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Pagina 1 di 18 Agenzia Regionale per la Prevenzione e l’Ambiente dell’Emilia-Romagna Via Po, n. 5 – 40139 - BOLOGNA tel 051/6223811 - fax 051/543255 P.IVA e C.F. 04290860370 ________________________________________________________ Sezione Provinciale di Forlì-Cesena C.P. 345 47100 FORLI’ COP tel 0543/451411 - fax 0543/451451 [email protected] Servizio Sistemi Ambientali Area Monitoraggio e Valutazione Aria Monitoraggio Pollini Anno 2008 A cura di Paolo Veronesi

Monitoraggio Pollini Anno 2008 - arpae.it · automatici e successiva identificazione al microscopio ottico delle specie ... - Aceracee: gli aceri non ... della famiglia che, producendo

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Agenzia Regionale per la Prevenzione e l’Ambiente dell’Emilia-Romagna Via Po, n. 5 – 40139 - BOLOGNA tel 051/6223811 - fax 051/543255 P.IVA e C.F. 04290860370 ________________________________________________________

Sezione Provinciale di Forlì-Cesena C.P. 345 47100 FORLI’ COP tel 0543/451411 - fax 0543/451451

[email protected]

Servizio Sistemi Ambientali Area Monitoraggio e Valutazione Aria

Monitoraggio Pollini

Anno 2008

A cura di Paolo Veronesi

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Il monitoraggio dei pollini aerodispersi ad interesse allergologico è effettuato

durante tutto l’anno nelle stazioni di Forlì e Cesena mediante campionatori

automatici e successiva identificazione al microscopio ottico delle specie

presenti.

Il monitoraggio in continuo è affidato a campionatori

volumetrici VPPS 2000 Lanzoni (un esempio è riportato nella

figura a lato). Il polline aspirato mediante una pompa a flusso

continuo rimane intrappolato su un nastro di cellulosa, trattato

con silicone liquido. Il nastro ruota per la durata di una

settimana attorno a un cilindro. Al termine del campionamento

settimanale, il nastro viene sostituito e porzioni di 44 mm (corrispondenti al

campionamento di un giorno) vengono

esaminate al microscopio ottico dopo

colorazione con fuxina (nella foto a lato alcuni

rulli di campionamento e la scatola per il

trasporto dopo la raccolta settimanale).

Nell’aria ambiente generalmente sono presenti solo i pollini delle essenze ad

impollinazione anemofila, che di conseguenza producono grandi quantità di

pollini, pur in assenza di un fiore evidente (il fiore ha la funzione di attrarre gli

insetti; nelle piante ad impollinazione anemofila il vento è l’unico vettore dei

pollini). Alcune di queste essenze hanno un elevato potere allergenico e, in

alcuni casi, sono presenti in concentrazioni che possono superare il migliaio di

granuli pollinici per metro cubo d’aria.

La comparsa dei primi granuli pollinici di una determinata essenza non è in

genere sufficiente a provocare l’instaurarsi di fenomeni allergici nei soggetti

sensibili, in quanto ogni individuo allergico ha una propria soglia entro la quale

non si sviluppa alcuna sensibilizzazione.

In generale è importante evidenziare le prime presenze di determinate specie

proprio per permettere il corretto trattamento di desensibilizzazione agli

allergeni nei soggetti sensibili prima che si instaurino i fenomeni di reazione

allergica.

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Le stazioni di monitoraggio di Forlì

e Cesena fanno parte della rete

regionale di monitoraggio dei

pollini allergenici e i dati delle

letture settimanali contribuiscono

alla redazione del bollettino

settimanale dei pollini allergenici

consultabile al sito

http://www.arpa.emr.it/pollini.

(nella foto a lato la pagina web del bollettino)

Il bollettino riporta le concentrazioni medie e massime registrate nei vari siti di

campionamento nel corso della settimana per le diverse specie analizzate.

Settimanalmente sono prodotte le previsioni per la settimana successiva, in

modo da facilitare il trattamento dei pazienti sensibili, sia a livello medico

ospedaliero, sia nei casi di auto medicazione per i pazienti già a conoscenza

della loro patologia e della relativa terapia stagionale.

Il sistema DEXTER

(http://www.arpa.emr.it/sim/?osservazioni_

e_dati/dexter) , a registrazione ed accesso

gratuito, permette inoltre la disanima dei

dati storici del campionamento su tutto il

territorio regionale, oltre a fornire una

nutrita serie di dati meteorologici (a lato la

pagina web di Dexter).

