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scorsa è emersa più chiara-
volontà di ascolto dei territorie delle loro esigenze per dise-gnare una strategia che rifiuti
valorizzare le attività sul po-
di passo sicuramente apprez-
LA MANCATA ARCHIVIAZIONE PER DE CATALDO E ALTRE STORIE
L’ex detenuto, i giudici e le «leggi dell’umanità»di Donatella Stasio
Uno dei «ricordi più cari» di Piero Ca-lamandrei riguarda un presidente di
Corte con più di quarant’anni di carriera. Quel giudice gli raccontò che, durante un processo d’appello, il Pubblico ministero
si lanciò in una durissima requisitoriacontro l’imputata – una domestica accusa-ta di aver rubato una posata d’argento (as-solta in Tribunale per non aver commessoil fatto) – «inveendo violentemente» con-tro la donna, che, «accasciata sul banco degli imputati, piangeva silenziosamen-
te». Mentre «l’accusatore continuava nel-le sue invettive», il giudice chiamò l’uscie-re e gli sussurrò qualcosa all’orecchio; l’usciere, «come se portasse un’ambascia-ta», andò a riferirlo all’imputata «e quella si asciugò gli occhi e smise di piangere».
Continua u pagina 18
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€ 2 * e fino ad esaurimento copie
I Focus de Il Sole 24ORE
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Mercoledì2 Novembre 2016
L’IMPATTO DELLE MISURE
Manovra, coperture per 26,7 miliardiIncentivi per le fatture elettronicheMarco Mobili, Giovanni Parente e Marco Rogariupagina 7 con l’analisi di Dino Pesole
Entro venerdì il decreto per accelerare la ricostruzione - Renzi: non deporteremo nessuno - Nuova forte scossa a Macerata
Terremoto, mobilitati i soldatiMeno burocrazia per le impreseLa corsa dell’industria per evitare contraccolpi su ordini e forniture
LA RICOSTRUZIONE
Il cambio di passoche serveper ripartiredi Giorgio Santilli
Una corsia preferenzia-le, dedicata e distinta,per consentire alle
vità senza interruzioni, ove
piedi il prima possibile, sen-
forza lavoro qualificata e le-
Questo - la continuità della
rapidissima all’emergenza - è
schio di desertificazione nellearee delle Marche, dell’Um-bria, del reatino e dell’Alto
terremoti di questi mesi. E
entro
re un nuovo decreto legge
celerare le procedure ammi-
za e alla ricostruzione.
delle norme per capire se ve-
arrivo saranno sufficienti pereliminare ostacoli burocrati-ci superflui a chi ha voglia di
lo spirito è quello giusto: dopo
scorsa è emersa più chiara-
volontà di ascolto dei territori
valorizzare le attività sul po-sto anche nel momento della
zabile che ora va compiutocon le misure necessarie.
Continua u pagina 3
LA MANCATA ARCHIVIAZIONE PER DE CATALDO E ALTRE STORIE
L’ex detenuto, i giudici e le «leggi dell’umanità»di Donatella Stasio
Uno dei «ricordi più cari» di Piero Ca-lamandrei riguarda un presidente di
Corte con più di quarant’anni di carriera. Quel giudice gli raccontò che, durante un processo d’appello, il Pubblico ministero
si lanciò in una durissima requisitoriacontro l’imputata – una domestica accusa-ta di aver rubato una posata d’argento (as-solta in Tribunale per non aver commessoil fatto) – «inveendo violentemente» con-tro la donna, che, «accasciata sul banco degli imputati, piangeva silenziosamen-
te». Mentre «l’accusatore continuava nel-le sue invettive», il giudice chiamò l’uscie-re e gli sussurrò qualcosa all’orecchio; l’usciere, «come se portasse un’ambascia-ta», andò a riferirlo all’imputata «e quella si asciugò gli occhi e smise di piangere».
