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MONITORAGGIO DELLE POPOLAZIONI FAUNISTICHE DEL SIC SPINA VERDE 2011-2013 RELAZIONE CONCLUSIVA MARZO 2013 PhD Cristiano Spilinga Dott.ssa Francesca Montioni Dott.ssa Elisa Chiodini

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MONITORAGGIO DELLE POPOLAZIONI FAUNISTICHE

DEL SIC SPINA VERDE

2011-2013

RELAZIONE CONCLUSIVA

MARZO 2013

PhD Cristiano Spilinga

Dott.ssa Francesca Montioni

Dott.ssa Elisa Chiodini

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INDICE

1. PREMESSA E OBIETTIVI

Pag. 3

2. MATERIALI E METODI

Pag. 4

3. RISULTATI E DISCUSSIONE

Pag. 21

4. BIBLIOGRAFIA

Pag. 31

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1. PREMESSA E OBIETTIVI

La presente attività di monitoraggio si inserisce nell’ambito del progetto LIFE+

“Conservazione e valorizzazione degli habitat del Sito di Importanza Comunitaria Spina

Verde”.

Tale ricerca, avviata nell’ottobre 2011, si è conclusa nel mese di marzo 2013 ed è stata volta ad

approfondire le conoscenze relative ad alcuni gruppi tassonomici con particolare riferimento

a quelle specie ritenute di particolare importanza in quanto direttamente o indirettamente

coinvolte nelle azioni previste dal progetto LIFE sopra citato.

I gruppi faunistici indagati sono di seguito riportati:

Invertebrati ( Austropotamobius pallipes)

Invertebrati (Odonati)

Anfibi

Rettili

Meso-Macromammiferi

Chirotteri

Nel corso delle indagini sono state applicate differenti metodologie in base al gruppo

indagato, di seguito riassunte:

Taxon

Metodologia

Invertebrati (Austropotamobius pallipes)

Ricerca attiva; censimenti notturni con faro

Invertebrati (Odonati)

Campionamento di larve ed esuvie

Anfibi

Ricerca opportunistica presso siti riproduttivi;

campionamenti acustici per Anuri; censimenti notturni con

faro

Rettili VES (Visual Encounter Surveys); ricerca attiva; ricerca su

strada

Meso-Macromammiferi Rilevamento di indici di presenza

Chirotteri Rilevamento bioacustico mediante bat detector; ispezione

dei potenziali roost

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2. MATRIALI E METODI

Preliminarmente alle attività di campo è stata condotta una ricerca bibliografica allo scopo di

raccogliere tutte le informazioni già note su presenza, distribuzione e status

conservazionistico delle specie appartenenti ai gruppi esaminati.

Attraverso interviste condotte ad hoc sono state raccolte e validate informazioni inedite

ritenute attendibili in quanto fornite da ricercatori, studiosi e Guardie Ecologiche Volontarie

(GEV).

Preliminarmente all’avvio dell’attività di campo sono state condotti seminari formativi rivolti

alle Guardie Ecologiche Volontarie (GEV) dell’area protetta con l’obiettivo di portare a

conoscenza delle stesse l’attività di studio in corso e di coinvolgerle nel reperimento di

informazioni e segnalazioni utili alla presente ricerca.

A tale scopo sono state distribuite apposite schede di campo da compilare in occasione di

eventuali rinvenimenti di indici di presenza delle specie.

Il 4 giugno 2012 è stata inoltre organizzata una giornata divulgativa incentrata sui Chirotteri

(Bat night) presso il Centro Polifunzionale del Parco Regionale Spina Verde, durante la quale

sono state realizzate attività didattiche con i bambini, un seminario sulla biologia ed ecologia

dei Chirotteri, ed un’escursione dedicata all’ascolto degli ultrasuoni emessi dai pipistrelli

mediante l’utilizzo del bat detector.

Figura 1 – Bat night

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Figura 2 – Bat night

L’attività di monitoraggio è stata condotta a partire da dicembre 2011 e si è conclusa nel mese

di marzo 2013, per un totale di 17 giornate di campo, precedute da un sopralluogo

preliminare nell’area di studio effettuato in data 24 ottobre 2011.

