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MUGGIANO & DINTORNI e-mail: [email protected] internet: www.muggiano.it F F ebbraio 2015 A NNO XV - N UMERO 2 Il neoeletto Sindaco di Cesano Boscone C ome prima impressione non si può negare che il giovane Sin- daco di Cesano Boscone, Simone Negri, sia simpatico e disponibile. Comunica a primo impatto un pi- glio attivo e dinamico. Diretto. Ap- parentemente competente e sul pezzo. Con cravatta ben annodata, ma senza giacca. E in maniche di camicia agli avambracci. Una di- screta quantità di carta sulla scriva- nia, da dove svetta però uno schermo piatto di dimensioni gene- rose, collegato al personal compu- ter. Con aperto in bella vista il programma di posta elettronica sul- l’account del Sindaco. A cui arriva una mail ogni due minuti circa. Simone Negri parrebbe con- gruente anche sotto il profilo della comunicazione non verbale. Forse perché avrà fatto qualche corso di formazione, una prassi bipartisan ormai molto comune in politica, o forse perché è autenticamente così. Comunque sia, non ha certo l’aplomb istituzionale un po’ trombone – ci si passi il termine forse un filo troppo esplicito – spesso così fasullo da Primo Cit- tadino del secolo passato. Del resto oggi va tanto di moda così. Con o senza guru della manipola- zione del consenso. Beh, viste le premesse del primo impatto, non rimaneva che “buttargli” subito sul tavolo le domande più scomode autono- mamente generate dall’attualità. Tanto per chiarire che non si era mica lì, solo per fargli piacere. A onor del vero bisogna anche dire che non ha preteso di vedere le do- mande prima di accordare l’inter- vista. Però ha subito tentato di addolcirci, offrendoci quelli che sembravano degli ottimi biscotti di pasta frolla. Ma noi niente. Non eravamo lì neppure per far me- renda. Per cominciare, solo per rompere banalmente il ghiaccio e più che altro per curiosità, gli abbiamo chiesto com’è sedersi per la prima volta su una poltrona da Sindaco: “Come consigliere comunale cono- scevo solo un pezzo della macchina amministrativa. La prima cosa da fare è acquisire tutte le competenze neces- sarie sul funzionamento della mac- china stessa nella sua globalità. Si tratta di un percorso tutt’altro che fa- cile, lineare o scontato. Bisogna dedi- carsi e studiare non poco. Questa estate, appena arrivato, ho preferito ri- nunciare alle vacanze per cominciare a capire come funziona nel dettaglio la micidiale macchina burocratica. In- contrando tutti i funzionari. Cono- scendo personalmente i dipendenti del Comune. Nella mia esperienza non c’erano mai stati ruoli di gestione del personale. Un mondo completamente nuovo per me. Ma da capire subito per non rimanere tagliato fuori. Soprat- tutto perché mai come quest’anno la scure dei tagli, obbligata da un conte- sto economico difficilissimo, si è abbat- tuta su questo Comune. A luglio abbiamo subito un milione e trecento- mila Euro di tagli. E quindi mi sono trovato immediatamente con le spalle al muro, lontano circa due milioni di Euro dal rispetto del patto di stabilità. Che per un Comune come Cesano non è affatto uno scherzo. Mentre come prima notizia di settembre è arrivato dal Tribunale il Decreto ingiuntivo della piscina di tre milioni e sette- centomila Euro. Senza contare una situazione relativa agli oneri di ur- banizzazione quasi completamente ferma. Meno di duecentomila Euro nel duemilaquattordici rispetto ad anni in cui il Comune poteva incassare in- torno ai due milioni di Euro. Quindi per il rispetto del patto di stabilità non rimangono che l’avanzo d’ammini- strazione e le alienazioni. Tuttavia l’area potenzialmente interessante per il mercato privato che abbiamo messo in vendita sulla Vigevanese al mo- mento non la compra nessuno. L’unica via possibile nell’immediato è dunque l’avanzo d’amministrazione. Ci siamo messi pertanto a fare un con- trollo disperato sulla spesa. Ma sul serio. Stiamo tagliando tutto quello che si può tagliare, provando in ogni modo a non intervenire sui servizi es- senziali alla persona. Lavorando prin- cipalmente sui costi della macchina comunale. Potremmo dire che per i Comuni la ‘spending review’ (revi- sione della spesa) certamente c’è per- ché ogni anno il Governo Nazionale – Decreto Legge 66 del Governo Renzi, ndr – impone dei tagli sui tra- sferimenti del cinque per cento... INCONTRO CON SIMONE NEGRI Il più grande vantaggio di essere una piccola realtà editoriale locale è che non ci sono grandi interessi economici di parte da tutelare. Lobby da accontentare. Ma solo una grande passione da coltivare con dedizione e impegno. Non c’è dunque nemmeno alcun particolare motivo per attaccare più o meno maldestramente qualcuno. O, al contrario, per magnificarne impropriamente l’attività. Appare invece sufficiente provare ad osservare la realtà in maniera serena, così come viene autenticamente vissuta da chi la racconta. Poco prima delle feste abbiamo incontrato il giovane Sindaco del PD. Ecco che cosa ne è venuto fuori. Chiara Capra Max Mazza [email protected] T rovare un valido aggettivo per de- finire l’ultimo Falò di Sant’Anto- nio, della nostra associazione, è impresa non facile. Magico, suggestivo e sedu- cente, forse, lo raffigurano al meglio, ma è stata un’attività impegnativa, anche quest’anno. Non tanto per il la- voro fisico, per quello conta la volontà, quanto per le attese del tempo. Le gior- nate dal 10 gennaio (il sabato della pre- parazione della catasta di legna) al 17 sono state un susseguirsi di cambia- menti climatici che andavano dal sole, il 10 addirittura 16 gradi con clima pri- maverile, al gelo, fino alla pioggia ge- lata poche ore prima dell’accensione. Condizioni avverse che oramai ci hanno abituato, fin dal lontano 2005 anno del nostro primo falò, ad aspettarci di tutto. Niente di nuovo, dunque, anche perché in passato non ci siamo fermati nem- meno con la neve ed il nostro punto fermo è sempre stato che il falò si deve accendere la sera del 17 gennaio, Sant’Antonio appunto, con qualunque condizione. La mattina di quel giorno, dopo ore ed ore di pioggia intermittente, sembrava che il cielo ci venisse incontro con una schiarita inaspettata ed un tiepido sole che faceva ben sperare per una serata piacevole. Ma, purtroppo, al tempo non si comanda. “El tempo el cù fann me’l voeur lù”, recita un vecchio proverbio meneghino. Sta di fatto che, verso le di- ciotto di quel sabato sera ha pure co- minciato a… grandinare. Sì, avete letto bene… con un freddo gelido veniva giù una cosa altrettanto gelata che ci ha fatto rimanere a bocca spalancata. Mai era accaduto, da quando allestiamo questa tradizione di popolo, ma nem- meno ricordiamo di avere assistito ad una grandinata a Milano in pieno in- verno. Una novità assoluta per quanto ci riguarda, anche se forse la nostra poca memoria inganna. Poi la grandine è stata sostituita dall’acqua che ci ha in- zuppati non poco e temevamo potesse compromettere la buona riuscita del- l’accensione della catasta di legna. Ma certamente ancora una volta il caro Santo non ha voluto deluderci, alle 19 alcune folate di un gelido ven- ticello ed ecco apparire un cielo stel- lato, degno delle migliori occasioni, che da solo meritava un’uscita di casa ed una puntatina al falò. E così è stato, salvo per i pochi che non ci hanno cre- duto, con tanta gente arrivata alla spicciolata desiderosa di assistere al- l’evento annuale. Tutto è andato bene, il fantoccio posi- zionato il sabato mattina, ha cercato di resistere invano al fragore delle fiamme che nel giro di qualche minuto l’hanno fatto loro. Al solito un ringraziamento a tutti i vo- lontari ed amici che hanno supportato le nostre forze ed ancora una volta, con il loro prezioso aiuto, hanno permesso il ripetersi di quest’antica tradizione contadina che ha il solo intento di riu- nire tanta gente intorno ad un fuoco per scaldare i cuori, nel mezzo della na- tura e sotto le stelle, come hanno sem- pre fatto gli esseri umani. Pensiamo di esserci riusciti anche questa volta! Tempesta di fuoco (CONTINUA A PAGINA 10) La Redazione [email protected]

MUGGIANO DINTORNI Tempesta Il neoeletto Sindaco di … · 2015-02-08 · una mail ogni due minuti circa. ... resistere invano al fragore delle fiamme che nel giro di qualche minuto

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MUGGIANO

& DINTORNI

e-mail: [email protected]: www.muggiano.it

FFebbraio 2015ANNO XV - NUMERO 2

Il neoeletto Sindaco di Cesano Boscone

Come prima impressione non sipuò negare che il giovane Sin-

daco di Cesano Boscone, SimoneNegri, sia simpatico e disponibile.Comunica a primo impatto un pi-glio attivo e dinamico. Diretto. Ap-parentemente competente e sulpezzo. Con cravatta ben annodata,ma senza giacca. E in maniche dicamicia agli avambracci. Una di-screta quantità di carta sulla scriva-nia, da dove svetta però unoschermo piatto di dimensioni gene-rose, collegato al personal compu-ter. Con aperto in bella vista ilprogramma di posta elettronica sul-l’account del Sindaco. A cui arrivauna mail ogni due minuti circa. Simone Negri parrebbe con-gruente anche sotto il profilo dellacomunicazione non verbale. Forseperché avrà fatto qualche corso diformazione, una prassi bipartisanormai molto comune in politica, oforse perché è autenticamentecosì. Comunque sia, non ha certol’aplomb istituzionale un po’trombone – ci si passi il termineforse un filo troppo esplicito –spesso così fasullo da Primo Cit-tadino del secolo passato. Delresto oggi va tanto di moda così.Con o senza guru della manipola-zione del consenso.Beh, viste le premesse del primoimpatto, non rimaneva che“buttargli” subito sul tavolo ledomande più scomode autono-mamente generate dall’attualità.Tanto per chiarire che non si eramica lì, solo per fargli piacere. Aonor del vero bisogna anche direche non ha preteso di vedere le do-mande prima di accordare l’inter-vista. Però ha subito tentato di

addolcirci, offrendoci quelli chesembravano degli ottimi biscotti dipasta frolla. Ma noi niente. Noneravamo lì neppure per far me-renda.Per cominciare, solo per romperebanalmente il ghiaccio e più chealtro per curiosità, gli abbiamochiesto com’è sedersi per la primavolta su una poltrona da Sindaco: “Come consigliere comunale cono-scevo solo un pezzo della macchinaamministrativa. La prima cosa da fareè acquisire tutte le competenze neces-sarie sul funzionamento della mac-china stessa nella sua globalità. Sitratta di un percorso tutt’altro che fa-

cile, lineare o scontato. Bisogna dedi-carsi e studiare non poco. Questaestate, appena arrivato, ho preferito ri-nunciare alle vacanze per cominciarea capire come funziona nel dettaglio lamicidiale macchina burocratica. In-contrando tutti i funzionari. Cono-scendo personalmente i dipendenti delComune. Nella mia esperienza nonc’erano mai stati ruoli di gestione delpersonale. Un mondo completamentenuovo per me. Ma da capire subito pernon rimanere tagliato fuori. Soprat-tutto perché mai come quest’anno lascure dei tagli, obbligata da un conte-sto economico difficilissimo, si è abbat-tuta su questo Comune. A luglio

abbiamo subito un milione e trecento-mila Euro di tagli. E quindi mi sonotrovato immediatamente con le spalleal muro, lontano circa due milioni diEuro dal rispetto del patto di stabilità.Che per un Comune come Cesano nonè affatto uno scherzo. Mentre comeprima notizia di settembre è arrivatodal Tribunale il Decreto ingiuntivodella piscina di tre milioni e sette-centomila Euro. Senza contare unasituazione relativa agli oneri di ur-banizzazione quasi completamenteferma. Meno di duecentomila Euro nelduemilaquattordici rispetto ad anni incui il Comune poteva incassare in-torno ai due milioni di Euro. Quindiper il rispetto del patto di stabilità nonrimangono che l’avanzo d’ammini-strazione e le alienazioni. Tuttavial’area potenzialmente interessante peril mercato privato che abbiamo messoin vendita sulla Vigevanese al mo-mento non la compra nessuno.L’unica via possibile nell’immediato èdunque l’avanzo d’amministrazione.Ci siamo messi pertanto a fare un con-trollo disperato sulla spesa. Ma sulserio. Stiamo tagliando tutto quelloche si può tagliare, provando in ognimodo a non intervenire sui servizi es-senziali alla persona. Lavorando prin-cipalmente sui costi della macchinacomunale. Potremmo dire che per iComuni la ‘spending review’ (revi-sione della spesa) certamente c’è per-ché ogni anno il Governo Nazionale –Decreto Legge 66 del GovernoRenzi, ndr – impone dei tagli sui tra-sferimenti del cinque per cento...

INCONTRO CON SIMONE NEGRI

Il più grande vantaggio di essere una piccola realtà editoriale locale è che non ci sono grandi interessi economici diparte da tutelare. Lobby da accontentare. Ma solo una grande passione da coltivare con dedizione e impegno. Nonc’è dunque nemmeno alcun particolare motivo per attaccare più o meno maldestramente qualcuno. O, al contrario,per magnificarne impropriamente l’attività. Appare invece sufficiente provare ad osservare la realtà in maniera serena,così come viene autenticamente vissuta da chi la racconta. Poco prima delle feste abbiamo incontrato il giovane

Sindaco del PD. Ecco che cosa ne è venuto fuori.

Chiara CapraMax [email protected]

T rovare un valido aggettivo per de-finire l’ultimo Falò di Sant’Anto-

nio, della nostra associazione, è impresanon facile. Magico, suggestivo e sedu-cente, forse, lo raffigurano al meglio,ma è stata un’attività impegnativa,anche quest’anno. Non tanto per il la-voro fisico, per quello conta la volontà,quanto per le attese del tempo. Le gior-nate dal 10 gennaio (il sabato della pre-parazione della catasta di legna) al 17sono state un susseguirsi di cambia-menti climatici che andavano dal sole,il 10 addirittura 16 gradi con clima pri-maverile, al gelo, fino alla pioggia ge-lata poche ore prima dell’accensione. Condizioni avverse che oramai ci hannoabituato, fin dal lontano 2005 anno delnostro primo falò, ad aspettarci di tutto.Niente di nuovo, dunque, anche perchéin passato non ci siamo fermati nem-meno con la neve ed il nostro puntofermo è sempre stato che il falò si deveaccendere la sera del 17 gennaio,Sant’Antonio appunto, con qualunquecondizione. La mattina di quel giorno, dopo ore edore di pioggia intermittente, sembravache il cielo ci venisse incontro con unaschiarita inaspettata ed un tiepido soleche faceva ben sperare per una seratapiacevole. Ma, purtroppo, al tempo nonsi comanda. “El tempo el cù fann me’lvoeur lù”, recita un vecchio proverbiomeneghino. Sta di fatto che, verso le di-ciotto di quel sabato sera ha pure co-minciato a… grandinare. Sì, avete lettobene… con un freddo gelido veniva giùuna cosa altrettanto gelata che ci hafatto rimanere a bocca spalancata. Mai era accaduto, da quando allestiamoquesta tradizione di popolo, ma nem-meno ricordiamo di avere assistito aduna grandinata a Milano in pieno in-verno. Una novità assoluta per quantoci riguarda, anche se forse la nostrapoca memoria inganna. Poi la grandineè stata sostituita dall’acqua che ci ha in-zuppati non poco e temevamo potessecompromettere la buona riuscita del-l’accensione della catasta di legna. Ma certamente ancora una volta ilcaro Santo non ha voluto deluderci,alle 19 alcune folate di un gelido ven-ticello ed ecco apparire un cielo stel-lato, degno delle migliori occasioni, cheda solo meritava un’uscita di casa eduna puntatina al falò. E così è stato,salvo per i pochi che non ci hanno cre-duto, con tanta gente arrivata allaspicciolata desiderosa di assistere al-l’evento annuale. Tutto è andato bene, il fantoccio posi-zionato il sabato mattina, ha cercato diresistere invano al fragore delle fiammeche nel giro di qualche minuto l’hannofatto loro. Al solito un ringraziamento a tutti i vo-lontari ed amici che hanno supportatole nostre forze ed ancora una volta, conil loro prezioso aiuto, hanno permessoil ripetersi di quest’antica tradizionecontadina che ha il solo intento di riu-nire tanta gente intorno ad un fuocoper scaldare i cuori, nel mezzo della na-tura e sotto le stelle, come hanno sem-pre fatto gli esseri umani. Pensiamo diesserci riusciti anche questa volta!

Tempestadi fuoco

(CONTINUA A PAGINA 10)

La [email protected]

2 Febbraio 2015Muggiano

& dintorni

Ancora Sant’Antonio e il suo Falò

P ensavo l’avessero abolito unavolta per tutte perché, dopo aver-

gliene dette di tutti i colori in questianni, pensavo si fosse catodicamenteautoeliminato dalle ricorrenze delete-rie della società post-atomica occiden-tale. Invece no, dopo tutte le mieinvettive e quelle di altri dodici che inItalia la pensano come me, eccolo tor-nare come ogni anno, canonizzato,rinvigorito, surriscaldato. Perché nel mio ottuso modo diporre i pensieri, uno in fila all’altropassandoli al setaccio per rinvenireassurdità o discriminazioni, ero an-cora una volta arrivato a sortire laconclusione che tale baldoria di fuo-chi fosse un solenne malanno e unaroba per minorati, esclusi i presentilettori ovviamente. Credevo che aquest’ulteriore acuirsi della crisi eall’aggravarsi della scialuppa ener-getica, si sarebbero abbandonate taliinespugnabili tradizioni. Credevoche dopo il due gennaio quandosono stati pubblicati i dati dell’in-nalzamento dello 0,63% della tem-peratura dell’anno passato, taliabominazioni fossero automatica-mente bandite. Invece pare che gli oltre ottomila Co-muni d’Italia facciano a gara peravere la medaglia d’oro per il rogopiù sfavillante. E se supponiamo alribasso che ci sia una media di mate-riale da ardere per comune di circacinque tonnellate, siamo sull’ordinedelle quarantamila tonnellate di le-gname che invece di mettere a favoredi chi non arriva a pagare la bollettadel gas, viene tradizionalmente bru-ciato per far fronte a quest’inevitabiletradizione. E se consideriamo che per via dellatradizionalità della suddetta tradi-zione gettiamo al rogo anche por-cherie che fanno calore esprigionano diossina, dall’alto ve-diamo folle tradizionalmente rim-becillite che respirano zozzerie e

tornano poi a casa cotti e contenticon i polmoni sopra i denti. Infine, per patrio amor e sillogicofragor, osserverò la mia ricorrentetradizione di sottrarre qualchepezzo di legna dal rogo del mio vi-cino, per buttarlo nella mia vecchiastufa e svegliarmi al caldo. 

Roberto Bovati_________

Incendi dolosi aCascina LinternoI l continuo ripetersi di atti vanda-

lici (5 incendi in due mesi), congravi danni economici, nell’areaagricola del Parco delle Cave, limi-trofa a Cascina Linterno, pone ur-gentemente il problema dellasicurezza di questo monumento na-zionale vincolato dalla Sovrinten-denza delle Belle Arti.

Il CSA Petrarca è seriamente preoc-cupato della salvaguardia di questapreziosa ed unica memoria di Fran-cesco Petrarca a Milano. Al CSA Pe-trarca non interessa chi siano gliautori, ma chiede nuovamente alleistituzioni cittadine che, alle tanteparole seguano fatti concreti: cosa siaspetta ad installare uno o più car-telli ben visibili dove si evidenziache Linterno è un Monumento Na-zionale tutelato dalla Legge (Immo-bile vincolato ex artt. 10-12 D. Lgs.42/2004 (D.M. 9.3.1999) e che l’areaè video sorvegliata?Si chiede, di conseguenza, ancheche detta area sia dotata di un ade-guato sistema di video sorve-glianza, a protezione dellasicurezza della Cascina Linterno,dimostrando con i fatti concretil’intenzione di proteggere questomonumento.

Poco più di un anno fa, il CSA Pe-trarca chiese la stessa attenzione inoccasione dell’incendio sviluppatosinella parte di Linterno adiacente alParco delle Cave. La parte distruttaper fortuna non era quella preziosadel nucleo storico più antico, ma sitrattava in ogni caso di un atto dispregio contro un monumento na-zionale non adeguatamente tute-lato, se non a parole.

