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Monumenti militari nel Cantone Ticino Inventario delle opere di combattimento e di condotta Militärische Denkmäler im Kanton Tessin Inventar der Kampf- und Führungsbauten

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Monumenti militari nel Cantone TicinoInventario delle opere di combattimento e di condotta

Militärische Denkmäler im Kanton TessinInventar der Kampf- und Führungsbauten

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Edizione e distribuzioneDipartimento militare federale, Stato maggioredell’aggruppamento dello Stato maggiore generale, Divisione degli affari ediliziPapiermühlestrasse 20, 3003 Berna

RedazioneSilvio Keller, DMFMaurice Lovisa, Architetto SPFL, Berna

TraduzioniDona e Remo GalliServizi di traduzione del DMF

LettoreBrigadiere Giuliano Crivelli

Concetto e veste graficaDona e Remo GalliPR-Promotion, Berna-Spiegel

StampaBargezzi Druck AG, Berna

Herausgeber und VertriebEidg. Militärdepartement,Stab der Gruppe für Generalstabsdienste,Abteilung BauwesenPapiermühlestrasse 20, 3003 Bern

RedaktionSilvio Keller, EMDMaurice Lovisa, Architekt ETHL, Bern

ÜbersetzungenDona und Remo GalliÜbersetzungsdienste des EMD

Konzept, Gestaltung und LektoratDona und Remo GalliPR-Promotion, Bern-Spiegel

Satz und DruckBargezzi Druck AG, Bern

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Conservazione e protezione deimonumenti militari dell’esercito svizzeroPrefazione del Presidente della Confederazione Kaspar Villiger

Die Erhaltung und Pflege militärischer Denkmäler der Schweizer ArmeeVorwort von Bundespräsident Kaspar Villiger

Con l’avvento del nuovo esercito molteopere militari sono cadute in disuso.Esse continuano pero a testimoniare lavolontà di difesa del nostro Paese in mo-menti decisivi della sua storia. Nel cor-so degli anni molte di esse sono dive-nute, come i castelli medievali, parte in-tegrante del paesaggio. Ciò costituisceun motivo sufficiente per conservare etrasmettere alla posterità un numero diopere scelte, tributando così il giustorispetto a coloro che le hanno costruitein situazioni di grave minaccia e congrandi sacrifici. Tali monumenti ci ricor-dano quanto i nostri avi hanno compiu-to al fine di assicurare l’esistenza del nostro Paese e nel contempo esor-tano le generazioni future ad adem-piere i loro compiti per l’avvenire dellaSvizzera. Il primo capitolo dell’inventario dei mo-numenti militari comprende le costru-zioni situate nel Cantone Ticino il quale,per la sua posizione strategica e le suerelazioni con il mondo culturale lombar-do, ha conosciuto un passato movimen-tato.Il suo ricco patrimonio di opere difensi-ve di tutte le epoche riflette tale passa-to. Gli imponenti castelli di Bellinzonasono i pilastri di uno sbarramento difen-sivo dei tempi passati. Essi caratteriz-zano l’aspetto della città e del paesag-gio. Così come sono apprezzati e curatii castelli è ora necessario conservareper la posterità anche le opere di difesarisalenti all’epoca delle due guerremondiali; costruzioni meno imponenti,certo, ma non per questo meno impor-tanti e interessanti dal punto di vista mi-litare. La protezione del nostro preziosopatrimonio storico è compito di tutte legenerazioni. L‘avvenire del nostro Pae-se poggia sul suo passato. Ringrazio leAutorità cantonali ticinesi, i Comuni, leassociazioni impegnate in quest’ambitononché i proprietari fondiari interessa-ti, per la comprensione dimostrata neiconfronti della protezione di queste im-portanti testimonianze della storia re-cente del nostro Paese e per la loro pre-ziosa collaborazione.

Die neue Armee braucht zahlreiche militäri-sche Bauwerke nicht mehr. Sie bleiben je-doch Zeugen des Wehrwillens aus ent-scheidenden Epochen der Geschichte unse-res Landes. Viele davon sind im Verlaufe derJahrzehnte wie die ehrwürdigen mittel-alterlichen Burgen zu festen Bestandteilender Landschaft geworden. Dies ist Grundgenug, eine Anzahl ausgewählter Werke derNachwelt zu erhalten. Wir zollen damit je-nen Vorfahren Respekt, die diese Anlagen in Zeiten grosser Bedrohung und mit gros-sen Opfern geschaffen haben. Sie bezeugendie Leistungen unserer Vorfahren für dieExistenzsicherung unseres Landes. Sie er-innern aber auch die kommenden Genera-tionen an ihre Aufgaben für die Zukunft der Schweiz.Das erste Kapitel des Verzeichnisses dermilitärischen Denkmäler enthält die Objek-te des Kantons Tessin. Dieser blickt seinerstrategischen Lage und seinen Beziehungenzum lombardischen Kulturraum wegen aufeine bewegte Vergangenheit zurück.Entsprechend reichhaltig ist denn auch derBestand an Wehrbauten aus allen Epochen.Die grossartigen Schlösser von Bellinzonasind Eckpfeiler einer Sperrstelle aus ver-gangenen Zeiten. Sie prägen das Bild vonStadt und Landschaft. So, wie sie geschätztund gepflegt werden, gilt es nun, auch dieweniger auffälligen aber militärisch nichtminder wichtigen und interessanten Ver-teidigungswerke aus den Zeiten der beidenWeltkriege der Nachwelt zu erhalten. DiePflege wertvoller Bestände unserer Ge-schichte ist Aufgabe aller Generationen. Die Zukunft unseres Landes fusst auf seinerVergangenheit. Ich danke deshalb den Tes-siner Kantonsbehörden, den Gemeindensowie den um diese Aufgaben bemühtenVereinigungen und den betroffenen Grund-eigentümern für ihr Verständnis und ihre Bereitschaft, bei der Erhaltung wichtigerZeugen der jüngeren Geschichte unseresLandes mitzuwirken.

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Il Cantone Ticino e la sua eredità militare

Der Kanton Tessin und sein militärischesVermächtnisMarco Borradori

Marco BorradoriAvvocatoCapo Dipartimento Territorio

Marco BorradoriRechtsanwaltVorsteher Direktion Bau, Planung und Umwelt

Nel 1993 il Consigliere federale KasparVilliger scriveva al Consiglio di Stato che,in seguito alla riforma dell’esercito, mol-te opere fortificate esistenti sul territorionazionale avevano perso la loro impor-tanza militare e dovevano essere o ab-bandonate o alienate; nel contempo, sot-tolineando l’importanza paesaggistica,storica e architettonica di molte di esse,annunciava la necessità di allestire uninventario che permettesse di conosce-re nei dettagli questo patrimonio, in buo-na parte ancora sconosciuto alla grandemaggioranza della popolazione.Il Consiglio di Stato, dopo essersi con-sultato con la Sezione della pianifica-zione urbanistica, l’Ufficio e la Commis-sione cantonale dei monumenti, si felici-tava per l’iniziativa: l’inventario avrebbeimposto un momento di riflessione primadi una semplice liquidazione delle opere;avrebbe anche permesso di meglio va-lutare i problemi connessi con l’even-tuale conservazione dei manufatti, spe-cialmente in relazione alla proprietà eagli oneri di manutenzione delle moltefortificazioni, visibili e invisibili, che ca-ratterizzano il territorio ticinese.Oggi questo imponente lavoro di catalo-gazione è compiuto e ha svelato un qua-dro di notevole interesse: molti manufattihanno un semplice valore storico inquanto testimonianza di periodi trava-gliati; molti altri hanno invece una note-vole importanza tecnica, architettonicae urbanistica. Pensiamo, ad esempio, al Forte Airolo, che del resto è già unmuseo, alla caserma di Monte Foppa,alle opere che costituiscono la linea della Lona tra Lodrino e Osogna, la cuipresenza segna ancora oggi, in manieraevidente, una parte della Val Riviera ...Il prossimo passo sarà quello di valu-tare, di comune accordo con il Dipar-timento federale militare, in quali casipotranno essere messe in opera ragio-nevoli misure di conservazione e valoriz-zazione di questo patrimonio: solamentein questo modo potranno essere conve-nientemente tutelati, a futura memoria,manufatti costati grandi fatiche e ingentisomme e che per più di un secolo hannocontribuito ad assicurare alla Svizzerapace e benessere.

1993 schrieb Bundesrat Kaspar Villiger an die Tessiner Regierung, dass im Zuge derArmeereform in der ganzen Schweiz zahlrei-che bestehende Befestigungen liquidiertwerden müssten. Unter Betonung der land-schaftlichen, geschichtlichen und architek-tonischen Bedeutung mancher Festungs-werke kündigte er eine – für viele noch undefinierbare – Inventarisierung an, wel-che über den Bestand detailliert Auskunftgeben soll. Die Regierung begrüsste nachKonsultationen mit dem Planungsamt undder Denkmalpflege und deren kantonalerKommission diese Initiative. Ein Inventarimpliziert ein nochmaliges Überdenken imVorfeld der beabsichtigten Liquidierung derFestungswerke sowie eine bessere Beurtei-lung der Probleme für den Fall der Bewah-rung bestimmter Bauwerke. Dies gilt insbe-sondere für die Besitzverhältnisse und dieBedingungen für die Erhaltung der grossenZahl an sichtbaren und unsichtbaren Befe-stigungen, welche das Territorium des Tes-sins mitprägen.Heute ist diese eindrückliche Katalogisie-rungsarbeit vollendet und offenbart mannig-faltige interessante Aspekte: Mehrere Wer-ke haben ganz einfach als Zeitzeugen einengeschichtlichen Wert, anderen wiederum isthinsichtlich Konzeption, Architektur undTechnik beachtliche Bedeutung zu attestie-ren. Denken wir an das Fort Airolo, welchesübrigens schon heute in ein Museum umge-wandelt wurde, an die Kaserne Monte Fop-pa, an die LONA-Linie bei Lodrino und Oso-gna, die noch heute einem Teil des Val Ri-viera ihren Stempel aufdrückt ...Als nächster Schritt wird – in Zusammen-arbeit mit dem EMD – vereinbart werden,welche zweckmässigen Vorkehren von Fallzu Fall für die Erhaltung und Betreuungdieses Vermächtnisses zu treffen sind. Nurso können diese Werke, die unter erheb-lichem Einsatz und hohen Kosten geschaffenwurden, und die unserem Land über ein Jahr-hundert Frieden und Wohlergehen gesicherthaben, die Erinnerung wachhalten.

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Nota dell’editore

Editorial

Dal 1993 I’inventario dei monumentimilitari è elaborato dal «Gruppo di lavoroper la protezione della natura e dei mo-numenti per le infrastrutture di combat-timento e di condotta del DMF» (ADAB).Questo gruppo ha ricevuto l’incarico divalutare, sotto l’aspetto culturale, stori-co ed ecologico, il gran numero di operediventate superflue con le riforme Eser-cito 95 e DMF 95.La presente pubblicazione, riassuntodel più corposo e dettagliato inventario,ha lo scopo di mostrare le opere e glisbarramenti di maggior interesse pre-senti nel Cantone Ticino, dando agliinteressati, specialisti o meno, un brevecenno sulla ricchezza ecologica, archi-tettonica e tecnica delle costruzioni mi-litari di questo secolo. I testi annessi didiversi specialisti, danno i riferimentinecessari per destare I’interesse per lasalvaguardia di questa giovane genera-zione di monumenti. Questa documentazione è stata con-cepita come primo volume di una colla-na di pubblicazioni che dovrebbe com-prendere, al termine dell’inventario, tut-ta la Svizzera. Le opere militari ammini-strate dall’Ufficio delle costruzioni fe-derali e dall’Ufficio federale degli aero-dromi militari non sono integrate nelpresente inventario e saranno l’oggettodi uno studio separato.Gli editori ringraziano gli enti e le per-sone che hanno contribuito alla realiz-zazione di questa documentazione.

Das Inventar der militärischen Denkmälerwird seit 1993 durch die interdeparte-mentale «Arbeitsgruppe Natur- und Denk-malschutz bei militärischen Kampf- undFührungsbauten» (ADAB) bearbeitet. Diesehat den Auftrag, den grossen Bestand anBauten und Anlagen, welche mit denReformprojekten Armee 95 und EMD 95überflüssig geworden sind, gesamtheitlichzu erfassen und dessen ökologische, histo-rische und kulturelle Bedeutung zu bewer-ten.Die vorliegende Broschüre ist eine Zusam-menfassung des umfangreichen und detail-lierten Inventars über die als erhaltenswerteingestuften Objekte im Kanton Tessin. Siesoll Fachleuten und Laien einen Überblicküber den Reichtum an ökologischen, archi-tektonischen und technischen Werten ge-ben, die in den militärischen Bauten und An-lagen dieses Jahrhunderts verborgen sind.Die Stellungnahmen verschiedener Fach-leute mögen dazu beitragen, Hintergründeaufzuzeigen und das Verständnis für diesejüngste Generation von Denkmälern zu för-dern.Diese Dokumentation ist als Anfang ei-ner Publikationsreihe gedacht, die schliess-lich das ganze Gebiet der Schweiz abdeckensoll. Nicht berücksichtigt sind jene militäri-schen Bauten, die das Amt für Bundesbau-ten verwaltet (Kasernen, Bürogebäudeusw). Diese sollen später separat erfasstwerden, ebenso wie diejenigen des Bun-desamtes für Militärflugplätze.Die Herausgeber danken allen, die in ir-gendeiner Weise zur Realisierung dieserDokumentation beigetragen haben, ganzherzlich!

