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M aestro POSTE ITALIANE SPA SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO P OSTALE - D.L. 353/2003 (CONV. IN L. 27/02/2004 N. 46) ART. 1 COMMA 1 - DCB - ROMA M aestro il MENSILEdell’AIMC- A ssociazione I taliana M aestri C attolici anno LXVII luglio-settembre 2016 numeri 7-9 MENSILEdell’AIMC- A ssociazione I taliana M aestri C attolici Conoscenza, sapienza e formazione Una nuova formazione in servizio per gli insegnanti Imparare a imparare Conoscenza, sapienza e formazione Una nuova formazione in servizio per gli insegnanti Imparare a imparare

MENSILEdell’AIMC- ssociazione taliana aestri attolici M il ... 7-8-9-2016.pdf · MENSILE DELL’AIMC ASSOCIAZIONE ITALIANA MAESTRI CATTOLICI DIRETTORE Giuseppe DESIDERI DIRETTORE

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M E N S I L E d e l l ’A I M C - A s s o c i a z i o n e I t a l i a n a M a e s t r i C a t t o l i c i

anno LXVII luglio-settembre 2016 numeri7-9

M E N S I L E d e l l ’A I M C - A s s o c i a z i o n e I t a l i a n a M a e s t r i C a t t o l i c i

Conoscenza, sapienzae formazione

Una nuova formazionein servizio per gli insegnanti

Imparare a imparare

Conoscenza, sapienzae formazione

Una nuova formazionein servizio per gli insegnanti

Imparare a imparare

ANNO LXVII nn. 7-9 LUGLIO-SETTEMBRE 2016

MENSILE DELL’AIMCASSOCIAZIONE ITALIANA

MAESTRI CATTOLICI

DIRETTOREGiuseppe DESIDERI

DIRETTORE RESPONSABILEMariella CAGNETTA

COMITATO DI REDAZIONEItalo Bassotto

Anna Maria BianchiAntonietta D’Episcopo

Sonia ClarisGiovanni PerroneAntonio RoccaSandra SuatoniEmilio Tartaglino

DIREZIONE E AMMINISTRAZIONEClivo di Monte del Gallo, 48

00165 Roma c.c. p. n. 37611001tel. 06634651-2-3-4

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Finito di impaginareil 30 settembre 2016

Maestroil

SOMMARIO

in questo numero

L’ estate è volata via in un baleno e,ormai, ci si prepara al ritorno inaula. L’inizio di un nuovo anno sco-

lastico è sempre contrassegnato da un intrecciodi pensieri, speranze e attese che ci coinvolgonocome persone e come professionisti. Quest’annoscolastico, in particolare, si apre all’insegna divarie incognite introdotte dalla “Buona scuo-la” e sembra mancare il tempo per la riflessio-ne e la pensosità, premesse indispensabili perpartecipare responsabilmente alla costruzionedel nuovo. Nello specifico, l’immissione inruolo di molti colleghi, a seguito del recenteconcorso a cattedra, la prospettiva di un nuovomodello per la formazione in servizio per gliinsegnanti sono solo alcune delle questioni chesi pongono all’orizzonte della scuola: cedere al-la tentazione di accettare passivamente è plau-sibile, ma questo è un atteggiamento che nonci appartiene, convinti che per cambiare servesoprattutto rimboccarsi le maniche.In questo numero, l’editoriale del presidentenazionale prende in esame varie questioni le-

gate all’avvio del nuovo anno scolastico e sot-tolinea a chiare note che le scelte di comodonon ci appartengono né come singoli professio-nisti, né come corpo associato, né tanto menocome credenti. È questo lo stesso messaggio cheritroviamo nel mandato del 26° Congresso eu-caristico nazionale di Genova, che il cardinaleBagnasco ha lanciato nell’omelia – che ripor-tiamo in questo numero – come eredità a con-clusione dell’importante evento.Nelle altre pagine, seguono, nell’inserto, unapprofondimento a due voci sulla nuova pro-spettiva di formazione in servizio dei docenti ealtri contributi relativi rispettivamente al cor-so di preparazione a concorso nella realtà asso-ciativa di Arezzo, all’esperienza formativaestiva vissuta alla fine di agosto a Eupilio e alcorso sulla continuità realizzato dalla realtàsezionale di Besozzo. Accenni interessanti dipensosità, che interpellano e motivano a conti-nuare, con gratuità, nell’impegno e nel donarequalcosa del proprio tempo e delle proprie ri-sorse intellettuali a scuola e in AIMC.

ilMaestro luglio-settembre 2016 numeri 7-9

editorialeUn caleidoscopiodi questioniGiuseppe DESIDERI 3

spiritualitàEvento di speranzae misericordiaAngelo card. BAGNASCO 4

primo pianoConoscenza, sapienzae formazioneGiovanni PERRONE 6

insertoUna nuova formazione in servizioper gli insegnantiGiacomo ZAMPELLA, Italo BASSOTTO 7professionalitàMeraviglie dell’AIMCMaria Grazia VITICCHI 11vita aimcImparare a imparareGreta TORRESANI 12Perché dire sì?Chiara BOZZETTI 13Costruire pontiSilvia IMPERIALE 14

ilMaestro luglio-settembre 2016 numeri 7-9 3

L’anno scolastico che stia-mo cominciando saràricco di novità e, proba-

bilmente, segnerà un punto disvolta significativo per i profes-sionisti di scuola e il sistema nelsuo complesso. Nei prossimimesi, infatti, prenderà corpo,sotto varie forme, tutta una se-rie di provvedimenti in granparte legati alle previsioni dellaLegge n. 107/2015.

Siamo ormai prossimi allascadenza dei termini previstiper la delega legislativa al go-verno su temi di particolareimportanza quali: l’obbligoformativo per i docenti; il si-stema di formazione iniziale edi “reclutamento”; la promo-zione dell’inclusione scolasticadegli studenti con disabilità; larevisione dei percorsi dell'i-struzione professionale; l’isti-tuzione del sistema integratodi educazione e istruzione 0-6;la definizione dei Livelli Es-senziali delle Prestazioni (LEP)in relazione al diritto allo stu-dio; l’adeguamento della nor-mativa in materia di valutazio-ne e certificazione delle com-petenze degli studenti, nonchédegli esami di Stato. Inoltre,sempre entro i diciotto mesidalla data di entrata in vigoredella Legge n. 107/2015, ilgoverno dovrà dare esito alladelega importantiss ima diriordino in un nuovo testounico di tutte le disposizioni

in materia di sistema di istru-zione e formazione.

Quella che potrebbe sembra-re una mera azione di collazio-ne normativa assume una rile-vanza ben diversa se si conside-ra che la delega al governo pre-vede la possibilità di apportare“integrazioni e modifiche inno-vative”, una delega, quindi, ri-schiosamente quasi “in bianco”.

Allo stato attuale, dopo unincoraggiante avvio di confron-to allargato, il MIUR sembraaver scelto di procedere “sottotraccia”, presentando alla di-scussione e al confronto solobozze semidefinitive.