CSA Petrarca_________

Riflessione di unottantasettenne

G irando per Milano, ora che lacittà si sta preparando per

Expo, sto notando la gente che sem-bra selvaggia: non ride più, nonparla con nessuno, non saluta nes-suno, sembra che siano tutti malati

di cervicale, sono conil telefonino all’orec-chio e quelli più pre-parati sembra cheparlino da soli. Sicomportano da ar-rabbiati. Perché? Ho scritto questa ri-flessione per cercaredi capire. Perchéoggi non facciamopiù grandi sogni? Ilmondo antico avevamodelli diversi perarrivare alla realtàanche mediante isogni. L’uomo anticoera simbolico e so-gnava, non gli ba-stava il mondo che

vedeva, ma voleva l’invisibile. Quioggi mancano gli interpreti deisogni che lo fanno per gratuità, ioho una grande stima per gli uominiche fanno le guide spirituali, sonopersone sagge che accompagnano ilprossimo a capire la strada da per-correre, anche con la crisi econo-mica. Ci sono dei laici ben preparatiche fanno anche gli interpreti deisogni per vocazione e non per me-stiere, in particolare per i giovaniche dovrebbero avere più coraggioad affrontare la vita. La bellezza e la poesia possono es-sere una risposta per la paura del fu-turo, la poesia e tutta l’arte verafanno ricordare che non siamo noi ipadroni della nostra vita, ma ci sonodimensioni che apparentemente nonservono, ma hanno un valore intrin-seco, ricordando l’eccedenza rispettoall’utile e, quindi, sono legate alla

speranza. Se vogliamo avere in fu-turo una generazione capace di dareuna vita anche spirituale, non solo diclienti e consumatori, dobbiamo in-segnare ai giovani la poesia, la bel-lezza e l’arte, affinché siano capaciancora di grandi sogni. Oggi i giovani leggono pochi libri enon leggono la Bibbia, se la legges-sero con attenzione, capirebbero cheparla solo di liberare l’uomo datutte le cose indesiderabili e dallaschiavitù. La bibbia è anche divina-zione con tutti i suoi libri, per esem-pio: si occupa anche di interpretarei sogni dei giovani che furono am-pliati da Chiara Lubich, fondatricedel movimento deifocolari, e ha dato di-gnità all’economia dicomunione. Dopo Natale, mio fi-glio è andato in Au-stralia a trovare lafiglia che insegnalingue e vive in unacasetta in mezzo allacampagna, con tuttigli animali in giro.Mi ha raccontato cheè rimasto impressio-nato quando ha vistoun canguro man-giare l’insalata sullafinestra della cucina.Ora riflettendo mi fapensare: saranno ca-paci i nostri giovani di arrivare atanto? Magari con due lauree gua-dagnate a Milano? Attendo risposta!

Olindo Lazzaron_________

Muggiano:sicurezza stradaleS pettabile Redazione, scriviamo

per sottoporre un problema disicurezza stradale per i pedoni diMuggiano. È visibile a tutti chemolte auto, una volta superato ilQuartiere degli Olmi, si immettanoin via Antonio Mosca a grande ve-locità fino all’uscita del nostro quar-tiere. Sia prima che dopo la rotondain prossimità, giusto per intenderci,dell’ex Edicoleria e della Merceria,

o meglio, nel tratto stradale tra viaAterno e via Moltoni, ci sono variestrisce pedonali dove spesso il pe-done subisce sussulti a causa diauto che o non frenano o, se rallen-tano, lo fanno quasi all’ultimo. Consideriamo che, oltre ad esserepericoloso per adulti ed anziani, èun tratto dove passano moltemamme con bambini piccoli che fre-quentano il Nido “I due cuccioli” ein ogni caso passaggio per tutte lepersone del quartiere dirette versol’oratorio. Non vorremmo che si ar-rivasse a fare qualcosa solo dopo uneventuale, e speriamo proprio di no,incidente.

Perché, allora, non proporre ulterioricordoli, o comunque dissuasori, sianei pressi della rotonda che neipressi del Nido? E comunque ci vor-rebbe ulteriore senso civico da partedei residenti di Muggiano affinchéevitassero di parcheggiare auto, main particolar modo furgoncini, ac-canto alle strisce pedonali. Spesso,soprattutto nei pressi dei citati ne-gozi, è impossibile attraversare consicurezza perché i mezzi in sosta tol-gono l’intera visuale della strada. Un’ultima annotazione va fattaanche nei confronti degli atti vanda-lici che subisce la cabina telefonicaall’altezza di via Val Cavallina: con-tinuare a rompere i vetri non è soloun atto senza senso, ma rende anchepericoloso il passaggio lì vicino acani e bambini. Vi auguriamo unbuon lavoro.

Alcuni cittadini di Muggiano

“Il Rile” si può trovare ogni mese gratuitamente presso:Muggiano: Macelleria Rossetti, Panificio Muggiano, ParrocchiaSanta Marcellina, Cafè K2, Associazione Amici del Quadrato,Merceria ‘Il Borgo’, Cooperativa Muggiano, Scuola Elementare,Parrucchiere ‘Millennium’, G.S. Muggiano Calcio, Banca Intesa,Lago dei Cigni, Centro Dentistico Polispecialistico, Parafarmacia,Panta Rei. - Quartiere degli Olmi: Panificio Senna, Edicola Olmi,Banca Intesa, Farmacia Olmi, Farmacia Comunale, Arci Olmi,Parrucchiere ‘Euro Fashion’, Bar Betulle, Elettro Olmi, AICS Olmi,Panettiere via Betulle, Scuola Elementare e Media, Simon's Bar. -Quarto Cagnino: Associazione ‘Mondo Donna’, ‘El Prestinee deQuart’. - Quinto Romano: Azienda Agricola Verga, Edicola, Par-rocchia Madonna Divina Provvidenza, Biblioteca ‘Quintochelegge’.- Baggio: Comando Vigili Zona 7, Consiglio di Zona (piazza Sto-vani), Consiglio di Zona (Sede), Croce Verde Baggio, Edicola viaRismondo, Biblioteca di Baggio, Centro Culturale Ronchi, CentroPolispecialistico 33, Cava Aurora, Parrocchia S. Anselmo, Avis,Aido, Panificio di via Gianella, Libreria Lineadiconfine, Ottica Mon-tesano, Edicola di via delle Forze Armate 346, Sindacato Pensio-nati, Poliambulatorio di via Masaniello, A 4 Zampe. - Cusago:Cartolibreria Forni, Viridea, Ristorante ‘Il Magione’, AgenziaGirovaga, Biblioteca, Centro Prelievi, Mercatino Antiquariato,Bar Ravelli, Tabaccaio, Salumificio Mericco, Circolino Monzoro.- Cornaredo: Officina Magistrelli. - Settimo Milanese: BibliotecaComunale Settimo, ‘Matmar Graphic’, ‘L’Albero della Frutta’, ‘Gar-den Ravelli’ di Seguro. - Trenno: Cascina Campi - Trezzano sulNaviglio: Comune, Centro Socio Culturale. - Cesano Boscone:Cinema Cristallo, Caf ACAI, Zini, Edicola via Libertà, Farmaciadott. Camera, Torri Assicurazioni, Azienda Agricola Dornetti, Cen-tro Culturale Villa Marazzi, Ottica Crepaldi, Benzinaio via Pasubio,Studio Medico ‘Dentaltre’, Lavanderia ‘Arte e Sapone’, Edicoladi via Garibaldi, ‘Spighe d'oro’ (Circolo Anziani), Le Grotte diSale. - Cisliano: ’Stilcasa’, Benzinaio Tamoil. - Magenta: Libreria‘Il Segnalibro’. - Gaggiano: Coop. Novella - Pizzeria La Favola -Tabaccheria del Bel Belluz.

Anno XV – Numero 2 – Febbraio 2015 – Copie 3.000

Aut. Tribunale Milano N. 766 dell’1.12.2000

Editore: Associazione Culturale “Il Rile”

Redazione: Largo Don Saturnino Villa, 2 - 20152 MilanoTel. 333.2152427 - Fax 1782244934

Presidente: Marco Rossetti - [email protected]: Renato Bortolo Delpero - [email protected] Resp.le: Andrea Ferrari - [email protected]

Responsabile Pubblicità: Nadia Isola - [email protected]: Guido Torti, Andrea Rossi, Moreno Frigerio

Davide La MonacaSergio Bulgaro ed Elio Signorini (in memoria)Disegno in prima pagina: Roberta Canepa

Impaginazione: Renato Bortolo DelperoCorrettore bozze: Angelo Ferrari

Stampa: Tipografia Landoni - Milano - Via Martinetti, 15Distribuzione: Guido Torti, Andrea Rossi

Hanno collaborato a questo numero: C. Capra, M. Max, G. Castronovo, G. Ciappina, R. Redaelli,W. Cherubini, M. Candino, R. Gariboldi, M. Giò, L. Malchiodi,

S. Borgatti, M. Baroni

Chiuso in redazione il 20/1/2015La prossima data per inviarci gli articoli è il 15/2/2015

Il Rile pubblicherà, nei limiti di spazio disponibile, tutti gli articolifirmati fatti pervenire in tempo utile. Eventuali invii postali sonoda indirizzare a Guido Torti, via Lucera n. 13 - 20152 Milano.

Muggiano& dintorni

Gli articoli e le note firmate esprimono l'opinione del-l'autore, non necessariamente quella della Redazione.L'invio di immagini e testi implica l'autorizzazione del-l'autore alla pubblicazione. In nessun caso verrannopresi in considerazione testi anonimi. La Redazione nonrisponde di indicazioni errate nelle locandine che pub-blicizzano (gratuitamente) eventi di qualunque genere.

COME SOSTENERCIConsegna del mensile garantita a domicilio: contributoannuale di 10,00 euro, mediante bonifico intestato a:Associazione Il Rile - Largo Don Saturnino Villa n. 2 -20152 Milano - Banca Prossima - Filiale n. 07585 - AgenziaMuggiano - via A. Mosca, 180 - 20152 Milano - IBANIT61 J033 5901 6001 0000 0128 629 oppure contattare laRedazione al cell. 333.2152427 dalle ore 20 alle ore 21.

Lettere allaRedazione

[email protected]

L’incendio doloso

Due lutti hanno funestato Muggiano in questi ultimi mesi.Il primo la immatura scomparsa di

Angelo Barattieridi anni 49

che è deceduto in un incidente automobilistico causato probabilmente, da un malore del nostro amico, dopo il quale

nulla ha potuto il personale medico intervenuto.

Il secondo, invece, è stata la dipartita di

Ermanno Dossenadi anni 82

conosciuto e benvoluto da tutti in questa piccola comunità.Ai familiari giunga il sentito cordoglio

della nostra Redazione.

Il tratto di strada in questione

3Febbraio 2015Muggiano

& dintorni

L udovico: che delusione laclasse politica che governa le

nostre Regioni! È proprio vero chela politica, senza la moralità, scon-fina nel carrierismo, se va bene, enella corruzione se va male.Marco: a che proposito dici questo?Alessio: tu solo, caro Marco, sei cosìall’oscuro da non sapere ciò chesuccede nelle nostre Regioni? Cioèdel modo scandaloso in cui è spre-cato il denaro pubblico? Ludovico: Alessio ha intuito bene ilmio pensiero. Intendevo riferirmi,infatti, alle cosiddette “spese pazze”sostenute dai consiglieri regionaliche sono state portate alla luce dalleindagini condotte dall’autorità giu-diziaria. Franco: spese che stanno seriamentecompromettendo l’autorevolezzadella stessa istituzione regionale.Luigi: amici… il nostro amicoFranco ha ragione. Non a caso allerecenti elezioni regionali svoltesiin Emilia Romagna e in Calabrias’è recata al seggio meno del 50%degli aventi diritto. Fa specie poisapere che lo scandalo ha coin-volto, in Liguria, quasi tutti i com-ponenti del gruppo consiliareregionale dell’Italia dei Valori, ilpartito fondato dall’ex pubblicoministero Antonio Di Pietro. Unpartito che, lo ricorderete anchevoi, fin dalla sua nascita fu osan-nato quale esempio di legalità eportatore di moralità. Renzo: uno scandalo che è diven-tato anche accattivante da un punto

di vista giornalistico: non possiamonon ricordare il titolo “mutandepazze”, riferito cioè alla biancheriaintima acquistata proprio con i soldidel finanziamento ai gruppi consi-liari della Regione Liguria. Ennio: non ci sono, ovviamente,stando alle cronache giornalistiche,solo “mutande pazze al color pestoalla genovese”. Abbiamo, semprestando agli atti delle varie inchie-ste, anche pranzi, soggiorni alleterme, un reggiseno “Push up”,spese che riguardano il menagefamiliare quali quelle sostenuteper il matrimonio dei figli...Renato: le mutande, però, sono di-ventate, per la Liguria, la bandierasimbolo di questo scandalosospreco di denaro pubblico.Rodolfo: ma che ci azzeccano, perdirla alla Di Pietro, questi acquisticon il ruolo rivestito dagli acqui-renti? È forse questa l’etica dellanuova classe politica italiana? Giacomo: questo scandalo è sen-z’altro lo spaccato di un sistemapolitico che non funziona più comesarebbe, invece, giusto che funzio-nasse. Questo scandalo è la cartinadi tornasole di una classe politicache oramai ha screditato l’intero si-stema democratico del nostro paese,così faticosamente costruito.Ennio: sono pezzi di una realtà piùcomplessa e difficile da decifrare. E sic-come si tratta di un ciclone che ha in-vestito tutte le Regioni – bianche, rosseo verdi che siano – ci potrebbe essere ilrischio di una generalizzata disaffe-zione verso l’istituzione regionale.Polifemo: se le cose stanno così nonci resta che affidarci al buon Dionella speranza che almeno lui, una

volta tanto, abbia un occhio di ri-guardo verso il nostro Paese.Giacomo: prof. Vezio... dopo averascoltato le nostre riflessioni, inter-venga anche lei esponendoci, allaluce della sua esperienza, il suopensiero.

Vezio: amici… questo scandalo,per il fatto di avere coinvoltotutte le Regioni, costituisce un au-tentico grande codice, capace dioffrire una seria e attendibilechiave di lettura sia per interpre-tare correttamente l’intera vi-cenda, sia per comprendere lospirito con cui oggi molte personedecidono di dedicarsi alla ge-stione della cosa pubblica. Eb-bene, devo confessarvi che avolte, in primavera nel mio ritiro

in campagna, mi diverto ad am-mirare i temporali…Ludovico: prof… cosa c’è da ammi-rare?Vezio: osservo le gocce di pioggiaquando ancora sospese in aria, se at-traversate dai raggi solari, sembranoaltrettanti splendidi cristalli, di unapurezza incontaminata. E poi…Giacomo: e poi… che cosa?Vezio: osservo come rimanganonello splendore della loro purissimacristallinità finché non toccanoterra. Poi, non appena vengono acontatto con la terra, diventanogocce di fango. Comprendete chemutazione in pochi attimi? Da pu-rissime e incontaminate gocce d’ac-qua in luride gocce di fango!Ludovico: prof. ci spieghi megliola sua metafora.Vezio: vediamo se riesco a chiarirein modo semplice e lineare il miopensiero. Voi avete descritto cosaè avvenuto nelle nostre Regioni;avete, in pratica, descritto i mi-sfatti perpetrati dai consiglieri re-gionali. Ebbene, questi eranopersone che, prima di essere eletti

alla carica di consigliere, erano con-siderate persone sagge e quindi sti-mate perché ritenute personeintegerrime. Eppure, una volta var-cate le aule dei Consigli regionali,si sono trasformate – stando alle in-dagini in corso, è doveroso puntua-lizzare che in molti casi le indaginisono ancora in corso – in personeche hanno poi tradito così clamoro-samente la fiducia che gli elettoriavevano riposto in loro, così daperdere la loro purissima cristalli-

nità (leggete: integrità morale) etrasformarsi in gocce di fango (leg-gete: traditori della fiducia in lororiposta). Perché, vedete...Giacomo: che cosa? Vezio: ...la politica quasi sempre haquesto di magico: trasforma in pro-fondità l’animo, e purtroppo nonsempre in meglio, di quasi tutti coloroche intraprendono la carriera politica.Giacomo: prof…lei ci ha insegnatoche sovente nei dettagli si nascon-dono verità profonde. Ebbene, cispieghi perché afferma “quasitutti” e non tutti?Vezio: Giacomo hai ragione! Integroil mio pensiero. Vedete… nel corsodella mia osservazione ho notatoche alcune gocce – poche in verità –non arrivano a terra ma si fermanosui rami degli alberi dove conti-nuano a brillare della loro cristallinalucentezza, finché non evaporano.Queste, e solo queste, sono gocceprivilegiate che, non arrivando aterra, giammai si trasformeranno ingocce di fango. Capirete che du-rante un temporale, questo da medescritto, è un privilegio riservatoad una piccolissima percentuale digocce d’acqua, mentre la stragrandemaggioranza arriverà a terra tra-sformandosi in gocce di fango. Al-trettanto avviene in politica, dovesono pochi i privilegiati destinati anon subire questa mutazione, men-tre tutto il resto appartiene alla ca-tegoria di quei politici la cuireputazione è stata deturpata dallamacchia delle spese pazze.(Dai dialoghi svolti al Circolo dellaConcordia).

Molto spesso l’elezione a consigliere regionale trasforma le persone da purissimi cristalli in goccedi fango. Anche se non sempre ciò avviene con matematica certezza, sono molti i casi di “spesepazze”, venuti alla luce in queste ultime settimane, ovvero incredibili rimborsi che i consiglieri hannochiesto, denaro speso in situazioni che non hanno nulla a che fare con l’attività politica ed il ruoloistituzionale ricoperto. È l’argomento che il nostro lettore tratta in questo numero, prendendo spunto

come di consueto dai discorsi semi seri del Circolo della Concordia.Giuseppe Castronovogcastronovo.blogspot.it

Spese pazze

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L a metodica di riequilibrio bio-frequenziale UNIWAVE, di cui

mi occupo, sfrutta l’emissioned’onde elettromagnetiche a bassis-sima frequenza per “riaccordare” ilnostro organismo che è ogni tanto“stonato”. Con tale strumento mi èpossibile poter intervenire, inmodo del tutto non invasivo, sulriequilibrio delle più frequenti pro-blematiche: stress e affaticamentomentale; stanchezza e affatica-mento fisico; stati d’ansia; problemilegati alla sfera emotiva; problema-

tiche respiratorie; ipersensibilitàagli allergeni; problematiche car-diocircolatorie; disturbi del sonno;problemi di pressione arteriosa;problematiche osteo-articolari.Ogni seduta dura circa 30 minuti econ un ciclo di 7-10 sedute si ottieneun’azione riarmonizzante che av-viene in maniera del tutto personale,poiché le frequenze in ogni persona,in base al programma ritenuto piùidoneo e alle necessità dell’organi-smo in questione, agiscono diretta-mente, ove serve riequilibrare ledisarmonie e ciò avviene attraversola naturale capacità di risintonizza-zione del proprio corpo. Presso il Centro Incontro Naturale

di Milano è possibile ricevere, pre-vio appuntamento, nella giornatadel mercoledì tali trattamenti di sti-molazione biofrequenziale, rivoltia tutti coloro vogliano ottimizzarei seguenti aspetti: il rilassamentoprofondo; la concentrazione; la me-moria; gli stati emotivi e l’umore; ledifese immunitarie; le prestazionifisiche e sportive; il riposo not-turno; l’equilibrio ormonale. Ottenendo un miglioramento si-gnificativamente apprezzabile delquadro generale sia con la sola me-todica biofrequenziale Ontera A01sia associata a tutte le altre pratichenaturopatiche, quali per esempio ilMineralogramma di cui parleremo

più avanti. Risintonizzare il pro-prio benessere, in accordo con lanatura e in maniera del tutto noninvasiva, può aiutare a riequili-brare l’armonia psico-fisica diognuno di noi. La mia professione di naturopatami ha sempre portato a cercare diindividuare alcuni punti fonda-mentali della persona che si rivolgea me: indagine della qualità ener-getica del soggetto; valutazionedella costituzione del soggetto, in-tesa come terreno sul quale vi è unapredisposizione a particolari squi-libri sia in ambito emozionale sia fi-sico; analisi dei comportamentialimentari e delle scelte dei cibi; in-

dagine sulla qualità ambientale la-vorativa, affettiva, familiare dellapersona; riequilibrare i punti debolicon le conoscenze in mio possesso:floriterapia, fitoterapia, kinesiolo-gia, nutrizione ortomolecolare, ali-mentazione naturale, etc.Ho sempre pensato che ognuno dinoi è uno “strumento” dell’universoe come tutti gli strumenti dovrebbeessere accordato di tanto in tanto...ci sarà pure un “diapason” che cipermetta di “riaccordarci” e poter“suonare” in maniera armonica! Per maggiori informazioni: Incon-tro Naturale centro dentistico poli-specialistico - Milano, via A. Mosca180 - www.incontronaturale.it.

Naturopatia: benessere e tecnica biofrequenziale

La Naturopatia è una disciplina relativamente nuova e sempre piùrichiesta, che si sta affacciando con timidezza nel panorama ita-liano. Si rivolge ad essa l’utente che vorrebbe avere una cono-scenza maggiore di quale sia la sua opportunità per migliorare laqualità di vita, per un riequilibrio del benessere psico-fisico, alimen-tare-nutrizionale e in ambito qualità “ambientale”. Da poco tempoè possibile usufruire di un naturopata anche a Muggiano, pressoil centro dentistico polispecialistico Incontro Naturale, da pocoinaugurato. Il dottor Maurizio Candino ci presenta la sua specialità.

Dr. Maurizio CandinoNaturopata Laurea in Farmacia

4 Febbraio 2015Muggiano

& dintorni

I l CSA Petrarca ringrazia “IlRile” per la possibilità d’infor-

mare la cittadinanza. È possibileche quando usciranno questerighe il misfatto sia già avvenuto ela residenza estiva di FrancescoPetrarca a Milano, cioè Villa Lin-terno, sia già stata irrimediabil-mente sfregiata. Come CSA Petrarcaci siamo battuti senza risparmio persalvare l’essenza di questo luogonel suo valore più significativo,cioè la presenza del Poeta e uma-nista che è un “patrimonio dell’uma-nità”, di questo pensatore uni-versale che Milano continua in-spiegabilmente a ripudiare, quasifosse un figlio degenere.La nostra passione verso Linternoe Petrarca è di antica data, da sem-pre ci siamo battuti per valorizzarequesto monumento, riconosciutoMonumento Nazionale e perciò dasalvaguardare. A fronte di un pro-getto di restauro distruttivo, graziealle nostre insistenze si sono effet-tuati dei saggi murali da parte diun’azienda specializzata in re-stauri, che hanno messo in rilievol’esistenza di decorazioni parietalia “mezzo fresco”, risalenti al XIV-XVsecolo. Queste decorazioni sono state va-lutate di notevole importanza, talida far definire allo Studio Usellini,esecutore delle indagini materiche,che la Linterno non era una sem-plice cascina ma una “prestigiosa re-sidenza di campagna”. Certo non sitratta d’affreschi di Leonardo daVinci, ma dove si trovano affreschisimili, preziose fonti archeologiche,nelle cascine nei dintorni di Mi-lano? Perché non attivarsi per sal-vaguardare questi reperti diindubbio valore artistico, storico edocumentario?

