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Matteini Milena

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The technical report - International competition for ideas “Youth Area at the Border” for the redevelopment of the former Civil Hospital - Gorizia Urban Project

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1. I principi guida 1.1. La relazione con il paesaggio Intendiamo il paesaggio come componente essenziale per le popolazioni, risultato dell'azione umana, espressione delle diversità del loro comune patrimonio culturale e naturale. La natura non conosce confini politici, ma substrati, esposizione, clima, e si organizza in associazioni vegetali, realtà dinamiche in continua, anche se lenta evoluzione. Morfologicamente il paesaggio di Gorizia è territorio di confine tra la piana alluvionale dell'Isonzo e le colline morbide, ultima frangia delle prealpi tra ameni paesaggi rurali di piccoli campi inframezzati da fossi, filari, vigneti. Fino ai primi del Novecento c'erano anche coltivazioni di mele, e nei giardini privati ancora sono frequenti alberi di ciliegio e di susino, soprattutto sulle vicine colline slovene. Praticamente distrutto durante la prima guerra mondiale, il manto vegetale è stato ricostruito con grandi piantagioni di pino nero, già presente nell'area da metà Ottocento a seguito delle campagne di forestazione austriaca che lo aveva sostituito alla vegetazione autoctona, ultima frangia occidentale del Dominio Illirico, caratterizzato da querce, carpini, roverella ai livelli minori, da faggete in quelli superiori. Anche dal punto di vista vegetazionale c'è dunque un confine. Il confine implica separatezza, ma anche contaminazione di realtà diverse che possono interagire mischiandosi, e produrre risultati dinamici, inaspettati. Individuata questa valenza intrinseca, prima di proporre una sintesi progettuale, si è proseguita una sintetica analisi dell'intorno. La valutazione del carattere del paesaggio (Landscape Character Assessment - LCA), è strumento di analisi e di valutazione del paesaggio di supporto alle politiche di tutela delle risorse, di pianificazione del territorio, di protezione dell'ambiente. In realtà l'area in oggetto è troppo piccola per applicare la metodologia, ma può essere spunto utile alla lettura del paesaggio. Le valutazioni devono riguardare sia i fattori naturali, che quelli socio-culturali che spesso si intrecciano. A un esame a grande scala incuriosisce verificare che, nella trama della viabilità ricorre spesso la tipologia della forcella, tanto da considerarla un elemento caratterizzante (v. tav. 1). La città è ricca di giardini e parchi, pubblici e privati, che, in sistema con i viali alberati, costituiscono una trama di connessione con il paesaggio agrario e boscato circostante, dei parchi del Castello e dell'università fino al Parco Piuma -Isonzo e oltre. I giardini, costruiti per la maggior parte a metà Ottocento e negli Anni Venti, presentano una vegetazione di piante ornamentali, spesso di provenienza esotica, secondo il gusto eclettico e lo sperimentalismo, tipici dell'epoca. Avevano contribuito alla fama della città come luogo di villeggiatura. La valle dell'Isonzo, con la vegetazione di ripa, è ambiente di molte piante termofile.

carta delle categorie forestali carta delle superfici agroforestali fonte: progetto TRANSLAND - Interreg III fonte: progetto TRANSLAND - Interreg III L'area dell'ex ospedale civile di Gorizia è all'estremo levante della città, compresa tra realtà diverse e disomogenee: da una parte, a est, le città slovene di Sempeter e di Nova Gorica con le aree agricole che salgono sul pendio, aggredite da nuovi quartieri di edilizia abitativa; dall'altra Gorizia, con i quartieri periferici vicini all'ospedale di Basaglia a meridione, il colle dell'Università con le aree agricole a vigneto alla base verso ovest.

La trama del verde nella città di Gorizia Ancora più disomogenea è la realtà stessa dell'area del concorso, in cui sono disseminati padiglioni grandi e piccoli e infrastrutture in disuso, sparsi in modo apparentemente casuale tra una vegetazione prevalentemente ornamentale, a gruppi, a filari, in macchie più dense tra prati di erba alta. La mole dell'ospedale, anomalo per altezza nel panorama goriziano, domina l'ingresso all'area e costituisce una barriera visiva, impedisce di cogliere l'ampio spazio disponibile sul retro, fino al limite delle superfici interessate, distante circa 500 metri, al di là del quale, l'occhio può spaziare fino alle colline. Altrimenti visuali interessanti si hanno verso la collina dell'Università da una parte, verso le colline a nord e verso est, sul versante sloveno. L'ex sanatorio ha dimensioni imponenti, ma garbate, con la zoccolatura del piano terreno, parzialmente interrato, e con il corpo centrale che si conclude con un frontone mentre le ali laterali, arretrate, sono scandite dal ritmo delle finestre e delle avvolgibili che regolavano l'entrata dei raggi del sole. Tra gli altri edifici esistenti di minori dimensioni, ha un suo carattere il fabbricato delle centrali termiche con le quattro coperture a vela e i fronti rivestiti in mattoni . Una connotazione architettonica definita è riscontrabile anche nell'edificio principale del'obitorio. Riassumendo, i caratteri del paesaggio comprendono: pianura e morbide colline coltivate o boscate, paesaggi fluviali, strade a forcella, vegetazione ornamentale e climax della roverella, edifici di vario stile. Sono brevi valutazioni di carattere oggettivo, che definiscono una base di valutazione del carattere del paesaggio. Possono introdursi osservazioni di carattere più soggettivo, volti alla percezione del luogo e agli aspetti estetici. Riprogettare e riorganizzare l'area significa innescare processi che devono portare alla qualità del paesaggio come fattore fondamentale del vivere.

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1.2 Una nuova porta e cerniera transfrontaliera

"Sono nata con questo confine, oltre confine. Mia mamma era goriziana, mio padre della Valle dell'Isonzo. Il confine avrebbero voluto ignorarlo, ma questo invece si era chiuso divenendo impenetrabile. Da quel momento in poi la mia vita e la vita di tutti ...... andava a cozzare contro questa barriera invisibile, ma tuttavia inabbattibile, che attraversava non solo campi, strade, giardini, ma anche i sentimenti, i pensieri e le aspettative. Siamo diventati dipendenti e ossessionati dal confine con una sola aspirazione: come superarlo. Per i profughi che dal 1947 in poi fuggivano dallo stalinismo, il confine rappresentava la libertà, ma poteva essere anche la prigione o la morte. Quelli che avevano tracciato il confine e lo facevano presidiare, avevano le loro ragioni. Difendevano la storia così come si andava realizzando……

.....Per la mia generazione crescere sul confine significava invece avere coscienza che il tuo mondo non è unico, che esistono anche altri con cultura e storia diverse. Eravamo curiosi, volevamo sapere cosa ci fosse oltre, dove andasse a finire l'Isonzo. Perciò il confine non ci ha soltanto divisi ma anche uniti".

Da un’intervista a Nadja Veluscek regista del docu-film "Moja meja" “Il mio confine”.

La domanda di concorso è la creazione di una nuova centralità urbana sul collaudato obiettivo della cooperazione transfrontraliera europea. A scala regionale ed interregionale le esperienze di cooperazione territoriale negli ultimi anni sono state numerose: molti piani strategici e piani della mobilità si focalizzano su integrazione e apertura a relazioni transconfinarie delle realtà logistiche localizzate nelle province di Gorizia e Trieste. In Friuli Venezia Giulia il recente quadro legislativo in materia di governo del territorio tende a promuovere forme di pianificazione intercomunale, mirate soprattutto al supporto della costruzione di strumenti di carattere strutturale. Questa è un’occasione concreta.

