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MSARDOMSARDO 11

ALTERNANZA SCUOLA LAVORO

AZIONI DI SISTEMA

FORMAZIONE RIVOLTA AI DOCENTI IMPEGNATI NEI PERCORSI DI ASL

BELLUNO 11 – gennaio - 2010

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ALTERNANZA SCUOLA LAVORO

Programma della giornata

Presentazione del corsoContratto formativo

Scenari scuola-lavoro: “Il quadro culturale e Normativo”

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ALTERNANZA SCUOLA LAVORO

Presentazione del corso

Data Orario Contenuto Relatore

11 gen 09 15 – 18 1. Il quadro culturale e normativo di riferimento

Sardo

19 gen 09 15 – 18 2. Il progetto Milani

27 gen 09 15 – 18 3. La valutazione Busetto

04 feb 09 15 – 18 4. Il quadro normativo Ascione

12 feb 09 15 – 18 5. La personalizzazione Rigo

22 feb 09 15 – 18 6. Attori e ruoli Greggio – Seu

26 feb 09 15 – 18 7. Le competenze De Bin

02 mar 09 15 – 18 8. Le verifiche Milani

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ALTERNANZA SCUOLA LAVORO

Contratto formativo

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ALTERNANZA SCUOLA LAVOROAZIONI DI SISTEMA

FORMAZIONE RIVOLTA AI DOCENTI IMPEGNATI NEI PERCORSI DI ASL

Scenari scuola-lavoro

“Il quadro Culturale e Normativo”

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UN POSSIBILE INDICE

LE PREMESSE TEORICHE

GLI INDIRIZZI EUROPEI

I RIFERIMENTI NORMATIVI

LE DIVERSE PRATICHE DELL’ALTERNANZA

QUALCHE NODO PROBLEMATICO E ALCUNE CONDIZIONI NECESSARIE

ALTERNANZA SCUOLA LAVORO:INTRODUZIONE AL TEMA

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LA TEORIA DEL CAPITALE UMANO (1)

Il capitale umano è costituito dall'insieme delle facoltà e delle risorse umane,in particolare conoscenza, istruzione, informazione, capacità tecniche, che danno luogo alla capacità umana di svolgere attività di trasformazione e di creazione.

Le componenti principali che determinano il capitale umano sono oggi individuate nell’istruzione e nell’informazione.

L'istruzione è un prerequisito fondamentale affinché la popolazione sia in grado di esprimere una quantità e qualità adeguata di capacità lavorativa

LE PREMESSE TEORICHE

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LA TEORIA DEL CAPITALE UMANO (2)

La centralità attribuita al capitale umano nelle nuove teorie della crescita economica e dello sviluppo si è riflessa nel cambiamento degli interventi di cooperazione delle principali organizzazioni economiche internazionali.

Tra queste, lo UNDP (Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo) elabora da qualche anno indicatori specifici che cercano di misurare il capitale umano, come:

* istruzione obbligatoria,* istruzione tecnica secondaria,* studenti e studiosi all'estero,* scienziati e tecnici in istituti di ricerca,* indicatori del bilancio statale relativi alla istruzione pubblica.

LE PREMESSE TEORICHE

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LA TEORIA DEL CAPITALE UMANO (3)

gli investimenti in capitale umano rafforzano la crescita economica e, in particolare, l’espansione tecnica e scientifica;

l’uso dell’educazione come variabile dell’accrescimento della competitività dei sistemi produttivi e, quindi, il riferimento alla formazione dell’uomo in quanto arricchimento delle «risorse umane» (accanto a quelle finanziarie, strumentali, naturali, etc.)

l’uso dell’educazione quale strumento di compensazione degli effetti negativi che le trasformazioni e le ristrutturazioni produttive hanno sulle relazioni sociali (disoccupazione, migrazioni, etc.).

