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© Pearson Italia S.p.A. 1 Materiali per formazione Pearson Academy a.s. 2018/2019 Prima prova del nuovo esame di Stato Tipologia A - Analisi e interpretazione di un testo letterario italiano Umberto Saba, Distacco Umberto Saba nasce a Trieste nel 1883 e pubblica per la prima volta nel 1921 la raccolta di poesie intitolata Canzoniere; muore nel 1957 a Gorizia. La poesia Distacco è stata composta tra febbraio e marzo del 1933 e appartiene alla sezione del Canzoniere intitolata Parole. Secondo quanto Saba stesso scrive in Storia e cronistoria del Canzoniere, in questo testo «il poeta prevede che dovrà, prima o poi, abbandonare la sua città natale». Muta il destino lentamente, a un’ora precipita. Per lui dovrò lasciarti, mia città così aspra e maliosa, dove in fondo a una bigia via è il celeste 5 mare. La tua scontrosa grazia saluterò, già vecchi amici e pietre bacerò – cuore fedele –; come piange il fanciullo sopra il seno amaro, a distaccarsene per sempre. (Umberto Saba, Distacco, in Il canzoniere, Einaudi, Torino 2004) 3. maliosa: affascinante. 1. COMPRENSIONE DEL TESTO In base al contenuto la poesia si può dividere in tre parti. Individuale e sintetizzale con riferimento al testo. Le tre parti del testo sono le seguenti: dal v. 1 all’inizio del v. 2 («precipita»); dalla seconda metà del v. 2 («Per lui dovrò lasciarti») all’inizio del v. 5 («mare») e dalla seconda metà del v. 5 («La tua scontrosa») alla fine. La prima parte contiene un’affermazione generale: le cose cambiano lentamente, ma all’improvviso («a un’ora», v. 1) accade che il destino acceleri e precipiti. La seconda parte comprende un’apostrofe del poeta alla propria città, che egli definisce dura e sdegnosa («aspra», v. 3) ma anche affascinante («maliosa», v. 3), e che sa di dovere lasciare. Nella terza parte il poeta descrive l’addio: dovrà salutare la bellezza dei luoghi cittadini, gli amici, tutto ciò a cui si sente più legato («cuore fedele», v. 7), e piangerà come un bambino costretto a lasciare per sempre chi lo ha nutrito e poi lo respinge («seno / amaro», vv. 8-9). 2. ANALISI DEL TESTO 2.1 Osserva la forma della poesia e descrivine la struttura: strofe, versi e loro misura. Il v. 2 e il v. 5 sono spezzati e distribuiti su due righe in modo simmetrico. Questa scelta grafica isola e attribuisce rilievo visivo alla frase compresa tra «Per lui» e «mare», il cui contenuto può essere considerato centrale nella poesia. Spiega perché.

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Materiali per formazione Pearson Academy a.s. 2018/2019

Prima prova del nuovo esame di Stato Tipologia A - Analisi e interpretazione di un testo letterario italiano

Umberto Saba, Distacco Umberto Saba nasce a Trieste nel 1883 e pubblica per la prima volta nel 1921 la raccolta di poesie intitolata Canzoniere; muore nel 1957 a Gorizia. La poesia Distacco è stata composta tra febbraio e marzo del 1933 e appartiene alla sezione del Canzoniere intitolata Parole. Secondo quanto Saba stesso scrive in Storia e cronistoria del Canzoniere, in questo testo «il poeta prevede che dovrà, prima o poi, abbandonare la sua città natale».

Muta il destino lentamente, a un’ora precipita. Per lui dovrò lasciarti, mia città così aspra e maliosa, dove in fondo a una bigia via è il celeste 5 mare. La tua scontrosa grazia saluterò, già vecchi amici e pietre bacerò – cuore fedele –; come piange il fanciullo sopra il seno amaro, a distaccarsene per sempre. (Umberto Saba, Distacco, in Il canzoniere, Einaudi, Torino 2004)

3. maliosa: affascinante. 1. COMPRENSIONE DEL TESTO In base al contenuto la poesia si può dividere in tre parti. Individuale e sintetizzale con riferimento al testo. Le tre parti del testo sono le seguenti: dal v. 1 all’inizio del v. 2 («precipita»); dalla seconda metà del v. 2 («Per lui dovrò lasciarti») all’inizio del v. 5 («mare») e dalla seconda metà del v. 5 («La tua scontrosa») alla fine. La prima parte contiene un’affermazione generale: le cose cambiano lentamente, ma all’improvviso («a un’ora», v. 1) accade che il destino acceleri e precipiti. La seconda parte comprende un’apostrofe del poeta alla propria città, che egli definisce dura e sdegnosa («aspra», v. 3) ma anche affascinante («maliosa», v. 3), e che sa di dovere lasciare. Nella terza parte il poeta descrive l’addio: dovrà salutare la bellezza dei luoghi cittadini, gli amici, tutto ciò a cui si sente più legato («cuore fedele», v. 7), e piangerà come un bambino costretto a lasciare per sempre chi lo ha nutrito e poi lo respinge («seno / amaro», vv. 8-9). 2. ANALISI DEL TESTO 2.1 Osserva la forma della poesia e descrivine la struttura: strofe, versi e loro misura. Il v. 2 e il v. 5 sono spezzati e distribuiti su due righe in modo simmetrico. Questa scelta grafica isola e attribuisce rilievo visivo alla frase compresa tra «Per lui» e «mare», il cui contenuto può essere considerato centrale nella poesia. Spiega perché.

