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Moda & Media Costume - Abbigliamento - Comunicazione Una mostra a cura della Dott.ssa Maria Altobella Area di Consultazione Generale 25 settembre 2006 25 ottobre 2006

Moda Media Costume - Abbigliamento - Comunicazione · successo della rivoluzione borghese la competizione si ... A mano a mano che la società, sia tecnica che scientifica, ... capitolo,

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Moda & Media

Costume - Abbigliamento -

Comunicazione

Una mostra a cura della Dott.ssa Maria Altobella

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Area di Consultazione Generale settembre 2006 – 25 ottobre 200
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Moda & Media

Costume - Abbigliamento - Comunicazione

La Magna Capitana, tra gli obiettivi di servizio, intende comunicare se stessa autoesponendosi attraverso materiali appartenenti alle proprie raccolte. I messaggi offerti - sicuramente più comprensibili rispetto ai normali canali di accesso al patrimonio - frutto di sintesi e confronti, hanno il fine di una partecipazione sociale al godimento del bene/documento, di una fruizione immediata e soprattutto di una diretta lettura critica delle edizioni selezionate.

All’interno, dunque, di un programma che intende valorizzare, a rotazione, il proprio giacimento culturale, si inserisce l’iniziativa, organizzata dall’Area di Consultazione Generale, di presentare la moda nei suoi aspetti principali. Il percorso espositivo, corredato da catalogo bibliografico ragionato, comprende temi - il cui filo conduttore è il vestito come oggetto proprio della ricerca - considerati da un’angolazione antropologica, storica, filosofica, sociologica, artistica e semantica.

Perché la moda. Perchè - pratica significante e presenza multiforme nella società - è il risultato di un insieme di fattori estetici, sociali e psicologici. Amplificata dalla pubblicità, si estende dall’arte alla letteratura, dal design agli alimenti, dal lavoro al tempo libero ed acquista una dimensione in cui confluiscono molteplici tensioni tra identificazione e differenza, tra imitazione e originalità, tra funzionalità ed estetica.

Il campo della moda è, quindi, difficile da circoscrivere ricoprendo vari settori: alcuni evidentemente investiti quali l’abbigliamento, la parure, l’ambiente della vita quotidiana, il comportamento ed il linguaggio; altri, invece, non dipendono direttamente dalla moda, bensì dall’adattamento funzionale, dalla tecnica e dai materiali. In ogni caso nulla risulta completamente escluso da questo campo e si può, così, sostenere una sua estensione indefinita in qualunque settore. Non rispettando alcun argine, deborda continuamente e, non essendo un sistema chiuso, cede alla pressione della realtà socio-culturale.

Contenuto ideologico, modo di essere, di dire, di fare, di apparire, è evidente, dunque, soprattutto nel vestiario per le caratteristiche distintive; appare poi nel gusto, nelle arti, nella politica e nella scienza. Dal latino modus, dal francese mode ed infine moda in italiano, indica scelte ed usi transitori in quanto continuamente rinnovati passando attraverso fasi diverse secondo l’età, il gusto e l’indole di chi la adotta o la adatta. Nel corso della storia, dal Rinascimento in poi si possono individuare tre fasi: prima, durante e dopo il trionfo della borghesia. Prima della rivoluzione borghese, le condizioni economiche e culturali permettono alle sole

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classi egemoni di essere interessate alla moda; con il successo della rivoluzione borghese la competizione si estende sempre più fino a conquistare la società urbana nel suo insieme; le conseguenze di queste trasformazioni portano, infine, alla formazione di una nuova organizzazione sociale della moda in quanto non gravita più intorno ad una classe, quella della borghesia, bensì intorno ai suoi mandanti, l’alta società, e alle sue istituzioni, l’alta sartoria. L’indebolimento della moda borghese è parallelo ad uno sviluppo incessante delle mode intellettuali ed artistiche. A mano a mano che la società, sia tecnica che scientifica, si sviluppa, la moda guadagna terreno verso zone dove la sua legittimità non è acquisita da tradizioni consolidate e coinvolge, dunque, nella sua dinamica, un numero sempre maggiore di attori sociali.

Non suddivisa in sezioni - in quanto il vestire è al momento stesso fenomeno di costume e metafora - la rassegna comprende testi aventi per oggetto il costume, l’abbigliamento, la comunicazione.

La moda è, infatti, documentata da un variegato gruppo di opere dallo sfondo stilistico, psicologico e culturale della storia del costume; opere che inquadrano notizie riguardanti tutto il mondo, testimonianze storiche ed erudite. Capire o entrare nel merito della vita e dei costumi di un popolo o di una società significa comprenderne i bisogni, le esigenze e le aspirazioni. Le pubblicazioni proposte, dalle interessanti illustrazioni leggibili attraverso indicazioni tecniche, forniscono anche una scomposizione del costume storico in elementi che possono essere ricomposti in nuove sintesi. Il costume, infatti, cessa col tempo di essere ufficiale e gerarchico, rigido ed uniforme, per dar luogo ad una varietà crescente di forme e di fogge, riflettenti nuove varietà e molteplicità della vita civile. Si può affermare - come sostiene Rosana Pistolese in La moda nella storia del costume - che la moda è il costume in movimento ed il costume è la moda consegnata alla storia.

L’abbigliamento è considerato nel senso più generale del termine, come fatto antropologico universale, al tempo stesso protezione e segno di riconoscimento, sempre in accordo con l’ambiente. Ogni popolo, ogni cultura si distingue per il proprio modo di vestire tendendo a porre l’abito come duplicazione figurativa dell’ordine sociale. Ciò è evidente soprattutto nelle società tradizionali per cui ancora oggi il giudice, l’avvocato, il militare, il poliziotto, il postino, il benzinaio, il pilota, il calciatore, il prete, ecc., indossano un’uniforme o un abito legato alla loro funzione che li identifica con la loro carica o il loro lavoro. L’abbigliamento è, dunque, estetica sociale, segnaletica categoriale oltre che manifestazione di caratteristiche culturali.

