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FARE IMPRESA IN ITALIA l PREZZI TRA 10 ANNI l FOOD ECONOMY l IL VINO A NEW YORK l BIOAGROFARMACI SYNGENTA l MOSCA OLEARIA l ALLEVAMENTI GREEN l ERBAI l BIOSICUREZZA l ANGA DIFENDE LA CARNE l CONVENZIONE EDAGRICOLE

Mondo agricolo n.6

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Il mensile di Confagricoltura

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FARE IMPRESA IN ITALIA l PREZZI TRA 10 ANNI l FOOD ECONOMY l IL VINO A NEW YORK l BIOAGROFARMACI SYNGENTA l MOSCA OLEARIA l ALLEVAMENTI GREEN l ERBAI l BIOSICUREZZA l ANGA DIFENDE LA CARNE l CONVENZIONE EDAGRICOLE

L ’ED ITOR IALE

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Verso il referendum

M

GIUGNO 2016 | MONDO AGRICOLO | 3

ancano cinque mesi al referendum costituzionale e il clima politico su questo tema è già caldissimo, ma bisogna stare atenti a non politicizzare questo appuntamento. La politica si deve giocare su altri terreni eletorali. Qui contano il Paese, la società civile, l’economia, le istituzioni.Il tema, che avevamo approfondito anche a dicembre nel corso del nostro Convegno Quadri, è della massima rilevanza se approvata, infati, la riforma costituzionale rideinirà equilibri, ruoli e funzioni dell’asseto del Paese. E, oltre che come citadini, la questione ci riguarda, e da vicino, in qualità di forza di rappresentanza. Di fronte ad un cambiamento di tale portata e non così frequente (si trata del terzo referendum costituzionale nella storia della nostra Repubblica), è una nostra responsabilità precisa prendere una posizione chiara, che tenga conto dei risvolti che la nuova Costituzione avrà nei confronti dell’economia in generale e del setore agroalimentare più in particolare.Questa riforma della Costituzione modiica una serie di aspeti su cui noi da

anni chiediamo un intervento. La sempliicazione del processo legislativo, l’eliminazione del bicameralismo perfeto, la riduzione dei parlamentari, la priorità per le politiche governative, l’abolizione delle provincie e del Cnel, il riaccentramento di politiche fondamentali come l’energia, la sicurezza alimentare, l’ambiente, il raforzamento della igura del Presidente della Repubblica, la presenza dei territori nei processi decisionali più delicati, ed altri ancora, sono cambiamenti che dovrebbero garantire maggiore capacità decisionale in termini di tempi, certezza e qualità della legislazione. L’agricoltura – è vero - resta di competenza delle Regioni tutavia il raccordo Stato-Regioni si modiicherà e con una più chiara redistribuzione delle competenze dell’uno e delle altre si andranno ad

eliminare molte delle atuali sovrapposizioni e delle incertezze oggi esistenti. Il Comitato Diretivo e la Giunta confederale si sono espressi favorevolmente ad una riforma che ci libera da anomalie tute italiane e che va nella direzione di una sempliicazione di cui il Paese ha fortemente bisogno, con il palazzo più vicino ai territori. Ci sono sempre due scelte nella vita accetare le condizioni in cui viviamo o assumersi la responsabilità di cambiarle , per dirla con le parole di Denis Waitley, e noi – anche stavolta - ci assumiamo la responsabilità del cambiamento.

Mario Guidi

S O M M A R I O

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a cura di New Business Media srlVia Eritrea 21, 20157 MilanoStampa: Litorama spa - Milano

Testata associata all’USPI

Confagricoltura @Confagricoltura

L’EDITORIALE

Versoil referendumMario Guidi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3

PRIMO PIANO CORPI INTERMEDIIl nuovo SenatoGabriella Bechi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 6

Turning pointLuigi Mastrobuono . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 10

Imprenditori ieri e oggiGabriella Bechi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 14

PRIMO PIANO STRATEGIE AZIENDALIFood economySerena Scarpello . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 18

La Grande Mela beve italianoAnna Gagliardi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 20

SCENARI EUROPAI prezzi tra dieci anniLodovico Fiano . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 18

ATTUALITÀ RICERCALotta internazionaleai parassitiBertin, Colla, Gullino . . . . . . . . . . . . . . . . . . 28

FOCUS AGRICOLTURA DI PRECISIONEDalla precision farmingall’agricoltura 4.0Ruggero Targhetta . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 38

Le tante faccedel progressoElisabetta Tufarelli . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 40

Allevamenti greenClaudio Nicoletti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 42

INCONTRI IMPRESA FAMILIAREIl fascino del biancoElisabetta Tufarelli . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 46

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Rubriche

Mappamondo Robot Australia . . . . . . 26

Organizzazione Siena . . . . . . . . . . . . . . . 50

Pria Innovazione in campo . . . . . . . . . 52

Enapra Scuola di export . . . . . . . . . . . . 53

Campi rosa Due domande a… . . . . . . 54

Anga Duello in tv su carne . . . . . . . . . . 55

Over65 Ipertensione . . . . . . . . . . . . . . . . 58

UNCAI NOTIZIE

Le news dei contoterzisti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 33

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Il nuovo Senato

P R I M O P I A N O C O R P I I N T E R M E D I

Il presidente del Senato Pietro Grasso davanti a Palazzo Madama

Dopo anni e anni, il Parla-mento della XVII legisla-tura è riuscito a varare con una larga maggioran-za – quasi il sessanta per cento dei componenti di

ciascuna Camera in ognuna delle sei letture – una riforma costituzionale che affronta efficacemente alcune fra le maggiori emergenze istituzionali del nostro Paese. Non si tratta di tradire la Costituzione, ma di attuarla meglio, raccogliendo le sfide di una competi-zione europea e globale che richiede istituzioni più efficaci, più semplici e più stabili.Il testo, infatti, modifica molti articoli della Costituzione, ma non la stravol-ge. Riflette anzi una continuità con le proposte di riforma in discussione da decenni e, nel caso del Senato, con il modello originario dei Costituenti e poi abbandonato a favore del bicame-ralismo paritario impostosi per ragio-ni prudenziali dopo lo scoppio della Guerra fredda. Né va dimenticato poi che la legge costituzionale di revisione del Titolo V approvata nel 2001 preve-deva che l’attuale Commissione par-

Il presidente di Confagricoltura

Mario Guidi :

«Va raccolta la sfida

di una competizione

europea e globale

che richiede istituzioni

più efficaci, più semplici

e più stabili»

di Gabriella Bechi

GIUGNO 2016 | MONDO AGRICOLO | 7

della Costituzione”, a dimo-strazione della consapevo-lezza che una trasformazio-ne del Senato in Camera rappresentativa delle isti-tuzioni territoriali fosse un complemento necessario della riforma dell’impianto costituzionale delle autono-mie. Il testo, infine, con le modifiche che il Parlamen-to ha voluto, si ispira diret-tamente alle proposte della Commissione per le rifor-me costituzionale istituita dal Governo Letta nel 2013, che rispecchiavano l’opi-nione largamente maggiori-taria fra gli studiosi di ogni orientamento che presero parte a quella Commissione.“Nel progetto non c’è forse tutto, ma c’è molto di quel che serve, e non da oggi – ha detto il presidente di Confagricoltura Mario Gui-di -. Da imprenditori, con-

creti come siamo, abbiamo esaminato con attenzione la riforma partendo dallo stato attuale delle cose e valu-tando la prospettiva che ridisegna. Da anni chiediamo una semplificazione, un riavvicinamento del processo deci-sionale al territorio; tutti obiettivi che

ACADEMY SUL LAVORO IN AGRICOLTURA

A luglio si tiene un nuovo appunta-mento dell’Academy di Confagricol-tura che è dedicato ai temi del lavoro e dell’occupazione in agricoltura. Sarà l’occasione per approfondire come il settore agricolo ofra opportunità di lavoro e contribuisca nella lotta alla disoccupazione, ma necessiti di mi-sure adeguate per la sempliicazione burocratica e l’alleggerimento degli oneri sociali. Dai dati Istat emerge la crescita signiicativa dell’occupazione

in agricoltura (+2,8%) nel 2015. In aumento anche le retribuzioni dei dipen-denti (+5,7%); però c’è un analogo incremento anche per gli oneri sociali a carico dei datori (+5,7%). Si parlerà, in tale occasione, anche del lavoro nero ribadendo che Confagricoltura è per il “lavoro vero”, come testimonia anche l’ultima iniziativa di dotarsi, come Organizzazione, di un codice etico di valori e responsabilità condivise. Ha poi sottoscritto il protocollo sperimentale contro il caporalato e lo sfruttamento lavorativo in agricoltura, proposto dai ministeri del Lavoro, dell’Interno e delle Politiche agricole. (G. M.)

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il nuovo assetto, previsto dalla legge si prefigge di raggiungere. Per questo, nell’interesse delle nostre imprese, l’ abbiamo valutata positivamente”.Viene, infatti, superato l’anacronistico bicameralismo paritario indifferenzia-to, con la previsione di un rapporto fiduciario esclusivo fra Camera dei de-putati e Governo. Ma il pregio principa-le della riforma è il nuovo Senato, che delinea un modello di rappresentanza con al centro le istituzioni locali. Ed è questa l’unica ragione che oggi possa giustificare la presenza di due Came-re. Ne trarrà vantaggio sia il rapporto fiduciario fra governo e parlamento, sia l’iter di approvazione delle leggi. I procedimenti legislativi vengono articolati in due modelli principali, a seconda che si tratti di revisione costi-tuzionale o di leggi di attuazione dei congegni di raccordo fra Stato e auto-nomie, dove Camera e Senato appro-vano i testi su basi paritarie, dando al Senato la possibilità di richiamare tutte le leggi, impedendo eventuali colpi di mano della maggioranza, ma lasciando comunque alla Camera l’ultima parola. La riforma del Titolo V della Costituzio-ne ridefinisce i rapporti fra lo Stato e Regioni con conseguente incremento delle materie di competenza statale. Nello stesso tempo la riforma tipizza materie proprie di competenza regio-nale, cui corrispondono in gran parte leggi statali limitate alla fissazione di “disposizioni generali e comuni”. Per la prima volta, non si assiste ad un au-mento dei poteri del sistema regionale e locale, bensì ad una loro razionalizza-zione e riconduzione a dinamiche di governo complessive del Paese. L’agri-coltura resta di competenza delle Re-gioni, tuttavia il raccordo Stato-Regioni si modificherà e, con una più chiara redistribuzione dei compiti dell’uno e delle altre, si andranno ad eliminare molte delle sovrapposizioni e delle in-certezze oggi esistenti.“L’esperienza delle competenze con-correnti tra Stato e Regioni – ha spie-gato il presidente Guidi - ha creato lun-

Nel progetto di riformacostituzionale non c’è tutto,

ma c’è molto di quel che serve

P R I M O P I A N O C O R P I I N T E R M E D I

Mario Guidi

lamentare per le questioni regionali fosse integrata da rappresentanti delle autonomie “Sino alla revisione delle norme del titolo I della parte seconda

2 giugno: sfilata dei sindaci ai Fori imperiali

GIUGNO 2016 | MONDO AGRICOLO | 9

ghi vuoti anche in materie connesse a quelle agricole vere e proprie, come la salute alimentare, l’ambiente e il turi-smo”. L’impianto autonomistico delineato dall’art. 5 della Costituzione non viene, inoltre, messo in discussione, perché la riforma pone le premesse per un regionalismo collaborativo più matu-ro, di cui la Camera delle autonomie territoriali costituirà un tassello es-senziale. Con la riforma, peraltro, non viene meno il principio di sussidiarietà e dunque la dimensione di una ammi-nistrazione più vicina al cittadino ri-marrà uno dei principi ispiratori della Costituzione. I poteri normativi del governo ven-gono riequilibrati con una serie di più stringenti limiti alla decretazione d’urgenza per evitarne l’impiego ele-vato che si è registrato nel corso degli ultimi anni e la garanzia, al contempo, di avere una risposta parlamentare in tempi certi alle principali iniziative

governative tramite il riconoscimento di una corsia preferenziale e la fissazio-ne di un periodo massimo di settanta giorni entro cui il procedimento deve concludersi.“Il processo legislativo si è e rivelato ogni giorno più lento dei cambiamen-ti dell’economia e il rimedio adottato dei decreti legge è un surrogato che snatura la formazione delle norme – ha continuato Guidi -. E questo lo abbia-mo vissuto sulla pelle delle nostre im-prese”. Il sistema delle garanzie viene signifi-cativamente potenziato con il rilancio degli istituti di democrazia diretta (l’i-niziativa popolare delle leggi e il refe-rendum abrogativo sono rafforzati, con l’introduzione di quello propositivo e d’indirizzo, per la prima volta in Co-stituzione), il ricorso diretto alla Corte sulla legge elettorale e un quorum più alto per eleggere il Presidente della Re-

pubblica.Viene operata una decisa semplifica-zione istituzionale, attraverso l’abolizio-ne del Cnel e la soppressione di qualsi-asi riferimento alle province quali enti costitutivi della Repubblica.Infine, lo sforzo per ridurre o contene-re alcuni costi della politica è significa-tivo: 220 parlamentari in meno (i sena-tori sono anche consiglieri regionali o sindaci, per cui la loro indennità resta quella dell’ente che rappresentano); un tetto all’indennità dei consiglieri regionali, parametrata a quello dei sin-daci delle città grandi. Il testo non è, né potrebbe essere, privo di difetti e discrasie. Ma dobbiamo tutti essere consapevoli che, in Italia come in ogni altro ordinamento democrati-co, le riforme le fanno necessariamen-te i rappresentanti del popolo nelle assemblee politiche, non comitati di esperti. E nelle assemblee la ricerca del con-senso impone compromessi, impedi-sce astratte coerenze, mette talvolta in secondo piano dettagli in nome del prevalente interesse a un esito com-plessivo utile. nnn

«Il processo legislativo non può essere più lento dei

cambiamenti dell’economia»

Le innovazioni economiche

e tecnologiche in atto

spingono a ripensare

il modello di impresa.

Confagricoltura affianca

l’agricoltura 4.0

con servizi innovativi

e analisi di scenario

di Luigi Mastrobuono

direttore generale di Confagricoltura

affrontare i mercati, innovare, mettersi in gioco. Bisogna tornare a rischiare. Da diversi anni era in atto un impegno politico volto alla “disintermediazio-ne” della società, allo smantellamento della rappresentanza, alla sua delegit-timazione. Ma quanto sta accadendo porta, al contrario, a rilanciare la rap-presentanza, certo su basi differenti e nuovi bisogni.Tutto questo è ancor più evidente nel mondo agricolo, dove la caduta dei consumi interni ed i cambiamenti degli stili di vita - acuiti dalla crisi eco-nomica - hanno dato un duro colpo

C ome rileva il Censis, oggi le imprese (ma an-che le famiglie, le singo-le persone) sono come dentro un «recinto secu-rizzante, ma inerziale».

In sintesi, ne deriva una società a bassa consistenza e con scarsa autopropul-sione. Si individua – osserva sempre il Censis - «una sorta di “limbo italico” fat-to di mezze tinte, mezze classi, mezzi partiti, mezze idee e mezze persone». Insomma il Paese ha perso produttivi-tà e fatica a trovare le vie dello svilup-po. Allora occorre uscire dal “recinto”,

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P R I M O P I A N O C O R P I I N T E R M E D I

Turningpoint

GIUGNO 2016 | MONDO AGRICOLO | 11

alle strategie imprenditoriali. Alcuni comparti (penso, ad esempio, a quel-li del vino, del florovivaismo, dell’or-tofrutta) più di altri hanno puntato sull’internazionalizzazione, sulla ricer-ca di nuovi mercati, hanno rafforzato i brand, hanno cavalcato la voglia di “made in Italy” che c’è nel mondo e che ha portato al fenomeno dell’ita-lian sounding (all’appropriazione di un’italianità che non appartiene). In questo slancio verso l’esterno, per rafforzarsi e non farsi stritolare dalla globalizzazione, le imprese agricole hanno cercato l’aggregazione, anche

su nuovi basi; oltre alla cooperazione e all’associazionismo, le reti d’impresa, molto più duttili e che non intaccano i programmi delle singole aziende.L’Organizzazione, in questo quadro, ha individuato un nuovo modo di fare rappresentanza, affiancando le aziende agricole più dinamiche con una serie di strumenti e analisi di sce-nario. L’affiancamento all’impresa ha obbligato a considerare non più come primaria e totalizzante la funzione di intermediazione con il pubblico. L’in-termediazione burocratica per trop-po tempo ci ha fatto sedere sul lato

opposto a quello in cui erano ubicate le nostre imprese; fino a farci confon-dere con la Pubblica Amministrazione. Per ritornare sul lato giusto, quello dei nostri imprenditori, con un occhio occorre guardare al mercato come se stessimo utilizzando il loro, con l’altro puntare a una “associazione di svilup-po”, frutto di nuove competenze, in cui rappresentanza collettiva e servizi personalizzati si ricompongano in un posizionamento avanzato. Sono giun-ti così i supporti di Confagricoltura Plus (start up e rete di servizi per le aziende di maggior rilievo). Quindi

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l’assistenza in nuovi cam-pi d’azione: per la realizza-zione dei contratti di rete d’impresa; per la proget-tualità collegata ai PSR ma non solo (costituendo la società Pria); per l’interna-zionalizzazione (con gli ap-profondimenti dei mercati e incontri B2B); per servizi assicurativi (GAA 2.0) e creditizi su misura, per il welfare e la sostenibilità (EcoCloud). Expo 2015 ha evidenziato poi come fos-se fondamentale costruire rapporti di filiera agroali-mentare su nuove basi e con obietti-vi univoci; non una guerra per tirare da una parte o dall’altra una coperta troppo corta, ma uno sforzo coeso per “allungarla”. Ovviamente abbiamo agito anche sull’Organizzazione e su una sua ri-collocazione sul territorio, aggregan-do sedi e servizi, puntando all’agilità ed all’efficienza. E ancora, adottando sistemi di monitoraggio dell’avanza-mento dei progetti; un pool confe-

derale a supporto del territorio; un board dell’innovazione che sperimen-ti le migliori pratiche; in evidenza poi la formazione (attraverso il rinnovato Enapra) di tipo manageriale per i di-rettori e di tipo sindacale per i quadri dirigenti.Anche la sede centrale è diventata un “laboratorio della rappresentanza”, un modello da prendere ad esempio, sul territorio, ma anche in altri con-testi. Siamo passati dal tradizionale organigramma verticale al “funzioni-gramma di tipo neuronale”, elastico nell’adeguarsi alle novità emerse. Le organizzazioni funzionano come un

cervello in cui le sinapsi consentono ai neuroni di comunicare continuamen-te tra loro e con le altre cellule. Tutte le cellule della Confederazione sono ora in comunicazione tra loro: non esistono più compar-timenti stagno tra aree, né stanze segrete nel Palazzo. Tornando all’immagine del Censis, possiamo dire che la rappresentanza è uscita dal recinto.In conclusione, le innova-zioni economiche e tecno-logiche in atto - che trasfor-

mano l’agricoltura nella sua creazione di valore - stanno spingendo a ripen-sare il modello di imprenditore agri-colo, in coerenza con tali mutamenti, nelle forme di un soggetto che si sa relazionare con altri mondi e si sa col-locare in filiere di valore ultrasettoria-le. A questi nuovi soggetti dovevamo necessariamente offrire una moderna struttura associativa, capace di proget-tare il futuro e divenire incubatrice di idee imprenditoriali. Avvalendoci in particolare delle op-portunità offerte dal digitale, puntia-mo sull’Agricoltura 4.0: innovativa, smart, sostenibile, interconnessa. nnn

