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Mild Cognitive Impairment Luciana Brandi e dott. Dimitri Becheri L11- Corso di Psicolinguistica a.a. 2012-13

Mild Cognitive Impairment B B

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Mild Cognitive Impairment B B

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Page 1: Mild Cognitive Impairment B B

Mild Cognitive Impairment

Luciana Brandi e dott. Dimitri Becheri

L11- Corso di Psicolinguistica

a.a. 2012-13

Page 2: Mild Cognitive Impairment B B

INVECCHIAMENTO CEREBRALE FISIOLOGICO

Page 3: Mild Cognitive Impairment B B

INVECCHIAMENTO CEREBRALE FISIOLOGICO

Cervello umano = 20-100 mld di neuroni

10.000/die dai 25 anni di età

100.000/die dai 25 ai 45 anni di età

Numero di neuroni

Connessioni sinaptiche

Funzionamento sinaptico

Page 4: Mild Cognitive Impairment B B

INVECCHIAMENTO CEREBRALE FISIOLOGICO

Il cervello anziano: saggezza e dimenticanza

“La vecchiaia è l'unico sistema che si sia trovato per vivere a lungo”Charles de Sainte-Beuve

“Nessuno ama la vita come l'uomo che sta invecchiando” Sofocle

UP DOWN

MEMORIA AUTOBIOGRAFICA MEMORIA A BREVE TERMINE

MEMORIA A LUNGO TERMINE APPRENDIMENTO

NETWORK CONCENTRAZIONE

FILTRO ATTENZIONE

Page 5: Mild Cognitive Impairment B B

INVECCHIAMENTO CEREBRALE FISIOLOGICO

Meulenbroek O et al. NeuroImage 2012.

Page 6: Mild Cognitive Impairment B B

I segni clinici chiave sono:

La perdita di autonomia funzionale e la

Interferenza con le relazioni sociali, lavorative

con un peggioramento significativo

rispetto ad una condizione precedente di livello funzionale

INVECCHIAMENTO CEREBRALE PATOLOGICO

FISIOLOGICO PATOLOGICO

Page 7: Mild Cognitive Impairment B B

Presenza di deficit cognitivi multipli caratterizzati da:

•1) compromissione mnesica (deficit di abilità ad apprendere nuove informazioni o a richiamare informazioni precedentemente apprese)

•2) 1 o più di 1 dei seguenti deficit cognitivi:

– Afasia (disturbo del linguaggio)

– Aprassia (incapacità ad eseguire attività motorie nonostante l’integrità della comprensione e della motricità)

– Agnosia (incapacità a riconoscere o identificare oggetti in assenza di deficit sensoriali)

– Deficit del pensiero astratto e della capacità critica (pianificare, organizzare, fare ragionamenti astratti)

•I deficit cognitivi dei criteri 1) e 2) interferiscono significativamente nel lavoro, nelle attività sociali o nelle relazioni con gli altri, con un peggioramento significativo rispetto al precedente livello funzionale.

•I deficit non si manifestano esclusivamente durante un delirium APA, 1994

LE DEMENZE - CRITERI DIAGNOSTICI

Page 8: Mild Cognitive Impairment B B

CLASSIFICAZIONE EZIOLOGICA DELLE DEMENZE

LE DEMENZE

DEMENZE PRIMARIE

Corticali

Malattia di Alzheimer

Demenza fronto-temporale

Sottocorticali

Demenza a corpi di Lewy

Parkinson-demenza

Idrocefalo normoteso

Corea di Hantington

Paralisi sovranucleare progressiva

Degenerazione cortico-basale

DEMENZE SECONDARIE

Demenze vascolari

Demenza multiinfartuale

Malattia di Biswanger

Demenze meccaniche

Demenza post-traumatica

Idrocefalo normoteso

Demenze tossiche

Demenze neoplastiche

Demenze endocrino-metaboliche

Demenze infettivo-infiammatorie

Demenze da altre cause

Page 9: Mild Cognitive Impairment B B

LE DEMENZE

Page 10: Mild Cognitive Impairment B B

Demenza Fronto-Temporale

Gruppo di demenze eterogenee sul piano clinico e neuropatologico caratterizzate da disfunzione dei lobi frontali e della porzione anteriore dei lobi temporali

• Malattia di Pick

• Afasia Primaria Progressiva (PPA)

• Demenza semantica (SD)

• Demenza fronto-temporale con amiotrofia

• Demenza fronto-temporale e parkinsonismo

Page 11: Mild Cognitive Impairment B B

LE DEMENZE FRONTOTEMPORALI

DEFINIZIONE

Gruppo di demenze degenerative non-Alzheimer, eterogenee

sul piano clinico e neuropatologico, prevalentemente

associate ad atrofia dei lobi frontali e della parte anteriore

dei lobi temporali, che si manifestano con:

turbe del comportamento e della personalità

difficoltà nell’espressione verbale

relativa conservazione della memoria e dell’orientamento

topografico.

