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Missili e antimissili E inutile costruire sistemi di difesa antimissili : secondo gli autori dell'articolo, tattiche e mezzi offensivi anche poco costosi possono annullare facilmente la loro efficacia. di Richard L. Garwin e Hans A. Bethe N el settembre del 1967 l'ex-Segre- tario della Difesa McNamara annunciò che gli Stati Uniti a- vrebbero installato « un sistema ABM relativamente leggero e di sicuro affida- mento rivolto contro la Cina », ponen- do fine, almeno apparentemente, alla lunga e complessa discussione sui pregi dei diversi tipi di sistemi difensivi con- tro i missili balistici (Anti-Ballistic-Mis- sile Systems) in un'epoca in cui i missi- li balistici intercontinentali portano te- state termonucleari da molti megaton. McNamara aggiunse anche che gli Stati Uniti « avrebbero cominciato a costrui- re il sistema alla fine dell'anno in cor- so », cioè alla fine del 1967. Nella nostra qualità di fisici ci siamo occupati per molti anni dello sviluppo e dell'impiego delle armi nucleari attua- li: desideriamo perciò esporre la nostra opinione su questo importante argo- mento. Dopo aver esaminato le possi- bilità intrinseche dei diversi sistemi ABM e gli stratagemmi con cui un eventuale nemico potrebbe annullare la loro efficacia, siamo giunti alla conclu- sione che il sistema « leggero » descrit- to dall'ex-Segretario McNamara ag- giungerà poco, se non nulla, alle altre ragioni che dovrebbero trattenere inde- finitamente la Cina dall'attaccare gli Stati Uniti. Prima tra queste ragioni è che la Cina sa perfettamente che, per usare ancora le parole di McNamara, « gli USA hanno potenza sufficiente per distruggere completamente tutta la sua forza offensiva nucleare ma anche per annientare la sua società ». Un argomento ancora più pertinente contro il sistema ABM proposto è, se- condo noi, che in tal modo si coltiva l'illusione che sia possibile difendersi realmente contro i missili balistici, e questa illusione porterà quasi inevitabil- mente alla richiesta che il sistema « leg- gero » — il cui costo è preventivato in circa 5 miliardi di dollari — venga tra- sformato in un sistema « pesante », che potrebbe costare fino a 40 miliardi di dollari. Che sia follia mettersi a co- struire quest'ultimo sistema è stato af- fermato con molto vigore dallo stesso McNamara : « È opportuno compren- dere che nessuno dei sistemi (ABM) e- sistenti o di quelli in progetto sono in grado di assicurare uno scudo impene- trabile sopra gli Stati Uniti... Mi sia per- messo chiarire che non si tratta di una questione (di costo): il vero problema è quel l o della penetrabilità dello scudo proposto ». econdo noi il problema della pene- trabilità si presenta anche per lo scudo leggero rivolto verso la Cina. Non ci sembra possibile che, anche se i cinesi non resistessero all'impulso « insano e suicida » di lanciare un attacco nuclea- re contro gli Stati Uniti nei prossimi dieci anni, essi siano tanto stupidi da costruire missili complessi e costosi e testate nucleari particolarmente vulne- rabili dal sistema ABM leggero attual- mente — per lo meno secondo le deci- sioni prese — in costruzione (un siste- ma le cui caratteristiche e possibilità sono state ampiamente rese note). Nel campo delle armi strategiche è essen- ziale che ognuno di noi abbia una co- noscenza generale degli elementi più importanti e delle principali possibilità tecniche al fine di poter effettuare, at- traverso gli organismi di governo, una scelta ragionata e consapevole della giusta linea di condotta. In questo arti- colo descriveremo nelle linee essenziali, servendoci di informazioni non segrete, le tecniche che un nemico può usare, con un costo relativamente basso, per ridurre l'efficacia di un sistema ABM anche più elaborato di quello preparato contro i cinesi. Prima però descrivere- mo questo sistema. Esso è conosciuto con il nome di « Sentinel » e consentirà l'intercettazio- ne a grande distanza per mezzo di mis- sili antimissili Spartan e l'intercettazio- ne a distanza ravvicinata per mezzo di missili antimissili Sprint. Ambedue i ti- pi di missili saranno dotati di testate termonucleari, per distruggere o disin- nescare le bombe termonucleari dell'at- taccante portate attraverso l'atmosfera e verso gli obiettivi dalle ogive dei missili intercontinentali. I missili Spar- tan, la cui gittata è di poche centinaia di chilometri, verranno lanciati appe- na i radar di acquisizione perimetrale (PAR) avranno rivelato un'ogiva nemi- ca che spunta all'orizzonte. Se l'attaccante si serve della propul- sione disponibile per portare il massimo di carico utile, le ogive nella fase di rientro nell'atmosfera seguiranno una traiettoria di minima energia e saranno rivelate da uno dei PAR a una distanza di circa 4000 chilometri, ossia di 10 minuti (si veda l'illustrazione a pag. 50). Se l'attaccante sceglie di lanciare i suoi razzi con meno del massimo di carico utile, egli può far loro compiere una traiettoria sia parabolica che ellittica. La prima ha alcuni vantaggi rispetto al sistema di difesa contro cui i razzi sono diretti: l'esempio limite di traiettoria ellittica è quella di un satellite con or- bita radente. In questo caso un'ogiva potrebbe restare al di sotto dei 160 chi- lometri di altezza restando invisibile ai radar che esplorano l'orizzonte fino a circa 1400 chilometri, ossia a tre mi- nuti di distanza. Si tratta del sistema di bombardamento a orbita frazionata, detto FOBS, che permette ai missili ba- listici intercontinentali di sfruttare dal 50 al 75 % del loro carico utile nor- male. Nel sistema « Sentinel », gli Spartan verranno lanciati quando i radar di ac- quisizione perimetrale avranno avvi- stato un missile in arrivo; essi saranno in grado di intercettare il missile a una distanza di parecchie centinaia di chi- 45

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Missili e antimissiliE inutile costruire sistemi di difesa antimissili : secondogli autori dell'articolo, tattiche e mezzi offensivi anchepoco costosi possono annullare facilmente la loro efficacia.

di Richard L. Garwin e Hans A. Bethe

N

el settembre del 1967 l'ex-Segre-tario della Difesa McNamaraannunciò che gli Stati Uniti a-

vrebbero installato « un sistema ABMrelativamente leggero e di sicuro affida-mento rivolto contro la Cina », ponen-do fine, almeno apparentemente, allalunga e complessa discussione sui pregidei diversi tipi di sistemi difensivi con-tro i missili balistici (Anti-Ballistic-Mis-sile Systems) in un'epoca in cui i missi-li balistici intercontinentali portano te-state termonucleari da molti megaton.McNamara aggiunse anche che gli StatiUniti « avrebbero cominciato a costrui-re il sistema alla fine dell'anno in cor-so », cioè alla fine del 1967.

Nella nostra qualità di fisici ci siamooccupati per molti anni dello sviluppoe dell'impiego delle armi nucleari attua-li: desideriamo perciò esporre la nostraopinione su questo importante argo-mento. Dopo aver esaminato le possi-bilità intrinseche dei diversi sistemiABM e gli stratagemmi con cui uneventuale nemico potrebbe annullare laloro efficacia, siamo giunti alla conclu-sione che il sistema « leggero » descrit-to dall'ex-Segretario McNamara ag-giungerà poco, se non nulla, alle altreragioni che dovrebbero trattenere inde-finitamente la Cina dall'attaccare gliStati Uniti. Prima tra queste ragioni èche la Cina sa perfettamente che, perusare ancora le parole di McNamara,« gli USA hanno potenza sufficiente perdistruggere completamente tutta la suaforza offensiva nucleare ma anche perannientare la sua società ».

