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MMPI-2-RF ® MINNESOTA MULTIPHASIC PERSONALITY INVENTORY-2 RESTRUCTURED FORM ® Manuale di istruzioni Adattamento italiano a cura di Saulo Sirigatti e Silvia Casale Yossef S. Ben-Porath e Auke Tellegen CAPITOLI AI FINI PROMOZIONALI VIETATA LA RIPRODUZIONE

MMPI 2 RF Manuale Capitoli 1e2

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Capitoli 1 e 2 del Manuale MMPI-2 RF

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MMPI-2-RF® MINNESOTA MULTIPHASIC

PERSONALITY INVENTORY-2RESTRUCTURED FORM®

Manuale di istruzioni

Adattamento italiano a cura diSaulo Sirigatti e Silvia Casale

Yossef S. Ben-Porath e Auke Tellegen

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CAPITOLI AI FINI PROMOZIONALIVIETATA LA RIPRODUZIONE

ISBN 978-88-09-77006-5

Tutti i diritti sono riservati. È vietata la riproduzione dell’opera o di parti di essa con qualsiasi mezzo, compresa stampa, copia fotostatica, microfilm e memorizzazione elettronica, se non espressamente autorizzata dall’Editore.

Translated and Adapted by Permission. Copyright © 2008, 2011 by the Regents of the University of Minnesota – Minneapolis, MN, USA. All rights reserved. Copyright of the Italian edition by Giunti O.S. Organizzazioni Speciali – Firenze, 2012

Tradotto e adattato su autorizzazione. Copyright © 2008, 2011, Regents of the Uni-versity of Minnesota – Minneapolis, MN, USA. Tutti i diritti riservati.Edizione italiana © 2012, Giunti O.S. Organizzazioni Speciali – Firenze

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La University of Minnesota Press ha il piacere di presentare il Minnesota Multhiphasic Personality Inventory-2 – Restructured Form (MMPI-2-RF), una versione riveduta del MMPI-2. Il MMPI-2-RF rappresenta il più grande e il più recente progetto del programma di ricerca e sviluppo degli strumenti MMPI, del quale la Uni-versity of Minnesota Press si è assunta l’incarico, quando ha ripreso la pubblicazione del MMPI, nel 1982. La prima importante iniziativa di ricerca/sviluppo è stata la revi-sione del MMPI originario, realizzata nel 1989 dal Comitato di Ristandardizzazione, nominato dalla University of Minnesota Press e composto da James Butcher, W. Grant Dahlstrom, John Graham e Auke Tellegen.

Le principali caratteristiche di quella revisione furono le nuove norme nazionali, la revisione del testo del questionario e una nuova serie di Scale di Contenuto. Per man-tenere l’obiettivo della revisione, cioè un miglioramento dello strumento che garantisse la continuità con il MMPI originario, le Scale Cliniche vennero lasciate praticamente immutate. Questa strategia conservativa sembrò appropriata, dal momento che si trat-tò della prima revisione di un test, che non ha subito cambiamenti da più di quaranta anni.

Tuttavia, riconosciuto che pure le già eccellenti Scale Cliniche avrebbero potuto beneficiare di una revisione, Auke Tellegen iniziò a sviluppare le Scale Cliniche Ristrut-turate (RC), poco dopo la pubblicazione del MMPI-2. Il suo obiettivo era la creazione di scale che rappresentassero le principali caratteristiche peculiari delle Scale Cliniche. Nel 2003 venne pubblicata una monografia sulle scale RC a opera di Auke Tellegen, Yossef Ben-Porath, John McNulty, Paul Arbisi, John Graham e Beverly Kaemmer; le Scale RC vennero aggiunte al MMPI-2 e fu offerta agli utilizzatori l’opportunità di interpretare i punteggi sia delle Scale Cliniche originarie sia delle Scale RC.

PREFAZIONE

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In risposta alla positiva accoglienza che le Scale RC ricevettero da parte di molti ricercatori e utilizzatori del test, la University of Minnesota Press sostenne lo sviluppo di una versione del MMPI-2 che avesse nelle Scale RC il proprio nucleo centrale. Uti-lizzando i 567 item esistenti del MMPI-2, Tellegen e Ben-Porath hanno sviluppato un insieme di scale in grado di misurare in modo completo il dominio della personalità. Il risultato è il MMPI-2-RF, un test di 338 item, composto da 50 scale, alcune nuove e altre riviste. Con la pubblicazione del MMPI-2-RF, la University of Minnesota Press continuerà a supportare pienamente il MMPI-2.

Questo manuale di istruzioni per la somministrazione, lo scoring e l’interpretazio-ne fornisce le informazioni di base relative allo sviluppo del test, agli usi previsti, alla qualificazione richiesta per chi intenda utilizzarlo, ai campioni normativi e al calcolo dei punti T, nonché le procedure per la somministrazione e lo scoring del MMPI-2-RF, le appendici che contengono le tabelle con i punti T, le chiavi per lo scoring e le tabelle di conversione degli item. Crediamo che chi userà questo manuale considererà il detta-gliato capitolo sull’interpretazione del test di particolare utilità.

La University of Minnesota Press è riconoscente agli Autori Ben-Porath e Tellegen e a coloro che hanno rivisto e commentato il MMPI-2-RF, menzionati e ringraziati più avanti.

Beverly KaemmerDirettore associato/Test Division Manager

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Esprimiamo riconoscenza e gratitudine ai molti ricercatori e operatori che generosamente hanno contribuito con la loro competenza, esperienza e con i loro dati alla realizzazione di questo progetto. In primo luogo, desideriamo ringraziare i co-autori della monografia che ha introdotto le Scale Cliniche Ri-strutturate (RC): Paul Arbisi, John Graham, John McNulty e Beverly Kaemmer. Paul Arbisi e John Graham hanno fornito un autorevole feedback, sia formale sia informale, lungo tutto il processo di sviluppo del MMPI-2-RF. Ringraziamo anche Allan Harkness e John McNulty, che hanno sviluppato le versioni rivedu-te delle Scale PSY-5 per il test.

