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ANCORA INSIEME PER UN ORDINE MODERNO E FATTIVO L’Ordine e L’Avvocatura Romana hanno bisogno e meritano serietà, rigore ed autorevolezza ma, soprattutto, fatti concreti di Antonio Conte G entilissimi Colleghe e Colleghi, la drammatica quotidianità vissuta dall’Avvocatura tutta, non ci permette di perdere tempo con approcci miracolistici, né di ascoltare le promesse di una classe politica che da sempre ci offende e ci dileggia, né di perderci nella solita campagna elettorale biennale fatta di e-mail e di proclami, oggi come mai, fuori luogo. Se aveTe avuto la pazienza e la voglia di leggere il messaggio di Auguri (pubblicato integralmente a pagina 3), che ho inviato a tutti i colleghi romani, rileverete che non c’è più spazio per gli indugi, le debolezze, l’inerzia. L’Avvocatura tutta, e in particolare quella romana, ha bisogno e merita serietà, rigore ed autorevolezza ma, soprattutto, merita risposte e fatti concreti. In questi giorni si chiude il biennio consiliare e sarebbe entusiasmante lasciarlo con una mobilita- zione dell’Avvocatura romana contro una “politi- ca tecnica e non” che sta strangolando la nostra categoria. Vedremo se saremo capaci di riuscirvi. Consentitemi, tuttavia, poche parole sul biennio che si chiude e su quello che verrà. In uno dei momenti più difficili della nostra storia, il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Roma si sente orgoglioso di aver prodotto risultati tangibi- li - mai raggiunti prima - e ritiene doveroso dar- ne conto ai Colleghi romani che si apprestano ad eleggere nuovamente i propri rappresentanti per il prossimo biennio. Voglio ricordare quei risultati di cui il Consiglio si può fregiare - dimostrati nei fatti - da due anni di gestione dell’Ordine degli Avvocati di Roma. N. 3 DICEMBRE 2011 3 GLI AUGURI DI NATALE DEL PRESIDENTE di Antonio Conte 5 L’ORDINE CON I CONTI IN ORDINE di Francesco Gianzi 6 ELEZIONI: È TEMPO DI TIRARE LE SOMME di Giovanni Cipollone 8 TOGHE D’ORO Immagini e interventi 14 DUE INTENSI ANNI DI ATTIVITÅ FORMATIVA di Livia Rossi 15 L’INCREMENTO DELLE ATTIVITÀ CONSILIARI IN SEDE DISCIPLINARE di Rodolfo Murra 16 SPECIALE SALONE DELLA GIUSTIZIA DI ROMA La consegna dei fondi in favore dei piccoli pazienti del reparto pediatrico dell’ospedale Umberto I Foto di Francesca Romana Guarnaschelli

N. 3 - foro romano · favore degli Avvocati Romani, ... magari, finalmente dai Magistrati ... Governo e soprattutto al Capo dello Stato (garan-

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ANCORA INSIEME PER UN ORDINE MODERNO E FATTIVO

L’Ordine e L’Avvocatura Romana hanno bisogno e meritano serietà, rigore ed autorevolezza ma, soprattutto, fatti concreti

di Antonio Conte

G entilissimi Colleghe e Colleghi,

la drammatica quotidianità vissuta dall’Avvocatura tutta, non ci permette di perdere tempo con approcci miracolistici, né di ascoltare le promesse di una classe politica che da sempre ci offende e ci dileggia, né di perderci nella solita campagna elettorale biennale fatta di e-mail e di proclami, oggi come mai, fuori luogo.Se aveTe avuto la pazienza e la voglia di leggere il messaggio di Auguri (pubblicato integralmente a pagina 3), che ho inviato a tutti i colleghi romani, rileverete che non c’è più spazio per gli indugi, le debolezze, l’inerzia.L’Avvocatura tutta, e in particolare quella romana, ha bisogno e merita serietà, rigore ed autorevolezza ma, soprattutto, merita risposte e fatti concreti.In questi giorni si chiude il biennio consiliare e sarebbe entusiasmante lasciarlo con una mobilita-zione dell’Avvocatura romana contro una “politi-ca tecnica e non” che sta strangolando la nostra categoria.Vedremo se saremo capaci di riuscirvi.Consentitemi, tuttavia, poche parole sul biennio che si chiude e su quello che verrà.In uno dei momenti più difficili della nostra storia, il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Roma si sente orgoglioso di aver prodotto risultati tangibi-li - mai raggiunti prima - e ritiene doveroso dar-ne conto ai Colleghi romani che si apprestano ad eleggere nuovamente i propri rappresentanti per il prossimo biennio.Voglio ricordare quei risultati di cui il Consiglio si può fregiare - dimostrati nei fatti - da due anni di gestione dell’Ordine degli Avvocati di Roma.

N. 3 DICEMBRE 2011

3 GLI AUGURI DI NATALE DEL PRESIDENTE di Antonio Conte

5 L’ORDINE CON I CONTI IN ORDINEdi Francesco Gianzi

6 ELEZIONI: È TEMPO DI TIRARE LE SOMMEdi Giovanni Cipollone

8 TOGHE D’OROImmagini e interventi

14 DUE INTENSI ANNI DI ATTIVITÅ FORMATIVA di Livia Rossi

15 L’INCREMENTO DELLE ATTIVITÀ CONSILIARI IN SEDE DISCIPLINARE di Rodolfo Murra

16 SPECIALE SALONE DELLA GIUSTIZIA DI ROMA

La consegna dei fondi in favore dei piccoli pazienti del reparto pediatrico dell’ospedale Umberto I

Foto di Francesca Romana Guarnaschelli

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segue dalla prima pagina

editoriale

A CurA del Presidente del Consiglio dell’ordine

Avv. Antonio Conte

il consiglio dell’ordine di roma chiude il biennio con una serie di risultati positivi sintetizzati nelle pagine che seguono

In questo biennio, tuttavia, l’Ordine degli Avvocati di Roma, oltre a svolgere, con risultati da record i propri compiti istituzionali, si è battuto con tenacia per l’Avvocatura nei confronti di una classe politica che continua ad escludere la Categoria Forense da ogni tavolo di concertazione legislativo sui propri problemi e, soprattutto, sugli atavici limiti struttu-rali del sistema Giustizia che rallentano drammati-camente lo sviluppo produttivo del Paese.L’Ordine di Roma, ha riacquistato, con orgoglio dopo anni passati in un cono d’ombra, un nuovo ruolo istituzionale, facendo sentire forte la sua voce con gli Uffici Giudiziari, mantenendo la propria autonomia dalle istituzioni nazionali e recuperando una credibilità dell’Avvocatura romana che si era persa in sterili diatribe interne ed in inutili polemi-che improduttive nell’ultimo decennio.Siamo riusciti a voltare pagina.Per questo dobbiamo pensare al futuro e alle tan-tissime idee da realizzare, ai tantissimi progetti da portare a termine.Abbiamo già in cantiere un numero di iniziative, tra cui l’abbonamento gratuito al data base Sir/Find del Tribunale civile di Roma, in attesa del via libera del Garante della protezione dei dati personali; l’apertura di uno sportello consiliare presso il Tribunale civile per consentire operazioni burocratiche rapide, tra cui pagamenti, certificati, informazioni, ecc.; la realizza-zione di tre “Pink parking” in Viale Giulio Cesare, di fronte all’ingresso del Tribunale civile, riservati alle colleghe in stato interessante; l’ottenimento di un ti-cket “fascia blu” da parte del Comune di Roma in favore degli Avvocati Romani, e molto altro ancora.Concludo nello stesso modo con cui ho chiuso il mio messaggio di Auguri inviato a tutti i colleghi romani dello scorso 23 dicembre: voglio ricordare che anche questo Natale, l’Ordine di Roma, repe-rendo risorse che sono state risparmiate con la chiu-sura dell’inutile e dispendiosa sede di Via Valadier, nonché grazie a donazioni spontanee di Avvocati, è stato protagonista di una nuova bellissima iniziativa benefica verso il Reparto Pediatrico dell’Ospedale Policlinico Umberto I di Roma. L’Avvocatura Romana, con orgoglio, ha permesso l’acquisto, come lo scorso anno, di un’altra serie di sofisticate strumentazioni, da installarsi alle incu-batrici dei neonati in difficoltà, che garantiscono ai medici del Reparto di Terapia Intensiva di salvare delle piccole vite di bimbi non fortunati.Questa è l’Avvocatura Romana.Un saluto caro e cordiale unitamente ad un augu-rio per un sereno e proficuo 2012 a tutti i colleghi Romani.

Antonio Conte

Grazie ad una rilevantissima maggioranza, unita, leale e forte - che è stata la spina dorsale del Consi-glio con uomini e donne che si sono spesi senza ri-sparmio di energie e di passione - abbiamo raggiun-to risultati molto importanti e rinnovato fortemente l’attività dell’Istituzione.Ritengo che meglio di tante parole si esprimano i numeri, che sono inequivocabili nella loro inattac-cabile verità, e che comprovano quanto è stato fatto per l’Avvocatura romana.Per questo, vi prego di dedicare qualche minuto del vostro prezioso tempo a leggere, con attenzione mirata, quanto troverete all’interno dell’attuale nu-mero del Foro e che conferma - incontestabilmente - quale sia stato l’impegno, la tenacia e la costan-za con cui ciascun Consigliere della maggioranza ha adempiuto al proprio dovere di amministrare il Consiglio, rappresentarlo nelle più diverse sedi e promuoverne le attività.Una migliore visibilità dell’Ordine degli Avvocati di Roma, infatti, è stata garantita da un rinnovato slancio istituzionale che ha permesso di ottimizza-re le risorse e migliorarne l’immagine e la comuni-cazione verso gli iscritti e verso l’esterno. A cominciare dalla razionalizzazione delle sedi (con la chiusura di via Valadier, e il rinnovo della Sala Avvocati presso il Palazzaccio), fino al rest-yling funzionale del sito internet e delle pubblica-zioni dell’Ordine, fino ancora all’evento di celebra-zione del Centenario, alle iniziative di gemellaggio e alla partecipazione al Salone della Giustizia.L’Ordine di Roma ha riacquistato smalto e credibi-lità tanto sul piano interno, dei rapporti con i propri dipendenti, collaboratori e iscritti, quanto su quello esterno nelle relazioni con la Magistratura, con la cittadinanza e con le Istituzioni forensi e non.La presenza istituzionale dell’Ordine nelle massime assisi ha riconfermato quella autonomia e quel pre-stigio che si era già riguadagnato anche assumendo alcune decisioni in controtendenza, come la riduzio-ne autarchica del numero dei crediti formativi da 30 a 20 per ogni annualità, in favore dei Colleghi romani.Non posso non rilevare che quelli appena trascor-si sono stati due anni di fatti e non di parole, grazie all’appassionato, generoso ed infaticabile lavoro di quei Consiglieri che hanno lavorato realizzando pro-getti e mantenendo impegni, in uno dei momenti più drammatici per la nostra categoria e per il Paese tutto.L’Ordine degli Avvocati di Roma, che è e resta il più numeroso d’Italia, soffre a livello locale, di tutte le difficoltà che vive l’Avvocatura a livello nazionale, purtroppo e ovviamente amplificate dalla quantità e dalla problematicità connessa all’esercizio della professione nella Capitale.

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Gentilissime Colleghe, Gentilissimi Colleghi, da parte mia, e di tutto il Consiglio, desideravo formularvi un augurio affettuoso per un sereno e felice Natale, anche se la nostra categoria – come del resto, il Paese – sta vivendo un momento stori-co che definire drammatico, è limitativo. L’attuale Governo “dei professori” - proseguendo la linea della “politica” precedente da Bersani ad Alfano - sta assestando gli ultimi colpi mortali alla nostra luminosa e nobilissima professione. Dall’organiz-zazione della giustizia, alla disciplina delle profes-sioni, alla soppressione delle Casse di Previdenza professionali, ogni giorno di più, crescono i “fon-dati rumors” riguardo una definitiva soppressio-ne dell’Ordine Forense, ultimo baluardo a difesa dell’Avvocatura. Sempre in nome dell’abusata “li-beralizzazione”, si sente addirittura parlare della folle abnormità dell’eliminazione dell’esame di abilitazione: così, in Italia in un sol giorno, avre-mo 2 milioni e mezzo di Avvocati! Per non parlare, poi, delle società di capitali che cancellano con un tratto di penna i principi fon-danti la professione, l’autonomia e l’indipendenza dell’avvocato! Con ogni probabilità, così vedremo banche, assicurazioni, gruppi industriali comprar-si a stock gli avvocati che verrebbero così ridotti ad un ruolo di comparse impiegatizie! Ogni com-mento ulteriore appare superfluo. Si tratta di misu-re che non hanno nessun impatto - nonostante ven-gano propalate con effetto contrario - nel progetto complessivo di stabilizzazione finanziaria. Tutti sanno - o dovrebbero sapere - che gli Ordini fo-rensi sono un ente pubblico non economico che si autofinanzia, senza alcuna incidenza di spesa per il cittadino e con soli oneri a carico degli iscritti all’Albo. Ciononostante, li vogliono radere al suo-lo, e nella migliore delle ipotesi, svuotarli com-pletamente di ogni delega, sottraendo agli stessi - in primis - la potestà disciplinare, cosicché gli Avvocati saranno giudicati dalle categorie di con-sumatori, da soggetti privi di competenze tecniche o, magari, finalmente dai Magistrati…Quindi? Dobbiamo arrenderci? Dobbiamo atten-dere che i nostri organi di rappresentanza nazio-nale facciano qualcosa? Dobbiamo continuare a tacere dinnanzi a quel muro di opacità dei poli-tici “classici” e dei politici “tecnici”, che hanno precluso ogni tavolo di interlocuzione all’Avvo-catura negli ultimi vent’anni? Siccome ancora crediamo che l’art. 24 della Costituzione, difenda valori intramontabili, dei quali l’avvocato è as-soluto protagonista - mediando costui il rapporto tra cittadino ed Autorità giurisdizionale - l’Ordine