Silvio Keller, Architekt HTL/Raumplaner BSP, Sektions-chef in der Abteilung Bauwesen im Stab der Gruppe fürGeneralstabsdienste, Oberstleutnant der Genietrup-pen, Vorstandsmitglied Berner Heimatschutz

Silvio Keller, Architetto STS / Pianificatore FUS,Capo sezione commitenti presso la Divisione de-gli affari edilizi dello Stato maggiore dell’aggrup-pamento dello Stato maggiore generale, Tenentecolonello delle truppe del genio, Membro del co-mitato direttivo del Heimatschutz bernese

Silvio KellerPresidente del gruppo ADAB

Silvio KellerLeiter der Arbeitsgruppe ADAB

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Indice

Inhaltsverzeichnis

Kaspar VilligerPrefazione del Presidente della Confederazione 1Vorwort des Bundespräsidenten

Marco BorradoriIl Cantone Ticino e la sua eredità militare 2Der Kanton Tessin und sein militärisches Vermächtnis

Silvio KellerNota dell’editore 3Editorial

Vista d’insieme degli sbarramenti 5Übersichtsplan der Sperrstellen

Jürg Stüssi-LauterburgIl Cantone Ticino fra i conflitti delle potenze europee 6Das Tessin im Spannungsfeld der europäischen Mächte

Roberto MoccettiIl ruolo delle opere fortificate nell’ultimo dopoguerra 8Die Bedeutung der Festungswerke nach dem Zweiten Weltkrieg

J. Peter AebiMetodologia e aspetto giuridico degli inventari 10Methodik und rechtliche Stellung von Inventaren

Maurice LovisaL’inventario in un breve sorvolo 12Erläuterungen zum Inventar

Sbarramenti di valore nazionaleSperrstellen von nationaler Bedeutung

– Gandria 14– Gordola 16– Magadino 18– Monte Ceneri 20– Monti di Medeglia – Alpe del Tiglio 22– Lona (Lodrino-Osogna) 24– Lona posizioni d’artiglieria / Artillerie-Stellungen 28– San Giacomo 30– San Gottardo, entrata galleria / Tunneleingänge 32– San Gottardo, Motto Bartola 34– San Gottardo, passo 36– altre opere del San Gottardo / andere Werke im Gotthardgebiet 38

Appendice – Dettagli e particolaritàAnhang – Besonderheiten und Details

– Mascheramenti / Tarnungen 40– Fortificazioni campali / Feldbefestigungen 41– Gallerie e ostacoli anticarro / Stollen und Gelände-Panzerhindernisse 42– Feritoie / Scharten

Membri del gruppo di lavoro 44Mitglieder der Arbeitsgruppe

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Vista d’insieme degli sbarramenti nel Cantone Ticino

Übersichtsplan der Sperrstellen im Kanton Tessin

oo Lucomagnoo Acquacaldao Olivone

oo Rodi Piottinoo Biaschinao Varenzo

ooo Lonaoo Motto Ludiano

o Moleno Crescianoo Arbedoo Biasca

ooo San Giacomooo All’Acquaoo Novena

o Bedrettoo Novena

ooo San Gottardooo Madrano Stalvedro

ooo Magadinoooo Monte Ceneriooo Monti di Medeglia

oo Ceneri Nordoo Camorino

o Gerra Piano Cugnascoo Gudo

ooo Sbarramenti di valore nazionaleSperrstellen von nationaler Bedeutung

oo Sbarramenti di valore regionaleSperrstellen von regionaler Bedeutung

o Sbarramenti di valore localeSperrstellen von lokaler Bedeutung

o Agnoo Ponte Tresao Novaggio

o Brontallo Bignascoo Vogorno

oo Strada Indemini

ooo Gandriaoo Capolagooo Diga di Melide

o Brusino Arsizioo Arogno

o Ranzoo Ronco Mosciao Virao Gerra San Nazzaroo Valmara Ponte

oo Intragnaoo Ponte Brolla

o Camedo

oo Gola di Lagooo Taverne Mezzovico

o Camignolo Bironico

oo San Jorioo Biscia San Jorio

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Il Cantone Ticino fra i conflitti dellepotenze europeeJürg Stüssi-Lauterburg

Nessun cantone è stato esposto comeil Cantone Ticino nel 19° e 20° secolo.Obiettivo delle mire del generale Napo-leone Bonaparte sin dal 1797, in segui-to occupato dalle truppe del Corso, di-venuto imperatore dei francesi, 1799sfruttato da Aleksandr Suvorov per lasua avanzata attraverso le alpi, tenutod’occhio con un misto di paura e di col-lera dall’Austria restaurata, bloccato,collegato con il resto della Confedera-zione soltanto dai precari valichi alpini,il Cantone Ticino ha dovuto addiritturasviluppare un vero e proprio concettoper la sua sicurezza militare. La solaoccupazione delle frontiere si è prestorivelata insufficiente. Di conseguenza si denota già dopo l’anno della rivo-luzione, 1848, e fino alla metà del 1850,una prima fase di costruzione di fortifi-cazioni volte chiaramente ad opporsi adeventuali mire espansionistiche aus-triache.Con le vittorie di Solferino e di SanMartino, francesi e piemontesi poserofine sanguinosamente al dominio aus-triaco in Lombardia. Quindi la data del24 giugno 1859 non segna soltantol’ispirazione di Henry Dunant di fondarela Croce Rossa e umanizzare il dirittodelle genti in guerra, ma anche un sen-sibile alleggerimento della situazionemilitare al confine meridionale dellaSvizzera e ciò anche se già nel 1866 vi è stata una nuova occupazione dellefrontiere dovuta al riaccendersi del con-flitto fra Austria e Italia, parallelamentealla guerra fra i tedeschi, Prussia edAustria. Nonostante la sconfitta patita aCustoza, l’Italia riconquistava il dominiosul Veneto grazie al sostegno dell’allea-to prussiano.

Mutamento delle strategie dopo la costruzione della galleria del San GottardoCon questo alleato, divenuto l’Imperogermanico, nonchè con l’lmpero austro-ungarico, l’Italia firmava nel 1882 il co-

sidetto patto delle triplice, chiaramentediretto contro la Francia. Militarmentequesto fatto aveva evidentemente unsenso, perchè la ferrovia attraverso ilSan Gottardo rendeva concepibile quel-lo che non era riuscito a Suvorov vale adire di lanciare attraverso le alpi unesercito abbastanza forte, in gradod’ottenere una decisione sul posto.Esattamente questo era il compito dei200000 soldati italiani i quali dovevanoraggiungere nella regione di Basilea-Sciaffusa l’ala sinistra delle truppe ger-maniche. Così l’ala destra tedesca èdivenuta praticamente invincibile. Talegrave minaccia per la Svizzera, subitoriconosciuta dagli esperti in materia, haavuto come conseguenza il più grandesforzo mai visto nel nostro Paese nellacostruzione di fortificazioni, con l’attua-zione dei forti del San Gottardo e delleopere di Saint-Maurice. Tuttavia unaporta rimaneva ancora aperta a est, neiGrigioni, ma la chiusura della valle delTicino ad Airolo condannava all’ineffi-cacia i progetti del triplice patto. Infattiun aggiramento dei poco consistenti va-lichi retici sarebbe durato troppo a lun-go per i tempi richiesti in una operazio-ne del genere all’inizio del secolo. Que-st’epoca delle fortificazioni e della sto-ria militare svizzera sì è conclusa nel1912 con le manovre del Kaiser, allor-quando l’imperatore tedesco, deciso arispettare la neutralità svizzera, volleaccertarsi che un attacco fiancheggi-ante francese attraverso il territorioelvetico era escluso. Durante la guerramondiale del 1914–1918 (rispettivamen-te 1915 in rapporto alla frontiera sud) il Cantone Ticino non era in primo piano,anche se l’Italia, opposta alla Germaniaed all’Impero austro-ungarico, ha co-struito imponenti fortificazioni nellazona di frontiera alfine di prevenire unattacco contro Milano attraverso il Tici-no, attacco che naturalmente nonavvenne.Il bel sogno del dopo-guerra «mai piùguerra» è scomparso presto dal voca-bolario giornaliero che è stato comple-tato con il nome di Mussolini e, dal latogeografico, con quello di Fiume. Lecostruzioni stradali al Pian San Giaco-mo ed al passo San Jorio, progetti chesoltanto i più ingenui potevano riteneredestinati a scopi diversi da quelli milita-ri, hanno condotto negli anni trenta e nel

corso del susseguente conflitto mon-diale, alla terza grande fase nella co-struzione delle fortificazioni svizzere edin particolare ticinesi.

Le intenzioni di Hitler e MussoliniNell’ottobre 1940 – la Francia era a terra e l’Inghilterra lottava per la suasopravvivenza – il Duce Benito Musso-lini scriveva al Führer Adolf Hitler «Colsuo atteggiamento ostile la Svizzerapone da sé il problema della sua esi-stenza». Da pochi anni, grazie ad Alber-to Rovighi, sappiamo cosa avrebbe si-gnificato questa frase: era progettato unattacco in tutti i punti possibili fra il PianSan Giacomo ed il Passo del San Joriocon un dispiegamento simultaneo emassimo di forze alfine di raggiungererapidamente un nuovo confine italo-tedesco nelle gole della Schöllenen. Il fatto che questo piano sia rimasto sullacarta, non va ascritto unicamente, macomunque in modo sostanziale allefortificazioni svizzere esistenti ed in fase di costruzione e soprattutto allospirito attestato da queste opere, spirito espresso nel motto «Patria per te il milite fece».

Nuove perspettive dopo il 1945Indubbiamente dopo il 1945 la minacciasi è diversificata, ma non è scomparsa.La porta di Ljubljana è una realtà eter-na, di cui va tenuto conto fintanto chepossibili pericoli sono in agguatodall’est. Ne è stato il caso durante laguerra fredda; e se ancor oggi non èpossibile descrivere particolareggiata-mente, come si vorrebbe, i pianid’attacco del patto di Varsavia, non sene può più negare l’esistenza sulla basedelle cognizioni attualmente acquisite.Nondimeno è chiaro che dal 1815 in poila Svizzera ha tenuto aperto il passaggioattraverso le trasversali alpine e parti-colarmente il valico del San Gottardo ascopi prettamente pacifici, tanto per ilcontinente quanto per il mondo intero.Speriamo resti sempre così.

Dott. phil. Jürg Stüssi-Lauterburg, Capo dellaBiblioteca militare federale e del Servizio storicoa Berna, Autore di «Helvetias Töchter» (Frauen-feld, Huber, 1989) e «Föderalismus und Freiheit»;(Brugg, Effingerhof, 1994), Maggiore SMG, Con-sigliere comunale, Windisch.

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Kein Kanton war im 19. und im 20. Jahr-hundert exponierter als der Kanton Tessin.Zielscheibe von Plänen General NapoléonBonapartes seit 1797, von den Truppen des zum Kaiser der Franzosen geworde-nen Korsen zeitweise besetzt, 1799 vonAlexander Suworow zum Stoss über dieAlpen benutzt, vom restaurierten Österreichmit einer Mischung aus Angst und Zornbeobachtet, blockiert, mit der übrigen Eid-genossenschaft nur durch prekäre Pass-strassen verbunden, musste der KantonTessin geradezu einen ausgesprochenenSinn für militärische Sicherheit entwickeln.Die Grenzbesetzungen allein genügtenhierfür nicht mehr. So ist nach demRevolutionsjahr 1848 und bis zur Mitte der 1850er Jahre ein erster Schub von gegenallfällige österreichische Interventions-absichten gerichtete Festungsbauten zukonstatieren.Mit den Siegen von Solferino und von SanMartino setzten Franzosen und Piemonteserder österreichischen Herrschaft in der Lom-bardei ein blutiges Ende. So datiert vom 24.Juni 1859 nicht nur Henry DunantsInspiration für die Gründung des RotenKreuzes und die Humanisierung des Kriegs-völkerrechts, sondern auch eine erheblicheEntlastung der militärischen Lage an derSchweizer Südgrenze, auch wenn es bereits1866 wieder zu einer Grenzbesetzung kam,da – parallel zum Deutsch-deutschen Krieg – Österreich und Italien erneut dieWaffen gegeneinander ergriffen hatten. Bei Custoza besiegt, erbte Italien dennochdie österreichische Herrschaft über Vene-tien, weil ihm sein preussischer Bundes-genosse dazu verhalf.

Strategiewandel nach dem Baudes GotthardtunnelsMit diesem Bundesgenossen, aus dem dasDeutsche Reich geworden war, sowie mitÖsterreich-Ungarn, schloss Italien 1882 den gegen Frankreich gerichteten soge-nannten Dreibund. Dies ergab militärischSinn, weil die Bahn durch den Gottharddenkbar machte, was selbst Suworow 1799noch nicht geglückt war: eine Armee ingenügender Stärke so rechtzeitig über dieAlpen zu werfen, dass sie dort die Entschei-dung erzwingen konnte. Genau das sollten200000 am linken deutschen Flügel im Raum Basel–Schaffhausen aufmarschie-rende Italiener. Der deutsche rechte Flügelliess sich so unüberwindlich stark machen.Diese akute, allen Fachleuten damals klareBedrohung der Schweiz führte zur gewaltig-

sten fortifikatorischen Anstrengung, die unser Land je gesehen hat, zum Bau der Gott-hardfestung und zudem der Werke von Saint Maurice. Zwar blieb weiter östlich, inGraubünden, noch ein Tor offen, aber dieSchliessung des Tessintales in Airolo ver-urteilte die Dreibundpläne dennoch zurUnwirksamkeit; eine Umgehung über dieleistungsschwachen rätischen Pässe dauer-te für die Bedürfnisse der Operationstempider Jahrhundertwende zu lang. Die Kaiser-manöver von 1912 – als das nun klar zurRespektierung der Schweizer Neutralitätentschlossene deutsche Staatsoberhauptnur noch die Gewissheit haben wollte, dass über helvetischem Boden kein franzö-sischer Flankenangriff drohte – setztendieser Epoche der Schweizer Militär- undFortifikationsgeschichte ein Ende. Im Welt-krieg 1914–1918 (bzw. auf die Südgrenzebezogen 1915) stand der Kanton Tessin nichtim Vordergrund, wenngleich das gegenDeutschland und Österreich-Ungarn antre-tende Italien auf seiner Seite der Grenzeimposante Stellungen aufwarf, um gegen ei-nen Stoss aus dem Tessin gegen Mailandgewappnet zu sein – ein Stoss, der natürlichniemals kam. Der schöne Nachkriegstraumdes «Nie wieder Krieg» verflog, als daspolitische Alltagsvokabular durch denNamen Mussolini, das geographische durchFiume ergänzt wurde. Der Strassenbau aufden San Giacomo und auf den San Jorio,Projekte, die nur für naive Gemüter eineandere als eine militärische Bedeutunghaben konnten, führten in den DreissigerJahren und während der anschliessendenWeltkriegszeit zum dritten grossen Schubdes schweizerischen, vor allem aber desTessiner Festungsbaus.

