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1 Università di Hanoi Dipartimento di Italiano Corso di Laurea in Lingua italiana Tesi di Laurea ITALIANO – VIETNAMITA: ALCUNI PROBLEMI LESSICALI E MORFOSINTATTICI NELLA TRADUZIONE FRA LE DUE LINGUE Relatrice: Prof.ssa Lê Thúy Hiền Laureanda: Phạm Phương Thảo Classe: 2I-08 Matricola: 0707090036 Anno Accademico2011 – 2012

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Italiano-Vietnamita: Alcuni problemi lessicali e morfosintattici nella traduzione fra le due lingue

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Università di Hanoi

Dipartimento di Italiano

Corso di Laurea in Lingua italiana

Tesi di Laurea

ITALIANO – VIETNAMITA: ALCUNI PROBLEMI LESSICALI E MORFOSINTATTICI NELLA

TRADUZIONE FRA LE DUE LINGUE

Relatrice: Prof.ssa Lê Thúy Hiền Laureanda: Phạm Phương Thảo Classe: 2I-08

Matricola: 0707090036

Anno Accademico2011 – 2012

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INDICE

INTRODUZIONE 3

CAPITOLO I: Le origini e le caratteristiche delle due lingue: italiano e vietnamita 5

I.1 L’origine e le caratteristiche del vietnamita 5

I.1.1 L’origine 5

I.1.2 Le caratteristiche 6

I.2 L’origine e le caratteristiche dell’italiano 7

I.2.1 L’origine 7

I.2.2 Le caratteristiche 8

CAPITOLO II: Esempi di traduzione dal vietnamita all’italiano e viceversa 9

II.1 La favola TẤM CÁM 11

II.2 La favola SỰ TÍCH TRẦU CAU 21

II.3 La favola IL PRINCIPE CHE SPOSÒ UNA RANA 26

II.4 La favola IL CONTADINO ASTROLOGO 32

CAPITOLO III: Difficoltà traduttive e soluzioni proposte 37

III.1 I problemi lessicali nella traduzione 37

III.1.1 Le parole relative ai concetti culturali 37

III.1.2 L’onomatopea 39

III.1.3 Le difficoltà nella traduzione dei titoli 41

III.1.4 Le difficoltà nella traduzione delle espressioni e dei modi di dire 41

III.2 I problemi morfosintattici nella traduzione 42

III.2.1 Le difficoltà nella traduzione dei pronomi personali 42

III.2.2 Le difficoltà nell’uso delle preposizioni 45

III.2.3 l’analisi contrastiva nell’uso del tempo verbale 46

CONCLUSIONE 49

RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI E SITOGRAFICI 50

3

INTRODUZIONE

Nella storia dell’umanità la traduzione ha assunto un ruolo cruciale. È da

sempre uno strumento importante che fa da ponte fra persone che parlano diverse

lingue. Le prime tracce dell’operazione della traduzione risalirono all’anno 3000

AC all’Elefantina nell’Egitto meridionale. Si trattano delle parole bilingue scolpite

sulle lapide. Durante il Medioevo la traduzione della Bibbia avveniva in modo

molto vivace. Mentre durante il Rinascimento, con l’affermazione degli stati

nazionali, il latino non fu considerato più come lingua universale e questo fatto

dette impulso allo sviluppo della traduzione. Dalla fine del XVI secolo alla prima

metà del XX secolo, la traduzione acquistò un ruolo sempre più centrale e tanti

furono i dibattiti sulla teoria e la pratica della traduzione. Durante il XXI secolo,

assistiamo ad un notevolo sviluppo della traduzione. Grazie alla traduzione tra le

lingue, le conoscenze umane diventano più ricche. La traduzione ormai fa parte

della nostra vita come un elemento indispensabile. In un’epoca dell’integrazione e

della globalizzazione come quella odierna, le comunicazioni interculturali e

interlinguistiche sono connesse a quasi tutti gli aspetti della nostra vita. La

traduzione è diventata, di conseguenza, più essenziale che mai.

In Vietnam, la traduzione assume un ruolo importante in tutte le attività

culturali e scientifiche. La traduzione dalla lingua italiana rientra in questa

temperie traduttiva. Recentemente i libri tradotti direttamente dall’italiano si

possono trovare nella Biblioteca nazionale quali: La divina commedia di Dante

Alighieri tradotto da Nguyen Van Hoan; Il barone rampante di Italo Calvino,

tradotto da Vu Ngoc Thang; Se questo è un uomo di Primo Levi, tradotto da Tran

Hong Hanh; La lunga vita di Marianna Ucrìa di Dacia Maraini, tradotto da Tran

Thanh Quyet; La solitudine dei numeri primi di Paolo Giordano e La testa degli

italiani di Beppe Severgnini, tradotti da Le Thuy Hien, ecc. Le opere tradotte

4

dall’italiano al vietnamita e viceversa, benché rare, stanno dando un grande

contribuito alla conoscenza reciproca dei due popoli.

In questo periodo, la traduzione dall’italiano al vietnamita è cresciuta e

sviluppata tanto. Lo sviluppo delle attività traduttive implica anche il bisogno di

avere uno studio sistematico sugli aspetti problematici nella traduzione fra il

vietnamita e l’italiano. Quando si traduce un testo da una lingua a un’altra, si deve

affrontare diverse difficoltà lessicali, morfologiche e sintattiche. Come si può

superare queste difficoltà per poter ottenere una buona traduzione? Questa tesi è

disegnata con l’intento di fornire un riferimento per chiarire questa complicata

questione.

Nella prima parte della tesi vorrei presentare alcuni aspetti e le

caratteristiche del vietnamita e dell’italiano perché capire gli elementi costruittivi

delle due lingue è un elemento indispensabile nel processo della traduzione. Nella

seconda parte vorrei proporre alcuni esempi di traduzione dalla lingua vietnamita

in italiano e viceversa. Nella terza parte della tesi, attraverso gli esempi concreti di

traduzione, individuerrei alcuni ostacoli e difficoltà da affrontare durante il

processo di traduzione e proporrei alcune soluzioni per superarli.

Vorrei approfittare quest’opportunità per ringraziare tutti i professori del

dipartimento d’italiano dell’Università di Ha Noi che mi hanno aiutato a scoprire

la bellezza della cultura e della lingua italiana.

Desidero ringraziare di cuore la professoressa Le Thuy Hien che mi ha

fornito preziosi consigli, correzioni e commenti su questa tesi. Senza la sua

generosa disponibilità non avrei potuto portare a termine questa tesi.

5

CAPITOLO I

LE ORIGINI E LE CARATTERISTICHE DELLE DUE LINGUE:

ITALIANO E VIETNAMITA

I.1 L’origine e le caratteristiche del vietnamita

I.1.1 L’origine

Il vietnamita non è solo la lingua ufficiale del popolo vietnamita ma anche

il mezzo di comunicazione di tutte le 54 etnie del Viet Nam.

Il vietnamita ha l’origine dal tempo antico, collegando alla formazione e

allo sviluppo del popolo vietnamita in migliaia di anni della costruzione e della

preservazione del Paese. Questa lingua doveva affrontare le sfide più difficili

durante la dominazione cinese e il colonialismo francese. Gli invasori imposero

alla gente vietnamita le violenze e le polizie d’assimilazione dure, il che trasformò

il vietnamita in una lingua inufficiale nel proprio Paese. Però, il popolo vietnamita

era molto risoluto a proteggere la sua lingua propria e cercava sempre di parlare il

vietnamita.

Secondo tanti ricercatori, il vietnamita appartiene all’Austro-asiatico - una

grande famiglia delle lingue in una zona che comprende una parte dell’Indiana,

della Malaysia, della Birmania e una maggiore parte della Cambodia e del Viet

Nam. Dall’origine generale dell’Austro-asiatico, il vietnamita ha la sua propria via

di sviluppo in una società d’agricultura.

Il vietnamita nell’antichità fu una lingua senza l’intonazione. Quando gli

invasori cinesi entrarono nel nostro paese, fecero le polizie d’assimilazione e per

questo, la gente dovette studiare e usare il cinese in cerca dieci secoli. Dopo

6

qualche secolo, quando la coscienza d’indipendenza e il bisogno dello sviluppo

economico crebbero, gli antenati crearono un modo per scrivere - il Nom. Questo

fu costruito sulla base della lingua cinese e fu chiamata il sino-vietnamita.

Alla fine del XVI secolo, tanti missionari europei andarono in Viet Nam.

Per fare le prediche e tradurre i libri cattolici, tentarono di imparare il vietnamita.

Per questo costruirono un modo più facile per scrivere il vietnamita. Alexandre de

Rhodes (15 marzo 1591 – 5 novembre 1660) era un missionario e un linguista,

giocò un ruolo molto importante nella costruzione della lingua vietnamita scritta

con il dizionario vietnamita-portoghese-latino. Sistemtizzò la trascrizione del

vietnamita usando l’alfabeto latino.

I.1.2 Le caratteristiche

Il vietnamita è una delle lingue isolanti - le lingue che non possiedono

declinazioni o flessioni. Indicando il morfema come la minima unità che definisca

un significato (come prefissi e desinenze), ne consegue che nelle lingue isolanti le

parole non sono scomponibili in unità morfologiche più piccole. Queste lingue non

si esprimono tramite modificazione delle parole, ma attraverso la posizione che

esse occupano all'interno della frase.1

Il tempo verbale: Ci sono tre tempi verbali in vietnamita (il presente, il

passato prossimo, il futuro). A causa della sua caratteristica isolante, non c’è il

cambiamento della formazione dei verbi coniugati in tre tempi, invece, si

aggiungonoe parole per distinguere i tempi. Per esempio: si aggiunge prima dei

verbi la parola “đã” per esprimere un fatto accaduto nel passato, la parola “đang”

per esprimere un fatto accaduto nel presente, la parola “sẽ” per esprimere un fatto

che avvenerà in futuro.

Il genere dei nomi: nella lingua vietnamita, i nomi non hanno il genere.

1 Secondo it.wikipedia.org

7

La concordanza tra il sostantivo con l’articolo, l’aggettivo e il verbo: non

c’è bisogno di farla.

I.2 L’origine e le caratteristiche dell’italiano

I.2.1 L’origine

L'italiano è una lingua romanza, basata sul fiorentino letterario usato nel

Trecento, appartenente al gruppo italico della famiglia delle lingue indoeuropee.

L'italiano modello convive anche in Italia con un gran numero di idiomi neo-

romanzi e ha diverse varianti regionali, per via dell'influenza che su di esso

esercitano le lingue regionali. I dialetti tuttavia vengono parlate parallelamente

all'italiano.2

L'italiano è lingua ufficiale dell'Italia, di San Marino, della Svizzera

(insieme al tedesco, al francese e al romancio), della Città del Vaticano (insieme al

latino) e del Sovrano Militare Ordine di Malta. È seconda lingua ufficiale, dopo il

croato, nella Regione Istriana (Croazia) e, dopo lo sloveno, nelle città di Pirano,

Isola d'Istria e Capodistria in Slovenia. L'italiano è una delle ventitre lingue

ufficiali dell'Unione europea. È inoltre diffuso in alcune aree dei paesi

mediterranei e nelle comunità di origine italiana nei diversi continenti.3

La lingua italiana deriva dal latino volgare. Anticamente la lingua latina

presentava due forme: una forma scritta e letteraria (latino letterario) usato dai

dotti e dalle persone colte e una forma volgare o parlata (latino volgare) usata dal

volgo, ossia dal popolo. Nel II secolo D.C, ai tempi del suo massimo splendore,

Roma aveva unificato il suo immenso Impero sia da un punto di vista politico-

giuridico, sia linguistico: impose cioè le proprie leggi e la propria lingua ai popoli

2 Secondo it.wikipedia.org/wiki/Lingua_italiana 3 Come precedente

8

conquistati. La lingua che i soldati romani trasferivano nelle nuove terre era il

latino volgare. Con la caduta dell'Impero Romano di Occidente nel 476 d. C. sotto

le invasioni barbariche, i vari tipi di latino volgare esistenti nelle diverse zone di

conquista, si trasformarono tanto da dar vita a nuove lingue, tutte derivanti dal

latino, ma ciascuna con caratteristiche proprie. Ebbero così origine le “lingue

neolatine o romanze” (italiano, francese, spagnolo, catalano, rumeno e ladino).4

L'italiano moderno ha come base il fiorentino letterario usato nel Trecento

da Dante, Petrarca e Boccaccio, a sua volta influenzato dalla lingua siciliana

letteraria elaborata dalla Scuola siciliana di Jacopo da Lentini (1230-1250) e dal

modello latino.

