6
“Voi siete miei Amici” AMICI DI GESU’ CROCIFISSO GESU' E’ CROCIFISSO Mc 15, 22-27 "Condussero dunque Gesù al luogo del Gòlgota, che significa luogo del cranio, e gli offrirono vino mescolato con mirra, ma egli non ne prese. Poi lo crocifissero e si divisero le sue vesti, tirando a sorte su di esse quello che ciascuno dovesse prendere. Erano le nove del mattino quando lo crocifissero. E l'iscrizione con il motivo della condanna diceva: Il re dei Giudei. Con lui crocifissero anche due ladroni, uno alla sua destra e uno alla sinistra" . Per la comprensione - Gli evangelisti non descrivono la crocifissione di Gesù; dicono semplicemente: “Lo crocifissero”. Tutti sapevano che cosa significava quella parola tremenda. - Il condannato veniva spogliato e gettato a terra; con due grossi chiodi gli venivano trapassati i carpi dei polsi e fissati saldamente al “patibulum” ; quindi veniva innalzato sul palo già confitto a terra, formando così la croce. Erano momenti di dolore atroce, da fare svenire il condannato e portarlo vicino al delirio e all’asfissia. A volte veniva posto al centro della croce un grosso piolo, sul quale si metteva a cavalcioni il crocifisso, per evitarne l’asfissia e prolungarne l’agonia. Venivano quindi trafitti i piedi, con uno o due chiodi. - “Erano le nove del mattino” precisa Marco: quindi Gesù dovette rimanere in croce molto più delle tre ore che siamo abituati a considerare. - “Al di sopra del suo capo, posero la motivazione scritta della sua condanna: «Questi è Gesù, il re dei Giudei» (Mt 27,.37). In genere la tavoletta con il motivo della condanna era appesa al collo del condannato. Era scritta in latino, greco ed ebraico: le lingue più diffuse allora e la lingua del condannato. - “Molti Giudei lessero questa iscrizione, perché il luogo dove fu crocifisso Gesù era vicino alla città. I sommi sacerdoti dei Giudei dissero allora a Pilato: «Non scrivere: il re dei Giudei, ma che egli ha detto: Io sono il re dei Giudei». Rispose Pilato: «Ciò che ho scritto, ho scritto» (Gv 19, 20-22). L’iscrizione era una ironia per Pilato, era una offesa per i Giudei, era una solenne proclamazione per noi. - “Con lui crocifissero anche due ladroni, uno alla sua destra e uno alla sinistra": era la corte di questo re strano e misterioso. Rifletti - “Lo crocifissero” : “Un Dio crocifisso!”, esclamava S. Paolo della Croce. Perché? Per chi? “Egli è stato trafitto per i nostri delitti, schiacciato per le nostre iniquità. Il castigo che ci dà salvezza si è abbattuto su di lui; per le sue piaghe noi siamo stati guariti (Is 53,6). “Hanno forato le mie mani e i miei piedi, posso contare tutte le mie ossa” (Sal 21,17): Amore e peccato: ecco le due grandi lezioni del Crocifisso. - Il Crocifisso ci predica l’infinito amore di Dio: “Dio ha tanto amato il mondo da sacrificare il suo Figlio unigenito” (Gv. 3,16). Il Figlio “mi ha amato e ha sacrificato se stesso per me” (Gal 2,20). “Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici” (Gv 15, 13). Gesù lo ha fatto per noi. Non erano necessari quei chiodi, quelle sofferenze, quella straziante agonia Non erano necessari alla giustizia: erano necessari all’Amore. - Il Crocifisso ci fa capire la gravità del peccato: “Se l’uomo non avesse peccato, Cristo non sarebbe morto sulla croce” (S. Agostino). Certi peccati ci possono sembrare leggeri. Ma i Santi ,che erano abituati a contemplare il Crocifisso, affermavano che non può essere considerata piccola cosa ciò che offende Dio e ha avuto bisogno della morte di Cristo per essere riparata e meritare il perdono. - “Popolo mio, che cosa ti ho fatto? In che cosa ti ho contristato? Rispondimi” (Mic 6,3): Gesù, non so risponderti; so solo che mi hai amato troppo. Fa che io possa capire e corrispondere al tuo amore infinito. Generated by Foxit PDF Creator © Foxit Software http://www.foxitsoftware.com For evaluation only.