LE PREMESSE TEORICHE

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LIBRO BIANCO

MEMORAMDUM ISTRUZIONE FORMAZIONE PERMANENTE

GLI OBIETTIVI DI LISBONA 2000

LIBRO BIANCO SULLA GIOVENTU’ 2001

DA LISBONA AD UN’ALTRA MAASTRICHT

RACCOMANDAZIONE DEL PARLAMENTO E DEL CONSIGLIO (18-12-2006)RACCOMANDAZIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO

del 23 aprile 2008

GLI INDIRIZZI E I DOCUMENTI EUROPEI

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GLI INDIRIZZI E I DOCUMENTI EUROPEI

“Le risorse umane rappresentano la principale ricchezza dell'Unione e si riconosce ormai che un investimento in questo ambito è un fattore determinante della crescita e della produttività, allo stesso modo dell'investimento in capitale o attrezzature. Secondo alcune stime, l'innalzamento di un anno del livello di istruzione medio della popolazione si traduce in un aumento del tasso di crescita del 5% a breve termine e di un altro 2,5% a lungo termine. Inoltre, è già stato ampiamente dimostrato, l'impatto positivo dell'istruzione sull'occupazione, la salute, l'inclusione sociale e la cittadinanza attiva. Affinché l'Unione abbia una riuscita migliore rispetto ai suoi concorrenti nell'economia della conoscenza è di fondamentale importanza investire di più e con maggiore efficacia nell'istruzione e nella formazione.”

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L’innalzamento del livello di istruzione medio di un paese ha un effetto fortemente positivo sulla crescita economica.

Secondo l’OCSE l’incremento di un anno nel livello medio di istruzione della popolazione in età lavorativa (15-64 anni) produce nel lungo periodo un aumento pro-capite del reddito compreso tra il 3,8% e il 6,8%. Un analogo investimento (pari all’1%) nel capitale fisico (macchinari, attrezzature, etc.) produrrebbe un aumento di reddito compreso tra l’1,3 e l’1,5%.

GLI INDIRIZZI E I DOCUMENTI EUROPEGLI INDIRIZZI E I DOCUMENTI EUROPE

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Mai fino ad ora il Consiglio europeo avevaMai fino ad ora il Consiglio europeo avevariconosciuto con tanta forza il ruolo svolto dairiconosciuto con tanta forza il ruolo svolto daisistemi d’istruzione e di formazione nellasistemi d’istruzione e di formazione nellastrategia economica e sociale e per il futurostrategia economica e sociale e per il futurodell’Unione.dell’Unione.

L’obiettivo dell’Unione europea è quello di L’obiettivo dell’Unione europea è quello di «diventare entro il 2010 l’economia basata «diventare entro il 2010 l’economia basata sulla conoscenza più competitiva e dinamica sulla conoscenza più competitiva e dinamica del mondo, in grado di realizzare una crescita del mondo, in grado di realizzare una crescita economica sostenibile con nuovi e migliori posti economica sostenibile con nuovi e migliori posti di lavoro e una maggiore coesione sociale».di lavoro e una maggiore coesione sociale».

GLI INDIRIZZI E I DOCUMENTI EUROPEI

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Sei sono i messaggi chiave:

1. Nuove competenze di base per tutti2. Maggiori investimenti nelle risorse umane3. Innovazione nelle tecniche di insegnamento e di apprendimento4. Valutazione dei risultati dell'apprendimento5. Ripensare l'orientamento6. Un apprendimento sempre più vicino a casa

….. e un imperativo per la Scuola:

LIMITARE LA DISPERSIONE SCOLASTICA

GLI INDIRIZZI E I DOCUMENTI EUROPEI

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GLI INDIRIZZI E I DOCUMENTI EUROPEI

OTTO COMPETENZE CHIAVE

1. comunicazione nella madrelingua;

2. comunicazione nelle lingue straniere;

3. competenza matematica e competenze di base in

scienza e tecnologia;

4. competenza digitale;

5. imparare a imparare;

6. competenze sociali e civiche;

7. spirito di iniziativa e imprenditorialità;

8. consapevolezza ed espressione culturale.

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GLI INDIRIZZI E I DOCUMENTI EUROPEI

DEFINIZIONI - 1

risultati dell'apprendimento: descrizione di ciò che un discente conosce, capisce ed è in grado direalizzare al termine di un processo d'apprendimento. I risultati

sonodefiniti in termini di conoscenze, abilità e competenze;

conoscenze: risultato dell'assimilazione di informazioni attraverso

l'apprendimento.Le conoscenze sono un insieme di fatti, principi, teorie e praticherelative ad un settore di lavoro o di studio. Nel contesto del Quadro europeo delle qualifiche le conoscenze

sonodescritte come teoriche e/o pratiche;

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GLI INDIRIZZI E I DOCUMENTI EUROPEI