Le seguenti persone e istituzioni hanno fornito l’accesso agli archivi di dati, utilizzati per sviluppare e valutare le proprietà psicometriche e i correlati esterni del test:– Paul Arbisi; James Butcher; Robert Heilbronner; William Rupp; Michael Bagby;

David Freeman; Peter Kelly; Paul Schenk; David Berry; Roger Gervais; Richard McCormick; Kathleen Stafford; Lana Boutacoff; John Graham; Il California State Personnel Board; L’Ohio Department of Rehabilitation and Corrections.

Le persone che seguono hanno fornito utili revisioni in varie fasi dello svi-luppo delle scale, dei materiali e della documentazione relativi al MMPI-2-RF:– Paul Arbisi; Gary Fischler; Richard Handel; Patricia Orud; Robert Archer;

Johnathan Forbey; Allan Harkness; Charles Rader; Neil Aronov; Diane Gartland; Sherrill Leake; Kathleen Stafford; Bruce Cappo; Hope Goldberg; Paul Lees-Haley; Nathan Weed; C.J. Davis; John Graham; John McNulty; John Williams; Stephen Finn.

Ringraziamenti

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Anche Kevin Greve e Martin Sellbom hanno contribuito con preziose os-servazioni.

Ringraziamo le seguenti persone della Kent State University per la loro col-laborazione allo sviluppo dei materiali e della documentazione del MMPI-2-RF: i borsisti post dottorato Johnathan Forbey (attualmente alla Ball State University) e Martin Sellbom, che hanno effettuato le analisi dei dati e l’assistente program-matore Alice Early che ha sviluppato la documentazione per le presentazioni tabellari del Technical Manual del MMPI-2-RF, con l’aiuto di:– Danielle Burchett; Wendy Dragon; Carlo Veltri; Jude Chamberlain; Ashley

Smith; Dustin Wygant.

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Il Minnesota Multiphasic Personality Inventory-2 – Restructured Form (MMPI-2-RF) è una versione rivista a 338 item del Minnesota Multiphasic Personality Inventory-2 (MMPI-2; Butcher, Graham, Ben-Porath, Tellegen, Dahlstrom e Kaemmer, 2001), sviluppata per permettere un assessment approfondito ed efficiente di variabili clinicamente rilevanti, attraverso il pool di item del test. Si tratta di uno strumen-to ad ampio spettro, sviluppato per essere utilizzato in una varietà di setting. Le procedure, descritte nel presente manuale, forniscono le linee guida elaborate per massimizzare l’utilità dei risultati ottenuti con il test.

Le informazioni sulla validità dello strumento sono riportate in dettaglio nel Technical Manual del MMPI-2-RF (Tellegen e Ben-Porath, 2008), che pre-senta anche la base concettuale dello sviluppo dello strumento, le procedure utilizzate per la costruzione delle scale, i risultati descrittivi relativi alle scale e ai correlati esterni. Le Appendici del Technical Manual (Tellegen e Ben-Porath, 2008) documentano la validità dei punteggi di scala del MMPI-2-RF in un ampio numero di setting, per i quali è raccomandato l’uso del questionario, e fornisco-no le basi per formulare le indicazioni interpretative, empiricamente fondate, esposte nel capitolo 5 del presente manuale. Inoltre, nel Technical Manual sono incluse: analisi della comparabilità dei risultati alle scale del MMPI-2-RF ottenu-ti applicando il MMPI-2 o direttamente il MMPI-2-RF, tabelle che permettono di convertire i punteggi medi grezzi e le deviazioni standard del MMPI-2-RF in punti T per obiettivi descrittivi, le correlazioni tra le Scale Sostanziali standard del MMPI-2 e del MMPI-2-RF.

I manuali del MMPI-2-RF sono stati sviluppati in modo da soddisfare i re-quisiti – previsti per la documentazione tecnico-scientifica dei test – richiesti

CAPITOLO PRIMO

Introduzione

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dagli Standards for Educational and Psychological Testing (AERA, APA e NCME, 1999). Le risorse aggiuntive disponibili includono pagine gestite dall’Edito-re del test – la University of Minnesota Press – e dal distributore – Pearson, che forniscono aggiornamenti sugli sviluppi del test, informazioni per otte-nere i materiali relativi al MMPI-2-RF e opportunità di formazione. In Italia queste funzioni sono svolte dall’Editore Giunti O.S. Organizzazioni Speciali (www.giuntios.it).

Il MMPI-2-RF è composto da 338 item dei 567 presenti nel MMPI-2 (cfr. app. C del presente manuale per le tabelle di conversione degli item dal MMPI-2 al MMPI-2-RF). Gli item delle 50 scale del MMPI-2-RF sono stati ordinati in modo da essere distribuiti lungo tutto il questionario. Per effettuare lo scoring del test è disponibile un software specificamente progettato. Sono previsti due tipi di report generati dal computer. Lo score report fornisce i punteggi grezzi e standar-dizzati (T) per le scale, così come informazioni relative ai singoli item – incluse le risposte non computabili e quelle relative agli item critici – che devono essere prese in considerazione nell’interpretare i risultati al MMPI-2-RF. Attraverso lo score report è possibile creare un grafico per confrontare il profilo dell’esaminato con i dati di un gruppo di riferimento. Il report interpretativo del MMPI-2-RF in-clude tutti gli elementi dello score report e aggiunge un’interpretazione narrativa dei risultati. Le affermazioni generate nel report interpretativo sono basate sul contenuto degli item inclusi nelle scale e sui correlati empirici del MMPI-2-RF. Indicazioni più specifiche sui servizi disponibili per gli utenti italiani saranno fornite nel manuale che tratta dell’adattamento e della taratura della versione italiana del MMPI-2-RF.

