13
Maestra d’esilio - Norma Gargano - Collana dello Scorpione - Terra del Sole edizioni

MESTRA D'ESILIO

Embed Size (px)

DESCRIPTION

MESTRA D'ESILIO libro di Norma Gargano - Collana dello Scorpione - Terra del Sole

Citation preview

Maestra d’esilio - Norma Gargano - Collana dello Scorpione - Terra del Sole edizioni

Maestra d’esilio - Norma Gargano - Collana dello Scorpione - Terra del Sole edizioni

PrefazionePercezioni sensoriali dettate da un animo elegante accompagnata da pro-fonde riflessioni sul vivere quotidiano elaborate dalla penna di questa nuova scrittrice che con il suo primo racconto ci rimanda ai colori e ai profumi di un passato non troppo remoto ...L’eterno scontento avvolge l’animo umano: il dubbio che ciò che si ha è peggio di ciò che si è avuto e meno di quello che si avrà...La protagonista è Alice, che da giovane assistente inizia la sua carriera lavorativa con tutto l’entusiasmo dovuto ma, dopo anni di meritato servi-zio ...capì di essere realmente una “Maestra d’Esilio “ come dicevano le mamme quando accompagnavano i figlia scuola: “jamm ‘jamm’all’esilio a mammà”...La vita, le avventure e le disavventure, la lotta per la conquista di un posto fisso come insegnante di una scuola materna.Le peripezie familiari di una donna, vissute tra la provincia lucana e quel-la campana, divisa tra lavoro e famiglia, tra ritmi incalzanti e notti insonni passate ad accudire le sue bambine.Spaccati di una vita quotidiana, conditi con una doviziosa descrizione di paesaggi e personaggi, nonché di forme dialettali che aiutano a scoprire molti particolari della società e della cultura, talvolta superstiziosa ma radicata nelle province dell’Italia meridionale tra gli anni 70’ e 80’.Un racconto appassionante, dall’antico sapore rurale che l’autrice Norma Gargano ha saputo elaborare tramite la descrizione di aneddoti, talvolta di fantasia, dotati di una carica vitale così reale da catturare abilmente la curiosità del lettore più esigente, senza però trascurare, tuttavia, alcune riflessioni amare che la vita purtroppo riserva.Storie di denuncia che lasciano un sorriso velato dalla consapevolezza che le cose, forse, un giorno potrebbero

Maestra d’esilio - Norma Gargano - Collana dello Scorpione - Terra del Sole edizioni

Tratto dal libroIl sabato, in assenza della mensa scolastica, le nostre protagoniste cuci-navano per loro tre a turno, sostenendo singolarmente i costi per l’intero gruppo e, quando era il turno di Tanina il decidere cosa mangiare diven-tava un grosso problema di difficile risoluzione.I costi della spesa dovevano essere quasi nulli, essendo questa in procinto di mettere su casa.Per tale ragione, la bidella era inviata dal macellaio per la solita richiesta dell’osso, e vani risultavano i tentativi di Carolina di sottrarsi a tale imba-razzante ed incresciosa incombenza.Tanina l’aspettava impaziente e appena sentiva la chiave nella toppa, esclamava: “Acchiana, acchiana! R’hai addutt’l’osse? “. Cioè: “Sali, Sali! Le hai portate le ossa?”. “Ca na!” (No!) era la risposta, ma l’astuzia di dire che le ossa erano finite, o che vi fosse troppa gente in macelleria, non poteva essere adottata che in qualche raro caso, ma in altre occasioni l’osso doveva comunque giungere a scuola.In occasione delle festività natalizie la nostra Alice pensò di donare all’in-segnante un dolce tipico delle sue parti: `gli struffoli; dolci realizzati con piccolissimi pezzi di pasta che, fritti nell’olio bollente, si gonfiano per le numerose uova contenute nell’impasto, diventando piccole palline dorate che poi vengono immerse nel miele aromatizzato dalla buccia grattugiata del limone e dell’arancio, nonché adornati da canditi.Gli struffoli furono scambiati per ceci, ma dopo il primo assaggio riscos-sero un certo successo.Durante il periodo Pasquale fu offerta a Tanina una `pastiera di grano’, dolce tipico campano, che risultò gradita, ma la teglia che la conteneva, ahimè, venne restituita con una grande ferita; il colpo di lama inferto per tagliare la torta fu mortale ed oltre alla pastiera venne tagliato anche il suo contenitore.Costei aveva in sé una innata predisposizione alle `belle maniere’, le ve-nivano naturali e spontanee come le smorfie che usava fare nell’ingoiare

