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1 L’EDITORIALE Rallegratevi!!! Vedrai che bello… Avvento 2017 Carissimi, Avvento non è preparazione alla Nasci- ta di Gesù. Gesù è già nato una volta per tutte, è presente come il Crocifisso Risorto ed è il Ve- niente, sta venendo e verrà. Il Suo Regno ha co- minciato a compiersi e si sta compiendo. Se vogliamo “nasce” continuamente in noi per farci continuamente nascere e rinascere. La litur- gia della Parola in Avvento è caratterizzata, so- prattutto nelle prime settimane, da brani cosid- detti “escatologici”, cioè sulla “Fine” e sul “Fi- ne” della nostra vita e di tutta la storia. Natale è così memoria di Colui che si è fatto vici- no a noi per portarci con Lui e l’Avvento è annuncio del Principio, dell’Origine che ci porta alla “Fine” e al “Fine” della nostra esistenza. Ecco gli inviti a “Vigilare”, tenere gli occhi aperti e “Attendere”, tendere A, rima- nere tesi verso un Dono che ci precede venendoci incontro e con gli occhi aperti riconoscerlo, scoprirlo e finalmente goderne, gustarlo. Il titolo “Rallegrati!!! Vedrai che bello …” è dato dal nostro Arcivescovo ai ragazzi della Diocesi per questo Avvento e noi, come siamo soliti fare, lo ampliamo a tutta la Comunità. Rallegrati è la traduzione più profonda di “ Ave”, il saluto dell’Angelo a Maria che è un invito, quasi imperativo, a Gioire perché il Signore abiterà con Lei e con noi. Un invito/imperativo che si allarga a tutti gli uomini e le donne, per- ché il Signore abita i nostri cuori e, come ci ripete molto spesso Papa Francesco, se è vero che la vita è molto dura, non siamo mai soli e questo ci spinge a quella strana e cristiana compresenza in noi della gioia pur nel dramma dell’esistere. Mi è stato appena raccontata la storia di una donna della nostra comunità, che ha sofferto tantissimo ma non ha mai perso il sorriso e la dolcezza. Nel cuore di questa donna Gesù è nato davvero. I ragazzi e noi con loro, scopriranno che la Gioia viene dal sentirsi amati da un Padre che, già facendo nascere Suo Figlio 2000 anni fa, ci ha rivelato il

Mensile della Parrocchia di San Vittore Martire · Qui di seguito il volantino della proposta, chi fosse interessato può rivolgersi in segreteria o contattare don Davide per maggiori

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L’EDITORIALE Rallegratevi!!! Vedrai che bello…

Avvento 2017

Carissimi, Avvento non è preparazione alla Nasci-ta di Gesù. Gesù è già nato una volta per tutte, è presente come il Crocifisso Risorto ed è il Ve-niente, sta venendo e verrà. Il Suo Regno ha co-minciato a compiersi e si sta compiendo. Se vogliamo “nasce” continuamente in noi per farci continuamente nascere e rinascere. La litur-gia della Parola in Avvento è caratterizzata, so-prattutto nelle prime settimane, da brani cosid-detti “escatologici”, cioè sulla “Fine” e sul “Fi-ne” della nostra vita e di tutta la storia. Natale è così memoria di Colui che si è fatto vici-

no a noi per portarci con Lui e l’Avvento è annuncio del Principio, dell’Origine che ci porta alla “Fine” e al “Fine” della nostra esistenza. Ecco gli inviti a “Vigilare”, tenere gli occhi aperti e “Attendere”, tendere A, rima-nere tesi verso un Dono che ci precede venendoci incontro e con gli occhi aperti riconoscerlo, scoprirlo e finalmente goderne, gustarlo. Il titolo “Rallegrati!!! Vedrai che bello …” è dato dal nostro Arcivescovo ai ragazzi della Diocesi per questo Avvento e noi, come siamo soliti fare, lo ampliamo a tutta la Comunità. Rallegrati è la traduzione più profonda di “Ave”, il saluto dell’Angelo a Maria che è un invito, quasi imperativo, a Gioire perché il Signore abiterà con Lei e con noi. Un invito/imperativo che si allarga a tutti gli uomini e le donne, per-ché il Signore abita i nostri cuori e, come ci ripete molto spesso Papa Francesco, se è vero che la vita è molto dura, non siamo mai soli e questo ci spinge a quella strana e cristiana compresenza in noi della gioia pur nel dramma dell’esistere. Mi è stato appena raccontata la storia di una donna della nostra comunità, che ha sofferto tantissimo ma non ha mai perso il sorriso e la dolcezza. Nel cuore di questa donna Gesù è nato davvero. I ragazzi e noi con loro, scopriranno che la Gioia viene dal sentirsi amati da un Padre che, già facendo nascere Suo Figlio 2000 anni fa, ci ha rivelato il

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Suo Immenso Volto di Amore. Non possiamo che Rallegrarci e lasciarci toccare da tanta bellezza, fino ad imparare tra di noi lo stesso Amore.

Questo ci fa nascere come Uomini, ci fa essere tali. E tutte le iniziative che proponiamo in Avvento, sono a servizio di questa scoperta e risco-perta, dal Calendario dei Bambini alla preghiera quotidiana degli adulti, fino all’iniziativa caritativa di Zaccheo. Vedrai, vedrò, vedrete che Bello. Niente è più bello della tenerezza dell’Amore del Padre, venuta tra di noi con Gesù e che soffia delicatamente con il Suo Spirito nel nostro cuore.

Occhi aperti, Orecchie tese (at-tese), Cuore Rallegrato: che opportunità questo Avvento. Solo così sar{ “sorprendente” il Natale. Buon Avvento,

don Davide

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LA VITA DI PARROCCHIA Appuntamenti e riflessioni

Messe in S. Giovanni Da lunedì 6 novembre tutte le sante Messe feriali verranno celebrate nella chiesetta di San Giovanni.

Bendizioni natalizie Lunedì 6 novembre inizieranno le benedizioni natalizie.

Le famiglie interessate saranno informate per tempo tramite un avviso che

troverete nella cassetta della posta. Ricordiamo di predisporre un piccolo

recipiente contenente dell’acqua che sar{ benedetta durante la visita dei

sacerdoti.

