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Mostra degli studenti del I & II anno Corso Triennale di Fotografa 2017 Inaugurazione venerdì 23 giugno ore 18.30 fsmgallery – via San Zanobi 19r, Firenze ingresso libero La mostra rimarrà aperta fno al 3 agosto 2017 dal lunedì al venerdì con orario 15/19, o su appuntamento Tel. +39 055 481106 – [email protected] Fotografe di TR I Giada Castigli, Monica Di Chio, Natania Frydman, Alessia Lenoci, Riccardo Mangapatty, Maria Alessia Manti, Alisa Martynova, Stefania Mattioli, Mattia Giovanni Mazzocolin, Olivia Micillo, Irene Nasoni, Lorenzo Ricci, Eugenia Rinaldi, Nico Rossi, Bianca Luna Villalba. TR II Maria Rozalia Bellin, Lorenzo Bruchi, Teresa Bucca, Giulia Del Sorbo, Riccardo Di Giovanni, Elena Fabris, Giuseppe Guariglia, Sofa Leone, Matteo Lodolo, Elisa Perretti, Linda Ughi.

Mostra degli studenti del I & II anno Corso Triennale di ... · Mostra degli studenti del I & II anno Corso Triennale di Fotografa 2017 Inaugurazione venerdì 23 giugno ore 18.30

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Mostra degli studenti del I & II anno Corso Triennale di Fotografa 2017

Inaugurazionevenerdì 23 giugno ore 18.30fsmgallery – via San Zanobi 19r, Firenzeingresso libero

La mostra rimarrà aperta fno al 3 agosto 2017dal lunedì al venerdì con orario 15/19, o su appuntamentoTel. +39 055 481106 – [email protected]

Fotografe di

TR IGiada Castigli, Monica Di Chio, Natania Frydman, Alessia Lenoci, Riccardo Mangapatty, Maria Alessia Manti, Alisa Martynova, Stefania Mattioli, Mattia Giovanni Mazzocolin, Olivia Micillo, Irene Nasoni, Lorenzo Ricci, Eugenia Rinaldi, Nico Rossi, Bianca Luna Villalba.

TR IIMaria Rozalia Bellin, Lorenzo Bruchi, Teresa Bucca, Giulia Del Sorbo, Riccardo Di Giovanni, Elena Fabris, Giuseppe Guariglia, Sofa Leone, Matteo Lodolo, Elisa Perretti, Linda Ughi.

PRIMO ANNO CORSO TRIENNALE DI FOTOGRAFIA

Giada CastigliDativo

da “Sulla Fotografa. Realtà e immagine nella nostra società” di Susan Sontang

"Fotografare una persona equivale a violarla, vedendola come essa non può mai vedersi, avendone una conoscenza che essa non può mai avere; equivale a trasformarla in oggetto che può essere simbolicamente posseduto."

La visione dell'altro nel legame tra due persone trova la sua ragione d'essere nell'incrocio degli sguardi, in una fusione di tensioni vitali che è anche il punctum di queste foto; l'ho voluto trovare al di fuori del margine della mia visione, nella bellezza fatta di verità e ambiguità dei nostri rapporti.

Monica Di Chio Una stanza come casaGeometrie private di studenti fuori sede

Questo progetto nasce dalla curiosità di analizzare come gli studenti fuori sede costruiscono un proprio spazio in una città nuova alla quale, ancora, non appartengono. L'idea è quella di tradurre in immagini i dettagli delle stanze, l'atmosfera intima di quei piccoli angoli in afftto, dove le giovani individualità lasciano emergere delle geometrie private all'interno di uno spazio urbano estraneo.

Natania FrydmanRinse & Repeat

The bottom series of photos is based on the idea of textures.All the textures of women that we are not supposed to have. Subsequently the very strange and comical methods we go through to remove these various textures. This series is on a deeper level about the bond that is created between women when sharing these rather odd experiences. These societal contractions: of needing to be miraculously hairless and almost non animal, yet the process is often awkward and ungraceful. Something about these private stories we share with each other has continued to captivate me. It has often felt like a behind the scenes party I was born into being invited to. Although we remove something from our

bodies, this tiny loss intern allows us to gain each other is some way. The use of absurd objects such as pieces of carpet, rabbit skin, mop heads, wild boar horns etc, are meant to visually show the humor and absurdity I have always connected with in these moments of social pressures I myself have engage in.

