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N° 2-2010 dicembre-febbraio Giornale degli studenti delle Facoltà di Farmacia Mi piace! G iunto al termine del mio mandato di presidente AI- SFA Genova, durato un anno per statuto,dalla primavera 2009 a novembre 2010, sento il dovere di ringraziare i molti soci che hanno lavorato accanto a me in questo periodo. Penso all’amica Giulia, ora presidente, che ha collabora- to instancabilmente; a Elena che ha svolto il compito di segretario con ottime capacità gestionali; a Francesca e a Carlo, che nella dif- ficoltà non hanno desistito; a Ma- nuel, amico e grafico magnifico; a Camillo che ha trasmesso al grup- po l’energia necessaria ...Se potessi nominarli tutti non farei altro che esaltare la grande attività di grup- po con la quale AISFA ha lavorato e lavora, un associazionismo, un movimento di esperienze, di idee, e una ampiezza di riferimenti e di contatti che di AISFA disegnano il profilo e ne costituiscono l’essenza. Fin dalla sua fondazione la nostra Associazione si è proposta di ac- crescere qualità professionali degli studenti di Farmacia, attraverso la realizzazione di attività e servi- ADOZIONE DI UN CODICE ETICO Al momento non ci sono regole per garantire trasparenza nelle assunzioni e nell’amministrazione. Con la rifor- ma viene previsto il varo di un codi- ce etico per evitare incompatibilità e conflitti di interessi legati a parentele. Alle università che assumeranno o gestiranno le risorse in maniera non trasparente verranno ridimensionati i finanziamenti ministeriali. PARENTOPOLI - Divieto di chiamata, da parte delle università, per docenti che abbiano un grado di parentela “fino al quarto grado compreso con un professore appartenente al diparti- mento o struttura che effettua la chia- mata ovvero con il rettore, il direttore generale o un consigliere di ammini- strazione dell’ateneo” TETTO AI RETTORI - Un rettore po- trà rimanere in carica un solo manda- to, per un massimo di sei anni, inclusi quelli già trascorsi prima della rifor- Riforma Gelmini P erchè ognuno di noi possa farsi un’idea su quello che sta acca- dendo... Perchè il mare in cui tutto sta cambiando è quello in cui ci tro- viamo a navigare ...Perchè ognuno possa maturare la propria opinione, e non venga accusato di non cono- scere... Il 30/11/2010 è stata approvata alla Camera dei Deputati la “riforma Gelmini”, con 307 sì, 252 no e 7 astenuti. Riportiamo qui di seguito i principali punti. ...continua a pag.4 [email protected] aisfa.wordpress.com Giornale degli studenti delle Facoltà di Farmacia

Mercurio - Dicembre 2009 / Febbraio 2010

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Page 1: Mercurio - Dicembre 2009 / Febbraio 2010

N° 2-2010 dicembre-febbraioGiornale degli studenti delle Facoltà di Farmacia

Mi piace!Giunto al termine del mio

mandato di presidente AI-SFA Genova, durato un anno per statuto,dalla primavera 2009 a novembre 2010, sento il dovere di ringraziare i molti soci che hanno lavorato accanto a me in questo periodo. Penso all’amica Giulia, ora presidente, che ha collabora-to instancabilmente; a Elena che ha svolto il compito di segretario con ottime capacità gestionali; a Francesca e a Carlo, che nella dif-ficoltà non hanno desistito; a Ma-nuel, amico e grafico magnifico; a

Camillo che ha trasmesso al grup-po l’energia necessaria ...Se potessi nominarli tutti non farei altro che esaltare la grande attività di grup-po con la quale AISFA ha lavorato e lavora, un associazionismo, un movimento di esperienze, di idee, e una ampiezza di riferimenti e di contatti che di AISFA disegnano il profilo e ne costituiscono l’essenza.Fin dalla sua fondazione la nostra Associazione si è proposta di ac-crescere qualità professionali degli studenti di Farmacia, attraverso la realizzazione di attività e servi-

ADOZIONE DI UN CODICE ETICO Al momento non ci sono regole per garantire trasparenza nelle assunzioni e nell’amministrazione. Con la rifor-ma viene previsto il varo di un codi-ce etico per evitare incompatibilità e conflitti di interessi legati a parentele. Alle università che assumeranno o gestiranno le risorse in maniera non trasparente verranno ridimensionati i finanziamenti ministeriali.PARENTOPOLI - Divieto di chiamata, da parte delle università, per docenti che abbiano un grado di parentela “fino al quarto grado compreso con un professore appartenente al diparti-mento o struttura che effettua la chia-mata ovvero con il rettore, il direttore generale o un consigliere di ammini-strazione dell’ateneo”TETTO AI RETTORI - Un rettore po-trà rimanere in carica un solo manda-to, per un massimo di sei anni, inclusi quelli già trascorsi prima della rifor-

Riforma Gelmini

Perchè ognuno di noi possa farsi un’idea su quello che sta acca-

dendo... Perchè il mare in cui tutto sta cambiando è quello in cui ci tro-viamo a navigare ...Perchè ognuno possa maturare la propria opinione, e non venga accusato di non cono-scere...Il 30/11/2010 è stata approvata alla Camera dei Deputati la “riforma Gelmini”, con 307 sì, 252 no e 7 astenuti. Riportiamo qui di seguito i principali punti.

...continua a pag.4

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Giornale degli studenti delle Facoltà di Farmacia

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Mercuriodicembre - febbraio2

LA REDAZIONE

Elena GalliaLorenzo MancaManuel Stroppa

A QUESTO NUMERO HANNO PARTECIPATO:

Giulia BorroniElana BottazziAlice Caponi Paolo CorteCarlo GrisoliaVeronica IbbaVeronica Luzzi Rosanna PalumboElena PozzoMatteo RosagniChiara TardivelliLuigi Valentino

Stampa Erga Via Biga 52 r - genova

[email protected]

Giornale degli studenti delle

Facoltà di Farmacia

Università

Con il contributo

Associazione Italiana Studenti di Farmacia

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Università degli Studi di Genova

zi. Per questo non v’è nulla di retorico nell’affermare che i risultati che AISFA ha ottenuto in Italia e a Genova sono i successi di molti associati.È stato un anno intenso per la nostra Associazione, in primis la sua nascita.Fondata, ha preso sede presso l’istitu-to della Facoltà di Farmacia di Geno-va che si merita un affettuoso e dovuto grazie per la sua generosa ospitalità.L’evento a sorpresa che ha fatto sor-gere interesse per la fondazione di AI-SFA è stato un congresso in Francia dell’EPSA (European Pharmaceutical Students’ Association). La scoperta che l’Italia fosse l’unica nazione a non es-sere rappresentata nel “Parlamento di Studenti di farmacia Europei” ha susci-tato in noi un fremito di orgoglio che, al ritorno, ci ha spinto ad attivare una realtà italiana che ci ha impegnato con entusiamo.Propio da queste piccole premesse ...il primo evento che ha davvero sancito la nascita e l’affermazione di AISFA anche davanti alle istituzioni, è stato l’Epsa AutumnAssembly ‘09, congres-so europeo, voluto da noi in Italia per la prima volta, e organizzato a Genova,

capace di mostrare a noi stessi e ai no-stri colleghi europei, le nostre capacità e il nostro desiderio di volere di più. Lo scorso maggio, a Cosmofarma, a Roma, AISFA ha confermato la sua di-mensione nazionale e con un suo stand ha potuto presentarsi al mondo ope-rativo della Farmacia Italia e ai molti studenti venuti da tutte le regioni.L’ultima importante tappa che vo-glio segnalare, dello scorso ottobre, è l’entrata di AISFA come “Ordinary Member” in EPSA con riconoscimen-to ufficiale del nostro diritto di voto decisionale nelle mozioni e progetti a carattere europeo degli studenti di Farmacia. Il mio mandato continua con l’impegno di presidente nazionale e un’ambizione: far crescere il numero di studenti iscritti e aprire altre sotto-commissioni di sede, oltre a quelle già avviate, come Catania e Salerno.L’Associazione vuole essere italiana perchè vuole rappresentare tutti gli studenti di Farmacia di tutti gli atenei d’Italia e vuole riunire differenti ener-gie nel raggiungimento degli obiettivi condivisi che ci appassionano.Credo fermamente che la nostra asso-ciazione ha di fronte molte sfide ancora da affrontare e opportunità da coglie-re. Ho l’onore di lasciare una eredità fa-volosa, non per quello che è stato fatto , ma per quello che resta da fare.Con l’augurio di proseguire con pas-sione ed energia saluto tutti.

Lorenzo MancaPresidente AiSfA

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Mercurio dicembre - febbraio 3

Elezioni AISFA GENOvA

Mercoledì 17 Novembre, presso l’aula A del Di-partimento di Scienze Farmaceutiche di Geno-

va, si sono svolte le elezioni dell’Esecutivo AISFA per l’anno 2010/2011.Prima di passare alle votazioni, l’Esecutivo uscente ha presentato le attività svolte durante il 2010. Tra queste spiccano l’organizzazione dell’EPSA Autumn Assem-bly 2009 a Genova, la partecipazione di alcuni delegati all’EPSA Annual Congress 2009 a Reims e all’EPSA Au-tumn Assembly 2010 a Helsinki, la presenza con stand a Cosmofarma 2010 a Roma e la “Notte Bianca Tra Le Sostanze Bioattive” con la supervisione della Professo-ressa Angela Bisio, la quale, presente all’Assemblea, ha gentilmente esposto come si è svolto l’evento. Il Preside di Facoltà Alessandro Balbi è intervenuto in apertura ed ha espresso sostegno e approvazione all’operato dell’intero gruppo coordinato dal Presiden-te Lorenzo Manca. Si è passati quindi alle votazioni, durante le quali gli Associati hanno decretato l’elezio-ne di un esecutivo composto da nove elementi. Due i membri già presentatisi nel 2010: Giulia Borroni (Far-macia) che andrà a ricoprire la carica di Presidente e Francesca Stasi (Farmacia) che manterrà la precedente mansione di Tesoriere. Sette invece i nuovi arrivati: An-drea Quondamatteo (Farmacia) che sarà Vicepresiden-te, Alice Caponi (CTF) e Silvia Rum (CTF) nei ruoli di Segretarie, Matteo Rosagni (Farmacia) come Addetto Stampa, Federica Santi (CTF) e Flavio Fanelli (Far-macia) che si occuperanno delle Pubbliche Relazioni, Sami Goubaa (Farmacia) che vestirà i panni dell’Offi-cial Delegate. Resterà come Past President, con poteri consultivi, Lorenzo Manca.Il nuovo team appare eterogeneo nei generi e nei corsi frequentati, motivato e carico di idee, alcune della quali già poste in cantiere. I primi passi saranno sulla strada intrapresa dal precedente esecutivo, sperando di dare nuovi contributi raggiungendo stimolanti obiettivi. Per riuscire in questo intento, oltre all’impegno di tutti i membri, è necessaria l’attiva partecipazione di ciascu-na studentessa e ciascun studente di Farmacia e CTF, partecipazione, ricordiamo, essere attuabile tramite nuovi tesseramenti o rinnovi delle precedenti iscrizioni (operazioni che possono essere effettuate dal 29 No-vembre) e, sopratutto, attraverso idee, consigli, pro-poste, desideri, critiche costruttive e sogni che ognuno vorrà condividere con l’Associazione. Giulia, Andrea, Francesca, Silvia, Alice, Matteo, Federica, Flavio e Sami aspettano tutti nell’aula AISFA al piano terra del Polo Alberti e, ovviamente, in giro per le sedi di Sturla e San Martino!