DEFINIZIONI - 2

abilità: indicano le capacità di applicare conoscenze e di utilizzare know-

how perportare a termine compiti e risolvere problemi. Nel contesto del

Quadroeuropeo delle qualifiche le abilità sono descritte come cognitive(comprendenti l'uso del pensiero logico, intuitivo e creativo) o

pratiche(comprendenti l'abilità manuale e l'uso di metodi,

materiali,strumenti);

competenze: comprovata capacità di utilizzare conoscenze, abilità e capacitàpersonali, sociali e/o metodologiche, in situazioni di lavoro o di

studio enello sviluppo professionale e personale. Nel contesto del Quadroeuropeo delle qualifiche le competenze sono descritte in termini diresponsabilità e autonomia.

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I RIFERIMENTI NORMATIVI

Patto per il lavoro del 1996.

Legge Bassanini 59/97.

Riordino dei cicli del ’97.

Pacchetto Treu (L. 196/97).

Accordo di luglio del 1999.

Legge 30/2003 Riforma Biagi

Legge n. 53 del 28 marzo 2003: Riforma Moratti

Regolamento dell’obbligo scolastico

Regolamento riforma istruzione tecnica e

professionale

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MSARDOMSARDO 1919

I RIFERIMENTI NORMATIVI

Decreto Legislativo 15 aprile 2005, n. 76"Definizione delle norme generali sul diritto-dovere all'istruzione e alla formazione, a norma dell'articolo 2, comma 1, lettera c), della legge 28 marzo 2003, n. 53"

Decreto Legislativo 15 aprile 2005, n. 77"Definizione delle norme generali relative all'alternanza scuola-lavoro, a norma dell'articolo 4 della legge 28 marzo 2003, n. 53"

Decreto legislativo 17 ottobre 2005Definizione delle norme generali e dei livelli essenziali delle prestazioni sul secondociclo del sistema educativo di istruzione e formazione ai sensi della legge 28 marzo 2003, n.53.

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LE DIVERSE PRATICHE DELL’ALTERNANZA

Occorre riconoscere che il concetto di alternanza conserva un certo grado d ambiguità dato che si riferisce contemporaneamente a pratiche diverse, destinate a pubblici distinti e mirate ad obiettivi differenziati.

1) Pratiche di alternanza come formazione di “seconda opportunità” per soggetti in difficoltà scolastica

L’area di intervento interessata è quella della non-riuscita scolastica. L’ipotesi soggiacente è che i percorsi misti scuola-lavoro siano efficaci per i giovani iposcolarizzati o non motivati a proseguire gli studi.

La possibilità di accedere a esperienze applicative in momenti di difficoltà o dopo una bocciatura ridurrebbe il rischio che il giudizio negativo sulla riuscita si estenda all’identità personale, e accrescerebbe di conseguenza la motivazione a rientrare in formazione.

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LE DIVERSE PRATICHE DELL’ALTERNANZA

2) Pratiche orientate a socializzare gli studenti alla loro futura condizione lavorativa (alternanza di orientamento)

Qui il pubblico è molto più vasto, anche se risulta evidente una centratura sulle filiere formative che danno luogo a uno sbocco immediato sul mercato del lavoro(istituti professionale e tecnici);

la durata della permanenza nelle situazioni di lavoro è breve, minima è la finalità direttamente produttiva, mentre rimane assolutamente centrale il ruolo dell’insegnamento formale.

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LE DIVERSE PRATICHE DELL’ALTERNANZA

3) Pratiche che assegnano all’esercizio concreto dell’attività professionale il ruolo principale della formazione (un’alternanza professionalizzante)

È questo il caso da un lato dei mestieri artigianali, dall’altro di buona parte delle professioni e dei relativi percorsi formativi universitari (medici, avvocati, ...).

In questo caso i tempi di formazione in situazione di lavoro sono lunghi e vengono generalmente inclusi nei meccanismi di valutazione.

Inoltre la permanenza nella situazione di lavoro contribuisce al perseguimento degli obiettivi di produzione dell’impresa che accoglie lo studente.