degli Avvocati di Roma ha deciso di assumere, un’ultima iniziativa, dettata dall’orgoglio e dal-la necessità di provvedere alla tutela di storiche tradizioni della nostra categoria. Abbiamo così deciso di acquistare intere pagine sui quotidiani nazionali per diffondere un proclama, diretto al Governo e soprattutto al Capo dello Stato (garan-te ultimo dei diritti inviolabili che l’ordinamento giuridico attribuisce ai consociati), allo scopo di sensibilizzare un suo intervento e di suscitare nel-la collettività un sentimento di riprovazione degli intenti governativi. Contestualmente, abbiamo deliberato di indire una mobilitazione di massa - da svolgersi nel mese di gennaio prima della sca-denza del biennio - sempre al fine di informare i cittadini sul rischio che è connesso all’attuazione dei propositi dell’attuale esecutivo. Non ne pos-siamo francamente più, dei continui insulti che la classe politica ed i poteri forti rivolgono alla cate-goria degli Avvocati, penalizzando le giovani ge-nerazioni ed i professionisti che quotidianamente svolgono con senso del dovere il loro duro lavoro, dimenticando di colpire invece quelle che sono le vere e proprie caste! Vi chiedo, quindi, di condividere, con noi, questo momento di lotta - che condurremo con la neces-saria fermezza ma anche con il decoro che deve sempre ispirare le nostre azioni - ed auguro a voi ed alle vostre famiglie, dal profondo del cuore, anche a nome del Consiglio tutto, i miei miglio-ri Auguri per un sereno Natale e per un positivo 2012, nella speranza che sull’Avvocatura torni a splendere il sole luminoso che merita. Concludo, ricordando che anche questo Natale, l’Ordine di Roma - reperendo risorse che sono state rispar-miate con la chiusura dell’inutile e dispendiosa sede di Via Valadier, nonchè grazie a donazioni spontanee di avvocati - è stato protagonista di una nuova bellissima iniziativa benefica verso il Reparto Pediatrico dell’Ospedale Policlinico Um-berto I di Roma. L’Avvocatura Romana, con orgo-glio, ha permesso l’acquisto, come lo scorso anno, di un’altra serie di sofisticate strumentazioni, da installarsi alle incubatrici dei neonati in difficoltà, che garantiscono ai medici del Reparto di Terapia Intensiva di salvare delle piccole vite di bimbi non fortunati. Questa è l’Avvocatura romana. Grazie per l’attenzione.

Un saluto caro e cordiale. Antonio Conte

Gli auguri di Natale del PresidenteUN AUGURIO AFFETTUOSO DI BUON NATALE all’avvocatura romana (A MENO CHE NON SOPPRIMANO PURE IL NATAle ... )

Primo PiAno

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Primo PiAno

Favoriti da un continuo scambio franco e co-struttivo e dalla creazione di relazioni stabili e ispirate dalla massima collaborazione, nu-

merose iniziative sono state avviate per rafforzare i rapporti tra avvocati e magistrati, sia sul piano della collaborazione funzionale, sia su quello delle deci-sioni strategiche di impatto per tutti gli operatori.Grazie alla presenza assidua a ogni incontro deci-sionale e organizzativo, come i Consigli giudiziari, le Commissioni di manutenzione degli edifi ci giu-diziari, gli Organismi di consulenza sul processo telematico e sulla informatizzazione e via dicendo, il Consiglio ha innanzitutto evidenziato una discon-tinuità con il passato e rimarcato la presenza, la di-sponibilità e il punto di vista degli avvocati in ogni ambito riguardante la gestione della vita dei Palazzi di Giustizia.Non solo, anche la presenza istituzionale ha ricevu-to impulso, attraverso la presenza di un rappresen-tante del Consiglio alle cerimonie di inaugurazione dell’Anno giudiziario presso numerosi Uffi ci giudi-ziari della Capitale, prendendo la parola in rappre-sentanza del Consiglio.Nei rapporti con il Tribunale di Roma, una prima vittoria è stata segnata dal Consiglio dell’Ordine nella battaglia contro la riduzione dell’orario delle cancellerie che, con l’ultimo provvedimento del Pre-sidente del Tribunale, adottato a novembre, dà atto dell’intervento dell’Ordine e ne soddisfa le istanze.Con la Presidenza del Tribunale dei minorenni è stato siglato un protocollo di per l’organizzazione delle udienze e con la Procura Generale presso la Corte dei Conti, avviato un nuovo automatismo per lo scambio telematico di informazioni, via PEC, tra gli avvocati e gli uffi ci.Con la Presidenza del Tribunale per i minorenni, inoltre è stato stipulato un accordo per l’attivazione di “punti informativi” sui procedimenti e per l’inse-rimento, all’interno della sede nel palazzo di Via dei Bresciani, di un punto vendita autorizzato per valo-ri bollati e fotocopie. Ulteriori frutti dell’attività di concertazione e collaborazione con la Magistratura riguardano la sezione Fallimentare del Tribunale con la quale si è raggiunta una intesa per la creazio-ne di uno sportello di assistenza per la rapida defi -nizione delle procedure datate, con la conseguente immediata cessazione del sistema delle “revoche” dei curatori, nonché per la fi ssazione di precisi cri-teri per la scelta dei curatori stessi, con oggettiva

possibilità di controllo da parte dell’Ordine degli Avvocati.È stata inoltre impressa una notevole accelerazio-ne all’accessibilità, tramite “Polisweb”, anche alle procedure concorsuali. È stata avviata anche la spe-rimentazione del Processo Tributario Telematico. Le maggiori novità riguardano gli Uffi ci del Giu-dice di Pace. È stato introdotto il monitoraggio sui servizi erogati dall’Uffi cio e sui tempi di evasione delle richieste provenienti dagli avvocati, in collaborazione con il Ministero della Giustizia e grazie ad una combina-ta azione di segnalazione e denuncia delle disfun-zioni e di accollo di attività da parte del Consiglio dell’Ordine, si può fi nalmente considerare clamo-rosamente sconfi tto il fenomeno del monopolio del-le agenzie per l’iscrizione al ruolo presso il Giudice di Pace. Gli accordi raggiunti hanno consentito la creazione di una task force di sei giovani infratren-tenni dedicata allo smaltimento del pauroso arre-trato (due anni), nella pubblicazione di sentenze su cause di opposizione a sanzioni amministrative del Giudice di Pace. Il lavoro dei primi tre mesi, ha consentito di pubblicare oltre 12 mila sentenze. Il Congislio ha inoltre messo a disposizione dei colleghi il proprio personale, presso gli uffi ci giudi-ziari, per l’espletamento di alcune attività come la richiesta di copie via posta elettronica al Tribunale, la richiesta di copie al Giudice di Pace, le informa-zioni sullo stato delle controversie nei tre sportelli del Tribunale, le informazioni presso la cancelleria delle esecuzioni e infi ne lo smaltimento arretrato presso l’uffi cio decreti ingiuntivi in Tribunale.Per quanto riguarda infi ne i nuovi servizi per gli avvocati, ottenuti grazie alla stipula di protocolli e convenzioni, primo fra tutti, va ricordato l’accesso riservato all’Anagrafe della popolazione del Comu-ne di Roma che consente di stampare certifi cati con un semplice clic del mouse. Con Poste, inoltre, è stata sottoscritta una convenzione per le notifi cazio-ni che comprende il servizio di ritiro presso lo stu-dio legale richiedente degli atti da notifi care (http://unep.poste.it). Oltre a tutto questo, sono attive de-cine di convenzioni per agevolazioni economiche a favore degli iscritti, in tutti i settori di interesse per la professione e il tempo libero, dalla polizza salute al noleggio delle vetture. Tutte le informazioni di dettaglio sono reperibili sul sito dell’Ordine degli Avvocati di Roma.

l’ordine e le attivitÀ PER GLI AVVOCATI. NUOVI SERVIZI A ROMA

il biennio trascorso È stato segnato da una serie di iniziative concordate con la magistratura a tutti i livelli e con altri enti, che hanno favorito gli avvocati nell’esercizio della propria attività

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vamente sui siti www.foro-romano.it e www.temiromana.it). Questa operazione ha consentito, oltre alla ra-zionalizzazione delle pubblicazioni, un notevo-le risparmio di spesa e la riduzione di un inutile spreco di carta.In occasione del Centenario dell’Ordine degli Avvocati al Palazzaccio, inoltre, il Consiglio ha curato anche la pubblicazione di un testo che ha accompagnato la mostra fotografi ca.

Primo PiAno

L’anno si è appena concluso ed è giunto il mo-mento di valutare quali siano i risultati della gestione del biennio.

Il 2010 si chiuse con un avanzo di circa trecentomila Euro e l’anno appena trascorso si chiuderà anch’esso con un signifi cativo risultato positivo, grazie a una serie di tagli mirati, alla razionalizzazione delle spese e, soprattutto, a una gestione trasparente e condivisa delle risorse, che ha consentito di eliminare gli spre-chi e di ragionare con un orizzonte temporale di più ampio respiro. Alcune delle più evidenti iniziative volte a limitare i costi, sono state: la chiusura della sede di via Valadier e la drastica riduzione dei costi di stampa, grazie ad un restyling e alla creazione della versione online, delle pubblicazioni dell’Ordine.L’avanzo di bilancio ha anche consentito di affronta-re gli investimenti e di stanziare fondi per iniziative essenziali allo sviluppo di servizi per gli avvocati e i cittadini e per la gestione delle attività quotidiane dell’Ordine. Mi riferisco in particolare alla ristrut-turazione della Sala Avvocati, dotata ora di connes-

sione internet veloce e impianto wireless, nonché di nuovi illuminazione e arredamento, ma anche alle celebrazioni del Centenario dell’Ordine al Palazzac-cio con una mostra fotografi ca e la pubblicazione di uno splendido volume. Si è trattato di iniziative costose, ma che hanno consentito un rientro imme-diato in termini di effi cienza, credibilità, visibilità e prestigio. Non è accaduto sovente che il Consiglio si fosse fatto carico anche di operazioni di benefi -cienza che invece sono state intraprese in questo biennio. Tra queste l’acquisto di valvole cardiache per Emergency, l’acquisto di apparecchiature laser per la Clinica Urologica del Policlinico Umberto I, l’acquisto di macchinari coaudivanti l’attività di re-spirazione per il Reparto di Neonatologia dello stes-so Policlinico Umberto I, la donazione per ristruttu-razione del Centro giovani di San Paolo del Brasile, l’acquisto di un apparecchio sanitario per l’Ospeda-le Forlanini. Tali iniziative sono state possibili tanto dai risparmi, quanto dalla vendita dei vecchi mobili di via Valadier e dal lascito di un collega scomparso.

l’ordine con i conti in ordine

PUò SEMBRARE UN GIOCO DI PAROLE, MA IL BILANCIO DELL’ORDINE DI ROMA è TORNATO IN ATTIVO GRAZIE AI TAGLI, AL REPERIMENTO DI NUOVE RISORSE E A UNA GESTIONE ATTENTA E TRASPARENTE

nuovi strumenti per comunicare

Per stare al passo con i tempi, per infor-mare tempestivamente e compiutamente gli iscritti, ma anche per garantire una più

effi cace comunicazione istituzionale, l’Ordine ha rinnovato il proprio sito internet e curato il restyling delle proprie pubblicazioni.Foro Romano e Temi Romana, ora realizzati nella versione cartacea in un formato più snel-lo e fruibile, sono anche disponibili su internet con contenuti più completi e attuali (rispetti-

