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a cura di Anna Lombardi

NANETTI

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NANETTI è Design, a cura di Anna Lombardi. 2009

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a cura di Anna Lombardi

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NANETTI è una produzione di:INTERAZIONI Associazione Culturale

È stata ideata e curata da ANNA LOMBARDI

�2009 GUARNERIO EDITORE - [email protected]

Attività fotografiche e grafiche:GUARNERIO Soc. Coop - UDINE

Per i testi: � GUARNERIO EDITORE� degli autori

È vietata la riproduzione anche parziale,in assenza di autorizzazione

Si ringrazia:IDEAEFFE (Farla di Majano, UD)Hattiva cooperativa sociale (Colugna, UD)

In copertina:Nanetto umidificatore

produzione cinese, 2008, terracotta dipinta, h cm 15.Il legame tra nanetti e giardini è cosa riconosciuta. Il piccolo oggetto che si intravede tra le foglie della pianta diAnthurium Andreanum è un nanetto provvisto di funzione d’uso: riempito d’acqua e infilato nella terracontribuisce a mantenerla umida. Poiché è in terracotta, con il tempo si sbriciola e torna ad essere terra.

Retro di copertina:Nanetti Love Therapy (vedi pag.11)

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NANETTI: è design?di Anna Lombardi

Oggetti di cattivo gusto oppure manufatti simbolici ad alto contenuto culturale?

Per quanto considerato kitsch per antonomasia, il classico nanetto da giardino non hamai conosciuto flessioni di mercato ed è stato recentemente portato in auge, anche tra ilpubblico più esclusivo, da aziende note nel mondo del Design e della Moda.

Ci è sembrato interessante cercare di scoprire le ragioni di tanto successo: questo è loscopo del presente libretto. La differenza, rispetto ad altre indagini che si sono occupatedi chiarire gli aspetti che legano il prodotto industriale al gusto, è che in questapubblicazione ci prefiggiamo di escludere l’indagine sociologica e concentrarci sullaforma, sui materiali, sulle modalità di produzione. In poche parole, sul Design. Non a caso inanetti da giardino presentati in questo piccolo volume sono di corrente produzione e sipossono comprare a prezzi contenuti nei negozi per il giardinaggio: sono alla portata ditutti. Quale miglior terreno di confronto per una disciplina la cui utopia è diffondere labellezza?

E allora: è o non è Design confrontarsi con un oggetto considerato Kitsch e creare unprodotto di successo? È o non è Design trovare una soluzione per produrre a basso costouna forma plastica e complessa? È o non è Design sperimentare nuovi materiali, finiture,lavorazioni?

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I nanetti non sono affatto un prodotto indegno di riflessione: hanno una grande storia allespalle, che affonda le radici nella tradizione popolare e passa attraverso tutta la storiadell’industria. Dalle prime produzioni artigianali in terracotta, realizzate nella Germania difine ottocento, ci conducono alle materie plastiche e alle problematiche dellaglobalizzazione che caratterizzano i rapporti economici dei giorni nostri.

Da una parte troviamo i nanetti di ceramica che, pur avendo fattezze occidentali, sonoprodotti in Cina e successivamente ricondotti nella vecchia Europa. Dall'altra, troviamo inanetti di produzione europea, spesso realizzati in plastica con tecnologie d'avanguardia.Due gli aspetti che li accomunano: il fatto che sono sempre dipinti a mano e Walt Disney.

Per quanto riguarda il primo punto, l'imperfezione dei nanetti tradizionali di produzionetedesca diventa la cifra che identifica manifatture diverse. Incuriosisce forse sapere che,ancora oggi, i nanetti vengono rifiniti a mano con un'operazione fatta in serie, come nellebotteghe dei pittori rinascimentali, dove ogni artigiano era specializzato in un dettaglio:c’era chi faceva le bocche, chi gli occhi, chi l’incarnato. La precisione del dettaglio dipintoa mano, al contrario, è uno degli aspetti che connota le produzioni cinesi: la mano d'operacosta molto meno!