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La poesia è costituita da una sola strofa di 9 versi, tutti endecasillabi tranne il verso 5, che è un settenario. Il v. 2 e il v. 5, benché di misura diversa (uno è un endecasillabo l’altro un settenario), hanno una struttura simmetrica, perché sono aperti da una parola isolata, unita per enjambement con il verso precedente e isolata dal séguito da un punto fermo. Nella frase compresa tra i due versi spezzati il poeta dichiara alla propria città di essere costretto a lasciarla, ovvero esprime il tema principale della poesia, quello del distacco involontario già anticipato dal titolo. 2.2 Come puoi interpretare le numerose opposizioni, per lo più spezzate dagli enjambements, con cui il poeta descrive Trieste? Individuale e spiegale, soffermandoti in particolare sull’espressione «seno / amaro» (vv. 8-9). La descrizione di Trieste, a cui Saba è legato da caldo affetto ma da cui si sente anche deluso perché non ha ottenuto i riconoscimenti attesi, è compiuta attraverso una serie di parole opposte, che sottolineano la sua contraddittoria bellezza («bigia via» - «celeste / mare», vv. 4-5) e la sua natura di patria affettiva ma ingrata nei confronti del poeta («aspra e maliosa», v. 3; «scontrosa / grazia», vv. 5-6; «seno / amaro», vv. 8-9). In particolare l’espressione «seno / amaro» allude alla città come a una madre che tradisce e respinge il figlio di cui dovrebbe avere cura, provocandone il pianto. L’opposizione «vecchi amici / e pietre» (vv. 6-7) rivela infine che il poeta ama di Trieste non soltanto gli amici che conosce da tempo, ma anche gli edifici, che sono per lui vere e proprie architetture dell’anima. I contrasti lessicali sono messi spesso in risalto dagli enjambements, che separano tra loro termini uniti sul piano grammaticale ma opposti nel contenuto.

2.3 Commenta il titolo Distacco, collegandolo allo stato d’animo del poeta e mettendolo in relazione con altre parole ed espressioni del testo che rinviano al tema della separazione forzata e improvvisa. Il titolo Distacco evidenzia lo stato d’animo angosciato del poeta, costretto a separarsi per sempre da un luogo a cui è legato da profondo affetto. Il tema della separazione improvvisa e involontaria è centrale nella poesia, ed è introdotto già al secondo verso dal verbo «precipita», che esprime con grande risalto (per il suo isolamento nel verso spezzato) l’azione fulminea del destino. Il contrasto tra la gradualità degli ordinari cambiamenti e le svolte drammatiche e impreviste dell’esistenza è inoltre evidenziato dal chiasmo «Muta il destino lentamente, a un’ora / precipita» (v. 1).

2.4 Quale immagine di sé traccia l’io lirico in questa poesia? L’io lirico si mostra dolente, lacerato dall’imminenza di un addio che comporterà per lui una condizione di isolamento e di abbandono. Egli rappresenta sé stesso attraverso due atti fortemente affettivi e infantili: il baciare («bacerò», v. 7) e il piangere («come piange il fanciullo», v. 8), che lo connotano come un figlio devoto e sconsolato.

3. APPROFONDIMENTI [In questa parte della prova ti suggeriamo tre ambiti di approfondimento tra i quali puoi scegliere per allenarti alle diverse proposte che potranno essere contenute nella traccia dell’esame di Stato]

A partire dalla poesia Distacco di Umberto Saba, elabora un approfondimento scegliendo tra i seguenti aspetti sulla base delle tue conoscenze e letture. Ricorda di mantenere il collegamento con il testo che hai analizzato.

- Trieste nella formazione e nella poesia di Saba. - Luoghi amati o rifiutati nella letteratura tra Ottocento e Novecento. - La difficoltà a lasciare un luogo che si è molto amato.

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Prima prova del nuovo esame di Stato Tipologia A - Analisi e interpretazione di un testo letterario italiano

Beppe Fenoglio, Una questione privata Beppe Fenoglio (1922-1963), nato ad Alba, ha combattuto come partigiano sulle colline delle Langhe durante la Seconda guerra mondiale. Appassionato di lingua e letteratura inglese, ha lavorato come impiegato per molti anni e si è dedicato contemporaneamente alla scrittura. Il vero successo di pubblico e di critica è giunto postumo, legato ai romanzi Una questione privata e Il partigiano Johnny. Il passo che segue è tratto da Una questione privata. Il giovane partigiano Milton, innamorato di una ragazza, Fulvia, ha il dubbio che tra Fulvia e il loro comune amico Giorgio ci sia stata una relazione ed è divorato dalla necessità di sapere. Nel passo che segue, Milton ha appena ottenuto dal comandante il permesso di allontanarsi per andare il giorno dopo a Mango, dove si trova la brigata nella quale milita Giorgio.

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Fuori, il vento era calato ad un filo. Gli alberi non muggivano né sgrondavano più, il fogliame ventolava appena, con un suono musicale, insopportabilmente triste… «Somewhere over the rainbow skies are blue, / And the dreams that you dare to dream really do come true1». Ai bordi del paese un cane latrò, ma breve e spaurito. Scuriva precipitosamente, ma sopra le creste resisteva una fascia di luce argentea, non come un margine del cielo ma come una effusione delle colline stesse. Milton si rivolse alle alture che stavano tra Treiso e Mango2, il suo itinerario di domani. Il suo occhio fu magnetizzato da un grande albero solitario, con la cupola3 riversa e come impressa in quella fascia argentata che rapidamente si ossidava. «Se è vero, la solitudine di quell’albero sarà uno scherzo in confronto alla mia». Poi, con infallibile istinto, si orientò a nord-ovest, in direzione di Torino, e disse audibilmente: «Guardami, Fulvia, e vedi come sto male. Fammi sapere che non è vero. Ho tanto bisogno che non sia vero». Domani, ad ogni costo, avrebbe saputo. Se Leo4 non gli avesse accordato il permesso, se lo sarebbe preso, sarebbe scivolato via ugualmente, scostando e insultando tutte le sentinelle per via. Pur che resistesse sino a domani. C’era di mezzo la più lunga notte della sua vita. Ma domani avrebbe saputo. Non poteva più vivere senza sapere e, soprattutto, non poteva morire senza sapere, in un’epoca in cui i ragazzi come lui erano chiamati più a morire che a vivere. Avrebbe rinunciato a tutto per quella verità, tra quella verità e l’intelligenza del creato5 avrebbe optato per la prima. «Se è vero…» Era così orribile che si portò le mani sugli occhi, ma con furore, quasi volesse accecarsi. Poi scostò le dita e tra esse vide il nerore della notte completa. I suoi compagni erano risaliti tutti dal fiume. Erano anormalmente quieti stasera, non meno che avessero uno dei loro steso nella navata della chiesa, in attesa della sepoltura. Dai loro locali usciva un brusio non superiore a quello che si levava dalle case dei paesani. L’unico ad alzare la voce era il cuciniere. I suoi compagni, i ragazzi che avevano scelto6 come lui, venuti al medesimo appuntamento, che avevano gli stessi suoi motivi di ridere e di piangere… Scrollò la testa. Oggi era diventato indisponibile, di colpo, per mezza giornata, o una settimana, o un mese, fino a quando avesse saputo. Poi forse, qualcosa sarebbe stato nuovamente capace di fare per i suoi compagni, contro i fascisti, per la libertà. Il duro era resistere sino a domani. Stasera non cenava. Avrebbe cercato di dormire subito, magari violentandosi in qualche modo al sonno. Se non gli riusciva, avrebbe incrociato7 per il paese tutta la notte, sarebbe andato da una sentinella all’altra, ininterrottamente, a costo di metterli in sospetto di un attacco e farsi tempestare di