1. Le origini del MMPI

Il MMPI fu sviluppato da Starke R. Hathaway, psicologo clinico presso gli ospedali dell’Università del Minnesota, e da J. Charnley McKinley, direttore del Dipartimento di Psichiatria e Neurologia presso tale Università, con il fine di ottenere diagnosi più accurate dei pazienti trattati in ospedale. Nel costruire gli item del test, Hathaway e McKinley furono guidati dal sistema di classificazione descrittiva in uso negli anni Trenta. Svilupparono un ampio pool di possibili item e, per costruire le otto scale cliniche originarie del MMPI, utilizzando un approccio empirico, confrontarono gruppi di pazienti con diagnosi differenti con non-pazienti. Furono effettuate analisi statistiche per identificare otto set di item che differenziassero i pazienti – facenti parte degli otto gruppi clinici diagnosticati come affetti da ipocondria, depressione, isteria, deviazione psico-patica, paranoia, psicastenia (disturbo legato all’ansia), schizofrenia e ipoma-

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Introduzione

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nia – dai non pazienti. Varie analisi aggiuntive condussero a otto set finali di item, che vennero raggruppati in otto scale diagnostiche. Le scale che misura-vano Mascolinità/femminilità (progettate originariamente per rilevare tendenze omosessuali, in un’epoca nella quale l’omosessualità era considerata un distur-bo psichiatrico) e l’introversione sociale furono aggiunte successivamente al set di scale di base. Hathaway e McKinley documentarono lo sviluppo delle Scale Cliniche del MMPI in una serie di articoli (Hathaway e McKinley, 1940, 1942; McKinley e Hathaway, 1940, 1942, 1944).

Le Scale Cliniche non funzionarono come immaginato. I tentativi messi in atto per replicare la loro validità diagnostica predittiva ottennero solo un parziale successo con alcune scale e si rivelarono per lo più inefficaci per altre (Hathaway, 1960). Tuttavia, i primi utilizzatori del MMPI osservarono che certi pattern di punteggio alle Scale Cliniche erano associati con caratteristiche di personalità. I ricercatori iniziarono, quindi, a spostare la loro attenzione dall’in-dagine dei correlati delle Scale Cliniche all’identificazione dei correlati empirici con i pattern di punteggi alle scale. Il termine “profilo” venne usato per fare riferimento al set completo di punteggi delle otto Scale Cliniche; tipi di profilo e codice tipo furono impiegati per identificare specifici pattern o combinazioni di punteggi.

A partire dal 1960 l’uso del MMPI è cambiato in maniera eclatante. Il mo-dello diagnostico è stato eliminato a favore dell’obiettivo ben più ampio di valutare le caratteristiche normali e patologiche di personalità, i sintomi del-la psicopatologia e le tendenze comportamentali. I codici tipo, piuttosto che le singole scale, vennero considerati come la principale fonte di informazio-ne. Approfonditi studi sui correlati empirici dei codici tipo (cfr., ad esempio, Gilberstadt e Duker, 1965; Marks e Seeman, 1963; Marks, Seeman e Haller, 1974) iniziarono ad essere utilizzati come fonti principali per effettuare infe-renze interpretative. Sempre a partire dagli anni Sessanta del secolo scorso, gli sforzi per costruire e interpretare le scale del MMPI sulla base del contenuto de-gli item, piuttosto che dei correlati empirici esterni, portarono allo sviluppo di nuove scale e di nuovi approcci all’interpretazione (cfr., ad esempio, Wiggins, 1966). Le scale basate sul contenuto andarono ad integrare quelle originarie, empiricamente derivate, consentendo una più diretta comunicazione tra esa-minando e clinico.

Il MMPI originario non ha avuto precedenti o eguali per la quantità e va-rietà di ricerche che hanno indirizzato le sue applicazioni in una molteplicità di situazioni di assessment. Dal 1980 è diventato lo strumento più utilizzato nel mondo per la valutazione della personalità e della psicopatologia. Tuttavia, negli anni i ricercatori e i clinici sono divenuti consapevoli che alcuni limiti del test dovevano essere affrontati. Nel 1982 la University of Minnesota Press avviò

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un progetto di ristandardizzazione, che aveva come obiettivo lo sviluppo di una nuova versione del MMPI originario. Il MMPI-2 venne pubblicato nel 1989 e la versione italiana, curata da Paolo Pancheri e Saulo Sirigatti, è del 1995; la pub-blicazione del MMPI originario è stata interrotta nel 1999.

2. Il MMPI-2

La necessità di aggiornare il MMPI era già stata riconosciuta ed espressa prima che il progetto di ristandardizzazione avviasse i suoi lavori (cfr. Butcher, 1972). L’elaborazione di una nuova taratura fu considerata la necessità più ur-gente. Il campione normativo del MMPI originario fu reclutato negli anni Trenta ed era costituito quasi esclusivamente da caucasici del Minnesota, facenti parte della classe operaia rurale, con una scolarità media di otto anni. Tale campione, appropriato quando il test venne pubblicato, apparve non più adeguato quando il MMPI iniziò ad essere usato in un’ampia varietà di setting negli USA e nel resto del mondo. Un secondo obiettivo della revisione fu l’aggiornamento degli item del test. Vennero eliminati gli item che non contribuivano al punteggio di nessuna delle scale più usate e quelli che potevano apparire offensivi, perché relativi a credenze religiose, contenenti termini sessisti o riferimenti al funzio-namento intestinale e della vescica. Furono, inoltre, rivisti gli item contenenti termini obsoleti o riferimenti culturali. Questi due obiettivi vennero perseguiti dal Comitato di Ristandardizzazione con l’intento di mantenere una continuità tra il MMPI originario e lo strumento riveduto. Di conseguenza, le Scale Clini-che rimasero sostanzialmente invariate: un piccolo numero di item venne rivi-sto e un ancor più piccolo numero, il cui contenuto poteva essere considerato offensivo, fu eliminato.