Maestra d’esilio - Norma Gargano - Collana dello Scorpione - Terra del Sole edizioni

il cucchiaio di sciroppo epatoprotettore che doveva servire al suo fegato e, quindi, curare indirettamente le macchie che le ricoprivano il viso.La bocca si allargava a dismisura, emettendo suoni inarticolati e arcani, simili ai versi di una foca marina; gli occhi le si strabuzzavano dalle or-bite e sembravano volessero trapassare gli spessi cristalli degli occhiali che, a stento, sembravano trattenerli nel proprio alveo; la testa ora si re-clinava all’indietro, mostrando le larghe narici, ora in avanti per espellere bruscamente la lingua ritratta prima all’interno della bocca e poi protratta all’infuori, quasi 1a volesse sputare via di colpo insieme alla medicina.Le sue smorfie facevano riaffacciare alla mente i volti delle maschere del teatro greco con la bocca aperta, a tal punto che sembrava che toccasse le orecchie.Pur costei, però, doveva avere in sé un certo fascino muliebre, poiché aveva un fidanzato e le nozze dovevano essere abbastanza prossime, data l’attenta economia innanzi descritta; le veniva riconosciuto il merito di saper preparare dei saporiti sottaceti, che conservavano in pieno la loro appetibilità, tra questi dei piccolissimi peperoni tondi, ripieni di acciughe e capperi, talmente gustosi che la narratrice ne mangerebbe ancora, se questo fosse possibile. ,Un’altra pietanza tipica del luogo, preparata con maestria da costei era un piatto povero e basilare di tanto tempo fa: la minestra con `la carchiola’.Era il piatto base dei contadini: la minestra era un insieme di erbe spon-tanee, che la mano esperta della gente di campagna conosceva bene e che veniva raccolta lungo i viottoli che percorrevano nel recarsi al lavoro, il cui gusto era reso appetibile e assai gradevole dal profumo del finocchio selvatico.La `carchiola’ altro non era che un impasto di farina di granone, reso piatto a mò di luna piena, senza l’aggiunta di lievito che veniva cotto di-rettamente sulla brace.

Maestra d’esilio - Norma Gargano - Collana dello Scorpione - Terra del Sole edizioni

Disegni del libro

Maestra d’esilio - Norma Gargano - Collana dello Scorpione - Terra del Sole edizioni

Maestra d’esilio - Norma Gargano - Collana dello Scorpione - Terra del Sole edizioni

Maestra d’esilio - Norma Gargano - Collana dello Scorpione - Terra del Sole edizioni

Maestra d’esilio - Norma Gargano - Collana dello Scorpione - Terra del Sole edizioni

Maestra d’esilio - Norma Gargano - Collana dello Scorpione - Terra del Sole edizioni

Maestra d’esilio - Norma Gargano - Collana dello Scorpione - Terra del Sole edizioni

Maestra d’esilio - Norma Gargano - Collana dello Scorpione - Terra del Sole edizioni

Maestra d’esilio - Norma Gargano - Collana dello Scorpione - Terra del Sole edizioni

PostfazionePiccolo mondo antico. Terre, uomini, donne, storie di un sud, quello del nostro Paese, che ormai resta, come in una fotografia, solo un ricordo.In quel mondo, “piccolo” e “antico” infatti, si ambienta il romanzo di Norma Gargano. Una favola, come ci rammenta l’autrice; ma una favola che riscontra somiglianze significative con la realtà. Dura, difficile, lastri-cata di insidie.E’ il racconto di un mondo, quello della scuola, tracciato con punte di sconfortante amarezza, spesso di ribellione, a volte, il più delle volte an-che di rassegnazione.Una scuola in cui i maestri e direttori sono personaggi che riscontrano caratteristiche forse non esaltanti, ma, in una storia fantastica (?), tutto è consentito.Alice, la protagonista della favola, per una volta non s’immerge nel “pae-se delle meraviglie”, attraversa invece questo mondo di conflittuali dissa-pori quasi a dar ragione all’Aretino che scriveva: “Dalla culla e non dalla scuola deriva l’eccellenza di qualunque ingegno mai fusse”.Ma sullo sfondo, per fortuna, c’è un altro mondo, dolce e-grazie a Dio! - non rarefatto: quello dell’infanzia; dei bambini che, nella favola, ritor-nano sia tra i banchi scolastici che nell’intimità della famiglia della pro-tagonista.Un romanzo “fantastico” che va letto con meticolosità; che ci offre spunti di riflessione, soprattutto critici, su un ambiente, quello scolastico, che qualche volta rischia di dimenticare, lungo il proprio e riconosciuto tra-gitto educativo, la funzione di “maestra di vita”.Alfonso Bottone giornalista - scrittore