Nelle occasioni in cui abbia-mo avuto la possibilità di dareil nostro contributo, abbiamoapprezzato la disponibilità all’a-scolto attivo dei gruppi di lavo-ro ministeriali e la capacità direcepire istanze condivise. Pur-troppo, però, fino a ora il con-fronto ha riguardato solo unaparte dei temi in campo e sumolte questioni spinose siaspetta ancora di conoscere leipotesi di soluzione proposte.

Il tempo procede e, conside-rando il passaggio nelle Com-missioni parlamentari, il termi-ne dei diciotto mesi si avvicinainesorabilmente. Quel che ècerto è l’impatto che l’insiemedella nuova normativa avrà sulsistema nel suo complesso.

Consideriamo, per esempiol’incidenza sulla professionalità

docente. Innanzitutto, sarà re-golamentato in modo nuovo ilpercorso per entrare nella pro-fessione docente. Potenzial-mente, è una grande occasioneper far dialogare costruttiva-mente i saperi accademici con isaperi di scuola, riconoscendospazio e dignità a entrambi nel-la formazione del docente. Taleoccasione d’interazione potreb-be, poi, essere coltivata adegua-tamente nei percorsi per l’a-dempimento dell’obbligo for-mativo dei docenti, anch’essoin attesa di regolamentazione.Entrambe, formazione inizialee formazione in servizio, inci-deranno sulla professione inmodo strutturale determinan-do, in un processo quasi “a ri-troso”, un nuovo profilo dicompetenze professionali deldocente nella scuola italiana.Insieme a questo i LEP ridise-gneranno la logica che, fino aora, ha contrassegnato il dirittoallo studio e la regolamentazio-ne sull’inclusione dovrà evitareil rischio di far fare passi indie-tro al processo di civiltà educa-tiva avviatosi nei lontani anniSettanta.

Come Associazione abbiamoil diritto e il dovere di essereprotagonisti in questa fase, siaoffrendo il nostro contributo intermini di riflessività, sia moni-torando il miglioramento attesoper il sistema scuola e professio-nale di ogni docente.

Un caleidoscopiodi questioni

editorialeGiuseppe DESIDERI

ilMaestro luglio-settembre 2016 numeri 7-94

C ari Fratelli e Sorelle nel Signore. Distinte Auto-rità. Cari Confratelli nel-

l’Episcopato, nel Sacerdozio e nelDiaconato,

Il vangelo racconta come Dionon s’arrenda davanti alla storiainfranta degli uomini: vi entra ele dà una nuova direzione. IlCongresso Eucaristico rendepresente questa storia in formacorale e pubblica, annunciandoche Gesù è il Signore, Colui cheai poveri proclama “il vangelo disalvezza, la libertà ai prigionieri,agli afflitti la gioia” (Prece Euc.IV).

Questo è l’annuncio che attra-versa i secoli, con il quale oggi ilSanto Padre Francesco ci incorag-gia a uscire incontro a ogni uo-mo. Come Chiesa italiana, a luirivolgiamo il nostro pensiero af-fettuoso e grato: il vincolo dellapreghiera e lo sguardo a Gesù-Eucaristia ci rendono uno inquella inscindibile comunione diaffetti e intenti, che nella liturgiatrova fonte e culmine.

Genova, a sua volta, è lieta diospitare il Congresso; lieta e ono-rata per la presenza di ciascuno divoi e delle Chiese che rappresen-tate. Un grazie cordiale va aquanti hanno collaborato alla suarealizzazione: Amministratori eIstituzioni, volontari e Sacerdoti.

Nel cuore dell’uomo, di ogniuomo, è viva l’attesa di una “pie-nezza” di felicità e di un “per sem-

“Tu non ci hai abbandonato in potere della morte,

ma, nella tua misericordia, a tutti sei venuto incontro

perché coloro che ti cercano ti possano trovare”

(Prece Eucaristica IV)

spiritualitàAngelo card. BAGNASCO

A GENOVA CELEBRATO IL 26° CONGRESSO EUCARISTICO NAZIONALE

Evento di speranzae misericordiaOmelia conclusiva del cardinale Bagnasco

ilMaestro luglio-settembre 2016 numeri 7-9 5

spritualità

pre” nell’amore; attesa più grandedi ciò che è temporale e pura-mente mondano.

È questa fame dell’anima chespinge la folla a seguire Gesù,nell’intuizione che le sue sonoparole autentiche – “parole di vi-ta eterna” – che svelano e porta-no a compimento il mistero del-l’esistenza. Ora, in ogni rapportodi comunione, soprattutto spon-sale, viene il momento in cui –da sole – le parole non bastanopiù. Si fa allora prepotente l’esi-genza del dono totale di sé, chequelle parole invera. L’Eucaristiaè proprio questo dono, dove laParola si fa Carne e Sangue, Paneche nutre di grazia la vita, princi-pio e forza di un nuovo modo distare nel mondo. Entrare nel di-namismo eucaristico significa la-sciarsi plasmare da Cristo, affi-darsi al suo amore obbediente,farsi condurre dallo Spirito, checi porta “a cantare esultanti aduna sola voce il tre volte santo”(cfr Prefazio IV Prece). Mangiarequesto Pane non può, quindi, ri-dursi a un’abitudine, né a un ge-sto di amicizia fraterna; è aprirsia Colui che è così grande da farsitanto piccolo! È divenire come lagoccia d’acqua versata nel calicedel vino fino a ritrovare se stessinel mistero di Dio, capaci dinuove relazioni con tutti.

La gente di Cafarnao avevachiesto al Signore: “Dacci semprequesto pane”; e il Signore nelconsegnarci questa preghiera viaggiunge un aggettivo, destinatoa dare un timbro a tutta la vita:“Dacci il ‘nostro’ pane quotidia-no”. L’Eucaristia ci pone nel“noi” che è la Chiesa, comunitàdi fratelli che invocano il panedell’anima per saper spezzare an-che il pane materiale della giusti-zia e della pace.

La carità rivela che nell’Eucari-stia abbiamo incontrato il Signo-re e non noi stessi; che abbiamoadorato Dio e non il nostro io.Le opere di misericordia, tantoraccomandate dal Papa in que-st’Anno santo, sono infatti opereeucaristiche: scandiscono la lungatradizione della Chiesa, ne ren-dono attuale la storia e interpella-no tutta la nostra esistenza.

È in questa luce che, come Ve-scovi delle diocesi italiane, abbia-mo voluto far coincidere questadomenica, nella quale il nostroCongresso giunge al culmine,con un gesto di concreta condivi-sione con quanti sono stati dura-mente colpiti dal terremoto in al-cune zone del centro Italia. Allapopolazione tutta, ai cari Pastoridi quelle Chiese e al loro Clero,confermiamo anche così la nostravicinanza fraterna.

Cari Amici, la forza del Paneeucaristico ci congeda da Genovacon un preciso mandato missio-nario, in linea con il tema cheabbiamo voluto per il nostroCongresso e da cui discende unostile di vita per noi e per le nostrecomunità: “L’Eucaristia, sorgentedella missione”.

In particolare, a voi giovani –facendo nostre le parole che PapaFrancesco vi ha rivolto a Craco-via – noi Pastori ripetiamo: nonscoraggiatevi mai, l’umanità habisogno di voi, di “giovani svegli,desiderosi di rispondere al sognodi Dio e a tutte le aspirazioni delcuore” (Veglia GMG).

