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Natale 2010

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LA CASA INFORMA L’ANIMAZIONE INFORMA 23 Come si viveva il Natale? Si ringraziano tutti coloro che hanno dato il loro apporto per la realizzazione del periodico 18 El temp 14 Bianco Natale 12 Un dolce pomeriggio 4 La sciarpa longa A STRETTO GIRO DI POSTA... 24 “Nen a trovar la Pierina” 5 Inaugurazione Palazzina Centro Servizi 38057 - Pergine Valsugana (TN) Via Pive n. 7 tel. 0461/531002 fax 0461/532971 E-mail: [email protected] Sito: www.apsp-pergine.ti di Gozzer Lorenzo 1

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LA CASA INFORMA 2 I costi della non autosufficienza

3 Alla ricerca del Natale

4 La sciarpa longa

5 Inaugurazione Palazzina Centro Servizi

6 Dedicato ai nostri amici Volontari

PROGETTI 7 La pet-therapy

8 Il libro dei desideri

ATTIVITÀ 11 Un interessante gita a Canezza

12 Un dolce pomeriggio

13 News dal 1° piano di via Marconi

14 Bianco Natale

13 El cafè

14 Aspetti il Natale?

15 News dal 4° piano di via Marconi

17 News dal 3° piano di via Marconi

17 News dal nucleo “Sorgente”

18 El temp

EVENTI 19 Saluti dal mare

POESIA 22 La not de Santa Luzia

L’ANIMAZIONE INFORMA 23 Come si viveva il Natale?

23 Notizie flash

A STRETTO GIRO DI POSTA... 24 “Nen a trovar la Pierina”

25 Caro periodico “IL PONTE”

26 “Un anno fa!”

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SOMMARIO

COPERTINA “Paesaggio invernale” di Gozzer Lorenzo

Il ponte n. 3 - Natale 2010 Distribuzione gratuita Comitato di redazione Cristina Bolgia Meneghini Giovanna Cura redazionale e impostazione grafica Cristina Bolgia Meneghini Giovanna Fotografie Servizio animazione Redazione presso: S. Spirito - Fondazione Montel Azienda Pubblica di Servizi alla Persona 38057 - Pergine Valsugana (TN) Via Pive n. 7 tel. 0461/531002 fax 0461/532971 E-mail: [email protected] Sito: www.apsp-pergine.ti Stampa Publistampa Arti grafiche, Pergine Valsugana Si ringraziano tutti coloro che hanno dato il loro apporto per la realizzazione del periodico

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LA CASA INFORMA

di Andrea Zuccatti

ALLA RICERCA DEL NATALE

E' lo scintillio di migliaia e mi-gliaia di luci appese ad alberi, balconi, finestre, locali. Natale è un itinerario di mercatini: mercatino a Trento, mercatino a Levico, mercatino a Pergine, mercatino mondiale. Doni, strenne, dolci, regali, regali, regali per tutti i gusti, di ogni dimensione, colore, forma. Na-tale sono messaggi d'amore, biglietti d'auguri, speranze di pace, promesse di bontà, paro-le, parole, parole (...soltanto parole canta Mina). Natale è poi fatto di grandi ab-buffate, menù tradizionali e me-nù particolari, diete all'ingrasso. Forse sto facendo un po' di confusione … con tutto questo bailamme mi sa che ho perso il senso del Natale. Chiudo un attimo gli occhi per non vedere tutto questo scintillio e mi metto a cercarlo altrove. Eccolo. Ne sento il profumo lontano, profu-mo di infusi di frutta rossa e cannella, profumo di vin brulé, sapore di dolci speziati. E' una giornata ovattata, il cielo grigio, gli occhi guardano le nuvole. A Natale aspetto sempre di scorgere qualche fiocco bianco far capolino nell'aria di neve. Le

case hanno un colore diverso, rosse e calde e morbide. Non so perché ma quando penso al Natale mi vedo sempre bambi-no … chissà se succede anche a voi. Apro gli occhi e in quell'attimo, per un istante, ri-cordi e realtà si uniscono. Non ho ancora trovato il Natale. E' opportuno, forse, fare un passo indietro, ripartire dall'ini-zio della storia. Siamo in Palestina, un paese dominato da stranieri, i romani. Tutti accorrono nelle città più importanti per registrarsi al censimento. Sono costretti a farlo anche una giovane ragaz-za incinta, Maria, e il suo com-pagno Giuseppe. Lontani da casa, nel freddo di una notte, senza un posto dove dormire o alloggiare, proprio lì, in una stalla, si compiono i giorni del parto. Così è nato Gesù. Cosa hanno a che fare, allora, luci colorate, mercatini, regali, vin

brulé e panettoni con un bimbo nato in una stalla ai margini di Betlemme? Lascio a voi la ri-sposta. A questo punto non ho ancora capito qual è il vero Natale. E' quello sfarzoso, brillante e appetitoso? Oppure è quello che si nasconde nei ricordi lon-tani di quando eravamo bambi-ni? O ancora è a Betlemme in una mangiatoia a soffrire il freddo? E' pomeriggio e chiacchiero come al solito con le tre signo-re del terzo piano che salgono con me in palestra (Silvia, Pie-rina, Fiorina). "E' Natale se fe-steggio con la mia famiglia" mi dice Fiorina. Ho trovato una risposta, ho trovato il Natale! Anche in casa di riposo na-sce il Cristo a Natale, venite

a trovarlo!

... Natale?

Dove è finito il Natale?

Guardiamoci

un po' in giro!

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Ricordi sul filo di lana

“Nel ricordo dei tempi passati, delle nostre mamme e le nostre nonne, di tutte le donne e dei pomeriggi impiegati a sferruzzare, quando erano libere dall’occupazione del lungo bu-cato settimanale, per creare indumenti caldi che hanno salvato dal freddo intere generazioni in pace e in guerra. […] perché un passato così tenero d’affetti non vada perduto.”

Marisa Fontanesi

LA SCIARPA LONGA

La sciarpa più lunga

per creare legami che

sappiano resistere ai rovesci, non della

maglia ma della vita!

I NUMERI DEL “COSTRUIRE INSIEME”

3.150 metri di lunghezza

della sciarpa

1.100 chilometri di

lunghezza del filato

4,5 quintali di peso del

filato

350 persone che hanno

lavorato con gioia!