Continua u pagina 18
Le tensioni sui mercati coinvolgono anche le Borse: Piazza Affari -1,32%, Wall Street -0,68%
Tassi BTp ai massimi da un annoI rendimenti dei decennali salgono a 1,76%, lo spread balza a 158
pNon si fermano le vendite sui titoli di Stato dei Paesi dell’Eurozona, con rendimenti e spread ai massimi da mesi: il tasso del BTp de-
del voto presidenziale. Vito Lopsu pagina 9
pIl terremoto “mobilita” i soldati insieme a
per accelerare la ricostruzione che verrà varato
ieri nel Maceratese. Il capo dello Stato Matta-
popolazioni colpite. Servizi e analisiu pagine 2-5
Casette o tende:la scelta di restare
MaugeriNORCIA. Dal nostro inviato
Scene da un paese umbro sotto l’assedio
Centro operativo comunale di Norcia, è
un’antiestetica struttura inaugurata per il
Romana. Continua u pagina 3
IL REPORTAGE
MARCHE
Turismo a rischioNelle zone terre-motate 180 agriturismi sono inagibili. La Regione conti-nuerà la promo-zione avviata
LAZIO
Agricoltura fermaLe stalle inagibili bloccano caseifici e agroindustria. La Regione ha avvia-to il bando per la costruzione di 180 stalle provvisorie
L’impatto su industria, artigianato e agricoltura
UMBRIA
Salumifici fermiParalizzata l’indu-stria della trasforma-zione a Norcia (foto). Si studia l’estensio-ne degli ammortiz-zatori sociali ai lavoratori fermi.
ABRUZZO
Ripresa l’attività Danni lievi ai distretti produttivi. Anche nel Terama-no, la zona più colpita, le imprese hanno ripreso a funzionare.
Marzio Bartoloni, Jacopo Giliberto e Michele Romanoupagine 4-5
CREDITO
Mps, Passera ritirala sua propostaDavi, Ferrando e Festa con l’analisi di Grazianiu pagine 21 e 23 5 miliardi
L’aumentodi capitale
Mps previsto entro la fine
dell’anno
GUIDA ALLA LEGGE DI BILANCIO/3
Pensioni, tutte le novitàe le vie d’uscita anticipatadall’Ape ai lavori usurantiOrlando, Pinna, Prioschi e Strafile
GIUSTIZIA
I giudici e le «leggi dell’umanità»Il caso De Cataldo e altre storie di ordinario rispetto della dignità delle persone
di Donatella Stasio
u Continua da pagina 1
Quando la Corte si ritirò in came-ra di consiglio per decidere, unsignore del pubblico che avevaassistito alla scena si avvicinò
all’usciere e gli domandò che cosa gli avesse detto il presidente. «Mi ha detto: vai a dire a quella donna che smetta di piangere perché l’assolveremo».
Elvio Fassone, nel libro «Fine pena:ora» (Sellerio, 2015) racconta la corri-spondenza durata ventisei anni tra un er-gastolano e il suo giudice (lo stesso Fasso-ne), dopo un maxi processo alla mafia ca-tanese celebrato nel 1985 a Torino e dura-to due anni. Salvatore, a dispetto della suagiovane età, fu giudicato uno dei capi del-l’associazione mafiosa e condannato al “fine pena mai”, ma con lui il presidente della Corte stabilì subito un rapporto di reciproco rispetto e fiducia, e dal giorno dopo la sentenza cominciò a scrivergli, e a ricevere risposte, per non abbandonarequell’uomo che avrebbe trascorso in car-cere il resto della vita, tra il desiderio di emancipazione – attraverso studio e la-voro – e lo sconforto, sfociato in un tenta-tivo di suicidio quando arrivò il durissi-mo regime del 41 bis.
Giancarlo De Cataldo, giudice dellaCorte d’assise d’appello di Roma e famo-so scrittore, è stato da giovane anche ma-gistrato di sorveglianza e in quel periodo ha conosciuto il detenuto Salvatore Buz-zi. Lo risente anni dopo, quando Buzzi ha già scontato la pena, è stato riabilitato e viene considerato dal mondo istituziona-le, politico e sindacale un esempio di rein-serimento sociale, nonché punto di riferi-mento romano delle cooperative di recu-
pero di ex carcerati. I due si scambiano al-cuni sms, spesso ironici, fino a due mesi prima che Buzzi finisca al centro dell’in-chiesta della Procura di Roma su Mafia capitale. Un coinvolgimento di cui De Ca-taldo era del tutto ignaro.
Domanda: c’è, forse, nel comporta-mento di questi tre giudici qualcosa di“socialmente disdicevole”? C’è una ca-duta di prestigio o di credibilità, perso-nale e della magistratura? O addirittura:queste tre storie sono forse espressione della “questione morale” che attraversaanche le toghe?
Il primo giudice violò platealmente il
segreto della camera di consiglio, anti-cipando addirittura la sentenza all’im-putata; il secondo stabilì subito con il suo condannato un rapporto di intimità,qual è uno scambio epistolare ultraven-tennale; il terzo ha accettato un rappor-to confidenziale con un ex detenuto, or-mai riabilitato: in effetti, c’è un filo rossoche, malgrado i diversi contesti storici,attraversa le tre vicende. Ma è, per dirlacon Calamandrei, «il rispetto delle leggidell’umanità».