Per quanto riguarda il secondo punto, basti ricordare che fu Disney a dare unadimensione planetaria ai nanetti grazie al suo film “Biancaneve e i sette nani”. Fu luianche a dar loro, nel 1937, un’identità che, nella tradizione popolare tedesca a cui siispirava, non avevano: prima erano, infatti, generici "spiriti della terra" del tuttoindistinguibili l’uno dall’altro.

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Le pagine che seguono raccolgono un saggio storico e le schede relative ai diversiesemplari di nanetto che abbiamo preso in considerazione. Ognuno di essi è statocatalogato: accanto alla fotografia si trovano tutte le informazioni tecniche che loidentificano (manifattura, data di produzione, materiali, misure) e una didascalia criticacon considerazioni che mettono in relazione estetica, storia e produzione.

Una prima riflessione porta all’evidenza che ci sono diverse tipologie di nanetto. Unaseconda mette in relazione le loro fattezze con il materiale di produzione: osservazioneche permette di apprezzare l’astrazione di un nanetto di cemento, dalle campiturepiatte e i particolari appena accennati, quando confrontato con i dettagli, precisi a talpunto da essere inquietanti, di un nanetto in resina e stucco. La puntualizzazioneriguardo ai materiali di produzione farà scoprire quanti diversi tipi di plastica vengonoutilizzati per massificare il prodotto, e quanto ancora contano i materiali tradizionalie le finiture a mano.

Con questo lavoro vorremmo dare un contributo alla definizione teorica del Design,disciplina che, per eccellenza, si occupa di conferire qualità al prodotto industriale, nonsolo curando la forma in relazione al materiale e ottimizzando le lavorazioni, ma ancheaccompagnando il prodotto sino all'utente finale. Siamo coscienti che parlare di nanettial mondo del Design sia una provocazione, ma speriamo di offrire una chiave di letturaper meglio comprendere le motivazioni del compulsivo comportamento d’acquisto che fadei nanetti un intramontabile best seller.

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È con questo prodotto che il noto designer francese Philippe Starckha “sdoganato” il classico nanetto da giardino dal regno del kitsch,facendolo irrompere nel mondo del Design.Il kitsch è un termine di origine tedesca, traducibile con“paccottiglia”. Ad esso si associa la parola "camp", che significa“pretenzioso, vistoso, inopportuno” e che, nel linguaggiocontemporaneo allude ad un kitsch cosciente, ironizzante eprovocatorio. Aggettivi appropriati a definire lo gnomo Attila e i suoicompagni Napoleon e Saint Esprit.

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Gnomo Attiladesign Philippe Starck, 2000

produzione Kartelltecnopolimero termoplastico

verniciatoh cm 43

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Elio Fiorucci ha ideato il marchio Love Therapy nel 2003 comeprogetto attraverso il quale esprimere un sentimento di ottimismocapace di indurre una visione positiva della vita.Nanetti, elfi, disegni e brevi frasi, simboli ricorrenti dell’immaginariodell’imprenditore, propongono un mondo magico per adulti e bambini.L’inedito nanetto è declinato in molteplici oggetti regalo e nelmerchandising utile a pubblicizzarli.

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Cartello vetrinaproduzione Love Therapy, 2008cartoneh cm 25

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In una delle sue diverse finiture, Baddy è caratterizzato da unatecnologia che lo rende luminescente e da un’aria poco amichevole.Entrambi gli aspetti lo portano a ben ricoprire il ruolo di guardianodegli spazi aperti.Grazie alla particolare materia plastica di cui è fatto, non necessita dienergia elettrica, ma solo di un po’ di sole che lo “ricarichi” ognigiorno.In questo caso i designer hanno voluto sottolineare che i nanetti dagiardino non devono svolgere esclusivamente una funzione estetica edecorativa, ma possono essere anche utili e funzionali.

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Baddydesign JVLT JoeVelluto + A. Fabbianproduzione PLUST Collection, 2008resina di polietileneh cm 55

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Uno dei modi per produrre in serie un nanetto, è costruire unostampo da cui realizzare due scocche, una per il fronte e una per ilretro. Queste vengono unite con accortezza tale da non essere visibilinel prodotto finito.Successivamente il nanetto viene dipinto all’aerografo e rifinito contocchi a mano. Quest’ultima operazione è fatta in serie, come nellebotteghe dei pittori rinascimentali, dove ogni artigiano eraspecializzato in un dettaglio: c’era chi faceva le bocche, chi gli occhi,chi l’incarnato. Diverse fisionomie e colori corrispondono a diversemanifatture.