25.000 ore a sferruzzare

Il 12 settembre, in occasione della sagra del paese, abbiamo partecipato alla sfilata della “Sciarpalonga” per le vie di Pergine. Sì, c’eravamo anche noi … come mancare? Dopo aver tanto lavorato durante tutto l’anno, per contribuire alla riuscita del progetto che ha visto collaborare tantissimi soggetti (associazioni di volontariato, circoli ricreati-vi, scuole, singoli, ecc…) con l’obiettivo comune di realizzare la sciarpa più lunga d’Italia. Così, grazie alla disponibilità di Volontari e famigliari assieme ai nostri Animatori e dopo aver indossato la spilla d’identificazione con il logo del-la Sciarpalonga, abbiamo potuto sfilare per le Vie di Pergine accompa-gnando la lunga sciarpa fino in Piazza Municipio dove la si è potuta am-mirare nella sua maestosità, grazie ad una scenografia d’effetto creata proprio con la sciarpa. Una volta giunti a vedere lo spettacolo, non ci sia-mo fatti mancare un buon caffè in piazza per poi rientrare a casa, magari un po’ stanchi ma gratificati dallo spettacolo e dalla consapevolezza che quello che avevamo visto era stato possibile anche grazie al nostro pic-colo contributo (anche se non è stato poi così piccolo visto che abbiamo realizzato più di 400 mt.).

IL LOGO DELL’APSP

Con deliberazione n. 28 dd. 13/08/2010 l’A.P.S.P. ha approvato il nuovo logo dell’Azienda. Il logo rappresenta in

modo stilizzato un abbraccio.

L’abbraccio non solo come gesto d’affetto, ma anche come gesto di accoglienza, dedizione e difesa.

Il comitato sciarpalonga ha de-ciso di scomporre la sciarpa-longa in tante sciarpe da mette-re in vendita ad offerta durante il mercatino di natale che si ter-rà per tutto il periodo natalizio lungo le vie di Pergine; sarà, inoltre, possibile acquistare an-che il calendario realizzato con le immagini più significative, della realizzazione e della sfila-ta della sciarpalonga, in modo

che il ricordo di tale iniziativa ci accompagni per tutto il 2011 (il ricavato andrà in beneficienza). Anche noi, nelle mostre che faremo nelle nostre due struttu-re, metteremo a disposizione sia le sciarpe che i calendari per offrire l’opportunità anche ai nostri residenti e ai nostri amici visitatori di contribuire alla raccolta di offerte da dare in donazione.

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LA CASA INFORMA

Sono onorata di poter essere qui con tutti voi in questa

particolare occasione e soprattutto sono molto emoziona-

ta.

Prima di tutto, voglio ringraziare tutti Voi, in particolar

modo la Direzione che mi ha concesso questo grande o-

nore.

La mia lunga carriera lavorativa, mi ha permesso di

condividere con tutti Voi la mia passione in questo lavo-

ro, il quale mi ha portato tante soddisfazioni interiori

difficili da spiegare con parole.

Colgo l’occasione per esprimere la mia gratitudine a tut-

ti Voi, Dirigenti e colleghi, ma soprattutto a Voi Ospiti

che mi avete dato la possibilità di amarVi e coccolarVi.

Inoltre auguro a tutti Voi giovani colleghi, un futuro

lavorativo pieno di soddisfazioni come lo è stato per me e

vi posso dire, come “anziana” di lavoro…

fate di ogni esperienza un grande tesoro!!!!

Tavelli Lina

SABATO 4 SETTEMBRE 2010

INAUGURAZIONE PALAZZINA CENTRO SERVIZI

... quel giorno la nostra Lina era molto

emozionata, la voce era incerta e le gambe

tremavano (e non poco), quindi il suo pensiero Vi

giunge adesso, attraverso le pagine del

nostro Ponte!

Sabato 4 settembre alla pre-sentazione del Centro Servizi c’eravamo anche noi… I nostri rappresentanti per la cerimonia d’inaugurazione era-no Mario Piazzera, il Residente che da più tempo vive in Casa di Riposo, e Lina Tavelli, l’operatrice con maggiore an-zianità di servizio. Dopo la benedizione della struttura, con un po’ di emozio-ne hanno tagliato il nastro trico-

lore e dato il via alla visita della palazzina che ospiterà la Cuci-na, la Lavanderia-Guardaroba, gli Uffici Amministrativi, l’Archivio, ecc… Non c’è stato il tempo per qual-

che parola di ringraziamento per l’opportunità offertagli, così,

ve la propongono ora…

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di Giovanna Meneghini

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DEDICATO AI NOSTRI AMICI VOLONTARI

Il 4 novembre nella nostra bella e pratica Sala

Polivalente, in un clima di festa e allegria, abbiamo

ringraziato i nostri numerosi amici Volontari che con dedizione, continuità e

impegno ci offrono la loro insostituibile presenza e

collaborazione. Quest’anno, per fare loro un dono

particolare, abbiamo fatto lavorare duramente il Signor Dino Franzoi e

Giorgio, che hanno realizzato con la creta degli

zufoli a forma di tartarughina.

Confezionati in sacchettini trasparenti hanno fatto un

figurone …

di Giorgio Dalmaso

LA TARTARUGA

La tartaruga, kurma, rappresenta il mondo: il

cielo è la sua corazza

ricurva, il corpo la terra.

lo, Bruno, Livio, Luigi, Natale, Arman-do, Tullio e Giorgio), ma anche altri Ospiti e Famigliari che, incuriositi, ci hanno dato il loro sostegno e inco-raggiamento. Ringraziamo tutti di cuore con un proverbio riadattato: “Canta che ti passa … oppure … sona l’ocarina e la và subit meio de prima”.