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LE DIVERSE PRATICHE DELL’ALTERNANZA

4) Pratiche di alternanza formalizzate sotto un contratto lavorativo ( apprendistato)

Comprendono un’ampia gamma di formule contrattuali orientate al primo inserimento lavorativo; formule derogatorie rispetto allo standard del lavoro a tempo indeterminato che si sono sviluppate nel corso degli anni ‘80 in tutti i paesi europei sotto la spinta di una disoccupazione giovanile in forte aumento

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LE DIVERSE PRATICHE DELL’ALTERNANZA

Possiamo definire le prime tre pratiche come alternanza scolastica, dato che i soggetti coinvolti sono studenti, mentre nel quarto caso possiamo parlare di alternanza contrattuale o lavorativa dato che i giovani sono al tempo stesso lavoratori presso un impresa e allievi presso un centro di formazione.

Ognuna di queste quattro pratiche comporta un diverso peso dell’insegnamento forma all’interno del curriculum formativo;

•minimale nel primo e nel quarto caso;•rilevante ed egemonico nel secondo, •variabile nel terzo.

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LE DIVERSE PRATICHE DELL’ALTERNANZA

le diverse pratiche di differenziano soprattutto per gli obiettivi:

•inserimento sociale e lotta all’esclusione nel primo e quarto caso (con una differenza relativa al riconoscimento salariale del contributo produttivo del giovane in alternanza);

•socializzazione lavorativa nel secondo,

•costruzione anticipata della professionalità nel terzo.

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L’alternanza nella normativa italianaL’alternanza nella normativa italiana

L’art.4 della legge n. 53 del 28 aprile 2003 (c.d. “Riforma Moratti”), introduce in Italia su base sistematica, un altro tipo di alternanza, in parte già sperimentato nella scuola e, soprattutto, nella formazione professionale: l’alternanza formativa.

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MSARDOMSARDO 2727

L’alternanza nella Riforma L’alternanza nella Riforma MorattiMoratti

L’alternanza è definita nella legge come:

“modalità di realizzazione del percorso formativo progettata, attuata e valutata dall’istituzione scolastica e formativa in collaborazione con le imprese, cone le rispettive associazioni di rappresentanza e con le camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura, che assicuri ai giovani, oltre alle conoscenze di base, l’acquisizione di competenze spendibili nel mercato del lavoro”.

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L’alternanza nella Riforma MorattiL’alternanza nella Riforma Moratti

E’ prevista, in particolare, la possibilità di:

svolgere l’intera formazione dai 15 ai 18 anni, attraverso l’alternanza di periodi di studio e di lavoro, sotto la responsabilità dell’istituzione scolastica e formativa;

sulla base di convenzioni con imprese e aziende disponibili ad accogliere gli studenti per periodi di tirocinio che non costituiscono rapporto individuale di lavoro.

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MSARDOMSARDO 2929

L’alternanza nella Riforma MorattiL’alternanza nella Riforma Moratti

Destinatari dell’alternanza formativa sono gli studenti del secondo ciclo dell’istruzione e dell’istruzione e formazione professionale che hanno compiuto il 15° anno di età.

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MSARDOMSARDO 3030

L’alternanza nella Riforma MorattiL’alternanza nella Riforma Moratti

L’alternanza è una modalità di realizzazione dell’autonomia didattica di cui è responsabile il Consiglio d’Istituto

Partners delle istituzioni scolastiche e formative saranno le Camere di Commercio, le associazioni imprenditoriali, il terzo settore, gli enti pubblici e privati

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COMPETENZE E CURRICULICOMPETENZE E CURRICULI

IL REGOLAMENTO SULL’OBBLIGO DI ISTRUZIONE:

• Richiama le competenze europee

• Individua otto competenze di cittadinanza da perseguire nell’obbligo di istruzione

• Fornisce indicazioni per i curricoli degli assi culturali disciplinari comuni sotto forma di competenze articolate in abilità e conoscenze

• Determina il rilascio di una certificazione di competenze al termine dell’obbligo

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COMPETENZE E CURRICULICOMPETENZE E CURRICULI

LA BOZZA DI RIORDINO DEGLI ISTITUTI TECNICI

Fornisce indicazioni per i curricoli che travalicano le discipline e si articolano in competenze, abilità, conoscenze

Si richiamano al Quadro Europeo delle Qualifiche e dei Titoli – EQF

Ribadisce la necessità di saldare scuola e lavoro

Sancisce la necessità – a regime – di modificare l’esame di Stato in funzione della didattica per competenze

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L’alternanza scuola-lavoroL’alternanza scuola-lavoro

L’alternanza non è un nuovo canale scolastico

L’alternanza è una metodologia didattico-formativa, traversale a tutti i canali del sistema scolastico-formativo

Si tratta di una modalità diversa per raggiungere obiettivi formativi già costitutivi del percorso, tramite esperienze aziendali coerenti, pre-progettate ed incentrate sull’integrazione curricolare e che consentono l’acquisizione di crediti spendibili ai fini del percorso scolastico

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Un vero percorso di apprendimentoUn vero percorso di apprendimento

• Secondo questo approccio i momenti in azienda assumono il carattere di vere e proprie occasioni di apprendimento e acquisizione di conoscenze e competenze, progettati e monitorati.