Un argomento ancora più pertinentecontro il sistema ABM proposto è, se-condo noi, che in tal modo si coltival'illusione che sia possibile difendersirealmente contro i missili balistici, equesta illusione porterà quasi inevitabil-mente alla richiesta che il sistema « leg-gero » — il cui costo è preventivato incirca 5 miliardi di dollari — venga tra-

sformato in un sistema « pesante », chepotrebbe costare fino a 40 miliardi didollari. Che sia follia mettersi a co-struire quest'ultimo sistema è stato af-fermato con molto vigore dallo stessoMcNamara : « È opportuno compren-dere che nessuno dei sistemi (ABM) e-sistenti o di quelli in progetto sono ingrado di assicurare uno scudo impene-trabile sopra gli Stati Uniti... Mi sia per-messo chiarire che non si tratta di unaquestione (di costo): il vero problemaè quel l o della penetrabilità dello scudoproposto ».

econdo noi il problema della pene-trabilità si presenta anche per lo

scudo leggero rivolto verso la Cina. Nonci sembra possibile che, anche se i cinesinon resistessero all'impulso « insano esuicida » di lanciare un attacco nuclea-re contro gli Stati Uniti nei prossimidieci anni, essi siano tanto stupidi dacostruire missili complessi e costosi etestate nucleari particolarmente vulne-rabili dal sistema ABM leggero attual-mente — per lo meno secondo le deci-sioni prese — in costruzione (un siste-ma le cui caratteristiche e possibilitàsono state ampiamente rese note). Nelcampo delle armi strategiche è essen-ziale che ognuno di noi abbia una co-noscenza generale degli elementi piùimportanti e delle principali possibilitàtecniche al fine di poter effettuare, at-traverso gli organismi di governo, unascelta ragionata e consapevole dellagiusta linea di condotta. In questo arti-colo descriveremo nelle linee essenziali,servendoci di informazioni non segrete,le tecniche che un nemico può usare,con un costo relativamente basso, perridurre l'efficacia di un sistema ABManche più elaborato di quello preparatocontro i cinesi. Prima però descrivere-mo questo sistema.

Esso è conosciuto con il nome di« Sentinel » e consentirà l'intercettazio-

ne a grande distanza per mezzo di mis-sili antimissili Spartan e l'intercettazio-ne a distanza ravvicinata per mezzo dimissili antimissili Sprint. Ambedue i ti-pi di missili saranno dotati di testatetermonucleari, per distruggere o disin-nescare le bombe termonucleari dell'at-taccante portate attraverso l'atmosferae verso gli obiettivi dalle ogive deimissili intercontinentali. I missili Spar-tan, la cui gittata è di poche centinaiadi chilometri, verranno lanciati appe-na i radar di acquisizione perimetrale(PAR) avranno rivelato un'ogiva nemi-ca che spunta all'orizzonte.

Se l'attaccante si serve della propul-sione disponibile per portare il massimodi carico utile, le ogive nella fase dirientro nell'atmosfera seguiranno unatraiettoria di minima energia e sarannorivelate da uno dei PAR a una distanzadi circa 4000 chilometri, ossia di 10minuti (si veda l'illustrazione a pag. 50).Se l'attaccante sceglie di lanciare i suoirazzi con meno del massimo di caricoutile, egli può far loro compiere unatraiettoria sia parabolica che ellittica.La prima ha alcuni vantaggi rispetto alsistema di difesa contro cui i razzi sonodiretti: l'esempio limite di traiettoriaellittica è quella di un satellite con or-bita radente. In questo caso un'ogivapotrebbe restare al di sotto dei 160 chi-lometri di altezza restando invisibile airadar che esplorano l'orizzonte fino acirca 1400 chilometri, ossia a tre mi-nuti di distanza. Si tratta del sistema dibombardamento a orbita frazionata,detto FOBS, che permette ai missili ba-listici intercontinentali di sfruttare dal50 al 75 % del loro carico utile nor-male.

Nel sistema « Sentinel », gli Spartanverranno lanciati quando i radar di ac-quisizione perimetrale avranno avvi-stato un missile in arrivo; essi sarannoin grado di intercettare il missile a unadistanza di parecchie centinaia di chi-

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41CIA

BUFFALO

NEW YORK

PITTSBURGH • FILADELFIA

•WASHINGTON• BALTIMORA

ATLANTA •

RADAR DI ACQUISIZIONEPERIMETRALE (PAR)

da RADAR DI POSTAZIONEMISSILISTICA (MSR)

• 25 GRANDI CITTÀ

SPARTANMISSILI A LUNGA GITTATA

SPRINTMISSILI A BREVE GITTATA

LOS ANGELES

SAN AITONIO •HOUSTON

Per missile balistico s'intende un particolare tipo di missile che segue una traiet-toria inerziale, generalmente guidata soltanto nella fase iniziale. Il meccanismoche porta un missile balistico a raggiungere un bersaglio lontano anche migliaiadi chilometri è molto semplice : lanciato in modo convenzionale, e spinto da unsistema propulsivo autonomo, il missile raggiunge un punto in cui cessa la spintadei propulsori: da questo momento in poi segue una traiettoria « balistica »,come un proiettile sparato da un cannone. La traiettoria balistica del missile puòessere accuratamente calcolata in base alla sua posizione, alla sua velocità e alsuo orientamento nel momento in cui cessa la spinta dei propulsori.Nella grande famiglia dei missili balistici, l'ICBM, o missile intercontinentale,occupa un posto particolare. Un ICBM può essere a due o più stadi; l'ultimo sta-dio, o ogiva, reca generalmente la testata nucleare e di solito si sgancia dal vettore aquota extra-atmosferica, rientrando poi nell'atmosfera per colpire il suo bersaglio.I missili balistici si dividono in strategici e tattici. Strategici sono gli ICBM, lan-ciati da basi terrestri e con gittata compresa fra 8000 e 16 000 km, e gli IRBM,o a media gittata, che possono essere lanciati sia da basi sottomarine che galleg-gianti e hanno una gittata che va da 2500 a 3200 km; tattici sono i missili lan-ciati da aerei in volo, con gittata massima di 200 km, e gli SRBM, o a brevegittata, con gittata massima di 40 km.

Il sistema antimissili balistici « Sentinel », definito « un sistemaABM relativamente leggero e di sicuro affidamento rivolto con-tro la Cina », è attualmente in fase di costruzione e si prevedeche avrà un costo superiore ai 5 miliardi di dollari. Progettatoper difendere tutti gli USA, il « Sentinel » dipenderà probabil-mente da 6 radar di acquisizione perimetrale (PAR) disposti aibordi del paese per rivelare i missili nemici nel momento in

cui spuntano sull'orizzonte settentrionale. Gli archi alla fine dei« fasci » dei radar mostrano dove un'ogiv nemica sarebbe in-tercettata nel caso che essa percorra un'orbita radente similea quella dei satelliti. Il PAR metterebbe in allarme gli Spartanintercettatori situati in 10 o 12 basi sul territorio USA. Le loca-lità segnate sulla carta non sono le basi effettive e servono soloa mostrare come sarebbe possibile coprire gli USA con 10 basi

di Spartan, supponendo che questi abbia-no una gittata effettiva di 600 km. Ognibase sarebbe protetta da missili Sprint abreve gittata e includerebbe un sistemaradar di postazione (MSR) per la guida dientrambi i tipi di missili. Gli Sprinte gli MSR proteggerebbero anche i PAR.

lometri. Per assicurare uno scudo « leg-gero » sopra l'intero territorio degliStati Uniti sarà necessario lo schiera-mento di una mezza dozzina di instal-lazioni PAR lungo il confine settentrio-nale del paese, allo scopo di rivelare imissili provenienti dalla direzione delPolo Nord (si veda l'illustrazione a sini-stra). Ogni PAR sarà associato a parec-chie « fattorie » di missili Spartan a lun-ga gittata, che possono trovarsi a moltecentinaia di chilometri di distanza. Vi-cino ad ogni fattoria di Spartan ci saràuna fattoria di missili Sprint associataa radar di postazione (MSR Missile-Site Radar) per il controllo e la guidadei due tipi di missili. Gli Sprint han-no il compito di proteggere gli Spartane il sistema MSR; anche i PAR saran-no protetti dagli Sprint e quindi richie-deranno degli MSR nelle vicinanze.