Matteo Rosagni ([email protected])Addetto Stampa AiSfA Genova

Università

LA PAROLA DEL NUOvO PRESIDENTE

Sono Giulia Borroni, attuale Presidente e Vicepresidente uscente di AISFA Genova, in questo breve spazio espor-rò la mia esperienza in questa realtà associativa.AISFA è un’Associazione che mi ha regalato ed insegna-to tanto, a partire dal significato di “Associazionismo”: al giorno d’oggi, nel mondo del lavoro, è fondamentale svi-luppare le capacità di saper lavorare e cooperare all’in-terno di una squadra, rispettando i progetti e le esigenze di ogni singolo, e di riuscire a superare ed affrontare mal-contenti ed incomprensioni. Ho compreso come i pregi di uno siano la forza dell’altro e che la buona riuscita di un singolo tassello, valga come spinta per il completamento dell’intero puzzle. Questa realtà mi ha permesso di inte-ragire maggiormente con i Nostri Docenti, di migliorare certi miei aspetti caratteriali e a far emergere doti che non pensavo nemmeno di possedere potendo quindi prendere consapevolezza del fatto che, come i latini solevano dire: homo faber fortunae suae, cioè che ognuno di noi ha gli strumenti per poter costruire il proprio futuro, in questo caso specifico quello lavorativo. Con AISFA ho parteci-pato a Congressi Nazionali ed Internazionali, sono stata al Parlamento Europeo di Bruxelles insieme all’attuale Past President, e, ho capito, quanto questa realtà che è la Farmacia sia stimolante e ricca di possibilità.“AISFA siamo NOI”, abbiamo questa opportunità, sfrut-tiamola, acquisiamo tutto ciò che possa servire per noi stessi e per portarci a diventare quegli uomini e donne che vogliamo essere. Vi comunico che presto sarà indetta un’Assemblea Generale dove saranno esposti i prossimi eventi ed attività, sperando in una vostra calorosa e co-spicua partecipazione e collaborazione.E ricordatevi: IL FUTURO CI INTERESSA, PERCHÈ È Lì CHE VOGLIAMO TRASCORRERE I PROSSIMI ANNI!!

Giulia Borroni ([email protected])Presidente AiSfA Genova

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Mercuriodicembre - febbraio4

ma. Allo stato attuale ogni università decide il numero dei mandati possibile. ORGANI ACCADEMICI - La riforma in-troduce una distinzione netta di funzioni tra Senato e consiglio d’amministrazio-ne. Il Senato avanzerà proposte di carat-tere scientifico ma sarà il cda, cui è affi-dato anche compito di programmazione, ad avere la responsabilità chiara delle as-sunzioni e delle spese, anche delle sedi di-staccate. Il consiglio di amministrazione non sarà elettivo, avrà il 40 per cento di membri esterni e il presidente potrà essere un esterno. Al posto del direttore ammi-nistrativo verrà istituita la figura del di-rettore generale, che si configurerà come un vero e proprio manager dell’ateneo. VALUTAZIONE - Molti nuclei di valuta-zione sono oggi in maggioranza compo-sti da docenti interni. Con la riforma do-vranno avere una maggiore presenza di membri esterni per garantire una valutazione oggettiva e imparziale. Prevista anche la valutazione dei professori da parte degli studenti, determinante per l’attribuzione dei fondi del Miur agli atenei. FUSIONI - Agli atenei sarà dato modo di fondersi tra loro o aggregarsi su base federativa per evitare duplicazioni e abbattere costi inutili a favore della qualità della didattica e della ricerca.DIDATTICA - Attualmente ogni professore è oggi rigida-mente inserito in settori scientifico-disciplinari spesso mol-to piccoli, anche con solo 2 o 3 docenti. In futuro saranno ridotti per evitare che si formino micro-settori, passando dagli attuali 370 alla metà, con una consistenza minima di 50 ordinari ciascuno.RIORGANIZZAZIONE INTERNA - Per evitare la moltipli-cazione di facoltà, ogni ateneo potrà averne al massimo 12 per ateneo.CONCORSI - Il ddl introduce l’abilitazione nazionale come condizione per l’accesso all’associazione e all’ordinariato. L’abilitazione è attribuita da una commissione nazionale sulla base di specifici parametri di qualità. I posti saranno poi attribuiti a seguito di procedure pubbliche di selezio-ne bandite dalle singole università, cui potranno accedere solo gli abilitati.COMMISSIONI - Le commissioni di abilitazione nazionale saranno composte di autorevoli con membri italiani e, per la prima volta, anche stranieri; avranno cadenza regolare annuale dell’abilitazione a professore, in modo da evitare lunghe attese e incertezze; attribuzione dell’abilitazione, a numero aperto, sulla base di criteri di qualità stabiliti con decreto ministeriale, sulla base di pareri dell’Anvur e del Cun.

RECLUTAMENTO DOCENTI - Distinzione tra recluta-mento e progressione di carriera, con l’intenzione di porre fine ai “finti” concorsi banditi per promuovere un interno; entro una quota prefissata (1/3), i migliori docenti interni all’ateneo che conseguono la necessaria abilitazione na-zionale al ruolo superiore potranno essere promossi con meccanismi chiari e meritocratici; messa a bando pubblico per la selezione esterna di 2/3 delle posizioni di ordinario e associato per ricreare una vera mobilità tra sedi, oggi quasi azzerata; procedure semplificate per i docenti di università straniere che vogliono partecipare alle selezioni per posti in Italia. ACCESSO PER I GIOVANI STUDIOSI - Revisione e sem-plificazione della struttura stipendiale del personale acca-demico per eliminare le penalizzazioni a danno dei docenti più giovani; revisione degli assegni di ricerca per introdur-re maggiori tutele, con aumento degli importi; abolizio-ne delle borse post-dottorali, sottopagate e senza diritti; nuova normativa sulla docenza a contratto, con abolizione della possibilità di docenza gratuita se non per figure pro-fessionali di alto livello RICERCATORI - Riforma del reclutamento, con l’introdu-zione di un sistema di tenure-track: contratti a tempo de-terminato di sei anni (3+3). Al termine dei sei anni se il ri-cercatore sarà ritenuto valido dall’ateneo sarà confermato a tempo indeterminato come associato. In caso contrario, per evitare il fenomeno dei “ricercatori a vita”, terminerà il rapporto con l’università ma il ricercatore maturerà ti-toli utili per i concorsi pubblici. Inoltre, il provvedimento abbassa l’età in cui si entra di ruolo in università, da 36 a 30 anni, con uno stipendio che passa da 1300 euro a 2100.

segue dalla copertina

Riforma GelminiUniversità

...segue a pag. 20

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Mercurio dicembre - febbraio 5Università

I concorsi per l’assegnazione delle sedi farma-ceutiche sono, da sempre, una sorta di enigma

difficile da risolvere. La farmacia si sa, o si pos-siede di famiglia o si acquista a caro prezzo op-pure rimane un sogno difficile da realizzare. Ep-pure i concorsi farmaceutici esistono e, in teoria, dovrebbero servire per dare la possibilità anche a giovani farmacisti di gestire una propria attivi-tà, purtroppo la situazione italiana non è questa, poiché si è ormai creato un meccanismo comples-so e lento. Le cause di queste lungaggini burocra-tiche sono diverse e possono portare un ritardo nell’assegnazione della sede di molti anni. Una volta pubblicato il bando di concorso la prima fase prevede la verifica della regolarità formale delle domande pervenute; poi è fissata la data del-la prova scritta, chi raggiunge il risultato minimo passa alla fase successiva ossia la valutazione dei titoli. Ed è qui che nascono i primi problemi, poi-ché il numero dei punti destinati ai titoli è molto alto rispetto a quanti ne sono assegnati ai risulta-ti dell’esame; inoltre, i titoli di studio o di carriera danno un punteggio nettamente minore rispetto a quelli assegnati a titoli relativi all’esercizio pro-fessionale. Da ciò si evince che un giovane farma-cista è sensibilmente sfavorito rispetto ad un far-macista con molti anni di esperienza e spesso già titolare di farmacia. Dopo questa prima fase si passa all’assegnazione. Accettare una farmacia, però, non significa automaticamente aprirla: se il farmacista non apre ma neanche rinuncia, la sede rimane “congelata” e ciò allunga i tempi in modo esorbitante, a ciò si aggiungono problemi a causa di rinunce, ricorsi e difficoltà nel reperimento dei locali idonei. Se si rivedesse il sistema di assegnazione dei pun-ti, forse qualcosa cambierebbe o almeno si per-metterebbe di offrire maggiore opportunità ai giovani. Personalmente mi auguro che gli organi di categoria provvedano a una revisione di tale meccanismo per renderlo più rapido burocratica-mente e accessibile ai giovani laureati nella spe-ranza che il l’aspirazione di gestire una propria farmacia non rimanga solo un “sogno”.

Luigi Valentino

Un sogno chiamato “Farmacia”

La strada è presa e seppur apparentemente di modesto rilievo, l’obbligo di utilizzo di materiali biodegradabili per la realizzazio-

ne dei sacchetti a partire dal 2011, segna un passo importante nella legislazione italiana nella direzione di un ascolto particolare da parte delle istituzioni alle richieste della popolazione, soprattutto giova-ne. Il bisogno di vivere in un mondo più pulito e meno caotico si fa sempre più intenso al punto che la federazione delle associazioni dei giovani farmacisti ha deciso di concludere questo triennio con un congresso a genova a fine marzo 2011 intitolato: Fenagifar è verde il ruolo del farmacista nella promozione della salute, del benessere e del rispetto dell’ambiente quale migliore prevenzione. Siamo convinti che il sistema di vita attuale, seppur con tutti i suoi vantaggi e le mera-viglie della tecnologia, la chimica in primis, debba essere discusso e rivisto nelle sue fondamenta, partendo dal modo in cui mangiamo fino al modo in cui trascorriamo il nostro tempo libero. La qualità della vita è anche indice di salute di una nazione, della popolazione e di riflesso diretto del sistema sanitario che ne assorbe in grandissima parte i costi generati: costi che potrebbero invece trasformarsi in in-vestimenti volti proprio a quella prevenzione di cui abbiamo bisogno e che vorremmo venisse realizzata in modo coerente su tutto il terri-torio nazionale con la partecipazione di tutti i protagonisti, primo fra tutti lo stato. È mia opinione che le ammirevoli iniziative dei singoli, o delle singole associazioni, portino ad un dispendio di energie supe-riore al risultato prodotto e rischino, talvolta, di generare addirittura confusione, mentre dovrebbe accadere il contrario ed è per questo che ritengo che uno sforzo comune, controllato, stimolato e appro-vato dallo stato e dagli organi istituzionali sia ormai necessario. La federazione dei giovani farmacisti, ancora una volta, si mette a di-sposizione e si propone di essere da stimolo per chi, più importante di noi, ha la possibilità di realizzare questo sogno a cui non vorremmo dover rinunciare. È il nostro auspicio e augurio natalizio.

Dott. Paolo Corte Presidente fENAGifAR

Fenagifar è verdeVIII Congresso Fenagifar 2011

26 e 27 Marzo 2011 - Genova - Villa lo Zerbino

Aspettando il Congresso Nazionale AISFAche si terrà a Bologna durante COSMOFARMA

partecipa al Primo meeting AISFA dal 25 al 27 marzo a Genova

scrivi a: [email protected]

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Mercuriodicembre - febbraio6

1) Da nord a sud la protesta universitaria si infiamma: il Colosseo, la torre di Pisa, la Mole Antonelliana, la protesta sale sui monumenti. È tornato il ’68? Qual è la situazione nel nostro ateneo?Non è tornato il ’68. Questa protesta è sia contro il disegno di legge Gelmini sia contro una serie di provvedimenti go-vernativi che mettono a nostro giudizio in seria difficoltà la sopravvivenza dell’università pubblica così come è adesso. 2) Perché il decreto Gelmini è secondo voi inaccettabile?Pur essendo consapevoli della necessità di una riforma uni-versitaria, riteniamo che ci siano punti   critici per l’univer-sità pubblica. La protesta è iniziata due anni fa, quando il governo, con la legge n. 133 ha ridotto grossi  finanziamenti alle università.In questa sede vogliamo ribadire che il 40% della didattica negli atenei di Italia è svolta dai Ricercatori SU BASE VO-LONTARIA E A TITOLO GRATUITO.La riforma prevede l’abolizione del ruolo per il ricercatore a tempo indeterminato che dovrebbe essere sostituito dal ri-cercatore a tempo determinato, il quale, attraverso un’ abili-tazione nazionale , potrà diventare professore associato. E’ pura follia! Infatti non è possibile dire ad una fascia docente che per tutti questi anni ,vuoi  per amore di ricerca , per am-bizione, per spiccato senso del dovere, che lo sforzo econo-mico dovrà indirizzarsi ai nuovi ricercatori. Qualche modifica è stata ottenuta ma è solo un contentino e riguarda la possibilità per i ricercatori a tempo indetermi-nato di sostenere un concorso per prof. associato. L’emen-damento prevede questa possibilità solo per 4500 ricercatori su 25.000.Il livello della protesta si è alzato quando la legge è passata alla camera, con altri problemi: per noi tale riforma lede for-temente il diritto allo studio. Si fa il “gioco delle tre carte” perché se è vero che sono messi  a disposizione 100 milioni per borse di studio a studenti meritevoli ma con scarsa  capa-cità reddituale, d’altra parte si sono già sottratti 200 milioni In Italia le spese per la ricerca nella università ammontano a  circa lo 0.7% del PIL, pari a 2-3 volte in meno rispetto agli altri Paesi Europei. La legge n.133 riduce moltissimo i già flebili finanziamenti. Il fondo di finanziamento ordinario  FFO prevedeva  per il 2011 fondi per 1miliardo e 300 milioni. Quindi quando il mi-nistro afferma che il finanziamento all’università è pari ad un miliardo, di fatto ha già tolto 300 milioni. Se si consi-dera che questi finanziamenti dovranno servire a retribuire gli stipendi, si intuisce agevolmente che saranno ridotte le borse per i dottorati e gli assegni di ricerca con conseguente diminuzione della possibilità di fare attività di ricerca. L’uni-

versità di Salerno, con i  fondi FARB, è  una delle poche che è in grado di garantire la ricerca, ma se in futuro dovessero essere tagliati tali fondi, verremo messi pesantemente in diffi-coltà. Molti gruppi potrebbero non esser in grado di formare giovani laureandi nei percorsi di tesi sperimentale che neces-sitano di finanziamenti.In conclusione ci saranno riduzione dei finanziamenti, inde-bolimento del diritto allo studio, diminuzione della capacità di fare ricerca da parte dell’università ed annientamento di una intera generazione di giovani ricercatori precari.