marzo 1997

Embed Size (px)

DESCRIPTION

Per la comprensione GESU' E’ CROCIFISSO Mc 15, 22-27 Rifletti “Voi siete miei Amici” Generated by Foxit PDF Creator © Foxit Software http://www.foxitsoftware.com For evaluation only. LO SGUARDO FISSO SU GESU' CROCIFISSO Confronta Generated by Foxit PDF Creator © Foxit Software http://www.foxitsoftware.com For evaluation only. - LA LUNGA MESSA DI UNA VITTIMA Generated by Foxit PDF Creator © Foxit Software http://www.foxitsoftware.com For evaluation only.

Citation preview

Page 1: marzo 1997

“Voi siete miei Amici”

AMICI DI GESU’ CROCIFISSO GESU' E’ CROCIFISSO Mc 15, 22-27 "Condussero dunque Gesù al luogo del Gòlgota, che significa luogo del cranio, e gli offrirono vino mescolato con mirra, ma egli non ne prese. Poi lo crocifissero e si divisero le sue vesti, tirando a sorte su di esse quello che ciascuno dovesse prendere. Erano le nove del mattino quando lo crocifissero. E l'iscrizione con il motivo della condanna diceva: Il re dei Giudei. Con lui crocifissero anche due ladroni, uno alla sua destra e uno alla sinistra" .

Per la comprensione - Gli evangelisti non descrivono la crocifissione di Gesù; dicono semplicemente: “Lo crocifissero”. Tutti sapevano che cosa significava quella parola tremenda. - Il condannato veniva spogliato e gettato a terra; con due grossi chiodi gli venivano trapassati i carpi dei polsi e fissati saldamente al “patibulum” ; quindi veniva innalzato sul palo già confitto a terra, formando così la croce. Erano momenti di dolore atroce, da fare svenire il condannato e portarlo vicino al delirio e all’asfissia. A volte veniva posto al centro della croce un grosso piolo, sul quale si metteva a cavalcioni il crocifisso, per evitarne l’asfissia e prolungarne l’agonia. Venivano quindi trafitti i piedi, con uno o due chiodi. - “Erano le nove del mattino” precisa Marco: quindi Gesù dovette rimanere in croce molto più delle tre ore che siamo abituati a considerare. - “Al di sopra del suo capo, posero la motivazione scritta della sua condanna: «Questi è Gesù, il re dei Giudei» (Mt 27,.37). In genere la tavoletta con il motivo della condanna era appesa al collo del condannato. Era scritta in latino, greco ed ebraico: le lingue più diffuse allora e la lingua del condannato. - “Molti Giudei lessero questa iscrizione, perché il luogo dove fu crocifisso Gesù era vicino alla città. I sommi sacerdoti dei Giudei dissero allora a Pilato: «Non scrivere: il re dei Giudei, ma che egli ha detto: Io sono il re dei Giudei». Rispose Pilato: «Ciò che ho scritto, ho scritto» (Gv 19, 20-22). L’iscrizione era una ironia per Pilato, era una offesa per i Giudei, era una solenne proclamazione per noi. - “Con lui crocifissero anche due ladroni, uno alla sua destra e uno alla sinistra": era la corte di questo re strano e misterioso.