Mentre gli Spartan dovrebbero inter-cettare un missile nemico oltre gli stratidell'atmosfera, gli Sprint sono proget-tati per operare ad altezze inferiori ai35 chilometri. L'esplosione della testatatermonucleare di un missile ABM pro-durrà un gigantesco flusso di raggi X,di neutroni e di altre particelle e, all'in-terno dell'atmosfera, anche una potenteonda esplosiva. Descriveremo più avan-ti come i raggi X, le particelle e l'esplo-sione possano neutralizzare una ogivanemica.

prima di prendere in considerazio-ne dettagliatamente le possibilità

e le limitazioni del sistema ABM, unodi noi (Garwin) riassumerà brevementel'attuale posizione strategica degli StatiUniti. Sia gli USA che l'URSS possonoannullarsi l'un l'altro in quanto civiltàvitale entro lo spazio di un giorno oforse di un'ora. Ognuno dei due può

infliggere all'altro, se lo vuole, 120 mi-lioni di morti istantaneamente, a cuivanno aggiunti i morti causati dagli in-cendi, dal fallout, dalle malattie e dallafame. Inoltre, più del 75 % della ca-pacità produttiva di ciascun paese saràdistrutta indipendentemente da chi ab-bia vibrato il primo colpo. Al momentoattuale, quindi, ciascuno dei due paesiè in grado di distruggere l'altro con as-soluta sicurezza. L'ipotesi normalmenteformulata è che una nazione posta difronte alla sicura distruzione del 30 %della sua popolazione e della sua capa-cità produttiva sarà dissuasa dal di-struggere un'altra nazione, per quantogravi possano essere le ragioni di at-trito. La distruzione sicura non è, quin-di, uno strumento politico e militaremolto flessibile : serve soltanto a con-servare una nazione dalla distruzionetotale. Solo forze militari di tipo piùconvenzionale possono permettere unapolitica militare di tipo più conven-zionale.

La distruzione sicura non era mai sta-ta possibile fino all'avvento delle ar-

mi termonucleari, verso la metà deglianni cinquanta. Inizialmente, quando sidoveva dipendere dagli aerei per distri-buire le armi atomiche, la distruzionenon era mai sicura perché una forzaaerea strategica è sempre soggetta adattacchi di sorpresa, a problemi di co-mando e di controllo e ad essere deci-mata dalla difesa aerea avversaria. Tut-to ciò è stato cambiato dall'adozionedel missile balistico intercontinentale e,anche se in misura minore, dalle modi-fiche apportate agli aerei B-52 per ren-derli più adatti alla penetrazione a bas-sa quota delle difese nemiche. Non c'èdubbio che, oggi, gli Stati Uniti e l'U-

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ICBM

340

720

MISSILI A LANCIO SOTTOMARINO

1054

30

BOMBARDIERI A GRANDE AUTONOMIA

697

155

Il confronto tra vettori di ordigni nucleari mostra che gli USA (tratti in grigio) supe-rano l'URSS in ogni categoria. Queste cifre, che riportano le stime al P ottobre 1967del servizio segreto americano, appaiono nell'ultimo rapporto annuale del Segretariodella Difesa. Secondo questo rapporto, il numero di ICBM sovietici è aumentato di 380unità nel 1967; dei 1054 ICBM americani, 1000 sono Minuteman e 54 Titan II. Ai 30presunti missili sovietici a lancio sottomarino si attribuisce una gittata minore dei 2500km circa dei 656 missili Polaris. Il rapporto stabilisce che le forze combinate americanepossono disporre di 4500 testate nucleari contro 1000 testate più grandi delle forze URSS.

2

URANIO-235O PLUTONIO

ESPLOSIVO

1

NEUTRONI

RIVESTIMENTOANTIABLAZIONE

RIVESTIMENTOMETALLICO DELL'OGIVA

nione Sovietica hanno raggiunto la si-curezza della reciproca distruzione.

Gli Stati Uniti possiedono nei loro« silos » fortificati 1000 missili Minute-man e 54 grandi missili Titan II; pos-siedono inoltre 656 Polaris trasportatida 41 sottomarini e circa 700 bombar-dieri a grande autonomia. I Minutemansarebbero in grado da soli di superareun attacco di sorpresa e di condurre atermine la distruzione sicura dell'attac-cante. Il recente rapporto annuale del-l'ex-Segretario della Difesa stima che,alla data dell'ottobre 1967, l'URSS pos-sedesse circa 720 missili balistici inter-continentali, 30 missili balistici a lanciosottomarino (in questa stima non rien-trano i numerosi missili che sono avio-trasportati più che balistici) e intornoai 155 bombardieri a grande autono-mia. Questa potenza è in grado di ga-rantire la distruzione sicura degli StatiUniti.

L'ex-Segretario McNamara ha ancheaffermato che le forze armate degli Sta-ti Uniti sono in grado di distribuire piùdi 2000 bombe termonucleari in me-dia dell'ordine del megaton e che nebastano meno di 400 per garantire ladistruzione sicura di un terzo della po-polazione dell'Unione Sovietica e di trequarti della sua industria. L'URSS a-vrebbe bisogno di un numero legger-mente minore di armi per raggiungerelo stesso risultato in un attacco controgli Stati Uniti.

Val la pena di ricordare che i missiliintercontinentali e le armi nucleari nonsono gli unici mezzi di distruzione to-tale; sono tuttavia ancora tra quelli chedanno le maggiori garanzie, come lo

erano, del resto, quando furono costrui-ti per la prima volta negli anni quaran-ta e cinquanta. Si potrebbe, oggi, co-struire una forza strategica con criteriabbastanza diversi, ma gli Stati Uniti el'Unione Sovietica non hanno alcun in-centivo a farlo. Infatti, la qualità fonda-mentale della distruzione sicura può es-sere che essa toglie qualsiasi necessitàalla corsa agli armamenti : non vai lapena di procedere oltre. Non ci si do-vrebbe, in verità, preoccupare troppodi inventare nuovi mezzi per distribuirele armi nucleari (come bombe orbitalio sistemi a orbita frazionata) o nuoviritrovati per la guerra chimica o biolo-gica. La minaccia di distruzione sicurarappresentata dalla sola forza termonu-cleare è sufficiente per eliminare anchequesti nuovi tipi di attacco.

Risulta ora da quanto ha affermatolo scorso settembre l'ex-Segretario allaDifesa McNamara che gli specialisti a-mericani si sono attenuti a valutazionimolto prudenziali quando, da sei a die-ci anni fa, sono stati programmati ilivelli attuali delle forze strategiche, colrisultato che gli USA possiedono moltipiù missili di quelli necessari per la di-struzione sicura dell'URSS. Se verrà laguerra, gli USA useranno l'eccesso del-la loro forza con funzioni di « limita-zione del danno », il che significa chespareranno questo eccesso contro que-gli elementi della forza strategica russache potrebbero causare i maggiori dan-ni agli Stati Uniti. Dal momento chela Russia ha raggiunto il livello delladistruzione sicura, questa azione nonsalverà gli Stati Uniti ma ridurrà il dan-no, risparmiando forse qua e là una pic-

cola città o riducendo in parte le forzeche l'URSS potrebbe usare contro glialleati dell'America. Nella misura in cuiquesto uso delle forze americane a sco-po di limitazione del danno riduce idanni inferti alla Russia, esso potrebbediminuire leggermente l'effetto deterren-te che risulta dalla distruzione sicura.Sia ben chiaro che soltanto le forze ineccesso saranno usate a questo scopo;si deve aggiungere, comunque, che ilproblema di quale sia l'esatto indice dimortalità e di danni alle attrezzatureindustriali necessario per distruggereuna nazione in quanto società vitale èstato argomento di straordinariamentepoche ricerche e discussioni.

si possono immaginare tre fatti chepotrebbero minacciare l'attuale, e

piuttosto consolante, situazione di di-struzione reciproca assicurata. Il primosarebbe un sistema di controforza vera-mente efficace, un sistema cioè che per-mettesse agli USA (oppure all'URSS) direndere inefficaci le forze strategichedell'avversario prima che questo le pos-sa usare. Il secondo sarebbe una combi-nazione difensiva veramente efficace dimissili balistici e sistemi antiaerei. Ilterzo sarebbe il passaggio da un mondobipolare, in cui i soli Stati Uniti e URSSpossiedono un potere schiacciante, adun mondo multipolare che comprendes-se, per esempio, anche la Cina. Natu-ralmente queste minacce sono piùpreoccupanti se combinate insieme an-ziché separatamente.

Coloro che in America e in Russiahanno il compito di programmare ladifesa sono continuamente impegnati avalutare le minime informazioni per ve-dere se una o l'altra di queste tre minac-ce si stanno realizzando. Per pura spe-culazione teorica, proviamo a immagi-nare quali contromosse potrebbe gio-care un ipotetico « Bianco » in rispostaalle mosse di un altrettanto ipotetico« Nero », partendo dall'ipotesi che ilNero abbia minacciato di annullare lacapacità di distruzione sicura del Bian-co compiendo una delle seguenti azio-ni: 1) si è procurato un numero mag-giore di missili intercontinentali; 2) hainstallato un sistema di difesa antimis-sili o 3) si è costruito un'ampia forzaoperativa di missili ciascuno dei qualipuò attaccare parecchi obiettivi serven-dosi di « ogive multiple che possonoessere orientate indipendentemente ver-so obiettivi diversi (MIRV) ».