La parola ogni giorno Presso il banco della buona stampa, al costo di € 2 , è possibile ri-tirare il libretto “Alla scuola del figlio”, uno strumento che ci può aiutare, tramite l’ascolto della parola e la meditazione quotidia-na, a preparare meglio il tempo di avvento e di Natale

Catechesti per giovani e adulti Nel mese di ottobre sono ricominciati gli appuntamenti mensili per la for-mazione di giovani e adulti. Ecco le date dei prossimi incontri:

Centro d’ascolto nelle famiglie: 21 novembre – 12 dicembre Serata biblica: 12 novembre – 3 dicembre

Per maggiori informazioni sulle famiglie che ospitano i Centri d’ascolto si ri-corda di consultare il foglietto settimanale degli avvisi.

Serate culturali: Immagini e Musica Prosegue sabato 25 novembre presso la nuova sala multimedia-le al Centro Sacra Famiglia, l’iniziativa del cineforum con la pro-iezione del film Europa Europa del 1990. Si ricorda che l’inizio della proiezione è alle 21.00 per cui è me-glio arrivare con qualche minuto di anticipo per non interrom-pere la visione.

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Iniziative Caritas Nelle domeniche di Avvento si ripropone l’iniziativa del Cesto

della Carità: ogni domenica sarà possibile portare in chiesa di-

versi viveri che saranno distribuiti dalla Caritas secondo le ne-

cessità.

Riportiamo il calendario completo:

12 novembre olio 19 novembre zucchero 26 novembre riso e pasta 03 dicembre pelati e tonno 10 dicembre biscotti 17 dicembre latte

Per la casa della carità si ritirano indumenti e suppellettili, chi volesse dona-re può farlo durante gli orari di apertura.

Dal mese di novembre riparte inoltre per il terzo anno consecutivo l’“Operazione Zaccheo”, raccolta per le famiglie bisognose della parrocchia.

Mercatino Missionario Sabato 2 e domenica 3 dicembre, presso il centro Sacra Famiglia, viene alle-stito il consueto mercatino missionario il cui ricavato sarà devoluto ai bisognosi della parrocchia e a monsignor Bonaventura in Burundi.

Vacanze estive Nel mese di novembre si terranno al Centro Sacra Famiglia due serate aper-te a tutti in cui verranno raccontate le vacanze estive organizzate dalla parrocchia attraverso foto e filmati: 7 novembre ore 21.00 serata di condivisione del pellegrinaggio a Praga 29 novembre ore 21.00 serata di condivisione del pellegrinaggio in Terra Santa La parrocchia organizza dal 9 all’11 febbraio 2018 un pellegrinaggio adulti a Firenze. Qui di seguito il volantino della proposta, chi fosse interessato può rivolgersi in segreteria o contattare don Davide per maggiori informazioni o per visio-nare il programma dettagliato.

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CALENDARIO PARROCCHIALE NOVEMBRE 2017

1 mercoledì FESTIVITA’ DI TUTTI I SANTI L’orario delle messe è quello domenicale Ore 15.30 Vespri in parrocchia e processione al cimitero Nel pomeriggio castagnata in oratorio 2 giovedì Commemorazione dei fedeli defunti Sante messe alle ore 9.00 – 21.00 in parrocchia e alle 15.00

al cimitero (alle 21 in Chiesetta S. Giovanni) 3 venerdì Ore 18.00 Incontro dei ragazzi di prima media con il gruppo

delle medie

5 domenica NOSTRO SIGNORE GESU’ CRISTO RE DELL’UNIVERSO In tutte le S. Messe Mandato per i lettori

Ore 15.30 Santa Cresima celebrata da Mons. Bruno Mari-noni Raccolta “operazione Zaccheo” per le famiglie bisognose della parrocchia

Dal lunedì 6 novembre inizio delle benedizioni natalizie Dal lunedì 6 novembre le messe feriali saranno celebrate presso la chiesetta di san Giovanni

7 martedì Ore 21.00 presso il centro sacra famiglia, serata di condivi-

sione,aperta a tutti, del Viaggio a Praga e Budapest. Presentazione della proposta per l’anno prossimo

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12 domenica I DOMENICA DI AVVENTO – La venuta del Signore Domenica INSIEME per i bambini di 2^ elementare Ore 21.00 Serata biblica

Raccolta di avvento della Caritas: Olio

13 lunedì Ore 21.00 Consiglio pastorale parrocchiale 15 mercoledì Ore 21.00 Incontro di preparazione dei battesimi 16 giovedì Ore 21.00 Adorazione eucaristica in Chiesetta San Gio-

vanni animata dai Ministri straordinari dell’Eucaristia

19 domenica II DOMENICA DI AVVENTO – I figli del Regno Domenica INSIEME per i bambini di 3^ elementare Ore 16.30 Battesimi Raccolta di avvento della caritas: Zucchero 21 martedì Ore 21.00 Gruppi di ascolto nelle famiglie 24 venerdì Ore 18.00 Incontro educatori medie Ore21.00 Incontro educatori adolescenti 25 sabato Ore 20.45 serata culturale in sacra famiglia Cineforum sul film: Europa Europa 26 domenica III DOMENICA DI AVVENTO – Le profezie adempiute Domenica INSIEME per i bambini di 4^ elementare Ore 15.00 Prima confessione ragazzi 4^ elementare Raccolta di avvento della caritas: Riso + Pasta 27 lunedì Ore 21.00 Gruppo Liturgico 28 martedì Ore 21.00 Consiglio affari economici 29 mercoledì Ore 21.00 presso il centro sacra famiglia, serata di condivi-

sione, aperta a tutti, del Pellegrinaggio in Terra Santa Presentazione della proposta per l’anno prossimo

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CALENDARIO DICEMBRE 2017

1 venerdì Ore 21.00 Concerto di Natale della banda in chiesa parroc-chiale

SABATO 2 e DOMENICA 3

MERCATINO MISSIONARIO Presso il centro sacra famiglia

3 domenica IV DOMENICA DI AVVENTO – L’ingresso del Messia Domenica IN per i bambini di 5^ elementare Ore 21.00 Serata biblica Raccolta di avvento della caritas: Pelati e tonno

Raccolta “operazione Zaccheo” per le famiglie bisognose della parrocchia. Termine di Iscrizione al Pellegrinaggio a Firenze.