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esasperanti domande. Comunque, lui incosciente o in veglia febbrile, l’alba sarebbe spuntata sulla strada per Mango. «La verità. Una partita di verità tra me e lui. Dovrà dirmelo, da moribondo a moribondo». Domani, sapesse di lasciare il povero Leo solo davanti a un attacco, dovesse passare in mezzo a una brigata nera8.

(Beppe Fenoglio, Una questione privata, Einaudi, Torino 2006)

1. Somewhere … true: sono parole della canzone Over the Rainbow, scritta da Harold Arlen, con testi di E. Y. Harburg e portata al successo negli anni Quaranta del Novecento dall’attrice e cantante Judy Garland, che la canta nel film “Il mago di Oz” (1939). Il disco di Over the rainbow era stato il primo regalo di Milton a Fulvia. Il passo della canzone riportato da Fenoglio è leggermente differente dal testo originale, e in italiano significa “Da qualche parte oltre l’arcobaleno i cieli sono blu / e i sogni che hai osato sognare diventano proprio veri”. 2. Treiso … Mango: paesi sulle Langhe, le colline piemontesi nei dintorni di Alba. 3. cupola: chioma. 4. Leo: il comandante del distaccamento partigiano di Treiso, a cui appartiene Milton. 5. l’intelligenza del creato: la comprensione del senso del mondo e la conoscenza dei segreti della natura. 6. avevano scelto: avevano deciso di schierarsi contro il fascismo e di aderire alla lotta partigiana. 7. avrebbe incrociato: si sarebbe mosso avanti e indietro come un incrociatore, una nave che sorveglia una zona del mare. 8. brigata nera: pattuglia fascista.

1. COMPRENSIONE DEL TESTO Sintetizza il testo in circa 40 parole. Milton osserva il paesaggio mentre scende la notte e pensa ossessivamente all’indomani. Brama che il mattino arrivi presto perché attende il momento in cui vedrà Giorgio e saprà la verità. Di fronte alla necessità di sapere, niente altro gli sembra importante.

2. ANALISI DEL TESTO 2.1 Che cosa significano le frasi «Guardami, Fulvia, e vedi come sto male. Fammi sapere che non è vero. Ho bisogno che non sia vero» (rr. 11-12)? Milton desidera intensamente che il sospetto che gli è stato istillato sui rapporti tra Fulvia, la ragazza che ama, e Giorgio non sia fondato. Vuole scoprire la verità ma ha bisogno che la risposta sia quanto egli spera. Si rivolge a Fulvia, che è lontana, a Torino, le mostra la propria sofferenza e le chiede di smentire le insinuazioni. 2.2 Nella sua riflessione interiore, che cosa ritiene di essere disposto a fare Milton per ottenere la risposta che cerca? Che cosa decide di fare concretamente? Per sapere la verità Milton si dice disposto a fare qualunque cosa: anche a violare eventualmente gli ordini e a trattare male le sentinelle, a rinunciare a qualunque altra rivelazione sul mondo, ad abbandonare i suoi compagni per tutto il tempo necessario a scoprire la verità (mezza giornata, una settimana, un mese), a lasciare da solo il suo comandante anche se fosse sotto attacco, a passare senza aiuti in mezzo a una pattuglia di nemici. Nell’attesa del mattino decide di non cenare, di addormentarsi a forza oppure di camminare in modo febbrile tutta la notte per il paese, ed è risoluto a ottenere da Giorgio la verità («Dovrà dirmelo».) 2.3 Quali sensazioni suggeriscono gli elementi del paesaggio che attirano l’attenzione di Milton? Quale significato simbolico possono assumere in relazione alla sua vicenda? Gli elementi del paesaggio suggeriscono varie sensazioni: un’idea di attesa e stasi (gli alberi prima sconvolti da pioggia e vento ora sono immobili, il vento debole emette una melodia triste, che nella mente di Milton innesca il ricordo del disco regalato a Fulvia, una canzone in cui si spera che da qualche parte i sogni possano diventare veri); solitudine e paura (il latrato spaurito del cane, l’albero solitario con la chioma piegata, alla cui desolazione Milton paragona esplicitamente il proprio destino nel caso in

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cui le parole della custode siano vere); una debole speranza di fronte a una minaccia incombente (l’opposizione tra il «margine di luce argentata» sopra le colline e lo scurire rapido del cielo); la sensazione orribile che l’ipotesi peggiore possa essere vera (il «nerore» della notte); l’estraneità rispetto agli altri (le voci attutite, insolitamente quiete).

