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Marzenego 5 Marzenego 5 – Tratto Urbano / Mestre, Ramo Beccherie (Pz. Cialdini) - Ferrovia VE-TS, Ramo Campana - Pz. Cialdini - Foce alle Rotte Lunghezza percorso fluviale: km. 7,70 Lunghezza con gli avvicinamenti: km. 8,40 Esplorazione effettuata nel febbraio 2013 Percorso parzialmente ad anello. Vedi (e scarica) le cartine di questo tratto § § § Il Marzenego, passata la ferrovia Venezia - Trieste (vedi la fine dal tratto 4), entra in Mestre “dove riceve le acque del Rio Cimetto, biforcandosi a circondare la città antica, con due bracci detti ramo Beccherie (o di San Lorenzo, a nord) e il ramo Campana (o delle Muneghe, a sud, in gran parte tombinato). Questi confluiscono poi nel canale artificiale Osellino”. [da Wikipedia, Fiume Marzenego] E’ interessante seguire ambedue i rami, perciò proponiamo un percorso che inizia dalla confluenza in Piazzale Cialdini, risale il fiume fino alla biforcazione, ridiscende seguendo l’altro ramo e chiude l’anello al punto di partenza. A questo punto seguiremo l’alveo (il cosiddetto Marzenego - Osellino, o semplicemente Osellino) fino alla foce nella laguna di Venezia. § § § Partiamo dal Piazzale Cialdini. [Coord. 45.493506, 12.245997] Il Piazzale Cialdini è l’esempio della sciatteria che ha caratterizzato Mestre per lunghi decenni. Ora (2/2013) sta per essere destinato ad una stazione di scambio delle linee del tram, e quindi si spera venga riqualificato almeno un po’. Non sarà semplice. Raggiungiamo il punto di partenza nel lato Ovest del Piazzale, dove il ramo Beccherie del Marzenego si immerge. Questo punto è regolato da una moderna diga mobile A sin.: La diga mobile di piazzale Cialdini. Una garzetta perplessa che regola sia il deflusso del fiume che il possibile riflusso dovuto alle alte maree. Ciò è opportuno in quanto a monte il letto del fiume si va restringendo e scorre tra e sotto le case, come vedremo. Noi, contrariamente al solito, seguiremo questo ramo del fiume risalendone la corrente. Subito dopo c’è la confluenza dei due rami. A sin.: La confluenza dei rami delle Beccherie (a destra) e della Campana (a sinistra) Nel triangolo che si forma è ospitato il mercato del pesce e delle erbe (ambedue ben forniti e frequentatissimi). Del ramo sinistro si vede però solo il breve tratto che riemerge da un lungo tombinamento. Si tratta del corso d’acqua interrato sotto l’attuale via Poerio, e che raggiungeremo quando avremo completato l’anello (vedi più avanti). Il ramo Nord è visibile dal Piazzale Cialdini, ma all’inizio non percorribile. Bisogna deviare per via san Pio X e al primo incrocio girare a sinistra per via Fapanni. Incontreremo subito un ponte (il primo) e di nuovo il nostro fiume. Giriamo a destra per Riviera Magellano (km. 0,15), in fondo alla quale il fiume passa sotto un edificio attraverso un ampio arco, facendo un bell’effetto che ricorda (alla lontana...) Treviso o Vicenza A sin.: Un breve tratto di fiume emerge in Riviera Magellano Pagina 1 di 5

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Marzenego 5

Marzenego 5 – Tratto Urbano /

Mestre, Ramo Beccherie (Pz. Cialdini) - Ferrovia VE-TS, Ramo Campana - Pz. Cialdini - Foce alle Rotte

Lunghezza percorso fluviale: km. 7,70Lunghezza con gli avvicinamenti: km. 8,40Esplorazione effettuata nel febbraio 2013

Percorso parzialmente ad anello.