4 lunedì Ore 21.00 Consiglio d’oratorio in Centro Sacra Famiglia 5 martedì Ore 21.00 Incontro di preparazione dei gruppi di ascolto

7 giovedì S. Ambrogio – patrono della Diocesi di Milano Ore 18.00 Messa prefestiva per la solennità dell’Immacolata 8 venerdì SOLENNITÀ DELL’IMMACOLATA CONCEZIONE L’Orario delle messe è quello domenicale

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Per aggiornamenti e modifiche del calendario, si rimanda al foglietto setti-manale disponibile in chiesa.

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TESTIMONIANZA Pellegrinaggio in Terra Santa

Si parte alle quattro di mattina e comincia così la scoperta della terra che ha visto nascere la nostra Fede in Gesù di Nazareth. Arrivati a Betlemme dopo un comodo viaggio, il Don ci guida alla chiesa della Natività, gestita in gran parte dai cristiani ortodossi: da alcuni anni è in corso un importante restauro, che vede il concorso economico e fattivo di tutte le religioni cristiane, offrendo un grande esempio di ecumenismo. Scendere alla grotta è emozionante, lì c'è una stella dorata che indica il luogo dove è nato Gesù, a fianco c’è la mangiatoia e l'altare detto “dei re Magi”: il caldo è soffocante, ma la fede supera il turismo; tutti si inginocchiano per toccare la stella e questo è singolare: l'uomo si inginocchia in un omaggio universale alla volontà di Dio.

Il tempo per la messa dei cristiani latini è alle sei e noi, con gli occhi

semiaperti, seguiamo il Don che celebra, ma attenzione: non può uscire da un rettangolo tra l'altare dei magi e la mangiatoia per distribuire l'eucarestia, per non invadere gli spazi delle altre confessioni cristiane… Viene spontanea una domanda: ma non adoriamo tutti lo stesso Dio?

Dopo la S. Messa visitiamo le grotte con la tomba di San Gerolamo, sotto la basilica francescana; il santo fu il primo a tradurre la Bibbia dall'ebraico al latino nel IV sec. d.C., aiutato da due donne: Paola ed Eustochio. Dopo una lauta colazione partiamo, scendendo sulla strada che da Gerusalemme porta a Gerico, la stessa della parabola del “Buon

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Samaritano”: è una discesa che parte da 750 metri sul livello del mare, ai quasi 400 metri sotto il livello del Mare del Mar Morto, attraverso il deserto di Giuda con tanto di tende dei beduini che spesso hanno sostituito i cammelli con i Pick up, indicazione evidente che si può vivere anche in ambienti estremi.

La destinazione è Ein Gedi, oasi singolare che emerge sorprendentemente dal deserto di sale, con cascate d'acqua sotto un sole che ti cuoce con i suoi 40°c. Il corso d'acqua è chiamato di Davide, e, come il Re di Israele è stato ammaliato dalla nudità di Betsabea, così il nostro Davide non ha resistito ai piaceri di una doccia impetuosa e sicuramente rinfrescante, mettendosi sotto lo scroscio d'acqua, senza paramenti; e spingendo (al peccato) anche Don Alain; devo per la cronaca, menzionare l'impresa dell'Antonia, che ha fatto una salita molto impegnativa.

Riprendendo il viaggio ci è apparso ancor più evidente il contrasto tra quest'oasi e il deserto. La destinazione questa volta è il Giordano, il fiume di Giovanni Battista, che scorre lungo i suoi km 320, per percorrere i soli km 100 che lo divide geograficamente dalle sorgenti al Mar Morto, fenomeno spiegabile dal suo percorso zigzagante; nella sua acqua giallastra ci si bagna i piedi come aveva fatto Gesù e si guarda in alto per vedere se ci sono le colombe.

Arrivati a Gerico ci fermiamo sotto il Sicomoro dove Zaccheo era salito

per vedere Gesù; la giornata così volge al termine e riattraversando il deserto di Giuda, spazzato dal vento, dopo aver fatto felice un giovane beduino che ha venduto tutti i suoi foulard, torniamo a Betlemme, scorgendo da lontano in un vallata il primo santuario mariano della storia.

Partiamo il giorno dopo ad un'ora decente, destinazione “Monte degli Ulivi” e subito ci imbattiamo in un muro alto sette metri e largo uno, che separa le due parti della città con tanto di posto di blocco e il controllo di due militari che salgono sul bus con il mitra spianato. E’ il cosiddetto Muro

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di Separazione, costruito dallo Stato di Israele per proteggersi dalle incursioni terroristiche dei palestinesi. La prima tappa è la cappella dell'Ascensione, una cappella circondata da mura ottagonali che racchiude al suo interno l'impronta del piede di Gesù che sta per salire in cielo; lì vicino c'è la basilica del Padre Nostro, nel cui giardino ci sono mosaici che riproducono la preghiera in tutte le lingue del mondo; proseguendo entriamo nella chiesa detta Dominus Flevit: qui Gesù pianse e senza fare il teologo, a onor del vero, aveva tanti motivi per piangere; ma senza accorgerci siamo sul Monte degli Ulivi e da qui si vede ciò che vedeva Gesù: le mura di Gerusalemme con la porta orientale, dove era entrato a cavallo di un'asina la domenica delle palme, la parte vecchia della città detta Sion che finiva nella discarica a cielo aperto, sempre fumante per la combustione dei rifiuti, chiamata Geenna e la valle sottostante di Giosafat con migliaia di tombe. Arriviamo così all’orto del Getsemani, un quadrato di ulivi centenari, che fiancheggiano la chiesa contenente ”la roccia dell'agonia”. Ci riuniamo all'aperto sotto un albero imponente (ma non di fico) dove il Don, Novello rabbino, ci intrattiene collegando i fatti biblici con il luogo.

Lasciato il monte ci rechiamo prima in San Pietro in Gallicantum luogo del rinnegamento di Pietro: vi è un bellissimo gruppo di statue che rappresentano questo avvenimento. Scendendo verso la città attraversiamo la famosa porta di SION e ci dirigiamo verso il Cenacolo al cui interno rimane solo qualche colonna con capitelli originali e poi alla chiesa dell'Assunzione di Maria, dove ci si può raccogliere accanto alla statua della Madonna dormiente.

Nel ritorno a Betlemme si possono contare le bottigliette d'acqua che hanno fatto ricco l'autista, che probabilmente avrà pensato all'istallazione di un frigo più grosso.