A CurA del Consigliere tesoriere Avv. FrAnCesCo giAnzi

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Primo PiAno

Sono lontano dall’idea di possedere quel miste-rioso aggeggio, che è per me il personal com-puter, così che spesso mi giunge solo l’eco dei

roboanti proclami e dichiarazioni da parte di coloro che si accingono a intraprendere la competizione elettorale nella speranza di diventare componenti del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati.Ritengo che tali esplicitazioni attraversino la rete, per finire inesorabilmente nel dimenticatoio.Principi etici dovrebbero però imporre, a chi fa tali esternazioni, il rispetto per gli avversari e, soprat-tutto, di evitare il cattivo vezzo di ricorrere a spu-dorate menzogne, con il fine di esaltare le proprie virtù, spesso del tutto inesistenti.Una regola fissa sembra consistere nel considerare che nella lotta politica abbisogni di ricorrere agli eccessi. Nel nostro caso, sostenere che nei due anni, appena trascorsi, il Consiglio sia stato “in letargo” come è stato sostenuto da un candidato – attraverso una e-mail – costituisce un ignobile mendacio, sonoramente smentito dai fatti.Basti tener conto che, pur in un breve spazio tem-porale di due anni, il Consiglio dell’Ordine di Roma ha dato vita a circa 300 eventi, concludendo ben 201 procedimenti disciplinari, più che raddop-piando quelli del biennio precedente (92), vigente un’altra presidenza.Appare opportuno riportare alcuni dati che sono sintomatici. Facendo ricorso a istruttorie soggettive e rigorose si è in parte arginato il fenomeno delle iscrizioni indiscriminate. Si è realizzato, con accreditamento ministeriale, l’Organismo di mediazione e l’Ente di formazione (primo Ordine forense ad ottenerlo), con acquisizione di un locale ubicato presso il Tri-bunale Civile rendendo operativo un apposito sito internet.Vi è stato il varo del nuovo software per la gestione dei crediti formativi, che ha consentito la più age-vole presentazione agli eventi.Nell’anno 2010 si sono svolti ben 107 eventi for-mativi (tutti gratuiti), tra convegni, dibattiti, in-contri di studio, tavole rotonde, conferenze (11 dei quali aventi carattere di corsi protratti per più giornate), con un totale complessivo di 144 giorni/evento. Nel 2011, sino a novembre, il numero degli eventi svolti è stato addirittura incrementato.I pareri su parcelle di congruità emessi dal Consi-

glio sono stati circa tremila nel 2010 ed altrettanti sono stati nel 2011.Per quanto concerne le relazioni istituzionali ed in-ternazionali (e ciò è una novità rispetto al passato), abbiamo ospitato delegazioni di colleghi finlandesi (il 23 settembre 2010), iraniani (il 3 marzo 2011 ed il 31 ottobre 2011), americani (il 10 marzo 2011), cinesi (nel settembre 2011), e altri ancora.Siamo stati presenti in Congressi internazionali (in Spagna, in Francia, in Belgio, in Turchia, in Olan-da, in Scozia, in USA, ecc.).Abbiamo stipulato protocolli di intesa con Ordini di altri Paesi d’Europa (ad es. con la Spagna, per lo scambio culturale e professionale di giovani ti-rocinanti).Abbiamo ripreso il dialogo con tutte le Istituzioni giudiziarie della nostra realtà territoriale e con altri Enti. Hanno fatto gradita visita al nostro Ordine il neo Presidente della Corte di Cassazione Lupo, il Pre-sidente della Corte di Appello di Roma Santacroce (lo scorso 6 maggio 2010), il Presidente del Tribu-nale De Fiore (ben quattro volte), il Presidente del Tribunale Militare Pagliarulo. Abbiamo avuto poi le visite di altre Autorità (come i vertici dell’Anm, con a capo il Dr. Palamara ad. 30 ottobre 2010), il Presidente del C.N.F. Alpa (l’8 aprile 2010), il Sostituto procuratore generale presso la Corte di Cassazione, il Sindaco di Roma Alemanno, il Coordinatore della Unione distrettua-le degli Ordini laziali (il 29 aprile 2010), il respon-sabile della Scuola Superiore dell’Avvocatura (nel settembre 2011), e altri ancora.Queste attività hanno comportato il recupero di credibilità e centralità del Consiglio nei confronti di tutti gli interlocutori istituzionali, con i quali è in atto un continuo e costruttivo confronto, nel rispet-to dei reciproci ruoli.Si è avuta una presenza diffusa e costante sulla stampa (Il Messaggero, La Repubblica, Italia Oggi, Il Sole 24 Ore ecc.), a differenza di quanto non ac-cadeva in passato, mediante interviste alle varie cariche consiliari. Non va trascurata la assidua e fruttifera presenza in ogni consesso decisionale di tipo organizzativo-giudiziario (Consiglio giudi-ziario, Commissioni di manutenzione degli edifici giudiziari, organismi di consulenza sul processo telematico e sulla informatizzazione, ecc.), a diffe-renza della precedente assoluta latitanza.

È tempo di tirare le somme

alla vigilia di un nuovo confronto elettorale occorre ristabilire il valore dei fatti: quello appena concluso È un biennio di risultati importanti e di impegno costante del consiglio

A CurA del Consigliere Avv. giovAnni CiPollone

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vincendo l’ostilità di “forze contrarie”. Si è trattato di una manifestazione che rimarrà fra i ricordi più belli, eternata in un libro di pregio rievocativo del-la Storia dell’Ordine.L’altra importante recente Cerimonia del 17 di-cembre 2011 è stata la commovente festa dell’Av-vocatura, con la consegna delle medaglie ai colle-ghi con 60 o 50 anni di professione e ai magistrati in pensione.Quei pochi che non hanno compreso lo spirito del-la manifestazione, certamente accecati da stolta, interessata e maldisposta ambizione, non hanno la forza e la capacità di elevarsi.In un felice e ideale rapporto di colleganza, sono stati premiati coloro che hanno onorato la nostra categoria con 50 o 60 anni di professione, essendo i rappresentanti di una Avvocatura libera e indipen-dente in cui è ancora vivo un puro ideale di Giusti-zia, oltre ad un sentito impegno morale e sociale.I giovani colleghi non potranno che trarre preziosi insegnamenti da chi ha rappresentato e rappresenta un esempio da apprezzare e seguire.Nel vento impetuoso delle incertezze che carat-terizzano l’attuale classe politica, gli avvocati si batteranno con estremo vigore perché venga rico-nosciuto che il corretto accesso alla professione costituisce il mezzo più idoneo per la tutela dei diritti del cittadino, il quale deve poter contare sul buon livello qualitativo della difesa.Inoltre, non va tralasciata la validità della funzione degli Ordini forensi che garantiscono la salvaguar-dia del controllo deontologico della prestazione professionale. Ma, soprattutto, bisogna battersi per evitare il conflitto di interesse tra avvocato e cliente, nella ovvia considerazione che la funzione dell’avvocato non può essere contaminata da astru-se formule di mercantilismo. A proposito di elezioni, desidero ricordare che Servio Sulpicio Rufo, vecchio amico di Cicerone, aveva presentato al Senato un interessante testo di legge che vietava ai candidati di «tenere banchetti o organizzare giochi alla vigilia delle elezioni». Orbene, a grande maggioranza il Senato respinse la proposta. Vogliamo oggi provare a riproporla?

Si consideri, inoltre, il monitoraggio dei servizi erogati dall’Ufficio del Giudice di Pace e dei tempi di evasione delle richieste provenienti dagli Avvo-cati, in collaborazione con il Ministero della Giu-stizia.Per quanto concerne i servizi innovativi e le deci-sioni più importanti sono da annoverare: • il successo ottenuto nella battaglia sostenuta

contro la decisione di riduzione dell’orario del-le Cancellerie (novembre 2011), con l’ultimo provvedimento del Presidente del Tribunale che dà atto dell’intervento dell’Ordine e soddisfa le richieste avanzate;

• la riduzione autarchica dei crediti formativi (20 annuali, di cui 17 ordinari e 3 deontologici);

• la rete wi-fi per la connessione ad internet negli uffici giudiziari e presso i locali dell’Ordine;

• la pulizia integrale e dotazione di nuovo arredo della Sala Avvocati del Tribunale Civile;

• l’organizzazione del Salone della Giustizia (a Rimini nel dicembre 2010, a Roma nel dicembre 2011): presenza importante e costante con un no-stro stand offerto da uno sponsor, senza spese per l’Ordine, in entrambe le edizioni;

• varie iniziative culturali e promozionali e distri-buzione di pubblicazioni realizzate dalle Com-missioni di studio consiliari;

• il Congresso nazionale di Genova: presentazio-ne di una pubblicazione scientifica di centinaia di pagine ospitante lavori di decine di colleghi (evento che non accadeva da anni), molto ap-prezzata dai congressisti;

• l’accesso riservato all’Anagrafe della popolazio-ne del Comune di Roma per stampare certificati con un semplice click;

• l’avvio dei corsi per mediatore, per un totale di oltre 600 colleghi partecipanti (scelti mediante pubblica estrazione, a sorte, da parte di un Nota-io);

• l’accelerazione sull’accessibilità, tramite “Poli-sweb”, anche alle procedure concorsuali;

• l’elenco completo degli avvenimenti cui ha dato vita il Consiglio dell’Ordine di Roma, contenen-te tante altre centinaia di iniziative, è a dispo-sizione, per chi lo richieda, presso l’Ufficio di Segreteria del Consiglio.

Un’ultima annotazione.È da biasimare con fermo rigore l’ingiusta criti-ca su due importanti avvenimenti che devono, a buona ragione, considerarsi fiori all’occhiello del nostro Consiglio: la celebrazione del Centenario di permanenza del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Roma presso il Palazzo di Giustizia di Piazza Cavour (22 e 23 giugno 2011), superando molteplici difficoltà anche in campo giudiziario e

Primo PiAno

L’Aula Avvocati dell’Ordine degli Avvocati di Roma: Rinnovati gli arredi, installato il sistema audiovisivo e attivato il collegamento ad internet senza fili, gratuitamente posto a disposizione dei colleghi

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notizie dAll’ordine

il presidente conte tra il consigliere segretario murra e il consigliere tesoriere gianzi

parte della platea che gremiva il complesso monumentale di S. Spirito in Saxia

LA CERIMONIA DELLE “TOGHE D’ORO”

Servizio fotografi co a cura di di Francesca Romana Guarnaschelli

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notizie dAll’ordine

il consigliere rossi e i vincitori della XXXIV conferenza dei giovani avvocati

le consigliere arditi di castelvetere e rossi

il presidente conte e il consigliere tesoriere gianzi

i consiglieri dell’ordine

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Illustri Colleghi, Illustri Autorità tutte, Illustri Signori Magistrati, cari giovani Colleghi della Conferenza,

oggi celebriamo la Vostra e la Nostra Festa in una bellissima atmosfera sacrale degna della luminosa tradizione dell’Avvocatura romana.Il grande e compianto Collega Luciano Revel - in una sua memorabile introduzione quando venne premia-to dall’Ordine per i 50 anni di iscrizione all’Albo - disse: “Le aurore dei difensori hanno il loro splendore ed i tramonti la loro dolcezza”. Aggiungo sommessamente che: “Tra le une e gli altri corre la lunga me-ravigliosa giornata dell’Avvocatura”.Questa cerimonia non è solo scandita dalla clessidra del tempo, ma sacralizza il momento più alto della storia di straordinari Colleghi che hanno speso la loro vita nei mari in tempesta della Giustizia per difen-dere l’uomo, il giusto e l’ingiusto, il puro e l’impuro, ma soprattutto il solenne diritto dell’uomo stesso, che è quello di essere sempre e comunque difeso!La forza dei valori e dei principi della professione forense, né per violenza si può togliere, né per antichità si può dissolvere, né per denaro si può corrompere, né per oblio si può disperdere. Grazie a questa Ceri-monia che da lustri è creata ed organizzata dall’Ordine degli Avvocati di Roma, tutto ciò vive nel nostro presente e cresce nel ricordo di coloro che sono e saranno un modello da seguire per i giovani Colleghi che iniziano la nostra difficilissima ma meravigliosa professione.Mi rivolgo agli straordinari Colleghi che verranno oggi premiati, per i 50 e 60 anni di iscrizione all’Albo, ri-badendoVi fortemente che il Vostro insegnamento resta e resterà scolpito nel marmo candido del muro della storia dell’Avvocatura romana. Un insegnamento fatto di azioni più che di parole, di comportamenti più che di lezioni teoriche, tutto basato su una dedizione totale alla Professione, esercitata con orgoglio e coraggio.

VederVi oggi ci rende tutti più fieri delle toghe che indossiamo.Grazie a tutti Voi, splende alto, sotto un sole luminoso, il vessillo nobile dell’Avvocatura romana.

Antonio Conte

LA CERIMONIA DELLE “TOGHE D’ORO”

Pubblichiamo il discorso di apertura del Presidente antonio Conte alla Cerimonia delle “Toghe d’Oro” del 17 dicembre scorso

il Presidente Conte durante il discorso. Da sinistra i Consiglieri Fasciotti, Rossi, Murra e Nesta

notizie dAll’ordine

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Intervento dell’Avv. Giovanni Cipollone in occasione della emozionante consegna della medaglia d’oro per i 50 anni di professione

la consegna della medaglia d’oro per i 50 anni di iscrizione all’albo del consigliere avv. giovanni cipollone

i miei primi 50 anni

Èquesto un momento solenne, di grande gioia, ma anche di profonda tristezza. Si guarda indietro ma non si osa guardare

avanti, se non con molta circospezione. Il Palazzo di giustizia di Piazza Cavour per me ha un grande significato, come per un sacerdote ha grande valore la sua chiesa.Nei maestosi ambienti che incutevano ad ogni giovane praticante procuratore tanto timore e reli-gioso rispetto, ho percorso i miei primi passi della professione. Ricordo il mio primo processo. Infatti, come potrei dimenticare lo stato d’animo e l’inquietitudine dei momenti che precedettero la mia prima arringa? Essa ebbe, però, luogo negli angusti e bui locali della pretura di Via del Governo Vecchio. Pensate, siamo ai primi degli anni ’60. Il mio cliente era un povero diavolo che viveva in una baracca, all’inizio della Via Appia, imputato del reato di sottrazione di compendio pignorato. Aveva ceduto per poche lire e per sfamarsi, un vecchio mobile tarlato, sottoposto a pignoramen-to. Fu il primo contatto con un’amara realtà che, però, a me, dischiuse nuovi orizzonti.