3) Il ministro ha affermato:” l’aspetto più anomalo della protesta è il legame fra studenti e “baroni” dell’universi-tà”. Voi che cosa rispondete? Non ci sono né baroni in piazza, né professori associati. Francamente ci sembra una sciocchezza. Non ci risulta. Il fatto stesso che la protesta è mossa da ricercatori strutturali che precari, indica che i baroni non sono coinvolti. Inoltre i ricercatori riunitisi in coordinamento sotto il nome de “La rete  29 aprile” (presente lunedì 29  novembre in prima serata

Intervista al professor Petrella Antonello Portavoce del gruppo dei ricercatori

della Facoltà di Farmacia di Salerno

Università

Manifestino affisso sulla porta di ciascun ricercatore

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Mercurio dicembre - febbraio 7

al programma “Vieni via con me”) hanno fatto proposte a livello governativo, per es. hanno proposto il ruolo unico di docenza, dove tutti sono docenti con più fasce di livello e dove per salire di fascia si considerano i titoli posseduti e non si sostengono i “soliti” concorsi. 4) Il governo è stato battuto sull’emendamento Granata di Fu-turo e Libertà . E’ segno che la riforma non passerà? Non possiamo dirlo perché gli emendamenti sono presenta-ti da forze minoritarie, la discussione della riforma Gelmini sta avvenendo in un momento di forte crisi per il governo e potrebbe anche essere il segnale di forte insofferenza che i  fi-niani stanno lanciando a Berlusconi. Noi vogliamo che la ri-forma venga ripensata soprattutto nelle parti che riguardano la “governanCe” perché l’entrata dei privati nella gestione della università  potrebbe condizionare pesantemente sia la didattica sia la ricerca.

5)Gli atenei del mezzogiorno rispetto a quelli del nord sarebbero più penalizzati dalla riforma e perché? Verrà danneggiato tutto il sistema universitario ed in parti-colare quelle del mezzogiorno che presentano una situazione territoriale particolare e limitata rispetto a quella del nord ovest. E poi quali privati entrerebbero nelle università del mezzogiorno, con quali intenti e quali obiettivi.6) Il coordinamento degli studenti e dei ricercatori ha annun-ciato per i prossimi giorni forme di protesta a sorpresa. Qual-che idea a riguardo?Siamo stati i primi a livello temporale a protestare: un grup-po di professori ricercatori ed anche alcuni prof associati, classe che ora inizia a considerare il fatto che tale riforma possa penalizzare anche loro (quali il prof. Libero Sesti Os-seo e la prof.ssa Antonella Leone) sono saliti sul tetto del ret-torato e poi la protesta si è spostata sul tetto della facoltà di lettere. Siamo contenti perché l’impatto mediatico per l’ate-neo salernitano è stato notevole e non ci fermeremo. Sono in preparazione altre forme di protesta nei luoghi storici ed

altre iniziative presso l’ateneo con gli studenti.

7) E per finire , quali sono i problemi della facoltà di Farmacia ed in partico-lare dei ricercatori vi lavorano?I problemi sono molto simili a quelli dei ricercatori di tutta Italia.E’ stata portata avanti una battaglia di legalità e di dignità professionale. Non si capi-sce perché i docenti più giovani e quin-di più motivati debbano accettare una riforma lesiva della propria dignità.La protesta dei ricercatori nasce per l’indisponibilità a tenere i carichi di-dattici. Stiamo facendo attività di supporto ai professori associati ed or-dinari ma non teniamo corsi frontali. Ci muoviamo in conformità alla nor-

mativa vigente Nella facoltà di farmacia è nato un coordinamento di tutti e 32 i ricercatori che frequentemente si incontrano e dibatto-no della protesta ma anche delle modalità di organizzazione interna alla facoltà. Ci riteniamo docenti a tutti gli effetti , quindi ci riuniamo per coordinare competenze e capacità che crediamo utili all’organizzazione della facoltà di Farmacia.

8) Per quanto concerne il controllo sulla  attività di ricerca e sulla didattica nell’ università?Noi chiediamo di essere valutati: parole come valutazione e merito non ci spaventano. Anche la razionalizzazione della spesa non ci preoccupa e ci sembra giusta ma già da anni ci muoviamo nella direzione di riduzione dei finanziamenti rispetto agli altri Paesi. Sono stati fatti già gli accorpamenti dei dipartimenti , la riduzione dei corsi di laurea, etc…La domanda sorge spontanea: ma a questo Paese interessa davvero l’alta formazione o no?.Come ha detto qualche ministro che “con la cultura non si mangia”, si pensa di investire in altre cose .Il taglio  orizzon-tale su tutto ciò che è cultura a nostro avviso è un delitto. Il futuro di un Paese si misura sulla capacità di investire in conoscenza, noi crediamo che la visione di questo Governo in tal senso sia miope, approssimativa. In un Paese già non competitivo rispetto a molti altri Paesi Europei, Asiatici e Sud Americani ormai porterà al suicidio. Nella consapevo-lezza che molti danni sono stati fatti nella università è ridi-colo che venga distrutto quel poco di buono che è rimasto. La  fuga dei cervelli denota che il nostro Paese è capace di formare giovani  ma non di trattenerli, perciò si tratta di un problema organizzativo e di risorse. Tuttavia ci sono molte eccellenze. Temiamo la chiusura di molte università ed il rischio che queste svolgano solo l’attività didattica.Senza la buona ricerca molte competenze non si possono trasmettere agli studenti.

Rosanna PalumboStudente Università di farmacia di Salerno

 

Università

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Mercuriodicembre - febbraio8

Espressione senza frontiereEcco i vincitori del Concorso Artistico

per gli studenti di tutte le Facoltà

Nell’ultimo numero erano stati presentati e spon-sorizzati la mostra e il concorso multidisciplinare

ESF (Espressione Senza Frontiere) che l’AISFA ha po-tuto concretizzare, con il supporto e il finanziamento del nostro Ateneo genoveseScopo dell’iniziativa era promuovere approcci crea-tivi e innovativi, utilizzati in diverse forme artistiche, seguendo le indicazioni della Commissione Europea, espressi nello slogan “IMMAGINARE-CREARE-INNOVARE”. Certi che creatività e innovazione siano la base per attivare e migliorare lo sviluppo personale, sociale ed economico dell’uomo.ESF ha permesso a ben 30 studenti dell’Ateneo e dell’Accademia di Belle Arti, ciascuno con i propri strumenti e capacità, di esprimere la propria creatività senza vincoli, “senza frontiere”, attraverso la tecnica e la disciplina artistica a loro più congeniale. Le opere esposte sono state 55! Tantissime le fotogra-fie, ben 33, 6 le poesie, 10 quadri, 1 installazione, 3 la-vori di grafica multimediale e 2 disegni su carta.La mostra è stata inaugurata l’11 novembre nella Sala Chierici della Biblioteca Berio davanti a numerosi cu-riosi e ai 30 artisti, il vero motore dell’ ESF. Dopo la presentazione del progetto e i relativi ringraziamenti che vanno in particolare, per l’attuazione del progetto, al Signor Pietro Bellantone dell’Associazione “Even-tid’Amare” ci siamo tutti recati nella “Sala Mostre”, concessa dalla Biblioteca Berio, dove la mostra è rima-sta aperta fino al 16 novembre. Durante questi gior-ni è stata visitata da oltre 250 persone, le quali hanno potuto esprimere la loro preferenza su un foglietto. Questo gesto è stato di fondamentale importanza per la giuria che si è riunita l’ultimo giorno per decidere le 3 opere vincitrici. Per gentile concessione degli artisti pubblichiamo qui le relative immagine degli elaborati che hanno vinto. La foto “Da un posto molto molto

Università degli Studidi Genova

Università

lontano” di Elena Gallia (studentessa di Farmacia), il disegno “My Jeans” di Anna Brovero (studentessa di Lingue) e il quadro “Charlotte” di Valentina Bale-stra (studentessa di Medicina). Gli artisti, rimasti in un alone di suspance, fino alla giornata di premiazione, sono stati invitati nella splendida cornice del museo S. Agostino, dove si è tutto concluso con la consegna dei primi 3 premi.Un’esperienza artistica e non solo, difficile da dimen-ticare per le persone che hanno contribuito alla rea-lizzazione di questo progetto e, naturalmente, per i 30 artisti. Ogni partecipante si è messo in gioco, ha dona-to qualcosa di sé e si è messo in relazione con quanti visitavano la mostra ESF. Nessuno di loro è un profes-sionista, ma sono ragazze e ragazzi proprio come te che stai leggendo questo giornale.Concludo ringraziando l’Ateneo di Genova che col suo bando per “attività autogestite dagli studenti” ha reso possibile realizzare tutto questo, e naturalmente i veri protagonisti della mostra: gli studenti-artisti!

Carlo Grisolia

Le tre vincitrici del Concorso: da sinistraValentina Balestra, Elena Gallia e Anna Brovero

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Mercurio dicembre - febbraio 9Università