Un altro mistero circonda quest’an-tico edificio. Non si capisce perchél’Amministrazione comunale abbiaostinatamente respinto ben dueproposte di privati desiderosi di of-frire i loro fondi per la Linterno: unprivato aveva offerto al Comuneuna scuola di restauro a costo zeroper il Comune, per condurre i la-

vori di recupero della struttura,scuola che poteva formare dei fu-turi professionisti in quest’impor-tante settore del restauro artistico: inostri illuminati rettori della cosapubblica hanno sdegnato questaproposta, quasi fosse inutile ele-vare la capacità di ricerca e di stu-dio delle nuove generazioni. Rifiutata, o meglio non presa inconsiderazione dal Comune di Mi-lano, anche la seconda proposta delCSA Petrarca di realizzare nellaparte medioevale della struttura unmuseo interattivo con a tema Fran-cesco Petrarca e la Milano medioe-vale. Anche per questo progetto erapronto uno sponsor che avrebbecoperto ogni spesa e per garantirel’animazione e l’apertura delmuseo si erano resi disponibili ilTouring Club Italiano con i suoi vo-

lontari e i soci del CSA Petrarca, inconnubio “Cultura-Agricoltura”.In questo caso l’arroganza del po-tere si è manifestata in maniera vol-garmente plateale, alla faccia dellapartecipazione e dell’amore versola cultura!Un’altra cosa che non si capisce è losconsiderato ostracismo al quale

viene sottoposto il CSA Petrarca,costantemente emarginato in tuttigli ambiti istituzionali, quasi fos-simo affetti dal morbo dell’Ebola;chi parla bene di noi diventa unpersonaggio da escludere e da rele-gare nel fuoco della Geenna as-sieme ai soci di quest’associazione“maledetta“. Ma cos’ha di tanto pericoloso que-st’associazione? Forse predica laGuerra Santa inneggiando ad at-tentati sanguinari e stragi dimassa? Forse predica teorie anar-chiche eversive che invitano allaviolenza e alla disobbedienza so-ciale? Forse incoraggiano l’usodella droga, della prostituzione o dialtri comportamenti immorali? Nulla di tutto questo ovviamente.Il CSA Petrarca promuove incontri,conferenze e pubblica libri, fa il dif-

ficile e faticoso compito di pro-durre Cultura per Milano, gratuita-mente e con lo sforzo di tutti inostri soci: eppure ogni volta che

veniamo nominati si percepiscel’astio delle istituzioni cittadine. Tutto questo ci convince sempre dipiù che sulla Linterno ci sonograndi progetti che esulano dallasalvaguardia pura e semplice dellacascina. Staremo a vedere e, pur-troppo, quando succederà non ciresterà che dire: “lo avevamo detto!”,che tristezza, che squallore! Noi saremmo felici se qualcunoprendesse in mano le nostre propo-ste, esaminandole seriamente, ma-gari dimostrandoci anche che nonsono l’ideale, ma non essere presiin considerazione pregiudizial-mente non può che generare il so-spetto che si cerchi di coprirequalcosa d’innominabile. Non sicapisce altra giustificazione: un col-loquio non si nega a nessuno, connoi sembra impossibile, eppure ab-

biamo sempre dichiarato la più to-tale disponibilità al dialogo e allacollaborazione. Prima di concludere questo “de pro-

fundis” sento il dovere moraledi tramandare ai posteri ilnome di chi ha profuso un im-pegno indefesso per questaprevedibile rovina, perché ègiusto che chi scriverà in fu-turo questa storia abbia ilnome giusto da tramandare: ilnome di colei che ha fatto“terra bruciata” attorno alla no-stra azione è quello della no-stra amata vice sindaco AdaLucia De Cesaris, a lei vannoassociati il nostro sindaco Giu-liano Pisapia, l’assessore allaCultura Filippo del Corno,l’ignavia dell’opposizione po-litica a Palazzo Marino e lacomplice superficialità dellaSoprintendenza ai Beni archi-

tettonici, che dovevano ammini-strare un capitale vincolato alrecupero di Linterno e hanno invecesostenuto un progetto destinato allasua prevedibile distruzione, impe-dendoci con tutti i mezzi di portareavanti la nostra proposta culturaleche avrebbe dato fama internazio-nale, centralità culturale alla perife-ria e ulteriore lustro alla nostraMilano, ma soprattutto creato unprezioso indotto di lavoro in tempidi grave crisi. In qualsiasi modo andrà a finire, inogni caso il nostro impegno noncesserà. Potranno anche distrug-gere Cascina Linterno radendola alsuolo, ma noi come CSA Petrarcacontinueremo a tenere alto il nomedi uno dei padri della nostra lin-gua, universalmente conosciuto erispettato (salvo che a Milano).

Quest’articolo avrebbe dovuto divulgare i contenuti di una con-ferenza stampa prevista per venerdì 23 gennaio a Palazzo Ma-rino, organizzata da una forza politica d’opposizione che avevaprodotto un’interrogazione comunale per far luce sulle criticità delcantiere di recupero di Cascina Linterno. Purtroppo la conferenzastampa è stata improvvisamente annullata, senza motivazioni.Rimane la profonda delusione degli amici del CSA Petrarca che,in nessun modo, sono riusciti a far valere le proprie idee e

proposte sul futuro utilizzo di Cascina Linterno.

Roberto [email protected]

Petrarca: ultimo atto

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Muggiano& dintorni

Un Signor SindacoS e fate mente locale ricorderete sicuramente la mia lettera,

pubblicata sul numero di dicembre 2014, indirizzata alSindaco di Trezzano sul Naviglio, Fabio Bottero, che chie-deva lumi sulla disastrata situazione delle strade cittadineche da troppo tempo creano gravi disagi agli automobilistie non soltanto. Con motivato ritardo, il Sindaco ha risposto invitandomiad un colloquio nello studio della Casa Comunale che sispecchia nelle acque del Naviglio Grande. Occasione mi-gliore non poteva capitare alla nostra Redazione per deli-neare un dialogo diretto, con chi si è preso a cuore i tantiproblemi legati alla gestione di una cittadina di quasi ven-timila abitanti. La cordialità e la schiettezza di questo giovanissimo“padre di famiglia” sono prevalse durante questo preli-minare che doveva gettare le basi per una proficua colla-borazione con il nostro mensile che, ricordiamo, èdistribuito gratuitamente anche da queste parti.

“È stato un periodo, quello trascorso dalla mia elezione,molto difficile sotto l’aspetto organizzativo – ha voluto an-ticiparmi il Sindaco – e siamo a buon punto per quanto ri-guarda la programmazione dei lavori da eseguire. Inparticolare, per quanto riguarda le strade e la segnaletica,sto seguendo personalmente le fasi del piano program-mato che dobbiamo attuare con urgenza vista soprattuttola pericolosità di certi tratti di asfalto che non sono piùpercorribili. Lavori che debbono essere fatti a regola d’artee che, soprattutto, durino nel tempo in modo che il denarodei contribuenti sia speso nel migliore dei modi rispettoal passato…”.Ci siamo lasciati con l’impegno di ritrovarci il mese pros-simo per una vera e propria intervista a più ampio re-spiro. Nel frattempo invitiamo i nostri lettori di Trezzanosul Naviglio a scriverci o interpellarci, per qualsiasi tipodi problema abbiano riscontrato o si siano trovati a doveraffrontare senza possibilità di soluzione. Il nostro Sin-daco ha già dimostrato in più occasioni di voler avviareun dialogo il più possibile aperto con i suoi concittadini.Speriamo bene...

R.B. DelperoFabio Bottero

5Febbraio 2015Muggiano

& dintorni

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N on è propriamente una stradain discesa, emergono sempre

posizioni “negazioniste”, “malpan-ciste”, refrattarie ad usare il ter-mine “periferia”: «Preferisco usare iltermine quartieri» è stato detto qual-che settimana fa all’inaugurazionedel Cinema Martinitt, in quel diLambrate, oltre la ferrovia. Indub-biamente, però, il vocabolo “perife-ria”, che generalmente venivautilizzato in senso negativo, oggiinizia – ma non diciamolo troppoforte – ad essere usato in termini

positivi (ma, adesso stiamo un po’esagerando), propositivi, di atten-zione da dedicare. Il motivo di questo cambiamento?Da una parte, una spinta significa-tiva è stata data da Papa France-sco, con quell’invito ad “andarenelle periferie”. Dall’altra, il meritoè sicuramente dell’architetto RenzoPiano, soprattutto da quando èstato nominato senatore a vita.Perché prima, almeno così a noi èsembrato, non è che sull’argo-mento “periferie” se lo filassero inmolti, malgrado fosse già un archi-tetto più che famoso. Quindi, per quanto possa valere ilnostro parere, gli diamo atto benvolentieri di aver comunque per-severato per lustri a porre il tema“periferia” perché diventi «città,sistema urbano arricchito, fecondatodalle “attività” della vita, o le città di-venteranno dei mostri ingovernabilidove soltanto il centro sarà un’isolafelice».Così oggi, nel nome di RenzoPiano, di periferie se ne occupano ipiù svariati soggetti: lo scorso 24gennaio lo hanno fatto la Fonda-zione Italcementi a Bergamo e laFondazione SDN per la ricerca el’alta formazione in diagnostica nu-cleare a Napoli.200 milioni – Non solo convegni,però. Il Governo ha presentato unemendamento alla Legge di Stabi-lità 2015 dedicato allo Sviluppo e alPiano nazionale per la rigenera-zione e riqualificazione delle peri-ferie e delle aree urbane degradate,con un investimento di 200 milioni(50 nel 2015, 75 nel 2016 e 75 nel2017). Oltre a definire le risorse, l’emen-damento del Governo alla legge distabilità prevede che entro il 30 set-tembre 2015 i Comuni interessatipresentino progetti “tempestiva-mente cantierabili” di riqualifica-zione delle aree periferiche,miglioramento del decoro urbano,riuso e rigenerazione dell’edificato.

In merito è intervenuto in terminiproblematici il Consiglio Nazionaledegli Architetti, lamentando l’as-senza di quella strategia comples-siva che ha portato al fallimento delPiano Città 2012. Per questo chiedeche siano messe “attorno al tavolole intelligenze italiane con l’espe-rienza adatta, quelle che si occu-pano già di periferie” e, comemaestro della riqualificazione delle

periferie, gli Architetti propongonoil Senatore a vita Renzo Piano. Ap-punto! Periferia InConTra – Comunquesia, proprio “200 milioni per le Pe-riferie? (Quando? Chi? Come?)”sarà il tema del 2° appuntamentodel 3° ciclo di Periferia InConTrache avrà luogo giovedì 5 marzo2015, ore 17,30, all’Urban Center diMilano (info: www.periferiemi-

lano.it). Sarà l’occasione buona perfare il punto sui possibili interventinelle periferie della nostra città apartire da un “orizzonte periferia”.L’invito è per tutti.

200 milioni per le Periferie?A Catania, Roma e Torino ci pensa Renzo Piano. A Bergamoil convegno di Italcementi. E a Milano? “Periferia InConTra” il

5 marzo all’Urban Center.

Walter CherubiniConsulta Periferie Milanowww.periferiemilano.it

Mostra dei Ragazzi al C.d.Z. 7G li alunni e le alunne delle scuole primarie che

fanno parte del “C.d.Z. 7 RR” (in collaborazionecon “Arciragazzi”) hanno presentato una “EsposizionePubblica delle Proposte e delle Idee per il 2015”, riser-vate alla loro zona, che si è conclusa il 30 gennaioscorso. Infatti, presso la Sala degli Olivetani in via An-selmo da Baggio 55, sono state esposte le loro “opere”che individuavano ed affrontavano i temi più disparatilegati alla quotidianità delle scuole e dei quartieri cheospitano questi giovanissimi “imprenditori” che siidentificano nel buon andamento della cosa pubblica.C’è da dire che hanno proprio le idee chiare questi ra-gazzi e queste ragazze e soprattutto una visualemolto aperta alla individuazione delle criticità che dicerto non mancano e che rendono la vita difficile aloro ma anche ai loro genitori ed alle famiglie che abi-tano la Zona 7 della nostra Milano.Ci spiace tantissimo non aver potuto anticipare que-sta manifestazione sul nostro mensile ma la collabo-razione con alunni di dieci anni non è comunquefacile e abbisogna di essere rodata e migliorata in al-cuni aspetti tecnici. Per intanto siamo riusciti – graziea Giacomo Magistrelli e Anita Rossi (due alunni dellaquinta D di Muggiano) – a metterci in contatto (attra-verso Teresa Di Pierro dell’ufficio rapporti con i citta-dini) con la consigliera Isabella Barato, titolare di

questa iniziativa, ed a predisporre le notizie che ri-guardano gli eventi ad essa legati in tempo utile inmodo da poterle pubblicare prima che accadano.

La Redazione

La Sala delle esposizioni del C.d.Z.

I “lavori” della quinta D di Muggiano

6 Febbraio 2015Muggiano

& dintorni

lla vigilia di Expo, Milano sipresenta al mondo con i suoi

celebri monumenti e con i nuovimiti della più recente modernità, dapiazza Castello a piazza Gae Au-lenti. Ma ciò che vedranno i visita-tori stranieri e gli abitanti riflette lavera anima della città? In effetti nes-suna iniziativa sembra oggi ragio-nare su come Milano è diventata,come si è trasformata e cosa si na-sconde dietro le nuove vetrine dellacittà del terzo millennio.La mostra “Milano Mai Vista”, acura di Fulvio Irace e GabrieleNeri, nasce proprio dall’intenzionedi rendere visibile la parte nascostadell’iceberg urbano. Alla Triennaleviene raccontato, attraverso unavasta selezione di progetti irrealiz-zati per Milano, ciò che la città sa-rebbe potuta essere se le porte della

storia si fossero aperte e chiuse contempi diversi, durante le tre grandifasi storiche della sua trasforma-zione: l’ottocentesco Piano Berutocon l’asse di via Dante, la piazzadel Castello e i nuovi quartieri; ilPiano regolatore di Cesare Alber-tini negli anni Trenta con i primi

grattacieli di piazza San Babila,l’asse della Stazione, piazza Diaz ela prima Fiera, la Milano verde deirazionalisti; la grande ricostruzionenegli anni del miracolo economicocon la visione della città aperta, ilcentro direzionale e la conquistadella periferia, sino ai grandi can-

tieri di questi ul-timi venti anni.Il racconto è pre-sentato in manieradinamica e im-mersiva, grazie adun cortometraggio(realizzato daFrancesca Molteni,MUSE) che mettea confronto la cittàreale e quella ri-masta sulla carta.Sono tanti i pro-getti per piazzadel Duomo, SanBabila, Brera,l’area della Fiera e

di corso Sempione, Porta Vittoria,Garibaldi-Repubblica e altri luoghidella città che avrebbero potutocambiare il volto della città che co-nosciamo: alcuni sono vere occa-sioni perdute, altri forse pericoliscampati, come ogni visitatorepotrà giudicare da sé.Anche se non realizzati, molti diquesti progetti conservano vival’originaria forza immaginativa, lavisione utopica d’alternativa al pre-sente. In questo senso il percorsovirtuale della mostra corrisponde aun’indagine sull’inconscio architet-tonico e urbanistico di Milano, ca-pace di far affiorare un “rimosso”pieno d’opportunità e di offrirlo allareinterpretazione con gli occhi delpresente e le richieste del futuro.I progetti irrealizzati sono di di-verso tipo. Ci sono progetti perconcorsi che non ebbero esiti con-creti (da quello per il piano regola-tore di Milano del 1926 al concorsoper la BEIC, la Biblioteca Europeadi Informazione e Cultura) e pro-getti che non si sono aggiudicati ilprimo posto (ad esempio quello diRenzo Piano per l’area della ex-Fiera); progetti accantonati (lanuova sede dell’Accademia diBrera di Terragni, Lingeri, Figini e

Pollini, degli anni Trenta) e progettivisionari da leggere per il loro ca-rattere sperimentale, più che perl’effettiva realizzabilità (ad esem-pio il masterplan di Steven Holl perPorta Vittoria).La mostra offre quindi un mosaicotrasversale di una Milano “altra”rispetto a quella attuale: una cittàinvisibile ma comunque presentenella memoria collettiva e co-struita. Rinchiusi negli archivi, que-sti progetti tornano brevemente avivere, come ospiti di carta chia-mati a narrare i tempi della storia.Il racconto della mostra, frutto diun’ampia indagine storica e archi-vistica, è accompagnato da una pic-cola guida che raccoglie i principaliprogetti “interrotti”: sulla copertinaAlessandro Mendini ha voluto re-galare il disegno di un padiglioneExpo per piazza del Duomo,un’idea d’accoglienza ottimista daparte di una città che ha sempre in-seguito il sogno del futuro.

Milano Mai Vista

27 gennaio-22 febbraio 2015Triennale di MilanoIngresso liberoMartedì - Domenica: 10,30 - 20,30 Giovedì: 10,30 - 23,00

La [email protected]

Milano mai vistaA

I l convegno è stato aperto dal presidente dell’ordine deimedici di Milano, dr. Carlo Rossi che ha esordito citando

le nuove sfide dell’attività medica per il nuovo anno, checome sempre caratterizzano il difficile rapporto tra evolu-zione dinamica dei servizi sanitari che cambiano al modifi-carsi delle sempre nuove necessità sociali e la sostenibilitàgestionale ed economica delle cure e della prevenzione.La prima relazione scientifica dell’evento è stata tenuta dalpresidente del convegno, prof. Francesco Bandello, oculistadi importanza scientifica mondiale, ordinario presso la cli-nica oculistica, direttore della scuola di specializzazione inoftalmologia, preside della facoltà di medicina della univer-sità Vita e Salute dell’ospedale San Raffaele di Milano. Lasua relazione riguardava i danni della luce sull’apparato vi-sivo. Ha ricordato le malattie sulla cute che ci si può procu-rare quando ci abbronziamo al sole. La luce naturale del solecontiene anche delle radiazioni che “consumano la vista”,ma noi siamo fatti per vivere e i nostri occhi per guardare eper essere usati, quindi viviamo senza fasciarci la testa inu-tilmente, ma usiamo la vista con un minimo di precauzionee saggezza. Pescatori e contadini sono da sempre esposti airaggi ultravioletti più di tutti, subendo alterazioni cronichefastidiose della superficie oculare, come pinguecola e pterigioe più facilmente vanno incontro a calo della vista per la ca-taratta. Un’esposizione troppo intensa alla luce del solesenza protezione, come sulla neve e sui ghiacciai può dan-neggiare la lente principale del nostro occhio, la cornea, pro-vocando la cosiddetta cheratite attinica. Guardare il sole direttamente porta ad una bruciatura irre-versibile del centro della retina, che è la nostra “pellicola fo-tografica” all’interno della nostra naturale “fotocamera”,l’occhio. C’è un rischio elevato per chi osserva le eclissi e perchi, sotto effetto di certe droghe, con le pupille dilatateguarda direttamente il sole. Il danno al centro della retinacausa una Maculopatia. Una di queste Maculopatie in co-stante aumento nella popolazione, è la Degenerazione Ma-culare Senile che è una malattia multifattoriale. Una dellecause sono alcune radiazioni luminose cui oggi possiamoessere esposti maggiormente nella nostra vita quotidiana. Molte malattie sociali come Retinopatia Diabetica, Degenera-zione Maculare, Glaucoma si curano con la luce laser per “fo-tocoagulare”, cioè bruciare in modo mirato delle alterazionipatologiche di queste malattie oculari. Per operare i difettidella refrazione, per tagliare all’interno dell’occhio senzaaprirlo, alcune anomalie e patologie, altri tipi laser oftalmo-logici moderni incidono sublimano o evaporano porzioni mi-crometriche di tessuti oculari. I laser sono bisturi di luceconcentrati in un punto dal medico oculista che li usa in modocorretto e mirato per la cura di molte malattie oculari. L’espo-sizione erronea alla luce di un laser può provocare danni.

