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DOMENICA 6 APRILE 2008 METROPOLI 7 SOCIETÀ DOMENICA 6 APRILE 2008 6 METROPOLI SOCIETÀ Sul piccolo schermo non solo telegiornali anche amore e ricette TELEVISIONE CARLO MOCCALDI S ONO poco meno di venti le trasmissioni televisive etniche e multiculturali in Ita- lia. Accanto a due trasmissioni in onda sulle reti Rai (“Un mondo a colori, il giovedì e il venerdì alle 9,45 su Rai2, e “Shukran”, il settimanale del Tg3 in onda il lunedì alle 12,25), si tratta soprattutto di pro- grammi ospitati da televisioni locali del nord e del centro, mentre il meridione è ancora poco rappresentato. Di solito sono a cadenza settimanale e spesso sono rivolte ad una sin- gola comunità; ma non man- cano gli esperi- menti di multi- linguismo. Negli ultimi mesi sta emer- gendo poi una “nuova genera- zione” di tv, il cui target è un pub- blico multicul- turale. È il caso di “Crossing tv”, l’ultimo format televisivo multi- culturale che ha debuttato un mese fa a Bolo- gna: trasmette sul web ed è ri- volto soprattut- to ai giovani. «Di tutte le etnie, ita- liani e stranieri, le differenze spesso sono mi- nime», spiega Silvia Storelli, film-maker e ideatrice del programma. “Crossing tv” è realizzato da una redazione mista: accanto agli italiani ci so- no cinesi, con- golesi, cittadini dell’est euro- peo, marocchi- ni. Prime e se- conde genera- zioni. Aggiunge Silvia: «Raccon- tiamo in italiano di temi quoti- diani e univer- sali: l’amore, il tempo libero, il lavoro, la ses- sualità». Il programma, finan- ziato dal ministero della Soli- darietàsociale,proponeanche una rubrica di cucina, curata da Michelina Ndiyunze, con- golese, che chiarisce: «Niente ricette etniche, ricette e basta». La prima puntata della rubrica è stata così dedicata alla pizza. Se nella redazione di “Cros- sing tv” si sperimentano il web e la multiculturalità, a Brescia da otto anni si trasmette un no- tiziario multilingue. La storica trasmissione dell’emittente locale Rtb, che ha ricevuto da poco il premio “Oscar tv locali” di Millecanali (la rivista edita da Il Sole 24 Ore Business Me- dia) per la categoria informa- zione, ha avuto tra i suoi primi protagonisti il noto giornalista sportivo e presentatore Idris. Oggi, dopo alcune trasforma- zioni, va in onda cinque giorni a settimana, con informazioni e reportage «in italiano e una lingua straniera a rotazione», spiega il giornalista brasiliano Carlos Leonel, che è capore- dattore del programma dal 2002. Nel notiziario lavorano oltre a Carlos e sua moglie, Li- giane Ciola, anche lei giornali- sta di origini brasiliane, altri cinque conduttori di diverse nazionalità. Nato nel 2000 su impulso del “pa- tron” Virgilio Baresi, presi- dente di Rtb network, in que- sti anni il tele- giornale è cre- sciuto, superan- do grazie al sa- tellite i confini della regione e aumentando anche gli ascolti. E il futuro? «È importante con- tinuare a miglio- rare — conclude Carlos — , for- nendo un’infor- mazione corret- ta e rivolta a tut- ti». Sirivolgeinve- ceauntarget“et- nico” il tg in rus- so e ucraino che va in onda tra Napoli e Caser- ta, su Tele Luna (ogni sabato alle 13,20 e alle 20,10 e la domenica al- le 9,30 e alle 13,30). Quelli “di comunità” sono programmi che non sempre hanno vita faci- le. A Torino, è durata otto setti- mane la trasmis- sione romena “Tele Obiectiv”, ospitata dall’e- mittente Grp. «Era un progetto pilota finanziato dall’associazione culturale Carpatina — spiega la giornali- sta Magdalena Lupu — . Ha avuto un ottimo seguito tra i miei connazionali; speriamo di trovare i fondi per prosegui- re nel progetto». A Genova, in- vece, in attesa di nuovi spon- sor, il settimanale “El noticie- ro”, su Telegenova, manda in onda solo repliche di vecchi servizi. Il fascino del mezzo tv al servizio dell’integrazione