Vedi (e scarica) le cartine di questo tratto

§ § §

Il Marzenego, passata la ferrovia Venezia - Trieste (vedi la fine dal tratto 4), entra in Mestre “dove riceve le acque del Rio Cimetto, biforcandosi a circondare la città antica, con due bracci detti ramo Beccherie (o di San Lorenzo, a nord) e il ramo Campana (o delle Muneghe, a sud, in gran parte tombinato). Questi confluiscono poi nel canale artificiale Osellino”. [da Wikipedia, Fiume Marzenego]

E’ interessante seguire ambedue i rami, perciò proponiamo un percorso che inizia dalla confluenza in Piazzale Cialdini, risale il fiume fino alla biforcazione, ridiscende seguendo l’altro ramo e chiude l’anello al punto di partenza. A questo punto seguiremo l’alveo (il cosiddetto Marzenego - Osellino, o semplicemente Osellino) fino alla foce nella laguna di Venezia.

§ § §

Partiamo dal Piazzale Cialdini. [Coord. 45.493506, 12.245997]

Il Piazzale Cialdini è l’esempio della sciatteria che ha caratterizzato Mestre per lunghi decenni. Ora (2/2013) sta per essere destinato ad una stazione di scambio delle linee del tram, e quindi si spera venga riqualificato almeno un po’. Non sarà semplice.

Raggiungiamo il punto di partenza nel lato Ovest del Piazzale, dove il ramo Beccherie del Marzenego si immerge.

Questo punto è regolato da una moderna diga mobile

A sin.: La diga mobile di piazzale Cialdini. Una garzetta perplessa

che regola sia il deflusso del fiume che il possibile riflusso dovuto alle alte maree. Ciò è opportuno in quanto a monte il letto del fiume si va restringendo e scorre tra e sotto le case, come vedremo.

Noi, contrariamente al solito, seguiremo questo ramo del fiume risalendone la corrente.

Subito dopo c’è la confluenza dei due rami.

A sin.: La confluenza dei rami delle Beccherie (a destra) e della Campana (a sinistra)

Nel triangolo che si forma è ospitato il mercato del pesce e delle erbe (ambedue ben forniti e frequentatissimi). Del ramo sinistro si vede però solo il breve tratto che riemerge da un lungo tombinamento. Si tratta del corso d’acqua interrato sotto l’attuale via Poerio, e che raggiungeremo quando avremo completato l’anello (vedi più avanti).

Il ramo Nord è visibile dal Piazzale Cialdini, ma all’inizio non percorribile. Bisogna deviare per via san Pio X e al primo incrocio girare a sinistra per via

Fapanni. Incontreremo subito un ponte (il primo) e di nuovo il nostro fiume. Giriamo a destra per Riviera Magellano (km. 0,15), in fondo alla quale il fiume passa sotto un edificio attraverso un ampio arco, facendo un bell’effetto che

ricorda (alla lontana...) Treviso o Vicenza

A sin.: Un breve tratto di fiume emerge in Riviera Magellano

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Si passa il fiume dal ponticello a sinistra (il secondo) e poco dopo si entra in Piazza Ferretto, ormai stretta come una via.

Di fronte a noi è stato collocato un piccolo belvedere con qualche panchina che si affaccia sull’angusto letto del Marzenego chiuso tra le case. Un angolo modesto, ma abbastanza pittoresco (km. 0,35).

A sin.: Il "belvedere" sul mini-canyon di Piazza Ferretto

Dobbiamo a questo punto fare una deviazione per riprendere più avanti il corso del fiume. Imbocchiamo a sinistra via Manin.

Quando più avanti questa gira decisamente a destra, si potrebbe avvivicinare di nuovo il fiume entrando nei vialetti che portano al Centro Culturale Candiani; ma essendo questo in ristrutturazione, ne siamo impediti dal relativo cantiere edile (6/2013).

Dobbiamo quindi proseguire per via Manin, girare a sinistra per via Einaudi, e prendere di nuovo a sinistra al primo incrocio per tornare verso il Centro

Culturale Candiani. Infatti troveremo un ponte (il terzo) e sotto il nostro fiume (km. 0,75).