Capii allora, immedesimandomi nella altrui soffe-renza, quanto socialmente importante possa essere la professione forense e quanto possa contribuire a far volare in alto la nostra anima. E poi, mi vedo, ancora alle prime armi, negli stretti vicoli intorno alla Via del Governo Vecchio, ancor prima che la Pretura venisse trasferita nella nuova sede di Via Giulia (nuova si fa per dire). Allora, in attesa che venisse celebrato il processo, cui eravamo interessati, noi giovani procuratori legali avevamo l’abitudine di aggirarci tra i ne-gozietti di antiquariato che allora esistevano ne-gli stretti vicoli della vecchia Roma, alla ricerca di qualche mobiletto che non costasse troppo, per arredare il nostro modesto studiolo. Alcuni di noi avevano posto sotto il portone una targa dorata spropositatamente grande per pubbli-cizzare le proprie capacità professionali. Devo, però, precisare che avevamo conservato il buonumore e ancora nei nostri rapporti quotidia-ni imperava lo spirito goliardico, viva eredità dei recenti studi universitari. E’ significativo un episo-dio che voglio raccontarvi. Un giorno si presentò al mio studio un signore di mezza età. Ovviamen-te lo feci sedere davanti alla mia scrivania e, alla

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ha poi raggiunto le alte vette della Magistratura, divenendo Presidente di una Sezione Penale del-la Corte di Cassazione, mi diceva di avere un po’ di pazienza, di tranquillizzare il cliente e che, ap-pena fosse stato espletato l’accertamento grafico, avrebbe preso una decisione in merito alla misura detentiva in corso.Fu così che una mattina, passando dal suo uffi-cio, mi disse che era stato depositato tale atto che escludeva la responsabilità del mio cliente. Egli non era l’autore della falsità delle firme e che, quindi, sarebbe stata subito revocata la misura detentiva. Lasciai velocemente il Palazzo di Giu-stizia, per dare la bella notizia al cliente. Ricordo che raggiunsi Largo Argentina (allora non avevo ancora acquistato a rate la mia prima macchina, una Fiat 500) e, quindi, presi il tram che, attraver-so Viale Trastevere, porta al San Camillo. Ivi giunto, nei pressi della stanza dove egli era ri-coverato fui sorpreso nel constatare che non era presente il solito poliziotto, posto di guardia da-vanti alla sua stanza. Entrai e un’infermiera mi disse che il paziente era spirato da pochi minuti. Fu un momento di grande delusione. Capii allora quanto importante fosse stato l’anelito di libertà in quell’uomo e quanto fossero vere le parole di un grande maestro, il Carnelutti per il quale: «l’infe-licità dell’uomo è quello di essere finito e di avere bisogno dell’infinito!». Ho anche compreso quale valore sia da attribuire al senso dell’onore e alla dignità, virtù che alber-gano nel profondo della natura di ogni Uomo. Posso dire, dopo la lunga carriera forense, di avere avuto l’onore e il privilegio di conoscere di per-sona magistrati e avvocati di altissimo livello e di grande prestigio. Voglio ricordare, in particolare, tre altissimi Ma-gistrati. Il Presidente Giuseppe Guido Lo Schia-vo, uomo tra i più arguti e versatili che abbia mai conosciuto. Era apprezzato scrittore. Aveva grandi interessi culturali e scientifici. Nella sua casa in Prati, ospitava una vedova nera, un peloso e simpatico insetto che, amorevolmen-te, custodiva in una tana di lusso. Mostrandomela, scherzosamente mi disse: «La femmina è sempre più grande del maschio e ricordati che costituisce un pericolo mortale per l’uomo!». Poi vi è il Presidente Antonio Brancaccio, uomo schivo e di grande spessore intellettuale. E’ stato anche Ministro dell’Interno nel Governo Dini. Era un grande giurista, vero pilastro delle Sezioni Uni-te della Suprema Corte. Ci ha lasciato nel 1995. Altra figura di grande rilievo era il Presidente Sal-vatore Giallombardo, che univa alla profonda co-

mia consueta domanda circa le ragioni della sua visita, incominciò a guardarsi intorno sospettoso e guardingo. Poi, con voce flebile, rivolgendosi verso di me, esclamò: «Avvocato, per favore, parli sottovoce, poiché c’è mia moglie che riesce a captare le onde che fluttuano nell’aria e, in tal modo, riesce a pre-venire ogni nostra mossa!». Dopo qualche momento di esitazione, gli sussurrai anch’io, sottovoce: «Ma scusi, lei non ha bisogno di un avvocato qualsiasi, bensì di un avvocato ra-diotelegrafista!». E lui di rimando: «Ma lei ne conosce qualcuno?». Ed io: «Ma certo, l’Avvocato Franco Patanè» e gli scrissi subitaneamente l’indirizzo su un foglietto. Lo accompagnai alla porta e il signore, ossequioso e soddisfatto, se ne andò. Non posso riferirvi, per decenza, gli improperi che una mezz’oretta dopo Franco Patanè mi rivolse per telefono! Al caro, indimenticabile amico Franco Patanè che ci ha lasciato quasi due anni fa, rivolgo ora, con grande rimpianto, il mio pensiero più affettuoso. Ma vi è un altro episodio di diversa natura e valen-za che affiora alla mente nei colloqui con me stes-so. Fui nominato da un detenuto il quale, per una grave infermità, era stato portato d’urgenza dal carcere di Regina Coeli all’Ospedale San Camillo. Era coinvolto in una complessa vicenda di cam-biali ed assegni con firme false e per truffa. Era un uomo angosciato, senza affetti. Da anni aveva lasciato la Sicilia, sua terra natìa, dove vi-vevano alcuni suoi lontani parenti. La sua unica compagna era la solitudine. Non aveva mai avuto a che fare con la Giustizia. Infatti era incensurato. Andavo spesso a trovarlo in ospedale, anche per consolarlo. Sì, perché, spesso, è anche questo il compito che svolge l’avvocato. Ogni volta mi raccontava la sua amara vicenda, giurando e rigiurando di essere innocente. Mi diceva: «Veda, Avvocato, la mia disperazione è centuplicata dallo stato in cui mi trovo. Mi sen-to prigioniero. Sulla soglia della mia stanza sosta sempre giorno e notte un poliziotto. La gente pas-sa davanti alla porta, dà una sbirciata e se ne va, additandomi come se fossi un essere mostruoso. La prego, mi aiuti a farmi riacquistare la mia di-gnità e la mia libertà». Quasi ogni giorno mi re-cavo dal Giudice Istruttore Pasquale La Cava al quale erano state affidate le indagini. Ricordo con precisione la sua stanza posta al piano terra, quasi alla metà del lungo corridoio sull’an-golo di Via Ulpiano. Il Giudice, molto umano e comprensivo, il quale

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noscenza del diritto, ineguagliabili doti di uma-nità. È lui, come è avvenuto per un mio cliente, ad avere preteso, prima di prendere una decisione sulla concessione della libertà provvisoria, che il detenuto venisse portato dal carcere di Regina Cœli al cospetto del Tribunale, al fine di sentirlo personalmente e valutarne la personalità. E poi ci sono i grandi avvocati che parimenti ho avuto il privilegio di conoscere e frequentare. Desidero ricordarne tre. Il primo, Francesco Carnelutti, grande Maestro, scomparso nel 1965. Egli costituisce un esempio, forse unico, per gli approfondimenti in più campi della scienza giuridica. Come avvocato per la profondità del pensiero, in-cantava l’uditorio. Una volta affermò: «Se ritorno con il pensiero al tempo degli studi nell’universi-tà, dovrei dire che il mio sogno era quello di di-ventare professore; se, invece, osservo la mia vita non dal punto di partenza ma dal punto di arrivo, mi accorgo che l’avvocatura, più che la cattedra, era la mia vocazione». E poi Alfredo De Marsico. Lo rivedo sul treno, in un vagone di terza classe, scartabellare gli atti di un processo, avendo come destinazione la Corte di Assise di una lontana città del Sud. Lì un imputato detenuto aveva chiesto il suo aiuto. Dopo una vittoria forense, faticosamen-te conquistata, gli bastava un sorriso, un gesto di gratitudine, per gratificarlo come onorario. Come poter dimenticare poi l’estrosità dell’imma-ginifico Bruno Cassinelli, con i suoi impetuosi e appassionati interventi? Vi dirò un segreto: molti di noi hanno l’abitudine, al fine di ricordare gli argomenti da trattare duran-te l’arringa, di scrivere su alcuni fogli la cosiddet-ta ‘scaletta’ con le parole chiave per ricordare gli argomenti. Bruno Cassinelli usava la ‘scaletta circolare’. In-fatti gli argomenti erano trascritti su foglio for-mando una spirale e nello svolgerli il cerchio si restringeva sempre più per arrivare alla fine. Il finale della sua arringa era sempre travolgente e incisivo. Ora, ai giovani colleghi che mostrano segni di ti-more e demoralizzazione, a causa delle difficoltà che incontrano in questo confuso periodo storico, voglio ricordare che tra le doti dell’avvocato, le principali sono lo spirito di sacrificio e la perse-veranza. A chi dubita sulle effettive funzioni della nostra nobile professione, a chi ritiene di poter assimila-re la professione forense a quella imprenditoriale, rispondiamo con vigore che gli avvocati non sono dei mercanti, con e senza scrupoli.

Gli avvocati non sono adusi a calcolare i saldi per le loro prestazioni professionali. Non è nel loro abito mentale la finalità del con-seguimento del profitto. Non bisogna dimenticare che le funzioni dell’avvocato sono di grande ri-lievo sociale, a tutela dei diritti del cittadino, nel rispetto delle regole di giustizia. Molti sono tra noi i disinteressati seguaci del Maestro De Marsico. Ai nostri giovani colleghi vorrei, inoltre, dare un consiglio. Mi sono reso conto, presenziando alle udienze penali, che nel corso della causa, alcuni di essi, durante la escussione dei testimoni, si attar-dano nel formulare domande, che spesso si rivela-no controproducenti. Ricordo loro il detto di Cicerone: «Stai attento alle domande che fai, per le risposte che potrai avere». Che dirvi nel ringraziarvi e congedarmi da voi.Forse posso recitare una mia vecchia poesia dal titolo ‘Il tempo dell’addio’. Eccola qui:

Grida festose di bimbi inseguono la mia esistenza.

Il sole è tramontato tra bagliori accecanti. Trilli d’uccelli solitari annunziano la notte.

Nel cielo spunta una stella sarà forse l’ultima stella.

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la medaglia d’oro consegnata insieme al diploma, durante la cerimonia delle toghe d’oro, reca inciso sul retro il nome dell’avvocato premiato e gli anni di iscrizione all’albo

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A CurA del Consigliere Avv. liviA rossi

L’ORDINE DEGLI AVVOCATI DI ROMA HA DEliberato DI RIDURRE IL PESO DEI CREDITI FORMATIVI AD UN AMMONTARE PIù REALISTICO, SENZA PERò SOTTRARSI DAL PROPRIO IMPEGNO DI FORNIRE AGLI ISCRITTI LE MIGLIORI OCCASIONI DI AGGIORNAMENTO E FORMAZIONE PROFESSIONALE

La formazione professionale continua è stata oggetto, anche nel biennio appena trascorso, di importanti iniziative consiliari. Innanzi-

tutto, una volta concluso il primo triennio “speri-mentale”, è stato ritenuto opportuno dotarsi di un sistema software idoneo a soddisfare, allo stesso tempo, le esigenze dell’ufficio e quelle degli iscritti che ora possono controllare e gestire la propria “po-sizione crediti” accedendovi telematicamente dal portale del Consiglio dell’Ordine.È stata poi potenziata la Commissione che si occu-pa di effettuare una preventiva valutazione delle do-mande di accreditamento e di esonero da sottopor-re all’attenzione del Consiglio. Gruppi di colleghi esperti nelle diverse aree del diritto esaminano le singole richieste ed inviano all’esame del Consiglio solo quelle che non presentino criticità per le quali, invece, attraverso gli uffici del Centro Studi vengo-no richieste eventuali integrazioni e/o modifiche al richiedente. Ma la novità più importante è stata sicuramente quella dell’auto riduzione dei crediti formativi da

DUE INTENSI ANNI DI ATTIVITàFORMATIVA

conseguire nel triennio. Il Consiglio Nazionale Forense, all’inizio dell’anno 2011, aveva deliberato la riduzione del monte cre-diti triennale da 90 a 75. L’Ordine di Roma ha ritenuto di dover andare oltre. La realtà dei colleghi romani è infatti oggettiva-mente diversa da quella di coloro che operano in centri più piccoli.La dislocazione degli uffici, i tempi necessari agli adempimenti quotidiani, le grandi distanze impon-gono agli iscritti al nostro Foro dei ritmi di vita mol-to impegnativi. Si è quindi ritenuto che l’ulteriore carico costituito dall’obbligo dell’adempimento formativo fosse - così come previsto - eccessiva-mente gravoso. Il Consiglio ha quindi deliberato la riduzione dei crediti triennali, per i colleghi roma-ni, da 75 a 60 (20 per ciascun anno di cui 3 nelle cosiddette materie obbligatorie). L’argomento for-mazione continua è sempre all’ordine del giorno, la materia ed il relativo Regolamento sono sempre in evoluzione e non si escludono, nel prossimo futuro, ulteriori novità.

FormAzione PermAnente

NELLA FOTO IL NUOVO ASPETTO DELL’AULA AVVOCATI PRESSO GLI UFFICI DELL’ORDINE NEL PALAZZACCIO CHE, COMPLETAMENTE RINNOVATA, OSPITA LE SEDUTE DEL CONSIGLIO E LE PRINCIPALI INIZIATIVE PUBBLICHE ORGANIZZATE DALL’ORDINE DEGLI AVVOCATI DI ROMA

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deontologiA e disCiPlinA

Nel biennio 2010/2011 sono state presen-tate 120 richieste di pareri deontologici.Non tutti sanno che un’apposita Commis-

sione, composta di colleghi esperti nella materia, esamina quindicinalmente i vari quesiti redigendo un parere che, previo controllo del Consigliere co-ordinatore, viene poi deliberato dal Consiglio.Si tratta di un’attività molto utile perché consen-te ai colleghi, in caso di dubbio sulla condotta da porre in essere, di ottenere un conforto preventivo in ordine alle scelte da intraprendere.