A voi famiglie, che siete Chiesadomestica e scuola accogliente divita in tutte le sue fasi, giunga lanostra voce di ammirata ricono-scenza. Lasciatevi incontrare dalSignore e custodite la Sua amici-zia: una famiglia che prega nonpotrà mai essere semplicemente

disperata né cadere totalmente inpreda alla discordia.

A voi diseredati della vita, daqualunque parte veniate, rinno-viamo la nostra prossimità: il Diodell’amore ci spinga a camminareinsieme, nella promozione dellastessa dignità e nella responsabi-lità di un comune destino.

A voi, persone consacrate, giun-ga la nostra gratitudine: abbiamobisogno dei vostri voti, che ci dico-no che Dio basta a riempire il cuo-re. E a voi claustrali, che avete scel-to come mondo il peri-metro dei vostri mona-steri, chiediamo di es-serci sentinelle vigilantinel crepuscolo, antici-patrici dell’aurora.

A voi, carissimi sa-cerdoti e diaconi, chesiete in mezzo al no-stro popolo ogni gior-no, confermiamo lanostra stima e amici-zia: vi chiediamo umil-mente di non farci maimancare il vostro affet-to. La nostra unità è ilprimo annuncio delVangelo.

Come comunità ec-clesiale, vogliamo infi-ne rivolgerci al nostroamato Paese, a quantiguardano a questo grande cenaco-lo con l’attesa di una parola parti-colare. Vorremmo dirvi che vi sia-mo sinceramente vicini, che cistate a cuore, che ci anima unapiena disponibilità a incontrarvi;insieme con voi ci sentiamo pelle-grini verso casa. Siamo Pastori diuna Chiesa esperta in umanità: lanostra voce è discreta, ma ora –come una vela al largo, sostenutadal vento dello Spirito – prendevigore e proclama: “O uominiche ci ascoltate: la nostra gioia ègrande e si chiama Gesù!”.

Il mandato del 26°Congresso Eucaristico

Nazionale Italiano,svoltosi a Genova dal 15

al 18 settembre u.s.,è quello di una Chiesa

esperta in umanità,disponibile e discreta

nel farsi prossima a ogniuomo. Questa l’ereditàdel Congresso indicata

dal cardinale AngeloBagnasco, presidente

della Conferenzaepiscopale italiana,

inviato speciale di PapaFrancesco, che ha

anche esortato a volgerelo sguardo verso Gesù

Cristo, la via per“ritrovare se stessinel mistero di Dio”.

ilMaestro luglio-settembre 2016 numeri 7-96

Il Giubileo mondialedei docenti universi-tari e dei centri di Al-

ta Formazione e Ricerca,svoltosi a Roma, dal 7all’11 settembre u.s., ha

rappresentatouna significati-va occasioneper riflettereinterdiscipli-narmente suitemi della co-noscenza, sa-pienza e forma-zione, negli an-ni della razio-nalità strumen-tale, dello svi-luppo tecnolo-gico, mass me-diatico e dellaglobalizzazio-ne, nei quali tali que-stioni sono diventateparticolarmente com-plesse.

Specifica attenzioneè stata posta alle pro-blematiche educative.Infatti, l’educazionesembra misurarsi conaspetti singolari e ine-

diti rispetto anche al passato pros-simo, a cominciare da un’aperturadegli adolescenti alla contingenza,alla molteplicità di esperienze e dinuove relazioni sociali rese possibilidai new media. In sostanza, il gio-vane tende a formarsi e a costruirela propria identità all’insegna di

un “mosaico di comportamenti”,volgendo a proprio favore le nuoveflessibilità esperienziali e opportu-nità comunicative: di contro, però,così si produce una “socializzazioneleggera” e una certa difficoltà a de-finire un senso unitario della pro-pria biografia. A maggior ragione,l’idea di formazione, nella con-temporaneità, non dovrebbe essereseparata da quelle di conoscenza edi sapienza, perché non si può darerilievo, nel processo educativo, soloal trasferimento di nozioni, di dati,di norme e di una “fredda” istru-zione.

Nell’epoca postmoderna, l’uni-versità non può essere ancorata a

una visione riduzionistica, utilita-ristica, della conoscenza e limitarsisoltanto a una logica formale, madovrebbe essere lo spazio informa-tivo e formativo in cui porsi la do-manda “sulla verità dell’uomo”, sulrapporto tra idealità e utilità, trasenso generale del sapere e specia-lizzazione, nel quale perseguire,come ha affermato Papa France-sco, “la sapienza nel senso piùprofondo del termine”.

A conclusione dei lavori è statopubblicato l’Instrumentum La-boris: La carta di Roma 2016 acura del Comitato di Coordina-mento.

Conoscenza, sapienzae formazioneIl Giubileo dell’Università

primo pianoGiovanni PERRONE

Oltre 1000 partecipantie 300 relatori provenientida tutto il mondo hannopreso parte al Giubileodell’Università, che ha

avuto come filo conduttoreil tema “Conoscenza

e Misericordia. La terzamissione dell’Università”.Ospitati in alcuni dei piùimportanti atenei romani,

i partecipanti hannolavorato in 20 sessionidi lavoro che hanno

approfondito dai temieconomici a quelli della

comunicazione,dalla bioetica alla teologia,fino alla psicologia e alla

finanza e una tavolarotonda che ha

raggruppato oltre 50rettori giunti da tuttii cinque continenti.Sabato 10, infine,

si è tenuta l’udienzacon Papa Francesco.

inserto

All’indomani dell’emanazione della Nota n. 2915 del Miur, del 15 settembre 2016, che for-nisce alcune anticipazioni sui contenuti del “Piano Nazionale per la Formazione” che, abreve, dovrebbe essere adottato con un apposito decreto ministeriale, abbiamo chiestoal responsabile nazionale della formazione dell’AIMC di tracciare un quadro circa ilnuovo assetto della formazione dei docenti che diviene “obbligatoria permanente e strut-turale”. A completare, segue un corposo articolo a firma dell’ispettore, Italo Bassotto, che,dal suo particolare punto di osservazione, secondo il suo stile franco e aperto, prendein esame vari aspetti del “nuovo”, mettendo in evidenza il positivo, ma sollevando an-che alcune forti criticità.

ilMaestro luglio-settembre 2016 numeri 7-9 7

Una nuovaformazione in servizio

per gli insegnanti

PRONTI, PARTENZA… VIA?Giacomo ZAMPELLA

Siamo giunti finalmente alle tappe finali diun percorso di modifica e rinnovamento (al-meno è così nelle intenzioni del legislatore) delsistema di formazione dei docenti in servizio,che vede come obiettivo principale la messa aregime dell’obbligo formativo per i docenti diruolo.

Il processo è iniziato con la Legge 107/2015che, al comma 124, nell’ambito degli adempi-menti connessi alla funzione docente, defini-sce la formazione in servizio dei docenti di ruolo“obbligatoria, permanente e strutturale”.