In generale, nel corso degli anni, si è notato che inverni particolarmente caldi o

freddi influiscono unicamente sulla fioritura delle piante precoci e di quelle

tardive, ma il grosso della fioritura è situato per ogni specie sempre nello

stesso periodo, in quanto la fioritura della maggior parte delle piante è regolata

principalmente dal fotoperiodo (lunghezza delle ore di luce rispetto alle ore di

buio) piuttosto che dalle temperature. E’ evidente che gelate tardive o forte

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piovosità possono abbattere anche notevolmente le concentrazioni polliniche

presenti nell’aria.

La sezione Arpa di Forlì-Cesena contribuisce anche alla rete AAITO

(associazione allergologi immunologi territoriali e ospedalieri) mediante

l’identificazione e la conta dei pollini campionati a Faenza.

Sebbene quasi tutte le specie ad impollinazione anemofila possano contribuire

all’instaurarsi di reazioni allergiche (soprattutto dell’apparato respiratorio) nei

soggetti sensibili, le specie principalmente responsabili di tali fenomeni sono di

seguito elencate:

- Betulacee: betulle e ontani sono specie a fioritura

precoce, con gli ontani tipicamente fioriti a febbraio e le

betulle tra marzo e gli inizi di aprile. Il loro polline è

considerato molto allergenico (nelle foto: gli amenti della

betulla e il polline di betulla al microscopio elettronico).

Compositae: le specie fortemente allergizzanti sono

unicamente Ambrosia e Artemisia, generalmente poco

presenti nelle nostre zone. Tuttavia, la loro fioritura

tipicamente estiva può creare fenomeni molto intensi in

un periodo in cui normalmente non si hanno altre specie

fortemente allergizzanti (nelle foto: Ambrosia

artemisifolia in natura e i suoi pollini al microscopio

ottico)

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- Corilacee: il nocciolo è specie a fioritura tipicamente

invernale dalla fine di gennaio all’inizio di marzo. I carpini

fioriscono in periodo primaverile sovrapponendosi in parte

al periodo di fioritura delle betulle. Queste specie sono

allergizzanti e molto comuni (nelle foto: amenti di nocciolo

e il suo polline al microscopio ottico).

- Fagacee: comprendono tutte le quercie (rovere,

roverella, leccio), il faggio e il castagno.

Sebbene faggio e castagno siano tipici della

fascia montana, i loro pollini si possono

ritrovare anche in città. Il periodo di

pollinazione risente ovviamente delle condizioni

climatiche della fascia montana e le piante a bassa quota possono fiorire

già ad aprile, mentre faggi e castagni fioriscono in estate. In genere non

creano fenomeni particolarmente gravi di allergia (nelle foto:

infiorescenza di castagno e polline di quercia al microscopio elettronico).

- Graminacee: le graminacee infestanti e spontanee

fioriscono praticamente tutto l’anno tranne che

nel periodo invernale. La loro presenza è

particolarmente significativa nel periodo tardo

primaverile ed estivo e contribuiscono a fenomeni

allergici importanti (nelle foto: una graminacea

spontanea e il suo polline al microscopio

elettronico).

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- Oleacee: l’ulivo a fioritura estiva è il principale

responsabile dei fenomeni allergici di questa

famiglia. Il frassino maggiore inizia a fiorire già a

febbraio ed è seguito dall’orniello. L’orniello è una

pianta a impollinazione parzialmente entomofila e

pertanto raramente è causa di allergie. Il ligustro

fiorisce poco prima degli ulivi e, dato il suo utilizzo

come siepe, può generare fenomeni di sensibilizzazione

nonostante il suo non elevato potere allergenico (nelle

foto: infiorescenza di orniello e il suo polline al microscopio ottico).

- Plantaginacee: lanceola e piantaggine sono piante

spontanee anche infestanti i cui pollini non sono

mai presenti in grandi quantità, ma già pochi

pollini per metro cubo possono provocare

fenomeni allergici nei soggetti sensibili; la loro

fioritura è tra giugno e luglio (nelle foto:

infiorescenza di piantaggine e il suo polline al

microscopio ottico).

- Urticacee: la parietaria è la principale

responsabile dei fenomeni allergici di questa

famiglia. I suoi pollini, piccoli ed estremamente

volatili, si possono ritrovare praticamente tutto

l’anno. Durante la primavera e l’estate si

aggiunge alla fioritura della parietaria quella

dell’ortica dioica (nelle foto: parietaria e il suo

polline al microscopio ottico).