I.2.2 Le caratteristiche

L’italiano è una delle lingue flessive. Il tipo linguistico flessivo si

caratterizza nel poter esprimere più relazioni grammaticali mediante un solo

morfema. L'italiano, come la maggior parte delle lingue indoeuropee, appartiene a

questo tipo morfologico.5

Il tempo verbale: in italiano, il modo indicativo ha otto tempi (il presente,

l’imperfetto, il passato remoto, il passato prossimo, il trapassato prossimo, il

trapassato remoto, il futuro semplice, il futuro anteriore). Ogni tempo ha la sua

forma propria e corrispondente ai sei pronomi personali.

Il genere dei nomi: Secondo il prof. Marcello Marinucci6, “in italiano tutti i

nomi hanno un genere, che può essere maschile o femminile. Se i nomi si

riferiscono a esseri animati, il genere coincide di solito con il sesso, e viene

definito genere naturale. Sono così maschili i nomi di entità animate (persone e/o

4 Secondo icprampolini.it/eventi/dante/lingua.htm 5 Secondo it.wikipedia.org 6 Marcello Marinucci, 1996, La lingua italiana, pagina 89, Edizioni Scolastiche Bruno Mondadori, Torino.

9

animali) di sesso maschile: il marito, il sarto, il cervo; femminili i nomi di entità

animate di sesso femminile: la moglie, la sarta, la cerva”.

La concordanza tra il sostantivo con l’articolo, l’aggettivo e il verbo: È

necessario farla.

CAPITOLO II

ESEMPI DI TRADUZIONE DAL VIETNAMITA ALL’ITALIANO E

VICEVERSA

In questa parte vi invito a tuffarvi nel mondo delle favole: ho deciso di

tradurre quattro favole, due dal vietnamita all’italiano e due dall’italiano al

vietnamita. Secondo me le favole sono un grande tesoro della letteratura popolare.

Da bambina, mia madre mi comprava tanti libri delle favole diverse e li leggevo

ogni giorno, piano piano mi piacevano sempre di più.

Le favole sono le narrazioni originarie della tradizione popolare,

caratterizzate da racconti medio-brevi e centrati su avvenimenti e personaggi

fantastici (fate, orchi, giganti e così via), coinvolti in storie con a volte un

sottinteso intento formativo o di crescita morale7. Le favole parlano delle lotte del

bene contro il male. Nelle favole, alla fine le persone buone vincono sempre e

godono una vita felice, mentre le persone cattive subiscono punizioni e vendette

adeguati ai loro peccati.

La prima favola che volevo presentare è Tam Cam. Si tratta della lotta del

bene (rappresentata dal personaggio Tam) contro il male (rappresentato dai

personaggi Cam e la matrigna di Tam). Alla fine, Tam vive insieme al Re e

godono una vita felice per sempre, invece Cam e la matrigna devono pagare per i

loro peccati imperdonabili. La seconda storia - la leggenda della noce d’areca e 7 Secondo it.wikipedia.org/wiki/Fiaba

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delle foglie di Betel, invece, loda gli affetti familiari, la gratitudine, la fedeltà tra

fratelli e quella coniugale.

Inoltre delle due favole vietnamite, ne ho scelte altre due di un autore

italiano molto famoso - Italo Calvino. Italo Giovanni Calvino Mameli, noto come

Italo Calvino (nato a Cuba nel 1923 – morto a Siena nel 1985), è uno scrittore

italiano, un intelletto di grande impegno politico, civile e culturale. Probabilmente

è il narratore italiano più importante del Novecento.8 Dopo gli studi svoltosi

durante la Resistenza in Liguria, si laureò in Lettere a Torino. Dal 1947 al 1983

lavorò a vario titolo per l’editore Einaudi. Visse a Sanremo, a Torino, a Parigi, e

dal 1980 a Roma. Collaboratore di quotidiani e riviste, diresse insieme con

Vittorini “il menabò di letteratura”. Nel 1947 nacque la sua prima opera Il sentiero

dei nidi di ragno. Tra le sue opere: Ultimo viene il corvo (1949), Il visconte

dimezzato (1952), Fiabe italiane (1956), Il Barone rampante (1957), Gli amori

difficili (1958), Il Cavaliere inesistente (1959), Le cosmicomiche (1965), Le città

invisibili (1972), Se una notte d’inverno un viaggiatore (1979)9, ci sono quattro

libri che sono stati tradotti in vietnamita Il visconte dimezzato, Il Barone

rampante, Le città invisibili e Se una notte d’inverno un viaggiatore.

Le due favole che ho scelto per tradurre appartengono alle Fiabe italiane,

un volume delle raccolte della letteratura tradizionale popolare e trascritte nella

lingua italiana dai vari dialetti. La terza favola Il principe che sposò una rana si

tratta della magica dell’amore puro tra un principe con una principessa trasformata

in una rana. La quarta favola Il contadino astrologo si riferisce all’intelligenza e

alla furbizia di un contadino povero.

8 Secondo it.wikipedia.org/wiki/Italo_Calvino 9 Secondo l’introduzione del libro “Gli amori difficili”, Italo Calvino, 2011 (prima edizione 1993), Mondadori, Torino.

11

II.1 La favola TẤM CÁM (la lingua d’origine: il vietnamita)

10 Abito yem - áo yếm è un costume vietnamita, consistente in una specie di corpetto, usato principalmente come capo di bancheria intima femminile. È un pezzo di stoffa a forma di diamante indossato sul busto, e legato dietro la nucae sulla base inferiore della schiena (secondo it.wikipedia.org/wiki/Yếm).

TẤM CÁM

(Văn học dân gian Việt Nam)

Ngày xưa, nhà kia có hai chị em cùng

cha khác mẹ, chị là Tấm, em là Cám.

Mẹ Tấm mất sớm, ít năm sau thì cha

Tấm cũng qua đời. Tấm ở với dì ghẻ là

mẹ Cám.

Một hôm, mẹ Cám đưa cho Tấm và

Cám mỗi đứa một cái giỏ sai đi bắt tép,

đứa nào bắt được nhiều thì được

thưởng cho một cái yếm đỏ. Tấm vốn

chăm chỉ lại sợ dì mắng nên mải miết

suốt buổi để bắt. Còn Cám do được mẹ

nuông chiều, ham chơi nên chẳng bắt

được. Cuối buổi, thấy giỏ Tấm nhiều

TAM CAM

(La letteratura popolare

vietnamita)

C’era una volta due sorellastre, la

maggiore si chiamava Tam, quella più

piccola si chiamava Cam. La madre di

Tam fu morta, alcuni anni dopo anche

il padre. D’allora Tam viveva con la

matrigna - la madre di Cam.

Un giorno la matrigna diede a Tam e

Cam ciascuna una nassa per pescare

gamberetti in stagno. Chi poteva

prendere più gamberetti sarebbe stata

premiata un abito tradizionale - un

yem10 rosso. Tam era molto laboriosa

e aveva paura di esser rimprovata

dalla matrigna, quindi lavorò

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tép, Cám nghĩ kế rồi nói:

“Chị Tấm ơi chị Tấm

Đầu chị lấm

Chị hụp cho sâu

Kẻo về mẹ mắng!”

Tấm nghe lời em, xuống ao tắm gội.

Cám thừa dịp trút hết tép của Tấm vào

giỏ mình rồi chạy về nhà.Lên bờ, thấy

giỏ trống không, Tấm ôm mặt khóc

nức nở. Bụt hiện lên hỏi, Tấm liền kể

hết sự tình. Bụt bảo lấy con cá bống

còn sót trong giỏ về nuôi dưới giếng,

mỗi khi cho ăn thì gọi:

“Bống bống bang bang

Lên ăn cơm vàng cơm bạc nhà ta

intensamente tutto il giorno. Invece,

Cam era sempre coccolata e viziata

dalla madre e non doveva mai

lavorare, quindi non fece niente. Alla

fine del giorno, Cam vide la nassa

piena di gamberetti di Tam, le venne

un’idea e disse:

“Cara Tam cara Tam

Quanto sporchi i tuoi capelli

Tuffati nell’acqua profonda

Altrimenti la mamma ti rimprovera !”

Seguendo i consigli della sorella, Tam

si tuffò nell’acqua dello stagno per

lavarsi.Approfittando quell’occasione,

Cam versò tutti i gamberetti della

nassa di Tam alla sua e corse a casa.

Salita sulla riva, Tam vide la sua

nassa vuota, pianse con singhiozzi. Il

Buddha apparve e le chiese come mai

quel pianto, allora le raccontò tutta la

storia. Il Buddha le consigliò di

prendere l’ultimo gobido che rimase

nella nassa per allevare nel pozzo a

casa. Ogni volta che si voleva far

mangiare, doveva cantare una

filastrocca:

“Carissimo gobido mio

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Chớ ăn cơm hẩm cháo hoa nhà người.”

Tấm về làm theo lời Bụt dạy. Từ ngày

đó, mẹ Cám thấy Tấm hay dành một

bát cơm mang ra giếng sau khi ăn, liền

sinh nghi sai Cám đi rình. Biết được sự

thật, hôm sau mẹ Cám bảo Tấm đi

chăn trâu nơi xa, ở nhà mẹ con Cám

bắt cá bống của Tấm lên ăn. Về nhà

thấy không còn cá bống, Tấm lại khóc.

Bụt hiện lên, Tấm kể lại đầu đuôi. Bụt

bảo lấy xương cá bống bỏ vào bốn cái

lọ rồi đem chôn dưới bốn chân giường

Tấm nằm. Tấm nghe lời Bụt dạy làm

ngay.

Ít lâu sau, nhà vua mở hội. Hai mẹ con

Cám cũng đi dự. Tấm muốn đi dự hội

nhưng bị mẹ Cám trộn một đấu gạo với

một đấu thóc bắt ở nhà nhặt cho xong,

vả lại không có quần áo đẹp để đi. Tấm

buồn mà khóc. Bụt tiếp tục hiện lên

giúp Tấm. Bụt gọi một đàn chim sẻ

Mangia i risi miei d’oro e d’argento

Non prendi altri schifosi.”

Tam seguì l’istruzione del Buddha.

Da quel giorno, portava una ciotoletta

di riso al pozzo dopo ogni pasto, la

matrigna lo sapeva e le sorgevano i

dubbi, comandò Cam a spiare Tam.

Scoprirono così la verità. Il giorno

seguente la matrigna ordinò a Tam a

pascolare i buffali nei prati lontani da

casa. Nel frattempo presero il pesce a

mangiarlo. Tornata a casa, Tam non

trovò il suo gobido e pianse. Il

Buddha apparve e gli raccontò Tam la

storia. Buddha disse a Tam di

prendere le ossa del gobido per

mettere in quattro vasi, poi dovette

seppellirli sotto quattro piedi del suo

letto. Tam seguì subito le istruzioni

del Buddha.