Ma la moda è anche comunicazione. Innanzi tutto per i suoi elementi semantici; l’abito parla per cui si può ammettere che la moda si basi su un proprio codice - il codice vestimentario secondo Barthes - dando luogo ad una semiotica modale; a cominciare dalla segnaletica cromatica: dal nero mortuario al bianco virgineo, al rosso

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cardinalizio, al rosso rivoluzionario, al giallo della persecuzione antisemita, al marrone degli ordini monastici, ecc. Molti degli accorgimenti della moda sono da intendere come espressioni semiologiche, ossia carichi di una significazione. E’ evidente che questi accorgimenti rientrano in una dimensione metaforica, di similarità, che accomuna la significazione della forma del vestiario con il significato; tra questi rientrano la maggior parte degli indumenti volti direttamente a sottolineare le caratteristiche sessuali dell’uomo e della donna, ad esempio: gonna / borsetta, pantaloni / cravatta. Gli abiti, dunque, costituiscono un linguaggio.

Il percorso della moda si snoda, in un primo tempo, tra atlanti delle apparenze - come il volume di Vecellio - e leggi suntuarie - strumenti di regolazione della gerarchia delle apparenze - poi, nei cambiamenti delle tecnologie produttive, nelle modalità distributive e nelle tecniche di comunicazione, estendendosi dagli ambiti ristretti del consumo esclusivo a platee sempre più vaste e diversificate sotto il profilo sociale e geografico.

La presenza pervasiva della moda nella società è testimoniata dall’attenzione continua che le dedicano i media, i quali documentano tenacemente novità stagionali, stranezze, particolarità. Ma spazio importante e significativo è quello conquistato dalla moda nelle pagine economiche di quotidiani, settimanali e periodici specializzati in analisi socio-economica. Numerosi, dunque i riflettori mediatici sempre pronti ad illustrare il ruolo e la funzione della moda, conseguenze di un plurimo e secolare percorso di interazioni tra evoluzione del gusto, trasformazioni sociali, cambiamenti economici e innovazioni tecnologiche.

Maria Altobella

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CATALOGO

ABBIGLIAMENTO e costume nella pittura italiana: 1. Rinascimento, 2. Barocco e Impero, Roma, Carlo Bestetti, 1962-1964, in gran parte ill. La storia del costume è la storia della società stessa attraverso i secoli ed i luoghi non solo delle vicende storiche ma soprattutto del vivere quotidiano. La storia dell’abbigliamento, pertanto, è il modo di essere e di mostrarsi, di voler essere ed apparire nel suo divenire storico. E storia del costume diventa storia del lavoro, degli usi e delle tradizioni. ALFANO MIGLIETTI Francesca, Virusmoda: chic and choc: rivestimenti: moda, modelli e mutazioni, Milano, Skira, 2005, in gran parte ill. Selezione della rivista Virus che intreccia moda, arte, cinema e musica. Testimonianze, dichiarazioni e segreti di alcuni dei più importanti e significativi creatori di moda contemporanea. ARGYLE Michael, Il corpo e il suo linguaggio: studio sulla comunicazione non verbale, Bologna, Zanichelli, 1980, ill. Il linguaggio del corpo assume un ruolo centrale nel comportamento sociale dell’uomo. Nel 17° capitolo, alle pagine 247-263, l’autore tratta di Abiti, fisico e altre componenti dell’aspetto esteriore. Molti gli aspetti della personalità che possono essere espressi dagli abiti attraverso numerosi fattori quali conformismo, originalità, status sociale, gruppo di appartenenza; infatti i vestiti comunicano atteggiamenti interpersonali. Les ARTS somptuaires: histoire du costume et de l’ameublement et des arts et industries qui s’y rattachent, sous la direction de Hangard-Mauge; dessins de Cl.us Ciappori; introduction generale et texte explicatif par Ch. Louandre; impressions et couleurs par Hangard_Mauge, Paris, Hangard-Mauge, 1858, in gran parte ill. Storia del costume, della moda e dell’arredamento in Francia dal XV al XVII secolo. Il volume contiene una prima parte storica - corredata di ricca antiporta a colori - ed una seconda iconografica composta da 164 mirabili incisioni a colori; figurano tra queste vari personaggi aristocratici (duca, marchese, cavaliere, barone…), personaggi popolari (giocoliere, menestrello, mendicante, pellegrino…), personaggi storici e biblici oltre a riproduzioni di tessuti, argenti, arredi, borse, blasoni, mosaici, armi e onorificenze. Le tavole in cui appaiono personaggi ed oggetti documentano la moda nelle diverse epoche considerate. BALZAC Honoré de, Traité de la vie élégante, in La Comédie humaine, XII, Parigi, Gallimard, 1981, pp. 211-257. Trattato ancora godibile e provocatorio sul tema della moda e dell’eleganza, pubblicato per la prima volta sulla Mode in cinque puntate tra il 2 ottobre e il 6 novembre del 1830. Balzac tenta di convincere i lettori che la vita elegante è una categoria dell’esistenza destinata a sopravvivere a qualsiasi rivoluzione. BARTHES Roland, Sistema della Moda, traduzione di Lidia Lonzi, [in copertina:] La Moda nei giornali femminili: un’analisi strutturale, Torino, Einaudi, 1970. Analisi strutturale dell’indumento femminile come è descritto nelle riviste di moda. Il metodo è stato ispirato dalla scienza naturale dei segni e, dunque, dalla semiologia. Una possibile linea di lettura di questo libro è data da una verifica della distinzione di due scuole nell’ambito della ricerca semiologia: manifestazione e significazione. BAUDRILLARD Jean, Il delitto perfetto: la televisione ha ucciso la realtà?, Milano, Raffaello Cortina, 1996. La verità è nuda ma lo strip-tease è senza speranza in quanto la realtà si spoglia offrendo l’apparenza della nudità che non ha nemmeno il fascino erotico del vestito. Come si evince dal testo, i due significati dérobe e robe coincidono, lo spogliarsi della realtà è anche il suo sottrarsi. Infatti, dérober deriva dal francese antico rober come equivalente di dépoullier cioè spogliare.