Rifletti - “Lo crocifissero” : “Un Dio crocifisso!”, esclamava S. Paolo della Croce. Perché? Per chi? “Egli è stato trafitto per i nostri delitti, schiacciato per le nostre iniquità. Il castigo che ci dà salvezza si è abbattuto su di lui; per le sue piaghe noi siamo stati guariti (Is 53,6). “Hanno forato le mie mani e i miei piedi, posso contare tutte le mie ossa” (Sal 21,17): Amore e peccato: ecco le due grandi lezioni del Crocifisso. - Il Crocifisso ci predica l’infinito amore di Dio: “Dio ha tanto amato il mondo da sacrificare il suo Figlio unigenito” (Gv. 3,16). Il Figlio “mi ha amato e ha sacrificato se stesso per me” (Gal 2,20). “Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici” (Gv 15, 13). Gesù lo ha fatto per noi. Non erano necessari quei chiodi, quelle sofferenze, quella straziante agonia Non erano necessari alla giustizia: erano necessari all’Amore. - Il Crocifisso ci fa capire la gravità del peccato: “Se l’uomo non avesse peccato, Cristo non sarebbe morto sulla croce” (S. Agostino). Certi peccati ci possono sembrare leggeri. Ma i Santi ,che erano abituati a contemplare il Crocifisso, affermavano che non può essere considerata piccola cosa ciò che offende Dio e ha avuto bisogno della morte di Cristo per essere riparata e meritare il perdono. - “Popolo mio, che cosa ti ho fatto? In che cosa ti ho contristato? Rispondimi” (Mic 6,3): Gesù, non so risponderti; so solo che mi hai amato troppo. Fa che io possa capire e corrispondere al tuo amore infinito.

Generated by Foxit PDF Creator © Foxit Softwarehttp://www.foxitsoftware.com For evaluation only.

Page 2: marzo 1997

- Gesù, ora sei immobile sul tuo trono: le tue mani, che hanno sparso tante benedizioni, che si sono posate sul capo di bambini e di malati, non possono più muoversi per benedire; i tuoi piedi di Buon Pastore, che hanno rincorso le pecorelle smarrite non possono più correre; ma ora con il sangue che sgorga dalle tue braccia spalancate sulla croce continui a benedire il mondo; ora con il tuo Amore infinito rincorri tutti i figli perduti. Attiraci a Te, Gesù e fa che non distacchiamo mai lo guardo e il cuore dalle tue piaghe che versano sangue per noi.

Confronta - “Quando sarò innalzato da terra attirerò tutti a me” (Gv 12, 32). Abbi spesso davanti agli occhi Gesù Crocifisso, lasciati attirare da Lui; ricordati continuamente di Lui.: tieni un bel Crocifisso al centro della tua casa, nel luogo del tuo lavoro. Soprattutto pianta il Crocifisso al centro del tuo cuore. - Sul “chirografo”, il cartello appeso alla croce di Gesù, sono scritti tutti i motivi della sua crocifissione: ci sono scritti tutti i tuoi peccati; cerca di cancellarli e ripeti spesso durante il giorno, con S. Paolo della Croce: “Signore, ti ringrazio che sei morto in croce per i miei peccati”. - Dall’alto della sua croce, Gesù ti ripete quanto diceva alla B. Angela da Foligno: “Non ti ho amato per scherzo”. L’amore chiede amore. Cerca di corrispondere a tanto amore di Dio, dando a Lui tutto l’amore del tuo cuore.