Lo scopo del Bianco è di conservarela sua capacità di distruzione sicura, edegli ora è preoccupato che il Nero pos-sa ridurre pericolosamente il numerodelle sue testate nucleari che arriveran-no sugli obiettivi. La risposta più sem-plice che il Bianco può dare alle tre

minacce — ma non necessariamentela più efficace o la meno dispendiosa —è quella di aumentare la propria scortadi mezzi di lancio; inoltre, allo scopodi difendersi dalla prima e dalla terzaminaccia, il Bianco cercherà di modifi-care i suoi mezzi di lancio in modo direnderli più difficilmente distruttibiliservendosi di uno o più dei sistemi se-guenti: rendendoli più mobili (per e-sempio collocandoli su sottomarini ocarri ferroviari), fortificando maggior-mente le postazioni permanenti o di-fendendoli con un sistema ABM.

Un'altra possibilità che viene presararamente in considerazione è che ilBianco disponga il grosso delle sue te-state nucleari in modo da poterle lan-ciare e in base all'entità della minac-cia ». In altre parole il Bianco potrebbesparare i suoi missili balistici con baseterrestre quando una certa quantità diessi sia già stata distrutta dalle testatenemiche o quando un attacco sover-chiante sia sul punto di distruggerli tut-ti. Per rendere effettivo un simile di-spositivo in maniera responsabile sononecessarie comunicazioni eccellenti, inquanto la decisione di sparare deve es-sere presa nel giro di pochi minuti se-condo un piano di tiro preparato prece-dentemente. Considerata come alterna-tiva totale all'aumento delle fortifica-zioni e alla mobilità, questa possibilitàdi « sparare ora o mai più » può con-durre a uno stato di grave tensione e,nel caso di un incidente, alla catastrofe,mentre può avere qualche pregio seconsiderata come un elemento supple-mentare in grado di attenuare la pauradi un'azione di contrattacco efficace.

La risposta del Bianco alla secon-da minaccia — l'aumento delle difeseABM del Nero — può essere limitataallo schieramento di più mezzi di lan-cio, al semplice scopo di saturare e diesaurire le difese del Nero. Ma il Bian-co dovrà anche considerare il costo el'efficacia di : aiuti di penetrazione, con-centrazione del tiro su obiettivi indifesio poco difesi, ogive in grado di mano-vrare o ogive multiple. Con quest'ulti-ma espressione ci riferiamo a parecchieogive portate da un solo missile; la di-fesa dovrà distruggerle tutte per evitaredanni. Infine il Bianco potrebbe riesa-minare questo problema : la garanziadella distruzione sicura va ricercata u-nicamente per mezzo dei missili? Peresempio, potrebbe prendere di nuovo inesame l'efficacia dei bombardieri abassa quota o rivolgere l'attenzione allearmi chimiche o biologiche. Non hamolta importanza come si ottiene ladistruzione sicura. L'importante è, co-me è stato sottolineato da McNamara,che l'altra parte la ritenga possibile.(« Ciò che conta è che un aggressore

potenziale deve credere fermamente chela nostra capacità di distruzione sicuraè reale e che è incrollabile la nostravolontà di usarla come rappresaglia nelcaso di attacco »). Naturalmente ilBianco può scegliere, tra le varie possi-bilità per ottenere un determinato gra-do di distruzione sicura, quella che dàpiù affidamento e che costa meno. An-che se i costi relativi dipendono dalgrado di distruzione che si vuole otte-nere, dal punto di vista tecnico si puòconcludere che, per livelli convenzio-nali di distruzione sicura, costa notevol-mente meno al Bianco procurarsi unamaggiore capacità offensiva che al Ne-ro difendere il suo popolo e la sua in-dustria contro un attacco concertato.

3aRAGGI X

Come osservazione marginale, vai la

pena di notare che gli scienziati chesi impegnano per la prima volta nellavalutazione dei sistemi militari hannospesso difficoltà ad afferrare che i va-sti sistemi creati da o per i militari so-no divisi molto rigidamente in diversefasi cronologiche, e precisamente, inordine inverso: operazione, spiegamen-to, sviluppo e ricerca. Un sistema in fa-se operativa non è minacciato da un si-stema ancora in fase di sviluppo; la mi-naccia non è reale finché il nuovo siste-ma non è di fatto schierato, installatoe completamente operativo. Ciò risultaparticolarmente vero per un sistemaABM, costretto ad operare contro unnumero molto grande di missili bali-

FRONTE D'URTO

3b

I meccanismi per annientare le ogive comprendono i neutroni, il calore e i raggi Xprodotti da un'esplosione nucleare. I neutroni (1) possono penetrare nel meccanismo diinnesco della fissione della testata e provocare la fusione e la deformazione della massadi uranio-235 o di plutonio, che quindi non può più esplodere. Se la testata difensivaviene fatta esplodere nell'atmosfera, il fronte d'urto cosi prodotto nell'aria (2) può dece-lerare l'ogiva in arrivo con una forza equivalente a centinaia di volte la forza di gra-vità e portare quindi alla sua distruzione o a cattivo funzionamento. Se l'esplosioneè al di fuori dell'atmosfera, i raggi X non incontrano ostacoli e raggiungono il bersa-glio. Quando colpiscono un'ogiva (3a) sono assorbiti e producono un intenso calore in unsottile strato del suo scudo termico. Ciò forma un fronte d'urto che viaggia attraversolo scudo (3b, 3c) e può provocare la rottura dello stesso o il suo distacco dall'ogiva.

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L'attaccante può scegliere traiettorie che riducano l'efficacia deiradar difensivi. La traiettoria normale, che richiede la minorquantità di combustibile, porta un ICBM a una quota di circa1300 km; durante il ritorno a terra il missile intersecherà l'oriz-zonte del fascio di un radar difensivo a una distanza di circa

4000 km (A), corrispondente a circa 10 minuti. Radar di maggiorportata ma meno precisi possono essere in grado di scoprire pri-ma i missili. Su una traiettoria ad orbita frazionata il missilerimarrebbe cosi vicino alla Terra da intersecare l'orizzonte delradar (B) solo a una distanza di 1400 km, pari a 3 minuti.

TRAIETTORIA NORMALE

-\ 150 KM

supERFACIE DELLA TERRA

- 1300 KM

BASE DI LANCIO DEL MISSILE(IN QUALCHE PARTE DELLA CINA) WASHINGTON

OGIVA ANTIABLAZIONE

ESCA A PALLONE

ESCA

FILI METALLICI

OGIVA CON SCUDO TERMICO

PALLONE CON OGIVA

FRAMMENTI DEL VETTORE

Gli aiuti di penetrazione includono tutti gli oggetti che riflettono i segnali radar e chesimulano o nascondono cosi le vere ogive ( in colore). Un'esca può essere un semplicecono o anche un pallone metallizzato. al cui interno può essere sistemata un'ogiva vera.I frammenti del vettore e dei suoi serbatoi si comportano come riflettori. Anche pic-coli spezzoni di filo metallico costituiscono un riflettore poco costoso e molto leggero.

stici intercontinentali relativamente in-dipendenti. Lo stesso vale, comunque,per le ogive di contrattacco che sonodel tutto trascurabili a meno di co-struirne a centinaia e a migliaia. Lastessa cosa si può dire anche per iMIRV, un tipo modificato di ogivamultipla in cui ciascuna ogiva viene di-retta indipendentemente su un obietti-vo separato. Si deve fare una netta di-stinzione tra la possibilità di sviluppo elo sviluppo stesso, e tra lo sviluppo el'operazione concreta. Ci si deve guar-dar bene dall'attribuire a uno specificosistema difensivo, come il « Sentinel »,quelle possibilità che potrebbero essereottenute da sviluppi ulteriori di un si-stema difensivo.

