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Una proposta di analisi contrastiva (cfr., Guido
Armellini in Come e perché insegnare letteratura, Bologna, 1987
Confronti intertestuali (Federico DE Roberto, Paura, 1921)
«Ma mo’ chesta è l’ora d’ ’o cambio.»
«Jammo, ja’, Marmo’, tocca a te de vedetta.»
«Abbisogna annà!»
«Pecora nera, pecora bianca: chi more more, chi campa campa.» (umbro)
Lu nasce e lu murì, ’icea Quagliuccia, vanne accucchiate come la saggiccia…(abruzzese)
«Corpo!… Sangue!… Mi son de vedetta ai cinqu’ôr!… Mi son dopo del Cavetti
«Nossignor: tocca al Zocchi; ma el Zocchi el g’ha miée e fioeu… E poeu, mi ghe foo vedè a tücc come l’è che se schiva i ball del Cecchin!»
«Ma mo’ chesta è l’ora d’ ’o cambio.»
«Jammo, ja’, Marmo’, tocca a te de vedetta.»
«Abbisogna annà!»
«Pecora nera, pecora bianca: chi more more, chi campa campa.» (umbro)
Lu nasce e lu murì, ’icea Quagliuccia, vanne accucchiate come la saggiccia…(abbruzzese)
«Corpo!… Sangue!… Mi son de vedetta ai cinqu’ôr!… Mi son dopo del Cavetti
«Nossignor: tocca al Zocchi; ma el Zocchi el g’ha miée e fioeu… E poeu, mi ghe foo vedè a tücc come l’è che se schiva i ball del Cecchin!»
Ta Pum (https://www.youtube.com/watch?v=AdZVmEBmKME)
Venti giorni sull'Ortigara
senza il cambio per dismontà;
ta pum ta pum ta pum (due volte)
Con la testa pien de peoci
senza rancio da consumar
ta pum ta pum ta pum (due volte)
Quando poi ti discendi al piano
battaglione non hai più soldà;
ta pum ta pum ta pum (due volte)
Dietro al ponte c'è un cimitero
cimitero di noi soldà;
ta pum ta pum ta pum (due volte)
Quando sei dietro a quel muretto
soldatino non puoi più parlar
ta pum ta pum ta pum (due volte)
Cimitero di noi soldati
forse un giorno ti vengo a trovà;
ta pum ta pum ta pum
Torneranno i prati di E. Olmi: https://www.youtube.com/watch?v=fWN4kzkQL1I
Consegne di scrittura
Consegna n.1 (comprensione)
Individua le scelte lessicali che differenziano i due testi sotto riportati.
non c’era altro che delle scarpe sparse col piede già consumato
………………..
massacrato
con la sua bocca 5
digrignata
volta al plenilunio
Consegna n. 2 (Analisi)
Rileggi la seguente porzione di testo tratta dal Diario di Pietro Osella: Qui c’era dei cadaveri che erano stati sepolti da poco e camminandoci sopra ci inciampavamo nella punta delle scarpe rimaste fuori terra, si distaccavano dalle gambe: non c’era altro che delle scarpe sparse col piede già consumato e confrontala con i versi riportati di seguito. Evidenzia le marche linguistiche che caratterizzano le due differenti descrizioni.
………………..
massacrato
con la sua bocca 5
digrignata
volta al plenilunio
con la congestione
delle sue mani
penetrata 10
nel mio silenzio
Consegne di scrittura
Consegna n. 3 (Interpretazione)
Nei lacerti testuali sopra riportati l’interazione tra i vivi e i morti è segnalata rispettivamente da camminandoci sopra si inciampavamo nella punta delle scarpe rimaste fuori terra e da
……………………..
con la congestione
delle sue mani
penetrata 10
nel mio silenzio
Le espressioni sopra citate quali differenti visioni della relazione tra i vivi e i morti in guerra veicolano?
Consegne di scrittura
Consegna n.4 (contestualizzazione-approfondimenti)
In entrambi i testi troviamo elementi descrittivi e (almeno implicitamente) narrativi. Nei due differenti testi ritroviamo la violenza della grande guerra. Elabora un commento contrastivo dei due testi, contestualizzandoli.
Cosa significa questa scoperta della scrittura privata ?