IL CAMMINO DEGLI AMICI

LO SGUARDO FISSO SU GESU' CROCIFISSO Ci chiamiamo "AMICI DI GESU' CROCIFISSO", perché "vogliamo vivere spiritualmente uniti presso la croce del Signore, "tenendo lo sguardo fisso su Gesù Crocifisso" (Confr. Eb 12,2), per apprendere da Lui la via dell'amore". Da questa indicazione fondamentale del nostro statuto scaturisce tutta la nostra spiritualità. Ci consacriamo a Gesù Crocifisso, per vivere la spiritualità dell'amore. facendo continua memoria della Passione di Gesù. Gesù desidera ardentemente che noi ricordiamo quanto Egli ha fatto e sofferto per noi. Ha parlato molte volte della sua Passione, prima che essa accadesse, per farci capire quanto Egli desidera che noi la ricordiamo. E' significativo che Gesù risorto, nello splendore della vita nuova nella gloria, abbia voluto conservare le sue piaghe, oramai gloriose, ma sempre piaghe. Agli apostoli "stupiti e spaventati", Gesù risorto diceva: "Guardate le mie mani e i miei piedi" (Lc 24, 37-39). In cielo, per tutta l'eternità, contempleremo questi segni dell'amore infinito di Dio per noi. A ogni fedele, ma specialmente a noi, Amici di Gesù Crocifisso, Gesù ripete l'invito accorato: "Guardate le mie mani e i miei piedi, cioè contemplate le mie piaghe, fate memoria della mia Passione, comprendete che non potevo amarvi di più, perché non c'è amore più grande di questo". Fare memoria della Passione di Gesù è il centro della nostra spiritualità, è il "carisma" particolare dato dal Signore per mezzo di S. Paolo della Croce alla Famiglia Passionista. I Passionisti esprimono questo carisma con un voto, il primo dei quattro voti con cui si consacrano a Cristo Crocifisso. Per il Passionista questo è il "voto fondamentale", che esprime il fine della sua vocazione e dà fisionomia, ispirazione e unità a tutta la sua vita: alla sua luce egli vive gli altri voti religiosi. Con questo voto la Congregazione Passionista prende il suo posto nella Chiesa e si consacra a compiere la sua missione. Anche per noi essere Amici di Gesù Crocifisso significa prima di tutto "fare memoria della Passione di Gesù", vivere alla sua luce e aiutare i fratelli a fare altrettanto. S. Paolo della Croce raccomanda tanto di tenere sempre nel cuore "le pene" di Gesù e ripete continuamente la sua parola d’ordine: "La Passione di N. S. Gesù Cristo sia sempre nei nostri cuori". Da qui l'importanza della meditazione assidua della Passione del Signore: è il mezzo più utile per conoscere Gesù Crocifisso: 15-30 minuti di meditazione giornaliera sulla Passione di Gesù possono trasformare una vita. Il nostro Fondatore ci ricorda che "il mezzo più efficace per sterminare i vizi e piantare nel cuore dei fedeli la vera pietà è la meditazione delle pene acerbissime del nostro Dio Salvatore". Per meditare la Passione di Gesù possiamo aiutarci con questi interrogativi, da usare con discernimento e libertà:

Generated by Foxit PDF Creator © Foxit Softwarehttp://www.foxitsoftware.com For evaluation only.