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Nanetto con coniglioprodotto in Germania, 2008resina poliestere e fibra di vetro stratificatavernici epossidicheh cm 40

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Il materiale è determinante nella precisione dei dettagli e, quindi,nella resa finale della “statua”: il cemento rimanda forme pocodefinite, che solo il colore fa vivere nella fisionomia finale.La diffusione della lavorazione di questo materiale e, in tempi piùrecenti, dei materiali plastici e di pigmentazioni da esterno in grado diresistere agli agenti atmosferici, hanno contribuito ad abbassare iprezzi e rendere popolari i nani da giardino.

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Eoloprodotto in Italia, 2008cemento dipinto con colori acrilicih cm 25

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Questo oggetto sembra racchiudere in sé le molteplici problematicherelative al kitsch e provocare coloro che si occupano di Design.Ha, infatti, una funzione: illumina. È un prodotto industriale:presuppone uno stampo ed una produzione che ne giustifichil’investimento. Incorpora una nuova tecnologia. È fatto bene. Vienevenduto a un prezzo contenuto.Ha solo un difetto: non piace ai designers, che ritengono di poter faredi meglio. E allora: è o non è Design confrontarsi con un oggetto che,pur essendo considerato Kitsch incontra il gusto della gente?

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Nanetto illuminanteprodotto in Cina, 2008resina e stucco compositipannello solare, batteriamateriale rifrangenteh cm 25

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UN PO' DI STORIAdi Lidia Zitara

L'età classicaI nanetti sono nati contestualmente alla pittura ed alla statuaria sacra da giardino. Nani efigure deformi sono raffigurate anche nelle pitture greche, elleniche e romane (bastipensare a quelle trovate nelle Terme di Tito e Traiano a Roma, che diedero i natali altermine “grottesco”). Ma i loro più illustri predecessori sono le statuette dei Lari familiari(Lares familiares) dell'antica Roma. I Lari erano le divinità minori, protettrici dellafamiglia, e venivano religiosamente custodite ed onorate da tutti i familiari.Accanto ai Lares familiares erano i Lares agrestes, spiriti non legati alle famiglie, ma allecampagne. I Romani credevano anche che ogni luogo avesse un suo nume tutelare, ungenio protettore, spesso rappresentato da un serpente, il cosiddetto "Genius loci", chetanto spesso ritorna nelle discussioni attorno al giardinaggio.

È proprio dal culto dei Lari che si sono sviluppate tradizioni antichissime, come il presepe.Infatti in occasione del solstizio d'inverno, cioè il giorno del “Sole nascente” o “Solebambino”, si soleva disporre le statuette dei Lari all'interno di uno steccato o una siepe(donde il termine “presepio” = “prae-saepere”, cioè “circondare con una siepe”). Accantoa questi culti vi era quello di Priapo, figlio di Venere e Bacco, protettore degli orti e deigiardini in quanto divinità associata alla fecondità. Virgilio scrisse che “era il protettoredei giardini poveri”.

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Nel suo autorevole testo "Nanetti e giardini in Italia", Bruno Sanguanini associa alla figuradi Priapo quella dei nanetti, gulliverizzati e privati pudicamente di alcune caratteristichemorfologiche. Sull'altare di Priapo si celebravano riti dionisiaci e di fecondità, che sispostavano progressivamente dall'interno all'esterno dell'abitazione, fino a raggiungere ilviridarium, e lo stesso Priapo si trasformò nel Ruber Custos (il “Rosso Custode”), unasorta di spaventapasseri. Figura peraltro comune e a molte leggende centroeuropee,come quella tedesca di Rübezhal e, probabilmente, quella di Robin Hood.