I raggi ultravioletti sono dannosi per gli occhi e anche un ec-cesso di luce blu peggiora il funzionamento della retina. Conla luce artificiale moderna e con le nuove illuminazioni deglischermi si è oggi più esposti a maggior quantità quotidianadi luce blu. La dr.ssa Maria Valeria Tonini, medico del lavorodel Centro Diagnostico Italiano, ha spiegato quali sono lemoderne problematiche visive occupazionali. Negli ufficisiamo sempre più tutti esposti a luci artificiali seduti ad unascrivania davanti al monitor di un computer. Le distanze dimessa a fuoco sono variabili secondo ciò che si sta guar-dando: monitor testo, interlocutore...Le lampade fluorescenti devono possedere un’adeguataschermatura, la posizione alla scrivania deve essere correttaper non incorrere in disturbi della postura. I monitor emet-tono una maggior percentuale di radiazioni luminose blu.Inoltre lo scarso ammiccamento davanti al computer in unambiente con la climatizzazione favorisce la secchezza ocu-lare. La legislazione attuale prevede pause prolungate perchi lavora al computer, ma forse sarebbero meglio pausetemporali più brevi e più frequenti. Ogni lavoratore do-

vrebbe indossare occhiali per correggere i propri eventualidifetti refrattivi. È però difficile poter rispettare certe normecomportamentali nella maggior parte dei luoghi di lavoro. Il dr. Danilo Mazzacane medico oculista, revisore dei contidella Società Oftalmologica Italiana, sindacalista CISL, pre-sidente della società GOAL, che riunisce gli specialisti am-bulatoriali della provincia di Milano, ha messo in evidenzail fatto che durante l’impegno lavorativo abbiamo la neces-sità di possedere una corretta visione binoculare (abbiamodue occhi per vedere una cosa sola) ed una adeguata pre-scrizione di occhiali che tengano conto delle esigenze visivea distanza ravvicinata, in particolare da quando si cominciaa diventare presbiti, cioè a fare fatica a mettere a fuoco davicino. Oggi le esigenze visive per vicino non sono più soloper la lettura, ma anche per il monitor dei computer che sitrova a distanze diverse da quelle dei testi da mettere afuoco sulla carta. Inoltre il controllo oftalmologico consente di prevenire e cu-rare eventuali patologie oculari che rendono le persone par-ticolarmente disabili, soprattutto in questo periodo dove leimmagini giocano un ruolo fondamentale nella comunica-zione e nelle relazioni sociali. Oggi il paziente con difficoltàdella visone va incontro a gravi stati depressivi e all’isola-

mento, molto più di un tempo. Necessaria è quindi la colla-borazione con specialisti psichiatri e psicologi che aiutino lepersone ipovedenti a migliorare il proprio stato vitale.La professoressa Rossella Fonte della facoltà di Optometriadell’Università Bicocca ha spiegato come la luce attraversail nostro occhio sino alla formazione dell’immagine nitidasulla retina e come le lenti degli occhiali in caso di ametropiaaggiustano il difetto di messa a fuoco. Tutte le lenti modifi-cano la traiettoria della luce, ne riflettono e ne assorbono unaparte. Quelle in commercio filtrano tutte i raggi ultraviolettinocivi, alcune non permettono il passaggio della maggiorparte della luce blu. Non sono lenti colorate, ma trattate sullesuperfici con un film invisibile che respinge le radiazioni lu-minose non volute. Davanti ai monitor il filtro blu è utile. Non solo per la pre-venzione dei danni retinici a lungo termine, ma anche per-ché aumenta il contrasto, migliorando la qualità visiva. Imateriali sintetici per costruire le lenti moderne hanno altiindici di refrazione che le rendono più sottili rispetto alle an-tiche lenti in vetro, ma a volte aumentano le aberrazioni lu-

minose che queste lenti provocano. Lageometria della costruzione di una lente mo-derna permette di ridurne i difetti ottici, cosìda migliorare la qualità della visione a chi nefa uso per correggere il proprio difetto dellarefrazione.Silvano Larcher, responsabile tecnico del-l’azienda Hoya per lenti oftalmiche, ha rac-contato come ormai la luce blu prevalesempre di più nel nostro mondo di luce arti-ficiale a basso consumo prodotta dai led. Laluce artificiale dalla lampadina di Edison hamodificato la nostra vita aumentando le oredi lavoro, ma modificando i ritmi circadiani,fondamentali per la regolazione della nostravita. Nella nostra retina esiste una piccola po-polazione di cellule gangliari fotosensibili chenon servono per la visione, ma rispondonoalla luce viola-blu attraverso il loro pimentomelanopsina e, interagiscono con numerosestrutture sottocorticali cerebrali. La loro funzione è quindi influenzata anche

dai cicli luminosi della giornata. La luce artificiale dei nostritelefoni, televisori e computer influenza e modifica la rego-lazione dei nostri ritmi vitali. La protezione da determinatelunghezze d’onda quotidianamente ci preserva da condi-zioni patologiche e ci aiuta a vivere meglio. Al termine del convegno è seguita un’animata discussionemettendo a confronto per la prima volta i diversi ambiti pro-fessionali, che non solo si occupano di curare, ma anche cer-cano di far vivere meglio i propri assistiti nella societàodierna. Alla domanda se fosse vero che ai bambini facessemale stare a lungo davanti ai videogiochi, è stato rispostoche effettivamente si è dimostrato che troppo davanti a unmonitor non bisogna stare, anche per il benessere degliocchi, indipendentemente dall’evidente aberrazione com-portamentale di certe abitudini attuali, che imperversa sinda piccoli. In ogni caso bisogna poter guardare con buonsenso e usare i nostri occhi e quelli dei nostri figli per vedere,nel migliore dei modi, il mondo e la sua rappresentazionedigitale che ci siamo inventati e che ci circonda.

Dr. Mario GiòResponsabile dell’UO di Oftalmologia

Casa di Cura Ambrosiana - Istituto Sacra Famiglia

Benessere e prevenzione visiva nel mondo digitaleSabato 17 gennaio presso la Casa di Cura Ambro-siana di Cesano Boscone si è tenuto un congressomultidisciplinare con caratteristiche culturali nuoveper l’Italia, perché ha riunito medici specialisti oculisti,medici del lavoro e medici di famiglia, insieme allanuova realtà universitaria degli optometristi. Per lanumerosa affluenza di partecipanti, l’Istituto SacraFamiglia ha messo a disposizione il teatro, l’aula con-vegni più grande della Fondazione. Il resoconto di unodei relatori, il dottor Mario Giò, responsabile del reparto

di Oftalmologia della Casa di Cura Ambrosiana.

7Febbraio 2015Muggiano

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I l 7 gennaio 2015 nasce il gruppocomunale A.I.D.O. di Trezzano

sul Naviglio. Il gruppo giovani delpunto info AIDO e ADMO diventaquindi associazione a tutti gli effetti.Resta ovviamente la referenzaA.D.M.O. sul territorio (insieme aCusago e Gaggiano a cui si aggiungeCorbetta). Grande soddisfazionedopo un percorso durato due anni eche ha dato ottimi risultati. Il direttivo di nove elementi è so-lido e soprattutto giovane, detta-glio che oggi nelle associazioni siriscontra poco o mai. In genere igiovani sono pochi e in mino-ranza rispetto ai capelli grigi. Legiovani risorse dovrebbero aiutarechi ha più esperienza, ma dovreb-bero anche poter continuare e so-stituire nel lavoro chi dovrebbeuscire per il normale ricambio ge-nerazionale. Rarità.Fare il volontario non è per tutti.Far parte di un’associazione non èper tutti. Bisogna prendere la de-cisione di partecipazione conmolta serietà e con la consapevo-lezza di ciò che serve “dare”. Noisiamo sicuri di saperlo e speriamodi aver trovato un buon equilibrio,ci conosciamo e lavoriamo insiemeda oltre cinque anni e possiamodire di aver superato brillante-mente il rodaggio. Ci conoscetegià, non serve altro, serve solo“continuare a fare”.Trezzano sul Naviglio ora ha la suaA.I.D.O. di riferimento che non tro-verà solo in noi, ma anche in co-mune! Un protocollo d’intesa traANCI Lombardia, Regione Lom-bardia assessorato Salute, AIDO,Centro Nazionale Trapianti e NordItalian Transplant Program, ha datoil via al progetto “Donare gli or-gani: una scelta in comune”. Ad ottobre abbiamo avuto il primoincontro con l’assessore Valerio

Grassi, delegato dall’assessore San-dra Volpe, la signora Galli Danielaresponsabile dell’anagrafe e il no-stro presidente AIDO provincialeRiva Felice, per la stesura dei primidettagli che poi in seguito sono ar-rivati via posta direttamente dal-l’ANCI. Il protocollo prevede una seried’iniziative per facilitare la rac-colta di nuovi consensi di dona-zione al momento del rilascio orinnovo della carta d’identità daparte dei maggiorenni (ma l’attoolografo, modulo AIDO, sarà pre-sente in tutti gli uffici pubblicianche per chi non si reca solo inanagrafe e potrà essere compilatoe lasciato ai funzionari comunaliche poi lo faranno avere a noi).L’impiegato comunale potrà of-frire la possibilità di compilare unmodulo, dopo opportuna infor-mazione (o rilascio dei recapitidei responsabili AIDO per ulte-riori chiarimenti) e d’inserire im-mediatamente la persona che ha

deciso di dichiarare la pro-pria volontà nel registro na-zionale. Quest’importante progettodarà sicuramente più visibi-lità all’associazione, al suoscopo e renderà ancora piùcomodo ai cittadini esprimerela propria volontà sulla dona-zione post mortem. Si spera che i Comuni aderi-scano in massa, abbiamo dav-vero bisogno dell’aiuto ditutti. Abbiamo avuto fin dasubito (estate 2014) l’appog-gio di tutta la Giunta comu-nale e a breve, finalmente,dopo opportuna formazionedei funzionari, si potrà co-minciare a raccogliere, spero,tante nuove dichiarazioni divolontà e richiamare al mas-simo l’attenzione su quest’impor-tantissimo argomento. Il tutto è giàstato deliberato. Ci auguriamo di poter lavorare concostanza e tanta energia visto che

l’anno comincia subito con unagrande opportunità di raccolta, esperiamo di poter sfruttare le uscitesul territorio per poter parlare allepersone informando il più possi-

bile. Questo è il nostro scopo, la no-stra missione. Visitate il nostro nuovo sito:www.aido-trezzanosn.weebly.come aiutateci a informare!

Dire, fare, informare: AIDO Trezzano s/N c’è!Laura MalchiodiResponsabile della comunicazione AIDOGruppo Comunale Trezzano sul Naviglio

“Caro amico, ti dono...”

S egue dal sito admo.it: Cara Donatrice, sequesta mia ti arriva, significa che il controllo

è andato bene. Se questa mia ti arriva, significache in massima parte lo devo a te. A quel-l’enorme, impressionante sacca che nove mesifa recapitarono – alle cinque del pomeriggio –nella mia stanza d’isolamento. Una sacca condentro la tua vita e la mia. Certo, io non comin-ciavo né finivo lì, né cominciavi o finivi lì tu. Maattraverso quella sacca, da allora, io sono ancheun po’ te e tu sei un po’ me. Una cosa come questa è troppo grande per lenostre povere mani, per le nostre povere menti,perché le nostre mani possano tenerla e le no-stre menti comprenderla fino in fondo. Perciòio non saprò mai il tuo nome, tu non saprai maiil mio. Ed è giusto così. Ma è anche troppogrande, assolutamente troppo grande, perché

io possa accampare una scusa, una scusa qual-siasi, per tacere. Ho atteso nove mesi, il tempodi una gravidanza e, se tutto fosse andato bene,il tempo necessario per arrivare a sospendere lemedicine dopo il trapianto. Come ho già detto, se questa ti arriva significache tutto è andato bene. Che controlli ed esamiperiodici naturalmente continueranno, ma chea oggi vivo, vivo bene e non dipendo più da al-cuna pillola. Ora, come dirti il mio grazie? In questi mesi ciho pensato tanto e poiché nessuna parola, nes-suna lettera può bastare, ho capito che dovremoentrambe accontentarci di uno fra i molti e im-perfetti tentativi possibili. Questo, però, iospero, fortemente spero: che il donare sia ser-vito a te quanto a me il ricevere e che, alla fine,il nostro sia stato uno scambio, un dialogo, unatto d’amore profondo. Quanto di più preziosoesista al mondo. Cara Donatrice, tu mi hai restituita ai fiori, allapoesia, a mio figlio, alla sabbia che cuoce sottoil sole, alla nebbia, alle scarpe per camminare,alle note, ai colori, alle stelle nel pozzo, allalegna nel camino, all’amore, alle strade, all’in-

chiostro, alle ombre del giorno e della notte,all’acqua salata, al desiderio, al Disegno Cele-ste, alle crepe nei muri, ai grilli, alla marmellatadi more… Tu mi hai restituita ai ricordi, ai forse, al cuoreche batte, ai progetti, alla pioggia sulle foglie,alla porta che si apre, al dove, alla farina, al do-lore che comincia e finisce, alla colazione, allepersiane che sbattono, ai sogni, alle bacche dirosa canina, allo stupore, alla debolezza, al ca-lore, ai disegni di un bambino, alla calma, aglierrori. Mi hai restituita al pane coi semi, alla sveglia ilmattino, al gatto che corre, agli sguardi, ai libri,al pedale dell’acceleratore, ai tuffi, alle orecchietappate, a mia madre, agli amici, ai quaderni, al-l’incenso, alla chiesa nel borgo, al viaggiare, allarisata improvvisa, alla fame, alle mie coperte, alprofumo dei limoni, alla neve, alle briciole sul da-vanzale, ai rumori, alle voci, al presente, a me, ame, a me… Alla vita! Onora la tua. Grazie, per sempre. Ogni bene a te, a chi e aciò che ami.

La tua Ricevente(da ADMO Liguria)

Il 13 gennaio scorso alle 5,40 precise

ha fa�o capolino

Federico Pandolfocon i suoi 3,650 kg di peso.

Cong�at�lazioni dalla Redazione

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8 Febbraio 2015Muggiano

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L a tradizionale giornata del Rin-graziamento agricolo a Cusago

si è svolta domenica  18 gennaio,con il raduno dei trattori sul sa-grato della Chiesa parrocchiale;a  mezzogiorno  i mezzi agricolisono stati benedetti secondo la tra-dizione,  al termine della SantaMessa. Gli agricoltori hanno por-tato in chiesa offerte del mondoagricolo e i più fortunati hannovinto i premi della lotteria organiz-zata dagli agricoltori con cesti diprodotti della campagna, al ter-mine della cerimonia nella piazzadel Castello. Con l’occasione ha avuto luogopresso il Comune la sottoscrizionedella Carta di Matera, mirata allasalvaguardia del territorio, che èstata  firmata dal  sindaco DanielaPallazzoli e da Dario Oliverio, pre-sidente della provincia Cia CittàMetropolitana di Milano. Il sindaco Daniela Pallazzoli ha ri-cordato che con l’implementazionedella nuova Città metropolitana isingoli Comuni avranno meno au-tonomia nel decidere questioni,anche riguardanti l’agricoltura e ilterritorio. Auspica che comunque ilSindaco del Comune di Milano –pure firmatario della Carta di Ma-tera – avrà a cuore la salvaguardia

del territorio di Cusago, comunefortemente dedito all’agricolturacon 16 cascine attive pur essendocomune di prima cinta confinantecon Milano. L’Amministrazione diCusago si è impegnata pubblica-mente, per il futuro del territoriodel Parco Agricolo Sud Milano, eha coinvolto nell’iniziativa glialunni delle elementari.

“Siamo molto contenti che un altrodei Comuni attorno al capoluogometropolitano abbia siglato laCarta di Matera, riconoscendo lavocazione produttiva primaria delproprio territorio, che si trova adieci chilometri dal sito di Expo

2015. Ci è molto piaciuta l’inizia-tiva del sindaco  Daniela Pallaz-zoli di far leggere ai bambini dellascuola elementare le parti più sim-boliche e semplici del testo nelgiorno del Ringraziamento agri-colo. Il documento – ha spiegato ilpresidente della provincia CiaCittà Metropolitana di MilanoDario Olivero – sostiene il princi-

pio della rivalutazione dell’attivitàagricola in tutte le sue forme, dellasalvaguardia del suolo e dell’am-biente, della valorizzazione delrapporto tra territorio e prodotti ti-pici, e non ultima la richiesta diuna semplificazione della mac-

china burocratica che pesa al-quanto sull’attività dell’impresaagricola. Nonostante le tante pa-role, i dati del censimento 2010sono allarmanti, in dieci anni leimprese nel milanese sono dimi-nuite del 30% e la diminuzionenon si è fermata negli ultimi quat-tro anni, nonostante il dinamismod’alcuni ambiti. A dare un ulteriore

colpo di grazia le nuove infra-strutture come l’autostradaBrebemi e la Tangenziale EstEsterna di Milano, che potreb-bero essere seguite dalla su-perstrada Cusago-Vigevano-Magenta, tra i parchi AgricoloSud Milano e del Ticino, anchese per ora il tratto Abbiate-grasso-Cusago sembrerebbeancora sospeso nell’iter ammi-nistrativo. L’adesione del Co-mune di Cusago alla Carta diMatera testimonia ancora unavolta la propria volontà, giàespressa pubblicamente inquesti anni, di non voler ospi-tare quest’infrastruttura, per-ché ha indirizzato il propriosviluppo sulla valorizzazionedelle proprie peculiarità, come

l’agricoltura, sempre più protago-nista con le proprie declinazioniperiurbane, vista l’adiacenza conMilano”. Con la Carta di Matera s’intendecostruire una nuova politica agra-ria partendo dal territorio e dal

rapporto con gli enti locali, salva-guardia dei terreni, e valorizza-zione dei prodotti agroalimentarilocali. Sono alcuni degli obiettividella “Carta di Matera” dellaConfederazione Italiana Agricol-tori. Alla base delle dichiarazioni di in-tenti, che la Cia chiede alle istitu-zioni di firmare, c’è la richiesta disemplificare i rapporti tra gli agricol-tori e le amministrazioni, e il raffor-zamento delle infrastrutture civili,sociali e di servizio alle imprese, perfavorire uno sviluppo equilibratodelle aree rurali che hanno menoservizi rispetto alle grandi aree ur-bane. Questo scenario deve avvenirefrenando il consumo di suolo concentri commerciali e capannoni in-dustriali, che stanno erodendo lasuperficie agricola in modo irre-versibile. È necessario preservarepaesaggio rurale, biodiversità agri-cola, risorse idriche, qualità dell’aria,sicurezza alimentare di questi benicomuni gli imprenditori sono i cu-stodi per le generazioni future. Tra le iniziative previste nel pattoc’è anche la promozione e valoriz-zazione dei prodotti agroalimentaritipici. L’agricoltura è una risorsa euna ricchezza inestimabile del no-stro Paese, occorre rinnovare laconsapevolezza delle sue funzioniessenziali e dei servizi che essaoffre a beneficio di tutti, attuandoun “Patto con la Società”.

Cusago: firmata la Carta di Matera

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Il sindaco Daniela Pallazzoli e Dario Oliverio, presidente della provincia Cia Città Metropolitana di Milano, firmano la Carta di Matera

L a cistite è la forma più ricor-rente di IVU, cioè infiamma-

zione delle vie urinarie. È undisturbo infiammatorio a caricodelle pareti vescicali che colpisceprevalentemente le donne. Questapredisposizione femminile derivadalla sostanziale differenza anato-mica tra uomo e donna. L’apparato urinario umano è co-stituito da un insieme d’organicavi che formano un dotto cheinizia dall’interno del rene, conti-nua in sottili canali chiamati ure-teri (maggiori e minori), sboccanella vescica, che possiamo defi-nire una sacca di raccolta, da cuiparte un canale, l’uretra, che ter-mina all’esterno. Tutto il trattodelle vie urinarie prima della ve-scica è sterile, priva di microrga-nismi e batteri.

Il secondo tratto invece presentadei batteri che sono lavati via conl’urina. Quando i batteri non sonoespulsi completamente, si ha laloro proliferazione e la conseguenteinfezione e infiammazione dellepareti. L’uretra, cioè il canale che convo-glia l’urina dalla vescica all’esternodel corpo, nelle donne è lunga circa3/4 cm al contrario di quella ma-schile che misura circa dai 13 ai 16cm, questa differenza le predisponepiù facilmente all’infezione. I sin-tomi sono la minzione accompa-gnata da dolore e bruciore,frequente necessità di urinare, ri-dotto flusso urinario, gocciola-mento, sensazione di non svuotarecompletamente la vescica, crampiaddominali o lombari, urina ma-leodorante e nei casi più importantisi presenta anche la febbre. Le cause sono molteplici, batteri va-ginali o intestinali come l’escheri-chia coli, quindi una corretta igiene

intima dal davanti all’indietro e unbuon funzionamento dell’intestinosono sicuramente auspicabili. L’usoscorretto degli antibiotici e senza ilparere del medico, diminuiscono ledifese immunitarie e soprattutto laflora batterica intestinale, stress,gravidanza, abbigliamento intimosintetico, uso di determinati con-traccettivi, rapporti sessuali, squili-brio ormonale, sono tutte cause chepossono favorire la cistite. Le regole per mantenere in salute ilnostro sistema urinario sono: berealmeno 1,5 litri d’acqua al giorno,alimentazione semplice con pochizuccheri raffinati e carboidrati.Inoltre ricordiamoci che la natura cipuò aiutare a preservare il benes-sere delle vie urinarie e a diminuirela frequenza di somministrazionedegli antibiotici che ricordo devonoessere prescritti da un medico cherilascia una ricetta bianca o del si-stema sanitario nazionale, dove silegge il nome dell’antibiotico, do-saggio, nome e codice identifica-tivo del medico stesso. Tra le piante più comunemente uti-lizzate annoveriamo: il mirtillo

rosso americano, cranberry, cheoltre ad acidificare le urine e osta-colando la proliferazione dei bat-teri, rende più difficile l’adesionedegli stessi alla parete della vescica,l’uva ursina ricca di arbutina un di-

sinfettante, inoltre è un buon diu-retico e spasmolitico utile per atte-nuare i fastidiosi dolori, piloselladiuretica ed antiinfiammatoria,ononide, diuretico, antinfiammato-rio e depurativo, equiseto diure-tico, rimineralizzante, rosa caninaricca di vitamina C va diminuire ilph urinario inibendo la prolifera-zione dei batteri, granoturco, siusano le barbe della pannocchia edhanno una spiccata azione diure-tica e disinfettante. Rammento a tutti che la cistite èuna patologia da non sottovalutare,quindi di rivolgersi sempre al pro-prio medico curante per avere unadiagnosi corretta ed escludere mal-formazioni delle vie urinarie,l’esame delle urine per individuarel’antibiotico più indicato se neces-sario. Rimarco sempre di farsi con-sigliare dal farmacista, o personequalificate, per l’uso delle erbe perquest’infezione e per mantenere ilbenessere dell’apparato urinario. Mi auguro di essere stata esaustivae v’invito a passare da me per qual-siasi chiarimento. Vi saluto e alprossimo numero.