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BIENNALE di Firenze: Emilio Pucci: il tempo e la moda, Milano, Skira, 1996, in gran parte ill. Evento dedicato alla cultura della moda. Esposizione su una parte fondamentale del lavoro di Emilio Pucci, designer di moda - disegna anche una stilografica per Parker ed una vettura per Ford - originale ed elegante. Il suo stile, creato nell’immediato dopoguerra ed osannato, interpreta immaginazione ed invenzione. BOVENSCHEN Silvia, Abbigliamento in Cosmo Corpo Cultura: Enciclopedia antropologica, a cura di Christoph Wulf; prefazione di Remo Bodei; edizione italiana a cura di Andrea Corsari, Milano, Bruno Mondadori, 2002, pp. 228-240. Dibattito sulle condizioni storiche in cui l’abbigliamento ha iniziato ad essere influenzato dalla moda o se esso non sia stato sempre una variante della storia della moda. BURGELIN Olivier, Moda in Enciclopedia, 9, Torino, Einaudi, 1980, pp. 364- 381. I significati della moda sono molteplici, primo fra tutti quello antropologico; in secondo luogo è importante l’aspetto formale in quanto numerosi argomenti e problemi si trovano regolarmente collegati alla moda; tra gli altri riferimenti sono da sottolineare quelli economici, sociali ed ideologici. CARLYLE Thomas, Sartor resartus (Il sarto rappezzato), traduzione e note di Francesco e Gaetano Cimenti, Bari, Laterza, 1924, ill. Opera del Carlyle nota anche come Filosofia delle vesti, il cui soggetto tratta della posizione sociale, della natura e della necessità del simbolismo. Le vesti, per lui, sono esempio efficacissimo, perfetto e permanente del simbolismo, ossia dell’ impossibilita della nudità assoluta, sia fisica che spirituale. Da poderoso moralista, si rivolge all’umanità sostenendo che tutte le cose visibili non sono che la veste sotto cui si nasconde la realtà vera. CARMIGNANI Marina, Tessuti, ricami e merletti in Italia: dal Rinascimento al Liberty, Milano, Electa, 2005, in gran parte ill. La produzione tessile sostiene un ruolo non secondario nell’esprimere il gusto, l’idea di bellezza e i valori delle varie epoche. Ampio repertorio iconografico, diffuso nei libri di modelli, illustra una realtà variegata che ben corrisponde alle tendenze della raffinata civiltà italiana. CAVALCA ALTAN Emanuela, La moda allo specchio: comunicare la moda: strategie e professioni, Milano, Franco Angeli, 2004. Manuale sulla comunicazione del comparto moda. Tutte quelle attività che richiedono specifiche competenze ed elevata professionalità, assumono nella comunicazione e nelle sue varie forme un ruolo centrale. CESARANI Gian Paolo, Vetrina della Belle Epoque; ricerche iconografiche di Andrea Jemolo, Roma - Bari, Laterza, 1980, in gran parte ill. La moda come maestra di consumi. Per la società dei primi anni del Novecento, la moda riveste un grande rilievo in quanto attraverso di essa i borghesi cercano una forma distinta, capace di creare distanze. L’abito, in tutte le sue forme, rappresenta la comunicazione più esplicita. CONTINI Mila, La moda nei secoli, presentazione di Emilio Pucci, Milano, Mondatori, 1969, in gran parte ill. Conoscenza visiva del campo dell’abbigliamento, basata su due elementi essenziali: forma e colore. Opera interessante, tratta il grandioso fenomeno della moda come un rapido ma circostanziato viaggio nel tempo, un excursus che attraversa secoli di storia vissuta nel meraviglioso campo dell’estetica. DAMISCH Hubert, Ornamento in Enciclopedia, 10, Torino, Einaudi, 1980, pp. 219-232. Ornamento come simbolo del bello e dell’utile in ogni campo, dall’abitazione all’abbigliamento e al corpo stesso. Oscilla tra una sorta di eccedente rispetto alla struttura dell’oggetto e una parte costitutiva e originaria relativa alle arti.

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DIZIONARIO della moda, a cura di Guido Vergani, Milano, Baldini&Castoldi, 1999, ill. La moda del Novecento attraverso tremila voci: racconto enciclopedico di sequenze dello stile, del look, delle mode e degli eventi relativi. Una vera e propria operazione di scavo da parte del giornalismo di costume e del giornalismo specializzato. DORFLES Gillo, Le buone maniere, Milano, Mondadori, 1978. Interventi rivolti al problema del costume - etico ed estetico - del nostro tempo. Soprattutto la prima parte riguarda problemi spiccioli di costume, di moda, di piccoli vizi della società consumistica. DORFLES Gillo, Mode & Modi, ricerca iconografica curata da Bianca Fianchetti, Milano, Mazzotta, 1979, in gran parte ill. La moda non è soltanto uno dei più importanti fenomeni sociali ed economici del nostro tempo; è anche uno dei metri più sicuri per misurare le motivazioni psicologiche, psicoanalitiche e socioeconomiche dell’umanità. DORFLES Gillo, Le oscillazioni del gusto: l’arte d’oggi tra tecnocrazia e consumismo, Torino, Einaudi, 1970. Gusto e fruizione estetica, stile e moda. La relatività del gusto e la sua sottomissione a quella particolare condizione che si definisce moda, è il fatto del non coincidere dei giudizi assiologici, riguardanti il valore, circa movimenti artistici. Rivalutazione stilistica del liberty. ELIA Mario, Costume come civiltà, Torino, Edizioni Rai Radiotelevisione Italiana, 1973. Il costume esprime i bisogni e, dunque, i valori di un gruppo. E’ una comunicazione, una forma comune che rivela un gusto comune, esigenze comuni. Il testo vuole risalire al perché delle usanze e alle condizioni di vita umana che le produssero. ELIAS Norbert, La società di corte, Bologna, il Mulino, 1980. L’autore non considera affatto la corte in sé e per sé ma si propone di comprendere i comportamenti umani attraverso sprechi e follie di una società complessa e gerarchizzata in cui un vestito ed una carrozza non erano lussi fine a sé stessi bensì necessità e status symbol. Si ricostruiscono, così, origini ed evoluzione di un sistema sociale nato in Francia ma affermatosi poi in tutta Europa. FANELLI Giovanni – Fanelli Rosalia, Il tessuto Art Deco e anni trenta: Disegno Moda Architettura, Firenze, Cantini, 1986, in gran parte ill. Storia dei tessuti relativi al periodo 1908-1927, dei loro vari aspetti di design e del loro impiego nella moda e nell’architettura. Lo studio si rileva non semplicemente un assemblaggio di dati e di fatti ma piuttosto un’indagine semiologica. FANELLI Giovanni – Fanelli Rosalia, Il tessuto Art Nouveau: Disegno Moda Architettura, Firenze, Cantini, 1986, in gran parte ill. I tessuti del periodo 1890-1940. In questi anni si valuta in maniera nuova l’opera d’arte prodotta con procedimenti meccanici. Inoltre la richiesta di natura commerciale di disegni nuovi e originali - a seconda dei cambiamenti di gusto verificatisi nella moda e nell’arredamento - rende l’industria tessile sensibile alle nuove tendenze. FASHION (50 s) Style, 1.: Beach & summer: stylish swimwear from the golden age of American fashion; 2.: Casual & spring: stylish casual wear from golden age of American fashion; Tokio, P.I.E. books, 1997, in gran parte ill. I due volumi raccontano la moda femminile statunitense, durante gli anni 1950 - 1960, in modo fresco e divertente. Tessuti, fogge, abiti, magliette, pantaloni costumi, parasoli, cappellini…; lo stile è disinvolto e colorato. FERRARIO Giulio, Il costume antico e moderno ovvero storia del Governo, della Milizia, della Religione, delle Arti, Scienze ed Usanze di tutti i Popoli Antichi e Moderni provata coi Monumenti della Antichità e rappresentata con analoghi Disegni: Africa, America, Asia, Europa, Oceania, Livorno, Vignozzi, 1831-1837; Firenze, Batelli, 1840-1842, ill.