non risparmia la Chiesa: così que- st’anno, don Giuseppe Zhao, cappellano della comunità cattolica cinese, ha fatto le ri- flessioni sulla Settimana santa dagli schermi di Prato tv. Smarties Due giovani speaker “on air” durante la trasmissione curata dagli allievi di origine straniera dell’istituto Bonomi Mazzolari di Mantova.Il programma va in onda sul sito web della scuola OndeG2 Un momento del programma curato dai ragazzi della rete G2, la più attiva tra le associazioni formate da giovani di seconda generazione. Va in onda su Radio Popolare e su Popolare Network Radioafrica.eu Olivier Di Giacomo e Jiske Van Loos (volontaria olandese) durante una trasmissione dai microfoni dell’emittente di servizio per gli immigrati aperta ad Ancona dal Circolo Africa Colors Una foto di gruppo del Progetto Colors — informazione e comunicazione interculturale in Friuli Venezia Giulia. Il programma radiofonico va in onda ogni sabato alle 19 su Radio Onde Furlane La redazione di “Crossing tv” di Bologna MEDIA Tendenza In aumento grazie a internet le trasmissioni fatte dagli stranieri. Mezzi poveri e i giovani in prima fila Radio, dall’etere al web la voce dei migranti conquista più spazio Nella foto un tecnico in uno studio radiofonico. Al centro, nella foto grande, le allieve dell’Istituto superiore Bonomi Mazzolari di Mantova PAULA BAUDET VIVANCO L’ ANSIA di uscire dall’invi- sibilità e di non sentirsi isolati può essere vinta attraver- so radio, stampa e televisione. E il ruolo di semplice pubblico non basta: sempre più immigra- ti partecipano in prima persona alla creazione di trasmissioni radiofoniche, tv e giornali mul- ticulturali. Per fornire informa- zioni utili sui permessi di sog- giorno, raccontare altri modi di vivere e sentire, o semplicemen- te per tenere compagnia ai con- nazionali, attraverso perle di nostalgia deliziosamente ama- re. «Tra i media multiculturali, le trasmissioni radio meritano un posto d’onore perché sono state le prime a nascere qui in Italia», spiega Marcello Maneri, socio- logo dell’università Milano-Bi- cocca e autore del recente “Un diverso parlare”, libro dell’orga- nizzazione non governativa Co- spe, edito da Carocci. Quaranta- tré in tutto, tredici nella sola Lombardia e nove nel Lazio, «le trasmissioni radiofoniche sono state le prime, presenti già dagli anni 80. Anche perché possono costare molto poco, sicuramen- te meno di una televisione o del- la stampa di un giornale». Tra le più seguite emerge “Toubab” di Radio Popolare Mi- lano (ottantamila ascoltatori per la fascia mattutina), mentre alcune veterane, come il lati- noamericano “El Guayacan” e la capoverdiana “Radio B.leza”, sono radicate nella capitale. Un panorama variegato, ma anche in continuo cambiamento a causa della notevole mortalità delle trasmissioni. Che, secon- do Cintia Salomao Castro, «non possono andare avanti solo con il nostro sforzo volontario, sen- za sostegno economico». Cintia è stata costretta a chiudere la sua trasmissione “Gli altri siamo noi”, in onda a Padova, e ora pensa di ritornare in Brasile, «dove forse ci sono più possibi- lità per i giornalisti come me». Intanto, tra tradizione e mo- dernità della comunicazione, stanno emergendo alcune tra- sformazioni significative. Una delle novità degli ultimi tempi è stata la diffusione delle trasmis- sioni via internet, che permetto- no l’ascolto anche a un pubblico lontano, in altre città o addirit- tura nei Paesi d’origine. Internet ha permesso anche un ulteriore abbattimento dei costi e con questo la possibilità di maggio- re autonomia. Così, dopo Aste- risco.com di Bologna, è nata ad Ancona Radioafrica.eu. Nel panorama radiofonico si registra un’altra evoluzione im- portante, frutto della trasforma- zione avvenuta nelle comunità straniere e nella società italiana in genere: alcune trasmissioni stanno