Poco dopo, il Re organizzò una festa

a cui parteciparono Cam e sua madre.

Tam voleva andarci ma doveva

restare a casa perché la matrigna le

aveva data un bushel di risi mescolati

con le pule e Tam doveva spularli.

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xuống nhặt thóc cho Tấm trong nháy

mắt, rồi bảo Tấm đào bốn cái lọ ngày

trước chôn ở dưới bốn chân giường

lên. Tấm đào lên thì thấy bốn cái lọ

chứa đầy quần áo đẹp, một đôi hài thêu

kim tuyến óng ánh, lại có một con

ngựa đầy đủ yên cương. Tấm thay

quần áo rồi cưỡi ngựa đi. Lúc này,

trông Tấm vô cùng xinh đẹp.

Lúc qua cầu, Tấm vô ý làm rơi mất

một chiếc hài xuống nước. Một lát,

đoàn hộ tống nhà vua đi dự hội nhặt

được chiếc hài ấy. Vua ngắm chiếc hài

rồi ra lệnh: "Hễ đàn bà con gái nào dự

hội ướm vừa chiếc hài này thì vua sẽ

cưới làm vợ." Ai cũng tranh nhau ướm

thử nhưng không vừa. Mẹ con Cám

cũng vậy. Đến lượt Tấm ướm thử thì

vừa như in. Nhà vua cho đem kiệu

rước Tấm về cung làm vợ mình trước

con mắt hằn học của mẹ con Cám.

D’altra parte, Tam non aveva bei

vestiti da indossare. Era molto triste e

si mise a piangere. Il Buddha apparve

di nuovo per aiutarla. Chiese ad un

stormo di passeri per raccogliere i risi

in un batter d’occhio poi chiese a Tam

di zappare quattro vasi seppelliti sotto

il letto. Tam scoprì che dentro quattro

vasi c’erano bei vestiti, un paio di

scarpe ricamate con lamé brillanti, un

cavallo attrezzato con una perfetta

bardatura. Tam si cambiò i vestiti e

salì sul cavallo per andare alla festa.

Era molto bella.

Attraversando un ponte, perse per

caso una scarpa sotto acqua. Dopo di

ché, le guardie del Re raccolsero

quella scarpa. Il re guardò la scarpetta

e poi dichiarò “Qualsiasi donna in

questa riesce a metter perfettamente

il suo piede in questa scarpetta, sarà la

futura moglie del Re”. Tutte le donne

si lottarono per poter provare quella

scarpa ma nessuna riuscì a portarla.

Successe anche a Cam e sua madre la

stessa cosa. Quando toccò a Tam ci

riuscì. Dunque, il Re ordinò una

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Ngày giỗ cha, Tấm về ăn giỗ. Dì ghẻ

bảo Tấm Ngày giỗ cha, Tấm về ăn giỗ.

Dì ghẻ bảo Tấm trèo cây cau, hái cau

cúng cha. Đang khi Tấm ở trên ngọn

cau thì ở dưới dì ghẻ lấy dao chặt cây

làm Tấm té mà chết. Cám lấy quần áo

Tấm mặc rồi vào cung thay Tấm. Tấm

chết biến thành chim vàng anh cũng

bay về cung.

Thấy Cám giặt áo cho vua, chim bảo:

“Giặt áo chồng tao

Thì giặt cho sạch

Phơi áo chồng tao

Thì phơi bằng sào

Chớ phơi bờ rào

Rách áo chồng tao!”

Vua thấy chim hay bay theo mình, nhớ

Tấm, liền bảo chim rằng:

“Vàng ảnh vàng anh

Có phải vợ anh

portantina per portare Tam al suo

palazzo avanti degli occhi pieni di

rancore di Cam e sua madre.

In occasione dell’anniversario della

morte di suo padre, Tam tornò a casa.

La matrigna ordinò a Tam di

arrampicarsi sull’albero di betel per

raccoglierne delle noci per poi

metterle sull’altare. Mentre lo faceva

Tam, la matrigna tagliò l’albero. Tam

cadde e morì. Dopo la morte di Tam,

Cam si vestò con gli abiti di Tam e si

recò al palazzo al posto della sorella.

L’anima di Tam si trasformò in un

canarino che volò anche essa al

palazzo.

Vide Cam lavare i vestiti del Re,

cantò: “Vestiti di marito mio

Lavali con cura

Vestiti di marito mio

Stendeli sul bambù

Sul recinto no, sul recinto no

Che si rovinerà !”

Accorgendosi che il canarino lo seguì

sempre, il Re pensò a Tam e disse

all’uccellino :“Caro canarino

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Chui vào tay áo.”

Dứt lời, chim bay vào tay áo vua. Từ

đó, vua suốt ngày quấn quýt với chim

vàng anh, khiến Cám tức tối về mách

mẹ. Mẹ Cám bảo Cám bắt chim đem

cho mèo ăn, chôn lông chim ngoài

vườn.

Chẳng bao lâu nơi đó mọc lên một cây

xoan đào, xum xuê tươi tốt. Vua thấy

đẹp nên sai người mắc võng vào cây

hóng mát. Mỗi khi nằm dưới bóng cây

vua lại thấy hình ảnh Tấm hiện ra, nên

rất quý cây. Cám được mẹ xui chặt cây

xoan đào lấy gỗ đóng khung cửi. Lúc

ngồi dệt vải, Cám nghe con ác trên

khung cửi kêu:

“Kẽo cà, kẽo kẹt.

Dám tranh chồng chị

Chị khoét mắt ra.”

Moglie mia sei?

Entra nella mia manica.”

Non appena finì le parole, il canarino

entrò nella sua manica. D’allora il Re

restava sempre accanto a quel

canarino, il che fece arrabbiarsi Cam.

La matrigna incitò Cam a gettare il

canarino alla bocca di un e dopo di

ché a seppellirne le piume nel

giardino.

Poco dopo in proprio quel luogo

nacque un albero dei rosari alto e

ombroso. Visto che era un albero

molto bello, il Re ordinò ai suoi servi

a stendere un’amaca sull’albero per

prendere l’aria fresca. Ogni volta

sdraiandosi nell’ombra dell’albero,

rivedeva l’immagine di Tam e quindi

gli piacque tanto quell’albero. Ancora

un’altra volta la madre di Cam la

incitò a tagliare quell’albero e

prenderne il legno per fare un telaio.

Una volta faceva tessuti, Cam sentì

una voce che fuoriuscì dalla spola:

“Scricchiolare scricchiolare

Hai preso mio marito

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Cám hốt hoảng và nói với dì ghẻ. Nghe

lời mẹ chỉ, Cám đốt khung cửi rồi đổ

tro bên đường xa cung vua. Từ đống

tro ấy mọc lên một cây thị, chỉ có duy

nhất một trái to vàng. Một bà bán hàng

nước đi qua thấy trái thị liền nói:

"Thị ơi thị rụng bị bà.

Bà để bà ngửi chứ bà không

ăn."

Tức thì quả thị rụng ngay vào bị, bà lão

đem về nhà. Từ đó, ngày nào đi chợ về

bà cũng thấy nhà cửa ngăn nắp, cơm

nước sẵn sàng. Ngạc nhiên, một hôm

bà lão giả vờ đi chợ rồi quay lại rình

xem. Bà thấy một cô gái xinh đẹp từ

quả thị bước ra, nấu cơm, sửa soạn nhà

cửa. Bà vội chạy vào nhặt cái vỏ thị, xé

vụn. Từ đó hai người sống với nhau

như mẹ con.

Ora forò i tuoi occhi.”

Cam fu spaventatissima e raccontò

tutto a sua madre la quale le indicò di

bruciare il telaio e di buttarne cenere

ad una zona molto lontana dal palazzo

reale. Da quella cenere nacque un

albero di ebenaceae che dava solo un

frutto grande e di colore giallo. Un

giorno passò un’anziana che aveva

una bancarella di tè, vide quel frutto e

disse :

“Ebenaceae, cadi nella mia cestuccia

Ti tengo per il tuo profumo, non per

mangiarti.”

Il frutto cadde immediatamente nella

sua cestuccia e l’anziana lo portò a

casa sua. Da quel giorno, ogni volta

che l’anziana tornava a casa dal

mercato, trovava la casa sempre in

ordine e i pasti sempre pronti. Era

molto perplessa, un giorno fece finta

di andare a fare la spesa ma poi tornò

subito a casa per vedere cosa

succedeva durante la sua assenza.

Vide una ragazza molto bella che uscì

dal frutto, cucinò e mise in ordine la

casa. Corse in fretta a strappare il

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Một hôm, nhà vua đi ngang ghé hàng

nước của bà. Bà lão rót nước mời vua

ăn trầu. Thấy miếng trầu têm cánh

phượng giống hệt trầu Tấm têm cho

vua ngày xưa, nhà vua mới hỏi bà lão

ai đã têm trầu. Bà lão gọi Tấm ra. Vua

nhận ra vợ mình, đón Tấm trở về cung,

hai người sống hạnh phúc như xưa.

Sau này, Cám thấy Tấm vẫn còn sống

mà lại trắng đẹp hơn xưa nên băn

khoăn tự hỏi vì sao. Tấm bày cho Cám

tắm với nước sôi thì sẽ đẹp. Cám hí

hửng làm theo, đổ một bồn nước sôi

rồi tắm sau đó chết ngay tức khắc. Tấm

sai người chặt xác của cám ra làm 8

khúc, lấy thịt làm cỗ mắm rồi gửi cho

dì ghẻ ăn. Thấy Tấm có lòng tốt, dì ghẻ

không nghi ngờ gì mà vẫn cứ ăn. Một

con quạ chợt đậu lại bên cửa sổ, nhìn

vào và hót:

frutto in tanti pezzi. Da quel momento

vivevano insieme come madre e

figlia.

Un giorno passò il Re per caso la casa

di quell’anziana. Lei offese al Re una

tazza di tè e un pezzo di betel.

Vedendo che il pezzo di betel ha la

forma delle ali di una fenice molto

simile a quella Tam aveva fatta per

lui, chiese alla’anziana chi l’aveva

fatto. L’anziana chiamò Tam. Il re si

rese conto che fosse sua moglie e la

portò al palazzo. Vivevano nella

felicità come prima.

Dopo un certo tempo, Cam voleva

sapere perché Tam potesse rinascere,

anzi, era più bella che mai. Tam le

consigliò a fare il bagno con l’acqua

bollente per diventare più bella. Cam

lo fece con piacere e morì subito.

Tam ordinò ai servi a spaccare il

corpo di Cam in otto pezzi di usarli

per fare la salsa per mandarla alla

matrigna. Ricevuta la salsa, la

matrigna la mangiò senza avere

nessun dubbio sulla bontà di Tam. Un

19

“Ngon ngỏn ngòn ngon.

Mẹ ăn thịt con,

Có còn xin miếng?”

Mẹ cám nhận ra cỗ mắm mà Tấm gởi

cho mình thật ra là thịt của Cám. Quá

đau khổ, bà ta hoá điên chạy ra khỏi

nhà và bị sét đánh chết.

corvo si fermò sulla finestra a casa

sua e cominciò a cinguettare:

“Buono buonino buonone.

Madre mangia figlia,

C’e` ne un pezzo per me ?”

La matrigna si accorse che la salsa era

veramente la carne di sua figlia.

Soffrendo una grande miseria, diventò

matta, corse fuori casa e fu uccisa da

un fulmine.