2.4 Quali sono i passi del testo e le scelte stilistiche che secondo te maggiormente fanno percepire l’urgenza di Milton di conoscere la verità? L’urgenza del protagonista di trovare la risposta si avverte nelle frasi che egli ripete a se stesso e a un’interlocutrice immaginaria, Fulvia («Se è vero», «Fammi sapere che non è vero. Ho tanto bisogno che non sia vero», «Se è vero…») e nel ritornare continuo e ossessivo delle parole «domani», «sapere», «quella verità». La frase «Non poteva più vivere senza sapere e, soprattutto, non poteva morire senza sapere», r. 16, non appare iperbolica: il personaggio è esposto continuamente alla possibilità di morire dalla sua condizione di combattente, e il bisogno di sapere la verità sulla donna amata per lui è assoluto, gli rende impossibile tornare ad agire e vivere come prima. 2.5 Nel passo si può osservare il sovvertimento della gerarchia di valori che Milton ha seguito nella sua scelta di combattente: quali sono questi valori e da quale altra priorità sono sostituiti? Prova ad avanzare un’ipotesi interpretativa sul titolo del romanzo. La gerarchia di valori di Milton è completamente sconvolta: la lotta contro il fascismo, la liberazione dell’Italia, la solidarietà con i compagni, la lealtà verso il comandante, la volontà di sopravvivere, le necessità elementari del cibo e del riposo, tutto passa in secondo piano di fronte all’urgenza della verità sull’amore, la «questione privata» che diventa il centro esclusivo del suo pensiero e il motore del suo agire, e che dà il titolo al romanzo.

3. APPROFONDIMENTI [In questa parte della prova ti suggeriamo tre ambiti di approfondimento tra i quali puoi scegliere per allenarti alle diverse proposte che potranno essere contenute nella traccia dell’esame di Stato]

A partire dal passo proposto di Una questione privata di Beppe Fenoglio, elabora un approfondimento scegliendo tra i seguenti aspetti sulla base delle tue conoscenze e letture. Ricorda di mantenere il collegamento con il testo che hai analizzato. – Il contesto storico: considera nel passo di Fenoglio l’abitudine dei personaggi alla possibilità concreta di morire da un momento all’altro e collega questo elemento al contesto storico in cui è ambientato il romanzo; confronta il personaggio di Milton con altri protagonisti di testi letterari a te noti che offrano una rappresentazione della Resistenza. – Amore e guerra: individua analogie e differenze tra il passo di Fenoglio e uno o più testi letterari a te noti in cui amore e guerra siano due forze altrettanto potenti e intrecciate tra loro. – Il bisogno di verità: è sempre un bene conoscere tutto fino in fondo? Pensi che esista qualcosa che potrebbe ribaltare completamente la gerarchia di valori della tua vita?

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Prima prova del nuovo esame di Stato Tipologia B - Analisi e produzione di un testo argomentativo

Ambito storico

Michele Ainis Quanta gentilezza nella Costituzione Michele Ainis (1955) è un giurista costituzionalista, docente di Istituzioni di diritto pubblico all’Università degli studi Roma Tre. Scrive editoriali per i più importanti giornali e periodici italiani. L’articolo che segue è stato pubblicato sul quotidiano “la Repubblica”.

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Parole accoglienti, parole taglienti. Di queste ultime facciamo esperienza tutti i giorni: nell’incanaglimento della nostra vita pubblica e privata, nell’odio che trasuda dal web, negli scambi d’improperi con cui i politici duellano in tv. Quanto alle prime, ne resta forse un’eco in qualche sermone religioso, che tuttavia si rivolge all’aldilà, non all’inferno dei nostri rapporti quotidiani. C’è però un testo, laico e sacro insieme, che può confortarci in questi tempi di sconforto. La “bibbia laica” degli italiani – come la definiva il presidente Ciampi1 – è infatti una Costituzione gentile, un modello d’accoglienza, di cordialità. E questo spirito amichevole si propaga innanzitutto dal linguaggio scelto dai nostri padri fondatori. D’altronde sta proprio qui la specifica missione dei costituenti: “Creare una nazione attraverso parole”, per usare l’espressione di due studiosi americani, Laurence Tribe e Michael Dorf2. Le parole, a loro volta, possono suonare più o meno precise, categoriche, puntuali. Nelle scienze la precisione costituisce una virtù; ma nel diritto può ben essere un difetto. Diceva Carnelutti3, giurista fra i più insigni del secolo passato: la pena più certa è anche la più ingiusta. Se infatti il codice penale stabilisse l’ergastolo per chiunque commetta un omicidio, non si presterebbe ad alcun dubbio interpretativo; però finirebbe per colpire nell’identica misura chi uccida per legittima difesa e chi, viceversa, prema il grilletto durante una rapina. Ecco perché le pene contemplano un minimo e un massimo edittale4, per consentire al giudice di valutare le circostanze del reato, la personalità del reo, la sua fedina penale5. Ciò nonostante, le nostre Gazzette ufficiali6 traboccano di leggi dettagliate fino al parossismo, con una regola per ogni accidente della vita. È un errore, perché la vita scorre come un fiume, sicché ciascun elemento del paesaggio umano viene sommerso dall’elemento successivo. E infatti le leggi italiane durano meno d’un fiammifero. Ma la Costituzione no, dopo settant’anni è ancora viva. Anzi: la sua durata la rende ancor più viva, giacché l’autorità di un documento costituzionale risiede nella sua vetustas7, dunque nella capacità d’accompagnare le diverse stagioni della storia. Per riuscirci, è necessario che quest’ultima [la Costituzione] usi parole elastiche, duttili come cera. Se invece la Costituzione imponesse una camicia di gesso sul futuro, finirebbe presto in mille pezzi. Un solo esempio, fra i tanti possibili. Negli anni Sessanta emerse la questione ambientale, l’allarme per l’inquinamento del pianeta. La Carta del 1947, tuttavia, era orfana di qualsiasi riferimento all’ambiente, alle relazioni fra l’uomo e la natura. L’articolo 9 parlava – parla – del “paesaggio”, riflettendo una concezione estetizzante del patrimonio naturale tipica dell’epoca, e già scolpita nella legge Bottai del 1939 sulle bellezze naturali. In quell’accezione era paesaggio il belvedere, il panorama, uno scorcio delle Dolomiti o della Costiera amalfitana. Poi intervenne l’interpretazione di un giurista, Alberto Predieri8. Lui disse: ma dopotutto, qual è il significato letterale di paesaggio? Paesaggio vuol dire “forma del Paese”, e quella forma è incisa dall’azione umana, è il prodotto della storia, è l’ambiente. Infine la proposta interpretativa di Predieri fu accettata dalla stessa