Facciamo un regalo ai nostri volontari. Quest’anno, quale piccolo segno di riconoscenza per i nostri volontari, abbiamo pensato di fare qualche cosa con la creta. Dopo alcuni tentativi abbiamo concordato di fare delle ocarine a forma di tartaruga. Il lavoro è proseguito intensamente con la collaborazione e supervisione di “mastro Dino” che con la sua esperienza ed i preziosi consigli ha fatto sì che anche la delicata fase della cottura avvenisse senza inconvenienti. In conclusione possiamo affermare che è stata un’esperienza stimolante e gratificante e che ha coinvolto non solo chi ha effettivamente manipolato la creta (Dino, Morena, Luisa, Car-

Nel cammino della nostra vita incontriamo persone speciali, che impariamo ad amare, voler bene, fino al punto che diven-tano parte di noi, nel cuore, nell’anima e nella vita quotidia-na. Sono le persone che ogni giorno danno un senso alla no-stra giornata anche con gesti che possono sembrare scontati o “banali”... Sono le amicizie che ti fanno sorridere quando piangi, che non conoscono parole , ma solo un silenzio di sguardi per ca-pirsi. Sono quelle mani alle quali ti puoi aggrappare se cadi. Sono quelle dove faresti qualsiasi cosa , daresti tutto te stes-so , senza nulla chiedere in cambio... Sono un abbraccio sicu-ro, caldo... per noi amicizia è questo. Grazie di cuore

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I due settori di attività svol-ti, programmi di attività assistita e fisioterapia, hanno prodotto signifi-cativi e visibili risultati positivi. In particolare l’attività di fisioterapia, grazie all’impegno profuso da Mat-teo Quinto e da Andrea Zuccati che con encomiabile pazienza hanno saputo applicare le tecniche e gli opportuni accorgimenti per migliorare le condizioni di vita dei residenti sui quali lavorano (anche nei casi particolarmente problema-tici per molti ospiti) valorizza il la-voro del cane che stimola, migliora e motiva l’attività stessa. Questa attività ha una sua specifi-cità e gli ospiti lavorano con piace-re traendone beneficio. Il programma per un eventuale proseguo dell’attività nel 2011 con-sta in una serie di esercizi proposti dalla nostra maestra Svedese e darebbe maggior autonomia alla deambulazione e allo sviluppo cognitivo delle persone sottoposte alla Fisioterapia. Da parte nostra spendiamo queste parole alla luce anche di pareri e osservazioni fatte dai parenti dei pazienti che hanno constatato un certo tipo di risultato. A tale proposito ritengo doveroso far presente che grazie all’attività quinquennale della S. Spirito, si sono potuti sviluppare in altre R.S.A. progetti di terapia assistita, nelle Case di Strigno, Taio e Pre-

dazzo (quest’ultimo darà vita ad un programma di Fisioterapia). La EURODOGS ONLUS è una delle poche organizzazioni, non solo regionali, che documenta am-piamente attraverso mezzi infor-mativi e video le progressioni svol-te sui vari residenti. Tale materiale viene sottoposto a vari giudizi di tecnici Nazionali e non, per migliorare la qualità del lavoro. Detto questo per il 2011 sono stati confermati gli impegni lavorativi nelle Case sopraccitate. E’ utile sapere che il nostro perso-nale rientra nella sfera dei profes-sionisti che si aggiornano e fre-quentano corsi della durata mini-ma di 2 anni sia in Italia che all’estero. Si sta completando, in febbraio 2011, un corso per opera-tori cinofili in supporto ai malati di Alzheimer, un problema sociale, purtroppo, in violenta crescita do-ve obiettivamente il S. Spirito di Pergine Valsugana ha dato e sta dando una risposta di eccellente professionalità, coordinata da pro-fessionisti leader nel settore. In programma per il futuro proprio per il nucleo Sorgente si sta pro-ponendo un’attività specifica di Pet-therapy che in altri paesi è già attuata. Stiamo terminando il periodo di test attitudinale per tale attività, dopo di che verrà presentato un progetto con gli obiettivi e le speci-fiche da effettuarsi nell’arco dell’anno. Per quanto riguarda la terapia as-sistita, l’eccellente lavoro svolto nel corso del presente anno sui piani si è caratterizzato anche dall’attività all’esterno della struttu-ra non solo in terrazza, ma anche fuori, all’esterno del complesso, senza aver creato problematiche ne agli operatori della Casa ne all’EURODOGS stessa.

Fatta eccezione di due o tre casi in Via Pive e in Via Marconi, com-plessi per sopravvenute patologie, la presenza dei residenti all’attività si è mantenuta nelle medie nazio-nali. E’ stata oltremodo significati-va la qualità dei risultati conseguiti dalle apposite relazioni settimana-li. Un grazie non formale, ma umana-mente doveroso è riservato alla Signora Clara che operando in Via Marconi in vari periodi di assesta-mento organizzativo ha sempre svolto, con un operatore EURO-DOGS, un eccellente lavoro. Per sintetizzare quanto si è detto fino ad ora, basterebbe girare per i piani quando viene svolta l’attività di Pet-therapy il clima e le manife-stazioni di simpatia e di affetto si notano e, questo, posso garantirvi che non è poca cosa e ne siamo orgogliosi. Grazie alla disponibilità della Casa S. Spirito abbiamo aperto i nostri reparti all’attività di pet-therapy in molte altre strutture e, fra queste, una percentuale significativa ha avuto un progetto. Per quanto riguarda il Centro Diur-no si è deciso recentemente di rivalutare la possibilità di un pro-gramma di lavoro diverso. Ovvia-mente, questo, sta comportando da parte degli operatori la prepara-zione di un profilo di vari parteci-panti. L’analisi finale permetterà, in futuro, un’attività molto più apprez-zabile, anche se questo Centro ha una sua specificità. Un grazie ed un abbraccio a LA-PO, CUBA e ARIEL eternamente disponibili con tutti, accettando e dando quanto di meglio possono dare: a loro la gioia di veder felici i loro amici a due zampe.

PROGETTI

di Enzo Vezzoli

Un anno di bilancio … Come ogni anno è con-

suetudine e doveroso sin-tetizzare un anno di atti-

vità sia in termini di quan-tità che di qualità dei ri-

sultati conseguiti e

affidati

LA PET-THERAPY

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A luglio, in Via Marconi, abbiamo attivato il progetto “il libro dei desideri”… dopo alcuni incontri serali che ci sono serviti per chiarirci le idee sul concetto di desiderio e creare un cli-ma di fiducia… abbiamo iniziato a provare ad esprimere dei desideri… desideri che sono stati scritti provvisoriamente sul-la carta in attesa di venire trasferiti sul nostro libro gigante (libro che attende di essere personalizzato con i colori e nei modi che il gruppo che s’incontra ogni mercoledì pomeriggio ha scelto) e poi, per quanto possibile, realizzati. In realtà, gra-zie alla collaborazione di Operatori, Familiari, Volontari, e alla sensibilità degli amici Mauro Lunelli e Walter Fontanari colla-boratori preziosi del progetto, alcuni desideri li abbiamo già realizzati... Un ringraziamento speciale a Gino, che è riuscito a realizzare praticamente il libro di legno che era prima nei miei pensieri, poi nella carta e, infine, grazie alle sue capacità come falegname, nella realtà…

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PROGETTI

di Giovanna Meneghini

IL LIBRO DEI DESIDERI

na merenda con treccia mo-chena e thè caldo, abbiamo ripreso la strada di casa. Tutti i

Era da tempo che la Signora Nicolussi Anzolon Edwige e-sprimeva il desiderio di fare una gita al suo paese natale. La mattina del 20 agosto 2010 con alcune Ospiti del 3° piano di via Marconi, siamo partiti con meta Luserna, paese della si-gnora Edwige. Arrivati a Luserna abbiamo visi-tato con interesse il museo, poi ci ha raggiunto il Direttore come promesso alla Signora e siamo andati a pranzo al Luser-narhof delizioso locale tipico. Dopo il pranzo siamo andati a Vezzena a visitare la chiesetta di S. Zita, che con fortuna ab-biamo trovato aperta. Dopo u-

partecipanti hanno gradito l’uscita quale momento cultura-le, conviviale e spensierato.