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Straordinaria opera monumentale comprendente numerose monografie illustrative dei costumi di tutto il mondo. Rilegata in 27 volumi - ancora nelle veste originale - comprende 100 fascicoli in brossura. Ridondante di fervore romantico per i nuovi mondi, descrive costumi, usanze, eventi storici, scene popolari e religiose. Numerose le tavole a colori. FINTONI Sergio, Produrre e distribuire moda: sourcing e delocalizzazione in un contesto globale: dove, come, con chi; prefazione di Gaetano Marzotto, Milano, Franco Angeli, 2005. Prendendo atto del profondo cambiamento avvenuto nel modo di produrre e distribuire moda, l’autore fa il punto sulla situazione attuale del mercato orientando nella realtà complessa ed in continua evoluzione. Il modello organizzativo tradizionale dell’industria della moda deve affrontare nuove sfide. FIORENTINI Capitani Aurora, Moda italiana anni cinquanta e sessanta, Firenze, Cantini, 1991, in gran parte ill. Indagine sulle mode durante la fase storica della cosiddetta ricostruzione; cultura e mode provenienti dai paesi d’oltralpe e d’oltreoceano investono la nostra società. La moda riflette le tendenze di una nazione giovane nella quale riferimenti di consolidate abitudini e tradizioni cedono il passo a bisogni e necessità indotte e fin troppo attese. FIRTH Raymond, I simboli e le mode, Roma – Bari, Laterza, 1977. Il simbolismo nei miti, nel sogno, nei mezzi di comunicazione, nella moda. Ricco e documentato studio finalizzato a mettere in luce il significato culturale dei simboli, insegnando a riconoscerli ed individuarli, compresi quelli relativi a capelli ed acconciature. FLORIDIA Giorgio, Moda (tutela giuridica della) in Digesto delle Discipline Privatistiche: Sezione commerciale, volume IX, Torino, UTET, 2003, pp. 489-494. Le creazioni della moda, quadro normativo ed interpretativo delle disposizioni vigenti. Criterio della scindibilità del valore artistico dal carattere industriale, protezione del diritto d’autore e normativa dei brevetti per modello e disegno ornamentale. FRANKLIN Alfred, La civilité, l’etiquette, la mode, le bon ton du XIII au XIX siècle, 2 volumi, Paris, Emile - Paul , 1908. Il secondo capitolo del secondo volume tratta nel terzo paragrafo La mode relazionandola alla civiltà e comprendendo i costumi. Paragrafi su belletti, ciprie, profumi e nei finti. La moda attraverso cappelli, guanti, vestiti, fazzoletti, acconciature e calzature. GAN Stephen – Browne Alix, Visionaire’s fashion 2000: designers at the turn of the millennium universe, New York, Universe, 1997, in gran parte ill. La moda del XX secolo: costumi, arti tessili, stilisti, tecniche fotografiche. Arte e design, marca e griffe attraverso ricchezza di immagini, policromia e linguaggi. La moda si produce nelle fabbriche, nelle catene di montaggio esattamente come altri oggetti. Sia fabbrica di maglieria o bottega artigianale del cuoio, sia sartoria tradizionale o atelier di grido, l’idea di moda si concretizza e diventa processo comunicativo. GIGLI Marchetti Ada, Dalla crinolina alla minigonna: la donna, l’abito e la società dal XVIII al XX secolo, Bologna, CLUEB, 1995, ill. La moda si evolve secondo il cambiamento del gusto ma anche della vita economica, sociale ed ideologica, continuando il suo mutevole e variegato percorso attraverso tappe significative. Dal settecento ai nostri giorni viene messo in luce tutto il complesso intreccio dei fenomeni culturali e di costume che accompagnano tale percorso. GIORGETTI Cristina, Manuale di storia del costume e della moda, Firenze, Cantini, [1993], in gran parte ill. Studio ragionato dell’evoluzione delle fogge. Il volume prende in esame la storia dell’abbigliamento cercando una lettura aderente ai nuovi concetti che dominano oggi la moda, nel pieno rispetto comunque della tradizionale metodologia storica che gli studi italiano hanno applicato. Non una vetrina del passato ma un valido supporto per lo storico e lo stilista.