Nessuno dei tre giudici ha esitato a ri-conoscere – non solo a parole, ma nei fatti– la dignità di persona a chi, nell’immagi-nario collettivo (anche di parte della ma-
gistratura), dovrebbe invece essere de-classato a persona di serie B, condannato a un “fine pena mai” per essere finito nellemaglie della giustizia, un marchio indele-bile che non consentirebbe aperture di credito, meno che mai contatti con chi rappresenta la Giustizia.
Dunque, tre esempi virtuosi di giudici.E tuttavia, il Csm, o almeno una parte,
non sembra pensarla così, visto che il ca-so De Cataldo-Buzzi è finito a Palazzo deiMarescialli e, dopo mesi, ha spaccato il plenum sulla proposta di archiviazione. Al giudice-scrittore non si contestano né“colpe” in senso tecnico né illeciti disci-plinari, eppure continua a essere “accu-sato”, in buona sostanza, di aver avuto rapporti telefonici con un “cittadino” che aveva espiato la sua pena, era uno deisimboli della rieducazione dei detenuti, e, all’epoca dei contatti, ancora non si sa-peva che fosse indagato.
Molti interrogativi sono stati sollevatisulle motivazioni di questo “accanimen-to”: invidia per la sua notorietà di autore, anche di fiction? Resa dei conti fra gruppi contrapposti della magistratura? Attacco a Magistratura democratica sul terreno della “questione morale”, che ha colpito inparticolare toghe di altre correnti?
Forse c’è anche questo, o forse no. Cer-to, il mercimonio o lo svilimento della funzione giurisdizionale che la cronaca ha via via registrato (al di là delle indaginie persino delle condanne) consiglierebbeal Csm di concentrare lì le attenzioni. Ma tant’è. Qui interessa un altro profilo, quel-lo del “buon giudice”, che di solito viene misurato sulla base dei parametri costitu-zionali dell’autonomia, dell’indipenden-za, dell’imparzialità. Il giudice dev’essere,ma anche apparire, indipendente. Vero.
Tuttavia, la Giustizia è anche altro,perché affonda le sue radici nel rispettodella dignità umana, il valore dei valoricostituzionali. Calamandrei parlava di«leggi dell’umanità». E chi, più e megliodel giudice, deve incarnare il rispetto diquelle leggi?
I valori costituzionali non basta decla-marli; per tenerli vivi bisogna praticarli. Anche contro un certo senso comune checonsidera alcune persone di serie B. I giu-dici sono chiamati a dare l’esempio, di-mostrando che la toga non è uno status aristocratico, che magari giustifica fre-quentazioni borderline, anche se appa-rentemente di serie A, e ne esclude altre apriori, perché di serie B.
La Costituzione non distingue tra per-sone di serie A e di serie B. Non alza muri ma, semmai, cerca di abbatterli. Altri-menti non avrebbero senso né la presun-zione d’innocenza fino alla condanna de-finitiva, né l’esecuzione della pena finaliz-zata al reinserimento sociale. Negare conil proprio comportamento questi principiè, quello sì, “disdicevole”, soprattutto perchi indossa la toga.
D’altra parte, quante mani stringonoogni giorno i giudici senza sapere se sonomani pulite oppure no? E quante di quellemani, purtroppo, sono state anche mani di colleghi?