In quest’ultimo biennio le attività di smaltimen-to dell’arretrato in sede disciplinare si sono molto intensificate, tanto che il relativo azzera-

mento ha costituito un vero e proprio obiettivo da raggiungere per la maggioranza. Si è iniziato con un incremento deciso del numero delle Adunanze tenutesi (mentre nel 2009 furono 49, nel 2010 sono state 60 e nel 2011 sono sta-te 57), il che ha permesso di celebrare molti più procedimenti di quel che accadeva in passato: in-fatti, se nel 2009 (sotto la presidenza Cassiani), si sono conclusi solo 50 procedimenti, nel biennio 2010/2011 questo numero è stato più che raddop-piato (rispettivamente 104 e 107). Oggi, poi, dal momento dell’apertura del procedi-mento a quello della fissazione dell’Adunanza di

IN CASO DI DUBBI SULLA CONDOTTA DA TENERE IN CASI PARTICOLARI, GLI AVVOCATI POSSONO RIVOLGERSI ALL’APPOSITA COMMISSIONE DEL CONSIGLIO DELL’ORDINE

IL PARERE DEONTOLOGICO, UNA OPPORTUNITàdi liviA rossi

L’incremento delle attività consiliari in sede disciplinare

Ovviamente i quesiti dovranno essere formulati in maniera generica e non direttamente riferibili a fattispecie concrete ed attuali, ciò al fine di evitare che il Consiglio esprima pareri preventivi che pos-sano vincolarlo sull’eventuale futura valutazione in sede disciplinare di quelle stesse fattispecie.Gli argomenti statisticamente più “gettonati” del biennio sono stati: la pubblicità informativa (artt. 17, 17 bis, 18, 19), il conflitto di interessi (artt. 37 e 51), e il divieto di produzione in giudizio di corrispondenza riservata (art. 28).

discussione non passano più di tre mesi.Abbiamo anche ripreso un’antica tradizione che si era persa: la pubblicazione del nostro “massimario disciplinare”, sul Foro Romano (in edizione inte-grale sul sito internet), che costituisce una guida soprattutto per le giovani generazioni di colleghi.Qualcosa ancora occorre fare, in verità, ed è lo smaltimento più sollecito delle “pratiche” disci-plinari (cioè la valutazione degli esposti che per-vengono, al fine di considerarli tempestivamente degni di una apertura di procedimento ovvero di una proposta di archiviazione): ma qui dipende dalla buona volontà dei Consiglieri istruttori, al-cuni (pochi, grazie a Dio, per la verità) troppo im-pegnati nelle perenni campagne elettorali che non ad assolvere ai propri compiti istituzionali.

A CurA del Consigliere segretArio Avv. rodolFo murrA

SANZIONI DISCIPLINARI IRROGATE DAL CONSIGLIO DELL’ORDINE NEL PERIODO LUGLIO-DICEMBRE 2011(pubblicate, con riferimento a quelle più gravi, giusta delibera consiliare 1/12/2011)

Ghiura Gerardo (sospeso) dal 30.07.2011 al 29.07.2012Ghiura Gerardo (sospeso) dal 30.07.2012 al 29.09.2012Giordano Pasquale (radiato) 20.10.2011Tozzi Ugo (cancellato) 20.10.2011Zenga Giovanni Luca (sospeso) dal 1.12.2011 al 31.01.2012

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L’Ordine degli Avvocati di Roma è il più nu-meroso d’Italia. Ma cosa signifca per un giovane laureato diventare avvocato? Ed è

possibile oggi arginare la condizione di precariato che attagnaglia i giovani legali italiani? «Effetti-vamente - commenta il Presidente dell’Ordine de-gli Avvocati di Roma, Antonio Conte - svolgere la professione di avvocato è sempre più difficile. Gli avvocati, insieme con cittadini / clienti, soffro-no in prima persona del dissesto della Giustizia, pagando a caro prezzo una legislazione caotica, a volte contraddittoria, sovente disorganica. L’avvo-cato è spesso “in trincea”, deve assolvere il suo incarico difensivo tra mille difficoltà, tutelando gli interessi del proprio assistito che chiede giustizia con successo e in tempi ragionevoli. E questo ren-de l’idea di quanto sia complesso oggi svolgere la nostra professione per i giovani. Precariato inoltre - aggiunge - è un termine che non dobrebbe assi-milarsi alla nostra categoria, eppure i fatti dicono il contrario. Per questo l’avvocatura è fortemente critica nei confronti di una politica che continua ad escludere la categoria forense a ogni tavolo di concertazione legislativo».

Eppure quella che si respira è un’aria di rinno-vamento. «È stato un percorso lungo - commen-ta Conte, che è anche il più giovane presidente dell’Ordine che sia mai stato eletto a Roma - ma per la prima volta, dopo molti anni, le tre cariche consiliari, presidente, segretario e tesoriere, sono sulle spalle di infracinquantenni. L’Ordine inoltre ha creato delle Commissioni per favorire i giovani colleghi sia con efficaci sportelli informativi nei tribunali sia con gruppi di studio per fornire op-portunità di lavoro. È un progetto a lunga gittata

GIOVANI AVVOCATI SEMPRE PIù IN TRINCEA

sPeCiAle sAlone

Pubblichiamo l’intervento uscito su il Sole 24 Ore di Roma in occasione del Salone della Giustizia di Roma

il presidente del CNF guido alpa visita lo stand allestito dall’ordine degli avvocati di roma al salone della giustizia

A CurA del Presidente del Consiglio dell’ordine

Avv. Antonio Conte

che confidiamo dia presto i suoi frutti.Ma certo non dimentichiamo le nostre tradizioni, come in occasione dell’evento per i 100 anni di permanenza dell’Ordine di Roma dentro il Palaz-zaccio, dove è stata allestita una mostra fotografi-ca sui grandi processi del dopoguerra e sui grandi avvocati che hanno dato lustro al Foro romano».Anche nel mondo dell’avvocatura però, fare squa-dra diventa un processo indispensabile. «Quando si è trattato di colpire la nostra categoria, - chiosa Conte - nessuno ha avuto scrupoli. Dal decre-to Bersani alla Mediaconciliazione, la rappresentaza politica dell’Avvocatura non è riuscita a portare nes-sun risultato alla categoria. Per questo ritengo che gli Ordini si debbano unire in una nuova forza anche sindacale che ci consenta di essere protagonisti nella ristrutturazione della Giustizia in Italia.E se il Salone della Giustizia di Roma, è diventato anche un tavolo di confronto con la politica, con la magistratura e con i media, sicuramente il pros-simo Congresso Nazionale dell’Avvocatura a Bari nel 2012 avrà la responsabilità di fare chiarezza su quale dovrà essere la rappresentanza effettiva della nostra categoria».E in tema di Mediaconciliazione, riforma dell’or-dinamento professionale e liberalizzazione, la po-sizione è chiara. «Se per liberalizzazione si intende abolizione degli Ordini e dell’esame di Stato - con-ferma Conte - mi pare evidente che l’abnormità di tale ipotesi si commenti da sola. Sulla legge pro-fessionale dico solo che l’Avvocatura attende da 78 anni, ed è superfluo aggiungere alcunché. Sulla Mediaconciliazione, invece, il discorso è diverso. L’avvocatura è intervenuta fortemente sull’allora Ministro della Giustizia, contestando che il Decre-to n. 28 del 2010 non ha assolutamente recepito le legittime e corrette indicazioni degli Ordini forensi e delle Associazioni di categoria: vi sono dei profili di incostituzionalità sulla questione delle obbliga-torietà, come il Tar ultimamente ha confermato e in merito all’assenza di assistenza legale al cittadino che ricorre alla mediazione.Gli avvocati ora auspicano che la promessa dell’ex Ministro Alfano di prevedere la difesa tecnica con una integrazione normativa sia mantenuta dal nuo-vo Ministro Severino, fermo restando quanto poi dirà lo scrutinio della Corte Costituzionale sulla fattispecie dell’obbligatorietà dell’Istituto.

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L’occasione offerta dalla presenza della terza edizione del Salone della Giustizia a Roma è particolarmente propizia per l’Ordine de-

gli Avvocati di Roma e fornisce l’opportunità di apertura al confronto con le altre forze dell’avvo-catura, nel tentativo di compiere una sintesi delle diverse questioni che sono sul tavolo in questo momento.«Affronteremo il 2012 - conferma Francesco Gianzi, tesoriere dell’Ordine capitolino - con il se-condo Ministro della Giustizia nominato in pochi mesi, in uno scenario politico e istituzionale com-pletamente cambiato».I provvedimenti adottati nel corso dell’estate e dell’autunno e, in extremis, nel maxiemendamen-to alla Legge di stabilità adottata dal precedente Governo, hanno inciso in profondità sullo stato della Giustizia civile, in particolare e sulle norme regolatrici della libera professione forense.L’aumento significativo del contributo unificato, e la sua estensione a procedimenti fino a quel mo-mento esenti, hanno aggravato il già preoccupate stato del diritto dei cittadini all’accesso alla Giu-stizia.«Inoltre -prosegue Gianzi - le dichiarazioni di in-tenti liberalizzatori del settore delle professioni in-tellettuali, sono state, ancora una volta, affrontate senza la minima concertazione. Questa mancanza di dialogo va peraltro rilevata da ambo le parti, perché anche una certa Avvocatura (a cominciare da quella parlamentare), non si è mostrata capa-ce di fornire alcun aiuto nello sbrogliare matasse normative, nel far cadere i privilegi ormai inutili e invisi al comune cittadino.Così, da un governo all’altro, sulla spinta di pres-sioni internazionali esterne al sistema, abbiamo assistito a interventi flash, adottati in poche ore, dalla sera alla mattina, che hanno innescato bombe ad orologeria come quella dell’introduzione della società di capitali tra le forme organizzative degli studi legali».Da parte nostra - precisa il Tesoriere - non c’è una preclusione preconcetta, ma non condividiamo tali modalità. A nostro parere, nuove norme e formule organizzative possono servire ad aprire delle op-portunità. Siamo però contrari alla pedestre pari-ficazione dello studio legale ad una impresa, lad-dove questa parificazione ne svilisca il contenuto

DIALOGO E CONFRONTO PER UN NUOVO “SISTEMA GIUSTIZIA”

più profondo e non si limiti alle questioni di mera organizzazione e gestione».Quel che molti avvocati non riescono a compren-dere è la metodologia di approccio a questi proble-mi, di dubbia qualità quanto a tecnica legislativa, poiché bypassano completamente le parti interes-sate e consuetudini di consultazione fondanti della condivisione democratica delle riforme.«Ben venga dunque una società tra avvocati, pur-ché - specifica - un eventuale detentore di capita-le esterno sia minoritario e la governance resti in mano ai professionisti. Ben venga, se si concilie-ranno, con l’aiuto degli avvocati, le norme sulla responsabilità sociale, sul trattamento fiscale e previdenziale, sulla successione dello studio e via dicendo».Da parte nostra desideriamo credere che il nuo-vo Ministro, quale donna e avvocato, forte di una competenza innegabile e di una esperienza perso-nale e professionale che meritano il massimo ri-spetto, sappia affrontare con equilibrio e fermezza i tanti problemi del “Sistema Giustizia”.Auspichiamo la Giustizia torni ad essere un pi-lastro di civiltà e il ruolo dell’avvocato quello

di contribuire a sostenere questo pilastro dalle sue fondamenta. Come Ordine degli Avvocati di Roma - conclude Francesco Gianzi - continuere-mo a dare il nostro contributo alla costruzione di posizioni collettive e ben consapevoli che l’avvo-catura è un universo complesso e articolato in cui trovano vita molti mondi, distanti e differenti tra loro».

sPeCiAle sAlone

Pubblichiamo l’intervento uscito su il Sole 24 Ore di Roma in occasione del Salone della Giustizia di Roma

A CurA del Consigliere tesoriere Avv. FrAnCesCo giAnzi

il presidente della corte d’appello di roma giorgio santacroce con il presidente antonio conte presso lo stand dell’ordine al salone della giustizia

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sPeCiAle sAlone

A CurA del Consigliere segretArio Avv. rodolFo murrA

Pubblichiamo l’intervento uscito su il Sole 24 Ore di Roma in occasione del Salone della Giustizia di Roma

più rafforzata se si considera che da più parti ven-gono anticipate future iniziative legislative volte a sopprimere l’esame per l’abilitazione all’esercizio professionale ovvero la stessa abolizione degli Or-dini professionali.Il dato svela una palese incoerenza: da un lato, ci si lamenta che solo a Roma gli avvocati sono in numero superiore rispetto a quelli che opera-no in tutta la Francia (leitmotiv della campagna denigratoria che va avanti da anni contro l’avvo-catura); dall’altro, non ci si preoccupa del fatto che, se si sopprime l’esame di Stato, in una sola notte ci ritroveremo qualche milione di avvocati disoccupati, pronti ad accaparrare clientela a prez-zi stracciati. Con la conseguenza che ciò che conta non sono più il decoro e la dignità con cui la professione forense viene esercitata, ma - precisa l’avvocato - solo il prezzo migliore praticato». L’Ordine degli Avvocati di Roma è in prima linea per far fronte a questo tentativo di svilimento della professione forense, al fine di far comprendere pri-ma di tutto ai cittadini che, sottolinea il consigliere segretario: «Un avvocato non è un imprenditore col quale contrattare al fine di spuntare un corri-spettivo migliore, quanto un professionista che, come diceva Calamandrei, deve sapere suggerire in modo così discreto al giudice gli argomenti per dargli ragione, da lasciarlo nella convinzione di averli trovati da sé». L’Ordine forense di Roma, in questo ultimo biennio, ha ritrovato una centralità perduta nel mondo dell’Avvocatura italiana, è sta-to visitato da decine di delegazioni di avvocati da tutto il mondo, ha festeggiato nel giugno scorso il centenario della sua presenza nello storico Palazzo di Giustizia di Piazza Cavour, ha dato impulso a una serie di iniziative di prestigio e di collabora-zioni con gli uffici giudiziari che hanno conferito nuova credibilità all’avvocatura capitolina: «quel-la che era di Cicerone e di Chiovenda, e che sarà quella dei nuovi giuristi telematici e informatici», conferma in chiusura Rodolfo Murra. «Non possiamo permetterci - auspica - di depau-perare un così invidiabile ed eccezionale patri-monio culturale, storico, umano e professionale». E la presenza dell’Ordine di Roma, con un suo stand informativo al Salone della Giustizia, testi-monia proprio questo rinnovato impegno.