Casa degli Atellanisede degli eventi fuori-Expo

Luigi Mastrobuono

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14 | MONDO AGRICOLO | GIUGNO 2016

Imprenditori ieri e oggi

P R I M O P I A N O S T R A T E G I E A Z I E N D A L I

L a crisi avviata nel settem-bre del 2008 ha costituto un punto di svolta non solo economico, ma an-che di riferimenti culturali. E questo ha generato un

cambiamento anche nel modo di fare impresa. Da un lato ha creato preoccu-pazione e chiusura, dall’altro apertura verso nuove sfide e opportunità. Dalla ricerca realizzata da Community Media Research – e promossa dal Cen-tro Studi di Confindustria - emerge che nella maggioranza degli intervistati (73,3%) c’è una predisposizione posi-tiva alle conseguenze della profonda trasformazione degli scenari causata dalla crisi. Ed è interessante osserva-re come i titolari d’impresa mettano l’accento sul fatto che il cambiamento vada affrontato sotto il profilo tecnolo-gico ed organizzativo, attraverso un’in-novazione continua, ma che la sfida sia soprattutto culturale. Sono le categorie di analisi tradizionali del “fare” impre-sa ad essere messe in discussione. E mentre le soluzioni tecniche sono di facile e veloce reperibilità, il “modus operandi”, il cambiamento di mentali-

Un’ indagine realizzata

da Community Media

Research e promossa

dal Centro Studi

di Confindustria fotografa

il “fare impresa” in Italia,

prima e dopo la crisi

di Gabriella Bechi

GIUGNO 2016 | MONDO AGRICOLO | 15

tà, richiede molto più tempo ed è più complicato da realizzare. Analizzando nel dettaglio i profili, emerge che chi manifesta una maggio-re apertura sono i neo-imprenditori (74,9%), i 50-64enni (77,3%), quelli in possesso di un titolo di studio medio alto (78,1% diploma, 75,4% laurea), alla guida di imprese più strutturate (78%) e operanti nel settore dei servizi (81,1%).Passando alle valutazioni degli impren-ditori sulle abilità ritenute necessarie per lo svolgimento della professione emerge una profonda differenza tra prima della crisi e dopo la crisi. Prima del 2008 la capacità di rischiare costi-tuiva l’abilità ritenuta maggiormente necessaria (28,6%), unita al saper inno-vare (16,3%) e al decidere in solitudine (15,1%). Insomma l’imprenditore era una sorta di capitano coraggioso alla guida solitaria della propria azienda.Dopo il 2008 i requisiti richiesti per

condurre un’impresa mutano di se-gno: l’innovazione diventa l’imperati-vo categorico (37,7%), ma oltre a que-sta ci sono almeno altri due fattori che assumono rilievo: il lavoro di squadra (19,8%) e la capacità di valorizzare i lavoratori (16,9%).Le caratteristiche, dunque, di una gui-da “leadership manageriale” paiono aver preso il sopravvento su quelle più tradizionali, che possono essere definite di natura “leader solitario”, tant’è che le dimensioni del decidere dal soli e del comando vengono collo-cate agli ultimi posti.La stessa analisi è stata compiuta sulle specifiche competenze professionali ritenute necessarie prima e dopo la

INTERVISTE A SETTECENTO TITOLARI D’IMPRESA

La ricerca sugli imprenditori in Italia è stata realizzata dal 24 novembre al 30 dicembre 2015 ed appare nel volume

“Gli imprenditori” a cura di Luca Paolazzi, Mauro Sylos Labini e Fabrizio Traù (Marsilio Editori 2016, 592 pp,

36 euro). Per realizzarla sono stati intervistati 701 ti-tolari d’impresa estratti in modo casuale fra quelli

iscritti alle CCIAA. Il campione è stato ripartito per regione, macro regione (Nord Ovest, Nord

Est, Centro, Sud e Isole), settore di attività e classe dimensionale (ino a 19 addetti, tra i 19

e 40, tra i 50 e 99 e oltre i 100).

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crisi. Prima del 2008 i tito-lari di azienda sottolineano come fossero necessarie la conoscenza del prodotto e del processo (36,7%) e la cura delle relazioni con il cliente (32,5%). Da quel-la data in poi quest’ ultimo aspetto sale al primo po-sto (32,1%) e acquistano importanza tutte le voci di carattere gestionale: la fun-zione commerciale (17,5%), la comunicazione e il brand (11%), l’amministrazione (9,1%), la rete di vendita (9,1%). In ultimo, la ricerca prende in analisi, il valore di essere imprenditori: gli oriz-

zonti di riferimento, il clima sociale percepito, la valutazione sulla propria esperienza. Essere impren-ditori oggi è,secondo gli intervistati, avere responsabilità verso i collabora-tori (96,4%), stressante (92,3%). Con-durre un’impresa, dunque, non è un interesse esclusivamente personale, ma comporta un’assunzione di re-sponsabilità nei confronti dei propri dipendenti e, di conseguenza, uno stress derivante dal mantenere pro-fittevole l’impresa. Proseguendo nella classifica, troviamo collocati l’essere radicati sul territorio (76,4%) e la gra-tificazione personale (77,2%).In definitiva, fare l’imprenditore è una vocazione o una professione? La domanda divide in due il campione quasi in modo omogeneo: 52,3% per la prima risposta, il 47,7% per la se-conda. Nel primo gruppo troviamo gli imprenditori che hanno svolto questa professione fin dal loro esordio lavora-tivo, in possesso di un titolo di studio medio alto e alla guida di aziende più strutturate; nel secondo i neo impren-ditori, i più giovani e quelli alla guida di aziende di più piccole dimensioni.Una ricerca, in conclusione, che met-te in evidenza come dietro l’etichetta di imprenditore si celino esperienze, storie di vita e vissuti che disegnano traiettorie differenti. Da qui la difficoltà di rappresentarli tutti all’interno di un medesimo schema, ma anche la ric-chezza di una platea che trova proprio nelle differenze una risorsa fondamen-tale. nnn

P R I M O P I A N O S T R A T E G I E A Z I E N D A L I

L’ABILITÀ PIÙ IMPORTANTE DA POSSEDERE PRIMA E DOPO IL 2008

(Valori in %)

PRIMA DEL 2008 % DOPO IL 2008 %

Capacità di rischiare 28,6 Saper innovare 37,5

Sapere innovare 16,3 Sapere lavorare in squadra/team 19,8

Sapere decidere da solo 15,1 Capacità di valorizzare i lavoratori 16,9

Capacità di valorizzare i lavoratori 13,6 Capacità di rischiare 16,5

Sapere comandare 13,3 Sapere decidere da solo 5,6

Sapere lavorare in squadra/team 13,0 Sapere comandare 3,7

Fonte: Community Media Research per CSC

Non è più il tempo dei “capitani coraggiosi” e solitari.

Conta il lavoro di squadra

Sotto la patina glamour

della “food society”

- dove il cibo è tendenza

e linguaggio e gli chef

sono i nuovi guru - si muove

un flusso globale di scambi

di Serena Scarpello

sumo sta aumentando per quantità ma, a differenza del contesto in cui erava-mo noi, questi, grazie alla globalizza-zione trovano subito nel loro paniere alimentare anche prodotti stranieri. Il terzo fattore, davvero il più attuale, è dato dal ruolo pervasivo che ha la tecnologia in tutte le attività legate al cibo: cambia la produzione, modifica la trasformazione e la distribuzione, ma influenza anche la comunicazione sul cibo e del cibo. La “Food economy” è questi tre fenomeni insieme.

L’Italia come comunica e rappre-senta all’estero il food oggi?L’Italia è frammentata in ogni cosa che fa, ed anche nel food si presenta ai mer-cati esteri in maniera divisa, disconti-nua; talvolta primeggia utilizzando me-

A colloquio con Antonio Belloni che si occupa di strategie di comuni-cazione e internaziona-lizzazione ed ha pub-blicato il libro “Food

Economy” (Marsilio Editori 2014, 144 pp., 13 euro). Un incontro per com-prendere le dinamiche della società, dei consumi e le strategie d’impresa. «Ho scelto il termine “Food economy” per dare senso a tre fenomeni che si stanno verificando solo oggi ed in ma-niera contemporanea – dice Belloni -. Primo: nei Paesi avanzati si mangia meno, si vuole mangiare meglio e il de-siderio di conoscenza rispetto al cibo aumenta. Secondo: i paesi emergenti sono nelle condizioni in cui ci siamo trovati noi nel dopoguerra. Qui il con-

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P R I M O P I A N O S T R A T E G I E A Z I E N D A L I

Food economy

GIUGNO 2016 | MONDO AGRICOLO | 19

todi efficacissimi ed innovativi, tal altra o comunica male, o addirittura non co-munica affatto. Il privato si muove così, alla spicciolata ed in maniera casuale affidandosi alla genialità o all’incom-petenza dei singoli. In questi processi l’influenza del settore pubblico, se ce n’è una, prima che inutile è del tutto incomprensibile.

Quanto conta la fortuna italiana, che, come scrivi, «oltre alla spe-ciale congiuntura geografica che la qualifica come il regno della biodiversità, è di avere una terra che rende molto sia per varietà e numero di prodotti, sia in termini di fertilità»?L’aggregazione produttiva è indi-spensabile a raggiungere economie

di scala, ma l’Italia deve cavalcare la diversità di prodotto invece che omogeneizzarlo. Il nostro destino è vendere pochi prodotti, ricercati, di qualità elevatissima, a caro prez-zo. Non riusciremo mai, come ci ha chiesto Jack Ma di Alibaba, a produr-re vino per tutti i cinesi, magari a 2 euro al litro. Ma se produciamo quel-lo da 50 euro…

Quale ruolo giocano Internet e le nuove tecnologie?Ormai sappiamo che la tecnologia entra in laboratorio, nel campo, tra gli scaffali, influenzando la vita ma-teriale del prodotto. Oggi però in-fluenza anche quella immateriale: il cibo è narrato, letto, descritto, foto-grafato e fatto circolare nei mezzi di comunicazione anche quando la sua vita “fisica” è terminata, ge-nerando lavoro anche per profes-sionisti nelle cui mani il cibo non passa mai. Inoltre il web e le tecnolo-gie nuove sono un agente democra-tizzante: sia per chi con poco vuole buttarsi in un’attività economica semplice in maniera amatoriale o in una start up, sia per il consumatore che ha strumenti sempre più sempli-ci ed efficaci per conoscere il cibo.

Quante chance ha in Italia la “New Food Economy”?Tantissime. Ma deve premere i botto-ni giusti. Quello della ricerca e della formazione di professionalità qualifi-cate ed internazionali è il primo da premere, che poi si porterebbe die-tro la buona produzione, l’efficace trasformazione e l’efficiente distribu-zione. Il fattore umano è il primo e quasi l’unico davvero importante.

Dimmi tre strade percorribili.La prima è la formazione, che non signi-fica volere nuove scuole. Ce ne sono già, di ottime. Significa scegliere i migliori. Da ovunque essi vengano. Ovvero, perché nella mia azienda agricola devo preferire un manager disarmato e incompetente, cioè mio figlio, ad uno che viene da lon-tano, magari è straniero, ma è molto più bravo? Ci sono imprese magnifiche che, se più grandi, potrebbero diventare le più forti nei mercati globali; ma non lo fanno. Perché? Hanno sempre rifiutato di aprire il proprio capitale, far entrare nuovi soci con altre risorse finanziarie; sia quelli che stanno nel capannone o nel campo die-tro il loro, sia quelli a migliaia di chilome-tri. La terza è la visione globale. Non ho mai conosciuto un bravo imprenditore che non vada all’estero almeno due vol-te all’anno. Ma non alla fiera, o dal cliente. Semplicemente a soddisfare la curiosità di vedere come gli altri facciano le cose.

Il cibo quale migliore ricetta per uscire definitivamente dalla crisi dunque?Come diceva quella pubblicità? “Non basta, ma aiuta”. nnn

Antonio Belloni

Mostra fotograica sui pizzaioli di Olivero Toscani (per azienda Agugiaro & Figna – Le 5 Stagioni)

Quali sono le ragioni per cui il cibo è idolatrato

ma non ne aumenta il consumo?

20 | MONDO AGRICOLO | GIUGNO 2016

P R I M O P I A N O S T R A T E G I E A Z I E N D A L I

La Grande Melabeve italiano

Nell’ambito dell’OCM Vino

Confagri Promotion

ha organizzato a New York

“Wine Week”, con incontri

di tasting e valorizzazione

tra aziende enoiche

italiane e buyer Usa

di Anna Gagliardi

GIUGNO 2016 | MONDO AGRICOLO | 21

N ew York, Montréal, Roma: sono le tappe 2016 del percorso or-ganizzato da Confa-gricoltura nell’ambito dell’OCM vino. Un per-

corso che in tre anni si è rafforzato con attività mirate non solo alla ven-dita all’estero del vino italiano, ma an-che alla promozione del suo territorio di origine, della cultura enoica e dell’a-gricoltura di qualità. Il progetto rientra negli obiettivi di Confagri Promotion, il braccio operativo della Confedera-zione che, attraverso la partecipazio-ne a bandi o l’organizzazione di eventi e iniziative specifiche con le imprese associate, mira a consolidare il valore del Made in Italy nel mondo e a mi-gliorarne le performance di mercato.La prima tappa dell’anno dell’OCM si è appena conclusa a New York, dove sette imprese dal 23 al 29 maggio hanno preso parte a incontri B2B con oltre trenta buyer del canale HoReCa, importatori, distributori e ristoratori. Il format dell’iniziativa ha permesso, oltre al tasting, anche la presentazione delle aziende a giornalisti e blogger, e, nella stessa serata, il servizio dei vini insieme alle suggestioni gastronomi-che dello chef Pino Luongo del risto-rante Il Morso. Inoltre le produzioni enologiche sono state protagoniste

assolute in sette ristoranti abbinati ciascuno ad una cantina per una set-timana. In questi giorni i produttori

hanno potuto illustrare

di persona i propri vini.Le imprese vitivinicole che hanno partecipato alla Wine Week provengo-no da Veneto, Toscana, Sardegna e Pie-monte, mentre i ristoranti di Manhat-tan sono stati selezionati scegliendo i menu con piatti tipici della tradizione culinaria italiana e mediterranea. Gli abbinamenti tra i vini e la cucina sono stati effettuati privilegiando assonan-

A Manhattan sette ristoranti abbinati ciascuno

ad una cantina per una settimana

AZIENDE E VINI

Dom Giò - società agricola Colli di San Giorgio, Torre di Mosto (VE). Prosecco doc extra dry e Prosecco doc brut

Drusian - Valdobbiadene (TV). Drusian Prosecco superiore docg extra dry e Drusian Prosecco superiore docg brut

La Corsa - Orbetello (GR). Mandrione Igt Toscana Sangiovese 2010 e Setteinestre Igt Toscana Sangiovese 2013

Eleanor Estate - Castiglione Tinella (CN). Centorri Moscato Igp 2015

Valentina Cubi Boutique Winery - Fumane (VR). Morar Amarone della Valpolicella classico 2007 e Arusnatico Valpolicella classico superiore Ripasso 2013

Alberto Loi - Cagliari. heria Vermentino di Sardegna doc 2015 e Cardedo Riserva Cannonau di Sardegna riserva doc Jerzu 2011

Giovanni Ederle Viticoltore in San Mattia - Verona. Donna Francesca White

Igp Bianco Veronese e Rubro del Forte Red Igp Rosso Veronese

P R I M O P I A N O S T R A T E G I E A Z I E N D A L I

ze territoriali e gustative.La formula newyorkese si è rivelata vincente perché ha garantito una presentazione più completa delle produzioni rispetto al semplice B2B; per questo Confagri Promotion sta lavorando affinché le prossime tappe delle iniziative legate all’OCM vino, previste a Montréal dal 19 al 24 set-tembre e a Roma il 14 e 15 novembre, garantiscano altrettanti apprezzamen-ti da parte delle imprese. D’altro can-to il percorso di promozione di questi anni ha già dato risultati incoraggianti:

nel 2014 sono stati organizzati due in-contri business con 25 buyer canade-si, statunitensi e asiatici nella sede di Confagricoltura, ai quali hanno preso parte 85 aziende. Da questi B2B sono scaturiti 11 contratti, 2 accessi alla procedura SAQ e svariati contatti. Nel 2015 sono stati realizzati tre appun-

tamenti: uno alla Vigna di Leonardo a Milano in occasione di Expo, un altro nella Valpolicella in collaborazione con il Consorzio, il terzo a Montréal. Ai primi due eventi hanno preso par-te 47 aziende e 19 buyer da Russia, India, Corea del Sud, Stati Uniti e Sin-gapore. In Canada 11 imprese sono state coinvolte in un workshop che ha permesso anche la presentazione delle realtà ricettive dei rispettivi ter-ritori di produzione. Quindici i con-tratti di fornitura stipulati e numerosi i contatti che stanno portando a trat-tative interessanti per la vendita di vino in Canada. L’iniziativa ha avuto vasta eco sui media e sui siti che si occupano di enoturismo. Il fenome-no del winelovers continua infatti ad espandersi, soprattutto in Nord Ame-rica: questo tende a rafforzare ulterior-mente l’immagine del vino italiano di qualità e a consolidare quel mercato come principale piazza extraeuropea per le nostre produzioni. Piacciono gli spumanti brut e quelli aromatici, i bianchi fermi e i rossi che meglio esaltano le caratteristiche del territorio, con un’attenzione partico-lare a quelle realtà ecologicamente impegnate in processi produttivi so-stenibili. nnn

22 | MONDO AGRICOLO | GIUGNO 2016

RISTORANTI DI NEW YORK

Viceversa - chef e titolare Stefano Terzi

Etcetera Etcetera - titolare Daniele Kucera

Porsena - chef e titolare Sara Jenkins

Via Emilia - titolare Guillermo Mattiello

Morso - chef e titolare Pino Luongo

A voce - chef Riccardo Bilotta

Osteria del circo - titolare Mauro Maccioni

Prossimo appuntamentoper il vino made in Italya settembre a Montréal

Fondamentale l’analisi

degli scenari a lungo

termine dell’agricoltura

comunitaria per studiare

la programmazione

più adeguata e per rafforzare

la competitività

di Lodovico Fiano

Esperto di sistema agroalimentare,

già dirigente Mipaaf

grammazione produttiva in ciascuna area, finalizzato proprio ad un idoneo consolidamento competitivo.Le proiezioni della Commissione europea per i prossimi dieci anni, sul mercato interno e su quello in-ternazionale, confermano una gene-ralizzata flessione delle quotazioni mondiali - già anticipata nei rapporti precedenti - con un’inevitabile trasla-zione sul mercato interno. Di conse-guenza, i prezzi nell’Unione europea dovrebbero avvicinarsi molto a quelli del mercato mondiale, concentrando le produzioni nelle aree più compe-

L a criticità agricola dovuta prevalentemente ad una persistente situazione di prezzi di mercato bassi, non è avvertita solo in Europa, ma in tutte le

aree del mondo. L’incidenza delle quotazioni internazionali sull’anda-mento produttivo delle singole real-tà dell’UE viene strettamente moni-torata dalla Commissione europea attraverso il Rapporto annuale sulle prospettive a medio termine dell’a-gricoltura comunitaria. Si tratta di uno strumento essenziale per la pro-

S C E N A R I E U R O P A

I prezzi tra dieci anni

GIUGNO 2016 | MONDO AGRICOLO | 23

S C E N A R I E U R O P A

24 | MONDO AGRICOLO | GIUGNO 2016

titive, con riferimento sia all’UE sia ai Paesi con cui sia stato concordato un azzeramento dei dazi doganali. Le prospettive per i mercati agri-coli europei e del reddito presup-

e continuità dei mercati senza gli effetti sulla sicurezza

alimentare derivanti ad esempio da focolai di malattie animali o da misure ambientali. A condizionare il qua-dro ci sono anche le possibili tensioni sul piano ambientale in relazione alla ridu-

zione della emissione dei gas serra.