Da quanto abbiamo detto risulta cheil sistema « leggero » ABM « Senti-nel », che deve essere costruito ora edentrare in fase operativa al principiodegli anni settanta contro la possibileminaccia di missili balistici interconti-nentali cinesi, dovrà fare i conti conuna forza missilistica diversa sia daquella russa che da quella americana, lequali, dopo tutto, erano state costruitequando non esisteva alcuna difesa an-timissile. t probabile che i cinesi co-

struiranno i loro missili balistici inter-continentali in modo che essi abbianoqualche possibilità di penetrazione.Inoltre, noi pensiamo che la Cina siain condizioni di fare un ottimo lavoroal riguardo senza troppi esperimenti négravi sacrifici del carico utile.

Lasciando da parte per il momentogli aiuti di penetrazione, esistono duestrategie semplici per attaccare un si-stema difensivo antimissilistico: la pri-ma è rappresentata da un attacco con-dotto soltanto con testate nucleari pic-cole (di potenza inferiore al megaton)e molto numerose, trasportate da grossirazzi vettori. Le testate si staccano inun certo punto della traiettoria extra-at-mosferica del missile; quelle provenien-ti da un unico missile possono esseretutte dirette su un unico obiettivo este-so, per esempio, una città; queste ogi-ve multiple (MRV) sono però soltantoaiuti di penetrazione. Si può anche for-nire alternativamente a ciascuna ogivauna spinta individuale in modo da diri-gerla verso un obiettivo diverso, facen-dola cosí diventare un MIRV, cioèun'arma piú di controforza che di pene-trazione; è ragionevole pensare che cia-scuna di queste ogive, se è estremamen-

te precisa, possa distruggere un silos dimissili nemici. Il razzo a propellente li-quido Titan II, progettato più di diecianni fa, può portare venti o più armitermonucleari. Se si usassero semplice-mente come MRV, i 54 Titan potreb-bero fornire più di 1000 ogive con cuila difesa dell'avversario sarebbe costret-ta a fare i conti.

Poiché ogni intercettatore Spartan,completo di testata termonucleare, co-sta da 1 a 2 milioni di dollari, si puòragionevolmente pensare che costi me-no attaccare con testate termonucleariche difendersi intercettandole. L'attac-cante può fare un ulteriore risparmioconcentrando la sua forza d'urto in mo-do che la maggior parte dei missili diintercettazione, tutti regolarmente com-prati e pagati, non trovi nulla da col-pire. Questa strategia di penetrazione,di tutto affidamento, è a disposizione diogni paese in grado di spendere soltan-to una frazione ragionevole di quanto ilsuo avversario può spendere per la di-fesa.

Il secondo tipo di strategia semplicecontro una difesa ABM è quella di farprecedere il vero attacco da un'ondatadi sole esche oppure di mescolare in-

sieme testate nucleari e esche. Si ese-gue questa operazione, che è anche po-co costosa, lanciando grandi razzi dabasi non fortificate in modo da inviareesche leggere e non guidate più o me-no in direzione delle città che si vuolfar credere di voler colpire. Se la dife-sa ABM è a zone, come nel caso del« Sentinel », essa deve sparare controquesti oggetti minacciosi quando si tro-vano ancora lontani, prima del lororientro nell'atmosfera, dove, a causadella loro leggerezza, si comporterebbe-ro in modo diverso dalle vere testate.Un numero elevato di queste esche, chepuò andare da parecchie centinaia aparecchie migliaia, lanciato da pochirazzi vettori, sarebbe in grado di esau-rire con rapidità una difesa tipo « Sen-tinel ». L'attacco vero e proprio con te-state nucleari potrebbe allora seguirequesta prima ondata.

Il punto cruciale della questione èche, poiché la presunta forza cinese dimissili balistici intercontinentali è an-cora allo stadio iniziale di ricerca e svi-luppo, essa potrà essere, e sarà, proget-tata in modo da aver ragione del siste-ma « Sentinel », i cui intercettatori erivelatori sono, invece, già prossimi allaproduzione e ampiamente conosciuti. Èmolto più facile progettare una forzamissilistica per attaccare un sistema di-fensivo già sul punto di essere schieratoche progettarne una adatta per qualsia-si sistema difensivo possibile che potràessere impiegato in un qualunque mo-mento del futuro.

Adesso l'altro di noi (Bethe) descri-verà, 1) il meccanismo fisico per

mezzo del quale un missile ABM puòdistruggere o danneggiare una testata inarrivo e, 2) alcuni degli aiuti di pene-trazione di cui può disporre un attac-cante che sia deciso a far giungere lesue testate sul loro obiettivo.

Si è molto discusso sulla possibilitàdi usare esplosivi convenzionali inveceche termonucleari nella testata di unmissile difensivo. Ma il raggio « di an-nientamento » di un esplosivo conven-zionale è troppo piccolo per questo ge-nere di impiego tattico. Prenderemo inconsiderazione qui soltanto gli effettipiù importanti dell'arma difensiva ter-monucleare: l'emissione di neutroni, laemissione di raggi X e, quando l'armaesplode dentro l'atmosfera, la deflagra-zione.

I neutroni hanno la capacità di pene-trare in qualsiasi tipo di materia; quel-li emessi dalle armi difensive possonopenetrare attraverso gli scudi termici ei rivestimenti esterni di una testata of-fensiva ed entrare nel materiale fissile,determinando la fissione degli atomi ela produzione di una grande quantità

di calore. Se questa quantità di caloreè sufficiente, il materiale fissile fonderàe perderà la forma che era stata tantoaccuratamente progettata; dopodichénon sarà più possibile farlo esplodere.

Il raggio di annientamento dei neu-troni dipende dalle caratteristiche del-l'arma offensiva e dal rendimento, oemissione di energia, dell'arma difen-siva. É possibile rendere la distanza mi-nima utile di avvicinamento tra i mis-sili offensivo e difensivo abbastanzapiccola da ottenere l'annientamento adopera di neutroni; e ciò è particolar-mente vero se i missili e i radar difensi-vi sono efficienti, e l'intercettazione av-viene a poche decine di chilometri dal-la rampa di lancio degli ABM. 11 mec-canismo di annientamento neutronicoè perciò molto pratico nella difesa adistanza ravvicinata di una città o diun altro importante obiettivo. Condizio-ne importante è, in questo caso, che laproduzione della testata nucleare difen-siva sia piccola, in modo da ridurre al

minimo gli effetti della deflagrazione edel calore sulla città da difendere.

Naturalmente l'attaccante può cerca-re di proteggere il materiale fissile con-tenuto nella testata nucleare dai danniche possono causargli i neutroni, ma lacorazza di protezione dovrebbe esseremolto spessa: basta pensare ai massicciinvolucri necessari per impedire la fu-ga di neutroni dai reattori nucleari. Ledimensioni dell'ogiva, inoltre, permet-teranno alla difesa di valutare appros-simativamente l'entità della probabilecorazza, e di determinare quindi l'in-tensità di neutroni necessaria per fon-dere il materiale fissile contenuto nellatestata.

Prendiamo ora in considerazione glieffetti dei raggi X. Questi raggi si por-tano via una buona parte dell'energiaemessa dalle armi nucleari, specialmen-te da quelle dell'ordine del megaton. Seuna quantità sufficiente di questa ener-gia investe un'ogiva, può verificarsi laevaporazione dello strato superficiale

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È possibile creare oscuramenti radar liberando abbastanza elet-troni in un dato volume. L'attaccante può servirsi di esplosionitermonucleari per produrre gli elettroni necessari. L'oscuramen-to da fronte sferico di fiamma si ha quando il calore liberatoda un'esplosione nucleare strappa gli elettroni dagli atomi edalle molecole dell'aria. In questo schema un fronte sferico difiamma ad alta quota è stato creato da un missile nemico lan-

nato su un'orbita radente. I raggi beta ( elettroni) liberati neldecadimento dei prodotti di fissione possono creare un altrotipo di oscuramento. Se i raggi beta sono liberati ad alta quotaessi viaggiano lungo le linee di forza del campo magneticoterrestre (linee colorate parallele) e strappano elettroni dalle mo-lecole dell'atmosfera sottostante. Un efficace oscuramento betapuò essere prodotto spargendo i prodotti di fissione di un'espio-

OSCURAMENTO DA FRONTESFERICO DI FIAMMA

BASE DIMISSILI PAR

SPARTANBASE DIMISSILI MSRSPRINT

dello scudo termico dell'ogiva. Questofenomeno, in sé, può anche non pro-durre un gran danno, ma l'altissima ve-locità con cui avviene l'evaporazionegenera un rinculo che a sua volta pro-duce una potente onda d'urto nello scu-do termico, la quale può distruggeresia il materiale di cui esso è fatto siala struttura dell'ogiva offensiva che es-so protegge.