The top series: Shortly after this series, I interviewed an artist. Although the interview was about his work, what I left with was a very particular, yet nonchalant moment where he said, “ you know, I just like that clean pussy aesthetic.” It took me a moment, but after a bit of thought, I realized he was speaking in reference his preference of genital haircuts. I guessed he likes no hair. I thought the word choice was so great, on so many levels. It seemed to be the male perspective of my previous project on textures. The large photos are my visual response and representation of this phrase.

In total these photo are my way of celebrating women and their many layers.

Alessia LenociFrammenti d'identità

L’uomo del duemila si vede costretto ad affrontare la costante lotta fra forma e sostanza, essere ed apparire, assume una maschera a seconda degli ambienti che lo circondano per sentirsi “idoneo” alla società moderna che non ammette debolezze. Ci si ritrova a combattere per sentirsi accettati fno a frammentare la propria identità a seconda dei contesti e delle persone con cui ci si relaziona. La tendenza è quella di mostrarsi diversi ai diversi interlocutori, a seconda del rapporto, delle sintonie e della fducia che si ripone in essi. La volontà di non essere spinge l’uomo a negare la propria identità, il proprio corpo a colui che lo “esamina”, la volontà di essere, mossa da una necessità, invece lo spinge a mostrare il suo lato nascosto, le sue cicatrici e la sua vera essenza.Ogni uomo si mostrerà parzialmente ad alcuni, totalmente ad altri, ad altri ancora si negherà.

Riccardo MangapattyGrandfather's Job

Ho realizzato questo progetto di interni misto a ritratti per documentare un mestiere di antica tradizione e raccontare allo stesso tempo la storia della mia famiglia.

Maria Alessia MantiMirna

Mirna, 80 anni di splendida vitalità, è la prima persona che ho conosciuto quando mi sono trasferita a Firenze, poco più di un anno fa. Viviamo nello stesso condominio e in questo anno abbiamo trascorso molto tempo insieme. Fiorentina doc - “nata sotto il Cupolone”, come le piace dire -, non mi ha semplicemente aperto le porte di casa sua, mi ha aperto le porte del suo passato. Ho potuto sfogliare la sua vita attraverso i suoi album di fotografe; “frugare” nel suo armadio che ancora custodisce quegli abiti che lei stessa confezionava con la sua mamma; ho potuto leggere i suoi libri preferiti; ho potuto guardarla nella sua quotidianità fatta di rituali femminili senza tempo. Ecco, oltre alla normalità del donarsi, Mirna mi ha insegnato a non aver paura del tempo che passa.

Questo progetto vuole essere un regalo per lei, per le donne come lei e per coloro che credono ancora nell’amicizia.

Alisa MartynovaUntitled.

Sea, a scratched negative, a hand, a neck of a woman.

The project is a metaphorical interpretation of the human nature and the world of feelings, how we feel and perceive things in life. The background we create with our past experiences and thoughts, whatever new that comes in our life lays on this background. It may infuence it, it may touch it, it may get dissolved. The work is open to interpretation.

StefaniaMattioliOmbra

One does not become enlightened by imagining fgures of light, but by making the darkness conscious" C.G.Jung

Questo progetto è stato realizzato con foro stenopeico, proiettando sui muri sagome di cartone che raffgurano gli incubi e le ansie quotidiane. Creare un progetto di autoritratto con un foro stenopeico signifca posare per lunghi tempi di esposizione, circondata dalle ombre dei miei pensieri. Il mio scopo era quello di rendere tangibile quanto la vita intima di una persona possa essere oscurata da sentimenti spesso nascosti agli altri. Considero questo progetto come un tentativo di arteterapia.