Una particolare attenzione meritano le molte forme di programmazione e progettualità integrate a oggi attivate. Da esse emerge una mappa ricca di percorsi di ‘agglutinazione dal basso’ di ambiti territoriali sovracomunali. Le ragioni alla base di tali processi sono molteplici: il costituirsi di filiere di imprese (distretti industriali e produttivi); il tentativo di raggiungere forme di gestione coordinata di attrezzature e servizi (unioni e associazioni di comuni); la costruzione di percorsi di sviluppo locale (patti territoriali); la definizione della massa critica necessaria all’intercettazione di fondi utili all’avvio di programmi di valorizzazione del territorio (progetti locali integrati ex Obiettivo 2 e Obiettivo 3 2007-2013); la condivisione di azioni di tutela ambientale (parchi intercomunali). Non solo tali progettualità tendono a disegnare una geografia molto diversa da quella connessa ai grandi corridoi infrastrutturali, ma individuano per gli ambiti transfrontalieri potenziali traiettorie di sviluppo locale, in cui confluiscono interventi di riorganizzazione del telaio infrastrutturale e dei servizi, riqualificazione del tessuto produttivo e agricolo, promozione delle filiere turistiche, promozione di iniziative sperimentali di sostenibilità ambientale, dall'energia alla mobilità.

carta dei tipi di paesaggio carta del cluster urbano e delle conurbazioni principali fonte: progetto TRANSLAND - Interreg III fonte: progetto TRANSLAND - Interreg III

Non sono così numerose le occasioni che concentrano l'obiettivo della cooperazione territoriale su un intervento specifico circoscritto ad una area definita. Un paio di anni fa è stato attuato TRANSLAND, un progetto INTERREG IIIA Italia – Slovenia, per la pianificazione transfrontaliera, che ha costruito mappe interpretative dell’area transfrontaliera, per poi proporre possibili visioni comuni di sviluppo. Una progettazione territoriale organica in una cerniera transfrontaliera, come l’area in oggetto, rappresenta la concreta occasione per perseguire l’approccio strategico allo sviluppo dello spazio di confine tra Italia e Slovenia.

Progettare a Gorizia significa confrontarsi con un territorio in cui il concetto di frontiera tra culture diverse appartiene alla storia e all’identità stessa della città, congiunzione fra il mondo latino, quello slavo e quello asburgico. In questo senso la nozione di confine come luogo di incontro e confronto tra le diverse culture è occasione e stimolo per il progetto.

L’obiettivo del progetto è la creazione di una dialettica continua tra le differenze che a quest'area si affacciano: tra la parte pianeggiante e le pendici collinari italiane e slovene che si scorgono dall'area; tra le parti di città che circondano l'area e il nuovo parco, tra pieno e vuoto, sottolineato anche dalle permanenze dell'agricoltura, tra la densità dell’edificato e la permeabilità dello spazio pubblico, tra la città costruita e la naturalità dei parchi e giardini; tra le attività quali il lavoro e il tempo libero, lo studio e la ricerca, la cultura e lo sport. E infine tra le diverse culture che “vivranno” l'area: non solo italiana e slovena, ma anche intergenerazionali. Si tratta di creare una dialettica continua tra le differenze delle esigenze dei giovani, quelle dei bambini di una scuola materna e degli anziani o dei malati, frequentatori delle strutture mediche e ambulatoriali della ASS.

Il confine – o meglio i molti confini - che tali differenze presentano trova nella proposta progettuale il punto di incontro, la porta da valicare per conoscere anche le differenze, la cerniera su cui incardinare un nuovo modello di coesione territoriale transfrontaliera.

In questa dialettica si costruisce la visione di un nuovo parco “assolutamente altro dagli spazi che la nostra quotidianità consuma consumandosi in essi” (come lo definì il filosofo Rosario Assunto). La natura dei parchi urbani spesso è completamente da inventare, costituendo il potenziale ideativo al quale si possono ancorare le prime riflessioni di tipo compositivo, ove il rapporto tra forma e contenuto assume particolare significato nell’architettura del paesaggio.

Da tempo ci si sta interrogando sui contenuti che meglio corrispondono alla mutazione della società postindustriale nella quale i parametri della convivenza sociale e del lavoro appaiono del tutto cambiati. I parchi di nuova generazione sono chiamati a dare una risposta al paradigma che avvolge il quotidiano rapporto dei cittadini con lo spazio pubblico urbano, soprattutto quando devono rispecchiare le esigenze delle nuove generazioni più giovani.

Nel disegno urbanistico il parco assume un valore strategico, sia in termini ambientali che prestazionali, offrendo opportunità per la vita urbana che vengono tradotte in attività ricreative, ludiche, artistiche, culturali e sportive e si propone anche come spazio di mediazione tra interno ed esterno, tra città e natura, tra sviluppo e sostenibilità, tra realtà e sogno. Diventa la metafora di ciò che è diverso dal quotidiano urbano: la pausa, la contemplazione, la rigenerazione, l’isola e stimolo creativo per il suo fruitore.

Tutto questo è stato integrato in un unico disegno, per ottenere, anche alla luce del dibattito attuale sull’urbanistica, un risultato ambientale eco-compatibile e ricco di valori nuovi. Quei valori che la situazione attuale del territorio richiede per innovare l’identità del luogo, depositare sul territorio un nuovo chiaro segno di riferimento, capace di coniugarsi e dialogare con i valori tradizionali.

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1.3 Gli spazi per i giovani: incontro, scambio, creatività, socialità

Il tema delle politiche giovanili è sentito a livello regionale, provinciale e comunale, tanto che questo concorso ne è una emanazione diretta. Pensare uno spazio adatto a giovani di diverse culture significa offrire una risposta ai loro bisogni, più o meno espliciti, di relazione, sperimentazione di sé, socializzazione e progettazione di cui i ragazzi sono portatori, ricercando percorsi integrati e costruendo relazioni tra le varie attività che si svolgeranno nell’area di progetto.

Tali spazi devono essere flessibili e adattabili ad azioni, come ascolto dei singoli e dei gruppi, informazione ed orientamento, educazione, sostegno ed accompagnamento scolastico; ma devono anche favorire in modo più spontaneo la socializzazione, l’integrazione, fino ad arrivare alla promozione della partecipazione e del protagonismo giovanile

II tema centrale del concorso, Spazio Giovani alla Frontiera, è letto nel gioco tra possibili interscambi e limiti di diverse attività che in questo luogo potranno svolgersi , guardato sotto la lente di ingrandimento della creatività. La scelta quindi di predisporre spazi idonei alle forme artistiche contemporanee, quali cinema, fotografia, musica, fumetto, graffiti, rappresentano la migliore occasione per rivolgersi ad utenti e fruitori giovani. Inoltre sono forme d’arte in cui la ricerca e la sperimentazione individuale si sviluppa nel confronto con gruppi di lavoro più ampi, che per loro natura favoriscono la socializzazione e riescono a costruire socialità.

Quando non ci si conosce e magari non si capisce la lingua, cosa c'è di più unificante della musica o di un una performance artistica in cui il pubblico è coinvolto e invitato a partecipare? Essere calati nella diversa realtà della finzione cinematografica, scoprirne le tecniche e partecipare dietro le quinte è esperienza coinvolgente che fa cadere le consuete timidezze di approccio.

Molti altri luoghi del Parco sono pensati per aumentare le occasioni di incontro e integrazione; per esempio le strutture per l’ospitalità sono progettate per avere un servizio collettivo (minimarket, lavanderia, sala lettura, sala postazioni internet a rotazione) all’interno di ogni palazzina con gli alloggi, in modo da aumentare i flussi da una parte all’altra e favorire l’incontro.Questi edifici sono collegati tra loro anche con un ballatoio, posto al primo piano, che unisce i diversi alloggi proponendo un modello del’abitare più simile al co-housing, che al tradizionale alloggio studentesco. In prossimità di questi edifici inoltre è posizionato Il Punto Giovani, con spazio informativo e stanze per l’associazionismo giovanile.

Secondo gli stessi criteri di socialità e creatività, è stata progettata la Piazza degli Incontri, con il teatro all’aperto, che rappresenta uno spazio flessibile, adatto sia al tempo libero, sia alle rappresentazioni artistiche. Accanto a questo, un altro spazio del parco mantiene l’idea della massima flessibilità negli usi e nelle occasioni di

socializzazione: la Piazza delle Culture, spazio aperto, scandito da installazioni che possono diventare sfondo di performance artistiche e del tempo libero , come pure sede periodica di mercato interculturale.

Infine all’interno del parco possono svolgersi anche divrese attività sportive: veri e propri impianti si affiancano ad altre aree attrezzate per il gioco, con sistemazioni del terreno adatte agli sport spontanei più amati dai giovani. Le parti più ripide delle collina esistente Possono essere attrezzate come pareti per free climbing, altre parti possono ospitare il bouldering. Inoltre i due spazi sportivi possono alternarsi agli usi nelle diverse stagioni: possono essere campi da basket o da volley nelle stagioni più calde, diventare piste di pattinaggio, anche su ghiaccio nei mesi invernali più freddi.