Un altro processo, complementare al primo,è stato avviato successivamente dalla Direttivan. 170/2016, che ha rinnovato le modalità di ac-creditamento e qualificazione dei soggetti abi-litati a offrire formazione al personale docente sututto il territorio nazionale, norma a cui devonoadeguarsi anche i soggetti già precedentementequalificati o accreditati.

Ad oggi si aggiungono due ulteriori docu-menti – D.M. n. 170/2016, Prime istruzioni ope-rative concernenti le procedure previste per isoggetti che offrono formazione per il personaledella scuola. Indicazioni attuative; nota MIUR n.

9215, Prime indicazioni – che anticipano alcunicontenuti che saranno regolamentati da dispo-sitivi di successiva emanazione.

Il filo rosso che collega tutti i provvedimentisembra essere la volontà di delineare un “si-stema di formazione” che regolamenti le inter-relazioni tra i vari livelli gerarchicamente strut-turati dei soggetti coinvolti, ovvero le istanzeprovenienti dal livello nazionale, le esigenzeformative territoriali derivanti dalle reti o dallesingole istituzioni scolastiche e i bisogni indivi-duali del singolo docente. È evidente anche lavolontà di “centralizzare” alcuni aspetti dellagestione dei percorsi formativi, mediante lacreazione della piattaforma ministeriale “For-mazione continua e di sviluppo professionale”,che dovrebbe essere accessibile da metà no-vembre e attraverso cui l’amministrazione cen-trale si propone di incidere sul livello qualitativodelle iniziative di formazione. La piattaformadovrebbe diventare, anche, strumento di mo-nitoraggio e consultazione della storia formativadel singolo docente, in modo da consentirne laverifica costante rispetto all’assolvimento del-l’obbligo formativo.

Da evidenze e anticipazioni, è possibile evin-cere alcuni punti fermi:

ilMaestro luglio-settembre 2016 numeri 7-98

oltre alle iniziative di formazione di soggettigià accreditati (università, istituzioni museali,istituti di alta formazione artistica, musicale ecoreutica, istituzioni scolastiche del sistemanazionale di istruzione, enti pubblici di ri-cerca, amministrazioni centrali,…), sarà pos-sibile assolvere all’obbligo formativo, inve-stendo il bonus dei 500 euro previsti dallaCarta del docente, partecipando a iniziativedi formazione calendarizzate all’interno dellapiattaforma;per essere inserite all’interno della piat-taforma le iniziative dovranno assumere ca-ratteristiche specifiche predefinite: durata mi-nima (in previsione 20 ore), indicazione dellamappatura delle competenze bersaglio delpercorso e indicazione delle modalità di ve-rifica finale; riguardo alle metodologie da utilizzare, vienefortemente sostenuta (possiamo aggiungere“finalmente!”) la necessità di andare oltre latradizionale lezione frontale, mettendo a re-gime l’utilizzo di metodologie attive (peresempio, lavori di gruppo, laboratori,...) el’integrazione strutturale delle TIC nei pro-cessi di insegnamento-apprendimento;c’è il chiaro intento di verificare la ricaduta deipercorsi formativi nella pratica didatticad’aula del singolo docente e della sua co-munità professionale, attraverso l’implemen-tazione di modalità di documentazione e tra-sferibilità dei processi alla base delle attivitàsvolte.

A breve il MIUR renderà noto il Piano Nazio-nale per la Formazione, all’interno del quale sa-ranno indicate le priorità delle azioni formativea livello nazionale (già in parte anticipate nellanota MIUR n. 9215). Resta l’incognita sulla datadi emanazione del documento più importantedal punto di vista operativo di tutto il processoin essere: il decreto di disciplina sull’obbligoformativo.

Ricapitolando, da alcune anticipazioni sievince che le attività di formazione dovranno es-sere articolate in unità formative che, come giàaccennato, potranno essere promosse diretta-mente dalla scuola, dalle reti di scuole, dal-l’Amministrazione o liberamente scelte dai do-centi, tra quelle proposte degli enti accreditati oqualificati dal MIUR.

Si apre, quindi, una stagione importante in cui,nonostante le numerose criticità riscontrabili nelnuovo assetto, auspichiamo che la formazionepossa assumere un ruolo centrale per la valo-rizzazione del singolo docente e della sua co-munità professionale, così come, anche se in ter-

mini differenti, è stato da tempo sostenuto epromosso dalla nostra Associazione.

UNA BUONA SCELTA?Italo BASSOTTO

Non sono poi così sicuro che l’obbligo dellaformazione sia una buona scelta: che senso haobbligare dei professionisti che si ritengono “li-beri” (della libertà garantita dalla Costituzione) astudiare, riflettere e ricercare su tematiche che,magari a loro non interessano?

Come per gli studenti ci possono essere duetipologie di motivazioni per obbligarli alla scuola:una che li spinge a cercare un titolo di studio peravere un domani migliore (motivazione oggiquasi completamente decaduta anche fra i gio-vani); l’altra che fa balenare loro l’idea che la cul-tura e la conoscenza sono un patrimonio im-prescindibile per veder garantita la qualità dellapropria vita presente e futura (potremmo chia-marla la motivazione Malala, in ricordo dellagiovane pakistana che se ne fa portavoce nelmondo). Se applichiamo queste due categorieanche ai professionisti della scuola dovremoprevedere, rispetto al primo tipo, una carrieraper gli insegnanti e un portfolio nel quale glistudi e le ricerche attinenti il loro lavoro sianoparte importante e significativa; per la secondacategoria di motivazioni (far bene il proprio la-voro di insegnante è prima di tutto una neces-sità per arricchire e riempire di senso la propriaesistenza) l’obbligo non serve, se non per coloroi quali ragionano in maniera opposta, ovveronon considerano la propria formazione continuauna ragione per elevare il valore del proprio es-sere persone di cultura ed educatori.

Detto in altri termini: l’obbligo scatterebbesolo per gli insegnanti che, riconosciuti comefortemente in difficoltà per incompetenza o perdisturbi nelle relazioni educative professionali(non è stata introdotta la valutazione dei do-centi?), si vedrebbero “prescritti” precisi “per-corsi recuperativi” di tipo formativo. Infatti,credo che di fronte a determinate forme d’inca-pacità professionale non si debba necessaria-mente arrivare al licenziamento (le persone de-vono pur lavorare per vivere!): basterebbesemplicemente predisporre itinerari di forma-zione che portino l’insegnante in difficoltà a mo-dificare le proprie competenze professionali ren-dendole più adeguate ed efficaci, o, se propriola diagnosi è di “irrecuperabilità” al lavoro d’in-segnante, avviarli a lavori diversi e più adatti alleloro condizioni psicoattitudinali.

ilMaestro luglio-settembre 2016 numeri 7-9 9

La “buona scuola” pare ammalata di “trien-nalità”: ci sono i POF triennali, i RAV triennali, ipiani per la trasparenza triennali e quelli anti-corruzione pure; cos’è il nuovo mantra dell’in-novazione o una delle tante follie della buro-crazia?