Mattia Giovanni Mazzocolin Ur

Dodici autoritratti con con scatola da tè

"Mentre l’espressione era appena stata scoperta nel movimento della vita, ora ne scopriamo il potere già nel silenzio dell’essere stesso, quando ascoltiamo attentamente i suoni originari di una pura entità che è giunta pienamente in essere."(Franz Roh)

Olivia Micillo Semia

foro stenopeico

“È l’incarnazione della fertilità della terra: umida, misteriosa, forte. È pura e immacolata e crea la vita da se stessa, dal proprio umido ventre. Mette di continuo in scena il miracolo della trasformazione magica. Qualunque cosa sia nata dalla terra è ricolma di forza vitale. Il fore, l’albero, la pietra, la collina, l’umano e l’animale sono parimenti nati dalla terra e tutto possiede la sua forza. Boschetti sacri, prati, fumi, alberi frondosi e nodosi, o contorti che crescono insieme da tronchi diversi, sono particolarmente saturi del mistero della vita. La Madre Terra crea per la terra un rivestimento che è lussureggiante, forito e incantato.” Testo tratto da “Il linguaggio della Dea” di Marija Gimbutas

Un racconto magico dei luoghi incantati che posso chiamare casa, colti con una piccola scatola di legno, strumento imprevedibile e misterioso come i segreti della terra. Una connessione che ha cambiato la mia vita, un rapporto con la natura che ha permesso di conoscere me stessa negli aspetti più intimi e diffcili, ma anche in quelli più belli e creativi.Quando ero piccola incontravo i folletti nel bosco, li chiamavo i “piccoli bimbi”. Crescendo si sono nascosti ai miei occhi. Sono sicura che, un giorno, tornerò a vederli.

Irene NasoniPlanning

"Lentamente muorechi diventa schiavo dell’abitudine,ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi,chi non cambia la marcia,chi non rischia e cambia colore dei vestiti,chi non parla a chi non conosce.(Martha Medeiros)"

Planning. Routine da uffcio. Monotonia.

Giorni, mesi, settimane, anni a compiere gli stessi gesti. Dal lunedì, con un senso quasi di claustrofobia, subito dopo un weekend di relax, al venerdì, dove l'unico obiettivo è arrivare al weekend di l'unico flo conduttore della settimana è la routine, il continuo ripetersi delle stesse azioni. All'infnito.

Lorenzo RicciYou Get Me?

Con occhi socchiusi ed uno sguardo ravvicinato, osservo uomini gay, il loro bisogno di essere capiti - tra voglia di condivisione e solitudine - le loro ambizioni, il desiderio di essere come tutti: diversi.

Eugenia RinaldiMaterie improvvisate

Queste fotografe sono principalmente il risultato di pensieri notturni, un insieme di linee che si formava a priori nella mia testa per poi concretizzarsi con la fusione di due degli elementi più evocativi che esistano: il corpo e la natura. Essi si fondono, vengono tagliati e denaturalizzati per dar vita a tutt'altro. Un tutt'altro dal sapore ambiguo e volendo astratto; nuove identità. Ho voluto creare, improvvisare legami inesistenti e relativizzare il tutto.

Nico RossiRethinking Humanity

Nell’estate 2016, in occasione di una intensa collaborazione tra l’associazione culturale giovanile “Vai Oltre!” e il Festival internazionale delle Arti VolterraTeatro, Nico Rossi, fotografo dell’associazione, entra in contatto per la prima volta con gli attori della Compagnia della Fortezza, fondata ventinove anni fa nella Fortezza Medicea di Volterra dal regista e drammaturgo Armando Punzo.

Dagli inizi del 2017 Nico Rossi frequenta regolarmente le prove della Compagnia all’interno del carcere conoscendo da vicino una delle più importanti esperienze teatrali di ricerca del panorama europeo. La relazione quotidiana con i detenuti-attori consente al fotografo di approfondire la poetica e il metodo di lavoro degli artisti: la loro

visione del mondo, la relazione con i testi, la costruzione delle drammaturgie a partire dall’universo letterario di grandi autori come William Shakespeare e Jorge Luis Borges.