1.4 Energie alternative e sostenibilità ambientale Gli aspetti della sostenibilità ambientale e il ricorrere ad energie alternative costituiscono uno dei fondamenti del progetto. Rientrano nel discorso tecniche costruttive, sistemi di riscaldamento e raffrescamento, recupero dell'acqua piovana, riutilizzo di macerie, rinaturalizzazione del torrente interrato, riproposizione di vecchie cultivar per i frutteti e di vegetazione autoctona nelle aree del parco. Gli edifici oggi sono normativamente obbligati a prestazioni energetiche molto elevate, sia rispetto ai consumi termici invernali, che alla climatizzazione estiva ed ai ricambi d’aria. Non si tratta più, dunque, di un ambito facoltativo, in cui il committente ed il progettista esprimono propri indirizzi migliorativi rispetto allo standard. Tuttavia, vi sono modalità e fattori di miglioramento che moltiplicano i benefici di un edifici “ben isolato”. L’impiego di energie rinnovabili è oggi tecnicamente possibile ed economicamente vantaggioso, proprio per l’elevato grado di isolamento degli edifici. Il progetto prevede due tecniche di isolamento degli involucri edilizi, in relazione alla preesistenza ed alla destinazione dei diversi edifici: per l’albergo e per le due palazzine dell’ASS2 si vuole mantenere l’originale finitura esterna a intonaco; perciò si provvederà con contropareti interne debitamente isolate, oltre ad un nuovo intonaco diffusivo ed isolante sulle facciate, che si raccorda con risvolti su tutti gli infissi posti a filo interno. La presenza di ponti termici in corrispondenza dei solai (già ridotta per effetto dell’intonaco isolante esterno) è compensata dalla formazione di controsoffitti coibentati ed insonorizzati in tutti gli ambienti, e dai nuovi serramenti a bassa trasmittanza. Gli edifici di nuova costruzione ed il Laboratorio delle arti e della ricerca, avranno invece un involucro a “parete ventilata” con coibentazione posta all’esterno della parete, intercapedine ventilata e pannelli modulari di finitura in lamiera ondulata e/o in lastre di legno impregnato ad altra pressione (HPL). Questa tecnica, di cui è documentata la massima efficienza nell’isolamento termico, si coniuga perfettamente con la flessibilità d’uso e la trasformabilità che è stata assunta per la progettazione di questi gruppi di edifici. Gli infissi, posti a filo esterno, formeranno un continuum con le superfici di facciata. Gli elementi oscuranti e filtranti saranno generalmente scorrevoli e formati da pannelli armonizzati alla facciata, per composizione di colore e materia. La ventilazione degli edifici si fonda su un largo impiego del gradiente di temperatura per ottenere una ventilazione naturale; ciò è evidentemente più facile negli edifici alti, quali l'albergo, in cui sono previsti condotti verticali che conducono l’aria verso l’alto, per convezione naturale. Negli edifici residenziali, dove hanno sede il Punto Giovani e l'ospitalità, il gradiente si sostituisce piuttosto per effetto d’ombra nelle corti interne; perciò la ventilazione naturale sarà prevalentemente trasversale.

schema energia geotermica

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Il notevole isolamento e la ventilazione degli ambienti permettono di introdurre in modo generalizzato la climatizzazione radiante, realizzata con soffitti e pavimenti percorsi da serpentine d’acqua calda nella stagione invernale e fredda d’estate. E’ una tecnica nata nella regione Friuli Venezia Giulia ed oggi consolidata ed ampiamente utilizzata. Il funzionamento di serpentine radianti presuppone la circolazione di acqua calda o fredda, entro limiti di temperatura molto ridotti. I differenziali di temperatura sono di 10-15°C rispetto all’ambiente, mentre nei tradizionali sistemi a convezione d’aria (naturale o forzata) si devono raggiunger differenziali di 40-5° °C. Questa caratteristica insita nell’impianto radiante rende possibile l’impiego di fonti rinnovabili di energia. Le numerose coperture piane dei nuovi edifici saranno protette da tetti verdi, con vegetazione “spontanea” tipo Sedum che non richiede manutenzione e migliora sensibilmente l’isolamento termico degli ambienti. Nel progetto è prevista la produzione di fluido caldo e freddo mediante pompe di calore e con scambio di calore geotermico. La realizzazione di reti di scambio con il terreno è generalmente molto onerosa, per l’estensione delle reti e per i lavori di interramento. Nel nostro caso, la previsione di rimodellare l’orografia del paesaggio e di riutilizzare gli inerti derivanti dai lavori rende conveniente lo sfruttamento dell’energia geotermica per scambio termico con il suolo: le serpentine potranno essere posate nel sottosuolo prima e durante i lavori di sistemazione del terreno. Un terzo livello di miglioramento energetico e d’uso delle risorse rinnovabili è costituito dal sistema di accumulo e reimpiego dell’acqua piovana: grandi superfici pavimentate e grandi coperture diventano bacini di raccolta presso i quali si realizzano cisterne interrate per l'accumulo di acqua piovana, che serviranno sia all’irrigazione delle aree verdi, sia alla riserva idrica antincendio. Considerando l'alta piovosità di Gorizia, considerando l'acqua una risorsa limitata, dagli stessi serbatoi potrebbe anche derivare un circuito separato dell’acqua non potabile, che costituisce un’aliquota importante del consumo idrico negli edifici: lavaggi, sciacquoni, irrigazione dei tetti verdi. Un circuito separato, alimentato da acquedotto civico, servirà invece gli usi potabili. In caso di demolizione di edifici esistenti, si ritiene operazione corretta, una volta analizzate le macerie, di utilizzare in loco quelle idonee, senza portarne a discarica grandi quantitativi, evitando quindi di creare nuovi problemi di smaltimento a scala territoriale. La maggior parte dei parchi urbani tedeschi realizzati nel dopoguerra, prendono il via dalla sistemazione delle macerie. Un esempio per tutti, l'Olympia park a Monaco di Baviera. Pannelli fotovoltaici del tipo amorfo, ossia adattabile a superfici curve, vengono posti in opera per la produzione di energia elettrica, sopra le vele del Laboratorio delle arti e della ricerca. L'operazione è possibile perchè non si hanno fattori di ombra nelle vicinanze. Invece nelle coperture piane degli stessi spazi distributivi dei laboratori, e nell'asilo si ricorre a lucernari a inclinazione solare variabile, per utilizzare la luce zenitale e ridurre il consumo di energia elettrica.

attuale tracciato del torrente Vertoibizza nel canale artificiale copertura curva adatta a pannelli fotovoltaici di tipo amorfo Rientra nel concetto di sostenibilità ambientale la proposta di riportare alla luce il vecchio tracciato del torrente che attraversa l'area, aggiungendo al parco una nuova valenza. Per contro, il torrente artificiale lungo il confine viene dismesso, demolendo le sponde in cemento e colmandolo con materiale drenante, terra e piante, con il risultato che va a scomparire la frattura oggi esistente e il passare da un paese all'altro è ancora più semplice.

Per le scelte vegetazionali si rimanda allo specifico paragrafo di progetto. Si anticipa soltanto che le scelte sono orientate verso la vegetazione autoctona, utilizzata in forme libere, in prati ove possibile naturali e verso la riproposizione di vecchie cultivar di piante. Messa a dimora nei periodi più appropriati, consente grandi risparmi sull'irrigazione.

schema facciate ventilate

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1.5 Il sistema dell'accessibilità o le reti di connessione La matrice urbana delle aree al contorno emerge dall'incrocio di diverse giaciture: prevale la direzione del centro storico, che ripercorre liberamente la direzione dell'Isonzo e probabilmente del sistema irriguo dei campi da sud – est a nord – ovest. Se pur senza avere un tracciato rigido e rigoroso, tale giacitura si ritrova nel centro della città, in Corso Italia, in Via Terza Armata. La giacitura quasi perpendicolare è rappresentata da Via Vittorio Veneto e dalle altre strade, minori, che in questa area urbana ad est del centro, hanno confermato la giacitura della tessitura urbana. Tale direzione è rafforzata dalla posizione dei due edifici della ASS, che rappresentano una porta all'area, come lo sono per l'edificio principale dell'Ospedale civile. Gli edifici che circondano l'area, pur non presentando valore di pregio storico – architettonico particolare, contribuiscono a caratterizzare questa parte della città e fornire una immagine urbana di qualità, per l’omogeneità dei caratteri edilizi (altezze, impaginazione delle facciate, uso dei materiali, colori, allineamenti).