inserendo al loro interno spazi specifici destinati a un pubblico più giovane, e in alcu- ni casi realizzati direttamente dalle nuove generazioni. È il ca- so anzitutto di alcune trasmis- sioni neonate come Babel lati- no, in onda su radio Marconi di Milano. «Dedichiamo una parte delle nostre due ore di program- mazione settimanale in spa- gnolo a bambini e adolescenti di origini latinoamericane», rac- conta la giornalista ecuadoria- na Patricia Sosa. Invece usano esclusivamente l’italiano sia “Smarties”, realiz- zata dalle alunne dell’istituto superiore mantovano Bonomi Mazzolari, che “OndeG2” della rete di figli di immigrati G2 — Se- conde generazioni, in onda su Radio Popolare Milano e poi, in pillole, a livello nazionale su Po- polare Network. «Per noi — dice la G2 Maricel Argenal, di origini filippine — la radio è un validis- simo strumento per evitare di essere giudicati dall’aspetto, perché ascoltino veramente quello che diciamo e che comu- nichiamo con i nostri accenti, anche milanesi». Uno strumen- to per raccontare la nuova Italia, prosegue Argenal: «Perché si conoscano, direttamente dalle nostre voci, le difficoltà o gli epi- sodi assurdi che viviamo noi se- conde generazioni, “italiani col permesso di soggiorno”». t Quarantatré in tutto i programmi in onda, soprattutto su emittenti del Centro e del Nord. Alcuni con una tradizione che risale agli anni 80 Per noi è un modo per non essere giudicati dall’aspetto, perché ascoltino quello che diciamo col nostro accento, magari milanese ON AIR STORIE Maria de Lourdes Jesus e, in alto, Dulce Araujo. Insieme conducono “Radio B.leza” «S IAMO le veterane delle trasmissioni radio multi- culturali. Il nostro programma esiste dal 1988, praticamente da quando è stata fondata la nostra associazione, e non lo abbiamo mai sospeso», racconta Dulce Araujo. Dulce è presidente del- l’Omcvi, Associazione delle don- ne capoverdiane in Italia, che in questi giorni festeggia i suoi primi vent’anni. Sempre a suo agio da- vanti ai microfoni, è giornalista di Radio Vaticana. Gestisce la tra- smissione con la collega Maria de Lourdes Jesus, che in passato ha lavorato anche alla tramissione di Rai Due “Non solo nero”, il primo programma televisivo sull’immi- grazione. “Radio B.leza” va in onda tutte le domeniche dalle 14 alle 16 su Radio Città Aperta di Roma. Si parlano soprattutto creolo e por- toghese, a cominciare dal notizia- rio. Ma le conduttrici preferiscono l’italiano se gli ospiti non parlano le loro lingue d’origine. «Con il tempo — prose- gue Dulce — abbiamo anche aperto una fine- stra sulla nuova realtà, le nostre seconde ge- nerazioni. Così, dal 1999, esiste lo “Spazio giovani”, gestito da figli di capoverdiane che hanno anche seguito un corso per utilizzare meglio gli strumenti radiofonici». (p.b.v.) “B.leza”, ogni domenica dal 1988 si parla in creolo e portoghese V ENTICINQUE voci che raccontano la realtà manto- vana dei figli dell’immigrazione. Sono le alunne dell’istituto Bo- nomi Mazzolari di Mantova, tut- te di origine straniera, che hanno creato un giornalino scolastico e la neonata tramissio- ne radiofonica “Smar- ties”, grazie all’inco- raggiamento dell’in- segnante Anna Pasoli- ni e del centro inter- culturale della Provincia. «Il pro- gramma è in italiano; parliamo di famiglia, amicizia e ricordi — spiega la caporedattrice Antoni- na Mazur, origini ucraine, alun- na della classe IV A — . Registria- mo nell’aula della nostra reda- zione, tutta per noi, e le puntate fi- niscono sul sito web della scuola: www.isboma.it». Partecipano solo ragazze, tranne uno studen- te di un altro istituto. «Dopotutto noi femmine siamo più creative ed espansive dei maschi», assi- cura Diana Vsivcov, 16 anni, pas- saporto moldavo. «È un’espe- rienza nuova e bella per tutti noi dice Ruby Bimbla, altra capo- redattrice — . Per