L’Angolo dello “Speziee”

La CistiteSicuramente tutti abbiamo sentito parlare di cistite e, bene o male, ne conosciamo i sintomi o persentito dire o per esperienza diretta. La nostra esperta ci spiega come trattare questo disturbo,anche con metodi naturali, senza ovviamente trascendere dal parere medico o di specialisti

dell’apparato urinario.

Dott.ssa Roberta [email protected]

9Febbraio 2015Muggiano

& dintorni

Quella che vi sto per raccontareè una vicenda realmente suc-

cessa. A metà gennaio, alcune gior-nate di sole particolarmente tiepideper il periodo in cui ci trovavamo,hanno invogliato ad eseguire al-cuni lavori di manutenzione sulfontanile Sant’Agnese. Sì, proprioquello che dalla seconda metà del‘400 lambisce le antiche mura delMulino del Paradiso a Muggiano eper secoli ha fornito la forza mo-trice per la produzione di farinaper nutrire uomini ed animali. Oggi è, in parte, utilizzato anchecome canale di scarico per le acqueluride del “troppo pieno” della fo-gnatura del Comune di Settimo Mi-lanese. In pratica, non appena piove,liquami ed acque meteoriche si river-sano in quest’antico corso d’acqua,realizzato – si racconta – da un fidatouomo di Ludovico Il Moro, il cuinome deriva dalla posizione dellasorgente principale che si trovavasulle terre una volta di proprietà delmonastero di Sant’Agnese tra Set-timo Milanese e Monzoro. Già inaltre occasioni abbiamo avuto mododi toccare lo spinoso argomento dellafognatura di Settimo Milanese, manon è il tema di oggi.Siamo in un periodo di relativaasciutta per il mondo delle acquesuperficiali, la forzata mancanzad’acqua nel Canale Villoresi e nelNaviglio, per i lavori legati al-l’Expo, e le piogge non particolar-mente intense del periodo tengonoil livello delle acque sotterranee difalda basso, tanto che anche le sor-genti perenni di questo fontanileproducono relativamente poco.Un’occasione quasi unica per svol-gere i lavori di manutenzione sullevecchie chiuse, con la spazzaturadell’antico salto che permetteva inpassato di far girare con la forzadell’acqua la ruota idraulica, ripri-stinare l’alveo da tempo trascuratoe le sponde.È così che con una piccola ruspa,diligentemente posta nell’alveo delfontanile, con l’aiuto d’alcuni uo-mini e d’idonee attrezzature, lu-

nedì 12 gennaio i lavori sono ini-ziati. Tutto ci si poteva aspettare,ma non appena le pompe hannoprosciugato la poca acqua residua,una sorpresa ha colto tutti impre-parati: nascosti negli anfratti dellepietre, appena sotto la sabbia, co-perti nel fango, decine, anzi centi-naia di gamberi d’acqua dolce.Una scena impressionante ancheper chi è solitamente abituato aquesto genere d’ambienti. Grossigamberi rossi, specie più notacome Gambero della Luisiana, che

appena liberi dal loro nascondiglioprotendevano le chele in alto,pronti ad affrontare gli uomini in-vasori del loro territorio, ma anchequasi a simboleggiare un’alzata dimani, in segno di resa davanti allapotenza umana. Inutile affermare che i lavori sonostati immediatamente sospesi, contutti i presenti dedicati alla raccoltadi questi animali che, senza esage-razione, a secchiate sono stati spo-stati nell’acqua, più a monte, oltrela chiusa. Qualcuno sorriderà alsolo pensiero di cosa sia costatoquest’intervento, non v’è dubbio,ma il piacere di vedere questi ani-mali trasferiti dalle acque torbide elimacciose ad una zona in cui pote-vano nuotare liberamente e tro-varsi un nascondiglio, ha senzadubbio allargato il cuore, tanto cheper qualche tempo i lavori si sonotrasformati in una vera operazionedi salvataggio con una gara per chi

ne raccoglieva di più. Poche cosepagano più di questo. Non si tratta di un rilascio, quantodi un semplice spostamento da unazona interessata dai lavori ad unapiù tranquilla dello stesso corsod’acqua, meglio chiarire questoaspetto. Fin qui, scenario di normaleamministrazione, anche se secondomolti esperti la parola d’ordineavrebbe dovuto essere: combattere,sterminare gli alieni invasori e di-struggere la popolazione di gamberistranieri. Infatti, i gamberi rossi co-

lonizzatori, non marziani dalla pelleverde, sono una specie animale che,uscita dal proprio habitat naturale,ha conquistato le nostre regioni. Il Gambero Rosso della Louisiana(Procambarus clarkii) è una veraforza della natura: originario delcentro-sud degli Stati Uniti e delnord-est del Messico, è stato espor-tato con leggerezza, grazie alla faci-lità con cui si alleva, senza pensarealle possibili conseguenze. È la sto-ria di come un gambero americanominaccia ora fiumi e laghi italiani,molto simile a quella delle nutrie,ad essere sinceri. Sì, perché propriola biodiversità delle acque italianeè minacciata dal Gambero Rossodella Louisiana, approdato inEuropa  nel 1972 e poi diffusolentamente in tutto il VecchioContinente. In Italia è stabilmentedal 1989, a partire dal Piemonte, perpoi giungere anche fino a Mug-giano da non molti anni. Ma chi avrebbe avuto il coraggio disterminare questa colonia, come si-curamente gli zoologi avrebberoconsigliato, con le chele rivolte inalto, forse anche in segno di resa?Una scena da stringere il cuore. Di-struggerli per fare cosa poi, dato chel’incredibile scelleratezza umana,con i liquami della fognatura di Set-timo Milanese irresponsabilmentesversati in un corso d’acqua naturalee vivo, lascerebbe in ogni caso pocospazio alle varietà nostrane, più sen-sibili all’inquinamento, e spazze-rebbe via tutto? Almeno questa razzaaliena riesce a resistere. Caratteristica di questa specie, in-fatti, è quella di adattarsi ad am-

bienti nuovi e non ha molti pre-datori naturali. È di bocca buonae resiste a condizioni climatichedifficili, come siccità o temperaturedell’acqua che possono addiritturagelare in inverno. È prolifico (finoa 500 uova per femmina) e i suoipiccoli, abbandonati a se stessisenza cure parentali, raggiungonola maturità sessuale in soli 3-4mesi, pronti per ricominciare ilciclo. Meglio “gli alieni”, verrebbeda pensare, poi – diciamoci la ve-rità – sarà anche soprannominato“killer”, in quanto porta- tore sano diuna malattia per i gamberi nostrani,ma una specie non è né buona né cat-tiva: questo gambero è sicuramenteun animale che riesce ad adattarsi ed

a riprodursi molto bene anche in am-bienti con caratteristiche profonda-mente diverse da quelle dell’area diorigine. Prima di uccidere – ai pensieri nonsi comanda – dovremmo rispettare,noi umani per primi, la nostra biodi-verstità – lo scarico fognario pub-blico del Comune di SettimoMilanese deve insegnare – poi po-tremmo parlare a ragione. Spesso di-mentichiamo che la distruzionedelle condizioni indispensabili per lasopravvivenzadi una specieanimale o vege-tale coincidequasi semprecon un dannograve, a quellostesso ambienteche è una condi-zione indispen-sabile per lanostra stessa so-pravvivenza.Ma non è tutto.Ora arriva ilbello.... Accantoalla specie in-

vasore quasi senza riflettere gliuomini impegnati nei lavori dimanutenzione raccoglievanoanche un’altra tipologia di gam-beri: animali più piccoli, caratte-rizzati da un colore verde olivabrillante, che faceva forte il contra-sto con il rosso americano. Lì perlì nulla di particolare, ma con ilsenno di poi, è sorta dominante ladomanda... “ma cosa altro ab-biamo salvato?”. Non c’erano zoologi o esperti dispecie animali dei fontanili tra letruppe impegnate nell’operazione,e la curiosità era immensa. Magariè un altro tipo di alieno, chi lo sa,ma ci piacerebbe pensare – la-sciamo aperta la porta del dubbioin ogni caso per non agevolare falseaspettative – che quegli animalettipiù piccoli siano proprio i nostrigamberi nostrani che qualcuno ri-corderà certamente di aver anchemangiato. Il gambero, tra l’altro,entra anche nella tradizione cri-stiana. A causa della sua muta sta-gionale veniva, infatti, consideratosimbolo della resurrezione e quindiconsumato nei periodi di quare-sima durante il Medioevo. Sonomolto più piccoli, in quantità mi-nore rispetto ai gamberi americani,ma dotati di una maggior vitalità.Con un guizzo scomparivano nelleacque, rispetto ai parenti colorati dirosso, più appariscenti, più lenti edanche più evidenti nella cattura. Lasciatemi fantasticare che sianoproprio appartenenti alla specieAustropotamobius pallipes, ovvero ilgambero italiano. Non è facileidentificarli tra le molte varietà esi-stenti per dei profani come noi. Sequalche lettore riesce ad abbinarlicon queste immagini, mi farà unimmenso piacere se confermerà lamia ipotesi. Una rivincita della natura? Non loso, riesco solo a provare unagrande soddisfazione nell’esserestato protagonista di quest’indi-menticabile avventura che nonsono stato in grado di tenere soloper me. Ringrazio tutti i lettori chesono stati capaci di arrivare finoalla fine di quest’articolo. La soddi-sfazione non ha paga!

La Redazione

I Gamberi “alieni” Sembrerà strano leggere sulle nostre pagine una storia comequesta, più adatta a riviste specializzate del settore, ma quantoè avvenuto durante alcune opere di manutenzione del fontanileSant’Agnese a Muggiano è un racconto veramente curioso edinsolito per i nostri giorni, così abbiamo pensato di fare cosa

gradita dando spazio a questa vicenda.

A sinistra il Gambero Rosso della Luisiana

Gambero “sconosciuto”

Marco [email protected]

10 Febbraio 2015Muggiano

& dintorni

’’Per quest’anno stiamo risparmiandocirca duecentomila Euro e stiamoanche passando in attivo. Tagliandoun po’ tutto: dalle cooperative, ricon-trattando i relativi oneri a carico delComune, alle nuove assunzioni. Che infunzione di concorsi fatti dalla prece-dente Amministrazione sarebbero do-vute essere quattro. Mentre noiabbiamo deciso di non assumere nes-suno. Abbiamo dimezzato i contrattidei cellulari. Ho rinunciato all’autoblu, che non mi serve, e comunque vor-rei arrivare a circa la metà dei mezziattualmente a disposizione del Comuneche sono in tutto ventuno. Stiamo ta-gliando anche i contributi alle associa-zioni culturali e a tutto ciò che non siastrettamente necessario, festa patronalecompresa, che quest’anno non ha gene-rato le consuete perdite... ”Dal momento che il Sindaco Negrisi è energicamente tuffato da solonel vivo delle questioni più spi-nose, sempre per metterlo a suoagio, gli abbiamo subito chiestodettagli “sull’affare” della piscinacomunale. Viste le recentissime po-lemiche, come dire, giusto un tan-tino vigorose:“Sulla piscina non ho rilasciato sino adora grandi dichiarazioni semplicementeperché è una questione determinanteper questo mandato. Se non si riuscissea trovare una soluzione centrata su unminimo di buon senso e dignitosamentepraticabile per il Comune, cambierebbechiaramente la natura del mio man-dato. Una condanna al risarcimento delmutuo – i famosi tre milioni e sette-centomila Euro, ndr – in favore delMonte dei Paschi di Siena, significhe-rebbe una catastrofe. Il Comune si tro-verebbe a lavorare sostanzialmente soloper quello. L’azienda che ebbe a suotempo l’appalto è fallita. Non c’è piùniente. Non sono più rintracciabili. Sitratta di un’eredità che adesso tocca ame gestire. È pur vero che essendo noiun ente pubblico ci sono delle sommeimpignorabili legate ai servizi essen-ziali e agli stipendi dei dipendenti, tut-tavia rimane che sarebbe in ogni casoun disastro di proporzioni apocalitti-che. Potrei pensare di aumentare le im-poste a fronte di una piscina che c’è. Maaumentarle a fronte di un relitto, nonesiste proprio. Soprattutto in questecondizioni di crisi economica cosìdrammatica per i cittadini. Sto pro-vando in tutti i modi a trovare unaqualche forma d’accordo. Di media-zione con la banca. Intanto faremo unaperizia per capire come stanno real-mente le cose. E per prospettare ad uneventuale costruttore che possa essereinteressato, e che stiamo cercando ditrovare con ogni energia, la possibilitàdi recuperare l’opera nel migliore deimodi. Attraverso il project financing.Ecco perché non sono in grado di darenotizie certe. Semplicemente perché an-cora non ci sono. Quello che mi fa rab-bia è che come impianto e comeconcezione sarebbe stata la piscina piùbella della zona. Con una grande areaverde, palestra e centro benessere. Ov-viamente stiamo anche valutando lapossibilità di integrare attività di na-tura diversa per venire incontro il piùpossibile ai potenziali investitori pri-vati. Pur di riqualificare l’area. Sempre

che siano in grado di garantire la neces-saria serietà e competenza concreta.Sulle quali non è più possibile transi-gere. Un altro bagno di sangue non èconcepibile, punto...”Un’altra questione apparentementepiù banale ma discretamente spi-nosa riguarda la gestione della ca-setta dell’acqua pubblica. Una diquelle faccende minori, ma dal va-lore simbolico niente affatto trascu-rabile. Attraverso le quali spesso icittadini tendono a giudicare il la-voro di un Sindaco. Come le buchenelle strade: la più classica dellecolpe tra tutte quelle da attribuiread un Sindaco. In questo senso – èopinione di chi scrive – apparesempre curioso come i cittadini sifermino alle questioni più superfi-ciali mentre molto raramente siprendono la briga di ficcare il nasonei conti veri delle pubbliche am-ministrazioni, per provare a capiredavvero come vengano spesi i lorosoldi. Eppure le nuove, cioè ormaidecisamente vecchie, tecnologie in-formatiche e il crescente obbligo,più che altro morale, alla traspa-renza delle Istituzioni, consentireb-bero un controllo piuttosto efficace.Ad ogni modo ecco la posizionedel Sindaco Negri sulla casettadell’acqua pubblica del Comune:“Da gennaio duemilaquindici la ge-stione della casetta dell’acqua è passatada Amiacque a quella diretta del Co-mune. Io sicuramente non voglio legettoniere. Perché non danno resto esono in una zona non grandementesorvegliata. Pertanto bisognerebbemandare tutte le sere un vigile o unacooperativa a svuotare le gettonierestesse. Con conseguente aggravio deicosti di gestione. Stiamo ragionandosul sistema migliore. Non essendo l’ac-qua gasata, a differenza di quella natu-rale opportunamente depurata, unbene primario, dovrebbe essere a paga-mento. Due sono le soluzioni in corsodi valutazione. La prima prevede l’usodi una carta elettronica multiservizi ri-caricabile del Comune, l’altra, quellache sembra la più praticabile in tempimolto brevi, è di ricorrere alla carta re-gionale dei servizi sanitari. In questocaso però anche l’acqua gasata rimar-rebbe gratis, ma solo per i Cittadini diCesano Boscone. E ci sarebbe in ognicaso un tetto elettronico certo sui litriprelevabili. Così si potrebbe manteneregratuita, entro certi limiti, anche l’ac-qua gasata appunto, abbattendo nelcontempo i costi di gestione e soprat-tutto dei consumi non consentendo ilprelievo ai Cittadini dei Comuni limi-trofi come avviene oggi.”Espletate le formalità “più clamo-rose” legate alla specificità del Co-mune di Cesano Boscone, è giuntoil momento di considerare una pro-spettiva più ampia che riguardal’Italia tutta. Ma che finisce inevita-bilmente per ricadere direttamentesui Comuni. Cioè le Istituzioni piùvicine ai Cittadini. Stiamo parlando della devastantecrisi economica di cui, al netto dellesolite chiacchiere generatrici dinulla, non si riesce ad intravedereautenticamente la fine. Mentre sene vedono eccome gli effetti dram-matici sulla realtà quotidiana e ma-ledettamente tangibile, concernenti

la vita di chi è fuori dal tutto som-mato ancora piuttosto comodo –per non dire surreale – “tran tran”interno alle pubbliche amministra-zioni. È questo uno dei terreni sucui ci interessava realmente sfidareil giovane Sindaco Simone Negri. Acominciare dai Servizi Sociali. Vediamo come se l’è cavata, ai let-tori il giudizio ultimo:“Accetto la provocazione. Non ho al-cuna difficoltà a parlare di cifre. Né deiproblemi più drammatici. Poiché ri-tengo che la trasparenza sui numeri esulle scelte collegate agli stessi dalleamministrazioni, sia oggi l’arma mi-gliore a nostra disposizione. Comin-ciamo intanto con il dire che i ServiziSociali costano al Comune di Cesanouna cifra che va dai tre a i cinque mi-lioni di Euro. Secondo gli anni. E già

solo questo dovrebbe darci la misura diquanto sia drammatica questa crisi. Mirendo conto che potrebbe suonarestrano, venendo da sinistra, ma quelloche dobbiamo fare è affrontare l’emer-genza cercando di uscire dalle logichepuramente assistenziali, provenientidal passato. Nelle quali diventa piutto-sto difficile, per non dire quasi impos-sibile, un autentico controllo sulladestinazione delle sempre minori ri-sorse disponibili. E soprattutto sullaloro reale efficacia rispetto alla solu-zione dei problemi più dolorosi. La Ca-ritas, con cui stiamo approntando perla prima volta nuove forme di collabo-razione, fa un ottimo lavoro anche sulnostro territorio. Così, invece di elar-gire direttamente soldi alle personecome Comune per l’acquisto di generidi prima necessità, cercheremo di svi-luppare e integrare meglio il meccani-smo delle tessere a punti già resodisponibile dalla Caritas agli aventi di-ritto. Cercando ogni possibile sinergiacon gli operatori del sociale più affida-bili, seri e attenti a come è speso il de-naro pubblico. Ma anche stipulandoaccordi direttamente con i fornitoricome i centri commerciali ad esempio.Creando così una rete d’assistenza ilpiù possibile efficiente sul territorio co-munale. In questo modo il Comune evi-terebbe il più possibile di elargire soldidirettamente alle persone, consentendoalle stesse invece di acquistare ugual-mente i beni di prima necessità neipunti di distribuzione convenzionati. IlComune avrebbe così la certezza che le

risorse investite vadano realmentespese in sopravvivenza. E non magarinelle macchinette del gioco d’azzardo osprecate in altre faccende che nullahanno a che vedere con i bisogni pri-mari. Tantissimo rimane da fare...’’La questione centrale è che l’esplo-sione del disagio e la povertà crescentiche i Servizi Sociali del Comune de-vono fronteggiare, sono inversamenteproporzionali alle risorse disponibili.Non c’è altro modo che aumentare l’ef-ficienza e nel contempo ridurre lospreco per aiutare quante più personerealmente in difficoltà è possibile: daidisabili agli sfrattati disoccupati, daibambini da seguire in comunità, ai se-parati con redditi molto bassi, fino aglianziani non autosufficienti. Sul nostrocomune è anche presente la Sacra Fa-miglia. Ed è sempre crescente anche ilnumero dei disabili cui va garantitaun’assistenza. Spesso ci troviamo ob-bligati per legge ad integrare le rette,perché molte delle famiglie degli assi-stiti che prendono la residenza a Ce-sano sono fragili da un punto di vistaeconomico. Una situazione difficilis-sima, dolorosa quanto complicata...”Un altro degli effetti più duri legatialla crisi economica è l’emergenzaabitativa, per tentare di risponderealla quale il Sindaco Negri prova araccontarci la sua visione e soprat-tutto i provvedimenti che intendeportare avanti:“Una cosa da fare certamente è ripor-tare un minimo di mobilità nei quar-tieri popolari come il Tessera. Ilcostante invecchiamento della popola-zione, con tutte le necessità collegate –stiamo anche studiando la possibilitàdi portare lì un ambulatorio medico di-rettamente nei locali del Comune –, ri-schia di creare dei quartieri ghetto.Abbiamo riattivato i rapporti con Alerper cercare di assegnare il maggior nu-mero possibile di alloggi popolari, con-sentendo così anche di svuotare le casefamiglia per ridurre nel contempo l’im-patto economico sul Comune. Almenoventi per cominciare, in cui sistemarealcune famiglie che vivono in condi-zioni di precarietà e che sono già as-sistite dal Comune. Forse puòinteressare il fatto che sulle prime cin-quanta famiglie in graduatoria perl’assegnazione dell’alloggio, solo ilquindici per cento è straniero. Giustoper sgombrare il campo dalle consuetepolemiche. Inoltre, dal momento che oil rispetto della legalità è un valore as-soluto e condiviso o non è un valore,abbiamo cominciato a fare gli sgomberidelle occupazioni abusive. Una cosacertamente dolorosissima da mettere inpratica. Ma il principio è giusto. Seriusciamo a reintrodurre nel quartiereun numero sufficiente di famiglie piùgiovani con bambini, tutto il sistemasarebbe meglio sostenibile. A comin-ciare dalla scuola e dagli altri servizi...’’Sull’emergenza case stiamo anche ag-gredendo i fondi regionali. Attraversoun bando che prevede un progetto incofinanziamento. La quota del Comuneè del quaranta per cento. Si tratta delfondo di rotazione. I primi casi giàchiusi e finanziati sono sette. Comefunziona: una famiglia morosa conqualche debito arretrato, magari per-fino sotto sfratto esecutivo, s’incontracon la proprietà – che è quasi sempre laPalladio del quartiere Giardino – perricontrattare il debito in misura dicirca il quindici per cento. Ricontrat-tando magari anche il canone di loca-zione. Il Comune attraverso il fondocopre il debito maturato dalle famigliedirettamente con la proprietà. Mentreil debito delle famiglie diventa nei con-fronti del Comune. Che attiva un pianodi rateizzazione a interessi zero moltopiù diluito nel tempo...”Rimanendo sui terreni sdrucciole-voli della crisi economica e della di-soccupazione, quanto dell’impossi-bilità di fatto di fare micro, piccolae anche media impresa in manieraappena gestibile in decenza nel no-stro paese per i motivi arcinoti achiunque, abbiamo introdotto untema solitamente inusuale da met-tere sul tavolo del Sindaco di unComune relativamente piccolocome Cesano Boscone. Quellodell’auto-imprenditorialità. Altri-menti detta, secondo una dizione