Il MedioevoL'epoca medievale, che fondò la sua estetica sul viso martoriato ed afflitto del Cristocrocifisso, non ebbe pertanto remore a raffigurare in dipinti e, soprattutto sulle docce esui frontoni delle chiese, delle figure mostruose e deformi quali monito a mantenersi purie casti. I nani e la loro gulliverica controparte, i giganti, hanno costellato la storia delleville rinascimentali e manieriste. Nel 1400 la presenza di nani a corte era usuale, ancoraoggi l'"Appartamento dei Nani" del castello Gonzaga a Mantova è una delle attrazionituristiche più visitate. Nella stessa “Camera degli sposi”, affrescata da Mantenga, èraffigurata una nana, così come in “La Meninas”, di Velasquez.

Nel corso dell'Umanesimo e del Rinascimento, il rinnovato interesse per le scienze e perla natura condusse molti nobili ad appassionarsi delle curiosità del mondo naturale.Fu così che nacque il collezionismo per oggetti naturali particolari, gemme, conchiglie,ossa di creature marine, pietre particolari, corna di animali, ecc., che venivano raccoltenelle famose Wunderkammern o “camere delle meraviglie”, che venivano adornate dastatue di sirene, di ninfe, di Pan, ecc. Si tratta – potremmo dire – della più antica

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22 Di manifattura tedesca, questo nanetto ha tutte le caratteristichedella tradizione che, a fine '800, furono diffuse dalla mitologiawagneriana e dai troll di Henrik Ibsen.Rispetto alla produzione storica, la differenza risiede nel materiale diproduzione: plastica stampata invece della terracotta. In entrambi icasi c'è comunque in comune il fatto di essere dipinti a mano:incongruenze del progresso tecnologico ancora incapace di sostituirela mano dell'uomo? O ultima risorsa a salvaguardia del "fare"artigianale?Rimane il dilemma del fattore estetico, che rimanda alla questione delgusto: questo nanetto è brutto o è bello? Quali i parametriper un giudizio obiettivo?

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Nanetto con colombeprodotto in Germania, 2008polimero stampato in rotazionale everniciatoh cm 35

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versione del parco a tema dei giardinetti di città, in cui vengono riuniti animali e statue diogni tipo, a formare una sorta di Disneyland in miniatura.Lo stesso Goethe era un naturalista ed un fisico dilettante, collezionava pietre econchiglie ed aveva statue di nanetti nel suo giardino di Weimar, dove spesso invitava gliamici per il tè.

Già nel medioevo (e prima ancora in epoca romana) erano conosciuti i cosiddetti“meccanismi eroniani”, cioè quei congegni idraulici attraverso cui si potevano crearegiochi d'acqua e far muovere degli automi. Queste tecniche furono poi migliorate (eportate ai loro massimi livelli nelle fontane di Versailles – create peraltro da idrauliciitaliani), tanto che a Pratolino vi era un vero e proprio teatrino di automi, intenti a farequesto o quel lavoro con questo o quell'attrezzo.

Tutto ciò ricorda molto da vicino il presepe e i nanetti indaffarati con carretti, asce,picconi. È famoso il nano di Villa Pisani a Strà, come anche la “villa dei nani” di Valmaranaa Thiene (Vicenza ), in cui i nani accolgono il visitatore. Altrettanto famoso è “Morgante” ilnano di Boboli, posizionato al centro di un labirinto di siepi, con una chiara funzione diguida e sorveglianza, cioè una funzione teleologica.

Il labirinto è, tra l'altro, un elemento mitologico importantissimo, poiché implica unsignificato iniziatico, di morte e rinascita. Giove stesso era chiamato Labyris in AsiaMinore. E se ci pensiamo un po', i nani scavano nelle caverne, anche quelle dense disignificati mitologici di nascita e fertilità.

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L'età modernaIn epoca moderna la storia del giardino ebbe due scossoni: il primo fu la rivoluzioneinglese del paesaggismo, che si conclamò tra la metà e la fine del Settecento. Collimòperaltro con altri tipi di rivoluzioni nel campo delle arti. Unanimemente si concordanell'indicarla come il punto di disgregazione della capacità di individuazione di un gustosoggettivo all'interno del giardino.