Il campione normativo del MMPI-2 fu reclutato in varie aree degli Stati Uni-ti e – cercando di rispettare quanto più possibile il Censimento dell’epoca – fu ottenuto un campione rappresentativo della popolazione generale. Oltre 2900 individui completarono la batteria, composta da una versione sperimentale del test – il MMPI-AX, costituito dai 550 item originari e dai 154 rivisti e da nuo-vi item aggiunti al fine di rimpiazzare eventualmente alcuni dei vecchi e non funzionanti item –, da una Biographical Information Form, per la raccolta di vari dati demografici, e da una Life Events Form (una checklist di recenti eventi di vita stressanti). Dei circa 2900 individui esaminati (1462 donne e 1138 uomini), 2600 che avevano prodotto protocolli completi e validi andarono a costituire il campione normativo. Circa 1680 componenti il campione normativo, che avevano partecipato con il proprio coniuge o convivente, completarono due forme aggiuntive: una versione modificata dell’Adjustment Scale di Katz e Lyerly

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Introduzione

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(1963) e la Dyadic Adjustment Scale di Spanier (1976). Per la collaborazione, ven-nero corrisposti 15 dollari a coloro che avevano partecipato senza il partner e 40 dollari alle coppie.

La versione finale del MMPI-2 era composta da 567 item. Dei 383 item, che costituivano le Scale Cliniche e le Scale di Validità dell’originario MMPI, 372 vennero mantenuti nel MMPI-2; 11 item furono eliminati per il loro contenu-to discutibile. Relativamente alle Scale Cliniche, nessuna perse più di 4 item e nessun nuovo item venne aggiunto. Degli item del MMPI-2, 64 erano lievi re-visioni di item originari del MMPI; Ben-Porath e Butcher (1989) rilevarono che i cambiamenti apportati avevano un impatto trascurabile sulle proprietà psico-metriche delle scale che includevano tali item. Coerentemente con l’obiettivo di mantenere una continuità con il MMPI originale, le Scale di Validità di base (L, F e K) non subirono modifiche, fatta eccezione per l’eliminazione di 4 item della scala F per il loro contenuto discutibile. Le Scale Cliniche del MPPI-2 rimasero quasi uguali a quelle del MMPI.

Nel complesso, vennero apportati i seguenti miglioramenti:

nuove norme maggiormente rappresentative della popolazione degli USA;un nuovo metodo per calcolare i punteggi standardizzati del MMPI-2

(Tellegen e Ben-Porath, 1992);due nuove Scale di incoerenza delle risposte, VRIN e TRIN, come ausilio

per identificare protocolli influenzati da uno stile di risposta invariabile o casua-le costruite sull’esempio di indicatori simili sviluppati da Tellegen (1982, 1988);

una nuova scala, Fb, progettata per identificare le risposte fornite molto raramente agli item collocati nell’ultima parte del MMPI-2;

le Scale di Contenuto del MMPI-2 (Butcher, Graham, Williams e Ben-Porath, 1990), che andavano a sostituire le Scale di Contenuto del MMPI (Scale di Wiggins; Wiggins, 1966) e, similmente a queste, offrivano un assessment maggiormente focalizzato di alcuni aspetti misurati anche dalle Scale Cliniche (ad esempio: ansia, depressione, funzionamento mentale bizzarro) e di altri non direttamente valutati (ad esempio: paure, rabbia, problemi familiari).

Lo sviluppo e la validazione del MMPI-2 vennero documentati nella pri-ma edizione del manuale del test (Butcher, Dahlstrom, Graham, Tellegen e Kaemmer, 1989). Sebbene inizialmente venissero espressi dubbi circa l’effettivo mantenimento della continuità (cfr. Dahlstrom, 1992), la ricerca sulla congruen-za dei codici tipo, ottenuti con i due set di norme, dimostrò che, quando veniva tenuto conto dell’errore di misurazione, nella maggioranza dei casi venivano ottenuti gli stessi risultati (Ben-Porath e Tellegen, 1995; Graham, Timbrook, Ben-Porath e Butcher, 1991).

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Coerentemente con la storia del questionario, anche dopo la pubblicazio-ne del MMPI-2 la ricerca è continuata, contribuendo a ulteriori sviluppi dello strumento. Un’edizione riveduta del manuale del test (Butcher et al., 2001) ha incluso la messa a punto di nuove scale:

due Scale di Validità: Fp (Arbisi e Ben-Porath, 1995) – una misura del-le risposte infrequentemente date dalla popolazione generale, meno sensibile della scala F alla presenza di autentiche psicopatologie – e S, una scala volta a valutare una superlativa presentazione di sé nella compilazione del questionario (Butcher e Han, 1995);

le Componenti delle Scale di Contenuto (Ben-Porath e Sherwood, 1993);un set di scale messo a punto per la misurazione delle dimensioni prin-

cipali della personalità patologica, le Personality Psychopathology Five Scales (PSY-5; Harkness, McNulty e Ben-Porath, 1995; Harkness, McNulty, Ben-Porath e Graham, 2002);

una versione rivista della scala Ho – Ostilità (Cook e Medley, 1954).

Sviluppi successivi portarono all’introduzione di norme non specifiche per genere (Ben-Porath e Forbey, 2003) e all’aggiunta della Scala Validità dei Sintomi (FBS; Lees-Haley, English e Glenn, 1991) alle scale standard di validità del test.

