.

Maria praticò ogni giustizia verso il prossimo.Anzitutto coi suoi genitori S. Gioachino e

S. Anna. Ad essi, sebbene piccina ancora,mostrava tutta la sua riconoscenza ed il suotenerissimo affetto; e questo in una maniera cosìgraziosa e semplice che commoveva: «Sanctificatioeius irradiabat in alios et in eis extinguebat omnesmotus concupiscentiae carnalis: la sua santitàirradiava negli altri ed estingueva in essi ogni motodi concupiscenza», così S. Tommaso d'Aquino,S. Ambrogio, S. Bonaventura. Anche al presente,

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se durante la tentazione si mira l'immagine diMaria, il cuore rimane libero. Virgo singularis,Maria.

Quindi con S. Giuseppe suo casto sposo. IlSignore lo aveva a Lei destinato come conforto,come difesa, come aiuto. E Maria gli portò unamore santissimo e costante; lo servì in tutte lenecessità specialmente durante gli acciacchi dellavecchiaia e nella sua ultima malattia; lo consolònelle pene, l'accompagnò a Betlemme, in Egitto,a Nazaret, alla Pasqua di Gerusalemme con ognifedeltà; soprattutto lo obbedì. S. Giuseppe erainferiore, sebbene così grande, alla Vergine,tanto per santità che per lumi soprannaturali enaturali; ciononostante la Madonna venerava in Luil'autorità di Dio, e quindi, senza osservazioni odistinzioni di comandi, si regolava in tuttosecondo Egli stabiliva.

Adempì ogni giustizia riguardo al Figlio Gesù.Ella ne era vera Madre poiché da Essa si formòil corpo di Gesù. Da Lei Gesù ebbe tutte le curemateriali di cui abbisogna un bambino ordinario:da Lei ebbe tutta l'educazione e formazioneche come uomo, Gesù, volle prendere daMaria; da Lei apprese le preghiere, i salmi,l'attitudine ai lavori minuti famigliari. Maria rimasecon Gesù a Nazaret, lo seguì come Madre ediscepola nella vita pubblica, lo assistette sulCalvario morente, aiutò a comporne la salma nelsepolcro, lo accompagnò al Monte degli Ulivi perl'Ascensione.

Adempì i doveri di giustizia verso la parentela:visitò e servì S. Elisabetta; conservò semprele buone relazioni di sorella con la Madre diGiacomo il minore, si comportò verso Giovanni,

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lasciatole come figlio da Gesù sul Calvario,come Madre di adozione.

Adempì ogni giustizia cogli Apostoli: conessi pregò e ottenne lo Spirito Santo; li confortò intutte le varie difficoltà; li consigliò nei dubbi ene infervorò lo zelo.

Anche col prossimo in generale, Maria compìogni giustizia, poiché: al mondo diede il Redentore;sparse ovunque il profumo delle sue eccelsevirtù; pregò e sofferse per tutti durante la suavita.

•Maria fu giusta verso se stessa.La giustizia richiede: di sottomettere la parte

inferiore allo spirito; di spendere per l'anima iltempo e le cure che sono necessarie per lasantificazione; trattare il corpo come un buonfigliuolo. La S. Vergine non ebbe il peccatooriginale, perciò fu adorna del dono di integrità. Ilsuo corpo con tutti i sensi, il cuore con tutti isentimenti, la stessa fantasia erano sempreregolati dalla ragione e dalla fede. Tutto in Lei eraordine e armonia; tutto procedeva da sano giudizioe secondo il divino volere; tutto assecondavai desideri e le aspirazioni altissime della suaanima.

Maria diede all'anima le cure, il tempo, imezzi necessari. Infatti Ella esercitò tutte le virtù;S. Alberto Magno asserisce che ebbe tutte levirtù dei beati in cielo, ma con la possibilità dipoter sempre crescere in merito: «Habuit virtutescum actuum perfectione sicut comprehensores,et cum merendi conditione sicut viatores».

Trattò anche il corpo come un buon figliuolo:

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lo nutrì, lo custodì, lo associò ai meriti della suaanima. E questo è il vero amore al corpo. Aquesto corpo verginale Ella preparò attraversofatiche e pene, una gloria incomparabile in cielo.Maria si piegò ad accettare la morte; Mariavenne risparmiata dalla corruzione del sepolcro;Maria venne risuscitata, anima e corpo, Maria ha ilmaggior seggio di gloria in Paradiso.

•Siamo giusti? Considerando le virtù che

riguardano le relazioni nostre verso Dio, verso ilprossimo ed i doveri verso di noi, possiamo fareun conveniente esame con i propositi necessari.Vediamo:

Lo spirito di religione, per cui diamo a Dioquel che è di Dio. Vi è chi si vanta di osservarela giustizia mentre non prega, non è delicato dicoscienza, non rispetta i voti, le promesse, ilnome di Dio. La pietà filiale insegna a dare aigenitori e ai superiori quel che loro è dovuto.

Il rispetto verso le autorità vuole che onoriamoin esse lo stesso Dio che esse rappresentano.

E' pure da curarsi tanto la sincerità per cuirispettiamo negli altri il diritto alla verità,camminando con cuore semplice e schietto.

Dobbiamo poi mostrare la riconoscenza peri benefici ricevuti e conservare il cuore umile,poiché tutto viene da Dio.

Si pecca contro la giustizia per qualsiasidanno che si arreca al prossimo con le opere,offendendolo nella persona o nella roba; o con leparole, danneggiandolo nell'onore.

Scrive un egregio autore di Teologia Morale:Alla religione si oppongono i vizi di cui si parla

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nei primi tre precetti del Decalogo; alla pietà sioppone l'empietà, il cosmopolitismo ed ilnazionalismo esagerato; al rispetto l'irriverenzae la disobbedienza; alla sincerità la bugia, lasimulazione e la rivelazione dei segreti; allariconoscenza l'ingratitudine, alla liberalità laprodigalità e l'avarizia.

DIVOZIONE A MARIA

LA FESTA DELLA VISITAZIONE

La festività ci ricorda la visita che la B.Vergine nella sua profonda umiltà e immensa caritàfece alla cugina Elisabetta, madre di GiovanniBattista. E' il primo influsso che Gesù manifestadella sua Redenzione, santificando il Precursore:e ciò avviene per ministero di Maria, chiamataall'ufficio di corredentrice del genere umano.

L'antifona dell'introito, tolta dal Carmenpaschale del poeta cristiano Sedulio, è un salutoalla divina maternità di Maria; essa riconoscente,ha detto la parola buona, cioè il cantico di lodee di ringraziamento, che è il Magnificat,pronunziato in casa di Elisabetta.

Da questo mistero come ci dice S. Alfonso,appare molto bene che Maria è la tesoriera ditutte le grazie.

PREGHIAMO MARIA

Orazione: Dispensa, te ne preghiamo, Signore, ai tuoiservi il dono della grazia celeste, e, come il parto dellaB. Vergine fu loro principio di salvezza, così la solennitàvotiva della sua Visitazione, apporti loro accrescimento dipace.

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Secreta: Ci soccorra, Signore, l'umanità del tuoUnigenito: affinché Egli, che nato di Vergine non diminuì maconsacrò l'integrità di sua Madre, nella solennità della diLei Visitazione, ci liberi dalle nostre colpe e renda accettala nostra offerta.

Dopocomunione: Abbiamo ricevuto, o Signore, iSacramenti votivi della celebrazione annuale, fa', te nepreghiamo, che ci procurino i rimedi per la vita temporalee per l'eterna.

ESEMPIO

Il Padre Claudio Fenand, guarito da brevemalattia, si sentì salutare cordialmente da ungiapponese che, fuori di sé per la gioia, gli disse:«Oh! Padre, Dio sia benedetto! Io sono cattolicoe per otto anni mi stanziai in questo villaggiocon la mia vecchia madre. Dacché siamo venutiqui non abbiamo mai veduto un Sacerdotecattolico; ma quando sentii che un forestiero eraentrato nel bungalow, mi affrettai per vederlopensando che fosse un Missionario d'Europa, e nonmi sono ingannato. Provvidenza di Dio! Senta,Padre: mia madre da una settimana sta moltomale; credo debba morire presto; sono peròassai angustiato riguardo alla sua anima. Eppurecosa strana! Chi lo crederebbe? Essa conoscebenissimo di essere alle porte dell'eternità,nondimeno non appare allarmata e va sempreripetendo: «Sta quieto, figlio mio, non ti accorare,perché io sono sicurissima di non morire primad'aver veduto un Sacerdote, il quale mi confesseràe mi darà l'Estrema Unzione». Accompagnai ilgiapponese in casa sua, e la vecchia madretripudiando di gioia esclamò: «Oh, Padre! Io stavo

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proprio aspettandovi: benvenuto, benvenuto!Ora che siete voi qui, morrò ben presto; ero certaperò che non sarei morta prima dì vedere unSacerdote».

– E come potevi tu aver tanta sicurezza?Perché ti fidi tanto?

-- Eh, Padre, perché ogni giorno della miavita, ho sempre recitato il Rosario della BeataMadre di Dio per ottenere da Lei la grazia diricevere i santi Sacramenti prima di morire e laB. Vergine non ha rifiutato di ascoltare le miepreghiere.

Il missionario la confessò, le amministròsubito l'Estrema Unzione, e dopo una mezz'ora lapia madre volava in seno alla Madre Celeste.

LODE

O quam glorifica luce coruscas,Stirpis Davidicae regia proles!Sublimis residens, Virgo Maria,Supra caeligenas aetheris omnes.

Tu cum virgineo mater honore,Angelorum Domino pectoris aulamSacris visceribus casta parasti;Natus hinc Deus est corpore Christus.

Quem cunctus venerans orbis adorat,Cui nunc rite genu flectitur omne;A quo te, petimus, subveniente,Abiectis tenebris, gaudia lucis.

Hoc largire Pater luminis omnis,Natum par proprium, flamine sacro,Qui tecum nitida vivit in aetheraRegnans, ac moderans saecula cuncta.

Amen.

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GIORNO DECIMOSESTO¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯

Fortezza

S. SCRITTURA

Una donna forte chi potrà trovarla? Più delleperle venute dall'estremità della terra essa vale;in lei confida il cuore del suo sposo e nonmancheranno ricchezze.

Essa cinge di forza i suoi fianchi e rendeforte il suo braccio.

Mette mano alle cose forti e le sue ditamaneggiano il fuso. Apre la mano ai miseri estende le palme ai bisognosi.

L'avvenenza è un inganno, la bellezza èun'ombra: la donna che teme il Signore, quellasarà lodata (Pr. 31,10-11.17.19-20.30).

La fortezza è la virtù per cui si affronta senzatemerità e senza timidezza qualunque difficoltàe pericolo, e anche la morte, per il serviziodi Dio ed il bene del prossimo. Essa è fermezzadi animo ed è condizione per qualsiasi virtù. «Lafortezza è propria di un'anima grande; da soladifende gli ornamenti di tutte le virtù, custodiscela giustizia, combatte inesorabilmente tutti i vizi;

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invincibile nelle fatiche, forte nei pericoli,rigorosa nei piaceri, severa negli allettamenti».«E' fortezza dei giusti il vincere la carne, ilcontrastare le passioni, lo spegnere il dilettodella vita presente».

Disse Gesù: «Il regno dei cieli s'acquista conla forza e lo afferrano i violenti» (Mt. 11,12).«Se uno vuole venire dietro di me, rinneghi sestesso, prenda la sua croce e mi segua» (Mt.16,24). «L'atleta non è coronato, se non hacombattuto secondo le regole» (2 Tm. 2,5).

La Fortezza ha tre gradi:Il primo consiste nella mortificazione delle

passioni: qui sta la vera fortezza. Si dicono fortii domatori di belve, i soldati vincitori, gli scalatoridi montagne, i transvolatori degli oceani. Macon maggior ragione sono forti coloro chedominano se stessi, vincono l'ira, l'amor proprio,la concupiscenza. «Il paziente val più del forte,e chi sa combattere se stesso val più di chiespugna città».

Il secondo grado consiste nel sacrificare, quandofosse necessario, la propria libertà, la fama ela stessa vita, per la gloria di Dio e per il benedel prossimo. E' questa la fortezza praticatadall'apostolo Paolo il quale, pur di salvare anime,si esponeva ad ogni specie di pericolo: «Spessoin viaggio, tra pericoli di fiumi, pericoli inmare, pericoli dai falsi fratelli» (2 Cor. 11,26).E' questa la fortezza eroica di cui danno ancoraoggi sì bella prova i Missionari e le Missionarienei luoghi di evangelizzazione.

Il terzo grado consiste nel tollerare i mali conanimo forte ed invitto.

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Questa è propria di chi accetta rassegnato lamorte dalle mani di Dio, e, ancor più di colui chesubisce il martirio. S. Ignazio Martire scrive aiRomani: «Dio voglia ch'io possa godere diquelle belve che mi sono preparate; io le desideroferoci contro di me... Desidero essere maciullatodalle loro zanne, per essere frumento di Dio».

•Maria è chiamata Regina dei Martiri, perché il

martirio fu il più lungo, il più atroce, il piùamoroso; così S. Alfonso de' Liguori con moltipanegiristi di Maria Addolorata. Considerando però,più in generale, la sofferenza di Maria diciamoche Ella provò ogni pena; che la sua rassegnazionefu totale; che fu, per magnanimità, l'opera piùgrande.

I. Maria provò ogni pena: Povertà, disprezzo,dolore accompagnarono costantemente la vitadella Madonna. Chi è povero ha occasione diesercitare continuamente la virtù della pazienza.Maria era sposa di un artigiano santo si, mapovero, che guadagnava il pane col sudore dellafronte; perciò dev'essersi trovata molte volte nellavera strettezza. Nella spelonca di Betlemme,nella fuga e dimora in Egitto, nell'officina diNazaret, soffrì talvolta la fame, talvolta la sete, ilfreddo, il caldo, la pioggia, i venti, la stanchezzae tutte le altre privazioni proprie dei poveri.

Più difficile a sopportarsi è il dispregio:Maria lo provò in Betlemme dove fu da tuttirespinta ed in tutti i luoghi di sua dimora, perchéovunque visse e fu trattata da povera. Ma idisprezzi più umilianti, le ingiurie, le contraddizionipiù acerbe piombarono su di Lei quando si

11. Maggio.

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cominciò a perseguitare il suo Figliuolo Gesù. Oh!quanto ebbe a sostenere Maria, per essereMadre di Gesù! di quante beffe ed insulti fu fattabersaglio! quante villanie ed improperii furicolma!

Immagina la condizione di una donna che èMadre del più odiato e perseguitato dei figliuoli,odiato e perseguitato da ogni classe di uomini:ricchi, poveri, plebei, dotti, ignoranti, sacerdotie laici! Gesù soffrì tanto nella passione e morte;ma il tenero cuore di Maria, fu pure trafitto daldolore. Attendite et videte, si est dolor sicutdolor meus. Dalla profezia di Simeone fino allarisurrezione, Ella andò naufraga in un mare dipene, le più acerbe ed intense: magna est enimvelut mare contritio tua. La pazienza è virtùnecessaria a tutti, in tutte le età e condizioni dellavita: «Patientia enim vobis necessaria est» (Eb.10, 36), esclama l'Apostolo; ma come si acquista?Coll'esercizio continuo.

La pazienza, secondo S. Bonaventura,consiste nel patire tacendo. Ma la SS. Vergine patìsenza la minima agitazione, senza alcunrisentimento, desiderando patire maggiormente. Patìtacendo: non lamenti, non amarezze; in Dio solocercava conforto: Arbitrum mentis solita nonhominem sed Deum quaerere. Patì senzaagitazioni: la benedetta sua anima era di una calmaimperturbabile, il suo cuore sempre in pace: Innobis justitia non est sine bello, in ipsa cum summapace. Patì senza risentimenti: Maria aveva sotto gliocchi gli Scribi, i Farisei e il popolo giudaico,che con ogni maniera di obbrobri e di straziavevano fatto morire il suo divin Figliuolo. Ebbene:«O mira Mariae patientia et mansuetudo! esclama

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S. Bonaventura, numquam contra eosimpatiens fuit».

II. La rassegnazione di Maria fu totale. Desideròsempre che la volontà di Dio fosse compiuta inCielo ed in terra, nel suo Gesù, nel suo Giuseppe,negli uomini e nelle creature tutte. Qualunquecosa le accadesse, gradita o spiacevole, la suapace interiore non soffriva alterazione alcuna.La Galilea o l'Egitto, Nazaret o Betlemme eranoper lei dimore indifferenti: la penuria e l'abbondanza,la fatica ed il riposo, le era ugualmentecaro nella volontà del suo Dio. Ella sentiva sinoin fondo all'anima le prove che Dio mandava aLei, al castissimo suo sposo, ma più ancora leambasce e i dolori del suo caro Gesù: Superhaec doluit crucifixum! esclamava S. Bernardo, etvehementer: ille enim mori corpore potuit, istacommori corde non potuit. Ma il suo sentire epensare era tranquillo, perché in perfetta uniformitàal volere di Dio. Il Sangue sparso da Gesù,non impedì che la maggior parte del popoloeletto perdurasse nella miscredenza; quel popolo cheaveva avuto a capo i patriarchi, i Dottori, i profeti,quel popolo che aveva ricevuto la legge daDio stesso, ed a cui erano state fatte tantepromesse, restò nelle tenebre dell'errore, oppressoda sciagure indicibili e lontano da Dio. Qualepena al cuore di Maria, che avrebbe dato millevite per esso! Di più, dopo l'ascensione di Gesù,la lunga dimora sulla terra era per Maria uncontinuo esercizio di rassegnazione. Ella sospiravala Patria celeste. Infiammata d'amore più di tutti iSerafini, non aveva più che una brama ardente:congiungersi presto al suo Diletto in Cielo. Contutto ciò Maria persisteva in una perfetta e

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tranquillissima rassegnazione. Amava, desiderava,ma non avrebbe voluto prevenire d'un istante lavolontà del Signore.

Con la viva persuasione di non meritare nulla,accettava ogni pena senza sorpresa, benedicendoDio nelle pene e nelle gioie, nelle umiliazioni enelle glorie. La rabbia maligna dei Farisei, ilfurore del popolo ebreo, il tradimento di Giuda,l'ingiustizia di Pilato, la morte crudele del suoDivin Figlio, la gettarono in un mare di dolori:veni in altitudine maris. Eppure non si lamentò,stimandosi sempre trattata oltre ogni suo merito.

III. La rassegnazione di Maria fu permagnanimità l'opera più grande: Maria fu nostracorredentrice per magnanimità. Ripiena di lumeceleste, istruita nelle Sacre Scritture, sapeva che ilRedentore era descritto dai Profeti come l'uomodei dolori: virum dolorum (Is. 53,3); e similea Lui doveva essere la donna destinatagliper Madre. Conobbe anche meglio questo quando,dalle labbra di Simeone ascoltò la profezia:«Tuam ipsius animam pertransibit gladius» [Lc. 2,35].Dio voleva da Lei questo grande sacrificio, generosa,glielo offrì. Accetta, o Padre onnipotente, questaoblazione che io tua ancella ti offro: Suscipe,Pater omnipotens, oblationem hanc quam tibioffero ancilla tua.

Le donne d'Israele dopo aver offerto neltempio i loro figliuoli li riscattavano con pochemonete, piene di allegrezza se li riportavano a casae li riguardavano come la loro speranza. Mariariguardava nel suo Gesù la vittima che Elladoveva allevare per il sacrificio della croce. Nelsentire il dolce nome di Madre, quante volte avràpensato all'ultima volta in cui le avrebbe rivolto

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la parola dalla croce; nell'atto di stringerlo alseno avrà pensato alle funi che dovevanotrascinarlo per le vie di Gerusalemme; nel vestirlo,avrà pensato che quelle carni innocenti sarebberostate ridotte un giorno tutta una piaga, apertedai flagelli, trapassate da chiodi!

Ma il momento più sacro in cui la suamagnanimità doveva apparire unica al mondo fuquello del Calvario, quando, appiè della croce,assistette all'agonia del suo Gesù. Maria, naufragain un mare di tristezza, non disse parola, nonemise lamento, mostrò una magnanimità ch'èsenza esempio: «Stantem lego, dice S. Ambrogio,flentem non lego». Stava presso la crocecontemplando la infinita bontà del Signore, che,per salvare i colpevoli, sottoscrive alla mortedell'unigenito suo Figlio. Stava contemplando laPassione dolorosa e pazientissima di Gesù; stavaimmobile, non temendo né la malignità degliScribi e dei Farisei, né l'insolenza dei soldati,né il furore della plebaglia; stava dando, inquell'atto, a tutta la Chiesa nascente un esempio digenerosità e di costanza che la costituiva Reginadi tutti i martiri e Corredentrice dell'umanità.

•I difetti contro la fortezza sono specialmente

la timidezza e la temerarietà.1) Chi è timido teme dove non deve temere,

o teme più di quanto è necessario. Non è maletemere il peccato e le pene dell'inferno (si possonotemere quei mali da cui non procede alcunbene); è male, invece, il vano timore e lapusillanimità, per cui vengono trascurati i doveridel proprio stato. E' specialmente da condannarsi il

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rispetto umano, per cui uomini che si credonoforti, diventano come schiavi dei più tristi.

2) Il temerario vuole compiere il bene quandonon conviene, o nel modo che non conviene. Perlo più questa temerità nasce dal disprezzo chesi nutre per la vita altrui, dalla superbia per cuisi confida troppo nelle proprie forze; dallavanità per cui si vuole dare prova del propriovalore, e talora anche da stoltezza.

I frutti della fortezza sono: La magnanimità,che porta a fare opere grandi per Dio e per ilprossimo. A prima vista la magnanimità sembrerebbecontraria all'umiltà. La differenza invece ègrande. Il superbo vuole compiere operegrandiose per essere lodato dagli uomini; invece ilmagnanimo disprezza le ricchezze, gli onori e ipiaceri di questo mondo, aspettando da Dio solol'approvazione ed il premio.

La magnificenza, per cui ad onore di Dio, oper il bene della Chiesa o della Patria, si fannocose grandi, e quindi pure grandi spese: comeavviene per la costruzione di templi, collegi,università, seminari, monasteri.

La pazienza, che ci fa sopportare con animotranquillo, per amor di Dio in unione di GesùCristo, patimenti fisici e morali. Soffriamo tuttiabbastanza, tanto da farci santi, se sapessimosoffrire da forti e per motivo soprannaturale.

La costanza nell'operare il bene senza caderenella stanchezza, nello scoraggiamento e nellasensualità. «Sarete odiati da tutti a causa delnome mio – disse Gesù – ma chi avràperseverato sino alla fine sarà salvo»(Mt. 10,22; 24,13).

Se vogliamo progredire nella virtù della

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fortezza, adoperiamone i mezzi: preghiera,confidenza in Dio, meditazione, fedeltà nelle piccolecose: «Chi è fedele nel poco è fedele anchenel molto, e chi è ingiusto nel poco è ingiusto anchenel molto» [Lc. 16,10] e soprattutto l'amor di Dio.S. Paolo diceva: «Chi potrà separarci dalla caritàdi Cristo? le tribolazioni forse, l'angoscia, lanudità, il pericolo, la persecuzione, la spada?Come sta scritto: Per te noi siamo oggi messi amorte, siamo considerati come pecore da macello.Ma di queste cose siam più che vincitori invirtù di colui che ci ha amati» (Rm. 8,35-37).

DIVOZIONE A MARIA

MADONNA DEL MONTE CARMELO

Questa festa s'intitola al Carmelo per più motivi:primo perché Maria venne figurata e onoratasul Monte Carmelo già molto tempo prima dellasua nascita; perché il Carmelo è il primo luogodella terra dedicato con un Oratorio alla Madredi Dio; perché l'Ordine dei Carmelitani laconsidera come sua fondatrice, madre e superioraperpetua; in ultimo per l'istituzione del SantoScapolare dato nel 1245 dalla SS. Vergine a SanSimone Stock generale dei carmelitani, assicurandoloche chi l'avesse portato costantemente,nell'altra vita o non sarebbe passato per le penedel Purgatorio o ne sarebbe stato liberato al piùpresto e in questa avrebbe avuto una salvaguardiadai pericoli e un pegno di salvezza eterna.

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PREGHIAMO MARIA

Orazione: Dio, che decorasti l'ordine del Carmelo deltitolo singolare della tua beatissima sempre Vergine e MadreMaria; concedi propizio, che mentre oggi ne celebriamola Commemorazione con solenne ufficio, muniti dellasua protezione, meritiamo di giungere ai gaudii eterni.

Secreta: Deh! Signore, santifica i doni offerti: e per lavalidissima intercessione della beata Madre di Dio Maria,concedi che ci riescano salutari.

Dopocomunione: Deh! Signore ci soccorra l'augustaintercessione della tua gloriosa Madre e sempre VergineMaria: affinché, dopo averci colmati di eterni benefici, ciliberi da tutti i pericoli e ci faccia per sua pietà concordi.

ESEMPIO

S. MARIA EGIZIACA

Al S. Sepolcro di Gesù Cristo in Gerusalemme,avveniva or sono 15 secoli, una prodigiosaconversione per opera di Maria.

Dopo 17 anni di una vita scandalosa, MariaEgiziaca, recavasi in Gerusalemme, alla festa dellaS. Croce. Ma volendo entrare col popolo in queltempio si sentì respinta indietro. Tre volte ritentòd'entrare, ma invano; allora capì che il Signorela rigettava.

Piangendo amaramente, si prostrò dinanzi aduna immagine di Maria dipinta sopra la portadella Chiesa, e invocò con gemiti e sospiril'aiuto di Colei che è il rifugio dei peccatori,

Terminata la preghiera, si sentì aprirsi l'animoa speranza; si presentò alla porta della Chiesa,

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vi entrò senza resistenza alcuna. Si gettòallora ai piedi del Crocifisso, rinnovando lepromesse già fatte a Maria SS. di riparare le suecolpe con lunga penitenza. Si confessò, si corroboròcol pane eucaristico, si ritirò al di là del fiumeGiordano, ove dimorò per 47 anni, dedicandosialla preghiera, al lavoro ed alla penitenza.

LODE

Virgo Dei Genitrix, quem totus non capit orbisIn tua se clausit viscera factus homo.Vera fides Geniti purgavit crimina mundi.Et tibi virginitas inviolata manet.

Te matrem pietatis, opem et clamitat orbis:Subvenias famulis, o benedicta, tuis.Gloria magna Patri, compar sit gloria Nato,Spiritui Sancto gloria magna Deo. Amen.

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GIORNO DECIMOSETTIMO¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯

Temperanza

S. SCRITTURA

Il Signore parlò ad Achaz dicendo: Domandaa tuo piacere al Signore Dio tuo un segno dalprofondo dell'inferno, o lassù nell'eccelso. EAchaz rispose: Nol chiederò e non tenterò ilSignore. E disse: Udite dunque casa di David: E'forse poco per voi far torto agli uomini, che fatetorto anche al Dio mio? Per questo il Signore vidarà egli stesso un segno: Ecco, una Vergineconcepirà e partorirà un figlio, e il nome di luisarà Emmanuele. E mangerà burro e miele,affinché sappia rigettare il cattivo ed eleggereil buono (Is. 7,10-15).

(Dal Messale: Messa della Madonna nelSabato).

E' la virtù che frena le passioni e moderal'uso dei cibi, del riposo, della sensibilità secondola retta ragione e secondo la fede.

La temperanza è virtù principale o cardinale.Se la moderazione è lodevole in ogni virtù, lo èprincipalmente nell'uso delle cose naturali: cibo,

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riposo, danaro ecc. Benché la bellezza convengaa qualsiasi virtù, alla temperanza si attribuiscein modo eccellente per due ragioni: perchévuole una cosa conveniente e proporzionata in cuiconsiste il bello; poi perché le cose da cui ciraffrena la temperanza sono infime all'uomo,come quelle che gli si adattano secondo la carne.

Concorre alla temperanza: la verecondia,ossia il timore che S. Tommaso d'Aquino chiama«rossore». Vi concorre l'onestà, cioè il decoro.

Sono frutti della temperanza: la mortificazione,l'astinenza, la sobrietà, la pudicizia, una giustaregola nel riposo e nelle ricreazioni. Le cosecreate sono buone. Dice infatti la Scrittura: «Tufai crescere il fieno per i giumenti e gli erbaggia servizio dell'uomo. Tu fai che venga fuoridalla terra il pane, e che il vino rallegri il cuoredell'uomo; fai sì che l'olio ne renda ilare la faccia,e il pane sostenti il cuore dell'uomo» (Sal.103,14-15). L'uso quindi è buona cosa; ilpeccato sta nell'abuso.

La temperanza insegna anche la modestia,virtù la quale vuole una buona convenienza nelvestito, nell'ornamento, nel passo, nella voce, neigiuochi. ecc. «Dove c'è Cristo c'è pure modestia»(S. Gregorio). «Componi l'abito, la voce,il volto, il passo, in modo che riesca digradimento a Dio, a te di ornamento, al prossimo diedificazione» (S. Ambrogio). Scriveva S. Paoloa Timoteo: «Voglio che le donne si vestano inmodo decente, con verecondia e modestia, nonriccioli, oro, perle e vesti preziose, ma comes'addice a donne che fanno professione di pietà,con opere buone» (1 Tm. 2,9).

Anche l'umiltà viene dalla temperanza. Essa,

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consiste essenzialmente nel frenare la smania dicose grandi e di lodi umane secondo la stimaesatta e non esagerata di noi stessi. E' la virtùpropria dei figli di Dio. S. Bernardo la dice«verissima cognizione di sé, per cui l'uomodiventa vile a se stesso».

La Santa Vergine fu temperante nel cibo,mortificata nel riposo, regolata negli affetti enell'espansione del suo cuore.

S. Giovanni M.Vianney fu temperante nelcibo così da recar meraviglia come potessevivere ed operare; S. Tommaso d'Aquino fu cosìprivilegiato che per una celebre vittoria venneliberato dagli stimoli della carne; S. Carlo Borromeoriduceva il suo riposo a pochissime ore... Tutti isanti seppero imporsi regole, astinenze,mortificazioni. Maria però li superò tutti comeMaestra e Regina. In Lei non eccessi, né abusi, néimmoderazioni; per il dono dell'integrità tutto in Leiera ragionevole, moderato, regolato. Prendeva ilcibo senza curarsi del gusto, ma solo e sempreper mantenersi nel servizio di Dio. Riposava colsuo corpo, ma il suo cuore vegliava con Dio. Ilsuo cuore con tutte le forze, aveva perunico oggetto il Signore; nel Signore e soltantoin Lui amava S. Giuseppe, il suo Gesù, i suoiparenti, gli uomini tutti. Mai la ripugnanza latratteneva, mai alcuna voglia immoderata latrascinava.

Nell'uomo vi sono passioni le quali sonoforze che ci possono servire e spingere al bene oal male, ma purtroppo divenute ribelli per ilpeccato originale, spingono spesso verso il male.

In Maria non fu così; esse servivano solo albene.

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L'amore era diretto sempre al bene; l'odiorivolto sempre contro il male. Desiderava sempreil Regno di Dio e la sua giustizia; aveva unainimicizia irreconciliabile col peccato. Si rallegravadi ogni cosa che piacesse al Signore, temeva solol'offesa di Dio. E così tutte le passioni eranocome docili pecorelle sulle quali era pieno il suodomino e che sempre Ella guidava all'ovile diGesù Cristo.

•La superbia è un'immoderazione nella stima

di noi e nel desiderio della gloria, quindi essagonfia, è ambiziosa, si compiace vanamente.Maria fu perfettamente umile: nella mente, ovesolo la verità dominava: nella volontà che solo esempre cercava la gloria di Dio; nel «Magnificatanima mea Dominum»; nelle vesti sempreconformi alla semplicità, alla povertà, alla modestia;nelle azioni, poiché serviva a tutti, si mettevaall'ultimo posto per quanto stava da Sé, obbedivasempre devotamente seguendo tutte ledisposizioni che le venivano comunicate.

La superbia è il principio d'ogni peccato;l'umiltà il principio d'ogni virtù. Maria fuumilissima: Come non vi fu creatura tanto innalzata– dice S. Bernardino da Siena – così non vi fucreatura che tanto si abbassasse nel concetto dise stessa: Sicut nulla... creatura tantum ascendit...sic nec tantum descendit in abyssum humilitate.Non si credeva peccatrice, anzi conosceva isingoli suoi privilegi; ma li riferiva tutti alla bontàdi Dio, ritenendosi come una povera ancellagratuitamente beneficata. Nel sublime suo cantoElla non parla che di Dio, e di sé: ma di Dio

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per esaltarlo, di sé solo per abbassarsi. «Magnificatanima mea Dominum, et exultavit spiritusmeus in Deo salutari meo» [Lc. 1,46-47].

Come dicesse: Voi, o Elisabetta, mi esaltate,per la dignità che mi è conferita, ma io esaltoil Signore che me l'ha data, avendo compassionedella povertà della sua serva.

E l'umilissima fra tutte le creature tenne consomma cura celato il suo tesoro. Apprendedall'Arcangelo, i più sublimi misteri; ma perchéridondano a gloria sua rimangono sepolti nel suocuore; non ne fa parola con alcuno, neppure colsacerdote Zaccaria suo congiunto, non conElisabetta alla quale sapeva averli Dio rivelati;nemmeno con Giuseppe nella circostanza piùdelicata, in cui pareva che ogni ragione dovesseindurla a parlare. Non basta: quando il suo divinFigliuolo operava strepitosi prodigi: saziare conpochi pani tante migliaia di uomini, liberareossessi, risanare infermi, risuscitare morti, Maria sitenne nascosta: non fece mai direttamentecenno d'essergli madre. Quando invece saliva ilCalvario e spirava come un malfattore sullacroce, allora si fece conoscere per madre di Gesù, eassistette fra gli scherni alle sue mortali agonie.Non vi è pura creatura che abbia congiuntatanta umiltà con tanti doni. Iddio, dicono i santiPadri, glieli versò in seno senza misura: nobiltàdi natali, talenti di spirito, perfezione di corpo,pregi d'ogni maniera nel grado più eminente;bellezza ma senza ostentazioni, sapienza ma senzaarroganza, affabilità ma senza leggerezza. L'albanascente, il sole nel suo meriggio, la lunaargentea, i fiori più vaghi, le piante più belle sonoimmagini per rappresentarcela. Ricca poi di doni

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interni: immaginazione tranquilla e pura, volontàretta, libertà più perfetta di quella degli Angelie di Adamo nello stato d'innocenza, passionisempre regolate, carne sì santa da meritare d'esserla carne dell'Uomo Dio; nessuna inclinazionedisordinata, nessuna lusinga, orrore ad ognimale, attrattiva ammirabile per la virtù; calmaimperturbabile nei pensieri, negli affetti, nelleoperazioni; soavità di carattere senza esempio.Eppure in mezzo a tanta ricchezza di doni qual fuil portamento di Maria? Quanto più si vedevaesaltata, tanto più s'abbassava; e come non vifu anima di Lei più ricca, così non vi fu animadi Lei più umile. «Omnis vallis implebitur» (Lc.3,5). Maria, dice S. Bonaventura, fuit vallisvallium, quia fuit humillima humilium.

Esercizio perfetto di temperanza: Lamoderazione insegna a non lasciarci abbattere nellecontrarietà, non esaltarci nelle cose prospere. Lavita dei giusti sulla terra è intessuta di tribolazionie di consolazioni: Misericors Deus moestisrebus quaedam etiam jucunda permiscuit, diceS. Giov[anni] Crisostomo; quod certe cum sanctisomnibus fecit, quos neque tribulationes, nequeiucunditates sinit perpetuas habere. Così fu di Maria.

Dopo lo sposalizio con S. Giuseppe ebbe laconsolazione di visitare Elisabetta e di riempirequella santa casa della gioia più pura; ma di lìa non molto fu trafitta nel più profondo dell'animodalle angustie del suo Sposo. Fu inebriata digioia alla nascita del Verbo incarnato, ma fusubito amareggiata nel vederlo nascere in tantapovertà. Fu consolata dalla adorazione dei Magi,ma fu tosto turbata dalla profezia di Simeone che,a guisa di spada, le trapassò l'anima. Per evitare

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le ricerche di Erode, fu costretta a fuggire inEgitto. Dopo qualche tempo ricevette il comandodi rimpatriare; ma anche il gaudio del ritorno fuintorpidito dal timore di Archelao. Per alcunianni godette in Nazaret la compagnia del suo caroGesù; ma nel ritorno da Gerusalemme lo perdettee passò tre giorni in un mare di angustie.