Nella tabella che segue sono riportate le date relative alle uscite di campo ed i relativi taxa

indagati.

Data Taxa

19-21/12/2011 Anfibi; Meso-Macromammiferi; Chirotteri

19-22/03/2012 Anfibi; Meso-Macromammiferi

4-7/06/2012 Invertebrati; Anfibi; Rettili; Meso-Macromammiferi; Chirotteri

28-29/08/2012 Invertebrati; Anfibi; Rettili; Meso-Macromammiferi; Chirotteri

21-22/02/2013 Anfibi; Meso-Macromammiferi; Chirotteri

21-22/03/2013 Anfibi; Meso-Macromammiferi

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Di seguito si riportano le metodologie applicate per ciascun gruppo.

INVERTEBRATI (Austropotamobius pallipes)

Nell’ambito della ricerca sono state effettuate indagini mirate sul gambero di fiume

(Austropotamobius pallipes) lungo il Fiume Seveso a partire dalla sorgente e per tutto il

tratto ricadente all’interno del Parco Spina Verde, mediante le seguenti tecniche:

Ricerca attiva. Tale tecnica consiste nel percorrere a piedi il corso d’acqua in esame,

ispezionando tutti i potenziali rifugi utilizzabili dalla specie.

Censimenti notturni con fari. Tale metodologia di indagine, adottata al crepuscolo,

sfruttando il momento di maggiore attività della specie, prevede di percorrere a piedi

il corso d’acqua in esame, illuminando il fondale mediante un faro.

Figura 3 – Ricerca attiva del gambero di fiume

INVERTEBRATI (Odonati)

Lo studio degli Odonati ha previsto il censimento qualitativo delle popolazioni di Odonati

presenti presso l’area umida posta in località Colombirolino tramite l’identificazione delle

larve e delle esuvie.

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Figura 4 – Esuvie di Odonati

ANFIBI

La ricerca delle specie appartenenti al gruppo degli Anfibi è stata effettuata applicando le

seguenti metodologie:

Ricerca opportunistica (Balletto & Giacoma, 1990; Heyer et alii, 1994).

Il metodo prevede la ricerca delle specie (adulti, larve, uova) all’interno dell’area in

esame, mediante l’ispezione di tutti i siti potenzialmente utilizzabili per la

riproduzione, individuati tramite lo studio della cartografica e attraverso la ricerca

diretta sul campo.

Campionamenti acustici per gli Anuri (Lanza, 1983; Balletto & Giacoma, 1990; Heyer

et alii, 1994). Il metodo consiste nell’identificazione delle specie attraverso il

riconoscimento delle vocalizzazioni emesse dagli individui adulti, di giorno e di notte

a seconda della specie, soprattutto durante il periodo riproduttivo.

Censimenti notturni con fari durante il periodo riproduttivo.

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Figura 5 – Zona umida di Parè

Figura 6 – Zona umida di Parè

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Figura 7 – Ricerca di Anfibi presso la zona umida di Parè

Figura 8 – Sorgenti del Seveso

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Figura 9 – Piscina in abbandono presso il Colombirolino

Figura 10 – Valbasca

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Figura 11 – Ricerca di Anfibi presso il laghetto temporaneo della Croce di Euticchio

Figura 12 – Pozza presso zona umida di Parè (Svizzera)

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RETTILI

Il monitoraggio dei Rettili è stato effettuato secondo tre diverse metodologie:

Ricerca attiva. Consiste nella ricerca intensiva in una determinata area, cercando

attivamente nei luoghi prediletti dai Rettili quali fasce ecotonali, margine di sentieri,

zone rocciose, siepi, filari ed elementi di discontinuità del paesaggio che garantiscono

una buona disponibilità di siti per il rifugio, la caccia e la termoregolazione (Scali e

Zuffi, 1994). Durante la presente ricerca sono stati ispezionati tutti i potenziali rifugi:

rocce, tronchi caduti, lamiere, cataste di legna e cumuli di rifiuti inerti di varia natura.

Tali siti hanno la caratteristica di mantenere buoni requisiti di temperatura e di

umidità anche quando le condizioni climatiche esterne non sono ottimali.