Page 12: Mild Cognitive Impairment B B

LE DEMENZE FRONTOTEMPORALI

EPIDEMIOLOGIA

Età di insorgenza: 60-65 anni Binetti G.et al. Arch Neurol 1998

♀ > ♂ Sopravvivenza ♀:8 anni ♂:6 anni Heston LL et al. Gen Psychiatry 1987

Prevalenza 10 casi/100.000 60 - 69 anni 4 casi/100.000 70 - 79 anni Warren JD et al. Brain 2005

Page 13: Mild Cognitive Impairment B B

LE DEMENZE FRONTOTEMPORALI

AFASIA PROGRESSIVA PRIMARIA

Si manifesta come un disturbo isolato e progressivo del linguaggio, con riduzione della fluenza verbale e difficoltà nel reperimento dei vocaboli.

Si associa una elevata consapevolezza di malattia e conservazione delle altre funzioni cognitive.

Col tempo si arriva ad un quadro conclamato di demenza, sebbene i disturbi del linguaggio dominino la clinica per gran parte della storia di malattia.

Il neuroimaging evidenzia atrofia asimmetrica fronto-temporale nell’emisfero dominante.

Page 14: Mild Cognitive Impairment B B

AFASIA PROGRESSIVA PRIMARIA

MAURICE RAVEL

Page 15: Mild Cognitive Impairment B B

Ravel

• il compositore era affetto da afasia progressiva primaria e da una degenerazione corticobasale.

• Pare che nella sua ultima e più famosa opera, il Bolero, portata a termine nel 1928, Maurice Ravel sia stato molto più influenzato dal deterioramento della parte sinistra del suo cervello, piuttosto che dalla vena artistica.

Page 16: Mild Cognitive Impairment B B

Ravel- Bolero

• "Nel brano si alternano due temi melodici principali, che si ripetono otto volte per 340 battute, in un graduale e continuo crescendo, dal pianissimo iniziale fino al travolgente finale, per un totale di 18 sequenze musicali (nove ripetizioni del tema A e nove del tema B). In parallelo, si basa su due semplici linee di basso staccato (l'accompagnamento ritmico del tamburo) che si alternano l'una con l'altra. Il Bolero è stato definito un esercizio di compulsività di struttura e anche di perseverazione: non cambia infatti fino alla 326° battuta, quando improvvisamente accelera.

Page 17: Mild Cognitive Impairment B B

Ravel- Bolero

• "Il Bolero contiene di fatto solo due temi, ognuno ripetuto 30 volte, ma ha anche 25 diverse combinazioni di suoni. Ravel stesso lo descrisse come «un tessuto orchestrale senza musica.» Ovviamente, discriminare tra l'evoluzione della malattia e lo sviluppo artistico è molto difficile.”

• "La malattia di Ravel potrebbe essere incominciata in forma asintomatica proprio in quel periodo, in cui i suoi manoscritti mostrano segni di deterioramento.”

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LE DEMENZE FRONTOTEMPORALI

FTD AD

Linguaggio

Disinibizione

Disturbi della memoria

Comportamento sociale

inadeguato

Iperoralità

Comportamento ossessivo

compulsivo

Disturbi della memoria

Apatia

Disforia

Ansia

Comportamento motorio aberrante

Binetti et al. Neurosci Lett 2003 Misdiagnosi FTD - AD

Caratteristiche cliniche FTD-AD

Page 19: Mild Cognitive Impairment B B

Le sindromi predementigene

• Mild Cognitive Impairment

• O

• Decadimento Cognitivo Lieve

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Mild Cognitive Impairment Decadimento Cognitivo Lieve

• caratterizza persone cui non può essere attribuita una diagnosi di demenza o di AD, ma che tuttavia presentano un decadimento di memoria o cognitivo più consistente di quello che sarebbe atteso in ragione della loro età di invecchiamento.

• Vale a dire, pur considerando che le prestazioni cognitive e di memoria risentono in modo naturale dei processi di invecchiamento senza perciò segnalare alcuno stato patologico, tuttavia per alcuni casi non si può parlare né di demenza senile né di normale effetto età relativamente al declino mnesico e/o cognitivo che colpisce una persona seppur ancora capace di svolgere le proprie attività quotidiane e dunque in assenza di disabilità funzionali.