Nessuno di questi miglioramenti ebbe un impatto diretto sulla fonte princi-pale di informazioni del MMPI-2, le Scale Cliniche. Vale la pena notare che nella prefazione al MMPI Handbook di Dahlstrom e Welsh (1960), Starke Hathaway – l’Autore che aveva messo a punto le Scale Cliniche – si meravigliava che non fossero stati proposti miglioramenti a scale che erano state pubblicate circa venti anni prima. Sono stati necessari altri due decenni prima che Tellegen avviasse – poco dopo la pubblicazione del MMPI-2 nel 1989 – quegli sviluppi che culmi-narono con la costruzione delle Scale Cliniche Ristrutturate del MMPI-2, pubbli-cate in una monografia sul test (Tellegen et al., 2003).

3. Le Scale Cliniche Ristrutturate del MMPI-2

La concomitanza di due importanti fattori ha motivato il progetto di messa a punto delle Scale Cliniche Ristrutturate. Uno di questi fattori è l’ampiamente riconosciuta efficacia delle Scale Cliniche, fondata sul metodo empirico di sele-zionare gli item sulla base di correlati diagnostici importanti. Questo metodo as-sicura che le aggregazioni degli item delle Scale Cliniche rappresentino dimen-sioni clinicamente significative. Il secondo fattore, altrettanto noto, consiste nel rilievo secondo il quale le Scale Cliniche non sono ottimali dal punto di vista

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Introduzione

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psicometrico. È probabile che il problema di base, che compromette la validità convergente e discriminante della maggior parte delle scale, sia l’eccessiva etero-geneità nella struttura (cioè, la multidimensionalità troppo estesa, la direzione di aspetti delle scale talvolta in conflitto, alcuni errori di misurazione), che si riflette sul contenuto troppo ampio degli item, nella sovrapposizione degli item e in alcune intercorrelazioni tra le scale eccessivamente elevate.

Le Scale RC sono state messe a punto per risolvere il problema dell’eteroge-neità e facilitare l’acquisizione di informazioni clinicamente significative. Ogni scala misura separatamente una delle dimensioni che è stata identificata come la componente principale di una o più Scale Cliniche. La costruzione delle Scale RC (Tellegen et al., 2003) è avvenuta in quattro fasi. Durante tutto il processo di ela-borazione le analisi sono state condotte e replicate con ampi campioni clinici, al fine di ridurre la probabilità che risultati casuali potessero influenzare la revisione.

La prima fase è stata lo sviluppo di una misura di Demoralizzazione, il fattore comune non specifico che comporta la condivisione di una sostanziale quota di varianza tra tutte le Scale Cliniche ed è una delle dimensioni che contribu-iscono all’eterogeneità delle scale. Tellegen (1985) ha descritto la Demoralizza-zione come un fattore generale, che aumenta le correlazioni tra le misure di attributi che dovrebbero essere relativamente indipendenti in inventari clinici come il MMPI. Le osservazioni di Tellegen circa la Demoralizzazione (Watson e Tellegen, 1985) erano basate sui suoi studi sulla struttura dell’umore, attraver-so i quali è stata identificata un’ampia dimensione sovraordinata di Affettività Piacevole-Affettività Spiacevole, simile alla Demoralizzazione. All’interno di questa cornice teorica, la Demoralizzazione è stata concettualizzata come il collegamen-to tra l’alta attivazione negativa e la bassa attivazione positiva, condizioni che Tellegen (1985) identificò, rispettivamente, come fattori di rischio per l’ansia patologica e la depressione. Secondo questa prospettiva, fu sviluppata una mi-sura di Demoralizzazione, identificando un set di item che avevano una rilevante quota di varianza in comune con le Scale Cliniche 7 e 2. Il contenuto di questi item risultò congruente con quello della dimensione Piacevole-Spiacevole.

Come seconda fase della costruzione delle Scale RC, fu effettuata una serie di analisi delle componenti principali per ognuna delle Scale Cliniche originarie combinata con gli item della Demoralizzazione. In ciascuna analisi, gli item ori-ginali della Demoralizzazione – come pure quelli delle Scale Cliniche altamente correlati anche con la Demoralizzazione – manifestavano la massima saturazione nel primo fattore ruotato. Per la maggior parte delle Scale Cliniche una soluzio-ne a due fattori consentiva anche l’identificazione di una seconda componente significativa e distinta dalla non-Demoralizzazione. Per alcune Scale Cliniche fu necessaria una soluzione a tre fattori, per recuperare una dimensione significa-tiva che non costituiva più la componente principale distintiva di una diversa

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Scala Clinica. Nel caso della Scala 5 è stata necessaria una soluzione a quattro fattori, che ha prodotto due componenti distinte. La seconda fase ha portato, quindi, a disporre di dodici set di item, che rappresentano la Demoralizzazione e le componenti di undici principali e distinte Scale Cliniche.

La terza fase è consistita nella costruzione di un set di scale embrionali, in grado di rappresentare le componenti delle dodici Scale Cliniche identificate. È stata, quindi, svolta una serie di analisi per massimizzare sia la rappresentatività sia la reciproca indipendenza di tali dodici scale iniziali.

La quarta fase della costruzione delle scale si è concentrata sullo sviluppo delle nove Scale RC finali, che rappresentano la Demoralizzazione e le otto Scale Cliniche inerenti o associate alle principali psicopatologie riconosciute, cioè: Hs, D, Hy, Pd, Pa, Pt, Sc e Ma, ma non Mf né Si. Le correlazioni furono calcolate tra ciascuna delle scale iniziali e ciascuno dei 567 item del MMPI-2.

Ad ognuna delle nove scale selezionate vennero aggiunti gli item correla-ti sufficientemente con la scala in questione e in misura minima con le altre undici scale iniziali. Pochi item sono stati successivamente riassegnati a varie scale, in base alle correlazioni riscontrate tra item delle Scale RC e criteri esterni. Tellegen e collaboratori (2003) riportano dettagli aggiuntivi circa la procedura seguita per tali elaborazioni, inclusi i criteri utilizzati per determinare i valori delle correlazioni da ritenersi sufficienti e minimi per le varie scale.