Ricerca su strada. Il metodo consiste nel percorrere tratti di strade (in auto o a piedi),

registrando tutti gli individui osservati (Province of British Columbia, 1998).

Nell’applicare questo metodo bisogna tenere conto delle motivazioni per cui i Rettili

possono trovarsi lungo le strade: le esigenze di termoregolazione rendono le

infrastrutture viarie, soprattutto quelle asfaltate, appetibili per i Rettili (Filippi e

Politi, 2008).

I momenti della giornata migliori per i rilievi sono la mattina, quando la

pavimentazione stradale si scalda rapidamente, e la sera quando invece mantiene a

lungo il calore accumulato durante la giornata. Il campionamento con questa tecnica

prevede che vadano registrati anche tutti gli individui trovati morti lungo la strada.

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Figura 13 – Muro a secco presso il Colombirolino

Figura 14 – Catasta di legna (rifugio per alcune specie di Rettili)

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MESO-MACROMAMMIFERI

Lo studio dei Meso-Macromammiferi è stato condotto applicando il metodo naturalistico che

consente di accertare la presenza di una specie in un determinato territorio attraverso la

ricerca di tutti gli indici di presenza, diretti ed indiretti, oggettivamente attribuibili alla specie

stessa.

Nel corso dell’attività di monitoraggio è stata rilevata la presenza di indici quali: orme, piste,

depositi fecali, peli, resti di pasto, avvistamenti.

Figura 15 – Orma di cervo (Cervus elaphus)

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Figura 16 – Deposito fecale di cervo (Cervus elaphus)

Figura 17 – Palco di cervo (Cervus elaphus)

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CHIROTTERI

Il monitoraggio dei Chirotteri è stato effettuata mediante le seguenti metodologie:

Rilevamento bioacustico. La presenza dei Chirotteri in volo è rilevabile attraverso

l’ausilio del bat detector, strumento in grado di captare i segnali ultrasonori emessi

dai Chirotteri e convertirli in segnali udibili. Nella presente ricerca è stato impiegato

un bat detector (modello Petterson D1000X) in modalità di campionamento diretto

degli ultrasuoni. I segnali sono stati campionati con una frequenza di 384 kHz. I

sonogrammi derivanti dai rilevamenti sono stati analizzati con il software BatSound

3.3 (Pettersson Elektronik AB) attraverso il quale è possibile nella maggior parte dei

casi effettuare l'identificazione della specie. L’indagine bioacustica è stata effettuata

da stazioni fisse predefinite della durata di 10 minuti ciascuna. Complessivamente

sono state effettuate due sessioni di rilevamento, ciascuna costituita da 21 stazioni

della durata di 10 minuti ognuna.

Ispezione dei potenziali roost: i rifugi potenzialmente interessati dalla presenza di

Chirotteri ricadenti all’interno dell’area in esame, sono stati individuati, attraverso

l’ausilio della cartografia e mediante l’individuazione diretta sul campo. La verifica dei

roost ha riguardato nello specifico il sistema di trincee e batterie della Linea Cadorna

risalenti alla Prima Guerra Mondiale. I roost sono stati indagati in due fasi distinte:

una invernale ed una estiva al fine di individuare eventuali colonie svernanti e

riproduttive.

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Figura 18 – Fonte della Mojenca

Figura 19 – Ispezione di una trincea

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Figura 20 – Ispezione della Chiesa dei Pittori

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Figura 21 – Castello del Baradello

Figura 22 – Chiesa e oratorio di Cavallasca

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Figura 23 – Ispezione della Chiesa e oratorio di Cavallasca

Figura 24 – Polveriera in Valbasca

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3. RISULTATI E DISCUSSIONE

Nelle tabelle che seguono vengono riportate le specie rilevate nel corso della presente ricerca,

il loro inserimento nella Direttiva Habitat 92/43/CEE Allegato II (specie la cui conservazione

richiede la designazione di zone speciali di conservazione) e Allegato IV (specie di interesse

comunitario che richiedono una protezione rigorosa), lo stato di conservazione in Italia

secondo il Libro Rosso degli animali d’Italia – Invertebrati (Cerfolli et alii, 2002) e lo stato di

conservazione in Italia secondo la Lista Rossa IUCN dei Vertebrati Italiani (Rondinini et alii,

2013).