Ebbe gran consolazione quando Gesù dièinizio alla sua predicazione; ma non fu minorel'angustia per le persecuzioni degli Scribi e deiFarisei che terminarono col fare di Lui l'Uomo deidolori e di Lei Regina dei Martiri. A questidolori seguì poi l'allegrezza della risurrezione edell'ascensione al Cielo.

Maria fu sempre uguale a se stessa; penava,ma non si abbatteva nel dolore; gioiva nelleconsolazioni, ma non si esaltava; virtù perfetta!

Senza l'umiltà è impossibile salvarsi: «Inverità vi dico, se non mutate e non divenite comepargoli, non entrerete nel regno dei cieli» (Mt.18,5). «Se tu domandassi qual sia la strada perraggiungere la verità; qual cosa sia principalenella religione, nella scuola di Cristo, tirisponderò: la prima è l'umiltà. Qual è la seconda?L'umiltà. Qual è la terza? L'umiltà. E se centovolte mi interrogassi, cento volte ti darei lamedesima risposta» (S. Agostino). «Vuoi innalzareuna gran fabbrica che non solo vada fino alcielo, ma fino al cospetto di Dio? Pensa prima alfondamento dell'umiltà, e quanto più in alto sivuole spingere la mole dell’edificio, tanto piùprofonde si scavino le fondamenta dell'umiltà»(Sant'Agostino).

La moderazione dell'ira produce la mansuetudine.Gesù disse: «Imparate da me che sono mansueto

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ed umile di cuore» (Mt. 11,29). GiustamenteGesù associa la mansuetudine all'umiltà,perché questa non può praticarsi senza di quella.La mansuetudine non è debolezza di carattere,ma virtù interna; richiede grande fortezza ildominare noi stessi. I veri mansueti non solotemperano l'ira, ma se ne astengono secondo disseGesù Cristo: «lo vi dico di non resistere almalvagio, anzi, a chi vi percuote nella guanciadestra, porgetegli anche l'altra» (Mt. 5,38).

DIVOZIONE A MARIA

FESTA DELL’UMILTA' DI MARIA

La Vergine divenne la gran madre per l'umiltà.L'umiltà, dice S. Bernardo, è il fondamento e

la custodia delle virtù. Dio è sì amante dell'umiltàche subito corre dove la vede. Questa virtù erasconosciuta prima di Gesù Cristo, il quale vennein terra per insegnarcela col suo esempio e volleche noi l'imitassimo specialmente nell'umiltà:«Imparate da me che sono mansueto ed umile dicuore». Or siccome Maria fu la prima e piùperfetta discepola di Gesù in tutte le virtù, così sidistinse anche nell'umiltà. La Chiesa oggi cipone sott'occhio l'esempio d'umiltà della nostraMadre celeste.

PREGHIAMO MARIA

Orazione: O Dio, che poni lo sguardo sulle cose umilie le superbe le guardi solo da lontano, concedi ai tuoiservi di imitare con purità di cuore l'umiltà della beata esempre Vergine Maria, la quale per la verginità ti piacque e

12. -- Maggio.

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per l'umiltà concepì nostro Signore Gesù Cristo, tuoFigliuolo,

Secreta: Quest'offerta ci ottenga, o Signore, perl'intercessione della B. Vergine e Madre di Dio Maria, lagrazia della vera umiltà e sradichi dal nostro cuore laconcupiscenza della carne e degli occhi e l'ambizione delmondo così, che vivendo sobriamente, secondo la giustiziae secondo la pietà conseguiamo i premi eterni.

Dopocomunione: La comunione di questo sacramentocancelli, o Signore, le macchie dei nostri peccati, e, perl'intercessione della beata e sempre Vergine Maria, ciconduca, per la via dell'umiltà, al regno celeste.

ESEMPIO

S. GABRIELE DELL'ADDOLORATA

Uno dei Santi che maggiormente si distinseroai nostri giorni nella divozione a Maria, è senzadubbio S. Gabriele dell'Addolorata. Il suo amoreverso la S. Vergine, lo portò ad uno studio indefessoe sempre crescente per togliere dal suo cuoretutto ciò che a Lei potesse non piacere. Loportò ancora ad imitare le virtù per esserLemaggiormente accetto; ad operare e patire per lei.A ben riuscire in quest'opera non vi fu difficoltàe sacrificio capace ad arrestarlo: tutto affrontòcon slancio e generosità. «Nessun giorno, diceva,mi passerà senza compiere atti di virtù dacoronare il capo verginale della Madre mia» ed inquesto suo mortificarsi per amore della Vergine,adoperava le più squisite maniere.

Frenare la naturale curiosità di riguardare glioggetti più innocenti; concentrare i sentimentiesteriori per non farli troppo vagare in immagini

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distrattive; conservare un predominio continuo suiproprii affetti... Questa serie di piccole vittorievinte nel campo del proprio spirito, era da luiindirizzata al nobilissimo scopo di piaceresempre più a Maria.

Non negava cosa alcuna a chi gliela chiedesseper amor di Maria. Se anche qualche cosa nongli andava a genio la eseguiva con gioia perpiacere alla celeste Madre. E questo chiaramentesi constatò nell'ultima sua malattia in cui non potevaprendere il ristoro che gli veniva somministrato.Ma se il fratello infermiere lo pregava dicendo:Ne gusti qualche altro sorso per amore dellaMadonna, allora si levava subito sul letto,arrendendosi dolcissimamente.

Per piacere a Maria si spogliò totalmente delsuo giudizio e della sua volontà rendendosidocile e pieghevole a chicchessia; imparò asopportare i disagi con allegrezza, le noie e letentazioni con coraggio e confidenza: si studiòinsomma di ricopiare in sé quanto fu possibile,l'immagine di Gesù per amore di Maria.

LODE

Regina del cielo, t'allieta, alleluia.Perché colui che meritasti portare, alleluia,

E' risuscitato, siccome disse, alleluia.Prega per noi Dio, alleluia.

Godi e rallegrati, Vergine Maria, alleluia.Perché il Signore è veramente risorto. Alleluia.

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GIORNO DECIMOTTAVO¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯

Ubbidienza

S. SCRITTURA

Mentre Gesù parlava alle turbe, una donnalevando la voce di mezzo alla folla, gli disse:Beato il seno che t'ha portato, e le poppe che haisucchiato. Ed Egli aggiunse: Anzi beati coloroche ascoltano la voce di Dio e l'osservano(Lc. 11,27-28).

L'obbedienza è un'eccellentissima virtù: peressa diamo a Dio quanto di meglio abbiamo: lavolontà. Per la disubbidienza invece priviamo Diodel maggior ossequio ch'Egli attende da noi.

L'obbedienza si compie con l'uniformità aidivini voleri. Questo volere Divino ci vienemanifestato per mezzo dei Comandamenti e consiglievangelici; per mezzo delle disposizioni deiSuperiori, per le parole del Confessore e in generale,di chi ha l'ufficio di guidarci; per mezzo dicircostanze ed avvenimenti, quali le malattie, ilvariare delle stagioni e dei tempi. L'ubbidienza èrichiesta dal supremo dominio che il Signore ha

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sopra di noi, come Creatore, Padre, Redentore,Santificatore.

Essa è il maggior merito: poiché «melior estoboedientia quam victimae: l'ubbidienza val piùdei sacrifici» (1 Sam 15,22). Essa è il segreto perottenere un gran numero di grazie: «Vir oboediensloquetur victorias: l'uomo obbediente canteràvittoria» (Pr. 21,28).

L'obbedienza per essere perfetta devesottomettere tutto l'uomo: la mente col giudizio,la volontà con la generosità, il cuore con isentimenti, il corpo con le potenze, gli atti contutte le opere.

S. Agostino dice: «Sicut Heva inoboediens etsibi et universo generi humano causa facta estmortis; sic et Maria oboediens et sibi et universogeneri humano facta est causa salutis». Ladisobbedienza di Eva fu causa di rovina perchéindusse anche Adamo a disobbedire; ma perl'obbedienza Gesù fu Redentore e per l'obbedienzaMaria fu Corredentrice. Ciò compie il pensiero diS. Paolo: Come per la disobbedienza di unuomo tutti siamo diventati peccatori, così perl'obbedienza del secondo Adamo, Gesù Cristo,siamo giustificati (Rm. 5,19).

La disobbedienza di Eva cominciò la rovinache Adamo compì: l'obbedienza di Maria (EcceAncilla Domini) iniziò la riparazione che Gesùoperò.

•L'obbedienza di Maria fu continua. Bambina,

in famiglia, era anche nelle minime cose soggettaa S. Anna ed a S. Gioacchino: nel prendereil cibo, nel vestire, nell'orario, persino nelle

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posizioni in cui era collocata nella culla; ecompiva tutto deliberatamente poiché possedette laconoscenza fin dal primo istante di suoconcepimento. Nel Tempio poi tutte le regole, tutte leprescrizioni erano da lei scrupolosamentepraticate, in modo da diventare il modello dellecompagne. Lo stesso matrimonio con Giuseppe nonfu effetto che della più perfetta obbedienza a Dio.Legata com'era a quel voto di verginità, amatissimadi sì bella virtù, Ella non avrebbe mai pensatoa dare la mano di sposa ad un uomo; maappena Dio le fece conoscere essere questa lasua volontà, subito vi si sottomise ed obbedì.Stava soggetta al suo sposo come a capo difamiglia, senza mai contraddire alle disposizioni diLui. Per la sua dignità e per i lumi speciali cheaveva dal Signore, lo superava di tanto; tuttaviapendeva dai suoi cenni come la più bisognosa didirezione e di consiglio. Ella aveva la cura dellefaccende domestiche e l'amministrazione dellacasa; ma non aveva volontà propria perché siregolava con quella dello sposo ed a lui deferivaogni cosa. S. Agostino, ammirato di tantasommissione: «Non est praetermittenda – esclama –tam sancta modestia Virginis Mariae. Christumpepererat... Angelus ad Eam venerat et erathumillima, nec se marito, nec in ordine nominispraeferebat, ut diceret ego et pater, sed: patertuus, inquit, et ego». O fortunata obbedienza,esclama S. Giovanni Damasceno, che riparò idanni della disobbedienza di Eva! Maria imitòl'obbedienza del Figliuolo di Dio Incarnato, ilquale obbedì fino alla morte di croce: «Factusoboediens usque ad mortem, mortem autem

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crucis: si fece obbediente fino alla morte ed allamorte di croce» (Fil. 2,8).

L'obbedienza di Maria fu eroica. Riuscì penosal'obbedienza che esercitò quando Giuseppele manifestò l'ordine divino di fuggire dinottetempo all'improvviso in Egitto. Costò allaVergine, timida per natura, intraprendere un viaggiosì lungo e sì disastroso per ricoverarsi in unpaese idolatra e, per odio innato, avverso allanazione ebrea. Non ebbe tempo di prepararsi ilnecessario per la fuga, non ebbe scorta, né guida,né conoscenti che le assicurassero il vitto; nonsapeva neppure quanto tempo avrebbe dovutodimorare. Il solo suo Sposo divise con Lei ipericoli, le fatiche, i timori accresciuti dalle tenebredella notte e dalle ricerche di Erode. EppureMaria non vacillò un istante; si affidò a Dio edeseguì alacremente la di lui volontà. Mariaè sempre pronta: «Nihil sibi libertatisreservans, sed per omnia subdita». Dio vuole:ecco il motivo che le alleggerisce ogni travaglioe la rende generosa nel superare tutti gli ostacoli.Obbedì anche quando non era obbligata. Secondola sentenza più vera, Maria non era obbligataalla purificazione nel Tempio, perché le paroledella legge la eccettuavano espressamente.Nondimeno Ella obbedì ed obbedì ancorché allavista degli uomini compariva immonda come tuttele madri e bisognosa di purificarsi da sordidezzenon mai incontrate. Maria sapeva che questo attogeneroso sarebbe stato grato a Dio e senz'altrolo compì in tutta la sua perfezione «...ut perfeceruntomnia quae scripta sunt in lege Moysi» [cf. Lc. 2,39].

L'obbedienza di Maria fu semplice. Obbedìsenza badare se i comandi fossero difficili o dolci;

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obbedì, sottomettendo il proprio giudizio e lapropria volontà e credendo il tutto essere giustoe secondo il piacere di Dio. Se al posto di Mariasi fosse trovata una di quelle anime che voglionoragionare su tutti i comandi, oh quanti motivi epretesti avrebbero trovato per non obbedire! Iriguardi dovuti al suo stato e, più, al celesteBambino, sarebbero bastati per esentarla dal viaggioa Betlemme; non il Figlio di Dio doveva obbedirea Cesare, ma Cesare al Figliuol di Dio. Nonavrebbe voluto sottostare alla purificazione pernon dare occasione di credere che Gesù fossenato come tutti gli altri uomini. Nella fuga inEgitto si sarebbe facilmente persuasa che l'ordinecomunicato dall'Angelo a Giuseppe fosseun'illusione; essere prudenza aspettare la mattina everificare la cosa; in una parola un'anima che nelleoccasioni di obbedire avesse voluto cercare intutto le ragioni non avrebbe mai obbedito, osoltanto materialmente e con mille imperfezioni. LaVergine SS. invece accoppiò somma prudenzaalla somma semplicità. Non turbamenti nellamente, non agitazioni nel cuore, non lamenti sullabbro; conosciuto una volta il volere di Dio da chiteneva le sue veci, lo eseguì con alacrità edamore.

•L'obbedienza dev'essere pronta, cieca,

volenterosa, totale. Tutte queste condizioni si possonoridurre ad una: considerare nelle disposizionisoltanto Dio e l'autorità di Lui in chi comanda.

Il motivo per cui obbediremo non sarà quindiperché ciò ch'è disposto ci piace: perché il Superioreè santo e sapiente; perché comprendiamo

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i motivi e vediamo l'utilità del comando; maperché «Dio lo vuole». Non sbaglieremo maiobbedendo, acquisteremo anzi grandi meriti; granconforto sarà la vita di continua sommissione.

Per i Religiosi, poi, l'obbedienza, oltre chevirtù, è anche voto; perciò arricchisce l'anima dimeriti ancor più grandi.

S. Filippo Neri diceva: «Delle cose fatte perobbedienza non si ha da render conto al Signore,poiché Gesù Cristo disse: "Qui vos audit, meaudit, qui vos spernit, me spernit: chi ascoltavoi, ascolta me; chi disprezza voi, disprezza me"(Lc. 10,16)».

Scrive S. Alfonso De' Liguori che Maria perl'affetto che portava alla virtù dell'obbedienza,allorché fu annunziata da S. Gabriele, non vollechiamarsi con altro nome che di ancella: EcceAncilla Domini [Lc. 1,38]. Sì, dice S. Tommaso daVillanova, perché questa fedele Ancella non contraddìmai il Signore, né con le opere né col pensiero.Spoglia di ogni propria volontà, sempre e intutto visse ubbidiente al divino volere: o veraancilla quae neque dicto neque facto nequecogitatione tu unquam contradixisti Altissimo, nihil sibilibertatis reservans, sed per omnia subdita Deo.Ella stessa confessò che Dio si era compiaciutodi questa Sua obbedienza allorché disse: «Respexithumilitatem ancillae suae: ha rivolto lo sguardoalla bassezza della sua serva» (Lc. 1,48); mentrequesta è l'umiltà propria di una serva l'esseretutta pronta in obbedire. L'ubbidienza di Mariafu molto più perfetta che quella di tutti gli altrisanti. Tutti sentono difficoltà nel fare il bene; noncosì la B. Vergine. Scrisse S. Bernardino: InBeata Virgine nullum fuit omnino retardativum

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proinde rota volubilis fuit secundum omnem SpiritusSancti motum: Maria, perché immune dal peccatooriginale non aveva impedimenti nell'obbedirea Dio. Di Lei fu detto: «Anima mea liquefacta estut dilectus meus locutus est: l'anima era venutameno mentre Egli parlava» (Ct. 5,6). L'animadella Vergine era come un metallo liquefattopronta a prendere tutte le forme che Dio voleva.L'obbedienza infatti è la gran prova del vero amordi Dio.

DIVOZIONE A MARIA

MARIA NEL CULTO CATTOLICO

Maria Madre della grazia. L'Angelo salutò Maria:«Ave, piena di grazia» [Lc. 1,28]. Secondo i Padriquesto saluto singolare e solenne dimostra cheMaria fu la sede di tutte le grazie, fu adorna ditutti i divini favori, anzi fu quasi un tesoroinfinito ed un abisso inesausto di doni celesti.Questa stragrande ricchezza della nostra Madreè per noi motivo di fiducia illimitata nel suoPatrocinio.

Dalla Madonna ebbe principio la salvezza delmondo, e mediante la SS. Vergine avrà principiola liberazione dal peccato, il possesso della Graziae della gloria. Oggi, difatti, non solo facciamola festa di Maria «Piena di Grazie», ma diMaria «Madre della divina Grazia», per indicareche Essa non solo è piena di grazie per sé, mane ha da dare anche a tutti noi.

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PREGHIAMO MARIA

Orazione: O Dio che con la feconda verginità della B.Maria desti al genere umano la grazia della riparazione,concedi che godiamo perennemente in cielo della beatacompagnia di Colei che chiamiamo in terra Madre dellaGrazia.

Secreta: Per la tua clemenza, o Signore, e perl'intercessione della B. Maria sempre Vergine, questa offertaci giovi per la presente e per la perpetua prosperità e pace.

Dopocomunione: Ricevuti gli aiuti per la nostra salvezzati preghiamo, o Signore, di essere in ogni luogo protettidal patrocinio della B. Maria sempre Vergine, in onoredella quale abbiamo offerto alla Tua Maestà questoSacrificio.

ESEMPIO

S. FILIPPO NERI

Nacque a Firenze nel 1515. Ancor fanciullo lochiamavano Pippo il buono. Cresciuto negli annipassò a Roma nel 1534, ove fondò la Congregazionedei Preti dell'Oratorio a vantaggio dellagioventù. Pure a Roma si compiaceva diintrattenersi fra cenciosi mendicanti sulle piazze enelle vie, negli ospedali, al letto degli infermi, neifondachi, ai tribunali, nei tugurii come nei palazziper insegnare a tutti la carità, per consolaregli afflitti, per sorreggere la debolezza vacillante,con giovialità condita di inesauribili arguzie.

Soleva ripetere ai suoi penitenti: «Figliuolisiate umili, siate bassi; la santità consiste in tredita di spazio» e ciò dicendo metteva la manoalla fronte.

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Nemico degli scrupoli, amante dell'allegria,scherzando esclamava spesso: «Scrupoli emalinconia, lungi da casa mia!».

Ma ove il suo zelo ancor più si distinse fu nelladivozione alla Madonna. Negli 80 anni di suavita ne fu divoto a segno che non faceva quasimai discorso senza intromettervi: «Figliuolimiei, siate divoti della Madonna, siateaffezionati a Maria». Fin dai primi anni solevasalutare la Vergine col dolce titolo di «Mammamia». Col Rosario alla mano percorreva lecontrade di Roma, chiamando anime traviate apenitenza. Innumerevoli poi furono le guarigioniportentose ottenute per le preghiere di S.Filippo alla Vergine SS. Sul letto dei suoi ultimidolori andava ripetendo: «Paradiso, Paradiso,con Maria ben sarai la stanza mia!». E la Reginadel Cielo da lui sì costantemente amata epregata con tanto fervore, lo compensò, visitandolonella sua serena agonia per annunziargli chetra poco lo avrebbe preso con sé in cielo.

LODE

Maria Mater gratiaedulcis parens clementiae.Tu nos ab hoste protegeet mortis hora suscipe. Amen.

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GIORNO DECIMONONO¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯

Castità

S. SCRITTURA

Ecco, il mio diletto mi parla: – Alzati,affrettati, mia diletta, o mia colomba, o mia bella,e vieni. Ché l'inverno è già passato, la pioggia ècessata, è andata; i giorni sono apparsi sullanostra terra, il tempo di potare è venuto; si èsentito nelle nostre campagne il tubar delletortorelle; il fico ha messo fuori i suoi frutti primaticci;le vigne in fiore mandano il loro profumo. Sorgi,o mia amica, o mia bella, e vieni. O mia colomba(che stai) nelle fessure delle rocce, nel nascondigliodelle muricce, mostrami il tuo viso, fammisentire la tua voce, ché la tua voce è soave, il tuoviso è leggiadro (Ct. 2,10-14).

La castità è la virtù che frena la concupiscenzadella carne per riservare le energie alle opereed all'amore di Dio. «Buona è la castitàconiugale, migliore la continenza vedovile, maottima fra tutte è la perfetta verginità», scrisseS. Beda. Perciò S. Girolamo dice: Io attribuiscoil cento per uno alla vergine, il sessanta per uno

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alla vedova, il trenta al casto matrimonio». Laverginità è una castità eroica, per cui la personasi nega anche le soddisfazioni che sarebberolecite nel matrimonio per conservare tutto ilcuore a Dio, senza divisione alcuna. Per privilegioessa può stare unita con una integrità di corpoche conferisce anche una speciale aureola digrazia e di gloria. Così fu per la SS. VergineMaria, ed in grado altissimo.

Ecco l'elogio che S. Ambrogio fa dei Vergini:«I Vergini sono martiri, hanno in cielo il loroAmore, e prendono dal Paradiso il modo divivere».

La verginità non è solo degna di lode perchési riscontra nei Martiri, ma poiché essa stessa fai martiri. Chi infatti potrà penetrare questa virtùesclusa persin dalle leggi di natura? Chi potràesprimere in qualche modo ciò che è sopra lanatura stessa? Questa virtù ha trovato in cielo ilmodello che segue in terra, e ben a ragione hachiesto al cielo il suo metodo di vita poiché è lassùch'essa si è trovato lo sposo.

Sorvolando le nubi, l'atmosfera, gli Angeli ele stelle, essa ha il Verbo di Dio nel seno stessodel Padre, e se n'è riempito il cuore. Chi mai,dopo averlo trovato, lascerà un tanto bene?Come profumo soave è il tuo nome: per questo leanime ti hanno amato e abbracciato.

In fine, questo non lo dico io – scriveva SanPaolo – quelli che non si maritano, saranno comegli Angeli di Dio in Cielo. Nessuno pertanto sistupisca, se sono paragonati agli Angeli le animespose del Signore degli Angeli.

Chi oserà dunque negare che sia venuto dalCielo questo metodo di vita che non si riscontrò

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facilmente in terra, se non dopo che Dio discesedal Cielo per rivestirsi di un corpo terreno? UnaVergine concepì allora nel suo seno e il Verbosi fece Uomo, affinché l'uomo si facesse Dio.Qualcuno dirà: si sa che anche Elia si tennelungi da ogni commercio carnale. Ed è appuntoper questo che fu trasportato in Cielo su un carro;per questo che comparve in gloria col Signore (sulTabor); per questo che sarà il precursore dellavenuta del Signore.

La virtù bella tende a conservare tutte leenergie dell'uomo nel modo più completo, affinchéDio sia servito con maggior perfezione e mediantela cooperazione delle anime vergini aumentii propri figli spirituali. Questa fu la vita degliApostoli e specialmente di S. Paolo. Essi, vintala concupiscenza, si unirono con tutte le loroforze allo Spirito Santo, per la salvezza delleanime e in quest'opera consumarono la loro vita.

Perciò il voto di castità mentre rifugge da ognipeccato contrario, apporta nuove e più stretterelazioni fra l'anima e Dio, e stabilisce l'unionepiù intima nell'ordine soprannaturale. Ilmatrimonio esige l'unione più stretta nell'ordinenaturale: in esso, di due si forma una sola carnementre purtroppo, sovente gli spiriti rimangonodiscordi; nell'ordine soprannaturale invece,dell'anima e di Dio si forma veramente unospirito solo: «Qui adheret Domino unus spiritusest» (1 Cor. 6,17).

La castità di Maria SS. è gloriosa. – Quandonacque questa fortunata creatura, la castità pressogli Ebrei non era stimata; anzi era disprezzata,sia per la sensualità di quel popolo, sia perla speranza nutrita da ciascuno dell'aspettato

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Messia. Le donne ebree riputavano castigo ilnon avere figliuoli, e, tolta qualche rarissimaeccezione, il pregio di questa virtù celestiale nonera conosciuto, perché il Redentore del mondonon l'aveva ancora annunziata. Fu Maria, che,prima, vovit virginitatem; et ideo prima, quiaante eam, nulla, dice Alberto Magno. Al lumedi Dio Ella conobbe questa gemma preziosissima;e senza badare alla stima degli uomini, senzaesempio che l'abbia preceduta, prima di tutteoffre e consacra a Dio in perpetuo olocausto lasua illibatissima verginità. Apparve come ungiglio fra le spine, che riempie di soave fragranzatutta la terra, mentre tutta la terra non emanache le esalazioni del vizio: «Sicut lilium interspinas, sic amica mea inter filias» (Ct. 2, 2). ISanti Padri Le danno concordi la gloria di avervinto prima di tutto col fatto l'impeto dellacorrente opposta e di aver innalzato per la primail candido e glorioso vessillo della puritàverginale. S. Ambrogio se ne congratula perché:signum sacrae virginitatis extulit, et intemerataeintegritatis pium Christo vexillum levavit. S.Bonaventura la chiama Virginum signifera;S. Giovanni Crisostomo, Primiceria virginitatis;S. Bernardo non cessa di ammirare e di esaltare lagenerosità del suo cuore nell'eseguire con tantaperfezione un'impresa ignota al passato econtraria all'opinione comune degli uomini, arduain sé, e reputata obbrobriosa. O cuore magnanimo,esclama, più stabile della terra, più elevatodel cielo! Qual sublimità di pensieri si richiedeva,qual fortezza d'animo era necessaria!

La castità di Maria SS. è miracolosa. – Unapurità singolare, esclama S. Bernardo, da cui

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immaculatus procederet omnium maculas purgaturus;una purità che era come un continuo sacrificioall'Altissimo, un'oblazione del suo corpo cheElla sacrificava come ostia viva e grata agliocchi di Dio; una dedicazione della sua persona chedoveva essere santuario e abitacolo del Signore.L'amò ed osservò con un amore sì disinteressato,che piuttosto di perderla avrebbe rinunziatovolentieri alla dignità di madre di Dio. Le paroledell'Angelo, dice S. Girolamo, che le promettevanoun Dio per figliuolo, non bastarono a farlavacillare un momento nel suo proposito:Immobile virginitatis propositum, quod nec Angelofilium Dei promittente aliquatenus titubavit. Ed ilSignore la rispettò, non ne domandò il sacrificio:il Padre, il Figlio, lo Spirito Santo, compironol'opera dell'Incarnazione, e Maria rimase persempre Vergine, per un prodigio ineffabile.

L'amò ed osservò con tanto affetto, che primadi acconsentire al gran mistero volle saper tuttal'economia dei celesti favori: «Quomodo fiet istud.quoniam virum non cognosco? In che modoavverrà questo s'io non conosco uomo?» (Lc. 1, 34).L'amò ed osservò con tanta perfezione da fornirin se stessa un delizioso soggiorno a quel Dio,dinnanzi a cui non sono abbastanza puri gliAngeli, e non sono abbastanza mondi i cieli: Eccecoeli non sunt mundi in conspectu eius – in Angelissuis reperit pravitatem [cf. Gb. 4,18]. Se la Vergine SS.ci darà un raggio della sua luce, comprenderemo lasublimità di questo privilegio, meglio che contutte le riflessioni e i discorsi: la Chiesa stessa,dopo averla chiamata Vergine singolare: Virgosingularis; Vergine delle vergini: Virgo virginum:Regina dei vergini: Regina virginum, dichiara di

13. -- Maggio.

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non avere espressioni bastevoli per esaltarla:Sancta et Immaculata Virginitas, quibus Telaudibus offerant nescio.

La castità di Maria SS. è esemplare: --«Adducentur regi virgines post eam» (Sal. 44,15);dietro a Lei venne una schiera numerosa di verginiimmacolate che offrirono il candore dei loro gigliall'Agnello Celeste; di vergini generose chescelsero di perder sangue e vita piuttosto cheoffuscare la loro purità. Non v'è secolo nella Chiesa,non v'è spiaggia nel mondo cattolico che nonvanti un numero di queste anime grandi cheimitarono Maria nel consacrarsi a Dio, ostie viventicon perpetua verginità. S. Giovanni Crisostomo,S. Ambrogio, S. Agostino ci fanno delle vaghepitture di tutte le parti del mondo dove regnavala castità e la verginità. In Asia, in Africa, inEuropa le città e i deserti erano pieni di fedeliche rappresentavano sulla terra con una puritàsenza macchia la vita dei Beati in Cielo. Distintivotutto proprio e solo di quella religione cheha per sua signora e protettrice una Vergine piùpura della luce, più candida della neve. Mariaaprì la via col suo esempio e tutte le schiere diquei fortunati i quali «amicti stolis albis sequunturAgnum quocumque ierit» (Ap. 7, 9). La riguardanocome loro condottiera e depongono ai suoipiedi come a Regina le loro corone. Dice S.Alberto Magno: «Virgo Virginum quae sineexemplo munus virginitatis Deo obtulit, et per suiimitationem omnes virgines germinavit: la Verginedelle Vergini offrì a Dio il dono della sua verginitàed a suo esempio fiorirono tutte le Vergini.E S. Sofronio: «Christus Virginem Matrem elegitut ipsa omnibus esset exemplum castitatis: Gesù

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Cristo si elesse una Madre Vergine affinché fossea tutti esempio di castità».

•La Verginità libera da tre ostacoli che sogliono

impedire la perfezione: scioglie dai legamifamigliari, dall'instabilità nella vita dello spiritoe dalla divisione del cuore. Eleva inoltre l'animaad una vita simile a quella degli Angeli, e comunicala vera pace. Dona una conoscenza di Diopiù chiara e profonda: «Beati i mondi di cuoreperché vedranno Dio» (Mt. 5, 8). Quanto alpremio speciale riservato ai vergini riportiamole parole di S. Giovanni nell'Apocalisse:

«Poi guardai; e vidi l'Agnello che stava sulmonte Sion e con lui centoquarantaquattro milapersone che avevano scritto in fronte il suo nomee quello di suo Padre. E udii venire dal cielo unsuono simile al rumore di molte acque e alrombo di gran tuono, e il suono che sentivo eracome un concerto di arpisti che suonano i lorostrumenti. E cantavano come un cantico nuovodinnanzi ai quattro animali e ai vegliardi, canticoche nessuno poteva imparare, se non queicentoquarantaquattro mila riscattati dalla terra: quelliche non si sono macchiati con donne, essendovergini, (sono qui comprese anche le Vergini).Essi seguono l'Agnello dovunque vada; essifurono riscattati di tra uomini, primizie a Dio eall'Agnello, né fu trovata menzogna nella lorobocca; e sono senza macchia davanti al trono diDio» (Ap. 14, 1-5).

•Dice S. Agostino: «Inter humana certamina

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duriora sunt proelia castitatis»; perciò è rara lavittoria su questo vizio. Tre sono i mezzi, comedicono i Maestri di spirito con S. Roberto Bellarmino:«Iejunium, periculorum evitatio, et oratio».Per digiuno s'intende la mortificazione, specialmentedegli occhi, della gola e del riposo. MariaSS. benché fosse piena della divina grazia, purefu così mortificata negli occhi, che li tenevasempre bassi e non li fissava mai in alcuno, comedicono S. Epifanio e S. Giovanni Damasceno:sin da fanciulla era così modesta che facevameraviglia a tutti. E perciò nota S. Luca, che Ellanell'andare a visitare S. Elisabetta «abiit cum festinatione»[Lc. 1,39], per essere meno veduta in pubblico.Riguardo il cibo poi asserisce S. Bonaventura:«Nunquam Maria tantam gratiam invenisset, nisicibo temperatissima fuisset; non enim secompatiuntur gratia et gula».

Maria fu in ogni cosa mortificata; sicché diLei fu detto: «Manus meae stillaverunt myrrham»(Ct. 5, 5).

Occorre ancora fuggire le occasioni: «Qui autemcavet laqueos securus erit» (Pr. 11, 15). Ondedice S. Filippo Neri: Nella guerra del senso vinconoi poltroni, cioè quei che fuggono l'occasione.

Terzo mezzo è l'orazione: «Et ut scivi – diceil Savio – (Sap. 8, 21) – quoniam aliter nonpossum esse continens nisi Deus det et hoc ipsumerat sapientiae, scire cujus esset hoc donum: adiiDominum, et deprecatus sum illum. E come seppidi non poter possedere la Sapienza se Dio nonme la concedeva, ed anche questo era effettodella sapienza, sapere chi venisse il dono, mipresentai a Dio e lo pregai». La SS. Verginestessa rivelò a S. Elisabetta, benedettina, ch'Ella

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non ebbe alcuna virtù senza fatica e continuaorazione. Dice il Damasceno, che Mariapura est et puritate amans; onde non puòsopportare gli impuri. Ma chi ricorre a Lei saràcertamente liberato da questo vizio anche con lasemplice e fiduciosa invocazione del suo nome. Ediceva il Ven. Giov. Avila, che molti tentaticontro la castità col solo affetto a Maria Immacolatahanno vinto. O Maria, o purissima colomba,quanti sono nell'inferno per questo vizio! Signora,fate che nelle tentazioni sempre ricorriamo aVoi e V'invochiamo dicendo: Maria, Mariaaiutateci.

DIVOZIONE A MARIA

La legge mosaica conteneva due precetti circala nascita dei figli primogeniti: 1) La madre, dopoquaranta giorni doveva purificarsi al Tempio;2) Il primogenito doveva essere presentato alTempio e, se non era della tribù di Levi, essereriscattato. Ora la Vergine SS. non era puntoobbligata ad osservare questi precetti, sia perchéfu sempre Vergine, sia perché il suo Figlio unico,essendo Dio, era l'eterno Sacerdote. Tuttavia,mossa dallo Spirito Santo, per ubbidienza eumiltà volle assoggettarsi a questa duplice legge,l'offerta dei poveri. In questa occasione vennel'incontro di Gesù e dei suoi genitori col vecchioSimeone e con Anna Profetessa, donde il nomeoriginario dato a questa festa di Hipapante –occursus Domini – incontro del Signore.

La liturgia è una delle più solenni dell'anno:comprende la benedizione delle candele, laprocessione e la Messa.

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La benedizione delle candele proclama Gesùluce del mondo; la Processione colle candeleaccese, ricorda il viaggio al Tempio di Maria eGiuseppe per presentarvi Gesù.

PREGHIAMO MARIA

Orazione: Supplichevoli scongiuriamo la Tua maestà, oDio onnipotente ed eterno, affinché, come il tuo UnigenitoFigliuolo nel giorno d'oggi fu presentato nel Tempio nellasostanza della nostra carne, così conceda a noi, d'esserepresentati a Te con l'anima monda.

Secreta: Porgi orecchio, o Signore, alle nostre preghieree accordaci l'aiuto della tua misericordia, affinché le offerteche presentiamo agli occhi della tua maestà siano degnedi Te.

Dopocomunione: Ti preghiamo, Signore Dio nostro, cheper l'intercessione della Beata sempre Vergine, i sacrosantimisteri che ci hai elargiti a rinforzo della nostra redenzioneci siano farmaco per la vita presente e pegno della futura.

ESEMPIO

LA BEATA CATERINA LABOURÈ

La medaglia, detta miracolosa, venneconiata la prima volta nel 1832. Eccone l'origine:Verso la fine dell'anno 1830, una suora novizia,Caterina Labourè, in una delle comunità che siconsacrano a Parigi a servizio dei poveri, vide nellaorazione un quadro rappresentante la S. Verginecome è raffigurata ordinariamente sotto il titolodell'Immacolata Concezione, ritta in piedi e conle braccia tese. Uscivano dalle sue mani, come afascetti, dei raggi di un attraente splendore. Neltempo stesso, essa udì una voce che le diceva:

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«Questi raggi sono i simboli delle grazie cheMaria ottiene agli uomini». Attorno al quadro,essa leggeva la seguente invocazione: «O Maria,concepita senza peccato, pregate per noi chericorriamo a Voi». Alcuni momenti dopo, quelquadro si rivolge, e sul rovescio distingue lalettera "M" sormontata da una croce ed in basso iSacri cuori di Gesù e di Maria. Dopo aver benconsiderato tutto questo sentì la voce dirle: «Bisognafar coniare una medaglia su questo modello».Fu permesso che la medaglia fosse coniata; inbreve si diffuse in tutto il mondo cristiano. Essapreservò e guarì un'infinità di persone da morbicontagiosi; operò ed opera ancora le sorprendenticonversioni.