I piani triennali vanno bene se si decide diadottare il principio che la formazione in servi-zio è funzione dello sviluppo della qualità del-l’educazione scolastica: da questo deriva im-mediatamente che non sono gli insegnanti ascegliere quali attività formative frequentare,ma è lo staff di direzione, sentito il Consiglio diistituto e il Collegio dei docenti, che “invia” in-

segnanti (singoli o gruppi) a studiare, ricercare,approfondire studi, ricerche e contributi scien-tifici, che rispondono alle esigenze del piano dimiglioramento dell’istituto. La seconda conse-guenza è che, accanto ai percorsi di formazionein servizio classici (corsi, laboratori, seminari,convegni, in presenza, on line o blended chesia!), quest’approccio legittima come metodiformativi, oltre alle ricerche applicate, il bench-marking, le supervisioni, le consulenze e per-sino le visite di studio a istituzioni che abbianogià affrontato problematiche analoghe a quelledella scuola che le ha messe tra gli obiettivi dimiglioramento. L’allargamento a dismisura dellaplatea delle metodologie e delle tecniche diformazione (come problem solving applicatoai traguardi dello sviluppo organizzativo di un’i-stituzione educativa) fa sì che una guida cor-retta e lungimirante del sistema (nel nostro casodi chiama MIUR) definisca bene le modalitàdelle certificazioni della qualità e dell’efficaciadei processi che le scuole scelgono, anche inrelazione ai costi che variano di molto a se-conda della tipologia di intervento formativoprescelto.

In questo contesto di autonomia scolastica,probabilmente il sistema di controllo della qua-

lità dei processi formativi avrà bisogno di ter-minali territoriali (gli ambiti, testé voluti dall’Am-ministrazione?) visto che le Province stannosparendo e le Regioni sono territori troppo ete-rogenei (si va dai 12 milioni di abitanti dellaLombardia ai 300 mila del Molise). Cosicchériappaiono all’orizzonte i Centri Intermedi diServizi (CIS) di berlingueriana memoria, o quelliche nell’esperienza anglosassone erano i Tea-chers’ Centers.

Una formazione obbligatoria senza valuta-zione e senza “sanzioni” (sia di merito che di de-merito, ovviamente!) non ha senso: da quando

in qua si stabiliscono re-gole per tutti e non si pre-vede contestualmente unsistema di premi e casti-ghi per chi le rispetta oper chi le viola?

Cosa succede all’inse-gnante che non accede anessuna attività formativanel corso della vigenza delpiano triennale? E se chifrequenta lo fa solo per“scaldare la sedia” (gergomutuato dalle espressionidi molti insegnantiquando parlano dei loro

alunni svogliati o totalmente disinteressati allascuola!)?

La tradizione burocratica al riguardo è … ti-picamente italiana: tutte le occasioni di forma-zione (anche quelle di mera informazione, comel’illustrazione di un provvedimento legislativo oamministrativo) finiscono con la consegna del-l’attestato che consegue alla presenza de visuo appoggiata a una firma (a volte fatta in in-gresso alla sala, così poi si può sgattaiolarefuori al primo attimo di confusione): viene cosìattestata (certificata?) la “presenza”; ma bastaquesto per dire che una persona ha attivato unprocesso serio di revisione di uno o più aspettidel proprio comportamento professionale, percercare di capire quali siano le strade più ade-guate per migliorarlo?

In letteratura sono stati identificati tre ulteriori

livelli di accertamento della qualità del processo

formativo posto in essere (dal punto di vista dichi ne usufruisce):

le reazioni, come si sono sentiti, trovati, comehanno reagito i partecipanti alle attività pro-poste? Per rispondere al quesito occorre de-finire la misura del grado di (in)soddisfazionedei partecipanti a un evento formativo; di so-lito vengono usati questionari che verificano

ilMaestro luglio-settembre 2016 numeri 7-910

il grado di estrinsecazione di atteggiamenti,emozioni o tratti psicologici che i parteci-panti riconoscono di aver provato nel corsodelle attività;gli apprendimenti, vale a dire che cosa hannoimparato i partecipanti? In tempi di testing dif-fuso è facile pensare a strumenti di verifica as-similabili a quelli che le agenzie di valutazioneesterna degli apprendimenti degli alunni(PISA, INVALSI, OCSE,…) utilizzano per con-trollare l’acquisizione delle competenze at-tese e insegnate (?!!!), ma è altrettanto ovviofar riferimento, per esempio alle “relazioni”richieste agli insegnanti di nuova nomina altermine dell’anno di prova, oppure ai colloquidi orientamento che vengono effettuati al ter-mine di percorsi di formazione ai vari tipi dicounseling, oppure, ancora più semplice-mente, alla spiegazione, mediante saggiobreve, di uno o più dei concetti che sono statiapprofonditi nel corso di un’attività formativa;le ricadute sul lavoro: se le attività formativehanno l’obiettivo di promuove innovazioni nellescuole (nuovi modelli didattici, nuovi strumentitecnologici, nuove tecniche di gestione dellaclasse,…) è evidente che l’unico modo per va-lutare l’efficacia del percorso formativo pro-posto è quello di andare a vedere se nellapratica di lavoro dei partecipanti le nuove tec-niche, gli strumenti e le modalità propostevengono sperimentate e messe alla prova du-rante l’espletamento quotidiano dell’attività diinsegnamento. Questo implica che il dirigentescolastico si attivi per svolgere le verifiche ri-chieste da una certificazione di questa na-tura. Una verifica e una certificazione di talfatta può avvenire anche utilizzando uno stru-mento che è stato previsto anche per l’ultimoconcorso a cattedre: la simulazione (in quelcaso di una lezione, ma può riferirsi a tutte leproposte di innovazione che si vogliono inse-rire nelle pratiche scolastiche).

Di tutto ciò non vi è cenno nei documentiministeriali, però si parla addirittura di “rico-noscimento della partecipazione alla forma-zione, alla ricerca didattica e alla documenta-zione di buone pratiche, come criteri pervalorizzare e incentivare la professionalità do-cente” (punto f della Premessa della Circolaredel 15 settembre).

Che cosa vuol dire: che ogni insegnante rac-coglierà in una cartella-portfolio le “partecipa-zioni” e le “documentazioni” o sarà l’Ufficio dellaSegreteria a fare ciò? E quale sarà il peso di que-sta cartella-portfolio nella stesura della gradua-toria di merito interna per la distribuzione degliincentivi? E cosa succederà a chi ha avuto unavalutazione negativa o, addirittura, non ha par-tecipato ad alcuna attività formativa?

La definizione di standard formativi rappre-senta la condizione per tentare di fissare unaqualche forma di “riconoscimento della parte-cipazione” (certificazione).

Proviamo a immaginare un insegnante cheha forti interessi culturali per la salvaguardiadell’ambiente e della natura, per questo par-tecipa a conferenze, a kermesse, a giornatededicate alla sensibilizzazione al tema, legge,studia, si documenta intorno alle questioniecologiche e ambientaliste: non si sta forse ag-giornando? Non sta forse assolvendo al suodovere (obbligo) di formazione in serviziostante che egli è tenuto a insegnare ai suoialunni il rispetto per la natura e le buone abi-tudini civiche di rispetto e tutela dell’ambiente?Come potrà veder riconosciute alcune delleazioni che ha compiuto (magari ha fatto daguida ad alcuni turisti che volevano visitare ilcastello medievale semi-diroccato e apertosolo in quella circostanza dal FAI).