20

21

II.2 La storia SỰ TÍCH TRẦU CAU (la lingua d’origine: il vietnamita)

Sự tích Trầu Cau

(Văn học dân gian Việt Nam)

Thời xưa, một nhà quan lang họ Cao

có hai người con trai, Tân và Lang,

hơn nhau một tuổi và giống nhau như

in, đến nỗi người ngoài không phân

biệt được ai là anh ai là em. Năm hai

anh em mười bảy mười tám tuổi thì

cha mẹ đều chết cả. Hai anh em vốn đã

thương yêu ngau, nay gặp cảnh hiu

quạnh, lại càng yêu thương nhau hơn

trước.

Không còn được cha dậy dỗ cho nữa,

hai anh em đến xin học ông đạo sĩ họ

Lưu. Hai anh em học hành chăm chỉ

lại đứng đắn nên được thầy yêu như

con. Ông Lưu có một cô con gái tuổi

chừng mười sáu mười bảy, nhan sắc

tươi tắn, con gái trong vùng không

người nào sánh kịp.

La leggenda della noce d’areca e delle

foglie di betel

(La letteratura popolare vietnamita)

C’era una volta il mandarino Cao che

aveva due figli. I due figli, Tan e Lang,

nati a un anno di distanza, si

assomigliarono come due gocce d’acqua,

nessuno sapeva distinguerli l’uno

dall’altro. All’età di diciassette e di

diciotto, i loro genitori morirono. La

situazione sfortunata avrebbe aumentato

sicuramente il loro affiatamento e

l’amore reciproco.

Di quel giorno gli mancavano la

saggezza e la guida fornite dal padre. Si

rivolsero, quindi, ad un maestro taoista

della famiglia Luu. I due fratelli si

comportavano sempre bene e studiavano

con diligenza, quindi il maestro li

considerava come se fossero i suoi figli.

Il maestro aveva una figlia alla loro età,

tanto bella quanto buona che nessuna

ragazza nella zona poteva raggiungere la

sua bellezza.

22

Trông thấy hai anh em họ Cao vừa đẹp

vừa hiền, người con gái đem lòng yêu

mến, muốn kén người anh làm chồng,

nhưng không biết người nào là anh,

người nào là em. Một hôm, nhân nhà

nấu cháo, người con gái lấy một bát

cháo và một đôi đũa mời hai người ăn.

Thấy người em nhường người anh ăn,

người con gái mới nhận được ai là anh,

ai là em. Sau đó, người con gái nói với

cha mẹ cho phép mình lấy người anh

làm chồng.

Từ khi người anh có vợ thì thương yêu

giữa hai anh em không được thắm thiết

nữa. Người em rất là buồn, nhưng

người anh vô tình không để ý đến.Một

hôm hai anh em cùng lên nương, tối

mịt mới về, người em vào nhà trước;

chàng vừa bước chân qua ngưỡng cửa

thì người chị dâu ở trong buồng chạy

ra lầm chàng là chồng mình, vội ôm

chầm lấy. Giữa lúc ấy, người anh cũng

bước vào nhà. Từ đấy người anh nghi

em có tình ý với vợ mình, càng hững

hờ với em hơn trước.

La bellezza e la bontà dei due fratelli Cao

le suscitarono e le lasciarono un

sentimento affettuoso. Voleva sposare il

pìu grande, ma chi dei due lo era? Un

giorno cucinò il minestrone, ne prese una

ciotola e un paio di bacchette per offrire

ai due fratelli. Vide uno dei due fratelli

offrire la ciotola di minestrone all’altro,

scoprì quale era il maggiore. Poi chiese il

permesso dei genitori di sposarlo.

Da quando Tan si sposò, gli affetti tra i

due fratelli non erano più calorosi come

prima. Questo fatto fece soffrire Lang

però il più grande non ci fece caso. Una

sera, tornando dal campo, il pìu piccolo

entrò nella casa buia prima di suo

fratello. Appena lui passò l’ingresso della

casa, sua cognata corse dalla sua camera

pensando che fosse suo marito, lo accolse

a braccia aperte. In quel momento, il pìu

grande entrò nella casa e vide tutto.

D’allora lui s’insospettì ingiustamente, e

allora rimase ancora più indifferente nei

confronti di suo fratello.

23

Một buổi chiều, anh chị đều đi vắng

cả, người em ngồi một mình nhìn ra

khu rừng xa xa, cảm thấy cô quạnh, lại

càng buồn tủi, vùng đứng dậy ra đi.

Chàng đi, đi mãi cho đến khu rừng

phía trước mặt, rồi theo đường mòn đi

thẳng vào rừng âm u. Trời bắt đầu tối,

trăng đã lên, mà chàng vẫn cứ đi. Ði

đến một con suối rộng nước sâu và

xanh biếc, chàng không lội qua được,

đành ngồi nghỉ bên bờ. Chàng khóc

thổn thức, tiếng suối reo và cứ reo, át

cả tiếng khóc của chàng. Ðêm mỗi lúc

một khuya, sương xuống mỗi lúc một

nhiều, sương lạnh thấm dần vào da thịt

chàng, chàng chết mà vẫn ngồi trơ trơ,

biến thành một tảng đá vôi.

Người anh cùng vợ về nhà, không thấy

em đâu, lẳng lặng đi tìm, không nói

cho vợ biết. Theo con đường mòn vào

rừng, chàng đi mãi, đi mãi, và sau

cùng đến con suối xanh biếc đang chảy

cuồn cuộn dưới ánh trăng và không thể

lội qua được, đành ngồi bên bờ suối,

tựa mình vào một tảng đá. Chàng có

Un pomeriggio, suo fratello e sua

cognata erano fuori casa, il più piccolo

rimaneva da solo a guardare il bosco in

lontano, seppellì il suo dolore in

solitudine, si alzò in piedi all’improvviso

per andarsene. Continuò ad andare al

bosco, e seguì il sentiero per entrare in

fondo. Cominciò a farsi buio, crebbe la

luna, ma il ragazzo non si fermò.

Giungendo in un ruscello profondo

d’acqua azzurra, non potette attraversare

l’impetuoso ruscello, allora restò sulla

riva. Piansé con singhiozzi, però il

rumore assordante dell’acqua sovrastava

i suoi singhiozzi. Era sempre più buia e il

freddo della rugiada penetrò nel suo

corpo, estrasse la vita dal suo cuore. Il

suo corpo si trasformò congelato in un

affioramento di calcare.

Tornato a casa, il fratello pìu grande non

trovò suo fratello, se ne andò per cercarlo

senza dire niente alla moglie. Seguendo il

sentiero al bosco, camminava e

camminava e alla fine arrivò ad un

ruscello d’acqua azzurra. Non potette

passare quel ruscello, rimase sulla riva, si

appoggiò sul calcare. Non sapeva che il

24

ngờ đâu chính tảng đá là em mình!

Sương vẫn xuống đều, sương lạnh rơi

lã chã từ cành lá xuống. Chàng rầu rĩ

khóc than hồi lâu, ngất đi và chết

cứng, biến thành một cây không cành,

mọc thẳng bên tảng đá vôi.

Ở nhà, vợ không thấy chồng đâu, vội

đi tìm và cũng theo con đường mòn đi

vào rừng thẳm. Nàng đi mãi, bước

thấp bước cao, rồi cuối cùng gặp con

suối nước sâu và xanh biếc. Nàng

không còn đi được nữa. Nàng ngồi tựa

vào gốc cây không cành mọc bên tảng

đá, vật mình than khóc. Nàng có ngờ

đâu nàng đã ngồi tựa vào chồng mình

và sát đó là em chồng. Nàng than

khóc, nhưng tiếng suối to hơn cả tiếng

than khóc của nàng. Ðêm đã ngả dần

về sáng, sương xuống càng nhiều, mù

mịt cả núi rừng, nàng vật vã khóc than.

Chưa đầy nửa đêm mà nàng đã mình

gầy xác ve, thân mình dài lêu nghêu,

biến thành một cây leo quấn chặt lấy

cây không cành mọc bên tảng đá.

calcare fosse suo fratello. Le rugiade

fredde caddero dai rami degli alberi. Era

troppo addolorato e pianse per lungo

tempo, si svenne e morì. Il suo corpo si

trasformò in un albero senza rami che

spuntò dritto accanto al calcare.

Essendo rimasta da sola, la moglie

s’affrettò a cercare il marito. Seguì il

sentiero al bosco. Camminava e

camminava senza fermarsi, finalmente

giunse in un ruscello con l’acqua

profonda e azzurra. Non potette avanzare

ulteriormente, si appoggiò al tronco di un

albero senza rami accanto ad un calcare,

lamentandosi. Non sapeva di appoggiarsi

a suo marito e a due passi da lì fosse suo

cognato. Pianse ma il rumore dell’acqua

sovrastava i suoi singhiozzi. Era quasi

l’aurora, le rugiade si caddero ancor di

pìu e copersero tutto il bosco e tutta la

montagna, la donna continuò a

lamentarsi. Rimase pelle e ossa, il corpo

si allungò, e diventò un betel rampicante

che si avvolgeva lungo il tronco

dell’albero senza rami accanto al calcare.

25

Về sau chuyện ấy đến tai mọi người, ai

nấy đều thương xót. Một hôm, vua

Hùng đi qua chỗ ấy, nhân dân đem

chuyện ba người kể lại cho vua nghe

và đến xem. Vua bảo thử lấy lá cây leo

và lấy quả ở cái cây không cành

nghiền với nhau xem sao, thì thấy mùi

vị cay cay.Nhai thử, thấy thơm ngon

và nhổ nước vào tảng đá thì thấy bãi

nước biến dần ra sắc đỏ. Nhân dân gọi

cái cây mọc thẳng kia là cây cau, cây

dây leo kia là cây trầu, lại lấy tảng đá

ở bên đem về nung cho xốp để ăn với

trầu cau, cho miệng thơm, môi đỏ.

Tình duyên của ba người tuy đã chết

mà vẫn keo sơn, thắm thiết, cho nên

trong mọi sự gặp gỡ của người Việt

Nam, miếng trầu bao giờ cũng là đầu

câu chuyện, để bắt đầu mối lương

duyên, và khi có lễ nhỏ, lễ lớn, cưới

xin, hội hè, tục ăn trầu đã trở nên tục

cố hữu của dân tộc Việt Nam.

Dopo tutta la gente sentì la storia e

provava pietà. Un giorno il re Hung

passò il villaggio, la gente gli raccontò la

storia e il Re si recò a quel posto per

vedere con i propri occhi. Il re prese le

noce dell’albero senza rami e le follie

dell’albero rampicante e le masticò, si

sentiva un odore acre e le combinazione

aveva un gusto piacevole. Un pò della

saliva cadde sul calcare, le assumò il

colore rosso. La gente chiama

quell’albero dritto l’areca e l’albero

rampicante il betel, e si fa bruciare il

calcare fino a quando diventa molle per

essere masticato con le follie di betel e

più la noce d’areca per avere un fiato

fresco e le labbra rosse. La tradizione di

offrire il frutto secco del betel da

masticare a matrimonio, così come in

tutti gli incontri sociali e in tutte le feste

popolari, è il simbolo dell’unione in Viet

Nam.

26

II.3 La favola IL PRINCIPE CHE SPOSÒ UNA RANA (la lingua d’origine:

l’italiano)

IL PRINCIPE CHE SPOSÒ UNA

RANA

(L’autore: Italo Calvino)

C’era una volta un Re che aveva tre figli

in età da prender moglie. Perché non

sorgessero rivalità sulla scelta delle tre

spose, disse:

-Tirate con la fionda più lontano che

potete: dove cadrà la pietra là prenderete

moglie. I tre figli presero le fionde e

tirarono. Il più grande tirò e la pietra

arrivo sul tetto di un forno ed egli ebbe

la fornaia. Il secondo tirò e la pietra

arrivò alla casa di una tessitrice. Al più

piccino la pietra cascò in un fosso.