Oltre tutto permangono elementi di ampia incer-tezza, in presenza di varia-bili che possono mutare gli scenari ed in quanto non tengono conto degli effetti degli accordi com-merciali in corso di nego-ziato o ancora da ratifica-re. In questo quadro, non del tutto chiaro, va tenuto presente che il prezzo del petrolio è previsto nel 2025 ad un livello di 107 dollari il barile, rispetto all’attuale situazione di mercato, caratterizzata da un prezzo che è sce-so anche al di sotto di 30 dollari al barile. Si tratta sicuramente di un livello anomalo, soprattutto in quanto correlato ad una situazione internazionale complessa e di grande ri-schio, causata soprattutto da contrapposizioni geo-politiche, appesantite da fondamentalismi religiosi e problematiche energe-tiche. Il permanere di un prezzo così basso ero-de gli attuali vantaggi in esportazione dei Paesi in eurozona e fa temere una nuova e forte contrazione economica, soprattutto per le aree ancora carat-terizzate da una timida ripresa dopo la crisi del 2007. C’è poi da dire che il tas-so di cambio euro/dollaro previsto a termine ad un livello di 1 = 1,37 $ è net-

DATI PREVISIONALI ANDAMENTO DEI PREZZI DAL 2010 AL 2025

A cura del Centro Studi di Confagricoltura

PETROLIO E TASSO DI CAMBIO USD/EUR

LATTE E ZUCCHERO

pongono poi condizioni metere-ologiche normali, tendenze di rendimento costante

tamente lontano dall’attua-le quotazione molto vicina alla parità. Il rafforzamento del dollaro, di grande sup-porto per le nostre espor-tazioni, appare destinato a permanere finché sussisterà un’ampia differenza del tas-so di crescita tra gli USA e l’UE. Una sottolineatura va fatta sui prezzi internazio-nali delle commodities, che sono il risultato sia di strate-gie degli operatori commer-ciali, sia di azioni speculati-ve. Le fluttuazioni dei prezzi non sono più strettamente legate ai fondamentali, basa-ti sull’andamento della do-manda e dell’offerta. Il vero fattore destabilizzante è la crescente presenza di investitori finanziari sui mercati delle commodities, la cosid-detta finanziarizzazione dei mercati delle materie prime. La speculazione finanziaria esercita un ruolo premi-nente per la dinamica dei prezzi e del-la volatilità. Appare evidente una cre-

ratterizzato da tassi di interessi bassi. Il numero dei derivati finanziari scam-biati aventi per oggetto materie prime agricole è aumentato enormemente. Conseguentemente il mercato delle commodities diviene sempre più ale-atorio e di forte rischio per gli equili-bri produttivi. nnn

scita molto significativa della liquidità che gli investitori hanno indirizzato sui mercati agricoli. Infatti, gli specula-tori confermano sempre di più di con-siderare i derivati delle commodities un’interessante diversificazione dei loro portafogli, alla ricerca di alternati-ve reddituali, in un periodo storico ca-

M A P P A M O N D O

di Jordan Nash

26 | MONDO AGRICOLO | GIUGNO 2016

In Australia il robotcontrolla il pascolo

F arminator. Con questo termine evocativo un giorna-

lista inglese ha definito la rivoluzione che, dall’Austra-lia, si prepara ad invadere l’agricoltura mondiale. L’avanzare della tecnologia sta cambiando il volto dell’a-gricoltura e i robot comin-ciano ad essere utilizzati nel lavoro agricolo come alternative alla manodopera. Nell’entroterra australiano i “Farmbots” vengono utiliz-zati come pastori o vaccari per controllare il bestiame. Un sistema utile per le grandi distanze dei remoti allevamenti australiani. Un esempio, come riporta la rivista New Scientist, è l’a-

zienda “Suplejack Downs”, nei territori del nord, a 13 ore di automobile dalla città più vicina. L’azienda si estende su 400 mila ettari, una superficie molto difficile da gestire. È iniziata la sperimentazione, per due anni, del ‘farmbot’, che si occuperà della mandria di bestiame , controllando la salute dei capi ed i pascoli. “Gli animali malati e feriti saranno identificati me-diante sensori termici e di visione, capaci di rilevare i cambiamenti nella tempera-tura corporea e nell’andatu-ra - spiega Salah Sukkarieh dell’Università di Sydney -. Farmbot sarà dotato anche di sensori in grado di valu-tare la qualità dei pascoli”. È anche stato messo a punto un robot , ancora senza nome. Una versione più sofisticata del precedente modello shrimp, progettato per mandrie da 20 a 150 vacche da latte. Il team dell’università di Sidney ha già dimostrato che i robot possono essere di grande aiuto per gli agricoltori Uno dei suoi farmbots , “Ladybird”, è in grado di muoversi sui campi a caccia di erbe infestanti e una volta individuate le può estirpare o spruzzare l’erbicida in modo selet-tivo, riducendone l’uso al minimo.

CARNE MAIALE: GLI SPAGNOLI ESPORTANO IN ASIA

Nel 2015 l’export agroa-limentare della Spagna è cresciuto del 6,1%, toccando i 25.422 milio-ni di euro, ai quali vanno aggiunti i 13.600 dell’or-tofrutta. Il Paese è di-ventato, con 3,7 milioni di

tonnellate, il secondo produttore di suini nell’Unione Europea, dopo la Germania. Anche se l’Ue resta la principale destinazione per l’export suinicolo spagno-lo, si sono spalancate le porte dell’Asia. A fare la parte del leone è la Cina, che è diventata il principale Paese per l’export spagnolo di carne di maiale e dei sotto-prodotti raggiungendo il 51% delle vendite effettuate in Paesi non europei. Secondo e terzo posti vanno a Corea e a Hong Kong, anche se, sul fronte dei prezzi, il mercato più interessante resta il Giappone.

“Farminator”in azione.

La robotica nei campi

è un sistema utile

per le grandi distanze

degli allevamenti

di Sydney

In Francia il dragone con-tinua ad accaparrare ter-re. Dopo gli Chateau, tra il 2015 e il 2016, ben 1.700 ettari a cereali nella regio-ne centrale dell’Indre sono passati in mano cinese. L’acquisto, di tre aziende differenti, è stato effettua-to dall’impresa Hongyang, da Beijing Reward Inter-national Trad e da due imprenditori. Questa tran-sazione ha preoccupato il mondo agricolo francese, che si chiede quanto il governo sia capace di fer-mare la scomparsa degli agricoltori dal Paese. La questione degli acquisti

di terre, secondo alcuni, potrebbe compromettere, continuando così, anche l’autosufficienza alimen-tare francese. Vero è che gli acquisti di terreni agri-coli da parte delle multi-nazionali sono in costante crescita in tutto il mondo. Diverse sono le motiva-zioni degli acquirenti: dal desiderio di garantire l’au-tosufficienza alimentare al proprio Paese o come investimento diversifica-to. Negli ultimi 15 anni, però, oltre ai Paesi in via di sviluppo hanno iniziato a destare interesse anche quelli sviluppati.

CINA FA SHOPPING DI AREE CEREALICOLE FRANCESI

Organizzazioni inglesidivise su “Brexit”

Sul referendum non

è compatto il mondo

agricolo britannico.

I sostegni ai

produttori verrebbero

nazionalizzati

S e i sostegni della politi-

ca agricola comune,

in Gran Bretagna,

valgono oltre 3 miliardi di

barriere

non

tariffarie

potrebbero spingere

verso l’alto il prezzo delle

importazioni di prodotti

alimentari di un ulteriore 2%.

Il dibattito è acceso e non

tutti gli agricoltori sono per

l’uscita dall’Ue. La National

Farmers’ Union preferirebbe

rimanere nell’Ue perché gli

interessi degli associati sareb-

bero meglio serviti, ma non

si schiererà, lasciando liberi

i propri membri di esprime-

re le proprie preferenze. Il

presidente dell’Irish Farmers

Association (IFA), Joe Healy,

ha messo in evidenza che

il Regno Unito e l’Irlanda

possono solo avere benefici

dalla permanenza nella UE.

Il mondo agricolo, però, non

è compatto; secondo alcuni,

poiché la Gran Bretagna è

contribuente netto dell’UE,

anche con la Brexit potrebbe

mantenere il sostegno all’a-

gricoltura.

sterline l’anno, cosa

significherebbe

l’uscita dall’Ue?

Secondo uno stu-

dio del Defra (De-

partment for Environment,

Food and Rural Affairs) i

prezzi dei prodotti alimentari

importati se dovesse vincere

la Brexit, saranno destinati a

salire dell’11%. In particolare

l’aumento complessivo dei

prezzi internazionali delle

materie prime alimentari è

stato calcolato del 9% e le

PLANTFOODSEC

è il progetto per affrontare le minacce

alla biosicurezza

del sistema

agricolo europeo

di Alessandro Bertin Paola Colla Maria Lodovica Gullinodi Spin-To srl e Agroinnova

570 parassiti che rappresentano una minaccia per la biosicurezza. Sono poi stati identificati criteri di priorità, creando una lista di 21 coltivazioni strategiche in Europa ed una “short list” di 63 parassiti particolarmente pericolosi. E’ stato realizzato un net-work diagnostico virtuale basato sul web che consente la condivisione di materiale di documentazione e un’in-terazione rapida tra esperti e addetti ai lavori. Un altro aspetto del proget-to è stato lo studio dei fattori primari che rendono possibile la discrimi-nazione tra un’epidemia indotta vo-lontariamente ed una accidentale. E’ stato inoltre sviluppato un modello di valutazione dei potenziali scenari di agro-terrorismo e biocrimine. Il Consorzio del PLANTFOODSEC sta attualmente lavorando per assicurare la sostenibilità dei risultati ottenuti dal progetto e garantirne una con-tinuità attraverso la realizzazione di un Centro Europeo di Competenza

È ormai noto che l’au-mento progressivo degli scambi di merci causato dalla globalizzazione ab-bia favorito la comparsa di molti nuovi parassiti,

sia nel territorio italiano, sia in altri Pa-esi comunitari. Questo fenomeno sta mettendo in serio pericolo in primo luogo le produzioni alimentari, ma an-che l’ambiente in cui viviamo. Per questo motivo è stato avviato nel 2011 un progetto quinquennale fina-lizzato a creare un “Centro virtuale di competenza” a livello internazionale sui temi della biosicurezza in cam-po agro-alimentare: il Plant and Food Biosecurity (PLANTFOODSEC) - Net-work of Excellence. Il progetto, fi-nanziato dall’Unione Europea, è stato coordinato da Agroinnova, il Centro di Competenza per l’Innovazione nel Campo Agro-ambientale dell’Univer-sità di Torino. PLANTFOODSEC ha coinvolto esper-ti provenienti da Italia, Francia, Ger-mania, Ungheria, Regno Unito, USA, Israele, Turchia e dell’Istituto inter-nazionale delle Nazioni Unite per la ricerca sul crimine e la giustizia (UNICRI), che si sono riuniti a Bru-xelles per presentare i risultati del progetto: un’ampia gamma di stru-menti per affrontare le minacce de-rivanti dall’introduzione deliberata o accidentale di patogeni nella catena agro-alimentare. In primo luogo sono state stilate delle liste comprensive di 555 colture rilevanti per l’Europa e di

28 | MONDO AGRICOLO | GIUGNO 2016

A T T U A L I T À R I C E R C A

Lotta internazionaleai parassiti

Maria Lodovica Gullino

GIUGNO 2016 | MONDO AGRICOLO | 29

per la Biosicurezza in campo agro-alimentare. Agroinnova, che dal 2003 ad oggi ha ottenuto fondi per progetti legati a questi temi per oltre 30 milio-ni di Euro, è certamente il candidato ideale per ospitarlo. Non è un caso che nel marzo 2015 sia stato avviato il progetto EMPHASIS incen-trato sulla lotta alle specie aliene invasive e che a co-ordinarlo sia ancora una volta Agroinnova. Certamente l’occasione di Bruxelles è stata fondamen-tale per ribadire con forza che le emergenze alla bio-sicurezza in Europa vanno affrontate secondo una lo-gica di sistema: una falla alla biosicurezza in qualsiasi re-gione italiana, rappresenta oggi di fatto una potenziale minaccia per l’Europa inte-ra. Solo un lavoro condot-

Catalogati 570 parassitie definita la “short list”

dei 63 più pericolosi

to in maniera coordinata, e a livello internazionale, può creare le basi per far fronte alle minacce a cui è sottoposto il sistema agroalimentare globale. nnn

Il laboratorio-serra di Agroinnova

La difesa può contare oggisu un ampio spettro di soluzioni all’avanguardia

e tecnicamente modernissime

di Luca Marzocchi

L a sostenibilità dell’agri-coltura passa necessa-riamente attraverso l’in-tegrazione dei diversi mezzi di produzione, con l’obiettivo di rendere

più efficiente la gestione dell’agroe-cosistema in termini ambientali e di produttività. Nello specifico della pro-tezione delle colture, la difesa soste-

30 | MONDO AGRICOLO | GIUGNO 2016

A T T U A L I T À S O S T E N I B I L I T À

Syngenta: il futuro è anche nei bioagrofarmaci

Nel settore orticolo i bioagrofarmaci possono rappresentare una soluzione per molti problemi

nibile può contare oggi su un ampio spettro di soluzioni all’avanguardia e tecnicamente modernissime: i bioa-grofarmaci (Bca - Biocontrol agents) rappresentati da un gruppo assai vario di mezzi tecnici riconduci-bili a 4 gruppi principali: macroorganismi o ausiliari, microrganismi (batteri, fun-ghi o virus), sostanze natu-rali e semiochimici (cairo-moni e feromoni). Syngenta, azienda comple-tamente dedicata all’agri-coltura e da sempre attenta alla sostenibilità nella pro-duzione delle colture, sta investendo costantemente in attività di R&D finaliz-zate a rendere disponibili soluzioni innovative e sicu-re. La ricerca di bioagrofar-maci è per Syngenta parte integrante di questo pro-

GIUGNO 2016 | MONDO AGRICOLO | 31

gramma di sostenibilità, per risponde-re anche ad una precisa richiesta del mercato. Autorevoli previsioni stima-no che nell’arco dei prossimi 10 anni l’utilizzo delle soluzioni biologiche sia destinato a una crescita a doppia cifra e che, da qui al 2030, potranno rappresentare fino al 10% del mercato mondiale delle soluzioni per la prote-zione delle colture, andandosi sempre più a integrare nelle strategie di difesa consolidate negli anni. “Stiamo spingendo al massimo le no-stre attività di ricerca & sviluppo per soddisfare la richiesta di innovazione da parte del mondo agricolo” - spiega Luigi Radaelli, amministratore delegato di Syngenta Italia -. Solo nel 2015 abbiamo introdotto 15 nuove soluzioni per la protezione delle colture, consolidan-do il nostro primato di settore negli investimenti in R&D. Il nostro obietti-vo è confermarci come protagonisti mondiali dell’innovazione, così da po-

ter trasferire ai nostri clienti benefici concreti in termini di produttività, sa-lubrità e sostenibilità.” L’impegno del Gruppo si è concretizzato a fine 2015 attraverso la partnership avviata con l’olandese DSM, azienda globale atti-va nel campo della salute, della nutri-zione e dei materiali, per lo sviluppo di soluzioni a base di microrganismi per l’agricoltura, inclusi mezzi di con-trollo biologico, bioagrofarmaci e biostimolanti. “Questa collaborazione è nata dalla volontà dell’azienda di ac-celerare lo sviluppo di una vasta gam-ma di prodotti basati su microrgani-smi per applicazione di pre e post raccolta sulle colture di tutto il mon-do” - spiega Andrea Gualco, responsabile R&D di Syngenta Italia -. Questi orga-nismi sono capaci di proteggere le colture contro gli insetti dannosi e le malattie e possono essere inseriti in programmi anti-resistenza e di mi-glioramento della produttività delle piante. Syngenta e DSM progettano di sviluppare e commercializzare congiuntamente le soluzioni che de-riveranno dalle rispettive piattaforme di ricerca”. È recentissima inoltre la presentazione della nuova gamma di biostimolanti EPI-VIO™ che, applicato in concia, stimola la germinazione delle sementi fornendo micronutrienti e attivando la microflora del suolo. EPIVIO™ sarà inizialmente venduto in Brasile sulla soia ed in Cina sul mais, con l’obiettivo di estendere rapida-mente le colture e le aree geografiche di interesse. nnn

Syngenta sta investendo costantemente in attività di R&D finalizzate a rendere disponibili soluzioni innovative e sicure

Nel frutteto l’impiego di bioagrofarmaci è ormai molto diffuso

Sconto del 25%

sugli abbonamenti

a 11 testate di settore

e sul catalogo

di 300 libri

“Colture protette” oltre ad altre 8 ri-viste periodiche diffuse a pagamen-to, sia in abbonamento postale sia in versione digitale. Per gli associati i prezzi di listino degli abbonamento sono scontati del 25%; stesso scon-to del 25% anche per l’acquisto dei libri presenti nel catalogo, che com-prende oltre 300 titoli. Per fare un esempio, lo sconto garantisce all’as-sociato un risparmio di 25 euro sul costo dell’abbonamento annuale a “Terra e Vita” (74 euro invece di 99) e di 12,50 euro sulla versione digi-tale (37,50 euro anziché 50).Gli abbonamenti consentono inol-tre di usufruire gratuitamente di una serie di servizi aggiuntivi che sono: “Osservatorio prezzi agroali-mentari” (con l’iscrizione gratuita al sito che permette di monitorare l’andamento dei prezzi dei prodot-ti agroalimentari sulle varie piazze italiane e di confrontarli fra di essi); “L’esperto risponde” (possibilità di richiedere il parere agli esperti su temi di interesse); consultazione dell’ archivio digitale; pubblicazione gra-tuita di un annuncio sulle riviste. Per usufruire dello sconto, al momento dell’ordine sul sito Internet di New Business Media occorre inserire il codice AL39C7PEVJVU nell’apposi-ta casella discount per le riviste ed il codice NEMAQXANWANZ per i libri. (G. M.)