Page 21: Mild Cognitive Impairment B B

CRITERI DIAGNOSTICI DELL’MCI

•la persona, o qualcuno che la conosce bene, esprime preoccupazioni

riguardo il suo funzionamento cognitivo (sintomi soggettivi) ed

effettivamente all’esame neuropsicologico viene evidenziata una sua

compromissione (sintomi oggettivi);

•le attività di base della vita quotidiana sono preservate o si ha una

compromissione minima nelle funzioni strumentali complesse;

•la persona non soddisfa i criteri clinici del DSM-IV-TR o dell’ICD-10 per

una sindrome demenziale.

MILD COGNITIVE IMPAIRMENT

Petersen, 1999

Page 22: Mild Cognitive Impairment B B

MCI: caratteristiche diagnostiche

• a) perdita di memoria soggettivamente lamentata dal paziente stesso o da un componente della famiglia;

• b) disturbo della memoria o di altri domini cognitivi oggettivamente confermato da test neuropsicologici (ad es. il Montreal Cognitive Assessment);

• c) profilo storico del declino da un livello funzionale normale precedente;

• d) conservazione delle autonomie di vita quotidiana; • e) assenza di altri motivi medici, neurologici o psichiatrici per il

disturbo mnesico; • f) assenza di demenza. • Vedi Nasreddine et al 2005; merita notare che il ben più noto ed

usato MMSE (Mini-Mental State Examination) per la diagnosi di declini mnesici e cognitivi si è dimostrato inadatto per MCI.

Page 23: Mild Cognitive Impairment B B

MILD COGNITIVE IMPAIRMENT

Petersen. MCI: Ten Years Later. Arch Neurol. 2009

Page 24: Mild Cognitive Impairment B B

MCI caratteristiche linguistiche

• perseverazione narrativa:

• l’iterazione differita di precedenti narrazioni dello stesso parlante, ove sintagmi, frasi, sequenze di frasi vengono replicate con variazioni minime

• a) entro la medesima unità conversazionale e dunque in segmenti discorsivi temporalmente vicini o concomitanti;

• b) fra unità conversazionali temporalmente distanti, anche giorni e settimane

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Consapevolezza • A.M. (25.5.2011) • [03.36] delle volte, fo per dire, voglio far colazione, preparo tutto, mi

metto a far colazione mamma mia va va devo fare questa cosa sa poi facendo subito, dico, dopo mangiato, facendo subito le cose che avevo da fare dico delle volte “o mamma mia ma che avrò fatto colazione? (ridendo) Sì sì, e dico io eppure dico, ho mangiato sì ma però mi viene un po’di mancanza

• [53.12] e ora certamente come prima non son più, delle dimenticanze le mi vengano, davvero!se no d’altra parte mi alzo la mattina, prendo il caffè, prendo le mi medicine prendo, e poi mi metto a fare icchè ho da fare, più tardi dico: “ma non ho mica fatto colazione?” perché sa, io sono, vo anche a mezzogiorno, per dire non è che sono, “l’ho bell’e fatta” poi ci ripenso , poi dico “o mamma mia, non ricordo neanche se ho fatto colazione” o che è possibile, mi ci fo, mi mortifico.

• [52.23] (parlando del figlio) Tante volte mi dice: “o mmamma, ma tu me l’hai già bell’e detto”, “e se te l’ho detto almeno t’ha capito meglio, te l’ho detto du’ volte” (ride) almeno sono più sicura che tu ha’ capito (ride)

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Consapevolezza • M.F. (18.4.2011)

• a Prato, in macchina, me la cavo abbastanza bene, a parte la mi porta Isabella, mia figlia perché la si fida più poco (ride), si perché un giorno un tornavo, un so icchè mi era successo, sicchè è stata un po’ in pensiero e allora la preferisce portarmi lei, però insomma non ho problemi anche a guidare

• (21.5.2011)

• I. una volta tu te lo ricordavi (si riferisce al fatto che M. non ricorda quando è morta la madre)

• M.F. ma una volta avevo meno di ottant’anni

• 5. C.B.(26.5.2011)

• quando andao a lavorare aveo il cervello allenato, mi ricordao tutta la roba, ora non mi ricordo più nulla

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Memoria episodica e memoria semantica

• R.S. (24. 3. 2011) • R.S. quando nacque Enrico fu una

cosa bellissima s’era a Careggi, a il Mayer, la mi figliola era a una… no, non a i Mayer , alla maternità, a Firenze, a Careggi Careggi, e l’era sotto la dottoressa che è alla maternità, voglio dire prima si vide uscire i figlioli su un gran carrello, no, fo alla mi moglie: “guarda, quello lì è il nostro” “ecco lui, l’ha riconosciuto subito” “te ne accorgerai” allora gli erano quasi tutti mori coi capelli, lui era l’unico biondo senza capelli

• A: era lui • R:S. quando si andò a vedello, fo alla

Maria Pia: “che era lui!?” “sì, t’ha ragione” perché anche se ci ripenso era proprio così, aveo ragione io.

