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Sviluppo di un sedicesimo (segnatura) e ricerca sull'esperienza del designer milanese Massimo Vignelli. Progetto a scopo esclusivamente didattico.
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La vita di un designer è una vita di lotta:
una lotta contro il brutto.
Massimo Vignelli
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L’architetto e designer Massimo Vignelli
(Milano, 10 gennaio 1931) è stato uno
dei principali artefici del rinnovamento
della grafica italiana.
Oltre ad aver insegnato negli istituti di design
più importanti del mondo, è stato, anche,
presidente dell’AGI (Alliance Graphique
Internationale), presidente dell’AIGA (American
Institute of Graphic Art), vicepresidente
dell’Architectural League di New York e membro
dell’IDSA (Industrial Designers Society of
America).
Il designer milanese vanta collaborazioni con
industrie di importanza mondiale come Olivetti,
Benetton, American Airlines, Ducati, Knoll.
Nel 1960 apre, a Milano, il suo primo studio,
nel quale lavora con la moglie fino al 1964.
Trasferitosi negli Stati Uniti, quello stesso anno
fonda, insieme a cinque soci (Bob Noorda, James
Fogelman, Wally Gutches, e Larry Klein), lo
studio Unimark International, il quale diventa,
in poco tempo, uno degli studi di design più
“Una vita è troppo breve per
fare tutto.”
Massimo Vignelli
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1981 | Knoll Design
La storia completa
dell’azienda Knoll,
raccontata graficamente da
Vignelli.
1985 | Guida cani e gatti
[pagina a fianco]
Volume cartonato, formato
120x120 mm, dotato di
sovracoperta, con 308
pagine, 413 illustrazioni e
230 tavole a colori.
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importanti al mondo.
Nel 1971 lascia lo studio associato e, insieme
alla moglie, fonda a New York la Vignelli
Associates.
Design is One è il motto che ha segnato
l’approccio della coppia al design: il design è uno
solo. Se si è in grado di progettare una cosa, si
può progettare tutto e se qualcosa non si trova,
basta disegnarla.
Lo stile di Vignelli si focalizza sulla semplicità,
attraverso l’impiego di forme geometriche di
base, diventando sinonimo di un’eleganza
tradizionalmente riconducibile all’estetica
modernista, capace di trasmettere chiarezza,
bellezza e funzionalità.
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“Io ero quello con la matita
in mano, Lella quella con il
forte senso critico.”
Massimo Vignelli
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1971 | The Herald
Primo giornale al mondo ad
essere regolato da un sistema
di gabbie compositive. È
stato progettato utilizzando
una griglia modulare
composta da 102 rettangoli.
1978 | Skyline
Inconfondibile per il titolo
d’impatto - in maiuscolo,
grassetto, sans serif - e le
bande nere sulla copertina,
utilizzate per separare i
diversi livelli di lettura.
[pagina a fianco]
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1978 | The European
Journal
Per Vignelli il graphic design ha l’obiettivo
di organizzare le informazioni attraverso un
atteggiamento fondamentalmente oggettivo.
Il suo design, intellettualmente elegante, ha lo
scopo di durare nel tempo, senza cadere nella
volgarità tipica delle mode contemporanee.
L’efficacia di un progetto non dipende soltanto
dalla forza visiva, ma è altrettanto importante che
esso si fondi sul messaggio e sul suo significato.
Non bisogna dimenticare che i designer hanno
una grande responsabilità etica e morale verso
se stessi, verso il cliente e, soprattutto, verso
il pubblico. Per questo, il designer è tenuto a
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seguire regole di base che lo aiutino a progettare
un design durevole nel tempo.
Vignelli, approfondendo e utilizzando le
tecniche dei grandi Maestri, attraverso
numerose pubblicazioni, ha potuto trasmettere
la conoscenza delle regole di base del design
grafico. Egli sostiene che gabbie e griglie
d’impaginazione siano strumenti importantissimi
per l’organizzazione degli elementi sulla pagina.
Esse sono composte da un certo numero di
moduli e, per questo motivo, possiamo creare
infinite combinazioni, traendone vantaggi visivi
ed economici. Comunque, la scelta del layout è
sempre determinata dal contenuto del progetto
e dal tipo di prodotto editoriale che si intende
realizzare.
Attraverso il computer è possibile ottenere
griglie più complesse e precise, insieme a layout
più articolati e dinamici. Per essere forte, il
layout deve anche tener conto della sequenza
cinematica delle pagine. Nel caso specifico
dei libri, per esempio, si tende a ricercare un
Un esempio di layout
realizzato per un prodotto
editoriale Knoll.
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layout molto semplice e impercettibile, in cui
la sequenza è determinata, in modo automatico,
dalla pubblicazione stessa.
Generalmente, egli predilige una composizione
tipografica allineata a sinistra, poiché, oltre ad
essere esteticamente gratificante, aiuta l’occhio
durante la lettura.
Per Vignelli il bianco tipografico ha
1963 | Biblioteca Sansoni
I libri tascabili di questa
linea editoriale sono
caratterizzati dal titolo
ruotato lateralmente. Esso
ha l’obiettivo di introdurre,
in copertina, il carattere
tipografico di grandi
dimensioni per creare un
forte impatto visivo al
momento dell’acquisto.
un’importanza fondamentale, in quanto aiuta
a definire la gerarchia di ogni elemento del
messaggio e a collocarlo nel contesto della
pagina.
Egli sostiene che il rapporto tra proporzioni e
dimensioni tipografiche possa essere utilizzato
per creare particolari effetti visivi. Nonostante
ciò, preferisce mantenere le stesse dimensioni
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per i titoli di testa e i sottotitoli, variandone il
peso e la distanza.
È interessante rilevare che, nel corso degli
anni, Vignelli abbia utilizzato, per le sue
composizioni grafiche, esclusivamente quattro
caratteri tipografici: Garamond, Bodoni, Century
Expanded, Helvetica.
All’interno dei suoi lavori, l’eleganza
intellettuale è evidenziata dal sapiente e
logico uso dei pesi dei caratteri (bold, regular
e light), insieme al rifiuto di qualsiasi tipo di
deformazione e alla relativa presenza di elementi
decorativi.
1973 | Collana Feltrinelli
Realizzata con la
collaborazione di Bob
Noorda, suo socio presso la
Unimark.
2007 | Vignelli from A to Z
Libro in cui Vignelli
affronta, nel dettaglio, ogni
tematica tecnica del design.
Ci piace che il design sia visivamente potente,
intellettualmente elegante e soprattutto senza tempo.
Massimo Vignelli
A cura di
Fabrizia Rosa Corinna Giuffrida