Gita a Luserna

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Il volontario che ci ha accolto al museo, è stato molto gentile e disponibile, ci ha spiegato det-tagliatamente l’uso dei vari u-tensili e la loro provenienza. Molte le emozione e i ricordi che hanno accompagnato la nostra uscita. Dopo questa piacevolissima e molto interessante visita ci sia-mo diretti a piedi verso il vicino

parco, dove abbiamo potuto ammirare i “ Paracarri” di varie epoche provenienti da tutta Ita-lia muniti tutti di etichetta con nome e luogo di provenienza. Grazie anche alla soleggiata e calda giornata, all’ombra degli alberi abbiamo gustato la “treccia Mochena” accompa-gnata da un buon caffè.

di Roberta Volpato

Un giovedì pomeriggio di

metà agosto, siamo parti-

ti: Ospiti, Volontari; alcu-

ni Famigliari e noi Opera-

tori dalla Casa di Riposo

di Via Marconi, alla sco-

perta o meglio riscoperta

dei lavori e degli utensili

di una volta.

UN INTERESSANTE GITA A CANEZZA

ATTIVITA’

Ringraziamo i Volontari e i

Famigliari che ci hanno

accompagnato e che senza

il loro prezioso aiuto le

nostre uscite sarebbero

difficili da realizzare.

Con i pulmini ci siamo diretti presso il Museo di Canezza degli “Antichi Mestieri” e abbia-mo potuto ammirare degli uten-sili che molti Ospiti hanno usa-to o visto usare.

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di Roberta Volpato

UN DOLCE POMERIGGIO

Giovedì 28 ottobre, il nostro collega Giuseppe Tomelin è arrivato in Via Marconi con tut-ta l’attrezzatura per spiegarci tutto sul miele. Per tanti di noi, Ospiti e Opera-tori, era un argomento scono-sciuto e Giuseppe è stato molto bravo perché ha saputo spie-garci e raccontarci tutto su que-sta sua grande passione, affa-scinando anche noi che gustia-mo il dolce miele, senza sapere l’enorme mole di lavoro che le api sono costrette a svolgere per deliziare i nostri palati. Per alcuni Ospiti, però, questo argomento non era del tutto sconosciuto, infatti, la signora Bergamo Giulia ci racconta co-sì: “Il mio papà aveva questa grande passione e molti alvea-ri, ed io l’ho sempre aiutato. Gli alveari erano circa una ventina ed erano in grado di produrre molto miele che veniva venduto ed era molto apprezzato per-ché genuino e naturale. Il mio papà mi ha spiegato tutto sulle api, ed io ero sempre molto contenta di poterlo aiutare an-che se, a volte mi pungevano,

ma dopo le prime punture, che mi facevano molto male, non sentivo più nulla perché mi ero abituata, poi mio padre mi dice-va che il veleno fa bene . Dopo un po’ di tempo le api mi rico-noscevano dall’odore e non mi facevano più nulla.” Anche il signor Cronst Carlo si è rivelato molto esperto in ma-teria di api e fra le molte cose, così ci racconta: “Le arnie in dialetto noi le chiamiamo BU-SOL”. Lui non aveva arnie, ma sa molte cose perché un suo vicino era un apicoltore. La signora Dorigoni Aurelia di-

ce così: ”Il miele è molto buo-no, si lascia mangiare e fa mol-to bene.” E’ stato un pomeriggio molto interessante, Giuseppe ci ha portato dei vasi del suo miele da assaggiare spalmato su del-le fette di pane biscottato molto apprezzato da tutti i presenti, una gustosa merenda come ha fatto notare la signora Paolazzi Natalina che dice:

”Una merenda coi fiocchi,

da leccarsi i baffi.”

DEGUSTAZIONE A settembre si è chiuso il progetto “Orto in terrazza” e come non concludere con la tradizionale de-gustazione proposta dai Volontari che hanno condotto l’attività (Silvano e Silvano) e resa possibile grazie alla disponibilità e collaborazione della nostra cucina? Ecco allora che per l’evento, quest’anno, abbiamo potuto gustare degli assaggi di “dischi” di morbido pan di spagna guarniti da marmellate di lamponi rigorosamente fatti in casa dai nostri cuochi.

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ATTIVITA’

“A Santa Lucia, ci regalavano queste bambole, fatte in

casa e cucite con tanto amore. Era un dono prezioso, che

custodivamo con molta cura.”

Al nucleo del primo piano di Via Marconi, all’incirca a metà otto-bre, è arrivata una bambola di pezza. La nostra referente OSS Sarto-ri Anna, si è divertita a creare qualcosa di semplice, con l’intento di arricchire e abbellire un po’ il nostro nucleo, senza sapere quante emozioni tutto ciò avrebbe suscitato nello no-stre Ospiti. La bambola ha trovato un suo posticino proprio nell’atrio del nucleo, su un mobile che prima era forse un po’ spoglio e ora fa bella mostra di sé. Le nostre Ospiti, dapprima la osservava-no incuriosite, poi hanno inizia-to ad avvicinarsi sfiorandola con molta delicatezza. Qualcuna l’ha presa in braccio, coccolandola teneramente. In quell’istante sono riaffiorati alla mente molti ricordi… Parlando con loro, si capisce che questa “semplice bambola di pezza”, evoca ricordi lontani, di un’infanzia trascorsa in tempi più “poveri”. Alcune di loro raccontano:

“Quando eravamo piccole, non esistevano giochi tecnologici, ma le nostre mamme sapevano rendere ugualmente FELICI i loro bimbi”.

“La bambola de peza” … quanti ricordi!