Come era stato annunciato, dal 25 al 30 ottobre in Finlandia si è tenuto il settimo congresso autun-

nale EPSA, ovvero EPSA Autumn Assembly 2010.L’evento è stato organizzato in collaborazione con l’Associazione Finlandese degli Studenti di Farmacia, ossia FiPSA. È stata la capitale, la città di Helsinki, a ospitare oltre 250 studenti di scienze farmaceutiche provenienti da tutta l’Europa, arrivati a questa desti-nazione nordica e fredda con un obiettivo preciso: far parte di un altro magnifico evento EPSA.Il congresso è iniziato con la riunione dell’esecutivo EPSA e dei rappresentanti LSs (Liaison Secretaries) di ogni paese membro. Contemporaneamente i novelli partecipanti hanno assistito alla presentazione dell’as-sociazione, del congresso e del programma dettagliato della settimana che li aspettava. Subito dopo tutti si sono recati al City Hall alla Cerimonia di Apertura Uf-ficiale (Opening Ceremony), per il discorso iniziale di benvenuto e per il cocktail. Successivamente si è tenuto il primo party della settimana. Il primo giorno dell’Educational Conference, aven-te come tema principale “Entrepreneurship” ossia l’Imprenditorialità, è stato martedì 26. Durante i due giorni dell’Educational, EPSA ha avuto il piacere di presentare agli studenti partecipanti diversi relatori provenienti da vari paesi europei, tra cui si possono notare: * Ms. Aurélie Vandeputte - European Com-mision, Food & Healthcare Industries, Biotecnology Administrator, (CE, industrie & imprese, Unità di in-dustrie farmaceutiche e alimentari e di Biotecnologie); * Dott. Barrie Kellam - Professore di Chimica Farma-ceutica all’Università di Nottingham, Gran Bretagna); * Lorenz Hartüng – Direttore Esecutivo del Centro

per l’Innovazione e la Creazione del Business al Poli-tecnico di Monaco, Germania; * Dott. Jo Klaveness – Professore di Chimica Farmaceutica all’ Università di Oslo, Norvegia); * Dr. Diogo Cruz - Holon Group; * Mikko Veräjänkorva – Farenta, Helsinki, Finlandia.Il programma educazionale ha inoltre offerto seminari, workshops e training per aiutare gli studenti a diventa-re nel futuro dei buon imprenditori in farmacia.Nei giorni seguenti si è tenuto il GA, ovvero l’Assem-blea Generale dell’EPSA, durante la quale, al termine della presentazione davanti a tutti i membri ufficiali, l’AISFA è diventata Membro Ordinario dell’EPSA, con diritto di voto, rappresentando così ufficialmente gli studenti italiani di farmacia.Molto particolare è stato il giovedì pomeriggio, distin-to da meravigliose passeggiate per Helsinki culminate infine in una calda sauna finlandese.Ogni sera si organizzava un party in un club diverso di Helsinki, dove le parole d’ordine erano “divertimento cosmopolita” & EPSA Spirit. Risulta impossibile non notare la festa più straordinaria tra tutte: L’Internatio-nal Night. Gli studenti di ogni paese europeo avevano portato cibi e bevande tipiche e cercavano in diversi modi di presentare la loro cultura agli altri.L’ultima sera si è tenuta la tanto attesa cena di Gala. Un gran finale per un meraviglioso evento, che ha cat-turato, conquistato e soddisfatto pienamente ciascun partecipante; un occasione che ha dato davvero tanto, vissuta a 360 gradi. Un’esperienza unica e irripetibile, almeno sino a che non si decida di partecipare ad un altro evento EPSA, il prossimo è ad aprile 2011 e dirige verso un’altra città europea, Lisbona…

ivi ToskaLiaison Scretary

7th EPSA Autumn AssemblyHelsinki, Finland – 25th to 30th October 2010

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Mercuriodicembre - febbraio10

L’Associazione Europea Studenti Far-macia (EPSA) e l’Associazione Italiana

Studenti di Farmacia (AISFA) vi propone e v’invita ad aderire a un’iniziativa denomina-ta: Individual Mobility Project (IMP), ovve-ro progetto di mobilità personale. • L’EPSA Individual Mobility Project è un progetto

che dà l’opportunità agli studenti di farmacia, in particolar modo a quelli degli ultimi anni o neo-laureati in farmacia o scienze farmaceutiche, pro-venienti da tutti gli stati Europei (membri di EPSA, come AISFA) di poter cogliere un’occasione di trai-ning professionale o ad avere esperienze di ricerca e sviluppo in qualsiasi campo farmaceutico, uno step ausiliare prima di entrare realmente e pienamente nel mondo del lavoro, prima di iniziare la pro-pria vera vita professionale.

• Offrendo così: - un training e un esperienza di ricerca e

sviluppo assolutamente utili per il futuro, in più pagati e per un periodo variabile che va dai 3 mesi ai 12 mesi;

- un’opportunità unica di conoscere e avere contatto diretto con altri paesi Europei, tra-dizioni, usanze, culture e capire e far capire le di-versità presenti in Europa, esperienze che sono pie-namente promosse e supportate dalla Commissione Europea;

- pratica della lingua inglese o della lingua del paese ospitante;

- ricerca e pratica all’estero, dando anche la possibi-lità agli studenti aderenti di imparare come lavorare in paesi esteri e in ambienti competitivi;

- acquisizione di una certa esperienza, conoscenza delle pratiche lavorative e tecniche di ricerca dalla compagnia ospitante.

• Come funziona?

Step 1: Cercare i training disponibiliStep 2: Informarsi sul periodo di applicazio-ne e le eventuali scadenze da rispettare, molto variabili a seconda della nazione, dell’azien-da oppure compagnia in questione.Per questi 2 step, elenco di paesi aderenti,

elenco di aziende partecipanti, sarebbe importante e utile consultare il sito dell’EPSA che viene costan-temente aggiornato www.epsa-online.org/imp e con-sultare il coordinatore del proprio paese.

Step 3: Esame di lingua Una volta fatta la domanda, gli applicanti devono

sostenere un esame d’inglese (che consiste in un esame scritto e orale). Gli studenti che possiedono titoli riconosciuti in tutto il mondo, di conoscenza

dell’inglese a buoni livelli possono non sostenere questo esame.

Step 4: Pre-selezione dei candidatiTenuta secondo le regole dell’IMP (Handbo-ok) e in conforme ai requisiti specifici richie-sti dal partner. Lo studente deve pagare una quota per l’applicazione e per l’esame di lin-

gua prima che quest’applicazione venga inol-trata da parte del coordinatore locale al partner.

Step 5: Selezione finale

Attualmente l’IMP è attivo in molte nazioni tra le quali Regno Unito, Italia, Serbia, Svezia, Spagna, Polonia, Turchia, Ungheria e Finlandia, Portogallo ed ogni anno altre nazioni aderiscono a questo pro-getto. Sono state create delle collaborazioni con dif-ferenti compagnie e istituzioni, arrivando ad avere partner come: GlaxoSmithKline (reparto vendita), Astra Zeneca (reparto ricerca e sviluppo), RPN Barcellona (Regulatory officer), facoltà di farmacia di Helsinki (reparto ricerca) ecc.

Ivi Toska Liaison Secretary - iMP Cordinator

IMP - Individual Mobility ProjectUno Stage all ’estero

Università

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Mercurio dicembre - febbraio 11

L’alto Mediterraneo e i territori della Sardegna, della Corsica,

della Liguria e della fascia costie-ra della Toscana sono i custodi di grandi tesori vegetali autoctoni o importati dall’uomo, che oggi costi-tuiscono l’asse portante delle tradi-zioni agroalimentari e delle produ-zioni ad uso ornamentale di questo territorio, nonché la fonte – ancora tutta da scoprire – di sostanze im-portanti per il settore farmaceutico.L’attenzione per la salute ed il be-nessere del consumatore, nonché la riscoperta e la valorizzazione di prodotti agroalimentari dal gran-de passato e dal possibile futuro ci hanno invitato a percorrere la non semplice via della valorizzazione e dell’arricchimento della biodiversità del Mediterraneo e di alcune pro-duzioni di “nicchia”.Agrumi, basilico, piante aromati-che e officinali sono il nostro punto di partenza per individuare – attra-verso azioni ambientalmente soste-nibili – sia prodotti agroalimentari che riprendono le tradizioni del territorio, sia estratti naturali uti-lizzabili a scopo farmaceutico, nu-traceutico o agrofarmaceutico, ov-vero prodotti capaci di sostituire i tradizionali composti (farmaci per la cura dell’uomo e delle piante) di natura chimica.Il progetto Pyrgi è quindi finalizza-to allo sviluppo di settori di nicchia dell’economia rurale e agroindu-striale del nord del mediterraneo attraverso la valorizzazione mul-tifunzionale di piante spontanee e coltivate tipiche dell’ambiente me-diterraneo, o in esso naturalizzate e attraverso il potenziamento della filiera economica che va dal produt-tore e termina con il consumatore passando attraverso la trasforma-zione, la promozione e la commer-cializzazione dei prodotti indivi-duati e ottenuti.

PYRGIStrategia d’impresa in settori di nicchia per l ’economia

agroindustriale del Mediterraneo

Le attività comprendono: la do-mesticazione di nuove specie, l’in-dividuazione e la valorizzazione di specie, selezioni ed ecotipi di specie già presenti sul territorio (es. pian-te aromatiche e mediterranee); lo studio e la messa in atto di strategie per il rilancio, la caratterizzazione e la promozione di specie già col-tivate (es. agrumi corsi, basilico genovese, mirto sardo e alcune spe-cie aromatiche ad uso ornamenta-le quali rosmarino, timo e salvia) come simbolo e rappresentazione del territorio; la riduzione degli in-put energetici (acqua, fertilizzanti, agrofarmaci) attraverso l’uso di specie e selezioni a basse esigenze; lo studio dell’effetto delle tecniche di coltivazione, dell’ambiente e del-le sue modificazioni sulla sintesi dei composti secondari e aromatici; la valorizzazione dei prodotti ottenu-ti da tali specie attraverso l’attiva-zione di filiere per lo sfruttamento agro-industriale e commerciale

delle loro caratteristiche di pregio (tra cui la produzione di composti a valenza aromatica, medicinale e nutraceutica) e la commercializza-zione finale. Nel progetto sono coinvolte istitu-zioni che si occupano di promozio-ne e valorizzazione dei prodotti, im-prese agricole e di trasformazione, istituzioni o imprese che lavorano per i settori connessi all’agricoltu-ra; la protezione e la valorizzazione delle risorse naturali.La fase finale della comunicazione è rivolta al consumatore e la pro-mozione dei prodotti prevede il coinvolgimento del sistema degli agriturismi, delle fattorie didattiche e delle farmacie abilitate alla pro-duzione di preparati.L’area di riferimento è rappresen-tata dalle 4 zone individuate dal Programma Interregionale per la realizzazione delle attività proget-tuali: Liguria, Toscana, Sardegna e Corsica.Le principali attività e operazioni previste sono le seguenti:valutazione della possibilità di im-piego di specie della macchia spon-tanea mediterranea o coltivate da lungo tempo in area mediterranea;studio delle caratteristiche agrono-miche e messa a punto di protocolli per la coltivazione delle specie sele-zionate al fine di preservare l’habi-tat naturale di origine e di produrre materia prima idonea alla trasfor-mazione industriale. Individuazio-ne delle specie più promettenti nei diversi areali di produzione sulla base sia della risposta produttiva quanti-qualitativa, che di alcuni importanti aspetti agronomici e di tecnica colturale (moltiplicazione, meccanizzazione, ecc.) al fine di poter garantire la messa a punto di metodologie di raccolta, conser-vazione ed estrazione applicabili

Università

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Mercuriodicembre - febbraio12 Università

anche a livello di aziende agricole di piccole dimensioni e a piccole imprese di trasformazione in una logica di filiera corta; estrazione di metaboliti secondari dalle specie selezionate ed identificazione delle specie con maggiori potenzialità produttive ed estrattive; studio di antiche ricette per la messa a punto di formulazioni contenenti i prin-cipi attivi estratti per uso erboristi-co o fitoterapico; analisi crociata e comparata finalizzata alla valida-zione delle antiche ricette selezio-nate; analisi dei profili terapeutici e delle indicazioni farmacognosiche descritte in antiche ricette; valuta-zione dei profili farmacocinetici e farmacodinamici di principi attivi sulla base delle osservazioni speri-mentali e dei dati attuali reperibili in letteratura; azioni di formazione ed informazione: sensibilizzazione delle popolazioni locali, divulga-zione delle informazioni, diffusione delle conoscenze attraverso proget-ti con le scuole delle aree interes-sate e/o fattorie didattiche, corsi di formazione per operatori del settore e contestuale promozione e valo-rizzazione della multifunzionalità delle PMI agricole, agrituristiche e di trasformazione del prodot-to vegetale; introduzione di buo-ne pratiche relative a: produzione delle specie selezionate; gestione e valorizzazione dei residui vegetali

e dei residui della trasformazione agroalimentare o agroindustriale mediante compostaggio, recupero, riuso; formulazione di prodotti finali ad uso di laboratori erboristci, co-smetici e alimentari.L’Università di Genova partecipa con i seguenti dipartimenti: DI-MES (Prof. Marchi, Prof. Pitta-luga), DICTFA (Prof. Romussi, Dott. Bisio, Dott. Giacomelli), DIST (Dott. Giacomini, Dr. Ber-tolini, Dott. Pivetti), DISC (Prof. Schito), DIPTERIS (Prof. Pron-zato). Le conoscenze raccolte nel-le fasi di studio verranno raccolte in una struttura di database messa a punto in collaborazione con il DIST, che verrà messa sul web.La parte iconografica del progetto verrà curata dalla Dottoressa Lo-redana Pessa, Responsabile del-le Raccolte Ceramiche dell’Area Cultura e Innovazione - Settore Musei del Comune di Genova, che metterà a disposizione il ricchissi-

mo patrimonio artistico per la co-struzione di un archivio di imma-gini correlate ai temi del progetto, in particolare l’enorme raccolta di vasi e strumenti delle antiche far-macie dei due ospedali genovesi di Pammatone e degli Incurabili e le collezioni di dipinti. Una studen-tessa dell’Università Cattolica di Milano, Silvia Massa, collaborerà al lavoro come stagista. Una mo-stra sarà allestita nel corso del 2011 nelle sale delle Antiche Farmacie di Palazzo Tursi.