I raggi X sono particolarmente effi-caci nell'atmosfera superiore, dove pos-sono viaggiare verso i loro obiettivi sen-za essere assorbiti dalle molecole del-l'aria. La difesa può quindi servirsi diarmi dell'ordine del megaton senza met-tere in pericolo la popolazione sotto-

stante, la quale resta protetta dall'atmo-sfera interposta. Il raggio di annienta-mento può essere allora di molti chilo-metri, il che permette una minore pre-cisione per il missile difensivo e un'in-tercettazione efficace a distanze dell'or-dine delle centinaia di chilometri dallabase di lancio degli ABM. In tal modoi raggi X rendono possibile una difesaa zona e forniscono la chiave del « Sen-tinel ».

D'altra parte le ogive possono esserecorazzate in notevole misura contro idanni prodotti dai raggi X. In generaleil difensore non saprà se l'ogiva è sta-ta danneggiata fino a quando essa nonrientra nell'atmosfera. Se ha subito dan-

ni gravi può disintegrarsi e bruciare;se ciò non avviene, il difensore si trovain una situazione disperata, a meno chenon abbia costruito un sistema di dife-sa a distanza ravvicinata.

Il terzo meccanismo di annientamen-to — la deflagrazione — può effettuar-si soltanto nell'atmosfera e non ha bi-sogno di commenti. Di solito quandouna testata offensiva rientra nell'atmo-sfera subisce una decelerazione la cuiintensità, al massimo, è dell'ordine di100 g (un g è l'accelerazione dovutaalla gravità terrestre). L'aumento delladensità atmosferica, che si verifica al-l'interno dell'onda d'urto prodotta daun'esplosione nucleare nell'aria, può pe-

rò aumentare di molto tale decelerazio-ne. Ma cosí come si può proteggereun'ogiva dai neutroni e dai raggi X, sipuò proteggerla anche contro gli effet-ti della deflagrazione progettandola inmodo che abbia una struttura ad altaresistenza. Inoltre, poiché la difesa nonconosce in modo dettagliato le caratte-ristiche dell'ogiva, ha poche possibilitàdi sapere se ha distrutto una determi-nata ogiva finché la testata non è scop-piata. La difficoltà maggiore per la di-fesa è che, con ogni probabilità, l'ogi-va attaccante non arriverà come un og-getto singolo che può essere inseguitoe contro il quale si può sparare, ma sa-rà accompagnato da molti altri oggetti

sione da un megaton su un'area di 200 kmdi raggio. Per parecchi minuti la nubeelettronica assorbirà intensamente le ondelunghe emesse da un'unità PAR, che neldisegno di queste due pagine appare di-retta verso nord. Le onde corte dell'MSRrisulterebbero attenuate in misura minore.

che l'attaccante gli avrà messo intornoapposta, oggetti che vengono denomi-nati aiuti di penetrazione. Esaminere-mo qui soltanto alcuni dei diversi tipidi questi aiuti di penetrazione, che pos-sono essere frammenti del razzo vetto-re, spezzoni di filo metallico, dispositi-vi di contromisura elettronici e mecca-nismi di oscuramento di vario genere.

L'ultimo stadio del razzo che ha por-tato su il missile offensivo può disinte-grarsi in frammenti oppure può esserefatto scoppiare a comando in modo chealcuni dei frammenti abbiano una se-zione trasversale radar comparabile, oanche più grande, con la sezione tra-sversale radar dell'ogiva stessa. Il radardifensivo si trova cosí a dover sceglieretra una massa di frammenti e la testatanucleare. Esistono alcuni mezzi di iden-tificazione abbastanza efficaci, ma perservirsene bisogna impiantare appostaradar e sistemi di elaborazione dei dati.In ogni caso il radar ha a che fare condecine di oggetti per ogni bersaglio rea-le e ciò richiede un sistema notevolmen-te complesso.

Vi è naturalmente un modo sempli-ce per distinguere tra questi oggetti: la-sciarli entrare tutti nell'atmosfera. Iframmenti più leggeri del vettore ral-lenteranno subito mentre l'ogiva vera,più pesante, continuerà a cadere con ve-locità praticamente inalterata. Se si per-mette allo sciame di oggetti di rientra-re nell'atmosfera, occorre però abban-donare il concetto di difesa a zona. Seuna nazione preferisce mantenere lapura difesa a zona deve prepararsi acolpire ogni oggetto minaccioso, il chenon solo risulta estremamente costosoma può anche rapidamente esaurire lariserva di missili antimissili.

Anziché limitarsi ai bersagli casualicostituiti dai frammenti del vettore,l'attaccante cercherà di impiegare escheche imitino molto da vicino il potereriflettente radar delle ogive vere. Unaesca semplice e poco costosa è un pal-lone con la stessa forma dell'ogiva. Puòessere costruito in plastica leggera rive-stita di metallo sotto forma di fogli, na-stri o rete di filo. Un gran numero diquesti palloni possono essere trasporta-ti sgonfi da un solo missile offensivo eliberati quando il missile è salito al disopra dell'atmosfera.

La principale difficoltà con i palloniè l'immetterli su una traiettoria « credi-bile », cioè su una traiettoria diretta suuna città o un altro bersaglio plausibi-le. Nondimeno, se la forza difensiva im-piega una difesa a zona e vuole real-mente proteggere l'intero paese, devetentare di intercettare ogni oggetto so-spetto, compresi i palloni esca. La dife-sa può naturalmente decidere di noncolpire gli oggetti in arrivo che appaio-

no diretti su obiettivi non vitali; puòcioè scegliere di limitare i possibili dan-ni al paese e non di evitare ogni danno.L'attaccante può allora decidere di lan-ciare le testate nucleari sui sobborghidelle città, dove la radioattività ed an-che il notevole fallout di un'esplosionenucleare colpirebbero regioni densa-mente popolate. La possibilità che leogive siano costruite in modo da potermanovrare rende poi pericoloso igno-rare oggetti che si trovino a 100 chilo-metri dall'obiettivo.

I palloni esca, ancor più dei fram-menti del vettore, vengono rapidamen-te rallentati dall'atmosfera e tendono abruciare al loro rientro. Anche in que-sto caso un sistema ABM a distanzaravvicinata ha migliori possibilità di unsistema di difesa a zona di discriminaretra le esche e le testate effettive. Unapossibilità per il sistema a zona è la di-scriminazione « attiva ». Se un missilenucleare difensivo viene fatto esploderein qualche punto della nuvola di pallo-ni esca che viaggia insieme all'ogivavera, i palloni saranno distrutti dalleradiazioni dell'esplosione oppure ver-ranno soffiati lontano dalla loro traiet-toria; la vera ogiva invece probabilmen-te sopravviverebbe. Se l'insieme deglioggetti rimasti viene esaminato col ra-dar, l'ogiva rimasta risulterà immedia-tamente evidente e potrà quindi esseredistrutta con un secondo colpo. Questatattica dello « spara-guarda-spara » puòessere efficace ma richiede evidente-mente che i missili ABM e il sistemaradar da inseguimento abbiano caratte-ristiche precise. Inoltre, può essere con-trobattuta inserendo esche piccole e pe-santi nello sciame dei palloni.

È anche possibile realizzare esche re-sistenti ai raggi X quanto le ogive, eche siano anche semplici e compatte. Illoro potere riflettente radar potrebbeessere tale da simulare quello delle ogi-ve vere in una vasta banda di frequen-ze. Le esche potrebbero anche esserecapaci di rientrare nell'atmosfera, o al-meno di scendere fino a quote abba-stanza basse, in modo da simulare mol-to da vicino il comportamento di unaogiva reale. La realizzazione di questeesche richiederà però notevoli esperi-menti e miglioramenti.