LODE

Inviolata, integra et casta es Maria:Quae es effecta fulgida coeli porta.O Mater alma Christi carissima:Suscipe pia laudum proeconia.Te nunc flagitant devota corda et ora:nostra ut pura pectora sint et corpora.Tua per precata dulcissona:Nobis concedas veniam per saecula.O Benigna! o Regina! o Maria!Quae sola inviolata permansisti.

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GIORNO VENTESIMO¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯

Povertà

S. SCRITTURA

Ed avvenne che mentre quivi si trovavano,per Lei si compì il tempo del parto, e partorì ilFiglio suo Primogenito, Lo fasciò e lo pose inuna mangiatoia perché non c'era posto per Loronell'albergo (Lc. 2,6-7).

Beati i poveri di spirito perché di essi è ilRegno dei cieli (Mt. 5,3).

La povertà di Maria SS. – La povertà nelsenso evangelico non è penuria di beni materiali;ma amore alla povertà, spirito di povertà,distacco dai beni della terra, a preferenza dei qualisi cercano i beni del cielo «Regnum coelorum».La virtù della povertà può stare tanto con lascarsezza come con l'abbondanza degli averi. DiceS. Bernardo «Non paupertas sed amor paupertatisvirtus est». S. Paolo nel suo alto spirito dipovertà diceva: «Scio et humiliare et abundare;et satiare et esaurire et abundare et penuriampati» (Fil. 4,12).

Aspirare al cielo, cercare il regno di Gesù Cristo

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e la santità è la prima e la sola cosa necessaria:il lavoro poi e la cura delle cose che occorronoper la vita materiale si compiranno comedoveri, come mezzo per conseguire i beni eterni:«Thesaurizate vobis thesaurum in coelis»(Mt. 6,20). La povertà ha vari gradi: alcunisono di vero dovere, altri di consiglio. «In sudorevultus tui vesceris pane» (Gen. 3,19). E' leggecomune; perciò intìma: chi non lavora, nonmangi (2 Ts. 3,10). Può essere il lavoro di indolemateriale, morale, intellettuale. Anche il rispettoalla roba altrui è grave obbligo derivante danatura.

«Beati i poveri di spirito perché di essi è ilregno dei cieli» (Mt. 5,3). La prima beatitudineè annunciata da Gesù Cristo al mondo chestupisce di questa dottrina affatto nuova.

Vi sono coloro che lasciano tutto per amoredi Gesù Cristo, seguendo il consiglio evangelico:«Se vuoi essere perfetto, va', vendi tutto,danne il prezzo ai poveri, poi vieni e seguimi»(Mt. 19,21).

•Chi ama con affetto sregolato i beni della

terra non sarà mai santo, dice S. Filippo Neri.Santa Teresa si spiega così: Giustamente si perdechi segue cose perdute, o che si perderanno inmorte.

Sono beati i poveri perché quelli che cercanosolo Dio, in Dio trovano ogni bene; trovanonella povertà il loro Paradiso in terra, come lotrovò S. Francesco nel dire: Deus meus et omnia.«Ama quell'unico bene in cui sono tutti i beni»,esortava S. Agostino: «Ama unum bonum in quo

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sunt omnia bona». S. Ignazio pregava: «Amoremsolum cum gratia tua mihi dones, et divessum satis». Quando ci affligge la povertà, consoliamocipensando che Gesù e la Madre sua sonostati anche poveri come noi: «Pauper, – disseS. Bonaventura, – multum consolari potes depaupertate Mariae et de paupertate Christi».

Madre mia SS., ben Voi avete ragione di direche in Dio era il vostro gaudio: «Et exultavit spiritusmeus in Deo salutari meo» [Lc. 1,47]: perché inquesto mondo voi non ambiste né amaste altro beneche Dio. Trahe me post te. Signora, staccatemidal mondo e tiratemi appresso voi ad amarequell'uno che solo merita d'essere amato.

La povertà dai pagani e da molti cristiani stessiè riguardata con spavento, pur ammettendo inteoria che le ricchezze non sono quelle cherendono felici; Gesù Cristo invece la praticò,l'insegnò ed elevò ad essere uno dei tre più grandiconsigli dati agli uomini. La povertà non è in séil consiglio principale, quindi nemmeno il votoprincipale, ma è il punto di partenza. Di quis'incomincia il distacco reale dal mondo ed essa èil primo gradino della scala verso i beni eterni,verso Dio, Bene infinito.

Perciò la rinuncia delle ricchezze e il distaccoreale ed effettivo da esse, è il primo atto cheimpose Gesù agli Apostoli, al giovanotto chechiedeva la via della perfezione ed a quanti lovogliono seguire. S. Francesco d'Assisi che èil dottore, l'amante e lo sposo della povertà,imponeva per prima cosa, a coloro che chiedevanodi entrare fra i suoi seguaci, di vendere quantoavevano e distribuirlo ai poveri, come avevapraticato Gesù stesso nel Vangelo.

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Inoltre la povertà, come è il primo passo perentrare nello spirito cristiano e religioso, cosìcontinua a rimanere la prima condizione affinchélo spirito cristiano e religioso possano mantenersie svilupparsi. L'umile vince il superbo, ilcasto vince il vizioso, il povero vince il ricco e lotrasforma in suo cooperatore, poiché rimanearmato di quella forza divina insita nella povertàche vince il mondo.

•Maria fu povera per affetto. – La S. Vergine,

illuminata dello Spirito Santo, comprese qualesegreto di meriti e di pace sia nella povertà. Ellacercò quella beatitudine che, poi, Gesù Cristoannunziò al mondo: «Beati i poveri di spirito,poiché di essi è il regno dei cieli» (Mt. 5,3).

Dice S. Pier Canisio, che dei beni paterniElla avrebbe avuto di che vivere comodamente;ma per amor della povertà, toltane una piccolissimaparte, volle spropriarsene, distribuendoli frai poveri ed il Tempio. Anzi aggiungono antichi egravi autori che avendo appreso come l'aspettatoMessia sarebbe stato povero e nelle fatichefino dai suoi primi anni: «Pauper sum ego et inlaboribus a iuventute mea» (Sal. 87,16), perimitarlo si obbligò alla povertà con voto. Cosìfu povera pel distacco da tutti i beni terreni,povera per la rinuncia dei medesimi, povera pelvoto fattone a Dio. Il suo cuore, poi, si accese persì bella virtù nella grotta di Betlemme. Progredìassai in quella scuola dove vide il Verbo Incarnatoscegliere per suo albergo una stalla, per suotrono una mangiatoia, per suo corteo due animali,

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quando contemplò, fatto povero per nostroamore, quel Dio che è padrone del Cielo e dellaterra! La più rigida povertà divenne la sua delizia:la rozza grotta e le povere lane le furono piùcare di una reggia e di preziose vesti. Impariamola stima che dobbiamo fare delle ricchezze: ilFigliuolo di Dio chiama beati i poveri di spirito,nasce povero, vive e muore povero. La suaSS. Madre abbraccia la povertà, vive e muorenella povertà, condivide con perfetto cuore lavita poverissima del Figlio suo Gesù. Ecco ilnostro Maestro! Ecco la nostra Maestra!

•Maria fu povera in effetto. La vita di Maria

fu in ogni circostanza priva non solo di agiatezze,ma spesso mancante del necessario. Dio Le dàper isposo un uomo santo, ma così povero cheè costretto a guadagnarsi il pane col sudore dellafronte. Quando va a Betlemme non trova unalbergo, perché vi compare in tutto l'aspetto dipovera; per questo «non erat eis locus indiversorio» (Lc. 2,7).

Costretta ad uscire di città cerca un ricoveroe lo trova in una stalla esposta ai venti ed allepiogge, priva di tutte le cose necessarie allecircostanze. Nell'Egitto come vive? Col lavorodelle sue mani e colle fatiche del santo suo sposo.Quante volte si sarà trovata in tale scarsezza dimezzi da poter a mala pena sostentare la vita!Quante volte avrà trovato nel cibo, nell'alloggio,in tutte le cose gli effetti della più rigidapovertà!

Fu un giorno invitata a nozze; ma a qualinozze? Di sposi che nel più bello della mensa

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mancarono di vino; gli inviti in simili circostanzesi sogliono fare tra uguali ed amici; or se chiinvitò, fu sì povero, non molto dissimile dovevaessere la condizione degli invitati. Il suo DivinFiglio poté dire: «Vulpes foveas habent, volucrescoeli nidos, Filius autem hominis non habet ubicaput reclinet» (Lc. 9,58; Mt. 8,20). Se ilRedentore non aveva dove posare il capo, potevaessere molto dissomigliante da Lui la sua MadreSS.? La povertà di Maria si estendeva a tuttele cose; le vesti che al dir di S. Epifanio, portavasempre di lana e di lino; all'abitazione povera:la S. Casa di Loreto ce ne persuade; al ciboscarso e comune: «Cibus, dice S. Ambrogio,plerumque obvius quit mortem arcere, nondelicias ministrare». L'Apostolo S. Paolo eracontento di avere di che sostentarsi e coprirsi, noncercando altro; così Maria desiderava solo dirassomigliare sempre più al suo Divin Figlio mortopovero su d'una croce. Il Calvario dove Gesùmorì ignudo su di un duro legno fu per Mariaaltra scuola per la quale progredì ancor piùin questa virtù.

•Maria si mostrò povera. Ella non nascondeva

la sua povertà, ma voleva apparire ed esserestimata tale da tutti. Dopo la nascita di Gesù offrìal Tempio un paio di tortorelle o colombi cheera l'offerta dei poveri. Non avrebbe potuto conl'oro ricevuto dai Magi fare l'offerta dei ricchi?Certamente. Ma l'oro, dice S. Bonaventura,passò ben presto dalle sue alle mani di Giuseppe,e da queste a quelle dei poveri. Rimasta cosìnella sua indigenza, gode di essere annoverata nel

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numero delle povere e di comparire in faccia atutti quello che era.

Quando Gesù dalla croce pensò di dare unsostegno alla sua SS. Madre, l'affidò ad unpovero: l'apostolo S. Giovanni. Avrebbe potutoconsegnarla a qualche discepolo già agiato, comea Giuseppe d'Arimatea e a Nicodemo, ma non lofece, dice S. Agostino, per assecondare le miree lo spirito di Maria, che voleva vivere poveraed essere riconosciuta come tale.

Gli apostoli raccoglievano le elemosine daifedeli e le dividevano tra le vedove bisognosedell'altrui carità; Maria non si vergognò di riceverecome le altre la sua parte: anzi volle pubblicamenteappartenere a questo numero come affermanoS. Beda Venerabile, l'Abate Ruperto e altri.

L'esempio di Maria ci animi a comparire infaccia a tutto il mondo coi segni della povertà diGesù Cristo: Se per amor suo hai lasciato i benidella terra, fa' in modo che tutti conoscano chenon te ne penti e non ti vergogni di apparire suovero seguace.

La povertà toglie uno degli ostacoli piùgrandi alla perfezione, ch'è la concupiscenza deldenaro. Le ricchezze sono occasioni di moltipeccati: l'ozio, la superbia, la sensualità,l'egoismo ecc.

La povertà unisce l'anima al Signore che dice:«Io sono la tua ricompensa grande oltre misura»;il povero che ama Dio è felice esclamando«Deus meus et omnia».

La povertà accresce le virtù teologali: infattiS. Ambrogio chiama la povertà madre e nutricedi ogni virtù. Al cuore dei semplici umili poveriil Signore parla; all'anima loro dà la sapienza

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delle verità celesti. Il povero si apre facilmentea sperare e desiderare il Paradiso, nulla aspettandosidalla terra. Nella povertà il cuore si unisceal Signore, liberamente e con più facile slancio.S. Bernardo scrive: la povertà non si trovava incielo mentre abbondava in terra: ma l'uomo neignorava il valore. Perciò il Figlio di Dio vollescendere dal Cielo per manifestarne il pregio agliuomini; Gesù volle sua compagna la povertà dalpresepio alla vita pubblica, dal Calvario alsepolcro.

•Mantenere il cuore distaccato dalle ricchezze

è di stretta necessità per salvarsi. Dice Gesù:«Chi non rinunzia a tutto quello che possiede,non può essere mio discepolo» (Lc. 14,33).«Guai a voi, o ricchi! E' più facile che passi uncammello per la cruna di un ago che un riccoentri nel Regno dei Cieli» (Mt. 19,24).

S. Agostino diceva: «Le ricchezze sono unvischio per le ali; impediscono all'anima dielevarsi verso le cose celesti. Dimentica infatti ilcielo chi ha la sua consolazione quaggiù». S.Gregorio Magno afferma all'incontro: I poveri volanoe quasi non toccano la terra; mantengono il cuorestaccato da quel che passa e attendono il lorofine beato in Cielo, secondo l'esempio di GesùCristo; acquistano il vero, infinito, eterno Bene,Dio.

Di più: occorre avere pazienza nelle strettezzee privazioni. «Ove è il vostro tesoro, ivi è ilvostro cuore» (Mt. 6,21). La povertà è sempreun po' umiliata: per l'abitazione, il vestire,il cibo; per istrada, in Chiesa, in Società. Queste

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umiliazioni però sono glorie; S. Paolo scrive:«Omnia detrimentum feci et arbitror ut stercora,ut Christum lucrifaciam: ho stimatospazzatura tutte le cose allo scopo di guadagnareCristo» (Fil. 3,8).

Diceva il Divin Maestro: «Facite vobis amicosde mammona iniquitatis ut cum defeceritisrecipiant vos in aeterna tabernacula: fatevidegli amici colle ricchezze ingiuste, affinché quandoveniste a mancare, vi ricevano nelle tende eterne»(Lc. 16,9). Ciò che diamo al povero sarà nostroin eterno. Chi dà al bisognoso riceve da Dio.L'uomo caritatevole troverà misericordia nelgran giorno del Signore. L'elemosina è la bancapiù sicura.

In ultimo chi ha la vocazione religiosa puòimitare più dal vicino la S. Vergine, il DivinMaestro, S. Paolo, S. Francesco d'Assisi, i SantiReligiosi.

S. Alfonso esclama: Madre mia SS. ben Voiavete ragione di dire che in Dio era il vostro gaudio:«et exultavit spiritus meus in Deo salutari meo:ed il mio spirito esultò in Dio mio Salvatore» (Lc.1,47); perché in questo mondo Voi non ambistené amaste altro bene che Dio. Trahe mepost Te. Signore staccatemi dal mondo eattiratemi presso Voi ed amare quell'uno chesolo merita di essere amato.

DIVOZIONE A MARIA

SPOSALIZIO DI MARIA SS.MA

La Divina Provvidenza, dispose il Matrimoniofra Maria e S. Giuseppe per vari motivi: 1) per

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far vedere che Maria come Giuseppe era dellastirpe di Davide; 2) per salvare l'onore delladivina Madre; 3) per celare al demonio il Misterodell'Incarnazione del Verbo; 4) per dare a Gesùchi facesse le veci del Padre Celeste; 5) per darea Maria un fedele custode della sua Verginità.

Tutti i fedeli hanno da imparare: I coniugidevono ispirare la loro condotta agli esempi diamore e di virtù che rifulgono in Maria eGiuseppe; gli altri a riporre la loro fiducia in Dio.

PREGHIAMO MARIA

Orazione: Dispensa, Te ne preghiamo, Signore, ai tuoiservi il dono della grazia celeste; e come il parto dellaVergine fu loro principio di salvezza, così la solennitàvotiva del Suo Sposalizio apporti loro accrescimento dipace.

Secreta: Ci venga in soccorso, o Signore, l'umanità deltuo Unigenito, e come Egli, nascendo dalla Vergine, nondiminuì, ma consacrò l'illibatezza della Madre, così nellasolennità dello Sposalizio di Lei, spogliandoci Gesù CristoSignore nostro dai nostri delitti, ti renda accetta la nostraofferta.

Dopocomunione: Abbiamo ricevuto, o Signore, iSacramenti votivi della celebrazione annuale, fa', te nepreghiamo, che ci procuriamo i rimedi per la vita temporalee per l'eterna.

ESEMPIO

S. PIER DAMIANI

Ancora piccolo fanciullo trovò un giorno, unamoneta d'argento, Egli povero ed orfano erastato ricoverato per carità da un fratello, il quale

14. Maggio.

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lo trattava poco bene. «Come impiegherò questamoneta?» domandava a se stesso. Vedeva il suoabito sdruscito, sentiva lo stimolo della fame. Inquel momento vede passare un Sacerdote, ricordail padre e la madre defunti, fa una risoluzione:corre dal Sacerdote e: «Prendete, gli dice, fatemila carità di celebrare una Messa per i mieipoveri morti!».

Da quel giorno protetto dalla Vergine, chetanto gradì tale generosità, e favorito dalleanime sante del purgatorio, la sua condizione mutò.Un altro fratello chiamato Damiano, lo accolse,lo mandò a scuola, e Pietro crebbe in sapienzae virtù. Visti un giorno due monaci di S. Romualdo,andò con essi a Fonteavellana e vestì l'abitocamaldolese. Divenne un modello di monaco,esemplarissimo e di una ardente divozione aMaria SS. Fu creato Vescovo, quindi Cardinaledal Papa Stefano IX.

Combatté strenuamente gli eretici, ridusseall'obbedienza della sede Apostolica gli abitanti diRavenna; richiamò al dovere Enrico IV Imperatoredi Germania. Fervente Apostolo di Maria nepropagò ovunque il culto, promosse la recita delSuo ufficio speciale nel sabato, giorno a leiconsacrato.

Morì serenamente a Faenza l'anno 1072 e fucanonizzato da Leone XII col titolo di Dottoredella Chiesa.

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LODE

O gloriosa Virginum,Sublimis inter sidera,Qui te creavit, parvulumLactente nutris ubere.

Quod Heva tristis abstulit,Tu reddis almo germine:Intrent ut astra flebiles,Caeli recludis cardines.

Tu regis alti janua,Et aula lucis fulgida:Vitam datam per Virginem,Gentes redemptae plaudite.

(Si china il capo dicendo:)Jesu, Tibi sit gloria,

Qui natus es de Virgine,Cum Patre et almo Spiritu,In sempiterna saecula. Amen

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III

Terzo ossequio a Maria: pregarla.

«Virginem Mariam honorate, et invenietisvitam et salutem aeternam. Onorate lavergine ed avrete la vita e la salute eterna».

(S. Bonaventura)

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GIORNO VENTESIMOPRIMO¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯

Il culto a Maria

S. SCRITTURA

Un germoglio spunterà dalla radice di Iesse,un fiore verrà da questa radice; e sopra di luiriposerà lo spirito del Signore, spirito di sapienza ed'intelletto; spirito di consiglio e di fortezza;spirito di scienza e di pietà; lo riempirà lo spirito deltimor di Dio.

Egli non giudicherà secondo quello cheapparisce agli occhi, non condannerà secondoquello che si sente cogli orecchi; ma giudicheràcon giustizia i poveri, e prenderà le giustedifese degli umili della terra; percuoterà la terracolla verga della sua bocca, col soffio delle suelabbra farà morire l'empio. La giustizia cingerài suoi fianchi, la fede fascerà il suo dorso(Is. 11,1-5).

Scrive S. Tommaso: L'iperdulìa è la piùsublime specie di dulìa. La venerazione è dovutaall'uomo in ragione dell'affinità che ha conDio e ai Santi si dà un culto di dulia, a Mariaun culto di somma dulìa, o iperdulìa.

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S. Bonaventura infatti nota che il culto aMaria poggia sull'affinità specialissima che Ellaebbe con Gesù Cristo.

Leone XIII scrive nell'enciclica «Magnae DeiMatris»: Maria per la pienezza di grazia trascendedi molto tutti gli Angeli e i Santi.

E altrove: Secondo la dottrina di S. Tommasoper l'annunciazione si aspettava il consenso diMaria; perciò con tutta verità e proprietà si puòdire che dell'immenso tesoro recatoci da GesùCristo (giacché la verità e la grazia fu data daGesù Cristo) nulla viene a noi comunicato senon per mezzo di Maria SS.

Ecco dunque, tre motivi per dare a Maria unculto speciale, detto di iperdulìa: è Madre diDio, è piena di grazia, è il culto trasfondente ocanale per cui noi tutto riceviamo da Dio.

•Di fatto Maria ebbe fra i Santi il culto

sommo, per larghezza, lunghezza, profondità,ed altezza.

Ebbe il culto più largo, Esso incominciò nelparadiso terrestre, quando Dio indicò la Donna:«Porrò inimicizia tra te e la Donna... Essa tischiaccerà la testa» (Gen. 3,15).

Da quel giorno l'umanità cominciò a sperarein Maria come nella fortunata creatura, cheavrebbe ottenuta la rivincita sul demonio.

Nell'Antico Testamento Isaia e Geremia ciparlano sempre più particolarmente di Maria; ipiù bei simboli sono adoperati per descriverla;vari tipi di donne la raffigurano: Sara, Rebecca,Rachele, Giuditta, Ester; come pure la rappresentanol'arca di Noè, il Tabernacolo dell'alleanza,

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la scala veduta da Giacobbe ecc. E così: «Vultumtuum deprecabuntur omnes divites plebis»(Sal. 44,13), si può dire a Maria: «Tutti irappresentanti del popolo alzano gli occhi alvostro volto, supplicando».

Nel Nuovo Testamento fin dai primissimitempi, cominciando dagli Apostoli, si diedero aMaria segni d'amore, venerazione, divozione.

Nelle Catacombe vi sono numerose figure chelo dimostrano; così nelle sacre liturgie; ad esempionella liturgia siriaca è contenuta l'invocazione:Santa Maria, pregate per noi peccatori. Find'allora il culto a Maria Vergine andò crescendodi giorno in giorno, come una splendida luce,nella Chiesa; tanto che oggi tutto illumina,penetra, allieta. Esso continuerà fino al terminedei secoli.

E' legge: l'uomo viene dalla madre; e da unaMadre spirituale il cristiano.

Maria ebbe culto presso gli antichi pagani.Infatti tra essi, incontriamo segni di speranza eamore alla Vergine che sarebbe diventata Madre.

E' noto che i Druidi avevano dedicato allaVergine paritura una statua nei loro luoghi sacri.Di questa Vergine parlano talvolta le sibillepagane, le quali secondo S. Agostino, S. Girolamoed Eusebio, esprimevano anche delle verità fragli errori del paganesimo. Virgilio riportal'oracolo della sibilla cumana:

Ultima Cumei venit iam carminis aetas,Magnus ab integro saeclorum nascitur ordo,Jam redit et Virgo, redeunt Saturnia regna,jam nova progenies coelo demittitur alto. (Virg. Egl. IV).

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Si dice che quando i Romani edificarono ilmagnifico tempio della pace, abbiano interrogatogli individui per sapere quanto tempo sarebbedurato. Venne risposto: Fino a quando unaVergine diverrà madre.

Tra i cristiani è ben noto che ovunquearriva il Vangelo ivi segue il culto a Maria; anzispesso la divozione a Maria spiega l'entrata delVangelo.

Non vi è Diocesi né parrocchia o missione ocasa religiosa nella quale manchi il culto a Maria;almeno un altare, un quadro, qualche pratica visi trova. Anche gli scismatici e molti ereticionorano e sperano nella SS. Vergine.

Il culto a Maria SS. fu il più sublime. Essendovera Madre di Dio, Maria entrò in una parentelaspeciale nella Famiglia Divina, così da esserela Figlia, la Sposa, la Genitrice di Dio. Perciòi Cattolici prestarono a Maria un culto così alto,che i protestanti ne presero scandalo farisaico,come se si volesse darle un culto di adorazione.I cattolici invece professano che tra Mariae Dio la distanza è infinita; ma tra i Santi eMaria la distanza è immensa. A Dio, dunque,culto di adorazione; a Maria culto di supremavenerazione; ai Santi ed Angeli, culto divenerazione.

A Maria si fanno sommi elogi, applicandoLeparole scritturali tolte dai libri sapienziali: «Io,Sapienza, risiedo nel consiglio e leggo i pensieridegli eruditi... Mio è il consiglio e l'equità, miaè la prudenza, mia la fortezza... Il Signore miebbe con sé dall'inizio delle sue imprese,innanziché alcuna cosa si facesse da principio; abaeterno sono stata costituita, anteriormente allaformazione della terra: Io già ero generata e gli

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abissi non esistevano, e le fonti delle acque nonscaturivano ancora... quando disponeva i cieli; ioero presente, quando accerchiava gli abissi neiloro confini... e quando segnava i limiti delmare... io stavo con Lui disponendo ogni cosa([cf.] Pr. 8,23-29).

I Padri e Dottori della Chiesa, con discorsi,libri e trattati ne fecero alte lodi; tra essispecialmente: S. Efrem, S. Sofronio, S. Epifanio,S. Andrea Cretense, S. Giovanni Damasceno, S.Bernardo, S. Tommaso, S. Bonaventura, S.Francesco di Sales, S. Alfonso de' Liguori.

I libri sulla Madonna costituirebbero oggiimmense biblioteche.

Le feste ad onore di Maria, le litanie, il mesedi Maggio e di Ottobre, i tanti Santuari, ilsabato dedicato a Maria, l'Angelus Dominiannunziato col suono delle campane nel mondointero ecc. sono altrettante prove dell'altezza diquesto culto.

Nella recita del divino Ufficio, ogni ora sicomincia con l'Ave Maria e si chiude conun'antifona a Maria. Leone XIII scrisse bendodici encicliche sul S. Rosario.

L'arte onorò sempre la Vergine; l'architetturaservì a Maria nelle Chiese e nei Santuari; lascultura La servì nelle statue; la pittura èinesauribile nel presentarci figure della Madonna; lamusica cantò in ogni maniera a Maria; i poeti edi prosatori consacrarono le parti più raffinate delleloro arti a Maria.

Il culto a Maria fu il più profondo. Infatti lafede nostra verso la Madonna crede verità e dogmiintimamente connessi con il mistero della Trinità,

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dell'Eucarestia, della Redenzione; conl'Incarnazione, la Chiesa, la gloria finale.

Il nostro amore a Maria è connesso conl'amore a Gesù Cristo, e non vi è cristiano che nonsi senta portato verso Maria; mentre, d'altraparte chi trova Maria trova Gesù Cristo.

La divozione a Maria poi, è così legata allavita cristiana che S. Alfonso e i Dottori recenti Ladicono moralmente necessaria per la nostrasalvezza. Per essa la fede si riafferma, la caritàsi accende, il culto cristiano prende forme emanifestazioni attraenti ed edificanti.

Una vera divozione a Maria è segno di unavera divozione a Gesù Cristo; Dio ha unito laMadre ed il Figlio, l'uomo non li separi; ognunoassecondi la volontà di Dio che si manifestanella Provvidenza Mariana.

Maria è la prima fra tutti i Santi: in dignità,eccellenza, virtù e ne segue che Ella deve avere ilculto più lungo, più largo, più profondo, più alto.

Tutto l'amore, l'imitazione, la fiducia, la lodeche diamo a Maria SS. terminano in Dio. Infattilodiamo Maria SS. per cantare gli speciali doniche Dio Le ha elargito: nel senso stesso con cuiMaria SS. diceva: «Mi fece grande Colui che èpotente» [Lc 1,49].

Imitiamo Maria SS. Troveremo così piùfacilmente Gesù Cristo e la pratica delle virtù cheEgli ci ha insegnate.

Preghiamo la S. Vergine perché intercedapresso il Signore; Dio è molto più onorato dalledomande di Maria che dalle nostre.

Abbiamo fiducia in Maria per assecondare ildesiderio di Dio il quale volle che tutto ci venisseper Maria.

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Dunque: non temiamo di onorare e pregaretroppo Maria SS.; evitiamo il peccato perchédispiace a Maria, ed al Signore, diciamo sempre:«Santa Maria, pregate per noi».

DIVOZIONE A MARIA

MADONNA DELLA NEVE

Sotto il pontificato di Papa Liberio, nelsecolo IV, un patrizio di Roma e la sua sposa,vedendosi agiati e senza figli, offrirono la loroeredità alla Madonna pregandoLa istantemente avoler loro significare come dovessero erogarla. LaSS. Vergine gradì i loro voti. Nella notte del 5Agosto, epoca in cui a Roma il caldo è massimo,li avvertì in sogno, di costruire una Chiesa in suoonore sopra quella parte del monte Esquilino, cheal mattino avrebbero trovata ricoperta di neve.

Svegliatisi i pii coniugi andarono a comunicarela rivelazione al Papa, il quale, durante la notte,aveva avuto lo stesso sogno.

Allora Liberio, accompagnato da numerosocorteo, si portò processionalmente sul montedesignato, e constatato il prodigioso fatto, fece ivicostruire, a spese dei santi coniugi, una magnificaChiesa.

L'insigne santuario fu riedificato un secolo piùtardi, e, nel 432, un anno dopo che il Concilio diEfeso aveva proclamato la Divina Maternità diMaria, fu da Sisto III dedicato alla S. Vergine.

Finalmente tale Chiesa fu ristaurata da PioXI, in occasione del XV centenario del ConcilioEfesino.

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Questa Basilica, un tempo detta: BasilicaLiberiana, e più tardi, di S. Maria al Presepio,perché ivi si conserva la culla del Salvatore,oggi è comunemente chiamata S. Maria Maggiore.

La festa è l'anniversario della sua dedicazione.

PREGHIAMO MARIA

Orazione: A noi, tuoi servi, concedi, te ne preghiamo,Signore Dio, di godere perpetua sanità nell'anima e nelcorpo, e di essere, per intercessione della B. Maria sempreVergine, liberati dalla tristezza del presente e ammessialla eterna allegrezza.

Secreta: Per la tua clemenza, o Signore, e perl'intercessione della B. Maria sempre Vergine, quest'offertaci giovi per la presente e per la perpetua prosperità e pace.

Dopocomunione: Ricevuti gli aiuti per la nostrasalvezza, ti preghiamo, o Signore, d'essere in ogni luogoprotetti dal patrocinio della B. sempre Vergine Maria inonore della quale abbiamo offerto alla tua maestà, questosacrificio.

ESEMPIO

MARIA, AUXILIUM CHRISTIANORUM

Nell'anno 1683 i Turchi assediavano la cittàdi Vienna. Gli abitanti innalzarono fervorosepreghiere a Maria SS. onorata presso i popolidella Baviera col titolo di «Madonna dell'aiuto».

Le preghiere furono esaudite: Vienna rimaselibera dall'assedio.

A perpetua memoria del fatto, il PonteficeInnocenzo XI istituiva la Confraternita di Maria

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Ausiliatrice, che in breve si diffuse in tutto il mondo.Pio V, per la vittoria riportata nel golfo di

Lepanto contro le flotte turche, ordinò che nellelitanie venisse aggiunta l'invocazione: «AuxiliumChristianorum, ora pro nobis».

Da ultimo il Pont. Pio VIII, in ringraziamentoa Maria per essere stato liberato dalla prigionia,in cui l'aveva tenuto Napoleone I, comandòche se ne facesse la festa ogni anno, inperpetuo, con Messa e Ufficio proprio ad onore diMaria, invocata appunto col titolo di: «AuxiliumChristianorum».

A Torino poi per cura di S. Giovanni Bosco,venne innalzato un maestoso tempio a MariaAusiliatrice, officiato dai Salesiani.

Straordinaria è l'affluenza dei fedeli a questoTempio, vero Santuario, ove la Madonna dispensaa piene mani le sue grazie, e le sue preziosebenedizioni.

LODE

Omni die dic Mariae,mea laudes, anima;Eius festa, eius gesta,cole splendidissima.

Contemplare et mirareeius celsitudinem,dic felicem Genitricemdic beatam Virginem.

Ipsa cole unde molemcriminum te liberet:Hanc appella, ne procellavitiorum superet.

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Propter Haevam homo saevamaccepit sententiam:Per Mariam habet viamquae ducit ad patriam.

Clemens audi tuae laudisquos instanter conspicis:munda reos et fac eosbonis dignosce licis.

Virga Iesse, spe oppressaementis et refugium,decus mundi, lux profundi,Domini sacrario.

Gemma decens, rosa decens,castitatis lilium:castum chorum ad polorumquae perducis gaudium.

Pulchra tota die sine notacuiuscumque maculae,fac me mundum et iucundumTe laudare sedule.

Ut sim castus et modestus,dulcis, blandus, sobrius,pius, rectus, circumspectus,simultatis nescius.

Et ruditus et munitusdivinis eloquiis,timoratus et ornatussacris exercitiis.

Virgo sancta, cerne quantaperferamus iugitertentamenta et sustentanos stemus fortiter.

Esto tutrix et adiutrixchristiani populi,pacem praesta ne molestanos perturbent saecula.

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GIORNO VENTESIMOSECONDO¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯

Ave MariaPARTE PRIMA

S. SCRITTURA

Sei mesi dopo l'Angelo Gabriele fu mandatoda Dio in una città della Galilea detta Nazaret,ad una vergine sposata ad un uomo della casadi David, di nome Giuseppe, e la Vergine sichiamava Maria. Ed entrato da lei l'Angelo disse:Salute, o piena di grazia; il Signore è teco!Benedetta tu fra le donne! Ed essa turbata a questeparole pensava che specie di saluto fosse quello.E l'Angelo le disse: Non temere, Maria, perchéhai trovato grazia presso Dio; ecco, tu concepirai,e partorirai un figlio e gli porrai nome Gesù.

Questi sarà grande e sarà chiamato Figliodell'Altissimo; e il Signore Dio gli darà il trono diDavid suo padre; e regnerà in eterno sulla casadi Giacobbe; e il suo regno non avrà mai fine.

Allora Maria disse all'Angelo: Come avverràquesto se io non conosco uomo? E l'Angelorispose: Lo Spirito Santo scenderà in te e lapotenza dell'Altissimo ti adombrerà, per questo ilSanto che nascerà da te sarà chiamato Figlio di

15. Maggio.

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Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, ha concepitoanche lei un figlio nella sua vecchiaia, edè già nel sesto mese, lei che era detta sterile; chéniente è impossibile davanti a Dio. E Mariadisse: Ecco l'Ancella del Signore: si faccia di Mesecondo la tua parola.

E l'angelo si partì da lei(Lc. 1,26-38).

Dal Messale: Festa dell'Annunciazione.

«Ave Maria, gratia plena, Dominus tecum,benedicta tui in mulieribus, et benedictus fructusventris tui, Jesus».

Questa è la preghiera più bella fra quante sene rivolgono alla Madre di Dio.

Si divide in due parti: la prima si puòchiamare lode; la seconda è una supplica.

La LODE è composta di parole scritturali,cioè di quelle dell'Arcangelo Gabriele allorchévenne ad annunziare il mistero dell'Incarnazione:«Ave gratia plena, Dominus tecum» (Lc. 1,28)e delle parole di S. Elisabetta quandoricevette la visita di Maria: «Benedicta tu inmulieribus et benedictus fructus ventris tui»(Lc. 1,42).

Sono così alte queste parole che contengonoin breve tutti gli elogi che si possono fare diMaria.

La SUPPLICA si compone di parole dellaChiesa: «Sancta Maria, Mater Dei, ora pro nobispeccatoribus, nunc et in hora mortis nostrae.Amen».

Consideriamo la prima parte.

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1) Ave: è un saluto che suona come salve;indica un augurio di più larghe benedizioni edinsieme una felicitazione fra i molti beni che giàsi posseggono. Auguriamo a Maria che aumentila sua gloria presso gli uomini, che dovrannoammirarLa, imitarla sempre più: vogliamo che sidilati il regno di Maria, perché ovunque si estendae perfezioni quello di Gesù Cristo suo Figlio.Con Maria ci rallegriamo per i privilegi, virtù,dignità e gloria che Ella ha ricevuto dalla SS.Trinità.