• C.B. (13 10.2011) • I’ Colorado è bello, bellissimo, se gli

capita d’andare, la vada a vedere amh , le bestie, gli animali di tutt’e tipi, c’è da da, mamma mia, bufali mamma che bellezza ci passan fra le macchine, s’era preso, c’è uno di Piombino che fa de’ viaggi in particolare, e mi telefonò la fine di luglio e mi disse : “C. tu vieni si va a vedere i parchi americani”, gli dissi “Si va n’i’ Colorado?”, “N’i’ Colorado? Bene, si va ne’ Colorado” e s’era quattordici persone dentro un pulmino ,…,s’è visto… come… qualcosa di bello, naturale, proprio… rimasto quella maniera… io so’ rimasto a bocca aperta che gli Americani gl’abbino lasciato un posto bello quella maniera… così come gli’era….a i’ naturale…

Page 28: Mild Cognitive Impairment B B

Memoria semantica ed episodica

se gli anziani più vecchi attivano il giro temporale medio più degli anziani giovani nel recupero di memoria autobiografica, questo probabilmente riflette un maggiore coinvolgimento del processing semantico (Levine et al 2002)

la corteccia prefrontale è coinvolta in numerose funzioni correlate alla memoria autobiografica ma principalmente nel ripensare eventi della propria esperienza quindi in processi di ricostruzione mnesica autoreferenziale; i lobi temporali mediali (LTM), in particolare l’ippocampo, svolgono un ruolo importante nella codifica della memoria episodica (Svoboda et al 2006)

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Memoria semantica ed episodica LTM

ampio dibattito sul ruolo da attribuire a tali strutture per il consolidamento ed il recupero nel tempo delle tracce mnesiche, giacché nel modello classico è la neocorteccia direttamente, senza la mediazione dell’ippocampo, che consente l’accesso alle memorie passate; la corteccia temporale laterale, soprattutto dell’emisfero sinistro, è attiva per la memoria semantica Per Kramer et al. 2007: ulteriore dissociazione tra ippocampo e strutture frontali per il rispettivo contributo alla memoria episodica: i livelli di accuratezza nel recupero mnesico dipendono solo dall’ippocampo mentre l’uso strategico, la scelta, di aspetti del ricordo dipende dalle aree frontali.

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Memoria episodica Lobo temporale mediale, ippocampo e giro ippocampale

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Memoria semantica, Procedurale e Working memory

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Buffer episodico

• Componente multimodale , mediatore ed interfaccia fra memoria a breve termine e memoria a lungo termine.

• componente temporaneo a capacità limitata, in quanto consente l’accesso simultaneo ad un’ampia gamma di differenti codici specifici, e perciò svolge il ruolo di connettere l’informazione da fonti diverse per formare episodi integrati e coerenti anche lungo l’asse del tempo, una sorta di spazio separato dalla memoria a lungo termine ma che allo stesso tempo costituisce una fase fondamentale nell’apprendimento episodico permanente

• Vilberg e Rugg 2008 ritengono che ci siano sufficienti elementi per considerare la corteccia parietale inferiore come quella regione che potrebbe costituire proprio il sostrato neurale del buffer episodico descritto da Baddeley, contribuendo alla formazione ed al mantenimento di una rappresentazione integrata di contenuti della memoria episodica.

• A conferma indicano anche i dati anatomici relativi alle connessioni, sia dirette che indirette, che la corteccia parietale inferiore ha con l’ippocampo e la corteccia temporale mediale.

Page 33: Mild Cognitive Impairment B B

Baddeley 2003

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Memoria episodica

• Vi una particolare differenza tra la memoria episodica e quella semantica: solo la prima comporta la capacità di compiere viaggi mentali nel tempo e un senso del Sé lungo l’asse temporale della propria storia, cosa questa che si lega ad un tipo di coscienza del tutto particolare (autonoetica), e diversa da quella che ci fa essere consci del mondo e del contesto in cui si sta svolgendo il nostro presente in corso: è la consapevolezza della propria esperienza personale, dunque del tempo soggettivo in cui sono accaduti gli eventi

Page 35: Mild Cognitive Impairment B B

Memoria episodica

La memoria episodica, dunque, rendendoci capaci di viaggiare mentalmente nel tempo, ci mette in grado di dare rappresentazioni di noi stessi nel passato, nel presente e nel futuro, rende la nostra percezione del presente sempre indissolubilmente connessa alla memoria del passato ed alla immaginazione del futuro. La capacità di intrecciare le dimensioni del tempo è alla base della formazione (e del continuo riconoscimento) della soggettività.