Un altro modo per confondere il ra-dar difensivo è quello di diffonderesciami di sottili fili di metallo. Se que-sti fili hanno una lunghezza approssi-mativamente uguale a metà della lun-ghezza d'onda del radar difensivo, cia-scuno di essi si comporterà come un di-polo riflettente con una sezione trasver-sale radar approssimativamente ugualeal quadrato della lunghezza d'onda di-viso per 27c. La lunghezza effettiva deifili non è d'importanza critica, dato che

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Ecco un prototipo, installato nella base dell'esercito americanodi White Sands, Nuovo Messico, del MAR (Multifunction ArrayRadar) radar di postazione che serve per la rivelazione, l'identi-ficazione e l'inseguimento del bersaglio. L'MSR, una versione più

piccola del MAR, sarà usato per guidare gli Spartan e gli Sprintsui loro bersagli. Il MAR forni una delle prime dimostrazionidel fatto che il mezzo più veloce per puntare il fascio radar indiverse parti del cielo è la commutazione elettronica del fascio.

I missili del < Sentinel » sono lo Spartana lunga gittata (a sinistra), il cui raggiod'azione è di parecchie centinaia di chilo-metri, e Io Sprint (a destra) che è impie-gato per la difesa a distanza ravvicinata,e ha una gittata normalmente inferiore ai35 km. Entrambi sono equipaggiati contestate termonucleari capaci di distruggereo rendere inservibili le ogive nucleari ne-miche. Lo Spartan, lungo circa 17 metri,è un missile a tre stadi a combustibilesolido. Il più piccolo e più veloce Sprintè a due stadi e a combustibile solido.

un filo di una certa lunghezza è ancheefficiente contro un radar di lunghezzad'onda minore. Supponendo che la lun-ghezza d'onda del radar sia di un metroe che un filo di rame lungo 2 chilome-tri sia tagliato in tratti di mezzo metro,si può facilmente calcolare che 100 mi-lioni di fili peseranno soltanto 200 chi-logrammi circa.

Lo sciame di fili potrà disperdersi inun grande volume e potrà avere unadensità e un potere riflettente cosí gran-di da impedire al radar di discriminarel'ogiva vera dal rumore di fondo. Ladifesa non potrà quindi sapere in qualeparte della grande nube riflettente ècelata l'ogiva, e sarà costretta a impie-gare parecchi missili d'intercettazioneper coprire l'intera nube, senza per que-sto avere la certezza di distruggere l'ogi-va nascosta. La quantità di filo che so-pravvive all'esplosione nucleare difen-siva è difficile da stabilire e il princi-pale problema dell'attaccante è quello didisperdere la nube di filo più o menouniformemente.

Un'alternativa attiva all'impiego del-la nube di filo è quella di equipaggiarealcuni veicoli esca con apparecchia-ture elettroniche che producano distur-bi radio a frequenze adatte a interferi-re con il radar difensivo. Vi sono moltepossibilità di scelta in queste contromi-sure elettroniche e una di queste è l'im-piego di apparecchi da interferenza ra-dar montati sulle stesse ogive.

Lultimo degli aiuti di penetrazioneche menzioneremo qui è l'oscura-

mento radar prodotto dal grande nume-ro di elettroni liberi emessi da un'esplo-sione nucleare. Questi elettroni, pochiesclusi, sono strappati dagli atomi o dal-le molecole dell'aria che diventano per-tanto ioni. Vi sono due cause principa-li che portano alla formazione di ioni:il fronte sferico di fiamma dell'esplosio-ne, che produce ioni a causa della suaelevata temperatura, e i frammenti ra-dioattivi dell'esplosione, che liberanoraggi beta (elettroni di elevata energia)che ionizzano l'aria che attraversano; ilsecondo meccanismo è importante soload alta quota.

Gli elettroni che si trovano in unanube di gas ionizzato hanno la proprie-tà di deviare e assorbire le onde elettro-magnetiche, in particolare quelle di bas-sa frequenza. L'attenuazione può rag-giungere valori cosí elevati che al ra-dar risulta impossibile vedere qualsia-si oggetto all'interno della nube ioniz-zata (a differenza dei fili che confondo-no il radar solo nella zona e non oltre).

L'oscuramento è un grave problemaper una difesa a zona progettata perintercettare i missili al di sopra dell'at-mosfera superiore. Il problema si ag-

grava poiché il radar per la difesa a zo-na deve impiegare onde di bassa fre-quenza (lunghe) che sono le più adat-te a rivelare i missili nemici a grandedistanza. In alcuni recenti articoli didivulgazione spicciola si è sostenuto cheil radar a onde lunghe è il rimedio aiproblemi dei missili ABM: non è vero.Anche se per certi versi le possibilitàdel radar vengono aumentate in que-sto modo, il sistema risulta più vulne-rabile all'oscuramento.

L'oscuramento può essere causato indue modi: dalle stesse esplosioni nu-cleari difensive e da esplosioni nuclea-ri ad alta quota realizzate deliberata-mente dall'attaccante. Per quanto le pri-me siano inevitabili, la difesa ha la pos-sibilità di farle avvenire ad altezze e inposizioni che causino il minimo oscu-ramento dei suoi radar. L'attaccantepuò sacrificare una piccola parte deisuoi primi missili per provocare l'oscu-ramento in località strategiche. Nel-l'analisi che segue supporremo per sem-plicità che la lunghezza d'onda del ra-dar sia un metro; il passaggio ad altrelunghezza d'onda non è difficile.

Per riflettere totalmente le onde daun metro del nostro ipotetico radar ènecessario che l'attaccante crei una nu-be ionizzata contenente 109 elettronial centimetro cubo. Minori densità elet-troniche saranno comunque sufficientia produrre notevole attenuazione. Abeneficio dei lettori che si dilettano diformule, l'equazione dell'attenuazionein decibel al chilometro è

4,34Te

3 x 105

(,)2 ye2

dove 6.ip è la frequenza del plasma peruna data densità elettronica, 6.) è la fre-quenza del radar in radianti al secondoe Te è la frequenza di collisione deglielettroni con gli atomi dell'aria. A tem-peratura normale questa frequenza 'reè 2 x 10 11 moltiplicato per la densitàdell'aria (p) valutata rispetto alla densi-tà al livello del mare (po); si ha cioèTe = 2 x 1011 p/po . Ad altitudini supe-riori ai 30 km, alle quali un sistema didifesa a zona deve compiere la mag-gior parte delle sue intercettazioni, ladensità dell'aria è inferiore a un cente-simo (0,01) di quella al livello del ma-re. In queste condizioni la frequenza dicollisione degli elettroni Te è inferioreal valore di w = 2 7C X 3 X 105 e per-ciò può essere omessa dal denominato-re della frazione. Usando l'equazione èallora possibile determinare il nume-ro di elettroni N, necessario ad atte-nuare le onde radar da un metro perun fattore superiore a un decibel alchilometro: N,> 350 p0/p. A un'altitu-

dine di 30 km, dove p o/p è circa 100,N, è circa 3 x 10 4 , mentre a 60 km N,è ancora solo circa 3 x 106 . Quindi ledensità elettroniche necessarie a realiz-zare una sostanziale attenuazione deisegnali radar sono molto inferiori ai109 elettroni al centimetro cubo richie-sti per la riflessione totale. La nube io-nizzata creata dal fronte sferico di fiam-ma di un'esplosione nucleare ha nor-malmente uno spessore di 10 km; se siha un'attenuazione di un decibel al chi-lometro, una nube di questo tipo pro-duce un'attenuazione totale di 10 deci-bel, il che implica una riduzione di die-ci volte del segnale emesso dal radar eun'altra riduzione di dieci volte del se-gnale riflesso, ossia si realizza un effet-tivo oscuramento.

La temperatura del fronte sferico difiamma creata da un'esplosione nuclea-re nell'atmosfera è inizialmente centi-naia di migliaia di gradi centigradi e siriduce rapidamente per irraggiamentoa circa 5000 °C. In seguito il raffred-damento è prodotto principalmente dal-l'aria fredda trascinata dal fronte sferi-co di fiamma nella sua lenta ascesa at-traverso l'atmosfera, fenomeno che du-ra parecchi minuti.

Quando l'aria è riscaldata a 5000 'Cè notevolmente ionizzata. Per produrreun'attenuazione radar di I decibel alchilometro a una quota di 90 km latemperatura della sfera di fuoco deveessere soltanto di 3000 "C, mentre a50 km bastano 2000 °C. La ionizzazio-ne può essere aumentata dalla presen-za nel fronte sferico di fiamma di ferro,

uranio o altri metalli normalmente pre-senti nei frammenti delle esplosioni nu-cleari.