In seguito ad ampi studi di validazione, le nove Scale RC sono state aggiunte al MMPI-2. Tellegen e collaboratori (2003) raccomandarono di usare tali scale come supporto all’interpretazione del profilo delle Scale Cliniche, traendo van-taggio sia dall’aumentata capacità discriminante, sia dalla più precisa identifica-zione del contenuto. In particolare nei setting clinici, un livello più elevato di Demoralizzazione è un evento comune e spesso produce profili di Scale Cliniche con un pattern di elevazioni multiple. In questi casi, il profilo delle Scale RC potrebbe mostrare un’elevazione sulla scala Demoralizzazione, ma in poche al-tre Scale Ristrutturate, consentendo così di individuare i problemi salienti della persona esaminata in aree diverse dalla Demoralizzazione. In casi differenti, che si verificano più probabilmente in setting ambulatoriali o non clinici, un basso livello di Demoralizzazione potrebbe abbassare indebitamente il profilo delle Sca-le Cliniche, ma non quello delle Scale RC.

Studi successivi (cfr. Ben-Porath e Tellegen, 2008) hanno fornito ulteriori prove empiriche della validità e dell’utilità delle Scale RC in una varietà di set-ting nei quali il MMPI-2 è frequentemente usato. Questa letteratura, e i nuovi correlati riportati nel Technical Manual, sono le basi per le indicazioni interpre-tative, empiricamente fondate, prospettate nel capitolo 5 del presente manuale.

Sebbene di considerevole utilità come misure delle componenti principali e distinte delle Scale Cliniche, le Scale RC non sono mai state pensate come

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Introduzione

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sufficienti per un assessment completo, basato sul MMPI-2, dei vari aspetti cli-nicamente rilevanti. Era necessario disporre di scale in grado sia di valutare sin-golarmente aspetti complessivamente rilevati delle Scale Cliniche originarie (ad esempio: timidezza, ansietà, aggressività, abuso di sostanze), sia di esaminare altre caratteristiche significative non direttamente valutate dalle scale RC (ad esempio: interessi, ideazione suicidaria, fobie). Inoltre, come notato preceden-temente, il set finale di Scale RC non includeva misure delle principali compo-nenti specifiche delle Scale Cliniche 5 e 0. Sebbene non siano misure di interesse psicopatologico, entrambe le scale valutano aspetti rilevanti per un assessment completo e, quindi, appare giustificata la loro inclusione nel MMPI-2-RF. Infine, mancava ancora l’identificazione di un set di dimensioni sovraordinate.

4. Il MMPI-2-RF

L’obiettivo perseguito nello sviluppo del MMPI-2-RF era di analizzare l’in-tero pool di item del MMPI-2, per identificare potenziali obiettivi per la co-struzione di Scale Sostanziali aggiuntive, in grado di comporre un set di scale, tale da permettere un assessment completo ed efficiente delle variabili salienti e clinicamente rilevanti, misurabili con il pool di item del MMPI-2. I metodi per mettere a punto molte di queste scale addizionali erano simili a quelli utilizzati per costruire le Scale RC: sottoporre ad analisi fattoriale i domini di item indi-pendenti, formare scale embrionali iniziali, scegliere gli item dal pool comples-sivo del MMPI-2, ottimizzare l’attendibilità, l’indipendenza e la rilevanza delle scale, considerare i correlati esterni. Tuttavia, la costruzione delle Scale RC fu relativamente circoscritta, se confrontata con le serie di differenti e complesse analisi condotte per ottenere un set comprensivo di scale sostanziali. Venne svi-luppato anche un set di scale di validità.

Il capitolo 2 del Technical Manual fornisce una descrizione dei principali passaggi effettuati per la ristrutturazione del MMPI-2-RF; tali fasi hanno condot-to a otto Scale di Validità e a 28 Scale Sostanziali aggiuntive (tre Scale Sovraordi-nate, 23 Scale dei Problemi Specifici e due Scale di Interessi). Nel capitolo 3 del Technical Manual sono presentate le informazioni sulle proprietà psicometriche e sui correlati empirici delle scale del MMPI-2-RF. Le indicazioni per l’interpreta-zione delle Scale sono fornite nel capitolo 5 del presente manuale.

Un set rivisto delle Scale PSY-5 fu costruito in modo indipendente da Harkness e McNulty (2007). Il modello PSY-5 è stato originariamente sviluppato da Harkness e McNulty (1994) per individuare le dimensioni principali della personalità patologica. L’importanza clinica e personologica delle Scale PSY-5 è stata corroborata da un cospicuo numero di ricerche empiriche.

MMPI-2-RF manuale USA 94388Y.indd 15 07/09/12 09.32

MMPI-2-RF – Minnesota Multiphasic Personality Inventory-2-Restructured Form

16

La figura 1-1 fornisce una breve descrizione delle 50 scale del MMPI-2-RF. Nel presente manuale, l’appendice A descrive la composizione delle scale, la di-rezione degli item e le medie e le deviazioni standard per ciascuna scala in base al campione normativo di 2276 uomini e donne del campione USA. L’appendice B elenca i 338 item del MMPI-2-RF, la loro direzione e la loro afferenza alle Scale.

Nell’agosto del 2011, la University of Minnesota Press ha pubblicato e reso disponibile attraverso il proprio distributore, la Pearson, una versione corret-ta del manuale di istruzioni di somministrazione, scoring e interpretazione e del Technical Manual. La ristampa fornisce informazioni sulla costruzione della Scala di Distorsione delle Risposte (RBS), sviluppata da Roger Gervais, e recente-mente aggiunta nel MMPI-2-RF. Questo ha portato il numero totale delle scale del MMPI-2-RF a 51 e il numero complessivo degli indicatori di validità a 9. Punteggi elevati nella scala RBS indicano una possibile esagerazione di lamen-tele mnestiche.