NEWS DAL 1° PIANO di via Marconi

Questi erano momenti di gran-de GIOIA, che ritornano ora, per qualche istante, vedendo questa bambola di pezza. Sono ricordi di momenti felici, ormai passati, che però sanno

ancora far affiorare un sorriso sul viso segnato dal tempo, ma è un sorriso che regala emozio-ni anche a chi si sofferma ad ascoltare questi loro racconti.

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dal 4° piano di via Pive

BIANCO NATALE

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Se poi vi allungherete nella nostra nuova terrazza

della sala da pranzo, neve permettendo,

potreste trovar Mister Fioccone, nuovo residente

Al 4° piano di Via Pive quest’anno nevica!

No, non si è scoperchiato il tetto, sempli-

cemente abbiamo deciso con gli ospiti,

operatori e volontarie che il tema delle de-

corazioni di quest’anno sarà la neve.

Il nostro albero verrà addobbato con palle

di neve, in realtà palle di sale fatte dagli

ospiti. Clara farà volare cristalli di ghiaccio

in polistirolo, Franca e Giovanna attac-

cheranno la neve di Anna.

E come sarà il nostro presepe?E come sarà il nostro presepe?

Venite a trovarci e lo vedrete!Venite a trovarci e lo vedrete!

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ATTIVITA’

Ogni mercoledì mattina, alle 9.45, dopo l’incontro con i volontari Dolores e

Gian Luigi, per il risveglio muscolare ed il gruppo a-

micizia, gli ospiti si conce-dono una piacevole pausa, diventata ormai consuetu-

dine: “la pausa caffè”. Nella sala polivalente del

secondo piano di Via Mar-coni, in cui sono riuniti, fa

capolino puntualissima co-me un orologio svizzero,

l’animatrice di turno prece-duta da un carrello pieno di

bicchierini e thermos. Non passa inosservata:

“Signori, è arrivato il caf-fè!!!” annuncia la volontaria Augusta, che nel frattempo è arrivata per la lettura dei

quotidiani. A quel punto la sala si ani-

ma: ogni ospite dice la sua, ricorda…, poi ringraziano

con un applauso l’animatrice.

Lei con un sorriso conse-gna un bicchierino fumante a ciascuno e, in questo ca-

so Clara, commenta ad alta voce: “L’è ‘na sodisfaziòn

darve el cafè a voi.”

I commenti degli ospiti ci sembrano significativi e

abbiamo deciso di immor-talarli tali e quali ... e così

ne è nata (scritta, minimo, a quaranta mani):

ODE AL CAFFÈ L’è bòn el saor; me pias el profumo; el tira su la coradèla. Dàmen poc, ma dàmelo bòn. Pecà che l’è pòc! L’è buonissimo, se ‘l beve volinteri. El fa anca bon! E ‘l serve anca a desmisiàr fora el zervèl. Però ale persone en poc agitade no se pòl darghelo, perché el ghe fa vegnir la tremarela, se le ne beve màsa! El cafè el consola e ghe’ n’aven bisogn. El ristora! El dà alegria e ‘l porta via i pensieri, per en moment… È un fugace momento di gioia. Il caffè è il benvenuto quando arrivano le visite perché fa allegria e compagnia. Affiorano anche, immancabili i ricordi… La signora Amelia ricorda la madre, quando diceva: “mi me sènto e fago el cafè”. E ancora: “’na volta i òmeni i neva en cantina e le dòne en cosìna a far el cafè.” “’Na volta l’era de orzo, no gh’era nanca la machineta, gh’era sol la napoletana.” La signora Virginia metteva la polvere del caffè in una tazza e quan-do bolliva l’acqua della polenta ne prendeva un mestolo, lo versava nella tazza, la copriva con un coperchio e lo lasciava lì finchè “aveven disnà” poi prendeva il colino, lo filtrava “e ne beveven en pòc per un… l’era bon!” Ma il caffè piaceva anche agli uomini e ce lo spiega bene il signor Pio: “i òmeni i beveva el cafè con la straza, che l’è la sgnapa o ac-quavite. El cambiava saòr, quel cafè. El g’aveva l’abocato che ‘l neva zò senza zacarlo.” La signora Giuseppina che ascolta tutti molto attenta, esclama con convinzione: “L’è pu bon quel de adess, perché l’è pu concentrà.” Chiudiamo la conversazione, perché i quotidiani ci attendono con le loro notizie da commentare…

Ma a noi animatori una considerazione sorge spontanea: “Varda che atenti che i è, a parlar de cafè.”

dal gruppo RASSEGNA STAMPA di via Marconi

EL CAFE’

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Aspetti il Natale? “IL GIORNO DELLA VITA”

dal gruppo CATECHESI di via Pive

“Gesù che sei il Principe della Pace

Porta a tutti la speranza

della Comunione fra di noi,

La Pace nel cuore

e il desiderio di raggiungerti

n cielo nell’amore del Padre.”

“Aspetto con il cuore perché porta tanta felicità” Severina

“E’ una giornata bella, si prega per chi soffre, si partecipa alla Messa, si pensa ai poveri, si prega.” Fiorina

“Si pensa a Maria la mamma celeste e alla sua maternità e la gioia che provava nell’attesa di Gesù.” Gemma

“Un giorno di gioia anche per gli anziani, perché nasce dal cuore di ciascuno, è un dono che Gesù ha portato.”

Cesira

“E’ da 2000 anni che si aspetta il Natale e l’attesa è sempre uguale. Si ringrazia della sazietà degli anni.”

Pierina

“Si pensa ai nostri cari che non sono più con noi, ma che però li crediamo nella gioia del Signore” Maria

“E’ festa perché ricordo la nascita di Gesù Bambino. La nascita di un bambino porta sempre gioia. Anche qui possiamo sperimentare la comunione, lo stare insieme e sentirsi aiutati dai famigliari che è

sempre l’espressione dell’amore di Dio che unisce.” Ada

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ATTIVITA’

NEWS DAL 4° PIANO di via Marconi

En bel dì, al quarto piano de Via Marconi

è arivà do furesti e allora tuti en sala a conoserli, sen coresti.

L’era el Richeto Punto e la Mariota Virgola.

Apena arivadi “Richeto e Mariota” l’aven ciamadi,

con do nomi de sti ani, ma dopo, “Punto e Virgola” i è stadi batezadi.

El Richeto Punto, col so vestì vert

l’è en pò stravagante, ma cordiale con tuti e anca elegante.