anglofona attualmente consideratamolto più “cool”, self management. Ebbene, parlando di occupazione,appare evidente come le Istituzioninon siano in grado di tenere ilpasso con i mercati del lavoro incontinua e velocissima rivoluzione.Non riuscendo ad offrire soluzionie provvedimenti autenticamenteutili ed efficaci nei tempi strettis-simi che sarebbero vitali per unareale ripresa economica. Neppurequella soluzione di base che al mo-mento parrebbe la più necessaria:aiutare i cittadini ad aiutarsi dasoli. Secondo una logica nuovis-sima mai sperimentata in Italia. In-vece ben diffusa nelle cosiddetteDemocrazie occidentali avanzate. Mentre introducevamo al Sindacoquesto argomentino da nulla, peramor di verità, ci saremmo aspet-tati di vederlo strabuzzare gli occhinel tentativo di capire di cosa dia-volo stessimo parlando. Al contra-rio, sembrava impaziente di dirci lasua in proposito. E qui, come unicocommento di chi scrive rispetto aquanto affermato nell’intera inter-vista dal giovane Sindaco Negri,dobbiamo ammettere che lo stessoci ha sorpreso:“Lo strumento più diretto di un Co-mune per intervenire sulla realtà eco-nomica è il Piano di Governo delTerritorio. Il nostro è in generale moltorestrittivo. Non solo sulle nuove co-struzioni per cui non ci sarebbe in ognicaso più un solo centimetro di territo-rio da sfruttare. Non posso però sot-trarmi dalla responsabilità dell’ultimoPGT perché ero il capo gruppo del Pd.E comunque, di fatto, ha bloccato losviluppo commerciale di Cesano. Ov-viamente bisogna fare i conti con lacrisi, ma è anche vero che la pressionefiscale per chi volesse avviare un’atti-vità commerciale è troppo pesante. Cio-nonostante intendiamo e vogliamotrovare degli approcci nuovi. La que-stione di fondo rimane quella di nonscoraggiare, quando non addiritturaconcretamente impedire, l’iniziativacommerciale privata. È davvero arri-vato il momento di facilitarla con tuttigli strumenti che possiamo cominciaread usare subito. Mantenendo il pienorispetto delle regole. Una prima idea,ad esempio per il centro storico, èquella di incentivare attraverso la levafiscale l’apertura di nuove attività le-gate a quelle categorie merceologichepiù interessanti per la cittadinanza econ maggiori probabilità di successo.Magari sgravandole dalla Tari per iprimi tre anni. Vogliamo anche cercaredi trovare la maniera per recuperare levecchie aeree industriali che ormaisono in condizione di completo abban-dono. Come quella di via RaffaelloSanzio... Rimane vero che il PGT è ri-gidissimo. Tuttavia stiamo studiandouna formula per consentire di trasfor-mare quelli che erano capannoni indu-striali in qualcosa che abbia uno sboccocommerciale, attraverso un consistentealleggerimento degli oneri d’urbanizza-zione. Per ottenere così in cambio l’as-sunzione di una quota garantita dipersone residenti a Cesano Boscone...”Certo, siamo ancora lontani dallacreazione di una squadra ad hocdel Comune in grado di occuparsidi servizi concretamente utili al-l’auto-imprenditorialità o self ma-nagement. Capace di operareautonomamente per lo sviluppoeconomico del suo territorio. Conuna missione proattiva rispetto allacreazione di micro e piccola im-presa. Con professionisti compe-tenti che conoscano i problemi esiano in grado di valutare, consi-gliare e offrire soluzioni praticabili,consulenza e stimoli utili all’inven-zione del lavoro da zero. Per aiu-tare quei cittadini autenticamentedesiderosi di darsi una mossa. Pe-raltro molto più numerosi diquanto si potrebbe pensare. Chiscrive si rende anche perfettamenteconto di sconfinare nella fanta-scienza. Tuttavia il Sindaco di Ce-sano Boscone sembra dimostrareuna sensibilità autentica sull’ar-gomento. Per nulla scontata nelcontesto delle Amministrazionipubbliche locali.

(SEGUE DALLA PRIMA PAGINA)

Simone Negri

11Febbraio 2015Muggiano

& dintorni

I l 22 dicembre, giorno stesso delclosing finanziario con le banche,

e prima d’intraprendere la campa-gna informativa comunale sullaLinea Blu “Mettiamo la quarta. Mi-lano più veloce di tutti”, l’assessorealla Mobilità Pierfrancesco Maran,aveva incontrato i commercianti divia Lorenteggio per spiegare loroquale sarà la cantierizzazione del-l’area da San Cristoforo a PiazzaBolivar.Il confronto, abbastanza duro, nonaveva accontentato la categoria chesubito ha deciso di costituire un Co-mitato con annesso gruppo FB (M4Attenzione - Comitato Lorenteggio,Foppa, Washington) e una raccoltafirme volta ad una maggior informa-zione e ad una revisione della can-tierizzazione perché comunque ilgruppo è favorevole alla M4. L’inizio è stato quindi tutto in salita,ma nel giro di un mese il Comune,in collaborazione con Confcommer-cio, ha apportato alcune modificheall’opera che sono state presentate lo

scorso 28 gennaio in un’affollatis-sima e vivace assemblea tenutasi alTeatro di Milano di via Fezzan e co-municata nel giro di 48 ore ai citta-dini. L’orario (le 18) ha impedito amolti commercianti di partecipare ocomunque in tanti hanno chiusoprima il negozio per essere infor-mati. L’assemblea è stata il frutto della de-libera unanime del Consiglio diZona 6 dello scorso 15 gennaio, unadelibera che, come ricordato da Gae-tano Bianchi presidente di Ascolorena Gabriele Rabaiotti presidente delCDZ6, è stata ottenuta grazie alla ri-chiesta del Comitato quando invece“…avrebbe dovuto essere il Consiglio diZona a muoversi molto prima con il Co-mune per ottenere l’incontro”. Il progetto di cantierizzazione tar-gato 2014, come raccontato da MarioSmanio del Comitato, prevedeva lachiusura alla circolazione a macchiadi leopardo. Il parziale dietrofrontprogettuale è stato illustrato veloce-mente, ma nel dettaglio dal consi-gliere amministrativo di M4 Spa,Fabio Ferragni. I cantieri riguarde-ranno le stazioni e i sotto servizi,due talpe scaveranno la galleria da

S. Cristoforo fino a Solari e da quiun’altra talpa fino al centro: il mate-riale di scavo non è tossico e verràriutilizzato.

Il cantiere più critico sarà quello diGelsomini, ma alcune deviazioni ga-rantiranno la percorribilità dellatratta. Il mercato all’altezza di viaOdazio verrà diviso in due parti. Sa-ranno bloccati quattro numeri civici,ma si studieranno per i loro resi-denti delle soluzioni. In Piazza Frat-tini la circolazione sarà libera fino al2017 perché il cantiere sarà all’in-terno della rotonda. Si rivedranno lesoste in Via Redaelli a lisca di pesce. Nel tratto di Tolstoj il cantiere saràin via Romagnoli e davanti ai por-tici, prima dell’incrocio con Tolstoj simanterrà una corsia percorribile perogni senso di marcia. Garantito l’ac-cesso al garage del civico 37. Latratta di piazza Bolivar, piazza sem-pre molto congestionata, non è stataconsiderata perché considerata partedel tratto di via Foppa: ai primi difebbraio ci sarà un altro incontro. Il cronoprogramma prevede i lavorisu Frattini e sui manufatti di Se-gneri, Lorenteggio civ. 124, civ. 44 eciv. 25 dal 9 febbraio mentre dal 20

si procederà con le stazioni di Se-gneri, Gelsomini e Tolstoj. Dove sor-geranno i cantieri saranno tagliati igrandi e caratteristici platani, ma afine lavori il verde sarà incremen-tato del 20%; i parcheggi nelle vielimitrofe saranno a lisca di pesce;insieme a Confcommercio si cerche-ranno delle soluzioni per il carico elo scarico degli esercizi commercialie l’accesso ai negozi; la linea 50 saràmantenuta, ma ci saranno delle de-viazioni sul percorso, deviata invecela 61 e potenziato il 14 su Giambel-lino. Mario Smanio, commerciante, ha inogni caso dei timori: “Nel 2013 noicommercianti abbiamo avuto un calo ap-prossimativo del 10-12% e spostare l’av-vio dei cantieri a febbraio per favorirel’acquisto dei saldi non risolve assoluta-mente nulla perché poi ci saranno benotto anni di deserto. Molti commerciantipoi non si rendono conto che la devia-zione delle linee farà cambiare le abitu-dini alle persone che non percorrendosui mezzi la via non vedranno i negozie non entreranno più”.Maran su questo punto ha infor-mato sull’esistenza di bandi regio-nali e comunali per chi avrà delleperdite di fatturato in relazione ai la-vori. Su tutta la M4, infine, pende laspada di Damocle del TAR: l’im-presa Pizzarotti, arrivata secondaper l’appalto della Linea Blu, ha pre-sentato ricorso al TAR contro Sa-lini-Impregilo i vincitori dellacommessa. Se a fine febbraio il Con-siglio di Stato dovesse riconoscere leragioni di Pizzarotti, il Comune diMilano rischia di pagare i danni adImpregilo, ma non ci sarà alcunfermo ai cantieri. L’assessore si è di-chiarato in ogni caso ottimista. Il clima dell’assemblea, nonostantele rassicurazioni, la disponibilità, leslide e i dati da parte di Maran e tec-

nici tra i quali l’ing. Enrico Zorgatidi Impregilo e Filippo Salucci diret-tore centrale Mobilità, non è statoprivo di tensione anche a causa dellapresenza di molti esponenti sia diopposizione sia di maggioranza delConsiglio di Zona. La sensazione generale che si èavuta è stata di due mondi diversi eopposti: da un lato i cittadini, sinto-nizzati sul presente e preoccupatiper un futuro prossimo, con do-mande su problemi concreti e sup-portate dall’esperienza di vivere nelquartiere e di conoscere le proble-matiche, dall’altro i politici, i tecnici,sintonizzati su un futuro lontanoche, con una visione d’insieme con-siderano M4 una grande opportu-nità per la mobilità sostenibile(strategico unire la stazione FS di S.Cristoforo alla M4): alcune rispostea domande specifiche e concretesono state considerate dai cittadinievasive e poco precise, come direche “il work in progress” e “le diffi-coltà verranno affrontate via via” nonsono state molto convincenti. Contestata la stazione Tolstoj poichéa poche centinaia di metri ci saràquella di Bolivar, ma nessuno potràtoglierla perché come detto dall’as-sessore “Il progetto della M4 è leggeobiettivo e ha avuto il benestare delCIPE”. Dal 12 gennaio è consultabile il sitodi M4, www.metro4milano.it, dovesaranno disponibili, cantiere percantiere, i layout, i render dei pro-getti e lo stato di avanzamento deilavori. Il sito sarà aggiornato e inte-grato quotidianamente e in modoprogressivo. Dal 18 gennaio sono operativi anchegli account sui social network (Face-book e Twitter) e una mail dedicata– [email protected] – alla qualei cittadini potranno inoltrare richie-ste e osservazioni.

Via Lorenteggio è l’arteria che tutti conosciamo e percorriamo siadiretti verso i numerosi outlet sia perché da Corsico, Cesano Bo-scone e Trezzano sul Naviglio porta direttamente in città. Per ottoanni gli automobilisti dovranno munirsi di pazienza, uscire dacasa un po’ prima o trovare percorsi e mezzi alternativi, come itreni della linea S9, poiché – le cronache narrano – a febbraiopartiranno i cantieri della M4, la nuova linea della metropolitanaMilanese chiamata anche Linea Blu che collegherà la città da est,un capolinea all’aeroporto di Linate, l’altro a San Cristoforo. Ed èsubito bagarre: cittadini, comitati, commercianti, progetti, imprese,assessore e Comune di Milano. L’indagine della nostra inviata.

88 mesi di passione:M4 in Lorenteggio

Le nostre domande all’assessore MaranF accia da bravo ragazzo, battuta pronta e calma olimpica sono questi

alcuni degli ingredienti che l’assessore ha usato per parare i colpi delledomande e delle polemiche dei cittadini, ma Pierfrancesco Maran con lostesso fair play è riuscito a rispondere anche a noi. Perché avete deciso di partire con i cantieri durante il periodo di Expo?“Era fondamentale partire il prima possibile. Si sono già accumulati tanti ritardiin questi anni e non volevamo si perdesse altro tempo: Milano finalmente tra pochianni avrà una nuova linea metropolitana che trasporterà 86 milioni di passeggeril’anno. Inoltre durante i sei mesi di Expo, proprio per limitare il più possibileeventuali disagi, non vi saranno cantieri nelle stazioni previste all’interno dellaCerchia dei Bastioni.” La fretta dipende dal timore di perdere finanziamenti europei? “Se non si fosse decisa la prosecuzione dei lavori e non fosse stato sottoscritto ilclosing finanziario tra le banche e i soci privati entro dicembre, si sarebbero persi172 milioni di euro stanziati dal Cipe per l’opera. Ma la scelta non deriva dallafretta: questa Amministrazione ha sempre sostenuto la scelta di realizzare la nuovaM4.’’Perché non avete più considerato il progetto di cantierizzazione presen-tato nel 2010, un progetto, a detta del Comitato, più sensato poiché, adifferenza di quello del 2014, garantiva la circolazione continua su unacarreggiata?“Quel progetto ha perso la gara. Il progetto vincitore è stato giudicato il miglioreda un team di tecnici esperti del settore. Ho fiducia che sia il migliore possibile.Inoltre, grazie ad un grande lavoro fatto ascoltando i cittadini, siamo riusciti agarantire la viabilità su entrambi i sensi di marcia lungo l’asse Primaticcio-Mi-surata.”Allo stato attuale della pianificazione cosa impedisce di fornire ai Co-mitati un’informazione più precisa? “Nessun impedimento. Siamo in contatto con i cittadini da tempo. In questi mesiabbiamo lavorato per ridurre l’impatto dei cantieri e volevamo comunicare le in-formazioni corrette, solo nel momento in cui tutte le implementazioni fossero con-cluse. A dicembre abbiamo fatto un incontro nella zona e mercoledì 28 gennaio cisiamo incontrati di nuovo con i cittadini, così come avviene e avverrà negli altriquartieri che dovranno subire i disagi dei cantieri. Informeremo passo passo sulcorso dei lavori, anche attraverso il sito internet di M4, e parallelamente ascolte-remo le loro istanze.”Aver posticipato l’avvio dei cantieri al 9 febbraio per favorire i saldi nonsuona come una beffa per i negozianti che per otto anni, con il progettodi cantierizzazione presentato in dicembre, rischieranno seriamente lachiusura dell’attività? “Abbiamo posticipato l’avvio dei cantieri perché l’hanno richiesto i commercianti.È indubbio che alcuni disagi ci saranno. Ma stiamo lavorando anche per limitarele ricadute dei cantieri sulle attività commerciali. Continueremo in ogni caso adascoltare i cittadini per cercare di trovare delle soluzioni. Esiste anche un fondoregionale destinabile proprio ai commercianti che subiscono i disagi da grandiopere.” Avete previsto un piano parcheggi? “Saranno ricollocate nelle zone limitrofe molte delle aree di sosta che saranno an-nullate per consentire lo svolgimento dei lavori.” La modifica della viabilità porterà al collasso il traffico limitrofo: in vistadella cantierizzazione pensate alla revisione della sincronizzazione se-maforica?“Non saranno spostate le linee tranviarie. Il percorso delle linee 61 verrà proba-bilmente deviato su vie limitrofe, stiamo lavorando per verificare la possibilità dimantenere la 50 sul tragitto. Riteniamo sia necessaria una revisione della sincro-nizzazione semaforica.” Avete in previsione futuri incontri sia col Comitato sia con i residenti? “Gli incontri andranno avanti anche a cantieri avviati. Vogliamo mantenere ilcontatto diretto con i quartieri.” A quando il taglio degli alberi?“Le prime fasi di cantierizzazione prevedono lo spostamento dei sotto servizi e labonifica da parte del Genio militare da eventuali ordigni bellici. In quella sede siprovvederà, contestualmente, al taglio degli alberi, che saranno in ogni caso ri-piantumati alla fine dei lavori.”

Un bijoux tra l’asfalto e le autoP iero Mazzarella, che abitava nel quartiere, le ha dedicato una poesia in

meneghino. Lei è l’ultimo avamposto della Milano di campagna quandoil Lorenteggio era punteggiato da campi, fontanili e cascine. Per i residentiè la gesa di lusert, per gli storici l’Oratorio di San Protaso in stile romanicolombardo (fu costruita tra il IX e il XII secolo) la cui vita si è dipanata tra sto-ria, leggenda, testimonianze e i si dice che… Tra questi la sosta del Barbarossain preghiera, per chiedere la vittoria sui Milanesi, e la presenza di un miste-rioso tunnel che la vorrebbe unita alla chiesa di San Vittore. Di tangibile abbiamo invece due affreschi: un ritratto di S. Caterina daSiena (secondo solo a quello di Andrea Vanni custodito nell’Abbazia di S.Domenico) e una Crocifissione. Ma ancora più concreto è stato il suo re-cupero alla fine degli anni ’80 grazie ad Ascoloren (Associazione dei com-mercianti del Lorenteggio), a Fondazione Cariplo, ai Lions Milano Host ea tanti cittadini. Un incredibile restauro conservativo, se si pensa che lachiesa è minuscola e sorge in periferia, lungo lo spartitraffico assediato daicasermoni degli anni ’60 e ’70 e dalle auto tra quei platani testimoni delpaesaggio agricolo di un tempo. Platani che verranno tagliati per lasciareil posto ai cantieri della metro. Un bijoux storico, visitabile durante le duefeste del quartiere e per piccoli e preziosi eventi come concerti e presenta-zioni di libri nati dall’impegno e dalla passione di Paola Barsocchi, la si-gnora che da anni si prende cura della “gesetta”. “Non sappiamo cosa accadrà alla chiesetta nei prossimi otto anni. L’assessoreMaran quattro anni fa ci aveva assicurato che vicino a lei non ci sarebbero stati icantieri. Poi il progetto è cambiato e non abbiamo avuto più notizie, ho in ognicaso ricevuto da Marandelle rassicurazioni, masto aspettando una rispo-sta anche dalla Sovrinten-denza. Temiamo in ognicaso che possa avere deidanni a seguito delle vibra-zioni e che lo scavo, se esi-stesse davvero il tunnel,potrebbe rovinarlo. Dopoaverla salvata dal degradosiamo davvero molto pre-occupati”. Ma da Palazzo Marinogiunge la rassicurazionetanto attesa: “L’area at-torno alla Chiesetta non èinteressata dai cantieri,quindi non ci sarà alcuntipo di problema”.

La linea M4 U n’infrastruttura strategica che

porterà alla riduzione di 14milioni di spostamenti in autoannui, e che porterà Milano ad es-sere la sesta città europea perestensione della rete metropoli-tana. Questa è M4, la linea blu checollegherà San Cristoforo all’aero-porto di Linate attraversando ilcentro andando a servire quartieripopolosi offrendo l’alternativa piùcomoda ed efficiente all’utilizzodell’auto privata. Si stima che la M4 trasporterà 84milioni di passeggeri l’anno, cheimpiegheranno 13 minuti per per-correre il tratto San Babila-Linate,solo 16 per raggiungere il centrocittà dal quartiere Lorenteggio.Una vera e propria svolta per il tra-sporto pubblico di Milano e per laqualità della vita di tantissimi cit-tadini. I numeri: 21 stazioni, 5 in-terscambi, 15 chilometri, consegnalavori 30 aprile 2022 per un totaledi 1,82 miliardi di euro, costo deimutui di Palazzo Marino fino al2045 per 3,4 miliardi di euro. Aziende costruttrici Salini-Impre-gilo, Ansaldo e Astaldi. Le banche:516 milioni “prestati” a Salini-Im-pregilo da un pool di banche:Banca IMI e BnP Paribas come co-ordinatori, mentre Credit AgricoleCib, Mps Capital Services, Natixise Unicredit hanno strutturato il fi-nanziamento. La società si è costi-tuita a metà dicembre, vede comesoci le tre aziende costruttrici in-sieme ad ATM e Sirti ed è control-lata dal Comune di Milano per il66%. In Lorenteggio i lavori prose-guiranno anche nel semestre del-l’Esposizione Universale.

Simona [email protected]

12 Febbraio 2015Muggiano

& dintorni

Divina Umanità:viaggio dantesco

I n occasione dei 750 anni dalla nascita diDante Alighieri, l’Ufficio cultura del Co-

mune di Settimo Milanese, in collaborazionecon l’Associazione Vox Aurae di Arese e conla società Controluce ha presentato lo scorso16 gennaio uno spettacolo ispirato alle am-bientazioni dantesche e alla sinfonia “DivineComedy” di Robert W. Smith, con l’obiettivodi attualizzare il percorso spirituale delsommo poeta e di trasportare i suoi valorinell’epoca attuale, mantenendone messaggioe struttura.