Ecco perché il caso De Cataldo non so-lo non è di rilievo disciplinare, ma neppu-re “socialmente disdicevole” e, meno chemai, emblematico di una “questione mo-rale”. È soltanto una delle storie di giudiciche sanno rispettare le «leggi dell’umani-tà» contro quello che lo stesso Calaman-drei definiva il «farisaico ossequio alle forme crudeli».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
he cosa c’è al fondo dell’ondata di nazional-populi-
che i loro attuali governi erigessero una cintura di muri e re-ticolati alle proprie frontiere contro gli immigrati, diversi motivi hanno concorso alle fortune politiche dei movimenti
Innanzitutto era rimasto nei paesi dell’Est un grumo di ri-sentimenti per un’anticamera, lunga dieci anni, prima di veni-re ammessi nel 2004 nella Comunità europea (anche se intan-to avevano beneficiato dei fondi strutturali europei e di altre forme d’aiuto, essenziali per le loro fragili economie). D’altra parte l’allargamento delle frontiere della Ue era avvenuto so-prattutto per l’esigenza di evitare che alla lunga si creasse a Est
che questo passo fosse stato preparato convenientemente da una fase di “approfondimento” (come consigliava Jacques Delors e prevedeva il Trattato di Lisbona) in cui venissero messe a punto adeguate riforme nella governance della Ue. Col risultato che sarebbero poi emerse in piena luce le difficol-tà, dovute a forti differenze di ordine strutturale, che rendeva-no particolarmente accidentato il processo d’integrazione deinuovi partner. Fu anche per questo che al loro interno si diffu-se la sindrome di essere dei paesi di seconda o terza fila nel-l’ambito della Ue. Ciò che contribuì alla riscoperta, in chiave autoreferenziale e nazionalistica, di determinati tratti identi-tari etnico-religiosi e retaggi storico-culturali mai dissoltisi del tutto durante i regimi comunisti e adesso strumentalizzati
empiti nazionalistici quando sopraggiunse l’emergenza im-
Polonia il partito ultraconservatore di Jaroslaw Kaczynski ri-portò nelle elezioni una straripante vittoria su quello liberale di centro del presidente in carica del Consiglio europeo Do-nald Tusk e polverizzò pressoché tutti quelli di centro-sini-stra. Questo suo exploit non fu dovuto a una situazione di ma-lessere economico (in quanto era in corso da otto anni un pro-cesso di sviluppo ininterrotto) ma, appunto, a motivi di carat-
d’altronde estremamente sensibili: da un lato, la diffidenza vi-scerale di sempre nei confronti della Russia, ulteriormente ac-cresciutasi dopo l’annessione della Crimea, e quindi a una do-manda di sicurezza, assicurata di fatto dagli Usa; dall’altro,
ARCHIVIAZIONECsm spaccato sul giudice-scrittore per gli sms con l’ex detenuto Buzzi, riabilitatoe simbolo di rieducazione, poi coinvolto in Mafia capitale
18 Commenti e inchieste
Tracolli epocali a partele azioni sono ancoral’investimento migliore
Ucome dimostrano le statistiche di
ultimi 10 anni: un investimento in azioni avrebbe dimezzato il suo valore, alla
positivo, e il tempo non è la variabile da
risultati dopo tre anni, dopo un anno, dopo
o dopo venti. Sarebbe ora di piantarla di
scuola elementare.Gianluigi De Marchi
pure un periodo, a scelta, in cui l’investi-
ri alle alternative. Ma, a parte questa consi-derazione, resta il fatto che l’investimentoazionario è superiore alle alternative. Co-
azioni è più rischioso e il rischio deve ave-
mento. Il periodo da prendere in conside-
esempio, il Dow Jones americano conob-
minali, senza tener conto dell’inflazione.
Jones, ebbe un massimo, nella serie defla-zionata coi prezzi al consumo, nel settem-
mazia dell’investimento azionario si riaf-
di Robert Barro e Sanjay Misra) ha compa-
me, azioni e titoli pubblici, a breve (T-Bil-
condo è un “sotto-periodo” più recente,
azioni, con un rendimento annuo reale, ri-
GIUSTIZIA
I giudici e le «leggi dell’umanità»Il caso De Cataldo e altre storie di ordinario rispetto della dignità delle persone
diDonatella Stasio
u Continua da pagina 1
Quando la Corte si ritirò in came-ra di consiglio per decidere, unsignore del pubblico che avevaassistito alla scena si avvicinò
all’usciere e gli domandò che cosa gli avesse detto il presidente. «Mi ha detto: vai a dire a quella donna che smetta di piangere perché l’assolveremo».
Elvio Fassone, nel libro «Fine pena:ora» (Sellerio, 2015) racconta la corri-spondenza durata ventisei anni tra un er-gastolano e il suo giudice (lo stesso Fasso-ne), dopo un maxi processo alla mafia ca-tanese celebrato nel 1985 a Torino e dura-to due anni. Salvatore, a dispetto della suagiovane età, fu giudicato uno dei capi del-l’associazione mafiosa e condannato al “fine pena mai”, ma con lui il presidente della Corte stabilì subito un rapporto di reciproco rispetto e fiducia, e dal giorno dopo la sentenza cominciò a scrivergli, e a ricevere risposte, per non abbandonarequell’uomo che avrebbe trascorso in car-cere il resto della vita, tra il desiderio di emancipazione – attraverso studio e la-voro – e lo sconforto, sfociato in un tenta-tivo di suicidio quando arrivò il durissi-mo regime del 41 bis.