La Mariota Virgola,

con la so telara azura, l’ei sempre ben regolada

e col ciuf petenada.

I canta che l’è en piazer, i magna, i beve, en poc i sporca,

ma senza voler.

Za dal prinzipi, da noi tuti i è stadi ben acetadi,

dai ospiti cocoladi e dal Remo guernadi.

Sperante, che el Richeto Punto e la Mariota Virgola

i poda restar con noi per tant temp, per darne en po’ de alegria e farne tanta compagnia!

El Richeto Punto e la Mariota Virgola

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Un pomeriggio della prima set-

timana di ottobre è arrivato Fa-

brizio con una sorpresa per il

4° piano di via Marconi, aveva

con sé una voliera e due picco-

le scatoline di cartone da dove

si sentivano dei fruscii di ali e

strani gorgheggi.

Subito è stato attorniato dai

presenti (operatori, Ospiti e al-

cuni parenti in visita) per vede-

re la novità. Finito di montare la

voliera con l’altalena, riempito

l’abbeveratoio di acqua e mes-

so il mangime negli appositi

contenitori, ha aperto la portici-

na e con delicatezza ha avvici-

nato la prima scatolina . . . e

dopo un attimo tra la sorpresa

dei presenti è volata sul trespo-

lo una “cocorita” di un delicato

color celeste e bianco e subito

dopo dall’altra scatola incorag-

giato dal canto della femmina è

andato a farle subito compagni-

a il maschio di un bel color ver-

de e sfumature gialle.

Una domenica pomeriggio si è

pensato di dare loro un nome e

fatto un piccolo referendum tra

gli ospiti sono stati scelti i nomi

di PUNTO per il maschio e di

VIRGOLA per la femmina.

Accolte da tutti con grande sim-

patia e accudite dal sig. Remo,

le cocorite rallegrano le giorna-

te di questo autunno piovoso,

nell’angolo relax nella sala sog-

giorno.

di Annalisa Meneghini

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ATTIVITA’

NEWS DAL 3° PIANO di via Marconi

Romy & Giuly

A settembre, dopo un’attenta

analisi si è pensato fosse matu-

rato il tempo di poter accogliere

nel nucleo del 3° di via Marconi

qualche animaletto. Alla richie-

sta di collaborazione nel pren-

dersi cura di eventuali animali,

la signora. Magnoli Ines ha ac-

cettato più che volentieri. Si è

passati così a decidere quale

animaletto avrebbe fatto al no-

stro caso! Si è deciso così di

accogliere al nucleo delle tarta-

rughine d’acqua, che con il loro

arrivo sono state capaci di fa-

vorire l’interesse e la curiosità

delle Ospiti che si avvicinano al

piccolo acquario.

NEWS DAL NUCLEO “SORGENTE”

Fiocco arancio all’A.P.S.P.

E’ stato ricavato al 4° piano, nell’ex convento, ed è compo-sto da 5 stanze da letto, un’ampia zona soggiorno dove vengono svolte le varie attività, adiacente al soggiorno una pic-cola zona cucina, agibile alle residenti come fosse casa loro, tutt’intorno gira un luminoso e ampio corridoio. Nonostante gli operatori aves-

sero partecipato a un corso di formazione, il timore di affron-tare una nuova esperienza era elevato. In effetti l’inizio è stato piuttosto difficile, caotico ed impegnativo, per residenti, pa-renti e operatori. Col tempo, grazie all’entusias-mo e al contributo di tutti, ab-biamo imparato ad affrontare e superare i vari ostacoli che di volta in volta si presentano. A distanza di otto mesi il Nucle-o Sorgente assomiglia sempre di più a una famiglia: c’è chi si occupa dei “bambini-

bambolotti”, chi di riordinare le stanze e le stoviglie, chi si di-verte a spostare mobili. Da qualche tempo la nostra famiglia si è allargata con l’arrivo di Cuba, il labrador co-lor miele che ci tiene compa-gnia durante le lunghe giorna-te. Nella nostra casa si ascolta musica, si canta, si prega e co-me in tutte le famiglie si discu-te, anche animatamente, a vol-te si litiga, ma alla fine si convi-ve tutti insieme.

Dal 12 aprile esiste all’interno dell’A.P.S.P. un

nuovo Nucleo, il Nucleo Sorgente.

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EL TEMP

di Cristina Petri e le Ospiti del 1° piano di Via Pive

TUTI I CORE,

NO I G’HA MAI TEMP.

I LEVA LA MATINA

EN PRESA I BEVE EL CAFE’

ENTANT, EN LA SCARPA, I METE EL PE’.

“DAI SVELTI CHE NEN”

AL’ASILO E A SCOLA

I POPI BISON COMPAGNAR

E PO...DE CORSA A LAORAR!

I E’ TUTI ENDAFARADI

SIGNOR CHE REBALTON

I CORE ANCA QUEI DE LA TELEVISION!

TUTI I TE DIS, NO PODO SCOLTAR

G’HO PRESA, G’HO DE NAR.

I PASA LE GIORNADE

A CORERGHE DRE AL TEMP

CHE NO I E’ MAI BONI DE TROVAR.

QUEL TEMP COSI’ PREZIOSO,

CHE NOL LI FARIA ENRABIAR,

MA EL BEL DELA VITA

EL GHE FARIA APREZAR!

ADES CHE SEN MALADE

LE E’ LONGHE LE GIORNADE!

TEMP GHE NAVEN ANCA MASA

E SEN CHI A SPETAR CHE EL PASA.

SE PODESEN, A VOI VEL DARESEN

E ADES CHE VEN NADAL

SARIA QUESTO EL NOS REGAL!

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SALUTI DAL MARE

EVENTI

A fine agosto 2010 con alcuni Residenti siamo andati al mare a trascorrere una settimana di relax. Siamo partiti in 5 opera-tori con 16 Residenti. All’inizio

ci sono state delle difficoltà, ma con coraggio e positività siamo riusciti a risolverle. Per me e Katia è stata la prima esperienza, possiamo solo dire

che abbiamo trascorso una bel-la settimana, con la compagnia e la collaborazione, oltre che dei Residenti, anche di Sabri-na, Mauro e Yuri, con i quali abbiamo stretto una forte ami-cizia. Abbiamo passato giornate ri-lassati in spiaggia, certi con il costume altri con il prendisole, pronti con la crema solare ad abbronzarsi. Speriamo che un altr’anno l’A.P.S.P. organizzi un altro soggiorno estivo. Cogliamo l’occasione per rin-graziare la Direzione e tutti gli ospiti partecipanti, i quali hanno reso possibile questa iniziativa.

di Francesca e Katia

di Amelia Fedalto Mi sono trovata molto bene, io ci sono stata altre volte, ci tornerei ancora.

di Luigina Pavanello Mi è piaciuto molto, mi sono trovata molto bene e ci tornerei ancora.

di Graziella Dellai E’ stato molto bello, ho fatto anche il bagno, l’acqua era calda, anche il tratta-mento era buono!

