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Mostra-gioco interattiva sul commercio equo e solidale

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Mostra-gioco interattiva sul commercio equo e solidale

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Il percorso: ascolto della storia

Lo spazio è evocativo della

terra da cui proviene il

prodotto (Africa, Sud Est

Asiatico, Centro America).

Per i ragazzi comincerà così

il percorso di

identificazione, inizialmente

con il PRODUTTORE.

Il viaggio comincia con gli angoli: ogni classe è divisa in tre

gruppi (cacao, banane e pallone) e ciascun gruppo ascolta il

racconto in prima persona di un produttore. Ogni animatore

presenterà come propria la storia di un produttore prima

vittima dello sfruttamento, e poi passato al circuito equo.

ASCOLTO DELLA STORIA

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La partenza: i luoghi di produzione

La partenza è divisa in tre spazi, uno per continente:

cacao-Africa, pallone-Asia, banana-America latina. Gli spazi

sono divisi da sfondi che rappresentano gli ambienti di

produzione: la fabbrica e la piantagione. Per la partenza

sono previsti due animatori per gruppo: lo sfruttatore e l’

“equo”. I bambini vengono quindi

divisi in tre gruppi: i

contadini (produttori di

cacao e banane) indossano

dei cappelli di paglia, i

piccoli cucitori vengono

obbligati a togliersi le

scarpe e a sedere sulle

stuoie all’interno dello

spazio fabbrica.

SCENOGRAFIE PIANTAGIONI DI CACAO E DI BANANE

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Lo sfruttamento

La prima animazione

rappresenta il lavoro

in assenza di diritti: i

bambini impersonano i

produttori sottoposti

ad un padrone-

sfruttatore che li

obbliga ad orari

massacranti e ad

accettare paghe

misere. Ogni

animazione è stata

pensata diversamente

per ciascun prodotto. LO SFRUTTATORE E I RAGAZZI CHE

COSTRUISCONO I PALLONI

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Lo sfruttamento: la piantagione di cacao

Lo sfruttatore obbliga i bambini a

raccogliere i chicchi di cacao

dentro grandi casse di legno e a

riempire i loro sacchi. E’

rappresentato uno dei momenti

della lavorazione: la

macerazione. Soltanto i chicchi di

un certo colore sono buoni, per

cui i ragazzi devono scartare

quelli degli altri colori e riempire

i loro sacchi rapidamente, dietro

le minacce del padrone. I sacchi

sono pagati pochi centesimi, e in

più la bilancia è truccata.

I RAGAZZI RACCOLGONO I CHICCHI DI CACAO

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Lo sfruttamento: la piantagione di banane

E’ rappresentato il momento della

raccolta. I bambini devono

raccogliere le banane dagli alberi e

riempire velocemente le loro ceste.

Anche qui la paga è rappresentata

da pochi centesimi e il padrone farà

di tutto per pagare il meno

possibile. Durante la raccolta lo

sfruttatore spruzza acqua o aria sui

bambini. Mentre lo fa indossa una

mascherina, e fa mostra di avere

paura di venire a contatto con i

pesticidi, mentre non esita a

spruzzarli sulle piante mentre i

contadini lavorano.I RAGAZZI RACCOLGONO LE BANANE

Page 7: Mostra-gioco interattiva sul commercio equo e solidale

Lo sfruttamento: la fabbrica di palloni

L’animatore che impersona lo

sfruttatore fa sedere i bambini

su delle stuoie. I bambini

devono stare a gambe

incrociate e non parlare né

muoversi se non per lavorare.

Il loro lavoro richiama il più

possibile quello dei bambini

che cuciono i palloni, (nella

mostra vengono utilizzati

palloni di spugna ricoperti di

velcro, su cui attaccare

esagoni e pentagoni bianchi e

neri nel modo giusto).

UNA BAMBINA ALLE PRESE CON LA PRODUZIONE DI UN PALLONE

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Il passaggio al circuito equo e solidale nelle piantagioni

Negli ambienti delle piantagioni un animatore

approfitta dell’assenza dello sfruttatore per

invitare i contadini a ribellarsi. Spiega loro la

possibilità di costituire una cooperativa

vendendo i loro prodotti attraverso il

commercio equo e solidale. I bambini portano

i loro sacchi alla cooperativa votano per

alzata di mano su come spendere il “Fair

Trade Premium”: non solo ognuno di loro

riceve di più di quanto dato dallo sfruttatore, ma una parte dei soldi viene

utilizzata per qualcosa a beneficio di tutti. Il contadino che

ha fatto loro conoscere il Fair Trade spiega che il loro

cacao e le loro banane verranno inviati in tutto il mondo,

per farne cioccolato e tanti altri prodotti.

Page 9: Mostra-gioco interattiva sul commercio equo e solidale

Il passaggio al circuito equo e solidale nella fabbrica di palloni

Lo sfruttatore riceve la visita di un ispettore

dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro.

Ordina ai ragazzi di nascondersi e inganna

l’ispettore per qualche minuto. Successivamente l’ispettore

ritorna cogliendolo di sorpresa, e porta via lo

sfruttatore in manette. Spiega quindi ai bambini che esiste una convenzione sui diritti

dell’infanzia che li protegge dall’essere sfruttati.

UN BAMBINO SI NASCONDE SOLLECITATO DALLO

SFRUTTATORE

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Passaggio simbolico: da produttori a prodotti

Perché non seguiamo il

loro viaggio?

Trasformiamoci in

palloni! (o chicchi di

cacao, o banane)” e li

invita ad indossare dei

fratini che raffigurano i

prodotti.

L’animatore fa compiere ai ragazzi un passaggio

simbolico, da produttori a prodotti: pronuncia la frase

“vogliamo vedere dove vanno ora i prodotti?

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Il trasporto: verso il Nord del mondo

La nave è piena di scatole dai nomi

evocativi di grandi marche.

Durante il viaggio parla loro degli

enormi profitti delle multinazionali

e di come difficilmente la gente

acquisti prodotti non pubblicizzati,

perché nessuno legge le etichette

e a nessuno interessa come

vengono fatti i prodotti.

A questo punto i ragazzi passano più avanti, oltre i

paraventi, dove li attende una grande nave. Qui un

animatore che interpreta il trasportatore del commercio

tradizionale spiega che nella nave non c’è posto per i

prodotti del commercio equo e solidale e li fa viaggiare

stretti in un angolo della nave.

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L’arrivo: dal supermercato alla bottega

I bambini sbarcano, mentre il trasportatore gonfio li saluta minacciandoli “Sì, tanto a voi chi vi si compra!” Approdano in

uno spazio diviso in due: da una parte dei pannelli mostreranno com’è fatto un supermercato, dall’altro una

bottega. Due animatori accolgono i bambini preoccupandosi dello smistamento e passando loro dei contenuti sugli

sbocchi del commercio equo e solidale. L’esito del loro viaggio è deciso da un gioco tradizionale: la campana. Attraverso la campana, nella quale sono disposte

delle ciotole a forma di prodotti e colme di bigliettini, i ragazzi potranno sapere cosa ne sarà di loro.

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Lo spazio di rielaborazione

All’uscita i ragazzi

trovano uno spazio

dove poter

rielaborare quanto

vissuto. Sono invitati

a leggere i loro esiti

che vengono

commentati da un

animatore esperto, e

a disegnare o a

descrivere ciò che più

li ha colpiti del

viaggio.