Nell’esperienza sconcertante e devastante di una guerra che
trasforma in maniera totale il mondo mentale questa rappresenta
l’ancoraggio alla vita domestica, alle quiete certezze del passato
spazzate via dalla vita di trincea.
E’ evidente il desiderio di ricevere posta e di scrivere : i soldati,
anche quelli quasi illetterati, dedicano lungo tempo alla scrittura.
Spesso con cadenza giornaliera, circostanze permettendo,
altrimenti ogni due o tre giorni.
\
L’ esperienza della morte di massa, la nostalgia di casa, le
preoccupazioni per i familiari, le sofferenze e le privazioni dei
prigionieri italiani, la fame: sono questi i temi che
testimoniano i molteplici punti di vista individuali di un
gigantesco fatto collettivo. La Grande Guerra non è solo quella
raccontata da Lussu, D’Annunzio o Jünger, ma è anche quella
vissuta nelle parole scritte da uomini (e donne) comuni.
Scrivere in guerra si rivela una necessità esistenziale
Dalla semplice cartolina banale e ripetitiva, le celebri cartoline in
franchigia, alla lettera più personale, la necessità è quella di
tenersi in contatto e di non interrompere il legame con il mondo
al di là del fronte. Immersi in una guerra distruttiva e apocalittica
che allontana milioni di uomini dagli affetti e dai loro mondi
vitali, la parola scritta diventa l’ unico filo che a questi li lega:
"Tutte erimo redotte senza penziero, erimo inrecanoscibili, erimo
tutte abbandonate del mondo", scrive ancora Rabito, uno dei
"ragazzi del ’99", l'ultima classe di leva scaraventata al fronte
appena maggiorenne.
\
"Quello che si narra nelle lettere che seguono non è dunque la storia della
guerra, ma la storia di questi singoli uomini e donne comuni […] la storia di
questi individui non sarebbe intellegibile senza la storia dell’evento che
prese e deviò le loro vite. E, viceversa […] la storia di questo evento
sarebbe molto più povera senza la storia delle loro vite"
Scrive Piero Calamandrei, addetto al servizio propaganda durante il
conflitto, che"La posta è il più gran dono che la patria possa fare ai
combattenti: perché in quel fascio di lettere che giunge ogni giorno fino alle
trincee più avanzate, la patria appare ai soldati non più come idealità
impersonale ed astratta, ma come una moltitudine di anime care e di noti
volti". Credo che si possa accettare quello che sostiene il grande giurista,
nonostante la sordina sulla censura sempre vigile.
Il sergente Ottone Ottone
Costantini Illustra le sue lettere con
numerosi disegni. In questa è
raffigurata una lumaca postina a
documentazione dell’efficienza del
sistema postale.
Il disegno della successiva lascia
trapelare il desiderio di cose e
situazioni normali.
Emerge la straordinaria capacità di
reagire alla drammaticità degli
eventi.
\ Galeriano, 7 maggio 1917.
Cari genitori,
Giacché trovo un’ora di tempo voglio farvi sapere mie notizie, la mia salute al presente è ottima come spero di voi tutti in famiglia. Come vi replico ancora che io mi ritrovo in questo paese che si chiama Galeriano 1 qui mi fanno fare l’istruzione tutto il giorno altro che si sta male col rangio che tutti i soldati si lamentano, però a me farebbe poco che non mi darebbe il rangio che mi partiene ne il tabacco pure che mi lasciano qui in Italia 2 e non mandarmi in trincea adesso cari genitori posso ringraziare il Signore che io mi ritrovo qui in Italia che mentre i miei compagni Boris e Palazzi e Gatti loro sono in trincea e ci tocca di fare il turno di 21 giorni e se ci va male li fanno stare anche per quaranta giorni, adesso mi ritrovo contento a pensare che siamo così indietro di più di cento chilometri e pure adesso è due o tre giorni che hanno cominciato a fare degli attacchi sentiamo il cannone come fossero d’essere là in trincea, questo mese di maggio è un mese molto brutto per i soldati che si trova nelle trincee perché arrivano sempre degli ordini di fare delle avansate e fare le avansate è molto brutto. Voglio farvi sapere il Signor Curato che mi ha scritto una lettera e mi ha detto di non pensar male che in questo fronte nella zona di Gorizia il nemico non può avanzarsi, invece è tutto all’incontrario quel fronte nella zona di Gorizia è il fronte più brutto che ci sia perché è quello più vicino a Trieste. … Caro Padre fatemi sapere come va nella campagna se hanno fiorito bene, e se potete accorgervi se vedete dell’uva e dei frutti; anche qui nelle colline Austriace che anno conquistato i nostri Italiani siamo attendati due giorni prima di venire in Italia si vedevano le belle piante di frutta ben fiorite e poi anche le viti e anche la bella erba, fatemi sapere quanti ne tenete di bachi, io credo che ne tenete molti pochi perché nella campagna del lavoro ne avete anche tropo e che bestie che avete in stalla. Aspetto vostra risposta. Intanto vi saluto tutti uniti in famiglia e sono vostro figlio e vi ricorda sempre Isidoro
Entusiasmo e scoramento dei soldati .