me poi è un mo- do diverso per raccontare quan- to sono italiana e indiana. Mi pia- ce parlare alla radio perché posso metterci più sentimento, far sen- tire direttamente l’emozione. Scrivere è diverso, più distante». (p.b.v.) Sul sito dell’istituto multietnico seconde generazioni al microfono S I CHIAMA www.radioafri- ca.eu ed è la nuova web radio dedicata al mondo dell’immigra- zione, nata da un’iniziativa del Circolo culturale Africa di Anco- na con il sostegno della Provincia. «Il nostro in realtà è un network di radio, con emittenti in Marocco e Tunisia — spiega Paolo Sospiro, italo-etiopico, presidente del cir- colo — . L’idea è quella di fornire agli immigrati un contatto diretto con i Paesi d’origine». Radioafri- ca.eu fa notiziari in italiano, in- glese e francese, sei ore al giorno di sportello virtuale e ogni mese produce dei cd tematici da distri- buire alle associazioni. Dodici gli speaker, italiani e stranieri, alcu- ni del Servizio volontario euro- peo. Tra loro Olivier Di Giacomo, avvocato italo-belga e Fatumata Kébé, volontaria franco-maliana di Parigi. «Vivo in Francia da quando ero bambina — racconta — e lì i problemi degli immigrati sono gli stessi. Sono arrivata ad Ancona in dicembre e ho ancora grossi pro- blemi con l’italiano, ma la voglia di aiutare era tanta». La stessa ra- gione che sette anni fa ha spinto Paolo e Gabriele Sospi- ro a fondare il Circolo: «La voglia — spiega Paolo — di dare una ma- no a chi vive oggi le difficoltà che noi abbiamo vissuto ieri». (emiliano albensi) News e informazioni di servizio il Circolo Africa rilancia on line «L’ ESISTENZA di un mezzo di comunica- zione multietnico e multilingue dedicato agli stranieri è un segno di civiltà», afferma con convin- zione la giornalista ucraina Nataliya Ivanyshyn, che ha ideato a Napoli un te- legiornale in lingua ucraina e russa. Il no- tiziario (di cui si parla nell’articolo a fianco nella pagina) va in on- da sulla tv locale Tele Luna, che trasmette nel capoluogo parte- nopeo e nelle località limitrofe. «Con la nostra iniziativa — spiega Ivanyshyn — cerchiamo di tenere aggiornati gli immigra- ti su quello che succede nei loro Paesi d’origine, presentando notizie redatte in russo e ucraino con i sottotitoli in italiano. Molti ucraini, soprattutto le donne che lavorano con vitto e alloggio nel- le famiglie partenopee, non han- no accesso a una televisione sa- tellitare per sapere come vanno le cose in patria. Inoltre ci occu- piamo del mondo dell’immigra- zione e di qualsiasi evento che ri- guardi la comunità ucraina e le altre comunità slave in Italia». Il progetto è nato grazie all’appog- gio del presidente del Corecom, Samuele Ciambriello, e con il so- stegno dell’Istituto di cultura ucraina “Taras Shevchenko”. (gabriela pentelescu) Un Tg in ucraino con i sottotitoli per le comunità della Campania A Roma e a Mantova ragazzi protagonisti Strumenti e scelte diversi tra Napoli ed Ancona Sono le trasmissioni multiculturali in onda sulle radio italiane. Forniscono informazioni utili e di servizio ma sono anche programmi di intrattenimento. Solo una viene trasmessa da Radio Rai, le altre sono tutte su radio locali 43 È il numero delle trasmissioni radiofoniche multiculturali in onda in Lombardia, la Regione dove sono più numerose. Segue il Lazio con 9. Sono quasi tutte al Centro-Nord con poche eccezioni al Sud 13 Sono gli ascoltatori del programma “Toubab”, in onda su Radio Popolare di Milano. È una delle trasmissioni più seguite. A Roma sono molto radicate “El Guayacan” e “Radio B.leza”, su Radio Città aperta 80.000 Nelle redazioni lavorano fianco a fianco giornalisti di origini diverse Ligiane Ciola, di origini brasiliane, è fra i conduttori del Tg multietnico di Rtb NAPOLI BRESCIA Nataliya Ivanyshyn conduce su Tele Luna un telegiornale in lingua russa e ucraina