Maria fu la prima creatura umana che dopo ilpeccato di Adamo ricevette il saluto: «La pacesia con te»; infatti Ella era in pace e amata daDio per la sua grazia; Gesù Cristo conquistò edistribuì la pace agli uomini ed usava augurarela pace. Così parlano S. Gregorio Nisseno, SanGermano, S. Giovanni Damasceno.

Dicono parecchi scrittori che «Ave» è ilcontrario di Eva, poiché l'Ufficio di Maria era quellodi rifare ciò che Eva aveva disfatto: Sumens illudAve, Gabrielis ore, funda nos in pace, mutansHevae nomen.

Nell'aureo libro di San Tommaso d'Aquino,sulla Salutazione angelica è detto: Nel V. T.era già una gran cosa che gli Angeli apparisseroagli uomini, e per questi un grande onore ilpoterli servire. Perciò il Genesi riferisce a gloria diAbramo l'ossequio e l'ospitalità da lui data agliAngeli. Ma che un Angelo ossequiasse unacreatura umana, non si intese mai fino a cheGabriele salutando la Madonna le disse: Ave.

Questo accadde verso Maria per tre motivi:Maria era superiore agli Angeli per la dignità, perl'unione con Dio, per la pienezza della grazia.

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2) Gratia plena. L'Angelo non disse: Maria,che sei piena di grazia; ma la chiamò invece perantonomasia: la piena di grazia. Infatti Mariaebbe una pienezza relativa, che ammetteval'aumento; ma tale pienezza escludeva lacunesecondo l'attuale capacità e secondo l'altezza dellasua vocazione. La grazia di Maria fu quello che è laluce nel giorno, che va crescendo, sebbenesempre piena e senza ombra.

S. Tommaso d'Aquino dice che la Madre diDio fu piena sotto un triplice aspetto; e cioè:quanto all'anima, quanto al corpo, quanto allaumanità.

Quanto all'anima, poiché Maria poté, nellamaniera più perfetta, stare lontana dal peccato,praticare ogni sorta di virtù ed in gradoeroico, onde è chiamata la Regina dei Santi.

Quanto al corpo, poiché era tantal'esuberanza della grazia in Lei che dall'anima sitrasfondeva nel corpo, il quale pure fu santificato,perché doveva essere il degno tabernacolo delFiglio di Dio incarnato; anzi Maria doveva darequalcosa del suo corpo per la formazione dellaSacra Umanità di Gesù Cristo; la grazia dell'animairradiava nel corpo la luce e la bellezza sua.

Quanto all'umanità, Maria ebbe pienezza digrazia che si effonde in tutti gli uomini, perchédestinata Mediatrice universale. La grazia di ognicristiano è grande quanto basta alla sua salvezzae santificazione; ma la grazia di Maria dovevabastare alla salvezza di tutti gli uomini; sotto ilsuo patrocinio si possono praticare da tutti levirtù! Perciò Maria è simboleggiata nel sole:«Electa ut sol» che illumina tutta la terra.

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3) Dominus tecum. Effetto della pienezza digrazia è l'unione con Dio. Dio abita nell'animain grazia: «Si quis diligit Me sermonem meumservabit et Pater meus diligit eum, ad eumveniemus et mansionem apud eum faciemus. Chi miama osserva i miei comandamenti e il Padre miolo amerà e verremo a lui e presso di lui staremo».(Gv. 14,23). L'Angelo quando pronunziava questeparole: Dominus tecum, non faceva quindisoltanto un augurio, ma constatava un fatto. SeDio è in ogni luogo, lo è in modo speciale nellaanima in grazia: il che si chiama: inabitazionedi Dio in noi.

In Maria però, è in modo ben più perfetto chenei Santi, perché Ella possedeva una graziasingolare ed era amata da Dio più di tutti gliAngeli e Santi assieme. Unione più stretta conDio è solo l'unione ipostatica nel Figlio di Dioincarnato.

Tutta la SS. Trinità, dicono perciò i SS. Padri,è in Maria, come nell'abitazione più onorata: laSS. Trinità penetra tutta l'anima, i pensieri, lavolontà, il cuore di Maria. E' in Lei, prodigiopiù grande della sua potenza, splendore piùluminoso della sua sapienza, come nel calore piùintenso acceso da Dio. S. Tommaso d'Aquinodice perciò: «Hoc verbum: ‘Dominus tecum’ estnobilius verbum quod sibi dici possit: è la parolapiù nobile che possa dirsi a Maria». E S. Bernardo:«Né si trova in Voi solamente il Figlio, chevestite colla vostra carne; ma ancora lo SpiritoSanto per la cui virtù concepite, e il Padre chegenerò Colui che Voi concepite. Con Voi è il Padreil quale ha fatto il Figlio vostro, il Figliuol suo;con voi è il Figlio il quale compie l'ammirabile

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mistero dell'Incarnazione; con Voi è lo SpiritoSanto il quale, d'accordo col Padre e colFiglio, santifica il vostro seno verginale».

4) Benedicta tu in mulieribus. Dio è largo dibenedizioni con i Santi; ma con la Madre sua èlarghissimo. Davide diceva: «Il Signore è mio pastore,non mi manca nulla» [Sal 23,1]; perciò Gesù chiamavaamici gli Apostoli: «Voi siete i miei amici» (Gv. 15,14);perciò li beneficò tanto. Tutte le creature,sebbene molto sante, sono amate come servi;Maria invece è amata come Madre. Gesù lachiamava veramente con questo nome che le facevabalzare in petto il cuore per la gioia. Maria perciòè la benedetta per eccellenza, secondo leparole di S. Elisabetta.

Nella S. Scrittura la maternità è consideratauna benedizione divina; ma in Maria la maternitàè di un ordine immensamente superiore e deltutto prodigioso. Perciò S. Elisabetta si stupiva:«E donde mai mi viene una tal fortuna che laMadre del mio Signore sia venuta a visitarmi?»(Lc. 1,43).

S. Tommaso dice che le maledizioni inflitteda Dio per il peccato di Adamo sono tre: quantoalla donna, quanto all'uomo, quanto ad entrambi.La Madonna fu immune da tutte e tre, anzi Ellacontribuì a liberare gli uomini da esse. Per lamaledizione, Eva sarebbe divenuta madre neldolore e perdendo la verginità; Maria invecediventò Madre per opera dello Spirito Santo,conservando intatto il giglio verginale.

Per la maledizione Adamo fu assoggettato amangiare il pane col sudore della fronte, ma laMadonna fu esente, perché vergine: e le vergini

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benché debbano soffrire, sono libere da tantepreoccupazioni terrene, perché attendono a Diosolo e quando lavorano sovrabbondano di gaudioin ogni tribolazione.

Per la maledizione Adamo ed Eva morirono:anche Maria morì, ma la sua morte fu morte diamore e non pena del peccato; il suo corpo nonandò soggetto allo sfacelo della morte, marisuscitato, trovasi ora con quello del Figlio,glorioso in Paradiso.

«Veramente benedetta, dice S. Pier Crisologo,è Colei che fu più sublime del Cielo, piùpotente della terra, più grande dell'universo:Colei sola mantenne Chi il mondo intero non puòcontenere. Ella portò Colui che porta il mondo;generò il suo Creatore; nutrì Colui che nutre ognicreatura».

5) Benedictus fructus ventris tui, Iesus.Benedetto il frutto del tuo seno, Gesù. Gesù Cristoè il Benedictus, anzi il benedicente, la stessabenedizione; e dalla pienezza di Gesù ricevettebenedizioni anche Maria: «De plenitudine eiusomnes nos accepimus» (Gv. 1,16). Ecco perchéS. Elisabetta vedendo tanto benedetta Maria, nedava lode a Dio: «Benedetto è il frutto del tuoseno» (Lc. 1,42). Maria fu la benedetta pereccellenza.

Gesù Cristo è la benedizione: per gli Angeli,che secondo l'Apocalisse cantano a Lui:«Benedictio et claritas et sapientia et gratiarumactio» (Ap. 7,12). Per gli Ebrei, in mezzo ai quali èpassato seminando benedizioni ricevendo il lorocanto: «Benedictus qui venit in nomine Domini»(Mt. 21,9). Per tutti i cristiani, come si

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esprime S. Paolo: «Benedictus Deus et PaterDomini nostri Iesu Christi, qui benedixit nos inomni benedictione spirituali in coelestibus inChristo» (Ef. 1,3).

S.Tommaso d'Aquino fa un confronto tra ilfrutto che Eva mangiò e offrì ad Adamo, ed ilfrutto che Maria portò nel suo seno ed offerseal mondo.

«Tre cose, così il S. Dottore, desiderò Eva dalsuo frutto. Fidandosi della falsa promessa deldiavolo desiderò di diventare simile a Dio, aconoscenza come Lui del bene e del male. Invecepeccando si trovò lontana da Dio perché a Luiribelle, ed esule dal paradiso terrestre. Fu inveceil frutto di Maria che ci riunì a Dio rendendocisimili a Lui, di una somiglianza che raggiungeràil colmo alla fine del mondo, quando Egli appariràvisibilmente, perché allora anche noi saremol'immagine perfetta di Gesù.

«In secondo luogo, Eva desiderò diletto dalsuo frutto, che stimò delizioso a mangiarsi. Invece,mangiatolo, si trovò immersa nella vergognae nel dolore. Dolcissimo è il frutto di Maria, chemangiato specialmente nella S. Eucaristia, ciavvia sicuramente alle delizie della vita eterna.

«Eva formò anche lei dei sogni di bellezzaattorno al suo frutto. Ma la vera bellezza sta inGesù, frutto di Maria, perché di Lui è scritto cheè il più bello dei figliuoli degli uomini, e conragione, essendo Egli lo splendore dell'eternagloria del Padre».

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DIVOZIONE A MARIA

IMMACOLATA CONCEZIONE DI MARIA

Dopo che il Verbo ha scelto questa singolarecreatura come sua Madre, era consono alla sovranasantità di Dio, formarsi una genitrice in cui itesori della grazia avessero il massimo splendore.

La tradizione ecclesiastica è unanime nelproclamare la sublime perfezione di quest'umileNazarena; l'insegnamento della Chiesa, la credenzadei popoli, i documenti della Sede Apostolicahanno in varia guisa proclamato che l'augustaMadre di Gesù Cristo, sin dal primo istante dellasua concezione, fu fatta santa e tutta pura,preservata dal peccato originale, per i meriti delSalvatore suo Figlio. E così, nella serie cronologica,con questo privilegio si inizia quella coronadi gloria risultante dai misteri che si sonocompiuti in Maria. La liturgia è tutto un inno digioia, di ammirazione e di amore.

PREGHIAMO MARIA

Orazione: Dio, che per l'Immacolata Concezione dellaVergine preparasti degna abitazione al Figlio tuo, tipreghiamo che, come in previsione della morte del medesimotuo Figlio preservasti Lei da ogni macchia, così pure anoi concedi di giungere mondi, per sua intercessione, a Te.

Secreta: Ricevi, o Signore, l'Ostia di salute, che tioffriamo nella solennità dell'Immacolata Concezione dellaVergine Maria, e come noi confessiamo che, prevenutadalla tua grazia, Ella fu immune da ogni macchia, così,per sua intercessione, veniamo liberati da ogni colpa.

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Dopocomunione: I Sacramenti, che abbiamo ricevuti,Signore Dio nostro, guariscano in noi le ferite di quellacolpa dalla quale preservasti miracolosamente l'ImmacolatoConcepimento di Maria.

ESEMPIO

S. TOMMASO DA CANTERBURY

San Tommaso da Canterbury aveva il pio usodi recitare sette AVE MARIA in onore delle setteallegrezze di Maria SS. su la terra: annunciazione,visitazione, Natale di Gesù, Epifania,Ritrovamento al Tempio, Risurrezione eAscensione di Gesù al Cielo.

Gli apparve un giorno la Vergine e gli disse:«Tommaso, la tua divozione mi è carissima; maperché vuoi tu ricordare soltanto le gioie da meprovate sulla terra? D'or innanzi onora anche leallegrezze che godo in cielo». E S. Tommaso:– Ma come posso io conoscerle? – Maria rispose:«Reciterai sette AVE MARIA per commemorarel'onore che ricevo dalla SS. Trinità in Paradiso;l'eccellenza della verginità; lo splendore dellagloria che viene dai Santi; la lode degli Angeli;l'accrescimento di gloria man mano che siapplicano i frutti della Redenzione».

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LODE

Divina Madre del Redentore,porta aperta del cieloe stella del mare, soccorriil popolo cadente, che anelaa risorgere: tu che generasti,meraviglia della natura,il tuo Santo Creatore, Vergine sempre,mentre dalle labbra di Gabriele,accogli il grande «Ave»,dei peccatori abbi pietà.

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GIORNO VENTESIMOTERZO¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯

Ave MariaPARTE SECONDA

S. SCRITTURA

Or in quei giorni Maria si mise in viaggio perrecarsi frettolosamente in una città di Giuda sullemontagne, ed entrò in casa di Zaccaria e salutòElisabetta. Ed avvenne che appena Elisabetta udìil saluto di Maria, il bambino le balzò nel seno;ed Elisabetta fu ripiena di Spirito Santo, edesclamò ad alta voce: Benedetta tu fra le donne ebenedetto il frutto del tuo seno. E donde mi èdato che venga a me la Madre del mio Signore?Ecco infatti, appena il suono del tuo saluto, mi ègiunto all'orecchio, il bambino m'è balzato pelgiubilo nel seno. E te beata che hai creduto,perché s'adempiranno le cose a te predette dalSignore.

E Maria disse:L'anima mia glorifica il Signore, ed il mio

spirito esulta in Dio, mio Salvatore (Lc. 1,39-47).Dal Messale: Festa della Visitazione.

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Sancta Maria, Mater Dei, ora pro nobispeccatoribus, nunc et in hora mortis nostrae. Amen.

Alla lode segue la supplica alla Madonna. Laprima esalta la Vergine, la seconda esponei nostri bisogni. E' una supplica assai breve,semplice, umile, piena di fiducia. I terminigenerici sono anche più comprensivi delle nostrenecessità ed ansie. La prima parte dell'Ave ècomposta quasi interamente di parole dello SpiritoSanto e la seconda di parole della Chiesa,ispirata dallo Spirito Santo nel darci la regoladella preghiera.

•1) Sancta Maria. La parola sancta riassume la

prima parte dell'Ave; quindi segue il nome dellaVergine: Maria.

Molto La onora il suo nome, che dopo quellodi Gesù è il più alto; ed al cui suono esulta ilcielo, trema l'inferno, e si anima di speranza laterra. Il nome è il simbolo che riassume tutti ipregi di una persona, ed in tutte le lingue ciòche ad uno conviene, si può predicare del suonome. Quindi le espressioni comuni di: nome digloria, nome di fortezza, nome di bontà, nome disperanza... per indicare uno che è glorioso, forte,buono, sapiente, ecc.

Col pronunziare il nome di Maria, mettiamo innanziall'eccelsa Regina tutta la catena interminabiledi aloni onde piacque a Dio di insignirLa.

Questo nome risuona dolce al nostro cuore.E' come una celeste rugiada che si spande nelnostro spirito per eccitarvi i sentimenti più delicati.

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Chi ne medita bene i significati e si attaccaad esso come ad un'ancora di salvezza, senteun'onda di riconoscenza, e si eleva inun'atmosfera più pura.

E' tanta l'importanza che la Chiesa annette alnome di Maria, che nell'Ave lo dice due volteAve Maria – Sancta Maria.

...a noi solenneè il nome tuo, Maria (Manzoni).

2) Mater Dei. E' il grande segreto dellanostra fiducia: se è Madre, in un certo sensocomanda al Figlio; perché è Madre di Gesù Cristo,ed anche Madre nostra. S. Francesco di Salesscrive: Se Maria fosse soltanto Madre di Dio, io lapotrei onorare, come sovrana; ma non potreisperare in Lei come misericordia. Se Maria fossesoltanto madre mia, io confiderei nel suo cuore,ma non nella sua potenza. Ma perché Maria èMadre di Dio e Madre mia, io confido senzaalcun limite nella sua bontà e nella sua potenza.

3) Ora pro nobis peccatoribus. La S. Vergine,ripaga sempre coi più larghi favori quelli che Laaiutano con l'Ave. «Chi – dice S. Alfonso –saluta Maria, sarà da Lei pure salutato», comeavvenne a S. Bernardo il quale una volta sentìrispondersi: «Ti saluto, o Bernardo».

«Il saluto di Maria, dice S. Bonaventura, saràuna grazia» e Riccardo aggiunge: «Può forsela Madre del Signore negare la grazia a chiviene a Lei dicendo: Ave Maria?».

Maria stessa a S. Geltrude promise tanti aiutiin morte, quante Ave Maria Le avesse dette.Asseriva il B. Alano che al dirsi l'Ave Maria,

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siccome gode tutto il Cielo, così trema e fugge ildemonio. Tommaso da Kempis attestò peresperienza che al dir l'Ave Maria subito fuggì ildemonio che gli era apparso.

4) Nunc et in hora mortis nostrae. Ogni giorno,ogni momento abbiamo bisogno di Maria. Il temponon cancella le nostre miserie, anzi le aumenta.Più indeboliscono col procedere degli annile nostre forze, più gravi diventano i combattimentiche dobbiamo sostenere affine di perseverarenei buoni propositi. La lotta più terribilesarà quella che ci attende per l'ultima ora dellanostra vita; il demonio farà allora un supremosforzo.

Noi fin d'ora ci mettiamo sotto la custodia diColei che è terribile per il demonio «come osteschierato in campo», e quindi soggiungiamo:«e nell'ora della nostra morte».

Amen, è l'espressione della preghiera calmae fiduciosa; amen vuol dire: nessuna preoccupazioneci angustia; Maria pensa a noi. Sorganopure tutte le lotte contro di noi, la protezionedi Maria non ci lascerà mancare la vittoria.

Amen: assistiti dalla Madre nostra speriamoe confidiamo con occhio sereno in vita ed inmorte, nel tempo e nell'eternità.

Presentiamoci a Maria come peccatori,perché Ella ha pietà dei miseri e il peccato è lamiseria che più muove a compassione Maria. L'attodi umiltà piace a Maria, come piacque a Dio lapreghiera del pubblicano, che, pentito, in fondoal tempio, si percuoteva il petto dicendo:«Siate propizio con me, povero peccatore».

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Piacerà alla Madonna la confessione delnostro stato di poveri peccatori.

«Con umiltà e con riverenza, scrive il Kempis,con divozione e con confidenza, io mi accosto ate, o Maria, per offrirti supplichevole il saluto,che ti ha fatto Gabriele. Te lo offro col capo chinoin atto di riverenza e colle braccia distese inun tenero sentimento di devoto affetto. Anzidesidero e prego che tutti gli spiriti celesti te loripetano per me milioni e milioni di volte. Io nonso qual omaggio per te più glorioso e per me piùdolce mi sia possibile offrirti. Mi ascolti e micreda chiunque sinceramente ti ama. Il cielo sirallegra e la terra ha ben ragione di restare stupita,quando io dico: Ave Maria.

Quando dico: Ave Maria, Satana sen fugge etrema l'inferno. Il mondo più non mi attira, midiventa anzi ripugnante quando prego: AveMaria.

Al recitar dell'Ave Maria, mi sparisce latristezza e mi ritorna una nuova letizia. Il teporesvanisce ed il cuore vien meno dall'amorequando dico: Ave Maria. Mi cresce la divozione emi nasce la compunzione quando dico: AveMaria. Al dir l'Ave Maria l'anima si ricrea e sifortifica il languido amore per il bene. E' tale etanta la soavità di questo saluto che né io nénessun'altra creatura riuscì mai ad esprimerla conparole, e per quanto di esso si dica, immensamentemaggiore è quello che ancora rimarrà da dire.Non mi resta che piegare il ginocchio davantialla SS. Vergine Maria e ripeterle: «Ave gratiaplena...». E' questa un'orazione, di poche parole,ma piena di alti misteri, breve a dirsi, ma chearriva lontano con la sua forza. E' più preziosa

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dell'oro, più dolce del miele: degna di essereincessantemente ruminata nel cuore, e di esserecon ogni frequenza ripetuta con le labbra».

Il Pater compendia le preghiere che si fannoa Dio, l'Ave compendia quelle che si fanno aMaria.

La SS. Vergine gradisce molto quest'angelicosaluto, che le rinnova il gaudio provato allorchéle fu annunziato da S. Gabriele d'essere fattaMadre di Dio – scrive S. Alfonso.

La Chiesa vuole che tutte le ore canonichecomincino e si chiudano con l'Ave; e sarà beneal principio e alla fine di ogni azione, diresempre un'Ave Maria. Dico ogni azione, siaspirituale, come l'orazione, la confessione, lacomunione, la lettura spirituale, l'udir la predica esimili; sia temporale, come lo studio, il darconsiglio, il lavoro, l'andare a mensa, a riposo, ecc.Felici quelle azioni che verranno chiuse fra dueAve. Felici pure le giornate aperte e chiuse tral'Ave, in ogni tentazione, in ogni pericolo, inogni impeto di collera, o di gioia, dire sempre unaAve Maria. Scrive il B. Grignion De Montfort,che: l'Ave Maria ben detta, cioè con attenzione,divozione e modestia, è il nemico, il martello deldemonio, la santificazione delle anime, la gioiadegli Angeli, la melodia dei predestinati, ilcantico del Nuovo Testamento, il piacere di Maria,la gloria della SS. Trinità. «L'Ave Maria è unarugiada celeste, che rende l'anima feconda; è unbacio casto ed affettuoso che si dà a Maria; èuna rosa vermiglia che le si presenta, è una perlapreziosa che le si offre, è una coppa di ambrosiae di nettare divino che le si porge». Tutti questiparagoni sono pure dei Santi (Tratt., pag. 182).

16. Maggio.

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La storia dell'Ave ricorda anche moltissimimiracoli. Bello è quello del santuario di Folgoetin Bretagna. Folgoet nel linguaggio di quellaregione significa: «il pazzo del bosco». Così erachiamato un povero giovane pieno di slancio ed'amore verso la Madonna. Fattosi solitarioabitatore della foresta, non conosceva che unapreghiera: l'Ave Maria, e la recitava incessantemente.Venuto a morire, sul suo sepolcro spuntòun giglio, sulla cui candida corolla spiccava inlettere d'oro l'Ave Maria. La meraviglia ed ilfervore di fede ridestatisi alla vista di quelmiracolo, fecero tosto sorgere il magnifico santuario.

Lo stesso miracolo si legge pure nella vita diparecchi altri devoti di Maria, che tanto amavanosalutarla ed invocarla con l'Ave.

DIVOZIONE A MARIA

SS. NOME DI MARIA

Questa festività fu istituita a ricordo dellavittoria riportata dalle armi cristiane contro i Turchi.

Ecco come S. Bernardo parla di questo nomeaugusto: «O chiunque tu sia, che nel corsodi questo secolo, più che camminare sulla terra,navighi tra le procelle e le tempeste, non toglierelo sguardo dallo splendore di questo astro se nonvuoi sommergere. Se sorge il vento della tentazione,se dài negli scogli delle angustie, riguardala Stella, invoca Maria. Se sei abbattuto dalleonde della superbia, dell'ambizione, delladetrazione, dell'invidia, riguarda la stella, invocaMaria. Se l'ira, l'avarizia, l'intemperanza del sensourteranno contro la navicella delle tue colpe,

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confuso dalla bruttura della tua coscienza, atterritodal giudizio divino, comincerai ad essere inghiottitodal baratro della tristezza e dall'abisso delladisperazione, pensa a Maria. Nei pericoli, nelleangustie, nei dubbi, pensa a Maria, invoca Maria.Non si allontani dal tuo labbro, non si allontanidal tuo cuore; e per impetrare efficacementela sua assistenza, segui l'esempio della suacondotta. Seguendo Lei non ti smarrisci, pensandoa Lei non sbagli, col suo sostegno non cadi,sotto la sua protezione non temi, sotto la suaguida non ti stanchi, sotto il suo sguardo maternogiungerai al porto della salute; e così in testesso sperimenterai con quanta ragione è statodetto: «E il nome della Vergine è Maria».

PREGHIAMO MARIA

Orazione: Concedi, te ne preghiamo, Dio onnipotente,che i tuoi fedeli, i quali vanno lieti d'essere sotto il nomee la protezione della SS. Vergine Maria, siano liberatimercé la sua pia intercessione, da tutti i mali in terra emeritino di giungere ai gaudii eterni del cielo .

Secreta: Per la tua propiziazione, o Signore, perl'intercessione della Beata sempre Vergine Maria, questaoblazione ci procuri la prosperità e la pace presente e perpetua.

Dopocomunione: Ricevuti, Signore, i sussidi di nostrasalvezza, dacci, Te ne preghiamo, di essere protetti inogni luogo dal patrocinio della B. sempre Vergine Maria,in cui onore abbiamo offerto alla Tua maestà questosacrificio.

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ESEMPIO

SAN TOMMASO D’AQUINO

S. Tommaso d'Aquino è grande esempio didivozione a Maria, come di eminente santità eimmensa dottrina. Ancor bambino, raccolse daterra e strinse tra le mani una cartina sulla qualeera scritta l'Ave Maria; se la pose in bocca el'inghiottì. La sua prima parola fu: «Ave Maria».

Crescendo negli anni la sua divozione divennesempre più affettuosa e illuminata. Da MariaTommaso ebbe la grazia della vocazione allo statoreligioso, la forza per resistere alle insidie tese controdi essa, la grazia poi di una straordinaria sapienzada meritargli il glorioso titolo di Dottore Angelicodella Chiesa Cattolica. Infatti si racconta chei suoi parenti ostacolarono fortemente la suavocazione, giungendo perfino a rinchiuderlo nelfondo di un tetro castello. Lo tentarono poi inun modo indegno, mediante una persona di malavita. Ma Tommaso, invocando l'aiuto di Maria,prese dal camino un tizzone ardente e con quellopose in fuga quel demonio in carne. In tal modocon la sua fermezza e costanza, poté vincere ogniostacolo e farsi religioso.

Vinta quella tentazione, Tommaso meritò diessere cinto miracolosamente ai lombi colcingolo della purità per mano d'Angelo; si estinsein Lui ogni sentimento e stimolo di concupiscenza,e mantenne integro sino alla morte il suo candoreverginale. Si verificò in Lui la sentenza delSalvatore: «Beati i mondi di cuore perchévedranno Dio» [Mt. 5,8].

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LODE

Virgo parens Christi benedicta, Dei genuisti:fulgida stella maris, nos protege, nos tuearis:Dum tibi solemnes cantant coeli agmina laudes.

Intercede pia pro nobis, Virgo Maria. Dum tibi...Gloria Patri, et Filio, et Spiritui Sancto. Dum tibi...

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GIORNO VENTESIMOQUARTO¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯

La Salve Regina

S. SCRITTURA

Dio mi possedette dall'inizio delle sue opere,fin da principio, avanti la creazione. Ab eternofui stabilita, al principio, avanti che fosse stabilitala terra: non erano ancora gli abissi, ed ioera già concepita. Non le sorgenti delle acquerigurgitavano, non ancora le montagne s'eranoformate sulla grave mole. Prima delle colline ioera partorita.

Egli non aveva ancora fatto né la terra, né ifiumi, né i cardini del mondo. Quando preparavai cieli io era presente, quando con legge inviolabilechiuse sotto la volta l'abisso, quando resestabile in alto la volta celeste e vi sospese le fontidelle acque, quando fissava al mare i suoi confinie dava legge alle acque di non passare il lorotermine, quando gettava i fondamenti della terra,io era con Lui a ordinare tutte le cose.

Sempre nella gioia, scherzavo dinnanzi a Luicontinuamente, scherzavo nell'universo: è la miadelizia stare coi figli degli uomini.

Or dunque, figli, ascoltatemi: beati quelli che

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battono le mie vie. Ascoltate i miei avvisi perdiventare saggi, non li ricusate. Beato l'uomo chemi ascolta e veglia ogni giorno alla mia porta, easpetta all'ingresso della mia casa. Chi troveràMe avrà trovata la vita, e riceverà dal Signorela salute.

(Pr. 8,22-35). (Dal Messale: Festadell'Immacolata).

LA SALVE REGINA, ripete tante verità dell'Avee ne esprime pure i sentimenti, ma rivestesidi un’espressione più tenera. La confidenzafiliale in Maria raggiunge qui la sua più largaespansione. Il concetto che pervade tutta questapreghiera, si è che Maria fu fatta Regina, nonperché godesse sola il suo trionfo, ma perchémettesse a nostro servizio tutto il suo potere. CosìElla ci può largire tutte le sue grazie e basta unsolo suo sguardo amoroso per sollevarci dainostri mali, per farci vincere tutte le tentazioni, econdurci sicuramente alla visione di Gesù, Dio.Questo è espresso con tanta evidenza, con tantapenetrazione psicologica e con tanta unzione, chela Salve Regina è un vero capolavoro teologicoe pratico. S. Alfonso era così entusiasta dellaSalve Regina, che prese a commentarla e su diessa compose la parte principale della sua operaimmortale: «Le Glorie di Maria».

«In questo libretto – dice il Santo – lasciandoagli altri autori il descrivere gli altri pregi diMaria, ho preso a parlare della sua gran pietà,e della sua potente intercessione, avendoraccolto per quanto ho potuto, con la fatica di piùanni, tutto quello che i Ss. Padri e gli autori più

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celebri hanno detto della misericordia e dellapotenza di Maria».

Salve. E' un compiacimento, un augurio, unsaluto. L'anima si compiace con Maria perchéella è grande per natura e per grazia; è predestinataCorredentrice, Madre di Dio, sta a capo dellacreazione.

L'anima augura a Maria che cielo e terra Lariconoscano Regina, che tutti pongano in Leiogni confidenza, che la misericordia di Mariapopoli il cielo di Santi.

«Io voglio dirLe Salve a Maria, celeste visionedi amore, di speranza, di bellezza: voglio dirlocon la riverenza stessa dell'Arcangelo Gabriele,quando Le si presentò ambasciatore di Dio enunzio dell'incarnazione: quando si fermò in debitadistanza in devoto contegno; non osò chiamarlacol suo nome, ma disse: «Ave, o piena digrazia». «Parea Gabriel che dicesse: Ave»: congrazia perciò; con riverenza verso questaeccelsa Regina.

«Io voglio dirLe Salve con le disposizioni di S.Giuseppe quando l'incontrò la prima volta e lariconobbe per Sposa Vergine destinatagli da Dio;la Sposa Vergine che doveva custodire purissima;la Sposa Vergine colla quale condivise pene egioie, meriti e gloria. Disposizioni di carità,di ossequio, di ammirazione.

«Io voglio dirLe Salve con le disposizioni diS. Elisabetta, allorché Maria, andata consollecitudine a Lei, la salutò. Elisabetta restituì ilsaluto e disse: E come mai ho io meritato chevenisse a me la Madre del mio Signore? Dalmomento che sei arrivata esultò nel mio seno il mio

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bambino: beata Te che hai creduto, poiché siadempiranno le promesse che hai sentite(Lc. 1,43-45).

«Io voglio dirLe Salve come gli Angeli inParadiso, quando si accostano uno ad uno a questaRegina per ossequiarla, per ricevere gli ordini,per associarsi a Lei nel canto del Magnificat.

«Io voglio dirLe Salve con le disposizioni delfanciullo Gesù, quando Maria, al mattino, si accostavaal suo letticciolo e gli sguardi del Bambinos'incontravano con ineffabile amore con quellidella Madre.

«Io voglio dirLe Salve come faceva SanGiovanni Evangelista che, avutaLa per madre,La prese in casa, Le obbediva, L'onorava,L'accompagnava nella preghiera».

Regina. La SS. Vergine è chiamata ReginaApostolorum, Regina Prophetarum, ReginaPatriarcharurn, Regina Martyrum, ReginaConfessorum, Regina Virginum, Regina Sanctorumomnium. Difatti in Lei sono radunate tutte le virtù,grazie e glorie che si trovano divise tra i beaticittadini del cielo; anzi in Lei, queste virtù, graziee glorie si trovano in un grado immensamentesuperiore. In Maria poi vi sono, di più, tantiprivilegi, grazie e distinzioni che a nessuno deglialtri Santi vennero concessi; infine, da Mariapassò tutto quanto di bello e di grande fu dato aiSanti tutti. Maria nacque Regina, perché destinataa Madre di Gesù Cristo, Sommo Re; Mariafu incoronata regina quando entrò in cielo evenne esaltata su tutte le creature: «Exaltata estSancta Dei Genitrix super choros Angelorum adcoelestia regna» (Liturg. dell'Assunta); Ella è

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Figlia di Dio e Sposa dello Spirito Santo, ed ancheper questi titoli è Regina.

Maria è Regina del cielo e della terra; Reginadel Purgatorio, Regina delle Missioni, del Rosario,della pace, di tutto; tutto viene sottomessoa Lei perché Ella presiedette alla creazione, staa capo dell'elargizione della grazia, ed ha il piùalto grado nell'ordine della grazia.

Maria è anche Regina del Cuore di Gesùformato dal suo sangue benedetto. S. Bernardino daSiena scrive: «Tot creaturae serviunt gloriosaeVirgini, quod serviunt Trinitati, omnes namquecreaturae, sive Angeli sive homines, et omnia quaesunt in coelo et in terra, quia omnia sunt divinoimperio subiecta, gloriosae Virgini sunt subiectae:tutte le creature che servono Dio, servonopure Maria SS., infatti, tutte le creature, siagli Angeli che gli uomini e tutto ciò che è in cieloe in terra, perché soggette al divino impero,sono pure sottomesse alla S. Vergine» (Trattato).

Regina mia voglio anch'io essere uno dei tuoisudditi d'amore; con lo spirito del B. Grignion DeMontfort, io mi dichiaro tuo servo e schiavod'amore oggi e sempre. Sono sicuro che se ti saròservo buono e affettuoso suddito sulla terra, saròpure concittadino di quella celeste Gerusalemme,ove col tuo Figlio, regni in tutti i secoli.

Madre. Maria è nostra Madre. Ella ci amadi un amore che supera quello di tutte le madrivissute o viventi verso i loro figli.

Maria ci ama tanto per varie ragioni:anzitutto:

L'amor di Dio e l'amor del prossimo sono inproporzione, perché sono due fiammelle del

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medesimo fuoco: S. Paolo fu instancabile nel suoamore per gli uomini perché amava senza limitiil suo Gesù.

La Madonna amò il Signore più di tutti, perquesto ama pure noi più di tutti gli Angeli eSanti insieme.

La Madonna ci ama perché Gesù Cristoraccomandò dalla Croce alle sue cure noi figliuoli;per Lei ogni raccomandazione di Gesù è sacra,tanto più quella che Le veniva in quel momentoda Gesù morente.

Maria ci ama inoltre perché poveri e miseri;le madri spasimano al letto di un figlio morentelasciando gli altri che sono sani. Per questo Mariaè chiamata pubblico ospedale, ma ospedalegratuito; ora in siffatti ospedali due sono ititoli per entrare: l'attestato di povertà el'infermità preferendosi sempre i più infermied i più poveri.

Maria ancora ci ha generati nel dolore allavita della grazia. E' caro ciò che tanto costò, enoi siamo costati a Maria molti dolori,specialmente sul Calvario. Là, Maria divenne laRegina dei Martiri per noi. «Magna est velut marecontritio tua».

... Di misericordia... Alla SS. Vergine non fuconcesso il ministero della giustizia, riservatoinvece al Figlio, in cui sono unite la grazia e lagiustizia; a Maria venne concesso la mediazionee la distribuzione della misericordia e dellagrazia soltanto.

Speciale questo suo regno: 1) perché perMaria i peccatori, volendolo, possono sempresfuggire la giustizia, finché vivono, rifugiandosi

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presso di Lei e invocando la grazia di un veropentimento, di una santa confessione e stabileemendazione; 2) per quel che dice S. Bernardoa Maria: «Voi siete la Regina della misericordia,e chi sono i sudditi della Misericordia se non imiseri? Voi siete la Regina della Misericordia,ed io sono il peccatore più miserabile di tutti;dunque se io sono il più misero dei vostrisudditi, Voi dovete avere di più cura di me chedi tutti gli altri. Voi potreste forse ricusare lecause dei più miserabili, mentre siete statacostituita Regina per i miseri?...; 3) Maria è Madreanche dei peccatori che vogliono emendarsi. Ellaha l'istinto del Cuore di Gesù, il quale venneper salvare ciò che era perduto; Maria è unitaalla stessa missione del Figlio; vuol dunquecercare la pecorella smarrita e la dramma perduta.«Ego mater peccatorum volentium se emendare»;sono i malati che abbisognano del medico.