“M ondo Agricolo”, mensile di Confa-gricoltura, ha una stretta sinergia con “Edagricole – New Business Media”

(Gruppo editoriale “Tecniche Nuo-ve”). Ora Confagricoltura ha stipu-lato un accordo con il gruppo edi-toriale, che permette di usufruire di tariffe agevolate per l’acquisto di tutti i prodotti Edagricole (abbona-

32 | MONDO AGRICOLO | GIUGNO 2016

A T T U A L I T À E D I T O R I A

Convenzione con Edagricole

menti a riviste, in digitale e cartacee, libri). L’offerta editoriale compren-de gli abbonamenti al settimanale “Terra e Vita”, al quindicinale “In-formatore Zootecnico”, al mensile

TESTATA PERIODICITA’LISTINO

CARTACEOLISTINO ONLINE

Terra e Vita settimanale 99 50

Informatore Zootecnico quindicinale 79 40

Colture protette mensile 72 35

Fresh Point mensile 72 35

Agricommercio

e Garden Center

bimestrale 49 26

Macchine e Motori Agricoli mensile 72 35

Olive e Olio bimestrale 49 26

Rivista di Frutticoltura

e Orticoltura

mensile 72 35

Rivista di Suinicultura mensile 72 35

Vigne e Vini bimestrale 49 26

Il Contoterzista mensile 72 35

Sui prezzi di listino -25%

L’APERTURA

GIUGNO 2016 | MONDO AGRICOLO | I

L’ Unione europea chiede agli agricol-tori rese più alte, maggiori tutele per l’ambiente, diminu-

zione degli input. Chiede di intro-durre innovazione tecnologica, ma anche aggregazione. E chiede un cambio di mentalità che premierà i comportamenti più virtuosi. L’a-gricoltura di precisione può esse-re un motore, e un motore molto potente dello sviluppo per chi, come l’Italia, ha un immenso patri-monio rurale apprezzato in tutto il mondo. Il patrimonio lo abbiamo, dobbiamo solo decidere di farne il detonatore di un nuovo ciclo di sviluppo. Da dove partire? Dob-biamo darci delle risposte in fretta, per almeno due ragioni: la prima è che l’Italia è ferma. La seconda è che abbiamo poche risorse. L’a-gricoltura di precisione è il moto-re per sviluppare un nuovo tipo di filiera produttiva con imprese innovative e nuova occupazione. Ma per fare dell’agricoltura di pre-cisione il motore dello sviluppo, è necessario essere attrezzati e pron-ti a un cambiamento di paradigma. Occorre che l’agricoltura non sia più vissuta come questione indivi-duale, che ciascuno si costruisce e si arricchisce per conto proprio. Ogni azienda agricola dovrebbe

Cambio di paradigmaFacciamo dell’agricoltura di precisione e della collaborazione tra agricoltori e contoterzisti il grande detonatore di un ciclo di sviluppo

provare a coltivare almeno una parte con tecniche di agricoltu-ra di precisione affidandosi, se necessario, a contoterzisti spe-cializzati che dispongono di tut-te le attrezzature necessarie a un approccio sito specifico. È quindi chiaro da dove partire. Per noi si deve partire dall’esperienza di UNCAI e Confagricoltura, che da tempo si sono incamminate sulla strada della collaborazione. UN-CAI ha un numero importante di aderenti in tutta Italia che si sono mossi mettendosi al servizio degli agricoltori, dei distretti produtti-vi e dell’agricoltura italiana inve-stendo in tecnologia e innovazio-ne per offrire servizi aggiuntivi, sicurezza, flessibilità. L’obiettivo è trasformare l’agricoltura italia-na da tempio delle individualità a “officina”, utilizzando la tec-nologia per aumentare le rese e

innalzare la qualità dei prodotti e rendere più articolata e ricca l’of-ferta di lavorazioni agricole. Tutto ciò fa nascere nuove imprese, dà spazio a nuove professionalità, crea solide basi per affrontare le sfide di oggi o ripartire dopo anni di stagnazione. Non solo, puntan-do sulla agricoltura di precisione, UNCAI e i contoterzisti hanno de-ciso di definire degli standard di servizio e di qualità e di vegliare su questi standard.

Aproniano Tassinari

UNCAI

L’Unione Nazionale Contoterzisti Agromeccanici ed Industriali rappresenta e tutela su tutto il territorio nazionale imprenditori che lavorano per conto terzi nel settore agricolo e industriale.

Presidente: Aproniano Tassinariwww.contoterzisti.it

INCONTRO AL MIPAAF - In vista della revisione a medio termine della PAC, una delegazione dell’associazione composta dal presidente Aproniano Tassinari, dal vice presidente Clevio Demicheli e dal direttore di Cremona, Lodi e Milano Fabrizio Canesi è stata ricevuta al Mipaaf da Angelo Zucchi, capo segreteria del ministro Maurizio Martina. “Con il ministero c’è stata sintonia sull’obiettivo comune di difendere il sistema agricolo italiano nella sua interezza. Solo dalla sinergia tra tutti gli attori in campo possono arrivare soluzioni efficaci e strutturali che avvantaggieranno tutto il Paese”, il commento Aproniano Tassinari al termine dell’incontro.

NOTIZIE

II | MONDO AGRICOLO | GIUGNO 2016

Più erbai giovani per una dieta di precisione

L’ agricoltura di pre-cisione nasce dalla consapevolezza che la nostra è un’agri-coltura evoluta, con

elevati costi di produzione e vin-coli ambientali da rispettare. Per questo è necessario introdurre elementi che possano apportare

maggiore capacità competitiva e può capitare che l’ottimizzazione della gestione sito - specifica di un sistema colturale tipica del preci-sion farming sia il risultato non delle tecnologie messe in campo, ma della piena collaborazione tra i diversi attori del comparto pri-mario.

Ecco così che, per l’azienda agri-cola, avvalersi della consulenza professionale di un contoterzi-sta rappresenta il primo concre-to passo verso un’agricoltura di precisione. L’agromeccanico può aiutare l’agricoltore a risolvere, in parte, alcuni problemi legati all’efficienza dei processi produt-

La collaborazione tra agricoltori e contoterzisti porta idee e investimenti mirati. Raccogliamo insieme le opportunità. Borreani: “Con l’erba medica tagliata giovane con i carri coltello, meno silomais in razione”

GIUGNO 2016 | MONDO AGRICOLO | III

tivi. Un esempio arriva dalle colti-vazioni foraggere e dagli erbai. Ne-gli ultimi venti anni molti foraggi sono spariti e con loro è sparito molto lavoro. Agli allevatori l’er-ba medica, il prato fanno paura perché la produzione migliore avviene nel primo taglio, quando c’è un elevato rischio meteorolo-gico. Così, nel tempo si è sempre più privilegiato il silomais. Eppu-re, a certe condizioni, la valoriz-zazione degli erbai è alla base di una migliore gestione economica dell’azienda intensiva da latte. Da alcuni anni Giorgio Borreani, pro-fessore dell’Università degli Studi di Torino ed esperto in coltivazio-ni erbacee, porta avanti questo concetto, provando a riavvicinare gli allevatori ai foraggi.

Perché tornare ai foraggi?Con il prezzo del latte basso ed elevati costi di alimentazione, pro-duzione e gestione della stalla, au-toprodurre foraggi di alta qualità, ricchi di proteine e di energia, di-venta un fattore molto importante per l’economia aziendale, permet-tendo all’allevatore di affrancarsi, almeno in parte, dal mercato.

Ma che caratteristiche deve avere il foraggio?

Il taglio deve essere precoce. Per questo l’erba medica e i foraggi pra-tivi si sono ridotti negli anni. Basta ritardare di pochi giorni il taglio per avere un prodotto molto meno ricco di proteine ed energia netta latte. Oggi però l’assistenza tecnica non manca. Le foraggere prative, se tagliate giovani, possono affiancare il silomais e abbassare i costi della razione con indiscutibili vantaggi economici per l’azienda.

Nella razione in che rappor-to sono silomais e foraggio giovane?

Il livello di proteine e di digeribilità del foraggio giovane permette di ar-rivare a un rapporto 1 a 1 con il si-lomais. In alcuni casi può essere ca-povolto (0,7 di silomais e 1 di erba medica tagliata precocemente). Si-gnifica una razione con oltre il 30%

di erba medica sul secco, mentre nella scelta convenzionale di taglio tardivo non si può superare il 15%.

La valorizzazione del forag-gio ha risvolti ambientali?

Sì, la scelta dell’erbaio giovane è vincente anche dal punto di vista ambientale. È una conseguenza del fare entrare un’alternativa al mais in monosuccessione. Con la rotazione si risolvono problemi come la diabrotica, si riducono gli input di pesticidi e si migliora la produttività del mais. Non solo, la sostenibilità ambientale rap-presenta un valore aggiunto per i caseifici e potrebbe essere certifi-cata attraverso apposite etichette sui prodotti.

Che assistenza serve?Chi assiste l’allevatore deve essere più preparato rispetto al passato. Su

QUATTRO SISTEMI A CONFRONTO PER GLI ERBAI

PRO CONTRO

Carro coltelli + proteine, + stimolo ruminale, + energia per ettaro, - costi,

maggiore attenzione in trincea per la compattazione, calcolare la superficie del fronte

per l’asportazione giornaliera

Trincia cantiere + velocità cantiere ainamento eccessivo, costi superiori al carro

Balloni avvolti lessibilità d’utilizzo, prodotto eccellente maggiori costi di servizio (trattore + pressa + avvolgitrice + ilm)

Fieno secco conservazione, - costi - energia ricavata, - resa in stalla, costi eccessi-vi in rapporto alla resa

CONTENUTO DI PROTEINA DELL’ERBA MEDICA(% s.s.) - fonte Borreani e Tabacco

Epoca di taglio Erba verde (carro)

Insilato (trincia e balloni fasciati) Fieno in campo

Anticipato (bottoni) 22% 21% 15,5%

A inizio ioritura

21% 19% 15,0%

Tardivo (ioritura avanzata)

17% 16% 14,5%

questo stiamo lavorando da diversi anni, sia formando i nuovi laureati sia organizzando incontri tecnici. Quan-do parlo con gli allevatori faccio sem-pre una battuta. Per sapere quando tagliare il foraggio occorre “l’uomo Del Monte ha detto sì”. Perché basta ritardare il taglio di poche settimane per avere un forag-gio non più di qualità.

E i contoterzisti?Rivalorizzare i foraggi a livello azien-dale permette ai contoterzisti di ave-re delle finestre più ampie di impiego delle macchine e ammortamenti più interessanti, ridistribuendo meglio i costi fissi di uno stesso macchinario. Il sistema più efficiente è con il carro coltelli. Il suo utilizzo permette agli agromec-canici di essere anche più competiti-vi nella proposta economica agli agri-coltori. nnn

Dati Borreani e Tabacco

NOTIZIE

IV | MONDO AGRICOLO | GIUGNO 2016

Maggiore sicurezza e meno stress per gli operatori, impiego ot-timale dei mezzi con la riduzione dei tem-

pi di lavorazione, dei consumi di car-burante, sementi, concime e diserbi. Minori costi e massima produttività e maggiore reddito per l’azienda. In Umbria l’agricoltura di precisione ha fatto un balzo in avanti grazie al progetto RTK di guida satellitare au-tomatica e controllo dinamico delle prassi agronomiche. Il progetto, di Confagricoltura, è stato finanziato dalla misura 124 del Programma di sviluppo rurale 2007-2013 e ha avu-to tra i tester il contoterzista Daniele Giovagnoli. “Da due anni la nostra azienda utilizza il sistema RTK per il diserbo e la semina. I risultati sono ottimi perché con una precisione di 2 cm non c’è spreco di prodotto. So-

prattutto nei diserbi con botte e bar-ra da 21 metri, i raddoppi di prodotto sono scomparsi. In una realtà molto frammentata come quella umbra, ab-biamo notato un risparmio del 5-10% in diserbi, fungicidi, ma anche gaso-lio, con vantaggi anche ambientali”. Il progetto RTK ha previsto l’allesti-

mento di sistemi di guida satellitare automatica su trattori pilotati secon-do le indicazioni provenienti dalla rete di 12 stazioni permanenti Gps/Gnss di Regione Umbria e Universi-tà degli studi di Perugia. Nella lavo-razione dei terreni la percentuale di sovrapposizione è così passata dal 16,3% della modalità di guida ma-nuale del mezzo agricolo all’1,4% della modalità assistita e, soprattutto, all’1,2% di quella automatica. Sostan-zialmente il trattore esegue le opera-zioni con un precisione centimetri-ca, ma la cosa importante è che tutti i dati contribuiscono all’economicità della lavorazione e alla salvaguardia dell’ambiente.“La cosa stupenda è che il sistema memorizza la mappatura di ciascun campo – aggiunge Daniele Giova-gnoli –. Così, una volta impostato un certo campo, il trattore segue sempre il percorso e le linee parallele infinite già tracciate in precedenza, permet-tendo all’operatore di lavorare con più tranquillità, concentrandosi su ciò che succede intorno”.Il viaggio alla scoperta dell’agricoltu-ra di precisione prosegue in Umbria testando anche i droni (progetto Sig2015). In questo caso l’obiettivo è creare mappe di prescrizione a supporto del precision farming. Un drone effettua un rilievo sul terreno per acquisire immagini multispettrali che servono a comprendere lo stato di salute delle colture. Queste infor-mazioni, insieme ad altre quali la con-centrazione sul terreno di azoto e altri elementi, vengono inserite su un software che genera mappe di pre-scrizione. Il campo non è tutto ugua-le. Attraverso le mappe è possibile fare un utilizzo ancora più mirato dei trattamenti, sia di concimazione sia fitosanitari e risparmiare circa il 25% di concime chimico. Tantissimo dal punto di vista economico e, soprat-tutto, ambientale. “I vantaggi indiretti rilevati – conclude Giovagnoli – sono quelli di una diminuzione degli im-put chimici perché si utilizzano gli agrofarmaci e i fertilizzanti in modo mirato solo nei punti dove c’è biso-gno attraverso una mappatura degli appezzamenti che si vanno a coltiva-re”. nnn

Il contoterzista umbro Daniele Giovagnoli alle prese con il sistema di guida satellitare RTK per diserbo e semina

Un tester di precisione

L’utilizzo combinato

delle tecnologie

è la nuova rivoluzione

nei campi

di Ruggero Targhettaceo di PRIA

unico campo di terra si possono incon-trare condizioni anche molto diverse di suolo, di meteorologia, di esposizione solare o di topografia.L’agricoltura di precisione aiuta l’im-prenditore agricolo a massimizzare la resa agricola - e di conseguenza i guada-gni – e a rendere più sostenibili le colti-vazioni e gli allevamenti: a esempio, nel caso di utilizzo di fertilizzanti o pesticidi, essa consente di farlo secondo le reali necessità delle piante e non in base alle stime.Come può avvenire tutto questo? At-traverso l’utilizzo combinato di nuove tecnologie già disponibili sul mercato e sempre più evolute: sensori a terra, sensori di caratterizzazione del suolo, pistole che monitorano la temperatura, dati provenienti dalle stazioni meteoro-logiche, strumenti di telerilevamento, quali immagini satellitari o scattate in volo da droni.Oggi queste tecnologie hanno un livel-lo di precisione capace di fornire infor-

S i sente sempre più spes-so parlare di “Industria 4.0”, cioè di una nuova ri-voluzione industriale che si basa sull’applicazione ai processi di progetta-

zione, produzione, commercializzazio-ne dei prodotti industriali delle tecno-logie digitali di nuova generazione. Non a caso, “Industry 4.0” è il nome di una recente iniziativa dell’Unione europea che mira ad accelerare la digitalizzazio-ne delle imprese manifatturiere.Esiste una rivoluzione analoga anche in agricoltura? Esiste e si chiama agricol-tura di precisione (in inglese: Precision Farming). È un nuovo modello di gestio-ne dell’impresa agricola che sfrutta tutti i vantaggi che possono offrire le nuove tecnologie dell’informazione e della co-municazione (TIC).L’obiettivo della agricoltura di precisio-ne è, a suo modo, rivoluzionario: aumen-tare i profitti e ridurre i costi dell’attività agricola, incrementare la produzione, promuovere prodotti a elevato valore aggiunto (ad esempio, biologici o di qualità), assicurando, contemporanea-mente, un uso efficiente e sostenibile delle risorse naturali.L’idea parte da un concetto semplice: un vigneto o un campo di mais, soprat-tutto se sono estesi, non sono un’unica, grande coltura, ma la somma di appez-zamenti più piccoli, ciascuno dei quali presenta specifiche esigenze. Infatti, come capita soprattutto in Italia, in un

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F O C U S A G R I C O L T U R A D I P R E C I S I O N E

Dalla precision farmingall’agricoltura 4.0

Ruggero Targhetta

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mazioni anche su una singola pianta. E’, quindi, la coltivazione stessa a dire di cosa ha bisogno: in questo modo, si possono evitare trattamenti inutili, che possono anche rivelarsi dannosi e in-quinanti, e ridurre i costi.Più in generale, le nuove tecnologie possono aiutare l’imprenditore agricolo in tutta la sua attività: solo per fare alcuni esempi, si pensi ai nuovi sistemi di guida as-sistita per i trattori agricoli o le mietitrebbiatrici; oppure all’esecuzione dei prelievi di campioni di terreno e la raccolta di dati in campo; fino a nuovi sistemi di irri-gazione e alle più avanzate macchine per il dosaggio variabile del concime. Per non parlare, poi, delle nuo-ve frontiere per la vendita dei prodotti e dei servizi dell’azienda attraverso il

Bisogna approfittare dei PSRper rinnovare profondamente

l’attività produttiva agricola

commercio elettronico e le vendite on line. Per utilizzare queste nuove tecno-logie servono risorse per investimenti in nuovi macchinari e attrezzature, per la formazione degli imprenditori e dei

loro collaboratori, nonché nuovi servizi di assistenza e di consulenza tecnica: la programmazione dell’U-nione europea fino al 2020 richiede esplicitamente che i Programmi di svilup-po rurale (PSR) finanzino investimenti nelle imprese agricole che siano innova-tivi e che mirino a tutelare l’ambiente. Pertanto, l’invito che rivolgo agli imprenditori agricoli è di approfittare del-le importanti risorse messe a disposizione dai PSR delle singole Regioni per cogliere l’occasione di trasformare la propria azienda agricola in una “Azienda 4.0”. nnn

Il prof. Michele Pisante,commissario delegato Crea, ricorda l’impegnoper geolocalizzazione,interazione tra macchine,sensoristica

e gestione dati

di Elisabetta Tufarelli

Quali sono gli ultimi progetti ed attività riguardanti la precision farming?Da una recente indagine sull’a-

gricoltura di precisione risulta confermato l’orientamento a svi-lupparla in Italia e nell’Unione Europea. Per quanto riguarda le filiere, la più coinvolta è quella della viticoltura, seguita a distan-za da cerealicoltura, olivicoltura, risicoltura, selvicoltura, zootecnia, foraggicoltura e frutticoltura. Men-tre, tra le tecnologie trasversali,

N egli ultimi tempi ed anche in Expo 2015, si è molto parlato di agricoltura di precisio-ne. Sul tema abbiamo rivolto alcune doman-

de al prof. Michele Pisante, ordinario di Agronomia e Coltivazioni erbacee presso la Facoltà di Bioscienze e Tec-nologie Agro-Alimentari e Ambienta-li dell’Università di Teramo (UNITE) e commissario delegato del CREA, Consiglio per la ricerca e l’analisi dell’economia agraria.