MEDIA ON AIR TELEVISIONE Sul piccolo schermo dagli ... · liani e stranieri, le differenze spesso sono mi - nime», spiega Silvia Storelli, film-maker e ... raccontano la realtà

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DOMENICA 6 APRILE2008 METROPOLI 7SOCIETÀDOMENICA 6 APRILE20086 METROPOLI SOCIETÀ

Sul piccolo schermonon solo telegiornalianche amore e ricette

TELEVISIONE

CARLO MOCCALDI

SONO poco meno di ventile trasmissioni televisive

etniche e multiculturali in Ita-lia. Accanto a due trasmissioniin onda sulle reti Rai (“Unmondo a colori, il giovedì e ilvenerdì alle 9,45 su Rai2, e“Shukran”, il settimanale delTg3 in onda il lunedì alle 12,25),si tratta soprattutto di pro-grammi ospitati da televisionilocali del nord e del centro,mentre il meridione è ancorapoco rappresentato. Di solitosono a cadenza settimanale espesso sono rivolte ad una sin-gola comunità; ma non man-cano gli esperi-menti di multi-linguismo.

Negli ultimimesi sta emer-gendo poi una“nuova genera-zione” di tv, il cuitarget è un pub-blico multicul-turale. È il casodi “Crossing tv”,l’ultimo formattelevisivo multi-culturale che hadebuttato unmese fa a Bolo-gna: trasmettesul web ed è ri-volto soprattut-to ai giovani. «Ditutte le etnie, ita-liani e stranieri,le differenzespesso sono mi-nime», spiegaSilvia Storelli,film-maker eideatrice delp r o g r a m m a .“Crossing tv” èrealizzato dauna redazionemista: accantoagli italiani ci so-no cinesi, con-golesi, cittadinidell’est euro-peo, marocchi-ni. Prime e se-conde genera-zioni. AggiungeSilvia: «Raccon-tiamo in italianodi temi quoti-diani e univer-sali: l’amore, iltempo libero, il lavoro, la ses-sualità». Il programma, finan-ziato dal ministero della Soli-darietà sociale, propone ancheuna rubrica di cucina, curatada Michelina Ndiyunze, con-golese, che chiarisce: «Nientericette etniche, ricette e basta».La prima puntata della rubricaè stata così dedicata alla pizza.

Se nella redazione di “Cros-sing tv” si sperimentano il webe la multiculturalità, a Bresciada otto anni si trasmette un no-tiziario multilingue. La storicatrasmissione dell’emittentelocale Rtb, che ha ricevuto dapoco il premio “Oscar tv locali”di Millecanali (la rivista edita

da Il Sole 24 Ore Business Me-dia) per la categoria informa-zione, ha avuto tra i suoi primiprotagonisti il noto giornalistasportivo e presentatore Idris.Oggi, dopo alcune trasforma-zioni, va in onda cinque giornia settimana, con informazionie reportage «in italiano e unalingua straniera a rotazione»,spiega il giornalista brasilianoCarlos Leonel, che è capore-dattore del programma dal2002. Nel notiziario lavoranooltre a Carlos e sua moglie, Li-giane Ciola, anche lei giornali-sta di origini brasiliane, altricinque conduttori di diversenazionalità. Nato nel 2000 su

impulso del “pa-tron” VirgilioBaresi, presi-dente di Rtbnetwork, in que-sti anni il tele-giornale è cre-sciuto, superan-do grazie al sa-tellite i confinidella regione ea u m e n t a n d oanche gli ascolti.E il futuro? «Èimportante con-tinuare a miglio-rare — concludeCarlos — , for-nendo un’infor-mazione corret-ta e rivolta a tut-ti».

Si rivolge inve-ce a un target “et-nico” il tg in rus-so e ucraino cheva in onda traNapoli e Caser-ta, su Tele Luna(ogni sabato alle13,20 e alle 20,10e la domenica al-le 9,30 e alle13,30). Quelli “dicomunità” sonoprogrammi chenon semprehanno vita faci-le. A Torino, èdurata otto setti-mane la trasmis-sione romena“Tele Obiectiv”,ospitata dall’e-mittente Grp.«Era un progettopilota finanziato

dall’associazione culturaleCarpatina — spiega la giornali-sta Magdalena Lupu — . Haavuto un ottimo seguito tra imiei connazionali; speriamodi trovare i fondi per prosegui-re nel progetto». A Genova, in-vece, in attesa di nuovi spon-sor, il settimanale “El noticie-ro”, su Telegenova, manda inonda solo repliche di vecchiservizi. Il fascino del mezzo tv alservizio dell’integrazione nonrisparmia la Chiesa: così que-st’anno, don Giuseppe Zhao,cappellano della comunitàcattolica cinese, ha fatto le ri-flessioni sulla Settimana santadagli schermi di Prato tv.