Vita. Vita dell'anima che vive di Gesù, dellagrazia, di spirito soprannaturale.

A Maria chiediamo la grazia: «Queramusgratiam et per Mariam queramus». S. Alfonsopregava così la Madonna: «O Madre mia Maria,io ho una gran confidenza in Voi. Da Voi aspettola grazia di piangere i miei peccati e la fortezzaper non più ricadervi. Se io sono infermo, Voisiete la mia medichessa. Io so che il vostrocuore trova conforto nel soccorrere i miserabili.Consolate dunque me, consolate il vostro cuore,consolate il Cuore di Gesù: vi cerco la grazia di Dio.

Chiediamo la Purezza. Chi si conserva purosi salva; nell'inferno gli adulti vanno per impuritào non senza questo peccato. Maria custodisca

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il giglio dei giovani e la purezza riparata diquelli che sono pentiti.

Ecco l'orazione di S. Luigi: «O Signora eMadre mia, Maria SS., pieno di fiducia in Voi,oggi e per sempre, in vita e nell'ora della miamorte, io mi metto sotto la vostra singolarecustodia, e come in seno alla vostra misericordia;raccomando l'anima e il corpo mio nelle vostremani; ripongo in Voi ogni speranza e consolazione,tutte le augustie e miserie, la mia vita e il finedi essa, affinché per la vostra intercessionee per i meriti vostri ogni mia azione sia direttae disposta secondo la Vostra volontà e quelladel Vostro SS. Figlio Gesù. Così sia».

Dolcezza. Vivere con la Madre celeste èdi gran conforto in ogni ora della vita, perchéMaria conforta, solleva, porta anche di peso, seoccorre. Gli orfani volontari sono stolti: ancheGesù volle questa Madre: saremo noi tantotemerari da rifiutarla?

Chiediamo conforto a Maria. S. Bernardoesorta così: «O uomo, chiunque tu sia, già intendiche su questa vita vai piuttosto ondeggiando frai pericoli e le procelle, che camminando sullaterra; se non vuoi restar sommerso, non volger gliocchi da questa stella, Maria: guarda la stella,invoca Maria. Nei pericoli di peccare, nellemolestie, nelle tentazioni, nei dubbi di ciò che devirisolvere, pensa che Maria ti può aiutare e che,chiamata, subito ti soccorre. Il suo potente nomenon parta mai dal tuo cuore colla confidenza, enon mai dalla tua bocca con invocarLa.

Se segui Maria, non ti allontanerai dalla salute.Se Ella ti tiene, non cadrai. Se Ella ti protegge,

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non puoi temere di perderti. Se Ella ti guida,senza fatica ti salverai. Insomma se Maria prendea difenderti, certamente giungerai al regno deibeati: Quisquis te intelligis in huius saeculiprofluvio magis inter procellas et tempestatesfluctuare, quam per terram ambulare; ne avertasoculos a fulgore huius sideris si non vis obruiprocellis. Respice stellam, voca Mariam. In periculis,in angustiis, in rebus dubiis, Mariam cogita,Mariam invoca. Non recedat ab ore, non recedat acorde. Ipsam sequens, non devias; Ipsam rogansnon disperas; Ipsa tenente, non corruis; Ipsaprotegente, non metuis; Ipsa duce, non fatigaris; Ipsapropitia, pervenis. Sic fac et vives».

Maria è dolcezza per i moribondi. S. Giovannidi Dio trovandosi in punto di morte aspettavala visita di Maria di cui fu molto divoto. Nonvedendola comparire, era afflitto, ma quando futempo, apparve la Divina Madre e lo ripresedicendo: Giovanni mio, che pensavi? Che io tiavessi abbandonato? E non lo sai che io non soabbandonare nell'ora della morte i miei divoti?Non son venuta prima perché non era ancoratempo, ora che è giusto, eccomi a prenderti:andiamocene al Paradiso. Poco dopo il Santo spirò.

Speranza nostra... Speriamo che dalla bontàdi Dio Ella ci ottenga, con la sua intercessione,il Paradiso e le grazie necessarie perconseguirlo.

Sono teneri i sentimenti di S. Bonaventuraverso il Signore e verso Maria. «Mi abbia il Signorequanto si voglia riprovato, io so che Egli nonpuò negarsi a chi l'ama e a chi di cuore lo cerca.

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Io l'abbraccerò col mio amore e se non mibenedice non mai la lascerò, ed Egli senza menon potrà partirsi e se altro non potrò, minasconderò nelle sue piaghe. Ma se il mio Redentore,per le mie colpe mi discaccerà, io mi butterò aipiedi della sua Madre Maria, ed ivi prostrato nonmi partirò, finché Ella non mi ottenga il perdono.Poiché questa Madre di misericordia non sarespingere i miserabili che a Lei ricorrono peraiuto, se non per obbligo, almeno percompassione non lascerà d'indurre il figlioa perdonarmi».

Mirateci dunque, o pietosissima nostra Madre,concludiamo con Eutimio, poiché noi siamo vostriservi e in Voi abbiamo riposta tutta la nostrasperanza: «Respice, o Mater misericordiosissima,respice servos tuos, in Te enim omnem spemnostram collocavimus».

DIVOZIONE A MARIA

MADONNA DEL PERPETUO SOCCORSO

A Roma, nella chiesa di S. Matteo sull'Esquilino,si venera, sotto questo titolo, un'immaginemiracolosa della Madonna. Questa effigie vennesmarrita, durante le turbolenze della prima metàdel secolo XIX e provvidenzialmente ritrovatanel 1866. Pio IX, gran divoto della Vergine, nerestaurò il culto con una festa liturgica. Lenumerose grazie elargite dalla Madonna del«Perpetuo Soccorso» fanno capire che Maria amain modo particolare questo titolo. E tale titolo le

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conviene perché la sua assistenza a pro deifedeli è continua, accompagnandoli dalla nascitafino alla morte.

PREGHIAMO MARIA

Orazione: Signore Gesù Cristo che hai voluto comeMaria tua Madre, di cui veneriamo l'insigne immagine, fosseanche nostra Madre, pronta a soccorrerci in ogni istante,fa', ti preghiamo, che ne imploriamo assiduamente il maternosoccorso, per sperimentare per sempre il frutto della tuaredenzione.

Secreta: Per tua propiziazione, o Signore, e perintercessione della Beata Vergine e Madre Maria, quest'offertaridondi a nostra prosperità e pace presente e avvenire.

Dopocomunione: Deh, Signore, ci venga in aiuto lapotente intercessione dell'Immacolata Madre tua e sempreVergine Maria; affinché dopo averci ricolmi di perennibenefici, preservatici da tutti i pericoli, ci faccia concordiper la sua bontà.

ESEMPIO

S.VINCENZO DE' PAOLI E LA SALVE REGINA

Il Santo si recava un giorno da Marsiglia aTolosa quando venne assalito da alcuni corsariturchi; venne fatto prigioniero e condotto, secondoil loro barbaro uso, al pubblico mercato peressere quivi venduto. Dopo essere passato dallemani di due o tre maomettani, cadde poi inpotere di un cristiano di Nizza, che, rinnegata lafede, attendeva in Tunisi alla mercatura.

Questo suo nuovo padrone era peggioreancora dei turchi e assai più feroce in maltrattarlo.

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Ma che? L'invitta pazienza del povero schiavoin mezzo alle più dure fatiche, la dolcezzainalterabile, l'amore che portava ai suoi stessinemici, avevano fatto impressione sull'anima delpadrone e specialmente della sua moglie.

Questa gli disse poi una mattina:– Vincenzo, cantaci qualche bella canzone

della vostra religione.– Ah! signora mia – rispose Vincenzo –

chi è lontano dalla sua patria e dalla sua Chiesanon può cantare inni di esultanza.

Come potremo noi cantare in terra straniera?Vi ha però nella mia religione un cantico chesi addice a me povero esule ed io lo voglioripetere. E sì dicendo intonò con tanta dolcezza emestizia la Salve Regina che commosse fino allelacrime i suoi duri padroni.

Da quel giorno essi furono vinti dalle virtù delSanto e dopo non molto si convertirono alcristianesimo.

Così il Santo della carità, con l'aiuto dellaVergine, liberava se stesso dalle catene corporali,ridonava ai suoi padroni la santa libertà deifiglioli di Dio e li sottraeva dai lacci di satana.

(Il Rosario perpetuo)

LODE

Ave Regina dei cieli,Ave degli Angeli Signora:Salve o radice, salve o porta,Da cui spuntò agli uomini la luce.

Ti allieta, Vergine gloriosa,Sopra tutte nobilissima,Vale, bellissima,E per noi supplica, Gesù.

17. Maggio.

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GIORNO VENTESIMOQUINTO¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯

Salve ReginaII

S. SCRITTURA

Con la mia voce al Signore alzo il mio grido,con la mia voce imploro il Signore.

Effondo dinnanzi a Lui la mia preghiera, a Luiespongo le mie angosce. Quando il mio spiritodentro di me vien meno, tu ben conosci il miosentiero. In questa via nella quale cammino mihanno nascosto un laccio. Mi volgo a destra eguardo, e nessuno mi riconosce. Mi è tolto ogniscampo: non c'è chi si prenda cura dell'animamia.

Alzo il mio grido a te, Signore e dico: «Tusei la mia speranza, la mia porzione nella terradei viventi».

Ascolta le mie suppliche, perché io sonooltremodo umiliato. Liberami dai miei persecutori,perché sono più forti di me.

Trai fuori dal carcere l'anima mia a celebrareil tuo nome: i giusti mi aspettano pel momentoin cui mi darai la ricompensa (Sal 141).

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Ad Te clamamus exules filii Evae.Siamo figli di Eva per la nascita, ma siamo

anche figli di Maria per la Redenzione: «Ad Teclamamus exsules filii Evae; a Te ricorriamo esulifigli di Eva», per diventare figli tuoi nello spirito, oMaria, come vuole Gesù, mentre secondo lacarne siamo figli di Eva.

Eva è la vinta dal demonio, Maria è lavincitrice di Satana.

Come figli di Eva siamo nati nel peccato,come figli di Maria siamo rinati nella grazia.

Eva è il tipo della donna imprudente, debole;Maria il tipo della donna prudente, forte.

Come figli di Eva portiamo le sorgenti delpeccato, cioè le tre concupiscenze: avarizia,superbia, sensualità. Come figli di Maria chiediamoalla Madonna umiltà, povertà, purezza.

Tre verità ci fanno sperare in Maria: Ellaconosce i nostri bisogni; ne ha compassione evuole soccorrerci; è potente e ricca per tutti.

Maria conosce i nostri bisogni. Tante sono lenostre necessità spirituali e materiali. Quanto alcorpo abbisogniamo di cibo, di vestito, di salute,di abitazione, di mezzi per operare il bene.Quanto allo spirito ci occorre vincere il peccato,trionfare nelle tentazioni del demonio, dominarele passioni, distaccarci dal mondo; ci è necessariala grazia, la vita di fede, una speranza fermal'amore di Dio; dobbiamo adempiere la missioneche Dio ha affidato a ciascuno di noi, rimanerecostanti dinnanzi alle varie prove della vita,ottenere la grazia di una santa morte, raggiungereil Paradiso.

D'altra parte, dal peccato di Eva sono usciti

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tanti e così gravi mali che nessuno potrà maidescriverli pienamente. Sono le dolorose provedella vita; così frequenti, che spesso rimaniamostanchi nel portare al Calvario la nostra croce:dolori fisici di tante specie, dolori morali: tristezze,dubbi, ignoranza, inganni, malevolenze dei nemici,tradimenti degli amici... I rovesci di fortuna,la fatica di ogni giorno, le speranze troncate, leforze che mancano... forse fanno esclamare: lavita è amara, viene a noia... Solo la speranzacristiana ci può dare un sollievo.

Per il figlio però, è sempre un gran confortoversare il proprio cuore in quello della madreconfidando le pene. Così per noi figli di Maria èdolce sollievo aprire la nostra anima innanzi adun'immagine di Maria.

Maria conosce i nostri bisogni: perché èpure figlia di Eva, e se per misericordia singolaredi Dio andò esente dai mali che sono conseguenzadel peccato, non andò esente dal dolore:Ella anzi è la Donna che più sofferse, tanto dadiventare la Regina dei dolori.

La Madonna versò tante lacrime: «La tua animasarà trapassata dalla spada del dolore» (Lc. 2,35),le disse il vecchio Simeone. Gesù vennecercato a morte ancora bambino e l'odio delmondo non si placò neppure quando lo videcrocifisso e sepolto. Vide il più bello degli uomini,perché vero Figlio di Dio, ridotto ad uno statoparagonabile ad un verme schiacciato. Lebestemmie che udì, il tradimento di Giuda, lepersecuzioni della Chiesa nascente, il culto idolatra,gli errori ed i vizi degli uomini... tutti videMaria...

La Madonna conosce in Dio i nostri bisogni.

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Ella gode la visione beatifica: in Dio come inuno specchio tersissimo, si riflettono tutte lenecessità; perciò Ella le conosce come noi emolto meglio di noi.

Ancora: Maria sente le nostre suppliche, odei nostri gemiti, ascolta le nostre domande: nonè sorda. Più di qualunque creatura la Madonnaci sta ad ascoltare, capisce il linguaggio di ognunoper quanto zotico, comprende più di quantola parola dell'uomo sappia esprimere.

Maria dimostrò quanto i suoi occhi siano apertia considerare le nostre necessità nelle nozzedi Cana. Colà i primi a far notare la mancanzadel vino non furono gli sposi o le persone dicasa; fu invece Maria che per prima si accorsee provvide. «Officium piae auxiliatricis sumpsitnon rogata». Le dice S. Pier Damiani: «Ma ora,o Vergine, perché siete stata innalzata ad essereRegina del Cielo, vi sarete forse dimenticatadei miseri figli lasciati sulla terra? No, no; nonlo voglio pensare, non è così: Numquid, obeata Virgo, quia ita glorificata es, ideo nostraehumilitatis oblivita es? Absit, non convenit tantaemisericordiae oblivisci».

La Chiesa ci insegna a pregare così: «Illostuos misericordes oculos ad nos converte».

E perciò Maria è sede della sapienza, è Reginadegli Apostoli, è Madre del Buon Consiglio.Nel «Sabato consacrato a Maria» si fa questapreghiera: «O dolcissima speranza nostra Maria,nessuno ha mai sperato invano in Voi: dovròdunque essere il primo a trovarmi ingannato?Se quanti in Voi sperano, ricevono favori emisericordie, io solo rimarrò a mani vuote? Ah no,Signora; non voglio, né posso dubitare della

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vostra bontà. Io spero e spererò sempre in Voi.Voi vedete i tanti bisogni dell'anima mia;accelerate dunque le vostre misericordie. Iobenedirò in vita e nell'eternità il Vostro gran cuore,la Vostra santa mano, il Vostro Figlio che vi hafatta Madre nostra».

Maria ha compassione di noi. Non basta chealcuno conosca i nostri bisogni: occorre ancorache si muova a compassione dei mali e li possacurare.

Il cuore di Maria è misericordioso:a) perché è il cuore più simile a quello di Gesù. Dal

sangue di Maria si formò il cuore dell'adorato Agnelloche riscattò il mondo! esclama S. Alfonso.

Gesù fu sensibilissimo a tutti i dolori dell'umanità:«Misereor super turbam: Ho compassionedi questa turba» (Mc. 8,2); nello stesso modola conoscenza che Maria ha delle nostreinfermità non è sterile; in Lei è una medesima cosavedere i dolori e muoversi a compassione

b) Perché Maria è nostra Madre. Quando unapersona è eletta ad un ufficio, viene dotata ditutti i doni e qualità che le occorrono per adempieretutti i doveri. Ora il concetto di madre èdiverso dal concetto che abbiamo di padre: nellamadre il cuore, la compassione, la premurasollecita; nel padre la forza, l'intelligenza, il lavoro.

Perciò dice S. Antonio: «Non reperitur aliquissanctorum ita compati in intimitatibus sicutmulier haec beatissima Virgo Maria»; niuno inquesto la eguaglia!

c) Il fatto e l'esperienza degli uomini lodimostrano: S. Bernardo riassume la storia dellemisericordie di Maria in queste parole: «Mariaomnibus omnia facta est; omnibus misericordiae

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sinum aperit, ut de plenitudine eius omnes accipiunt:captivus redemptionem; aeger curationem;tristis consolationem; peccator veniam: ut non sitqui se abscondat a calore eius: Maria si èfatta tutta a tutti, a tutti apre il seno della suamisericordia, acciocché tutti ne ricevano: loschiavo il riscatto, l'infermo la salute, l'afflitto ilconforto, il peccatore il perdono, Dio la gloria; econ ciò non vi sia alcuno che non senta il suocalore, il suo grande affetto».

Nel secolo XII, la parte maggiore e piùfiorente della Spagna gemeva sotto l'oppressionedel giogo crudele dei Saraceni. S. Pietro Nolasco,ancora giovane andò dalla Francia alla Spagna,erogò tutta la vistosa sostanza a pro' dei cristianicaduti in schiavitù dei turchi ed espresse ildesiderio di essere venduto qui o potersi sostituirealla prigionìa dei poveri schiavi.

Una notte mentre meditava sul suo pensiero,gli comparve la Madonna con volto serenissimoe gli disse essere assai gradito a Lei ed alFiglio suo che venisse istituito un ordine con lamissione speciale di liberare gli schiavi cristianidai turchi.

S. Pietro volò ai piedi del suo confessore:Raimondo di Peñafort. La SS. Vergine, nellamedesima notte era già apparsa a S. Raimondoe gli aveva espresso il medesimo desiderio.Mentre i due uomini di Dio conferivano, ecco arrivaGiacomo, re di Aragona. In quella notte laMadonna era apparsa anche a lui e gli aveva dettodi aiutare l'ordine che Ella desiderava far nascerein suo onore.

Il 10 Agosto 1218 i tre uomini iniziavano ilnuovo ordine religioso e lo chiamavano di S. Maria

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della Mercede per la redenzione degli schiavi,con il voto di rimanere in schiavitù se questofosse stato necessario per liberare i cristiani.

Maria può soccorrerci. Maria è ricca pertutti, Maria è potente per ogni debolezza, Mariaè rifugio per tutti i perduti, per cui tutti puòsoccorrere:

I motivi sono molti:a) Maria è tanto potente presso Dio quanto fu

santa per le sue virtù sulla terra. Chi in terraesercitò una virtù, in Paradiso ha potere diottenere quella virtù e chi ne esercitò parecchie hapotere per quelle; Maria le esercitò tutte: hadunque potere per tutte. Ella perciò è invocataper la purezza come per la fortezza; per lo zelocome per la sapienza; nei tempi di eresia comenelle calamità di guerre e malattie; nelle lotte dellospirito contro la carne come nelle malattie delcorpo e nei pericoli temporali

b) Ciò che nei Santi è diviso, in Maria è unito.S. Luigi s'invoca per la purezza, S. Tommasod'Aquino per la scienza, S. Francesco di Salesper la mitezza; agli Apostoli si chiede lo zelo,ad un martire la pazienza, ad un confessore lafede; si prega S. Lucia per la vista, S. Camillo deLellis per i moribondi, S. Vincenzo de' Paoli perle opere caritative in genere; S. Giovanni Vianneyè protettore dei parroci, S. Girolamo Emilianiè protettore degli orfani.

«Coeteri Sancti jure quoddam patrocinii prosibi specialiter commissis plus possunt prodesse,quam alienis. Beatissima Virgo Maria vero, sicutomnium est regina, sic est omnium advocataet patrona; cura illi est de omnibus».

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c) Anzi Maria ha un potere sopra tutti iSanti come Madre di Dio: Dio in qualche modoobbedisce a Maria.

Grande è l'autorità delle madri sopra i figli,e sebbene questi monarchi, esse non diventanomai loro suddite.

E' vero che Gesù ora in cielo siede alla destradel Padre, cioè come spiega S. Tommaso, anchecome uomo ha il supremo dominio sopra di tuttied anche sulla S. Vergine; tuttavia un tempo, suquesta terra volle farsi suddito di Maria. «Et eratsubditus illis» (Lc. 2,51).

S. Ambrogio riferisce che, avendo Gesù Cristo designata Maria a sua Madre, come figlio era

veramente obbligato ad obbedirle. AggiungeRiccardo di S. Lorenzo che i Santi hanno obbedito,mentre Maria comandò a Dio: «Cum de coeterissanctis dicatur eos esse cum Deo, Maria maiusaliquid sortita est ut non solum ipsa subjicereturvoluntati Dei, sed etiam Dominus voluntatiipsius».

Le vergini, seguono il divino Agnello dov'Eglisi porta: «Sequuntur Agnum quocumque ierit»(Ap. 14,4). L'Agnello seguiva invece Maria suquesta terra. De Virgine autem Maria secure dicipotest, quod Agnus sequebatur eam quocumqueierit, ex illo Lucae: «Erat subditus illis».

Sebbene Maria in Cielo non possa piùcomandare al Figlio, le sue preghiere sono semprepreghiere di Madre e perciò potentissime.

«Grande privilegium Mariae, quod apudFilium sit potentissima», dice S. Bonaventura. Eper tal ragione, dice S. Pier Damiani che la Verginepuò quanto vuole, così nel cielo come sullaterra, potendo sollevare alla speranza di salvarsi

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anche i disperati, onde Le dice: «Data est tibiomnis potestas in coelo et in terra, et nihil tibiimpossibile, cui possibile est etiam desperatos inspem salutis relevare».

d) Maria venne incoronata dalla SS. Trinitàcome Regina.

«Imperio Virginis omnia famulantur, etiam Deus».S. Bernardino da Siena dichiara con questasentenza, che ai comandi di Maria obbedisconotutti, anche Dio, in quanto Dio esaudisce le suepreghiere come fossero comandi. S. Anselmodice a Maria: «Te Deus, o Virgo, sic exaltavit, utomnia secum possibilia esse dominavit: Il Signore,o Vergine Santa, vi ha sollevata a tal segnoche potete ottenere ai vostri divoti tutte legrazie possibili».

Le dice Cosma Gerosolimitano: «Omnipotensauxilium tuum, o Maria». E S. Antonio: «Dioha posto tutta la Chiesa non soltanto sotto ilpatrocinio, ma ancora sotto il dominio di Maria:Ecclesia est non tantum sub Virginis patrocinio,verum etiam sub dominatione ac potestate».

La Madre ha la stessa potestà che ha il Figlio;da Gesù che è onnipotente è stata fatta onnipotenteMaria; il Figlio è onnipotente per natura, la Madreè onnipotente per grazia.

e) Gesù è come debitore a Maria. Anzi, soggiungeS. Giorgio, arcivescovo di Nicomedia, cheGesù, anche quasi per soddisfare l'obbligo cheha verso questa Madre per averGli dato col suoconsenso, l'essere umano, adempie tutte le suedomande: Filius quasi exolvens debitum impletpetitiones tuas. E S. Bonaventura parlando a Lei,così si esprime: «O certe Dei nostri mira benignitas,qui suis reis te Dominam tribuit advocatam,

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ut auxilio tuo, quod volueris valeas impetrare: Oimmensa ed ammirabile bontà del nostro Dio chea noi miseri rei ha voluto concedere Voi Signorae Madre per nostra Avvocata, acciocché possiatecolla vostra potente intercessione ottenerci dibene quanto voi volete».

Rifugiamoci dunque presso Maria; Ella èMadre potente, Madre misericordiosa, Madresapiente.

DIVOZIONE A MARIA

MADONNA DELLA MERCEDE

Questa festa deve la sua origine alla fondazionedell'istituto dello stesso nome. Nel secoloXII, la S. Vergine apparve a S. Pietro Nolascoe a S. Raimondo di Peñafort nello stesso tempoche appariva a Giacomo I, re d'Aragona, suggerendo loro di fondare un Ordine Religioso che,sotto la sua protezione speciale, avesse comeoggetto precipuo il riscatto degli schiavicristiani caduti in potere dei maomettani.

La festa odierna, dapprima propria dell'Ordinedella Mercede, fu estesa da Innocenzo XII(secolo XVII) a tutta la Chiesa.

Oggi i bisogni della Chiesa, benché differentinon sono punto minori; preghiamo dunque ilSignore che, per intercessione della sua SS.Madre, ci voglia liberare dalle dottrine perversescatenatesi sul mondo e che ci minaccianoun'oppressione peggiore di quella dei barbariconquistatori.

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PREGHIAMO MARIA

Orazione: Dio, che a liberare i fedeli cristiani dallapotestà dei pagani ti sei degnato per mezzo dellagloriosissima Madre del Figlio tuo arricchire la Chiesa di nuovafamiglia; deh! fa' che mentre la veneriamo piamenteistitutrice di tanta opera veniamo parimenti liberati per imeriti ed intercessione di Lei, e da tutti i peccati e dallacattività del demonio.

ESEMPIO

S. FRANCESCO SAVERIO

Il grande apostolo delle Indie e del Giappone,Francesco Saverio, per tutta la sua vita onoròla Madre di Dio colla più intima divozione evivo amore. Fu nella festa della Presentazioneche Egli in Parigi, nella Chiesa del Monte deiMartiri, dedicata alla Vergine SS., insieme conS. Ignazio e coi suoi compagni si consacrò a Dioper mezzo dei ss. voti.

Così fu nella Chiesa di Loreto, che ebbe laprima ispirazione di recarsi nelle Indie perannunziare a quei popoli il Vangelo.

Non chiese mai grazia a Dio se non perintercessione di Maria e non intraprese mai operaalcuna senza raccomandarla al patrocinio diMaria. Quando poi spiegava la dottrina cristiana opredicava, si volgeva prima a Maria, per impetrareprima col suo mezzo lume e forza nella fede,e chiudeva le sue istruzioni colla preghiera:Salve Regina.

Nei molti pericoli a cui lo espose il suoapostolato, Egli sempre si abbandonò con filiale

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fiducia nelle braccia di Maria, certo di esseresalvo. Per far conoscere a tutti che era divotoservo di Maria, portava ordinariamente al collo lasua corona, e per animare efficacemente i novelliconvertiti a recitare il Rosario, operò con questomolti prodigi.

Tra gli altri si racconta che un giorno unmercante di Meliapur, mentre stava per partire allavolta di Malacca, lo pregò di lasciargli qualchesuo ricordo. Il Santo gli diede il suo Rosario,aggiungendo «Questo Rosario ti farà buonservizio, purché tu abbia fede in Maria!». Intantol'àncora si sciolse e in breve, si levò una terribileprocella, che portò via il vascello, e lo fracassòcontro lo scoglio.

Il caso parve a tutti i passeggeri quasidisperato, quando il mercante pieno di confidenzain Maria, prese la sua corona lasciatale daFrancesco e tenendola in mano, senza saperneegli stesso il come, si trovò in un momento sullido e fuori di ogni pericolo.

L'Apostolo delle Indie e del Giappone sirivolgeva spesso a Maria per ottenere la conversionedi grandi peccatori, come pure il perdonodei propri peccati. «Io ho preso per mia avvocatala Regina del Cielo, diceva sovente, perconseguire il perdono dei miei peccati, che sonosenza numero».

Nei suoi sermoni e nelle sue istruzioni,parlava spesso del patrocinio di Maria, e cercavadi esortare i fedeli ad onorare ed amare questadolce Madre di misericordia.

Morì santamente, ripetendo le parole dellaChiesa: «Maria, monstra Te esse Matrem!: – OMaria, fa' vedere che Tu sei la madre mia!».

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LODE

Dei Matris cantibus solemniaRecolat solemnibus Ecclesia:Vota tuis auribus Concilia,Te devotis vocibus laudantia,Digna dignis laudibus.

O gloriosa Domina, quorum laudantCarmina, precamur, dele crimina.Tua nos restituit Conceptio,Quos serpentis abruit deceptio:De mortis eripuit confinio,Et finem imposuit exilioQuod Heva promeruit,

O gloriosa...Et est venerabilis solemnitas nobis

Tua nobilis Nativitas:Surgeret ut fragilis humilitas,Per quam venit humilis sublimitasIncomprehensibilis,

O gloriosa...Quam tibi vox attulit angelica,

Mundum salus extulit ad coelica:Bona secum detulit vivifica,Mala nobis abstulit mortifica,Et salutem contulit.

O gloriosa...Ades ergo miseris supplicibus

Et nostri memineris, ut precibusNos conjungas superis SpiritibusQuo praelata caeteris CaelestibusFructu tuo frueris.

O gloriosa...

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GIORNO VENTISEIESIMO¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯

Salve ReginaIII

S. SCRITTURA

Sulle vie dei fiumi di Babilonia ci ponemmoa sedere e a piangere nel ricordarci di Sionne. Aisalici che vi erano appendemmo le nostre cetre.Perché là quelli che ci avevano menati schiavi cichiedevano dei canti, quelli che ci avevano portativia: «Cantateci qualcuno dei canti di Sion».

Come potremo cantare il cantico del Signorein terra straniera?... (Sal. 136,1-4).

Ad Te suspiramus, gementes et flentes in haclacrimarum valle. A Te (Maria) sospiriamogementi e piangenti in questa valle di lacrime. Duecose hanno resa così spontanea ed universale ladivozione a Maria: le nostre innumerevolinecessità da una parte, e la materna bontà dellaMadonna dall'altra.

Maria madre della Chiesa. La Chiesa è lasocietà soprannaturale istituita da Gesù Cristo peristruire, guidare, santificare gli uomini. Essa è ilcorpo mistico di Gesù Cristo; e membra sonotutte le anime in grazia che si dicono e sono sante.

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La Chiesa è portata sulle braccia di Mariacome sulle braccia di Maria fu portato GesùCristo; la Chiesa nascente anche in modo visibile;la Chiesa adulta in modo invisibile, ma semprevero e reale.

Maria accettò di essere madre di Gesù Cristoe se lo prese in cura nell'Annunciazione; adempìil suo ufficio, anche quando Gesù era morto,anche quando si trattava di riconsegnarlo alPadre nell'Ascensione.

Maria accettò la cura della Chiesa ai piedidella Croce e adempì il suo ufficio ogni giorno,poiché Ella a capo e prima degli eletti, entrerànella Chiesa trionfante in Cielo; e la divinacapocitarista guiderà il canto alla SS. Trinità.

Maria incoraggiò gli Apostoli nei momenti didesolazione e di sbandamento dopo la morte delSalvatore; si raccolse nel Cenacolo con loro eottenne che la Chiesa nascesse alla sua vitapubblica; sostenne e confortò gli Apostoli nelleprime difficoltà e persecuzioni fatte alla Chiesa. Inogni tempo nel corso dei secoli, Maria difese esostenne la Chiesa. Nei giorni lieti e nei giornidella prova, sempre.

Dice Pio XI: «Chiunque studi con diligenzagli annali della Chiesa Cattolica, facilmentevedrà conquistato con tutti i fasti del nomecristiano il valido patrocinio della Vergine Madre diDio. Come nelle pubbliche sventure, così neiprivati bisogni, i fedeli di ogni epoca si rivolserosupplichevoli a Maria, perché Ella tanto benignavenisse in soccorso impetrando soccorso esollievo ai bisogni dell'anima e del corpo. E maifu atteso invano il suo potentissimo aiuto, da

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coloro che lo implorarono con pia e fiduciosapreghiera».

Esempio splendido è la vittoria riportata daicristiani contro i Turchi a Lepanto, per il santoRosario:

Maria e gli eretici. – Eresia è l'ostinazione inun errore, circa le cose di fede, Maria è martellodell'eresia, ma è salvezza per gli eretici dibuona volontà.

Gli eretici e gli scomunicati sono dei figliribelli alla loro Madre Chiesa; i primi con laintelligenza, i secondi con la volontà. La S. Verginedifese la Chiesa dall'eresia, convertì eretici,riconciliò scismatici.

Maria ha assistito in modo speciale S.Giovanni Evangelista, che scrisse il suo Vangelocontro i primi eretici.

Nestorio negò la Divina maternità di Maria:ma la Madonna suscitò S. Cirillo di Alessandriaa scudo della verità ed i Padri del Concilio diEfeso proclamarono la vera fede, e fu cantatal'antifona: «Salve, o Vergine perpetua, Tu solahai infrante tutte le eresie del mondo».

Gli Albigesi furono vinti e convertiti in granparte da S. Domenico, col S. Rosario.

Nel secolo XIX fu l'Immacolata che peropera di Pio IX e per le apparizioni a Lourdes,distrusse il razionalismo ed il naturalismo.

E se Leone XIII fu chiamato il Papa delRosario, il suo successore, Pio X, fu il martellodel modernismo:

Perciò Pio XI scrive: «Quando gli erroridiffondendosi per ogni luogo si accanivano alacerare la veste inconsutile della Chiesa ed a

18. Maggio.

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mettere a soqquadro l'orbe cattolico, a Colei chesola tutte le eresie nel mondo distrusse, sirivolsero i nostri Padri con animo fiducioso, ela vittoria per Lei conquistata fece ritornaretempi migliori».

Maria sede della sapienza. – In Maria dimoròl'Eterna Sapienza, discesa dal Cielo per ammaestraregli uomini. Per questo Maria è protettricedegli studi. Da Lei S. Giovanni Damascenoriconosceva la sua scienza; da Lei S. Alberto Magnoebbe la grazia di vedersi aprire l'intelligenzaad intendere ed insegnare in ogni campodel sapere del suo tempo; da Lei S. Tommasod'Aquino invocava ogni giorno la sapienzaceleste col santo Rosario e con particolaripreghiere, e divenne il grande luminare dei secoli.

Maria ammaestrò gli Apostoli sui misteridell'Incarnazione, infanzia e vita privata di Gesù.

Maria è invocata dalla schiera immensa deimissionari: Domenicani, Francescani, Carmelitani,Gesuiti, Servi di Maria, Figli di S. GiovanniBosco. Da Maria i Dottori della Chiesa e gliScrittori cattolici attesero e ricevettero luce; daMaria i Pontefici domandarono ed ottennerosaggezza e consiglio per il governo dei popolicristiani.

Maria è detta Regina dei Profeti, Reginadegli Apostoli, Sede della Sapienza, Madre delBuon Consiglio.

Non è Maria la luce, ma è apportatrice dellaluce di Gesù Cristo, è l'alba cui segue il sole digiustizia Gesù Cristo; è bella come la luna chericeve dal sole la luce e la trasmette a noi; è lapredestinata ad aprire la mente, rafforzare la memoria:

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dare la prudenza; comunicare la sapienza,che è essenziale e necessaria in tutti: lasapienza celeste.

Maria e i bisogni materiali. – Le nazioni inguerra ricorsero sempre a Maria e le belle vittoriecristiane provano la sua potenza: Lepanto, Vienna,Murret, Temesvar e Corfù sono fatti insigni.

Maria meritò il titolo che Benedetto XV levolle dare di: «Regina Pacis». Sono ricorsi aMaria tanti infermi. Ricordiamo solo i fatti diLourdes. Colà arrivano da ogni parte del mondotreni portanti infermi, tra i più sofferenti edisperati dalla scienza. Là si può dire che i ciechivedono, i sordi odono, gli storpi camminano, itubercolotici ed i malati di ogni infermità risanati.

Vi sono testimoni innumerevoli, si fanno leconstatazioni di scienziati, vi sono le firme dicinquemila medici che lo attestano.

Lourdes è uno dei Santuari, ma ognuno dellemigliaia di santuari è coperto di ex voto, quadrie ricordi; mentre la maggior parte dei fatti sonopassati sotto silenzio.

Sono ricorsi a Maria gli schiavi ed i carcerati;Ella fu ed è la consolatrice degli afflitti:«Consolatrix afflictorum».

Maria e i bisogni morali. – Nella storia poidella Chiesa e nelle vite dei Santi troviamotentazioni di senso orribile e molestissime, spente odel tutto o convertite in vittorie splendide, perl'intercessione di Maria.