In alcuni casi è possibile ritrovare qualche edificio rurale, ormai non più utilizzato, in cui sono riconoscibili i caratteri edilizi e tipologici originari (materiali, tecniche costruttive, presenza di annessi rustici, fienili ecc.).

L'area si trova delimitata da due confini fisici a ovest e a sud, rappresentati dalla viabilità: il primo rappresenta la connessione a scala ampia, il secondo la connessione con il centro.

In particolare via Terza Armata rappresenta la principale via di collegamento dalla parte sud della città (dall'uscita dall'autostrada A4/E70). Alla scala comunale è evidente come di fatto rappresenti la via di entrata nella città, alternativa a Via Trieste, che porta direttamente in centro città. Questo aspetto, se da un lato rappresenta un limite fisico sul bordo a ponente dell'area, dall'altro rappresenta una condizione ottimale di accessibilità all'area, per chi proviene dalle direzione sud e nord, senza attraversare il centro. L'altra via di accesso all'area è rappresentata da Via Vittorio Veneto, che costituisce il collegamento con il centro, a ovest, e con il territorio sloveno, lungo Goriska Ulica, a est.

carta della rete stradale carta della rete ferroviaria fonte: progetto TRANSLAND - Interreg III fonte: progetto TRANSLAND - Interreg III Il progetto non modifica l'assetto viario e l'accessibilità all'area. Le connessioni carrabili rimangono le stesse e conducono al grande parcheggio interrato collocato in posizione centrale. Esso si trova in posizione più prossima agli edifici della ASS, ma sufficientemente vicino anche alle altre polarità del parco: l'albergo e spa, il Punto giovani e le residenze per gli studenti, le strutture sportive, il Laboratorio delle arti e della ricerca, la Piazza degli incontri. All'interno del parco la viabilità è limitata solo alle autovetture di servizio. Viene mantenuto il collegamento viario con le aree esterne al parco, rafforzando con tale accesso il limite tra il parco e l'edifico dell'obitorio, di cui è richiesto il mantenimento. Vengono invece moltiplicate le connessioni pedonali e ciclabili dalla città al parco e nel parco al suo interno, tra le diverse funzioni. Tali connessioni rafforzano la continuità fisica e percettiva dei diversi spazi interni e lungo i confini

sud e ovest dell'area. Si ipotizza che l'accesso alle diverse parti funzionali sia differenziato, in modo da aiutare il fruitore a riconoscere il luogo verso cui si sta muovendo, ma che al suo interno prevalga la sensazione e la possibilità di muoversi tra le diverse parti. Ovviamente dovrà essere posta particolare attenzione al tema della sicurezza. Pertanto oltre ad una corretta illuminazione serale e notturna, sarà da valutare la necessità di chiudere alcuni accessi all'area.

La trama della viabilità nella città di Gorizia

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2. Il progetto 2.1 Il progetto degli spazi aperti L'area è oggi priva di un carattere e un disegno unitari, ma ci sono elementi singoli da valorizzare e riorganizzare funzionalmente. Nella fase attuale non si può arrivare a dei dettagli, ma a un programma come elencazione di elementi e funzioni ritenuti adatti. Sono soprattutto proposte di strategia operativa. Con il concorso si arriva a orchestrare sul terreno urbano la coesistenza dinamica di attività, a provocare reazioni a catena di fatti come non era mai avvenuto prima. Se l'impostazione è corretta, anche modificando degli elementi nel tempo, la strategia regge. L'obiettivo è quello di creare lo "Spazio giovani alla frontiera", obiettivo che si adatta perfettamente al tradizionale multilinguismo della città, alla presenza della Facoltà di Relazioni Internazionali; la proposta si incentra però sugli aspetti ad oggi mancanti: spazi fisici di incontro, sviluppo delle Arti, in particolare le nuove arti: il cinema, la fotografia, le arti multimediali e la ricerca. Organizzare le funzioni richieste negli edifici esistenti comportava notevoli costi di adeguamento antisismico e di contenimento energetico, per cui, approfondita con diversi riscontri la situazione dell'area, si è ritenuto opportuno procedere a delle demolizioni, ammesse anche dal bando, nell'ottica di una riorganizzazione complessiva che portasse a una qualità di paesaggio. La prima decisione è stata quindi quella di scegliere che edifici abbattere, o se si preferisce, quali edifici conservare. Si mantengono: l'edificio n. 2. l'ex sanatorio, gli edifici n. 4a e 4b, corrispondenti alle due palazzine ASS, l'edificio n. 7 delle centrali termiche, l'edificio n. 8, il mortuario, l'edificio n. 12, abitazione privata, l'edificio n. 10, convitto studentesco, l'edificio n. 11, ospedale di Basaglia. Tutti gli altri corpi di fabbrica (n. 1, n. 3, n. 5, n. 6, n. 9, a alcuni residuali non numerati), vengono rasi al suolo. L'ingente quantitativo di macerie, circa 32.000 mc., viene utilizzato per modellare alcune parti dell'area in zona nord ovest e nord, individuando in tal modo zone dedicate a specifiche funzioni, creando una morfologia non estranea ai caratteri del paesaggio di Gorizia. La sistemazione paesaggistica che ne deriva si può descrivere per elementi tipologici: i percorsi, le funzioni, le architetture, il parco. 2.1.1 I percorsi Avendo presente la componente italiana, quella slovena e una più indistinta, collettivamente definita "altra", rappresentata dall'università, si è tracciato un percorso matrice a forcella, un lungo viale alberato che parte da via Vittorio Veneto, sull'asse dell'ospedale di Basaglia e percorre tutta la superficie, dividendosi in due bracci. Si vengono così a individuare tre aree distinte, ma di facile penetrazione da una all'altra, per la natura stessa del viale alberato, come illustrato dalla tav. 1. Nel punto di biforcazione della forcella si ha la Piazza degli Incontri, un grande cerchio articolato, a cui convergono anche il percorso proveniente dalla città, e il viale di accesso al Laboratorio delle arti e della ricerca, luogo quindi di attraversamento e accentramento, di spettacoli, di concerti, di manifestazioni temporanee. La piazza è circondata dagli stessi alberi del viale, che ne segnano il limite. Questo asse portante può essere percorso a piedi, in bicicletta, dai mezzi di soccorso e di servizio in caso di necessità. Un percorso sinuoso ciclo-pedonale si srotola trasversalmente agli assi principali e ricuce insieme le diverse aree funzionali. Sia un lato della forcella che il percorso ciclo-pedonale si orientano verso Sempeter e Nova Gorica, come invito ai giovani sloveni a frequentare il nuovo parco e a partecipare attivamente ai vari eventi e iniziative culturali. Un braccio è diretto verso l'università , con percorso idealmente collegato all collina dove sono localizzate le residenze studentesche e il centro Informagiovani. In direzione verso la Slovenia il percorso ciclabile svolta, e si addentra in una valletta, tra le nuove colline e il rilievo boscato esistente, per girarvi intorno, costeggiando il torrente Vertoibizza riportato a cielo aperto. Ci sono poi dei percorsi di penetrazione dalla città: quello esistente, che viene riconfermato, parallelo a via Vittorio Veneto, lambisce il muro di confine e dà accesso all'asilo infantile, al parco e, con un nuovo tratto di strada fiancheggiato da vigneti, dove era il piazzale asfaltato, conduce all'abitazione privata, e più avanti, all'obitorio. L'altro è a sud-est, direttamente da Sempeter dove troviamo uno degli accessi al parcheggio sotterraneo e al Laboratorio delle arti, vicino alla sala posa per il cinema per rendere possibile l'arrivo di mezzi pesanti con le attrezzature in caso di troupe esterne. Da via Vittorio Veneto, tra l'area dell'albergo e la palazzina ASS di ponente, e dal lato di Sempeter si hanno le entrate e le uscite al parcheggio interrato da 360 posti auto, realizzato nel sedime dell'ex ospedale. I cunicoli sotterranei che servivano a mettere in comunicazione l'ex-ospedale con i diversi reparti, vengono conservati e riutilizzati come uscite pedonali dal parcheggio per accedere alle palazzine ASS, e al cinema. Negli altri casi diventano percorsi tecnologici per il passaggio degli impianti. Altrimenti si può uscire dal parcheggio direttamente nel parco attraverso dei gabbiotti, ognuno di diverso colore per essere facilmente identificabili,

distribuiti lungo il perimetro. Altri piccole strutture analoghe sono realizzate in altre zone del parco e sono destinate a chiosco informazioni, vendita bibite, servizi igienici.