Appena tirato ognuno correva a portare

l’anello alla fidanzata. Il più grande

trovò una giovinotta bella soffice come

CÔNG CHÚA ẾCH

(Tác giả: Italo Calvino )

Ngày xửa ngày xưa có một ông vua có

ba cậu con trai tới tuổi cập kê. Bởi vì cả

ba chàng hoàng tử đều không có sự

cạnh tranh trong việc lựa chọn vị hôn

thê của mình, nhà vua quyết định:

-Ba con hãy quăng viên đá này càng xa

bao nhiêu có thể, nơi nào viên đá rơi

xuống thì các con sẽ tìm ra vị hôn thê

của mình ở đó. Ba chàng liền lấy nỏ và

quăng viên đá đi. Viên đá của chàng

hoàng tử cả đã rơi xuống mái nhà của

một lò bánh mì và dĩ nhiên vị hôn thê

của chàng ta là cô thợ làm bánh. Chàng

hoàng tử thứ hai đã quăng viên đá

xuống nhà một cô thợ dệt. Còn viên đá

của hoàng tử út thì đáp xuống một cái

mương.

Ngay sau khi quăng đá tìm vợ, mỗi

chàng lập tức chạy tới nhà hôn thê để

trao nhẫn cầu hôn. Chàng hoàng tử cả

27

una focaccia, il mezzano una pallidina,

fina come un filo, e il più piccino,

guarda guarda in quel fosso, non ci

trovò che una rana.

Tornarono dal Re a dire delle loro

fidanzate. "Ora - disse il Re - chi ha la

sposa migliore erediterà il regno.

Facciamo le prove" e diede a ognuno

della canapa perché gliela riportassero

di lì a tre giorni filata dalle fidanzate,

per vedere chi filava meglio.

I figli andarono delle fidanzate e si

raccomandarono che filassero a puntino;

e il più piccolo tutto mortificato, con

quella canapa in mano, se ne andò sul

ciglio del fosso e si mise a chiamare:

- Rana, rana!

- Chi mi chiama?

-L’amor tuo che poco t’ama.

- Se non m’ama , m’amerà

quando bella mi vedrà.

E la rana salto fuori dall’acqua su una

foglia. Il figlio del Re le diede la canapa

có một vị hôn thê xinh đẹp trẻ trung,dịu

dàng, chàng hoàng tử thứ hai có một cô

vợ yếu ớt,mỏng manh và mảnh mai như

một sợi chỉ. Chàng hoàng tử út, nhìn đi

nhìn lại vào mương nước và không tìm

thấy gì ngoài một con ếch.

Cả ba chàng trở về tâu lên vua cha về vị

hôn thê của mình. Vua tuyên bố: hoàng

tử nào có cô dâu hoàn hảo nhất sẽ được

thừa kế ngôi vị. Các con hãy thử thi tài

xem”. Ông đưa cho mỗi chàng một sợi

tầm gai để để các chàng mang về cho

hôn thê của mình xe sợi trong vòng ba

ngày xem ai xe đẹp nhất.

Các chàng tới nhà hôn thê và yêu cầu

các nàng xe sợi thật đẹp, còn chàng

hoàng tử út cảm thấy rất tủi nhục và

xấu hổ, chàng cầm trong tay sợi tầm

gai, đi tới bờ mương và gọi:

-Ếch ếch ộp ộp!

-Ai gọi em đó?

-Tình yêu của em chả yêu em mấy.

-Nếu không yêu em rồi sẽ yêu em, khi

thấy em xinh biết mấy.

Thế là con ếch nhảy ra khỏi mặt nước

và đậu trên một chiếc lá. Chàng hoàng

28

e disse che sarebbe ripassato a prenderla

filata dopo tre giorni.

Dopo tre giorni i fratelli maggiori

corsero tutti ansiosi dalla fornaia e dalla

tessitrice a ritirare la canapa. La fornaia

aveva fatto un bel lavoro, ma la

tessitrice - era il suo mestiere - l’aveva

filata che pareva seta. E il più piccino?

Andò al fosso:

- Rana, rana!

- Chi mi chiama?

- L’amor tuo che poco t’ama.

- Se non m’ama , m’amerà

quando bella mi vedrà.

Saltò su una foglia e aveva in bocca una

noce. Lui si vergognava un po’ di

andare dal padre con una noce mentre i

fratelli avevano portato la canapa filata;

ma si fecero coraggio e andò.

Il Re che aveva già guardato per dritto e

per traverso il lavoro della fornaia e

della tessitrice, aperse la noce del più

piccino, e intanto i fratelli

tử út đưa sợi tầm gai cho con ếch và nói

sẽ quay trở lại trong ba ngày nữa để lấy

sợi đã xe.

Sau ba ngày các anh của chàng rất lo

lắng, họ chạy tới chỗ cô thợ bánh mì và

cô thợ dệt. Cô thợ làm bánh đã làm rất

tốt, nhưng cô thợ dệt - do đây là nghề

của cô nên cô đã xe sợi thành tơ. Còn

chàng hoàng tử út thì sao? Chàng tới

mương và kêu lên:

-Ếch ếch ộp ộp!

-Ai gọi em đó?

-Tình yêu của em chả yêu em mấy.

-Nếu không yêu em rồi sẽ yêu em, khi

thấy em xinh biết mấy.

Con ếch nhảy lên một chiếc lá và ngậm

trong mồm một quả hạch. Hoàng tử út

cảm thấy xấu hổ một chút khi phải tới

diện kiến cha mình với một quả hạch

trong khi các anh của chàng ai cũng

mang tới sợi tầm gai đã được xe; nhưng

chàng đã lấy hết can đảm bước đi.

Nhà vua sau nhìn tới nhìn lui một hồi

thành phẩm của cô thợ bánh mì và cô

thợ dệt, rồi ngài tách quả hạch của

chàng hoàng tử út ra, trong lúc đó hai

29

sghignazzavano. Aperta la noce ne

venne fuori una tela così fina che pareva

tela di ragno, e tira tira, spiega spiega,

non finiva mai , e tutta la sala del trono

ne era invasa."Ma questa tela non

finisce mai!" disse il Re, e appena dette

queste parole la tela finì. Il padre, a

quest’idea che una rana diventasse

regina, non voleva rassegnarsi.

Erano nati tre cuccioli alla sua cagna da

caccia preferita, e li diede ai tre figli:

"Portateli alle vostre fidanzate e

tornerete a prenderli tra un mese: chi

l’avrà allevato meglio sarà regina".

Dopo un mese si vide che il cane della

fornaia era diventato un molosso grande

e grosso, perché il pane non gli era

mancato; quella della tessitrice, tenuto

più a stecchetto, era venuto un famelico

mastino. Il più piccino arrivò con una

cassettina, il Re aperse la cassettina e ne

uscì un barboncino infiocchettato,

pettinato, profumato, che stava ritto

sulle zampe di dietro e sapeva fare gli

esercizi militari e far di conto.

người anh cười khúc khích chế nhạo

chàng. Vua tách quả hạch ra và một

mảnh vải dài tinh xảo như mạng nhện

cứ thế trải dài ra, bao trùm toàn bộ căn

phòng. “Ôi trời mảnh vải này sẽ không

bao giờ hết” nhà vua thốt lên nhưng

ngay sau khi ngài thốt ra những lời đó

thì mảnh vải ngừng tuôn ra. Nhưng nhà

vua không muốn hoàng hậu tương lai

của đất nước sẽ là một con ếch nên ông

chưa chịu thua.

Một con chó săn yêu quý của nhà vua

mới sinh ba chú chó con, nhà vua liền

lấy ba chú chó đó đưa cho ba hoàng tử:

“Các con hãy mang chúng tới cho hôn

thê của mình nuôi rồi sau một tháng

nữa đem chúng trở lại: ai nuôi dưỡng

nó tốt hơn sẽ được làm hoàng hậu”. Sau

một tháng con chó được nuôi tại nhà cô

thợ làm bánh trở thành một chú chó

canh nhà to lớn mập mạp, bởi vì trong

nhà lúc nào cũng sẵn bánh mì cho nó

ăn; con chó được nuôi tại nhà cô thợ dệt

vốn không được ăn uống đầy đủ lắm đã

trở thành một con chó ngao háu ăn.

Hoàng tử út tới diện kiến nhà vua với

một chiếc chuồng nhỏ, nhà vua mở cửa

30

E il Re disse: "Non c’è dubbio; sarà re

mio figlio minore e la rana sarà regina".

Furono stabilite le nozze, tutti e tre i

fratelli lo stesso giorno. I fratelli

maggiori andarono a prendere le spose

con carrozze infiorate tirate da quattro

cavalli, e le spose salirono tutte cariche

di piume e di gioielli.

Il più piccino andò al fosso, e la rana

l’aspettava in una carrozza fatta d’una

foglia di fico tirata da quattro lumache.

Presero ad andare: lui andava avanti, e

le lumache lo seguivano tirando la

foglia con la rana. Ogni tanto si fermava

ad aspettare, e una volta si addormentò.

Quando si svegliò, gli s’era fermata

davanti una carrozza d’oro, imbottita di

velluto, con due cavalli bianchi e dentro

c’era una ragazza bella come il sole con

chuổng và từ trong đó một con chó xù

thắt nơ, lông chải mượt mà và thơm tho

sạch sẽ. Nó biết đứng thẳng bằng hai

chân sau, biết tập mốt hai mốt và biết

cả làm phép tính. Và nhà vua tuyên bố:

“Không còn nghi ngờ gì nữa; con trai út

của ta sẽ là nhà vua và nàng ếch sẽ là

hoàng hậu”.

Cả ba chàng hoàng tử đều làm đám

cưới vào cùng một ngày. Hai hoàng tử

lớn tới rước dâu với những cỗ xe được

trang trí hoa kéo bởi bốn con ngựa, và

vị hôn thê cuả hai chàng ai cũng khoác

trên người những bộ cánh lông vũ và đồ

trang sức.

Hoàng tử út tới mương nơi con ếch đã

đợi chàng từ trước với một cỗ xe được

làm từ một chiếc lá quả vả nâng bởi bốn

con ốc sên. Đoàn người cứ thế đi:

hoàng tử út đi trước và bốn con ốc sên

theo sau, nâng chiếc lá có con ếch ở

trên. Thỉnh thoảng chàng dừng lại chờ

chúng, và một lần chàng đã ngủ quên.

Khi chàng tỉnh giấc, chàng thấy mình

đang ở trước một cỗ xe bằng vàng, ghế

nệm bọc nhung do hai con ngựa màu

31

un abito verde smeraldo. "Chi siete?"

disse il figlio minore."Sono la rana", e

siccome lui non ci voleva credere, la

ragazza aperse uno scrigno dove c’era la

foglia di fico, la pelle della rana e

quattro gusci di lumaca. "Ero una

Principessa trasformata in rana, solo se

un figlio di Re acconsentiva a sposarmi

senza sapere che ero bella avrei ripreso

la forma umana."

Il Re fu tutto contento e ai figli maggiori

che si rodevano d’invidia disse che chi

non era neanche capace di scegliere la

moglie non meritava la Corona. Re e

regina diventarono il più piccino e la

sua sposa.

trắng kéo và bên trong xe có một cô gái

đẹp như trăng rằm trong bộ quần áo

xanh lục. “Nàng là ai?” hoàng tử út cất

tiếng hỏi. “Em là con ếch đây”. Và vì

hoàng tử không tin nên cô gái liền mở

một chiếc tráp nhỏ trong đó có chứa lá

quả vả, bộ da ếch và bốn cái vỏ ốc sên.