Il terzo giorno si parte per la spianata delle moschee: suggestivo è percorrere le stradine che salgono alla spianata, strette e buie tra una infinita sequenza di negozi che vendono tutti la stessa mercanzia, con il

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selciato formato da pietre levigate che hanno visto i piedi di Gesù che portava la Croce; arrivati alla spianata subito vengono penalizzati gli uomini che portavano i pantaloni al ginocchio, costretti da cerberi vocianti, a comprare gonne tipo odalische con tanto di brillantini (5 € ).

Torniamo al Santo Sepolcro dove, al mattino presto, noi e il Don, abbiamo avuto l’onore di celebrare la S. Messa proprio sulla Pietra del Sepolcro e dove un prete ortodosso, sempre a chi portava i pantaloni al ginocchio, impediva l'accesso anche se coperti dalla gonna odalisca; sempre in coda saliamo al Calvario tocchiamo il marmo della pietra della deposizione e poi ci dirigiamo al Kothel, chiamato impropriamente Muro del Pianto. Mi è difficile non essere stupito da questa moltitudine di gente che prega dondolandosi, toccando il muro e inserendo bigliettini, ciascuno avvolto in una atmosfera di concentrazione come se fosse solo.

Lasciato il muro raggiungiamo la chiesa della Visitazione, luogo d' incontro tra Maria e la cugina Elisabetta: la chiesa è posta su due piani, una cripta dove Elisabetta e Giovanni Battista si nascosero per sfuggire alla strage degli innocenti ed una parte superiore dove viene esaltata la gloria di Maria. La successiva tappa è il monte Herzl dove è stato costruito il cimitero dei grandi d'Israele e la memoria dell'olocausto, lo Yad Vashem, che significa “un luogo, un nome”: emozionante è il memoriale dei bambini.

Finita così la visita della Giudea ci dirigiamo verso la Galilea, accompagnati da sterminate piantagioni di palme da dattero e serre. Siamo a Nazareth, ospiti di un istituto di suore che ha il pregio di essere un complesso architettonico legato al tempo delle Crociate. La nostra prima visita è alla chiesa dell'Annunciazione, adornata da mosaici e immagini di Maria vestita con abiti tipici di vari paesi del mondo e con una cripta dove l'Arcangelo Gabriele portò l’Annuncio a Maria; andiamo anche a vedere la chiesa dedicata a San Giuseppe e poi ci rechiamo a visitare gli scavi della vecchia Nazareth. Il luogo successivo è il paese di Cana, dove evitiamo di comprare vino, e anche qui è d'obbligo uno sguardo alla chiesa e agli scavi della città del primo miracolo. Ultima nostra fatica è il recarci sul Monte Tabor, entrare nella Chiesa della Trasfigurazione e ammirare il paesaggio che si perde a vista d'occhio. Qui ci fermiamo per vivere un momento di ritiro e silenzio.

Il quinto giorno, ci vede diretti al monte Hermon, il più alto d'Israele, dove nasce il Giordano; la località è Banyas, derivante dal nome di una dea romana. Qui Filippo, figlio di Erode, ha costruito un città in onore di Cesare imperatore e l'ha chiamata “Cesarea di Filippo”. Della citt{ rimangono solo

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poche rovine, ma con un breve percorso si arriva alle foci del Giordano, con una cascata di acqua limpida che si riversa in un laghetto che invita ad un tuffo, assolutamente vietato. La meta successiva è il lago di Tiberiade, famoso nel vangelo per le sue acque improvvisamente tempestose: infatti nel giro di poche ore è passato da piatto a mosso; dopo aver pranzato presso le suore amiche del Don (ma quante amiche ha?), abbiamo visitato la chiesa del “Primato di Pietro”, luogo in cui Gesù chiese per tre volte a Pietro “Mi ami tu?”. Per finire la giornata siamo andati a Cafarnao: qui sono visibili gli scavi della città vecchia, la ricostruzione della sinagoga ed infine gli scavi della casa di Pietro. Il sesto giorno siamo a Meghiddo, centro nevralgico sulla Via del Mare (dalla Mesopotamia, attraverso la Siria e fino all’Egitto) e luogo dove l’uccisione del Re buono Giosia, trafitto nella battaglia di Meghiddo dal Faraone Nekao, diventa motivo per una nuova comprensione da parte dei profeti della figura del Messia: non più un Re potente, ma un Re come Servo Sofferente.

Arriviamo infine al Carmelo, monte dove Elia vinse i sacerdoti di Baal e scendendo al Santuario della Stella del Mar ad Haifa, possiamo vedere la grotta dove viveva Elia, con le bellissime vetrate che riproducono il carro di fuoco con cui Elia fu assunto in cielo. Sopra il santuario domina una statua della madonna, che guarda la rada di Haifa.

L'ultimo giorno, come i due discepoli, ci incamminiamo verso Emmaus, località discussa circa la sua collocazione: dal vangelo sappiamo che distava 60 stadi da Gerusalemme, circa 12 km, per cui Il luogo dove siamo arrivati, Abu Gosh, è una delle probabili Emmaus. L' aeroporto di Tel Aviv è la fine del nostro pellegrinaggio: chi ha avuto il coraggio e la pazienza di leggere tutto l'articolo, spero abbia un po’ più chiaro, che cosa voglia dire vivere un Pellegrinaggio in Terra Santa “Holy Land”.

Franco

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NOTIZIE DALL’ORATORIO Vedrai che città

È sempre difficile parlare della notte del 31 Ottobre senza cadere nel banale o nei solito confronti con la festa di Halloween, ma in questo articolo vo-gliamo raccontarvi una serata diversa, quella trascorsa dai nostri ragazzi del gruppo dei 18/19enni. La Fom ci ha invitato a prendere parte alla Notte dei Santi “Vedrai che cit-t{”. Una notte caratterizzata da contrasti e carismi, in una Milano piena di contraddizione. Abbiamo percorso insieme a tanti altri adolescenti della no-stra Diocesi le strade che segnano il nuovo Skyline della città, ma che nasconde il bello di una cittá che sa ancora diffondere la gioia del Vangelo. Una zona che raccoglie la nuova movida dei giovani milanesi: Piazza Gae Aulenti Corso Como,i grattacieli di Porta Nuova e ancora la Stazione Cen-trale e del quartiere intorno che lascia intravedere situazioni di disagio e povert{, che testimonia il dramma di chi dorme all’addiaccio o di chi si met-te in viaggio come migrante in cerca di nuova speranza. È appunto la Milano dei contrasti che abbiamo attraversato con un occhio che sa cogliere in essa anche la presenza e la testimonianza dei discepoli del Signore, della Chiesa nella città, presente con i suoi diversi carismi.