Page 3: marzo 1997

Chi è che soffre? Gesù, il Signore... il Figlio di Dio... "Un Dio flagellato! Un Dio crocifisso! Un Dio morto! Chi?.. Per chi?.. Ciò basta a tenerci in meditazione una eternità!" (S. Paolo della Croce). Che cosa soffre? E’ l’uomo dei dolori, nessuno ha mai sofferto come Lui. Perché soffre? Non è la cattiveria dei Giudei, non è la viltà di Pilato, ma sono i nostri peccati a inchiodarlo sulla croce., perché "si è caricato dei nostri peccati". Per chi soffre? Per tutti, per me in particolare; senza la sua Passione non avrei avuto speranza. Un Dio morto in croce per me!... Come soffre? In silenzio, con pazienza, con amore, con piena accettazione della Volontà del Padre. Ed ecco alcuni insegnamenti pratici di S. Paolo della Croce alla signorina Maria Ercolani sull’orazione in genere e in particolare sulla meditazione della Passione di Gesù: “La Passione di Gesù sia sempre nel suo cuore. Notizia più felice non mi poteva giungere quanto il sentire che lei si è data tutta a servire Gesù Cristo e che attende alla santa orazione mentale due volte al giorno. Oh, che ne sia sempre benedetto e ringraziato il gran Padre delle misericordie! O figliola benedetta! Fortunata lei se sarà fedele in perseverare, perché la corona non si concede se non ai perseveranti. Le raccomando di nuovo a non lasciar mai la santa orazione, come ha incominciato; in questa divina scuola lei imparerà ad essere obbediente a tutti, umile, modesta giorno e notte, mansueta, caritativa, con gran custodia dei sentimenti, massime degli occhi e della lingua, per conservare il santo silenzio, che è la chiave d’oro che custodisce tutte le virtù. Le dico ancora due parole sopra l’orazione mentale, perché il resto glielo insegnerà lo Spirito Santo. Quando lei ha fatto la preparazione, si figuri in questi principi di essere presente al mistero che medita, come avvenisse adesso. Se medita Gesù in agonia nell’orto, faccia come se fosse presente in quell’orto sola con lui, lo miri con compassione, ma con viva fede e con amore, raccolga quelle gocce del Sangue prezioso e gli domandi così: “Gesù mio caro, per chi patite?” Fate conto che vi risponda al cuore: “Figlia, patisco per te, per i tuoi peccati, perché ti amo”. Allora slanciatevi tutta ai suoi piedi santissimi, come faceva la santa penitente Maddalena, fermatevi un poco, baciateglieli in spirito e ditegli ciò che vi insegnerà il santo amore. Oh, che affetti di amore vi verranno! Domandategli le grazie delle sante virtù e durante il giorno portate il mistero meditato dentro l’oratorio del cuore e mirate in esso il dolce Gesù”. Ogni Amico di Gesù Crocifisso deve trovare il suo spazio quotidiano per stare ai piedi di Gesù Crocifisso e diventare uno specialista nel meditare la sua Passione. I Santi e l’esperienza quotidiana ci insegnano che il progresso e il regresso del cammino spirituale vanno di pari passo con il progresso o il regresso in questo santo esercizio.

I GRANDI AMICI DEL CROCIFISSO

- LA LUNGA MESSA DI UNA VITTIMA

Marta Robin (1902-1981) Marta Robin: umile contadina, vive per oltre 50 anni di sola Eucarestia; stigmatizzata, rivive nella sua vita tutta la Passione di Gesù, come Gemma Galgani, come altri grandi mistici: è stata definita il fenomeno più straordinario del nostro secolo. Nasce in Francia nel 1902, sesta figlia di contadini laboriosi, ma non troppo praticanti. A 16 anni, è colpita da una malattia misteriosa, che, nel giro di pochi anni, la riduce alla paralisi. Inchiodata a letto, incomincia il lungo calvario, illuminato dalla frequente presenza della Madonna, che diventa la sua guida. In un vecchio libro avuto a caso trova questa frase che la colpisce profondamente: “Tu cerchi la gioia, la dolcezza, invece è alla sofferenza che ti devi preparare. Perché vuoi la pace, quando sei fatta per la lotta?”. Marta capisce che era un messaggio per lei: il Signore la chiamava a partecipare alla sua Passione. Provò difficoltà, ribellione: “Ho lottato con Dio. Ho scelto Cristo dopo anni di angoscia. Ho resistito tante volte a Dio”. Poi si arrende e si dona totalmente a Lui, con un atto di pieno abbandono alla sua Volontà: era il 15 ottobre del 1925, festa di S. Teresa d’Avila: questa data segna l’avvenimento-chiave della vita di Marta Ecco alcuni passaggi di questo atto di abbandono:

Generated by Foxit PDF Creator © Foxit Softwarehttp://www.foxitsoftware.com For evaluation only.