Smarties Due giovani speaker “on air” durante la trasmissionecurata dagli allievi di origine straniera dell’istituto Bonomi Mazzolaridi Mantova.Il programma va in onda sul sito web della scuola

OndeG2 Un momento del programma curato dai ragazzi della reteG2, la più attiva tra le associazioni formate da giovani di secondagenerazione. Va in onda su Radio Popolare e su Popolare Network

Radioafrica.eu Olivier Di Giacomo e Jiske Van Loos (volontariaolandese) durante una trasmissione dai microfoni dell’emittentedi servizio per gli immigrati aperta ad Ancona dal Circolo Africa

Colors Una foto di gruppo del Progetto Colors — informazione ecomunicazione interculturale in Friuli Venezia Giulia. Il programmaradiofonico va in onda ogni sabato alle 19 su Radio Onde Furlane

La redazione di “Crossing tv” di Bologna

MEDIA

TendenzaIn aumento grazie a internet le trasmissioni fattedagli stranieri. Mezzi poveri e i giovani in prima fila

Radio, dall’etere al webla voce dei migranticonquista più spazioNella foto un tecnico in uno

studio radiofonico. Al centro,nella foto grande, le allieve dell’Istituto superiore BonomiMazzolari di Mantova

PAULA BAUDET VIVANCO

L’ANSIA di uscire dall’invi-sibilità e di non sentirsi

isolati può essere vinta attraver-so radio, stampa e televisione. Eil ruolo di semplice pubbliconon basta: sempre più immigra-ti partecipano in prima personaalla creazione di trasmissioniradiofoniche, tv e giornali mul-ticulturali. Per fornire informa-zioni utili sui permessi di sog-giorno, raccontare altri modi divivere e sentire, o semplicemen-te per tenere compagnia ai con-nazionali, attraverso perle dinostalgia deliziosamente ama-re.

«Tra i media multiculturali, letrasmissioni radio meritano unposto d’onore perché sono statele prime a nascere qui in Italia»,spiega Marcello Maneri, socio-logo dell’università Milano-Bi-cocca e autore del recente “Undiverso parlare”, libro dell’orga-nizzazione non governativa Co-spe, edito da Carocci. Quaranta-tré in tutto, tredici nella solaLombardia e nove nel Lazio, «letrasmissioni radiofoniche sonostate le prime, presenti già daglianni 80. Anche perché possonocostare molto poco, sicuramen-te meno di una televisione o del-la stampa di un giornale».

Tra le più seguite emerge“Toubab” di Radio Popolare Mi-lano (ottantamila ascoltatoriper la fascia mattutina), mentrealcune veterane, come il lati-noamericano “El Guayacan” ela capoverdiana “Radio B.leza”,sono radicate nella capitale. Unpanorama variegato, ma anchein continuo cambiamento acausa della notevole mortalitàdelle trasmissioni. Che, secon-do Cintia Salomao Castro, «nonpossono andare avanti solo conil nostro sforzo volontario, sen-za sostegno economico». Cintiaè stata costretta a chiudere la suatrasmissione “Gli altri siamonoi”, in onda a Padova, e orapensa di ritornare in Brasile,«dove forse ci sono più possibi-lità per i giornalisti come me».

Intanto, tra tradizione e mo-dernità della comunicazione,stanno emergendo alcune tra-sformazioni significative. Unadelle novità degli ultimi tempi èstata la diffusione delle trasmis-sioni via internet, che permetto-no l’ascolto anche a un pubblicolontano, in altre città o addirit-tura nei Paesi d’origine. Internetha permesso anche un ulterioreabbattimento dei costi e conquesto la possibilità di maggio-re autonomia. Così, dopo Aste-

risco.com di Bologna, è nata adAncona Radioafrica.eu.