Il progetto fotografco che nasce da questo incontro mira a cogliere l’essenza della ricerca sull’essere umano che Armando Punzo conduce da quasi trent’anni all’interno del carcere, per mettere in crisi i pregiudizi comuni, mostrando come il teatro renda possibile un vero e proprio stravolgimento dell’elemento reale di partenza, un distaccamento dell’uomo da se stesso che si verifca nell’atto del suo diventare uomo-attore. I ritratti raffgurano gli attori, detenuti e non, della Compagnia della Fortezza, con i costumi di scena di uno dei grandi spettacoli-manifesto della Fortezza: Santo Genet, ispirato alle opere dello scrittore e drammaturgo Jean Genet, un lavoro fondato sul principio della trasfgurazione: «creare buchi nella realtà, trasformare la materia vile in oro, immaginare rose dove c’erano catene». Testo di Rossella Menna

Bianca Luna VillalbaNosotros (noi)

Questo progetto é una serie di ritratti della mia famiglia. Ho voluto ritrarre la mia famiglia perché dopo un anno siamo tornati a vivere insieme nello stesso paese. Personalmente è stato bellissimo fare questo progetto, ho potuto guardare nei loro occhi di nuovo facendo quello che mi piace: fotografare.

Queste fotografe sono una serie di ritratti famigliari. Nei primi quattro dittici ci sono i miei due fratelli. Nella terza colonna sopra c'è mia mamma e sotto mio papà.Nell'ultima ci sono io e il gatto che anche lui fa parte della famiglia.Ho deciso di mettere più foto dei miei fratelli perché il progetto era in origine su di loro.

SECONDO ANNO CORSO TRIENNALE DI FOTOGRAFIA

Maria Rozalia Bellin Riscatto del corpo

Questo progetto di messa in scena è costituito da quattro dittici in cui si mostrano quattro distinte attività quotidiane che con l'arto artifciale è impossibile svolgere. Togliendo qualsiasi caratteristica identifcativa si intende raccontare non solo un'esperienza personale, ma soprattutto delineare aspetti che accomunano coloro che hanno lo stesso handicap. Ogni dittico presenta una duplice modalità di scatto: l'inquadratura zenitale è dedicata all'azione svolta con l'utilizzo della protesi, quella frontale invece mette in evidenza lo stesso gesto realizzato però senza.

L'istinto di sopravvivenza e lo spirito di adattamento portano l'uomo a trovare, in base alle proprie conoscenze, modalità alternative di realizzazione di un'azione resa complessa dall'assenza di un'arto. Questa viene svolta con tempi più lunghi e con maggior fatica fsica, ma viene eseguita in modo autonomo, servendosi della totalità del corpo per la sua realizzazione.

Niente è in grado di fermare l'istinto, se la voglia di vivere pienamente la propria vita è forte !

Lorenzo BruchiSimply Flowers

Eleganza, semplicità e purezza. Nervature asimmetriche come piccoli canali che si intersecano sui petali come luci dell'aurora boreale. Riuscire a vedere oltre al semplice fore.

Teresa BuccaBack-et nunc

Realizzare modelli di simulazione e dar loro i colori del vissuto permette di reinventare il reale come fnzione. Strumento primario è la memoria, fabbrica d'ogni immaginario: reinventa il ricordo come dato presente e vi conferisce le qualità di quanto è scomparso dalla nostra vita.

Una rifessione sulle qualità del ricordo secondo la nuova fction della realtà simulata, attraverso paesaggi in associazione, gesti ambigui, scenografe della monotonia.

Giulia Del Sorbo Ritratto Naturale

sei qui davanti a me, non parli, eppure ti riconosco in mezzo a questa folla di arbusti.

Riccardo Di GiovanniMy God is The Sun

“Tagli di luce che sezionano il cemento, cercando di elevarlo a una dimensione divina; il tono caldo consacra le linee geometriche, ammorbidendole. Tale visione vuole restituire ai presenti una prospettiva trascendente, mediata dalle note dei Queens of the Stone Age.”Testo di Sara Raimo

Elena FabrisCromaticaMente

La conformazione degli spazi che viviamo quotidianamente condiziona i comportamenti ed il nostro sentire, determinando in ciascuno di noi riscontri visivi ed emotivi differenti. Le componenti cromatiche che caratterizzano alcuni luoghi divengono nella costruzione del progetto elementi d'interesse e di ricerca suggestivi per l'occhio, portando alla rifessione e infuendo sulle mie percezioni.