un corridoio interrato di collegamento tra gli edifici rete dei cunicoli esistenti fonte: progetti originali Polo Ospedaliero C'è il percorso carrabile di accesso al nuovo albergo realizzato nell'ex-sanatorio, che ricalca quello centrale esistente, prendendo avvio dal cancello vicino alle due guardiole. Un viale carrabile laterale, seminascosto nella vegetazione del parco che circonda l'edificio, consente di arrivare a un parcheggio erboso, posto sul retro del fabbricato, lungo il margine del bosco. Il discorso è forse prematuro trattandosi di concorso di idee, ma è stata fatta una riflessione sulla differente tipologia di materiali di finitura delle gerarchie di percorsi, in funzione del traffico che devono sopportare, del costo di esecuzione, della facilità di manutenzione, dell'inserimento ambientale: il viale alberato è in asfalto colorato con ossidi di ferro che gli danno una tonalità bronzo-brunita, molto gradevole. I percorsi ciclabili sono in terra stabilizzata, quindi con un aspetto naturale. Altri percorsi secondari nel parco, liberi nei prati, oppure con tragitti preferenziali di erba falciata. Le piazze: del Giardino davanti alle palazzine ASS, la Piazza degli incontri e la Piazza delle culture, sono pavimentate in masselli prefabbricati sabbiati con eventuali inserti di altro materiale, pietra o mattoni per un disegno di pavimentazione. 2.1.2 Le funzioni Riguardano sia le destinazioni d'uso degli edifici che le diverse aree del parco. La breve descrizione rimanda al masterplan, soffermandosi sui diversi edifici, brevemente descritti in senso orario e richiamati alla tav. 2 e nel successivo paragrafo. Le "Palazzine dell' ASS", si trovano all'ingresso, simmetriche rispetto all'inizio del viale alberato e fungono da porte del parco. Continuano ad essere utilizzate per uffici e servizi sanitari, richiamando ogni giorno molto personale e grande affluenza di pubblico per cui il parcheggio interrato è stato previsto nelle vicinanze e sono stati conservati i due percorsi interrati di collegamento diretto. Gli spazi a loro antistanti sono organizzati come un'unica grande piazza con passaggio centrale longitudinale, solcata da vialetti trasversali che delimitano delle aiuole. Il grande edificio del sanatorio viene trasformato in "Albergo e centro benessere" da 60 camere, distribuito sui tre piani, circondato da un grande prato delimitato dal bosco dove si possono organizzare convention, anniversari, party di vario tipo. Nell'ala ovest del piano terreno, su una superficie di circa 820 mq, con accesso autonomo diretto, ha sede il Laboratorio per il recupero, lo sviluppo e il rilancio della città. Il fabbricato sembra il più adatto a ospitare l'istituzione che si prevede possa fornire servizi di consulenza a pagamento, e che può avvalersi del centro congressi al piano superiore per convegni legati alla propria attività. Un nuovo piccolo edificio a corte è l' "Asilo infantile con lo spazio bambini", situato nella zona alberata più vicina al centro urbano, sul percorso rettilineo di accesso allo Spazio Giovani alla Frontiera. Un agglomerato di edifici sistemati sulla nuova collina in direzione dell'università, realizzata con le macerie delle demolizioni, costituisce il "Punto giovani e ospitalità studenti". Sono edifici a uno e a due piani dove sono sistemati il punto Informagiovani, la direzione, la mensa a self-service, le residenze per gli studenti, suddivisi in diversi edifici. Un ulteriore edificio è previsto per ospitare visiting professor e/o artisti e tecnici di manifestazioni artistiche, teatrali, cinematografiche. L' "obitorio" non viene modificato nelle sue funzioni, ma lo spazio circostante viene organizzato creando una cortina di vegetazione di confine, aree a parcheggio e superfici verdi per infondere un sentimento di serenità e pace. Il "Laboratorio delle arti e della ricerca" ha sede nell' edificio che ospitava le centrali termiche e la cucina. Nei quattro corpi quadrati, ciascuno di 1.000 mq, collegati da un ampio corridoio-atrio di distribuzione, caratterizzati da

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notevole altezza vengono distribuiti laboratori artistici, sale posa per il cinema e relativi laboratori, ambienti insonorizzati per la scuola di musica, ambienti per la ricerca. All'edificio preesistente sono annessi altri due corpi per un bar ristorante e per la sala musica, e per proiezioni cinematografiche. Nella parte terminale del parco verso nord, con i movimenti di terreno, si realizzano degli invasi dove vengono previsti degli impianti sportivi che devono entrare a sistema con quelli previsti in area slovena poco lontano. Le aree a parco, sono meglio descritte nei paragrafi successivi, tuttavia interessa precisare fin da ora che si cerca di conservare la vegetazione arborea esistente, anche isolata, come patrimonio verde, che viene inglobata nella nuova sistemazione. Per fare ciò occorrerà prestare molta attenzione alle prescrizioni generali di capitolato di affidamento alle imprese oltre a un'accorta recinzione delle aree di cantiere. 2.1,3 Gli edifici: recupero e progetto Il progetto è articolato in parti diverse ed eterogenee: gli edifici preesistenti che verranno restaurati, mantenendone l’organizzazione funzionale e le caratteristiche architettoniche originali pur con destinazioni innovative; il grande blocco del fabbricato n. 7, con le coperture a vela, che viene mantenuto, ma “rigenerato” con una radicale riorganizzazione volta alle nuove destinazioni per le arti e di centro di ricerca; gli edifici di nuovo impianto, per la residenza degli studenti e degli ospiti, l’auditorium ed il bar, l’asilo infantile, che potranno essere realizzati con tecniche e linguaggi contemporanei. Il connettivo di una combinazione così complessa é la matrice stessa del progetto: la riqualificazione del paesaggio. Anche l’attenzione alle tecniche sostenibili di costruzione e di conduzione del complesso edilizio è fattore unificante e caratterizzante del progetto. La stessa scelta di mantenere parte degli edifici preesistenti, evitandone la demolizione, va in questa direzione: riuso del patrimonio edilizio, minimi impatti sul territorio per discariche, per cave di prestito, per la produzione di nuovi materiali di risulta. La sola importante demolizione prevista, è il grande edificio dell’ospedale, a cui vanno aggiunte la chiesa e alcune strutture secondarie già specificate, che vengono ricondotte ad un intervento di recupero del materiale inerte da demolizione (un volume di macerie di circa 32.000 mc). Il tutto servirà alla modellazione del nuovo parco. Lo scavo che ne risulta, attesa la profondità delle fondazioni, sarà l’ambito del parcheggio interrato, per la realizzazione del quale, sarà già realizzato lo scavo di fondazione. L'intervento sulle Palazzine ASS ha come obiettivo uno standard di qualità da ottenersi attraverso scelte progettuali corrette per chiarezza organizzativa delle funzioni e dei servizi offerti, benessere psico-fisico dei pazienti e degli utenti, buone condizioni di lavoro per gli operatori. Risolte le prioritarie problematiche relative al rischio sismico, affrontate nel paragrafo successivo, si sono affrontate quelle relative al contenimento dei consumi energetici, tenendo in considerazione gli indirizzi illustrati al paragrafo 1.4 energie alternative e sostenibilità ambientale: pareti interne isolanti, nuovi serramenti, vespai al piano più basso, coibentazione di sottotetti, nuovi serramenti a bassa trasmittanza. Si è arrivati a una proposta di massima di razionalizzazione degli spazi con diversi criteri di approccio rispetto alla consuetudine, prendendo in considerazione fattori "che non costano nulla", ma che possono contribuire notevolmente al miglioramento del risultato finale. Una corretta valutazione della qualità ambientale: come rapporto controllato tra gli elementi acustici, termici, olfattivi, visivi, in particolare luce e colore, in quanto fattori determinanti dell'ergonomia visiva, con benefici effetti sull'individuo. La coerenza cromatica delle informazioni e degli ambienti vanno diversificati per una migliore identificazione, ma anche per individuare le diverse funzioni. Gli aspetti funzionalistici vanno filtrati attraverso uno studio attento dei messaggi percettivo sensoriali, prendendo a prestito dalla scienza di comunicazione della pibblicità, la chiarezza del messaggio, e tenendo in considerazione le modalità dell'industria ricettiva per l'accoglienza dei pazienti fruitori, la cura dei percorsi, la gradevolezza delle sale d'aspetto e dei luoghi di cura. L'albergo, con la bella facciata orientata verso sud-est, diventa un albergo - centro benessere di fascino, con la scenografica hall e i vani scale che l'avvolgono. Le due ali sono destinate a camere singole e matrimoniali, munite di bagno e canna di ventilazione per la circolazione naturale dell'intero fabbricato. La parte centrale del piano primo di circa mq. 210 , per forma e dimensioni, è adatta a sala convegni per 100 persone. L'intervento di ristrutturazione e restauro prevede uno stretto contatto con gli uffici della Soprintendenza per concordare le tecniche operative ispirate al restauro conservativo. Vengono eliminate tutte le tramezzature evidentemente spurie, ripristinando una chiarezza planimetrica fatta di ambienti ampi e luminosi. La sistemazione di serpentine a pavimento e a soffitto implicano il rifacimento degli stessi con tecniche e materiali analoghi a quelli esistenti (graniglie, stucchi, modanature in gesso). I serramenti esterni, porte e finestre, dovendo adeguarsi alle nuove norme di contenimento energetico, vengono realizzati in legno con vetro camera, con caratteristiche formali analoghe a quelli esistenti, che verranno catalogati in un abaco.