I tre autori/attori del “Vox Aurae Drama”interpretano tre diversi monologhi, ognunoportatore di rimandi e atmosfere dei tremondi presenti nella Divina Commedia:l’Inferno di Max Di Landro, rappresentatoda una storia di perdizione e smarrimentodi sé, il Purgatorio di Lisa Benevento, carat-terizzato da superbia e pentimento e il Pa-radiso di Luca Benevento, con una vicendadi redenzione e riappropriazione dei valoriumani. La Sinfonia di Smith accompagna e sottoli-nea il viaggio dei personaggi, nell’interpre-tazione del “Vox Aurae Wind Ensemble”,diretto da Luca Pasqua. Le luci sono a curadi Sun.

Milano: aiuti per sfratti per

morosità incolpevoleI l Comune di Milano è pronto a sostenere

le famiglie che sono sotto sfratto. A partiredal 19 gennaio, infatti, gli sportelli dei 9 Con-sigli di Zona raccolgono le domande degliinquilini di case private, morosi incolpevoli,che potranno così accedere ai contributi stan-ziati appositamente dall’Amministrazionecomunale, dalla Regione Lombardia e dalGoverno. Potranno fare richiesta le famiglie che, perla perdita o la drastica riduzione del red-dito (Isee fino a 35 mila euro o Isee fino a26 mila euro), hanno ricevuto un atto di in-timazione di sfratto per morosità (dove ilcanone d’affitto incide sul reddito per oltreil 30%). Costituirà criterio preferenziale lapresenza, all’interno del nucleo familiare,di una persona anziana over 70, minore, in-valida almeno al 74% oppure in carico aiServizi sociali. 

L’elenco dei nominativi ritenuti idonei, i requi-siti sono stati stabiliti dalla Regione, sarà tra-smesso alla Prefettura per la graduazionedell’intervento della forza pubblica. Successi-vamente i casi saranno presi in carico dal-l’Agenzia sociale della locazione. All’Agenziasono destinati fondi per circa 7 milioni di euro(3,5 dalla Regione, 1,5 dal Comune e 2 dal Go-verno). Le risorse saranno usate per differentitipi d’intervento secondo i singoli casi, sia comecontributi agli inquilini sia come fondo di ga-ranzia ai proprietari che ritireranno lo sfratto estipuleranno un contratto a canone concordato.

L’obiettivo sarà di evitare lo sfratto, me-diando tra inquilino e proprietario. A Milanogli sfratti per morosità sono triplicati negliultimi 4 anni e ad oggi rappresentano laquasi totalità dei provvedimenti esecutivi.Un’emergenza abitativa che colpisce in par-ticolare le grandi aree urbane, e che ha deter-minato una forte pressione sul patrimonioErp, poiché si è allargata la fascia di famigliein difficoltà che si è rivolta al pubblico peravere una casa. Il Comune di Milano, attraverso l’assesso-rato alla Casa, guidato da Daniela Benelli, stalavorando per sostenere queste situazioni, inparticolare attraverso un paziente lavoro dimediazione tra inquilini e proprietari, tute-lando entrambi con risorse e misure ade-guate. Le domande potranno esserepresentate fino al 30 aprile, con possibilità diprorogare ulteriormente il termine per pro-seguire nell’attività di raccolta. Sul sito Inter-net del Comune di Milano l’avvisopubblicato e la modulistica necessaria perpresentare la domanda.

Sgombero RomS i è svolto il 13 gennaio un sopralluogo

della Polizia locale con AMSA e assesso-rato alla Sicurezza e Coesione sociale nel-l’area tra via Forze Armate, via CardinaleTosi e via Domokos (ex caserma Santa Bar-bara dell’Esercito italiano di piazzale Perruc-chetti) per dare l’avvio alla riqualificazionedella vasta zona da tempo abbandonata edoggetto di occupazioni abusive. Nei prossimigiorni inizieranno i lavori di pulizia e messain sicurezza. Al momento è presente un insediamento dicirca una sessantina di persone d’etniaRom, cui è già stata proposta l’accoglienzapresso i centri d’emergenza sociale del Co-mune di Milano.

RisparmiandoSpadellando

P arte dai fornelli la campagna di educa-zione civica e ambientale promossa

dal Comune di Albairate, con l’evento “Ri-sparmiando Spadellando”. Nella mensa sco-lastica della scuola primaria di via Roma, IC“Erasmo da Rotterdam”, lunedì 9 febbraio2015 alle 19, si svolgerà una singolare inizia-tiva conviviale che coinvolgerà cuochi delpaese ed esperti di  food per degustare deibuoni piatti e imparare a risparmiare, recu-perare e riciclare anche in cucina. L’ingressoè gratuito fino ad esaurimento posti, pre-via prenotazione telefonando dal lunedì alvenerdì, dalle 9 alle 12, al numero02.9498131. All’evento potranno parteciparecittadini di Albairate e del territorio. “Risparmiando Spadellando” è un’iniziativadi sensibilizzazione volta a promuovere la ri-duzione degli sprechi alimentari, partendodalla spesa fino al recupero degli scarti deipasti per creare nuovi e gustosi piatti. Inse-rendosi in un percorso generale di valorizza-zione dei prodotti genuini all’insegna delbuon cibo e della buona cucina, in un’otticad’apertura e condivisione con il territoriodell’Est Ticino, l’iniziativa ha anche ottenutoil patrocinio di  Abbiategusto, la rassegnaenogastronomica di Abbiategrasso di cui ide-almente costituisce la prima tappa del 2015.L’evento è il primo appuntamento di “Ri-sparmiando Educando”, il progetto d’educa-zione civica e ambientale elaborato dalComune di Albairate, in collaborazione conla Pro Loco e le Associazioni del paese. Lo scopo dell’edizione 2015 è di porre l’at-tenzione sulla relazione tra “Felicità” e“Senso Civico”, attraverso un articolato pro-gramma d’iniziative a beneficio della comu-nità. Il progetto, che è stato già sperimentatocon successo nel 2010, premia i cittadini piùvirtuosi che possono così usufruire di incen-tivi economici sulla tariffa rifiuti. Azioni vir-tuose e sostenibili possono aiutare a ridurregli sprechi, rispettare l’ambiente, promuovestili di vita alternativi, rilanciare le relazioniinterpersonali, recuperare il senso civico, inaltre parole migliorare la qualità della vitaper essere più felici. All’evento “Risparmiando Spadellando” del9 febbraio hanno aderito: RistoranteCharlie 1983, Agriturismo CascinaRiazzolo, Agriturismo CascinaRosio, Ristorante al Mago, TrattoriaChiavi d’Oro, Sodexo (la società chegestisce la mensa scolastica), Co-mune di Abbiategrasso, Consorziodei Comuni dei Navigli, Agenda 21Est Ticino, Cooperativa sociale Kai-ros  di Abbiategrasso,  Cooperativadel Sole di Corbetta. Interverrannoanche le giornaliste Emanuela Ca-valca Altan e Manuela Porta, autricidel libro “3R in Cucina - Risparmia,Recupera & Ricicla”, edizioni Cairo,che in tempi di crisi promuove il ri-sparmio recuperando la saggia cul-tura delle nonne che non buttavanovia niente. Nel libro sono rac-colte 400 ricette gustose e originaliche puntano sulla qualità delle ma-terie prime, sulla cura nella prepara-zione e, soprattutto, sul rispetto

dell’ambiente. È prevista anche la partecipa-zione delle note  food blogger GiovannaHaong e Francesca Riva. L’organizzazione dell’evento di degusta-zione prevede che in ogni tavolo si siedanopersone che non si conoscono tra loro, alloscopo di favorire le relazioni interpersonalied esaltare i principi di condivisione e fidu-cia verso il prossimo. Altre gustose sorpresesaranno riservate ai partecipanti.

Superstradaper Malpensa

“I sindaci e i cittadini dell’Est Ticinohanno il diritto di essere informati su

quanto sta accadendo nel loro territorio. Nonè accettabile continuare ad apprendere dagliorgani di stampa annunci sullo stato dell’artedel progetto ANAS sulla superstrada senzamai ricevere comunicazioni ufficiali da Re-gione Lombardia  e ANAS”. È quanto af-ferma il sindaco di Albairate,  GiovanniPioltini, in seguito alle dichiarazioni rila-sciate alla stampa dal consigliere regio-nale Luca Del Gobbo, il quale ha assicuratoche il progetto della superstrada non è statocancellato dalle opere programmate daANAS e che pertanto si farà il collegamentoVigevano-Abbiategrasso-Magenta versoMalpensa dopo la sottoscrizione dell’accordodi programma con ANAS. “Di che cosa stiamo parlando? Qual è l’ac-cordo di programma? Chi lo sta seguendo?Quale intesa si sta sottoscrivendo? Perché iComuni del territorio continuano a non es-sere coinvolti?”. Sono questi i quesiti chepone il sindaco Pioltini, aggiungendo: “Damesi si attendono invano delle comunica-zioni ufficiali sullo stato dell’arte del pro-getto ANAS. Le uniche novità sono ledichiarazioni a mezzo stampa prima dell’as-sessore regionale Massimo Garavaglia, oradel consigliere regionale Del Gobbo, i qualihanno annunciato che la superstrada si faràe che a breve sarà presentato il progetto. Aquesto punto ritengo opportuno un chiari-mento da parte della Regione Lombardia,nonché una riunione urgente tra i sindaci in-teressati dal tracciato che, come indicato asuo tempo dal presidente della Regione Ro-berto Maroni, dovrebbero essere in teoria co-ordinati dal sindaco di Vigevano  AndreaSala. Ma le uniche riunioni intercomunalirisalgono a giugno e luglio dello scorsoanno e sono state convocate entrambe dalsottoscritto”.

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Svincolo di una Superstrada lombarda

13Febbraio 2015Muggiano

& dintorni

L’Azienda Agricolae la tradizione

C’è un’antica consuetudine che siamocerti non debba morire mai, almeno

finché sul nostro territorio qualche ardimen-toso agricoltore rimarrà, resistendo all’avan-zata inesorabile del cemento. Mi riferiscoall’appuntamento con Sant’Antonio, protet-tore di tutti gli animali, che anche quest’annoha trovato il luogo degno ed ideale per esserericordato e manifestato adeguatamente.

Infatti, l’azienda agricola “La Corte” di Mug-giano è stata protagonista, assieme ai nume-rosi visitatori intervenuti, della tradizionale“Benedizione degli Animali”.In quest’antico luogo – dove poco è cambiatose non l’utilizzo di macchinari agricoli checonsentono all’anzianotto Franco Rossetti esoprattutto alla giovane Erica Alberti (la ni-pote che si è presa carico dell’azienda di fa-miglia) di risparmiare un po’ di fatica fisica– si respira nel vero senso della parola quel-l’aria di cascina carica di odori, dimenti-cando che siamo all’interno di unametropoli. Il parroco di Santa Marcellina,don Alberto, ha ormai acquisito quella pra-tica che gli consente di svolgere la sua fun-zione religiosa accompagnata dal muggiredelle mucche piuttosto che dal canto di ungallo o dal grugnire dei maiali. È così che la brillante Erica ha spiegato ai piùpiccini, la differenza tra l’oca e l’anatra, hafatto conoscere la faraona, ma soprattutto haelencato le differenze tra il gallo ed il cap-

pone, con somma meraviglia dei bimbi che,al più, questi animali ormai li vedono solo intelevisione. Le immagini che accompagnano questoscritto sono molto più esaustive di tante pa-role. Vi invitiamo, quindi, a non mancarel’anno prossimo a partecipare a quest’in-contro con il sacro che si sposa perfetta-mente con l’ancestrale natura della nostraamata Terra.

Milano: nuovo

regolamento cimiteriale

I l Consiglio comunale ha ap-provato il 19 gennaio, con 26

voti favorevoli, nessun contrarioe 8 astenuti, la delibera sul Rego-lamento dei servizi funebri e ci-miteriali del Comune di Milano.Il nuovo Regolamento dà la pos-sibilità di scegliere il cimitero piùcomodo e vicino a casa, stessa se-poltura di famiglia o cellettaanche per le coppie di fatto, in-gresso consentito in bicicletta oaccompagnati dal fedele amico aquattro zampe per far visita aipropri cari. E ancora: concessionidi colombari e cellette di duratanon più fissa ma variabile e san-zioni più chiare per chi non ri-spetta la sacralità del luogo. La definizione del nuovo regola-mento di 34 articoli nasce dalla ne-cessità di adeguare i contenutidella precedente versione, datata2007, al rispetto delle vigentinorme in materia di polizia mor-tuaria, nonché colmare le nume-rose lacune e difficoltà inter-pretative del vecchio regolamento,adattandole alle nuove esigenzedei cittadini e degli addetti ai la-vori. Novità principale la can-cellazione delle circoscrizionicimiteriali, che imponevano la tu-mulazione o l’inumazione in baseall’ultima residenza del defunto. Da oggi, infatti, i cittadini po-tranno scegliere liberamente ilcimitero più comodo o vicino acasa, compatibilmente con la di-sponibilità delle singole strut-ture: in questo modo non saràpiù necessario presentare richie-sta di deroga (circa un migliaiol’anno) sulla base di svariate mo-tivazioni, con conseguente sem-plificazione delle procedure. Cambiano anche i termini diconcessione di colombari etombe per le quali si potrà sce-gliere tra 30 o 40 anni e non piùsolo 40 anni. Allo stesso modoper le cellette dei resti e delle ce-neri si potrà scegliere tra conces-sioni di 20 o 30 anni e non piùsolo di 30. Per adeguare anche i cimiteri alleevoluzioni della società e delconcetto stesso di coppia, è stato

riconosciuto l’utilizzo delle sepolture di fa-miglia, dei colombari e delle cellette non soloda parte dei parenti e consanguinei, maanche da parte delle persone iscritte al regi-stro delle Unioni Civili di recente costitu-zione a Milano. Cimiteri accessibili non solo apiedi ma anche con mezzi so-stenibili, come biciclette, seg-way o monopattini elettrici.Entrata consentita anche agliamici a quattro zampe se tenutial guinzaglio e piccoli animalid’affezione purché condotticon sé nell’apposito traspor-tino. Potranno entrare anche icani di taglia media e grossa alguinzaglio e con la museruola.Sarà cura del proprietarioadottare tutte le opportunecautele per non arrecare di-sturbo ai visitatori ed evitareeventuali deiezioni. 

Nuove regole anche per le imprese del set-tore funebre e cimiteriale che saranno chia-mate a garantire ai cittadini una maggioreinformazione e trasparenza sui servizi ero-gati e sui loro costi, attraverso l’adesione adun codice comportamentale. Identificate e rese più chiare anche le san-zioni per tutti quei comportamenti di visita-tori e operatori non consoni alla sacralità delluogo, con ammende che variano da un mi-nimo di 25 euro per chi, ad esempio, getta ifiori fuori dai cestini, cammina fuori dai via-letti e calpesta o si siede sulle tombe, fino aun massimo di 500 euro nei casi quali occu-pazione di aree cimiteriali senza permesso oscarico di macerie. Inoltre, per incentivare la valorizzazione deicimiteri quali luoghi di interesse storico, cul-turale, architettonico e di aggregazione perla cittadinanza, sulla scia di quanto sta giàavvenendo per il Cimitero Monumentalevero è proprio museo a cielo aperto, saràpossibile anche nelle altre strutture la realiz-zazione di eventi culturali, musicali e tea-trali. Per il Monumentale, inoltre, è stataidentificata la possibilità d’introdurre un bi-glietto d’ingresso per l’accesso al futuroMuseo del Monumentale da parte delle co-mitive di turisti. Ridefiniti infine anche i termini per la tumu-lazione dei benemeriti nel Famedio cittadino.Dovrà, infatti, trascorrere almeno un annodal decesso per riposare tra i protagonistidella storia della città. Sarà la Giunta aconcedere quest’onore, previo consenso dialmeno i quattro quinti del Consiglio co-munale.

Sul tetto della Galleria

V edere dall’alto la Galleria Vittorio Ema-nuele, uno dei monumenti più famosi

della città ed entrata a buon diritto tra i luo-ghi simbolo di Milano. Camminare lungo lepasserelle, scoprire i dettagli della volta, ve-dere dall’alto il flusso di persone che in ogniora del giorno l’attraversano. Tra poco tuttoquesto sarà possibile e, per la prima volta, laGalleria si metterà in scena in forme nuove,offrendo ai visitatori panorami, scorci e pro-spettive inusuali.La Giunta, su proposta dell’assessore al De-manio Daniela Benelli ha, infatti, approvatola delibera di concessione in uso di spazidella Galleria alla società Seven Stars Galle-ria Italia Srl per la creazione di un percorsoturistico sulle passerelle di servizio già esi-stenti. La società si è proposta per riqualifi-care e mettere in sicurezza l’intero itinerario,a proprie spese. Il percorso prevede l’in-gresso dai cortili di via Silvio Pellico2/Piazza Duomo 21 (per mezzo dei dueascensori, già in fase di costruzione ad operadella società stessa, in spazi in concessione),l’attraversamento di una terrazza e il rag-giungimento della passerella, per poi scen-dere e uscire da via Silvio Pellico 8, tramitel’ascensore esterno presente nel cortile(anch’esso in concessione alla società).“Si tratta di una splendida occasione per ri-valutare uno dei luoghi più belli e famosi diMilano – dichiara l’assessore Daniela Benelli–. I lavori che la società privata si impegna amettere in opera prevedono un aumentodella dimensione della passerella di servizioe la sua messa a norma, rendendo possibileun percorso sui tetti della Galleria per mila-nesi e turisti che potranno visitarla da unaprospettiva nuova e unica. I tecnici hannoconfermato che salita e discesa sono possibilisolo grazie agli ascensori già utilizzati dalla

Seven Stars e quindi, grazie a questa collabo-razione tra pubblico e privato, realizziamoun progetto del tutto nuovo e di pubblico in-teresse”.La concessione d’uso alla società del cammi-namento sul tetto della Galleria avrà duratadi due anni per un canone di circa 118 milaeuro l’anno.

Cascina Linterno:Falò senza ristoro

C inque incendi negli ultimi due mesi etutti in giornate festive ed all’imbrunire.

Il deposito di foraggio, situato in fondo a viaBarocco, nei pressi di  Cascina Linterno, èstato più volte preso di mira da vandaliche, incuranti del grosso danno arrecato, lohanno praticamente dimezzato. Sono infattiparecchie centinaia i “balloni” andati perduti,foraggio di prima qualità, pazientemente rac-colto nei mesi estivi, conservato per l’ali-mentazione  degli animali, ed ora adattosolamente come fertilizzante, alla stessa stre-gua del letame prodotto nelle stalle. Da troppo tempo, nell’area del Parco delleCave, simili episodi stanno accadendo conpreoccupante frequenza. In segno di pro-testa, gli Amici della Cascina Linternohanno deciso di esprimere il proprio disap-punto sospendendo, per precisa scelta, la di-stribuzione del ristoro caldo e l’esecuzionedei balli popolari in occasione del Falò diSant’Antonio che si è tenuto, come tutti glianni, nel “Prato del Falò” al “Vecchio VivaioProverbio”, nei pressi della Cascina. La sera del 17 gennaio la tradizione è stata inogni caso rispettata, ma senza la parte ludicae di spettacolo, mantenendo la benedizionedegli animali, l’accensione della catasta e,alla fine, il rito “de brusa la barba al Sant’An-toni”, con figure di rara bellezza e  sugge-stione disegnate nel buio dai lapilli ardenti.Il Falò di Sant’Antonio a Cascina Linterno èstato in ricordo di Alma Brioschi, MariellaBorasio, Pierino Benaglia e Ferruccio Vanzù,il Maestro del “Falò Scientifico”.

Milano e ParigiL’inizio del 2015 è stato funestato dai ter-

ribili attentati di Parigi che hanno col-pito la libertà di ogni individuo e il cuoredella democrazia. Milano, città della pace,del dialogo interculturale e interreligioso, finda subito ha espresso la propria solidarietà evicinanza al sindaco della capitale franceseAnne Hidalgo, ai familiari delle vittime, aiparigini e a tutta la Francia. Sulla facciata diPalazzo Marino, insieme alla bandiera civicadel Comune, su volere del sindaco di Milanoè stata esposta, a mezz’asta in segno di lutto,la bandiera francese. Domenica 11 gennaio, su invito ufficiale delGoverno francese, il sindaco di Milano èstato a Parigi dove ha incontrato il sindacoHidalgo e partecipato alla grande marcia re-pubblicana, insieme a oltre due milioni dipersone, rappresentanti delle comunità reli-giose, cittadini di tutti i continenti, sindaci,Capi di Stato e di Governo. “È stata una grande emozione – ha dichia-rato Giuliano Pisapia – essere insieme a tuttiloro e aver formato una folla immensa perdire ‘no’ ad ogni forma di violenza, di terro-rismo, di discriminazione. La manifestazionedi Parigi rimarrà nella storia europea comeun momento straordinario di unità e condi-visione dei valori di libertà, democrazia e tol-leranza. Da Parigi, così come da Milano,ripartiamo con ancora più convinzione chesolo il dialogo, il rispetto dell’altro, lo scam-bio culturale sono le giuste vie da percorrereper una società libera e contro ogni violenzae integralismo”.