Il paesaggismo prevedeva ampi spazi che fossero più simili possibile ad una “natura bencoltivata”, con il grado minimo di artificio visibile. Lo spazio era improntato aidivertimenti tipicamente inglesi: la passeggiata a piedi, a cavallo o in carrozza, i giochi delgolf e del polo. Collinette, vallecole, stagni, anse dei fiumi erano decorate con edifici estrutture che richiamavano antichi periodi storici, prevalentemente quelli greci, masempre più spesso vi erano ospitate delle “casette cinesi” per assecondare la moda dellecineserie e dell'Oriente. Il revival, tipico di quel periodo delle rovine classiche e lascoperta del mondo alpino (quest'ultimo coincide con la teorizzazione del “sublime” daparte di Edmund Burke), rende i giardini luoghi ideali per ospitare artefatti che imitavanoantichi ruderi o rocce, promontori, rilievi artificialmente creati.

In seguito la moda delle rovine e delle "fabriques" (piccoli edifici che richiamano la vita incampagna, latterie, mulini, masserie) e delle "folies" (chioschi esoticheggianti e gazebochiusi, dove potersi riunire non visti dall'esterno per conversare, amoreggiare, ocompiere piccole follie – donde il nome), divenne una vera e propria insensata esaltazionee ne abbiamo una bellissima testimonianza in "Bouvard e Pécuchet" di Flaubert.

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Il gesso è un materiale tenero e fragile, va tenuto bene e ridipintoperiodicamente. Per gli amanti dei nanetti esiste una gerarchiaqualitativa in base al materiale di produzione: un nanetto di cemento èun esemplare migliore rispetto a quello di plastica, ma anchepeggiore rispetto a quello di gesso e terracotta.Il nanetto riprodotto nella pagina accanto riprende la tradizionaleiconografia di origine germanica e celtica precedenteall'interpretazione americana di Walt Disney.

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Nanetto minatoreprodotto in Cina, 2008gesso dipinto con colori acrilicih cm 40

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La caratteristica del giardino successivo, cioè del giardino romantico, è quella disuscitare un impatto emotivo e da ciò nasce quello che viene chiamato “eclettismostorico”: nei giardini, non sempre di dimensioni adeguate allo scopo, venivano così riunitistili e impressioni differenti. Il giardino diviene così un mezzo per esprimere il propriostatus symbol.

L'età contemporaneaMolto spesso si pensa che il cattivo gusto sia una tara dei tempi moderni, mentre inveceha radici ben lontane nel tempo, basti pensare ai sofisticati giochi ed automi che losfortunato Ludwig II di Baviera (il cugino di Sissi) si fece costruire per il suo castello diNeuschwanstein a Füssen.

I giochi richiamavano apertamente le atmosfere romantiche wagneriane. Wagner stessofu l'ispiratore di Ludwig che gli commissionò “L'anello del Nibelungo” e che per lui fececostruire il teatro di Bayreuth. Il castello fu concepito come un palcoscenico di una vitaimmaginaria, uno scenario ideale per il mondo romantico. Walt Disney vi si ispirò percreare Disneyland.

Il castello, giudicato con occhi moderni, è ricco di ogni genere di kitsch ma, all'epoca,tutte le sue architetture e decorazioni erano considerate artistiche.Fu proprio Ludwig I, il padre di Ludwig II, ad iniziare la moda del castello eclettico eromantico. Molti erano gli arazzi e gli affreschi che rappresentavano motivi neo-gotici,allora molto in voga, come il mito del Graäl, di Merlino, della Tavola Rotonda e di ReArtù.

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L'Europa mitteleuropea è ancor oggi ricchissima di leggende e fiabe aventi comeprotagonisti gnomi, elfi e nani. Gli stessi Nibelunghi sono dei nani che abitano nellecaverne e custodiscono tesori (non diversamente dai Nani di Tolkien).

Il secondo momento di rottura nella storia del giardinaggio moderno fu (per quello cheriguarda la nostra indagine) la riproducibilità tecnica degli oggetti d'arte e di artigianatoche ha posto le basi alla produzione industriale, alla serialità, ed al “brutto in serie”, cioèal kitsch, a cui troppo facilmente e con poca cognizione di causa si fa appello parlando deinanetti.