L'ampiezza del piano terreno, circa 2.500 mq, consente di suddividerne l'utilizzo: l'ala di ponente, con accesso direttamente al giardino, diventa sede del Laboratorio per il recupero, lo sviluppo e il rilancio della città. Il corpo centrale continua a far parte dell'albergo con la piscina e le attrezzature per il benessere, sauna, bagno turco, vasca fredda. Nella porzione terminale, ad accesso indipendente, sono collocati i locali della centrale termica con le pompe di calore. L'edificio dove avevano sede le centrali termiche e le cucine dell'ospedale, viene liberato di tutte le attrezzature, , trasformato in Laboratorio delle arti e della ricerca perchè le grandi altezze ( fino a 9 m) e i grandi spazi. ben si adattano a destinare ognuno dei quattro padiglioni (1.000 mq ciascuno) a una specifica attività disciplinare. Sono rispettivamente dedicati a: - sala di posa per il cinema ; - casa della musica e della danza, - scultura, pittura, fotografia, fumetto; - ricerca e design. La grande altezza è perfetta per creare una ben attrezzata sala di posa di 280 mq.per riprese cinematografiche e/o documentari e pubblicità, con i camerini, gli ambienti per la scenografia e la falegnameria, la sartoria per i costumi, gli ambienti per il casting, gli uffici per la produzione, la sala di registrazione, quelle per lo studio dei suoni e per il montaggio e la grafica. Lo studio cinematografico è attrezzato con fondali verdi, i più moderni per la ripresa cinematografica, con binari e luci regolabili alle diverse altezze. Immediatamente all'esterno ci sono i posti auto per mezzi pesanti per scaricare attrezzature di produzioni esterne. Così ben organizzato il padiglione può essere affittato al mercato, diventando una fonte di reddito. Attiguo a questo è il padiglione della musica a cui abbiamo aggiunto la possibilità di utilizzo anche per la danza. Comprende quindi un grande spazio dove si può suonare, la sala insonorizzata,uffici, un laboratorio convertibile ad altre funzioni. Sfruttando la grande altezza, è possibile raddoppiare la superficie dedicata alla musica , realizzando un vano scala. Sono ugualmente trasformabili a due piani sono il padiglione dedicato a scultura, , pittura, fotografia, fumetto , organizzati con ampie stanze di lavoro e magazzini per attrezzature, dove si possono anche organizzare corsi per studenti di diverse età; e quello dedicato alla ricerca . che su 2.000 mq. di superficie è in grado di potersi organizzare con sezioni dedicate al design, alla cantieristica, all'ecologia e alla sostenibilità energetica, alle produzioni biologiche, in collaborazione con altre sedi universitarie, italiane e slovene. I quattro padiglioni si affacciano su un ampio corridoio, che si può considerare un vero e proprio mall delle arti e della ricerca dove tutti i frequentatori possono incontrarsi nei periodi invernali o di pioggia. Il mall sul lato sud si apre su un prolungamento che distribuisce a due nuovi corpi con involucro edilizio completamente diverso: un bar-ristorante, quasi interamente vetrato e trasparente, e il volume chiuso dell'auditorium, ,per concerti e proiezioni cinematografiche. Questi ultimi due fabbricati hanno valenza anche per utenti esterni. Un'uscita del parcheggio interrato è perciò prevista nei pressi del ristorante. Sono nuovi edifici, l'asilo infantile e le residenze per gli studenti. Pensato a un piano, l'asilo è organizzato come edificio a corte, con quattro aule, la palestra, la cucina, il refettorio, la sala insegnanti, la segreteria, servizi igienici e spazi per gli armadietti. Può ospitare fino a 100 bambini. Le aule sono ampie e ben illuminate, utilizzando anche la luce zenitale. All'esterno i bambini possono uscire nella vicina radura esistente, dove si possono allestire delle attrezzature per il gioco. La copertura è a tetto verde con piante di sedum, che non richiede manutenzione. Sulla nuova collina, realizzata con le macerie delle demolizioni, viene progettata il Punto giovani e l'ospitalità studenti, un complesso di edifici sul modulo del 4 x 4 m, corrispondente a un'unità abitativa per due studenti. Sono tre edifici, simili, ma non identici, a due piani, con corti interne e uno a corte aperta attraverso il quale passa un percorso ciclabile. Un vano scala porta al piano superiore de cui si entra in un ballatoio per l'accesso alle singole unità. In ogni edificio c'è un diverso servizio comune, la lavanderia-stireria, il minimarket, la biblioteca, sala postazioni internet in modo che il fatto stesso di doverci andare contribuisce all'incontro degli studenti anche per mansioni di vita quotidiana. Si possono in totale ospitare 212 studenti. Vi è poi un quarto edificio analogo, ma a un solo piano, destinato all'ospitalità di artisti, troupe cinematografiche visiting professor. In questo edificio le stanze sono previste anche a tre e quattro letti, ipotizzando di dover ospitare anche famiglie con bambini. Le residenze gravitano su altri tre corpi monopiano, ma elevabili a un secondo piano in caso di aumento delle necessità, dove si trovano lo sportello informagiovani, l'accoglienza, la mensa a selfservice. Tutti gli edifici sono realizzati in struttura leggera , metallica, con pareti ventilati e rivestimento di lamiera ondulata di zinco. Le finestre grandi sono sul lato sud e sud-est con pareti frangisole scorrevoli., mentre sul lato nord e nord-ovest sono più piccole. La coperture sono a sedum, quindi isolanti.