Giancarlo De Cataldo, giudice dellaCorte d’assise d’appello di Roma e famo-so scrittore, è stato da giovane anche ma-gistrato di sorveglianza e in quel periodo ha conosciuto il detenuto Salvatore Buz-zi. Lo risente anni dopo, quando Buzzi ha già scontato la pena, è stato riabilitato e viene considerato dal mondo istituziona-le, politico e sindacale un esempio di rein-serimento sociale, nonché punto di riferi-mento romano delle cooperative di recu-
pero di ex carcerati. I due si scambiano al-cuni sms, spesso ironici, fino a due mesi prima che Buzzi finisca al centro dell’in-chiesta della Procura di Roma su Mafia capitale. Un coinvolgimento di cui De Ca-taldo era del tutto ignaro.
Domanda: c’è, forse, nel comporta-mento di questi tre giudici qualcosa di“socialmente disdicevole”? C’è una ca-duta di prestigio o di credibilità, perso-nale e della magistratura? O addirittura:queste tre storie sono forse espressione della “questione morale” che attraversaanche le toghe?
Il primo giudice violò platealmente il
segreto della camera di consiglio, anti-cipando addirittura la sentenza all’im-putata; il secondo stabilì subito con il suo condannato un rapporto di intimità,qual è uno scambio epistolare ultraven-tennale; il terzo ha accettato un rappor-to confidenziale con un ex detenuto, or-mai riabilitato: in effetti, c’è un filo rossoche, malgrado i diversi contesti storici,attraversa le tre vicende. Ma è, per dirlacon Calamandrei, «il rispetto delle leggidell’umanità».
Nessuno dei tre giudici ha esitato a ri-conoscere – non solo a parole, ma nei fatti– la dignità di persona a chi, nell’immagi-nario collettivo (anche di parte della ma-
gistratura), dovrebbe invece essere de-classato a persona di serie B, condannato a un “fine pena mai” per essere finito nellemaglie della giustizia, un marchio indele-bile che non consentirebbe aperture di credito, meno che mai contatti con chi rappresenta la Giustizia.
Dunque, tre esempi virtuosi di giudici.E tuttavia, il Csm, o almeno una parte,
non sembra pensarla così, visto che il ca-so De Cataldo-Buzzi è finito a Palazzo deiMarescialli e, dopo mesi, ha spaccato il plenum sulla proposta di archiviazione. Al giudice-scrittore non si contestano né“colpe” in senso tecnico né illeciti disci-plinari, eppure continua a essere “accu-sato”, in buona sostanza, di aver avuto rapporti telefonici con un “cittadino” che aveva espiato la sua pena, era uno deisimboli della rieducazione dei detenuti, e, all’epoca dei contatti, ancora non si sa-peva che fosse indagato.
Molti interrogativi sono stati sollevatisulle motivazioni di questo “accanimen-to”: invidia per la sua notorietà di autore, anche di fiction? Resa dei conti fra gruppi contrapposti della magistratura? Attacco a Magistratura democratica sul terreno della “questione morale”, che ha colpito inparticolare toghe di altre correnti?
Forse c’è anche questo, o forse no. Cer-to, il mercimonio o lo svilimento della funzione giurisdizionale che la cronaca ha via via registrato (al di là delle indaginie persino delle condanne) consiglierebbeal Csm di concentrare lì le attenzioni. Ma tant’è. Qui interessa un altro profilo, quel-lo del “buon giudice”, che di solito viene misurato sulla base dei parametri costitu-zionali dell’autonomia, dell’indipenden-za, dell’imparzialità. Il giudice dev’essere,ma anche apparire, indipendente. Vero.
Tuttavia, la Giustizia è anche altro,perché affonda le sue radici nel rispettodella dignità umana, il valore dei valoricostituzionali. Calamandrei parlava di«leggi dell’umanità». E chi, più e megliodel giudice, deve incarnare il rispetto diquelle leggi?
I valori costituzionali non basta decla-marli; per tenerli vivi bisogna praticarli. Anche contro un certo senso comune checonsidera alcune persone di serie B. I giu-dici sono chiamati a dare l’esempio, di-mostrando che la toga non è uno status aristocratico, che magari giustifica fre-quentazioni borderline, anche se appa-rentemente di serie A, e ne esclude altre apriori, perché di serie B.