Così accadde a S. Benedetto, a S. Bernardo,a S. Nilo, a S. Alfonso Rodriguez, e mille altri.Troviamo soccorsi di Provvidenza e ce ne fanno fedeGaetano da Thiene, Francesco Regis, Chiara

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d'Assisi ed altri senza numero, fornitimiracolosamente di denaro e di viveri dalla SS.Vergine. Troviamo conforti recati a personecalunniate, oppresse, da fare, come dice l'Apostolo:«Cum tentatione proventum» [1 Cor. 10,13].

Troviamo tristezze, melanconie, angustiegrandi di maltrattati, confinati anche in oscureprigioni a cui Maria portò aiuto.

Ad esempio sollevò dalle calunnie più atrocila Venerabile Spinelli e l'avvisò che tale consolazionele proveniva per l'impegno ch'ella aveva dipropagare la sua divozione; confortò con la suapresenza e con amorevoli parole la Beata Germana,spietatamente percossa dalla matrigna; liberòdal carcere e condusse in salvo Gerolamo Miani.

Troviamo afflitti per mancanza d'ingegno e discienza, da Lei ampiamente provveduti. UnAlberto Magno, un Suarez, un Alvarez de Paz,divennero per Lei l'ammirazione del mondo.

Gli angustiati per mancanza di parole, percattiva condotta di parenti, per rimorsi di coscienzada Lei consolati sono senza numero, e ne sonopiene le storie. In una parola, qual è l'angustia,per cui non vi sia sempre scorrevole la vena diconsolazione e di conforto aperta da questaMadre amorosa? Oh quanta ragione aveva perciòSan Lorenzo Giustiniani di chiamarla: «Solatiumperegrinationis nostrae! Dolce sollievo delnostro pellegrinaggio».

«Sicché, o Maria, siete così piena dimisericordia, Le dice con tenerezza S. Bonaventura,così attenta a sovvenire i miseri, che par che nonabbiate altro desiderio, altra premura di questa:Ubique sollicita es, miseris misericordia vallaris,solum miseri videris appetere».

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E perché tra i miseri, i peccatori sono i piùmiseri di tutti, asserisce il ven. Beda, Maria stacontinuamente pregando il Figlio per i peccatori:«Stat Maria in conspectu Filii sui, non cessanspro peccatoribus exorare».

Scrisse S. Bernardo, che Maria si è fatta tuttoa tutti, ed a tutti apre il seno della sua misericordia,acciocché tutti ne ricevano: lo schiavo ilriscatto, l'infermo la salute, l'afflitto il conforto,il peccatore il perdono, Dio la gloria e con ciònon vi sia, giacché Ella è il sole, che non partecipidel suo calore: «Maria omnia omnibus factaest, omnibus misericordiae sinus aperit, ut deplenitudine eius accipiant omnes, captivusredemptionem, aeger curationem, tristis consolationem,peccator veniam; ut non sit qui se abscondat acalore eius».

E chi mai sarà nel mondo, esclama S.Bonaventura, che non amerà questa amabilissimaRegina? Ella è più bella del sole, più dolce delmiele. Ella è un tesoro di bontà, a tutti è amabile,con tutti è cortese: «Quis te non diliget, oMaria, pulchrior sole, dulcior melle, omnibusamabilis, omnibus affabilis?».

«Io vi saluto dunque, o Signora e Madre mia,anzi, cuor mio, anima mia, perdonatemi, o Maria,se io dico che vi amo; s'io non sono degnodi amarvi, Voi siete ben degna d'essere amatada me: Ave ergo, Domina mea, mater mea,imo cor meum, anima mea. Parce mihi, Domina,si me amare te dicam; si ergo non sum dignuste amare, tu non es indigna amari a me».

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DIVOZIONE A MARIA

APPARIZIONE DI MARIA A LOURDES

La storia miracolosa di Lourdes è argomentodi vita contemporanea secondo i consigli dellaProvvidenza rivelati alla fortunata fanciullaBernardetta. Noi dobbiamo rivolgere i nostri occhiai Pirenei, non solamente per sperimentare ilmaterno patrocinio di Maria, ma anche per eccitarei nostri cuori a sinceri sentimenti di penitenza,vivendo in una società che respira l'aria mefiticadel più sensuale naturalismo. L'olezzo dicandore che esala dalla grotta, deve purificare leanime nostre, ed infiammarle di amore Divino;allora solamente saremo sicuri che la maternaprotezione della Vergine sarà efficace.

La liturgia moderna si muove sul fondostorico delle apparizioni di Lourdes. E' la bellaSignora dei Pirenei, che viene presentata allanostra divozione; quella stessa Donnaincomparabilmente circonfusa di splendore che videGiovanni Evangelista nelle visioni di Patmos.Questa Signora è l'Immacolata, Colei che adifferenza di ogni altro mortale, è nata senza macchiadi peccato originale, perché preordinata ad essereMadre del Verbo. In tale qualità Maria è Madrenostra, e perciò da Lei la Chiesa attendeprotezione ed aiuto.

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PREGHIAMO MARIA

Orazione: Dio, che per l'Immacolata Concezione dellaVergine hai preparato al Figlio tuo una degna abitazione,ti supplichiamo umilmente, che, celebrando l'apparizionedella medesima Vergine, conseguiamo la salvezzadell'anima e del corpo.

Secreta: L'Ostia di lode che ti offriamo, Signore, per imeriti della gloriosa e sempre Vergine, salga a Te qualeodore soave, e a noi doni la desiderata santità dell'animae del corpo.

Dopocomunione: Saziati, Signore, del celeste alimento,ci sostenga la destra della tua Madre Immacolata, affinchécol suo aiuto, meritiamo giungere all'eterna patria.

ESEMPIO

S. ELISABETTA VERGINE

Elisabetta, afflitta da pene interiori e dacorporali infermità, avendo la consolazione divedere un giorno Maria, circondata da un coro disante e caste vergini, così La pregava: «Ah SantaVergine, abbiate pietà di me, che tribolazionicrudeli mi opprimono; muovetevi a compassionedi me, poiché i dolori mi straziano sinodall'infanzia, e al presente la mia vita è uncontinuo martirio!».

Maria dolcemente le rispose: «Figlia mia, ilSignore ti prova in questa vita, ma nell'altra ticonsolerà; Egli vuole purificarti quaggiù, affinchédopo la morte possa godere riposo e felicitàsempiterna. Vedi queste vergini che mi stannoattorno: esse soffrirono, per amor di Dio, ed orasono onorate, non soltanto al cospetto di Lui, ma

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ancora dinnanzi agli uomini: In verità ti dicoche se tu in un sol giorno potessi ardere tantoda essere ridotta in cenere e poi ritornare perben trenta volte in vita con sì crudele martirionon potresti ancora meritarti la gloria che Dio tiha preparata nel Cielo».

Rinvigorita Elisabetta da tali accenti, vissepoi con molta tranquillità di animo in mezzo alletribolazioni che le mandava il Signore. Maria lepromise di accorrere in aiuto suo nel punto dellamorte, e mantenne la parola. Difatti nel Sabatoprecedente la morte, di Elisabetta, la SantaVergine le apparve, la confortò e s'intrattennecon lei tutto il giorno. La sola consolazione diElisabetta nella suprema sua ora fu l'invocare ilnome di Maria, fra le cui braccia rese piamentelo spirito.

LODE

Solchiamo un mare infidoDi un mondo traditore,Al sospirato lidoChi mai ci condurrà?

Maria pietosa e bellaDel mar lucente stella,Maria speranza nostraGuida di noi sarà.

Il senso lusinghieroEntro di noi ribelle,Aspro nemico e fiero,Chi lo distruggerà?

In ogni rio periglioDi puritade il giglio,Maria speranza nostraAvrà di noi pietà.

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GIORNO VENTESIMOSETTIMO¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯

Salve ReginaIV

S. SCRITTURA

I miei occhi sono rivolti a Te, o Signore, e inTe spero, non togliermi la vita. Guardami dallaccio che mi han teso e dagli scandali deglioperatori d'iniquità (Sal. 141,8-9).

Ecco che Egli viene sulle nubi, e ogni occhiolo vedrà, anche quelli che lo trafissero, e a causadi Lui si batteranno il petto tutte le tribù dellaterra (Ap. 1,7).

Eja ergo Advocata nostra, illos tuosmisericordes oculos ad nos converte.

Orsù dunque, Avvocata nostra, rivolgi a noiquegli occhi tuoi misericordiosi. S. Bernardino daSiena dice: «Per Virginem a capite Christusvitales gratiae in eius corpus mysticumtransfunduntur. A tempore quo Virgo mater concepit inutero Verbum Dei, quamdam jurisdictionemobtinuit in omni Spiritus Sancti processionetemporali, ita ut nulla creatura aliquam obtineatgratiam, nisi secundum ipsius prae matris

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dispensationem. Ideo omnia dona, virtutes et gratiaequibus vult, quando vult et quomodo vult, ab Eadispensantur: Tutte le grazie vengono trasfusedal Capo Gesù Cristo, nel suo corpo mistico permezzo di Maria. Dal tempo in cui Ella concepì ilVerbo di Dio, ottenne una certa giurisdizionesu ogni azione dello Spirito Santo, così chenessuna creatura ottiene grazie se non secondo lasua disposizione. Perciò Maria dispensa i suoidoni, virtù e grazie a chi vuole, quando vuole ecome vuole».

«Maria, dice S. Alfonso, è tutta occhi perscoprire le nostre infermità e soccorrerci». Ma lamiseria da cui ci vuole liberare è il peccato,esso è il vero male del mondo: se Dio porta almondo un odio infinito, Maria odia il peccatocon un odio immenso, eterno, posto da Diostesso nel suo cuore: «Inimicitias ponam inter teet mulierem» (Gen. 3,15).

Maria odia il peccato perché esso offende ilSignore, maestà infinita.

Il peccato è un'ingratitudine somma alla bontàinfinita di Dio; il peccato è un insipiente atto diaudacia contro il potentissimo Dio, nostroCreatore, Governatore, Giudice. La S. Vergine amaDio di amore grandissimo e altrettanto odia laoffesa di Dio.

Il peccato rinnova la passione di Gesù Cristo:«Rursus crucifigentes Christum Iesum» (Eb. 6,6).Già sul Calvario, Maria vide quanto avevasofferto Gesù per il peccato ma gli uomini noncessano di rinnovare al suo Divin Figlio per quantosta da loro, non potendo più Egli né patire némorire, i flagelli, le spine, la crocifissione,l'agonia, la morte.

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Il peccato è la rovina dei figli di Maria, rovinaspirituale e materiale. Dice lo Spirito Santo:«Se tu non vorrai ascoltare la voce del Signore,ecco che verranno sopra di te le maledizioni,l'agitazione e la minaccia sopra tutto quelloche imprenderai a fare sino a che ti annienti e inbrevissimo tempo di stermini» (Dt. 28,15).

Che dire poi della privazione del Paradiso,del castigo dell'inferno, dei rimorsi, ecc.?

Maria è venuta al mondo per rimediare alpeccato, dandoci Gesù, del quale il Battistadiceva: «Ecce Agnus Dei, ecce qui tollit peccatamundi» (Gv. 1,29). «Ut finem accipiat peccatumet deleatur iniquitas» (Dn. 9,24), era statopredetto.

I giusti su questa terra non sono esenti dalletentazioni del demonio, vi sono soggetti al paridei peccatori e forse più ancora, pel grande astioche ha il demonio, invidioso del loro bene; maqual timore possono avere? Maria li copre colsuo manto e li difende con amore. Ella è per loroquella torre davidica, contro cui tornano vanetutte le furie dei demoni; torre eccelsa chescopre da lontano i nemici; torre forte che ribatteogni assalto, torre armata, perché «Mille clypeospendent ex ea» (Ct. 4,4).

S. Giustina era vergine d'illibato candore; ildemonio adoperò contro di lei tutte le arti perfarla cadere, ma ella era divota di Maria e vinse.S. Vincenzo de' Paoli, fatto schiavo di turchi,si trovò per qualche tempo in casa di padroniinfedeli, con ogni sorta di malvagi esempi;S. Ermenegildo sostenne le battaglie più terribilicontro la fede; S. Martiniano si trovò nelle occasionipiù seducenti; S. Ludovico visse tra i pericoli

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delle grandezze umane; ma perché ricoverati ecustoditi in questa torre, riuscirono vittoriosi.

Maria ci esorta alla virtù come una buonamadre; ora colle semplici ispirazioni, come quandosuggerisce di reprimere quell'ira, di mortificarequella curiosità, di vincere virilmente la gola, odi praticare questa o quell'altra opera di caritào di penitenza; ora coll'infondere inaspettatamenteuna stilla di quelle consolazioni che inebrianol'anima e che rendono facile l'esercizio dellevirtù; ora col sottrarre ogni tenerezza di affetto,lasciando l'anima nell'aridità. Ora lo fa congrazie speciali e prodigiose; così incoraggiò S.Margherita Alacoque a tollerare con pazienza lepersecuzioni che la travagliavano; così ordinò a SanLuigi e a S. Stanislao Kostka di farsi religiosi dellaCompagnia di Gesù; così a S. Maria Maddalenade' Pazzi e a S. Rosa di Lima insegnò lamaniera di avanzare sempre più nella via dellaperfezione.

Maria sostiene i giusti onde perseverino. –Ella s'impegna presso Dio per ottenere ai giustiquesto dono preziosissimo e stimola questi achiederlo istantemente, perché sebbene laperseveranza sia dono del tutto gratuito, chi lo domandacome si conviene, la ottiene infallibilmente,avendo detto il Signore: «Quodcumque petieritisPatrem in nomine meo hoc faciam: qualunquecosa chiederete al Padre in nome mio voi l'avrete»(Gv. 14,13). Qual è lo scopo delle preghiereche fa la Vergine in Cielo, se non di vederci consé beati per tutta l'eternità? Il Divin Redentoreprima di cominciare la sua Passione, contutto l'ardore dello spirito domandò all'Eterno

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Padre la santa perseveranza per i suoi discepoli:«Pater Sancte, serva eos» [Gv. 17,11]: Padre Santo,custodite questo drappello, affinché nessuno abbiaa mancare:

Maria ha lo spirito di Gesù: perciò Ellaprega anche così l'Eterno Padre: Pater Sancte,serva eos; serva eos da tutto ciò che può farliallontanare dalla tua grazia; serva eos nel tuosanto amore sino alla fine, acciocché possanotutti avere la corona preparata a chi persevera.

Se poi cadono in peccato Maria compie dueuffici: li difende presso la divina Giustizia perchénon li colpisca, e li invita alla conversione.Dice S. Alfonso: Se temi di ricorrere a GesùCristo perché ti spaventa la sua divina maestàe vuoi un altro avvocato presso questo mediatore,ricorri a Maria. Ella intercederà per te presso ilFiglio. E S. Bernardo conclude: «Filioli, haecpeccatorum scala, haec maxima mea fiducia, haectota ratio spei meae. Questa Divina Madre, è lascala dei peccatori, è la massima mia confidenza,tutta la ragione della mia speranza».

«Maria, dice Ugone Cardinale, è la grandepaciera che ottiene da Dio e fa trovar la pace ainemici, la salute ai perduti, il perdono ai peccatori,la misericordia ai disperati: Ipsa reperit paceminimicis, salutem perditis, indulgentiam reis,misericordiam desperatis».

Maria è raffigurata nella colomba di Noè, laquale uscendo dall'arca portò nel suo becco ilramo d'ulivo, segno della pace che Dio concedevaagli uomini. Le dice S. Bonaventura: «Tuenim es illa fidelissima columba Noë, qua inter

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Deum et mundum diluvio spirituali submersummediatrix fidelissima extitisti».

Maria stimola i peccatori alla conversione. --Studia le vie più efficaci, i momenti più opportuni,ed ora con un buon pensiero li invita adabbandonare il peccato, ora con un raggio diluce inaspettato fa loro conoscere il disordinedella loro vita e sentire il peso delle loro colpe.Se ciò non basta, li sprona con aspri rimorsi, chetormentandoli dì e notte danno loro la spinta acercar Dio. Quanti protestarono con le lacrimeagli occhi di riconoscere da questa Madre quelpensiero, quella ispirazione, o quel rimorso cheli condusse a Dio! Li stimola colla vista dellesue immagini, con qualche libro divoto, colletribolazioni, con le esortazioni di un amicofedele, col liberarli da qualche pericolo.

Giunge perfino a raccomandarli ai confessori,come più volte accadde a S. Filippo Neri,a S. Francesco di Geronimo, a S. Gaetano.

Li accoglie appena ritornano. – Gesù non harigettato veruno, anzi si è protestato di esserevenuto a salvare i peccatori: «Veni... salvumfacere quod perierat: son venuto a salvare ciò cheera perduto» (Lc. 19,10). Maria a somiglianzadi Gesù li ha sempre accolti pietosamente e si èprotestata di essere la loro Madre: ego summater peccatorum volentium se emendare: io sonola Madre dei peccatori che vogliono emendarsi.

Ella gode di essere tenuta per Madre deipeccatori; sa che essi sono i figliuoli più miserabilie perciò più bisognosi della sua carità, rammentache Gesù moribondo li affidò al suo maternocuore.

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Dice il divoto Bernardino da Bustis: «Nontemere, peccatore, ch'Ella ti rigetti: Ne diffidasetiamsi commisisti omnia peccata; sed secure adistam gloriosissimam Dominam recurras. Invenieseam in manibus plenam misericordia et largitate».Che vuoi di più? S. Efrem la chiama hospitiumpeccatorum; S. Bernardo scala peccatorum; SanLorenzo Giustiniani spes delinquentium, e S.Tommaso da Villanova, via brevior et faciliorperveniendi ad Deum, per dimostrare ch'Ella èpronta ad accogliere i peccatori anche più perduti.

La gloria più grande di Maria però è quella dicambiare i peccatori in santi. – «Tu vero consolidasvulneratos, ad salutem perducis aegrotos, etnon solum mater sed etiam medicina facta esmiserorum». E non si restringe a questo la sua carità;non solo li rimette sulla buona via e impetra loroil perdono dei peccati, ma se essi non vi sioppongono, mira a cambiarli in vasi di elezione, afarli santi.

Quanti favori ha concessi a Margherita diCortona che era stata una peccatrice scandalosa! Eche ha fatta di quella Maria Egiziaca sì famosaper le sue dissolutezze? uno specchio di santità.Che ha fatto di quel Guglielmo di Aquitaniasì noto per le sue crudeltà? un gran santo; ecosì molti altri.

Maria è dunque e sempre per tutti i peccatori:l'avvocata potente, universale, pietosa. – Forseche invano la Chiesa vi nomina, o Maria, la suaAvvocata e il rifugio dei miseri? Dice GuglielmoParisiense: «An falso et inaniter vocat te omnisEcclesia advocatam suam et miserorum refugium?Le mie colpe non vi trattengono dall'adempiere

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il grande ufficio di avvocata fra gli uomini e Dio;Absit ut peccata mea possint suspendere te a tamsalubri officio pietatis; quo et advocata es etmediatrix hominum, post Filium tuum spes unica etrefugium tutissimum miserorum. Tutto quanto,avete di grazia e di gloria, l'avete per i peccatori,poiché per essi, il Verbo Divino vi ha fattaSua Madre: Totum sequidem quod habesgratiae, totum quod es Dei, si fas est dicere,peccatores tibi condulerunt».

Lungi da noi il pensare che Ella abbia anegare la sua misericordia ad alcun peccatore. «OMaria il vostro ufficio è di far la paciera fra Dioe gli uomini, venite in aiuto anche a me perchéla vostra pietà è maggiore di tutti i miei peccati:Officium ergo tuum est te mediam interponereinter ipsum et homines. Moveat te, gloriosaDei Mater, benignissima misericordia tua, quaemaior est incogitabiliter omnibus vitiis meis etpeccatis».

«Consolatevi dunque, o pusillanimi, dice SanTommaso da Villanova; respirate e fate animo, omiseri peccatori; questa gran Vergine che èMadre del vostro Giudice è anche l'avvocatadell'umano genere: avvocata idonea, che può quantovuole Dio: sapientissima, che sa tutti i modi diplacarlo: universale, che tutti accoglie, e nonricusa di difendere alcuno: Consolaminipusillanimes, respirate miserabiles, Virgo Deipara esthumani generis advocata idonea, sapientissima,universalis».

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DIVOZIONE A MARIA

SS.MO ROSARIO DELLA BEATA VERGINE MARIA

La tradizione vuole che Maria apparendoa S. Domenico gl'ingiungesse di predicare alpopolo cristiano la divozione al santo Rosariocome mezzo possente a reprimere l'errore ed ilvizio. Il santo adempì fedelmente la sua missioneche fu coronata da pieno successo. La Chiesaraccolse poi da questa divozione i più abbondantifrutti tra cui la celebre vittoria navale riportatadai cristiani sui Turchi a Lepanto il 7 Ottobre1571, mentre S. Pio V e tutta la cristianitàcon fervore invocavano la Divina Madre, col S.Rosario. In memoria di tanto beneficio, GregorioXIII alla festa della vittoria sostituì quella delRosario da celebrarsi la prima domenica diottobre. Una nuova vittoria riportata da Carlo VIsui Turchi nel 1716 e la liberazione di Corfù,mentre la confraternita del Rosario faceva a Romapubbliche preghiere, determinarono ClementeXI a rendere universale la festa della Madonna delRosario, con ufficio proprio e rito doppio maggiore.Leone XIII ordinò la recita pubblica del SantoRosario durante il mese di ottobre, fece aggiungerealle Litanie l'invocazione: Regina SacratissimiRosarii e ne innalzò la festa a rito doppiodi 2.a classe, concedendo Messa e Ufficioproprio. Finalmente Pio X fissò la festa del7 Ottobre.

La pietà del popolo cristiano ha molto cara efamigliare questa devozione che innesta così benela memoria dei misteri di Gesù con quelli dellaSua Madre benedetta.

19. Maggio.

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PREGHIAMO MARIA

Orazione: O Dio, il cui Unigenito con la sua vita, mortee risurrezione ci ha guadagnato il premio della eternasalute, concedici, te ne preghiamo, che richiamando allamente, col SS. Rosario della B. Vergine, questi misteri,imitiamo ciò che contengono e conseguiamo ciò chepromettono.

Secreta: Facci degni, te ne preghiamo, Signore, dipresentarti convenientemente queste offerte e fa' cheattraverso i misteri del sacratissimo Rosario ci richiamiamoalla mente in tal maniera la vita, la passione e la gloria del tuoUnigenito da essere fatti degni delle sue promesse.

Dopocomunione: Ci soccorrano, te ne preghiamo, oSignore, le preghiere della tua santissima Madre, della qualecelebriamo il Rosario, affinché conseguiamo la virtù deimisteri che celebriamo, e otteniamo gli effetti deiSacramenti che abbiamo ricevuto.

ESEMPIO

Mai i popoli cristiani sono ricorsi indarno aMaria.

La Spagna, che deve a Lei la salvezza, e sionora essere singolarmente il Regno di Maria,anche nell'ultima guerra mondiale, quando gemevasotto i Mori sperimentò il suo soccorso. Tragli altri nel 718 avvenne questo fatto. Il RePelagio, con soli mille uomini, s'era trincerato inuna spelonca, giudicata inaccessibile. Alamano conben 80 mila Mori, si slanciò alla espugnazionedella grotta dove Pelagio e i suoi invocavano a granvoce l'aiuto di Maria. I sassi e le saette piombavanoaddosso agli assalitori che furono costrettia precipitosa fuga. Inseguiti da Pelagio ne

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rimasero ventimila uccisi sul campo di battagliacon lo stesso generale, e gli altri perirono affogatinel fiume Reva, uscito dal suo letto e sepoltidal monte, scosso da tremendo terremoto. Unprodigio simile si rinnovò nel 1583 nella Festadella Purificazione della Vergine, quando 300soli Portoghesi, con 30 mila Etiopi, riportarono lapiù segnalata vittoria contro un esercito d'unmilione e 200 mila soldati del Re d'Angola, chemorirono quasi tutti o per le proprie saette, operché travolti in una voragine. Ricordando ancheLepanto e Vienna, non temiamo né per noi, néper il mondo cristiano: onoriamo sempre più laVergine: in nessun pericolo ci mancherà il suoaiuto infallibile.

LODE

Su corriamo fidenti e lietipresso il trono di Maria:è di Dio la Madre pia,è dei cieli la Regina.

Su cantiamo: gloria, gloriaalla Madre nostra ancora,Ella è Madre del Signor;è Regina d'ogni cuor.

Sei degl'infermi – saluto e balsamodegl'infelici – conforto e giubilo:col cuor in lacrime – vengo ai tuoi piè,Madre dei miseri – pietà di me.

Non ci turbi delle colpeil ricordo tanto ingrato:ha Dio stesso a Lei donatodi pietà viva sorgente.

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Maledetto chi non fidanell'immensa tua bontà!Terga il pianto, ognun s'incoriche per Lei perdono avrà. Sei degl'infermi, ecc.

Sul suo manto tutto azzurrouna stella d'or risplende:oh, beato chi di te intendel'alto mistico valore!

E' Madre lucente Stellaper ogni alma a Lei fedeldella vita nei periglici conforta e guida al ciel. Sei degl'infermi ecc.

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GIORNO VENTOTTESIMO¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯

Salve ReginaV

S. SCRITTURA

Come vite diedi frutti di soave odore, e i mieifiori dàn frutti di gloria e di ricchezza.

Io sono la Madre del bell'amore e del timore,della scienza e della santa speranza. In me ognigrazia della vita e della verità, in me ogni speranzadi vita e di virtù. Venite a me voi tutti che mibramate, e saziatevi dei miei frutti perché il miospirito è più dolce del miele. Il ricordo di medurerà nelle generazioni dei secoli. Chi mi mangiaavrà ancora fame, e chi mi beve avrà ancora sete.Chi mi ascolta non avrà da arrossire e quelli chelavorano per me non peccheranno, coloro chem'illustrano avranno la vita eterna»(Sir. 24,23-31[16-21]).

(Dal Messale: Vigilia dell'Immacolata).

O clemens, o pia, o dulcis Virgo Maria.S. Bernardo ha una bella interpretazione:

Maria è clemente coi miserabili cioè coi penitenti,liberandoli dalle loro colpe e difetti; è pia coisupplicanti cioè coi proficenti che vogliono

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crescere nella virtù, donando largamente; è dolcecon quelli che l'amano, cioè coi perfetti, che giàsono progrediti nel suo amore comunicandosi adessi in soavità: «Maria clemens indigentibus,pia exorantibus, dulcis diligentibus; o clemensliberando, o pia largiendo, o dulcis te donando».

•Clemente coi penitenti. Dopo aver aiutato il

peccatore a pentirsi ed ottenere il perdono,Maria ottiene la grazia della perseveranza.

Dopo la confessione, il demonio ritornaall'assalto, prendendo seco i demoni più astutinel tentare.

Altro è detestare il peccato, altro è vincerele cattive abitudini, fuggire le occasioni,rinnegare le passioni.

La perseveranza è la virtù che assicura ilParadiso, ma richiede tante vittorie. S. Agostinoparla degli assalti del demonio dopo la suaconversione. S. Pelagia tante volte era tentata diritornare alla vita scandalosa; così S. Margheritada Cortona e S. Maria Egiziaca, ma la Madonnaottenne loro la perseveranza

La perseveranza secondo il Concilio diTrento è dono del tutto gratuito che non si può danoi meritare; però secondo S. Agostino ed ilSuarez, l'otterranno quanti fedelmente lachiederanno. Si ha da chiedere giornalmente affinchési ottenga ogni giorno: così S. Bellarmino.

S. Anselmo dice una cosa che a primo aspettoreca meraviglia: «Quandoque velocior estnostra salus invocatio nomine Mariae quaminvocatio nomine Jesu. A volte si ottiene piùfacilmente la salute invocando Maria che invocando

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Gesù» (De Eccl. Virg. VI). Forse che la bontà diDio non sia da natura ed infinita, mentre labontà di Maria è partecipata e finita? E' veroquesto, ma la Santa Vergine è solo misericordia, nongiustizia; Ella unendo alle sue le nostre suppliche,ci ottiene una quantità di grazia maggiore diquanto avremmo ottenuto con le sole nostredeboli preghiere.

Inoltre le grazie passano per le mani diMaria e quindi anche la perseveranza.

Nell'ufficio dell'Immacolata è messa sullabbro di Maria quell'espressione scritturale: «Quioperantur in me non peccabunt; qui elucidant mevitam aeternam habebunt: Quelli che lavoranoper me non peccheranno, coloro che m'illustranoavranno la vita eterna» (Sir. 24,31).

S. Francesco Borgia con ragione dubitavaassai della perseveranza di coloro i quali nonhanno una viva divozione alla Madonna. Ungiorno, trattenendosi con Novizi, si accorse cheparecchi di essi erano freddi verso Maria. Avvertìallora il Maestro, perché li tenesse d'occhio;avvenne difatti che quelli perdettero vocazionee se ne ritornarono nel mondo.

S. Filippo Neri avvertiva i suoi penitenti: Sevolete perseverare, siate divoti della Madonna.

S. Giovanni Berchmans diceva: Se io saròdivoto di Maria, avrò la perseveranza e misalverò.

Molti curano di far bene la Confessione, mapoco prevedono le difficoltà che seguiranno pervincere le nuove tentazioni.

Avverte S. Bernardo: Uomo, chiunque tu sia,devi comprendere che in questa vita non camminisu terra ferma e sicura; ma ti trovi piuttosto

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come una nave sul mare, tra le tempeste, i flutti,i venti. Ebbene, se vuoi essere sicuro tieni l'occhiofisso alla stella del mare; invoca Maria: Neipericoli, nelle angustie, nei dubbi pensa a Maria,chiama Maria. Il suo nome sempre stia neltuo cuore, sul tuo labbro.

Seguendo Maria non devierai; chiamandoMaria non dispererai; sostenuto da Maria noncadrai; da Lei difeso non temerai; seguendoMaria non ti affaticherai; col suo aiuto arriverai allaporta del cielo. Regolati così e sarai salvo.

La perseveranza è vera fortezza: ed è quellache cambia in virtù i buoni atti e le buonedisposizioni. Ma la fortezza è dono dello SpiritoSanto: e Maria la ottiene a chi gliela chiede.

Nell'Ufficio della Madonna della neve, laChiesa mette sulle labbra di Maria l'espressione:«Mea est fortitudo» [cf. Pr. 8,14].

L'insegnamento del sapiente è fonte di vitae fa evitare la rovina della morte (Pr. 13,14).

I convertiti vanno soggetti a molte tentazionidi scoraggiamento, poiché il demonio tornafrequentemente all'assalto. La Madonna è latorre d'avorio, altissima, fornita di ogni arma,pronta sempre al soccorso. «Per te il cielovenne aperto, l'inferno vuotato, la celesteGerusalemme ristorata; per te è stata ridonata lavita eterna a tanti meritevoli dell'inferno: per tecoelum apertum est, infernus evacuatus, instauratacoelestis Jerusalem, mensis damnationemexpectantibus vita data est»: dice S. Bernardo.

Andrea Corsini, da giovane si era dato aduna vita disordinata, scandalosa: la madre loriprese, narrandogli un sogno fatto prima che eglinascesse, nel quale aveva immaginato il figlio

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prima splendido come angelo, poi lupo rapaceed infine agnellino di Gesù Cristo.

Andrea si convertì; entrato in una Chiesa deiCarmelitani dopo aver pianto a lungo ai piedidella Vergine, si confessò e con molte istanzedomandò di farsi religioso.

Da quel giorno Andrea, il giuocatore dissoluto,divenne uno specchio di penitenza: il lupo eradiventato agnello. Ebbe molte tentazioni contrariealla perseveranza; specialmente quando unozio, con promesse di larga eredità e con minaccetentò di farlo uscire dall'Ordine Carmelitano.Vinse ricorrendo a Maria. I compagni dei suoiantichi disordini ritornarono all'assalto varievolte; ma egli, nella divozione a Maria, trovò nonsolo la perseveranza per sé, ma la conversioneper altri dalla cattiva via.

Fu Vescovo di Fiesole, esemplare per zelo,un santo della Chiesa.

Il divoto di Maria si salva; chi è molto divotodi Maria si fa santo

Maria è pia per i proficienti. Il progresso nellavirtù e nei meriti, nella vocazione, nell'Apostolatorichiede una continuità di grazie. Si tratta disostituire, a pensieri umani, principi e ragionamenticristiani; si tratta di mettere nel cuore tendenze,affetti, aspirazioni soprannaturali; si tratta diformare una volontà soprannaturale che vogliala povertà, la purezza, la mansuetudine, lapazienza, ecc. Insomma, si tratta di mettere lavita soprannaturale là dove era la vita naturale;si tratta di far vivere Gesù Cristo in noi, invecedel nostro egoismo; si tratta di arrivare a dire con

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verità: «Non sono più io che vivo, ma è GesùCristo che vive in me» [Gal. 2,20].

Tutto questo è opera di Maria. Ella formòGesù Cristo considerato come Persona fisica; Ellaricevette allora la vocazione, la grazia di formareGesù Cristo considerato come Corpo mistico, cioèi fedeli.

Gesù Cristo nacque da Maria per opera delloSpirito Santo, così la Madonna è principio dellanostra vita perché dà la grazia.

Gesù Bambino volle essere da Lei formato,nutrito, educato, cresciuto; uguale è la nostrafelicissima sorte, perché da lei ed in lei si forma ecresce il cristiano fino alla pienezza dell'età. Perquesto quando l'ufficio di Maria verso Gesù eracompiuto, Gesù raccomandò a Maria di fare damadre a noi tutti, rappresentati da Giovanni.

Infatti, ragiona S. Agostino: la S. Vergine,avendo generato il Capo è conveniente chegeneri le membra; ed avendo cresciuto il Capo,cresca ancora le membra. Questo accrescimentodella vita spirituale è una continua comunicazionedi grazie; essa è il vero progresso dell'anima.Maria ha dunque cura dei proficenti.

Sappiamo per esperienza che le anime pie,devote della Madonna sono più coraggiose neisacrifici, più pronte all'obbedienza, più pure dicostumi, più ardenti nella carità; progredisconodi più, in una parola.

La Madonna ha la missione di rendere facileciò che sarebbe arduo e difficile.

Il B. Grignon de Montfort, nella formula diconsacrazione a Maria così prega questa madre:«Mettimi nel numero di quelli che tu ami, istruisci,dirigi, nutri e proteggi come tuoi figli e schiavi

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tuoi. O Vergine fedele, rendimi in ogni cosaun sì perfetto discepolo di Gesù Cristo che iogiunga, per la tua intercessione ed a tuoesempio, alla pienezza dell'età sua qui in terra...».

Maria è dolce per i perfetti. I perfetti sonocoloro che hanno già progredito molto nella virtù.Per essi il nome di Maria è dolcezza, perchédopo il nome di Gesù, Maria è il più gran nome incielo e sulla terra.

Il Vangelo stesso ci presenta questi due nomigrandi e dolcissimi. «Chiamerai questo FiglioGesù» [Lc. 1,31], «Et nomen Virginis Mariae» (Lc. 1,27).

S. Antonio da Padova dice: I nomi di Gesù edi Maria, sono giubilo pel cuore, miele alla bocca,melodia alle orecchie.

Il B. Giovenale d'Ancina nominando laMadonna gustava una dolcezza sensibile cosìgrande che si lambiva le labbra.

Ma qui piuttosto si deve parlare della dolcezzasalutare di conforto, di amore, di letizia, diconfidenza e di fortezza che dona questo nomea chi lo invoca divotamente.

S. Bernardo le dice: O grande, o pia, oamabilissima Maria; non posso nominarti senzasentirmi acceso, non posso pensarti senzacommuovermi di amore.

Il nome di Maria infatti, libera dalletentazioni ed è inizio di castità.

Il nome di Maria porta coraggio nelleangustie e nei dolori.

Il nome di Maria conforta e riempie disperanza il morente.

S. Bernardino da Siena era afflitto perchéorfano: in mezzo a mille pericoli trovava ogni

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consolazione nel visitare un'immagine di Mariadipinta su un muro fuori porta Camollia.