La serie dei nani è teoricamente chiusa, essendo solo sette, otto con Biancaneve, mavirtualmente è infinita, poiché infinite sono le combinazioni di varianti e di materiali,inoltre ai nani è possibile aggiungere infiniti elementi di piccola statuaria da giardino,come animali, rane, cerbiatti, Bambi, funghi, altri personaggi dei cartoni animati Disney.

Le prime produzioni industriali di nani di terracotta, che ovviamente ancora non avevanole fattezze disneyane, e che ora sono significativamente diventati pezzi da collezione dimodernariato, vennero avviate verso il 1880 in Turingia, ma ancor prima erano richiestinanetti di fattura artigianale.

Nel 1867 Sir Charles Isham, un gentiluomo inglese interessato allo spiritualismo, volledelle statue di gnomi per abbellire il suo giardino di rocce e conifere striscianti, aLamport Hall, nel Northamptonshire. Affascinato dalla mitologia wagneriana allora in augee dai troll di Henrik Ibsen, si fece portare dalla Germania parecchie dozzine di questi

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I nanetti hanno, per gli amatori, un valore più o meno alto a secondadel materiale con cui sono fatti.Quelli di terracotta sono più preziosi, perché il materiale è piùnaturale e li avvicina alla terra nella quale, secondo la tradizione,dimorano. L'argilla non permette una particolare definizione deldettaglio, ma i colori vivaci e la finitura lucida che si ottengono con lacottura nei forni ad alta temperatura contribuiscono efficacementeall’effetto finale.

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Nanetto violinistaprodotto in Cina, 2008ceramicah cm 23

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“spiriti della terra” che egli chiamava “minatori fantasma”. A tal proposito non si può nonricordare come lo spiritismo fosse di moda sul finire dell'Ottocento e che moltipersonaggi come Sir Arthur Conan Doyle (il creatore di Sherlock Holmes) ne fosseroaffascinati e ne ricercassero delle basi scientifiche.Le fiabe dei fratelli Grimm furono pubblicate tra il 1812 e il 1822 e sono operedichiaratamente popolari, o meglio della cultura del popolaresco. Non sono cioè una versionepopolare di una tradizione colta, nascono già popolaresche.

I sette nani della fiaba dei Grimm sono sostanzialmente indistinguibili l'uno dall'altro, nonhanno nomi né carattere, non vengono descritti morfologicamente. In breve non hannoindividualità: se fosse stato uno soltanto sarebbe stata la stessa cosa.Mentre i fratelli Grimm si riproponevano di dare una testimonianza delle tradizionipopolari orali, Disney nel '37 fa diventare i nani dei tipi individuali, ognuno con un nomeed una personalità, dandogli pertanto un carattere seriale, facendoli quindi diventareelementi di una serie collezionabile. .

A partire dalla fine degli anni Novanta si sono moltiplicate le azioni delle varie “bandeanti-nano”, o dei “fronti di liberazione dei nani da giardino”. Si tratta di gruppi,presumibilmente di sfaccendati, nati attorno agli anni '80–'90, che sottraggono lestatuette dai giardini per liberarle nei boschi, dove – a loro giudizio – potranno ritrovarel'ambiente naturale da cui provengono e infine tornare a casa. Ci si sorprende a questopunto del perché tutte le statue delle contadine con le ceste di frutta non siano stateriportate in campagna, le sirenette ricondotte al mare, o le rane riportate agli stagni. Ciò

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accresce l'interesse verso i nani, che sono le uniche statue da giardino a beneficiare ditali interventi.Alcune associazioni non sono affatto gentili e invece di “liberare” i nani li distruggono apicconate, provocando anche danni al giardino, come i KANG, acronimo dal suono sinistro,che significa: Klub Anti-Nano da Giardino.Famoso è in Francia il "Front de Libération des Nains de jardin" che commercializzagadgets e pubblicizza il nanetto-pensiero. Difficili sono i contatti con i rappresentanti diquesta ed altre associazioni che sembrano avere a cuore più il merchandising che non il“nanetto-pensiero”, anche questo peraltro venduto come un gadget. Tutte questeassociazioni sono abbastanza similari tra loro, citiamo solo quella degli Gnomi dell'Altopianodi Asiago, che invece, oltre a dichiarare nome e cognome, sviluppano periodicamenteiniziative ed attività riguardanti il mondo della fantasia e dei nani da giardino.