Page 4: marzo 1997

“Signore, mio Dio, voi avete chiesto tutto alla vostra piccola serva: prendete dunque e ricevete tutto. In questo giorno mi dono a voi senza riserva e senza ripensamenti. O diletto dell’anima mia! Siete voi solo che io desidero e per amor vostro rinuncio a tutto.... O Salvatore adorabile, ricevete l’immolazione che ogni giorno e ogni ora vi offro in silenzio; degnatevi di gradirla e cambiatela in grazie e benedizioni per tutti coloro che amo, per la conversione dei peccatori e la santificazione delle anime.... Accetto con amore tutto ciò che mi viene da voi: pena, dolore, gioia, consolazione, indifferenza, abbandono, trascuratezza, disprezzo, umiliazione, lavoro, sofferenza, prova, tutto ciò che voi volete, o Gesù... Se dovessi indietreggiare davanti alla sofferenza e alla croce e disertare il vostro cammino d’amore, fatemi la grazia di morire all’istante....”. Tutto il resto della vita di Marta sarà una attuazione di questa offerta di amore. Non indietreggerà mai davanti alla croce. Nel 1926 rimane a lungo in agonia; si pensa alla sua fine; invece si riprende, dopo un’apparizione di S. Teresa del Bambino Gesù, che le annuncia che dovrà continuare sulla terra la sua opera. A partire dal 1928 è totalmente paralizzata: non può muovere neppure le mani e non può più deglutire: inizia l’anoressia totale, che durerà fino alla morte: per oltre 50 anni Marta si nutrirà solo dell’Ostia consacrata, che peraltro non viene inghiottita, ma “aspirata”: sparisce appena deposta sulle sue labbra. Nel 1930 riceve le “stimmate”: le appare Gesù Crocifisso, che con la luce che emana le perfora le mani, i piedi e il costato e le pone una corona di spine sul capo. Da quel giorno Marta rivivrà ogni venerdì la passione di Cristo. Accetta tutto come un martirio di amore, un’ostia vivente, una partecipazione mistica alle sofferenze di Cristo, per la salvezza del mondo. Questo stato di vittima non la porta alla solitudine, ma apre il suo cuore e la sua cameretta di contadina al mondo intero. Nel 1933 Gesù le spiega che dovrà creare un “foyer di amore”, un luogo di preghiera e carità, che dovrà diffondersi nel mondo. Intanto alla paralisi si aggiunge la quasi totale cecità; deve vivere al buio. Ciò nonostante la sua vita è attivissima: riceve 50-60 persone al giorno, e con disponibilità totale ascolta e spiega, converte e rasserena. Il filosofo Jean Guitton la visita una quarantina di volte, profondamente colpito da questa umile contadina, che non è mai uscita dalla sua fattoria, ma sa aiutare e illuminare la gente semplice, ma anche teologi e scienziati. Ha il dono della veggenza, della scrutazione dei cuori, una infinita capacità di donare amore e serenità e di prendere su di sé i mali degli altri. Non pensa a se stessa, a tutti i suoi mali, ma si preoccupa dei malati, dei sofferenti. Dirà: “Avrei sorvolato monti e valli, se mi avessero lasciato fare, per andare a visitare un malato, non per curarlo, ma per amarlo”. Le viene offerto un pellegrinaggio gratuito a Lourdes: lo desiderava tanto, ma cede il suo posto a una malata che ne aveva espresso il desiderio. A sostenerla c’è solo la Comunione, unico suo nutrimento per 50 anni e l’unione mistica, profondissima, con Gesù Crocifisso. Dalla sua cattedra di dolore e di amore Marta comunicava a tutti la straordinaria sapienza della Croce. Ecco alcuni suoi pensieri, dono dello Spirito e frutto di una profonda esperienza mistica. - “Fiat! Ho tanto bisogno di dire spesso questo fiat, che mi unisce a Gesù e a Maria e che consuma la mia immolazione. Mi sembra di non essere che una piccolissima cosa nelle braccia di Dio e che resterò così fino alla morte. E’ tutto buono ciò che viene da Dio”. - “Sperimento quanto è dolce amare, anche nella sofferenza, anzi, direi soprattutto nella sofferenza: perché la sofferenza è la scuola incomparabile del vero amore. Si impara ad amare e si ama veramente solo nella sofferenza”: - “E’ facile maledire la prova... ma l’anima che una volta ha fissato il suo sguardo sulla croce redentrice di Cristo, che si è una volta chiesta: “Perché un Dio sofferente?”, sente, a differenza di tutto ciò che la ragione afferma davanti al misterioso dramma della sofferenza, che è certamente la sua migliore amica e che le dà le più grandi ricchezze che possa desiderare. Il dolore scandalizza coloro che si ripiegano e si rinchiudono in se stessi, santifica coloro che si sforzano di guardare verso Gesù, di aver fede in Gesù, di amare Gesù, di prendere su di sé la croce di Gesù e camminare al suo seguito con umiltà e amore. E’ la follia della croce”. Il 6 febbraio 1981 Marta Robin concludeva la lunga celebrazione della sua messa sulla terra. Nel 1989 la Chiesa iniziava il processo per la sua beatificazione.