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a partire dal terzo anno di vita, la soggetività –percezione e consapevolezza del sé - emerge nel corso di processi nei quali il cervello produce non solo immagini di un oggetto, non solo immagini delle risposte dell’organismo all’oggetto, ma anche immagini di un organismo - il proprio - nell’atto di percepire un oggetto e di rispondervi. Esiste inoltre un’interazione complessa tra il senso di continuità del Sé nel tempo, i contenuti episodici e le emozioni ad essi associate.

Page 37: Mild Cognitive Impairment B B

le memorie episodiche non sono semplicemente immagazzinate ma piuttosto vissute, giacché il legame forte con la dimensione emotiva è intrinseco agli stati autogenerati dalla coscienza propria della memoria episodica in quanto partecipano dei sistemi di valore che, attraverso l’emozione, fanno attribuire senso ad ogni esperienza.

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Sé ed emozioni Secondo Damasio 2000: i contenuti della coscienza rappresentano le modificazioni di zone corticali associate alle modalità percettive rivolte verso l’esterno, lo stato della coscienza ci informa sulle variazioni dell’ambiente interno del nostro corpo.

Le emozioni: costituiscono le modalità sensoriali rivolte verso l’interno, forniscono le informazioni sullo stato corrente del proprio Sé corporeo, confrontato con lo stato del mondo; vere e proprie percezioni dello stato del soggetto, che viene comunicato alle strutture di monitoraggio somatico del nostro cervello.

Page 39: Mild Cognitive Impairment B B

Senso di sé

La memoria episodica, dunque, è ciò che consente di far riemergere alla consapevolezza episodi vissuti in precedenza, e perciò costituisce il fondamento del Sé in quanto lega dentro un filo di continuità la storia personale e rende perciò possibile il continuo riconoscimento della propria individuazione al di là di ogni mutamento o trasformazione. Alla sensazione di ricordare si associa un senso di sé in determinati , e diversi, momenti del tempo soggettivo: essere nel flusso della propria storia personale è toccare attraverso il ricordo la veridicità della propria esistenza

e la soggettiva riconoscibilità.

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Il bisogno di raccontarsi

i pazienti manifestano un’insopprimibile pulsione a raccontare eventi del proprio passato, come se cercassero così di darsi continua conferma di una loro risparmiata capacità di riconoscimento del Sé. Anche se la situazione comunicativa non lo richiederebbe, e anche se si prova ad interromperli per portare la conversazione altrove, dopo un attimo di silenzio concesso all’altrui tentativo di spostamento dell’attenzione, riprendono la narrazione esattamente da dove l’avevano lasciata, perché ‘la loro storia’ deve essere portata a termine per non sentire lacerato il proprio Sé

Page 41: Mild Cognitive Impairment B B

Il bisogno di raccontarsi

cercano di non far scappare nel nulla la capacità di dire e di dirsi “chi sono?” tenendosi stretta nella mente e sulle labbra la loro storia, quei pezzi del passato che ancora tengono un filo di salda continuità con un presente che sfugge, ma che può essere ancorato da : io so chi sono perché so che sono quello/a che ero.

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Memoria e linguaggio

• il sostrato neurale della memoria episodica: fitta rete di connessioni sottocorticali (es. ippocampo) e corticali, regioni ove si ha il consolidamento delle informazioni nella memoria a lungo termine. In questa rete di connessioni la memoria si incontra col linguaggio.

• Nel métissage fra memoria episodica e memoria semantica, il linguaggio è non solo strumento per dare nome al reale, ma anche abito mentale per capacità e forme di cognizione e di autocognizione altrimenti non accessibili.

Page 43: Mild Cognitive Impairment B B

Processi narrativi

costituiscono il fondamento della memoria episodica; essi svolgono un ruolo fondamentale nell'organizzare e nel plasmare i flussi di informazioni che riguardano noi stessi/e e le nostre relazioni interpersonali.

la narrazione diventa il luogo in cui l’identità cerca e costruisce la propria permanenza temporale nell’intreccio attraverso l’azione narrata, è quella forma di enunciazione che inserisce in una trama agenti, azioni, oggetti ed eventi, e che lega rappresentazioni, altrimenti frammentate del mondo, all’interno di esperienze unificate e percepite come vissute.

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Processi narrativi

• la narrazione costruisce il senso dell’esperienza vissuta, le assegna un significato ed un valore attraverso la dimensione non della verità ma della verosimiglianza. La plasticità che la struttura narrativa deve dunque acquisire per poter essere la forma interpretata di un’esperienza si realizza interamente nella sua dimensione linguistica testuale.