Non solo, ma se ci si mette dal punto di vistadelle agenzie di formazione, senza la defini-zione di alcuni criteri imprescindibili (la durata,il tipo di attività, la certificazione che può essererilasciata, i costi), come potranno orientare lapropria offerta e/o contrattare con le scuole (oreti) determinate modalità di lavoro formativo?Una cosa è, infatti, offrire un master, altra uncorso di specializzazione, altro ancora un se-minario e altro ancora un viaggio di studio,…

Come si vede, questa lunga cavalcata at-traverso i temi della formazione in servizio de-gli insegnanti (ma vale anche per i dirigenti, pergli impiegati amministrativi e per il personaleausiliario) ha messo in evidenza più le do-mande che le risposte; tuttavia, sono convintoche se si riesce a porsi delle domande argutee intelligenti, in esse è facile trovare almenometà delle risposte che si vanno cercando.Spero, in questo senso, di aver dato un con-tributo utile.

inserto

ilMaestro luglio-settembre 2016 numeri 7-9 11

professionalità

C ome in tante regioni eprovince italiane, anchead Arezzo, l’AIMC ha or-

ganizzato un corso di preparazionealla prova scritta del concorso discuola primaria e infanzia 2016.

La proposta è stata ben accol-ta dai docenti aretini che si sonopresentati numerosi, inizialmentesorpresi e sbigottiti da quanto an-davamo loro chiedendo ed esi-gendo: fine settimana intensi,riempiti da ore e ore di lezione acui si doveva essere sempre pre-senti (altrimenti ne andava dellapreparazione!) e durante i quali sidoveva ascoltare attentamenteper imparare; nessuna distrazionedurante gli interventi per nonavere troppo lavoro da fare a casa;silenzio durante il commentodelle slide per capire al volo; ma-teriali di studio sempre sotto ma-no per sottolineare, appuntare,evidenziare; studio attento e co-stante di tutto il materiale pre-sente in piattaforma!

Nei primi tempi lo sbigotti-mento e lo sconcerto erano pal-pabili tra le corsiste! Poi, gradual-mente, si sono lasciate coinvolge-re dalla didattica, travolgere dallapedagogia, sconvolgere dalla psi-cologia, trascinare dall’entusia-smo dei docenti che erano lì perloro, ciascuno per offrire un con-tributo di competenza, di espe-rienza professionale e personale!E loro, di conseguenza, non han-no potuto essere da meno! Tuttesi impegnavano, studiavano, scri-vevano, riscrivevano, si esercita-vano a scrivere veloci perché sa-

pevano che il tempo era un ne-mico da abbattere.

Dopo alcuni mesi di intensolavoro è arrivata la comunicazio-ne del giorno e del luogo dellaprova. Fino a quel momento ave-vano sofferto insieme, studiatoinsieme! Ora erano tutte sparpa-gliate in luoghi diversi: chi lonta-no, tanto da dover partire il gior-no prima con famiglia al seguito,chi un po’ più vicino, nessunanella propria scuola.

Finalmente il giorno della fati-dica prova! Tante facce nuove,computer più o meno funzionan-ti! Otto quesiti, di cui due in in-glese, in 150 minuti! Non c’eratempo da perdere! Ciascuna si èconcentrata sui quesiti che le sipresentavano sullo schermo sa-pendo che aveva 17 minuti perognuno! Troppo poco per pensa-re, scrivere, rileggere! Non erapossibile neppure alzare la testa!

Il tempo passa veloce! Tuttehanno qualcosa da scrivere!

La tensione è sempre alta, mala forma in cui sono posti i quesi-ti è molto simile a quella del cor-so, gli argomenti sono noti. Èpossibile portare in fondo la pro-va. Il cuore è ancora in tumulto,ma l’agitazione è sotto controllo.Ora l’imperativo è rispondere atutte le domande, possibilmenteanche a quelle in inglese, le piùproblematiche per la maggioran-za di loro. Quasi tutte ci riesco-no. Tanta fatica, ma anche tantasoddisfazione!

A conclusione della prova que-sti sono alcuni dei tanti com-

menti che le insegnanti hannoinviato alle docenti del corso:“Vorrei ringraziare tutte coloroche hanno contribuito alla prepa-razione per il concorso. Grazieper averci sostenuto, accompa-gnato, guidato in questo arduopercorso. Ho impara-to molte cose da voi,non solo professional-mente, ma anche per-sonalmente. Comun-que vada sono conten-ta e vi ringrazio. Sperosoprattutto di avere lafortuna, in futuro, dilavorare con personecome voi!....”.

E ancora: “Vi scri-vo perché a provascritta conclusa sentodi dovervi dei ringra-ziamenti. Se oggi horisposto alle sei domande in mo-do abbastanza sicuro, è stato cer-tamente grazie alla preparazioneche ci è stata data al corso. Finoa due mesi fa ignoravo quasicompletamente il ‘mondo-scuo-la’, non ho esperienza di inse-gnamento. Le vostre lezioni, ilvostro entusiasmo mi hanno in-stradata nel modo migliore perimpostare lo studio e, soprattut-to, mi hanno convinto che èdavvero la mia strada. Oggi inaula ho visto tante persone sper-dute davanti al “compito direaltà”, alle domande formulatein un certo modo. Io, nonostan-te la mia poca esperienza, sonostata in grado di rispondere atutte! Comunque vada, voglioringraziarvi!”.

Meraviglie dell’AIMCQuando la preparazione al concorso fa la differenza

Maria Grazia VITICCHI

La preparazioneper il concorso

a cattedra nella scuoladell’infanzia e primariaè stata per le aspirantidocenti occasione di

arricchimento non soloprofessionale, ma anche

personale. Per alcuneha rappresentato anche

momento per…rimettersi in giococon entusiasmo e,

soprattutto,competenza.

ilMaestro luglio-settembre 2016 numeri 7-912

vita aimc

Il corso di formazione estivadell’AIMC quest’anno si èsvolto dal 24 al 27 agosto e si

è tenuto a Eupilio, piccolo Co-mune della Provincia di Como inLombardia.

Ripensando a Eupilio, la primaespressione che viene in mente è:ritrovarsi. Questo verbo riflessivoha un duplice significato collega-to all’esperienza: incontrare per-sone che hanno obiettivi comuni

ai tuoi, ovvero farebuona scuola, ma cheportano bagagli espe-rienziali diversi; ritro-vare se stessi in con-centrazione e motiva-zione, allontanandosidolcemente dai profu-mi lacustri e montanidell’estate passata.

A proposito diespressioni: quest’an-no le nostre fantasti-che coordinatrici cihanno donato uno“scrigno di parole” co-sì che ciascuno di noipotesse trovare l’asso-ciazione mentale mi-

gliore per descrivere ogni singololaboratorio vissuto.

I workshop erano quattro: im-parare insegnando; imparare agen-do; imparare collaborando; impa-rare creando. Rispettivamente hoassegnato una parola a ciascuno diessi: capovolgimento; chiediti per-ché; punti di vista ed interdipen-denza positiva.