Hitlers und Mussolinis AbsichtenIm Oktober 1940 – Frankreich lag am Bo-den, England kämpfte um seine Existenz –schrieb der italienische Duce BenitoMussolini dem deutschen Führer AdolfHitler: «Col suo incomprensibile atteggia-mento ostile la Svizzera pone da sé il pro-blema della sua esistenza.» Was dies, aufdas Territorium bezogen, für den Kanton Tes-sin bedeutet hätte, wissen wir seit wenigenJahren dank Alberto Rovighi: Es wargeplant, alle möglichen Einfallsachsenzwischen dem San Giacomo und dem SanJorio mit einem maximalen simultanenKräfteeinsatz zu benützen, um rasch dieneue italienisch-deutsche Grenze in derSchöllenen zu erreichen. Dass auch dieser

Plan Papier blieb, hing nicht nur, aber auchsehr wesentlich mit den bereits gebautenund noch täglich wachsenden SchweizerFestungsanlagen zusammen, vor allemnatürlich mit dem durch sie bezeugten Geist des «Patria per te il milite fece».

Neue Kriterien nach 1945Zweifellos veränderte sich die Bedrohungnach 1945, zweifellos bestand sie aber nachwie vor. Die Pforte von Ljubljana ist eineRealität, die militärisch so lange zur Kennt-nis zu nehmen ist, als weiter östlich mögli-che Gefahren lauern. Im Kalten Krieg wardas der Fall. Und wenn es auch heute nochnicht möglich ist, die Angriffspläne des War-schauer Paktes so detailliert zu beschreiben,wie dies wünschbar wäre: Dass sie bestan-den, ist nach den bereits bekannten Faktennicht mehr zu bezweifeln. Ebenso steht fest,dass seit 1815 die Schweiz die Alpentrans-versale par excellence, den Sankt Gotthard,für den Kontinent und für die Welt zum fried-lichen Gebrauch offengehalten und jederkriegerischen Verwendung vorenthaltenhat. Möge dies immer so sein.

Das Tessin im Spannungsfeld dereuropäischen MächteJürg Stüssi-Lauterburg

Dr. phil. Jürg Stüssi-Lauterburg, Chef der Eidg. Militär-bibliothek und des Historischen Dienstes in Bern, Au-tor von «Helvetias Töchter»; (Frauenfeld, Huber, 1989)und von «Föderalismus und Freiheit»; (Brugg, Effinger-hof, 1994), Major im Gst., Gemeinderat von Windisch.

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Roberto MoccettiIngegnere civile ETHZ,1976–78 Cdt brigata frontiera 91979–83 Cdt divisione montagna 91984–86 Cdt CA montagna 3

Il ruolo delle opere fortificatenell’ultimo dopoguerraRoberto Moccetti

La fortificazione, sorella siamese delladifesa, mira ad ottenere il massimo ren-dimento dal proprio fuoco, a diminuirel’efficacia di quello dell’attaccante, adagevolare la propria manovra e ostaco-lare quella dell’avversario.La fortificazione permanente è per an-tonomasia un «monumento militare»,consta di importanti opere di caratteredurevole ed esprime le decisioni politi-che, strategiche ed operative dello Sta-to. L’evoluzione dei sistemi e dei mezzid’attacco ha portato a incisivi sviluppidella fortificazione. Un’importante svol-ta intervenne dopo Hiroshima con l’im-possibilità di realizzare una protezionetotale.Le possibilità di esattamente individua-re, di precisamente colpire ed efficace-mente agire in obiettivo rappresentaro-no la seconda grande svolta nella mi-naccia alle opere fortificate. Appare per-tanto poco giudizioso opporsi a questenuove minacce aumentando gli spesso-ri del calcestruzzo o dell’acciaio.

La svolta in EuropaLa ricerca eccessiva della sicurezzaindusse diversi stati a realizzare, fra ledue guerre mondiali, linee fortificate. Nelcorso del conflitto, tutti questi baluardicaddero; alcuni dopo aver svolto la lorofunzione, altri senza aver soddisfatto leaspettative minime in essi poste. Conemozione e superficialità la fortificazio-ne permanente divenne il capro espiato-rio per tutti gli insuccessi. Si può esem-plificare con la linea Maginot, magistral-mente realizzata con protezione per imezzi allora conosciuti. Storici ed esper-ti sono unanimi; «La ligne Maginot n’apas trompé ses défenseurs. Tout ce quel’on peut constater c’est que le haut com-mandement francais ne s’est pas servide cet outil magnifique».

dell’attuale artiglieria di fortezza; essorappresenta un sostegno immediato,permettendo di agire da settori centralialla frontiera e oltre la stessa.

Riassumendo l’evoluzione nel dopoguer-ra della fortificazione permanente nelnostro Paese, constatiamo che quest’ul-tima ha perduto parzialmente d’impor-tanza, che l’eliminazione di molte opereè giudiziosa e che alcune forme, adatta-te alla nuova minaccia devono esseremantenute, (LM FORT, BISON, CENTU-RION, robusti ostacoli, opere minate, in-frastruttura della condotta e della logi-stica).Il coraggio di eliminare, dopo attentoesame dei costi di manutenzione, co-struzioni superate è attualmente presen-te, la prudenza invita però ad applicare ilprincipio «in dubbio pro reo».

L’evoluzione nel nostro PaeseL’evoluzione fu da noi più lenta per i se-guenti motivi: buone esperienze del ser-vizio attivo, neutralità, buona situazionefinanziaria. In stile telegrafico possonoessere indicati i seguenti passi: ultima-zione delle opere del servizio attivo (p. es. Sargans e caverne per velivoli);risanamento delle opere con l’impiego di armi più moderne; infrastrutture del-l’aviazione e della DCA; monoblocchi incalcestruzzo per lanciamine di fortezza12 cm e per artiglieria a lunga gettata;ricoveri in roccia o in calcestruzzo rico-perti da terra e da pietre quali posti dicomando per la condotta politica e mili-tare fino alla grande unità; accantona-menti sotterranei in montagna; impiantidella logistica; ecc. In questo contesto fi-gura il potenziamento qualitativo e quan-titativo della rete delle distruzioni e deg-li ostacoli permanenti.Ciononostante ci rendemmo contodell’aumentata minaccia sulle opereriducendo e adattando gli interventinell’ambito della fortificazione perma-nente. A questo mutamento di rotta con-tribuirono pure: la riduzione degli effetti-vi e soprattutto delle truppe sedentarienell’esercito 95; la rinuncia a prepararedispositivi difensivi, la sfavorevole situa-zione finanziaria. Declassamento e liqui-dazione di costruzioni superate divenne-ro necessari e attuali. L’artiglieria difortezza è in gran parte superata, i costidi manutenzione delle vecchie operesono sproporzionati. L’appoggio di artiglieria è però indispensabile per il dominio delle trasversali alpine.Completa validità mantiene, anchetenendo conto delle precitate minaccedall’aria, I’assioma secondo il quale ilvalore di fortificazioni dipende dalla for-za naturale del terreno. Lanciamine difortezza sono poco vulnerabili nei fondo-valli e persino in gole (le traiettorie nonsono ostacolate). La feritoia rimane l’-elemento più delicato nei monoblocchidella nuova artiglieria di fortezza; la pro-tezione può essere migliorata localmen-te e con un avveduto adattamento alla to-pografia. Necessaria è pure una forteprotezione con DCA. Il fuoco con canno-ni a grande gettata assumerà un impor-tante ruolo anche quale rimpiazzo

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Die Bedeutung der Festungswerke nach dem Zweiten WeltkriegRoberto Moccetti

Die allgemeine EntwicklungDie Befestigung des Geländes – siamesi-sche Schwester der Verteidigung – be-zweckt die erhöhte Wirkung des eigenenund die Abschwächung des gegnerischenFeuers, steigert die eigene Beweglichkeitund schränkt jene des Angreifers ein.Innerhalb der erhaltenswerten militärischenAnlagen steht die permanente Befestigungmit wichtigen und auf Dauer angelegtenWerken im Vordergrund. Sie sind Ausdruckstrategischer und operativer Überlegungeneines Staates.Neue Angriffsmethoden und -mittel hattentiefgreifende Änderungen der Befestigungzur Folge. Seit Hiroshima ist der absoluteBefestigungs-Schutz nicht mehr realisier-bar. Aufgrund der grossen Treffsicherheitund der gewaltigen Wirkung der neuenWaffen im Ziel und der nun möglichen ge-nauen Erfassung der Befestigungen schienes nicht mehr sinnvoll, diesen neuenBedrohungen mit dickeren Betonschichtenund Stahlpanzerungen begegnen zu wollen.

Neue Waffen – neue Verteidigung in Europa und in der SchweizAuf der Suche nach mehr Sicherheit sind in der Zwischenkriegszeit zahlreicheFestungslinien entstanden (Mannheim,Metaxas, Stalin, Maginot, Siegfried). ImZweiten Weltkrieg fielen alle diese Boll-werke, einige nach Erfüllung ihrer Funktion,andere hingegen ohne die in sie gesetztenErwartungen zu befriedigen. Eine oberfläch-liche und emotionale Beurteilung stempeltedie permanente Befestigung zum Sünden-bock für alle Misserfolge. In vielen Fällenjedoch wussten die Kommandanten dieMöglichkeiten der Festungen nicht voll zunutzen. Das Beispiel der Maginotlinie, mei-sterhaft gebaut und gegen alle damaligenBedrohungen Schutz bietend, ist bezeich-nend. Fachleute und Historiker sind sicheinig: «La ligne Maginot n’a pas trompé ses défenseurs. Tous ce que l’on peut con-stater c’est que le Haut Commandementfrançais ne s’est pas servi de cet outilmagnifique.»Dass die Anpassung an die neuen militäri-schen Anforderungen bei uns wesentlichlangsamer verlief als z.B. in Frankreich, hatfolgende Gründe: positive Erfahrungen imAktivdienst, Kampf in starkem Gelände,Neutralität, gute Finanzlage (Unterhalt).

Zusammengenommen erkennt man folgen-de Etappen: Fertigstellung der Anlagen desAktivdienstes (z.B. Sargans und Flugzeugka-vernen), Sanierung bestehender Anlagenmit Anpassungen an neue Waffen (Infra-struktur der Luftverteidigung, Kampfständein Form von Monoblöcken für Festungs-minenwerfer 12 cm und weitreichendeArtillerie, Unterstände in Fels oder Beton,geschützt mit Steinen und Erde, als Kom-mandoposten für die politische und militäri-sche Führung bis zum Grossverband, zentra-le Gebirgsunterkünfte, Anlagen der Logistikusw.) Damit einher ging ein qualitativer und quantitativer Ausbau des permanentenZerstörungsnetzes und der Hindernisse.

Zeugen der MilitärgeschichteDie Leistungen im Bereich der permanentenBefestigung wurden indessen sukzessivereduziert. Dazu führten folgende Faktoren:der mit Armee 95 eingetretene Abbau derBestände ortsgebundener Truppen, derVerzicht auf vorbereitete Dispositive sowiedie ungünstige Finanzlage des Bundes.Systematische Deklassierung und Liquida-tion drängen sich also auf. Das Gros derFestungsartillerie ist überholt. Im Zentral-raum und zur Beherrschung der Alpen-transversalen bleibt Artillerie-Unterstüt-zung jedoch unentbehrlich.Die Hauptbedrohung aus der Luft stellt dasAxiom nicht in Frage, dass der Wert vonBefestigungen von der natürlichen Stärkedes Geländes abhängt. Festungsminenwer-fer sind in Talböden und Schluchten weitge-hend geschützt (die Flugbahnen werdennicht gestört). Bei den Monoblöcken derneuen Festungsartillerie wird die Verletz-lichkeit der Scharte mit lokalen Mass-nahmen, geschickter Ausnützung der Topo-graphie und dichtem Flabschutz vermindert.Diese Feuerquellen mit Kanonen grosserReichweite – als Ersatz für die überholteFestungsartillerie – spielen eine entschei-dende Rolle: Sie stellen die Feuerunterstüt-zung der ersten Stunde dar und gestatten,aus zentralen Räumen an und über der Gren-ze zu wirken.Zusammenfassend ist festzustellen, dassdie permanente Befestigung in der Schweiznach dem Zweiten Weltkrieg an Bedeutungverloren hat und die Elimination vieler An-lagen vernünftig ist. Gewisse, der Bedro-hung angepasste Anlagen müssen jedoch

beibehalten werden (Fest Mw, BISON, CEN-TURION, massive Hindernisse, Sprengob-jekte sowie wichtige Infrastrukturen derFührung und der Logistik).An der Entschlossenheit, überholte Anlagenmit hohen Unterhaltskosten aufzugeben, istnicht zu rütteln. Als Vorsichtbremse hat je-doch «in dubio pro reo» zu gelten. Interes-sante und bedeutende Anlagen der Nach-welt zu erhalten, befiehlt uns unserGeschichtsbewusstsein.