Le lettere e i diari dei soldati sono le testimonianze più toccanti e sincere sulla guerra. Durante le pause tra un turno e l’altro, nella solitudine delle montagne, molti di loro annotano nelle lettere che inviano ai familiari i loro pensieri. Parlano della loro condizione e fissano ricordi, amarezze speranze.
Alcuni esprimono forme di fanatismo, espressione dell’entusiasmo eroico della gioventù irredentista.
Altri, all’inizio della guerra interventisti convinti, sottolineano il coraggio eroico, il senso del dovere ma non l’entusiasmo che si è andato spegnendo nelle lunghe veglie, nel fischio delle granate nemiche e nel silenzio di morte che segue.
Lettera di Napoleone Battaglia. Scoramento per la vita in trincea e per le morti in
battaglia. Eroismo dei soldati.
Mamma carissima, pochi minuti prima di andare all’assalto ti invio il mio pensiero affettuosissimo. Un fuoco infernale di artiglieria e di bombarde sconvolge nel momento che ti scrivo tutto il terreno intorno a noi... Non avevo mai visto tanta rovina. È terribile, sembra che tutto debba essere inghiottito da un’immensa fornace. Eppure, col tuo aiuto, coll’aiuto di Dio, da te fervidamente pregato, il mio animo è sereno. Farò il mio dovere fino all’ultimo.
Guerre di parole: la Patria
Un fenomeno particolarmente rilevante – e che costituisce un salto di qualità nella costruzione di una lingua intesa come espressione del riconoscimento di un’identità nazionale – è quello relativo alle parole della Patria. I motti della retorica patriottica sono, infatti, gli unici in grado di spiegare e giustificare la morte industriale di questa guerra, la produzione in serie di morte e distruzione nelle quali si trova coinvolto il soldato.
: «Mia cara da quatro mesi che faccio questa vita da eremita non si vede mai un borghese e neppure si sente un rintocco di campana si sente altro che il continuo rombo del cannone che non ci lascia un minuto di tregua ti faccio noto che il giorno 10 di (…) fare celebrare una messa ai morti di Chedi in sieme coi miei bambini va a ascoltarla e pregate che mi preservi dei pericoli per me questo giorno come pure per i miei compagni deve essere un giorno di inferno pero coragio se andiamo contro il barbaro nemico e speriamo di poter portare una gloriosa vittoria e così poter liberare i nostri cari fratelli delle terre in redente dal barbaro nemico. Ti raccomando, se soconbessi i miei cari bambini e dille che il suo babbo che tanto li amava e morto per la grandessa della patria e da eroe moriva sul campo della gloria e te Achille mio caro fratello unito alla mia sposa insegna a miei banbini a creserli buoni e insegnale a lavorare e amare la sua patria come io lamavo e baciali per me che io forse non li vedro piu».
Esercizi di verifica
1) Prendendo spunto dalla lettura delle lettere spiega come l’esperienza della terribile realtà della trincea abbia dissolto in tanti giovani l’immagine retorica della guerra e li abbia spinti alla riscoperta dei veri valori della vita.
2) Quale funzione svolge la scrittura privata nella vita di trincea?
3) Dalle lettere su riportate evidenzia i passi nei quali si evince il coraggio e l’abnegazione dei soldati e scrivi un commento.