Mala tempora currunt. È questo il grido di dolore che gli avvocati lanciano in que-sto momento così tremendo per la loro

professione, proprio mentre si svolge la terza edi-zione del Salone della Giustizia. E gli avvocati, sovente definiti una “casta” dai mass media, si sen-tono abbandonati da tutti, non compresi dall’opi-nione pubblica e vessati da quelli che oggi ven-gono definiti i “poteri forti”. «L’abolizione delle tariffe professionali, l’introduzione del cosiddetto patto di quota-lite, la possibilità di costituire so-cietà con un socio finanziatore non avvocato, la

diffusione di forme indiscriminate di pubblicità degli studi legali: sono tutti segnali - sottolinea Rodolfo Murra, consigliere segretario dell’Ordine degli Avvocati di Roma - di un attacco alla pro-fessione forense che storicamente non può essere assimilata a una “impresa” e che mal sopporta la “mercantilizzazione” spinta, come quella cui ten-dono invece i più recenti interventi legislativi». «Gli ultimi decisivi colpi che la politica ha asse-stato all’avvocatura - prosegue Murra - sono rap-presentati dalla manovra finanziaria dell’estate del 2011 e dalla legge di stabilità del novembre scorso. La previsione di una imminente riforma dell’ordinamento forense, nel senso di una con-trabbandata “liberalizzazione”, rischia di introdur-re nel nostro Paese un corpus di norme destinate a svilire la qualità dei servizi che gli avvocati, quali trait d’union tra il cittadino e il giudice, da secoli assicurano per il funzionamento del Sistema Giu-stizia». «La preoccupazione - prosegue - è viep-

IN ALTO I CUORI FIERI DELLA TOGA

i colleghi affollano lo stand dell’ordine durante una delle numerose iniziative formative organizzate per il salone della giustizia di roma

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L’Organismo di mediazione forense di Roma, del Consiglio dell’Ordine degli avvocati, è stato costituito il 2 luglio 2010 ed accredi-

tato, al n. 127 dal Ministero della Giustizia, il suc-cessivo 2 ottobre. Per raggiungere l’obiettivo di velocizzare la procedura, abbattere i costi, ridur-re le code agli sportelli e utilizzare il sistema 24 ore al giorno per 365 giorni all’anno direttamente dallo studio legale, è stato realizzato su Internet il portale della Mediazione civile e commerciale.Il servizio on line, attivo da alcuni giorni, consente di avviare una procedura di Mediazione civile e

commerciale o di aderire al procedimento, restan-do seduti alla propria scrivania, attraverso la via telematica, all’indirizzo www.mediazioneforen-seroma.it.Il collegamento al sito web, seguendo percorsi guidati e semplici, permette di elaborare l’istanza di avvio del procedimento di mediazione e poi di depositarla unitamente ai documenti direttamente on line. Una normale carta di credito dovrà essere utilizzata per pagare le spese di avvio della proce-dura, (40 Euro), e per certificare le generalità della parte istante.Dall’entrata in vigore (lo scorso 21 marzo 2011), della Mediazione civile e commerciale obbligato-

L’Organismo di mediazione forense di Roma

ria sono state presentate all’Organismo già 2.750 istanze di Mediazione.

Risultati dell’attivitàDall’analisi dei procedimenti, attivati fino al 10 di-cembre 2011, emerge la seguente situazione:- 1.430 procedimenti chiusi;- 819 procedimenti chiusi per mancata adesione

del chiamato;- 613 procedimenti chiusi con la partecipazione

anche del chiamato;- 218 procedimenti conciliati-definiti.

Dai dati sopra indicati si evidenzia che vengono conciliate il 16% delle questioni attivate, conside-rando tutte le procedure, anche quelle alle quali le parti chiamate non hanno partecipato.La percentuale aumenta al 36% se la analisi viene fatta con riferimento ai procedimenti dove le parti chiamate hanno partecipato.Altri dati molto interessanti, emersi da questa pri-ma analisi, riguardano l’attivazione del procedi-mento anche per le materie non obbligatorie con una percentule del 15% e la presenza dell’Avvoca-to quale difensore delle parti nel 90% dei procedi-menti attivati davanti all’Organismo di mediazio-ne forense di Roma.

L’Organismo di mediazione forense di Roma oggi anche on line per depositare le istanze direttamente dallo studio

A CurA del CoordinAtore dell’orgAnismo di mediAzione

Avv. domeniCo Condello

gradita visita allo stand dell’ordine di roma del presidente della corte di cassazione Lupo e del presidente del tribunale de fiore, accolti dal presidente conte con l’avv. graziani e i consiglieri murra, condello e gianzi

mediAzione Forense

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PolitiCA Forense

«La situazione…è grave ma non è seria». L’aforisma di Ennio Flaiano è piena-mente da condividere, se solo si rifletta

sulle soluzioni con cui la politica ha sinora ammi-nistrato la Giustizia. Un esempio? Ebbene, consideriamo un Paese ed immaginiamo che, nel tempo, siano aumentati i malati, le ma-lattie ed i medici. Immaginiamo anche che, nono-stante ciò, non siano stati adeguati né gli ospedali, né il personale addetto. Che risultato avremo? È facile: nosocomi ingolfati e sanità allo sfascio. Immaginiamo adesso quali possano essere le varie

vie d’uscita da tale situazione e scegliamo quella più incivile e disumana. Quale? Certamente quella che mira a rendere la vita im-possibile ai medici, a fare cessare di curare i ma-lati e a lasciare che le malattie mietano più vittime possibili, sino a riequilibrare il rapporto tra ospe-dali, personale addetto e malati. Può essere questa una soluzione degna di un Paese civile, contraddi-stinto da una cultura giuridica millenaria? Certamente no. Tuttavia, con tale logica si è pro-ceduto nel settore Giustizia. Per averne una pro-va, sostituiamo i medici con gli Avvocati, i malati con i diritti dei cittadini, il personale ospedaliero con quello giudiziario ed gli ospedali con i tribu-nali. Nel tempo, sono risultati incrementati sia i cittadini che i diritti, è aumentato pure il nume-ro degli avvocati ma questo sviluppo non è stato mai accompagnato con adeguati investimenti nel “Servizio Giustizia”. Ravvisando che la situazio-ne si rivelava sempre più gravosa ed insostenibile, tutti i Governi succedutisi (da Prodi, a Berlusconi, a Monti), si sono indirizzati sempre più a disin-

centivare i cittadini dal ricorrere alle cure della Giustizia: così abbiamo assistito ad aumenti ri-correnti del contributo unificato, all’allungamento dei tempi processuali, ad inutili tentativi di conci-liazione preventivi, alla “perla” della Mediazione, all’introduzione di giugulatorie sanzioni proces-suali (il comma secondo dell’articolo 283 del Co-dice di rito civile), e via dicendo. Adesso, sembra che l’obiettivo sia colpire al cuore l’indipendenza dell’Avvocatura. Così è stata bloccata l’approva-zione della tanto sospirata nuova legge professio-nale e si mira a smantellare degli Ordini forensi,

destabilizzare la sostenibilità di Cassa Forense, introdurre fantomatici soci di capitale negli studi legali ed avviare altre iniziative “liberalizzatrici” di maniera, tanto subdole quanto inopportune. Tuttavia, dinanzi a questa aggressione, l’Avvoca-tura non deve né arrendersi, né scoraggiarsi ma, anzi, reagire, prima che sia troppo tardi. Dinanzi alla crisi del nostro tempo, è necessario che l’Av-vocatura ritrovi l’unità delle sue componenti, ri-componendo i frammenti di un passato glorioso, nel quale era sempre accesa la speranza nel futu-ro. Bisogna che gli avvocati facciano degli Ordini il loro baluardo, da difendere ad ogni costo, per evitare che i “poteri forti” riescano nell’intento di relegare l’Avvocatura nel ghetto in cui la si vuole cacciare. Se così sarà capace di fare, l’Avvocatu-ra potrà riconquistare quel ruolo che le compete, tornando ad offrire il proprio contributo di indiriz-zo della nostra società e, come una stella cometa natalizia, potrà continuare a guidare il cammino del nostro Paese, insegnandoci a non tenere mai la testa bassa... neppure quando siamo buio!

avvocatura e politica, un rapporto da ricreare

A CurA di Avv. AlessAndro grAziAni (CoordinAtore viCArio Commissione giovAni)

un altro momento del salone della giustizia di roma. Con il presidente del cnf guido alpa, il presidente ANTONIO conte, il consigliere segretario RODOLFO murra, la consiglie-ra LIVIA rossi, E GLI AV-VOCATI MASSIMILIANO CESALI e alessandro graziani

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la consegna dei fondi raccolti per il policlinico umberto I, al Prof. Corrado Moretti, qui ritratto con il Sindaco GIANNI Alemanno e AL PRESIDENTE AVV.Antonio Conte

consegnata dal Presidente Conte al Primario Prof. Corrado Moretti e tutto si è svolto alla presenza del Sindaco di Roma, Gianni Alemanno, che è interve-nuto alla bellissima manifestazione riconoscendo all’Avvocatura romana, oltre alla grande sensibili-tà mostrata con l’iniziativa benefica, l’importante ruolo di responsabilità nella difesa dei valori della persona e del cittadino. Il Prof. Moretti dell’Um-berto I ha chiuso la serata con un toccante discorso di gratitudine per il grande cuore dell’Avvocatura romana, sottolineando il decisivo aiuto che è stato dato all’Ospedale pediatrico con questa iniziativa.

GLI AVVOCATI ROMANI PER I BAMBINI DEL POLICLINICO UMBERTO I

Sabato 17 dicembre si è celebrata la giornata di festa dell’Ordine degli Avvocati di Roma svoltasi interamente all’interno della me-

ravigliosa cornice del Complesso Monumentale di S. Spirito in Sassia, gremito da oltre mille av-vocati. Ha avuto luogo la tradizionale cerimonia della consegna delle medaglie d’oro agli avvocati che hanno raggiunto i 50 e i 60 anni di iscrizione all’Albo, premiati dal Presidente Antonio Conte, con il Segretario Rodolfo Murra, il Tesoriere Fran-cesco Gianzi ed i Consiglieri Barbantini, Cipollo-ne, Fasciotti, Arditi, Condello, Rossi, Nesta, alla presenza delle autorità invitate tra cui i Presidenti della Cassazione Dott. Lupo, della Corte d’Ap-pello di Roma Dott. Santacroce, del Tribunale di Roma Dott. De Fiore, il Prefetto Dott. Tagliente e, per l’Arma dei Carabinieri, il Col. Cagnazzo. Nel corso dell’evento sono state anche donate a cin-que giovanissimi neo avvocati, le famose “Toghe d’Oro” dedicate ad altrettanti emeriti Avvocati scomparsi lo scorso anno, come Elio Fazzalari, Berardino Libonati e Franco Patanè che hanno dato prestigio all’Ordine forense capitolino. L’evento ha avuto il suo culmine in serata, quando gli avvocati romani hanno dato prova di grande generosità raccogliendo fondi per l’acquisto di sofisticate apparecchiature mediche destinate al reparto di terapia intensiva pediatrica del Poli-clinico Umberto I. La donazione, che permetterà di aiutare tanti bambini in gravi difficoltà, è stata

Pro-bono

Avvocatura romana da Papa Benedetto XVI il 18 gennaio 2012L’Ordine degli Avvocati di Roma, guidato da Antonio Conte è riuscito ad aprire un canale privilegiato con la Santa sede.«Il nostro incontro con il Santo Padre Benedetto XVI, svoltosi a San Pietro lo scorso 25 maggio», ha dichiarato il Presidente, «ci ha per-messo di scambiare con lui qualche parola sul “senso” della funzione di garanzia dell’avvocato e abbiamo notato nel Pontefice una straor-dinaria attenzione per le nostre espressioni. Da lì è nata l’idea di richiedere un nuovo incontro, stavolta non sol-

tanto con i rappresentanti dell’Ordine forense romano, ma con una delegazione più folta di colleghi del foro capitolino. Alcuni sapranno, infatti, che l’ultimo incontro ufficiale tra l’Avvocatura Romana e il Sommo Pontefi-ce si svolse in Vaticano, nella Sala del Concistoro, nel lontano 14 maggio 1965, nel corso del quale, Paolo VI ebbe a pronunciare un discorso storico, ponendo in risalto l’alta missione morale, umana e sociale dell’Avvocato. Abbiamo creduto», aggiunge Conte «che si potesse ripetere quella magica atmosfera, chiedendo una nuova occasione di incontro che la Prefettura Pontificia ha cortesemente concesso per la mattina del 18 gennaio 2012».