S. Francesco di Sales era desolato di spiritoper una profonda crisi che lo aveva esaurito diforze fisiche e morali. Ma inginocchiato ai piedidella Madonna, consacratosi a Lei, si sentìriempito della gioia più soave e divenne ilconforto di tanti infelici.

S. Domenico ritrovò nel Rosario la speranzadi convertite gli Albigesi tanto ostinati.

S. Gabriele dell'Addolorata trovò nellameditazione dei dolori di Maria la pace e la gioia cheper un momento aveva chiesto alla dissipazioneed al mondo.

Siamo, dunque, di Maria! in ogni età econdizione, di spirito speriamo in Lei. In Maria siconfidi il penitente, il proficiente, il perfetto. Mariaè la Madre di tutti.

«O clemente, o pia, o dolce Vergine Maria».

DIVOZIONE A MARIA

La divozione perfetta: E' insegnata dalBeato Grignon de Montfort. Consiste in duepratiche: Consacrazione Perfetta, e vivereinnestati in Maria come suoi figli, sull'esempio diGesù.

Spiega il B. Grignon: In primo luogo ci diamointeramente a Maria per essere interamente diGesù. Le consecriamo: il corpo con tutte lemembra ed i sentimenti; l'anima con le potenze; ibeni di fortuna presenti e futuri; i beni spirituali,virtù, meriti. Quest'offerta si fa per appartenerepiù strettamente a Gesù: cioè in essa accettiamol'invito di Gesù: Ecco tua madre.

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In secondo luogo vivere innestati in Maria ecioè: Operare tutto da Maria, in obbedienza aMaria, come Signora, Sovrana, Regina nostra;operare sempre con Maria, cioè col suo aiutogiacché è Maria misericordiosa, aiuto dei cristiani;operare tutto in Maria, cioè in compagnia dellaMadonna, poiché Ella è modello di perfezionein ogni cosa; operare tutto per Maria, cioècon le sue altissime intenzioni, mirando a Dioed alle anime.

Ricevere tutto da Maria come Gesù vollericevere tutto da Lei; servire Maria con l'affettofiliale di Gesù verso della Madonna; cooperarealla Redenzione delle anime, come Maria cooperòcon Gesù nella vita, sul Calvario, in Cielo.

PREGHIAMO MARIA

Salve, o Regina, Madre di misericordia; vita, dolcezza,e speranza nostra, salve. A te ricorriamo esuli figli di Eva;gementi e piangenti in questa valle di lacrime, a tesospiriamo. Orsù, dunque, avvocata nostra, rivolgi a noiquegli occhi tuoi misericordiosi. E mostraci, dopo questoesilio, Gesù, il Frutto benedetto del ventre tuo, o clemente,o pietosa, o dolce Vergine Maria.

ESEMPIO

S. BERNARDO

«O clemente, o pia!...».La Vigilia del Natale nell'anno 1146 S. Bernardo

arrivò a Spira, città imperiale dell'Allemagna,in qualità di delegato Apostolico. Il santo

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vi fu ricevuto con una solennità straordinaria. Losi condusse fra i concenti delle campane e i canticidegli inni sacri, attraverso alla città, fino allacattedrale dove l'imperatore ed i principi l'accolserocon tutti gli onori. Il concorso della moltitudineera immenso; si era venuti da tutte le partiper vedere, per sentire il Santo.

Il corteggio, avanzandosi per la gran portadella Cattedrale verso il coro, cantava l'antifonapreferita da S. Bernardo, la Salve Regina. Eglicondotto dallo stesso imperatore, procedeva inmezzo ad una immensa fiumana di gente. Quandogli ultimi accenti della bella invocazione cessaronodi risuonare sotto le sacre volte, dopo leparole: «Nobis post hoc exilium ostende»,Bernardo trasportato da uno slancio d'amore perMaria, facendo tre genuflessioni, soggiunse: «oclemens, o pia, o dulcis Virgo Maria!».

Queste parole sì tenere e soavi furono allorascolpite in lamine di bronzo sul pavimento dellaCattedrale.

Noi stampiamole nei nostri cuori e ripetiamospesso con lo stesso amore di S. Bernardo: «Oclemente, o pia, o dolce Vergine Maria!».

LODE

Ave, del mare stella,Madre di Dio beata,Vergine tutta bella,Porta del ciel sacrata.

L’Angelo udisti, e comeFu l'ave suo verace,D'Eva cangiando il nomeConferma in noi la pace.

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I lacci ai rei disciogli,Lume a chi è cieco implora,Noi da ogni mal ritogli,Noi d'ogni ben ristora.

Madre, o Maria, ti mostra,E per tua grazia almenoOda la prece nostraChi figlio avesti in seno.

Vergin, che umil di coreSu tutti t'inalzasti,Slegaci dall'errore,E fanne umili e casti.

Pura la vita or sia,E poi santo il morire,Perché Gesù ci diaVederlo, e in lui gioire.

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GIORNO VENTESIMONONO¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯

Salve ReginaVI

S. SCRITTURA

O Dio, ascolta il mio grido, porgi l'orecchioalla mia preghiera.

Dall'estremità della terra a te grido, tra gliaffanni del mio cuore: tu esaltami sulla pietra,tu guidami.

Poiché tu sei diventato la mia speranza, latorre inespugnabile contro il nemico.

Abiterò sempre nel tuo tabernacolo, mirifugerò all'ombra delle tue ali.

Tu, o Dio, esaudisci la mia orazione, dail'eredità a quelli che temono il tuo nome.

Così per tutti i secoli canterò lodi al tuo nomeper adempiere di giorno in giorno i miei voti(Sal. 60,1-6.9).

... E mostraci, dopo questo esilio, Gesù, ilfrutto benedetto del tuo seno... Dice S. Bernardo:Maria è un canale pieno, affinché dalla suasovrabbondanza tutti possiamo godere. Prima che

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nascesse la SS. Vergine non vi fu per tutti questacorrente di grazia, mancando tale acquedotto;ma poi è stata data al mondo Maria acciocchéda questo canale, il cui corso doveva esserecontinuo, tutti ricevessero. «Plenus aquaeductus,ut accipiant caeteri de eius plenitudine. Ideo tantotempore defuerunt omnibus fluenta gratiarum.quia nondum intercesserat hic aquaeductus. Ad hocdata est ipsa mundo, quasi aquaeductus, ut peripsam a Deo ad homines dona coelestia iugiterdescenderent».

1) La divozione a Maria è moralmentenecessaria; 2) Maria ci libera dal Purgatorio; 3) Ildivoto di Maria si salva.

•I. Necessità della divozione a Maria. La

grazia suprema che intendiamo ottenere concertezza da Maria è il Paradiso.

L'intercessione dei santi e della Madonna èutilissima; questo è insegnato dalla fedespecialmente dal Concilio di Trento. Parlando dellaS. Vergine, secondo la comune sentenza dellaChiesa, affermiamo che la divozione verso di Leiè moralmente necessaria alla nostra eternasalvezza. Gesù Cristo è intercessore di giustizia,Maria interceditrice di grazia. Gesù Cristo distribuiscela grazia che è propria, Maria la consegnaai divoti ricevendola da Gesù Cristo.

La divozione a Maria secondo S. Anselmo ènecessaria: «Ut dignitas intercessoris suppleatinopiam nostram. Unde, Virginem interpellare,non est de divina misericordia diffidere, sed depropria indignitate formidare: affinché la dignitàdell'intercessore supplisca alla nostra deficienza

20. Maggio.

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Onde, pregare la S. Vergine, non è diffidaredella divina misericordia, ma temere dellapropria indegnità».

Insegnano questa dottrina: S. Agostino, SanAlfonso, S. Germano, S. Anselmo, San GiovanniDamasceno, S. Bonaventura, S. Antonio, S.Bernardino da Siena ed oggi tutti i teologi.

S. Alfonso scrive: Chi non crede a questoinsegnamento si dimostra ben poco divoto diMaria; ed io non voglio essere di questi, né vorreiche lo fosse il mio lettore; ma tutto quanto sipuò credere delle grandezze di Maria, tuttopienamente e fermamente lo credo e vorrei cheognuno lo credesse. Questo è, un bell'ossequio aMaria, secondo Ruperto Abate: «Eius magnaliafirmiter credere» (De laudibus Virg.).

La divozione a Maria, è moralmente necessariaperché il Signore salva ognuno in particolare,come salvò l'umanità in generale. Ora Dio volleassociare all'opera della Redenzione MariaSantissima. In tre modi dice il Padre Suarez Mariaha cooperato alla nostra salvezza: primo coll'averElla meritato de congruo l'Incarnazione delVerbo; secondo, coll'essersi molto impegnata,mentre viveva, a pregare per noi; terzo coll'aversacrificata volentieri la vita dell'Amatissimo Figlioper la nostra salute. Gesù, nei Sacramenti, dalTabernacolo, nella Chiesa applica i suoi meritiad ognuno in particolare, redimendo dalla colpae dalla pena; Maria coopera con la preghiera econ la distribuzione: «Auxiliatrix nostrae justificationis, quia Deus omnes gratias faciendas Mariaecommisit: ausiliatrice della nostra giustificazionepoiché Dio costituì Maria dispensiera ditutte le grazie».

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Ancora: questa divozione ci è moralmentenecessaria per le massime difficoltà in cui viviamo:l'uomo è «in deterio commutatus, secundumanimam et secundum corpus», e rassomiglia auna barca sconquassata; il mare, cioè il mondo,che deve attraversare è assai pericoloso, poichél'acqua è agitata da venti e vi sono molti scogli;innumeri le insidie delle navi nemiche mosse daldemonio; facilmente poi le tenebre dell'ignoranzae del dubbio nascondono la stella polare...Occorre quindi, in pratica, non una graziaassolutamente necessaria, ma moralmente. Occorreuna grazia sovrabbondante, copiosa. Ebbene:per la divozione a Maria avremo questasovrabbondanza di grazia, di aiuti, di misericordia pervincere il nemico e giungere al porto dellasalvezza.

In ultimo, afferma e prova S. Anselmo: «E'impossibile che si danni un divoto di Maria, chefedelmente la ossequia ed a Lei si raccomanda».Ciò si capisce, si applica ai veri divoti, chevogliono emendarsi dai difetti, non già a chi siabusa della divozione per più peccare. PerciòSant'Anselmo scrive: «Come chi manca alla divozionee protezione di Maria è impossibile che si salvi;così è impossibile che si danni chi prega la Madonna,ed è da Lei protetto». «Virgo benedictissima,sicut impossibile est ut a Te adversus et a Tedespectus salvetur; ita ad Te conversus et ad Terespectus impossibile est ut pereat». Né soloquesto vale per i giusti ma ancora per i peccatori:«Quantumcumque quis fuerit peccator, si Mariaedevotus extiterit numquam in aeternum peribit»,dice S. Ilario. Onde S. Giovanni Damascenosaluta Maria terrore dei demoni, speranza dei

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cristiani, fiducia sicura: «Salve inferorum formido,Christianorum spes, certa est fiducia tua».

«Dunque, o Madre nostra, diciamole con SanGermano, che ne sarà di noi se siamo peccatori,ma vogliamo emendarci e ricorriamo a voi chesiete la vita dei cristiani? Noi, Signora, udiamoS. Anselmo il quale dice che non si danneràcolui per il quale una sola volta Voi impegneretele vostre preghiere. Aeternam damnationem nonsentiet ille pro quo semel oraverit Maria. Pregatedunque per noi e saremo salvi. Chi mai mi diràche quando io sarò presentato al divin tribunalenon avrò favorevole il giudice, se nella mia causaavrò Voi a difendermi, o Madre di misericordia?Così appunto dice Riccardo di S. Vittore.«Si accedam ad iudicium et Matrem misericordiaein causa habeo mecum, quis iudiciumdegenerabit propitium?».

•II. Efficacia della divozione a Maria. La

divozione a Maria è mezzo per scampare dalPurgatorio e gioverà assai a mitigare le nostrepene e quelle delle sante anime a pro delle qualice ne serviremo.

S. Alfonso dice: «Le anime purganti sonosoccorse dalla SS. Vergine molto di più che leanime viventi ancora sulla terra. Infatti quellesono più degne di misericordia, non potendosiaiutare e salvare da se stesse».

E S. Bernardino da Siena: «In quel carceredi anime Spose di Gesù Cristo, Maria ha undominio, sia per sollevarle, come per liberarle: B.Virgo in regno purgatorii dominium habet».

La Chiesa ha approvato l'istituto religioso di

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«Nostra Signora del Suffragio», che ha lo scopodi pregare Maria SS. per le anime Purganti. QuesteSuore la chiamano Regina del Purgatorio emadre di quelle anime sante.

a) Maria consola le anime purganti. S. Bernardinoda Siena applicando le parole dell'Ecclesiastico:Camminai nei flutti del mare [cf. Gb. 38,16],commenta: le pene del purgatorio si chiamanoflutti del mare perché sono transitorie, a differenzadelle pene dell'inferno che non finiscono più; e sidicono flutti del mare perché sono veramenteamare.

Maria SS. si reca spesso a visitare le animepurganti gementi fra quelle grandi pene persollevarle. «Visitandole e soccorrendole dimostrail suo affetto per esse, perché figlie carissime:scilicet et subveniam necessitatibus et tormentisdevotorum meorum, qui filii mei sunt».

Maria SS. soccorre tutte le anime purganti, male prime a ricevere soccorso e sollievo sono quellidei suoi divoti: «Vedi quanto sia importanteessere divoti di questa Madre. Ella non sadimenticare le anime cadute nel Purgatorio, esebbene a tutte porti sollievo, tuttavia è piùsollecita pei suoi divoti»; così scrive il Novarino.

S. Bonaventura pone sulle labbra di MariaSS. le parole: «Io ho penetrato il profondodell'abisso del Purgatorio per sollevare con lamia presenza quelle anime sante».

S. Vincenzo Ferreri dice: «La SS. Vergine ècortese e benigna verso le anime che penano nelPurgatorio, per mezzo suo esse ricevonoincessanti conforti e refrigerio» (Sermo 2 de Nat.).

b) Maria libera i suoi divoti dal Purgatorio.Gersone afferma che il giorno dell'Assunzione

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fu vuotato tutto il Purgatorio, le anime colàtrattenute fecero trionfale corteggio a MariaSS.ma nell'entrare in Cielo. Fin dall'allora, la B.Vergine ebbe il privilegio di liberare i suoi servida quelle pene: asserisce perciò S. Bernardinoda Siena, che la beata Vergine ha il potere diliberare le anime dal Purgatorio, specialmentequelle a Lei devote: «ab iis tormentis liberat B.Virgo maxime devotos suos».

Singolare privilegio è la promessa fatta daMaria SS. al Papa Giovanni XXII. Gli comparvementre egli stava pregando rivestita di luce tenendofra le mani l'Abitino del Carmine. Tra l'altro glidisse: «Se fra i religiosi od i Confratelli del Carmelovi sono di quelli che per le loro colpe sonocondotti nel Purgatorio, io come una tenera Madre,scenderò in mezzo ad essi il sabato dopo laloro morte e li condurrò sulla santa Montagnadella vita eterna». Così il Pontefice fa parlareMaria nella celebre bolla del 3 Marzo 1332,comunemente chiamata Bolla Sabatina. La chiudepoi con queste parole: «Accetto dunque questasanta indulgenza, la ratifico e la confermo sullaterra come Gesù Cristo l'ha graziosamenteconcessa in Cielo, per i meriti della SS. Vergine».In seguito, questo privilegio è stato confermatoda innumerevoli Bolle e decreti dei SommiPontefici.

Tale è la divozione del Santo Scapolare assaisostanziata dalla pratica delle anime pie intutta la cristianità, dal testimonio di ventiduePapi, dagli scritti d'innumerevoli autori e damiracoli moltiplicatisi da seicento anni; tanto chedice Benedetto XIV: «Colui il quale osasseportare in dubbio la solidità della divozione dello

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Scapolare o negare i privilegi, sarebbe unorgoglioso sprezzatore della religione».

Per godere di tal privilegio bisogna osservarele seguenti condizioni: 1) custodire la castitàconveniente al proprio stato e recitare il piccoloUfficio della B. Vergine. Coloro che recitanol'Ufficio canonicale soddisfano con questo, quellipoi che non sanno leggere devono, invecedell'Ufficio, osservare i digiuni prescritti dallaChiesa e osservare l'astinenza tutti i mercoledì,venerdì e sabato; in caso di necessità, l'obbligodell'Ufficio, l'astinenza ed il digiuno possonoessere commutati in altre opere pie da chi neha la facoltà.

Gli annali dei Carmelitani riferiscono grandenumero di fatti miracolosi che confermano lapromessa fatta dalla Regina del Cielo. S. Teresa, inuna delle sue opere, dice d'aver veduto un'animaliberata nel primo sabato per aver osservatofedelmente in tutta la sua vita le condizioni dellaSabbatina.

Per questa pietà materna di Maria, la Chiesaaffida a Lei la causa di tali anime gementi, utquae ex hoc saeculo transierunt, beata Mariasemper Virgine intercedente cum omnibus Sanctis,ad perpetuae beatitudinis consortium pervenireconcedas: affinché le anime di coloro che sonouscite da questo mondo per intercessione dellabeata Vergine Maria e di tutti i santi, raggiunganoil luogo della beatitudine eterna.

•III. Come, quando praticare la divozione a Maria.Potremo qui considerare che chi è molto divotodi Maria si fa santo. Il modo è così spiegato

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da S. Metodio il quale dice a Maria: «Voi,o grande Madre, siete il principio, il mezzo e ilcompimento della nostra felicità: Tu festivitatisnostrae principium, medium et finis».

a) Maria è principio, perché ci fa trovare lagrazia. Il peccatore che ricorre a Maria ottienela conversione: Maria Egiziaca, Alfonso Ratisbonne,S. Margherita da Cortona e tanti altri, sonoesempi, che confermano.

Vi è un periodico che riporta continuamentetali fatti, organo dell'arciconfraternita del SacroCuore di Maria per la conversione dei peccatori;vi è il libro intitolato «Maria e le conversioni»che lo conferma con tanti fatti; vi è inoltre laquotidiana esperienza che ce lo fa constatare.Conversioni di eretici, turchi, pagani; conversioni diapostati, scismatici, protestanti; conversioni diincreduli, bestemmiatori, comunisti. «Qui speravitin illa, porta coeli reservabitur: il cielo vieneaperto a chi spera in Maria», dice S. Bonaventura,mentre S. Germano scrive: «Peccatores perte Deum exquisierunt et salvi facti sunt: ipeccatori che hanno cercato il Signore pregandoti,o Maria, si sono salvati».

Ricorrano con cuore umile a Maria i peccatori,si gettino ai suoi piedi, chiedano con ogni insistenzala sua misericordia; l'otterranno. Scrisse infattiS. Bernardo: «Maria certissima est signumsalutis aeternae consequendae: Maria è segnosicuro di eterna salvezza».

b) Maria è il mezzo della nostra salvezza.Infatti per Maria l'innocente conserva la stolabattesimale, ed il convertito persevera nellabuona via.

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S. Bernardino da Siena ancora bambino sitrovava in pericoli gravissimi. Difatti il 1400 fu unadesolazione per i costumi d'Italia. A curare tantoguasto, Dio eleggeva appunto questo santo.

Rimasto orfano di madre a tre anni, e di padrea sei, fu raccolto da una cugina, Tobia, gelosissimadella virtù. A 11 anni fu portato a Siena.

Un giorno Bernardino, disse alla cugina: «Saich'io sono tanto innamorato di una bellissimasignora che darei volentieri la vita per goder dellasua presenza, e che, se passassi un giorno senzavederla non potrei chiudere occhio nella notte?».

Tobia stupì: e nella sua meraviglia volletener d'occhio segretamente il cuginetto.

Bernardino si portò un giorno presso portaCamollia, dove si venerava una bella immaginedella Madonna degli Angeli: s'inginocchiò, siraccolse, compì una pratica divota e tornò a casa.Continuò ad assicurarsi del fatto per diversi giornie finalmente ne volle la confessione dalla boccadel fanciullo.

L'innocente e casto Bernardino non nascose:«Cugina mia, poiché così tu vuoi, ti manifesto ilsegreto. Io sono acceso d'amore per la beataVergine Maria, Madre di Dio». E conservò per tuttala vita la divozione a questa immagine, la qualesi venera ora a Siena nella Chiesa di S. Luca.

Maria custodì fra le spine il giglio di verginitàe la stola battesimale di Bernardino, il qualeabbandonato gli studi profani, ricevette e coltivò lavocazione alla vita religiosa e all'Apostolato

c) Maria fine nella santificazione. S. Francescodi Sales a Parigi, consacrò la sua purezza allaB. Vergine nella Chiesa di S. Stefano deiGreci.

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Egli era chiamato ad essere il soave direttoredi spirito, che facilita la vita della perfezione:il Dottore della divozione e della pietà. Ma loaspettava una dolorosa prova. Francesco cheamava tanto il Signore, diventò insensibile, aridonelle vita spirituale... l'opprimeva il terrore dinon essere in grazia di Dio... La tentazione duròsei settimane e s'impossessò del suo animo laconvinzione di essere dannato! Il giovane nellalotta intristì così gravemente che il custode locredette perduto. Ma le anime dei giusti non hannoda perdersi. Un giorno Francesco entrò in S.Stefano dei Greci, e, nell'abisso dello sconfortoandò diritto all'altare della Madonna e pianse adirotto: recitò la dolce preghiera di S. Bernardo:«Ricordatevi, o piissima Vergine Maria. ecc.» esoggiunse: «O Dio, se è decretato ch'io non viami in Cielo, fate almeno ch'io vi ami sulla terracon tutte le mie forze». La Madonna l'esaudì.L'incubo cadde, e Francesco ricuperò salute eletizia: alla grazia della liberazione, seguì lagrazia della vocazione.

Scrisse «La Filotea», «Il Teotimo», che dedicòa Maria, libri sapienti, nei quali fa risplendere espiana il metodo della vita spirituale.

Ogni anno alla Purificazione rinnovava il votodi castità, e ogni giorno per voto recitava ilSanto Rosario intero.

S. Luigi, S. Stanislao Kostka, S. GiovanniBerchmans sono tre gigli fioriti all'ombra di Maria,rimasti sempre intatti e profumati sotto laprotezione benefica della Madre di Dio.

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DIVOZIONE A MARIA

SACRA MEDAGLIA DI MARIA IMMACOLATA

Nel 1830 Maria SS. apparve alla piissimagiovane Zoe Labourè, novizia delle Figlie dellaCarità a Parigi, e le ingiunse di far coniare unamedaglia secondo l'esemplare ch'Ella le mostrò.L'umile suora adempì il desiderio della MadreCeleste e tanti e tali furono i prodigi operati daquesta medaglia che il popolo la chiamò senz'altro«Miracolosa».

I miracoli che Maria opera per mezzo dellamedaglia miracolosa sono specialmenteconversioni di peccatori, i più ostinati: e se talvoltaguarisce anche il corpo, ciò lo fa in vista dellasalvezza dell'anima.

PREGHIAMO MARIA

Orazione: Signore Gesù Cristo, il quale volesti che labeatissima Vergine Maria, tua Madre Immacolata fin dallasua concezione risplendesse per gl'innumerevoli miracoli,concedici, che implorando continuamente il suo patrocinio,conseguiamo le gioie eterne.

Secreta: Per intercessione della B. Vergine Maria, perle cui preghiere Gesù Cristo tuo Figliuolo fece il primomiracolo, concedici, o Signore Iddio, di celebrare conpurità di cuore il Sacramento del Corpo e del Sangue dellostesso tuo Figliuolo, in modo che meritiamo di partecipareall'eterno convito.

Dopocomunione: Signore Iddio onnipotente, che haivoluto che noi ottenessimo tutto dalle mani della MadreImmacolata del tuo Figliuolo concedici di schivare conl'aiuto di una Madre così potente i pericoli del tempopresente e di conseguire la vita eterna.

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ESEMPIO

UNA CONVERSIONE SUL LETTO DI MORTE

Nel 1856 nella Parrocchia della Madonnain Parigi, una persona sconosciuta chiedevapremurosamente del Curato per apprestare i confortireligiosi ad un infermo, ch'era in fin di vita. IlCurato corse alla casa del moribondo. Entratonell'appartamento, si fece innanzi al ministro diDio, una giovane figlia, la quale a stento potevacontenere la commozione cui era in preda.Singhiozzando disse al Curato che suo padre giàsfidato dai medici, non credeva nulla in fatto direligione e aveva ordinato ai congiunti che lolasciassero morire in pace; temeva che la presenzadel Sacerdote lo facesse andare in smanie, emorire d'improvviso. «Che fare? – dicevalacrimante quella povera giovane – il mio cuorescoppia dal dolore al pensiero d'una infeliceeternità, che attende il mio povero genitore. Padremio, aiutateci coi vostri consigli e con le vostrepreghiere».

Il Curato chiese se c'era timore d'imminentecatastrofe. Rassicurato che, quantunque non cifosse speranza di guarigione, tuttavia non c'eratimore di prossima morte, consolò l'afflitta, laconsigliò di affidarsi al patrocinio della Vergine ela esortò a vegliare l'infermo, recitando a bassavoce il S. Rosario onde ridestare in lui ilsentimento religioso. L'invitò poi a fare pregare nelSantuario di Nostra Signora delle Vittorie,promettendo di fare anche lui altrettanto nellaChiesa della Madonna.

La giovane parve alquanto rasserenata.

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Verso sera l'infermo che soffriva tanto, chiamata lafigliuola, le disse con occhio lacrimoso: «Tu nonmi lascerai questa notte, non è vero?».

«E come lasciarti? rispose la figlia. Veglieròal tuo capezzale, e pregherò il buon Dio perchéti guarisca».

«Vana speranza!» mormorò l'infermo. La figliaosservò che il pensiero di Dio, non l'inquietavapiù. Venuta la notte, al pallido lume di unalampada, raggiustandogli il guanciale, Graziellasi pose alle sponde del letto, e con le lacrimeagli occhi recitava il suo rosario sommessamente.L'infermo soffriva più nell'anima che nel corpopoiché l'incertezza dell'avvenire gli lacerava lospirito. «Se fosse vero» egli ripeteva a se stesso,e questa parola pareva raggio di luce cheesilarava il volto. Intanto la figliuola pregava, edogni qualvolta intramezzava le poste del Rosariocon la recita del Pater noster, il vecchio infermola guardava con visibile compiacenza. La serenitàche le brillava sulla fronte immacolata, facevacontrasto con l'agitazione, dalla quale egli eradominato.

Terminata la recita del Rosario, l'ammalatotrasse un profondo sospiro. La figlia allora gli siavvicinò, e richiese se desiderasse qualcosa. «Ohse avessi la fede» esclamò il povero infermo!

A sì improvvisa rivelazione, raggiante elacrimante di gioia Graziella confermò: «Hopregato la Vergine, perché vi dia questo donoceleste; pregatela ancor voi, caro padre, perché ci diagrande consolazione. Recitiamo assieme il santoRosario, invochiamo insieme l'aiuto di Gesù e diMaria».

E cadde in ginocchio alla sponda del letto,

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ricominciandone la recita ad alta voce. L'infermola seguiva a voce sommessa. Al primo Pater gli sileggeva in volto la commozione, e ripeteva conmaggior forza ed affetto le parole: prega per noipeccatori, adesso e nell'ora della nostra morte.Terminato il Rosario, si senti più sollevato e dissealla figlia, che aveva voglia di dormire. La nottesognò trovarsi in grande imbarazzo; un fiumerigonfio d'acqua gl'impediva il tragitto all'altrasponda ove, a braccia aperte l'attendeva la suadiletta figlia, quando una donna di meravigliosabellezza lo prese affettuosamente per mano, e glimostrò un ponte con 150 archi, che conducevasicuramente all'altra sponda. Svegliatosi, raccontòil sogno alla figlia, la quale gliene diede laspiegazione. Quella donna era la S. Vergine; ilponte con 150 archi era il Rosario, per mezzodel quale poteva guadagnare la vita dell'eternità.Il vecchio infermo pianse di tenerezza e richiesesubito il curato per confessarsi e comunicarsi conDio. Fece una morte edificante, e dopo pochigiorni Graziella, vestita di bruno, in riconoscenzadi tanta grazia, recava al Santuario di nostraSignora delle Vittorie un ex voto d'argento, sulquale aveva fatto incidere queste parole:Esurientes implevit bonis.

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LODE

O bella mia speranza;Dolce amor mio, Maria,Tu sei la vita mia;la pace mia sei tu.

Quando ti chiamo e pensoA Te, Maria, mi sentoTal gaudio e tal contento,Che mi rapisce il cuor.

Se mai pensier funestoViene a turbar la mente,Sen fugge, allor che senteIl nome Tuo chiamar.

In questo mar del mondoTu sei l'amica stella,Che puoi la navicellaDell'alma mia salvar.

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GIORNO TRENTESIMO¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯

Litanie Lauretane

La parola «Litania» deriva dalla vocegreca «litaneo» e vuol dire prego, o supplico.Nella lingua latina vi corrisponde la parola«Rogationes» che vuol dire preghiere pubbliche.

La parola «Litania» indicò sempre quellaforma di preghiera collettiva ed alternata che si usòfin dai primi tempi della Chiesa, nelle processioniche si facevano per recarsi in massa alle varieChiese o stazioni, per assistere al Divin Sacrificio.

Le Litanie della B. Vergine, dice il Bossuet,sono titoli di onore che i SS. Padri hanno datoa Maria SS. a motivo principalmente della suaqualità di Madre di Dio.

Sono invocazioni mirabili, auree indirizzatealla Gran Madre di Dio.

Le Litanie della B. Vergine fanno parte dellaLiturgia della Chiesa, e quindi della preghieraufficiale della Chiesa.

Il loro primo germe trovò facile terreno efecondo sviluppo in quel periodo glorioso dellaChiesa; che riguarda i secoli XII e XIII.

Le Litanie Lauretane si possono dividere,quanto al loro contenuto, in quattro parti. Nella

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prima parte viene ricordata e celebrata lapersonalità di Maria e si rammentano bellamente ledoti eminenti e le virtù eccelse della Madre diDio. La seconda parte accenna alle principalifigure che nell'Antico Testamento si riferisconoa Maria. Nella terza che comincia col SalusInfirmorum, si proclama la parte che Maria presealla redenzione del mondo e la potenza grande chevenne a Lei a favore dei fedeli. Nell'ultima partesi scioglie un cantico di lode alla Vergine per lagloria che gode in Cielo come Reginauniversale.

E' noto che nella prima metà del secolo XVIusavasi nel Santuario di Loreto, ogni sabato ein tutte le vigilie e feste della B. Vergine, recitareo cantare una litania mariana, e specialmentequella cosidetta scritturale, perché tuttacomposta di titoli e frasi tolte dalla SacraScrittura.

Avvenne poi, che nella seconda metà di quellostesso secolo, su tutti gli altri testi, lo scritturalecompreso, riuscì ad avere il sopravvento, quelloche venne in seguito riconosciuto ufficialmentedalla Chiesa e chiamato lauretana. Di essouna prima stampa risale al 1576. Ma, il testocompleto delle Litanie Lauretane, nel quale giàtrovasi inserito il titolo «Auxilium Christianorum»,non compare che nel 1578, in un librettoscritto ad uso dei pellegrini alla santa Casadi Loreto.

Nel 1587 il Papa Sisto V concede 200 giornid'indulgenza a chi reciterà dette Litanie. Nel1601 Clemente VIII, proibisce la recita pubblicadi tutte le Litanie, tranne quelle Lauretane, equelle dei Santi. Nel 1740 Benedetto pone

21. Maggio.

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all'Indice qualunque litania ad eccezione diqueste due.

Vengono, poi, alcune aggiunte, fatte perautorità della S. Sede:

8 dicembre 1854, Pio IX: Regina sine labeoriginali Concepta;

24 dicembre 1883, Leone XIII: ReginaSacratissimi Rosari;

22 Aprile 1903, Leone XIII: Mater boniConsilii;

16 novembre 1915, Benedetto XV: ReginaPacis.

Come tutte le altre, le Litanie lauretanes'aprono con invocazioni a Gesù Cristo ed alle TrePersone della SS. Trinità, e si chiudono con leparole del Battista «Agnello di Dio, che togli ipeccati del mondo».

Ma, ciò che a noi interessa sono le invocazionidirette a Maria Vergine, invocazioni fatte dicosì belle espressioni, disposte in così magnificheserie da formare la più preziosa e fulgida coronadi titoli che si possa deporre sull'augustocapo della nostra celeste Regina.

•La prima parte delle invocazioni celebra la

dignità di Maria come Madre di Dio e ilprivilegio della sua verginità immacolata.

Sancta Maria: ricorda la santità eminente diMaria perché ripiena di Spirito Santo; ed inoltrela dolcezza, la fortezza del nome di Maria cheè il più grande dopo quello di Gesù.

Sancta Dei Genitrix: La Chiesa esprime lasua fede, cioè che Gesù Cristo è vero Dio e verouomo, che in Lui vi è una sola persona, che

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Maria vien chiamata ed è vera Madre di Dio.Sancta Virgo Virginum: Maria è vergine, ma

la sua verginità è privilegiata: perché attirò colsuo esempio tante anime ad imitarla, e perché èverginità unita all'ufficio di Madre.

Mater Christi: Madre del Messia, l'unto delSignore. Si consecravano con l'olio i re, isacerdoti, i profeti; ora Gesù Cristo è il Profetadei profeti, è il sacerdote eterno, è il resupremo.

Mater Divinae Gratiae: infatti da Mariapassò ogni grazia per Gesù Cristo, Maria poi hal'ufficio di mediatrice e distributrice della graziaagli uomini.

Mater purissima, castissima, inviolata,intemerata: sono quattro lati o gradidell'incontaminata illibatezza di Maria.

Infatti: Maria fu purissima nella sua anima,tanto che si turbò al primo annunzio dell'Incarnazione;Maria fu castissima nel suo corpo, occhi,cuore, sempre, ovunque; Maria fu Vergineinviolata, perché Dio stesso la volle rispettareprima, durante, dopo l'incarnazione; intemerata perlo splendore della sua purezza assoluta cherisplende innanzi al mondo, e al cielo.

Mater amabilis, admirabilis, boni consilii:Maria è amabile per la sua somma bellezza spiritualee corporale che si riprodusse nel Figlio; è ammirabile,poiché se admirabilis Deus in sanctis suis,Maria è un cumulo di prodigi e meriti per cuitutti l'ammirano; è Madre del buon consiglio,poiché in Essa passò la Divina Sapienza; èconsigliera d'ogni dubbioso, perché ottiene il donodel consiglio.

Mater Creatoris, Salvatoris; del Creatore poiché

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il Figlio suo Gesù Cristo come Dio è creatore d'ognicosa «per quem omnia facta sunt» [cf. Gv. 1,3]; ecome uomo sofferse per la salute del genereumano, cooperandovi Maria Corredentrice.

Virgo prudentissima; Maria ci conduce nellavita sua sempre con oculatezza serena, prevenendoe provvedendo a quanto è di gloria di Dio edi maggior sua santificazione.

Virgo veneranda; a Dio culto di latria; aMaria di venerazione somma; ai Santi culto divenerazione o dulìa semplice.

Virgo praedicanda; è predicanda Maria tantoperché merita sommi elogi, quanto perché devesiestendere il culto alla Vergine fra gli uomini.

Virgo potens; la somma potenza di Mariadipende dalla sua qualità di Madre di Dio e dallasua altissima santità.

Virgo clemens; la Madonna è anche pietosaperché ha il cuore più bello e pio dopo quello diGesù.

Virgo fidelis; Maria è fedele al suo ufficio didistribuire la grazia ai figli più bisognosi, comeadempì fedelmente la sua missione in terra.

Speculum justitiae; giustizia è il complesso ditutte le virtù: e Maria le ebbe tutte ed in sommogrado.

Sedes sapientiae; la sapienza è il primo deisette doni dello Spirito Santo; si oppone allastoltezza, è una scienza saporosa, per la vitapresente in ordine alla vita eterna.

Causa nostrae laetitiae; in Gesù est salus, vita,resurrectio nostra; ora l'Incarnazione avvennesolo dopo che Maria vi diede il consenso.

Vas spirituale, vas honorabile; poiché in Mariale tre virtù teologali, le quattro virtù cardinali;

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le otto beatitudini, i sette doni ed i dodici fruttidello Spirito Santo, erano in grado eminente.