Le dimensioni del fronte sferico difiamma possono essere valutate facil-mente. Il suo diametro è di circa 1chilometro per un'esplosione da 1 me-gaton al livello del mare. Per altre alti-tudini e per altre potenze le dimensionisi valutano mediante una semplice leg-ge: il diametro della sfera di fuoco èuguale a (Y p0/p) 1 /3, dove Y è la poten-za in megaton. Quindi un fronte sferi-co del diametro di 1 chilometro puòessere prodotto a un'altitudine di 30km (dove po/p = 100) da un'esplosionedi soli 10 chiloton. A una quota di 50km (dove po/p = 1000) un'esplosioneda 1 megaton produrrà un fronte di10 chilometri di diametro. A altitudiniancora maggiori il problema si compli-ca perché la densità dell'atmosfera scen-de bruscamente e cambiano i meccani-smi di riscaldamento dell'atmosfera.Tuttavia, bisogna attendersi fronti difiamma di diametro molto grande quan-do ordigni dell'ordine del megatonesplodono oltre i 100 km di quota; es-si potrebbero oscurare zone del cieloper migliaia di chilometri quadrati.

Per esplosioni a quote molto elevate(tra 100 e 200 km) divengono impor-tanti altri fenomeni mentre perdonoimportanza le collisioni tra gli elettronie le molecole dell'aria; per l'oscuramen-to basta semplicemente che vi siano piùdi 109 elettroni al centimetro cubo.

Allo stesso tempo, è disponibile unamassa d'aria molto piccola per raffred-

dare il fronte di fiamma. Se l'aria èstata completamente ionizzata dallaesplosione, le molecole d'aria si disso-ciano in atomi e gli ioni atomici si com-binano molto lentamente con gli elet-troni. Quando la densità è abbastanzabassa, come si ha a grandi altitudini, laricombinazione può avvenire solo perradiazione. La costante radiativa diricombinazione (indichiamola con CR)è circa 10- 12 centimetri cubi al secondo.Quando la densità elettronica iniziale èmolto superiore a 109 elettroni al cen-timetro cubo, il numero di elettroni cherimangono dopo un tempo t è appros-simativamente uguale a lItCR; quindi,per una densità elettronica iniziale di1012, la densità rimane superiore a 109per 1000 secondi, cioè per 17 minuti.Se ne conclude che le esplosioni nu-cleari a quote molto elevate possonoprovocare lunghi oscuramenti su vastezone.

II secondo dei due meccanismi che

provocano una nube ionizzata, i rag-gi beta emessi dai frammenti radioattividell'esplosione nucleare, può essere an-che più efficace del meccanismo delfronte di fiamma. Se i frammenti sonoad alta quota, i raggi beta seguono lelinee di forza del campo magnetico ter-restre, con metà degli elettroni che en-trano immediatamente nell'atmosfera el'altra metà che viaggia nello spazioprima di ritornare verso la Terra. Que-sti raggi beta hanno un'energia mediadi circa 500 000 elettronvolt e quandoentrano nell'atmosfera ionizzano le mo-

6.) 2P

=

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lecole dell'aria. I raggi beta di energiamedia penetrano fino a un'altitudine dicirca 60 km; alcuni di quelli di mag-gior energia scendono fino a 50 km. Aquesti livelli, un'esplosione ad alta quo-ta contribuirà a mantenere la ionizza-zione finché i frammenti dell'esplosio-ne rimangono nelle vicinanze.

Si può dimostrare che si ha l'oscura-mento se y X 1-1.2 > 10-2, dove t è iltempo (in secondi) trascorso dall'esplo-sione e y è il prodotto di fissione depo-sitato per area orizzontale unitaria dellanube dei frammenti, misurato in tonnel-late-equivalenti di TNT al chilometroquadrato. Il fattore t-1.2 esprime la velo-cità di decadimento dei frammenti ra-dioattivi. Se l'attaccante vuol provocareun oscuramento che duri cinque minu-ti (t 300) lo può ottenere con un li-vello y di frammenti pari a 10 tonnel-late di prodotti di fissione per chilome-tro quadrato. Ciò si può realizzare spar-gendo un megaton di prodotti di fissio-ne sull'area di un cerchio di 400 km didiametro e a una quota, ad esempio,di 60 km. Ben poco può essere visto daun radar di difesa a zona che tenti diguardare oltre un disco di oscuramentodi questo tipo. Che questo disco possao no essere realmente prodotto è unaltro discorso. La difesa a distanza rav-vicinata non sarebbe naturalmente mol-to disturbata dall'oscuramento dei rag-gi beta.

La discussione precedente ha insistito

soprattutto sugli aiuti di penetrazio-ne che possono essere studiati contro unsistema di difesa a zona. Con questonon vogliamo però sostenere che sareb-be efficiente un sistema di difesa a di-stanza ravvicinata e neppure che questoimplichi il nostro favore per lo svilup-po e la realizzazione di un sistema diquesto tipo.

La difesa a distanza ravvicinata hauna vulnerabilità sua propria. Poichédifende solo una piccola zona può es-sere facilmente superata. Supponiamoche le maggiori 20 città degli USA sia-no fornite di una difesa di questo tipo;sarebbe facile allora per il nemico at-taccare la ventunesima città grande op-pure qualsiasi altra città indifesa. Perquanto la popolazione di ogni città in-difesa attaccata sia minore di quelladelle maggiori città, le perdite risulte-rebbero comunque pesanti. In alternati-va l'attaccante potrebbe concentrare isuoi sforzi sulle venti città maggiori edesaurire le loro scorte di missili-anti-missili, il che potrebbe essere realizzatofacilmente con l'impiego di testate mul-tiple, anche senza ricorrere alle esche.

Pochi anni fa è stato sottolineato daCharles H. Herzfeld in The Bulletin ofthe Atomic Scientists che un giudizioso

impiego delle difese ABM può rendereuguale il rischio di vivere in città di va-rie dimensioni. Supponiamo che NewYork, con una popolazione di circa 10milioni di abitanti, sia abbastanza bendifesa da richiedere 50 testate nemicheper superare le difese, più qualche altraper distruggere la città. Se le città di200 000 abitanti sono lasciate indifese,per il nemico risulta ugualmente « at-traente » attaccare New York e supera-re le sue difese oppure attaccare unacittà indifesa.

Anche se fosse proposto con serietàun sistema di difesa ABM « logico »come questo, è difficile credere che gliabitanti delle città indifese accettereb-bero la loro sicurezza statistica. Soddi-sfare tutti richiederebbe un sistema didifesa a distanza ravvicinata di dimen-sioni enormi. Le maggiori stime di co-sto fatte in discussioni pubbliche, 50miliardi di dollari, non sono molto sba-gliate.

Per quanto un sistema cosí massic-cio garantirebbe una certa protezionecontro l'attuale armamento dell'URSS.è virtualmente certo che i russi reagi-rebbero allo schieramento del sistema.Sarebbe facile per essi accrescere il nu-mero delle loro testate offensive e quin-di elevare il livello dei possibili dannial di sopra di quello previsto oggi. Nel-le sue recenti previsioni sulle difese ne-cessarie per i prossimi cinque anni, l'ex-Segretario McNamara ha valutato ilcosto relativo delle difese ABM e quel-lo delle contromisure che l'attaccantepuò prendere. Ha cosí trovato invaria-bilmente che l'attaccante, spendendomolto meno del difensore, può riporta-re vittime e distruzione al livello origi-nale, ossia precedente all'installazionedelle difese. Poiché le stime di chi at-tacca sono probabilmente « prudenti »,pensiamo che il numero effettivo divittime in uno scambio nucleare, dopoche entrambi i contendenti avrannosviluppato sistemi ABM e simultanea-mente aumentato le forze offensive, ri-sulterà molto più grande di quanto nonindichino le stime.

Una cosí imponente scalata verso ar-mamenti offensivi e difensivi difficil-mente può essere realizzata in un siste-ma democratico senza gravi conseguen-ze sociali e psicologiche: la nazionepenserà sempre più alla guerra, si pre-parerà sempre più alla guerra, odieràil potenziale nemico e quindi renderà laguerra sempre più possibile. Nel decen-nio passato la politica sia degli USAche dell'URSS è stata volta a ridurrela tensione per cercare maggior com-prensione e realizzare sistemi di arma-mento che rendessero meno probabilela guerra: ci sembra che questa politi-ca debba essere ancora seguita.

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