«Vedrai che città» riusciremo a costruire, se ognuno farà la sua parte, se-condo la sua chiamata, accogliendo la propria personale vocazione e quella comune che riguarda tutti i credenti: la vocazione alla santità.

Il percorso si divideva in tre tappe:

Nella prima abbiamo incontrato gli amici dell’Azione Cattolica, che ci hanno raccontato del loro impegno in città in vari modi. Partendo dalla preghiera, passato per la condivisione; molti sono i ragazzi che fanno parte di questo movimento che hanno deciso di condividere momenti della loro vita con chi è più sfortunato, con chi a fatica e con niente arriva da lontano, accoglien-doli nelle proprie case, dandomi un alloggio e un grande aiuto.

E poi la carità, ogni due settimane i giovani dell’ AC si ritrovano e preparano un pasto per i senza tetto, e nella notte si muovono nella città, nel silenzio lasciando qualcosa da mangiare e un the caldo, perfetti per una buona cola-zione la mattina seguente.

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La seconda tappa ci ha fatto conoscere la realtà del mondo Scout, mentre nella terza tappa in zona Stazione Centrale abbiamo incontrato i volontari della Caritas Ambrosiana. Non a caso erano posizionati in questa zona. Fondamentale il loro aiuto quotidiano a tutti i migranti che vengono respinti e che non hanno nulla.

Ognuno di questi carismi secondo il proprio stile ci ha dato un'immagine di Chiesa che è capace di “uscire” e di abitate i luoghi che il Signore Gesù oggi eviterebbe. Ogni Carisma che è dono dello spirito Santo ha un riferimento alto, un esempio che parte dal Vangelo e si incarna nella vita di chi si è fatto santo ed è diventato motivo di gioia.

Il nostro percorso si è poi concluso nella Basilica di S. Agostino, all'interno del chiostro ci è stata data la possibilità di accostarsi al Sacramento della Confessione. Un momento importante forte, che i nostri hanno accolto con gioia, probabilmente caricati da un percorso così profondo.

La nostra speranza è che esperienze come queste possano toccare il cuore dei ragazzi che di fronte ai contrasti tra ricchezza e povertà, tempo Donato e tempo sprecato, sano divertimento e pura evasione, sappiano scegliere ciò che sa significato alla vita e la proietta verso un futuro di felicità

Ancora una volta ci viene fatto un grande invito: davanti ad un mondo che forse sta andando da un'altra parte “ venite è vedrete”. Vedrai che bello

Gli Educatori

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LA PAGINA DELLA FAMIGLIA Anniversari di matrimonio

Domenica 15 ottobre durante la S. Messa delle 11.00, 32 coppie hanno fe-

steggiato il loro anniversario di matrimonio, rinnovando davanti a tutta la

comunità le promesse matrimoniali.

25° - Nozze d’argento

Airaghi Gabriele - Ferrari Elena Ciapparelli Roberto - Miloni Stefania Della Cà Alberto - Baroni Viviana Cerciello Moreno - Sestito Giuliana

30° - Nozze di perla

Gianazza Tiziano - Legnani Paola Mezzanzanica Massimo - Schipano Graziella

35° - Nozze di corallo

Perego Giovanni - Caccia Tiziana Riccardi Silvano - Garbarino Claudia

40°- Nozze di rubino

Citton Pierluigi - Zaffaroni Iole Cestarolli Pio - Guzzetti Rita Petruccio Matteo - Montalbano Giuseppa Maino Felice - Finotto Maria Della Fera Carmine - Troisi Olimpia Caccia Raimondo - Dell'Acqua Claudia

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45° - Nozze di zaffiro

Tesoro Antonio - Bonasia Maria Peruzzotti Franco - Re Ferrè Agnese Ciceri Piero - Cozzi Carla Ronzoni Gianpietro - Ceriani M. Angela Palamidese Gianfranco - Secchi Giovanna Lattuada Ernesto - Bracciani Angela Banfi Luciano - Maino Raffaella

50° - Nozze d’oro

Finotti Primo - Bottaro Luciana Colombo Edoardo - Mingirulli Pasqua Salvioni Paolo - Scossiroli Giuseppina Cozzi Carlo - Pagani Ines Franza Danilo - Colombo Luigia Guzzetti Marco - Tunesi Maria Grazia Vignati Silvano - Di Nuovo Maria

55° - Nozze di smeraldo

Crespi Luigi - Antonioletti Anna Maria Panizza Fiorenzo - Bignotti Pasquina Terreni Silvano - Pessina Giuseppina

65° - Nozze di uranio

Calzavara Sergio - Merighetti Enrica

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Ogni domenica alle ore 10.00 su RADIO PUNTO dopo il radiogiornale Tino t’invita all’ascolto della PAGINA DELLA FAMIGLIA: un punto d’incontro su temi di attualità che coinvolgono direttamente o indirettamente la sfera familiare. Ecco gli argomenti delle prossime trasmissioni: 5 novembre In trincea !! dalla paura all'accoglienza 12 novembre Papa Francesco: difendere i bambini nel mondo digitale è

priorità assoluta 19 novembre Il peso del perdono per un progresso umano sostenibile 26 novembre Papa ai migranti, lottatori di speranza 3 dicembre La fatica di crescere, viaggio all'interno dell'adolescenza

E-mail: [email protected]

Per chi non avesse la possibilità di muoversi o uscire di casa, ricordiamo che è possibile seguire la S. Messa in streaming sul sito www.livestream.com/radiopunto.

Sul sito ufficiale www.radiopunto.it è possibile ascoltare un breve commen-to del parroco al Vangelo della domenica. (lo trovate nel menu – podcasting – gli speciali).

Per poter ascoltare Radio Punto anche fuori casa potete scaricare l’applicazione e non perdere i numerosi appuntamenti che la radio propone giornalmente.

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APPROFONDIMENTI La santità: ideale desiderabile al cuore dell’uomo del nostro tempo

Il mese di novembre, sentito perlopiù come un tempo malinconico, inizia in realtà nel modo migliore, con la celebrazione della solennità di tutti i santi.