TESTIMONIANZE La nostra bellissima famiglia

Generated by Foxit PDF Creator © Foxit Softwarehttp://www.foxitsoftware.com For evaluation only.

Page 5: marzo 1997

“L’arrivo di Tendopoli nella mia casa porta sempre tanta gioia. Metto il giornalino sempre ben in vista, affinché tutti possano leggerlo. Questo mese ho sentito un forte desiderio di scriverti, perché sto vivendo un periodo particolare, un grande amore per Gesù, che mi fa sentire tanta sete di Lui, della sua parola. Ciò a volte mi procura ansia, perché temo di non riuscire a comprendere ciò che Lui vuole da me. Comunque sono anche fiduciosa e serena, perché confido in Gesù e non mi fanno paura le difficoltà e gli eventi contrari. Gesù mi ha tanto cambiata da come ero prima. Sono stata fortunata ad accorgermene in gioventù, perché spero di avere ancora molto tempo da dedicare al Signore. Gesù mi ha sempre amata ed era sempre con me, anche quando le mie scelte erano sbagliate, perché non venivano da Lui. Ora mi ha fatto incontrare un uomo di animo trasparente e veramente maturo, con il quale intraprendere il cammino che ci porterà a Gesù e a formare una famiglia cristiana, che non sarà la mia, ma di Cristo, perché debbo tutto a Lui. Abbiamo tanta strada da fare, ma non siamo soli: c’è sempre con noi una Terza Persona che non ci abbandona mai, Vorrei salutare ringraziare tutti gli Amici di Gesù Crocifisso, con l’augurio di non dovermi mai staccare da questa nostra bellissima famiglia”. Antonella Esigenze della vera amicizia “Il Signore mi sta ammaestrando, per rendermi chiaro l’impegno che vorrei assumere, con la consacrazione solenne a Gesù Crocifisso, perché ne sia cosciente nel vero senso della parola. L’AMICO Gesù esige la risposta con la nostra AMICIZIA e per me la parola amicizia mi dice UNIFORMITA’ di idee, di giudizio e di volontà. Due amici hanno di mira di vivere un po’ la stessa vita, perché mettono insieme i propri gusti e desideri. Per la Quaresima, oltre alla meditazione più assidua sulla Passione, mi fermerò ad approfondire una stazione della Via Crucis. Si potrebbe proporre anche ai gruppi. Si potrebbe tirare a sorte una stazione della Via Crucis per ciascuno e su questa fare l’applicazione pratica per la propria vita come fraternità e magari comunicarsi la propria esperienza”. Amica di G. C. Amica della prima ora “Faccio parte degli Amici di G. C. da quando ci siamo conosciuti a Frontignano, nell’agosto del 1990. Ma la mia appartenenza si limita ad andare a Messa tutti i giorni, a recitare quotidianamente la “Promessa di Amore”, a leggere la pagina degli Amici, che gradisco molto, ma debbo essere sincera di approfondimenti della Passione di Gesù ne faccio pochi. Mi piacerebbe partecipare alle vostre riunioni; ma mi rimane difficile, perché sono lontana, vedova, e di conseguenza senza qualcuno disponibile ad accompagnarmi a Morrovalle”. Gianna