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Nella tradizione popolare di origine celtica e germanica, i nanettihanno una fisionomia indistinguibile l'una dall'altra: non hanno nome,né carattere. È Disney che, nel suo film Biancaneve e i sette nani(1937), fa diventare i nani dei tipi individuali, ognuno con unapersonalità.Genericamente considerati “spiriti della terra”, spesso sonoraffigurati con gli attrezzi dei minatori.La produzione contemporanea declina il nanetto in tutte le attività checaratterizzano il mondo di oggi.

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Nano cuocoprodotto in Germania, 2008resina poliestere e fibra di vetro stratificatavernici epossidicheh cm 75

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Bodydesign Biancamaria Saccoproduzione SOS, 2008cotone stampatocm 50

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DALLA FIABA AL CINEMAdi Maria Beatrice Bertone

Sono i fratelli Grimm (Jacob e Wilhelm) a pubblicare nel 1814 "Schneewittchen und dieSieben Zwerge", "Biancaneve e i sette nani", nella raccolta "Kinder – undHausmarcheren" (Fiabe dei bambini e del focolare) ispirandosi a racconti e aspetti dellatradizione orale tedesca. Per questa ragione la nascita e l’origine di Biancaneve e in sé,della fiaba, viene “rivendicata” dalla città di Lohr in Bassa Franconia. Nelle pubblicazioni astampa viene illustrata rispecchiando gli stilemi della grafica delle differenti epoche e inrelazione agli autori che traggono spunti iconografici di varia natura, personalizzandoli.

La fiaba è tra le più note in tutto il mondo occidentale, acquisisce un successo e unapopolarità tali da divenire nel 1937 oggetto della fantasiosa traduzione animata della WaltDisney. La Walt Disney percorre un lungo iter di preparazione e studio di tutti ipersonaggi, cogliendo riferimenti specifici da opere d’arte europee. I nanetti disneyanisono il frutto di sette elaborazioni volte a caratterizzare, come con il nome, ruoli diversi,La fiaba dei fratelli Grimm propone, al contrario, le loro figure solo come piccoli minatorie non dà spunto per una distinzione caratteriale e fisica, a differenza invece dei connotatiforniti nella descrizione di Biancaneve o della Regina cattiva. C’è ragione di credere che laripresa figurata dei nani per il cartone animato possa trovare dei riferimenti proprioriguardo a quest’ultimo personaggio, per la cui iconografia i fratelli Disney e i loro

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Lampada da tavolodesign Giovanni Cortinovis, 2008produzione Taffetànanetti in PVCstampati per soffiaggioh cm 65

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collaboratori pare si siano ispirati all’immagine della scultura gotica di “Uta”nel Duomo diNaumburg in Turingia. Proprio in Turingia dal 1880 ebbero inizio le produzioni di nani interracotta dipinta a colori vivaci, destinati al giardino. Tali creazioni, divenute ormaifamose e assai diffuse, avrebbero potuto rappresentare l’archetipo dei nanetti per iDisney che, nel ’35, si erano recati in Germania per preparare le immaginidestinate al cartone, adattate poi nei connotati e nelle fattezze che più corrispondevanoai profili assegnati.

Gli indistinguibili sette nani dei Grimm con Disney sono battezzati ognuno con un proprionome ispirato ai sette pianeti. Ecco dunque dall’originario nome inglese di Doc, dottore(Dotto) riferito alla saggezza di Giove; Grumpy, scorbutico (Brontolo) a cui corrisponde laprudenza e la riluttanza di Saturno; Sleepy, sonnolento (Pisolo) riconduce all’abbandonoonirico della Luna; Bashful, timido (Mammolo) alla castità di Venere; Happy, felice(Gongolo) rimanda la luce e la gloria del Sole; Sneezy-Sneeze, starnuto (Eolo) è la forzaesplosiva di Marte; Dopey, addormentato, diventa nella versione italiana Cucciolo, che èanche l’unico senza barba e calvo, rimanda a Mercurio a cui è metaforicamenteassegnata la flessibilità.