Sulla nostra sinistra vedremo ancora il fiume lambire il Centro Culturale in un gradevole scorcio alberato (ma chiedendoci come si sia potuto costruire direttamente sull’argine contro i regolamenti ed il buon senso).

A sin.: Il Centro Culturale Candiani, costruito direttamente sulla riva del fiume

Individuato e attraversato un cancelletto alla testa del ponte potremo continuare a seguire l’argine da vicino percorrendo per breve tratto un vialetto all’interno di un piccolo giardino pubblico.

A sin.: Il passaggio che permette di costeggiare il fiume dal giardinetto

Un’altra deviazione obbligata ci fa uscire dal giardinetto, rientrare in via Einaudi e proseguire per una cinquantina di metri fino ad un posteggio costeggiato da un lato dal fiume.Seguiamolo, usciamo dal posteggio dalla porta ad Ovest su via Circonvallazione, attraversata la quale potremo continuare a seguire il fiume per la Riviera Giovanni Miani (km. 1,20).

A sin.: Il Marzenego dopo via Circonvallazione

Giovanni Miani era anche lui (si parva licet...) un esploratore di fiumi africani. Il quartiere costeggiato dalla Riviera Miani è particolare perché vi si riconosce la caratteristica tipica della casetta unifamiliare qui molto diffusa, insofferente di ogni regolazione o ricerca di uniformità nel territorio. Individualismo deciso, edifici di tutte le altezze e dimensioni e disposizioni, frenato però in qualche misura dall’esiguità dello spazio disponibile. L’aspetto disordinato si è comunque come sedimentato nel tempo e tutto sommato non è sgradevole.

Un ponticello (il quarto) sulla sinistra porta ad una zona di impianti sportivi: lo prenderemo fra non molto al ritorno.La riviera fa un’ultima curva a destra, mentre il Marzenego gira a sinistra: noi lo seguiamo lungo l’argine, benché il passaggio sia un po’ di fortuna: pochi metri e siamo arrivati all’inizio del ramo Nord del Marzenego. Ci troviamo di fronte ad un “quadrivio” (km. 1,60).

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A sin.: La confluenza del rio Cimetto (a destra) e l'inizio del ramo Campana (a sinistra)

Il ramo di destra (il Marzenego “extra-urbano”) scivola sotto la massicciata della ferrovia Venezia - Trieste: invalicabile. Poco male perché il tratto urbano del Marzenego, così definito dal Corpi Idrici, comincia poco più a monte. Infatti si può vedere da lontano una grossa chiusa (il “sostegno Marzenego”) che segue di poco i sottopassi di una normale strada asfaltata e subito dopo della doppia corsia della tangenziale

A sin.: Il “sostegno Marzenego”

Il ramo di centro è il rio Cimetto, affluente del Marzenego, che subito è tombinato. Secondo alcuni il ramo Sud del Marzenego, detto della Campana, appartiene a questo rio.Il ramo di sinistra invece è quello che seguiremo, poiché avrà una vicenda interessante.Per fare ciò torniamo indietro sulla Riviera Miani, ma questa volta prendiamo a destra il ponticello che porta verso gli impianti sportivi e il ramo inferiore del Marzenego

A sin.: Il ponticello che porta agli impianti sportivi

Alla sinistra avremo i campi da tennis, spesso coperti da grandi teloni gonfiati; a sinistra la palestra SPES con un grande parcheggio davanti, in fondo al quale ritroviamo il ramo del fiume che vedemmo al “quadrivio” (km. 1,85).

Questo canale si avvia con molti meandri verso via Circonvallazione:

Lo si può seguire attraversando un ponticello (il quinto) di ferro e acciaio e addentrandosi per pochi passi un un giardino boscoso, ben curato e tranquillo (la Villa Querini), finché sulla sinistra un altro ponte di acciaio (il sesto) porta sulla via Circonvallazione all’altezza dello spiazzo dove sorgeva il vecchio Ospedale

Civile di Mestre. Seguiamo il canale fino a che non passerà sotto la stessa via deviando verso sinistra. In alternativa è possibile non fare il ponte e proseguire per la stradina alberata fino alle stesso punto (km. 2,70).