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Le tante faccedel progresso

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domina la geolocalizzazione (inte-razione satellite-macchina, satelli-te-operatore, DGPS, tracciabilità), seguita dall’interazione trattrice/operatrice (sistemi di guida as-sistita, macchine a distribuzione variabile, tecnologie ISOBUS) ed a seguire, la sensoristica (proxi-mal sensing, droni, sensori ottici, termici, spettrali, NDVI, IR, ecc.) fino all’elaborazione e gestione dei dati (image analysis, computer vision, geostatistica, DSS, big data management).

generare aspettative difficilmente realizzabili

nelle attuali condizioni di co-noscenze ed esperienze ancora da consolidare.

Come stanno rispondendo i Psr alla domanda d’innovazione tecnologica?

I PSR sono indirizzati alla sostenibi-lità ed all’innovazione tecnologica per favorire la competitività e la sal-vaguardia ambientale, offrendo di-verse opportunità per l’adozione e la diffusione della precision farming su scala regionale, attraverso “focus area” distinte in priorità e “misure” che specificano contenuti e modalità delle azioni da realizzare. Dall’analisi dei singoli programmi - anche se solo in alcuni di essi si evidenziano riferi-menti espliciti e diretti all’agricoltura di precisione - emerge una eteroge-nea diversificazione degli obiettivi da realizzare; tra cui la riduzione dell’im-patto ambientale mediante la con-servazione del suolo, la qualità e la sicurezza delle produzioni alimenta-ri, il miglioramento delle tecniche di coltivazione, la riduzione e la raziona-lizzazione degli input (risorse idriche, fertilizzanti, agrofarmaci). Pertanto, sarà necessario declinare in modo ap-propriato le modalità di applicazione, estendendo i potenziali beneficiari anche alle imprese agromeccaniche per i servizi di contoterzismo, ma

anche il sostegno finanziario per ogni realtà produttiva regionale. Ciò per favorire la razionale crescita delle tecnologie di precisione, rivolte non solo alla pro-duzione di beni, ma anche all’erogazione di servizi ai singoli e alla collettività.

nnn

Michele Pisante

Ci spiega l’impe-gno del Crea?

Il Crea è in prima linea nello sviluppo delle tecnologie di preci-sione per l’agricoltura del nostro Paese; sia quella più propriamen-te applicativa su scala colturale e aziendale, sia quella di supporto tecnologico trasversale, basata sul-la modellistica previsionale e deci-sionale. Infatti, per l’avanzamento e la diffusione dei sistemi di pre-cisione, emergono le complemen-tari esigenze di relazionare agli strati informativi di base (orogra-fia, clima, suolo), la costruzione di affidabili “librerie”, per ciascun si-stema colturale e/o gestionale, già indirizzate verso quell’evoluzione di applicazioni progressivamente sempre più interattive. Questo per-corso fornisce anche l’opportunità straordinaria per riallineare, con realismo e concretezza, l’agricoltu-ra di precisione alla futura agricol-tura digitale. Ciò senza eccessive semplificazioni che finiscono per

Il sistema avanzato

di rilevazioni del Parco

Tecnologico di Lodi

per ridurre le emissioni

di gas metano

degli allevamenti.

La collaborazionecon UNICATT

di Claudio Nicoletti

all’uso dei terreni. Il contributo dei Paesi sviluppati è più contenuto (2-4%), ma ugualmente impattante. Per trovare una soluzione a questo problema, diversi progetti di ricerca sono stati sviluppati a livello internazionale, alcuni dei quali vedono il Parco Tecnologico Padano-Science Park di Lodi in prima fila, anche per rispondere al crescente interesse da parte degli allevatori per le aziende “green”, a basso impatto ambientale, utilizzando soluzioni biotecnologiche e sistemi di rilevamento avanzati.Due importanti progetti scientifici euro-pei sono focalizzati su questo tema: Ru-minOmics e Methagene. Il primo inte-gra le diverse conoscenze scientifiche a disposizione per migliorare l’efficienza delle fermentazioni ruminali, abbatten-

L a lotta all’inquinamento ambientale è un tema di forte attualità che dà adito a fervidi dibattiti: basti pen-sare alla lunga convention COP21 dello scorso no-

vembre, che ha portato recentemente alla sigla dell’accordo sul clima da parte di 175 Paesi. L’inquinamento prodotto dalle attività industriali, dai trasporti e dagli scarti domestici, sono esempi di fa-cile intuizione, ma anche le produzioni zootecniche contribuiscono in maniera rilevante all’emissione nell’ambiente di gas serra: le stime della FAO indicano che fino al 14% della produzione mon-diale di gas inquinanti sia imputabile ai ruminanti, sia attraverso emissioni en-teriche dirette, sia associate al letame e

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Allevamenti green

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do le emissioni di metano e, di conse-guenza, riducendo l’impatto ambientale degli allevamenti. Con tecnologie all’a-vanguardia si studia la genetica animale e le sue relazioni con gli ecosistemi mi-crobici dell’apparato gastrointestinale allo scopo di comprendere meglio in che misura il patrimonio genetico ani-male e la dieta controllino questi ecosi-stemi e, quindi, le emissioni di gas serra e l’efficienza animale complessiva. In questo contesto si inserisce la collabora-zione con l’Istituto di Zootecnica dell’U-niversità Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza (UNICATT) che, nell’azienda pilota Cerzoo ha contribuito alla messa a punto di tecniche di misurazione delle emissioni di gas serra e alla valutazione dell’efficienza animale sfruttando para-

Misurazione delle emissioni di gas serra e valutazione

dell’efficienza animale

La seconda iniziativa, Methagene, si focalizza invece principalmente sulla selezione genetica degli animali al fine di ridurre il più possibile le emissioni di metano e migliorarne l’efficienza. Studi preliminari confermano l’interesse di questo approccio, ma i programmi di selezione richiedono un’ingente mole di dati rilevati su singoli animali, obiet-tivo perseguibile solamente mediante la fondazione di una grande banca dati nella quale i risultati ottenuti dai Paesi partner del progetto, europei e non, vengano condivisi.Il tema delle emissioni di gas metano da parte degli animali di interesse zo-otecnico è sotto i riflettori dei media e della politica. I dati che scaturiranno da questi progetti scientifici consentiran-no di adottare interventi di selezione e manageriali utili a ridurre le emissioni di gas serra degli allevamenti e, al tem-po stesso, di difendere il ruolo strategi-co delle produzioni zootecniche nazio-nali ed europee. nnn

Misurazioni delle emissioni di metano

metri innovativi. L’animale ecologica-mente più efficiente è infatti quello che emette meno gas serra, non in termini assoluti, ma in rapporto alle sue perfor-mance produttive (es. g CH4/kg di latte e carne prodotti). I protocolli applicati presso il Cerzoo sono stati impiegati da PTP e UNICATT per controllare le per-formance zootecnico-ambientali di ol-tre 400 vacche e confrontare i risultati con quelli ottenuti da altre 600 vacche allevate nel Regno Unito, in Svezia e in Finlandia.

Un’arma in più nella lottaalla mosca olearia

viene da un software

che, sulla base di modelli

previsionali e dati meteo,fornisce indicazionisui trattamenti da eseguire

di Roberta Strappaghetti

to, fermo macchina e/o i relativi costi connessi alla manutenzione dei ser-ver; sono infatti presenti web service dedicati, per i dati meteo, per la mo-dellistica di sviluppo del patogeno, per la gestione dei campionamenti e il posizionamento delle trappole. Nello specifico il primo utilizza i dati di proprietà della Regione Umbria – Servizio Idrografico (temperatura e pluviometria) provenienti dalle 150 centraline meteo distribuite su tutto il territorio regionale, supportati da una componente meteo previsionale che restituisce previsioni a tre giorni, utili per pianificare eventuali trattamenti fitosanitari. Il secondo web service, implementato con architettura REST, consente invece di interrogare il mo-dello di sviluppo della mosca, svilup-

A ssoprol Umbria, a partire dalla campa-gna olivicola 2015-2016, nell’ambito del progetto finanziato dall’UE, ha sviluppato

un innovativo “Sistema di Supporto alle Decisioni” (DSS), implementato ad hoc per la lotta contro la mosca olearia. Tale sistema rappresenta una piattaforma web d’avanguardia che consente di tenere sotto controllo la presenza dell’insetto, monitorarne l’infestazione e supportare il tecnico nei momenti decisionali per contra-

starne la diffusione e i rela-tivi danni. L’utilizzo del DSS consente inoltre di ridurre la pressione ambientale esercitata dal comparto olivicolo, limitando l’uti-lizzo di prodotti chimici e migliorando conseguente-mente la qualità dell’olio prodotto. Le suddette azio-ni sono in linea con i nuovi orientamenti delle politi-che europee che puntano all’innovazione in agricol-tura attraverso la diffusione dell’Information and Com-munications Technology (ICT), nell’ottica del mi-glioramento della qualità e della riduzione degli input chimici.La piattaforma è stata im-plementata in ambiente cloud, al fine di ridurre i rischi di malfunzionamen-

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F O C U S A G R I C O L T U R A D I P R E C I S I O N E

Olivicoltura hi-tech

Una piattaforma web d’avanguardia sviluppata

da Assoprol Umbria

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pato da AEDIT Srl con il contributo scientifico della Scuola Superiore Sant’Anna, partendo dall’ubicazione dell’azienda e dai dati delle tre sta-zioni meteo più vicine (principio di triangolazione euclidea). Il web servi-ce, tramite l’implementazione di pro-tocolli di risposta JSON, fornisce una stima dei seguenti parametri: della mortalità dovuta alle alte temperature a carico delle forme pre-immaginali della mosca (uova, larve di I-II età); delle generazioni teoriche in base alla percentuale di raggiungimento dei gradi giorno e la data prevista di sfarfallamento; della fertilità e poten-zialità di ovideposizione degli adulti di mosca delle olive, in funzione dei dati giornalieri di temperatura.L’aspetto geografico (relazioni spazia-

li) è di fondamentale importanza per il funzionamento del DSS. A tal fine è sta-ta scelta la soluzione di ArcGis Online, che consente di affrontare la gestione delle informazioni geospaziali in com-pleta autonomia. Per strutturare il DSS con tutte le sue componenti, è stato di fondamentale importanza il suppor-to fornito dalla TeamDev Srl, azienda all’avanguardia nell’implementazione di sistemi informativi geografici, gra-zie alla piattaforma “Oliwes”. Il siste-ma si interfaccia con i comuni device (tablet/smartphone), che permettono

ai tecnici impegnati durante le opera-zioni di controllo e monitoraggio in campo, di inserire tutte le informazio-ni rilevate durante le uscite presso le aziende, in modo tale da ottimizzare il flusso di lavoro ed avere un qua-dro completo delle catture rilevate. Dal punto di vista grafico, una serie di indicatori di dimensione e colore diversi, consentono di visualizzare in tempo reale tutte le variabili misurate e/o elaborate (es: infestazione attiva/totale/adulti catturati/larve vive etc.) per ogni punto di monitoraggio; inol-tre, un quadro di riepilogo di tutte le aziende monitorate e del grado di infestazione viene rappresentato set-timanalmente in modo tale da avere sotto controllo la cadenza dei sopral-luoghi. nnn

Nei pressi di Ancona

la società agricola

a conduzione familiare

di Gianluca Manzotti.L’allevamento, la produzione di foraggi

aziendali e cipolle

di Elisabetta Tufarelli li. Fiore all’occhiello dell’impresa familiare è l’allevamento, in particolare di femmine di razza Marchigiana Igp, che vengono ingrassate fino a 22/23 mesi per la produ-zione delle famose ‘scottone’, i tagli di car-ne di bovini femmina che non hanno mai partorito e quindi offrono carne morbida e tenera, adatta a piatti facili da preparare, molto apprezzate dalle catene di distribu-zione alimentare. “Il nostro obiettivo, in stalla e in tutte le produzioni – sottolinea orgoglioso Gianluca - è l’alta qualità. Per al-levamento intendiamo principalmente le vacche dal caratteristico mantello grigio chiaro, icona riconosciuta e riconoscibile tipica dei nostri territori, che acquistiamo unicamente là dove vengono allevate: nelle Marche, in Abruzzo e nel basso La-zio”. Funziona, su prenotazione, anche un locale di lavorazione e sezionamento di carne bovina, che prepara pacchi-fami-glia. “Macellare nel nostro punto vendita animali giovani di 16-18 mesi permette di ottenere una carne molto magra e con-temporaneamente anche tenera e sapori-ta. Aggiungendo anche la scelta di utilizza-re per l’alimentazione di tutti i nostri capi

S iamo nelle Marche, vicino Ancona, dove incontria-mo l’agronomo Gianluca Manzotti che conduce l’azienda di famiglia: 290 ettari prevalentemente

ad indirizzo cerealicolo e zootecnico. “La conduzione familiare – osserva l’agricolto-re di Confagricoltura - riuscendo a conte-nere i costi del personale, si traduce in un grande vantaggio. Nel nostro caso, poiché non tutti i comproprietari sono impegna-ti nel settore primario, abbiamo optato per la costituzione di una società agricola. Porto avanti l’azienda direttamente, insie-me a mio cugino Giovanni, due operai a tempo indeterminato: Alberto e Fabio”. A pieno campo la coltura principale è il grano duro, ma si coltivano anche mais, sorgo, girasole e vigneto. In azienda si punta sulle colture da seme come grano duro, erba medica girasole, cipolle e cavo-

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I N C O N T R I I M P R E S A F A M I L I A R E

Il fascino del bianco

Gianluca Manzotti con i dipendenti Alberto e Fabio

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esclusivamente prodotti aziendali come fieno, mais ceroso, granella, pastone di sorgo e pannelli di girasole, siamo riusciti a soddisfare le esigenze di una clientela sempre più esigente, incrementando le vendite di carne presso i nostri locali”. L’impresa familiare, praticamente da sem-pre associata a Confagricoltura Ancona, è totalmente e modernamente mecca-nizzata, con un continuo e costante rin-novo del parco macchine, con l’obiettivo di rendere sempre più sicuro il lavoro degli addetti. Come tutti gli imprendito-ri agricoli Gianluca Manzotti chiede più attenzione al settore: “Occorre – mette in evidenza - soprattutto meno buro-crazia e più chiarezza per poter riuscire adeguatamente a pianificare la propria attività e programmare gli investimenti”. Quali sono i progetti futuri? “Sicuramente continuare su questa strada – conclude

«L’ obiettivo, in stalla e in tutte le produzioni

è l’alta qualità»

La coltivazione di cipolle

L’allevamentodi Marchigiane

Manzotti –, magari cercando di crescere, ancora continuando migliorarci perché per svilupparsi e stare sul mercato dob-biamo trasformare il nostro modo di agire acquisendo sempre maggiori competen-ze e diventare sempre più professionali”. nnn

Ben vengano gli 80 euro

per le pensioni minime, ma non basta. Occorrono interventi incisivi

anche di natura fiscale.L’impegno del Sindacato

Pensionati di Confagri

di Ottaviano Perricone

tanti al coniuge superstite, il più delle volte una donna. Per fortuna sembra che il governo ci abbia ripensato e che la proposta sia rientrata. Ma il no-stro Sindacato Pensionati rimane vigi-le e attento. Dallo scampato pericolo, alla speranza di un piccolo adegua-mento. Il ministro del Lavoro Poletti e il leader Matteo Renzi hanno promes-so di estendere gli 80 euro già con-cessi ai lavoratori dipendenti anche ai pensionati al minimo a 500 euro al mese, a condizione che non superino un certo limite di reddito e non goda-no di altre pensioni. È senz’altro una buona notizia, ma aspettiamo mag-giori dettagli prima di poter dare una valutazione complessiva. Infatti, come sta emergendo da alcuni studi, il pro-blema vero delle pensioni nel nostro Paese è la riduzione a cui sono state soggette negli ultimi dieci anni tutte le pensioni, a causa della riduzione del loro valore reale. I meccanismi di adeguamento al costo della vita si sono infatti dimostrati insufficienti per le pensioni d’importo medio e medio-alto e assolutamente inefficaci per le pensioni più basse, spingendo purtroppo alcuni pensionati al di sot-to della soglia di povertà. Sul banco degli imputati c’è quindi il meccani-smo di indicizzazione delle pensioni che l’Istat applica in maniera uguale per tutti, che però non rispecchia lo stile di vita e dei consumi delle perso-ne anziane. Occorrerebbe, infatti, far riferimento a un paniere di prodotti e servizi specifico per i pensionati. Questo fenomeno di abbassamento e di appiattimento dei trattamenti pen-sionistici è stato accentuato anche dal

maggiore prelievo fiscale operato a livello territoriale (le addizionali

regionali e comunali) e dal man-cato recupero del drenaggio

fiscale. Ben vengano, quindi, gli 80 euro per le pensioni

minime. Ma non basta, ci vogliono interventi in-

cisivi, anche di natura fiscale. nnn

48 | MONDO AGRICOLO | GIUGNO 2016

A T T U A L I T À P R E V I D E N Z A

Luci e ombre sulle pensioni

I l tema delle pensioni è sempre all’ordine del giorno della poli-tica italiana e lo segue sempre con grande attenzione il Sinda-cato Pensionati di Confagricol-tura. Né potrebbe essere diver-

samente, visto che nel nostro Paese i pensionati sono quasi un terzo dell’in-tera popolazione. L’effetto di ammor-tizzatore sociale ed economico svolto dal sistema pensionistico è indubbia-mente un meccanismo macroecono-mico da preservare. Proprio per questo aveva suscitato giustifi-cate e diffuse preoccupazioni la proposta governativa di riordinare, tra l’altro, le pen-sioni di reversibilità: si temeva che si introdu-cessero nuovi vincoli e inedite limitazioni alle pensioni spet-

L’Istat dovrebbe definire un paniere ad hoc di prodotti

e servizi per i pensionati

ORGANIZZAZIONE E TERRITORIO di Elisabetta Tufarelli

50 | MONDO AGRICOLO | GIUGNO 2016

CUNEOFRUTTA IN GUSCIO

Appuntamento annuale a Che-rasco (Cn) per parlare di frutta in guscio. Il convegno organiz-zato da Confagricoltura Cu-neo, Ascopiemonte e Piemonte Asprocor “Nocciolo, noce e ca-stagno. Tecnica e opportunità” ha dedicato attenzione al com-parto della frutta in guscio, sottolineando che, in questa fase di espansione dei noccio-leti sul territorio, è importan-te fare attenzione al materiale vivaistico.“Essere riusciti ad analizzare le possibilità di svi-luppo per il nostro territorio – ha spiegato Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Cuneo – con operatori, tecnici e rappresentanti del settore, ci ha permesso di avere un pub-blico attento ed interessato. Oltre a concentrarci sullo stato di salute e sulle prospettive del nocciolo, che sta conoscendo un momento di particolare vivacità ed espansione anche in provincia di Cuneo, abbia-mo approfondito le coltiva-zioni del noce e del castagno. Spinte da un incremento della domanda e da quotazioni at-tualmente soddisfacenti, que-ste potrebbero rappresentare valide alternative produttive: il noce nelle zone pianeggianti e il castagno nelle vallate alpine”.