Al lavoro dell’Università di Genova parteciperanno tanti ragazzi, stu-denti in tesi e dottorandi. Attual-mente sono coinvolti: Simona Mer-lo, Ilaria Bruschi, Erika De Lucchi, Elena Pozzo, Chiara Pignatiello, Georgia Cutaia, Serena Sciaccalu-ga, Ilenia Orlandi, Giacomo Mele, Emanuele Fracchia.

Emanuela GiacomelliCommissione Scientifica AiSfA

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Mercurio dicembre - febbraio 13Università

Nuovo Regolamento per il Tirocinio

L’1 novembre 2010 è entrato in vigore il Nuovo Re-golamento per il Tirocinio, approvato dalla Con-

ferenza dei Presidi delle Facoltà di Farmacia Italiane, così da essere, per la prima volta, identico  in tutto il territorio nazionale. “La revisione è stata portata avan-ti – ha sottolineato il presidente del CPF, prof. Giusep-pe Ronsisvalle - per valorizzare il ruolo del farmacista come formatore e per garantire l’acquisizione da parte degli studenti di elevate capacità professionali. Inoltre, -ha aggiunto- sarà prevista la predisposizione di un accurato  Progetto Formativo sintonizzato con i pro-grammi degli Esami di Abilitazione all’Esercizio della Professione.”Il Regolamento rispetta pienamente quanto previsto dalle direttive europee e garantisce una piena ricono-scibilità del titolo di studio in tutti i paesi UE.

Quali sono esattamente le novità introdotte dal Regola-mento?- Il periodo e la durata diviene conforme alla Di-

rettiva 85/432/CEE: non deve essere inferiore a sei mesi a tempo pieno e può essere suddiviso, previa autorizzazione, in due frazioni temporali nell’arco di non più di due anni accademici.

- Viene istituita una Commissione per il tirocinio, in carica per un triennio, il cui compito è quello di compilare ed aggiornare l’elenco delle farmacie ido-nee, esaminare le domande del tirocinio, dirimere eventuali controversie, esprimere un giudizio attra-verso un esame del libretto-diario del tirocinante e

un colloquio orale.- Viene inserita la figura del Tutore accademico, ov-

vero un Professore o Ricercatore della Facoltà di Farmacia che dà la disponibilità a occuparsi della formazione del tirocinante nell’ambito universita-rio, collaborando con il tutore professionale e veri-ficando il corretto svolgimento del tirocinio anche mediante prove in itinere (articolo 8). Il Tutore ac-cademico può coincidere con il Relatore della tesi di laurea.

- Possono presentare domanda di tirocinio, al ter-mine delle attività di didattica frontale del quarto anno di corso, gli studenti che abbiano superato gli esami di profitto di Farmacologia e Farmacoterapia e Tecnologia e legislazione farmaceutiche (corsi del IV anno, vedi denominazione della sede).

- Lo svolgimento di una parte del tirocinio all’estero (non superiore a tre mesi), nell’ambito di program-mi di scambio con altre Università dell’U.E. (Socra-tes – Erasmus o altri accordi bilaterali) deve essere preventivamente autorizzato dal Consiglio di Corso di Studio, sentita la Commissione per il tirocinio. Il libretto-diario sarà compilato in lingua inglese.

Di seguito trovate il link per consultare il Regolamento completo:http://www.conferenzapresidifarmacia.it/index.php?page=regolamenti-approvati.

Giulia MalaguarneraStudente facoltà di farmacia di Catania

Tirocinante... ospedalierada Milano a Genova

Sono una studentessa di Farmacia dell’Università di Milano, anche se attualmente mi trovo qui a Geno-

va perché ho deciso di svolgere parte del mio tirocinio presso la farmacia interna dell’IRCCS Gaslini.L’idea di poter vedere di persona di che cosa ci si occu-pa in ambito ospedaliero mi accompagnava già da un po’, in quanto alcuni compagni mi avevano raccontato la loro esperienza.Inoltre, essendo l’Istituto Gaslini interamente pediatri-co e centro di eccellenza in molti reparti, ho ritenuto potesse essere un’occasione ancora più particolare ed interessante.L’attività del farmacista ospedaliero è molto diversa rispetto a quella del collega che lavora sul territorio, innanzitutto per il rapporto col pubblico, limitato solo alla dispensazione a carico del SSN del primo ciclo di cura successivo alla dimissione del paziente, oppure

alla fornitura di terapie per patologie croniche. Non si ha quindi la richiesta di consigli da parte del cliente, che è già stato istruito ed informato dal medico. Tut-tavia, la consulenza è molto presente in altri ambiti, quali la farmacovigilanza, in quanto si ricevono dai re-parti i moduli di segnalazione di reazioni avverse, e si trasmettono all’area dedicata sul sito dell’AIFA.Inoltre, in pediatria esiste il delicato problema dei farmaci off-label, cioè medicinali utilizzati al di fuori delle normali indicazioni fornite dalla scheda tecnica del produttore, perché molte volte ad esempio non è stata verificata l’efficacia e la sicurezza sul bambino, o magari il medico vorrebbe studiare una via di sommi-nistrazione alternativa a quella tradizionale. In questi casi è compito del farmacista cercare in banche dati in-ternazionali e in letteratura l’eventuale presenza di casi analoghi, e quindi esprimere parere favorevole o meno

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Mercuriodicembre - febbraio14 Università

sulla terapia, che poi verrà approvata in sede definitiva al CBUF(Comitato Buon Uso del Farmaco). Oltre al CBUF esiste anche il Comitato Etico, del quale la far-macia ospedaliera è uno dei membri più importanti, in quanto si valutano gli studi clinici profit, cioè sponso-rizzati dalle aziende per i nuovi medicinali, e no profit, solitamente organizzati da diversi ospedali in rete; an-cora, all’Istituto Gaslini viene offerta consulenza sul rischio di teratogenicità di farmaci assunti in gravidan-za, sempre effettuando attente ricerche utilizzando le fonti autorevoli presenti in rete.Last but not least, anche l’attività di preparazione di specialità medicinali differenzia la farmacia territoriale da quella ospedaliera, in quanto in quest’ultima al far-macista non è riservato l’allestimento, ad opera invece di infermieri e tecnici di laboratorio, bensì il controllo, la supervisione e quindi la responsabilità finale di ciò

che viene prodotto, in particolare se si tratta di antibla-stici, dove ciascun farmaco è preparato in riferimento ad un preciso paziente, e per i quali devono essere se-guite particolari precauzioni per la sicurezza dell’ope-ratore e di chi lo affianca. È difficile riassumere tutto quello che quotidianamente succede in una farmacia ospedaliera, sicuramente pos-so invitare chiunque avesse interesse in questo ambito a sfruttare il tempo prezioso del tirocinio per verificare di persona quanto ho scritto, ricordando appunto che le 750 ore che vengono imposte agli studenti non sono sicuramente uno spreco di tempo, come tanti pensano, ma un’opportunità per cominciare ad entrare nel mon-do del lavoro, senza però tutti quegli obblighi ed impe-gni che accompagnano chi ormai non è più studente.

Elena Bottazzi ([email protected])Studente facoltà di farmacia di Milano

Un Campus da 30 e lode!La manifestazione, alla sua XIV edizio-

ne, è nata dalla scissione della vecchia “Campus in Festa” e vede tra i suoi soste-nitori il Magnifico Rettore prof. Raimondo Pasquino, sempre sensibile alle necessità degli studenti, e il dott. Colucci Francesco dirigente capo dell’ufficio stampa dell’uni-versità e della web radio, organizzatore della concomitante manifestazione “collegamen-ti” rivolta all’orientamento delle matricole.L’evento è stato realizzato con la comparte-cipazione di tutte le associazioni presenti nel Campus, e soprattutto grazie all’amministra-zione comunale di Salerno, di Fisciano, alla Provincia di Salerno e alla Banca di Credito Cooperativo di Fisciano, che si sono fatti cari-co della realizzazione dello stesso. In un periodo di riforme e proteste in ambito universitario e di solidarietà nei confronti dei ricerca-tori , la manifestazione quest’anno è stata intitolata “30 e lode”; forse il titolo un po’ inadeguato visto che gli studenti sono stati la categoria più penalizzata a causa dello slittamento degli esami e dei corsi. Un titolo come “18 politico” forse sarebbe stato più consono.Quest’anno il Consiglio di Amministrazione dell’Uni-versità ha delegato, dopo ben 13 anni, uno studente di farmacia Luca Parisi che, insieme al suo valido staff ,ha ac-colto gli studenti in piazza presentan-do lo scopo e la scansione temporale della manifestazione.Nelle tre serate si sono alternate una miriade di artisti, dando spazio pri-ma al contest delle band emergenti dell’ateneo e poi a gruppi amatissimi del nostro territo-

rio. Si sono accesi i riflettori il 6 ot-tobre sui famosissimi Biagio Conte & i Maggiordomi ed a seguire sui FuoriCorso, la band che ha aperto il recente concerto a Salerno di Lu-ciano Ligabue.Il 7 ottobre è stata la volta dei Va-lium e dei Pennelli di Vermeer che nei loro testi affrontano di-verse tematiche sociali mentre la terza ed ultima sera, l’ 8 ottobre, sono saliti sul palco i Mala Parte ,un’altra band famosa e a segui-re la guest finale Giuliano Pal-ma & the BluesBeaters . Questi ultimi,tra un tripudio di folla, hanno eseguito magistralmente

pezzi, dal vivo, del loro repertorio compo-sto essenzialmente da cover di canzoni ever-green: da “Tutta mia la città” a “Messico e nuvole”.Tutta la manifestazione è stata un successo, con una pre-senza di pubblico stimata oltre le 10000 persone.Ora per gli studenti dell’Unisa non resta che attendere la prossima edizione, convinti che sarà oltre ogni aspetta-tiva, in un crescendo di qualità della musica e momenti

di aggregazione collettiva che costi-tuiscono il punto di forza per analiz-zare, discutere e risolvere le temati-che che stanno a cuore quali il diritto allo studio, gli esami mensili, i corsi per studenti lavoratori, i laboratori di avanguardia, insomma una prepara-zione che sia in linea con la domanda del mercato del lavoro.