A sin.: Il ramo Campana scompare sotto via Circonvallazione

Attraversata la strada, ci accorgiamo che il canale non riaffiora, bensì è stato interrato per creare la Riviera XX settembre, tratto pedonale alberato che porta diritto in centro (km. ).

A sin.: Riviera XX settembre: il ramo Campana vi passa sotto

All’altezza della galleria Vittorio Emanuele la strada cambia nome in Via Poerio. Qui è aperto (5/2013) un grosso cantiere per riportare alla luce il canale interrato che vi scorre sotto.

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A sin.: Una volta finiti i lavori, via Poerio non sarebbe male

Questo progetto di riqualificazione del Centro è molto controverso: è osteggiato soprattutto dai commercianti della zona che accusano i cantieri di danneggiare la loro attività, e dal pregiudizio diffuso tra loro contro le zone pedonali (salvo poi benedirle una volta realizzate). Si parla addirittura di ricoprire nuovamente il canale appena riportato alla luce: un episodio sconcertante!

La via Poerio gira sulla sinistra per costeggiare il centro commerciale Coin e sbocca all’entrata del mercato proprio dove si riemerge il ramo dell’Osellino

che abbiamo visto (e abbandonato) in piazzale Cialdini all’inizio del percorso (km. 3,50).

Il nostro circuito è così concluso. Ma ora seguiamo il Marzenego fino alla foce in laguna.Piazzale Cialdini è delimitato ad Est dalla via Colombo. Imbocchiamo il Ponte Colombo (il settimo) che passa sul fiume (che d’ora in poi assume anche un altro nome, l’Osellino).

E' questo il nome del canale che nel XVI secolo ha rettificato il corso del Marzenego e lo ha portato a sfociare nei pressi di Tessera - vedi sotto).Il ponte Colombo è costruito in pietra ed è ornato dallo stemma della città di Venezia e dalla data di costruzione (1925).Ha una qualche pretesa stilistica (più che artistica) ed è robusto tanto da sopportare il passaggio del tram.

Prendiamo quindi la Riviera Marco Polo, che costeggia la riva sinistra del Marzenego-Osellino.

A sin.: La riviera Marco Polo. E’ inverno.

Siamo in uno dei siti più gradevoli della città. Questo tratto è usato per il posteggio delle piccole barche da diporto, diposte a pettine a formare un piacevole colorato colpo d’occhio. All’inizio sull’altra riva è visibile la Clinica San Marco, un presidio sanitario che i cittadini del centro raggiungevano facilmente, ma che ora (5/2013) versa in gravi difficoltà.

A sin.: La Riviera si congiunge con la Via Vespucci (km. 4,25).

Il Marzenego sottopassa via Vespucci. Sulla destra si intravvede l’Istituto Foscari.

L’Osellino vi passa sotto per continuare poi il suo corso verso Sud-Est in un lungo rettilineo. Attraversiamo via Vespucci e prendiamo l’argine sinistro del fiume.

Il paesaggio a Nord dell’Osellino è un po’ disordinato, ma comunque prevalentemente agreste. E’ una piccola enclave verde rimasta libera dall’urbanizzazione, il cui esempio più imponente è il nuovo quartiere Pertini

(originariamente destinato ad alloggi provvisori per gli sfrattati in attesa di riassegnazione di una abitazione). Più a Nord è sorto un complesso di tre Istituti di scuola superiore e, oltre la via Pertini, diversi edifici commerciali (supermercati e uffici). Per fortuna parte del territorio è stato provvidenzialmente occupato dal Bosco di Mestre, (di cui parleremo tra poco).

Il sentiero sull’argine è però interrotto da una canale (che si prolunga sulla nostra sinistra (Nord) fino al proseguimento di via Pertini) (km. 5,25). E’ possibile attraversarlo, perché esiste un ponticello.