MMPI-2-RF manuale USA 94388Y.indd 16 07/09/12 09.32

Introduzione

17

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MMPI-2-RF manuale USA 94388Y.indd 17 18/09/12 09.09

MMPI-2-RF – Minnesota Multiphasic Personality Inventory-2-Restructured Form

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MMPI-2-RF manuale USA 94388Y.indd 18 07/09/12 09.32

Introduzione

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MMPI-2-RF manuale USA 94388Y.indd 19 07/09/12 09.32

MMPI-2-RF – Minnesota Multiphasic Personality Inventory-2-Restructured Form

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MMPI-2-RF manuale USA 94388Y.indd 20 07/09/12 09.32

21

1. Usi previsti

Il MMPI-2-RF è uno strumento ad ampio spettro, designato per essere utilizzato nello stesso ampio ventaglio di situazioni di assessment psicolo-gico previsto per il MMPI-2. Varie indagini hanno indicato che il MMPI-2 è la misura di personalità più ampiamente utilizzata da psicologi clinici e da neuropsicologi (Camara, Nathan e Puente, 2000) nelle valutazioni di adulti in ambito forense (Archer, Buffington-Vollum, Stredny e Handel, 2006) – in particolare per le valutazioni in ambito penale (Borum e Grisso, 1995) – nel-le pratiche per l’affidamento di minori (Ackerman e Ackerman 1997), nelle cause per lesioni personali (Lees-Haley, Smith, Williams e Dunn, 1996) e nei casi di danni morali (Boccaccini e Brodsky, 1999). Il MMPI-2 è anche il test psicologico più ampiamente utilizzato negli assessment psicologici condot-ti in setting penitenziari (Gallagher, Somwaru e Ben-Porath, 1999) e negli screening per la selezione dei candidati alle Forze dell’ordine (Cochrane, Tett e Vandercreek, 2003). Lo strumento è comunemente usato per la selezione del personale in molte altre posizioni considerate ad alto rischio per la sicurezza pubblica (ad esempio, operatori di impianti nucleari) e in ambiente militare. Una rassegna di Arbisi e Seime (2006) riporta che il MMPI-2 è anche utilizza-to frequentemente in un’ampia varietà di assessment psicologici condotti in setting medici (ad esempio, con pazienti con dolore cronico, persone che si devono sottoporre a trapianto di organi, o ad operazioni di chirurgia baria-trica, e nel contesto di piani di trattamento per una varietà di interventi sul comportamento).

CAPITOLO SECONDO

Usi previsti,qualificazione degli utilizzatori

e protezione dei materiali

MMPI-2-RF manuale USA 94388Y.indd 21 07/09/12 09.32

MMPI-2-RF – Minnesota Multiphasic Personality Inventory-2-Restructured Form

22

Il MMPI-2-RF valuta le stesse aree di funzionamento psicologico conside-rate dal MMPI-2. Lo strumento consiste di scale empiricamente validate, che forniscono informazioni sui sintomi clinici, sulle caratteristiche di personalità, sulle tendenze comportamentali, sul funzionamento interpersonale e sugli inte-ressi, nonché sui rischi per la validità del protocollo. I dati di validazione delle scale del MMPI-2-RF, raccolti in un’ampia varietà di setting, sono riportati nel Technical Manual.

Nel Technical Manual sono riportate anche le statistiche descrittive, calco-late sui punteggi ottenuti alle scale del MMPI-2-RF da campioni esaminati in setting diversi. Tali setting includono un Centro di salute mentale ambulato-riale territoriale, alcune unità di degenza in psichiatria, un programma di trat-tamento per abuso di sostanze, un Centro di counseling clinico universitario, un campione di pazienti trattati privatamente, un campione di persone che richiedono il riconoscimento di disabilità reclutato in ambito forense, imputati per reati, detenuti, studenti universitari, campioni di candidati all’assunzione da parte delle Forze dell’ordine o di istituti penitenziari. Queste informazioni permettono – a coloro che utilizzano il test negli USA – di confrontare i risultati ottenuti da un individuo in uno di questi setting con quelli di un campione di individui esaminati in setting simili. L’uso di tali dati è illustrato nel capitolo 5 del presente manuale.

2. Qualificazione degli utilizzatori

Secondo gli Standards for Education and Psychological Testing (AERA et al., 1999), la documentazione di un test deve includere “informazioni riguardanti la qualificazione richiesta a coloro che usano il test […] al fine di specificare la formazione, la certificazione, le competenze e l’esperienza necessarie per avere accesso al test” (p. 69). Tuttavia, gli sforzi per limitare l’accesso ai test psicologici hanno incontrato, in certi contesti sociopolitici, la resistenza da parte di istituzioni pubbliche, preoccupate per la potenziale violazione della libertà di circolazione di beni e servizi che si verificherebbe se, ad esempio, i test psicologici venissero resi disponibili esclusivamente ai membri di una o di un’altra professione. Come risultato, gli Editori del test hanno dovuto adottare politiche di qualificazione degli utilizzatori, nello sforzo di deter-minare in modo responsabile chi possa acquistare i materiali del test. Per rispettare questo obbligo, le qualifiche che vengono richieste per usare i vari MMPI dall’Editore (la University of Minnesota Press) e dal distributore (la NCS Pearson), dovrebbero essere considerate requisiti minimi. Questi consi-stono in quanto segue.