Nel panorama radiofonico siregistra un’altra evoluzione im-portante, frutto della trasforma-zione avvenuta nelle comunitàstraniere e nella società italianain genere: alcune trasmissionistanno inserendo al loro interno

spazi specifici destinati a unpubblico più giovane, e in alcu-ni casi realizzati direttamentedalle nuove generazioni. È il ca-so anzitutto di alcune trasmis-sioni neonate come Babel lati-no, in onda su radio Marconi diMilano. «Dedichiamo una partedelle nostre due ore di program-

mazione settimanale in spa-gnolo a bambini e adolescenti diorigini latinoamericane», rac-conta la giornalista ecuadoria-na Patricia Sosa.

Invece usano esclusivamentel’italiano sia “Smarties”, realiz-zata dalle alunne dell’istitutosuperiore mantovano BonomiMazzolari, che “OndeG2” dellarete di figli di immigrati G2 — Se-conde generazioni, in onda suRadio Popolare Milano e poi, inpillole, a livello nazionale su Po-polare Network. «Per noi — dicela G2 Maricel Argenal, di originifilippine — la radio è un validis-simo strumento per evitare diessere giudicati dall’aspetto,perché ascoltino veramentequello che diciamo e che comu-nichiamo con i nostri accenti,anche milanesi». Uno strumen-to per raccontare la nuova Italia,prosegue Argenal: «Perché siconoscano, direttamente dallenostre voci, le difficoltà o gli epi-sodi assurdi che viviamo noi se-conde generazioni, “italiani colpermesso di soggiorno”».

t

Quarantatré in tutto i programmi in onda, soprattutto su emittenti del Centro e del Nord. Alcuni con

una tradizione che risale agli anni 80

Per noi è un modo per non esseregiudicati dall’aspetto,perché ascoltinoquello che diciamocol nostro accento,magari milanese

ON AIR

STORIE

Maria de Lourdes Jesus e, in alto, Dulce Araujo. Insiemeconducono “Radio B.leza”

«SIAMO le veterane delletrasmissioni radio multi-

culturali. Il nostro programmaesiste dal 1988, praticamente daquando è stata fondata la nostraassociazione, e non lo abbiamomai sospeso», racconta DulceAraujo. Dulce è presidente del-l’Omcvi, Associazione delle don-ne capoverdiane in Italia, che inquesti giorni festeggia i suoi primivent’anni. Sempre a suo agio da-vanti ai microfoni, è giornalista diRadio Vaticana. Gestisce la tra-smissione con la collega Maria deLourdes Jesus, che in passato halavorato anche alla tramissione diRai Due “Non solo nero”, il primoprogramma televisivo sull’immi-grazione.

“Radio B.leza” va in onda tuttele domeniche dalle 14 alle 16 suRadio Città Aperta di Roma. Siparlano soprattutto creolo e por-toghese, a cominciare dal notizia-rio. Ma le conduttricipreferiscono l’italianose gli ospiti non parlanole loro lingue d’origine.«Con il tempo — prose-gue Dulce — abbiamoanche aperto una fine-stra sulla nuova realtà,le nostre seconde ge-nerazioni. Così, dal 1999, esiste lo“Spazio giovani”, gestito da figli dicapoverdiane che hanno ancheseguito un corso per utilizzaremeglio gli strumenti radiofonici».

(p.b.v.)

“B.leza”, ogni domenica dal 1988si parla in creolo e portoghese

VENTICINQUE voci cheraccontano la realtà manto-

vana dei figli dell’immigrazione.Sono le alunne dell’istituto Bo-nomi Mazzolari di Mantova, tut-

te di origine straniera,che hanno creato ungiornalino scolastico ela neonata tramissio-ne radiofonica “Smar-ties”, grazie all’inco-raggiamento dell’in-segnante Anna Pasoli-ni e del centro inter-

culturale della Provincia. «Il pro-gramma è in italiano; parliamo difamiglia, amicizia e ricordi —spiega la caporedattrice Antoni-na Mazur, origini ucraine, alun-na della classe IV A — . Registria-

mo nell’aula della nostra reda-zione, tutta per noi, e le puntate fi-niscono sul sito web della scuola:www.isboma.it». Partecipanosolo ragazze, tranne uno studen-te di un altro istituto. «Dopotuttonoi femmine siamo più creativeed espansive dei maschi», assi-cura Diana Vsivcov, 16 anni, pas-saporto moldavo. «È un’espe-rienza nuova e bella per tutti noi— dice Ruby Bimbla, altra capo-redattrice — . Per me poi è un mo-do diverso per raccontare quan-to sono italiana e indiana. Mi pia-ce parlare alla radio perché possometterci più sentimento, far sen-tire direttamente l’emozione.Scrivere è diverso, più distante».

