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Metodologia di animazione, di gruppo e di comunità
Maria Cinque
21-‐10-‐2015
Gruppi (Rosa?)
• 1.3 Il gruppo (definizioni e caraEeris?che) • 1.3.1 I numeri dei membri di un gruppo • 1.3.2 Tipologie di gruppi • 1.3.3 Le norme • 1.3.4 I ruoli all’interno del gruppo • 1.3.5 L’evoluzione del gruppo
Composizione dei gruppi • Ruoli diversi • CaraEeris?che personali diverse (MBTI) • Altre ?pologie
– Kolbe: • Attivisti, Riflessivi, Teorici, Pragmatici • Accomodante, Divergente, Risolutore, Assimilatore
– Stili di apprendimento • Visuale, verbale/auditivo, cenestesico • Globale/analitico • Divergente/Convergente
» Ecc.
Lavoro di gruppo: Analisi di caso
Laura, Simone, Anna, Paola e Riccardo devono fare una ricerca sulla teoria evoluzionista, non si conoscono perché i gruppi sono sta? scel? a sorte dai professori che non sono riusci? a traEare questo argomento in aula. Decidono di fare una prima riunione al termine della lezione in cui è stato affidato il compito.
Durante la prima riunione Anna e Riccardo che hanno leEo già qualcosa nel testo di riferimento spiegano agli altri i principali pun? della teoria e le sue diverse interpretazioni storiche. Il tempo che potevano dedicare alla riunione è terminato e rimangono d’accordo di vedersi una seconda volta per leggere in modo approfondito e insieme i capitoli del testo che il professore ha indicato come riferimento. Durante questo secondo incontro nascono dubbi su alcuni pun? della teoria e un po’ di tempo i ragazzi lo impiegano a confrontarsi sulle diverse interpretazioni. Rimangono d’accordo di vedersi la terza volta per stendere un riassunto della teoria e si dicono d’accordo sul faEo che se qualcuno ha tempo può cercare qualcos’altro da leggere sull’argomento.
Nella prima parte della terza riunione Laura spiega di avere leEo un ar?colo di giornale che parla di un nuovo recente libro in proposito e ne propone la leEura agli altri per fare eventuali aggiunte successive al riassunto che cominciano a stendere. Durante la quarta riunione Laura, Simone, Paola e Riccardo si confrontano sulla leEura del libro e modificano il riassunto svolto, decidendo di raccontare in un secondo momento le loro opinioni ad Anna che era assente. Il tempo stringe e i ragazzi rimangono fino alla mezzanoEe del giorno prima della consegna a casa di Simone per stendere e stampare l'elaborato finale.
Laura, Simone, Anna, Paola e Riccardo devono fare una ricerca sulla teoria evoluzionista, non si conoscono perché i gruppi sono sta? scel? a sorte dai professori che non sono riusci? a traEare questo argomento in aula.
Durante la lezione rimangono d’accordo di leggere il capitolo del libro che parla della teoria e di trovarsi due giorni dopo nella pausa tra una lezione e l’altra.
Quando si trovano si confrontano sui pun? poco chiari e si dividono gli argomen? da approfondire, Simone i profili degli studiosi che iniziarono a parlare di evoluzionismo, Anna e Paola le teorie alterna?ve e le cri?che mosse a questa concezione, Laura la teoria vera e propria così come era stata concepita e Riccardo i moderni aggiornamen? della teoria. Si danno appuntamento 4 giorni dopo.
Durante la successiva riunione i ragazzi si confrontano brevemente su quanto ognuno ha svolto individualmente e decidono insieme la modalità con cui svolgere il lavoro: presenteranno una tesina scriEa con alcuni lucidi riassun?vi. Rimangono d’accordo di ritrovarsi la se\mana successiva, tre giorni prima della consegna, per riunire gli scri\ che ciascuno avrà prodoEo individualmente sul suo soEo-‐argomento. Quando si trovano si vede che la parte sugli aggiornamen? della teoria è poco sviluppata rispeEo al resto; avendo tre giorni a disposizione iniziano a riunire tuEo il lavoro in modo defini?vo e Riccardo dovrà trovare qualche altro materiale da consultare e aggiungere una pagina in più all’elaborato. La spedirà via mail a tu\ gli altri una volta stesa. Anna si incarica di portare il file in copisteria per fare le copie da consegnare al professore, abita più vicino ad una stamperia e ha giusto il tempo di ri?rare il lavoro il giorno della consegna!