Roberto MoccettiBauingenieur ETHZ,1976–78 Kdt. der Grenzbrigade 91979–83 Kdt. der Gebirgsdivision 91984–86 Kdt. des Gebirgsarmeekorps 3

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J. Peter AebiArchitetto e Pianificatore SPFUfficio federale della cultura,Supplente del capo sezione patrimonioculturali e monumenti storici

ADAB – Inventario dei monumentimilitari Metodologia e aspetto giuridico degli inventariJ. Peter Aebi

In merito alla metodologia degli inventariGli inventari sono inchieste e descrizio-ni sullo stato di oggetti diversi ma di con-tenuto identico. Un inventario può es-sere allestito sotto forma di una sempli-ce lista oppure sotto forma di una com-pleta documentazione. Le liste rossedegli animali minacciati sono inventaritanto quanto le inchieste relative a co-struzioni singole o complessi edificati.Contenuto e utilizzo dell’inventario de-terminano il suo carattere, il quale devecomunque rimanere vincolante. Soltan-to a questa stregua gli inventari sonocomparabili e sono istrumenti di lavoroutilizzabili.Secondo l’art. 5 della legge federale sul-la protezione della natura e del paesag-gio (LPNP) un inventario deve essere al-lestito secondo i seguenti criteri:a) esatta descrizione dell’oggettob) motivi della sua classificazione (na-

zionale, regionale, locale)c) possibili pericolid) misure di protezione esistentie) protezione richiestaf ) possibili proposte di miglioramento.

È pertanto indispensabile una descrizi-one esatta dell’oggetto in inventario. Sidevono stabilire criteri di giudizio validia lungo respiro. Per il fatto che gli in-ventari riguardano sempre soltanto uncampo specifico, nel quale gli oggettidifferiscono sotto diversi punti di vista,un raggruppamento in categorie appa-re opportuno. A seconda degli inventa-ri, oggetti singoli possono essere va-lutati quale parte di complesso d’ogget-ti d’inventario anche in modo diversodell’oggetto intero. I criteri di valutazio-ne ne devono tener conto.

Valore giuridicoIl presente inventario dei monumenti mi-litari è stato allestito in base ai criterisummenzionati. Ciò nonostante il fattoch’essi non debbano attenersi costritti-vamente alle norme stabilite dall’art. 5della LPNP (costituzione e legge obbli-gano in effetti, in generale, la Confe-derazione ad osservare le prescrizionidella legge federale sulla protezionedella natura, del paesaggio e dei monu-menti). Contrariamente agli inventarid’oggetti in possesso di persone priva-

te, comuni e cantoni, si deve supporreche questo inventario corrisponda aduna disposizione protettiva federale.Per gli inventari federali che non con-cernono proprietà della Confederazio-ne, la competenza (salvo eccezioni) disottoporre legalmente a protezionespetta ai cantoni. Pertanto sono possi-bili cambiamenti di destinazione, modi-fiche e alienazioni - con o senza obbli-go di salvaguardia a seconda dell’og-getto. Tuttavia gli oggetti singoli devonoessere conservati nel loro stato origi-nale e non perdere il loro valore di pro-tezione.Per gli oggetti militari del presente in-ventario (legati alla loro ubicazione),perlopiù al di fuori della zona edificabi-le, fa stato l’articolo 24 della legge sullapianificazione del territorio come pureper altri oggetti culturali di valore, adesempio signorie, conventi, castelli ecc.Nella valutazione degli oggetti si deveevidentemente considerare che le pos-sibilità di manutenzione del DMF sonolimitate. D’altro canto nel caso di oggettiparticolarmente interessanti va rispet-tata totalmente l’esigenza della prote-zione.

Legge federale sulla protezione della natura e del paesaggio

Art. 3 (Dovere della Confederazione)1 Le autorità, gli uffici, gli stabil-

menti e le aziende federali sonotenuti, nell’adempimento dei com-piti della Confederazione, a pro-vedere affinché le caratteristichedel paesaggio, I’aspetto degli abi-tati, i luoghi storici, le rarità natu-rali e i monumenti culturali sianorispettati e, ove predomini l’inte-resse generale, siano conservatiintatti.

2a Essi adempiono questo doverecostruendo e mantenendo in ma-niera corrispondente i propri edi-fici e impianti, oppure rinuncian-do a costruirli. (art. 2. lett. a)

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Zur Methodik von InventarenInventare sind Erhebungen und Darstellun-gen von Sachverhalten verschiedener Ob-jekte gleichen Inhalts. Inventare können alsreine Listen oder in Form ausführlicher Do-kumentationen erstellt werden. Rote Listengefährdeter Tierarten sind ebenso Inventa-re wie komplexe Erhebungen von Einzel-bauten oder ganzer Siedlungen.Gegenstand und Nutzung des Inventarsbestimmen dessen Charakter, der dann aberverbindlich bleiben muss. Nur so sind dieInventarinhalte vergleichbar und ein prakti-kables Arbeitsinstrument.Inventare gemäss Art. 5 des Bundesgeset-zes über den Natur- und Heimatschutz (NHG)sind nach folgenden elementaren Abklärun-gen und Feststellungen auszurichten:a ) die genaue Umschreibung der Objekteb ) die Gründe für ihre Einstufung (national/

regional/lokal)c ) die möglichen Gefahrend ) die bestehenden Schutzmassnahmene ) der anzustrebende Schutzf ) die möglichen Verbesserungsvorschläge

Eine genaue Umschreibung der Inventarob-jekte ist deshalb unerlässlich. Es sind Beur-teilungskriterien festzulegen, die ihre Gül-tigkeit auf Dauer beibehalten. Da Inventarezwar immer nur ein Sachgebiet betreffen,sich die einzelnen Objekte jedoch in man-cher Hinsicht unterscheiden, erweist sicheine Gruppierung nach Kategorien als op-portun.Je nach Art des Inventars können Einzel-objekte als Teil komplexer Inventarobjektedurchaus anders bewertet werden als dasganze Objekt. Die Beurteilungskriterien ha-ben darauf Rücksicht zu nehmen.

Rechtlicher StellenwertDas vorliegende Inventar der militärischenDenkmäler wurde gemäss den vorstehen-den Ausführungen erhoben. Dies obwohlderen Einordnung in die gemäss Art. 5 NHGgeforderten Inventare nicht notwendiger-weise erfolgen muss. (Verfassung undGesetz verpflichten nämlich den Bund ge-nerell, die Belange des Natur- und Heimat-schutzes und der Denkmalpflege zu berück-sichtigen).Im Gegensatz zu Inventaren, die den Besitzvon Privaten, Gemeinden und Kantonen be-treffen, ist zu vermuten, dass das vorliegen-de Inventar sozusagen einer Bundes-Schutz-

verfügung entspricht. Bei Bundesinventa-ren, die nicht Bundeseigentum betreffen,liegt (mit Ausnahmen) die Entscheidungs-hoheit der rechtlichen Unterschutzstellungbei den Kantonen. Umnutzungen, Verände-rungen, Veräusserungen sind – mit oderohne Schutzauflagen – je nach Objekt durch-aus möglich. Andererseits müssen einzelneObjekte in ihrem ursprünglichen Nutzungs-Status erhalten werden, sollen aber ihrenSchutzwert nicht verlieren.Für die (standortgebundenen) militärischenObjekte des Inventars, die meist ausserhalbvon Bauzonen liegen, gilt Art. 24 des Raum-planungsgesetzes ebenso wie für andereKulturobjekte, z.B. für wertvolle Bauern- undHerrschaftshäuser, Klöster, Schlösser usw.Bei der Bewertung der Objekte muss selbst-verständlich berücksichtigt werden, dasssich die Unterhaltsmöglichkeiten des EMDin Grenzen halten. Im Gegenzug muss denerhobenen Schutzforderungen für beson-ders wertvolle Objekte vollumfänglich nach-gelebt werden.

ADAB – Inventar militärischerDenkmälerMethodik und rechtliche Stellung vonInventarenJ. Peter Aebi

Das Natur- und Heimatschutzgesetz des Bundes

Art. 3 (Pflicht des Bundes)1 Die Behörden und Amtsstellen des

Bundes sowie seiner Anstalten undBetriebe haben bei der Erfüllung derBundesaufgaben dafür zu sorgen,dass das heimatliche Landschafts-und OrtsbiId, geschichtliche Stättensowie Natur- und Kulturdenkmälergeschont und, wo das allgemeinelnteresse an ihnen überwiegt, un-geschmälert erhalten bleiben.

2a Sie erfüllen diese Pflicht, indem sieeigene Bauten und Anlagen entspre-chend gestalten und unterhalten odergänzlich auf ihre Errichtung verzich-ten. (Art. 2 Buchst. a)

J. Peter AebiArchitekt und Raumplaner ETH,Stellvertreter des SektionschefsHeimatschutz/Denkmalpflege des Bundesamtes fürKultur

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Maurice LovisaArchitetto SPFL, Incaricato dell’inventario delleopere di combattimento e condotta del Diparti-mento militare federale DMF

Commento alle opere di combattimentoe di fortificazione militari nel Cantone TicinoMaurice Lovisa

Il corpusUno sguardo all’inventario permette dinotare molto rapidamente un insieme di costruzioni poco omogenee dal pun-to di vista tipologico. Il campo esamina-to presenta, in effetti, una diversità di tipi costruttivi tra le più elevate in Sviz-zera. Quali sono i motivi per una tale di-versità?In primo luogo il Ticino presenta unagamma di fortificazioni su tutto lospettro dell’epoca presa in conto inquesto inventario (1885-1995), fattoprobabilmente unico in Svizzera.In secondo luogo l’estensione geogra-fica del cantone porta al fatto che sipossono trovare tanto opere di frontieraquanto opere del ridotto. Le condizioniorografiche generali promuovono duetipi fondamentali di sbarramenti: forti-ficazioni di fondo valle e fortificazioniatte alla difesa di passi e colli in mediae alta montagna.In terzo luogo l’alto numero di unità e comandi che hanno progettato e edifi-cato fortificazioni nel cantone ha rinfor-zato questa diversità (3. Corpo d’arma-ta, 6. & 9. Divisione, Brigata frontiera 9e Brigata montagna 11, truppe della gu-arnigione delle fortificazioni del SanGottardo con i loro rispettivi uffici tecni-ci e capi genio, Ufficio genio fronte sud,ufficiali ingenieri dell’amministrazionedelle fortificazioni del San Gottardo,Commissione delle fortificazione, Uffi-cio federale di costruzione delle fortifi-cazioni).

Elementi più significativiI punti di massimo interesse si identifi-cano nelle due piazze d’armi munite didifese fortificate: Airolo e Monte Ce-neri. Le prime fortificazioni (periodo1885–1920) corrispondono anche allecostruzioni di massimo interesse sottol’aspetto architettonico (utilizzazionedel granito, ricerca ancora presente di una certa estetica funzionale, primouso del cemento armato e delle coraz-ze metalliche).L’elemento senz’altro più notevole si tro-va sulla piazza d’armi di Airolo: il forte«Fondo del Bosco» o forte «Airolo», unodei primi, se non il primo forte corazza-to del suo tipo costruito in Europa. Il cuivalore già riconosciuto ha permesso la

sua trasformazione parziale in museo.L’inventario dovrebbe permettere di sal-vare le sue opere annesse (in particola-re le opere di Motto Bartola e del co-stone di Fieudo) senza le quali risulte-rebbe di difficile lettura il dispositivo glo-bale di difesa.Rimarchevoli le tre batterie di fiancheg-giamento (con i loro dispositivi di fante-ria) di Magadino, Gordola e Spina (Mon-te Ceneri) costruite per difendere la pia-nura di Magadino. Di un tipo unico inSvizzera, fatta un’eccezione per Saint-Maurice, presentano ognuna piccolevariazione tipologiche.Per l’arco di tempo della seconda guer-ra mondiale, tra le molte costruzioni, l’o-pera d’artiglieria di San Carlo (San Gott-ardo) come prototipo di un nuovo tipo diforte munito di torrette corrazzate ar-mate di cannone di un calibro di 10,5cm.Ma anche una piccola opera di fanteriacome Gandria la cui soluzione adottataper sbarrare l’asse stradale presentauna grande originalità.

Limiti dell’inventarioL’inventario si e limitato allo studio del-le fortificazioni federali ancora in uso(tutto il dispositivo del Mendrisiotto, giàliquidato, e dunque assente). Meritevo-le di un interesse sarebbero anche lenumerose opere di difesa campali ese-guite tanto durante la prima guerramondiale (linea Monti di Medeglia –Alpe del Tiglio – Cucchetto, come esem-pio) quanto fra molti durante il secondoconflitto mondiale (zona Manegorio –All’Acqua – Grandinagia, Val Bedretto)di cui non pochi resti sono ancora visi-bili nel territorio.D’altro canto lo studio degli innumere-voli progetti non realizzati (forte d’ar-tiglieria a torrette nella zona del MonteBar/Gola di Lago, esempio tra i molti peril periodo 39-45) o l’analisi del divario trai progetti e le realizzazioni (passo delSan Jorio, passo del San Giacomo) per-metterebbe di ricostruire in modo al-quanto originale l’evoluzione dei mezzifinanziari della confederazione e i suoirapporti con le potenze confinanti.

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Erläuterungen zum Inventar dermilitärischen Kampf- undFührungsbauten im Kanton TessinMaurice Lovisa

GesamtbetrachtungBei einem ersten Durchblättern des Inven-tars ergibt die Übersicht der ausgewähltenmilitärischen Festungswerke ein wenig ho-mogenes Bild. Das untersuchte Gebiet weistdenn auch für schweizerische Verhältnisseeine ungewohnte Vielfalt an Konstruk-tionstypen auf. Wie erklärt sich das?Erstens: Die Tessiner Befestigungen stam-men aus allen Phasen des Zeitabschnittes,der in diesem Inventar untersucht wurde(1885–1995), was innerhalb der Schweizwohl einzigartig ist.Zweitens: Die geographische Lage bringt esmit sich, dass wir hier sowohl Grenzbefesti-gungen als auch Reduit-Anlagen vorfinden.Standortspezifisch lassen sich generell zweiArten von Sperren unterscheiden: Talsper-ren einerseits sowie Befestigungen zur Ver-teidigung der Pässe und Höhenzüge in mitt-leren und höheren Gebirgslagen anderer-seitsDrittens: Die grosse Anzahl verschiedenerEinheiten und Stäbe trug das Ihre zu dieserVielfalt bei (3. Armeekorps; 6. und 9. Divisi-on; Grenzbrigade 9; Gebirgsbrigade 11; dieGotthard-Besatzung mit den entsprechen-den technischen Büros und Geniechefs;Geniebüro der Südfront; Ingenieur-Offizierein der Verwaltung der Gotthard-Befestigung;Befestigungs-Kommission sowie das eidg.Befestigungsbaubüro).