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“E’ stato molto bello, ero tranquilla perché sapevo che vicino c’era l’ospedale. Mi piaceva guardare il cielo, era così rotondo. Siamo andate al mercato e anche a man-giare la pizza. Al mattino facevamo colazione poi si andava in spiaggia, ho provato a fare il bagno nel mare assieme al Mau-ro e facevamo passeggia-te, abbiamo attraversato un ponte sopra il mare. Si andava poi a pranzo, era tutto buono ma la pasta era un po’ cruda, io man-giavo quello che mi dava-

sare e poi nuovamente in spiaggia. C’erano tanti anziani con il bastone. L’ultima sera c’era l’orchestra che suonava, ho ballato anch’io.“

no, ma qui da noi è tutto più buono. Mentre man-giavamo veniva un prete a salutarci con dei bambi-ni che ci cantavano delle canzoni. Tutti i giorni c’era la S. Messa. Dopo il pranzo, si andava a ripo-

di Giuseppina Lazzeri

di Pio Beber

Il soggiorno al mare è stato molto bello, ci abbronzavamo al sole, poi andavamo in acqua a “spaccioccare”, io non avevo paura dell’acqua. La camera era abbastanza grande, il cibo era buono, io però avrei preferito fare 15 giorni anziché una settima-na soltanto.

Io sono stato contento di essere andato al mare anche se avrei preferito fare 15 gior-ni perché dicono che facciano meglio per la salute. La camera però non era sufficien-temente grande per ospitare due persone e non sempre il cibo era buono, durante le passeggiate serali era un po’ fresco.

di Luigi Cristoforetti

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EVENTI

Sono intervenuti Residenti che non hanno partecipato al soggiorno, ma hanno raccontato di quando

andavano al mare …

miei parenti. Ogni anno, duran-te il periodo estivo ci si ritrova-va per trascorrere insieme le vacanze.” Salomon Lina: “Io conosco molto bene Geno-va perché vicino a quella città c’erano le colonie dove io andavo.”

dal gruppo discussione

Gadotti Fiore: “Io andavo sempre al mare con mio marito e il gruppo degli an-ziani, andavamo sempre a Bel-laria. Sono stata anche in Grecia con l’aereo per 15 giorni con mio marito, che desiderava rivedere i luoghi dove aveva combattuto durante la guerra. Dall’oblò dell’aereo si vedeva-no le isole piccole piccole, mentre il comandante ci diceva i loro nomi.” Paolazzi Natalina: “Io non andrei volentieri al ma-re, ci sono andata per tanti anni fino a quando ho compiuto i 79 anni, ci rimanevo anche per 2 mesi. Ho conosciuto molte persone ed ho fatto molte amicizie. Or-ganizzavano delle feste in spiaggia e si ballava in riva al mare. Ho conosciuto una si-

gnora tedesca che non parlava nemmeno una parola di italiano e io non sapevo il tedesco, così le ho chiesto se parlava il fran-cese e lei mi ha subito risposto in quella lingua che conosceva bene perché era insegnante. Questa amicizia dura ormai da tantissimi anni e ancora oggi ci sentiamo telefonicamente, è poi diventata amica anche dei

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LA NOT DE SANTA LUZIA

di Massimo Dorigoni

La not de Santa Luzia

me ricordo,

son na a dormir bonora

dopo zena,

e senza far rumor

e pian pianel,

me son slincà de onda

‘n tra le cuerte,

lassando avert do schèi

la porta del tinèl

curios de veder l’ombra

che se move

entrà la taola

e ‘l porta crazedèi,

cargada de regai

con el zeston,

per enpienir de sogni

quei piatei.

Me son endormenzà

strach de spetar

e me son desmissià

en vers matina,

col lustro che passava

dent dai scuri

lassadi ‘n cit averti

‘n la cosina.

E quando ancor descolz

dela gran pressa,

ho vist el me piatèl

pien de nosèle,

con le perseche tolte da l’arela

e i pomi che sudava de cantina,

ho capì subit che…

a l’asenèl

ghèra piasest da mati,

el fen conzà

con tanta de sal fina.

POESIA.

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FESTA DEI NONNI Sabato 2 Ottobre, “festa dei nonni”, anche quest’anno abbiamo avuto il piacere di essere festeggiati dai nostri nipotini e dai ragazzi della 3 e 4 elementare della scuola Don Milani, che bardati di divisa, assie-me alla maestra Edi Giovannini sono venuti a dedicarci un concertino. Ci hanno allietato la mattinata con delle canzoncine che ci hanno stimolato la memoria e portato tanta allegria. Grazie per esservi ri-cordati di noi. TORNEO DI BOCCE Con alcuni Residenti, anche quest’anno in ottobre, invitati dalle Case di Riposo di Borgo e Strigno, ab-biamo partecipato al torneo di Bocce (torneo dell’amicizia 2010) a Borgo Valsugana classificandoci set-timi e portando a casa una coppa. Oltre che permetterci di sentirci in competizione attraverso un gioco che a noi piace e ci aiuta a rimanere in forma, è stata una bella occasione per uscire dalla quotidianità e di socializzare e conoscere ospiti di altre strutture.

NOTIZIE FLASH

23 L’ANIMAZIONE INFORMA

COME SI VIVEVA IL NATALE?

Fiore: “Presepio grande nella cucina e mia sorella chiamava l’elettricista (amico di famiglia) per far installare le luci. L’albero lo facevamo molto grande con delle belle palle. A mezzanotte andavamo a Mes-sa. Il pranzo era normale come tutti gli altri giorni e regali non esistevano.” Rosina: “Mia sorella più gran-de allestiva il presepio nella cameretta dove si ricevevano gli ospiti (gli zii e i nonni) e lo metteva in una nicchia del mo-bile. Muschio e “dase de pez”, qualche carta per far luccicare. La staleta, due pegorote e al-cuni immagini sacre ritagliate dalle cartoline che si riceveva-no durante l’anno venivano di-sposte in bell’ordine e in mezzo la candela. Il pranzo era qual-cosa di fantastico: la mamma preparava le fortaiote con dell’ottimo burro di malga, una leccornia da leccarsi i baffi.”