Nel gruppo “imparare inse-gnando” si è sperimentata la tecni-

ca della flipped classroom, ovveroclasse capovolta: essa è un approc-cio metodologico che ribalta iltradizionale ciclo di classe conun’ottica di alunni molto attiviche, da azioni concrete, si pongo-no domande ed utilizzano stru-menti tecnologici avendo l’inse-gnante come tutor.

Nel gruppo “imparare agendo”è stata sperimentata la tecnicadell’action learning e dell’out-door learning in cui l’agire è fun-zionale allo sviluppo del pensieroe la competenza si forma in situa-zioni reali; nel gruppo “impararecollaborando” si è riflettuto sul-l’efficacia del cooperative lear-ning: l’apprendimento cooperati-vo deve partire da compiti com-plessi che valorizzino le esperien-ze proprie ed altrui e la classe èun contesto sociale nel quale van-no costruite delle relazioni di re-ciproco sostegno.

Nel gruppo “imparare crean-do” è stata sottolineata l’efficacia

del brainstorming, una tecnicacreativa di gruppo per far emer-gere idee volte alla risoluzione diun problema, in cui è fondamen-tale valorizzare il punto di vistadi ciascuno, nel rispetto delle re-gole di convivenza civile.

I gruppi che si sono alternatinelle attività laboratoriali aveva-no ciascuno il nome di quattrolaghi brianzoli: lago di Annone,lago di Pusiano, lago Alserio e la-go Segrino.

Significativa è stata la presenzadi docenti e dirigenti motivati,provenienti da diversi ordini discuola: infanzia, primaria e se-condaria.

Il corso è stato supervisionato esupportato da Fiorino Tessaro,docente di Didattica, Pedagogiadella disabilità, Valutazione e ri-cerca educativa presso l’Univer-sità Ca’ Foscari di Venezia.

Un’esperienza di grande spes-sore e profondità.

Greta TORRESANI

Imparare a imparareL’aula come ambiente di apprendimento

Si è tenuto anchequest’anno il tradizionale

seminario nazionaledi formazione estiva.Il tema interessante,il metodo innovativo

e la location – la ridentecittadina di Eupilio

in Lombardia – hannofatto di quest’esperienzaun’occasione di crescita

professionale e,soprattutto, personalee umana. Tanti volti si

sono ritrovati, altri si sonoincontrati. Per tutti

un’esperienza di grandespessore e profondità.

Prof. Fiorino Tessaro, relatore al corso

ilMaestro luglio-settembre 2016 numeri 7-9 13

vita aimc

Inizio ringraziando le amichedi Cremona perché anchequest’anno mi hanno invitato

al seminario nazionale di forma-zione dell’AIMC e finalmente hopotuto dire il mio primo sì! Un sìconvinto, mosso dalla voglia di ri-generarmi e di ripartire come per-sona e come insegnante. Un sìdettato dal desiderio di condivi-dere con altri professionisti, gui-dati da conduttori ed esperticompetenti, un cammino di for-mazione che mettesse la “Scuola”(quella con la “S” maiuscola) alcentro del nostro soggiorno a Eu-pilio. Un sì suscitato dalla vogliadi uscire dal “piccolo mondo”della mia scuola di periferia perallargare gli orizzonti e incontrare

altre persone che, come me, quo-tidianamente aspirano a reinven-tarsi ogni anno, per crescere pro-fessionalmente e intimamente.

Sono partita piena di attese esperanze, consapevole di dover at-tivare nuove relazioni e desiderosadi gustare ogni momento di for-mazione. Non nascondo la miatimidezza iniziale, il mio stare aguardare e ascoltare chi si ritrova-va e aveva già vissuto in passatoesperienze simili.

Ma il calore umano, i momentimattutini di preghiera, i momentidi relax (con la visita alla città diComo), la cordialità di tutti han-no da subito fatto nascere un cli-ma amichevole, dal quale nessuno

era escluso. Anch’io mi sono sen-tita accolta, apprezzata per comesono e, quindi, mi sono ritrovataarricchita dentro.

Sono stati giorni di intenso la-voro, dibattito e studio che han-no risvegliato la passione per l’in-segnamento, a volte soffocata dainutili prassi burocratiche.

Gli spunti e le curiosità suscita-te dalle esperienze condotte neiquattro workshop mi hanno con-vinto ancora di più che l’AIMC èun’associazione capace di crearerete tra le persone, facendo la dif-ferenza nel panorama nazionaledella scuola!

Salutando le nuove amiche e inuovi amici non potevo che dire:“Arrivederci al prossimo anno!”.

Perché dire sì?Risvegliare la passione per l’insegnamento

Chiara BOZZETTI

ilMaestro luglio-settembre 2016 numeri 7-914

vita aimc

Pre-grafismo, pre-lettura,pre-calcolo. A questi termi-ni, ben noti alle insegnanti

di scuola dell’infanzia, si affiancauna gran quantità di proposte im-maginate per “preparare” al me-glio i bambini delle proprie sezio-ni all’ingresso nel nuovo ordine discuola: schede didattiche, esercizidi completamento grafico e anco-ra filastrocche, giochi corporei,canzoncine… ma quali tra questisono veramente validi e, soprat-tutto, quali obiettivi è utile porsiper rendere le proposte ricche evarie, evitando inutili anticipazio-nismi scolastiche?

Durante il corso di aggiorna-mento per insegnanti di scuoladell’infanzia, tenutosi nei primi

mesi dell’anno e orga-nizzato dalla SezioneAIMC di Besozzo(VA) sul tema “Dallascuola dell’infanzia al-la scuola primaria: co-struire una continuitàdidattica dalla partedel bambino”, il rela-tore Giorgio Ciccarellinei suoi interventi hafatto chiarezza sullatematica della conti-nuità fra ordini di

scuola, sottolineando la necessitàdi una ragionata e condivisa coe-renza fra le agenzie educative. Lascuola dell’infanzia deve mante-nere la propria specificità, pun-tando alla valorizzazione delleesperienze, al dialogo e all’ascol-to, evitando la sterile trappola delprecocismo.

Alla luce delle recenti normativescolastiche nazionali ed europee,ha suggerito il relatore, ha sensoaffermare che apprendere significaper il bambino odierno avventu-rarsi in una strada che lo farà sen-tire sempre più ricco. La scuola dioggi, a tal proposito, prendendodecisamente le distanze dallostampo adulto-centrico e nozioni-stico-trasmissivo, dovrebbe opera-re nella direzione dello sviluppo dicompetenze.

I traguardi per lo sviluppo dellecompetenze, cui fanno riferimen-to le Indicazioni nazionali, sugge-riscono all’insegnante piste cultu-rali e didattiche da percorrere perorganizzare attività ed esperienzeche valorizzino ed estendano cu-riosità, esplorazioni, proposte deibambini, per creare occasioni diapprendimento e favorire l’orga-nizzazione di ciò che i bambinivanno scoprendo. Partire daquanto i bambini pensano, cono-scono, immaginano è un buonmodo per favorire situazioni diascolto, ipotizzare fatti e scenari ocostruire schemi narrativi ed è al-tresì necessario quando si tratta didare forma, ordine e organizza-zione alle pre-conoscenze.