(p.b.v.)

Sul sito dell’istituto multietnicoseconde generazioni al microfono

SI CHIAMA www.radioafri-ca.eu ed è la nuova web radio

dedicata al mondo dell’immigra-zione, nata da un’iniziativa delCircolo culturale Africa di Anco-na con il sostegno della Provincia.«Il nostro in realtà è un network diradio, con emittenti in Marocco eTunisia — spiega Paolo Sospiro,italo-etiopico, presidente del cir-colo — . L’idea è quella di fornireagli immigrati un contatto direttocon i Paesi d’origine». Radioafri-ca.eu fa notiziari in italiano, in-glese e francese, sei ore al giornodi sportello virtuale e ogni meseproduce dei cd tematici da distri-buire alle associazioni. Dodici glispeaker, italiani e stranieri, alcu-ni del Servizio volontario euro-

peo. Tra loro Olivier Di Giacomo,avvocato italo-belga e FatumataKébé, volontaria franco-malianadi Parigi. «Vivo in Francia daquando ero bambina — racconta— e lì i problemi degliimmigrati sono glistessi. Sono arrivata adAncona in dicembre eho ancora grossi pro-blemi con l’italiano,ma la voglia di aiutareera tanta». La stessa ra-gione che sette anni faha spinto Paolo e Gabriele Sospi-ro a fondare il Circolo: «La voglia— spiega Paolo — di dare una ma-no a chi vive oggi le difficoltà chenoi abbiamo vissuto ieri».

(emiliano albensi)

News e informazioni di servizioil Circolo Africa rilancia on line

«L’ESISTENZA di unmezzo di comunica-

zione multietnico e multilinguededicato agli stranieri è un segnodi civiltà», afferma con convin-

zione la giornalistaucraina Natal iyaIvanyshyn, che haideato a Napoli un te-legiornale in linguaucraina e russa. Il no-tiziario (di cui si parlanell’articolo a fianconella pagina) va in on-

da sulla tv locale Tele Luna, chetrasmette nel capoluogo parte-nopeo e nelle località limitrofe.

«Con la nostra iniziativa —spiega Ivanyshyn — cerchiamodi tenere aggiornati gli immigra-

ti su quello che succede nei loroPaesi d’origine, presentandonotizie redatte in russo e ucrainocon i sottotitoli in italiano. Moltiucraini, soprattutto le donne chelavorano con vitto e alloggio nel-le famiglie partenopee, non han-no accesso a una televisione sa-tellitare per sapere come vannole cose in patria. Inoltre ci occu-piamo del mondo dell’immigra-zione e di qualsiasi evento che ri-guardi la comunità ucraina e lealtre comunità slave in Italia». Ilprogetto è nato grazie all’appog-gio del presidente del Corecom,Samuele Ciambriello, e con il so-stegno dell’Istituto di culturaucraina “Taras Shevchenko”.

(gabriela pentelescu)

Un Tg in ucraino con i sottotitoliper le comunità della Campania

A Roma e a Mantova

ragazziprotagonisti

Strumenti e scelte diversi

tra Napolied Ancona

Sono le trasmissioni multiculturali inonda sulle radio italiane. Fornisconoinformazioni utili e di servizio ma sonoanche programmi di intrattenimento.Solo una viene trasmessa da RadioRai, le altre sono tutte su radio locali

43È il numero delle trasmissioniradiofoniche multiculturali in onda inLombardia, la Regione dove sono piùnumerose. Segue il Lazio con 9. Sonoquasi tutte al Centro-Nord con pocheeccezioni al Sud

13Sono gli ascoltatori del programma“Toubab”, in onda su Radio Popolaredi Milano. È una delle trasmissioni piùseguite. A Roma sono molto radicate“El Guayacan” e “Radio B.leza”, su Radio Città aperta

80.000

Nelle redazionilavorano fianco

a fianco giornalistidi origini diverse

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