“Em là một nàng công chúa bị biến

thành ếch, và chỉ khi con trai của nhà

vua đồng ý lấy em mà không hề biết em

đã từng rất xinh đẹp thì em sẽ lấy lại

được hình người của mình.”

Nhà vua hết sức vui mừng và nói với

hai người con trai lớn trong lòng đang

bứt rứt ghen tị rằng ai mà thậm chí

không có khả năng chọn hôn thê cho

mình thì không xứng đáng giành được

ngôi vua. Cuối cùng thì hoàng tử út và

hôn thê của chàng đã trở thành nhà vua

và hoàng hậu.

32

II.4 La favola IL CONTADINO ASTROLOGO (la lingua d’origine: l’italiano)

IL CONTADINO ASTROLOGO

(L’autore: Italo Calvino)

C’era una volta un re che aveva perduto

un anello prezioso. Cerca qua, cerca là,

non si trova. Mise fuori un bando che se

un astrologo gli sa dire dov’è, lo fa ricco

per tutta la vita. C’era un contadino

senza un soldo, che non sapeva né

leggere né scrivere, e si chiamava

Gambara. "Sarà tanto difficile fare

l’astrologo? -si disse- Mi ci voglio

provare". E andò dal Re.

Il Re lo prese in parola, e lo chiuse a

studiare in una stanza. Nella stanza c’era

solo un letto e un tavolo con un gran

libraccio d’astrologia, e penna carta e

calamaio. Gambara si sedette al tavolo e

cominciò a scartabellare il libro senza

capirci niente e a farci dei segni con la

penna. Siccome non sapeva scrivere,

venivano fuori dei segni ben strani, e i

servi che entravano due volte al giorno a

BÁC NÔNG DÂN THÔNG THÁI

(Tác giả: Italo Calvino)

Ngày xửa ngày xưa có một ông vua.

Ông làm mất một chiếc nhẫn rất quý

giá. Ông tìm hết mọi ngóc ngách nhưng

vẫn không thấy chiếc nhẫn đâu. Ông

liền ra cáo thị nói rằng nếu có một nhà

chiêm tinh học tìm ra được chiếc nhẫn

thì vua sẽ cho người đó được sống sung

túc suốt đời. Có một bác nông dân

nghèo, chẳng biết đọc cũng chẳng biết

viết, tên là Gambara. Bác tự nhủ: “Làm

một nhà chiêm tinh học có khó không

nhỉ? Mình cũng muốn thử xem sao”.

Thế là bác liền tới gặp nhà vua.

Nhà vua tin lời bác, và đưa bác tới một

căn phòng để nghiền ngẫm. Trong căn

phòng đó chỉ có độc một chiếc giường,

một chiếc bàn học và một quyển sách

khổng lồ về chiêm tinh học, giấy bút và

nghiên mực. Gambara ngồi vào bàn học

và bắt đầu lướt qua các trang sách mà

chẳng hiểu chút gì và bắt đầu vẽ các kí

hiệu. Bởi vì bác không biết viết nên khi

bác thảo ra những kí hiệu lạ lùng đó,

33

portarglì da mangiare, si fecero l’idea

che fosse un astrologo molto sapiente.

Questi servi erano stati loro a rubare

l’anello, e con la coscienza sporca che

avevano, quelle occhiatacce che loro

rivolgeva Gambara ogni volta che

entravano, per darsi aria d’uomo

d’autorità, parevano loro occhiate di

sospetto. Cominciarono ad aver paura

d’essere scoperti e, non la finivano più

con le riverenze, le attenzioni:

"Si, signor astrologo! Comandi, signor

astrologo!"

Gambara, che astrologo non era, ma

contadino, e perciò malizioso, subito

aveva pensato che i servi dovessero

saperne qualcosa dell’anello. E pensò di

farli cascare in un inganno. Un giorno,

all’ora in cui gli portavano il pranzo, si

nascose sotto il letto. Entrò il primo dei

servi e non vide nessuno. Di sotto il letto

Gambara disse forte: - E uno!- il servo

lasciò il piatto e si ritirò spaventato.

Entrò il secondo servo, e sentì quella

voce che pareva venisse di sotto terra: -

những người hầu phục vụ đem đồ ăn

cho bác hai ngày một lần đã nghĩ rằng

bác có thể là một nhà chiêm tinh học

rất uyên bác. Những người hầu này

chính là những kẻ đã lấy cắp chiếc

nhẫn của nhà vua, và bởi lương tâm

không trong sạch nên chúng lầm tưởng

ánh mắt nghiêm khắc mà Gambara nhìn

chúng mỗi lần chúng bước vào phòng

để ra vẻ oai nghiêm là những ánh mắt

ngờ vực của bác. Chúng bắt đầu lo lắng

về việc sẽ bị phát hiện, chúng không

ngừng sùng kính bác nông dân, chúng

luôn miệng nói:

“Hỡi nhà chiêm tinh học, hỡi đức ngài

cao quý, hãy ra lệnh cho chúng con đi!”

Gambara, thực chất không phải là một

nhà chiêm tinh học, mà là một bác

nông dân, và bởi vì bác rất láu cá nên

ngay lập tức bác nghĩ ra rằng có lẽ

những người hầu này phải biết chuyện

gì đó về chiếc nhẫn. Và bác nghĩ tới

việc bẫy chúng nói ra sự thật. Một hôm

tới giờ chúng phục vụ bữa trưa cho bác,

bác đã trốn xuống dưới gầm giường.

Người hầu thứ nhất bước vào và hắn

không thấy ai cả. Từ dưới gầm giường

Gambara nói thật to: - Một thằng!- tên

34

E due! - e scappò via anche lui. Entrò il

terzo, - E tre! – I servi si consultarono: -

Ormai siamo scoperti, se l’astrologo ci

accusa al Re, siamo spacciati. Cosi

decisero d’andare dall’astrologo e

confessargli il furto. - Noi siamo povera

gente, - gli fecero, - e se dite al Re

quello che avete scoperto, siamo perduti.

Eccovi questa borsa d’oro: vi preghiamo

di non tradirci. Gambara prese la borsa e

disse: - lo non vi tradirò, però voi fate

quel che vi dico. Prendete l’anello e

fatelo inghiottire a quel tacchino che c’è

laggiù in cortile. Poi lasciate fare a me.

Il giorno dopo Gambara si presentò al

Re e gli disse che dopo lunghi studi era

riuscito a sapere dov’era l’anello.

– E dov’è?

– L’ha inghiottito un tacchino.

này vứt hết cả bát đĩa lại và chạy biến

đi đầy sợ hãi. Người hầu thứ hai bước

vào, và nghe thấy giọng nói dường như

vọng tới từ dưới lòng đất: - Thằng nữa!

- và cũng sợ hãi chạy mất. Người hầu

thứ ba bước vào, - Thằng thứ ba! - Ba

người hầu hội ý với nhau: - Chúng ta đã

bị phát hiện rồi, nếu như nhà chiêm tinh

học tới tố cáo với vua thì chúng ta sẽ

chết mất. Vì vậy chúng quyết định tới

gặp nhà chiêm tinh học và thú nhận với

ông về vụ trộm. - Chúng con rất

nghèo,- chúng nói với ông, - nếu ngài

thuật lại với vua những gì ngài khám

phá ra được, chúng con sẽ mất tất cả

mọi thứ. Đây là túi vàng: ngài hãy

thương tình đừng tố cáo bọn con.

Gambara nhận lấy chiếc túi và nói: - Ta

sẽ không phản bội lại các ngươi đâu,

nhưng mà các người sẽ phải làm theo

những gì ta nói. Hãy lấy chiếc nhẫn và

mang cho con gà tây ở dưới sân nuốt

vào bụng. Phần còn lại để ta lo.

Ngày hôm sau Gambara tới trình diện

nhà vua và tâu với vua rằng sau khi

nghiên cứu kĩ lưỡng bác đã biết chiếc

nhẫn đang ở đâu.

-Khanh nói xem nó đang ở đâu? –

35

Fu sventrato il tacchino e si trovò

l’anello. Il Re colmò di ricchezze

l’astrologo e diede un pranzo in suo

onore, con tutti i Conti, i Marchesi, i

Baroni e Grandi del Regno. Fra le tante

pietanze fu portato in tavola un piatto di

gamberi. Bisogna sapere che in quel

paese non si conoscevano i gamberi e

quella era la prima volta che se ne

vedevano, regalo di un re d’altro paese.

- Tu che sei astrologo, - disse il Re al

contadino, - dovresti sapermi dire come

si chiamano questi che sono qui nel

piatto. Il poveretto di bestie così non ne

aveva mai viste né sentite nominare. E

disse tra sé, a mezza voce: - Ah,

Gambara, Gambara… sei finito male!

-Bravo! - disse il Re che non sapeva il

vero nome del contadino. - Hai

indovinato: quello è il nome: gamberi!

Sei il più grande astrologo dei mondo.

- Tâu bệ hạ một con gà tây đã nuốt nó.

Con gà đã bị mổ xẻ và sau đó chiếc

nhẫn đã được tìm thấy. Nhà vua đã ban

cho nhà chiêm tinh học rất nhiều của

cải và mời ông ta tới dự bữa tiệc danh

dự cùng với tất cả các vị công tước, hầu

tước, nam tước và những quan lại cấp

cao của triều đình. Trong số những

món ăn chính được mang ra trong bữa

tiệc, có một đĩa tôm hùm. Cần phải biết

rằng tại đất nước này người ta không hề

biết tới món đó và đây là lần đầu tiên

người ta nhìn thấy chúng, vốn là món

quà của một vị vua ở vương quốc khác.

- Khanh vốn là nhà chiêm tinh học, -

vua nói với bác nông dân, - hãy cho ta

biết những con trong đĩa này có tên là

gì vậy. Bác nông dân đáng thương chưa

bao giờ thấy chúng cũng như không

biết gọi tên chúng là gì. Bác tự nói với

chính mình với giọng vừa đủ nghe: -

Ah, Gambara, Gambara…Mày chết đến

nơi rồi!

Tuyệt vời! – nhà vua reo lên. Ngài

36

11 Qua c’è un gioco delle parole tra Gambara e gamberi. C’è una differenza tra le desinenze delle due

parole: -ara e -eri.

không biết tên thật của bác nông dân. –

Khanh đã đoán đúng: chúng chính là

Gamberi - tôm hùm11! Khanh chính là

nhà chiêm tinh học vĩ đại nhất thế giới.

37

CAPITOLO III

DIFFICOLTÀ TRADUTTIVE E SOLUZIONI PROPOSTE

Attraverso le quattro opere tradotte dal vietnamita all’italiano e viceversa,

vorrei adesso analizzare alcune difficoltà sia linguistiche che culturali che ho

dovuto affrontare.

III.1 I problemi lessicali nella traduzione

Nella traduzione letteraria si trovano tante difficoltà nel processo di

“trasferire” e di “costruire” un testo da una lingua ad un’altra. A livello lessicale,

possiamo notare termini e parole corrispondenti fra il vietnamita e l’italiano, il che

potrebbe creare confusione e perplessità per il traduttore. In questa parte vorrei

sottolineare problemi lessicali nella traduzione.

III.1.1 Le parole relative ai concetti culturali

Problema: Una parola che esiste nella lingua d’origine, qualche volta, non

ha un’equivalenza nella lingua d’arrivo a causa delle differenze culturali.