Rosanna Palumbo

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Mercurio dicembre - febbraio 15Università

Il Premio Nobel 2008 per la Fisiologia e la Medicina

Sintesi sulle attività di ricerca scientifica del  prof. Harald Zur Hausen

Iniziò la carriera incentrando l’attività di ricerca sul virus di Epstein-Barr,   sul

suo ruolo nei linfomi di Burkitt ed in altri tumori; approfondì le metodiche di biolo-gia molecolare studiando l’adenovirus 12, lavorando con entusiasmo sull’induzione di aberrazioni cromosomiche specifiche in adenovirus; nella metà degli anni ’70 sco-prì che l’HPV aveva un ruolo chiave nella eziologia dei tumori della cervice ( e non che fosse imputabile al virus herpes simplex); utilizzando ibridazioni in situ, nel 1973 do-cumentò la presenza di EBV DNA nelle cel-lule tumorali epiteliali; negli anni successivi con il suo  gruppo individuò la pluralità del-la famiglia umana di papillomavirus, isolan-do un numero sempre crescente di nuovi tipi (studi condotti   in contemporanea a Parigi da Gérard Orth  ed il suo gruppo) ;stabilì l’esistenza di vari genotipi di HPV, di cui solo alcuni risultano causare lesioni ge-nitali; eseguì la clonazione molecolare del genoma dell’HPV 16 e dell’HPV 18 ed iden-tificò che parte del loro DNA si integrava nel genoma delle cellule tumorali della cervice uterina; identificò, inoltre, che nelle cellule tumorali della cervice uterina fossero espressi preferenzialmente geni virali (ad es. E6 ed E7 che vennero sistematicamente trascritti nelle cel-lule tumorali). Tutti questi risultati scientifici sono serviti per svilup-pare test diagnostici per lo screening del tumore del collo dell’utero e per formulare il vaccino preventivo contro l’HPV. L’Italia  risulta essere il primo Paese eu-ropeo ad aver pianificato una strategia di pubblica e gratuita di vaccinazione  contro questo virus, attuata già da alcuni anni. Una giornata col Nobel Il premio Nobel 2008 per la Fisiologia e la Medicina Harald Zur Hausen, prof. Emerito al German Can-cer Research Center di Heidelber ed Editor in Chief dell’ International Journal of Cancer, il 14 ottobre ha visitato l’Università degli Studi di Salerno. Nella ceri-monia inaugurale dei lavori del XXX Congresso Na-zionale della Società Italiana di Patologia, tenutasi a Salerno dal 14 al 17 ottobre 2010, è stata conferita la

Laurea ad Honorem in Farmacia al prof. Zur Hausen per le sue ricerche utili alla identificazione,nel papillo-ma virus, degli agenti eziologici specifici del carcinoma cervico-uterino. Alla manifestazione, svoltasi nell’Aula Magna dell’Ateneo, hanno preso parte personalità del mondo politico ed accademico. Il Magnifico Rettore Raimondo Pasquini e il preside della facoltà di Farma-cia prof. Raffaele Riccio,hanno introdotto l’evento. Il prof. Bifulco Maurizio ha tenuto la Laudatio Acade-mia mentre il prof Zur Hausen la Lectio Magistralis dal titolo “Perspective of infectious causes of Human Cancers”. I prof. Sebastiano Andò e Giancarlo Vecchio hanno recitato i Testationes. Dopo il conferimento del-la laurea, il premio Nobel, accompagnato da docenti e studenti, ha visitato la facoltà di Farmacia sofferman-dosi particolarmente nei laboratori dove si svolge es-senzialmente l’attività di ricerca. È stata una giornata di grande emozione e spessore culturale che ha visto il nostro ateneo ancora una volta guadagnare la scena nel mondo accademico nazionale ed internazionale. Sì, perché ospitare un premio Nobel è un esempio di come fare formazione nel nostro territorio.

Rosanna PalumboStudente Università di farmacia di Palermo

il premio Nobel Harald Zur Hausen nel laboratorio di fitochimica dell’Università di farmacia di Salerno.

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Mercuriodicembre - febbraio16

portate via dall’acqua di risciac-quo. Nonostante non sia ancora accertato, l’SLS potrebbe essere una sostanza cancerogena ad ele-vate concentrazioni, può infatti causare dermatiti, senza contare il danno che reca all’ambiente.

L’SLES (il lauretsolfato di sodio), che si ottiene per etossilazione dell’SLS, è meno aggressivo, tutta-via più costoso e di conseguenza

meno utilizzato.Purtroppo è difficile trovare prodotti naturali alternativi, che non rovinino l’ambiente né la cute e il capello stesso, in grado di avere anche un buon effetto detergente: il norma-le sapone di Marsiglia non è assolutamente indicato per la pulizia dei capelli. Esso ha un pH troppo basico e può cau-

sare esfoliazione della cute, data la sua forte aggressività. In tempi lontani si usavano semplicemente due tuorli d’uovo sbattuti. Lavano bene, ma bisogna togliere con ac-curatezza l’albume, che rimarreb-be fastidiosamente appiccicato ai capelli, inoltre senza un risciacquo approfondito si rischiano odori sgradevoli. Posso però consigliare un metodo per ottenere capelli lu-cidi utilizzando del semplice ace-to: dopo il lavaggio con il normale shampoo, massaggia-re i capelli con un po’ di aceto, lasciare agire qualche minuto e ri-sciacquare a fondo. Oli naturali di mandorle, di lino o di Argan sono invece utili per ammor-bidire i capelli.Ciò che mi fa sorridere è entra-re in un negozio ed osservare, tra i numerosi prodotti per capelli, shampoo con vitamine e nutrienti,

Già nel quinto mese di vita fetale i capelli iniziano a formarsi, cresco-no di circa 1 cm al mese e subisco-no un ciclo di crescita che va dai 2 ai 6 anni, dopodiché cadono e ven-gono sostituiti da nuovi capelli. Dal punto di vista chimico i capelli sono formati da una parte ‘morta’, il fusto, costituita prevalentemente da cheratina, e da una parte ‘viva’, la radice, che ne assicura la crescita ed il rinnovamento.La cheratina è una proteina fila-mentosa ricca di zolfo avvolta ad a-elica. Le catene di cheratina sono tenute insieme da ponti disolfuro tra i residui di cistei-na, l’amminoacido che porta l’atomo di zolfo, e questo fenomeno fa sì che la proteina si ripie-ghi parzialmente su se stessa, deter-minando così la formazione dei capelli ricci.La radice è costituita da una pa-pilla, alla quale giungono termi-nazioni nervose e vasi capillari che assicurano il nutrimento al capello, ed è associata ad una ghiandola sebacea che secerne il sebo, una sostanza grassa utile per lubrifica-re e impermeabilizzare il fusto del capello e per proteggere la cute da agenti chimici e batterici.Tuttavia, proprio questo sebo che da un lato ci difende, dall’altro in-trappola frammenti di pelle morta, polveri ed agenti inquinanti ed è per questo, che è importante la pu-lizia del capello.Gli shampoo (parola che deriva dall’Hindi “champo”, che signifi-ca massaggiare) che generalmente utilizziamo per l’igiene del capello contengono il laurilsolfato di sodio (SLS), una sostanza anfipatica che, fungendo da tensioattivo, permette la rimozione del sebo intrappolan-dolo in micelle, che vengono poi

Per tutte le teste caldeIl mondo del capello

Costume e Scienza

ma penso che questa sia solo una trovata pubblicitaria. È vero che il capello ha bisogno di vitamine per crescere sano, ma ciò non avviene per semplice applicazione di que-ste mediante un shampoo, perché il capello, né tantomeno la cute, sono in grado di assorbirle direttamente dall’esterno: è invece utile assumer-le con la dieta, ad esempio il lievito di birra è un toccasana per avere ca-pelli forti e sani.In ogni epoca è sempre stata ri-servata una certa attenzione per la cura dei capelli: in una società come la nostra, in cui apparire sembra es-sere una delle priorità, i capelli as-sumono un significato prettamente estetico: i parrucchieri consigliano i tagli migliori al proprio viso, adatti al tipo di capello, che possano ma-gari nascondere piccoli difetti.Tuttavia i capelli non sono solo un dettaglio di bellezza, spesso sono un particolare per manifestare la propria personalità distinguendola da quella della massa, o al contra-rio per identificarsi in un gruppo sociale, culturale o religioso. Provocare e scandalizzare era lo scopo delle colorate e appuntite creste dei punk, gli hippies portano i capelli lunghi in segno di ribellio-ne nei confronti del conformismo dettato dalla società, mentre è tipi-co degli “emo” il ciuffo nero e pia-strato. Portare i dreadlocks (le tipiche trec-cine che alcuni chiamano impro-priamente rasta) non è solo espres-

sione di un’ideologia, ma è un dovere per i se-guaci della religione Ra-sta. “Nessuna lama toc-cherà il capo dei fedeli”, così afferma un passo dell’Antico Testamento:

è per questo che, secondo i rastafa-riani, i capelli non devono essere ta-gliati, ma raccolti nelle particolari treccine. Queste simboleggiano la criniera del leone, simbolo della tri-

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Mercurio dicembre - febbraio 17

Cari uomini addio, è in arrivo

l’autofecondazionedi Veronica ibba

Tutti sappiamo che per fare un figlio bisogna essere in due, ma-schio e femmina, ma a quanto pare in futuro la presenza ma-

schile non sarà più strettamente necessaria. La ricerca del professor Karim Nayernia e della sua équipe parla chiaro: facendo crescere in vitro cellule staminali estratte dal midollo osseo femminile e addizio-nandole di proteine e vitamine (in particolare vitamina A) queste len-tamente si trasformano in cellule spermatogonali,le progenitrici dello sperma maturo.Quest’importante scoperta è un ulteriore conferma di alcune osservazioni sperimentali riguardo alle staminali note da de-cenni. Infatti già negli anni ’60 erano stati condotti degli esperimenti di trapianto midollare su topi precedentemente irradiati e si era visto che le cellule trapiantate avevano colonizzato diversi organi e tessuti trasformandosi in cellule nervose,muscolari, digestive etc etc. Recen-temente è stato eseguito un trapianto nel miocardio di un individuo pluriinfartuato usando le proprie cellule staminali del midollo osseo e anche in questo caso si sono trasformate in cardiomiociti riparando il danno tessutale. Gli esperimenti effettuati sinora da Nayernia sui topi presso l’università di New Castle Upon Tyne hanno dato risultati sor-prendenti. Per questo motivo egli vorrebbe effettuare ulteriori esperi-menti sull’uomo, previa concessione delle dovute autorizzazioni,per produrre le prime cellule spermatiche femminili. È prevista la messa a punto dello sperma maturo almeno entro tre anni. Dovessero dare i risultati sperati gli eventuali nascituri sarebbero tutti di sesso fem-minile, data l’assenza del cromosoma Y, “copyright’’ esclusivamente maschile. È però necessario tener presente l’alto rischio di anomalie genetiche permanenti. Questa scoperta rappresenterebbe una tappa im-portante nella lotta all’infertilità ma ha già suscitato molte polemiche per questioni etiche. Dopo la clonazione e la fecondazione artificiale la scienza ancora una volta tenta di superare barriere che sembravano invalicabili, andando contro natura e così facendo rende autonome le donne.

Costume e Scienza

bù di Giuda, impresso anche sulla bandiera. Anche nei dogmi di altre religioni vengono riportate istru-zioni su come curare i capelli: gli ebrei ortodossi, per esempio, sono obbligati a non tagliare i “peot”, i riccioli che portano ai lati del capo, fino alla morte. A seconda delle di-verse culture, la rasatura era consi-derata un rito di iniziazione all’età adulta o di rinuncia alla vanità (a Sparta era una tradizione per le spose rasarsi il giorno delle nozze), un segno di umiliazione, come nei campi di sterminio nazisti, o di bel-lezza e sensualità per molte tribù africane... È proprio in Africa che le accon-ciature hanno un’importanza simbolica particolare, in quanto identificano l’appartenenza ad un determinata tribù. Vengono esegui-te da mani esperte, impiegano ore di lavoro e disegnano sulla testa degli ornamenti più simili ad opere d’arte che ad una semplice pettina-tura.

Veronica LuzziStudente facoltà di farmacia di Genova

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Mercuriodicembre - febbraio18

“Che cosa sono le nano par-ticelle?” Se navighiamo su

internet si possono trovare de-finizioni quali “con il termine nano particella si identificano normalmente delle particelle formate da aggregati atomici o molecolari con un diametro compreso indicativamente fra 2 e 200 nm.” In campo farmaceutico a cosa servono queste nano particelle? Queste particolari particelle sono dei sistemi a matrice po-limerica che vengono impiegati per la veicolazione di farmaci già noti che provocano particolari effetti col-laterali, si cerca inoltre di agire anche su quei farmaci “orfani” che sono stati abbandonati a causa della loro tossicità.Queste nano particelle hanno il compito di trasportare i farmaci attraverso carrier nano particolari con il van-taggio di riuscir a mascherare gli effetti collaterali.Le nano particelle, oltre ad avere la caratteristica di possedere dimensioni nano, hanno anche una carica superficiale che conferisce loro una buona interazione con le membrane cellulari, di conseguenza porta ad avere un targeting, una direzione specifica.Le dimensioni molto piccole di queste particolari par-ticelle fanno si che vengano somministrati nei ratti per via endovenosa e sottoforma di sospensioni colloidali per via orale.La matrice polimerica è costituita da polimeri biode-gradabili e biocompatibili come il chitosano e i suoi derivati. Il chitosano, polimero della D-glucosammi-na, ha trovato un ampio impiego nella formulazio-ne di rilascio dei farmaci con un’attività di enhancer (promotore dell’assorbimento): apre le giunzioni tight junctions e il complesso con il principio attivo entra nell’organo bersaglio. La reazione elettrostatica che si forma nella particel-la, che porterà all’inglobamento del farmaco, prende il nome di gelazione ionotropica e avviene tra un polime-ro cationico, chitosani o derivati, e un polimero anio-nico tra cui i derivati dell’acido alginico, gli ialuronati. Queste nano particelle viaggiano nel nostro organismo per raggiungere il sito bersaglio. Ad esempio l’acido ialuronico, polimero anionico, prende contatto con il principale recettore di superficie CD44 e la loro inte-razione implica diversi eventi fisiologici: a livello della cellula tumorale l’acido ialuronico viene catturato e il farmaco passa.