• nell’intreccio fra vita e testo costruito, si consuma la ri-definizione dell’identità

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Perseverazioni narrative

• sono brani di parlato spontaneo, sequenze di enunciati con cui il paziente racconta un episodio della propria vita passata, e dove la persistenza narrativo-testuale costituisce l’ossatura del ricordo.

• Quindi la dimensione linguistica interessata supera quella della parola e anche della frase, e va a coprire sequenze di frasi coerenti e coese, e dotate di valore comunicativo intenzionale: il parlante controlla l’intenzione di narrare ma non controlla la perseverazione

Page 46: Mild Cognitive Impairment B B

Perseverazione narrativa:M.F.

• (21.5.11)

• voleva un maschio, gli cascò la paletta, gli era accanto a il foco, era inverno, sono nata l’otto gennaio, (ride) gli cascò la paletta di mano, gli disse ‘F. è un’ altra femmina’, ne aveva già due, sicchè , io sono nata dopo quindici o sedici anni dalle mie sorelle, però purtroppo era una femmina lo stesso, a parte insomma che mi adorava poi, mamma mia

(18.6.2011)

• “eh, lui gli stravedeva per me, quando nacqui rimase male perché gli avrebbe voluto un maschio, … fuori era freddo, era l’otto di gennaio, gli cascò la paletta di mano dal dispiacere, F., è un’altra femmina, vieni, gli disse la levatrice, a quell’epoca partorivano in casa. E poi mi adorava, sì, davvero davvero”

Page 47: Mild Cognitive Impairment B B

Perseverazioni M.F.

(1.6.2011) conversazione con A.

A. come si chiamavano le sue sorelle, se lo ricorda?

M.F. Nives e Nisarde, nomi strani, Nives bello ma Nisarde brutto, strano, io non so la mi mamma ndove l’aveva pescato. Forse leggendo qualche cosa, visto che la leggeva la mamma. Forse l’aveva letto qualcosa, eh sì. Nisarde non non c’è né in P. né in V. (ride) ed è abbastanza brutto anche come nome, Nives no, gli è un bel nome, si dice male, perché di norma viene detto Nivesse, non è che uno si ferma alla esse, però Nives è un bel nome, Nisarde no, gli è brutto, decisamente brutto

A. è un po’…

M.F. è non so, la mi’ mamma lo deve aver letto in qualche cosa, suppongo, perché non ce ne è altri in V. di nomi come quello sicchè

(A. riflette sull’etimologia di Nives)

Page 48: Mild Cognitive Impairment B B

Perseverazioni M.F.

M.F. insomma, gli è un po’uggioso, con quell’esse che rimane in mezzo, va a finire che uno ci aggiunge l’e e dice Nivesse e infatti le persone di V. la chiamavano Nivesse, non mica Nives, dicevan Nivesse

A. invece con M. la madre ha scelto meglio

M. piuttosto che Nives e Nisarde, quelle altre due sorelle, Nisarde poi gli è orribile, Nives è un bel nome, gli è un po’uggioso che bisogna fermarsi a quell’esse così, Nisarde gli era decisamente brutto, la mi mamma non so indove l’avesse pescato forse l’aveva letto in un libro o qualche cosa”

A. chiede se alla madre piacesse leggere e cosa

M.F. so che le piaceva leggere e questo Nisarde lo doveva aver pescato da qualche lettura, sennò non c’è verso, in V. non c’è un cane che si chiami così (A. e M. ridono) Nives è un bel nome ma Nisarde era decisamente brutto, io non c’ero a quell’epoca sennò avrei sconsigliato di chiamarla Nisarde

Page 49: Mild Cognitive Impairment B B

Perseverazioni M.F.

• (9.7.2011)

• M.F. Nisarde, non so come la mia mamma lo deve aver letto da qualche parte, non c’è verso, non c’è nessuno in tutta la vallata che si chiami Nisarde (A. prova ad immagine dove la madre di M. potrebbe aver trovato quel nome) ma Nisarde non c’è da nessuna parte, Nives sì anche se gliè abbastanza raro e si pronuncia male perché bisognerebbe fermarsi all’esse e invece vien detto Nivesse e gliè brutto, Nives insomma noi non ci si ferma mai all’esse e basta

Page 50: Mild Cognitive Impairment B B

Perseverazioni M.F.