ASSEMBLEA A SIENA CON BICOCCHI E MASTROBUONO

Un nuovo modello disviluppo dell’agricoltura

A Castelnuovo Berardenga, con il direttore generale di Confagricol-tura Luigi Mastrobuono, si è tenuta l’assemblea molto partecipata degli imprenditori agricoli senesi. Dopo l’approvazione del bilancio, numero-si sono stati i temi trattati, dalla legge obiettivo per il contenimento degli ungulati all’Imu, dal Psr alla Pac, ino al riassetto istituzionale. Il direttore generale, nel suo intervento, ha ricor-dato l’agricoltura di Expo: «Un’agri-coltura tecnologica, avanzata, legata al benessere, al cibo e allo stile di vita. L’agricoltura delle imprese di oggi, in-vece, è quella che fa i conti con la de-lazione, cioè con prezzi che non re-munerano a volte i costi dell’azienda, come nei casi dei seminativi o del lat-te. Sembrerebbero due mondi diversi, bisogna ricollegarli, occorre riportare valore nel prodotto agricolo e soprat-tutto nel rapporto di iliera con la tra-sformazione e con la distribuzione. Bisogna dare all’agricoltura il ruolo di motore di sviluppo per gli altri settori che proprio l’Expo ci ha fatto vedere». Mastrobuono, dopo aver tracciato il quadro delle priorità per l’agricoltura italiana ha messo in evidenza come il nuovo ruolo della rappresentanza sia quello di «stare accanto alle imprese

per capire quali sono gli sviluppi di crescita». Quindi, a parere del diret-tore generale:«Non basta più solo tu-tela e intermediazione, che servono, ma non fanno sviluppo. Dobbiamo far entrare l’associazione nella catena dei valori dell’impresa». Il direttore regionale di Confagricoltura, Marco Mentessi ha sottolineato l’importan-za della realtà senese nel panorama non solo regionale, ma anche na-zionale, perché in questi ultimi mesi l’Organizzazione provinciale si è fatta avanguardia propositiva dei temi che stiamo cercando di portare avanti a livello nazionale. «Gli spunti che ab-biamo raccolto sono quelli che ci ha dato il direttore generale di Confagri-coltura – ha evidenziato il presidente di Upa Siena Giuseppe Bicocchi - su un modello si sviluppo dell’agricoltu-ra che è un po’ lontano da quelle che sono le nostre abitudini e dal nostro modo di essere. Però sono stimoli importanti, che vanno approfonditi e non devono restare solo delle chime-re». Soddisfatto, al termine dei lavo-ri, il direttore di Upa Siena Gianluca Cavicchioli per l’aluenza, la qualità degli interventi e la partecipazione di Mastrobuono e Mentessi, che hanno arricchito l’evento.

GIUGNO 2016 | MONDO AGRICOLO | 51

VERCELLIEMERGENZA CINGHIALI

Emergenza cinghiali. Serve un

tavolo condiviso. Lo ha chie-

sto Confagricoltura Vercelli e

Biella, che ha raccolto l’allarme

lanciato dagli agricoltori dei

comuni di Oldenico, Greggio

e Albano segnalando il pro-

blema agli organi competenti.

Dal mais e dai prati, colture già

solitamente appetite da questi

animali, i cinghiali sono, in-

fatti, passati al riso. Vengono

distrutte le piantine di quello

seminato in asciutta (quest’an-

no molto più esteso) e di quello

in sommersione, in particolare

nelle risaie coninanti con l’a-

rea del Parco delle Lame del

Sesia, dove gli animali trovano

rifugio e ospitalità. Gli sforzi

inora fatti sono stati insui-

cienti e il problema è aggravato

dalla cronica mancanza di fon-

di pubblici per gli indennizzi. I

cinghiali rappresentano anche

un pericolo e fonte di incidenti

per gli automobilisti che tran-

sitano nella vicina strada pro-

vinciale per Gattinara. Confa-

gricoltura Vercelli e Biella ha

messo in evidenza alla Pro-

vincia di Vercelli, alla Regione

Piemonte, all’Ente Parco Lame

del Sesia e all’ATC VC1 che oc-

corre afrontare la questione

con urgenza, prima che i danni

diventino gravi e irreparabili.

DOCUMENTO CONFAGRI LIGURIA A GOVERNATORE TOTI

Dieci passi per il futuro

I vertici di Confagricoltura Liguria hanno incontrato il governatore Gio-vanni Toti e l’assessore regionale Ste-fano Mai, ai quali hanno consegnato “Dieci passi per il futuro dell’agricol-tura ligure”, il documento di posi-zione dell’Organizzazione regionale degli imprenditori liguri del settore, nel quale sono state tracciate le linee guida per uno sviluppo del territorio. “Abbiamo espresso alla Regione – ha sottolineato il presidente di Confa-gricoltura Liguria, Renato Oldoini – la necessità di un ulteriore sforzo perché inalmente si sblocchi il siste-ma informatico del Psr, consentendo alle aziende liguri di poter inalmen-te investire in innovazione di proces-so e quindi di prodotto. La Regione si è impegnata ad intensiicare la pres-sione sul ministero dell’Agricoltura per risolvere il sistema di presenta-zione delle domande di contributo”. Confagricoltura Liguria ha ribadito, nel suo decalogo, che il Piano di svi-luppo rurale, ovvero i fondi europei destinati al “sostegno” delle imprese agricole, deve essere uno strumento e non il “ine” delle politiche agri-cole regionali: “Occorre potenzia-re- ha evidenziato -le reti di imprese ed i progetti di iliera, come volano

per il consolidamento e la crescita delle imprese, verso nuovi mercati”. Secondo l’Organizzazione agricola bisogna “ricordare che la Liguria ha nel suo territorio un ‘unicum’ che deve essere volano per l’agricoltura, con un nuovo sviluppo del turismo eno – agro – alimentare, specie ver-so quell’entroterra oggi riscoperto, in particolare dagli stranieri”. Ma biso-gna di pari passo ricordare il ruolo di “custodia” del territorio garantito dalle imprese agricole, favorendo-ne il ritorno attraverso coraggiose politiche di gestione e pianiicazio-ne urbanistica, misure di esenzione iscale, rimettendo l’agricoltura al centro della “gestione” del territo-rio stesso. “Servono nuove politiche energetiche per abbattere i costi di produzione – ha proseguito il pre-sidente di Confagricoltura Liguria – e uno sviluppo della logistica per permettere la fruizione del territorio e l’esportazione delle produzioni. Si pensi alle piante in vaso indirizzate verso i mercati del Nord Europa”. In-somma serve un “modello Liguria” esportabile anche nel resto del Paese, per quelle aree rurali non facilmente identiicabili come “agricoltura tra-dizionale” del 2016.

52 | MONDO AGRICOLO | GIUGNO 2016

INNOVAZIONE

PSR PER I GRUPPI OPERATIVI DEL PEI-AGRI

L’innovazione in campo

È ormai noto che il settore

agro-alimentare, per poter far fronte

alle numerose side attuali (a cominciare

dalla domanda mondiale di derrate alimentari che, secondo stime della FAO, è destinata ad aumentare del 70% entro il 2050) deve necessariamente investire sull’innovazione e sulla ricerca, mettendo in funzione quegli stru-menti che, a livello europeo, sono proposti dalla nuova programma-zione 2014–2020 per poter “otte-nere di più con meno e in armonia con l’ambiente”. In questa rubrica, nel precedente numero, è stato ap-profondito il tema dei Partenariati Europei per l’Innovazione (PEI) come strumenti in grado di favo-rire la difusione dell’innovazione e di afrontare una delle principali side per il mondo agricolo, ovvero la distanza tra il sistema della cono-scenza (università, centri di ricerca e servizi di consulenza) e il mondo delle imprese agricole, promuo-vendo soluzioni che siano in grado di produrre risultati prontamente applicabili, sulla base delle efettive esigenze degli agricoltori in termini di maggiore produttività, sviluppo sostenibile e riduzione dei costi. Uno degli aspetti della strategia del PEI è lo sviluppo di una rete capil-lare su tutto il territorio dell’Unio-ne europea di Gruppi Operativi del PEI (GO PEI), la cui costituzione sarà agevolata attraverso i fon-di FEASR dei Piano di Sviluppo Rurale. Il Piano di Sviluppo Rurale 2014-2020, infatti, contribuisce alla concreta applicazione in cam-

po dell’innovazione mediante la sottomisura 16.1 che sostiene la costituzione e gestione di più Gruppi Operativi PEI costituiti da agricoltori, ricercatori, consulenti, imprenditori, associazioni che con-dividono “un interesse speciico in un progetto di innovazione pratica”. In particolare, la sottomisura 16.1 contempla l’attivazione e l’anima-zione di Gruppi Operativi (costi di costituzione, coordinamento, animazione, studi di fattibilità), mentre la sottomisura 16.2 mira alla realizzazione di progetti volti a collaudare e ad applicare pratiche, processi, prodotti, servizi e tec-

nologie innovativi (attivazione di progetti pilota basati su sperimen-tazione in campo per lo sviluppo di nuovi prodotti, pratiche, processi e tecnologie). L’aspetto fortemente innovativo dello strumento dei GO PEI è il loro approccio bottom-up, che consente di mettere al centro le reali esigenze delle aziende agricole e di favorire l’elaborazione di piani e progetti che, siano in grado di fornire un contributo concreto per l’incremento della produttività in agricoltura, promuovendo al con-tempo una gestione maggiormente sostenibile delle risorse.

Ruggero Targhetta

GRUPPI OPERATIVI PEI IN QUATTRO REGIONI

TOSCANA - Bando anno 2016, misura 16.1, “Sostegno per la costituzione e la gestione dei gruppi operativi del PEI in materia di produttività e sostenibilità dell’agricoltura”11 luglio 2016 è il termine ultimo per presentare le proposte per la costituzione e gestione dei GO PEI in Toscana (Decreto n. 2309/2016).Dotazione finanziaria 1.000.000 euro.

LOMBARDIA - Bando anno 2016, misura 16.2, “Progetti pilota e sviluppo di innovazione”(decreto 11567/2015, chiusosi il 4-4-2016) Dotazione finanziaria 3.000.000 euro.

EMILIA ROMAGNA - Bando anno 2015, misura 16.1, “Sostegno per la costituzione e la gestione dei gruppi operativi del PEI in materia di produttività e sostenibilità dell’agricoltura” (DGR n. 2268/2015 chiudosi il 31-3-2016).Dotazione finanziaria ripartita tra le focus area 12.631.544 euro.

VENETO E GO PEI - Nell’aprile 2016 si è svolto il workshop internazionale “Operational Groups: first experiences” organizzato da EIP Agri Service, PEI Agricoltura, Regione Veneto,Veneto Agricoltura, MiPAAF e CREA nel corso del quale sono state condivise le prime esperienze pratiche dei GOPEI attivati in Europa.

FORMAZIONE

DUE CORSI DI FORMAZIONE ENAPRA A JESI (AN)

A scuola di export, marketing

e certificazione biologica

Ad un mese dalla presentazione del “Catalogo Enapra” 2016-17, si sono concluse le prime iniziative. I due corsi scelti dalle imprese hanno riguardato le tematiche dell’export, del marketing e della certiicazione biologica.A Jesi (AN), 50 dipendenti di una quindicina di aziende vitivinicole marchigiane, tutte aderenti al Con-sorzio IMT (Istituto Marchigiano di Tutela Vino) hanno partecipato al corso “Organizzazione uicio export delle aziende agricole e agroali-mentari” e al corso “Il social media marketing: metodi e strumenti per il prodotto agricolo e agroalimentare”.Le due edizioni sono state rese pos-sibili dalla promozione sul territorio svolta congiuntamente dal Consorzio IMT e dalla Confagricoltura Marche.“I corsi – aferma Michele Distefa-no, direttore di Enapra – sono stati apprezzati dai partecipanti perché sono riusciti a fornire elementi di co-noscenza perfettamente aderenti alle necessità delle aziende. Quando gli argomenti e le metodologie di ero-gazione della formazione incontrano il fabbisogno di potenziamento delle competenze del personale, coerente-mente alle strategie di sviluppo delle

aziende, il successo è assicu-rato. IMT e Confagricoltura Marche, infatti, - prosegue Distefano – stanno già or-ganizzando un terzo corso sulle potenzialità del vino biologico e biodinamico”.Il successo dell’iniziativa è stato determinato anche dalla qualità delle docenze. Molto apprezzate le parte-

cipazioni di Alessandro Russo dello Studio Tupponi, docente delle prin-cipali Business school italiane; Denis Pantini, direttore Area Agricoltura e Industria Alimentare di Nomisma e responsabile Wine Monitor di No-misma; Slawka G. Scarso, docente di marketing del vino e strategie online applicate al vino presso la Luiss Busi-ness School.

Antonella Torzillo

GIUGNO 2016 | MONDO AGRICOLO | 53

Corso su agriturismo via web per studenti russi

La collaborazione tra Enapra e la Federazione Russa entra nel vivo. Dopo la costituzione formale del Centro per la Certiicazione delle Competenze Professionali dell’Agroindustria – a dicembre 2015 - ora si parte con la deinizio-ne del repertorio delle competenze e dei proili formativi rilevanti per il settore agricolo in Russia. Contestualmente si dovranno deinire

le regole e i requisiti per il rilascio della certiicazione. Per discutere di questi temi, il presidente di Enapra, Luca Brondelli di Brondello accompagnato da Luca Sonaglia, si è recentemente recato in Russia. Tra le varie attività messe in campo anche quella di erogazione di “webinar” (corsi via web) organizzati da Enapra per gli studenti dell’Ac-cademia dell’Agricoltura russa. Il 6 giugno si è tenuto il corso incentrato sui temi dello sviluppo dell’imprenditorialità agrituristica, a cura di Agriturist.

PIANI FORMATIVI

FINANZIATI DA FOR.AGRI

Chiuso il 27 maggio scorso

il termine per la presentazione

dei piani formativi sull’avviso

For.Agri 1/2016.

Con il supporto tecnico

di Enapra numerose imprese

associate a Confagricoltura

hanno predisposto

i piani formativi finalizzati

a soddisfare le effettive

esigenze di potenziamento

delle competenze del proprio

personale. Tra le proposte

presentate da Enapra,

anche alcuni percorsi per

l’aggiornamento dei profili dei

dipendenti che operano nelle

varie sedi territoriali

di Confagricoltura.

Le graduatorie dei piani

ammessi al contributo Foragri

sono attese per luglio.

Gli Uici di Enapra sono

disponibili per approfondimenti:

[email protected] oppure

066852431.

di Elisabetta TufarelliCAMPI ROSA

54 | MONDO AGRICOLO | GIUGNO 2016

«Capire, valorizzare ogni filare perché regali grandi uve »

Incontriamo, nelle Tenute Silvio Nardi, la iglia Emilia, arteice della svolta decisiva di una delle aziende vitivinicole più rappresentative di Montalcino, territorio iore all’oc-chiello dell’enologia mondiale.

Ci racconta la sua storia?«Sono stata prima agricoltrice, poi industriale, poi agricoltrice di nuovo. Ho vissuto praticamente da sempre queste due anime in famiglia e sono due mondi vicini. Costruiamo attrez-zature agricole, ma gestire un’azienda agricola era il mio sogno in da bam-bina. Ho iniziato a venti anni e, nel

1985, mi è stata data l’opportunità di lavorare alle Tenute. Quello del vino è un mondo afascinante e può cattu-rare l’attenzione anche di una ragazza così giovane. Ho approfondito le mie conoscenze, mi sono formata profes-sionalmente, cercando di aiancare alla tradizione la ricerca scientiica. Negli anni 90, intanto, era decollata la fama del Brunello e sono diventata direttore generale delle Tenute di famiglia. Dopo un’esperienza come presidente del Gruppo Nardi, sono ri-tornata all’agricoltura che amo di più».

Quali sono le caratteristiche indi-spensabili per un’imprenditrice?«Le soddisfazioni sono tante, ma l’im-pegno, i problemi e le fatiche certa-mente di più. Direi che serve coraggio, conoscenza, ottimismo e soprattutto una buona dose di resilienza per riu-scire a far fronte in maniera positiva alle diicoltà. Oggi il nostro territorio viticolo è diventato iore all’occhiello dell’enologia mondiale. Ho lavora-to molto per far crescere la nostra azienda. Il compito da afrontare non è stato da poco: alla produzione del Brunello sono dedicati ben 50 ettari,

IMPRESE ROSA IN CRESCITA

Le imprese femminili italiane

sono oltre 1,3 milioni e conti-

nuano a crescere di più della

media nazionale. Le aziende

con donne ai vertici hanno una

minore propensione al rischio,

una maggiore produttività e

una probabilità del 20% infe-

riore di inire in bancarotta. Più

donne nei consigli di ammini-

strazione e nei ruoli dirigenziali

rendono le imprese più com-

petitive e più solide. “Malgrado

questi numeri di tutto rispetto –

mette in evidenza Gabriella Poli,

presidente dell’associazione

che riunisce le imprenditrici di

Confagricoltura - essere donna

è ancora oggi una discriminan-

te. Non esiste conciliazione tra

tempo di lavoro e tempo di vita,

lessibilità e attenzione verso il

ruolo familiare, valorizzazione

delle relazioni interpersona-

li, incentivi alla produttività.