COMUNICAZIONI

Incontro dei Responsabili Il primo marzo 1997 si è svolto a Morrovalle l’incontro degli Assistenti spirituali e dei Responsabili degli Amici di G. C. Erano presenti: P. Alberto Pierangioli, P. Bruno De Luca, P. Adalberto di Donato, P. Natale Panetta, P. Cherubino Satriano e 25 responsabili e animatori delle Fraternità di Morrovalle, Civitanova, Porto S. Elpidio, Macerata, Madonna della Stella, Palmanova e i responsabili dei gruppi-famiglia.. Ecco alcuni degli argomenti più importanti che sono stati trattati: Consacrazione solenne a Gesù Crocifisso: si farà a Morrovalle il 23 novembre; per quelli che non possono venire a Morrovalle si concorderà altre date nelle varie fraternità. Gli iscritti che vivono in regioni dove non sono ancora sorte Fraternità e che desiderano fare questa consacrazione, si devono mettere in contatto con il P. Alberto, che stabilirà le modalità della preparazione e un legame almeno spirituale con una delle Fraternità esistenti. Situazione delle Fraternità: in genere è buona. Si deve approfondire il cammino. Si nota con piacere che stanno crescendo le piccole fraternità che si riuniscono presso una famiglia, presso qualche malato, specialmente a Civitanova, ma anche in altre località. Queste fraternità familiari servono ad approfondire il cammino in piccoli gruppi e vengono incontro ad Amici che hanno difficoltà serie a partecipare al gruppo grande. Ma almeno i responsabili di questi piccoli gruppi devono partecipare al gruppo grande, per camminare in sintonia. E’ bene che i responsabili di ogni fraternità si incontrino almeno una volta al mese.

Generated by Foxit PDF Creator © Foxit Softwarehttp://www.foxitsoftware.com For evaluation only.

Page 6: marzo 1997

Il Consiglio Generale degli Amici per ora rimane invariato: Presidente: Serafino Vito. Consiglieri: Morrovalle: Perugini Gemma; Civitanova: Iucci Piera; Macerata: Francesco Valori; Porto S. Elpidio. Fermani Caterina, Pescosansonesco: Odoardi Anna; Palmanova: Morlacco Luisa. Delegati al Consiglio Nazionale del Movimento Laicale Passionista: Serafino Vito, Francesco Valori, Iucci Piera. Giornata di ritiro e riflessione per i responsabili delle Fraternità e gruppi familiari:: Morrovalle, 27 settembre. Giornata Nazionale degli Amici: Morrovalle, 23 novembre 1997. Esercizi Spirituali: Santuario di San Gabriele (TE), 18-23 agosto 1997. E’ stato espresso il desiderio che si abbia un tema con una catechesi fondamentale ogni giorno, più tempo per il confronto di gruppo e per la riflessione personale. AVVISI: - Ritiri Mensili a Morrovalle: 14 aprile - 18 maggio - 1 giugno. - Venerdì Santo, 28 marzo: Morrovalle: Ore 16,00: Rinnovo comunitario della Promessa di Amore, al termine della solenne Liturgia della Passione. Civitanova: Ore 21,00: adorazione e contemplazione della Croce.

*************** Sinceri ringraziamenti a tutti coloro che hanno inviato la loro offerta per le spese di stampa

A TUTTI GLI AMICI GLI AUGURI PIU’ CARI DI BUONA PASUA!

P.Alberto Pierangioli

Generated by Foxit PDF Creator © Foxit Softwarehttp://www.foxitsoftware.com For evaluation only.