Nano particelle all’Università di Genova

Il gruppo di ricerca della sezione di Tecnologia del Di.C.T.F.A., costituito dai Prof. Cafaggi e Caviglioli e dalle Prof.sse Russo e Parodi, si è recentemente occu-pato dello studio di ricerca di nano particelle costituite da trimetil chitosano con acido ialuronico e cisplatino, in collaborazione con l’IST dell’Ospedale San Martino di Genova.Da questi studi hanno potuto evidenziare che le nano particelle non provocano la diminuzione del farmaco anzi, l’attività del cisplatino nano particellizzato ha la stessa attività del cisplatino normale. Tutto ciò è stato sperimentato sui ratti: normalmente un ratto norma-le cresce di 2 g alla settimana ma sappiamo anche che un soggetto sotto cura antitumorale va in contro ad effetti collaterali quali nausea e perdita di appetito; con questa ricerca si è riscontrato che mano a mano che si somministrava il farmaco nano particellizzato, il ratto stava bene, aumentava di peso e la massa tumorale di-minuiva.Oltre ai farmaci antitumorali gli studi si stanno indi-rizzando anche verso farmaci antivirali, in particola-re stanno cercando di veicolare in collaborazione con l’Università di Torino il Foscarnet, farmaco anti-Her-pes e anti-Citomegalovirus.

A causa degli studi necessari troppo lunghi, del pro-cedimento di elaborazione difficile da industrializzare (perché su una scala industriale costa troppo), per non parlare della mancanza di fondi, i gruppi di ricerca del-le varie Università d’Italia si trovano a dover lavorare con difficoltà senza l’appoggio che meriterebbero, con la speranza che le loro ricerche siano prese in conside-razione, ma sempre con la voglia di portare migliora-menti nel loro settore perché la salute non è elitaria ma un diritto di tutti.

Alice CaponiStudente facoltà di farmacia di Genova

(Si ringrazia la Prof.ssa Russo per le informazioni.)

Scienza

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Mercurio dicembre - febbraio 19

L’utilizzo di prodotti naturali come forma di auto-medicazione è molto diffuso per la falsa opinione

che “ciò che è naturale è innocuo”. Questo comporta un aumento del rischio dovuto a possibili effetti collaterali nonché interazioni con sostanze contemporaneamente assunte. A tal proposito vengono spesso utilizzati pro-dotti a base di propoli che, per reazione avversa, possono causare allergie.La propoli è una sostanza definita come “ceroide-balsa-mico-resinosa” che le api raccolgono dalle gemme e dalla corteccia delle piante; dopo la fase di raccolta segue la lavorazione da parte delle api, che aggiungono cera, pol-line ed enzimi. La composizione chimica della propoli è molto complessa e varia a seconda delle aree geografiche e delle piante da cui è prelevato, infatti sono stati indivi-duati più di trecento componenti. In generale le percen-tuali della miscela dei composti sono:50-55% di flavonoidi (pinocembrina, apigenina, querce-tina, galangina), terpeni, acidi aromatici (benzoico, cin-namico, caffeico, ferulico, cumarico, salicilico, ecc.) e i loro esteri, aldeidi aromatiche (vanillina), acidi uronici, polisaccaridici.25-35% di cere 5-10% di sostanze volatili, di cui lo 0,5% di olii essenziali5% di polline, presente per cause accidentali.La variabilità della composizione chimica si traduce in una diversità delle sue caratteristiche fisiche: ad esempio il colore può variare dal giallo-verde, al rossastro, fino al nero a seconda delle fonti di raccolta; l’odore, intensa-mente aromatico, muta in relazione alle sostanze resino-se presenti; il sapore dal tipico acre-amaro può arrivare fino a dolce.Le api utilizzano la propoli sia come materiale da costru-zione per rivestire le pareti interne delle celle, per chiudere le fessure e isolare l’arnia, sia come sostanza sterilizzan-te per evitare la proliferazione dei batteri. Quest’ultimo impiego si può osservare quando all’interno dell’alveare sono presenti cadaveri di animali (api e predatori), che le

api non sono in gra-do di espellere; così, per evitare la fase di decomposizione e lo sviluppo di batteri, le api ricoprono i corpi morti con la propoli.L’uso della propoli da parte dell’uomo ha origini antiche: in Egitto era usata nella preparazione delle mummie, nell’antica Roma i soldati la utilizzavano per disinfettare le ferite riportate sul campo di battaglia, mentre dai Greci deriva il nome (“pro”e “polis”= davan-ti alla città); tale termine venne usato da Plinio il Vec-chio e da Aristotele per intendere che le api producono la propoli per difendere l’alveare. Anche la civiltà Incas utilizzava la propoli per le infezioni febbrili, mentre nel Medioevo veniva impiegata per cicatrizzare l’ombelico dei neonati.Fino ai giorni nostri, la propoli ha svolto la funzione di rimedio naturale per curare svariati malanni perché svariate sono le attività ormai note; ad esempio l’acido benzoico, l’acido ferulico, la pinocembrina e la galangi-na hanno proprietà batteriostatiche e battericide; l’acido caffeico e la pinocembrina hanno proprietà antimicoti-che; la pinocembrina e gli esteri dell’acido caffeico han-no proprietà anestetiche locali; ad altri composti presenti, sono attribuibili proprietà cicatrizzanti ed antinfiammato-rie. Inoltre, i flavonoidi e il fenilestere dell’acido caffeico (CAPE) hanno un elevata attività antiossidante.Sul mercato si trovano prodotti contenenti propoli sotto forma di capsule, compresse, spray e pomate, sia per uso dermatologico e cosmetico (per ferite, piaghe, psoriasi, verruche, calli, cicatrici, foruncoli, ascessi, micosi), che per uso curativo del cavo orale e delle prime vie respi-ratorie (raucedine, tosse, infiammazioni gola, influenza, sintomi da raffreddore, gengivite, afte e alitosi).

Elena PozzoSegretario AiSfA

La PropoliDavanti alla città

Scienza

I bisogni dell’uomo passano attraverso i suoi malesseri che fanno ormai parte della vita quotidiana. La società odierna e moderna, pur apparentemente fornitrice di ogni tipo di benessere materiale, non riesce a soddisfare la qualità della vita dell’individuo, il quale a tutto a portata di mano, ma è solo e non ne coglie l’essenza e i benefici. La nostra iniziati-va si propone di mettere in circuito delle associazioni, che nella loro esperienza consolida-ta rappresentano un volano, che può dare un contributo notevole allo sviluppo di attività legate al territorio e alla salute.

attivamente si prefigge di proporre questi progetti come materie didattiche scolastiche.

Via Ippolito d’Aste 3 int 4 - cell 349 64 62 330www.progettoattiva-mente.com [email protected]

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Mercuriodicembre - febbraio20

DANCING FOR A SMILE” è di-ventata una delle serata universita-rie più conosciute e importanti del panorama mondano genovese.La nostra associazione no-profit, concerne inoltre l’organizzazione di banchetti, conferenze e mani-festazioni. Si prefigge, quindi lo scopo di sensibilizzare gli studen-ti sull’importanza di un impegno umanitario comune, oltre allo sco-po già dichiarato di raccolta fondi, sottolineando l’importanza di se-parare i due aspetti, la cui indipen-denza è fondamentale.Il nostro impegno e i nostri succes-si sono stati riconosciuti dalle va-rie associazioni umanitarie con cui abbiamo collaborato, tanto da aver meritato la loro fiducia grazie alla quale nei prossimi mesi si progetta

“DANCING FOR A SMILE” non è solo un titolo per una fe-

sta, ma è un progetto, un ideale che racchiude in sé concetti profondi, speranze condivise e la consapevo-lezza di poter fare grandi cose ,se animati dal giusto spirito d’ inizia-tiva e dal semplice desiderio di po-ter fare qualcosa di utile per chi ne ha più bisogno. È con questo spirito che due anni fa un gruppo di studenti di Geno-va e non solo, ha deciso di inizia-re ad organizzare serate ed eventi benefici con l’idea di conciliare divertimento e impegno sociale, so-stenendo con tutto il ricavato varie associazioni umanitarie, che di vol-ta in volta sono state scelte in base ai loro progetti e alla loro storia. In questi due anni abbiamo colla-borato con : “Medici Senza Fron-tiere”,” Project for People”, “Rain-bow Project” e “Amurt Piemonte”, tutte associazioni riconosciute a livello Internazionale, le quali han-no portano avanti progetti di col-laborazione allo sviluppo in tutto il mondo e di sostegno medico in zone di guerra o devastate da disa-stri naturali, come in occasione del terremoto in Abruzzo.Per concretizzare questa nostra vo-lontà di far divertire la gente, coin-volgendola allo stesso tempo in iniziative benefiche, abbiamo pen-sato che la cosa più indicata fosse organizzare Feste Universitarie; a partire dal primo evento ad oggi “

Dancing for a smileDivertimento ed impegno sociale

Costume

l’apertura del gruppo ufficiale di “Medici senza Frontiere” di Geno-va.È importante ammettere che ognu-no di noi è conscio del fatto che qualunque cosa noi possiamo fare sarà sempre limitata alla nostra realtà, ma la gratificazione perso-nale sarà stimolo aggiuntivo alla realizzazione dei nostri progetti. Ci auguriamo che da questo piccolo nucleo di volontari possa nascere un gruppo sempre più numeroso e ricco di energie, di persone che cre-dono che da piccoli gesti possano nascere grandi progetti.

Ragazzi, in attesa del prossimo evento iscrivetevi al gruppo su Fa-cebook !!

Staff D4S

GESTIONE FINANZIARIA - Introduzione della conta-bilità economico-patrimoniale uniforme, secondo cri-teri nazionali concordati tra MIUR e Tesoro. Come è: i bilanci delle università non sono chiari e non calcolano la base di patrimonio degli atenei; Come sarà: i bilan-ci dovranno rispondere a criteri di maggiore trasparen-za. Debiti e crediti saranno resi più chiari nel bilancio. BORSE DI STUDIO - Sarà costituito un fondo nazionale

per il merito al fine di erogare borse di merito e di gestire su base uniforme, con tassi bassissimi, i prestiti d’onore. MOBILITÀ E ASPETTATIVA - Sarà favorita la mobilità all’interno degli atenei. Possibilità per chi lavora in univer-sità di prendere 5 anni di aspettativa per andare nel privato senza perdere il posto.

Elena Gallia

...segue da pag. 4

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Mercurio dicembre - febbraio 21Scienza

Suolo, serbatoio di genodiversità

Nel suolo è rappresentato ol-tre il 95% della biodiversità

dell’intero pianeta: in un grammo di suolo si possono trovare milio-ni di microrganismi, moltissimi dei quali ancora sconosciuti. Gli studi di biodiversità sono sempre stati effettuati sugli strati più superfi-cial, ignorando tutto il mondo e le forme di vita sottostanti. La mi-croflora rappresenta la percentuale più consistente della biomassa del terreno ed è quella che ha maggiore influenza sulle sue proprietà bio-logiche, regolando tutti i processi biochimici che ne determinano le proprietà nutrizionali. Le diver-se specie presenti nel suolo hanno infatti ruoli prioritari nelle trasfor-mazioni dell’energia e nei processi biogeochimici, intervenendo nella decomposizione del materiale or-ganico attraverso processi biode-gradativi, e nel ricircolo di elementi essenziali quali carbonio, fosforo, azoto, ...fondamentali soprattutto per i cicli vitali dei vegetali. Il suo-lo è considerato come un sistema

polifasico costituito da una fase solida per il 50%, una liquida per il 25% e una gassosa per il 25%, e con una composizione inorganica pari circa al 97%; è un sistema ecologico aperto, che quindi assorbe,produce e cede energia, e le varie modifica-zioni energetiche a cui va incontro sono determinate dalla nutrizione e dalla respirazione delle popolazio-ni microbiche, dal trasferimento e circolazione ciclica degli elementi, dalla sintesi e degradazione della sostanza organica. Lo studio della diversità microbica comporta una serie di difficoltà legate al fatto che solo l’1% della popolazione di mi-crorganismi è coltivabile e quindi isolabile e caratterizzabile; in pas-sato, in mancanza di attrezzatu-re analitiche idonee, le comunità venivano studiate in relazione alle funzioni da esse svolte utilizzando dei marcatori metabolici correlati a gruppi funzionali. Oggi, grazie alle

tecniche molecolari, è possibile ca-ratterizzare la diversità microbica tramite l’estrazione e lo studio del DNA.Col termine “Metagenomica” si intende l’analisi delle sequenze di DNA ottenute direttamente dall’ambiente e, nel caso del suolo, si definisce la sequenza nucleotidi-ca di tutti i genomi degli organismi presenti. Questo studio è la base scientifica più avanzata per poter analizzare funzioni e potenzialità applicative del settore: la conoscen-za del meta genoma viene utilizzata per studiare la fertilità, i cicli bio-geochimici, nuove vie per il biorisa-namento, o scoprire geni per la pro-duzione di nuovi antibiotici. Oggi si è in grado di “valutare lo stato di salute” del suolo tramite appro-priati marcatori microbiologici, biochimici e molecolari; inoltre è possibile prevederne e arginarne processi di degrado reintegrando, tramite appropriati integratori e fertilizzanti, le sostanze nutrienti. Il suolo può essere sfruttato quindi come fonte energetica e per la pro-duzione di biocombustibili dal rici-clo delle biomasse attraverso l’uso di microrganismi. È fondamentale quindi, innanzitutto, preservare questa risorsa, proteggerla e stu-diarla a fondo, allo scopo di poter-ne sfruttare le infinite potenzialità.