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- Cupressacee: le numerose specie di questa famiglia

(nella quale sono inseriti anche i pollini di Taxacee per

affinità morfologica) fioriscono principalmente durante

l’inverno e l’inizio della primavera. Le loro altissime

concentrazioni sono responsabili di molti fenomeni di

sensibilizzazione durante i mesi di gennaio e febbraio

(nelle foto: Thuja orientalis e il suo polline al microscopio ottico).

- Chenopodiacee: si tratta di piante pioniere come il

farinaccio, presenti in terreni abbandonati che sono

presenti a basse concentrazioni dalla tarda primavera alla

tarda estate. Il loro potere allergizzante è elevato (nelle

foto : Chenopodium album e il suo polline al microscopio

ottico).

- Ulmacee: l’olmo fiorisce alla fine dell’inverno,

mentre il bagolaro tra aprile e maggio.

Normalmente non sono presenti in grandi quantità e

non costituiscono un particolare problema per gli

allergici (nelle foto: bagolaro e il suo polline al

microscopio ottico).

- Platanacee: i platani fioriscono tra aprile e

maggio. Il loro potere allergenico non è

elevato, ma la loro presenza in molti viali

cittadini può innescare comunque la reazione

allergica nei soggetti sensibili (nelle foto:

Platanus hybrida e il suo polline al microscopio ottico).

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- Aceracee: gli aceri non sono normalmente

responsabili di fenomeni allergici. L’acero

negundo è praticamente l’unico rappresentante

della famiglia che, producendo grandi quantità di

polline, fra la fine dell’inverno e l’inizio della

primavera, può scatenare qualche fenomeno

allergico (nelle foto: Acer negundo e il suo polline al microscopio ottico).

- Pinacee: le numerose specie presenti in questa famiglia

comprendono numerose essenze ornamentali a fioritura

molto diversificata. Alcuni pollini di pinacee si ritrovano

tutto l’anno; tutte le pinacee producono enormi quantità

di polline e l’allergia è dovuta proprio alla quantità di

pollini prodotti piuttosto che al potere allergizzante degli stessi

(nelle foto: infiorescenza di Pinus sp. e il suo polline al

microscopio ottico).

- Salicacee: i pioppi fioriscono tra la fine di febbraio e marzo e

il loro polline disperso dal vento (che non ha nulla a che fare

con i frutti piumosi dispersi molto più tardi) può causare

fenomeni allergici. I salici sono solo parzialmente anemofili e

normalmente non sono responsabili di alcuna

sensibilizzazione. La fioritura dei salici è successiva (aprile)

(nelle foto: infiorescenza di pioppo e il suo polline al

microscopio ottico).

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- Juglandacee: i noci fioriscono tra aprile e

maggio; il loro polline non è causa di

particolari fenomeni allergizzanti (nelle

foto: infiorescenza di noce e il suo polline

al microscopio ottico).

- Alternaria e Stemphilium: si tratta di due muffe

interessanti anche dal punto di vista agronomico

per i danni che possono provocare soprattutto alle

colture orticole. In aria si ritrova il loro sporangio,

che contiene le spore responsabili degli episodi allergici. La loro

pericolosità dal punto di vista sanitario è dovuto alla loro grande

proliferazione in ambienti indoor. Sono presenti quasi tutto l’anno in

condizioni di temperature non fredde e alta umidità (nella foto: sporangi

di alternaria).

Di seguito si riportano i grafici delle medie mensili delle concentrazioni

riscontrate durante il monitoraggio 2008 (sulle ordinate è riportato il numero di

granuli medi per metro cubo d’aria). I periodi di fioritura sono praticamente

identici nelle due stazioni di monitoraggio. A seconda della specie variano,

invece, anche in maniera considerevole le concentrazioni soprattutto a inizio e

fine fioritura a testimonianza di una relazione diretta fra le comunità floreali

presenti nelle vicinanze del campionatore e le concentrazioni polliniche

riscontrate.

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Betulacee

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Composite

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Gennaio

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Luglio

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Forlì

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Corilacee

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Gennaio

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Forlì

Cesena

Fagacee

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Gennaio

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Forlì

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Graminacee

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Gennaio

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Forlì

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Oleacee

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Gennaio

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Forlì

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Plantaginacee

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Gennaio

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Forlì

Cesena

Urticacee

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Gennaio

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Forlì

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Cupressacee

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Chenopodiacee

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Ulmacee

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Gennaio

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Platanacee

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Gennaio

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Aceracee

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Pinacee

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Salicacee

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Juglandacee

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Alternaria

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Stemphilium

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