Giuseppe GuarigliaFirenze oggi: Novoli

Negli ultimi anni Firenze ha vissuto un importante processo di trasformazione urbana per una nuova interpretazione delle sue periferie. Novoli, quartiere operaio a nord della città, ha subito un forte processo di rinnovamento, che ha dato al quartiere ed alla città stessa un nuovo volto. Il polo delle Scienze Sociali, il Palazzo di Giustizia, i centri commerciali, i complessi immobiliari, il parco di San

Donato sono fulcro di tale massiccia metamorfosi che, con la linea 2 della tramvia, partecipano a pieno titolo alla creazione di un nuovo tessuto urbano per una nuova Firenze.

Questo progetto si pone in continuità con il lavoro fotografco realizzato l'anno passato, in cui veniva proposto un percorso nella Firenze Rinascimentale attraverso le architetture di Filippo Brunelleschi, rappresentate con l'ausilio del foro stenopeico. Nell'attuale progetto l'analogico ha lasciato spazio al digitale col desiderio di allontanare lo sguardo dalla “culla del Rinascimento” per volgerlo ad una Firenze moderna ed in costante evoluzione.

Sofa Leone Gli uomini hanno case : ma sono verande

“Era una cosa a cui il prof. Bandini credeva, al di là di qualsiasi necessità accademica. Lui pensava, davvero, che gli uomini stanno sulla veranda della propria vita (esuli quindi da se stessi) e che questo è l’unico modo possibile, per loro, di difendere la propria vita dal mondo, giacché se solo si azzardassero a rientrare in casa (e ad essere se stessi, dunque) immediatamente quella casa regredirebbe a fragile rifugio nel mare del nulla, destinata ad essere spazzata via dall’ondata dell’Aperto, e il rifugio si tramuterebbe in trappola mortale, ragione per cui la gente sì affretta a riuscire sulla veranda (e dunque da se stessa), riprendendo posizione là dove solo le è dato di arrestare l’invasione del mondo, salvando quanto meno l’idea di una propria casa, inabitabile ”.Alessandro Baricco, City

Matteo LodoloIl ponte per l’infnito

Proprio come Foscolo ne "I Sepolcri" supera il pessimismo e l’arida flosofa materialistica con la fede nelle Illusioni, che alimentano il cuore dei giovani per grandi imprese, anche il protagonista, lasciando ai posteri una tale opera,sa che diventerà immortale ed eterno, perchè immortale sarà la sua opera.

[…] Perchè se un giorno una speranza di gloriasplenderà per gli Italiani più coraggiosi e per l’Italia,noi da questi sepolcri trarremo l’ispirazione ad agire.Da "I Sepolcri" - Ugo Foscolo

RingraziamentiAndrea Maggio, Daniele Misuraca, Francesco Gentile, Alessandro Ciappi.

Elisa Perretti IN-contaminated

IN-contaminated è un progetto che nasce da un momento particolare della mia vita, dove a darmi conforto e a farmi compagnia in casa c'erano solo comuni piante.Conforto che si è poi trasformato in ossessione e contaminazione reciproca tra me e loro.Per questo ho deciso di partire dal termine inglese contaminated e di unirlo, quasi italianizzandolo, con la preposizione “in” a suggerire un processo di interiorizzazione della contaminazione stessa, che quasi si annulla in una metamorfosi tra corpo e piante.Parlo di contaminazione che diventa anche componente grafca per alcuni scatti, nei quali ci sono selezioni rettangolari invertite che richiamano la compresenza per me inscindibile tra negativo e positivo.

Linda UghiL'occhio del ciclone

Essere nell'occhio del ciclone; tutto attorno caos ma dove sei te, la pace.

Fondazione Studio Marangonivia San Zanobi 32r/19r

50129, [email protected]

[email protected]. 055 481106

www.studiomarangoni.it