Bedeutende Festungs-WerkeVon besonderem Interesse sind die beidenWaffenplätze Airolo und Monte Ceneri mit ihren Befestigungen. Die frühestenFestungswerke (1885–1920) verdienen vorallem unter dem Blickwinkel ihres architek-tonischen Wertes (Verwendung von Granit,Ablesbarkeit einer gewissen ästhetischenFunktionalität, Erstgebrauch von Eisenbetonund Panzerungen) besonderen Respekt.Das hervorragendste Werk befindet sichbeim Waffenplatz Airolo: das «Forte Fondodel Bosco» bzw. «Forte Airolo», eines derersten gepanzerten Forts seiner Art – wennnicht das erste überhaupt – in Europa. InAnerkennung dieser damaligen Leistungwurde es teilweise zu einem Museum um-gestaltet. Das Inventar soll dazu Hand bie-ten, dass auch die Nebenwerke – insbeson-dere die Werke von Motto Bartola und Fieu-do – geschützt und erhalten werden. Ohneletztere wäre das Verteidigungs-Dispositivder gesamten Anlage kaum mehr verständ-

lich. Beachtenswert sind im Raum MonteCeneri auch die drei Flankierbatterien(inklusive deren Infanterie-Dispositive) inMagadino, Gordola und Spina zur Verteidi-gung der Magadino-Ebene. Ihrem Typusnach einzigartig in der Schweiz (ausgenom-men die Batterien von Saint-Maurice), wei-sen alle drei kleine typologische Unter-schiede auf.Für den Zeitraum des Zweiten Weltkriegesfällt unter einer Grosszahl von Bauwerkenvor allem das Artilleriewerk San Carlo (Gott-hard) als Prototyp für eine neue Gattung vonPanzerturmwerken auf, welche mit 10,5 cmKanonen bestückt sind. Höchst bemerkens-wert ist aber auch ein kleines Infanterie-Werk wie jenes von Gandria, welches eineoriginelle Konzeption zur Sperrung derStrassenachse aufweist.

Die Grenzen des InventarsDas Inventar beschränkt sich im wesent-lichen auf die Sperrstellen des Bundes, wel-che heute noch militärisch genutzt werden(es fehlt also z.B. das Verteidigungsdisposi-tiv des Mendrisiotto, das schon liquidiertworden ist). Einer näheren Betrachtung wertwären auch die zahlreichen Feldbefestigun-gen, welche während des Ersten Weltkrie-ges (Linie Monti di Medeglia – Alpe del Tiglio – Cucchetto), bzw. während des Zwei-ten Weltkrieges (Manegorio – All’Acqua –Grandinagia, Val Bedretto) erstellt wurden,und die zum Teil noch erkennbar sind.Des weiteren würde es die Aufnahme derunzähligen nicht realisierten Projekte (Artil-lerie-Turmwerke im Gebiet Monte Bar/Goladi Lago als ein Beispiel von vielen aus derZeit 1939–45) oder die Analyse der Abwei-chungen zwischen Projekten und Aus-führungen (Passübergänge San Jorio undSan Giacomo) gestatten, die Überlegungendes Bundes beim Einsatz seiner Finanz-mittel sowie hinsichtlich seines Verhaltensgegenüber den Nachbarstaaten zu rekon-struieren.

Maurice LovisaDipl. Architekt ETHL,Beauftragter des EMD für das Inventar der Kampf- undFührungsbauten

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Sbarramento di Gandria

Sperrstelle Gandria

Sezione del portone a caduta

Schnitt des Falltors im Strassentunnel

Veduta del dispositivo di sollevamento delportone; argano (a sinistra) e carrucole (adestra)

Ansicht auf die Hebevorrichtung (links Winkel-kran und rechts Riemenscheibe)

●Gandria

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L’opera principale sotto roccia ed altri 4 opere avevano per funzione di sbar-rare la nuova strada Lugano–Porlezza,assicurando la città di Lugano contro un colpo di mano. Lugano era un obiet-tivo d’attacco previsto dall’Italia nel1940.

Lo sbarramento fu costruito per lamaggior parte nel periodo 1934–1944 da ditte private su progetto dell’ufficiodelle fortificazioni del San Gottardo(Ing.Off.).

La posizione comporta un’opera tipolo-gicamente unica sotto la forma di unportone a caduta di 30 tonnellate co-struito all’interno di una galleria strada-le. Questa moderna interpretazione del-la saracinesca medievale aveva funzio-ne di bloccare la strada ai carri armati.Esplosione accidentale il 7 maggio 1939dell’oggetto minato (colpito da un ful-mine).

Lo sbarramento di Gandria è un esempioparticolarmente interessante sotto l’as-petto tecnico e tipologico di una fortifi-cazione di frontiera. E stato dunquevalutato di interesse nazionale nell’am-bito dell’inventario.

Pianta dell’opera

Grundriss des Werks

Galleria di accesso alle camere di brilla-mento

Erschliessungs-Stollen mit Zugang zu denSprengkammern

Veduta sulla dogana di Gandria dalla galle-ria stradale

Tunnelausgang mit Sicht auf die ZollstationGandria

Das wichtigste Felswerk und die vier ande-ren Befestigungsobjekte waren darauf aus-gerichtet, die neue Strasse Lugano–Porlezzazu sperren, um auf diese Weise die Stadt Lu-gano gegen einen Handstreich abzusichern.Lugano war 1940 ein von Italien geplantesAngriffsziel.

Diese Sperrstelle wurde im wesentlichenzwischen 1934 und 1944 von privatenUnternehmen nach einem Projekt des Be-festigungsbüros «San Gottardo» erstellt(Ing.Off.).

Die Sperrstelle umfasst ein typologischeinzigartiges Objekt: ein im Innern desStrassentunnels befindliches Falltor von ca. 30 Tonnen Gewicht. Diese moderneInterpretation eines mittelalterlichen Fall-gatters hatte die Funktion einer Strassen-blockade gegen Panzer. Das Sprengobjektexplodierte am 7. Mai 1939 infolge einesBlitzschlags.

Die Sperrstelle Gandria ist mit ihrer techni-schen Ausgestaltung ein besonders interes-santes Beispiel einer Grenzbefestigung.Deshalb erhielt sie im Inventar die Klassi-fizierung «von nationaler Bedeutung».

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Sbarramento di GordolaPiano di Magadino

Sperrstelle GordolaMagadino-Ebene

Panorama della pianura di Magadino, nellosfondo il lago Maggiore

Panorama der Magadino-Ebene, im Hintergrundder Langensee

In basso a sinistra: feritoia del proiettoredell’opera d’artiglieria

Unten links: gepanzerte Scharte für die Schein-werfer des Artilleriewerks

In basso a destra: pianta dell’opera di fante-ria e relativa caserma di Gordola

Unten rechts: Plan des Infanteriewerks Gordolaund die dazugehörige Kehlkaserne

● Gordola

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La posizione è costituita da una batteriadi fiancheggiamento armata da due can-noni di 7,5 cm, da un forte di fanteria e daun certo numero di altre opere destinatead sbarrare la strada proveniente da Lo-carno. Le opere di maggiore importanza dellosbarramento sono state costruite nel pe-riodo fra il 1913 e il 1918, seguite dasostanziali modernizzazioni nel periodo1939–1945 nonché nel dopo-guerra.L’Ufficio federale delle fortificazioni in-sieme al capo Genio della divisione 9 fu-rono tra i principali progettisti. Le operesono state costruite sia da imprese pri-vate che dalla truppa. L’opera di artiglie-ria sotto roccia di Gordola (batteria difiancheggiamento) ed il forte di fanteriasempre di Gordola sono i due oggetti dipiù grande interesse. L’opera di fanteriasi trova oggi completamente integratanell’agglomerazione di Gordola ed è at-tualmente sottoposta a lavori alfine ditrasformarla in un moderno accantona-mento.Lo sbarramento di Gordola, con lo sbar-ramento simmetrico di Magadino, sonoparticolarmente rappresentativi dei con-cetti in vigore in Svizzera durante il perio-do della prima guerra mondiale nell’am-bito della fortificazione permanente(opere d’artiglieria a tiro fiancheggiantee opere di fanteria di sbarramento e co-pertura). A tale riguardo e tenendo con-to dell’utilizzazione futura di questeopere come accantonamenti, lo sbarra-mento di Gordola è stato valutato di in-teresse nazionale.

Batteria di fiancheggiamento di GordolaFlankierbatterie Gordola

In alto: facciata (pianta e fotografia)Oben: Fassade (Plan und Ansicht)

A destra: entrata secondariaRechts: Nebeneingang

Die Sperrstelle umfasst eine Flankierbatterie(bestückt mit zwei 7,5 cm Kanonen), ein In-fanteriefort und einige weitere Befesti-gungswerke mit der Aufgabe, die von Locar-no kommende Strasse zu sperren.Die Hauptwerke der Sperrstelle wurden1913–1918 und 1939–1945 errichtet und inder Nachkriegszeit wesentlich modernisiert.Das eidg. Befestigungsbaubüro gehörte – mitdem Geniechef der 9. Division – zu den wich-tigsten Projektverfassern. Erbaut wurden dieWerke von Truppen und von Bauunter-nehmen. Das Artilleriefestungswerk (Flan-kierbatterie) von Gordola und das dazu-gehörige Infanteriefort sind zwei äusserst in-teressante Objekte. Das Infanteriefort istheute vollständig in die Agglomeration vonGordola integriert und wird zur Zeit zu einemmodernen Kantonement umgebaut.Die Sperrstelle Gordola und die symmetri-sche «Schwester»-Sperrstelle Magadinorepräsentieren insbesondere die für dieSchweiz des Ersten Weltkrieges typischeWehr-Konzeption im Bereich der permanen-ten Befestigung (Artillerie-Flankierbatterienund Infanterie-Sperrstellen). Diese klar ab-lesbare Konzeption und die weitere Nutzungals umfunktioniertes Kantonement sindGründe für die Klassifizierung «von nationa-ler Bedeutung» dieser Werke.

Veduta interna della camera di tiro di un forti-no annesso (seconda guerra mondiale)

Innenansicht des Kampf-raums eines Infanterie-Nebenwerks (Zweiter Welt-krieg)

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Sbarramento di MagadinoPiano di Magadino

Sperrstelle MagadinoMagadino-Ebene

Bunker di Magadino inferioreIn basso a sinistra: dettaglio del lavatoio conpompa a mano

Bunker Magadino «inferiore»Unten links: Waschtrog mit Handpumpe

Estrema destra: affusto Sulzer per cannoni7,5 cm in una batteria di fiancheggiamento

Rechts aussen: Sulzer-Lafette für 7,5 cm Kano-nen in einer Flankierbatterie

A destra: Bunker Magadino superiore, vistainterna

Rechts: Bunker Magadino «superiore», rundum-laufende Schiessscharten

● Magadino

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Posizione costituita da una batteria di fiancheggiamento armata con due can-noni di 7,5 cm, da un fortino principaledi fanteria e da un certo numero di altreopere destinate a sbarrare la strada diLuino.

Sbarramento costruito, per le operemaggiori, nel periodo 1913–1918, conampie modernizzazioni nel periodo1939–1945 e nel dopo guerra. L’Ufficiofederale delle fortificazioni, insieme alcapo Genio della divisione 9, furono trai principali progettisti. Le opere sonostate costruite da imprese private e dal-la truppa.

Come per lo sbarramento di Gordola,sito sull’altro lato del piano, le opere piùinteressanti sono la batteria di fian-cheggiamento, l’opera di artiglieria diMagadino (ancora in gran parte nel suostato originale) ed il fortino di fanteria(bunker di Magadino) che presentacerte particolarità costruttive (fonda-menta speciali in quanto situato al limite delle bolle di Magadino).

Con lo sbarramento di Gordola e con le stesse motivazioni, la posizione diMagadino è stata valutata di interessenazionale.

Basso rilievo sull’entrata del bunker Ma-gadino superiore

Relief über dem Eingang des Bunkers Magadino«superiore»

Piante e sezioni della batteria di fiancheg-giamento di Magadino, parte costruita nel1913–1918

Grundrisse und Schnitte der Flankierbatterie Magadino «superiore», Bauphase 1913–1918

Die Sperrstelle umfasst eine Flankierbatte-rie (bestückt mit zwei 7,5 cm Kanonen), einHaupt-Infanteriefort und eine weitere An-zahl von Befestigungswerken zur Sperrungder von Luino kommenden Strasse.

Die Hauptwerke wurden 1913–1918 erbautund 1939–1945 sowie in der Nachkriegszeitentscheidend modernisiert. Das eidg. Befe-stigungsbaubüro gehörte – mit dem Genie-chef der 9. Division – zu den wichtigstenProjektverfassern. Erstellung durch Privat-firmen und durch die Truppe.

Analog der auf der anderen Seite der Ebeneliegenden Sperrstelle bei Gordola sind auchhier die interessanten Objekte die Flan-kierbatterie, das Artilleriewerk von Maga-dino (noch weitgehend im Originalzustand)und das Infanteriewerk (Bunker von Maga-dino), welches konstruktive Besonderheitenaufweist (spezielle, den Gegebenheiten amRande der «Bolle di Magadino» angepassteFundamente).

Die Sperrstelle von Gordola und jene vonMagadino wurden aus den gleichen Über-legungen als «von nationaler Bedeutung»klassifiziert.