San Bernardo di Chiaravalle dice: “Per parte mia devo confessare che, quando penso ai santi, mi sento ardere da grandi desideri”. I desideri e la santità? Possono stare insieme? Certo! La vita dei santi è una esistenza riu-scita, compiuta, spesso passata attraverso prove. Se compresa bene, la santit{ è un ideale profondamente desiderabile al cuore dell’uomo e della donna anche del nostro tempo. Pensiamo solo a due santi canonizzati un anno fa: Madre Teresa di Calcutta, che ha saputo incarnare la misericordia di Dio attraverso una compassione profonda per tutte le persone emargina-te; Ludovico Pavoni, che ha unito attenzione sociale, educativa e professionale. Quante figure stupende ha la nostra Chiesa! Gianna Beretta Molla, Enrichetta Alfieri, Luigi Monti, Carlo Gnocchi, Luigi Monza, Luigi Ta-lamoni e tanti altri. La solennit{ di tutti i santi ce li fa ricordare “insieme”, cioè come “comunione dei santi”. Infatti, una vita santa è sempre una “vita in relazione”.

L’amicizia tra i santi è uno spettacolo di umanit{. Questo ci ricorda che an-che noi siamo fatti non per la solitudine ma per vivere in comunione gli uni con gli altri. Da questa solennità discende una luce potente anche sulla commemorazione di tutti i defunti (2 novembre).

Pensiamo ai nostri cari “passati all’altra riva”, preghiamo per loro, andiamo a far loro visita al cimitero, sostenuti dalla grande speranza che ha animato la vita dei santi: Gesù, crocifisso e risorto, ha vinto il male e la morte. Il filo-sofo Gabriel Marcel affermava: “dire ad una persona: ti amo, è come dire: tu non morirai”. Perché l’amore vince la morte.

La speranza cristiana ha l’audacia di credere nella “risurrezione della carne”. E’ l’annuncio che tutto quanto abbiamo vissuto in questa vita non andrà perduto, sarà trasfigurato in Dio; ritroveremo i volti che abbiamo amato.

I santi sono stati mossi da questa speranza; per questo hanno vissuto “alla grande” e ci invitano a fare lo stesso.

+ Paolo Martinelli Vescovo e Vicario episcopale

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LO SAPEVI CHE…? La cena è servita

Il fatto. Dmitry Baksheev e la moglie Natalia, la coppia di cannibali arresta-ti nei giorni scorsi a Krasnodar, nel sud della Russia, hanno confessato. L’uomo, 35 anni, operaio, vive presso la foresteria dell’Istituto superiore di aeronautica militare di Krasnodar in cui lavora; la donna, 42 anni, è occupa-ta nello stesso istituto come infermiera. Le indagini sulla coppia sono cominciate l’11 settembre, quando un gruppo di operai ha ritrovato per caso il cellulare di Dmity nei pressi dell’abitazione dell’uomo. Uno degli operai ha sbirciato le foto presenti sul cellulare scovando immagini di parti umane e selfie di un uomo nell’atto di divorarle. L’operaio ha avvisato la polizia e so-no partite le ricerche. Stando alle prime risultanze, la coppia reclutava le proprie vittime su siti web di incontri, per poi rapirle, ucciderle e divorarle. Il primo delitto risale al 1999, provato da una foto in cui Dimitry appare con una vittima la cui testa si trova su un piatto, circondata da mandarini, con un limone in bocca e olive al posto degli occhi. Quasi 20 anni (e una trentina di vittime), in cui nessuno si era accorto di nulla. I vicini avevano spesso la-mentato che dalla casa della coppia proveniva un odore molto forte e sgradevole, ma i due non avevano mai consentito a nessuno di entrare nell'appartamento.

Mondo animale. Oggi si sa che nel regno animale il cannibalismo è pratica-to da centinaia di specie e che ha moltissime funzioni, spesso vantaggiose per l'intera specie. Ma se quello animale, in termini biologici, non è sempre un male, più difficile è comprendere le ragioni di quello umano. Nel mondo animale, il cannibalismo segue regole precise: gli animali immaturi sono più predati di quelli adulti. Le femmine lo praticano più dei maschi, e gli a-dulti di molte specie non riconoscono uova e larve come membri di famiglia: per loro si tratta semplicemente di cibo. Aumenta se le forme di nutrimento scarseggiano ed è direttamente legato al grado di sovraffollamento di una popolazione. Per molluschi, insetti e aracnidi è quasi la norma; per gli uccelli come aironi e avvoltoi, il cannibalismo è spesso una strategia di sopravvi-venza che implica sanguinarie lotte fratricide: se le risorse per salvarsi sono limitate, solo il più forte sopravvive.

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Etimologia. Passando al cannibalismo umano, fu l'esploratore Cristoforo Colombo a rendere celebre il nome dei Canibal (alterazione di Carib), una tribù dei Caraibi, fino a farlo diventare sinonimo di antropofagi. Lo fece di ritorno da uno dei suoi viaggi nel Nuovo Mondo, per indicare i costumi sel-vaggi degli abitanti di quelle terre. Studi recenti presentano però numerosi dubbi sulla loro veridicità: più probabilmente fu una tattica propagandistica per fermare ogni moto anticoloniale da parte di altre potenze europee.

Korowai, tribù cannibali. Il pri-mo contatto documentato con il mondo esterno è avvenuto con un gruppo di scienziati nel mar-zo 1974. Fino ad allora, gli ap-partenenti alla tribù Korowai, 2500 abitanti delle foreste plu-viali nell’area occidentale della Papua Nuova Guinea, ignora-vano l'esistenza di altri popoli sulla terra. Popolo di cacciatori-raccoglitori organizzato in clan, ha sviluppa-to un particolare tipo di abitazione, una sorta di casa sugli alberi che può arrivare fino ai 45 metri. I Korowai sono tra i pochissimi popoli su cui si è ad-densato per anni il sospetto di cannibalismo, anche se gli antropologi ormai pensano che sia una pratica ormai inesistente. Nel maggio 2006 una troupe televisiva australiana, guidata da P. Raffaele, ha documentato la vi-ta quotidiana del popolo, proprio dopo che il giornalista era stato avvicinato da un appartenente alla tribù che aveva raccontato che la sua nipotina di 6 anni era stata accusata di stregoneria ed era in pericolo di essere cannibaliz-zata. Per i Korowai, spiega Paul, se qualcuno cade da una casa sull'albero o viene ucciso in battaglia, allora la causa della loro morte è evidente. Ma non capiscono microbi e germi, così quando qualcuno muore per loro misterio-samente (in realtà di malattia), credono che sia a causa di un khakhua, un uomo strega che viene dal mondo degli inferi. Il khakhua possiede il corpo di un uomo e comincia a mangiare magicamente il loro interno. Secondo la lo-ro logica, devono mangiare il khakhua come lui ha mangiato la persona che è morta. È il loro “sistema giudiziario”, basato sulla vendetta. Trattano la carne umana come noi occidentali facciamo con la carne di maiale. Tagliano la parte superiore del cranio per arrivare al cervello, la loro parte preferita, tagliano le gambe e le avvolgono in foglie di banano. Mangiano tutto, tran-ne i capelli, le unghie, e il pene.