(16.7.2011)

A. le sue sorelle si ricorda?

M.F.Nives e Nisarde, un nome stranissimo che non si ritrova da nessuna parte della Toscana non so la mia mamma ‘ndove l’aveva trovato, forse l’aveva letto da qualche parte, ma Nisarde proprio, ma gli era brutto anche

S. L. no, invece, ha un bel suono

M.F. no, a me non piaceva, Nives è un bel nome, bisogna soffermarsi sulla esse ma è difficile e molti dicevano Nivesse

Page 51: Mild Cognitive Impairment B B

R.S. 07.04.2011

(parla della moglie durante la propria malattia) tanto più di me, perché l’ho odiata, no no, odiata

sapendo eh, cosciente, l’entrava in camera e la sentiva uno gridare “mandate via quella p.” “Rino, ma è la tu moglie” “no, no, è una t.”. così, eh, che la entrava, venia al letto e mi facea: “icchè tuffai a letto?” “mi fo una s., tu me la vuoi far te?” oh, allora lei dopo un po’ che mi facea fare queste cose, che ulle voleo fare eh, l’andò dal dottore e gli disse: “l’aspettavo signora””ah, perché?””sì, il su marito è così, così, e così, va tutto bene” “mah, lo dice lei che va tutto bene”, gli andaa tutto bene, “perché quando si interviene a questi livelli scatenano il peggio di loro stessi contro contro chi chi più amano”,

Page 52: Mild Cognitive Impairment B B

R.S. . 07.04.2011

• io sono stato odiato da i’ mi’babbo, gli ha avuto un ictus, allora vennero, gli cambiarono il catetere, io per rimetterlo a il letto, grosso come me, eh, levarlo da i’ letto, metterlo sulla carrozzina, appena lo tirao su e iniziò “tu mi fa cascare, vaffanculooo, che tu sè venuto a fare, a rompere i c. levati dai c., mi fa’ cascare” e si cascò e e cascai, io picchiai nel letto suo, tre costole rotte, che io in terra che non respiravo neanche e questo addosso a me, i il meglio titolo che ebbi fu stronzo io dissi: “babbo, ti voglio tanto bene”

Page 53: Mild Cognitive Impairment B B

R.S. 28.04.2011

però sono stati due mesi tremendi, più per lei che per me, che l’ho odiata…. sentire, entrare in quella camera ndo’ero io e sentire uno che la amava e la ama da morire urlare mandate via quella p. e gli diceano questo “ma è tua moglie” “no, è una t.” che la arrivaa al letto e mi dicea ”su, icche tu ffai lì a letto?” “mi fo’una s. me la vuoi far te? ” Cosciente eh, dico. Un giorno c’è il dottore che m’avea operato la mandò a chiamare e gli disse : “signora, suo marito gliene dice di tutti i colori, la offende, vero?” “va tutto bene” “bah, lo dice lei che va tutto bene” “quando si interviene a questi livelli”, disse, “e, e, mmmm, lì, tutto il loro tutta la loro cattiveria la esprimono contro chi più amano. Mio padre mi ha odiato, che lui ha avuto un ictus prima di morire, quei sei mesi che gli è stato diciamo malato, mezzo paralizzato, pover uomo, e facea quei lavori lì, eh lui

Page 54: Mild Cognitive Impairment B B

Perseverazioni P.M. (28.02.2011)

• [2] vo anch’io, si si, anche me, perché s’ha il turno, si, io poi sai a cena non ci sto perché si va, loro allora loro fanno qualcosa così ma e uno di questi ragazzi mi porta a casa, perché non posso mica poi cenare tardi

• [11] quando c’è il turno, poi loro fanno la cena, que’ ragazzi, poi vanno a mangià con tutti eh invece io non ci sto no, a me mi fanno quella pizzettina e vengo a casa non potrei rimane’ a mangià là fino a tardi mi fanno la pizzettina poi uno di questi ragazzi mi porta a casa

• [31.06] c’avevo anche il turno con que’ ragazzi ci dovevo avé il turno con que’ ragazzi ma prima la sera mi portano a casa perché a mangiare io non ci sto laggiù, per l’amor di dio, a fa tardi, mi preparano qualcosa per mangiare e mi portano a casa

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Aree di Brodman

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Brodmann semplificata

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cartografia per il linguaggio

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Rete odotopica

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Fascicolo arcuato

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Segmento anteriore (VERDE) connette B e G Segmento posteriore (GIALLO) connette W e G

Segmento diretto (ROSSO) connette B e W

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The Function of Direct and Indirect Perisylvian Pathways (Catani et al 2005)

• the indirect pathway appears to relate to semantically based language functions (such as auditory comprehension and vocalization of semantic content), whereas the direct pathway relates to phonologically based language functions (such as automatic repetition).

• This is not to say that these functions are restricted to perisylvian areas, but merely that within the parallel pathways we describe, the two functions are anatomically dissociable.