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Usi previsti, qualificazione degli utilizzatori e protezione dei materiali

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L’utilizzatore ha la licenza per esercitare la professione di psicologo in modo autono-mo, o ha conseguito il dottorato di ricerca (o in alcuni casi la laurea specialistica) in una delle aree di studio indicate per il test; queste includono una formazione (otte-nuta attraverso partecipazione a programmi specifici e lo svolgimento di esperienze pratiche supervisionate) nella somministrazione e nell’interpretazione di strumenti clinici, o il completamento di un workshop approvato dalla Pearson o di altri corsi riconosciuti. Se non si possiede nessuna di queste qualificazioni, coloro che usano il test devono fornire prova di avere ottenuto il diritto di somministrare test nella propria istituzione.

Gli Standards for Education and Psychological Testing richiedono inoltre che “prima di adottare e di usare un test pubblicato, chi intende utilizzarlo dovreb-be studiare e valutare i materiali forniti da coloro che hanno sviluppato il test […] Come minimo, tale materiale deve includere i manuali forniti dall’Editore. Teoricamente, colui che intende usare il test dovrebbe essere al corrente de-gli studi pertinenti, riportati nella letteratura specialistica” (AERA et al., 1999, p. 113). Tale conoscenza dovrebbe includere anche la revisione e la valutazione dei dati psicometrici relativi all’attendibilità e alla validità dei punteggi alle scale.

Per effettuare una competente rassegna della documentazione e della let-teratura sul MMPI-2-RF e quindi conformarsi a questi standard, chi intenda utilizzare il test deve avere una formazione universitaria di secondo livello nell’assessment e nel testing psicologici; avere familiarità con le procedure mediante le quali vengono valutate le proprietà psicometriche fondamentali dei punteggi di un test, vale a dire: affidabilità, errore di misurazione, vari aspetti della validità, statistiche per la classificazione dei casi e la relativa ac-curatezza, norme ed elaborazione dei punteggi standardizzati. Sono inoltre necessari un tirocinio e un’esperienza supervisionata nella somministrazione, scoring e interpretazione del MMPI-2 e del MMPI-2-RF. La preparazione può essere conseguita nei corsi di laurea o frequentando i corsi di formazione continua. Per interpretare correttamente i punteggi di questi test, considerato l’oggetto di questi strumenti, gli utilizzatori dovrebbero anche aver ricevuto, durante il corso degli studi universitari, una formazione nelle aree della psi-copatologia e della psicologia della personalità. Infine, coloro che usano il test dovrebbero mantenersi aggiornati nella letteratura specialistica relativa al MMPI-2-RF.

In sintesi, un uso qualificato del MMPI-2-RF richiede una formazione a li-vello universitario nell’assessment e nel testing psicologico, con uno specifico accento sulla psicometria di base; una formazione a livello universitario nelle aree della personalità e della psicopatologia; una formazione specifica, a livello universitario o di formazione continua, sugli strumenti MMPI; un’esperienza

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MMPI-2-RF – Minnesota Multiphasic Personality Inventory-2-Restructured Form

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supervisionata nella somministrazione, nello scoring e nell’interpretazione del test; familiarità con la letteratura specialistica aggiornata sullo strumento.

3. Protezione dei materiali del test

Gli Standards for Education and Psychological Testing indicano che “coloro che utilizzano il test hanno la responsabilità di proteggerne la sicurezza, come indicato da chi ha sviluppato lo strumento. Quando i test vengono utilizzati in procedimenti legali, l’accesso agli strumenti dovrebbe essere limitato – nella mi-sura consentita dalla legge – a coloro che sono legalmente o deontologicamente obbligati alla salvaguardia della sicurezza del test” (AERA et al., 1999, p. 115).

Coloro che utilizzano il MMPI-2-RF sono obbligati a garantire la sicurezza dei materiali del test (libretti, registrazioni audio, manuali, fogli di scoring, pro-fili, software e guide per stendere i report); possono consegnare tali materiali solo a chi sia sotto la loro diretta supervisione (tali persone hanno obblighi simi-li), oppure a colleghi qualificati, che lavorino nella stessa struttura e che siano, a loro volta, tenuti a proteggere i materiali del test. È consentito non ottempe-rare a questi obblighi, allorché la visione dei materiali sia stata richiesta con un ordine di un tribunale. Una proposta di lettera, contenente raccomandazioni per gestire queste situazioni, predisposta dall’Editore (la University Minnesota Press) e dal distributore (la NCS Pearson), è rintracciabile nella versione ame-ricana del manuale di istruzioni di somministrazione e scoring (Ben-Porath e Tellegen, 2008).

Gli Standards for Education and Psychological Testing indicano anche che “co-loro che usano il test hanno l’obbligo di rispettarne il copyright. Legalmente ed eticamente, coloro che utilizzano il test non possono riprodurre materiale protetto da copyright per uso di routine senza il consenso del detentore del copyright. I materiali includono gli item del test, materiali aggiuntivi quali il foglio di risposta o di profilo, il modulo per lo scoring, le tabelle di conversione dei punteggi grezzi e le tabelle con le norme” (AERA et al., 1999, p. 115). La ri-produzione, con qualsiasi mezzo, di ogni elemento del materiale ora elencato è proibita, in assenza del permesso dell’Editore.

La Giunti O.S. Organizzazioni Speciali, che pubblica la versione italiana del MMPI-2-RF, si attiene per la distribuzione dei materiali testologici ai principi di etica e qualificazione professionale internazionalmente accettati. Questi princi-pi sono in sintonia con gli Standards for Educational and Psychological Tests, defi-niti nel 1985 e recepiti da organizzazioni quali l’American Psychological Asso-ciation (APA), l’American Psychiatric Association (APA), l’American Counseling Association (ACA), l’International Personnel Management Association (IPMA)

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e l’American Educational Research Association (AREA). Gli stessi standard sono stati fatti propri dall’European Test Publishers Group (ETPG) e dall’International Test Commission (ITC), organizzazioni internazionali di cui Giunti O.S. Orga-nizzazioni Speciali fa parte.

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