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Consulta, e così l’ambiente fece ingresso tra i valori costituzionali, pur non venendo espressamente menzionato. La parola accogliente, insomma, è sempre alquanto vaga, ed è sempre generale. Non a caso il termine “tutti” figura per ben 21 volte nella Costituzione italiana. Se viceversa il tetto del nostro ordinamento lasciasse allo scoperto l’una o l’altra categoria sociale, se inoltre fosse costruito con tegole di ferro, con norme troppo puntuali e divisive, qualcuno vi troverebbe riparo, ma i più non riuscirebbero a sentirsi a casa propria. E quella casa, per reggere all’usura del tempo, ha bisogno di strutture esili, leggere. Troppe parole l’appesantirebbero, la farebbero crollare su se stessa. Da qui la seconda lezione che la nostra Carta ci impartisce: un’economia nel segno, nel linguaggio. Almeno un quarto del tempo speso dai costituenti ebbe ad oggetto la “materia” costituzionale, ciò che avesse titolo per descrivere il lascito di quella generazione temprata dalla guerra alle generazioni successive. E alla fine dei lavori il testo venne sottoposto alle cure di tre letterati (Concetto Marchesi, Pietro Pancrazi e Antonio Baldini), per migliorarne la sobrietà, oltre che l’eleganza narrativa. La leggerezza è la virtù di Perseo9, che si sostiene sui venti e sulle nuvole. È anche la prima qualità d’ogni scrittore, giacché dopo che hai scritto devi cancellare il sovrappiù, per alleggerire la fatica del lettore. Staremmo tutti meglio se abitassimo un mondo meno gremito di parole, e di parole puntute come frecce. La lieta novella è una lieta favella.

(Michele Ainis, Quanta gentilezza nella Costituzione, in www.repubblica.it, 8 ottobre 2018)

1. il presidente Ciampi: Carlo Azeglio Ciampi (1920-2016), economista e uomo politico, è stato il decimo Presidente della Repubblica italiana (1999-2006). 2. Laurence Tribe e Michael Dorf: autori del libro Leggere la Costituzione. Una lezione americana, Il Mulino, Bologna 2005. 3. Carnelutti: Francesco Carnelutti (1879-1965), avvocato e giurista di fama, ha collaborato alla redazione del Codice di procedura civile del 1940. 4. edittale: contemplato dalla legge. 5. fedina penale: certificato che registra le condanne penali di un cittadino. 6. Gazzette ufficiali: sono gli strumenti di diffusione ai cittadini dei testi legislativi, che entrano in vigore il quindicesimo giorno successivo alla pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale. 7. vetustas: antichità. 8. Alberto Predieri: Alberto Predieri (1921-2001), avvocato e docente universitario, è stato professore emerito di Diritto pubblico all’Università La Sapienza di Roma. 9. Perseo: mitico eroe di Argo dai sandali alati, vincitore di mostri, tra cui Medusa.

Dopo un’attenta lettura, elabora un testo di analisi e commento che non superi le quattro colonne di metà di foglio protocollo (circa 3000 battute al computer), sviluppando i seguenti punti. 1. ANALISI 1.1 Qual è la tesi di fondo sostenuta dall’autore dell’articolo? Spiegala con le tue parole. La tesi sostenuta dall’autore dell’articolo è che la Costituzione italiana ha un linguaggio «accogliente», ovvero che “accoglie” molteplici possibilità di senso avvalendosi di parole vaghe (cioè non troppo precise e puntuali), generali, (cioè che si riferiscono a tutti i cittadini) e leggere (cioè non troppo numerose). L’autore sottolinea la qualità della lingua del testo costituzionale confrontandola con le «parole taglienti» di cui facciamo esperienza nella comunicazione di ogni giorno.

1.2 Perché la precisione e il dettaglio possono essere un difetto nel campo giuridico, secondo l’autore?

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Secondo l’autore la precisione e il dettaglio possono essere un difetto nel campo giuridico perché la vita delle comunità umane varia nel tempo («scorre come un fiume», r. 21) e una formulazione vaga ha una maggiore possibilità di adattarsi ai mutamenti.

1.3 Per dimostrare che la vaghezza in campo giuridico è preferibile alla precisione, l’autore si avvale prima di un’ipotesi riferita al codice penale, poi di un esempio che riguarda la Costituzione. Sintetizzali entrambi, in non più di 60 parole in tutto. 1. Se il codice penale stabilisse una pena certa per ogni delitto (ad esempio l’ergastolo per ogni omicidio) i giudici non potrebbero tenere conto delle diverse circostanze attenuanti 2. La Costituzione non contiene alcun riferimento all’ambiente, ma la presenza nel testo della parola generica «paesaggio» ha consentito ai giuristi di considerare la protezione dell’ambiente uno dei valori costituzionali.

1.4 Il linguaggio usato dall’autore è ricco di metafore e similitudini, («come un fiume», r. 21; «meno d’un fiammifero», r. 23; «come cera», r. 26; «camicia di gesso», r. 27; «tegole di ferro», r. 43; «sentirsi a casa propria», r. 44; «puntute come frecce», r. 55 ecc.). Perché secondo te, oltre a usare il linguaggio giuridico, l’autore ricorre a queste immagini? Spiega il significato, ad esempio, delle due espressioni seguenti: «è necessario che quest’ultima usi parole elastiche, duttili come cera. Se invece la Costituzione imponesse una camicia di gesso sul futuro…». L’autore ricorre al linguaggio figurato per trasmettere il proprio pensiero al lettore non specialista in modo intensamente visivo e concreto; in particolare egli se ne serve per mostrare le qualità e i difetti delle parole con cui sono scritte le leggi. La similitudine «duttili come cera», ad esempio, mostra con immediatezza corporea la flessibilità che dovrebbero avere le parole della Costituzione, mentre la metafora «camicia di gesso» allude alla rigidità che impedisce ogni cambiamento.

2. COMMENTO La lingua ha avuto e ha tuttora, nel bene e nel male, un valore decisivo nella nostra realtà storico-politica. Esprimi in un testo argomentativo le tue riflessioni intorno all’articolo che hai letto e la tua opinione su questo tema, anche toccando aspetti ancora non presi in considerazione. Puoi riferirti a esempi della storia e della realtà attuale, avvalendoti delle tue conoscenze ed esperienze.