Invertebrati

INVERTEBRATI

Nome italiano Nome scientifico CEE (All. II) CEE (All. IV) LRI

Aeshna cyanea

Aeshna mixta

Relativamente agli Invertebrati, le due specie di Odonati rilevate non risultano inserite nella

Direttiva “Habitat”, ne figurano nel Libro Rosso degli animali d’Italia – Invertebrati. (Cerfolli

et alii, 2002).

Anfibi

ANFIBI

Nome italiano Nome scientifico CEE All.

II

CEE All.

IV

Lista Rossa

IUCN

Vertebrati

Italiani

Salamandra pezzata Salamandra salamandra LC

Tritone crestato italiano Triturus carnifex X X NT

Tritone punteggiato Lissotriton vulgaris NT

Rospo comune Bufo bufo VU

Rana esculenta Pelophylax klepton esculentus LC

Rana di Lessona Pelophylax lessonae LC

Rana temporaria Rana temporaria LC

Rana dalmatina Rana dalmatina X LC

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Relativamente agli Anfibi le specie di interesse comunitario rilevate risultano due: il tritone

crestato italiano e la rana dalmatina, rispettivamente inseriti negli Allegati II e IV della

Direttiva “Habitat” e IV della suddetta Direttiva.

La salamandra pezzata, la rana esculenta, la rana di lessone, la rana temporaria e la rana

dalmatina figurano nella Lista Rossa IUCN dei Vertebrati Italiani (Rondinini et alii, 2013)

come LC “Minor Preoccupazione”.

Rettili

RETTILI

Nome italiano Nome scientifico CEE

All. II

CEE All.

IV

Lista Rossa

IUCN Vertebrati

Italiani

Lucertola muraiola Podarcis muralis X LC

Biacco Hierophis viridiflavus X LC

Natrice dal collare Natrix natrix LC

Saettone comune Zamenis longissimus X LC

Relativamente ai Rettili le specie di interesse comunitario rilevate risultano tre: la lucertola

muraiola, il biacco ed il saettone comune, tutti inseriti nell’Allegato IV della Direttiva

“Habitat”. Tutte le specie rilevate figurano inoltre nella Lista Rossa IUCN dei Vertebrati

Italiani (Rondinini et alii, 2013) come LC “Minor Preoccupazione”.

Mammiferi

MAMMIFERI

Nome italiano Nome scientifico CEE All.

II

CEE All.

IV

Lista Rossa

IUCN

Vertebrati

Italiani

Pipistrello albolimbato Pipistrellus kuhlii X LC

Pipistrello nano Pipistrellus pipistrellus X LC

Pipistrello di Savi Hypsugo savii X LC

Orecchione Plecotus sp. X NT/DD

Scoiattolo comune Sciurus vulgaris LC

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MAMMIFERI

Nome italiano Nome scientifico CEE All.

II

CEE All.

IV

Lista Rossa

IUCN

Vertebrati

Italiani

Volpe Vulpes vulpes LC

Tasso Meles meles LC

Faina/Martora Martes sp. LC

Cinghiale Sus scrofa LC

Cervo Cervus elaphus LC

Relativamente ai Mammiferi le specie di interesse comunitario rilevate risultano quattro: il

pipistrello albolimbato, il pipistrello nano, il pipistrello di Savi e Plecotus sp., per il quale non

è stato possibile effettuare una determinazione a livello specifico; tutte le specie rilevate sono

inserite nell’Allegato IV della Direttiva “Habitat” e figurano inoltre nella Lista Rossa IUCN

dei Vertebrati Italiani (Rondinini et alii, 2013) come LC “Minor Preoccupazione”, ad

eccezione di Plecotus sp., il cui stato di conservazione varia da NT “Quasi minacciata” in

Plecotus auritus e Plecotus austriacus a DD “Carente di Dati” in Plecotus macrobullaris.

Nell’ambito della ricerca l’attenzione è stata focalizzata prevalentemente sugli Anfibi e sui

Chirotteri, in quanto tra i taxa meno indagati nell’area e come espresso in precedenza

direttamente o indirettamente coinvolti dalle azioni del progetto LIFE.