Soluzioni proposte:

- Si conservano le parole nella lingua d’origine senza tradurrle nella lingua

d’arrivo.

Es: - In Italia, la pizza è molto diffusa. È un prodotto gastronomico che ha per

base un impasto di acqua, farina di frumento, e lievito, che dopo una lievitazione

di almeno ventiquattr'ore viene lavorato fino a ottenere una forma piatta, cotto al

forno e variamente condito12. Però in Viet Nam non c’è un piatto simile e, visto

che la pizza è una specialità italiana e ormai è famosa in tutto il mondo, il suo

nome va mantenuta in vietnamita.

- Si aggiunge la parafrasi.

12 Secondo it.wikipedia.org

38

Es: - In Viet Nam c’e` un costume che si chiama “áo dài”. “Ao dai” è un

vestito tradizionale vietnamita per le femmine. È praticamente un abito di seta

stretto ed aderente, indossato con i pantaloni. Viene pronunciato áʊ jàɪ (ow

yai) nel sud del Vietnam, e áʊ zàɪ (ow zai) nel nord. “Áo” deriva dalla parola

cinese che indica “giacca imbottita”13. Nella lingua vietnamita moderna, il termine

“áo” fa riferimento ad un capo di abbigliamento che copre dal collo in giù. “Dài”

invece significa “lungo”. Nella cultura vietnamita, “ao dai” è il simbolo della

bellezza femminile e anche il simbolo nazionale. In questo caso, se il traduttore si

ferma solo con la traduzione parole per parole “abito lungo”, i lettori non possono

capire bene il concetto, quindi sarebbe opportuno aggiungere una spiegazione in

dettaglio.

- Nella favola Tam Cam, nel secondo paragrafo, c’è un’altro concetto che

può causare confusioni: “yếm”. Lo “yếm” è un tradizionale capo di abbigliamento

vietnamita, consistente in una specie di corpetto, usato principalmente come capo

di biancheria intima femminile. Lo “yếm” è un pezzo di stoffa a forma di diamante

indossato sul busto, e legato dietro la nuca e sulla base inferiore della schiena14. Se

scrivessi tutta la definizione di “yếm” nella traduzione, sarebbe molto lunga e

potrebbe annoiare i lettori. Quindi, ho deciso di scrivere nel testo: un abito

tradizionale - yem e poi ho aggiunto una spiegazione pìu dettagliata alla fine della

traduzione.

- Si trova un termine uguale nella lingua d’arrivo.

Es: - Nel secondo paragrafo della favola Tam Cam, abbiamo una parola nel

testo originale “tép” che significa “un tipo di gamberetti piccoli e tipici in Viet

Nam”. Non si può trovarli in Italia, ce ne sono solo in Viet Nam. Per facilitare la

comprensione del testo in italiano, ho deciso di usare solo “gamberetti”.

13 Secondo it.wikipedia.org 14 Secondo it.wikipedia.org

39

- Nella favola Tam Cam, nel settimo paragrafo, abbiamo un termine “giỗ”

nel testo originale. Qua si trova la differenza culturale tra gli orientali (i

vietnamiti) e gli occidentali (gli italiani). In Viet Nam, il giorno in cui una persona

è morta, secondo il calendario lunare, è il giorno per memorizzare quella persona.

In quel giorno d’ogni anno, i membri della famiglia della persona defunta e i suoi

amici fanno un rituale il quale consiste nel comprare frutti, caramelle, i dolci,

buoni cibi che al morto piacevano quando era vivo. Bisogna poi metterli sull’altare

a venerare il morto. Ma in Italia, non c’è un modo simile per venerare il morto e

ho deciso di tradurre “giỗ” in “anniversario della morte”.

- Nella favola Tam Cam, nel decimo paragrafo, c’è un termine “bà bán hàng

nước” nel testo originale. Questo termine indica una donna che vende il tè, le

bibite, le caramelle e anche i tabacchi sul marciapiede. Questa spiegazione è quasi

lunga e non è adatta alla cultura italiana visto che in Italia non c’è quel tipo di

professione. Quindi ho deciso di tradurre quel termine in “un’anziana che aveva

una bancarella di tè”.

- Nel quarto paragrafo della Leggenda della noce d’areca e delle foglie di

betel, c’è un sostantivo “nương” che significa un tipo di campo particolare - la

milpa. La milpa è un agroecosistema di coltivazione usato in Mesoamerica e anche

in qualche zona montuosa e interna vietnamita. Ma nella lingua d’arrivo -

l’italiano, è meglio usare il termine “campo” per far si che i lettori italofoni si

sentano familiari al testo d’arrivo.

III.1.2 L’onomatopea

Problema: Nella letteratura la filastrocca è un tipo di componimento breve

con ripetizione di sillabe ed utilizzo di parole di estrazione popolare.15 Per tradurre

15 Secondo it.wikipedia.org

40

bene le filastrocche (che esistono tanto nelle favole), si deve stare molto attento

alle parole onomatopeiche.

Soluzioni proposte: In ogni filastrocca, si può aggiungere parole necessarie

poiché si possa mantenere la musicalità oppure si può eliminare parole secondarie

senza tuttavia cambiare il significato dei versi. Ogni traduttore può scegliere il

modo di traduzione che ritiene più adatto.

Es:

- Nella favola Tam Cam c’è una filastrocca:

“Bống bống bang bang

Lên ăn cơm vàng cơm bạc nhà ta

Chớ ăn cơm hẩm cháo hoa nhà người.”

L’ho tradotta in italiano come:

“Carissimo gobido mio

Mangia risi miei d’oro e d’argento

Non prendi altri schifosi.”

- C’è un’altra filastrocca molto interessante nella favola Tam Cam :

“Giặt áo chồng tao

Thì giặt cho sạch

Phơi áo chồng tao

Thì phơi bằng sào

Chớ phơi bờ rào

Rách áo chồng tao!”

L’ho tradotta in italiano come:

“Vestiti di marito mio

Lavali con cura

Vestiti di marito mio

Stendeli sul bambù

Sul recinto no, sul recinto no

Che si rovinerà !”

41

III.1.3 Le difficoltà nella traduzione dei titoli:

Problema: Per tradurre il titolo di una storia, dobbiamo decidere di

mantenere il suo nome/significato o di cambiare una parte/tutto per farlo adeguato

con il contenuto della storia.

Soluzioni proposte:

- Mantenere il suo nome.

Es: - Il titolo della favola Tam Cam significa due sorellastre Tam e Cam, ma

siccome dall’inizio della storia c’è una breve introduzione, quindi non ho cambiato

il titolo come Le due sorellastre Tam e Cam, invece ho tenuto il titolo Tam Cam.

- Cambiare una parte oppure tutto il titolo.

Es: - Il titolo della favola Il principe che sposò una rana significa “Hoàng tử

cưới một con ếch”, ho usato un titolo più breve Công chúa ếch (equivalente a “La

principessa rana”). Ho scelto quel titolo perché in questa storia, due protagonisti

sono il principe e la rana. La rana era stata una pricipessa ed era incantata da una

strega. Inoltre, in Viet Nam i lettori, soprattutto i bambini che sono i maggiori

lettori delle favole si sentono familiare con il titolo Công chúa ếch e questo titolo

suona molto bene in vietnamita. Quindi ho deciso di scegliere il titolo Công chúa

ếch.

- Il titolo della favola Il contadino astrologo significa “Bác nông dân - nhà

chiêm tinh học”. Questo contadino non è un astrologo, non sa né scrivere né

leggere, ma gli altri pensano che lui sia un astrologo. Visto che lui è molto furbo,

ho deciso di tradurre il titolo in Bác nông dân thông thái (cioè “Il saggio

contadino”).

III.1.4 Le difficoltà nella traduzione delle espressioni e dei modi di dire

Problema: Durante il processo della traduzione, si trovano espressioni o

modi di dire difficili della lingua d’origine.

Soluzioni proposte: Si cercano espressioni o modi di dire equivalenti nella

lingua d’arrivo.

42

Es: - Nella Leggenda della noce d’areca e delle foglie di betel, nel primo

paragrafo, c’è un modo di dire “giống nhau như in” che significa la somiglianza

perfetta tra due persone. Ma nella lingua d’arrivo - l’italiano, abbiamo un modo di

dire: assomigliarsi come due gocce d'acqua. Quindi ho deciso di usare questo

modo nella mia traduzione.

- Nella favola Il principe che sposò una rana, nel primo paragrafo, si trova

un modo di dire “in età da prender moglie” che significa “trong độ tuổi lấy vợ” in

vietnamita, ma nella letteratura vietnamita si usa tanto un sintagma aggettivo

sinovietnamita - “cập kê” per esprimere “trong độ tuổi lấy vợ”. Visto che suona

molto bene, ho deciso di usare questo sintagma.

- Nel nono paragrafo della favola Il principe che sposò una rana” c’è

un’espressione “bella come il sole” che significa “đẹp như vầng thái dương”.

Nella cultura italiana, il sole rappresenta la fortezza e i maschili. Invece, nella

cultura agricola vietnamita, la luna rappresenta la bellezza femminile e le

femmine. Quindi ho tradotto quest’espressione in “đẹp như trăng rằm”.

- Nell’ultimo paragrafo della favola Il contadino astrologo, c’è un sintagma

nominale “il poveretto di bestie”. L’aggettivo “poveretto” deriva dalla parola

“povero” e contiene il suffisso alterativo -etto con il valore diminuitiva. Inoltre, la

parola “bestia” significa persona rozza, ignorante e maleducata. Quindi ho deciso

di tradurre tutto il sintagma in “bác nông dân đáng thương”.

- Nella Leggenda della noce d’areca e delle foglie di betel, si trova

un’espressione nel sesto paragrafo “mình gầy xác ve” che riferisce alle persone

troppo magre. In italiano c’è un’espressione equivalente “rimanere pelle e ossa”.

III.2 I problemi morfosintattici nella traduzione

III.2.1 Le difficoltà nella traduzione dei pronomi personali

Problema: I pronomi personali nella lingua vietnamita possono variare

molto causando difficoltà ai parlanti non di madrelingua vietnamita. C’è una vasta

43

varietà di pronimi vietnamiti per indicare i sei pronomi italiani. Vorrei presentare

un breve confronto tra alcuni pronomi vietnamiti con quelli italiani.