GESTIRE IL GRUPPO
definire gli obie\vi del gruppo
definire i ruoli nel gruppo (chi fa cosa)
progeEare/programmare il lavoro individuale e comune che si svolge in riunioni periodiche • 1. priorità • 2. risorse • 3. tempi • 4. valutazione (ad ogni riunione fare un bilancio del lavoro del gruppo)
1.3.6 Gruppi efficaci e inefficaci
Efficaci
• Condividono uno o più scopi, coopera'vamente stru/ura'
• Interessi dei singoli tenu? in considerazione
• Leadership distribuita • Coinvolgimento di tu\ nelle decisioni
• ConfliEo e controversie vissute come occasione di confronto
Inefficaci
• Scopo imposto “dall’alto” e quindi totalmente definito e struEurato
• Partecipazione di membri è “diversa” da persona a persona
• RispeEo dell’autorità • Poca discussione, decisioni prese dall’autorità
• ConfliEo e controversie temu?
Due conce\ chiave
Interdipendenza posi?va
Interazione promozionale “faccia a faccia”
Interdipendenza posi?va Interdipen
denza Scopo
Ricompensa
Risorse
Materiali
Compito
Fantasia (brainstorming)
Iden?tà (gruppi scout, gruppi spor?vi)
Compe?zione
Valutazione
Celebrazione
Interdipendeza
Ogge\va
Sogge\va
Interazione promozionale “faccia a faccia”
Racchiude comportamen? di • Inclusione • AcceEazione • RispeEo e s?ma dell’altro • Disponibilità all’aiuto • Assistenza effe\va ed efficace • S?molazione reciproca • Scambio di informazioni e materiali
Importanza della comunicazione
• Il gruppo diviene elemento educante (“luogo educa?vo”) quando favorisce la presa di coscienza di sé
• La comunicazione disegna l’iden?tà dell’individuo e lo conferma come esistente
• Non è possibile lavorare insieme senza comunicare informazioni, sta? d’animo, difficoltà, desideri, aspeEa?ve
Importanza della Leadership
• Per aiutare il gruppo a divenire un elemento educante occorre che tra i membri si realizzi una leadership distribuita
Il vero leader Sa coinvolgere i membri del gruppo
Sa orientare il lavoro distribuendo i ruoli
Riassume periodicamente ciò che il gruppo ha prodoEo/faEo/vissuto
Controlla il livello di comprensione del gruppo
Incoraggia la partecipazione
Facilita la comunicazione
Solleva tensioni
Osserva il processo
Esprime l’acceEazione di tu\ i membri
Dona riconoscimen?
Stili di leadership
• Lewin (1939): – Autoritaria; Permissiva; Democratica
• Bales e Slater (1955): – task specialist (orientata al compito); socio-
emotional specialist (orientata alle relazioni) • Mouton & Blake (1965):
– Managerial / Leadership Grid
Stili di leadership (Blanchard) Dirigere/guidare (fornendo direttive e istruzioni)
Offrire sostegno socio-emotivo
ORIENTAMENTO AL COMPITO
ORIENTAMENTO ALLA RELAZIONE
I due approcci devono essere utilizzati con variazioni di intensità e dando luogo a 4 fondamentali stili di leadership
COINVOLGENTE SEDUCENTE
Molto sostegno Poca guida
Molto sostegno Molta guida
DELEGANTE PRESCRITTIVO
Poco sostegno Poca guida
Poco sostegno Molta guida S
oste
gno
Dirigere/guidare - +
- +
Alcune riflessioni su scena 1 • Che opinione ha Miranda del talento di
Andy? • (per chi ha visto il film):
– cerca di valorizzare il talento? – che opinione ha degli altri Miranda? – che tipo di autorità?