Dalle indagini condotte, alcuni ambiti sono risultati di notevole importanza per la fauna in

particolare alcune zone umide strategiche per la riproduzione degli Anfibi e il sistema di

trincee e batterie della Linea Cadorna, luoghi importanti per l’ibernazione e la riproduzione

di alcune specie di Chirotteri e come siti di rifugio per gli anfibi durante le torride giornate

estive e le fredde invernali.

Tra le zone umide certamente quella di Parè assume notevole significato come sito

riproduttivo per numerose specie di Anfibi tra cui Salamandra salamandra e Rana

temporaria.

Il sito è stato indagato nel corso di tutti i sopralluoghi, durante i quali sono state rilevate

ovature, larve, girini e adulti riconducibili alle specie sopra citate.

Relativamente a Rana latastei, segnalata in Colombo & Cavalleri, 2000 e in Romanò et alii,

2008, la presenza della specie all’interno del territorio del Parco non è stata confermata.

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Figura 25 – Larve di Salamandra salamandra

Figura 26 – Due esemplari di Salamandra salamandra

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Figura 27 – Rana temporaria

Altra area umida importante è il laghetto temporaneo localizzato presso la Croce di Euticchio.

Tale sito ha acquisito un’importanza significativa nel corso dei sopralluoghi effettuati nel

2013 in quanto le condizioni meteorologiche e climatiche hanno consentito un apporto idrico

sufficiente al mantenimento di condizioni idonee per la riproduzione degli Anfibi.

Figura 28 - Laghetto temporaneo presso la Croce di Euticchio

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In tale area sono state rilevate ovature, larve, girini e adulti di 4 specie di Anfibi: Salamandra

salamandra, Triturus carnifex, Lissotriton vulgaris, Bufo bufo e ovature di rana rossa,

verosimilmente R. dalmatina.

Figura 29 – Ovature di Rana dalmatina

.

Figura 30 – Ovature di Bufo bufo

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In località Colombirolino è stato rilevato un interessante sito riproduttivo rappresentato da

un sistema di piscine e vasche artificiali in stato di abbandono, nel quale sono stati osservati

individui di Salamandra salamandra, Triturus carnifex, Pelophylax klepton esculentus,

Pelophylax lessonae, Bufo bufo, Rana temporaria e Rana dalmatina.

Figura 31 – Triturus carnifex

In località Monte Olimpino lungo il tracciato agro-silvo-pastorale denominato “Cascina

Viola” sono presenti due piccole pozze permanenti nelle quali sono state rilevate le seguenti

specie: Salamadra salamandra e Rana sp.

A monte delle pozze, lungo il corso d’acqua che le alimenta è stato inoltre rilevato un

individuo di Rana temporaria.

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Figura 32 – Pozza in località Monte Olimpino

Figura 33 - Pozza in località Monte Olimpino

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In località Valbasca nel tratto a monte dell’omonimo torrente sono state rilevate le seguenti

specie: Salamandra salamandra, Rana sp., Pelophylax klepton esculentus e Pelophylax

lessonae.

Figura 34 – Torrente Valbasca

Il Parco è inoltre caratterizzato dalla presenza di un articolato sistema di trincee risalenti al

Primo Conflitto Mondiale, le quali risultano di grande importanza in quanto potenziali siti di

rifugio per molte specie di Chirotteri presenti nell’area, la cui presenza al loro interno è stata

rilevata mediante l’osservazione di accumuli di guano.

Di particolare importanza l’osservazione all’interno di una trincea, localizzata in prossimità

delle Sorgenti del Seveso, di un individuo di orecchione (Plecotus sp); le tre specie di

orecchioni potenzialmente presenti nell’area non sono mai state segnalate per il Parco.

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Figura 35 – Ingresso di una trincea

La presenza delle trincee in tale area risulta significativa non solo per la chirotterofauna, ma

anche per la batracofauna. All’interno di alcune trincee sono stati infatti osservati numerosi

esemplari di Rana temporaria e Salamandra salamandra, che presumibilmente sfruttano

tali siti per lo svernamento e per l’estivazione.

Figura 36 – Ingresso trincea

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4. BIBLIOGRAFIA

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