Se proseguiamo per 200 metri lungo questo fosso fino all’angolo nord del bosco, si noterà un curioso incrocio di canali (tecnicamente è una botte a sifone): quello che stiamo seguendo passa letteralmente sopra ad un altro fossato, il Collettore Acque Basse di Campalto, che proviene dall’incrocio tra via Sforza e via Bissagola, e arriva fino all’idrovora di Campalto. (Vedi l’Itinerario Collettore Acque Basse di Campalto)

Questo argine era percorso per esempio da alcuni insegnanti dell’Istituto Gritti che, provenendo da Venezia, scendevano dall’autobus in via Vespucci, utilizzavano la passerella ciclopedonale e proseguivano finché una breccia nel recinto dell’Istituto permetteva loro di entrare a scuola in orario. Ciò accadeva alla fine del secolo scorso. Altri tempi.Il tratto di argine dopo il ponticello è più piacevole perché costeggia un’area dove è stato piantato il Bosco Osellino, uno dei “Boschi di Mestre”, un progetto di largo respiro che tende a ridare alla città e ai suoi dintorni un polmone verde. Quest’area - larga circa 200 m e lunga 600 - è attrezzata per attività fisiche salutari.Quest’area è stata proposta come una possibile bacino di espansione dell’Osellino e dello scolmatore Acque Basse in caso di emergenza per piogge eccezionali o altro.

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A circa un terzo del tratto boscoso, l’Osellino è scavalcato da un ponte/passerella (l’ottavo) (km. 5,50) ciclopedonale in cemento che dal quartiere Pertini porta al Villaggio San Marco attraversando il bosco, abbreviando così la distanza verso il centro della città (è una possibile “via di fuga” verso gli autobus che passano per il viale).

La passerella ha un aspetto piuttosto gradevole, che mostra attenzione per la qualità dell’arredo urbano, ma la sua manutenzione lascia molto a desiderare.

Alla fine del bosco il fiume è scavalcato dal ponte (il nono) sulla via Pertini (km. 5,90), che segna la fine del nostro itinerario urbano propriamente detto. Infatti per arrivare alla foce in laguna dovremmo prendere l’argine sinistro che però è interrotto dal ponte di via Orlanda.

A sin.: Il ponte su via Orlanda

Per aggirare questo ostacolo dobbiamo fare una deviazione. Dalla via Pertini bisogna tornare su via Vespucci e poi raggiungere la passerella strallata ciclopedonale che porta al Parco di san Giuliano (km. 6,40) e seguire il primo tratto dell’Itinerario Osellino - Passo Campalto che qui riportiamo:

"Il Parco di San Giuliano si raggiunge dal Viale San Marco attraversando una passerella ciclo-pedonale sospesa ad un unico grande pilone centrale, che scavalca il grande raccordo che congiunge le direzioni verso Venezia e verso Treviso-Trieste.

Una volta nel parco, si prende la via rettilinea che continua la discesa dalla passerella, piegando leggermente a sinistra.Si raggiunge così il bordo del parco dove poco dopo si costeggia il vecchio forte Manin, non ancora restaurato e non visitabile (5/2013). Il fossato riceve acqua dal Canale Osellino che passa giusto dietro il forte e procede diritto.Costeggiando l’argine destro dell’Osellino, subito dopo il Forte, si stacca sulla destra il canale “alle Rotte”, regolato da una serie di chiuse, che dopo un breve tratto scarica in laguna: si tratta infatti della antica foce del Marzenego, trasportata dalla Serenissima più a Nord attraverso l’Osellino per contrastare l’interramento della laguna."

Raggiunta così la foce del Marzenego, la visita del suo tratto urbano può dirsi effettivamente conclusa, e con essa anche è completato l’itinerario del fiume Marzenego (km. 7,70).

Per raggiungere una linea di autobus per Mestre o Venezia tornare sul Viale San Marco all’inizio della passerella strallata (km. 0,70).

§ § §

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