N O T I Z I E F L A S HN O T I Z I E F L A S H

Tutto esaurito in cascina

Don Alberto all’opera

Un aperitivo da non perdere

Il sindaco di Milano, Pisapia, col gruppo di sindaci europei

14 Febbraio 2015Muggiano

& dintorni

Milano: Croce Rossae Polizia Locale

C on il primo incarico in Stazione Cen-trale, è iniziata il 22 gennaio la collabo-

razione tra gli operatori della Croce RossaItaliana e il Comune di Milano che il 16 gen-naio scorso, con una delibera di Giunta, haapprovato lo schema di convenzione con ilComitato Regionale Lombardia dell’Ente.Il personale della Croce Rossa, un centinaiotra uomini e donne, affiancherà la Polizia Lo-cale, la Protezione Civile e gli assistenti so-ciali del Comune per i prossimi mesi,svolgendo attività di presidio sociale del ter-ritorio. In particolare opererà preso il CentroAiuto Stazione Centrale nell’ambito delPiano invernale per i senzatetto, alla Casadell’Accoglienza Enzo Jannacci, al PresidioEmergenza Siria presso la Stazione Centrale,al Pronto Intervento Minori, nelle proceduredi sfratto di nuclei familiari con minori epresso i Centri Diurni Disabili. Una parte delpersonale sarà impiegata nelle attività dellaProtezione Civile e con le pattuglie dei vigili

nelle stazioni della metropolitana e nelle pro-cedure di sfratto in flagranza.“Grazie all’apporto del personale della CroceRossa – affermano gli assessori alla Sicu-rezza, Polizia locale e Protezione Civile,Marco Granelli e Politiche sociali, Pierfran-cesco Majorino – rafforzeremo sia le nostreattività di presidio del territorio, sia i nostriinterventi di carattere sociale potendo con-tare su lavoratori specializzati, abituati ad af-frontare situazioni complesse che richiedonopreparazione ed esperienza come l’assi-stenza ai senzatetto e ai minori o la collabo-razione durante le operazioni di sfratto inflagranza. La sinergia tra Comune e CroceRossa così instaurata rappresenta un mo-dello di lavoro che da tempo noi sosteniamo,basti pensare alla fitta rete di collaborazionitra l’Amministrazione e numerosi Enti erealtà del Terzo Settore e siamo certi cheanche in quest’occasione produrrà effetti po-sitivi per tutta la città”. È uno dei primiesempi, e spero di vederne altri in futuro, di

collaborazione a 360gradi tra istituzioni”,spiega Maurizio Gus-soni, presidente regio-nale CRI Lombardia. “Infatti, il personale diCroce Rossa, attual-mente non impiegato inservizi istituzionali del-l’Ente, può prestare lasua opera con il Co-mune di Milano, masempre svolgendo inca-richi di natura umanita-ria, cioè in attività chehanno dato e danno lastessa ragion d’esseredella Croce Rossa. Oc-corre poi aggiungereche l’alta professiona-lità del nostro perso-

nale, derivante da corsi e tirocini che nonhanno confronto in Italia, rappresenta un va-lore aggiunto per i servizi che dovrannosvolgere”.

Milano:avvisi di pagamento

I n questi giorni sono stati inviati gli avvisibonari per il pagamento di sanzioni per

infrazione al codice della strada del 2012,scadute e mai pagate. Il Comune di Milanoha prorogato la scadenza di 45 giorni, ri-spetto ai 30 precedentemente fissati, per untotale di 75 giorni dalla data del timbro po-stale impresso sull’avviso bonario ricevuto.In questo modo i cittadini hanno più tempoper regolarizzare la posizione prima che ar-rivi l’ingiunzione di pagamento. È la prima volta che il Comune invia l’av-viso bonario non gravato di spese aggiun-tive. L’ingiunzione di pagamento comportaper legge una maggiorazione del 10% ognisemestre dal momento della notifica.  Peragevolare i cittadini sono stati ampliati gliorari di apertura degli uffici della PoliziaLocale adibiti alle informazioni e alla veri-fica di eventuali errori che si trovano in viaFriuli 30 (da lunedì a sabato dalle ore 8 alleore 16) e il numero degli sportelli è aumen-tato da 14 a 20. Inoltre, è stata allestita unaseconda sala d’attesa per accogliere nelmodo migliore i cittadini in attesa di effet-tuare il pagamento. Ricordiamo che, prima di recarsi in viaFriuli, può essere utile consultare il sitoMulta Semplice dove è possibile trovare ri-sposta ai dubbi più frequenti ed effettuarele operazioni più comuni, oppure è possi-bile inviare una mail a: [email protected].

Ancora Cusaghino

L a chiusura del pezzo è “Salviamolo!”.Naturalmente stiamo parlando di Cusa-

ghino, il Castello di Cusago e questa volta alanciare il grido di dolore è il grande criticod’arte Philippe Daverio. Occasione per ripar-lare del castello è la rubrica “La buonastrada”, che lo studioso tiene settimanal-mente sulla pagina milanese del Corrieredella Sera, dedicata ai luoghi lombardi meri-tevoli di una visita o almeno di essere sco-perti e conosciuti. Nel pezzo del 10 gennaio Daverio fa un belparagone: “Così vicino alla città che ci si puòandare in bicicletta, così lontano nella memo-ria da richiedere un ripasso informativo”. Lostudioso ricorda poi il gemellaggio con il Ca-stello sforzesco di Milano e le rime di GianAlberto Bossi il poeta che era alla corte delMoro. Una sagoma evocativa, il Cusaghino,con lo sguardo poetico sulle campagne circo-stanti nelle quali si perde un eco “Salvia-molo… amolo… amolo… amolooooo!”

N O T I Z I E F L A S HN O T I Z I E F L A S H

Il Castello di Cusago

Immagini eloquenti del Falò di Sant’Antonio 2015 organizzato, per la decima volta consecutiva, dalla nostra Associazione Culturale

Alcuni operatori della Polizia Locale e della Croce Rossa

15Febbraio 2015Muggiano

& dintorni

Si riparteinciampando

R iprende il campionato ed ilMuggiano torna dalla trasferta

a Cornaredo con altri tre punti. Lapartita inizia piuttosto in sordina,con ritmi non molto elevati, e con igranata che tardano a trovare legiuste misure. Al 20’ le cose si mettono male per imuggianesi che incassano un ri-gore per fallo di Panada in uscita,

dopo una grave disattenzione infase difensiva. Lo svantaggio sve-glia un po’ il Muggiano che dieciminuti dopo costruisce una bellaazione ma la conclusione di Ma-ietta, da appena dentro l’area di ri-gore, è parata con bravura dalportiere avversario. Un minutodopo Botticella mette un invitantecross in area ma Tessarin arriva inritardo di un niente per la devia-zione da sottomisura. Al 35’ una palla recuperata con unabella pressione sulla trequarti avver-saria, e messa in area da Tessain,Rocca di testa anticipa tutti e segnail gol del meritato pareggio. Proprionei minuti finali del primo tempouno sciagurato tentativo granata(fallito) di mettere in fuorigioco gliavversari, consente ad un giocatoredi presentarsi tutto solo davanti aPanada che con uno strepitoso inter-vento salva il risultato. Si fa al ri-poso sull’1 a 1, ma che rischio.

Ripresa e dopo quattro minuti ar-riva il vantaggio muggianese. Tes-sarin spizza la palla di testa edinnesca Rocca che si infila tra i duedifensori centrali battendo il por-tiere in uscita per il 2 a 1. Insistonoi granata cercando di sfruttare l’evi-dente sbandamento dei padroni dicasa e due minuti dopo è Tessarinche tira a colpo sicuro su un “li-scio” di un difensore, ma trova unagrande parata del portiere a negar-gli il gol. Al 16’ il Muggiano si assenta un at-timo dalla partita ed in un minutoi padroni di casa hanno due clamo-rose occasioni per pareggiare. Laprima su contropiede (!) ma Pa-nada devia la conclusione con unriflesso da applausi e la secondasugli sviluppi del corner successivoma anche qui il giovane portieremuggianese ci mette una pezza. Ilpericolo sveglia il Muggiano checerca di chiudere la partita e, dueminuti dopo, Tessarin ha una buo-nissima occasione ma la sua con-clusione al volo è fuori. Gli spazi si fanno via via più invi-tanti per i granata, ma la poca lu-cidità e la stanchezza che avanzanon consentono di capitalizzare leoccasioni che arrivano. Finisce co-munque con una vittoria, soffertaoltre misura, ma la pausa del cam-pionato ha restituito una squadrabisognosa di trovare la forma ed iritmi giusti. Le feste natalizie sipagano…

B rutta sconfitta del Muggiano(la seconda del campionato)

frutto di una prestazione sicura-mente non all’altezza ed inaspet-tata. La partenza del Muggiano èa dir poco sconcertante, in com-pleta balia degli ospiti, con ilprimo gol incassato dopo nem-meno dieci minuti. Sugli sviluppidi un corner Panada respingefuori area dove un giocatore av-versario ha tutto il tempo di con-trollare e trovare un gran golall’incrocio dei pali. Passano cin-que minuti ed arriva il raddoppioanche questa volta sugli sviluppidi un corner e con un colpo ditesta in completa solitudine. Sembra un’altra squadra il Mug-giano che non riesce a trovare i giu-sti ritmi ed una parvenza di gioco.Il Baggio potrebbe punire ancora igranata ma, passata la buriana, imuggianesi cominciano a giocarecon sufficiente continuità ma laprima vera occasione la costrui-scono solo a due minuti dalla finedel primo tempo con Tessarin checonclude fuori di un niente a por-tiere battuto. Un pochino meglio laripresa che si apre con il gol delMuggiano dopo un minuto. Cor-ner, confusione in area e Botticellatocca da due passi in rete.

Sembrerebbe che la partita si mettabene, per una possibile rimonta,ma il Muggiano non riesce a sfrut-tare l’evidente calo degli ospiti at-torno alla metà del secondo tempoe, pur comandando il gioco, nonriesce a costruire importanti oppor-tunità per il pareggio. Poi la stan-chezza comincia a farsi sentire e lapartita si spegne con una sconfittameritata che speriamo da archi-viare come una “domenica storta”.

Maurizio Baroni

SPORT & DINTORNI

Virtus Cornaredo 1Muggiano 2

Muggiano 1Baggio Secondo 2

CLASSIFICA

Calcio 3 a CategoriaCampionato 2014-15

Carducci 34Viscontini 33Muggiano 32Accademia Settimo 29Iris 1914 30Baggio Secondo 28Gescal Boys 24Fiera 14Nuovo Atl. Gunners* 11Lions Milano 10Virtus Cornaredo* 8Grossman 6Fornari Sport 0

* Una partita in meno

Podismo MuggianoG ennaio all’insegna dell’allenamento per la maggior parte dei soci

della nostra associazione. In preparazione delle impegnative gareche affronteremo in primavera, dove ci cimenteremo nella Milano CityMarathon (con L’abbraccio – onlus), la nostra maratona di aprile. Inizieremo l’anno agonistico con la mezza maratona di Vittuone, “lamezza del castello”; saremo tantissimi, ad oggi 26 atleti! A marzo, il 29,altra classica meneghina. La Stramilano, a seguire (dopo la maratona)andremo a Sarnico per una 26 chilometri lungolago, si arriverà a Lovere. Abbiamo tantissime altre gare in programma, ma le più impegnativeche alcuni di noi affronteranno saranno: la 100 chilometri del Passatore(da Faenza a Firenze) di maggio e la Monza/Resegone – 43 chilometri– di giugno. Tante gare e tanti nuovi soci iscritti. Il Podismo Muggiano vi aspetta,per chi volesse provare a correre in compagnia o solamente per affiliarsialla federazione trovando tanti amici. Per info: 366.5999959 – 339.6025701 – [email protected] –http://podismomuggiano.altervista.org/.

Giuseppe Ciappina

16 Febbraio 2015Muggiano

& dintorni

alazzo Marino “si apre” ai mi-lanesi e ai turisti nei mesi di

Expo con nuovi itinerari e sale maiviste. È questo l’obiettivo dell’Am-ministrazione comunale milaneseche vuole offrire a tutti la possibi-lità di conoscere nuovi pregevolispazi, finora chiusi al pubblico,della ‘Casa dei milanesi’.“Palazzo Marino – ha dichiaratol’assessora al Tempo libero e Qua-lità della vita Chiara Bisconti – èuna meta già molto gradita, in par-ticolare per le scolaresche che quasiquotidianamente vengono a visi-tarlo. E spesso apre le porte ai mi-lanesi in occasione d’eventi ericorrenze particolari. Con questoprogetto intendiamo restituiremaggiormente ai cittadini quelloche consideriamo un bene comune,la ‘Casa dei milanesi’. Recupere-remo spazi finora nascosti o usaticome uffici, valorizzandone il pre-gio e la bellezza, come mai fattoprima. Contiamo di raggiungere la

quota di 10 mila visite nei sei mesidell’Esposizione”.Sono stati 3.300 i visitatori che nel2014 hanno preso parte alle visiteguidate a Palazzo Marino. “Graziea questo progetto – ha spiegato ilpresidente del Consiglio comunaleBasilio Rizzo – la ‘casa dei milanesi’sarà sempre più a disposizione deicittadini, offrendo a tutti arte, storiae tradizione. A Palazzo Marino giàtrovano spazio eventi culturali im-portanti, come Area P. Ora le portesaranno ancora più aperte e acco-glienti grazie a questi spazi ritro-vati. Speriamo che il progetto vadaanche oltre Expo e che Palazzo Ma-rino diventi meta irrinunciabile peri milanesi, grandi e piccoli, e per ivisitatori”.Quattro novità, quattro sale ogginon visitabili, arricchiranno gli iti-nerari. Dalla Sala Tempere, con le

sue tele del ‘600, alla Sala degliArazzi con le opere che illustranola vita dell’imperatore romanoMarco Aurelio, dalla Sala della Tri-nità con i due angeli attribuiti al-l’opera di Giovan Mauro dellaRovere detto il Fiammenghino, finoalla Sala Resurrezione con gli affre-schi attribuiti a Giovanni da Lo-mazzo. Queste si aggiungeranno alCortile d’onore, Sala Alessi, Saladell’Urbanistica, Sala Marra, Saladel Consiglio Comunale, Saladell’Orologio e Sala Giunta che giàoggi è possibile ammirare.Per una migliore organizzazionedelle visite guidate, verrà apertostabilmente l’ingresso principale diPalazzo Marino su piazza dellaScala. E sarà organizzato un puntodi accoglienza con brochure infor-mative e audioguide. Il percorsosarà adeguato in modo da renderloaccessibile ai portatori di handi-cap. La visita a Palazzo Marino re-sterà gratuita e i percorsi sarannoadattati alle esigenze delle diverseutenze, come già accade. È pubbli-cato sul sito del Comune di Milano,nella sezione Bandi e Avvisi di

gara, l’avviso per la ricerca di unosponsor finanziario che si farà ca-rico dell’operazione e degli inter-venti necessari, per un costocomplessivo di circa 60 mila euro. Alcune informazioni sulle quattrosale inedite che per Expo 2015 rien-treranno nel nuovo percorso di vi-sita a Palazzo Marino.

Sala delle TempereLa sala ospita quattro grandi tele cheraffigurano episodi della vita deisanti Pietro e Paolo, provenienti dallaVilla Litta Modignani. Si ritiene chele opere possano essere attribuite adun ignoto pittore romano, forse at-tivo intorno al 1630. In questa stanzale pareti (rivestite in carta dipintain trompe-l’oeil) simulano gli antichicuoi di Cordoba, con zoccolature difinto marmo e arredi in stile cinque-centesco e seicentesco.

Sala degli ArazziIn questa sala sono presenti degliantichi arazzi che illustrano alcuniepisodi tratti dalla vita dell’impe-ratore romano Marco Aurelio (inparticolare, il Trionfo di MarcoAurelio, l’episodio in cui l’impe-ratore raccomanda il figlio Com-modo ai filosofi e quello in cuiincontra i medici). Non mancanoperò le storie mitologiche: nell’ul-timo arazzo, che fu tessuto in unabottega di Bruxelles nel XVI se-colo (forse uno dei più antichidelle collezioni municipali), tro-viamo rappresentati gli eroi Per-seo e Bellerofonte mentre com-battono contro le belve.

Sala TrinitàAll’interno di questa stanza, chesembra quasi una cappella gentili-zia, sono stati inseriti nel murodegli affreschi strappati prove-nienti dall’antica chiesa tardo ma-nierista di San Vito in Pasquirolo.Vediamo La Trinità e due angeli at-tribuiti all’opera di Giovan Maurodella Rovere detto il Fiammen-ghino (1575-1640). Si è scelto di col-locare questi affreschi in questasala perché è qui che, secondo latradizione, si trovava in originel’oratorio.

Sala RisurrezioneAnche in questa sala troviamo

degli affreschi strappati (proven-gono dal monastero benedettinofemminile di San Vincenzino): sitratta di una serie dedicata allavita di Cristo, ricondotta al pen-nello di Giovanni da Lomazzo(tra il 1530 e il 1555). Troviamoquindi: due pannelli con le figuredei santi Lorenzo e Vincenzo rap-presentati con i rispettivi attributiiconografici che ne ricordano ilmartirio; una scena con la Salita alCalvario; una Deposizione nel Se-polcro; la discesa al Limbo. Inol-tre, all’interno di una finta cornicearchitettonica, un Noli me tan-gere e un’Adorazione del Bam-bino.

Sale inedite in mostra a Palazzo MarinoLa [email protected]

P

Palazzo Marino: Informazioni e Curiosità

P alazzo Marino è sede della Civica amministra-zione dal 9 settembre 1861, quando l’allora sin-

daco, Antonio Beretta, vi trasferì la residenzamunicipale. Oggi ospita gli uffici del Sindaco, del viceSindaco, della Presidenza del Consiglio, SegreteriaGenerale e Direzione Generale. Il palazzo, monumen-tale costruzione in costosissima pietra di cava, fu co-struito dall’architetto Galeazzo Alessi per il riccouomo d’affari Tomaso Marino e fu concepito con fun-zione autocelebrativa e di rappresentanza. Dopo la morte del Marino, seguita da quella diAlessi, i lavori rimasero interrotti e il palazzo fu con-fiscato nel 1577 dallo Stato milanese. Nel 1781 fu poiacquistato per conto dell’imperatrice Maria Teresad’Austria per porvi i dicasteri della Finanza e dellaDogana. Solo dopo la liberazione di Milano dal do-minio austriaco, il Comune vi pose la sua sede nel1861. La forma dell’edificio è trapezoidale e in ori-gine aveva la facciata principale, non su piazza dellaScala, bensì sull’attuale via Marino, lato minoredell’edificio.Tra i luoghi di maggiore pregio, troviamo la storicaSala Alessi, restaurata nel 2002. La Sala, all’epoca de-stinata ad ospitare grandi feste e ricevimenti, custo-disce magnifici affreschi risalenti al 1568 con allegoriemitologiche. Immaginata dal Marino come un pan-theon, una sorta di tempio greco, qui si trovano raffi-gurati tutti gli dei degli antichi greci, con particolarevisibilità per quelli che il Marino prediligeva: Posei-done (che era raffigurato sul soffitto, ma oggi non èpiù visibile), Bacco (in onore alle feste che la sala ospi-tava) ed Ermes (messaggero degli dei e protettore dimercanti e commercianti, quale Marino era). La SalaAlessi è l’attuale salone di rappresentanza: qui si svol-gono le conferenze stampa più importanti, vengonoricevuti i Capi di Stato e i Regnanti.In un lato del salone trova posto il Gonfalone ufficialedel Comune di Milano, eseguito nel XIX secolo e raf-figurante il patrono della città, Sant’Ambrogio (ai suoi

piedi la cosiddetta scrofa mediolanuta, ai lati glistemmi delle antiche porte di Milano).L’aula del Consiglio comunale fu inaugurata il 30 giu-gno 1953, con la prima seduta dopo la SecondaGuerra Mondiale. Nell’aula compare un’iscrizionetratta dal ‘De Legibus’ di Cicerone (‘Caussas populiteneto…’) che richiama i governanti all’attenzione alpopolo, al rispetto della democrazia, al rifiuto dellaviolenza. L’iscrizione risale al 1861 e compariva ori-ginariamente in Sala Alessi (che ospitava il Consigliocomunale prima che fosse realizzata l’aula attuale). Vicino all’Aula del Consiglio comunale, si trova laSala Marra (o Sala Verde), nota per aver visto nascerela Monaca di Monza. Al secolo Marianna de Leyva yMarino, la Monaca (Suor Virginia Maria) era figlia diun nobile spagnolo, il conte di Monza Martino deLeyva y de la Cueva-Cabrera, e della figlia di Tomaso,Virginia Maria Marino. La Sala Marra era in originela sua camera da letto.Nella Sala della Giunta, al primo piano, si possonoammirare gli affreschi attribuiti a Gian Battista Tie-polo, che furono strappati da Palazzo Casati (ora Du-gnani) per preservarli dai danni della Seconda GuerraMondiale. Il Cortile d’onore fu il solo ad essere miracolosamenterisparmiato dai bombardamenti del 1943. È possibileammirare le decorazioni originali che risalgono al1560 e che sono ispirate ai temi dell’esaltazione del-l’eroe (attraverso la narrazione delle imprese di Er-cole) e della forza di amore nei suoi vari gradi(attraverso immagini tratte dalle ‘Metamorfosi’ diOvidio).Un’ultima curiosità riguarda Tomaso Marino. Ram-pollo di una potente famiglia genovese di mercanti epolitici, si trasferì a Milano nel 1546 (dopo essere statodiseredato dal padre e bandito dalla sua città per averpartecipato alla congiura dei Fieschi e ad altri com-plotti). Entrato a far parte del senato milanese e dive-nuto ben presto ricco e potente, era noto anche per lasua passione per le donne. Il Marino fu presumibil-mente responsabile del rapimento di Arabella Cor-naro, figlia di un nobile veneziano. La donna (portataa Milano, proprio a Palazzo Marino) non si concessemai a lui e questo le costò forse la vita. Si narra, infatti,che fu lui a farla uccidere dopo i ripetuti rifiuti.

La Sala degli Arazzi

La Sala Trinità