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2.1. 4 Strutture Gli edifici esistenti hanno strutture molto solide, ma non conformi alle nuove Norme per gli edifici in zona sismica, in cui il territorio goriziano è inserito. Necessitano perciò di un adeguamento sismico, che si potrà realizzare contemporaneamente ai lavori di restauro, introducendo controventature in cemento armato o acciaio nelle direzioni principali corrispondenti alle pareti di mezzeria dei corpi edilizi. Più oneroso potrà risultare l’adeguamento del Laboratorio delle arti e della ricerca; infatti le grandi vele di cemento armato dovranno essere rinforzate con un intervento diffuso mediante nuove reti di armatura e betoncino di cemento speciale. Anche la formazione di controventi sismici sarà impegnativa, per le notevoli dimensioni degli ambienti; si prevede un sistema di strutture di rinforzo metalliche a graticcio, che si armonizzano con il carattere di “archeologia industriale” su cui il recupero del complesso è orientato. Per i nuovi edifici si prevede la costruzione di un’orditura metallica a telaio, compatibile con le tecniche leggere che sono previste per l’involucro degli edifici. La flessibilità d’uso e la trasformabilità degli spazi che sono assicurati dalle strutture metalliche risulterà particolarmente importante per i due edifici gemelli destinato all’auditorium ed al bar-ristorante. L'albergo con centro benessere, in quanto edificio vincolato dalla Soprintendenza, sarà oggetto di esami di verifica per scegliere la tecnica più adeguata all'adeguamento al rischio sismico. 2.1.5 Il Parco Il nuovo parco (v. tavola 3) è l'elemento agglutinante delle mille attività che si svolgono, delle mille occasioni di incontro che si possono ogni giorno verificare. Nell'organizzazione del cantiere va previsto molta attenzione per evitare di danneggiare gli alberi esistenti che comprendono esemplari di alto fusto di notevoli dimensioni, per la maggior parte di vegetazione ornamentale. Ci sono perciò zone del parco che non vengono investite dai lavori, in cui la vegetazione potrà essere oggetto di manutenzine straordinaria (potature, eliminazione infestanti, abbattimenti alberi malati). Queste si concentrano nell'area sud-ovet e nord, e corrispondono all'area intorno all'albergo e all'asilo, e alla collina boscata esistente. Le nuove aree del parco dove si deve intervenire, riguardano circa 86.500 mq. I modi di intervento sono differenti per l'area di riferimento, il substrato su cui le piante devono essere messe a dimore, e il tipo di manutenzine/gestione che verrà prevista. Si hanno perciò circa 4.400 mq di verde intensivo, previsto nella zona a giardino delle palazzine ASS e nell'area dell' obitorio; circa 8.300 mq. .di verde pensile sulla copertura del parcheggio interrato, circa 29.500 mq di verde semintensivo, nella parte più centrale, un verde estensivo sulle colline delle residenze con molti alberi da frutto di mele, susine, ciliegi.(frutti antichi). 15.600 mq. di verde naturalistico nelle aree sportive verso la Slovenia. Intorno all'albergo viene realizzata una radura erbosa di prato all'inglese di 9.200 mq. Per le varietà previste si rimanda alla tavola 3. Soltanto per il viale si dice che gli alberi saranno Acer pseudoplatanus. Il corso d'acqua riportato alla luce, il torrente Vertoibizza, viene trattato con tecniche di ingegneria naturalistica per le sponde, con vegetazione ripariale. A differenza della vegetazione esistente, si tende a preferire la vegetazione autoctona che dovrebbe garantire anche un migliore attecchimento.

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3. Fattibilità economica e temporale 3.1 Le fasi di attuazione A seguito dell’esito del concorso si ipotizza possa essere avviato un percorso di pianificazione strategica intercomunale, in cui lo scenario prefigurato dal concorso rappresenti il quadro generale su cui avviare le fasi di pianificazione. Il Piano Strategico è un documento programmatico che definisce le linee di sviluppo del territorio di riferimento nel medio lungo periodo. Esso si realizza attraverso un metodo di progettazione partecipata che coinvolge tutta la comunità locale in una riflessione sul proprio futuro e sugli interventi necessari allo sviluppo territoriale. Il processo di pianificazione strategica dei territori prevede: la costruzione di una visione strategica dello sviluppo locale condivisa con i diversi attori del territorio; il passaggio a una logica di governance; l’ascolto e la partecipazione dei destinatari delle politiche di sviluppo; la concertazione interistituzionale di tipo verticale e orizzontale. Tramite la mobilitazione degli attori locali e la condivisione, i processi decisionali risultano maggiormente efficaci ed efficienti e la fase attuativa delle politiche di sviluppo si presenta come più stabile. Il Parco Spazio Giovani alla Frontiera assume il ruolo della visione strategica sul futuro, da cui avviare un rapporto di confronto che, in un caso di trasformazione come questo, può avere solo vantaggi nel confrontarsi con gli attori principali, siano essi decisionali, siano essi gli utilizzatori finali (ad esempio iniziando già prima della realizzazione la costruzione di un legame e di un senso di identità con il luogo da parte dei giovani). Il passo successivo ma strettamente legato a questo è la predisposizione di uno strumento urbanistico attuativo che trasformi lo scenario strategico in attuazione. Il progetto proposto non impone una rigida scansione in fasi di attuazione. L’unico vincolo è rappresentato dalla prima fase, ovvero quella della demolizione degli edifici esistenti – secondo quanto illustrato al paragrafo 2.1,3, in modo da liberare l’area. Le macerie selezionate, che sono un ottimo drenante e stabilizzante per i pendii, vengono trasportate nell’area oggi occupata dal piazzale asfaltato, che viene rimosso nel solo strato superficiale, per essere rimodellate secondo il progetto. Data l’estensione dell’area e la lontananza reciproca degli edifici conservati e di quelli di nuova edificazione, si può prevedere di intervenire per lotti indipendenti. Il primo di questi deve essere il parcheggio interrato la cui costruzione è semplificata dal fatto che, con la demolizione delle fondazioni dell’ospedale, è già di fatto pronto lo scavo. La realizzazione del sistema di riscaldamento con l’energia geotermica, prevede una programmazione attenta rispetto all’attuazione dei lotti. Lo stesso problema si pone per tutti gli impianti a rete. Procedendo con l’attuazione degli altri lotti, si può realizzare l’area verde su cui insistono. Ultime operazioni riguardano le piste ciclabili perché attraversando tutto il parco, rischiano di essere danneggiati durante le fasi di cantiere. Altrettanto dicasi del percorso matrice alberato e della Piazza degli incontri. La suddivisione per lotti, data l’autonomia di ciascun intervento è del tutto arbitraria, in funzione delle priorità e della disponibilità finanziaria. 3.2 La fattibilità economica Per quanto riguarda la fattibilità economica dell’intervento, si ipotizzano i seguenti costi di realizzazione:

A1) Demolizione del padiglione ospedaliero principale, con recupero dei materiali inerti riciclabili, e trasporto a rifiuto dei materiali residui.

€. 150.000 A2) Edifici restaurati, con adeguamento sismico mediante nuovi controventi, coibentazione delle pareti esterne con intonaco diffusivo, contropareti isolanti, nuovi infissi, pavimenti, controsoffitti, tramezzi, compartimenti antincendio, scale ed ascensori. Impianti di distribuzione idrica, antincendio, elettrici e di rete dati / comunicazioni. Impianti di climatizzazione a pannelli radianti, con aria primaria, ventilazione a tiraggio naturale naturale. Centrale termica e di refrigerazione a pompa di calore alimentata da rete di scambio geotermico.

• edificio ex Sanatorio, per trasformazione in albergo €. 12.900.000 • edifici per Uffici ASS2 €. 5.400.000 • edificio “obitorio” €. 600.000

A3) Edifici riqualificati per trasformazione in Laboratorio delle arti e della ricerca, con adeguamento sismico mediante nuovi controventi in acciaio, pareti esterne ventilate. €. 5.700.000 A4) Nuovi edifici per Auditorium, bar e ingresso, con struttura antisismica in carpenteria metallica, tamponamenti leggeri con parete ventilata

• Nuovi edifici per Punto giovani e ospitalit à €. 2.760.000 • Auditorium, ingresso e bar-ristorante €. 2.920.000 • Asilo €. 1.040.000

A5) Parcheggio interrato realizzato nello scavo risultante dalla demolizione di cui al punto A1) con struttura in cemento armato, tetto-giardino, impianti di ventilazione, controllo ed antincendio. €. 4.140.000 A6) Sistemazione paesaggistica dell’area esterna, comprendente la stesa e modellazione quotata del materiale inerte da demolizione, saturazione con inerte tout-venant, la copertura con terra vegetale, la semina, la messa a dimora di alberi d’alto fusto e di arbusti, l’impianto di irrigazione, la messa a dimora di alberi, arbusti, piante da fiore e decorative, la realizzazione dei viali, con gli impianti di illuminazione. €. 3.460.000