• Questa articolazione – Scuola/Azienda/Scuola – dovrebbe ripetersi più volte nell’anno formativo, con impegno orario diverso. 

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Avvicinare l’allievo ad una concreta realtà di lavoro Avvicinare l’allievo ad una concreta realtà di lavoro utilizzando i contesti aziendali come elementi di utilizzando i contesti aziendali come elementi di risorse integrativi per il processo di apprendimento. risorse integrativi per il processo di apprendimento.

Attivare momenti di ricerca ed applicazione Attivare momenti di ricerca ed applicazione interdisciplinare di valenza pedagogica e formativa interdisciplinare di valenza pedagogica e formativa basati sull’esperienza educativa del lavorobasati sull’esperienza educativa del lavoro

Valorizzare l’esperienza lavorativa come mezzo per Valorizzare l’esperienza lavorativa come mezzo per favorire lo sviluppo personale, sociale e favorire lo sviluppo personale, sociale e professionale dei giovaniprofessionale dei giovani

Obiettivi dell’esperienza di alternanza(1)Obiettivi dell’esperienza di alternanza(1)

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Verificare la “professionalità” trasversale e flessibile Verificare la “professionalità” trasversale e flessibile attraverso:attraverso:

Le Le conoscenzeconoscenze: non solo quelle tecniche e : non solo quelle tecniche e settoriali, ma anche la conoscenza dei principi settoriali, ma anche la conoscenza dei principi generali e dei criteri applicativi di queste nella generali e dei criteri applicativi di queste nella realtà lavorativarealtà lavorativa

Le Le capacitàcapacità: saper operare con autonomia, vale a : saper operare con autonomia, vale a dire capacità di dire capacità di problem findingproblem finding e e problem solvingproblem solving

I I comportamenticomportamenti: la conoscenza non deve essere : la conoscenza non deve essere fine a se stessa ma si deve trasformare in capacità fine a se stessa ma si deve trasformare in capacità di “Apprendere ad apprendere”di “Apprendere ad apprendere”

La comunicazioneLa comunicazione

Obiettivi dell’esperienza di alternanza(2)Obiettivi dell’esperienza di alternanza(2)

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Interazione con l’ambiente aziendaleInterazione con l’ambiente aziendale Abilità praticheAbilità pratiche Abilità teoricheAbilità teoriche AutovalutazioneAutovalutazione TeamworkTeamwork Problem solvingProblem solving ComunicazioneComunicazione

Obiettivi dell’esperienza di Obiettivi dell’esperienza di alternanza(3)alternanza(3)

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Conferisce sicurezzaConferisce sicurezza Affina il senso criticoAffina il senso critico Assicura spazi per la collaborazione Assicura spazi per la collaborazione Permette di farsi conoscerePermette di farsi conoscere Permette di conoscere sul campo l’organizzazione Permette di conoscere sul campo l’organizzazione

aziendaleaziendale L’aspetto genericamente formativo L’aspetto genericamente formativo

dell’esperienza, che tende a valorizzare dell’esperienza, che tende a valorizzare competenze trasversali e competenze trasversali e skills skills comportamentali comportamentali di base, la rende interessante per tutti i tipi di di base, la rende interessante per tutti i tipi di istitutiistituti

L’importanza dell’esperienza in alternanzaL’importanza dell’esperienza in alternanza

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L’alternanza come problema del nostro sistema L’alternanza come problema del nostro sistema formativoformativo

L’Italia è uno dei paesi europei con la più bassa percentuale di giovani fra i 16 e i 19 anni che fanno esperienze di alternanza tra scuola e lavoro.

Nel nostro paese essi raggiungono pochi punti percentuali

contro il 51 % in Danimarca, il 33 % dei Paesi Bassi e il 27 % del Regno Unito, per una media europea del 20-30%.