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Sbarramento del Monte Ceneri

Sperrstelle Monte Ceneri

Opera di fiancheggiamento di SpinaA destra: sezioneIn basso: facciata

Flankierbatteriewerk SpinaRechts: SchnittUnten: Fassade

In alto: uno dei motori-generatori della bat-teria di fiancheggiamento di Spina

Oben: einer der Generatoren des Flankierbatte-riewerks Spina

●Monte Ceneri

SCHNITT

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In alto: Monti di Medeglia, vista sugli ac-cantonamenti di uno dei punti di appoggio

Oben: Monti di Medeglia, mit Blick auf dieUnterkünfte eines der Stützpunkte

Monte CeneriA destra: veduta interna sulla galleria di fu-cilieri di uno dei punti d’appoggioIn basso: feritoie per cannoni di 5,7 cm di unodei punti di appoggio

Monte CeneriRechts: Innenansicht der Füsilirgalerie eines derStützpunkteUnten: Schiessscharten für 5,7 cm Kanonen ineinem Stützpunkt

A sinistra: Monte Ceneri, pianta del puntod'appoggio No 4

Links: Monte Ceneri, Grundriss des StützpunktesNr. 4

Sbarramento costituito da una trentinadi opere tra i quali una batteria di fian-cheggiamento per cannoni da 7,5 cm,quattro punti d’appoggio per la fanteriadi cui muniti di cannoni di 5,7 cm, diver-si fortini per mitragliatrici con missionedi sbarrare il colle del Monte Ceneri.

Tre grandi fasi di costruzione ben di-stinte: 1913–1920 batteria di fiancheg-giamento e punti d’appoggio, 1939–1945fortini per mitragliatrici e cannoni anti-carro, dopo la guerra ricoveri prefab-bricati. Progetti condotti dall’Ufficiofederale delle fortificazioni e dal capoGenio della divisione 9. Le opere sonostate costruite da imprese private edalla truppa.

Diversi oggetti presentano caratteristi-che e qualità interessanti: la batteria di fiancheggiamento di Spina (opera diartiglieria per due cannoni da 7,5 cm) edi quattro punti d’appoggio, di cui il primocostruito possibilmente sulle rovine diun castello romano. Diverse opere nonpiù in servizio sono ancora identificabi-li nella zona della piazza d’armi.

Le opere, oggi quasi tutte nel perimetrodella piazza d’armi del Monte Ceneri,sono state globalmente valutate di in-teresse nazionale per i motivi seguenti:interesse architettonico (qualità, tecni-ca di costruzione), equipaggiamentodegno di rilievo (armamento, motori), in-teresse storico (asse di passaggio).

Die Sperrstelle umfasst gegen 30 Objekte,darunter eine Flankierbatterie für 7,5 cm Ka-nonen und vier Infanterie-Stützpunkte, wo-von zwei mit 5,7 cm Kanonen bestückt sind,sowie verschiedene Maschinengewehr-Stellungen mit der Aufgabe, den ÜbergangMonte Ceneri zu sperren.

Drei Bauphasen lassen sich klar definieren:1913–1920 Flankierbatterie und Stützpunk-te, 1939–1945 Maschinengewehr- und Ka-nonen-Stellungen, nach dem Krieg vorfabri-zierte Unterstände. Die Projektleitung hat-ten das eidg. Befestigungsbaubüro und derGeniechef der 9. Division inne. Erstellungdurch Privatfirmen und durch die Truppen.

Verschiedene Objekte sind von besondererCharakteristik und Qualität: Die Flankierbat-terie von Spina (Artilleriewerk für zwei 7,5 cm Kanonen) und die vier Stützpunkte,wovon der erste vermutlich auf den Ruineneines römischen Kastells errichtet wurde.Einige ausgemusterte Werke sind in derWaffenplatz-Zone noch auffindbar.

Die Befestigungswerke, heute fast alle imPerimeter des Waffenplatzes Monte Cene-ri, sind aus folgenden Gründen vollumfäng-lich als «von nationaler Bedeutung» klassi-fiziert worden: interessante Architektur(Qualität und Bautechnik), beachtenswerteBestückung (Bewaffnung, Motoren), histori-sche Relevanz (wichtige Verkehrsachse).

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Sbarramento Monti di Medeglia – Alpe del Tiglio

Sperrstelle Monti di Medeglia – Alpe del Tiglio

A destra: piccolo ricovero (pianta e sezione)di un punto d’appoggio, costruito durante il primo conflitto mondiale, transformatonegli anni sessanta

Rechts: Grundriss und Schnitt eines kleinen Un-terstandes in einem Stützpunkt aus dem ErstenWeltkrieg, umgebaut in den 60er Jahren

A sinistra: una strada militare collega sulversante protetto le diverse fortificazioni

Links: Eine Militärstrasse verbindet auf dergeschützten Seite die einzelnen Befestigungen

In basso: panorama sulle posizioni Monti diMedeglia – Alpe del Tiglio

Unten: Sicht auf die Stellungen Monti di Medeg-lia – Alpe del Tiglio

Monti di Medeglia

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Accesso, galleria, feritoia e pianta dell’ope-ra di fanteria per due mitragliatrici «Son-deregger» della seconda guerra (opera maiultimata)

Eingang, Stollen, Scharte und Grundriss desInfanteriewerks für zwei Maschinengewehre«Sonderegger», gebaut im Zweiten Weltkrieg(nie vollendet)

Die Sperrstelle umfasst gegen 20 Objekte:Kavernen-Unterstände, Felswerke, Feldbe-festigungs-Stützpunkte. Die Werke sindgrösstenteils entlang der Krete situiert undsetzen die Verteidigungslinie der SperrstelleMonte Ceneri fort. Ähnlich wie bei die-ser sind drei Bauphasen zu registrieren:1914–1918 von den Truppen hergestell-te Schützengräben und Unterstände,1939–1945 zahlreiche Projekte, wovon nurein Felswerk realisiert wurde, in der Nach-kriegszeit verschiedene Kavernen, neue vor-fabrizierte bzw. alte modifizierte Unterstän-de. Realisierung durch verschiedene, mit derZonen-Verteidigung beauftragte Truppen.

Im Gegensatz zu den bereits erwähntenSperrstellen weist kein Objekt besondereQualitäten auf. Von Bedeutung ist jedoch dieGesamtheit der Befestigung: Verbundendurch eine vom Militär erstellte Strasse sindüber eine Länge von zehn Kilometern gegenein Dutzend Feldbefestigungs-Stützpunktein mehr oder weniger gutem Zustand aus-zumachen.

Die Sperrstelle Monti di Medeglia – Alpe del Tiglio wurde ihrer geschichtlichenBedeutung wegen (Gesamtverteidigungs-Konzept der Magadino-Ebene) als «vonnationalem Interesse» klassifiziert.

Sbarramento costituito da una ventinadi opere: caverne-ricoveri, fortini sottoroccia, punti d’appoggio in fortifica-zione campale. Le opere sono situateper il più lungo la cresta e costituisco-no il seguito della linea di difesa dellazona Monte-Ceneri.

Come per lo sbarramento del MonteCeneri tre grandi fasi costruttive:1914–1918 opere costruite dalla truppa(trincee, ricoveri), 1939–1945 molti pro-getti ma poche realizzazioni (una solaopera sotto roccia), fase del dopo guer-ra (diverse caverne e ricoveri prefab-bricati e modifica di vecchi ricoveri).Pianificazione e costruzioni realizzatedalle diverse truppe che avevano il com-pito di difendere la zona.

Contrariarmente agli sbarramenti pre-cedenti, nessuna opera presenta unaqualità eccezionale. L’alto interesse sitrova nell’insieme del complesso: suuna decina di chilometri è possibileidentificare più di una decina di puntid’appoggio in più o meno buona condi-zione di conservazione costruiti in forti-ficazione campale e collegati tramiteuna carreggiata anche essa costruitadai militari.

Lo sbarramento Monti di Medeglia –Alpe del Tiglio è stato valutato di inter-esse nazionale per il suo valore storico(nell’ambito del concetto di difesa di tut-ta la pianura di Magadino).

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Sbarramento LONA (Lodrino – Osogna)Ostacolo anticarro e fortini di fanteria

Sperrstelle LONA (Lodrino – Osogna)Panzerabwehrlinie und Nebenwerke

Fortino al campo sportivo, Lodrino. L’edificioera camuffato sotto la forma di una casa.

Dieser Bunker auf dem Sportgelände Lodrino warehemals von einer Hausattrappe umgeben.

Bunker Grande

● Lona

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Elementi dell’ostacolo anticarro terreno

Elemente der Gelände-Panzerhindernisse

Diese Sperrstelle umfasst über 100 Befesti-gungsobjekte, darunter die das ganze Taldurchquerenden Gelände-Panzerhindernis-se, welche aus seitlichen Befestigungswer-ken flankierend beschossen werden konn-ten. Etwas zurückliegend befinden sich dreiUnterstützungswerke, davon waren zwei imFels, mit Kanonen Kaliber 7,5 cm und miteinem 8,1 cm Minenwerfer bestückt (Proto-typ für spätere wiederholte Anwendung).Dieser Komplex bildete eine äusserstwiderstandsfähige Sperrstelle am Eingangzur Leventina.

Die Sperrstelle wurde 1939–1942 von Trup-pen und Privatunternehmen gebaut (Bau-planung durch die 9. Division). Sie wurdenach dem Krieg durch vorfabrizierte Unter-stände und 8,1 cm Minenwerfer-Anlagenverstärkt. Es handelt sich um eine äusserstwichtige Sperrstelle auf der südlichen Gott-hardachse. Zu ihrer personellen Besetzungwurde eigens eine Kampfgruppe LONAgebildet. Die Panzerabwehrlinie ist einWahrzeichen in der unteren Leventina undals solches schutzwürdig. Die Befesti-gungswerke Santa Pietà und San Martino,denen die benachbarten Kirchen ihrenNamen gaben, waren mit Kanonen Kaliber7,5 cm und den speziellen Knoebel-Lafettenbestückt.

Sbarramento costituito da più di uncentinaio d’oggetti tra cui spicca l’osta-colo anticarro che attraversa tutta lavalle e sul quale potevano sparare lediverse opere site nei fianchi della val-lata. Leggermente arretrati si trovavanotre fortini di supporto: due opere sottoroccia armate di cannone calibro 7,5 cme un lanciamine da 8,1 cm costruitianche essi sotto roccia (costruzioneprototipo per le successive). Il com-plesso formava uno sbarramento moltopotente, atto a difendere l’imbocco nella Leventina.

Lo sbarramento è stato costruito per lamaggior parte nel periodo 1939–1942con un successivo rinforzo nel dopoguerra (ricoveri prefabbricati, lancia-mine da 8,1 cm). Costruzione tramitetruppa ed imprese private (pianificazio-ne divisione 9 per la parte edificativadurante guerra). Sbarramento moltoimportante nell’ambito ticinese (gruppodi combattimento LONA). Specificitàdell’ostacolo anticarro, vero «segno territoriale» nella vallata, meritevole di salvaguardia. Le opere di Santa Pietà e San Martino, dal nome dellechiese situate nei pressi, possedevanocannoni calibro 7,5 cm con affusti par-ticolari (Knoebel).

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Camera di tiro con affusto a feritoia minimaper un cannone anticarro

Schiesskammer für eine Panzerabwehrkanoneauf Minimalscharten-Kasemattlafette

In alto: entrata fortino sferico e tunnel di collegamento

Oben: Eingang des Kugelbunkers und Verbindungsstollen

Un’opera tipologicamente unica in Ticino:fortino costruito in una cava. Questo «nido diaquila» sparava alle spalle di un possibilenemico

Eine typologische Rarität im Tessin: ein Felswerkin einem Steinbruch. Dieses «Adlernest» ermög-lichte den Beschuss in den Rücken des Feindes

Fortino per due lanciamine di fortezza, cali-bro 8,1 cm

Felswerk für zwei 8,1 cm Festungs-Minenwerfer

LONA (continuazione)

LONA (Fortsetzung)

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Esempio di un fortino sotto roccia conferitoie (viste dall’esterno e dall’interno)piante e sezione

Beispiel eines Felswerks mit Schiessscharte, ge-sehen von innen und aussen, Grundriss undSchnitt

A sinistra e in alto: opera di San Martino:entrata, accantonamento, camera di tiro perun cannone 7,5 cm affusto Knoebel

Links und oben: Werk San Martino: Eingang,Kantonement, Kampfraum für eine 7,5 cm Knoe-bel-Lafette

Die Talsperre LONA umfasst drei Abwehr-linien: die Gelände-Panzerhindernisse mitflankierenden Befestigungen im Tal bzw. inden Felskavernen, die zweite Abwehrlinieaus der Nachkriegszeit mit vorfabriziertenUnterständen, die dritte Abwehrlinie mitArtillerie-Felswerken. Die auf der linken Sei-te abgebildete Projektzeichnung stellt denersten realisierten Felswerk-Typ seiner Artdar.

Die Sperrstelle wurde als «von nationalemInteresse» qualifiziert, weil ihr für den Falleines Südangriffs eine vorrangige Bedeu-tung zugekommen wäre.

Lo sbarramento LONA si compone di trelinee: l’ostacolo anticarro con le relati-ve opere di difesa situate sulla pianurae nelle pareti rocciose, una secondalinea costruita nel dopo guerra costitui-ta di ricoveri prefabbricati, e una terzalinea di fortini di artiglieria. Il lanciami-ne, rappresentato qui a lato, è stato il primo costruito del suo tipo (operasotto roccia).

Lo sbarramento è stato valutato di in-teresse nazionale considerata la suaimportanza militare nell’ambito del dis-positivo di difesa contro un attacco pro-veniente dal sud.

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Sbarramento LONA (Lodrino – Osogna)Posizioni d’artiglieria

Sperrstelle LONA (Lodrino – Osogna)Artillerie-Stellungen

In alto: pianta e sezione di uno dei fortini perobici di 10,5 cm

Oben: Grundriss und Schnitt eines Werks für 10,5 cm Haubitzen

A destra: vista di uno dei fortini per obici di10,5 cm

Rechts: Blick auf ein Werk für 10,5 cm Haubitzen

A destra: vista sulla camera di tiro, notare lapittura mimetica sulla prima parte del can-none

Rechts: Blick in den Kampfraum; auf dem Vor-derteil der Kanone ist der Tarnungsanstrich er-kennbar

● Lona

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Una trentina di opere formano l’infra-struttura del supporto di fuoco d’ar-tiglieria della linea LONA. Al sud diBiasca, 8 obici di calibro 10,5 cm protettiin fortini sotto roccia o in cemento ar-mato sono accompagnati da una seriedi ricoveri e caverne per la truppa e lemunizioni.