LA GRANDE GUERRA VISTA DAGLI ARTISTI-SOLDATO
La vita di trincea è riprodotta dagli artisti soldato con senso di precarieta’ ed insicurezza. Ricorrente e’ il tema dell’inazione e la dimensione sospesa del tempo ,che vengono tradotti con rapidi passaggi luministici ed immobile fissita’ delle trincee e degli uomini stanchi e sconfortati .
L’insensatezza della guerra viene intonata in modo sarcarstico dalla penna di Golia che realizza per un racconto di Francesco Sapori un’ immagine intitolata ‘Chi si alza perde il posto’,in cui si evidenzia satiricamente lo scarso valore attribuito alla vita degli uomini facilmente e rapidamente sostituibili.
Nelle rappresentazioni di battaglia più dinamiche e movimentate gli uomini sono raffigurati senza espressione, spersonalizzati , senza connotati individuali.Gli artisti raffigurano anche gli aspetti antieroici,per far emergere l’interiorità dei soldati che la guerra mira a soffocare insieme all’esistenza fisica.
Nell’immagine di Teutsch ‘ i disumani’ soldati divengono strumenti di distruzione senza umanità e possono essere confrontati con la descrizione del seguente brano di Remarque
««Corriamo curvi come gatti, travolti da quest'onda che ci porta e ci fa crudeli, ci fa briganti, assassini, demoni magari, da quest'onda che moltiplica le nostre energie nell'angoscia e nella rabbia e nella sete di vita, e ci fa cercare e conquistare la salvezza» (Erich Maria Remarque, Niente di nuovo sul fronte occidentale).»
SIRONI E LA PRIMA GUERRA MONDIALE
Sironi ,interventista come tutti i futuristi milanesi ,é con le sue opere ,un grande narratore del momento tragico della prima guerra mondiale.
Le opere del 1914-15 e le prime illustrazioni che realizza prima di partire volontario per la guerra(maggio 1915) rappresentano una idea astratta della guerra stessa e del conflitto.Per esempio nell’illustrazione che si intitola ‘in trincea’ la trincea e’ ancora un’idea ,non compare affatto e al suo posto appare solo la silouhette di un soldato.Sironi non conosce ancora cosa è la fatica, il dolore,il sangue, la tremenda quotidianità della guerra di trincea
Le prime illustrazioni sono sarcastiche , feroci contro il nemico, ma di una ferocia tutta mentale. Nell’illustrazione ’i nuovi volumi della Kultur tedesca ‘ ,i volumi della cultura tedesca sono sarcasticamente dei pezzi di membra umane .Un generale tedesco, dopo aver fatto a pezzi un soldato nemico , ripone questi nuovi volumi , questi brandelli di corpo nella propria libreria.Sironi vuole sottolineare un’idea condivisa da tutti i futuristi: l’essere contro la ‘tedescheria’ perché il nemico maggiore era visto nella cultura tedesca sentita come opprimente,greve, pesante e contro cui bisognava lottare e andare fisicamente in guerra combattendo in prima persona.
SIRONI IN GUERRA
Quando Sironi va in guerra volontario nel battaglione ciclisti e tocca con mano la realta’ dura del conflitto ,si rende conto della tragicità della guerra e quindi nel 1916 c’è una riflessione sul tema. Cambia l’immagine e l’idea stessa della guerra:si avverte la tragedia ,il senso di morte che la guerra sprigiona .La guerra diventa più concreta ,più tragica e nello stesso tempo più umana.
Sironi conoscerà veramente la trincea ,gli orrori del conflitto; i soldati rappresentati perdono molto dello stile futurista, ma acquistano una fortissima umanita ’, spesso silenziosa, espressione di un linguaggio che cambia a favore di un sentimento straziato dalla morte vissuta come realtà. I commoventi ritratti dei soldati sono spesso volti di persone colte nella quotidianità di un momento di riposo dal combattimento.
Contemporaneamente per la rivista futurista «Gli Avvenimenti» continua a disegnare varie tavole fra cui «Chiaro di Luna» del settembre 1915.Una bella luna illumina un cielo scuro e viene ammirata dall’imperatore d’Austria e del Feldmaresciallo tedesco che, come due innamorati si abbracciano su una panchina ,non accorgendosi che la falce nel cielo è, in realta’ quella della morte che incombe su di loro.