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Legge mosaica. Quanto al cannibalismo rituale o di cadaveri, esso era sco-nosciuto agli Israeliti. Era una pratica pagana. La Torà dichiarava i cadaveri umani impuri e già chi li toccava si contaminava (figuriamoci a mangiarli!), era impuro per 7 giorni ed era considerato contaminante, inoltre egli era sotto giudizio divino se non si purificava nei modi e nei tempi stabiliti. Dio parlò mediante Mosè dell’eventualit{ del cannibalismo, ma solo come e-stremo gesto ignobile di un popolo disubbidiente all’Eterno, quando sarà assediato dai nemici e prossimo alla morte. “E durante l’assedio e nell’angoscia alla quale ti ridurrà il tuo nemico, mangerai il frutto delle tue vi-scere, le carni dei tuoi figli e delle tue figlie, che l’Eterno, il tuo Dio, t’avrà dati” (Dt 28,53-57). Nel libro II Re (6,24-30) è narrata la vicenda di due madri al tempo della carestia in Samaria (circa 848 a.C.) che decidono d’uccidere i propri figli per cibarsi delle loro carni: “Poi il re aggiunse: “Che hai?” Ella ri-spose: “Questa donna mi disse: Da’ qua il tuo figliuolo, che lo mangiamo oggi; domani mangeremo il mio. Così cocemmo il mio figliuolo, e lo mangiammo. Il giorno seguente io le dissi: Da’ qua il tuo figliuolo, che lo mangiamo. Ma essa ha nascosto il suo figliuolo”. Quando il re ebbe udite le parole della donna, si stracciò le vesti”, in segno di sdegno e orrore. Il cannibalismo era fuori della sfera culturale e religiosa d’Israele. Dove avveniva era in seguito al giudizio storico di Dio e come segno di estrema disperazione di persone ormai al li-mite della ragione.

Perché. Il cannibalismo non è un mito, ma una pratica attestata storicamen-te. Quali possono essere le ragioni che spingono l’uomo a cibarsi dei propri simili? Un libro uscito a febbraio e di cui s’è molto parlato negli U-SA, Cannibalism: A Perfectly Natural History di B. Schutt, aiuta a capire come cibarci dei nostri simili sia diventato il tabù definitivo, ma anche qual-cosa che suscita reazioni ambivalenti perché, in un certo senso, ci riguarda da vicino. La carne umana, dice l’autore, non è un gran che dal punto di vista nutritivo: siamo molto meno calorici della selvaggina. Allora perché man-giarla? Per l’Homo antecessor (uno dei primi ominidi europei), Schutt ipotizza che forse «gli piaceva e basta». Quanto all’Homo sapiens, le alterna-tive proposte sono tre: 1) Finalità rituali. Una delle classiche concezioni del cannibalismo fa riferimento alla pratica rituale: si mangia il cuore del corag-gioso, il cervello dell’intelligente, il muscolo del forzuto per ottenerne la qualità prescelta. 2) La fame: l’uomo mangia l’uomo perché non c’è altro cibo a disposizione. 1972: il volo 571 in partenza da Montevideo e diretto a Santiago del Cile si schianta sulla Cordigliera delle Ande. I sopravvissuti, di-spersi, furono per settimane costretti a consumare i cadaveri congelati dei

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propri amici e familiari prima di essere soccorsi. Così come loro, la storia di-pinta da Géricault ne La zattera della Medusa (dove i marinai, al nono giorno si nutrirono dei loro compagni), mostra come la disperazione e la necessità di sopravvivere abbiano storicamente costretto l’uomo non solo a cibarsi di una carne umana, ma persino di quella di conoscenti. 3) Psicosi o follia cri-minale. Come riportato più in alto, non mancano i serial killer che, oltre a essere serial killer, sono anche cannibali.

Conclude l’autore del libro:

“Tutti, nelle condizioni giuste, potremmo diventare cannibali; tutti possediamo, nascosta da qualche parte, la memoria genetica di un ominide che mangiava carne umana non

come ultima spiaggia, ma perché era buona. L’animale che ci portiamo dentro è cannibale e ha ancora

la capacità, ogni tanto, di metterci a disagio.”

Vale

Nota all’articolo La Cena è servita.

L’interessante articolo “Lo Sapevi che” di questo mese, dopo averci un poco inorridito, suggerisce stimolanti riflessioni sulla complessa simbolica del ci-bo. Il cibo per l’umano non è solo sostentamento, ma rimanda al desiderio infinito di Vita che lo abita. E’ il cammino di sempre dell’Uomo, affascinante e drammatico, tanto da portarci a scelte strane, che invece della vita ci portano paradossalmente morte. Dovremmo essere più inorriditi dal “divorarci” continuo tra di noi nel mon-do, nella società, nel luogo di lavoro o addirittura in famiglia o in parrocchia. A questo si oppone la svolta eucaristica della proposta ebraico-cristiana, che indirizza il desiderio dell’uomo allo scandalo del “darsi da mangiare” contro il “divorarsi”. Del trovare Vita nel perderla per il fratello. Il nostro “divorarci”, “cannibalizzarci” è solo la forma evoluta di quel cannibalismo, spesso e per l’appunto rituale religioso per avere vita. Diamo allora senso al nostro ritrovarci intorno alla Mensa di Cristo, Memo-riale del Dio che dà la vita, non la toglie mai, invitandoci a fare altrettanto.