Chiara TardivelliStudente facoltà di farmacia di Genova

Il gruppo dell’Associazione Italiana di Farmacia è su Facebook!!. Un ottimo modo per comunicare e tenersi aggiornati con novità proposte e amicizie.

Iscriversi è facile

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Mercuriodicembre - febbraio22

Superando confini e gene-razioni, pervadendo cul-

ture e tradizioni, facendosi largo tra i gusti più diversi, cantato da bambini e narrato da poeti: il CAFFé !L’origine del caffè risale ad epoche lontane, che quasi sembrano perdersi nella not-te dei tempi; le leggende dise-gnate intorno a quel “granel-lo afrodisiaco” cercarono di tramandarne la scoperta, ad oggi da molti associata alla figura di Kaldi, un pastore etiope. Fu il suo bestiame, secondo la leggenda, ad aver gustato per la prima volta l’essenza del caffè, per svelare così al mondo intero i suoi affetti eccitanti.Il caffè deriva da piccoli alberi tropicali ,appartenenti al genere della Coffea, famiglia delle Rubiaceae. Sebbene le specie presenti al mondo superino il centinaio, quelle coltivate su larga scala sono essenzialmente tre: Coffea arabica, Coffea canephora e, in minor misura, Coffea liberica. Queste differiscono primariamente nel gusto e nella concentrazione di caffeina in esse presente.La caffeina è un alcaloide, bianco e inodore, che agisce come stimolante del SNC. Vine completamente assor-bita a livello gastrico e nel primo tratto dell’intestino, entro 45’ dall’ingestione; dopo di che distribuita ai vari distretti e liquidi dell’organismo. Il suo metabolismo coinvolge una importante categoria enzimatica, i cito-cromi P450 ossidasi, che la convertono in tre dimetil-xantine: PARAXANTINA aumenta la concentrazione di

glicerolo e acidi grassi nel sangue TEOBROMINA dilata i vasi sanguigni TEOFILLINA rilascia la muscolatura liscia bron-

chiale.La caffeina è contenuta nel caffè nelle seguenti percen-tuali: 1 tazza di espresso: 80 mg1 tazza di caffè solubile: 57 mg 1 tazza di coca-cola: 35 mg1 tazza di tè: 60 mgSi è stimato la dose letale essere in un uomo adulto tra i 150 e i 200 mg per kg di massa corporea somministrati per via orale in un intervallo di tempo compreso tra le 3,5 e le 10 ore.Uno dei pochi casi documentati di avvelenamen-to da caffeina fa riferimento a una donna di 37 anni che ha provato a suicidarsi ingerendo 27g di caf-feina, 350 tazzine di caffè, manifestando al segui-

to arresto cardiaco e ipotensione . I principali effetti collaterali sono un aumento dell’acidità gastrica, che può sfociare in ulcere ed esofagiti, nervo-sismo, ansia, insonnia, palpitazioni. Inoltre va considerato che il caffè mescolato al latte bollente (il famoso cappuccino) ha la proprietà di blocca-re l’appetito ed è comunemente pen-sato essere un sostitutivo del pranzo, cosa questa del tutto inappropriata. Ciò accade perché, con la temperatu-ra, l’acido tannico del caffè si combi-

na con la caseina del latte, dando luogo al tannato di caseina, composto difficile da digerire.Non ci rimane che ricordare insieme gli innumerevoli modi con cui il caffè può essere gustato:Caffè espresso: o caffè classicoCaffè ristretto: si riduce a poche gocce di bevanda, in cui però vi si concentra tutto l’aroma. Caffè corretto: ottenuto con una piccola aggiunta di grappa o super alcolico, spesso accompagnato a fine pasto come digestivo.Caffè macchiato: ottenuto con l’aggiunta di na piccola quantità di latte, caldo o freddo a piacimento. Caffè lungo: si ottiene con le macchine espresso facen-do defluire più acqua del solito. Ha una quantità di caffeina maggiore rispetto al caffè espresso. Moccacino: è un mix di cappuccino, panna, cioccolata con una spolverata di cacao. Marocchino: si ottiene versando nel bicchierino di ve-tro prima la schiuma di latte e a seguire il caffè. Caffè turco: Si prepara mettendo del caffè macinato molto finemente in un particolare bricco dalla forma allungata, ibrik, pieno di acqua insieme a dello zucche-ro e, a seconda delle varie tradizioni e località, alcune spezie come il cardamomo. Si porta ad ebollizione il composto fino al formarsi di uno strato di schiuma sul-la superficie, dopodiché si toglie dal fuoco e si mette un po’ della schiuma su ciascuna tazzina; si ripete il pro-cesso di bollitura altre due volte prima di versarlo.Caffè irlandese: è un caffè caldo e zuccherato, corretto con whisky, e esaltato da uno strato di panna in superficie. Caffè alla valdostana: è un caffè sorseggiato in com-pagnia attraverso la grolla o coppa dell’amicizia. E per concludere, viste le imminenti sessioni d’esame... Caffè dello studente: é un caffè particolarmente forte, che spesso accompagna le notti di studio prima de-gli esami, ottenuto riempiendo il bollitore della moka con caffè precede preparato, ed usando nuova polvere di caffè nel filtro.

Elena Gallia

L’oro nero dello studenteTutto ciò che c’è da sapere

Costume e Scienza

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Mercurio dicembre - febbraio 23

Una passione quando nasce deve essere coltivata, con dedizione e impegno. Così come per l’univer-

sità.Ho pensato, dunque, di creare questa piccola rubrica che ha lo scopo di amalgamare il più possibile queste mie due realtà: chimica e cucina.Prima di ogni ricetta e lista di ingredienti vorrei parlare del gusto, di come viene percepito a livello del nostro cervello. È stata evidenziata l’esistenza di molecole re-cettrici dei sapori presenti sulla superficie delle papille.I neurobiologi che hanno lavorato a questo progetto di analisi del gusto sono riusciti ad evidenziare, attraverso tecniche che registravano la variazione flusso sanguigno delle aree cerebrali, che i recettori specifici venivano at-tivati dalla presenza di molecole sapide, le quali a loro volta andavano ad interagire con la zona deputata alla percezione del gusto: l’opercolo parietale, vicino alla scissura di Rolando.Successivamente si è condotto uno studio sulle corre-lazioni tra i profili percettivi e le attivazioni di diverse aree del cervello, da cui i neurobiologi sono giunti alla conclusione che le soluzioni sapide attivano quattro aree cerebrali, quali il lobo dell’insula e gli opercoli parietali, frontali e temporali che lo circondano.In definitiva non esiste un unico centro del gusto né zone specifiche per i diversi sapori. Il gusto, la sensazione ge-nerale provata durante la degustazione di un piatto, è una sensazione così complessa da analizzare e speciale che il nostro cervello costruisce solamente un’immagine globale, sintetizzando i segnali provenienti dai diversi tipi di recettori.Dopo questa introduzione chimico-scientifica, conside-rate le feste di Natale, Capodanno ed Epifania, ho scelto un dolce, a base di cioccolato, ingrediente fondamentale in questo periodo:

Amo la cucina Alimentazione e Salute

Soufflé al cioccolato per 4 persone40 g burro e 40 g zucchero ammorbidito per ungere e ricoprire gli stampini50 g cacao amaro setacciato240 g cioccolato fondente al 70% tagliato a pezzettini10 albumi40 g zuccheroCrema pasticcera:350 ml latte80 g zucchero4 tuorli30 g farinazucchero a velo per decorare

Imburrare e rivestire con lo zucchero 4 stam-pini di 10 cm. Per la crema pasticcera, mettere il latte e i due terzi dello zuc-chero in un pentolino e portare ad ebollizione. A parte montare i tuorli e lo zucchero rimanente, poi aggiungere la farina. Versare il latte caldo sui tuorli e rimettere il tutto nel pentolino sul fuoco mescolando per 1 minuto. Scaldare il forno a 200°C. Pesare 280 g di crema e ag-giungere il cacao e il cioccolato sciolto a bagnomaria. Montare a parte gli albumi a neve ben ferma aggiungen-do a metà 40 g di zucchero. Incorporare con una frusta un terzo della crema, poi tutto il resto mischiando con un cucchiaio grande. Riempire gli stampi fino all’orlo. Infornare con una placca da forno per 10 minuti. Quan-do saranno ben gonfiati, estrarre e spolverizzare con ab-bondante zucchero a velo.

Chiara GrassoStudente facoltà di farmacia di Genova

Nozioni chimiche tratte da “Pentole e Provette” di Hervé This, Edizioni Gambero Rosso, Quinta ristampa

CURIOSITÀ CHIMICA: Come ottenere un soufflè gonfiato ad arte?Si è pensato che il soufflè salisse perchè l’aria presente nelle bollicine si dilatava a causa del riscaldamento. In realtà è l’evaporazione dell’acqua contenuta nel latte o nelle uova che fa gonfiare un soufflè. Nel forno all’inizio l’aria calda trasmette il suo calore allo stampo e alla parte superiore del soufflè; un gradiente di temperatura si stabilisce tra la periferia e il centro del soufflè.Appena la temperatura raggiunge i 100°C, a contatto con le pareti dello stampo e in superficie, l’acqua contenuta all’interno del dolce evapora a formare una crosta super-ficiale. Il calore si diffonde progressivamente all’interno del sofflè, ma l’evaporazione dell’acqua,a comtatto con le pareti dello stampo, crea delle bollicine che spingo il dolce verso l’alto. Due fenomeni contribuiscono al rigonfiamen-to del soufflè: la formazione di bolle di vapore e l’impri-gionamento di queste nella massa del dolce stesso. In de-

finitiva per fare dei soufflè gonfiati alla perfezioni sarebbe necessario impermeabilizzarne la superficie per evitare la fuoriuscita delle bollicine che si sono formate. Per riuscire in tale scopo si potrebbe mettere il soufflè sotto il grill per alcuni minuti prima di iniziare la cottura; questo aiutereb-be, inoltre, ad incrementare il rigonfiamento regolare del dolce, offrendo alla vista una crosta omogenea e di un bel colore dorato. Concludo affermando che per me cucinare non è un che di meccanico, né deputato alla semplice so-pravvivenza, è qualcosa di più. Sono i sensi che si affinano. Tatto, nel sentire se un pomodoro è maturo al punto giu-sto. Vista, per cogliere il momento perfetto di una doratu-ra. Gusto, nel percepire la mancanza di un pizzico di sale. Udito, per evitare che lo sfrigolio dell’olio in padella faccia bruciare la cipolla. Olfatto, per capire se la torta che cuoce è pronta. La cucina non si riduce solo a chimica, anatomia e gastronomia, ma è passione, sentimento.Buon Appetito, Buone Feste e Buon 2011 a tutti!

Page 24: Mercurio - Dicembre 2009 / Febbraio 2010

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