Foto di Francesca Romana Guarnaschelli

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che, ad esempio, le impedivano di ricevere man-dati. Questa preclusione era così forte e radicata che era di comune opinione ritenere addirittura, insensato che un donna frequentasse corsi di istru-zione secondaria, tanto meno universitaria, o che avesse aspirazioni di riconoscimento professiona-le per i propri titoli e specializzazioni, perchè tali risultati non le avrebbero permesso null’altro che di coltivare la propria personale cultura. Il pregiudizio radicato voleva che la frivolezza e la vanità femminili, di cui ogni donna era consi-derata “affetta”, le impedissero di applicarsi con successo ed impegno allo studio e al lavoro in-tellettuale e che, se anche esse avesse ottenuto ri-conoscimenti, l’eccesso di quelle fatiche avrebbe determinato sofferenza ed indebolimento, tanto da colpire anche la sua serenità mentale. Far funzionare il cervello nell’esercizio di profes-sioni intellettuali avrebbe fatto perdere alla donna la femminilità e la grazia.La limitazione degli studi femminili era causata da un modo di vedere la natura della donna esclu-sivamente votata al lavoro domestico e alla di-mensione privata. In questo senso, si avvertiva la minaccia della distruzione di un modello di vita familiare rispetto al quale i ruoli di ciascun com-ponente erano ben distribuiti e non intercambia-bili. Sopravviveva inoltre la preoccupazione che le laureate potessero togliere lavoro agli uomini.Lidia Poët, di famiglia valdese, si laureò in giu-risprudenza a Torino nel 1881, successivamente, chiese ed ottenne l’iscrizione nell’albo degli Av-vocati di Torino nel 1883. Tuttavia, la Corte di Ap-pello di Torino, su ricorso del pubblico ministero, revocò l’iscrizione. Lidia Poët propose ricorso in Cassazione, nuovamente opposta dal PM.I motivi di opposizione erano del tutto privi di si-gnificato giuridico, come quello secondo il quale «sarebbe disdicevole e brutto veder le donne di-scendere nella forense palestra, agitarsi in mezzo allo strepito dei pubblici giudizi, accalorandosi in discussioni che facilmente trasmodano, e nelle quali anche loro malgrado potrebbero essere trat-te oltre i limiti che al sesso più gentile si convie-ne di osservare», e ancora che «la toga o il tocco dell’avvocato, sovrapposti ad abbigliamenti strani e bizzarri che non di rado la moda impone alle donne, e ad acconciature non meno bizzarre». Si sosteneva inoltre che la donna avvocato avreb-be potuto innamorarsi dei propri clienti, o, peggio, far innamorare i giudici e si temeva (addirittura!), che la donna, una volta diventata avvocato, potes-se, successivamente aspirare a diventare pretore,

Parto dal titolo di un libro scritto da Alba De Cespedes: “Dalla Parte di lei”. Questo libro, scritto nel 1949, divenuto non solo un best

seller, ma anche un caso letterario, narra degli aspetti più intimi dell’animo femminile ed esalta il senso di una intera esistenza. La protagonista è una donna segnata da tristissime vicissitudini (nel periodo tra gli anni ’20 e la libe-razione), la quale, tuttavia, non perde la speranza di condurre una vita normale. Con lo stesso appellativo è stata intitolata una re-cente rassegna cinematografica che intendeva far riflettere su quanto è stato fatto, ma, soprattutto, su quanto resta ancora da fare, per la piena realizza-zione delle pari opportunità. Così come “dalla parte di lei”, eccellenti e presti-giosi autori hanno composto opere, poesie, canzo-ni e temi musicali.La donna, nell’ultimo secolo, e per la prima vol-ta nella storia della umanità, gode del favore del mondo, o quanto meno di quella parte del mondo occidentale che rispetta i diritti umani.Molte discriminazioni legali impedivano alle per-sone di sesso femminile di svolgere lavori diversi da quelli domestici, oggi, attraverso le estenuan-ti battaglie dei tanti movimenti di volta in volta sorti nei singoli Paesi, assistiamo all’affermarsi di conquiste sociali tali da permettere a una donna di occupare posizioni privilegiate, o di partecipare ad operazioni di fondamentale importanza e di con-quistare ambiti di potere.La storia ci ricorda tuttavia che la battaglia per af-fermare l’individuo donna non è finita, dovendo spesso, tuttora, affrontare discriminazioni di fatto ora definite “differenze di genere”. Per quanto riguarda la professione forense, non parlerei di vera e propria discriminazione, quanto, piuttosto, di straordinarie difficoltà legate all’ap-partenenza di genere. Non ci sono vincoli giu-ridici di accesso o di riconoscimento di specifici titoli, ma essi vengono determinati dalla struttura fisiologica della donna che non sempre consente di rendere compatibile l’esercizio della libera pro-fessione insieme con la realizzazione delle proprie attitudini femminili. L’Avvocatura è poi “uno sta-to d’animo” che coinvolge e a volte stravolge, gli aspetti della personalità sino ad invadere ogni più intimo modo di vivere. E’ nota, a tutti noi operatori del settore, la vicen-da della prima Donna Avvocato, la torinese Lidia Poët. In quel periodo, parliamo del finire del se-colo XIX, la donna era esclusa dalle professioni giuridicamente protette per effetto di alcune leggi

La (mancata) paritÀ nella professione forense

A curA del consigliere Avv. cristiAnA

Arditi di cAstelvetere

PAri oPPortunità

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giudice istruttore, o consigliere di Cassazione. Dopo infinite vicende, Lidia Poët riuscì ad otte-nere l’iscrizione ufficiale solo nel 1919, con la promulgazione della Legge n.1176 del 17 luglio 1919, la quale, all’art.7 sancì l’ammissione delle donne «a pari titolo degli uomini, a esercitare tutte le professioni ed a coprire i pubblici impieghi». Tornando ai giorni nostri, malgrado la assenza di impedimenti allo svolgimento della professione forense, per la donna, l’accesso è divenuto più ab-bordabile solo di recente. Con un timido inizio negli anni ’70, poi rinvigori-to negli anni ’80, dagli anni ’90 abbiamo assistito al progressivo aumento di iscrizioni di donne negli albi territoriali degli avvocati.Ora, circa la metà degli iscritti sono donne, tut-tavia i dati sono sconsolanti se si considera che un’altissima percentuale di esse riduce progres-sivamente la propria attività professionale sino, in parecchi casi ad abbandonarla del tutto, salvo mantenere la mera iscrizione. La maggioranza delle donne avvocato sceglie di esercitare in collaborazione con altri, limitando, quindi, la propria sfera di individualità professio-nale, per riuscire nella difficile impresa di rendere compatibile il proprio ruolo di moglie, di madre, e (fenomeno emerso nell’ultimo rapporto del Censis sulla donna e la professione), di figlia di genitori anziani e bisognosi di cure e attenzioni.Bisogna, poi, distinguere la branca del diritto nel quale le donne hanno scelto di operare, se civile o penale, che pure determina una ulteriore distinzio-

ne tra le difficoltà, ed una serie ulteriore di pesi da sostenere.Pochissime, tra le numerose iscritte, sono titola-ri di Studi legali propri, e tra queste, ancor meno sono quelle che si fanno carico di personale di se-gretaria, collaboratori, praticanti.Un’analisi della professione al femminile viene sistematicamente elaborata dagli studi della Cas-sa Forense, grazie ai quali, oltre alle percentuali e agli elenchi, sono evidenziati dati sulle scelte ope-rative per lo svolgimento della professione delle donne, i metodi e le tendenze per materia. Ma è ancora il rapporto Censis che esplicita un dato sconfortante: nonostante il principio di parità sia garantito da norme costituzionali e legislative anche a livello europeo, e nonostante il sorgere dei Comitati per le Pari Opportunità (che, in tal senso, impegnano forze mezzi per la rimozione di ogni forma di discriminazione), la vita professionale della donna soffre ancora di pregiudizi. Infatti: • nonostante le donne rappresentino quasi il 50%

degli iscritti e la gran parte siano giovani, negli organismi di rappresentanza di categoria preval-gono in modo schiacciante gli uomini;

• la donna avvocato dichiara redditi pari al 44% di quelli dichiarati dai colleghi uomini;

• la ripartizione delle materie affidate ha eviden-ziato che gli uomini si rivolgono ad avvocati donna essenzialmente per cause di diritto di fa-miglia; e solo in subordine, tra i clienti figurano le piccole e medie imprese;

L’azione del Consiglio, nel corso del biennio trascorso ha rivitalizzato i rapporti con le istituzioni italiane e straniere. Nella foto un momento dell’incontro con la rappresentanza delle avvocate DI TEHERAN, in visita a Roma, ritratte con il Consigliere Segretario Rodolfo Murra

PAri oPPortunità

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• le problematiche loro affidate non richiedono peculiare specializzazione e/o grande organiz-zazione di studio;

• le grandi imprese prediligono avvocati di sesso maschile.

Pertanto, il livello di partecipazione delle donne avvocato al mercato del lavoro è, purtroppo, anco-ra condizionato da luoghi comuni e riserve. Il problema, a mio parere è a monte. Fermo restando che la forza, la cultura e l’intel-letto, al giorno d’oggi sono in grado di abbattere ogni pregiudizio ed ogni discriminazione che pos-sa provenire dall’esterno e, in tal senso, la donna ha buon senso e intelligenza da vendere, mi si la-sci dire che tutto può essere considerato alla luce di diverse opinioni e decisioni sulle “priorità” da difendere e perseguire. Non uso scientemente la parola “sacrificio” (che anche il neo Ministro del Lavoro, donna, non è riuscita a pronunziare in una famosa conferenza stampa); non lo faccio perchè la donna, per sua in-dole, e struttura mentale è naturalmente addestrata al sacrificio.In tal senso, pur senza addentrarmi in discorsi di so-ciologia o bioetica, vorrei ricordare il monito «don-na, tu partorirai con dolore», per far capire che la forza femminile è immensa e riconosciuta. Credo, quindi che per un miglior rapporto tra professione e femminilità si tratti di una questione di scelte. È quasi ovvio considerare che la cultura emanci-pazionista ha aperto una strada diretta, meno tor-tuosa in termini di accettazione e oggi, da parte dei clienti, o dei colleghi la fiducia è risposta con uguale apprezzamento sui professionisti uomini e donne che siano.Al contrario, gli ostacoli all’attività delle donne sono posti dalla quotidianità. Le donne abbandonano la professione molto più fa-cilmente degli uomini e guadagnano molto meno, addirittura meno della metà dei colleghi maschi. Laddove, invece, riescono a mantenere gli stessi standard maschili, a loro è aggiunto il sovrapprez-zo della “condanna” a dividersi tra famiglia e la-voro, a trascurare, spesso, sia l’una che l’altra, e a dover dividere la propria giornata navigando tra gli incastri che non sempre si individuano.Ciò dovendo mantenere i nervi saldi al fine di evi-tare gli assalti di nevrosi ossessiva di cui siamo sistematicamente sotto tiro.In alternativa, il prezzo da pagare è quello di ri-nunziare alla espansione affettiva e scegliere di non avere famiglia. Tutto questo a discapito del grandissimo potenzia-le di attitudini e risorse che, soprattutto in alcuni settori, la donna possiede (sia per spirito critico, sia per capacità di attenzione, sia per idoneità di valutazione contestuale).

In tal senso, sono urgenti e necessari interven-ti concreti che aiutino ad affrontare il problema nella sua essenziale complessità; penso ai bisogni sociali (asili nido, scuole), a servizi innovativi, a sostegni e, soprattutto, ad agevolazioni fiscali.Già nel 2009, il Capo del Dipartimento per le Pari Opportunità, Isabella Rauti, e il Presidente del Consiglio Nazionale Forense, Guido Alpa, hanno firmato un protocollo d’intesa per sviluppare una intensa collaborazione per la diffusione e valoriz-zazione della cultura delle pari opportunità nella professione forense. Tra i principali obiettivi: rimuovere le discrimina-zioni per realizzare pari opportunità nell’attività professionale, promuovere e incentivare l’occupa-zione femminile. La valorizzazione dell’apporto femminile all’in-terno della professione forense e la forte valen-za politica dell’iniziativa fanno di questa intesa un’importante tappa nel percorso avviato a so-stegno della promozione delle politiche di genere nell’ambito delle professioni liberali. Con la Commissione Pari Opportunità presso il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Roma, io e la Collega Livia Rossi, con la collaborazio-ne di tutti i componenti, abbiamo gettato le basi per un miglioramento della attività della donna nella professione forense, prendendo contatti con le istituzioni, organizzando convegni in tema di previdenza, contribuendo alla nascita di comitati anche all’interno dei diversi municipi, e ciò al fine di fornire un appoggio o, quantomeno, un’alterna-tiva- alla oggettiva constatazione che la donna sia l’unica figura di riferimento sulla quale caricare il peso e la cura familiare.Tutto questo sarebbe sempre più possibile se ve-nisse predisposto un sistema che affianchi alla fa-miglia una idonea rete di servizi, e, in tal senso, rivolgo nuovamente un invito (già più volte inol-trato), al nostro ente di previdenza per iniziative a sostegno dell’Avvocatura femminile. La Commissione Pari Opportunità sta anche valu-tando ulteriori rimedi da raccogliere in un elenco da presentare come proposta alle istituzioni che possano, in qualche modo, collegare la professio-ne forense, anche alla luce della nuova normati-va portata dalla famigerata legge di stabilità, per analogia, alla cosiddetta imprenditoria femminile e riuscire, in tal senso, a fornire soluzioni anche economiche che possano facilitare il percorso pro-fessionale (come ad esempio, forme di finanzia-mento per gli studi legali al femminile). Tutto ciò per non rovinare la bellezza di essere donna e, soprattutto, per non dare ragione all’illu-stre Honorè de Balzac che sosteneva: «Le donne, quando non amano, hanno tutto il sangue freddo di un vecchio avvocato».

PAri oPPortunità

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proseguito Cipollone, «Fanno meditare le pagine in cui Ciccio Amato, il magistrato che giudica i temibili terroristi, si vede costretto a lasciare con la sua famiglia l’appartamento in cui abita in af-fitto in quanto il proprietario della casa non volle rinnovargli il contratto. Lo fa certo perché teme in un attentato che potrebbe danneggiare la sua pro-prietà. È questo l’isolamento in cui erano costretti a vivere i fedeli servitori dello Stato in continuo pericolo di vita.

Certo ciò appare paradossale poiché per i capi della lotta armata la guerra rivoluzionaria, senza l’aberrazione degli ideali e la cieca e ottusa vio-lenza, aveva come finalità l’uguaglianza dei citta-dini e il raggiungimento della felicità sociale.