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GODDARD Eunice Rathbone, Women’s costume in french texts of the eleventh and twuelfth centuries, ristampa anastatica, New York-London, Johnson, 1973, ill. Studio del costume femminile secondo un approccio filologico ed archeologico. Dopo una descrizione del costume in generale, segue l’analisi dei vari lavori relativi all’undicesimo e dodicesimo secolo. Importante ricerca bibliografica. GUANTI in Enciclopedia Italiana di Scienze Lettere ed Arti, Volume XXIII, Roma, Istituto della Enciclopedia Italiana Treccani, 1951, pp. 14-18, ill. Una leggenda attribuisce l’invenzione dei guanti alle Grazie che, chiamate in soccorso di Venere ferita alle mani, le avrebbero cucito delle bende intorno alle dita. Imposti da necessità climatiche, hanno avuto significati diversi. HASKELL Francio, Riscoperte nell’arte: Aspetti del gusto, della moda e del collezionismo, Milano, Edizioni di Comunità, 1990, in gran parte ill. Le modifiche del gusto vengono preannunciate da collezionisti o intenditori. Ma accade anche che i mutamenti di gusto vengono avvertiti in una fase posteriore: nel momento, cioè, in cui trovano riscontro nelle raccolte alla moda. La nuova scoperta viene dunque assimilata entro il fenomeno consapevole della moda. HUIZINGA Johan, Homo ludens, Torino, Einaudi, 1949. Huizinga intuisce il valore estetico dell’abbigliamento, elemento complementare della personalità umana, avvicinandolo alla danza, ma segna i limiti di questo valore artistico per l’intrusione diretta di sentimenti, come sfoggio ed esibizionismo, che rompono quei moduli di misura e armonia tipici dell’arte pura. KANT Immanuel, Antropologia pragmatica, Roma- Bari, Laterza, 1994. Opera che si contiene nel campo dell’osservazione empirica dell’uomo studiato in rapporto con le finalità pratiche della vita. A pp. 134- 135, il sommo filosofo all’interno delle Osservazioni antropologiche sul gusto descrive Il gusto della moda sostenendo tra l’altro che Tutte le mode sono, secondo il loro concetto, mutevoli maniere di vivere.… La novità è ciò che fa amare la moda.… KONIG René, Umanità in passerella: la moda nel processo di civilizzazione, traduzione di Tiziana Prina, Milano, Longanesi, 1988, ill. L’autore spoglia la moda di quel carattere di frivolezza e superficialità che le viene spesso attribuito per reinserirla tra le forze che portano ad una trasformazione della nostra vita sociale. Analisi che cerca di individuare, attraverso varie prospettive, il modello strutturale della moda per coglierne le radici più profonde. KYBALOVA Ludmila – Herbenovà Olga – Lamarovà Milena, Enciclopedia illustrata della moda; edizione italiana a cura di Giannino Malossi, Milano, Bruno Mondadori, 2002, in gran parte ill. Enciclopedia, compilata da tre studiose praghesi, dallo sguardo attento all’evoluzione storica e sociale della moda più che alla celebrazione retorica e al glamour. Lettura critica, geografico - culturale e rapporto tra moda, styling e design industriale. LEVI PISETZKY Rosita, Moda e costume in Storia d’Italia Volume quinto: I documenti I, pp. 939-978, Torino, Einaudi, 1973, ill. Il complesso fenomeno della moda è chiaramente un’espressione strettamente connessa alle differenziazioni sociali e alla loro evoluzione. Nello stesso tempo l’abbigliamento è vistoso indice di rapporti economici tra l’Italia ed altri paesi oltre che coincidente con l’espansione della cultura. LEVI PISETZKY Rosita, Storia del costume in Italia, Milano, Istituto Editoriale Italiano – Treccani, 1964-1969, 5 voll., in gran parte ill. Affascinante itinerario tra le fogge del vestire attraverso i secoli sino all’800, prospettando l’evoluzione delle varie forme dell’abbigliamento e dei significati che hanno assunto nel tempo, legandosi a simboli e miti, a leggi di mercato e a tecniche di produzione.

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La casa editrice Treccani ha riproposto questa opera, fondamentale e unica, ristampandola nei primi due volumi dell’ Enciclopedia della Moda. LUCIANO Soprani: percorsi di stile, a cura di Tony di Corcia, progetto grafico [di] Emiliano de Biase, Foggia, Provincia di Foggia, 2001, in gran parte ill. Catalogo della mostra organizzata dall’Agenzia per la Cultura della Provincia di Foggia. Forme, materiali, ispirazioni e ricerca creativa di questo grande stilista, protagonista della storia della moda italiana, contribuendo alla nascita del pret à porter. MAFFESOLI Michel, Il tempo delle tribù: il declino dell’individualismo nelle società di massa, Roma, Armando, 1988. Secondo l’autore, da Aristotele a Mauss passando per Tommaso d’Aquino, molti si sono interrogati sull’importanza dell’habitus. Il costume è certamente una buona maniera di caratterizzare la vita quotidiana dei gruppi contemporanei ed è una delle forme più tipiche della vita sociale. La parola costume si intende nell’accezione più vasta come insieme degli usi comuni e conseguenti legami, aspetti tipici del tribalismo. MARANGONI Giorgio, Evoluzione storica e stilistica della moda dalle antiche civiltà mediterranee al Rinascimento, Milano, Istituto Artistico dell’Abbigliamento, 1970, in gran parte ill. Moda è modo di vestirsi, di ornarsi, di atteggiarsi. La continua evoluzione è determinata dal rinnovamento di quanto si è fatto in passato e dall’interpretazione dei principi estetici fondamentali, secondo concezioni stilistiche che variano col variare delle epoche e che quindi sono soggette all’influenza dell’ambiente. MARANGONI Giorgio, Evoluzione storica e stilistica della moda dal Seicento alla conquista della Luna, Milano, Istituto Artistico dell’Abbigliamento, 1972, in gran parte ill. Il metodo di indagine si basa sull’accostamento tra le variazioni del modo di vestire e l’avvicendamento degli stili nelle arti maggiori. Col trascorrere degli anni le variazioni si intensificano fino ad assumere, in una progressione costante, il ritmo attuale, diventando più visive che descrittive. MCLUHAN Marshall, Dall’occhio all’orecchio, a cura di Giampiero Gamaleri, Roma, Armando, 1982. Il nucleo del pensiero dell’autore ha la semplicità di una formula fondamentale, tanto è vero che la sua proposizione basilare il medium è il messaggio è stata paragonata alla teoria della relatività di Einstein. Il mondo plasmato dai media è quindi la riflessione dominante. E la comunicazione è la somma di tutti gli artefatti umani e di tutte le istituzioni. MAZZI Curzio, La camicia: ricerche d’antico costume italiano, Firenze, Olschki, 1915, ill. Testimonianze, fonti e documenti sull’uso della camicia. Inventari, corredi nuziali, testamenti, contribuiscono ad una ricostruzione storica dell’indumento, del suo uso, della sua forma, dei tipi di tela, delle rifiniture e degli ornamenti. La MODA, a cura di Carlo Marco Belfanti e Fabio Giusberti in Storia d’Italia, Annali 19, Torino, Einaudi, 2003, ill. I saggi raccolti in questo Annale documentano la moda come fenomeno sociale di vastissima portata, in grado di condizionare gusti, scelte e comportamenti dei consumatori di gran parte del mondo. La moda, generata dal lusso, si impegna poi in un plurisecolare sforzo per raggiungere ogni categoria sociale. In questo importante lavoro è soggetto di studio attraverso una attenta analisi effettuata sulla storia. MODA in Enciclopedia Italiana di Scienze lettere ed Arti, volume XXIII, Roma, Istituto della Enciclopedia Italiana Treccani, 1951, pp. 503-509, ill. La moda nel tempo, nei rapporti con l’arte e con l’economia. Varietà delle mode locali e democratizzazione del fenomeno.