Don Davide

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ARCHIVIO PARROCCHIALE

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BATTESIMI Sono entrati nella comunità cristiana, la Chiesa, con l’impegno dei loro genitori e dei pa-

drini a credere in Cristo e nella fede cattolica:

40 Julia Nicol di Dissanayaka Gihan e Filiberti Erika Miriam 41 Arianna di Diotti Alessandro e Kamelger Viola Myriam 42 Giulia di Codoro loris e Cerchiara Rossana 43 Alice di Ruggero Yosephs e Carta Alessandra 44 Gabriele di Gallo Stampino Roberto e Molteni Nadia 45 Francesco Angelo di Sattin Andrea e Rondinelli Maria Rosa

UNITI IN MATRIMONIO Hanno assunto l’impegno di formare la famiglia con amore perenne e ispirato al vangelo:

10 Mazzucchelli Bartolomeo con Sciuccati Erika

DEFUNTI La nostra preghiera di suffragio interceda presso Dio, perché, nella sua misericordia e perdono, conce-da la vita eterna:

58 De Luca Francesco di anni 48 59 Rossi Gaspare di anni 93 60 Pizzi Luigi di anni 76 61 Musazzi Angela di anni 88 62 Musazzi Carla di anni 66 63 Lonati Rinaldo di anni 78

UN GRAZIE PER CHI SI È RICORDATO

DELLA PARROCCHIA:

S. Messe € 1.330 – Battesimi € 730 - Funerali € 200 – Matrimoni € 200 - Visita ammalati € 70.

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SPAZIO APERTO Scrivi alla redazione

Aspettiamo le vostre riflessioni, pensieri, fotografie e suggerimenti circa

eventi o iniziative all’indirizzo della redazione ([email protected])

che dovranno arrivare entro il 25 Novembre per poter essere pubblicati sul

numero di Dicembre.

Questo mese riportiamo la lettera di Antonello che ha voluto esternare un

suo stato d’animo, e Dino Meda a ricordo dei nostri defunti che sono passa-

ti in mezzo a noi come una folata di vento.

Volevo comunicare a tutti il mio disappunto e la mia preoccupazione per ciò che sta avvenendo in Sicilia in questi mesi. I ragazzi disabili di molte provin-ce siciliane, non possono andare a scuola per la sospensione del servizio di trasporto e la mancanza nelle scuole dell’assistenza igienica. La motivazione è la solita: mancanza di soldi!!! Così capita da diversi anni, che molti ragazzi, soprattutto con disabilità gra-ve, non possano accedere al diritto allo studio, nonostante le numerose e continue proteste delle famiglie e di organizzazioni quali l’ANFFAS. Il mio timore è che venga sottovalutata l’importanza o peggio la possibilit{ di un’istruzione a questi ragazzi, in quanto disabili. Per tutti, compresi i ragazzi con abilità diverse, è fondamentale offrire fidu-cia e opportunità, perché possano crescere, coltivando e aumentando le proprie capacità. Come cristiano, ho sentito il dovere di portare alla vostra attenzione e preghiera, una situazione, che, come tante, purtroppo, porta ingiustizia e sofferenza. Grazie al cielo ci sono tante associazioni e situazioni di vero aiuto e soste-gno. Ognuno di noi possa contribuire a rendere concreto l’annuncio di Carità del Vangelo. Grazie.

Antonio Ricci, Lello.

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UNA BUFADA DA VENTU

Una bufada da ventu: a in lacrim d’aria ca sa ribelan.

Una bufada da ventu: a in gioie e turmentu ca sa combatan.

Una bufada da ventu: a in respir e suspir da suferensa ca giran.

Una bufada da ventu: a in anim già trapasà e non ammò in pas.

Una bufada da ventu: a in i nostar sogn ca cercan la libertà.

Una bufada da ventu: l’è una musica silensiusa ca la dis al cör “riposa”.

Una bufada da ventu: a in i ricordi dai nostar rimpianti par ul tempo perdù.

Una bufada da ventu: a in i nostar penser ca curan indrè pensandu a ier, e inveci l’è già duman.

IN DAL VENTU: a ghe ul tempu ca credum nostar in e-terno, ma inveci l’è una “bufada” da pasagiu.

UNA FOLATA DI VENTO

Una folata di vento: sono lacrime di aria che si ribellano.

Una folata di vento: sono gioie e tormenti che si combattono.

Una folata di vento: sono aliti e gemiti di sofferenza che divagano.

Una folata di vento: sono anime trapassate e non ancora nella pace

Una folata di vento: sono i nostri sogni che cercano la libertà.

Una folata di vento: è una musica silenziosa che dice al cuore “riposa”.

Una folata di vento: sono sussulti delle nostre angosce per il tempo perduto.

Una folata di vento: sono i nostri pensieri che corrono all’indietro pensando a ieri, invece è già domani.

NEL VENTO: c’è il tempo che crediamo nostro in e-terno, mentre è solo una “folata” di passaggio

Dino.Meda

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Riportiamo qui di seguito i turni delle guardia farmaceutica durante i festivi

Novembre 2017 Mercoledì 1 Farmacia AMCeM Via Capuccini, 3/5 Cerro Maggiore Domenica 5 Farmacia Villani Via Matteotti, 9 Cerro Maggiore Domenica 12 Farmacia Bonomi piazza unit{ d’Italia, 6 Canegrate Domenica 19 Farmacia DELLA STAZIONE via Liberazione, 25 Legnano Domenica 26 Farmacia S. Bartolomeo Via s. Bartolomeo, 15

Cerro Maggiore

Dicembre 2017 Domenica 3 Farmacia DELLA STAZIONE via Liberazione, 25 Legnano

SERVIZIO DI FARMACIA NOTTURNA

La Farmacia della Stazione via Liberazione (angolo piazza del Popolo) Legnano è aperta tutte le notti dell’anno, festivi inclusi, a partire dalle 19,30.

I cittadini potranno liberamente accedere ai locali fino alle ore 23,00 mentre dopo tale ora, per motivi di sicurezza, verranno serviti

dallo sportello.

CONTINUITÀ ASSISTENZIALE - DISTRETTO DI LEGNANO

Guardia Medica Tel.800.103.103 Dalle 20.00 alle 08.00 di tutti i giorni feriali

Dalle 8.00 alle 20.00 il sabato Dalle 8.00 alle 20.00 dei giorni prefestivi e festivi

ASSOCIAZIONE VOLONTARI CROCE AZZURRA

Sezione SAN VITTORE OLONA Sede: P.zza Italia, 16 – Tel. 0331-422573 – Cell. 331-5419881