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Prima prova del nuovo esame di Stato Tipologia B - Analisi e produzione di un testo argomentativo

Ambito scientifico

Nicola Armaroli Luci e ombre Nicola Armaroli (1966) è uno scienziato specialista di energia, risorse e ambiente. È dirigente di ricerca al CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche) di Bologna e studia in particolare la conversione dell’energia solare e i nuovi materiali per l’illuminazione. Tra i numerosi lavori scientifici da lui pubblicati c’è il saggio Energia per l’astronave Terra (2017). Dal 2014 dirige la rivista divulgativa scientifica Sapere, sul cui sito online è pubblicato l’articolo che segue.

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Il ritorno all’ora solare segna l’inizio dei tre mesi più bui dell’anno, un periodo che in genere ci piace poco, ma che non stravolge le nostre abitudini: la luce del sole lascia il posto all’illuminazione artificiale e la nostra vita continua come prima. Per millenni, invece, le attività giornaliere sono state regolate dai ritmi del sole: al tramonto, tutto si fermava. È indubbio che la sconfitta delle tenebre sia una delle principali conquiste della civiltà umana, anche se il passaggio dalla luce naturale a quella artificiale è ormai un dettaglio irrilevante della nostra giornata. Un dettaglio che però nasconde lati oscuri. Tutti gli organismi viventi si sono evoluti per milioni di anni sotto la luce del sole, caratterizzata da un profilo spettrale1 (colore) e un’intensità ben definite, variabili nel corso della giornata e dell’anno a seconda delle latitudini. Sotto qualunque luce artificiale, non proveremo mai le sensazioni piacevoli che sperimentiamo sotto il sole. Ma non è solo questione di comfort. Il nostro ritmo circadiano2 è fortemente influenzato dalla luce che colpisce l’occhio, ove si trovano sistemi molecolari fotosensibili3 che inviano segnali al cervello per il rilascio di ormoni e neurotrasmettitori4, essenziali per il nostro equilibrio psicofisico. Al mattino, la luce blu stimola la produzione di serotonina, dopamina e cortisolo5. La sera, il prevalere della luce rossa favorisce il rilascio di melatonina6, che induce il sonno. Il buio della notte stimola processi di rigenerazione cellulare. Questi e altri meccanismi sono sotto stress in un mondo sempre più urbanizzato dove le persone vivono molte ore in ambienti chiusi, inondati di luce sostanzialmente diversa da quella del sole. Gli effetti negativi su battito cardiaco, metabolismo7, sistema immunitario8, appetito e umore sono assodati. Più di un miliardo di persone soffre di carenza di vitamina D, aumentano i casi di depressione, i lavoratori notturni sono esposti a maggiori rischi di obesità e cancro. Le persone spesso passano ore, la sera, davanti a schermi (tv, PC, telefoni, tablet) che emettono una forte componente di luce blu e causano disturbi del sonno. Effetti negativi sono registrati anche su insetti e uccelli, esposti alla luce artificiale notturna delle città. La lampadina tradizionale a filamento è ormai bandita ovunque nel mondo poiché solo il 3% dell’elettricità in ingresso è convertita in radiazione utile per la visione; il resto è dissipato in calore. Eppure la luce emessa da questa inefficientissima lampadina (di fatto, una stufa) resta quella che più si avvicina allo spettro solare. Per anni l’alternativa è stata la cosiddetta lampada a risparmio energetico (CFL9), una sorta di mini tubo fluorescente incastonato su una base a vite identica a quella delle vecchie lampadine. Un’opzione infelice: pur contenendo tossicissimo mercurio, non è mai stata implementata10 una raccolta differenziata a fine vita. Può rilasciare radiazione UV11 e, negli Stati Uniti, la Food and Drug Administration12 raccomanda di non avvicinarvisi a meno di 30 cm per più di un’ora al giorno. In anni recenti sono emersi gli ancor più efficienti LED, spesso con una componente blu che mette a rischio il nostro riposo. Inoltre, CFL e LED sono

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materialmente molto più complessi di una vecchia lampadina: contengono una parte elettronica di controllo e impiegano diversi elementi chimici, talvolta rari o tossici. Energeticamente insostenibile seppur con diversi pregi, la lampadina a incandescenza è stata il dispositivo più diffuso al mondo, ma la strada per arrivare a sostituti che siano al tempo stesso efficienti, salutari e sostenibili resta lunga. Quando cambiamo una banale lampadina, ricordiamoci che il progresso tecnologico è talvolta più lento di quanto tendiamo a sperare.

(Nicola Armaroli, Luci e ombre, 24 settembre 2018, in www.saperescienza.it) 1. profilo spettrale: l’insieme dei colori che compongono la luce bianca del sole e che possono essere resi visibili da opportuni strumenti, come il prisma. 2. ritmo circadiano: meccanismo che regola i ritmi biologici degli esseri viventi in relazione all’ambiente (ad esempio in base all’alternarsi della luce e del buio) e alle condizioni genetiche proprie di ogni individuo. 3. fotosensibili: sensibili alla luce. 4. neurotrasmettitori: sostanze chimiche che consentono la trasmissione degli impulsi nervosi tra due regioni separate del corpo. 5. serotonina, dopamina, cortisolo: si tratta di tre neurotrasmettitori: la serotonina è l’ormone responsabile del buon umore e del benessere psicofisico; la dopamina è nota come ormone dell’euforia, legato alla sfera del piacere; il cortisolo è l’ormone dello stress, che accelera il metabolismo e migliora la capacità reattiva. 6. melatonina: sostanza regolatrice del ciclo sonno-veglia, che agisce conciliando il riposo. 7. metabolismo: l’insieme dei processi attraverso i quali il corpo trasforma il cibo in energie. 8. sistema immunitario: cellule distribuite in tutto il corpo che impediscono agli agenti patogeni, come virus, batteri e parassiti, di entrare nell’organismo o li combattono una volta che siano penetrati oltre la prima linea d i difesa. 9. CFL: sigla per Compact Fluorescent Lamp, ovvero lampadina a fluorescenza compatta. 10. implementata: realizzata, portata a termine. 11. radiazione UV: radiazione ultravioletta. 12. Food and Drug Administration: ente governativo degli Stati Uniti che si occupa della protezione della salute dei cittadini attraverso la regolamentazione dei prodotti alimentari e farmaceutici.