1.Marinetti, Boccioni, Sant’Elia e Sironi, militari nel Battaglione V.C.A. a Gallarate nel luglio 1915
2.Boccioni, Sironi e Marinetti al fronte 3. Sironi al fronte
Nel 1918 a Sironi viene affidato il cosiddetto servizio P (propaganda) istituito dal generale Diaz. A tale scopo nascono diversi fogli di trincea tra i quali «Il Montello» per il quale realizza moltissime tavole satiriche tra cui due vignette contro l’esercito austro tedesco :’la scimmietta del Montello’ e ’ Sarabanda finale’.
La prima è una briosa satira del soldato austriaco di cui mette in ridicolo la furbizia animalesca e il conformismo servilmente imitativo. La seconda è una fortissima immagine, disegnata con richiami espressionistici, che illustra la disfatta nemica, prevista imminente.Sullo sfondo nero nascosto da due immense bandiere rosse Sironi colloca tre teste mozze dell’imperatore e dei suoi generali, fra la folla eccitata:questo scenario scandisce l’angoscia ,l’ansia dell’artista, il drammatico interrogativo sulla sorte dell’Europa.
La variegata rappresentazione della tragica esperienza bellica
Gli artisti rappresentano non solo i momenti di guerra che erano vissuti più che illustrati, ma soprattutto i momenti di pausa all’interno delle trincee con disegni, schizzi e materiali di fortuna.Non c’è più sperimentalismo,ricerca di stili nuovi,ma il tentativo di fissare la vita così come viene vista e sentita nelle pause tra la morte della guerra, come per esempio nell’opera di Lèger «I giocatori di carte» del 1915. Una denuncia della guerra c’è già negli artisti tedeschi, come dimostra Grosz nell’opera «1917»,anno di vittoria per il fronte tedesco, ma già avvertito drammaticamente dall’artista.
Un’opera fortemente tragica, pur nella sua pacificità è«Schutzengraben in der champagne»di Dix in cui campeggiano prati ,campi verdi realizzati quasi impressionisticamente.In realtà dall’immagine trapela un celato paesaggio solcato da fratture,le trincee,che preannunciano sgomento e morte.
La grande guerra attraverso Le fotografie
Oltre alle illustrazioni su giornali e periodici e alle foto ufficiali realizzate con enfasi o anche edulcorate per esigenza della propaganda, la grande guerra fu immortalata da produzione di foto private scattate al fronte dagli stessi soldati al di fuori dell’ufficialità e della censura.
Riscontriamo due tipi di testimonianze:
1)«Istantanee»della vita al fronte ,dei luoghi , dei momenti di socialità e convivialità . Messaggi in qualche modo rassicuranti da inviare alle famiglie.
2) «Foto dei soldati fotografi al fronte» che documentano la guerra nei suoi aspetti più crudi ,e quindi più reali:caduti in trincea,feriti e mutilati ,e tutto ciò che una guerra comporta ,fame,disagi, paura,morte.
Inoltre abbiamo la ricca raccolta di fotografie pubblicate dalla rivista francse «Le miroir» che si distinse per aver audacemente pubblicato le immagini più agghiaccianti provenienti da foto scattate al fronte dai soldati stessi (la rivista aveva lanciato nel 1914 un concorso fotografico in denaro per le migliori foto)
Domande di verifica
1)I numerosi ritratti dei pittori che rappresentano l’inazione e i momenti di pausa sono un tentativo di fissare lo sconforto dei soldati .Quanto e in che modo sono più ‘reali’ delle fotografie rassicuranti inviate alle famiglie dai soldati al fronte?
2)Con quali mezzi stilistici Sironi,dopo il maggio 1916 ,riesce ad interpretare la forte emotività suscitata dalle sofferenze della guerra e come le sue opere si differenziano dall’esperienza traumatica percepita dalla crudezza delle fotografie scattate al fronte?
3)Che relazione c’è tra il paesaggio calmo e quasi impressionista di Dix e la percezione dell’esperienza tragica prodotta dalle fotografie private dei fotografi soldato?
4)L’insensatezza dell’uomo e l’ombra della morte emergono nella tavola di Sironi ‘Chiaro di luna’,così come la sofferta consapevolezza dell’assurdità della guerra è fortemente testimoniata dalle fotografie non propagandistiche scattate al fronte.Come vengono comunicate queste accorate denunce nei due diversi linguaggi iconografici utilizzati?