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La Moda: Divagazioni, fa parte di In forma di parole, rivista trimestrale “La quarta serie” a cura dell’Associazione culturale “In forma di parole”, Bologna, Associazione culturale “In forma di parole”, 2005, 25, n. 4. Una ricerca meditata attraverso l’interesse alla moda nella letteratura e nell’arte presso vari autori e interpreti, con il soccorso di una documentazione rara e preziosa. La moda possiede una duplicità costitutiva, un dimorfismo genetico, cioè innova e ripete ed è essa stessa di moda e fuori moda. MONDINI LUGARESI Lina, Moda e Costume: Manuale di Storia del Costume dagli egiziani ad oggi, 2a edizione con Dizionario dei termini di Clemente Francesco Lugaresi, Torino, Istituto d’Arte del figurino del costume teatrale e del disegno tessile, 1964, in gran parte ill. Il costume precisa la definizione di un’epoca nei suoi aspetti artistici, sociali, economici. Si può quindi affermare che è testimonianza di vita, espressione di una civiltà e di una società. Nel suo volubile specchio vediamo riflesse le grandi epoche della storia con relative influenze sull’arte. Stile del costume in ogni tempo. MORINI Enrica, Storia della moda: XVIII-XX secolo, Milano, Skira, 2000, in gran parte ill. La moda contemporanea è frutto di una vicenda professionale e culturale complessa, inerente gli sviluppi della società borghese. Il testo ricostruisce un percorso spiegando le origini del presente, collocando personaggi e fatti nel loro contesto al fine di comprendere gli stretti legami esistenti tra le mode, le diverse maniere di operare dei professionisti e i mutamenti strutturali e culturali della società occidentale degli ultimi secoli. MORMORIO Diego, Vestiti: lo stile degli italiani in un secolo di fotografie, Roma - Bari, Laterza, 1999, in gran parte ill. Il vestito nel ritratto fotografico. A partire dall’invenzione della fotografia, vestito ed espressione diventavano segni essenziali del desiderio di lasciare una precisa traccia di sé. Gli archivi fotografici costituiscono, così, le più grandi e affascinanti raccolte di vestiti, veri e propri documenti. Viaggio nel guardaroba degli italiani dalla metà dell’Ottocento al 1960. MOSTRA Moda Stile Costume: figure di un’epoca 1900 – 1961, collezione diretta da Ezio Gribaudo, Torino, Pozzo, [1961], in gran parte ill. Mostra che si propone di rappresentare i caratteri e gli sviluppi del costume sociale nel periodo storico indicato. La serie dei fenomeni che compongono quello che si chiama costume di un’epoca è illimitata. Vi rientrano tutte le manifestazioni della vita associata in quanto il costume riflette, nelle sue forme e nella dinamica dei mutamenti, la sempre diversa relazione tra l’individuo e la comunità. Il MOTORE della moda: spettacolo, identità, design, economia: come l’industria produce ricchezza attraverso la moda, [s.l.], The Monacelli Press, 1998, in gran parte ill. La moda nella rivoluzione mediatica: passerelle teatrali, design e industria rompono con la struttura in gran parte statica del linguaggio della moda. Grazie allo sviluppo dei mezzi di comunicazione, la moda diventa espressione della società e della spontaneità delle sue relazioni. O’HARA Georgina, Il dizionario della moda: i protagonisti, i movimenti, i segni, le parole: tutto ciò che fa moda dal 1840 ai giorni nostri; edizione italiana a cura di Rossella Panuzzo e Jacopo Valli, Bologna, Zanichelli, 1990, in gran parte ill. Opera sulla moda e su quanti hanno fatto moda. Abbraccia in modo esaustivo tutte le sfaccettature del fenomeno moda a partire dal 1840, anno in cui si cominciò ad utilizzare la macchina da cucire, prima pietra di quella che diventerà industria, favorita dal progresso del tessile. OWEN HUGHES Diane, Le mode femminili e il loro controllo in Storia delle Donne in Occidente: Il medioevo a cura di Georges Duby e Michee Pierrot, pp.166-193, Roma - Bari, Laterza, 1990, ill.