L’abbigliamento contribuisce alla caratterizzazione: indumenti comodi e dei colori dellaterra come si addice a dei minatori, come pure i tessuti robusti della tipologia dei panni dilana. Le gradazioni dal rosso al marrone, delle terrecotte per giubbe, talora rattoppate,

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panciotti che sono quasi delle tuniche nel caso di Cucciolo e Pisolo, chiusi almeno da unbottone, fermati da cinture con fibbie.Sono indumenti indossati su calzebrache, ai piedi calzature tozze, quale riduzione delle“calze solate” di età medievale; alla stessa epoca, si rifanno i copricapo a cappuccio.È soltanto uno, invece, il nano da giardino del papà di Amélie che, nel film "Il favolosomondo di Amélie" (2001), consola il suo proprietario malato, viaggiando. Simboleggia allostesso tempo la voglia di conoscere il mondo e di affrontare nuove esperienze dellaprotagonista. Per i nostri decenni sembra proprio che il nanetto faccia parte di tutto ciòche è meraviglioso, ci aiuta a penetrare nel buio, cogliervi il meglio, proprio come inanetti nella miniera raccoglievano le pietre preziose!

Le creazioni animate della Disney sono diventate un riferimento preciso in molti deinanetti prodotti fino ai nostri giorni, ponendo al designer una seria problematica perquanto riguarda il copyright, i brevetti e i diritti d’autore. L’intento della Disney è statoquello di lavorare per un cartone animato, che dal 1937 ha subito una molteplice serie divarianti fantasiose, riscuotendo sempre successi, ma senza mutare iconograficamentegli originari piccoli protagonisti.

La sfida sta dunque nel far prevalere, in un contesto tridimensionale e destinato allafunzionalità, le “magie” del nostro tempo fatte di materiali e di tecniche nuovi chepossono a loro volta essere il frutto di ricerche e studi nel passato anche più remoto odel tutto avveniristiche e innovative.

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Mammolo e Pisoloserie "I sette nani", 1969produzione Ledraplasticcollezione Michele MaioranaPVC Plastisol con finitura antibattericah cm 30

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Anna Lombardi , designer, convinta assertrice che l’industria sia veicolo di cultura, haprogettato eventi e pubblicazioni sul tema del prodotto industriale per conto di EntiPubblici e privati, con l'obiettivo di sensibilizzare il territorio al Design (Civici Musei diUdine, Assindustria e Camera di Commercio di Udine). Insegna Design Management eComunicazione d’Impresa alla facoltà di Disegno Industriale dello IUAV.

Lidia Zitara, illustratrice, ha fondato il più autorevole sito italiano di giardinaggio(www.compagniadelgiardinaggio.it) . Vi pubblica numerosi articoli e disegni e cura lasezione “libri”. Il sito ha anche una attiva community, di cui è moderatrice. Ha illustratonumerosi libri. Giornalista apprezzata, cura una rubrica sul mensile "Casafacile".È autrice del volume "Il giardiniere per diletto", uscito nel gennaio 2009 (Ed. Pendragon).

Maria Beatrice Bertone , storica del tessuto e dell'abbigliamento, svolge attività diricerca, promozione eventi, mostre e pubblicazioni. Si occupa di conservazione e restauronel settore del costume e del tessile collaborando con gli enti preposti alla tutela.È impegnata in collaborazioni con musei, università ed enti pubblici per la conduzione dicorsi specialistici e didattici. Fa parte del comitato scientifico della rivista Filoforme.

INTERAZIONI DESIGN è la sezione dell’Associazione Culturale INTERAZIONI. Recentementefondata a Udine, ha come obiettivo la diffusione sul territorio di temi legati, oltre che alDesign, alla Musica, all’Architettura, all’Arte, alla Letteratura, alla Fotografia, al Costume ealla Moda. Punta, in particolare, al confronto tra diverse discipline quale mezzo per unaloro definizione contemporanea.

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