Vas insigne devotionis; la divozione è unagenerosa volontà di fare quanto richiede il serviziodivino; Maria in questa disposizione fu la piùinsigne.

•La seconda parte ricorda simboli e figure con

cui Maria fu designata nell'antico Testamento.Rosa mystica, poiché come la rosa, Maria

ebbe spine, e sono i misteri dolorosi; ebbe foglieverdi, e sono i misteri gaudiosi della speranza;ebbe petali candidi e sono i misteri gloriosi.

Turris Davidica, come la torre di Davide,Maria fu forte nelle prove; ed è pur il nostrorifugio nelle tribolazioni.

Domus aurea; Salomone profuse oro nellacostruzione del tempio, degli ornamenti, deglioggetti pel culto, perché casa di Dio; Maria fuornata d'ogni splendore perché in Lei dovevaabitare il Figlio di Dio Incarnato.

Foederis Arca, l'arca conteneva la tavoladella legge, dell'alleanza fra Dio e il suo popolo:in Maria abitò Colui che fu via, verità e vita.

Janua Coeli; Giacobbe disse: hic est domus Deiet porta coeli [Gen. 28,17]; per Maria tutti hanno lasalute e per le grazie di Maria ognuno può salvarsi.

Stella matutina; infatti Maria preannunciò ilgran giorno anzi il sole di giustizia, Gesù Cristo.

•La terza parte particolarmente raccomanda

alla Madonna i bisogni nostri.Salus infirmorum; perché la povera umanità

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va soggetta a tante malattie, quanto al corpo: eMaria ne ha compassione.

Refugium peccatorum, perché molto più gravisono le malattie dell'anima, e Maria riconcilia ipeccatori con Dio.

Consolatrix afflictorum, perché tante sono lepene interne dello spirito e del cuore, e Mariaha compassione di tutti.

Auxilium Christianorum, perché molti sono ibisogni sociali nella Chiesa e nel civile consorzio,e Maria, invocata, di tutti ha pietà.

•La quarta parte esalta Maria che venne fatta

da Dio Regina del cielo e della terra.Regina Angelorum, poiché anche gli angeli

sono superati in grazia da Maria, e servono a Leicome a Regina.

Regina Patriarcarum, la virtù dei Patriarchi,che consisteva nella fede in Gesù Cristo venturo,fu grande; Maria però li superò tutti.

Regina Prophetarum, poiché Maria fu oggettodi tante profezie ed Ella stessa profetizzò cosealtissime.

Regina Apostolorum, Maria fu Maestra eMadre degli Apostoli; li superò tutti nello zelo.Ella diede al mondo Gesù Cristo stesso.

Regina Martyrum, Confessorum, Virginum,sanctorum omnium, per tre motivi: radunò in séle grazie di tutti, le possedette in grado superiore,le elargisce ai santi tutti.

•Quasi appendice: Regina sine labe originali

concepta, perché è il dogma definito da Pio IX.Regina Sacratissimi Rosarii, perché Leone

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XIII, dal Rosario si attendeva la restaurazionesociale;

Regina pacis, perché Benedetto XV durantel'immane guerra europea volle che il mondo sirivolgesse a Maria, unica e sicura speranza in unflagello così terribile.

DIVOZIONE A MARIA

TRASLAZIONE DELLA SANTA CASA DI LORETO

Il Signore ha concesso all'Italia l'insigneprivilegio di custodire l'umile casetta dove visse lasua Madre, dove avvenne l'Incarnazione, dove ilDivin Redentore visse in compagnia di Giuseppee di Maria durante la sua vita privata. Questacasetta fu a Nazaret fino al 1291, anno in cuidagli Angeli fu trasportata in Dalmazia e di qui,nella notte del 10 dicembre 1294, sempre permano angelica, fu trasportata sul colle di Loreto edivi collocata, secondo alcuni, in un bosco dilauro, secondo altri, nel campo di una certa Loreta,donde il nome di Loreto. La Santa Casa è oggirinchiusa nel recinto di una splendida Basilica laquale gode il privilegio di molte indulgenze ed èmèta di numerosi pellegrinaggi.

PREGHIAMO MARIA

Orazione: O Dio, che nella tua misericordia consacrastimediante il mistero dell'Incarnazione del Verbo la casadella Beata Vergine Maria e la collocasti miracolosamentenel seno della tua Chiesa, concedi che siamo segregati dalconsorzio dei peccatori e siamo degni di abitare la Tuasanta Casa.

Secreta: Deh, degnati, o Signore di accogliere le offerte

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che ti presentiamo in questa santa casa e concedici per imeriti della beata Vergine Maria, che ridondino ad aiutodella nostra salvezza.

Dopocomunione: Ti preghiamo, o Signore nostro Dio,di far sì che i sacrosanti misteri donatici per sostegno dellanostra debolezza per intercessione della beata e sempreVergine Maria, ci siano di rimedio presente e futuro.

ESEMPIO

LE LITANIE SUI MONTI DELL'ABISSINIA

Chi non conosce quell'Apostolo generosodella civiltà cristiana, meritamente decoratodell'insigne onore della S. Porpora, GuglielmoMassaia? Egli consacrò gran parte della sua vita allemissioni d'Africa e le sue avventure missionariesono così varie e belle da essere ricercate conamore da tutti coloro che amano la Chiesa e laciviltà.

Racconta egli stesso:«Era nel 1850, ed io colpito di taglione dal

Vescovo eretico Salama, me n'andavo profugopei monti d'Abissinia. Erano con me duedomestici ed un giumento carico di viveri: eratrascorsa da poco la mezzanotte. Splendeva unamagnifica luna, e ne vedevamo i raggi attraverso lefoglie di un bosco di bambù. Non senza terroreascoltavo da lontano il ruggito delle belve, edio, fiducioso nella protezione di Maria chesperimentai sempre sicura e quasi visibile nel lungocorso della missione, presi a salutarla col cantodelle Litanie. A quelle invocazioni sentivocrescermi di coraggio, e mi rinfrancava la speranzadi uscire illeso da tanto pericolo. Ma ad un trattoil nostro giumento imbizzarrisce, le otri che portava

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si rompono, cade al suolo la bisaccia deiviveri. I due domestici scompaiono sotto ibambù per fermarlo. Rimasi solo in quellasconfortante solitudine e continuai a cantare le mieLitanie... D'improvviso sentii uno scricchiolare diramoscelli e vidi un agitarsi di fogliame. Credettisulle prime che mi s'avvicinasse una iena, laquale laggiù è comunissima, assale di rado l'uomoe non è molto temuta. Invece scorsi a pochipassi un enorme leopardo, dagli occhi di brace,grosso come un vitello... Abbassai gli occhiterrificato e vidi i miei piedi ignudi... Mi rammentaiallora che la vista della carne nuda esaspera lebelve e subito li coprii col bianco lenzuolo, chemi ravvolgeva la persona. Il leopardo fermo eritto mi guardava con pupille di fuoco. Allorastrinsi sul petto la mia croce di missionario epregai la Vergine, di cui avevo cantato le lodi, chemi salvasse da quel pericolo.

Fu allora che il leopardo si volse dall'altraparte e lentamente s'allontanò. Durai un belpezzo per ripigliare le forze smarrite dellospirito, e riprendere la mia strada. Frattanto idomestici mi raggiunsero col giumento carico diviveri, ed io, dopo aver ringraziato la Vergine,ripresi il cammino.

La voce mi era venuta meno per ripigliare ilcanto delle Litanie, ed allora per ringraziare laVergine, cominciai la recita del S. Rosario.Questa non fu la sola volta che sperimentail'efficacia della protezione di Maria; e quando,abbandonato dagli uomini, fui ridotto in cattivitàdalle tribù dell'alta Etiopia, non ebbi altro confortotra tanti pericoli, che il patrocinio della Madre diDio».

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LODE

Vivo amante di quella Signora,Che ha un sì dolce e sì tenero cuore,Che vedendo chi cerca il suo amore,Benché indegno, sprecarlo non sa.

Su nel cielo Regina Ella siede,Ma dal cielo pietosa rimiraChi divoto l'amore sospiraDi sua pura e celeste bontà.

Questa Vergin sì bella e sì pura,Che dal sommo Signor fu eletta,Per sua Madre e sua Sposa diletta,Questa è quella che il cuor mi rubò.

Deh! se un giorno veder io potessiTutti i cuori d'amore languirePer sì bella Regina e sentireIl suo nome per tutto lodar!

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GIORNO TRENTUNESIMO¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯

«Voglio lodar Maria»

S. SCRITTURA

«I miei fiori sono frutti di gloria e di ricchezza».Io la Madre del bell'amore, del timore, edella scienza per conoscere la via della verità; inme tutta la speranza di vita e di virtù. Venite ame quanti siete presi dall'amore di me e saziatevidei miei frutti; che il mio spirito è più dolcedel miele... Chi mi ascolta non avrà mai daarrossire... Coloro che mi illustrano avranno la vitaeterna (Sir. 24,23-31).

Magnificat anima mea Mariam.Et exultavit spiritus meus, in Matre, Regina

et Magistra mea.Quia respexit Deus humilitatem ancillae suae,

ecce beatam eam dicunt coelites et homines.Quia fecit ei magna qui potens est, et

Immaculatam et Virginem Matrem et in coelumAssumptam.

Et misericordia Mariae a progenie inprogenies diligentibus et quaerentibus eam.

Potentia et sapientia et amor Mariae salvathumiles mente cordis sui.

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Trahit ad se omnes qui eam respiciunt, quicurrunt in odorem unguentorum suorum.

Esurientes implet bonis, caecis praestatlucem cordis.

Dedit orbi Magistrum Jesum qui estbenedictus fructus ventris sui.

Et ipse factus est nobis sapientia a Deo, etjustitia et sanctificatio et redemptio in saecula.

Gloria Patri etc.

1. L'anima mia loda Maria. Io lodo Mariacon la lingua, con la mano, con le opere.

La mia lingua predica Maria, perché di essavoglio predicare; le mie prediche più care, piùfrequenti, più accese saranno sulla Madonna; nonmi lascerò sfuggire occasione di parlare diMaria; cercherò con ogni industria di sceglierequesto argomento; in ogni scuola terrò presente cheda Maria ci viene la verità Gesù Cristo; nonlascerò passare una predica senza nominarlaalmeno una volta; desidero che la mia ultimaparola sia questo nome dolcissimo: «Vogliochiamarti, e poi morir». In ogni conversazione,quando si presenterà l'occasione ne ricorderò lamisericordia ed i privilegi. Canterò la Vergine nellelodi, che hanno intessuto cuori amanti e mentielette; nei vespri, inni e funzioni che ha dispostela Chiesa; nelle lingue che conosco ed in quellecon le quali saprò. «Non recedat ab ore».Cristiani, è impossibile non amare la Madre.

La mia mano scrive di Maria; nelle firme ilnome di Maria precederà il nome di professione;il nome di Maria starà in capo ai quaderni ed ailibri; in ogni articolo, opuscolo, libro vi saràoccasione per dare almeno un accenno o per

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parlare diffusamente della Madonna; il mio primoscritto, il mio primo opuscolo voglio che a Mariasia espressamente dedicato, e consecrato; epossibilmente svolga un argomento di onorea Maria.

«Non recedat a calamo». Le mie opereloderanno Maria; poiché io esporrò la sua immaginein ogni luogo, stanza, ambiente ove arriverò; lafarò custode e protettrice di tutte le imprese;curerò altari, chiese, statue, immagini, medaglie asuo onore; diffonderò il suo culto nelle variemanifestazioni di processioni, di confraternite, diassociazioni; zelerò il suo Rosario, il PiccoloUfficio, le tre «Ave Maria», le Compagnie delCarmine, dell'Addolorata, dell'Immacolata; cureròla redazione, la stampa, la diffusione di libri,periodici, giornali che diffondono il culto e l'amorealla Santa Vergine. Tutte le opere di zelo sottola protezione di Maria Madre di Gesù BuonPastore «Non recedat a manu».

Più ancora: io lodo Maria con la mia intelligenza. Voglio conoscere Maria, voglio leggere diMaria, voglio sentire di Maria, voglio meditaredi Maria.

La mia mente sarà spesso rivolta a questasplendida visione di cielo: Maria Immacolata,Vergine Madre di Gesù Cristo, gioia delle celestigerarchie. Poiché chi conosce Maria conosceGesù Cristo ed avrà la vita eterna. «Non recedata mente».

Io lodo Maria con la volontà: desideroimitarLa nella sua fede, nella sua speranza, nellasua carità; voglio imitare Maria nel suo spirito;di preghiera, di ritiratezza, di unione con Dio;voglio imitare Maria nella prudenza e nell'umiltà,

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nella vita privata e nella fedeltà alla sua missione;voglio seguire Maria nei viaggi della vitapubblica di Gesù Cristo; nell'assistenza alSalvatore paziente, agonizzante, morente; nei gaudidella risurrezione e dell'ascensione al cielo. «Nonrecedat a vita».

Io lodo Maria con il cuore. A Maria leprimizie degli affetti ed il primo aprire degli occhi almattino; a Maria frequenti giaculatorie lungo ilcorso del giorno; sotto il manto di Maria intendoaddormentarmi alla sera. Maria mi ha rubato ilcuore!

Tutto per Maria, con Maria, in Maria. «Nonrecedat a corde».

2. Ed esultò il mio spirito nella mia Madre,Regina, Maestra. il mio cuore esulta celebrandola Madre. Gesù Cristo fu vero tuo Figlio, oMaria. E così Egli ha voluto che pur io fossi figliotuo; Egli è la via e me la insegnò; tutto volle daTe ricevere, ora tocca a me ricevere dalle tuemani. Io voglio essere fra quelli che tu illumini,ammaestri, guidi, nutri. Ti eleggo perciò oggiinnanzi al cielo per mia Madre: voglio essertifiglio docile e buono

Esulta il mio spirito celebrando la Regina.Poiché il tuo regno è il più dolce, santo,fortunato, regno di misericordia, io mi faccio tuosuddito per sempre. Non ho fondamento adappellarmi alla giustizia: per me la tavola disalvezza unica è la misericordia. Sarò dunque tuosuddito fedele, sarò il primo suddito, perché ilpiù miserabile, sempre Ti dirò: abbi pietà dime, perché sono il più infermo e le mie piaghesono putrefatte, abbi pietà di me.

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Esulta il mio spirito celebrando la Maestra.Tu, Maria, sei la più santa delle creature, tumodello di ogni virtù. L'imitazione di Maria èfacile; e, se io imito la Madonna, imito Gesù Cristo.La tua fede, la tua speranza, la tua carità sonostate esercitate in grado altissimo: Maria, Tivoglio seguire: chi ti imita diviene tuo figliuolo.

«Ad te clamamus, Regina misericordiae,revertere, ut intueamur te largientem beneficia,conferentem remedia, ponentem fortitudinem. Ostendenobis faciem miserationum tuarum, et salvierimus» (S. Bern. aut Quis est auctor sup. Salv.Regin. Serm. 2).

«Domina rerum, sancta sanctorum, virtus nostraet refugium, decus mundi, gloria coeli, agnoscete diligentes; audi nos, nam te Filius nihil neganshonorat » (Idem, loc. cit. Serm. 3).

3. Perché Dio riguardò la verginità e l'umiltàdella sua fedele ancella: Ed ecco che la terra edil cielo La proclamano Madre di Dio. Tu vienichiamata e sei veramente la Madre del VerboIncarnato. Una Madre maggiore non potevacreare Dio. Tu hai veduto nascere, prender il latte,obbedire a Te Colui che i cieli e la terra nonpossono contenere. Ti salutò Madre di DioSant'Elisabetta; Tu chiamavi Gesù con la parola«Figlio». Gesù sempre, e specialmente ora in cielo,Ti onorò ed onora come Madre. Anch'io, sebbeneindegno di pronunziare il tuo nome santissimocredo a questo dogma, e prego con la Chiesa:«O Dio, che hai voluto che il tuo Verbo all'annunziodell'Angelo, prendesse carne nel seno dellaBeata Vergine Maria, concedi a noi supplichevoli;che mentre la crediamo veramente Madre

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di Dio siamo aiutati e salvati dalla sua maternae potente intercessione presso di Te».

Io medito e credo alle parole di S. Germano:«Nessuno consegue la salute se non per mezzotuo, o santissima. Nessuno è liberato dal male senon per mezzo tuo, o Immacolatissima. Nessunoriceve perdono, se non per mezzo tuo, o castissima;a nessuno è data grazia di misericordia, se nonper mezzo tuo, o onoratissima Maria». Tu sei laMadre di Dio; e perciò, madre dimisericordia.

«Domina, dic pro nobis Filio tuo, vinum nonhabent. Calix hujus vini inebrians quampraeclarus est! inebriat amor Dei ad contemptummundi; calefacit, facit fortes, somnolentos adtemporalia et ad invisibile promptos.

Tu es ager, plena virtutum, plena gratiarum.Tu processisti ut aurora lucida et rubicunda;

quia, superatis originalibus peccatis, nata eslucida cognitione veritatis et rubicunda amorevirtutis; nihil omnino inimicus proficit in te, eo quodmille clypei pendent ex te, sed in te non resplendeat,et quid singuli habuere sancti, tu sola possedisti»(S. Bern. ib. 2).

«O Domina nostra, mediatrix nostra, advocatanostra, tuo filio nos commenda. Fac, o Benedicta,per gratiam quam meruisti, ut qui mediantedignatus es fieri particeps nostrae infirmitatis etmiseriae te quoque intercedente particeps nosfaciat beatitudinis et gloriae suae» (2, ib).

4. Operò grandi cose in Maria: Ella infatti èImmacolata, Vergine, Assunta al cielo. Perchéeletta ad essere Madre di Dio, il Signore Tipreservò dalla colpa di Eva, non dovevi dunquesoggiacere al peccato; eri destinata a portare nel seno

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Gesù come un Sacro ciborio; Dio santificò il suoTabernacolo; eri destinata a formare del tuosangue il Cuore di Gesù, che non voleva in nullaaver comunicazione con ciò che fosse immondo;perciò ti creò bella, piena di grazia.

Per prodigio il Signore unì la MaternitàDivina con la Verginità illibata: e tutto ciò che inTe precede, ciò che compie e ciò che segue laconcezione di Gesù Cristo è candido, bello,gradito a Dio.

Il tramonto corrisponde all'aurora: preservatadalla colpa, fosti preservata conseguentemente dala corruzione. Alba limpida, tramonto lucente.Soltanto Gesù e Tu, o Maria, siete ora in cieloanche con il corpo: associati nella sofferenza enella redenzione, siete associati nella gloria enella distribuzione dei frutti della croce.

Giaculatorie verso Maria SS.:Madre di Dio, ricordatevi di me.Vergine e Madre, fate che io mi ricordi

sempre di Voi.Vergine Maria, Madre di Dio, pregate Gesù

per me.O Signora, fate che Gesù non mi scacci da sé.O Maria, non cessi mai il mio cuore di

amarvi, né la mia lingua di lodarvi.O Signora, per l'amore che portate a Gesù,

aiutatemi ad amarlo.O Maria, degnatevi di farmi vostro servo.O Maria, io tutto mi dono a Voi: Voi

accettatemi e conservatemi.O Signora, non mi abbandonate fino alla

morte.Ave Maria, mamma mia.Santa Maria, avvocata mia, pregate per me.

22. Maggio.

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5. La misericordia di Maria di generazionein generazione a tutti quelli che l'amano e lacercano. Accanto al Cuore di Gesù io saluto, amoe spero nel Cuore di Maria. Questo cuore è ilmio asilo, rifugio, riposo in ogni tentazione, inogni pena, in ogni fatica. Nel tuo cuore io miriparerò, come in porto sicuro, specialmente nelmomento della morte. Quando i medici si ritirerannoimpotenti, quando mi troverò nell'estremalotta col nemico di mia eterna salute, quandosarò sorpreso dal timore del giudizio imminentealla vista delle mie iniquità, mi rifugerò sicuronel vostro Cuore: è cuore di Madre. L'infermoconfida sempre nella madre, tanto più, ioconfiderò in Voi, che siete la migliore delle madri.Avete assistito e confortato il moribondo Gesù:da quel giorno siete diventata la premurosaassistente di tutti i moribondi vostri figli: Vi attendoMaria al letto di morte! che possa chiamarVi, chepossa vederVi; e poi morire nelle vostre braccia.(Cara e tenera mia Madre Maria, tenetemi lavostra santa mano sul capo, custodite la mia mente, ilmio cuore, i miei sensi, perché non m'imbratti dipeccato. Santificate i miei pensieri, affetti, paroleed azioni, perché possa piacere a voi ed alvostro Gesù e Dio mio, e giunga al santo Paradisocon voi. Gesù e Maria datemi la vostra santabenedizione [S'inchina il capo dicendo: Innome del Padre ecc. ]).

6. La sapienza, la potenza, l'amore di Mariasalvano gli umili di cuore. Tu, o Maria vedi lenostre necessità; tu sei potente a soccorrere tutti;tu sei premurosa verso tutti i tuoi figliuoli;chiunque a Te si rivolge con cuore umile viene

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soccorso e salvato. Nessuno ti ha chiamato invano.Tutto quanto è diviso e distribuito fra le miriadidi Angeli e le miriadi di santi trovasi raccolto inTe, o Maria; tutto! L'amore, la sapienza, lapotenza. Inoltre Tu superi immensamente tutteinsieme quelle sante creature; l'umanità può sperareda Te assai più che dall'intercessione di tuttii Santi. Tutto hai in mano, o ricchissima, deitesori divini; tutti i nostri bisogni conosci tu, osapientissima della scienza del Figlio; tutti ciracchiudi nel cuore, o amatissima fra le madri.Chi a te stende umilmente le mani riceve; nonguardi i meriti ma i bisogni.

7. La bontà di Maria attira tutti quanti lariguardano; tutti seguono il profumo delle suevirtù. Maria, sei buona! ecco ciò che veramente hoda dirti; Maria, sei misericordiosa, ecco quello chesoprattutto vorrei meditare e predicare; Maria, seipremurosa per tutti, ecco quanto vorrei checonoscesse ogni peccatore ed ogni bisognoso. Unoè buono di bontà essenziale, Dio; Tu, o Maria,hai immensa bontà per partecipazione. Buona seicon Dio, cui sempre hai servito e che semprehai amato con tutto il cuore; buona sei colprossimo poiché al mondo hai fatto ogni bene neltuo Figliolo; buona sei con te stessa, poichétutta la mente, il cuore, la fantasia, i sensi furonoordinati a servire allo spirito e sempre rivolti allecose celesti. Maria, possedesti la fede più fermae più sapiente; possedesti la speranza piùgenerosa e più operante; possedesti la carità piùaccesa di tutte le creature. Tu la prudente, laforte, la giusta, la temperante; Tu la obbediente,la umile, la pura, la sapiente: Maria, in Te ogni

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grazia, ogni virtù. Ti hanno seguita, attratti daituoi esempi: Apostoli e Martiri, Confessori eVergini, giovani e vecchi, monarchi e sudditi,Pontefici e semplici fedeli. Chi ti guarda èguadagnato, chi ti ascolta è persuaso, chi ti ama ètrascinato, chi ti imita è trasformato per vivere inTe, con Te ed in Te.

«O Domina, quae rapis corda hominum dulcore,nonne cor meum rapuisti? o rapitrix cordium,quando mihi restitues cor meum? Guberna illudcum tuo et in latere Filii colloca. Tunc possideboquod spero, quia tu es spes nostra» (S. Bernardusmed. in Salv. Reg. ap. S. Bon. Stim. c. 19,part. 3).

8. Riempie di beni i famelici, dà luce agliottenebrati. Si canti a Maria su ogni lido ed inogni deserto; su ogni monte e su ogni mare, intutte le città ed in ogni campagna, in cielo esulla terra. Di Maria si scriva in prosa ed in poesia;di Maria canti la musica e per Maria lavorinoi pennelli; a Maria eriga monumenti lo scultoree per Maria operi l'architetto; a Maria s'inchininoi monarchi ed a Maria corrano i popoli.

L'arte tipografica e la scienza, la filosofia e lateologia, il cine, la radio, la stampa servano aMaria; poiché Maria a tutti dà beni, per tuttiè misericordiosa; Ella è l'incanto dell'umanità;Ella è il mio amore. Ella è madre di ognuno.Speculum bonitatis Dei (S. Alberto M.), Refugiumnostrum post Deum (S. Anselmo), Refugium ethospitium nostrum (S. Efrem), Radix gaudii (SanGregorio Nisseno), Scala paradisi – scalacoelestis (S. Fulgenzio).

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9. Il mondo da Maria ricevette Gesù Cristo,benedetto frutto del suo seno. Questa verga hadato questo fiore, Gesù Cristo: la luce delmondo il quale si trova nelle tenebre; Maria l'hapresentato ai pastori ed ai Magi, al tempio ed agliApostoli, al mondo tutto, meglio di ogni Apostolo:Ella è la Regina degli Apostoli. Virga, cuiusFilius Christus (S. Girolamo). Vas divinitatis (SanBernardo). Thronus Christi Pontificis (S. Atanasio).Terra germinans Salvatorem (S. Idelfonso).Templum impollutum habitantis in Se Verbi Dei(San Epifanio).

10. In Maria Gesù Cristo è diventato per noisapienza e giustizia, grazia e redenzione. Tuttoè venuto da Gesù per Maria; al suo apparire sichiude l'antico testamento e comincia il nuovo;il demonio sente scosso il suo regno e vededilatarsi il regno di Gesù Cristo; il cielo e la terrasi danno il bacio di pace; le tenebre delpaganesimo si diradano; virtù, amore nascono ecrescono su la terra; l'idolatria indietreggia e Dio èadorato in spirito e verità; a Dio una gloria nuovaed al mondo una nuova pace; gli schiavi sonoliberati, i tiranni vinti, le famiglie ricostituite, unnuovo diritto, una nuova filosofia, una nuovateologia; il cielo riaperto. Ecco tutto è rinnovato!poiché Dio Padre volle tutto restaurato nel Figliosuo, tutto! sia quello che è in cielo, come quantoè sulla terra.

Tu urna continens Deum (Giov. Geom.). Tuurna mannae celestis (S. Tom. d'A.). Vitisveritatis fertilissima (S. Epifanio). Vitis vitem ferensEcclesiae Christum (S. Andrea C.).

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L'anima mia loda Maria; e Maria loda Dio.Maria riconosce ogni sua grandezza dal Signore:«Soli Deo honor et gloria!». All'Augusta Trinitàogni onore, lode, virtù, ringraziamento, amore,adorazione per tutta l'eternità.

Maria loda Dio; ed io mi unisco a Lei: e perMaria, con Maria, in Maria canto e vogliocantare in terra ed in cielo:

L'anima mia loda il Signore; ed il mio spiritoesulta in Dio mio Salvatore; perché Egli ha rivoltolo sguardo alla bassezza della sua serva;ecco, da questo punto, tutte le generazioni michiameranno beata; perché grandi cose mi hafatto colui che è potente. Il suo nome è santo;la sua misericordia si effonde di generazione ingenerazione, sopra coloro che lo temono.

Ha operato prodigi col suo braccio; hadisperso i superbi nei disegni del loro cuore.

Ha rovesciato dal trono i potenti ed esaltatogli umili.

Ha riempito di beni gli affamati e rimandatoa mani vuote i ricchi.

Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosidella sua misericordia; come parlò ai Padri nostri;ad Abramo ed alla sua discendenza per tutti isecoli.

«In te spem meam totam ex animo collocavi»(S. Giov. Damasceno).

«Non est fas, o Domina, te posse deserereeum, qui spem suam ponit in te. Tantummodovelis salutem nostram, et vere nequaquam salviesse non poterimus» (S. Anselmo).

«Ave, filia Dei Patris; Ave, Mater Dei Filii:Ave, sponsa Spiritus Sancti; Ave, templumtotius Trinitatis» (Simon Garcia).

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DIVOZIONE A MARIA

IL SABATO ALLA MADONNA

E' pia usanza delle anime divote della Madonnadi consacrarLe un giorno per settimana. LaDomenica è il giorno del Signore, ed il Sabatoè il giorno della Madonna: quello, festa di precetto;questo, festa di divozione. S. Pier Damianifece su questa pratica leva per la redenzionedel suo secolo. Egli scrive: «Sabbatum quodrequies interpretatus, quo videlicet die Deusrequievisse legitur, satis congruae B. Virginidedicatur. Quam nimirum sibi Sapientia aedificat,atque in ea per humilitatis misterium, insacratissimo lectulo sequievit». Urbano II ordinò chenel Concilio di Clermont 1095, ogni sabato sicelebrasse l'Ufficio della Beata Vergine. I Carmelitanial Sabato hanno speciale divozione e nelsabato sperano liberazione dal Purgatorio per iconfratelli dell'Abitino. S. Pio V volle che nelsabato si conservasse l'Ufficio della B. Vergine;e S. Carlo Borromeo, ordinò che nel rito ambrosianoin ogni parrocchia, nei sabati non impeditisi celebrasse la Messa de Sancta Maria. Il primolibro notevole sul sabato dedicato a Maria, è delSac. Pellegrino Merula, di 400 pagine, «Il divotoe miracoloso sabato della Gran Madre di Dio,Maria Vergine»; meditazioni.

I vantaggi sono: un assicurare la continuitàdella protezione e grazie di Maria; un consacrarletutti i tempi dell'anno; un vivere in continuocontatto colla Madre.

Quali pratiche? Possono essere varie:

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Fra le principali: far la confessione settimanalein tale giorno; portarci al suo altare per unadivota visita; leggere un libro delle sue glorie;una mortificazione, un'opera di carità, recitareil Santo Rosario, fare la ComunioneSacramentale; ecc.

PREGHIAMO MARIA

Orazione di S. Luigi Gonzaga – O mia Signora, Mariaricevetemi sotto la vostra benedetta protezione e singolarecustodia, nel seno della vostra misericordia; a Voiraccomando oggi e sempre e nell'ora della mia morte l'animaed il corpo mio; a Voi affido ogni speranza e consolazione,ogni angustia e miseria, la vita e la morte mia; affinchéper la vostra santa intercessione e pei vostri meriti, tuttele opere mie siano regolate e disposte secondo la volontàdel vostro Figliolo e vostra. Così sia. (Ind. 200 g .).

ESEMPIO

IL RICORDO DI UNA MADRE MORENTE

Viveva a Parigi una povera vedova con unfiglio unico, che era tutta la sua delizia. Il defuntomarito, avendo perduto un nobile impiego,lasciò una desolante miseria. Questa buonamadre tra il dolore di aver perduto il consorte,che l'amava tra gli stenti e digiuni, a cui eracostretta dalla miseria, poco dopo infermò a morte.

Giunta agli estremi chiamò al letto ilfigliolo Ubaldo che non contava ancora 18 anni:«Ubaldo, disse, io son prossima a morire, vo'fare il mio testamento, come tutti i genitori fannopei loro figli». «E qual testamento, domandò

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il figlio, potete fare dal momento che nullapossediamo, anzi ci tormenta la più deplorevolepovertà?». «Ecco, ciò che ti lascio: metti la manosotto il mio capezzale, e troverai il regalo».Ubaldo, frugò ansioso, e trovò un Rosario.«Ecco, quanto ti lascio figlio mio: io non posseggoaltro, ma ti lascio abbastanza. Ricordati inmemoria della tua povera madre di recitarlo ognigiorno». Ubaldo con le lacrime agli occhi promisealla madre di non lasciarlo giammai, e rimastoal mondo così solo, senza mezzi da vivere,e senza mestieri, andò soldato in Crimea.

In breve passò ai più alti gradi della milizia,cosicché a trent'anni venne eletto colonnello. Apoco a poco però Ubaldo perdette ognisentimento cristiano.

Tuttavia lo credereste? mantenne sempre laparola data alla madre e non tralasciava maila recita del Rosario. Mentre lo recitava,pensava tra sé: In quale stato mi sono ridotto! Ohmia povera madre, se tu sapessi come sonodivenuto perverso! Recito il Rosario, ma io non hopiù religione, io non conosco più Dio. La miaanima è divenuta una sentina di vizi e di peccati.Mentre così rifletteva con la corona in manosentì battersi sulla spalla e dire: «Colonnello,siete ancora desto?». Ubaldo si volse indietroe vide che era il cappellano dell'armata; glidiede senza pensare la mano da stringere, ed ilcappellano in far ciò sentì fra le mani del colonnellola corona. «Oh! come, Colonnello, voi dunquedite ancora la corona? me ne rallegro; non vicredevo tanto pio».

Ubaldo volendosi giustificare, gli contò perfilo la storia di sua madre, e la cagione dei suoi

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sospiri. Il Cappellano approfittò di quel momentodi emozione per guadagnarlo; e lo confortòdicendogli che Iddio era così buono da perdonarglitutti i suoi trascorsi mancamenti, lo stimolò aconfessarsi, assicurandogli che avrebbe trovata lapace e la tranquillità del cuore.

Detto fatto: la grazia di Dio operò. Il Colonnello,pentito, colle lacrime agli occhi, fece la suaconfessione generale. Oh! non può descriversila gioia, la contentezza che provò. Ma... eccodi lì a poco suonano le trombe, si grida da ogniparte all'armi, il nemico s'accosta. Il Colonnellos'alza dal letto, schiera le sue truppe, e via a granmarcia incontro al nemico. Giunti sotto le muradi Galakoff, s'impegna un accanito combattimento;cadono da ogni parte i morti, presentandouno spettacolo straziante. Poche ore dopol'esercito francese riesce vittorioso; s’innalzano glievviva ed i soldati ebbri di gioia cantano lavittoria. Ma terminata la battaglia, e fattosi larassegna, si scoperse che il Colonnello, colpito dauna palla, era spirato sul campo del valore. IlRosario gli aveva aperto il cielo.

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LODE

Sotto l'ombra di bianca bandieraci siam stretti compatti in armata,e muoviamo una santa crociataper zelar della Vergin l'onor.

Ci derida dei tristi la schiera,insultando la nostra impotenza,ma nel cielo val più l'innocenzadell'età, della scienza, dell'or.

Cavalieri d'un'alma reginacol Rosario nostr'arma divinapugnerem e sarem vincitor.

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INDICE

PaginaGiorno Primo: Invito 7Giorno Secondo: Immacolata Concezione 18Giorno Terzo: Maria piena di Grazia 28Giorno Quarto: Madre di Dio 38Giorno Quinto: Dignità di Maria 49Giorno Sesto: Verginità di Maria 57Giorno Settimo: Maria Corredentrice, Mediatrice digrazia, Madre nostra 67Giorno Ottavo: Assunzione di Maria SS. 79Giorno Nono: Maria Regina degli Apostoli 88Giorno Decimo: Maria nella Sacra Liturgia 98Giorno Undicesimo: Fede di Maria SS. 109Giorno Decimosecondo: Speranza di Maria SS. 119Giorno Decimoterzo: Carità di Maria SS. 129Giorno Decimoquarto: Prudenza di Maria 138Giorno Decimoquinto: Giustizia di Maria SS. 149Giorno Decimosesto: Fortezza 159Giorno Decimosettimo: Temperanza 170Giorno Decimottavo: Ubbidienza 180Giorno Decimonono: Castità 189Giorno Ventesimo: Povertà 200Giorno Ventunesimo: Il culto a Maria 215Giorno Ventesimosecondo: Ave Maria (Parte prima) 225Giorno Ventesimoterzo: Ave Maria (Parte seconda) 236Giorno Ventesimoquarto: La Salve Regina (I) 246Giorno Ventesimoquinto: Salve Regina (II) 258Giorno Ventiseiesimo: Salve Regina (III) 271Giorno Ventisettesimo: Salve Regina (IV) 281Giorno Ventottesimo: Salve Regina (V) 293Giorno Ventinovesimo: Salve Regina (VI) 304Giorno Trentesimo: Litanie Lauretane 319Giorno Trentunesimo: Voglio lodare Maria 331

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V.o, per la Pia Società S. PaoloRoma, 20 Aprile 1938.

SAC. PIETRO OCCELLI, Rev. Del.

V.o, per la Curia Vesc. Alba, 24 Aprile 1938. DON LUIGI ROLFO.

Imprimatur:Albae P. 25 - IV - 1938 (XVI) + ALOYSIUS, Ep.