La Costituzione non distingue tra per-sone di serie A e di serie B. Non alza muri ma, semmai, cerca di abbatterli. Altri-menti non avrebbero senso né la presun-zione d’innocenza fino alla condanna de-finitiva, né l’esecuzione della pena finaliz-zata al reinserimento sociale. Negare conil proprio comportamento questi principiè, quello sì, “disdicevole”, soprattutto perchi indossa la toga.
D’altra parte, quante mani stringonoogni giorno i giudici senza sapere se sonomani pulite oppure no? E quante di quellemani, purtroppo, sono state anche mani di colleghi?
Ecco perché il caso De Cataldo non so-lo non è di rilievo disciplinare, ma neppu-re “socialmente disdicevole” e, meno chemai, emblematico di una “questione mo-rale”. È soltanto una delle storie di giudicimai, emblematico di una “questione mo-mai, emblematico di una “questione mo-
che sanno rispettare le «leggi dell’umani-tà» contro quello che lo stesso Calaman-drei definiva il «farisaico ossequio alle forme crudeli».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
TRA EREDITÀ E BRUXELLES DISTRATTA
Perché soffia a Estil vento populista
diValerio Castronovo
Csmo che ha preso il sopravvento nella maggior parte
che i loro attuali governi erigessero una cintura di muri e re-
motivi hanno concorso alle fortune politiche dei movimenti
Innanzitutto era rimasto nei paesi dell’Est un grumo di ri-
re ammessi nel 2004 nella Comunità europea (anche se intan-
forme d’aiuto, essenziali per le loro fragili economie). D’altra
prattutto per l’esigenza di evitare che alla lunga si creasse a Est
che questo passo fosse stato preparato convenientemente da
Delors e prevedeva il Trattato di Lisbona) in cui venissero
Col risultato che sarebbero poi emerse in piena luce le difficol-tà, dovute a forti differenze di ordine strutturale, che rendeva-no particolarmente accidentato il processo d’integrazione dei
se la sindrome di essere dei paesi di seconda o terza fila nel-
autoreferenziale e nazionalistica, di determinati tratti identi-
del tutto durante i regimi comunisti e adesso strumentalizzati
S’era dunque già diffuso un clima segnato da fermenti ed
migrazione. Sta di fatto che, pressoché in contemporanea con
redistribuzione entro la fine dell’anno di 100 mila profughi, in
portò nelle elezioni una straripante vittoria su quello liberale
nald Tusk e polverizzò pressoché tutti quelli di centro-sini-
lessere economico (in quanto era in corso da otto anni un pro-
tere prettamente nazionalistico a cui i polacchi eranod’altronde estremamente sensibili: da un lato, la diffidenza vi-scerale di sempre nei confronti della Russia, ulteriormente ac-
manda di sicurezza, assicurata di fatto dagli Usa; dall’altro,
DIRETTORE RESPONSABILERoberto NapoletanoVICEDIRETTORI:
Edoardo De Biasi , Alberto Orioli,Salvatore Padula, Alessandro PlaterotiCAPOREDATTORE CENTRALE:
Guido Palmieri (responsabile superdesk)CAPO DELLA REDAZIONE ROMANA:Giorgio SantilliUFFICIO CENTRALE-SUPERDESK:
Daniele Bellasio (responsabile web), Luca Benecchi,Fabio Carducci (vice Roma), Giuseppe Chiellino,Franca Deponti, Federico Momoli, Alfredo Sessa,Alberto Trevissoi (vice superdesk)Segretario di redazione: Marco MarianiINFORMAZIONE NORMATIVA E LUNEDI: Mauro MeazzaSUPERVISIONE E COORDINAMENTO AREA FINANZA:
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Lello NasoUFFICIO GRAFICO CENTRALE: Adriano Attus(creative director) e Francesco Narracci (art director)RESPONSABILI DI SETTORE: Luca De Biase,Jean Marie Del Bo, Attilio Geroni,Laura La Posta, Armando Massarenti, Francesca Padula, Christian Rocca,Fernanda Roggero, Stefano Salis, Giovanni UggeriSOCIAL MEDIA EDITOR: Michela Finizio, Marco lo Conte(coordinatore), Vito Lops e Francesca Milano
PROPRIETARIO ED EDITORE: S.p.A.PRESIDENTE: Carlo RobiglioVICE PRESIDENTE: Luigi AbeteAMMINISTRATORE DELEGATO: Gabriele Del Torchio
Domenico Rosa
MARTEDÌ Fabi
MERCOLEDÌ Galimberti
GIOVEDÌ Gentili
VENERDÌ Cerretelli
SABATO Carrubba
Lettereinviate a:
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