Il dispositivo, all’inizio previsto per duebatterie di cannoni mobili da 7,5 cm inposizione aperte, è stato modificato nelperiodo 1939–1944 con l’installazionedefinitiva di 8 cannoni da 12 cm tramitel’intervento della truppa e imprese pri-vate. Fase di modernizzazione con lacostruzione di ricoveri e il rimpiazzo deicannoni da 12 cm (1954).

I fortini dei cannoni sono particolar-mente interessanti sotto l’aspetto tipo-logico e costruttivo: sono stati edificatiin tal modo che si potesse sparare conle bocche di fuoco di diverso calibrodisponibili. Di grande interesse risultaanche l’installazione di cannoni da 12 cm (modello d’ordinanza 1882!!) sotto l’aspetto tecnico (affusto).

Sbarramento valutato di interesse na-zionale in relazione alle fortificazionidella LONA (fanteria). Esempio interes-sante anche sotto l’aspetto dell’arma-mento installato in mancanza di bocchedi fuoco più moderne.

Gegen 30 Befestigungswerke bilden die In-frastruktur der Artilleriefeuer-Deckung derLONA-Linie. Im Süden von Biasca befindensich acht Haubitzen mit Kaliber 10,5 cm inBeton- oder in Felswerken, ergänzt durcheine Reihe von Unterständen und Kavernenfür Truppen und Munition.

Das Dispositiv, ursprünglich für zwei mobile7,5 cm Kanonenbatterien im Freien vorge-sehen, wurde zwischen 1939–1944 durchTruppen und Privatfirmen zu einer definiti-ven Installation mit acht 12 cm Kanonenmodifiziert. Eine weitere Modernisierungs-phase mit der Konstruktion von Unterstän-den und dem Ersatz der 12 cm Kanonenfolgte 1954.

Die Artilleriebunker sind unter dem typolo-gischen und konstruktiven Blickwinkel be-sonders interessant: Sie wurden solcherartgebaut, dass Rohre verschiedenen Kalibersverwendet werden konnten. Beachtenswertist auch die Installation der 12 cm Kanonen(Ordonanzmodell 1882!) hinsichtlich derTechnik (Lafettenmodell).

Diese Sperrstelle wurde in Relation zu denBefestigungen der LONA-Infanteriewerkeals «von nationaler Bedeutung» qualifiziert.Ein interessantes Beispiel auch unter demAspekt der alten Bewaffnung mangels mo-dernerer Feuerquellen.

In alto: affusto a parallelogramma per obicidi 10,5 cm nella camera di tiro di uno deifortini

In mezzo: feritoia

A destra: pianta di una delle opere sotto roc-cia per obici di 10,5 cm

Oben: Parallelhebel-Lafette für Haubitzen 10,5 cm im Kampfraum eines Werks

Mitte: Haubitzen-Scharte

Rechts: Grundriss eines 10,5 cm Haubitzen-Fels-werks

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Sbarramento del San Giacomo

Sperrstelle San Giacomo

Stazione intermedia della teleférica del SanGiacomo, dalla quale partiva allora unaseconda teleférica per il forte d’artiglieriaGrandinagia

In basso: pianta opera d’artiglieria di Gran-dinagia

Zwischenstation der Militär-Seilbahn SanGiacomo. Von hier führte ehemals eine zweiteSeilbahn zum Artilleriewerk Grandinagia

Unten: Grundriss des Artilleriewerks Grandinagia

● San Giacomo

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A destra: veduta dall’interno della feritoiaper una mitragliatrice su affusto di fortezza(opera di Grandinagia, 1938)In basso: entrata opera d’artiglieria di Gran-dinagia

Rechts: Innenansicht einer Maschinengewehr-Scharte (Festungslafette) im Werk Grandinagia,1938Unten: Eingang Artilleriewerk Grandinagia

In alto: opera di fanteria San Giacomo. Die-tro il «Blockhaus» si possono riconoscere leferitoie della parte sotto rocciaA sinistra: motore per la produzionedell’elettricità d’illuminazione e per la venti-lazione dell'opera di fanteria, 1938

Oben: Infanteriewerk San Giacomo. Hinter demGrenzwärter-Blockhaus sind die Scharten desFelswerks erkennbarLinks: Die Motoren des Infanteriewerks erzeugenElektrizität für Beleuchtung und Ventilation, 1938

Sbarramento composto da una trentinadi opere tra cui un’opera di fanteria sotto roccia principale ed a Grandina-gia un forte di artiglieria armato con duecannoni da 7,5 cm con missione di sbar-rare il passo del San Giacomo.

Prima pianificazione nel 1885, realizza-zione solo a partire del 1935, lavori im-portanti nel periodo della guerra, picco-le modernizzazioni nel dopo guerra. Lamaggior parte delle costruzioni è statarealizzata da imprese civili.

Di un certo interesse l’opera di fanteriadel San Giacomo, semplice casermettai cui muri sono rinforzati (blockhaus);successivamente completata con unaparte in roccia (tre postazioni per mit-ragliatrici). L’opera di artiglieria di Gran-dinagia è stata totalmente vuotata delsuo equipaggiamento ed è, oggi, unasemplice caverna.

Sbarramento valutato di interesse na-zionale per la sua importanza nel dispo-sitivo fortificato del San Gottardo.L’opera di fanteria del San Giacomoforma, con le baracche annesse (sta-zione superiore della teleférica, accan-tonamenti) e la cappella, un insiememeritevole di salvaguardia.

Die Sperrstelle umfasst um die 30 Objekte,darunter ein zentrales Infanterie-Felswerkund das Artilleriewerk Grandinagia mit zwei 7,5 cm Kanonen mit dem Auftrag, den Feuerschutz für den San Giacomo-Passsicherzustellen.

Die erste Planung geht auf das Jahr 1885zurück, gebaut wurde aber erst ab 1935.Wichtige Befestigungsarbeiten entstandenwährend des Krieges, kleinere Modifizie-rungen in der Nachkriegszeit. Die meistenObjekte wurden von Privatfirmen erstellt.

Von einem gewissen Interesse ist dasInfanteriewerk San Giacomo, eine kleine,einfache Kaserne mit verstärkten Mauern.Sie ist später sukzessive um einen Fels-werkteil mit drei Maschinengewehr-Stel-lungen erweitert worden. Das Artilleriewerkvon Grandinagia wurde inzwischen voll-ständig ausgeräumt und ist heute nur nocheine einfache Kaverne.

Die Sperrstelle wurde ihrer Zugehörigkeitzum Befestigungs-Dispositiv Gotthard-Passwegen als «von nationalem Interesse» be-wertet. Das Infanteriewerk San Giacomo bil-det mit seinen Annex-Baracken (Bergstationder Seilbahn, Kantonement) und seiner Ka-pelle eine schützenswerte Einheit.

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Sbarramento San Gottardo – entrate gallerie

Sperrstelle Gotthard – Tunneleingänge

In alto e a sinistra: entrata galleria FFS, sta-to 1910; «Wachthaus» e fortino con posizio-ne per cannone a tiro rapido 5,3 cm

Oben und links: SBB-Tunneleingang, Zustand1910; Wachthaus und Bunker mit Stellung füreine 5,3 cm Schnellader-Kanone

In basso: entrata attuale galleria FFS, vistadal nord

Unten: heutige Situation der Tunneleinfahrt vonNorden

● San Gottardo

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Galleria di collegamento Tunnel FFS – ForteAirolo

In alto: parte originali 1886–1887

In mezzo: feritoie per lanciafiamme costrui-te nel dopo guerra

In basso: camera di decompressione del-l’aria compressa dal movimento dei treni neltunnel

Verbindungsstollen zwischen SBB-Tunnel undFort Airolo

Oben: Originalzustand 1886–1887

Mitte: Flammenwerfer-Scharten, erbaut nachdem Zweiten Weltkrieg

Unten: Dämpfungskammer (gegen Zug-Druckluftim Tunnel)

Die Sperrstelle des Eisenbahn- und desAutobahntunnels bei Airolo umfasst um die40 Objekte. Obwohl die Umgebung desEisenbahntunnel-Eingangs mehrmals ab-geändert wurde, sind die Verteidigungs-Anlagen des letzten Jahrhunderts nochweitgehend vorhanden.

Die Eröffnungsfeier des Eisenbahntunnels1882 kann als Start für eine neue Epoche der schweizerischen Befestigungswerkebetreffend Konzeption und Konstruktions-techniken betrachtet werden. Das erste Ver-teidigungssystem im Tunnel wurde in denJahren 1886–1887 erstellt. Der Tunnel-eingang bzw. dessen Schutzbauten wurdenwährend verschiedener Epochen moder-nisiert.

Das Verteidigungswerk des Eisenbahntun-nel-Eingangs ist mit seinem Netz unter-irdischer Gänge – u.a. Verbindungstunnelmit dem Fort Airolo – in hohem Masse erhaltenswert. Es ist ein signifikantes und ein Jahrhundert überspannendes Bei-spiel für die Entwicklung von Verteidigungs-Konzeptionen.

Sbarramento del tunnel ferroviario edella galleria autostradale ad Airolocomposta da una quarantina di oggetti.Benchè profondamente modificata, ilperimetro dell’entrata della galleria fer-roviaria possiede ancora una grandeparte delle opere costruite nel secolopassato per assicurarne la difesa.

L’inaugurazione, nel 1882, del traforoferroviario del San Gottardo può esserepresa come data di fondazione di unanuova epoca nella costruzione dellefortificazioni svizzere (concetti, tecni-che costruttive, ecc.). Il primo sistemadi difesa del tunnel, 1886–1887, si iden-tifica come la prima opera fortificata co-struita di questa nuova epoca. L’imboc-ca del tunnel e la sua protezione sonopoi stati ulteriormente modernizzati indiverse epoche.

Meritevole di salvaguardia l’opera didifesa all’imbocco della galleria fer-roviaria con il suo complesso di cunico-li (galleria di collegamento con il forteAirolo), come esempio significativo di evoluzione dei concetti di difesasull’arco di quasi un secolo.

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Sbarramento San Gottardo – Motto Bartola

Sperrstelle Gotthard – Motto Bartola

In alto: pianta di una parte del complessosotterraneo

Oben: Grundriss eines Teiles des unterirdischenStollen-Systems

A destra: panorama dalla posizione di Fieu-do sul complesso piazza d’armi di Airolo(Motto Bartola, Forte Airolo-Airolo)

Rechts: Sicht vom Werk Fieudo auf den Waffen-platz Airolo (Motto Bartola, Fort Airolo-Airolo)

A sinistra e in alto: inferriata, motore-gene-ratore e pannello di comando della salamacchine nel complesso sotterraneo dellapiazza d’armi

Links und oben: Gittertüre zu den Stollen, Gene-rator und Kommandotafel im unterirdischenKomplex

● San Gottardo

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In alto e a destra: Motto Bartola, vedutaesterna ed interna di una vecchia torretta adeclisse per un canone di calibro 5,3 cm delforte Airolo riutilizzata come torretta d’os-servazione

Oben und rechts: Motto Bartola, Aussen- und Innenansicht eines alten Versenkpanzerturmeszu einer 5,3 cm Kanone (Fort Airolo), später zu einem Beobachterstand umgebaut

In basso a destra: «Flankiergalerie West»basso rilievo, emblema di un distaccamentopontonieri

Unten rechts: Relief «Flankiergalerie West»,Emblem einer Pontonier-Einheit

Diese Hauptsperrstelle am Gotthard um-fasst über 80 Objekte. Unter ihnen sticht besonders das Fort Airolo hervor.

Seit 1887 wurden die Befestigungsarbeitenam Gotthard kontinuierlich fortgesetzt, inVerbindung mit den Arbeiten für das Kanto-nement des Waffenplatzes. Zahlreiche Ver-antwortliche zeichnen für die Projektierun-gen und Bauausführungen: Befestigungs-büro Gotthard; eidg. Befestigungsbaubüro;3. Armeekorps; 9. Division usw. An der Er-stellung waren sowohl Privatfirmen als auch– insbesondere während der beiden Welt-kriege – die Truppe beteiligt.

Von aussergewöhnlicher Bedeutung ist dasFort Airolo mit seinen Verteidigungs-Nebenwerken, z.B. dem Flankiertunnel vonStuei, eines der ersten Beispiele einesFestungswerks dieses Typs in Europa.Besonders schutzwürdig ist das Dispositiv in seiner Gesamtheit.

Diese Sperrstelle wurde ihrer geschicht-lichen Stellung innerhalb der schwei-zerischen Befestigungswerke und ihrerstrategischen Relevanz wegen als «vonnationaler Bedeutung» eingestuft (Vertei-digung der internationalen Nord–Süd-Achse).

In basso: feritoia per cannoni di casamatta5,3 cm successivamente modificata per uncannone di 4,7 cm

Unten: Scharte für eine 5,3 cm Kasematt-Kano-ne, später für eine 4,7 cm Kanone umgestaltet

Sbarramento principale della zona delSan Gottardo (linea del ridotto) costi-tuito da più di 80 opere, tra cui spicca ilforte Airolo.

Lavori di fortificazioni praticamentecontinui dal 1887 anche in congiunzionecon i lavori per gli accantonamenti della piazza d’armi. Diversi e numerosiresponsabili dei progetti e della con-dotta dei lavori (Ufficio delle fortifica-zione del San Gottardo, Ufficio federaledelle fortificazioni, corpo d’armata 3,divisione 9, ecc.). Lavori eseguiti dallatruppa durante il servizio attivo (dueguerre mondiali) e nell’ambito di corsi di ripetizione e ditte private.