Soprattutto in campagna per

le imprenditrici le diicoltà

rimangono tante. Confagri-

coltura donna continuerà ad

impegnarsi sempre più per la

parità di genere anche nella

rappresentanza, nella politica e

nell’economia”

TANTE LE SFIDE che, ancora oggi, le

donne devono superare. Il mercato e lo stipendio non premiano lo studio delle ragazze. Secondo i dati di Almalaurea le italiane hanno un voto medio di 78.4 centesimi rispetto alla media maschile di 75.2. Per quanto riguarda l’iscri-zione alla laurea triennale poi sono ormai la maggioranza. Ma già a cinque anni dal diploma solo 4 “dottoresse” su 5 lavorano , mentre 9 su 10 dei loro

colleghi sono inseriti nel mercato del lavoro. Per non parlare dello stipendio: a cinque anni dalla laurea gli uomini guadagnano il 21 per cento in più delle donne.

una delle estensioni più importanti di tutta la denominazione. Ed ogni ettaro, ogni esposizione, ogni parcella deve essere interpretata, valorizzata, capita, perché possa regalare grandi uve. Naturalmente non bastas l’intuito femminile, si tratta di conoscere, sape-re scegliere e mettere in pratica».

DUE DOMANDE A…. EMILIA NARDI

Emilia Nardi (ph M.Brogi)

V egani contro chi mangia carne. Non è una gara, né ‘una singolar tenzone’, ma un argomento particolarmente cavalcato dai media negli ulti-

mi tempi. Il presidente dei Giovani di Confagricoltura Raffaele Maiorano, recentemente, ha partecipato ad una di queste trasmissioni che lo hanno contrapposto ai vegani. Non è certamente una novità: ultimamente gli allevamenti sono spes-so messi alla ‘gogna me-diatica’. “A volte vien qua-si da pensare che venga fatto per spostare l’atten-zione. Certamente - rimar-ca Maiorano - essere rim-proverati per il proprio mestiere, quando lo si fa bene e con cura, fa male. E spiace che non si pos-sa fare un vero dibattito anche acceso, che faccia chiarezza ai consumatori, riportando la questione là dove dovrebbe mantener-si: l’informazione. Proprio per spingere sulla comu-nicazione e sulla tutela delle nostre produzioni stiamo lavorando in que-sto senso con i giovani di Assalzoo e Federali-mentare”. Quella vegana è una ‘filosofia’, nata una settantina di anni fa, che

esclude categoricamente l’utilizzo degli animali qua-le fonte di cibo, vestiario o qualsiasi altra funzione. Ciò significa, non solo che dalla dieta vengono natu-ralmente eliminati carne e pesce, ma anche tutto ciò che deriva dagli animali come latte, prodotti caseari, uova, miele, gelatina animale, colla di pesce, caseina, siero di latte, caglio. Ma non solo. Tra i prodotti di uso

quotidiano sono comple-tamente banditi pellicce, pelle, lana, seta, lanolina, cera d’api e addirittura il rosso carminio, colorante prodotto a partire da un insetto, la cocciniglia. “Va tutto bene conclude Maio-rano - purché si possa fare un discussione civile ed equilibrata, poi ognuno, liberamente, dopo aver ascoltato, compie le pro-prie scelte. Gli estremismi urlati, come ci insegna anche la storia recente, rischiano di diventare pe-ricolosissimi. Per quanto mi riguarda ogni discus-sione sul tema “vegano o carnivoro” non ha motivo di esistere. È sullo stesso piano di ‘meglio mare o montagna’, ‘calcio o rug-by’ e ‘cinema o teatro’”.

Elisabetta Tufarelli

A difesa della carne.Duello in televisionecon i vegetarianiMAIORANO È INTERVENUTO ALLA PUNTATADI “MATRIX” (CANALE 5): «SERVEUNA DISCUSSIONE CIVILE E EQUILIBRATA»

GIUGNO 2016 | MONDO AGRICOLO | 55

I L C O M M E N T O

Produco cibo e sono iero della mia professione. Nel mio lavoro cerco di fare scelte il più soste-

nibili possibili per me, per il mio pianeta, per le generazioni che verranno. Non accetto di essere azzannato, senza motivo, da un vegano. E come me tutti gli agri-coltori e gli allevatori, giovani e non. Al di là delle polemiche sulle diete, emerge con forza la

necessità di invertire la rotta e puntare sulla comunicazione, sul nostro lavoro e sulla qualità delle nostre produzioni. Come giovani imprenditori ci stiamo impegnando su questi temi con Federalimentare e Assalzoo. D’altronde l’uomo è onni-voro. Ciò signiica né carnivoro né erbivoro. La nostra dieta Mediterranea, patrimonio dell’Unesco, rappresenta un’eccel-lenza gastronomica e nutrizionale di prim’ordine, una ‘iloso-

ia’ alimentare bilanciata, che aiuta a mantenere un’esistenza sana e lunga con meno probabilità di sviluppare patologie e malattie croniche. Contiene carne, pesce, cereali e ortofrutta. Ed è buona e saporita.

Raffaele Maiorano

Presidente Nazionale Anga

56 | MONDO AGRICOLO | GIUGNO 2016

LA “FESTA ESTIVA” DEGLI ANGHINI DI CUNEO E PIEMONTE

Enogastronomia, musica e moda

Grande successo per “Di gola e di moda”, la serata di musica, moda ed enogastronomia organizzata dai gio-vani di Confagricoltura Cuneo e Pie-monte nel centro storico di Santo Ste-fano Belbo (Cuneo) e nei locali della Fondazione Cesare Pavese. Un even-to all’insegna del divertimento, della moda e dell’enogastronomia locale. Più che una tradizionale festa d’esta-te dei giovani imprenditori agricoli, è stata una serata tutta dedicata alla promozione dei prodotti delle aziende del territorio tra le vie del centro sto-rico, abbinati ad una originale silata di moda presso la Fondazione Cesa-re Pavese. Ma non solo. Oltre a tanta musica, c’è stato spazio per l’intratteni-mento con il comico Marco Guarena. “Quest’anno abbiamo deciso di cam-biare il collaudato programma della nostra festa estiva per inglobarla all’in-terno di un evento molto più ampio, in grado di richiamare partecipanti da tutto il Piemonte - ha spiegato Alberto Giordano, presidente dell’Anga Cuneo -. E questa scelta ci ha premiato. Siamo riusciti a valorizzare i prodotti d’eccel-lenza dell’agricoltura cuneese e pie-montese. Sentiamo molto questo ap-

puntamento e averlo vissuto insieme a tutti i giovani dell’Anga Piemonte ci ha dato modo di creare ancora più unione e sinergia”. Non solo Street food. Dopo una degustazione di Moscato d’Asti abbinato a stuzzichini salati, un vero e proprio percorso attraverso i banchi di degustazione. I giovani imprenditori hanno organizzato anche l’Anga shop per permettere, così, ai numerosi par-tecipanti anche l’acquisto dei prodotti degustati durante la serata. “Lavoran-do tutti insieme, si possono raggiunge-re ottimi risultati ed il nostro gruppo ne è stato l’esempio. Con questa manifestazione – ha afer-mato Simone Cerruti, vicepresidente Anga Piemonte - siamo riusciti a far degustare il nostro terroir sul posto, non proponendo solamente un vino, piuttosto che un altro prodotto. Cre-diamo fermamente che il nostro ter-ritorio, tutelato dall’Unesco, debba essere sempre più valorizzato nel suo insieme e che si debba guardare al futuro in un’ottica di collaborazione. Desidero ringraziare Confagricoltura Cuneo e tutti gli sponsor che hanno creduto in noi e hanno collaborato al successo “Di gola e di moda”.

MANTOVA

A Mantova la rassegna del-lo Street Food, con il con-tributo di Giovani di Con-fagricoltura. Quest’anno, all’interno del-la manifestazione ‘Manto-va creativa’, il percorso si è allargato raggiungendo ben 17 tappe. L’obiettivo dell’evento è quello di valorizzare il la-voro degli imprenditori e degli operatori sul ter-ritorio coinvolgendo bar e ristoranti della città per proporre cibi di strada per soddisfare tutti i gusti, dal-la tradizione alla cucina fusion. Anche l’agricoltura è stata fra i temi portanti della quarta edizione della manifestazione. Non po-tevano mancare i Giovani di Confagricoltura Manto-va con il proposito di far conoscere il loro lavoro e le loro produzioni. Così hanno portato la campa-gna in città e nei ristoranti aderenti all’iniziativa, dove sono stati cucinati, parten-do dai prodotti degli as-sociati a Confagricoltura, piatti creativi, sperimentati abbinamenti arditi, inven-tate nuove ricette, provate combinazioni insolite an-che nelle ricette più tra-dizionali, per la gioia dei cittadini.

Prodotti agricoliper la rassegna dello street food

DISTRIBUITI 1600 FIORI AL POLICLINICO GEMELLI DI ROMA

Rose del sollievo

agli ammalati

“Con questo nostro gesto desideriamo simbolicamente – spiega Roberto Fiu-mara, componente del Comitato di pre-sidenza dei giovani di Confagricoltura ed ideatore dell’iniziativa – avvolgere e abbracciare, con il profumo e la bellezza delle nostre rose, chi è ricoverato al Po-liclinico Gemelli di Roma, nella certezza che possa contribuire a dare sollievo a chi sofre ed è malato. Un iore è sempre un omaggio gradito che allieta il cuore e gli ambienti in cui viene posto, e queste rose, frutto del lavoro di noi giovani imprendi-tori, hanno un valore aggiunto importan-te: il calore e l’afetto con cui li doniamo”. Così, ofrendo una rosa a chi sofre è con-tinuato, anche quest’anno, l’impegno dei giovani agricoltori in occasione della XV

“Giornata nazionale del sollievo”, promossa dal ministero della Salute, dalla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome e dalla Fon-dazione “Gigi Ghirotti”. Sono state distribuite 1.600 rose, tra le più pregiate sul mer-cato, donate dalle aziende loricole dei giovani di Confagricoltura Sanremo. Un piccolo gesto per esprimere la vicinanza dell’ Organizzazione degli imprenditori agricoli verso chi sofre, proprio nel mese dedicato alla rosa. “Questo connubio, che unisce da anni le rose donate dai Giovani di Confagricoltura Liguria e il Policlinico Gemelli – conclude Fiumara - raforza

anche il ruolo “sociale” del comparto prima-rio, ricco da sempre di sensibilità e solidarietà. La rosa è uno dei iori più antichi e più amati. Conta circa 150 specie, molte varietà e ininiti

ibridi e cultivar. Le nostre rose, da sem-pre “patrimonio” della terra ligure, sono, insieme a ranuncoli e anemoni, una delle coltivazioni loricole di spicco delle oltre 7.000 aziende lorovivaistiche della regio-ne. Una produzione di altissima qualità che vede la Liguria primeggiare nella ri-cerca varietale di questo notissimo iore, con la creazione di alcune delle note spe-cie più apprezzate e conosciute al mondo”.

Roberto Fiumara

OVER 65 di Elisabetta Tufarelli

58 | MONDO AGRICOLO | GIUGNO 2016

Gli anziani?

Sono un vero affare

Crescono gli anziani, ma anche gli afari. La popolazione mondiale con più di 60 anni è composta da 910 milioni di persone che, nel 2050, diventeranno 2,1 miliardi. Oltre ai problemi sociali di invecchiamento della popolazione, c’è un aspetto di marketing che non va trascurato:

solo in Italia si tratta di ben 11 mi-lioni di consumatori. Molti dei quali comprano anche on line. Addirit-tura sono classiicati ‘heavy buyer’, perché acquistano spesso e di tutto, anche beni di valore elevato. Negli Usa il 78% degli americani ‘over 65’ usa il cellulare, il 55% il Pc, il 32%

LO YOGURT NELLA DIETA

Secondo uno studio della

Boston University School of

Medicine, presentato a una

conferenza dell’American Heart

Association, inserire lo yogurt

nella propria dieta almeno

cinque volte a settimana ridur-

rebbe nelle donne il rischio di

ipertensione di circa il 20%.

Il campione di ricerca deriva

dall’esame dei dati di tre vasti

studi, due su 240mila donne tra

i 22 e i 55 anni e il terzo su 55

mila uomini tra i 40 e i 75 anni.

Le donne prese in esame sono

state seguite nelle loro abitudini

in un lasso di tempo tra i 18 e

i 30 anni. A fronte di quasi 74

mila casi di ipertensione, coloro

che avevano consumato cinque

o più porzioni di yogurt alla set-

timana avevano ridotto il loro

rischio di sofrire di pressione

alta del 20%, che arrivava ino

al 31% per chi aveva aggiunto

anche frutta e verdura, noci,

fagioli e cereali.

PER CHI HA PIÙ DI 75 ANNI sareb-be bene non superare una pressione sanguigna massima di 120, perché si riduce del 33% il rischio di eventi cardiovascolari. Lo ha rilevato un

team di ricercatori del Wake forest baptist medical center di Winston-Salem (USA). Lo studio è stato effettuato coin-

volgendo 2.636 individui ipertesi over 75 monitorando la pressione ogni tre

mesi per tre anni e mezzo. I risultati hanno dimostrando che mantenere la pressione entro

i 120 riduce considerevolmente il rischio di infarto, scompenso cardiaco e ictus. Comunque chi ha superato i 50 anni ed è “pre-iperteso” non necessita di trattamento farmacologico, ma dovrebbe considerarlo un segnale che lo invita a regolarizzare il proprio stile di vita tenendo sotto controllo alimentazione, stress, fumo, alcol ed attività fisica.

il tablet, il 30% lo smartphone, il 19% l’e-reader ed il 13% il lettore Mp3. Un ‘mercato grigio’ di cui non vanno sottovalutate le potenzialità, anche dal punto di vista inanziario. Bank of America-Merrill Lynch ha censito le aziende mondiali interes-sate a questo segmento di mercato: negli Stati Uniti ci sono 139 aziende quotate “ageing oriented”, in Giappone 25, in Gran Bretagna 24, in Svizzera 13, in Australia 12 e in Italia? Solo 4.

GIUGNO 2016 | MONDO AGRICOLO | 59

Allarme

ipertensione

La pressione alta è un killer silenzio-so perché, per lo più, non ha sinto-mi. I dati sono allarmanti. In Italia ben 15 milioni sono gli ipertesi e, cosa ancor più grave, un numero non quantiicabile nemmeno sa di esserlo. In Italia il record di ipertesi spetta al Nord Est, seguito da Sud e Isole (33% uomini, 34% donne), Nord Ovest (33% uomini, 29% don-ne) e Centro (31% uomini, 29% donne). In vetta, tra le regioni, c’è la Calabria, con il 45% degli uomini e il 41% delle donne con la pressione alta. In fondo alla classiica Abruz-zo e Marche. I consigli alimentari dell’Organizzazione Mondiale della Sanità sono i classici: meno sale, più frutta e verdura, meno grassi e controllo del peso. Inoltre uno studio pubblicato sull’International Journal of Hypertension, ha dimo-strato che l’elevata concentrazione di nitrati inorganici (>250mg/100g) contenuti in verdure come lattuga, bietola, rucola, spinaci e soprattutto barbabietole rosse, aumentano i livelli dell’ossido nitrico nel sangue, favorendo l’abbassamento della pressione arteriosa, già con l’assun-zione di una singola dose al giorno.

Una ricerca pubblicata sul New En-gland Journal of Medicine ha dimo-strato che la maggiore aderenza alla dieta Mediterranea riduce il rischio cardiovascolare, anche nei pazienti con diabete mellito, ipertensione, problemi di colesterolo, obesità o con anamnesi familiare di malattie cardiovascolari precoci.

BERE SUCCO DI CILIEGIE mantiene sotto controllo la pres-sione alta. Secondo uno studio della Northumbria University di Newcastle il suo consumo aiu-terebbe a contenere l’iperten-sione. Basterebbe diluire 60 ml di succo concentrato di ciliegie e diluirlo con 100 ml d’acqua per vedere la propria pressione sanguigna calare del 7% entro 3 ore. Secondo i ricercatori i benefici ottenuti dalla riduzio-ne della pressione del sangue porterebbero con loro ulteriori vantaggi, espressi nel ridotto ri-schio di ictus (-38%) e di proble-

mi cardiaci (-23%). Il merito, secondo i ricercatori, è da attribuire all’abbondante quantità di acidi fenolici nelle ciliegie.

CURARSI CON IL GRANA

Trenta grammi al giorno di

Grana Padano contribuiscono a

tenere sotto controllo la pressio-

ne arteriosa. Lo dice uno studio

presentato all’American Society

of Hypertension (Ash) meeting a

New York dall’Unità operativa di

ipertensione dell’ospedale ‘Gu-

glielmo da Saliceto’ di Piacenza.

Secondo la ricerca sarebbe la

ricchezza di tripeptidi contenuti

nel formaggio ad agire come i

farmaci antipertensivi gli Ace-

inibitori, facendo calare di 7-8

millimetri di mercurio la pres-

sione massima e di 5-7 quella

minima.

AGRITURISMO di Anna Gagliardi

60 | MONDO AGRICOLO | GIUGNO 2016

MASSERIA SALINOLA A OSTUNI (BR)

Valle dei Trulli con charme

D aniele Capriglia è la quarta generazione della Masseria Salinola, agriturismo di

charme e impresa agricola di otto ettari a Ostuni, in Puglia. Laurea in economia, master in mana-gement del turismo, Capriglia precisa che la creativa è stata in realtà la nonna paterna, la quale, prima della nascita e dello svilup-po del concetto di agriturismo, decise di dare ospitalità organizza-ta in azienda. Con il passare degli anni la struttura è cresciuta ed è stata il primo agriturismo vero e

proprio in provincia di Brindisi, grazie anche al fatto che gli ostu-nesi amavano andare in villeggia-tura nell’immediato entroterra e l’azienda è sempre stata in grado di rispondere alle richieste.Masseria Salinola dista due chilo-metri dalla città di Ostuni e otto dal mare: siamo nel cuore della Valle dei Trulli, tra la Valle d’I-tria e l’Alto Salento. Qui il colore dominante è il bianco della calce degli ediici e della pietra a vista degli interni. La struttura risale al Seicento, ma ci sono testimonian-

ze anche anteriori. Il toponimo trae origine dall’antica attività artigianale legata al sale: prima del Monopolio di Stato dei sali e tabacchi le popolazioni utilizza-vano il sale derivante dall’acqua di mare che veniva estratto dall’eva-porazione acquea nelle profonde buche presso le scogliere. Masseria Salinola era uno dei più importan-ti depositi di sale.Attraverso i secoli l’azienda ha subito variazioni che tuttavia hanno mantenuto saldo il legame con la terra e le tradizioni locali. Oggi produce principalmente olio extravergine di oliva (circa 20 quintali) derivante da ulivi seco-lari, ortaggi, frutta e uva, quest’ul-tima conferita a una cantina

GIUGNO 2016 | MONDO AGRICOLO | 61

cooperativa a Cellino San Marco. Un ristorante interno garantisce piatti a base di prodotti dell’azien-da agricola, capace di conquistare lusinghiere recensioni e apprez-zamenti. “Quello che non viene e cucinato viene messo in conserva per l’inverno”: nascono così vasetti di verdure sottolio, frutta scirop-pata, confetture, ma anche centri-fugati, rosoli e digestivi. Ai fornelli Lucia Bello, mamma di Daniele, che non ama però deinirsi chef - ci conida il iglio - visti i diversi ruoli che ricopre all’interno dell’impresa. Si devono a lei, ad esempio, anche le scelte di arredi e le soluzioni abitative di pregio. Gli ospiti sono accolti in camere o appartamenti mono e bilocali dotati di ogni

comfort: alcune hanno l’hammam privato, altre la jacuzzi, altre ancora il camino (l’agriturismo lavora tutte le stagioni). Ogni stanza ha una sua identità e riserva atmosfere uni-

che, ideali per il soggiorno di una coppia o di una famiglia. Per tutti sono a disposizione una piscina con cascate d’acqua, una vasca idromas-saggio, solarium, sala lettura, sala TV, sala camino, biciclette, tisaneria e anche una cappella privata di famiglia del 1700. Gli ospiti, per lo più clientela inter-nazionale alla ricerca di qualcosa di diverso dalla riviera afollata, hanno la possibilità di partecipare alle attività agricole, nel limite del possibile. È rimasta nella storia della Masseria la raccolta delle olive da parte di un gruppo di turisti giapponesi entusiasti di quest’oc-casione per loro davvero unica. Ma c’è anche chi si ferma soltanto a guardare, fotografare e “postare” sui social le varie attività agricole. L’entusiasmo è notevole, al punto che tanti turisti che hanno avuto modo di “lavorare” e assaggiare nel ristorante i prodotti agricoli (dalla terra alla tavola nel vero senso della parola) si fanno poi spedire a casa olio e altre prelibatezze conservate per assaporare questo angolo di Pu-glia una volta terminata la vacanza. Grande successo riscuotono anche i corsi di cucina con cui si impara a fare il pane, le orecchiette con le cime di rapa, il purè di fave cotte con cicoria e altre specialità puglie-si. “Le soddisfazioni sono molte-plici - aferma Daniele, che dopo la laurea, il master e varie esperienze professionali nel resto d’Italia, non ha esitato a tornare a Ostuni, quando suo padre nel 2010 l’ha chiamato a ricoprire un ruolo attivo in azienda e soprattutto nell’agritu-rismo - Abbiamo riscontri molto positivi sulle guide, sui giornali, sui blog, sui social. Il nostro impegno è costante ed è inalizzato a rendere unico ogni soggiorno, esaltando le tradizioni e la natura che qui non mancano, ma contemporaneamen-te ofrendo un servizio moderno, capace di rispondere alle esigenze di un turista che vuole le comodità di oggi in un contesto ambientale e storico di grande pregio”.