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Geschwind territory

• Our tractography results highlight the importance of the inferior parietal cortex as a separate primary language area with dense connections to classical language areas through the previously undescribed indirect pathway. The region corresponds to BA39 and 40, and although its importance as a linguistic area has been recognized for some time, recent neuroimaging studies have highlighted its importance for semantic processing. Norman Geschwind emphasized the importance of the region in ideational speech, suggesting that, through cortico-cortical interactions, the convergence of multimodality sensory inputs in the inferior parietal lobe allowed the development of semantic content. The development of this area and its perisylvian connections is thought to have coincided with the emergence of language in humans.

• In recognition of Geschwind’s contribution, we refer to this region as Geschwind’s territory.

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Tractography reconstructions of the direct and indirect pathways in six individual subjects: intersubject variance

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Rete odotopica per il linguaggio

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Effetti sui modelli neurocognitivi per il linguaggio

• corteccia parietale inferiore (denominata territorio di Geschwind) come un’area primaria per il linguaggio, legata da dense connessioni alle aree classiche di Broca e di Wernicke.

• il fascicolo longitudinale inferiore,che veicola informazione visiva dall’area occipitale al lobo temporale e probabilmente gioca un ruolo importante nel riconoscimento visivo di oggetti, e nel legare le rappresentazioni degli oggetti alle loro etichette lessicali; il fascicolo uncinato, che interconnette il lobo temporale anteriore all’area orbito-frontale, compreso il giro frontale inferiore, e può giocare un ruolo importante nel recupero lessicale, associazioni semantiche, e aspetti della nominazione che richiedono le connessioni tra componenti frontali e temporali della rete del linguaggio, ad es. la nominazione di azioni; il fascicolo fronto-occipitale inferiore, che pare essere l’unica connessione diretta tra corteccia occipitale e frontale, è considerata parte del sistema dei neuroni specchio, ci sono le prime prove che non sia presente nei

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Perseverazioni

Vilberg e Rugg 2008: la corteccia parietale inferiore è la regione che potrebbe costituire proprio il sostrato neurale del buffer episodico descritto da Baddeley, contribuendo alla formazione ed al mantenimento di una rappresentazione integrata di contenuti della memoria episodica.

Conferma: le connessioni, sia dirette che indirette, fra corteccia parietale inferiore, ippocampo e la corteccia temporale mediale.

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Perseverazioni

• Se leghiamo quanto ora osservato in merito al sostrato neurale del buffer episodico con ciò che emerge dagli studi odotopici su l’includere il lobo parietale inferiore e aree delle cortecce temporali mediali inferiore e anteriore nei territori importanti per il linguaggio, allora forse cominciamo a rendere concepibile l’idea che sia lì, in questi territori, che la strutturazione della fabula del ricordo si incontra con la strutturazione linguistico-testuale a fondamento della sua narrabilità.

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Sceneggiature del Sé. • la perdita di integrità della materia bianca nel lobo

temporale mediale si associa ad un ricordo differito di parole e storie più povero, e che la relazione è forte per la rievocazione mnesica differita, assai più che per quella immediata. Ecco allora che quando le connessioni cominciano a risentire dei deficit neurali che sono il portato della malattia, prima di tutto il decadimento di materia bianca, quando il declino, seppur lieve, riflette mutamenti nell’integrazione funzionale neurale, ecco comparire la semi-fissità del testo narrato, la perseverazione, a garanzia della possibilità di rammemorare ciò che, nel legame forte con le emozioni, è percepito come fondamento del Sé.

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AD • D.M. (15 maggio 2010) conversazione con F. • F. allora che lavoro faceva lei? • D.M. io prima?, facevo la parrucchiera • F. la parrucchiera • D.M. si, senz’altro, e poi sono sempre stata casalinga • F. casalinga, le piaceva cucinare allora • D.M. si, si, senz’altro • F. e che cosa cucinava? • D.M. di tutto, tutto quello che c’era facevo, sono sempre stata, un po’ per tutto • F. per tutto, un po’ per tutto, ma una cosa che le piaceva cucinare tantissimo, e

anche mangiare? • D.M. ora, non mi viene a mente però ho sempre cercato di far tantissime cose,

insomma sono sempre stata così • • Declino della memoria episodica e declino del linguaggio si intrecciano così a

segnare il lento ma inarrestabile sfilacciarsi della tela della propria vita, della possibilità di continuare a tessere la propria storia.

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A.D. • Declino della memoria episodica e declino del

linguaggio si intrecciano a segnare il lento ma inarrestabile sfilacciarsi della tela della propria vita, della possibilità di continuare a tessere la propria storia.