Di importanza molto rilevante il forteAirolo con le sue opere di difesa rav-vicinata (per esempio la galleria di fian-cheggiamento di Stuei), uno dei primiesempi in Europa di forte corazzato diquesto tipo. Meritevole di salvaguardiail dispositivo nel suo complesso.

Sbarramento valutato di interesse na-zionale per la sua importanza nellastoria delle fortificazioni in Svizzera eper la sua importanza strategica (difesadell’asse internazionale nord–sud).

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Sbarramento al passo del San Gottardo

Sperrstelle Gotthard-Pass

Vedute interne su uno degli accantona-menti. Tetto a volta in granito e strutturametallica dei letti

Blick ins Innere eines Kantonements: gewölbteGranitsteindecke, Metallpritschen und ein alter Holzofen

Vista dall’opera No 3 sulla Tremola

Sicht aus dem Befestigungswerk Nr. 3 auf die alte Tremola-Strasse

Pianta dell’opera No 3 della fortificazione diFieudo. La forma s’integra in modo ottimalenella collina

Plan des Befestigungswerks Nr. 3. Die Form passtsich hervorragend dem Hügel an

● San Gottardo

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Facciata dell’opera No 3: entrata conl’accantamento. Alta qualità di messa inopera della costruzione in massi di granito

Ansicht der architektonisch hochwertigenGranitfassade des Werks Nr. 3

Opera No 3: da presso o da lontano, unameravigliosa integrazione nel sito

Werk Nr. 3: von nah und fern, eine einzigartiggelungene Integration in die Umgebung

Die Sperrstelle in der Zone des Gotthard-Passes umfasst gegen 50 Werke, darunterkeine Artilleriewerke sondern Infanterie-werke, Kavernen und Unterstände. DerSperrstelle oblag ursprünglich die Mission,den Pass gegen eventuelle Handstreiche ab-zusichern.

Die ersten Befestigungen wurden 1886–1887 erstellt (in den Fels gehauene Schutz-gräben in der Zone Bianchi). Ausbau derBefestigungen innerhalb der zwei Haupt-phasen 1892–1920 und 1937–1946. Bei-nahe alle Militärinstanzen waren daranbeteiligt (Bundesamt für Befestigungswer-ke, 3. Armeekorps, 9. Division usw.). Erstel-lung durch die Truppen und/oder Bauunter-nehmungen.

Hervorzuheben sind die Befestigungen desHügels von Fieudo hinsichtlich deren archi-tektonische bzw. konstruktive Qualität undderen landschaftliche Integration.

Obwohl der Wert der Befestigungen derInfanterie im Passgebiet nicht von zentralerBedeutung ist, wurde diese Sperrstelle als«von nationalem Interesse» klassifiziert,nicht zuletzt aufgrund der beinahe schon mythologischen Bedeutung des Gotthard-Passes in der schweizerischen Geschichte.

Sbarramento della zona del passo SanGottardo composta da una cinquantinadi opere. Lo sbarramento non comportale opere di artiglieria, ma solo le operedi fanteria (fortini, caverne, ricoveri).Sbarramento con missione all’origine diassicurare il passo contro un eventualecolpo di mano.

Prime fortificazioni costruite nel 1886–1887 (trincee scavate nella roccia nellazona Bianchi). Lavori quasi continui condue periodi di massima: 1892–1920 e1973–1946. Quasi tutte le istanze militarihanno partecipato allo sviluppo deiprogetti (Uffico federale delle fortifica-zioni, Corpo d’armata 3, divisione 9, ecc.).Lavori tramite truppa e/o imprese.

Degne di rilievo le opere del costone diFieudo per la loro qualità architettonica,paesaggistica e costruttiva.

Benché la composizione ed il valore del-le opere di fanteria nella zona del passonon siano di importanza determinante,lo sbarramento è stato valutato di inter-esse nazionale per il valore quasi mito-logico del valico del San Gottardonell’ambito della storia svizzera.

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Altre opere del San Gottardo

Andere Werke im Gotthardgebiet

A destra: forte dell’Ospizio passo del SanGottardo 1892–1917, panorama

Rechts: Fort Gotthard-Hospiz 1892–1917:Gesamtansicht

In alto e in mezzo: forte di Foppa Grande; lanciamine di fortezza (ordinanza 1959) ca-muffato, torretta per cannone di 10,5 cm(ordinanza 1939) camuffato

Oben und Mitte: Fort Foppa Grande; getarnteFestungsminenwerfer (Ordonnanz 1959) und ge-tarnter Panzerturm (Ordonnanz 1939)

In basso: forte Airolo, visto dal fossato su una capponiera, 1886–1890

Unten: Fort Airolo, Wehrgraben mit Sicht auf dieKaponniere, 1886–1890

● San Gottardo

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In alto e a destra: forte di San Carlo, operedi fanteria destinate alla difesa ravvicinatadel forte, 1942–1944

Oben und rechts: Fort San Carlo, Infanteriewerkefür die Nahverteidigung des Forts, 1942–1944

In basso e a destra: passo San Gottardo e Motto Bartola, posizioni per cannoni didifesa contraerea 34 mm, 1939–1945

Unten und rechts: Gotthard-Pass und MottoBartola, Stellungen für 34 mm Flabkanonen,1939–1945

In basso: forte di San Carlo, refettorio con dipinti eseguiti dai soldati

Unten: Fort San Carlo, Kantine mit von Soldatengemalten Bildern

Oltre i tre sbarramenti, valutati di inte-resse nazionale, la regione del SanGottardo comporta un numero nonindifferente di opere di artiglieria, conarmi a lunga gettata ed al sostegno degli sbarramenti di fanteria.Particolarmente rappresentativi dellafase 1885–1920, il forte di Airolo,1886–1890 costruito secondo il con-cetto «tutto sotto corazza e armi con-centrate su una piccola superficie», e ilforte dell’Ospizio al passo San Gottardo1892–1917 testimone delle difficoltàincontrate nel concepire una fortifica-zione in una fase di transizione delletecnologie di costruzioni e delle dottrine.Per il periodo 1935–1945 si puo notare,sotto l’aspetto tipologico, lo sviluppo diun’opera d’artiglieria come una formaintermedia fra un vero forte e una posi-zione campale. Esempio tipico è il fortedi Grandinagia, opera armata di duecannoni da 7,5 cm, costruito per difen-dere la zona del passo del San Giacomoe del passo della Greina e costituisce ilpunto debole nel dispositivo del SanGottardo. I forti di Foppa Grande (MottoBartola) e San Carlo (passo del SanGottardo) prototipi per l’installazionedelle torrette corrazzate armate di cannoni da 10,5 cm. L’opera di FoppaGrande é stata modernizzata a diverseriprese nel dopo guerra (installazione di uno dei primi lanciamine di fortezza,ordinanza 1959).

Ergänzend zu den drei Gotthard-Sperren«von nationalem Interesse» befindet sich inder Gotthard-Region eine ansehnliche Zahlvon Artilleriewerken mit Waffen grosserSchussweite zur Unterstützung der Infante-rie-Sperren.

Für die Phase 1885–1920 gelten als be-sonders repräsentativ das Fort Airolo,1886–1890, erbaut nach dem Konzept «Alles stark gepanzert und Waffen-Konzen-tration auf geringer Fläche», und das FortGotthard-Hospiz, 1892–1917. Letzteres be-zeugt die Schwierigkeit, Festungswerke ineiner Zeit des Wandels von Technik undDoktrin zu konzipieren.

Für die Zeitspanne 1935–1945 beachte man– unter dem typologischen Aspekt – dieEntwicklung eines Artilleriewerks als eineMischform von Feldbefestigung und eigent-lichem Fort. Ein einschlägiges Beispiel istGrandinagia (bestückt mit zwei 7,5 cm Kanonen) zur Verteidigung der Pässe SanGiacomo und Greina; sie sind eigentliche«Schwachstellen» des Gotthard-Disposi-tivs. Die Werke Foppa Grande (Motto Barto-la) und San Carlo (Gotthard-Pass) sind Pro-totypen für die Installation von Panzer-türmen bestückt mit 10,5 cm Kanonen. DasWerk Foppa Grande wurde in der Nach-kriegszeit mehrmals modernisiert (Installie-rung eines der ersten Festungsminenwerfer,Ordonnanz 1959).

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AppendiceDiversi dettagli e particolarità

AnhangVerschiedene Details und Besonderheiten

MascheramentiL’arte del camuffamento, destinata adimpedire una troppo facile identificazio-ne delle posizioni fortificate, trovaesempi significativi in Ticino: stalle, rustici, pareti rocciose ecc.

TarnungenFür die Kunst der Tarnung, welche dieIdentifikation der Befestigungen verhindernsoll, finden wir im Tessin signifikanteBeispiele: «Ställe», «rustici», Felsimitatio-nen usw.

Accanto alle opere valutate global-menti di interesse nazionale esistononumerose altre opere che presenta-no interessanti particolarità.Questa appendice ha per scopo di dare una breve panoramica di questa ricchezza.

Neben den Werken von «nationaler Bedeutung» existieren zahlreiche Werk-Details, welche interessante Besonder-heiten aufweisen.Ein Schlaglicht auf deren Variantenreich-tum wirft der nachfolgende Anhang.

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Ricoveri e trinceePer assicurare un sistema di difesacompleto, accanto alle opere maggiori,esistevano tutta una serie di opere mi-nori come trincee e ricoveri, eseguitisecondo le regole della fortificazionesemi permanente o da campo.

Unterstände und SchützengräbenUm eine umfassende Verteidigung zu ge-währleisten, gab es ausser den Haupt-werken eine Grosszahl an Nebenwerken von geringerer Bedeutung, die den Statusvon Behelfsbefestigungen hatten (zurHauptsache Unterstände und Schützen-gräben).

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Gallerie di collegamento e barricate anticarroTipologicamente molto variate e rivela-trici delle diverse fasi storiche di co-struzione sono le gallerie di collega-mento scavate nella roccia o in trinceacon rinforzo di murature e travi di legnoo integralmente in cemento armato, epiù tardi in elementi prefabbricati (soprae in mezzo).Poco rappresentate in Ticino, visto lanatura molto forte del terreno, le barri-cate anticarro (sotto).

Verbindungsstollen undGelände-PanzerhindernisseGross ist der Variantenreichtum an Stollen-typen aus verschiedenen Epochen: in Felsgehauen, mit Granitmauern, Holzbalken undspäter mit Eisenbeton verstärkte Unter-stände, in neuerer Zeit unter Verwendungvon vorfabrizierten Elementen (oben undMitte).Dank der natürlichen Geländebarrieren fin-det man im Tessin verhältnismässig wenigeGelände-Panzerhindernisse (unten).

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FeritoieParte dell’opera più vulnerabile, si adat-tano, spesso con un estetica funzionaledi rispetto, alle diverse funzioni: proiet-tori, osservazione, difesa interna di gal-lerie, cannoni, mitragliatrici, fuoco difucileria ecc.

SchiessschartenSchiessscharten – verletzlichster Teil einesWerks – wurden mit oft erstaunlicher funk-tionaler Ästhetik ihren unterschiedlichenBestimmungen angepasst: Scheinwerfer-öffnungen, Beobachtungsposten, interneTunnelverteidigung, Kanonen-, Gewehr-bzw. Maschinengewehr-Beschuss usw.

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Membri del «Gruppo di lavoro per la protezionedella natura e dei monumenti per le infrastrutturedi combattimento e di condotta del DMF» (ADAB)

Mitglieder der «Arbeitsgruppe Natur- undDenkmalschutz bei Kampf- und Führungsbautendes EMD» (ADAB)

Peter Aebiarchitetto e pianificatore, Ufficio federale della culturaArchitekt und Raumplaner, Bundesamt für Kultur

Hubert Foersterstato maggiore dell’esercito 302.2, Servizio storicoArmeestabsteil 302.2, Militärhistorischer Dienst

Dr. Martin Fröhlichconservatore delle costruzioni federali, Ufficio delle costruzioni federaliDenkmalpfleger der bundeseigenen Bauten, Amt für Bundesbauten

Ernst GermannUfficio federale delle costruzioni federali, capo sezione immobiliBundesamt für Genie und Festungen, Chef Sektion Immobilien

Giuseppe Gersterarchitetto, rappresentante della Commissione federale dei monumenti storiciArchitekt, Vertreter der Eidg. Kommission für Denkmalpflege

Silvio Kellerstato maggiore dell’Aggruppamento dello stato maggiore generale, capo sezionecommittenti, Divisione degli affari edilizi, (Presidente)Stab GGST, Abteilung Bauwesen/KBM, (Vorsitz)

Dr. Robert LandtwingSegreteria generale DMF, capo divisione territorio e ambienteGeneralsekretariat EMD, Chef Abteilung Raum und Umwelt

Franz Lehmannstato maggiore dell’Aggruppamento dell’istruzione, Divisione piazze d’armi e di tiroStab GA, Abteilung Waffen- und Schiessplätze

Johann MürnerUfficio federale della cultura, capo sezione patrimonio culturale e monumenti storiciBundesamt für Kultur, Chef Sektion Heimatschutz und Denkmalpflege

Andreas Pfleghardarchitetto, rappresentante della Commissione federale per la protezione delpaesaggio e della naturaArchitekt, Vertreter der Eidg. Natur- und Heimatschutzkommission

Heinz Pfistergeografo, Ufficio federale dell’ambiente, delle foreste e del paesaggio, Divisioneprotezione della naturaGeograph, BUWAL, Abteilung Landschaftsschutz

Dr. Jürg Stüssi-Lauterburgcapo della Biblioteca militare federale e del Servizio storicoChef Eidg. Militärbibliothek und Historischer Dienst

Jürg TrickUffico federale del genio e delle fortificazioni, capo della Divisione pianificazionedelle costruzioniBundesamt für Genie und Festungen, Chef Abteilung Bauplanung

Maurice Lovisaarchitetto, consulenteArchitekt, Fachberater

Testimonianza brigata frontiera 91994

Denkmal zur Erinnerung an die Grenzbrigade 9 1994

Architekt und Photo: W. Eberli

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