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La maggior parte dei critici del costume stabilisce un legame tra l’abbigliamento e il sesso femminile. Le donne dell’Europa medievale si scoprirono particolarmente sensibili alla modellazione sociale consentita dall’abito e all’autodefinizione consentita dalla moda. PISTILLI Ornella Kyra, Dress Code: Sincretismi cultura comunicazione nella moda contemporanea, Roma, Castelvecchi, 2005, in gran parte ill. La moda, come l’etnografia, ha a che fare con le differenze. Si lascia contaminare e non è mai definitiva. L’autrice esplora i processi di ibridazione e le influenze in atto nella moda e nel fashion design contemporaneo. Ha scelto come unità di analisi i dress code, cioè i “codici del vestire”, veri e propri condensati di informazione. PISTOLESE Rosana, La moda nella storia del costume, Bologna, Cappelli, 1964, in gran parte ill. Aspetti del costume che più sono connessi alla cultura e alla storia. Formazione ed evoluzione delle fogge dell’abbigliamento nel loro inseparabile contesto etico-sociale-economico. Scomposizione del costume storico in elementi che possono essere ricomposti in nuove sintesi. POLEMICA sul lusso nel Settecento francese, a cura di Carlo Borghero, Torino, Einaudi, 1974. Il lusso - tema interdisciplinare - presuppone una presa di posizione sugli aspetti più vari della società ed una riflessione sulle linee di tendenza fondamentali del corso storico. Dibattito teorico tendente ad edificare un nuovo sistema di valori. POUILLON François, LUSSO in Enciclopedia, 8, Torino, Einaudi, 1979, pp. 584 - 593. Ogni società definisce a suo modo la sfera del lusso, il cui concetto, nella sua formula originale, appare essenzialmente morale, normativo e negativo. Inoltre, nella nozione di lusso si instaura un legame fra morale ed economia. QUICK Harriet, Catwalking: a history of the fashion model, Londra, Hamlyn, 1997, in gran parte ill. Dalla macchina fotografica a dietro le quinte, sfilate di moda: spettacolare celebrazione dello splendido ed affascinane mondo della moda e dello stile. RAUGUST Karen, Manuale del licensing: come fare soldi, proteggere marchi, estendere linee di prodotti, migliorare il merchandising, controllare l’uso di immagini e altro ancora con il licensing di personaggi, celebrità, eventi, trademark, moda, design e logo, prefazione di Giuseppe de Rita, Milano, Baldini&Castoldi, 1998. Il marchio, in un mercato sempre più esigente, è una risorsa fondamentale per la creazione di valore delle aziende; di conseguenza diventa altrettanto importante il fenomeno del licensing, cioè della concessione dei diritti di sfruttamento delle griffe, ed il conseguente business. Il RITRATTO e la memoria: Materiali 1-2-3, a cura di Augusto Gentili, Philippe Morel e Claudia Cieri Via, Roma, Bulzoni, 1989-1993, in gran parte ill. Storia del ritratto seguendo la pista del costume e intendendolo in senso lato. Non solo gli abiti, ma le pose, i gesti, gli sguardi, gli accessori, l’ambientazione. Tutto l’intreccio delle intenzioni comunicative e delle convenzioni di rappresentazione. SCHIPANI Stefania, Fila in Dizionario Biografico degli Italiani, XLVII, pp. 561-565, Roma, Istituto della Enciclopedia Italiana - Treccani, 1997. Azienda di impianto tessile guidata da una famiglia di imprenditori, abili nel mantenere nel tempo gli impianti sempre adeguati alle esigenze del mercato relativo al settore cotoniero e laniero. SELLERBERG Ann-Mari, Moda in Enciclopedia delle Scienze Sociali, V, pp. 739-746, Roma, Istituto dell’Enciclopedia Treccani, 1996, ill. La moda come processo di cambiamento secondo il modello dell’imitazione-distinzione e nelle diverse società in corrispondenza di specifiche fasi storiche. Cicli, simbolismo, sistema di segni.

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SIMMEL Georg, Filosofia e sociologia dei sessi, a cura di Gabriella Antinolfi, Napoli, Cronopio, 2004. Pubblicazione scientifica che testimonia l’incessante riflessione di Simmel sulle donne e sul loro rapporto con la cultura oggettiva. Il quattordicesimo paragrafo di questa raccolta si intitola La donna e la moda. L’illustre autore sostiene che le donne nel campo della moda , che è quello del cambiamento per eccellenza, hanno bisogno di un’attività più intensa per conferire un’attrattiva a se stesse e alla vita. SOLI Pia – Salaroli Sergio, Moda: L’immagine coordinata: Corporate identity, Bologna, Zanichelli, 1990, in gran parte ill. Strumento di conoscenza e lavoro per tutti coloro che si interessano di immagine, comunicazione e moda. Fantastico viaggio all’interno della creatività, dello stile, della personalità di importanti stilisti puntando sulla qualità e sulla linearità di lettura. SOLITANO Alessandro, Estetica e tecnica dell’abbigliamento maschile: ad uso del sarto-tagliatore, New York, Cloting Designer Company, 1933, ill. Punti salienti dell’arte sartoriale. La concezione precisa di ciò che è bello - del gusto, del compiacimento, dei colori e delle loro combinazioni, della grazia, dell’eleganza delle linee - contribuisce all’efficienza del modello e al successo del prodotto. SOMAINI Luisa – Cerritelli Claudio, Gioielli d’artista in Italia: 1945-1995, Milano, Electa, 1995, in gran parte ill. L’arte, con il suo linguaggio estetico, può entrare nella vita attraverso forme e colori indossati dal pubblico. Artisti moderni trovano adeguata espressione nel gioiello trasferendo in esso la loro cultura formale, orientando la ricerca estetica nella sfera produttiva della società. SOMBART Werner, Il capitalismo moderno, a cura di Alessandro Cavalli, Torino, UTET, 1967. Rapporto tra capitalismo e lusso intendendo quest’ultimo nel senso di bisogno raffinato come il lusso del vestiario alla corte di Francia allorché raggiunse il culmine nel XVIII secolo, alcuni anni prima della rivoluzione. Infatti l’appannaggio per il guardaroba della principessa ereditaria ammontava a 120.000 livre. SPENCER Herbert, Principi di sociologia, a cura di Fanco Ferrarotti, Torino, UTET, 1967. Nella parte quarta del primo volume, Le istituzioni del cerimoniale, l’autore dedica il capitolo XI alla Moda, sostenendo che è intrinsecamente imitativa; l’imitazione può derivare da due motivi: può essere suscitata dalla riverenza per la persona imitata oppure dal desiderio di uguale affermazione. Quindi imitazione reverenziale accompagnata da grande subordinazione o imitazione emulativa caratterizzata da uno stato di relativa indipendenza. Cerimoniale e moda si mescolano e si confondono per cui tendono all’uguaglianza cercando di offuscare i segni delle distinzioni di classe. STORIA Arte e Costume nei ritratti di Galeazzo Monti: Catalogo della Mostra, a cura di Flavio Vizzuti; introduzione di Ileana Chiappino di Sorio, Belluno, Biblioteca Civica, stampa 1991, in gran parte ill. Una galleria di ritratti, raffiguranti illustri concittadini del passato, ha offerto l’opportunità di un lavoro interdisciplinare di ricerca storico-artistica, filologica e psicologica dei costumi, lungo un arco di tempo che va dall’alto Medioevo alla metà dell’Ottocento. STORIA della Bellezza, a cura di Umberto Eco, testi di Umberto Eco e Girolamo De Michele, Milano, Bompiani, 2004, in gran parte ill. Rassegna delle idee di bellezza attraverso i secoli. I modelli estetici fondamentali vengono trattati nel tempo, nell’arte, nella letteratura, nella religione e nelle filosofia. L’ultimo capitolo considera La Bellezza dei media, cioè l’ideale estetico tra provocazione e consumo nell’iconografia dei mass media.