N0 Pronomi

personali

vietnamiti

Persona Pronomi

personali

equivalenti

in italiano

Uso

1 Tôi Prima personale

singolare

io Ha il senso più neutrale e viene

usato nelle situazioni formali

2 Tớ/Mình Prima personale

singolare

io Viene usato tra gli amici per

mostrare affetto

3 Em Prima personale

singolare

io Viene usato quando il parlante è

più giovane del suo interlocutore

4 Anh Prima personale

singolare

io Viene usato quando il parlante è

maschile ed è più grande del suo

interlocutore

5 Chị Prima personale

singolare

io Viene usato quando il parlante è

femminile ed è più grande del

suo interlocutore

6 Cháu Prima personale

singolare

io Viene usato quando il parlante è

il nipote del suo interlocutore

7 Tao Prima personale

singolare

io Viene usato tra amici nei casi

informali

8 Bố/Thầy Prima personale

singolare

io Viene usato quando il parlante è

il padre del suo interlocutore

9 Mẹ/Bầm/U Prima personale

singolare

io Viene usato quando il parlante è

la madre del suo interlocutore

10 Ông Prima personale

singolare

io Viene usato quando il parlante è

il nonno del suo interlocutore

11 Bà Prima personale

singolare

io Viene usato quando il parlante è

la nonna del suo interlocutore

12 Bác Prima personale

singolare

io Viene usato quando il parlante è

lo zio/la zia del suo interlocutore

44

13 Cô/Dì Prima personale

singolare

io Viene usato quando il parlante è

la zia del suo interlocutore

14 Chú/Cậu Prima personale

singolare

io Viene usato quando il parlante è

lo zio del suo interlocutore

15 Cậu/Bạn/Ấy Seconda personale

singolare

tu Viene usato tra amici per

mostrare affetti

16 Mày Seconda personale

singolare

tu Viene usato tra amici nei casi

informali

17 Anh ấy Terza personale

singolare

lui Si tratta di una terza persona

maschile

18 Cô ấy Terza personale

singolare

lei Si tratta di una terza persona

femminile

19 Chúng tôi Prima personale

plurale

noi Implica tutti i parlanti, escluso

l’interlocutore, usato nel

linguaggio formale

20 Chúng ta Prima personale

plurale

noi Implica tutti i parlanti, incluso

l’interlocutore, usato nel

linguaggio formale

21 Chúng mình/

Bọn mình

Prima personale

plurale

noi Usato nel linguaggio informale,

familiare

22 Các bạn Seconda personale

plurale

voi Usato nel linguaggio comune

23 Chúng mày Seconda personale

plurale

voi Usato nel linguaggio informale,

con senso dispregiativo

24 Họ Terza personale

plurale

loro Usato nel linguaggio comune

25 Chúng nó/Bọn

ấy/ Lũ đấy

Terza personale

plurale

loro Usato nel linguaggio informale,

con senso dispregiativo

Soluzioni proposte: Bisogna dunque dare attenzioni ai rapporti familiari e

sociali fra i parlanti, all’età, alla situazione comunicativa per poter scegliere i

pronomi adeguati.

45

Es : - Nella favola Il principe che sposò una rana, ho scelto il pronome

“chàng” per indicare il principe e “nàng” per indicare la principessa trasformata in

una rana. Nel linguaggio vietnamita odierno “lui” e “lei” sono tradotti come “anh”

e “em”, ma siccome si tratta di una favola, bisogno utilizzare i pronomi adeguati al

suo ambiente storico. La scelta pìu giusta è i due pronomi “chàng” e “nàng”.

- Nella favola Il contadino astrologo, ho dovuto tradurre i pronomi “io” e

“tu”. Nel linguaggio vietnamita odierno “io” e “tu” possono essere tradotti come

“tôi” e “anh”, ma quando ho tradotto quello che il re dice al contadino, ho usato il

pronome “khanh/ngươi”, e quando ho tradotto quello che il contadino dice al re,

ho usato il il pronome “bệ hạ”. Questi due pronomi “bệ hạ” e “khanh/ngươi”

esprimono benissimo il rapporto fra il re e il suo abitante.

III.2.2 Le difficoltà nell’uso delle preposizioni

Problema: In qualsiasi lingua, qualche volta usare giustamente le

preposizioni può sembrare una sfida. Se non trovassimo la giusta preposizione,

potremmo causare il malintenso ai lettori.

Soluzioni proposte: Bisogna dunque dare attenzioni all’uso delle

preposizioni, particolarmente agli usi diversi di una stessa preposizione per poter

scegliere quelle adeguati.

Es: - Con il sostantivo “piedi” possiamo aggiungere due preposizioni “in/a”.

“In piedi” significa “in posizione eretta, non seduti o sdraiati” (equivalente a

“đứng” in vietnamita) mentre “a piedi” significa “camminando, senza un mezzo di

trasporto” (equivalente a “bằng chân” in vietnamita).

- Nella lingua vietnamita, c’è una preposizione di luogo “tại” che può

essere tradotta in italiano “in/a”. Dipende dai nomi a cui accompagna, si usa “in” o

“a”. La preposizione di luogo “a” si usa con i nomi di città o di isole piccole. Per

esempio: Domani vado a Palermo/ Di solito facciamo le vacanze a Capri. Invece,

la preposizione di luogo “in” si usa con i nomi di nazioni, regioni, continenti, isole

46

grandi. Per esempio: Parigi è in Francia/ La montagna in Calabria è molto bella/

L’anno prossimo voglio andare in Africa/ Sandro abita in Corsica.

- Nella favola Il contadino astrologo, ci sono tre locuzioni che contengono

la preposizione “in”: prese in parola, in un inganno, in suo onore. Nella prima

locuzione, “in” fa parte di un’espressione che significa: credere in ciò che dice

qualcuno. La preposizione “in” di altre due locuzioni significa “trong”, indicando

il posto.

III.2.3 Analisi contrastiva nell’uso del tempo verbale

Problema: Ogni verbo della lingua vietnamita ha tre tempi (presente,

passato prossimo e futuro) mentre ogni verbo dell’italiano ha diversi tempi. Nel

modo indicativo può essere coniugato in otto tempi diversi: quattro semplici

(presente, imperfetto, passato remoto e futuro semplice) e quattro composti

(passato prossimo, trapassato prossimo, trapassato remoto, futuro anteriore).

Secondo prof. Marcello Marinucci, i tempi vengono definiti16:

- Il presente viene usato per indicare la contemporaneità dell’azione rispetto

al momento dell’enunciato.

- L’imperfetto è il tempo passato che esprime incompiutezza e duratività di

un’azione o di uno stato in opposizione alla compiutezza espressa dal passato

remoto. Indica un’azione avvenuta nel passato in un arco di tempo di cui non è

precisato né il momento di inizio, né quello conclusivo.

- Il passato remoto indica un’azione compiuta nel passato e priva di rapporti

con il momento dell’enunciazione. È usato nella prosa narrativa, nei racconti, nelle

didascalie dei dialoghi.

- Il passato prossimo è costituito dal presente di un ausiliare (essere o avere)

e dal participio passato del verbo e indica un’azione compiuta nel passato, il cui

processo è considerato obiettivamente o psicologicamente attuale.

16 Marcello Marinucci, 1996, La lingua italiana, da pagina 240 a 244, Edizioni Scolastiche Bruno Mondadori, Torino.

47

- Il trapassato prossimo è costituito dall’imperfetto di un ausiliare (essere o

avere) e dal participio passato del verbo. Indica un’azione conclusa nel passato,

anteriormente a un’altra azione passata.

- Il trapassato remoto è costituito dal passato remoto di un ausiliare (essere o

avere) e dal participio passato del verbo. Indica azioni o fatti anteriori ad altre

azioni o fatti espressi col passato remoto; come il trapassato prossimo, esprime

dunque un rapporto temporale relativo; il suo uso è limitato alle proposizioni

temporali.

- Il futuro semplice indica un’azione o un fatto che, rispetto al momento

dell’enunciazione, deve ancora compiersi o verificarsi.

- Il futuro anteriore è formato dal futuro semplice di un ausiliare (essere o

avere) e dal participio passato del verbo e indica un evento futuro, presupposto

come anteriore rispetto a un altro anch’esso futuro.

Soluzioni proposte:

- Per tradurre dal vietnamita in italiano bisogna considerare diversi

elementi nel testo per decidere quale di questi tempi verbali è quello giusto.

Es: - Nella Leggenda della noce d’areca e delle foglie di betel, si legge “Thời

xưa một nhà quan lang họ Cao…”. Ho usato il verbo “essere” al tempo imperfetto,

traducendo la frase come “C’era una volta il mandarino Cao…”. Nel resto di

questa storia ho usato principalmente il tempo passato remoto e l’imperfetto

perché questa storia è una leggenda, una cosa accaduta tanto tempo fa.

- Per tradurre dall’italiano in vietnamita bisogna aggiungere avverbi o

locuzioni avverbiali.

Es: - Nella favola Il contadino astrologo, nel secondo paragrafo c’è una frase

“Questi servi erano stati loro a rubare l’anello…” che esprime un fatto già

accaduto e quindi l’ha tradotta in: “Những người hầu này chính là những kẻ đã lấy

cắp chiếc nhẫn của nhà vua…”. Nella lingua d’arrivo - il vietnamita, ho dovuto

aggiungere nella traduzione un avverbio “đã/rồi” (equivalente a “già” in italiano).

48

- Nella favola Il principe che sposò una rana, c’è un frase: “E il Re disse: “Non

c’è dubbio; sarà re mio figlio minore e la rana sarà regina”. Visto che nella

dichiarazione del Re l’azione dovrà avvenire nel futuro, l’ho tradotta in: “Nhà vua

tuyên bố: “Không còn nghi ngờ gì nữa; con trai út của ta sẽ là nhà vua và nàng ếch

sẽ là hoàng hậu”. Ho dovuto aggiungere l’avverbio “sẽ” per esprimere l’aspetto

futuro del fatto.

In questa parte, ho fatto un breve riassunto delle difficoltà traduttive che

comprendono i problemi lessicali (le parole relative ai concetti culturali,

l’onomatopea, le difficoltà nella traduzione dei titoli e delle espressioni) e i

problemi morfosintattici ( le difficoltà nella traduzione dei pronomi personali, le

difficoltà nell’uso delle preposizioni e l’analisi contrastiva nell’uso del tempo

verbale). Inoltre, ho dato le soluzioni proposte per superarle e per migliorare la

traduzione.

49

CONCLUSIONE

Nella prima parte della tesi ho fatto un breve riassunto delle origini e delle

caratteristiche della lingua vietnamita e quella italiana per una conoscenza delle

due lingue - un elemento indispensabile nel processo di traduzione. La seconda

parte serve a mostrare quattro esempi di traduzione delle favole dal vietnamita

all’italiano e viceversa (Tam Cam, La leggenda della noce d’areca e delle foglie di

Betel, Il principe che sposò una rana, Il contadino astrologo). Alla fine della tesi,

ho fatto una lista delle difficoltà nella traduzione e le soluzioni proposte per

superarle per l’ottima traduzione.

Spero che la mia tesi potrebbe esservi utili nel processo di traduzione e

nella ricerca di cultura e di lingua italiana. Desidero che questa tesi sia un appello

a tutte le persone che vogliono scoprire e approfondire la lingua e la cultura

italiana invitandoli a fare ricerche sullo stesso argomento. Inoltre, ho una speranza

di vedere più libri tradotti direttamente dall’italiano nel futuro.

A causa del limite di tempo e di conoscenza, ci siano sicuramente errori

inevitabili nella mia tesi. Però una volta ho letto un proverbio che dice “Facendo

errori, s’impara”, quindi non bisognerebbe esserne troppo preoccupato. Spero di

ricevere i commenti e le correzioni per migliorare questa tesi.

50

RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI E SITOGRAFICI

1. Marcello Marinucci, 1996, La lingua italiana, Edizioni Scolastiche Bruno

Mondadori, Torino.

2. Lorenza Rega, 2001, La traduzione letteraria, UTET Libreria, Torino.

3. G.Ravera Aira, R.Maurizzi, F.Piazzi, Grammatica italiana, Paccagnella

Editore S.p.a, Bologna.

4. Valeria Della Valle, Giuseppe Patota, 2011, Viva la grammatica, Sperling

& Kupfer Editore S.p.a,

5. Claudio Manella, 2005, Guida ai pronomi, Progetto Lingua Edizioni,

Firenze (prima edizione 1999).

6. Ciro Massimo Naddeo, 1999, I pronomi italiani, Alma Edizioni, Firenze.

7. Nguyễn Hữu Quỳnh, 1994, Tiếng Việt hiện đại, (pagina 42-58), Trung tâm

biên soạn từ điển bách khoa việt Nam, Hà Nội.

8. Italo Calvino, 1971 (prima edizione 1956), Fiabe italiane, Einaudi, Torino.

9. La letteratura popolare vietnamita

10. http://it.wikipedia.org/wiki/Pagina_principale