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DA IL PONTE D’ORO DISEGNI DI S. DE SIMONE 15 Luglio 1850: tra il verde di risaie sterminate, nella Bassa Padana, nasce, in un cascinale, la tredicesima figlia di un agricoltore, Francesca, detta “Cecchina”. Vivacissima, ma allo stesso tempo seria e impegnata nello studio, predilige la geografia. FRANCESCA SAVERIO CABRINI Leggevo delle cime che si distinguono al mondo per la loro elevatezza, sentivo una grande curiosità di vederne due: quella della Miranda e quella della Tenerife”. Scrive il 12 dicembre 1900, in pieno Atlantico, svelando così un piccolo lembo del suo animo infantile. MISSIONARI COME... WWW.RAGAZZI.MISSIOITALIA.IT

Missionari come... Francesca Saverio Cabrini

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Il racconto illustrato di Santa Francesca Saverio Cabrini, Madre degli Emigrati

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DA IL PONTE D’ORODISEGNI DI S. DE SIMONE

15 Luglio 1850: tra il verde di risaie sterminate, nella Bassa Padana, nasce, in

un cascinale, la tredicesima figlia di un agricoltore, Francesca, detta

“Cecchina”. Vivacissima, ma allo stesso tempo seria e impegnata nello

studio, predilige la geografia.

FRANCESCA SAVERIO CABRINI

“Leggevo de l le c ime che s i distinguono al mondo per la loro elevatezza, sentivo una grande curiosità di vederne due: quella della Miranda e quella della Tenerife”.

Scrive il 12 dicembre 1900, in pieno Atlantico, svelando così un piccolo lembo del suo animo infantile.

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A tredici anni incontra per la prima volta un missionario e quell’incontro è decisivo: porterà la Parola di Dio nel mondo.

Così tenta di entrare in convento, ma, troppo debole di salute, non viene accolta. Francesca, allora, diplomata maestra, decide di occuparsi dell’educazione dei bambini orfani e dell’assistenza dei deboli e dei diseredati.

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Fonda un istituto religioso a carattere laico, sotto la protezione di San Francesco Saverio e diventa, pronunziando i voti religiosi, Madre Francesca Saverio Cabrini.

Madre Cabrini, venuta a conoscenza dei loro bisogni materiali e spirituali, non esita ad imbarcarsi per New York, metropoli desolante e ostile per tante famiglie abbandonate a se stesse.

Attraversò l’oceano ben 24 volte offrendo umilmente, ma con decisione, la sua generosa assistenza agli emigranti, ammassati sui ponti delle navi, accampati ai margini delle città, assorbiti nelle fabbriche, inghiottiti nelle miniere, sparsi in terre quasi deserte.

A quei tempi molti italiani emigravano per le Americhe in cerca di lavoro e di fortuna. Qui non avevano alcuna assistenza civile e sociale e in gran parte cadevano in malanni, miseria e ignoranza.

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È la “Madre” degli ammalati, dei disoccupati, dei detenuti, anche di quelli del durissimo carcere di Sing Sing.La maestrina malaticcia rivela una resistenza e un’energia inaspettate! Diviene la donna forte, ammirata dai più potenti uomini del mondo americano, rispettata anche dai più terribili gangster.

Riesce a svolgere attività prodigiose: costruisce l’ospedale di Colombo a New York, un’altro a Chicago, una scuola a Buenos Aires, case di riposo in California… E a chi si meraviglia risponde:

“Non siamo noi a fare questo. E’ Gesù!”

Muore a Chicago, un giorno d’inverno, il 22 dicembre del 1917, dopo uno dei suoi estenuanti viaggi. Il suo corpo, trasportato a New York, viene seguito da tutti gli emigranti, italiani e non italiani, da tutti coloro che avevano trovato in lei la “madre”, cioè il loro sostegno e la loro consolazione.