Sommano lavori…………………………………………………………………………… €. 39.070.000

Somme a disposizione dell’Amministrazione B1) Spese tecniche, generali e di collaudo €. 4.600.000 B2) IVA sui lavori…………………………………. €. 7.814.000 B3) Allacciamenti ed oneri connessi €. 500.000 B4) Fondo per accordi bonari €. 1.172.000 B5) Incentivi €. 586.000 B6) Imprevisti €. 3.758.000 Sommano Somme a disposizione dell’Amministrazione €. 18.430.000 TOTALE GENERALE…………………………………………………………………… €. 57.500.000

La sostenibilità economica dell’intervento viene verificata e distinta in due parti: la sostenibilità della realizazione e la sostenibilità della gestione. Per quanto riguarda la realizzazione, è evidente che il costo complessivo dell’intervento è considerevole, nonostante la proposta progettuale abbia ottimizzato il rapporto tra costi e benefici, ad esempio nella somma algebrica tra il materiale ottenuto dalle demolizioni e il riuso dei detriti in sito per la movimentazione del suolo, nel recupero e restauro degli edifici, laddove coerenti con le nuove funzioni da insediare. Le fonti necessarie alla realizzazione dell’intervento dovrebbero essere il risultato di una azione integrata tra soggetti pubblici e soggetti privati. Le fonti di finanziamento pubblico prevalenti potrebbero derivare da un cofinanziamento di risorse comunali e di Fondi Strutturali dell’UE. La riforma della politica di coesione (verso il 2020) sembra che riproporrà, se pur con forme attuative diverse, gli stessi Obiettivi principali: quindi gli interventi infrastrutturali della proposta potrebbero essere cofinanziati dal FESR con il futuro POR Obiettivo 2. Altre parti del progetto e alcune azioni di avvio, mirate esplicitamente alla cooperazione transfrontaliera (come ad esempio l’organizzazione degli spazi aperti interculturali, l’avvio di attività e strutture mirate agli scambi tra giovani creativi, etc.), potrebbero vedere nel FESR – Obiettivo 3 la fonte di finanziamento ottimale. Inoltre se verrà mantenuta la politica di sostegno ai giovani, promossa della Regione FVG attraverso la LR 12/2007 e attraverso una riproposizione di un Accordo di Programma Quadro con il Governo, sarà possibile utilizzare tali finanziamenti per l'acquisto ed la realizzazione di interventi per immobili adibiti a centri di aggregazione giovanile, oltre a sostenere progetti finalizzati a promuovere l'autonoma capacità ideativa ed organizzativa dei giovani.

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Poiché la proposta progettuale Spazio Giovani alla Frontiera assume un ruolo strategico a scala urbana e a scala del quartiere, si può ipotizzare che essa sia anche il principale catalizzatore verso cui dirottare risorse private. Poiché in questa fase di crisi economica è poco plausibile trovare sponsor privati disposti a partecipare con somme significative, si può ipotizzare che la partecipazione di risorse private derivi dall’applicazione di forme di perequazione urbanistica. Ovvero l’amministrazione comunale potrebbe valorizzare dal punto di vista urbanistico le aree a margine dell’area, in particolare il Piazzale della Casa Rossa, ottenendo in cambio l’attuazione diretta a scomputo degli oneri o la monetizzazione di una quota utile a realizzare una parte dell’intervento del parco. Tali meccanismi dovranno essere studiati attentamente in sede di strumento urbanistico. Poiché il concorso si pone come primo passo verso un piano strategico intercomunale e transfrontaliero, la scelta funzionale della valorizzazione potrebbe essere definita a seguito di un periodo di confronto e valutazione delle diverse proposte (residenza, commercio, altro) insieme a stakeholders coinvolti, per arrivare a definire la via maggiormente sostenibile. Per quanto riguarda la gestione, le attività che si svolgono nel parco hanno remunerazioni differenti. Alcune sono attività economiche che producono reddito (albergo, spa, pubblici esercizi), altre sono servizi non a scopo di lucro che si basano sul sostegno di finanziamenti pubblici. Va quindi valutata da subito la possibilità di differenziare tali attività al fine di condividere il costo di manutenzione del parco, commisurato al reddito delle diverse attività presenti. In secondo luogo si può pensare che anche le attività non a scopo di lucro (esempio l’ospitalità studentesca, debbano prevedre un piano di gestione che confermi, non solo la buona salute della attività, ma anche la capacità di reinvestire una parte – se pur bassa in valore assoluto – sul parco. Una considerazione finale per quanto riguarda il soggetto gestore: poiché i Comuni di Gorizia, Nuova Gorizia e San Pietro, sono stati tra i pochi in Italia a costituire un Gect, (Gruppo europeo di cooperazione territoriale), questo potrebbe essere lo strumento formale per consentire alle diverse istituzioni di area transfrontaliera, in questo caso rapportarsi come unico soggetto con l’Unione europea e i rispettivi Stati, senza intaccare la sovranità dei singoli enti, agevolando e velocizzando così tutti i progetti trasnfrontalieri legati allo sviluppo del territorio a cavallo del confine. Tra le altre attività il Gect ha il compito di stimolare e sostenere la cooperazione territoriale in tutti i settori e favorire il coordinamento strategico delle politiche nell’area delle tra città, in particolare per: lo sfruttamento e gestione delle risorse energetiche e ambientali locali; elaborazione di piani di intervento mirati alla coesione economica e sociale; ovvero gli obiettivi stesso della proposta progettuale.

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Summary Planning in Gorizia has to take into account the idea of bordering cultural concepts which are part of the identity and history of the city, Latin and Slav civilizations and that of the Hapsburg empire. Therefore, the concept of border as a space of encounter between different cultures is both an opportunity and an inspiring spur for the project’s planners. The city of Gorizia is also a morphological border, located between the alluvial plain of the Isonzo river and the farthest pre-alpine offshoots. Gorizia is also on a vegetation border, being on the extreme fringes of the vegetation typical of the Balkan peninsula and in contact with the last specimens of Mediterranean flora. The 16 hectare site owned by ASS (the Health Department) presently includes a number of buildings which have fallen into decay, amongst which are the large former hospital and the former sanatorium. They stand amidst thick ornamental vegetation and wide grassy clearings. The aim of the project is the creation of a dynamic exchange among contrasting elements: the plains, the Italian and Slovenian hills, the urban areas surrounding the ASS and the new park, a contrast between empty and full spaces which is also evident in the permanence of the agricultural fields and the density of built-up areas and open public spaces. The border – or rather the various borders – separating such different realities is fully represented in the project. It becomes the access to all disparities, the hingepin on which a new model of cohesion is founded. Environmental sustainability and alternative energy sources are two pillars of the project.

The existing buildings will be provided with thermic insulation and restructured according to the new antiseismic regulation. The new constructions, designed to be quite light in structure, have ventilated walls covered with vegetation for saving energy. The rain is going to be collected in large tanks located under the ground, a useful storage for irrigating the park. Soft photovoltaic panels, on the slightly domed roofs of the Art and Research Laboratory, supply electrical energy.

The area has been totally redesigned, taking into account its original scheme shaped as a Y, which is also found in the local roads. The Y scheme is lined with trees and cuts the area lengthwise, separating it into 3 communicating sections. The most cumbersome buildings and those in bad condition are going to be demolished, and the rubble utilized for creating small hills reminiscent of the surrounding landscape. A number of squares are built along the route. The first is at the entrance, amid the buildings of the ASS. At the branch line of the Y there is the Meeting Square, a large circular space, slightly slanted, shell-shaped like the Piazza del Campo in Siena. Then, the Cultural Square up on top of an elevation, formed by a series of wings to be used as scenes or stages for performances, rehearsals or for graffiti. On the new section, close to the university, a number of two-storey buildings, with an inner courtyard and balconies, will function as an information centre and youth hostel open to artists and visiting professors. The building which used to contain the central heating room and the hospital kitchen becomes an art and research laboratory, with a cinema studio and photography labs, rooms for performing music, connected to a concert hall, a cinema and a restaurant. The elegant former sanatorium building is transformed into a hotel and wellness centre. The several buildings are sewn one to the other through pedestrian and cycle lanes. Local trees and bushes, plus old fruit trees will be established in the new landscape.

The park, which includes all the activities quoted above, is provided with 3.5 Km of pedestrian and cycle lanes. The plants and trees chosen by the planners do not require any special upkeeping, in order to simplify the maintenance of green areas.