I quattro incontri formativihanno dato spazio a due campi diesperienza in particolare: I discorsie le parole e La conoscenza delmondo, che rimandano ad ap-prendimenti e competenze diret-tamente riscontrabili nell’opera dialfabetizzazione funzionale riser-vata, nella scuola primaria, all’ita-liano e nella capacità di mettere in

relazione il pensare e il fare tipicidella matematica e delle scienze.Per quel che riguarda l’ambito let-terario e, dunque, le azioni signifi-cative di pre-scrittura e la pre-let-tura che la scuola dell’infanziapuò attuare, il relatore ha messoin relazione i giochi con le parole,la lettura di immagini o simboli,l’ascolto di letture e racconti, laformulazione di ipotesi sulla lin-gua scritta a partire da immaginisignificative o da situazioni note,l’utilizzo di giochi in scatola el’impiego di canti, filastrocche epoesie che scandiscono i ritmi del-la giornata e dell’anno scolastico.

In campo scientifico-matemati-co risulta importante favorire l’os-servazione, l’esplorazione e l’inda-gine del bambino anche attraversoesperimenti e rilevazioni di feno-meni (calendario), stimolando ilconfronto continuo di idee e iprocessi di simbolizzazione e rap-presentazione grafica. Il conteg-gio, promosso in tutte le situazio-ni possibili e sostenuto anche nel-l’espressione spontanea da partedel bambino, la proposta di situa-zioni problema così come i giochiche coinvolgono i numeri (tom-bola, campana), il conteggio (na-scondino) e l’ordinalità (disporsiin fila, suddividere secondo uncriterio, classificare per colore, for-ma, dimensione) sono solo alcunedelle attività utili allo sviluppodella competenza matematica cheogni insegnante può far proprie e,adattandole alla situazione concre-ta in cui si trova a operare, deter-minare i modi e i tempi per pre-sentarle ai bambini.

Silvia IMPERIALE

Costruire pontiUna continuità dalla parte dei bambini

Parlare di continuitàè sempre attuale e giova

a chi nella scuola vivequotidianamente.

Un corso per conoscerele specificità dei diversiordini di scuola e perrafforzare i rapporti trainsegnanti è risultatooltremodo utile per

consolidare responsabilitàe autonomia personale

e professionale.

Samuel Casey CarterQuando la scuola educa12 progetti formativi di successoCittà nuova Editrice,Roma 2016, pp. 200

Ogni scuola, più o meno intenzio-nalmente, esprime una propria iden-tità, è portatrice di una cultura, diuna vision del mondo e della vita,che influiranno spesso in modo de-terminante sullo sviluppo dei ragaz-zi. Da qui nasce una domanda: cosa fa di una scuola una“buona scuola”? E quanto è importante mettere intenzional-mente la persona e la formazione del carattere degli studential centro del progetto educativo?Attraverso la presentazione di 12 scuole eccellenti, selezionatetra molte altre degli Stati Uniti d’America, il testo descrive co-me la comunità scolastica nel suo insieme, vista nella suaprofonda dinamica relazionale tra docenti-studenti-personaleamministrativo e dirigente, rappresenti la vera e principale ri-sorsa formativa. In questi ambienti dove si sperimenta unnuovo senso di sé e di reciproca appartenenza, di alta motiva-zione all’impegno e alla responsabilità e si punta alla formazio-ne dell’eccellenza morale, gli studenti raggiungono anche ec-cezionali gradi di successo scolastico. Con disarmante sempli-cità si cerca di dimostrare che, se si insegna ai ragazzi a essere“buoni”, si può anche imparare a essere “grandi”, nel sensopiù ampio e più autentico del termine, eccellenti nello studio,cittadini partecipi e onesti.

Dorina BianchiSUD. L’altra faccia della medagliaIl mezzogiorno che ce la faRubbettino Editore srl,Soveria Mannelli (CZ) 2015, pp. 126

Gli studi economici diffusi sottol’ombrellone ferragostano annuncianominacciose catastrofi sul pino econo-mico e per la ripresa del Paese se ilGoverno non realizzerà azioni imme-diate per il Mezzogiorno. Nasce daqueste considerazioni l’idea del libro, ottimista e propositivo,che racconta di quella parte di Sud d’Italia che è fortementesviluppata e che, nel silenzio generale e nella disattenzioni dimolti, ha saputo creare sviluppo, mettersi in gioco e lentamen-te creare uno spazio di mercato, in espansione, basato su eccel-lenze che forse avrebbero solo bisogno di essere meglio valoriz-zate a livello nazionale. L’ambizione è quella di fornire un con-tributo originale alle politiche di sviluppo del Mezzogiorno at-traverso interventi di detassazione, incentivazione, agevolazio-ne del territorio, istituendo aree per l’innovazione, a burocra-

zia zero, sul modello delle zone economiche speciali asiatiche.L’intero Sud del Paese andrebbe ripensato come una singolaunità europea e valorizzato nel suo insieme.

Sigrid Loos-Rita Vittori99 e + giochi cooperativiNotes Edizioni, Torino 2011,IV ristampa 2015, pp. 143

Il gioco è un aspetto della vita moltoimportante, che coinvolge la socializ-zazione, la formazione della cultura,il pensiero simbolico, la logica, la ca-pacità di fare astrazione, il rispettodelle regole, l’apprendimento di nuo-vi comportamenti. Questo libro èfrutto della lunga esperienza delle autrici nell’ambito dell’ani-mazione e della formazione ed è l’erede del fortunatissimo “99giochi cooperativi” da cui trae spunto, proponendo al lettore dioggi una rinnovata e ampliata parte teorica e un percorso digiochi più ricco, articolato e diversificato. Per ogni gioco sonoprecisati gli obiettivi, i materiali, il numero dei partecipanti,l’età, la tipologia, il luogo. Un valido e utile strumento teoricoe operativo da utilizzare a scuola, nei gruppi di animazione, infamiglia. Un libro di giochi, un libro per giocare…

Sigrid Loos-Ute HoinkisDiversamente abili?Mettiamoci in giocoGiochi e attività per personedi tutte le etàEdizioniTigulliana,Santa Margherita Ligure (GE), pp. 127

Una persona diversamente abile devefaticosamente costruirsi una propriavita ugualmente piena e gratificante, affrontando in manieradiversa tutti i meccanismi della vita quotidiana che i “normo-dotati” svolgono senza pensarci. Voglia di comunicare, curio-sità, piacere di esprimersi sono gli stessi di tutti.Il gioco può offrire buone possibilità di fare delle esperienzepiacevoli e divertenti. Come e a che cosa possiamo giocare coni disabili psicofisici o con le persone anziane colpite da malat-tie degenerative?Questo libro vuole offrire degli stimoli per le attività ludichenelle strutture che si occupano di persone disabili e per chiopera all’interno delle case di riposo e di cura, presentando gio-chi tutti sperimentati sul campo. Ogni gioco è preceduto daindicazioni utili riguardo agli obiettivi e alle abilità che i parte-cipanti devono avere come prerequisiti, oltre che corredato ditutte le informazioni utili su luogo, materiali e preparazione.In questa nuova edizione vengono proposti diversi giochi ine-diti per ogni sezione del libro.

libri

ilMaestro luglio-settembre 2016 numeri 7-9 15