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STORIA della moda, a cura di Ranieri Varese e Grazietta Butazzi, Bologna, Calderini, 1995, in gran parte ill. Sintesi della storia dell’abbigliamento e delle sue mode, nel corso dei secoli e nel quadro della civiltà occidentale. Lo studio attinge a fonti diverse e cioè: materiali originari, documenti scritti e fonti figurative. TARDE Gabriel, Scritti sociologici, a cura di Franco Ferrarotti, Torino, UTET, 1976. L’autore - nel suo scritto fondamentale, Le leggi dell’imitazione - sostiene che il costume, ossia l’imitazione esclusiva, deve avere la meglio sulla moda, sull’imitazione proselitista e che, data questa legge, il frazionamento dell’umanità in stati distinti, in civiltà differenti, solo meno numerose e più estese di oggi, può benissimo essere lo stato finale come pure attuale e passato delle società; infatti, il lusso ed il bello appartengono ad ogni società e le idee del gusto non le preesistono. VEBLEN Thorstein, La teoria della classe agiata: studio economico sulle istituzioni, prefazione di C. Wright Mills, traduzione di Franco Ferrarotti, Torino, Einaudi, 1971. Nel settimo capitolo l’illustre critico americano, studioso di storia e scienze sociali, analizza L’abbigliamento come espressione della cultura finanziaria. Teorizza che la comunità, progredendo in ricchezza e cultura, raggiunge il risultato del miglioramento graduale dello schema dell’abbigliamento. VECELLIO Cesare, Vecellio’s renaissance costume book: all 500 woodcut illustrations from the famous sixtenth-century compendium of world costume, New York, Dover Pubblications, 1977, in gran parte ill.

Cesare Vecellio - primo storico dell’abbigliamento - cugino del celebre Tiziano, non si limita a disegnare dettagliatamente abiti usati in vari paesi più o meno conosciuti, ma fornisce una descrizione particolareggiata di fogge, tessuti, accessori, comportamenti. La sua diventa, così, una storia del costume - con documentazione iconografica e commento esplicativo - conducendo lo studio dell’abbigliamento al livello delle altre conoscenze dell’uomo del Rinascimento. VERSACE: il genio della moda e l’arte, a cura di Massimiliano Capella, Patrizia Cucco, Milano, Fondazione Giacobini- Meo - Mazzotta, 2006, in gran parte ill. Moda e arte attraverso fonti storiche, documenti d’archivio, testimonianze iconografiche, opere d’arte. Valenza artistica e culturale nell’evoluzione dell’abbigliamento. L’abito, come l’opera d’arte, ha valore di oggetto comunicativo e tra i grandi stilisti italiani è Gianni Versace a ricoprire il ruolo primario di comunicare attraverso l’ abito. VOCINO Michele, Storia del costume: venti secoli di vita italiana, Roma, Istituto Poligrafico dello Stato, 1961, in gran parte ill. Le mode italiane del vestire nei due millenni. L’opera è divisa in due parti: la vita quotidiana domestica in casa, nei chiostri, in campagna e nelle vie; gli sviluppi della vita stessa nelle necessità e nelle manifestazioni collettive, cioè feste, spettacoli, milizia, scuola, sanità, giustizia, viaggi, alberghi, osterie e caffè. Il risultato è documentario ed estetico.

VOLKER Angela, Moda Wiener Werkstatte, Firenze, Cantini, 1990, in gran parte ill. La Wiener Werkstatte, associazione fondata nel 1903, si era prefissa di riformare l’artigianato d’arte del suo tempo, contribuendo ad una più generale formazione del gusto. Il vasto archivio della ditta conserva, tra l’altro, campioni di tessuto, ricami, nastri e pizzi oltre ad una raccolta di abiti. VOLLI Ugo, Contro la Moda, Milano, Feltrinelli, 1988. La nostra società è dominata dalle forme e dai ritmi della moda al punto che l’ipersviluppo della società dei consumi ha portato ad una Forma Moda. Ma la moda vera sembra dissolversi in un confuso mercato di immagini dove quello che conta è il look. Bisogna quindi reagire al conformismo e al consumo che la moda ci impone.

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WEBER Max, Teoria delle categorie sociologiche in Economia e Società, volume primo, introduzione di Pietro Rossi, Milano, Edizioni di Comunità, 1980. L’illustre autore sostiene che si possono osservare uniformità di fatto che si estendono a numerosi individui e la chance di una uniformità di disposizione dell’agire sociale deve essere chiamata uso. All’uso appartiene pure la moda. L’uso deve essere chiamato moda, cioè convenzione, in antitesi al costume, cioè regola non garantita dall’esterno. Il modo di vestire, anche quando è sorto dal costume, è convenzione. WEILL Alain, La Moda Parigina: la Gazette du Bon Ton 1912-1925, Parigi, Bibliothequq de l’Image, 2000, in gran parte ill. Sullo sfondo della Belle Epoque la moda diventa arte attraverso graziose figure colorate allo stampino partendo da un disegno a tratto. Nasce, così, La Gazzette du Bon Ton, rivista di lusso fondata da un nucleo artistico i cui principali protagonisti fecero sopravvivere e persistere la volontà di uno stile tra eleganza e finezza. WEISBERGER Lauren, Il diavolo veste Prada, Casale Monferrato, Piemme, 2005. All’interno del fashion sistem globale si snoda una interessante storia tra vestiti di lusso, party, sfilate e riviste di moda. Un universo di grande attrazione e particolare richiamo ma anche un impietoso ritratto di questo tipo di mondo. Un vero inferno, con tanto di diavolo, vestito Prada ovviamente. ZAPATA Janet, Gioielli e smalti di Louis Comfort Tiffany, Milano, Fabbri, 1993, in gran parte ill. Evoluzione dei gioielli e degli oggetti smaltati creati da Tiffany. Sullo sfondo delle iniziative artistiche portate avanti durante l’intera sua esistenza, si sviluppa un ricco repertorio nell’instancabile perseguimento della bellezza e nella ricerca di nuovi modelli in cui esprimere la propria creatività.

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