Alcune domande su scena 2 • Che stile di autorità ha Miranda? • Il suo atteggiamento vi sembra
orientato all’ascolto? • Chi decide? • Che opinione ha degli altri? • Alcune frasi chiave
Alcune domande su scena • Che stile di autorità ha suor Claretta? • Il suo atteggiamento vi sembra
orientato all’ascolto? • Chi decide? • Che opinione ha degli altri? • Alcune frasi chiave
Costruzione Griglia • Personaggi, fa\, problemi, soluzioni • Temi:
§ S?le di autorità § Ascolto (dialogo) § S?le decisionale
• Estensione griglia
The five “Es” of an ecellent teacher
Educa?on
Experience
Enthusiasm
Easy
Eccentricity Geremy Gibson (2009) , “The five Es of an excellent teacher” The Clinical Teacher, 2009, 6, pp. 3-8
Focus su Entusiasmo dal greco "en theós", essere in Dio. E’ ,quindi, energia
straordinaria, slancio, fede. È una forza che ci spinge verso ciò che è elevato, ciò che ha valore. [...] È una spinta verso il futuro, una fede nella propria meta, nelle proprie possibilità. L’entusiasmo è un’esplosione di speranza.
Curiosamente sono pochi quelli che sanno accettare l’entusiasmo in se stessi e coltivarlo negli altri. Molti si vergognano dei loro sentimenti, del loro slancio vitale, pensano che possa indebolire la loro razionalità e la loro capacità di autocontrollo. Ma non è affatto vero.
L’entusiasmo è una forza vitale che può essere sprecata nell’inseguire sogni ad occhi aperti, ma che può essere incanalata in un compito costruttivo, in una ricerca razionale. [...]
L’entusiasmo è fondamentale per convincere gli altri. Se non siete sicuri di voi stessi, se non siete convinti del progetto che andate a proporre, come credete di poter suscitare nell’altro interesse, fiducia perché possa ascoltarvi?
F. Alberoni, La speranza, RCS, 2001
Bachy, S. & Warnier, L., (2008) “Rôles des régulations internes et externes dans l’apprentissage du discours universitaire“, Actes du 20e colloque de l'ADMEE- Europe 2008, Université de Genève
Educare è comunicare
• Comunicare nel doppio senso e?mologico di “rendere l’altro partecipe della propria vita” e di “esprimersi manifestandosi agli altri”
• Uscire da sé e manifestarsi gli altri • Prima di tuEo comunichiamo noi stessi, ciò che siamo: il
nostro caraEere, le nostre virtù e i nostri vizi, i nostri valori • In secondo luogo comunichiamo ciò che facciamo e sono
possibili tre aEeggiamen? e tre modi di agire del docente: autoritario, permissivo e personalizzante
PRIETO, X.M.D., E?ca del docente, Las, Roma, 2007
A/eggiamento AUTORITARIO
A/eggiamento PERMISSIVO
A/eggiamento PERSONALIZZANTE
Si danno con?nuamente ordini e si impogno azioni, indicando con minuziosità il cammino da percorrere
Totale libertà di azione. Non si comanda niente né si indica alcuna strada. Si lascia l’allievo da solo
Si invita alla crea?vità, si offrono orientamen? e si collabora con l’allievo
Dogma?smo, intolleranza: mol? sermoni teorici, molta ipocrisia: “devi”,
“non devi”.
Posizione acri?ca. Non si valuta. Non si corregge, Non si offrono valori
posi?vi
Si indicano mete, si incoraggia, mo?va e accompagna. Si fa una
cri?ca costru\va
Se non si fa quello che è stato ordinato, si impone la punizione. Non si permeEe
l’autonomia.
Non si premia, né si punisce.
Si valuta lo sforzo. Si concordano regole perché vincano tu\ quelli che hanno concordato le
regole.
Risultato: persone molto soEomesse o molto ribelli, ma sempre dipenden?. Né liberi, né responsabili.
Risultato: persone acri?che, passive e
dipenden?. Senza forza per esercitare la loro libertà.
Risultato: persone libere e responsabili.