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L’alternanza come problema del nostro sistema L’alternanza come problema del nostro sistema formativoformativo

Aziende che investono e offrono formazione (dati del 2000)

Italia 23,9 %Media Europea 57%Danimarca 81%

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I corsi in alternanza vanno “personalizzati” I corsi in alternanza vanno “personalizzati” per gruppi di studenti e direttamente per gruppi di studenti e direttamente organizzati dalle singole scuole organizzati dalle singole scuole

Perché l’alternanza si diffonda non bastano Perché l’alternanza si diffonda non bastano le scuole, ci vuole un consistente numero di le scuole, ci vuole un consistente numero di imprese disposte ad accogliere e ad imprese disposte ad accogliere e ad assistere i giovaniassistere i giovani

I requisiti di base (1)I requisiti di base (1)

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Progettazione congiuntaProgettazione congiunta Abbinamento allievo-aziendaAbbinamento allievo-azienda Monitoraggio e valutazione del percorsoMonitoraggio e valutazione del percorso Raccordi con altri percorsiRaccordi con altri percorsi Presìdi da attivare: pedagogico, Presìdi da attivare: pedagogico,

organizzativo e gestionaleorganizzativo e gestionale

I requisiti di base(2)I requisiti di base(2)

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I NODI PROBLEMATICI E LE CONDIZIONI NECESSARIE (1)

C’è un problema di riconoscimento di equivalenza formativa di un percorso svolto in alternanza rispetto ad un percorso scolastico tradizionale.

Necessità di innovazioni metodologiche, didattiche e strutturali, non soltanto nella richiesta di nuove professionalità, ma anche per quanto concerne le nuove modalità, progettuali e valutative,che incideranno sulla struttura stessa della scuola italiana.

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I NODI PROBLEMATICI E LE CONDIZIONI NECESSARIE (2)

Solo una progettazione degli apprendimenti per competenze può effettivamente realizzare quel curricolo organico in cui le esperienze non devono faticosamente fare i conti con il tempo sottratto alle discipline e solo in tale direzione possono trovare una soluzione teorica e operativa le questioni dell’equivalenza formativa, della valutazione e della certificazione delle competenze.

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I NODI PROBLEMATICI E LE CONDIZIONI NECESSARIE (3)

Si pone il problema di una corretta individuazione delle realtà lavorative da coinvolgere, in coerenza con il piano di studi e, successivamente, la definizione delle modalità collaborative tra i diversi enti coinvolti.

È necessario che organizzazioni diverse sappiano lavorare insieme, creando un linguaggio e uno schema valutativo comuni ANCHE PER facilitare l’efficace svolgimento delle tre fasi del tirocinio (progettazione, realizzazione, valutazione) compresa la formazione dei tutor scolastici e aziendali.

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I NODI PROBLEMATICI E LE CONDIZIONI NECESSARIE(4)

Per fare l’alternanza la scuola deve tenere presente tre grandi specialisti della psicopedagogia: Howard Gardner, che ci invita a considerare che ogni ragazzo ha la sua intelligenza (intelligenze multiple)

Edgard Morin che ci raccomanda di tener conto che la complessità non si può insegnare per materie

Bernard Schwartz che ci dice che il lavoro è una grande esperienza di rimotivazione allo studio e chi abbandona precocemente la scuola per andare a lavorare è nel lavoro che impara quanto è importante una buona scuola.

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L’alternanza formativa perché?

L’Alternanza Scuola Lavoro oltre a risultare esperienza efficace di apprendimento per gli studenti, può indurre benefici effetti anche sull’intero sistema scolastico, perché lo impegna a collegare il proprio impianto formativo con la realtà esterna.

Un rapporto organico di collaborazione con il sistema delle imprese può essere in grado di introdurre nel sistema d’istruzione opportunità di confronto e di innovazione.

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L’alternanza formativa perché?

Una chance per la scuola, ma anche una chance per l’impresa, che può trarre benefici da questa esperienza non solo perché viene messa nella condizione di contaminare virtuosamente il mondo della scuola con il proprio patrimonio di conoscenza e di esperienza, ma anche per il possibile ritorno positivo di immagine che da questa innovazione può derivare.

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L’alternanza formativa perché?

NON C’è UN FARE SENZA SAPERE

SOPRATTUTTO

NON C’è UN “BUON FARE”

SENZA UN “BUON SAPERE”