Ma il libro sottende una bella accoppiata France-sco Amato – Giancarlo De Cataldo, rispettivamen-te, per dieci anni, l’uno Presidente e l’altro giudice a latere in Corte d’Assise. Due uomini di alta le-vatura. Entrambi fantasiosi, tuttavia muniti di un senso introspettivo non comune.

Dai loro “incontri” e “scontri” dialettici certamen-te ha avuto grande vigore la affannosa ricerca del-la verità. Rallegramenti per questo affascinante e pregevole opera che, anche per la sua obiettività, sarà di guida per le future generazioni».

In un’aula gremita di magistrati, avvocati, gior-nalisti e di tante persone autorevoli, è stato pre-sentato il recente libro di Francesco Amato il

quale per tanti anni, quale Presidente della Corte di Assise di Roma, ha diretto importanti processi tra cui quelli a carico di terroristi, in uno dei perio-di più tragici del nostro dopoguerra.

Per commentare il libro, apprezzandone gli eleva-ti contenuti, hanno preso la parola l’Avv. Guido Calvi, attuale membro del Consiglio Superiore della Magistratura, il dott. Giorgio Santacroce, Presidente della Corte d’Appello di Roma, il dott. Giancarlo De Cataldo giudice della Corte di As-sise di Roma (a suo tempo a fianco di Francesco Amato), noto autore di opere letterarie e teatrali, il prefetto Ansuino Andreassi, già capo della Digos di Roma, il Maestro Sandro Trotti, insigne pittore, gli Avv.ti Alessandro Cassiani e Giovanni Cipollo-ne consiglieri dell’Ordine degli Avvocati di Roma e l’Avv. Antonio De Vita che subì un attentato ad opera dei terroristi. Particolarmente applaudito è stato l’intervento dell’Avv. Luigi Di Maio, oltre-modo famoso per la sua attività di affermato attore teatrale il quale, nel corso degli interventi, ha letto, tra un intervento e l’altro, i brani più significata-mente poetici del libro.

«Non è agevole prendere la parola», ha commen-tato Giovanni Cipollone «quando la persona alla quale rivolgiamo il nostro pensiero per elogiarlo, è a noi legata da un rapporto fraterno e affettuoso che dura da decenni. Emozionalmente, ad entram-bi il cuore batte più forte. Ho avuto il piacere di leggere in passato le altre interessantissime pub-blicazioni di Ciccio Amato e anche di apprezzare la sua limpida vena poetica ma questo libro, che è una fedele testimonianza della sua lusinghiera attività di giudice, mi riporta alla “antichissima saggezza espressa in sentenze” di cui parla Niet-zsche in un famoso saggio su Esiodo. Ma in Cic-cio Amato vi è molto di più poiché si sente ardere il fuoco primigenio della cultura sicula, la terra privilegiata che gli ha dato i natali. I temi della lotta armata, della clandestinità, del terrorismo, attraverso una indagine attenta e scrupolosa fi-nalmente sono rivisitati nella loro vera luce», ha

L’isolamento del servitore dello stato

il volume “Annali di piombo, diario di un servitore dello Stato”, di francesco amato, già presidente della Corte d’Assise di roma, presentato a novembre nella stessa aula in cui l’autore celebrò numerosi processi a terroristi

notizie dAll’ordine

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notizie dAll’ordine

1° quadrimestre 2011

2° quadrimestre 2011

3° quadrimestre 2011 Totale

Iscrizioni Avvocati e PraticantiAvvocati 16.848 16.779 17.063Cassazionisti 5.949 6.002 6.034Totale 22.797 22.781 23.097

Albo ordinario 21.649 75 394 22.118Elenco speciale 1.025 22 99 1.146Professori 274 3 23 300Totale cancellazioni/decessi/etc 151 116 200 467Totale 22.797 23.097

Praticanti (dal 01/01/2004) 3.516 3.558 4.068

Praticanti abilitati 2.110 2.125 2.057

dal 01-01-2011al 30/04/2011

01-05-201131/08/2011

dal 01-09-2011al 31/12/2011

Iscrizioni Avvocati e PraticantiAvvocati 16.848 16.779 16.063

Cassazionisti 5.949 6.002 6.034

Elenco speciale 1.025 1.047 1.162

Professori 274 277 281

Praticanti 3.516 3.558 4.068

Praticanti abilitati 2.110 2.125 2.057

Cancellazioni e trasferimenti AvvocatiTrasferiti 30 10 17

Cancellati 103 85 209

Decessi AvvocatiDecessi 17 20 25

Avvocati radiati o incompatibiliRadiati 1 - -

Incompatibilità - 1 -

Sanzione disciplinare - - 1

L’ordine in cifre

Riepilogo delle presenze consiliariDal 19 febbraio 2010 al 29 dicembre 2011 il Consiglio si è riunito 111 volteFasciotti 111 Nesta 101

Conte 109 Vaglio 101

Gianzi 108 Condello 96

Murra 108 Graziani * 89

Cipollone 107 Barbantini 87

Rossi 105 Cassiani 84

Arditi di Castelvetere 103 Cerè 77

Di Tosto 101 Testa ** 5* Presenze dal 19 febbraio 2010 al 28 luglio 2011** Presenze dal 1 al 29 dicembre 2011

Colleghi Defunti

Settembre 2011

Albanese MarioBenigni Pier GiorgioD’Inzillo CarloDelianni AntonioFlamminii Minuto OresteHoffmann Robert KarlLarocca DomenicoMarconi MarioRagionieri LuigiSgarra Vito

Ottobre 2011

De Dominicis RomoloDell’Ali GiuseppeForte AngelaNardi MassimoPaone PasqualeTrabucco Giovanni

Novembre 2011

Bertozzi GiuliaDi Gravio DarioMancini FernandoMastroddi Enrico MariaOpipari CesarePesaturo Isabella

Dicembre 2011

Cattan GiorgioD’Altilia AndreinaLanza CarloMastino Del Rio StefanoPansera Natale

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L’impressione che trasmetteva, incontrandolo di sera, era quella di non vedere l’ora di svegliarsi per proseguire il suo percorso.Ogni volta che lo incontravamo avevamo la sen-sazione che fosse sempre un passo avanti a noi. E lo era. Anche nella vita privata trovò presto l’amore del-la moglie Cristina e la gioia dei suoi due figli. Con Enrico era possibile parlare e discutere di ogni argomento e di qualsiasi materia, dalle più importanti alle meno serie, era libero nel pensiero e non poneva limiti ai suoi ragionamenti: riusciva a cogliere e sviluppare l’essenza della questione ponendosi alla continua e progressiva ricerca del-la verità, di una verità. Sul lavoro prevaleva la sua impeccabile serietà ed il rigore professionale, che erano in grado di trasmettere sicurezza e competenza: ma agli gli amici svelava la sensibilità e la comprensione dell’uomo, che sa di non doversi mai prendere troppo sul serio, lasciandoci alla fine di ogni in-contro con il suo dolcissimo sorriso ed una battuta folgorante, che non mancava mai di cogliere gli aspetti più ironici, e talora buffi, di ogni situazio-ne, anche la meno divertente. Quando Enrico ci ha lasciato non era più il ra-gazzo spensierato dei tempi della scuola ma era ormai divenuto un uomo completo e costruito nel lavoro e negli affetti: pareva avere la capacità di porsi in ogni momento al centro del contesto in cui si veniva a trovare, consapevole del mondo che lo circondava e con esso in assoluta armonia. In armonia col mondo ed in armonia con tutti. Era e resterà il migliore di noi; l’unico in grado di tenere unito, in una città fisiologicamente disper-siva, un nucleo di amici che avevano preso strade personali e professionali così distanti da perdersi, e che si ritrovavano sempre – sempre – nell’unico compagno di scuola che era in grado di fermare il tempo e gli orologi a vent’anni fa. Come si ri-trovano oggi orfani del loro punto di riferimento. Non mancava mai di essere disponibile al con-fronto con i colleghi, cui mai faceva mancare suoi preziosi consigli. Con queste parole lo vogliamo portare sempre nel nostro cuore assieme al fratello Stefano, sor-ridenti e allo stesso tempo impegnati a vivere con impegno e intensità ogni istante della loro gior-nata, ringraziandoli della loro amicizia, unica e irripetibile, e del loro esempio, che non dimen-ticheremo.

neCrologi

IN RICORDO DI ENRICO MARIA MASTRODDICristiano Cupelli Giancarlo Mattiello

Lo scorso 11 novembre, improvvisamente e prematuramente, ci ha lasciato Enrico Ma-ria Mastroddi, alla vigilia dei suoi 38 anni,

vittima di un incidente assieme al fratello Stefa-no, commercialista, mentre si trovavano su di un elicottero diretti a Macerata per un appuntamento di lavoro.Abbiamo conosciuto Enrico all’età di 14 anni e condiviso con lui gli anni eccezionali e spensie-rati del Liceo Classico al Collegio Nazareno di Roma assieme a un gruppo di compagni e amici, alcuni dei quali sono oggi professionisti di questo Foro e idealmente si uniscono a noi in questo bre-ve ma intenso ricordo.Dietro le apparenze di un ragazzo semplice, edu-cato e composto, Enrico si rivelò presto per il suo estro, la sua sensibilità, l‘irresistibile simpatia ed allegria, conquistando l’amicizia e l’affetto di tut-ti: compagni e professori. Condividevamo molti interessi, tra cui quello per il giornalismo, che ci portò a fondare il pri-mo periodico scolastico del Collegio, “Il Risve-glio”, testata scelta non a caso, ma proprio in vir-tù dell’obiettivo di fondo: che la nostra impresa avesse dell’innovazione, coniugando la tradizio-ne con il progresso., Ma per Enrico di lì a poco prevalse la passione e l’attitudine per la recitazione ed in particolare per il teatro, tanto da lasciare intendere che sarebbe divenuto presto un attore o un regista di sicuro successo.Invece, inaspettatamente, concluso il liceo, lo ri-trovammo iscritto alla Facoltà di Giurisprudenza de La Sapienza e già tirocinante presso uno studio legale. Dopo appena un anno di studi, infatti, Enri-co sembrava aver già compreso il percorso che l’aspettava, oltre all’importanza ed al senso della professione forense, senza tuttavia abbandonare la passione per la recitazione, che però usciva dai suoi obiettivi professionali. Conclusi rapidamente gli studi universitari con ottimi voti, senza troppi indugi superò la pratica e l’esame da avvocato, entrando a far parte di uno dei più importanti studi legali di Roma. Di recente, Enrico aveva intrapreso un percorso professionale autonomo, avviando il proprio studio con successo e, grazie alla sua capacità ed alle sue doti, arrivando in poco tempo ad una affermazio-ne professionale che pareva inarrestabile quanto la sua passione e la sua voglia di lavorare e di fare.

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ForomAnoNOTIZIARIO

DEL CONSIGLIO DELL’ORDINE

DEGLI AVVOCATI DI ROMA

Direzione e redazione:Palazzo di Giustizia

Piazza Cavour 00193 Roma

Direttore Responsabile: Antonio ConteRedattore: Giovanni CipolloneHanno collaborato: Cristiana Arditi di Castelvetere, Giovanni Cipollone, Domenico Condello, Cristiano Cupelli,

Francesco Gianzi, Alessandro Graziani Giancarlo Mattiello, Rodolfo Murra, Riccardo Rampioni, Rosario Rao, Livia Rossi

Grafica: Milena Savic per CreativeconnectionCoordinamento: Studio ParigiStampa: Tipolitografia Arti Grafiche Ravenna

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Il 24 ottobre presso il Futbol Club si è svolto il I° Memorial Delianni iniziativa apparentemente con finalità sportiva ma volta in realtà a

salutare il nostro grande amico e collega Antonio che se ne è andato via.Un doveroso ringraziamento va rivolto al Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Roma per aver concesso il patrocinio all’evento ed, in particolare, al Presidente Conte ed ai Consiglieri Giovanni Cipollone, Livia Rossi, Sandro Fasciotti e Francesco Gianzi, che in prima persona sono intervenuti avvicinandosi a tutti noi partecipanti riuniti per ricordare Antonio.Nell’occasione, terminata la manifestazione spor-tiva, il Consigliere Cipollone ha consegnato una targa ricordo al prof. dott. Emanuele Delianni ed il Presidente Conte ci ha fatto rivivere alcuni indimenticabili momenti trascorsi insieme ad An-tonio.Tutto senza lacrime e pensieri tristi, ma grandi sorrisi così come avrebbe voluto lui.Forse non tutti sono riusciti ad andare in Chiesa a

pregarlo od a portargli un fiore al cimitero, ma è bastata “mezza parola” e sono accorsi tutti senza esitazione ad indossare i pantaloncini ed a correre dietro ad un pallone perché è sempre stata la immensa passione di Antonio con noi condivisa per anni.Abbiamo perso un grande amico, solare e generoso che non riusciamo ancora a convincerci che ci ha lasciato, preferiamo pensarlo fuggito nella sua isola greca dove spesso andava a rifugiarsi ed aspettiamo che ci chiami per rivelarci qualcuno dei suoi segreti inconfessabili.Non abbiamo infatti eliminato il suo numero di cellulare dalla rubrica.Le parole non possono compiutamente descrivere quello che è stato Antonio ne è facile trovarle in simili momenti.Vogliamo soltanto ringraziarlo per averci dato una lezione di vita e di coraggio per non averci fatto mai vedere la sua sofferenza, andandosene con la massima riservatezza lasciando così dentro di noi un’impronta profonda ed indelebile.

Il futbol club intitola al compianto Antonio Delianni il primo memorial in suo onore Riccardo Rampioni

Rosario Rao