G.P. Quaglino, Immagini di leadership, in Il mondo, che sta nel cinema, che sta nel mondo, a cura di E. Mancino, Peforming Arts, 2005
15 segni di leadership in 6 minuti
5 mosse in 30 secondi
AcceEare la sfida Fare qualcosa (costruire una relazione)
Prendere il centro: andare dove si dirige (essere equidista?,
ma mollare la baccheEa)
Per stabilire una relazione più vicina occorre conoscere: “chi sono i contral?,
…”
Conoscere le persone, cambiare le
posizioni
15 segni di leadership in 6 minuti
MeEere alla prova (anche sapendo che la prima prova sarà un disastro)
Non sanzionare l’errore ma riproporlo come nuovo termine di riferimento
Ironia, capacità di alleggerire (non c’è bisogno di usare tu7a questa risorsa)
Dare aEenzione ai singoli (le persone hanno bisogno di sapere che hanno con voi una relazione esclusiva)
Equilibrio tra gruppo e singoli
15 segni di leadership in 6 minuti
Fare immaginare, suscitare emozioni
Dare senso, mo?vazione
Costruire una misura che sia realis?ca (avete mantenuto un
accordo…)
Impegno duro, fa?ca
• Riconoscere la leadership del passato e il passato della leadership è importante (aEenzione alla storia delle persone)
Riconoscimento della leadership precedente
Educare è responsabilizzare
• “Il maestro è autorità se trasforma l’allievo in un essere responsabile dei suoi atti liberi (dei quali è autore), aiutandolo a superare la paura iniziale nell’esercizio dell’autorità. Il termine autorità deriva dal greco augeo (dal quale auge), il cui passato remoto è auxi (dal quale deriva ausiliare, aiutare) e il cui supino è auctum (auctoritas), dal quale viene autorità. È autorità soltanto chi aiuta, serve, innalza, solleva sulle sue spalle; più autorità implica più servizio”
DIAZ, C. (2000), Soy amado, luego existo in PRIETO, X.M.D., E?ca del docente, Las, Roma, 2007
Dibattito o Brainwriting (a gruppi)
• D.1 Quali i fondamen@ delle relazioni di autorità in ambito forma@vo e organizza@vo?
• D.2 Quali a7eggiamen@ favoriscono od ostacolano il corre7o esercizio dell’autorità?
• D.3 Quale ruolo giocano le convinzioni di efficacia personale?
• D.4 Come coniugare lo specifico femminile e l’esercizio dell’autorità?
Alcune riflessioni Diversi termini individuano il ruolo di chi insegna: • pedagogo (“colui che accompagna il fanciullo a scuola”) • formatore e istruttore (chi aiuta a “prendere forma”) • maestro (“tre volte grande”; che ne sa di più) • insegnante (chi usa i segni per indicare la meta e promuovere la
crescita) • tutor (da tutus, “chi aiuta a crescere sicuri”) • professore (“chi parla in pubblico”, prendendosi la responsabilità di
quanto dice e rispondendo alla propria vocazione) • mentore (termine derivato per antonomasia dal nome dell’amico di
Ulisse; “chi accompagna il principiante nell’esperienza formativa”) • facilitatore (chi promuove esperienze che favoriscono
l’apprendimento).
G. Flores D’Arcais (a cura di), Nuovo dizionario di pedagogia, San Paolo edizioni, 1992
Giovanni Paolo II (2001): Discorso ai partecipanti all’Incontro mondiale dei docenti universitari, 9 settembre 2001
Tes? sos?tu?vi per M. Pollo, Animazione culturale, Elledici, Roma, 2002.
UNO A SCELTA TRA: • CIAPPEI C, CINQUE M (2014), SoM Skills per il governo dell'agire. La saggezza e le competenze prassico-‐pragma@che. MILANO: Franco Angeli.
• CINQUE M (2013), In merito al talento. La valorizzazione dell’eccellenza personale tra ricerca e didaSca. pp. 3-‐351, MILANO: Franco Angeli.
• CINQUE M (2010). Agire crea@vo. Teoria, formazione e prassi dell’innovazione personale, MILANO: Franco Angeli.