MASSERIA SALINOLA

Contrada Salinola, strada prov. 29 per San Michele Salentino, km 1,5

Ostuni (Brindisi) – www.masseriasalinola.it

VINO di Gabriella Bechi

62 | MONDO AGRICOLO | GIUGNO 2016

TASCA D’ALMERITA, TENUTA REGALEALI A SCLAFANI BAGNI (PA)

Metti il Leone in bottiglia

O tto generazioni di una famiglia legata a due luoghi straordinari e anch’essi parte

della storia siciliana: Regaleali, al centro geograico dell’isola e Villa Tasca (già Camastra), cuore della vita sociale e artistica siciliana della seconda metà dell’800. I Conti Tasca hanno rappresentato sempre la punta avanzata di una cultura legata al fare, impegnandosi nell’innovazione delle tecniche, con l’introduzione imme-diata di nuove colture e macchinari agricoli.A Regaleali tra la ine dell’800 e i primi anni del ‘900 lo scopo era fare della tenuta un’azienda agricola mo-dello, moderna e specializzata, con le mille diicoltà di operare al centro di una Sicilia ancora indietro nello svi-luppo. Dalla metà del ‘900 la famiglia si allarga e si specializza per diventare azienda organizzata, gruppo di uomi-ni che inventa, produce e difonde nel mondo le cose della terra, portatori di messaggi di concretezza e coerenza.Regaleali diventa azienda vitivinicola e inizia la lunga storia della pro-duzione e distribuzione del Rosso del Conte. Tasca d’Almerita coltiva oggi quasi 600 ettari di vigneto e ne valorizza i frutti distribuendoli nei quattro continenti del mondo. Cura con de-dizione gli ospiti di due tra i più bei resort della Sicilia e valorizza ognuna delle cinque tenute dell’a-zienda. Più di settanta uomini, aiancati da altri 200, che seguono il ritmo delle stagioni, con la dedizione di chi lo fa da tanti anni. Perché rispet-

tare la terra che si coltiva signiica darle il tempo del respiro, che non è veloce come quello umano. Negli ultimi dieci anni Tasca ha ac-quisito la Tenuta di Capofaro a Sa-lina nelle Isole Eolie, intersecando la produzione della Malvasia con l’ospitalità del resort. Ha deciso di impiantare anche sull’Etna, con il progetto Tascante e ha allargato la propria azione an-che su Marsala in joint venture con la Fondazione Whitaker e su Monreale, con l’azienda Sallier de La Tour. Nuovi modi di organizzare la realizzazione di prodotti Made in Sicily non solo con il pieno controllo della iliera, ma anche con la collaborazio-ne di altri imprenditori. Una storia moderna, soprattutto di uomini, con-dotta con ampia visione temporale.Nella tenuta Regaleale, 520 ettari di cui 360 a vigneto, sono state mante-nute tutte le coltivazioni tradizionali (grano, olivi, pascolo, vite, mandorli) in modo da garantire una giusta diversità colturale e non perdere tutte quelle ricchezze agri-culturali che fanno parte del territorio.

La sua particolare posizione geograica, appoggiata sulle colline pre-madonitiche della Sicilia centrale ad un altitudine compresa fra i 450 ed i 900 metri, dove il tipico clima

mediterraneo viene reso un po’ più continentale dalla vicinanza dei monti che superano i 1.400 metri, le conferisce un clima carat-terizzato da inverni freddi e forte escursione termica estiva. Qui si produce la maggior parte dei vini dell’azienda, dai rossi, ai bianchi, ai rosati ino agli

spumanti, utilizzando vitigni autoctoni e non. Tra questi spicca il Leone, simbolo della storia della famiglia, summa della freschezza aromatica delle uve bianche coltivate in alta collina: in prevalenza Catar-ratto (52%), con uve di Pinot Bianco (19%) che donano struttura, Sau-vignon Blanc (15%) che conferisce aroma e acidità e Traminer (14%) che ne esalta l’aromaticità. Brillante, di colore giallo paglierino con netti rilessi verdognoli; spettro olfattivo

ampio e variegato: pom-pelmo, pesca bianca, mela verde, ananas ed agrumi in genere. Piacevolmente morbido, ricco, intenso e fragran-te. Lascia una piacevole sensazione di frutto dol-ce e maturo. Un vino di grande personalità, che si abbina perfettamente con tutti i tipi di pesce e crostacei, ma anche con le carni bianche ed i formaggi.

GIUGNO 2016 | MONDO AGRICOLO | 63

VILLA LA ROSA A FILICUDI

L’arte di portare l’isola a tavola

“Vado da Lucia” non è solo il titolo di una li-

bro, ma la storia di un posto unico in un’isola altrettanto unica: Filicudi, nell’arci-pelago delle isole Eolie. Chiunque sia passato per quest’isola, per poche ore o per trascorrervi un periodo di vacanza, ha pronunciato questa magica frase “Vado da Lucia”. Perché Lucia è il fulcro di Filicudi, il cuore pulsante e lo spazio dove tutti si ritrovano. Unico locale aperto tutto l’anno, è ristorante, pizzeria, pensio-ne, negozio di alimentari, bar, sala di ballo e in estate anche discoteca. È il posto dove vanno tutti: gli abitanti del luogo a ballare il liscio la domenica, i ragazzini a giocare a bigliardino, i geni-tori a mangiare una pizza, i più giovani a tirare ino a tardi la sera sui muretti lungo la strada. Anima di questo posto, il cui nome in verità è Villa La Rosa, è la famiglia Rando. Lucia è la mamma (a cui si deve la nascita del locale insieme al marito Nino), ancora in prima ila nella conduzione del lo-cale con il suo pane fatto in casa e con i dolci che sforna caldi tutte le mattine. Stefano, Adelaide e Daniela, i igli, tutti impegnati nell’attività con ruoli diversi. Dieci camere, semplici, in perfetto stile eoliano, ma dotate di tutti i comfort che costituiscono un’ottima alternativa all’albergo, accolgono gli ospiti in un’at-mosfera perfettamente integrata nella magia dell’isola, dolce e selvaggia, mai uguale a se stessa. Panorami mozzaia-to, natura rigogliosa, profumi ine-

brianti, mare cristallino, sole accecante, notti buie e stellate, altre illuminate a giorno dalla luna. Un paradiso, in cui anche il cibo assume sapori, odori e colori di particolare forza e intensità. Interprete di questa sinfonia, a tavola, è Adelaide, la chef di Villa Rosa. Dopo essersi diplomata, convinta ad intraprendere la strada dell’insegna-mento, rientra a Filicudi e spronata anche dal marito Mimmo decide di dedicarsi alla cucina di Villa La Rosa. I ricordi dell’infanzia ritornano subito a galla, quando in quell’isola lontana dal mondo, senza la luce, la televisione o altri svaghi, cucinare era il gioco per eccellenza. Adelaide studia, riprende in mano antiche ri-cette della nonna e della mamma, ritrova i sapori di quei tempi e con le materie prime del posto (cappe-ri, olive, basilico, origano, pomo-dori, melanzane erbe selvatiche

come neputedda e rapiddu, cicerchie, oltre al pesce naturalmente) comincia ad elaborare nuovi piatti. Ca-ponata di pesce, carpaccio di spada con crema di cap-peri, polpette di melanzane o di cipolla per cominciare. Poi, tra i primi, i macche-roncini con il nero di sep-pia o quelli alla ilicudara,

i bucatini con le sarde di inocchietto e l’uvetta passita, gli spaghetti al iore di cappero, la lasagna di pesce. E per continuare totani ripieni, spiedini di spada in foglia di limone, polpo cipol-lato, coniglio alle mandorle, “ciavole” in agrodolce. Oggi Adelaide vive con il marito e la iglia tra Filicudi e il Lago di Como. In inverno al Nord studia, va in giro a conoscere altre cucine e in estate lavora nel ristorante di famiglia. La sua esperienza l’ha raccolta in un libro “Vado da Lucia”, raccontato in prima persona, un “memoire” in cui la narrazione alterna presente e passato: ricetta dopo ricetta, ingrediente dopo

ingrediente, rivivono non solo i ricordi di una famiglia, ma anche di un’ isola. Una narra-zione spontanea e immediata, da cui traspa-re la passione dell’autrice per la cucina insieme all’amore per la sua terra.

CALAMARO E FIORE DI ZUCCA

Con il “Leone” di Tasca d’Almerita, Adelaide Rando propone Il calamaro e il iore di zucca con il loro ripieno, spie-dino di peperone, melanzane, cipollotto e pomodorino.

BUONO A SAPERSI...

64 | MONDO AGRICOLO | GIUGNO 2016

AI MUSEI VATICANI RESTAURATE LE MAPPE DEL ‘500

L’Italia verde raccontata

dalle Carte Geografiche

D opo quattro anni di lavo-ri la Galleria della Carte Geograiche dei Musei

Vaticani è tornata ai fasti originari. Un percorso di incredibile fascino che attraverso una lunga serie di mappe murali mostra l’Italia come appariva alla ine del Cinquecen-to, un paese verde e agricolo. Un paradiso terrestre dove, accanto a poche grandi città, si trovavano smisurati latifondi, spesso abban-donati al loro destino, con interi agri infestati dalla malaria. Qua-ranta tavole gigantesche grazie alle quali conoscere l’Italia e dominar-la, tracciare reti per promuovere

alleanze sacre e profane e indicare, con un dito, i territori dei nemici da sconiggere. L’agricoltura mo-derna, in quel tempo, era ancora un miraggio: sulle tavole delle famiglie più ricche comparivano le minestre preparate con brodo o latte, riso e cereali, mentre le carni più pregiate erano selvaggina e pollame. Il Vaticano era un luogo privilegiato, in tema di alimenta-zione: lo Stato Pontiicio attirava prelibatezze da ogni angolo dell’Ita-lia e le primizie venivano portate in abbondanza a cardinali e vescovi. Con le mappe, si poteva facilmente calcolare la lunghezza dei viaggi

da far compiere alle materie prime, per arrivare a Roma.Il restauro delle carte geograiche, inanziato dalla sezione california-na dei Patrons of the Arts, è stato realizzato con tecniche innovative dai laboratori dei musei, come spiega il direttore dei Musei Vati-cani Antonio Paolucci: “Il Papa di allora, Gregorio XIII Boncompa-gni, ha voluto poter visitare l’Italia senza uscire dai Palazzi apostolici. Camminava per 120 metri e vede-va, a destra e a sinistra, da una par-te le regioni d’Italia che guardano il Mare Adriatico, e dall’altra quelle che guardano il Tirreno. Il pro-gettista di tutto questo, il grande

Il restauro degli intonaci © Musei Vaticani

GIUGNO 2016 | MONDO AGRICOLO | 65

geografo, cosmografo e cartografo Ignazio Danti, diceva che cammi-nare qui, al centro di questo corri-doio, è come camminare sulla vetta degli Appennini”. Realizzata in poco più di due anni, tra il 1580 e il 1581, la galleria è stata dipinta dai paesaggisti iamminghi Matthjis e Paul Bril e dagli italiani Gerolamo Muziano e Cesare Nebbia.Per Paolucci, “l’idealità dell’Italia è che è unita: questo è il pensiero del Papa nell’anno 1581. Unita non dalla politica, perché l’Italia dell’epoca non era ancora un’unità politica, ma unita dalla storia, la cultura, la lingua e la religione. Bisogna guardare anche la volta:

cosa c’è? I santi delle varie regioni italiane: la Madonna di Loreto per le Marche, Sant’Ambrogio per Milano, San Marco per Venezia. È come dire che l’Italia del Papa, questo ‘giardino della Chiesa’, è protetto e vigilato dai suoi santi”.Le carte geograiche afrescate sulle pareti hanno conosciuto numero-si restauri: fu l’umanista tedesco Luca Holstenio a curare il primo intervento di numerosi afreschi, forte anche dei progressi compiuti nel campo della cartograia, che in quegli anni aveva sviluppato tecni-che di misurazione più accurate. Le carte, che raigurano l’intera peni-sola italiana con le isole maggiori e

minori, raggiungono così un livello di dettaglio spesso sorprendente, soprattutto quando ritraggono aree come lo stato pontiicio, la Liguria o la Toscana, in cui Danti aveva compiuto rilievi cartograici. I dipinti si presentano all’osservatore come un lungo succedersi di mari e iumi, valli e pianure, boschi e strade, accompagnati da targhe, piante e vedute di città racchiuse in cartigli svolazzanti ed episodi storici, mitologici o aneddotici che corredano le località principali o i mari, unendo alla ricerca di rigore scientiico il gusto per tutto ciò che è bello e sorprendente.

Gianfranco Ferroni

Galleria delle Carte geograiche © Musei Vaticani

CAMPI SONORI di Gaetano Menna

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MELOLOGO IN OTTO QUADRI DI ODERIGI LUSI

Leggendaria ed evocativa musica da camera

Oderigi Lusi, pianista e compositore, ha iniziato con un tufo nel prog e nelle contaminazioni - i Malaavia nel 2004, la collaborazione con gli Osanna -. Nel 2007, il suo primo particolare lavoro solista “Notes from a logbook”, tra jazz e world. Lusi però ha continuato a studiare ed a ricercare, realizzando una vera e proprio opera sinfonica (la “Sinfonia Abellana”) come omaggio alle sua terra (presto in DVD). Esce ora il CD con il melologo in otto qua-dri, “Sul sentiero degli Dei” (Baryton 2016); sue le composizioni, con i versi scritti da Luciano “Varnadi” Ceriello ed i dipinti di Fernando Masi. La mu-sica da camera di Lusi – che si rifà al

genere musicale nato nel 1700 che unisce le partiture musicali con il parlato – è suonato da Demetra Ensem-ble e vede lo stesso Varnadi come voce recitante. Racconta, in modo composito (tra musica, recitazio-ne e pittura) un’antica leggenda cam-pana sui “due fratelli”, ovvero i grandi scogli di Vietri sul Mare (Salerno). Mito afascinante di fratelli dediti alla pastorizia che, con le loro pecore, si gettarono coraggiosamente nelle ac-que tempestose per salvare la iglia del

dio Nettuno, ma afo-garono. Il Dio colpito dal gesto trasformò i pastori in grandi scogli, per l’appunto i “Due Fratelli”, attor-niandoli con scogli più piccoli, a ricordo degli ovini. L’opera di Oderigi Lusi è dav-

vero un capolavoro che unisce terra (pastorizia) e mare nostrum, l’uomo e gli dei, il canto del mare e la preghiera (che è, allo stesso tempo, un gioco di palindromi). Ma è soprattutto la mu-sica a colpire: suggestiva, evocativa, narrativa.

Il forastico sound dei Gasparazzo

Gasparazzo Bandabastarda è una street band, perennemen-te on the road. Band emiliana ma con forti radici abruzzesi ed un nome che è l’omaggio ad un fumetto cult della protesta degli anni ’70. Dopo cinque album ha registrato un disco in presa diret-ta. Nella dimensione live – che è quella che più caratterizza questo ensemble – esplode il sound, un

mix trascinante di rock, punk, radi-ci abruzzesi e world music. Il titolo del CD è “Forastico” (New Model

Label, 2016), ovvero il contrario di addomesticato. Musica selva-tica, sonorità meticce, da pro-porre rigorosamente dal vivo nei teatri e nei club ma anche sotto i portici di Bologna, nel-le bettole e nei raduni. Si parte con l’omaggio al fumetto a cui ci si ispira e si prosegue per più

di mezz’ora vivace, tra sanguigne chitarre e aspre isarmoniche.

IL NUOVO CD DI ELGA PAOLI

Contro il femminicidio in jazz

Elga Paoli, cantautrice e pianista, dedica il suo nuovo CD, “Il lato vulnerabile” (Dodicilune, 2016) alle donne oggetto di violenza e femminicidio (l’intenso brano “No Woman’s land”). Dopo il progetto discografico “Profumo di jazz” (2010) e dopo il brano “You don’t know what love is”, eseguito in duetto con il sassofonista Gian Piero Lo Piccolo (inserito in “Hunger and love”, doppio CD tributo per i cento anni dalla nascita di Billie Holiday) giunge questo album solista che contiene dieci brani - con testi in italiano, ingle-

se e portoghese – in cui convivono sentimenti intimi e jazz, tempi dispari e ballate. Quest’artista è cresciuta moltissimo da quando, giovanissima,

era approdata al Festival di Sanremo ed al Tenco (ma anche lì si era fatta notare per l’originalità e le capacità). “Dietro la maschera” (come titola uno dei brani) c’è un’artista genuina che ha grande personalità, sensibilità ed una voce sensuale, calda, carica di swing.

Stop alla violenzaNo alla “terra di nessuno”