Dopo un’attenta lettura, elabora un testo di analisi e commento che non superi le quattro colonne di metà di foglio protocollo (circa 3000 battute al computer), sviluppando i seguenti punti. 1. ANALISI 1.1 Nel testo è possibile individuare, sulla base del contenuto, tre principali sequenze. Riconoscile indicando le righe tra cui sono comprese e scrivi per ciascuna di esse una sintesi di circa 30-40 parole che ne riassuma il contenuto essenziale. Sequenza 1 (rr. 1-7): La possibilità di sostituire la luce solare con la luce artificiale nei mesi più bui dell’anno è certamente un progresso per l’uomo, ma non privo di limiti. Sequenza 2 (rr. 8-26): La luce del sole non soltanto è più gradevole di quella artificiale, ma è anche più benefica per l’organismo. L’eccesso di luce artificiale nella società urbanizzata produce danni alla salute dell’uomo e di altri esseri viventi. Sequenza 3 (rr. 27-43): La lampadina a filamento emette una luce simile a quella solare, ma è assai inefficiente; le lampadine che l’hanno sostituita non sono ancora pienamente efficienti, salutari e

sostenibili, e ciò dimostra che il progresso tecnologico è talvolta più lento di quanto ci appare. 1.2 Qual è la tesi di fondo sostenuta nel testo? Spiegala con le tue parole. Nel corso del tempo l’uomo ha sconfitto le tenebre grazie all’illuminazione artificiale, che però presenta ancora dei limiti rispetto alla luce naturale sul piano dell’efficienza, della sostenibilità ambientale e della salvaguardia della salute.

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1.3 In che modo l’autore mostra in questo testo la sua competenza sull’argomento? Quale lessico usa? Tale scelta mira a convincere il lettore razionalmente o a persuaderlo sul piano emotivo? Giustifica la tua risposta con qualche esempio tratto dal testo. Per dimostrare la propria competenza l’autore si avvale di argomenti oggettivi, citando nozioni acquisite dalla comunità scientifica e usando espressioni tecniche del linguaggio delle scienze e della medicina («profilo spettrale», «ritmo circadiano», «sistemi molecolari fotosensibili», «neurotrasmettitori», «serotonina, dopamina e cortisolo», «melatonina», «processi di rigenerazione cellulare», «sistema immunitario» ecc.). Lo scopo è di convincere razionalmente il lettore in quanto esperto del tema trattato. 1.4 Le due parole che compongono il titolo dell’articolo (Luci e ombre) sono usate in senso proprio o in senso metaforico? O in entrambi i sensi? Spiega perché. Le due parole del titolo sono usate in entrambi i sensi: nella prima (Luci) prevale il senso proprio in quanto si riferisce all’argomento del discorso (luce naturale / luce artificiale), ma è anche possibile interpretare il termine come riferimento ai lati positivi di un tipo di illuminazione rispetto all’altro; la seconda (ombre) è invece usata prevalentemente in senso metaforico in quanto riguarda i «lati oscuri», cioè i limiti che l’illuminazione artificiale presenta tuttora, nonostante l’evoluzione tecnologica. Essa tuttavia allude anche alle tenebre sconfitte dall’uomo con l’invenzione delle lampadine.

2. COMMENTO A partire dal testo che hai letto rifletti sul tema dei limiti del progresso tecnologico trattato da Nicola Armaroli. Se sei d’accordo con la tesi di fondo espressa dall’autore sostienila con ulteriori argomenti, anche toccando aspetti ancora non presi in considerazione. Se intendi sostenere la tesi opposta, porta elementi a favore della tua posizione. In entrambi i casi puoi riferirti ad esempi di innovazione in vari ambiti (produzione di strumenti, beni ed energia, sanità, comunicazione ecc.) ed avvalerti delle tue conoscenze ed esperienze. Organizza il discorso in modo che contenga la confutazione di un’opinione opposta e che l’enunciazione della tua tesi si trovi alla fine della trattazione. Per evidenziare il passaggio da un’idea all’altra usa espressioni linguistiche correlative (il primo…, il secondo…, da una parte… dall’altra… ecc.).

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Prima prova del nuovo esame di Stato Tipologia C

Riflessione critica di carattere espositivo-argomentativo su tematiche di attualità

ARGOMENTO La responsabilità individuale «Non esiste una responsabilità collettiva ma solo una responsabilità personale, che consiste nel dovere rispondere delle azioni, e delle omissioni, da noi realizzate sulla base delle nostre cognizioni e delle nostre decisioni» (Eugenio Borgna, Responsabilità e speranza, Einaudi, Torino 2016). A partire da questa affermazione dello psichiatra Eugenio Borgna (1930), rifletti sul concetto di responsabilità collettiva e personale, traendo esempi dai tuoi studi e dalle tue esperienze e letture. Puoi articolare, se vuoi, il tuo discorso esaminando i seguenti punti: – “responsabilità” è una parola con un significato positivo e negativo; – la responsabilità è un impegno che cresce con l’età; – che cosa significa essere responsabili «delle azioni e delle omissioni»? – come si affronta il peso di un errore di cui si è responsabili? – ammettere una colpa e affrontarne le conseguenze è segno di debolezza o di forza? Al termine del lavoro assegna un titolo generale alla tua trattazione. Se lo ritieni opportuno, puoi organizzare il discorso in paragrafi, preceduti da titoli specifici.

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PROPOSTA DI DISTRIBUZIONE DEL PUNTEGGIO (in centesimi: da dividere per dieci durante l’anno scolastico)

TIPOLOGIA A Analisi e interpretazione di un testo letterario italiano

Legenda del punteggio: prima colonna: gravemente insufficiente; seconda colonna: insufficiente; terza colonna: sufficiente; quarta colonna: buono; quinta colonna: ottimo.

AMBITI DEGLI INDICATORI

INDICATORI GENERALI

(punti 60)

INDICATORI SPECIFICI

(punti 40)

PUNTI

(punti 100)

ADEGUATEZZA

- Rispetto dei vincoli posti nella consegna (ad esempio, indicazioni di massima circa la lunghezza del testo – se presenti – o indicazioni circa la forma parafrasata o sintetica della rielaborazione) Punti 10

Fino a

2

Fino a

4

Fino a

6

Fino a

8

Fino a

10

CARATTERISTICHE DEL CONTENUTO

- Ampiezza e precisione delle conoscenze e dei riferimenti culturali - Espressione di giudizi critici e valutazioni personali Punti 10

Fino a

2

Fino a

4

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6

Fino a

8

Fino a

10

- Capacità di comprendere il testo nel suo senso complessivo e nei suoi snodi tematici e stilistici - Puntualità nell’analisi lessicale, sintattica, stilistica e retorica (se richiesta) - Interpretazione corretta e articolata del testo Punti 30

Fino a

6

Fino a

12

Fino a

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24

Fino a

30

ORGANIZZAZIONE DEL TESTO

- Ideazione, pianificazione e organizzazione del testo - Coesione e coerenza testuale Punti 20

Fino a

4

Fino a

8

Fino a

12

Fino a

16

Fino a

20

LESSICO E STILE

- Ricchezza e padronanza lessicale Punti 15

Fino

a

3

Fino

a

6

Fino

a

9

Fino

a

12

Fino

a

15

CORRETTEZZA ORTOGRAFICA E

MORFOSINTATTICA

- Correttezza grammaticale (ortografia, morfologia, sintassi); uso corretto ed efficace della punteggiatura Punti 15

Fino a

3

Fino a

6

Fino a

9

Fino a

12

Fino a

15

OSSERVAZIONI

TOTALE .......................

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PROPOSTA DI DISTRIBUZIONE DEL PUNTEGGIO (in centesimi: da dividere per dieci durante l’anno scolastico)

TIPOLOGIA B Analisi e produzione di un testo argomentativo

Legenda del punteggio: prima colonna: gravemente insufficiente; seconda colonna: insufficiente; terza colonna: sufficiente; quarta colonna: buono; quinta colonna: ottimo.

AMBITI DEGLI INDICATORI

INDICATORI GENERALI

(punti 60)

INDICATORI SPECIFICI

(punti 40)

PUNTI

(punti 100)

ADEGUATEZZA

- Individuazione corretta della tesi e delle argomentazioni nel testo proposto Punti 10

Fino a

2

Fino a

4

Fino a

6

Fino a

8

Fino a

10

CARATTERISTICHE DEL CONTENUTO

- Ampiezza e precisione delle conoscenze e dei riferimenti culturali - Espressione di giudizi critici e valutazioni personali Punti 10

Fino a

2

Fino a

4

Fino a

6

Fino a

8

Fino a

10

- Correttezza e congruenza dei riferimenti culturali utilizzati per sostenere l’argomentazione Punti 20

Fino a

4

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8

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12

Fino a

16

Fino a

20

ORGANIZZAZIONE DEL TESTO

- Ideazione, pianificazione e organizzazione del testo - Coesione e coerenza testuale Punti 20

Fino a

4

Fino a

8

Fino a

12

Fino a

16

Fino a

20

- Capacità di sostenere con coerenza il percorso ragionativo adottando connettivi pertinenti Punti 10

Fino a

2

Fino a

4

Fino a

6

Fino a

8

Fino a

10

LESSICO E STILE

- Ricchezza e padronanza lessicale Punti 15

Fino

a

3

Fino

a

6

Fino

a

9

Fino

a

12

Fino

a

15

CORRETTEZZA ORTOGRAFICA E

MORFOSINTATTICA

- Correttezza grammaticale (ortografia, morfologia, sintassi); uso corretto ed efficace della punteggiatura Punti 15

Fino a

3

Fino a

6

Fino a

9

Fino a

12

Fino a

15

OSSERVAZIONI

TOTALE .......................

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PROPOSTA DI DISTRIBUZIONE DEL PUNTEGGIO (in centesimi: da dividere per dieci durante l’anno scolastico)

TIPOLOGIA C Riflessione critica di carattere espositivo-argomentativo su tematiche di attualità

Legenda del punteggio: prima colonna: gravemente insufficiente; seconda colonna: insufficiente; terza colonna: sufficiente; quarta colonna: buono; quinta colonna: ottimo.

AMBITI DEGLI INDICATORI

INDICATORI GENERALI

(punti 60)

INDICATORI SPECIFICI

(punti 40)

PUNTI

(punti 100)

ADEGUATEZZA

- Pertinenza del testo rispetto alla traccia e coerenza nella formulazione del titolo e dell’eventuale paragrafazione Punti 10

Fino a

2

Fino a

4

Fino a

6

Fino a

8

Fino a

10

CARATTERISTICHE DEL CONTENUTO

- Ampiezza e precisione delle conoscenze e dei riferimenti culturali - Espressione di giudizi critici e valutazioni personali Punti 10

Fino a

2

Fino a

4

Fino a

6

Fino a

8

Fino a

10

- Correttezza e articolazione delle conoscenze e dei riferimenti culturali Punti 20

Fino a

4

Fino a

8

Fino a

12

Fino a

16

Fino a

20

ORGANIZZAZIONE DEL TESTO

- Ideazione, pianificazione e organizzazione del testo - Coesione e coerenza testuale Punti 20

Fino a

4

Fino a

8

Fino a

12

Fino a

16

Fino a

20

- Sviluppo ordinato e lineare dell’esposizione Punti 10

Fino

a

2

Fino

a

4

Fino

a

6

Fino

a

8

Fino

a

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LESSICO E STILE

- Ricchezza e padronanza lessicale Punti 15

Fino

a

3

Fino

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Fino

a

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Fino

a

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CORRETTEZZA ORTOGRAFICA E

MORFOSINTATTICA

- Correttezza grammaticale (ortografia, morfologia, sintassi); uso corretto ed efficace della punteggiatura Punti 15

Fino a

3

Fino a

6

Fino a

9

Fino a

12

Fino a

15

OSSERVAZIONI

TOTALE .......................