Anna: “Il presepio veniva posi-zionato sul balcone interno del-la finestra. Pastori, pegorote e la casetta tutto fatto col carto-ne. I laghetti venivano “costruiti” con uno specchio e le stradele coi sasott. A pranzo i bigoi col burro o con la con-serva.” Celestina: “Il presepio era tutto fatto di cartone e lo si faceva in camera. Per pranzo la pasta asciutta. Quando mi son spo-sata mio marito mi faceva il zel-ten visto che era panettiere. Di regali neanche l’ombra.” Daniela: “Tutte le decorazioni dell’albero di natale erano di “cioccolato” ma quando arriva-va il giorno 25 l’albero era un PO’ SPOGLIO erano passati i tre fratellini a fare man bassa. Il presepio: il laghetto fatto con lo specchio, muschio, pastorel-li, i re magi venivano collocati in fondo al presepio e man ma-

no spostati fino alla capanna in vista del 6 gennaio. Il pranzo era una vera favola: lingua con purè e arrosto. I regali consi-stevano in indumenti: calze, magliette che dovevano servire per tutto l’anno e ancora.”

dal gruppo discussione di via Marconi

Da come si può notare i regali non esistevano proprio, tutto era incontaminato”; si dava importanza alla festa religiosa, allo stare assieme con la propria famiglia e ai propri cari magari pranzando in una cucina scaldata con poca legna perché scarseggiava anche quella. Gli animi e la fede erano un sentimento forte non come adesso che il tutto si basa esclusivamente in festa consumistica, alla gara dei regali, al pranzo in ristoranti magari alla moda o alla cosiddetta settimana bianca.

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24

di Massimo Pisetta

“NEN A TROVAR LA PIERINA”

“Nen a trovar la Pierina” così ci diciamo io e mia moglie Luisa da un paio

d’anni a questa parte, da quel malaugurato giorno di settembre del 2008 quando mia

suocera cadde rovinosamente a terra procurandosi le gravi lesioni di un femore e del

bacino, i primi mesi “neven a trovarla” al S. Chiara o al Regina di Arco e in tutta

verità più di una volta siamo stati sul punto di credere che la “nosa cara Pierina” non

ce l’avrebbe fatta a rimettersi perfettamente anche perché dopo qualche mese, appena

rientrata in casa, ricadde nuovamente bissando la frattura del femore, l’altro stavolta,

per la “par condicio”. Così, dopo qualche mese, ci siamo ritrovati al S. Spirito a toccare

con mano la realtà di una Casa di Riposo. Bisogna dire che Pierina col suo carattere

schietto e volitivo ha da subito posto le basi per una serena convivenza, coadiuvata

magnificamente dal personale che si è dimostrato sempre professionalmente

all’altezza, come “la Francesca”, l’animatrice dalle mille risorse o “l’Andrea”, il

giovane fisioterapista che con la sua oretta di ginnastica fisica e “mentale” tiene ben

desti il corpo e lo spirito della “quasi” novantenne di Faver, tanto per fare due nomi.

Noi non possiamo che ringraziarvi per ciò che state facendo quotidianamente per i

“nostri vecchi” e vorrei che questa parola meravigliosa che è “vecchio” mi sia concessa

anche perché il termine “anziano” mi suona stonato e un po’ ruffiano per quella che è

l’ultima stagione della nostra vita. Vecchio significa aver vissuto e lottato lungo il

percorso mai facile dell’esistenza, significa essere maturati lungo questo percorso,

come un vino nobile “invecchia” nella bottiglia, significa poter dare ancora qualche

buon consiglio e qualche insegnamento, ricchi di quel tesoro che è la saggezza.

A stretto giro di posta...

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25 A stretto giro di posta...

di Dolores Burli

Caro periodico “IL PONTE”

Ti leggo sempre con interesse e attenzione;

l’ultimo numero di settembre in modo particolare.

Ti sei presentato con una elegante copertina

che ha riportato la mia memoria in musei,

gallerie, ecc… d’Italia e di altri paesi visitati.

Mi hai fatto gustare ancora, sapori d’arte del

mio passato, odore di musei, stupore, gioia e

fatica di capire una tela.

Sei stato ricco di contenuti, di idee nuove che

bisogna portare avanti con costanza e impegno.

Con il “Cantico dell’Anziano” mi hai fatto

piangere di commozione e mi hai riempita di un

benefico senso di gratitudine.

Ulteriormente mi hai fatto constatare l’amore

concreto e disinteressato che abita la tua struttura.

GRAZIE DI CUORE

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26

Un anno fa, di questi tempi, rientravo da un lungo periodo di assenza dal

lavoro.

Quante paure…, la malattia, le cure e la convalescenza, mi avevano tenuta lontana da

tutti voi così tanto… cosa avrei trovato? Sarei riuscita a riprendere le normali attività,

i legami e i rapporti che avevo lasciato un anno prima?

Durante la mia assenza non sono mancate dimostrazioni di affetto nei miei

confronti (letterine, cioccolatini, piante, sms, visite a domicilio) da parte di ospiti,

famigliari, volontari e anche molti colleghi e questo mi ha fatto sentire amata e

apprezzata, ma come sarebbe stato al mio rientro?

In realtà le mie paure erano infondate, e l’accoglienza che mi avete riservato è stata a

dir poco meravigliosa… tutti mi avete accolta con tanto affetto… e rivedere i vostri visi

amici mi ha fatto sentire di nuovo a casa.

Il mio ruolo lavorativo ora è più di tipo organizzativo e mi tiene occupata in ufficio più

di quanto vorrei… questo, però, non mi impedisce di informarmi sul come state e cosa

fate, se avete cambiato abitudini, ecc…, e quando posso cerco di essere presente

fisicamente per alcune attività, come il libro dei desideri, l’attività serale, il gruppo

discussione, le feste dei compleanni o per qualche evento…, per continuare a starvi

vicino e vedervi di persona.

Colgo questa occasione per ringraziarvi di cuore per la vicinanza e l’amore che mi

avete donato e per dirvi che CI SONO!!!

Con Affetto,

Giovanna

di Giovanna Meneghini

“Un anno fa!”

NON SOLO NATALENON SOLO NATALE

E’ il nome scelto per racchiudere l’arco di tempo che va dal 4 dicembre al 6 gennaio. Programma di appuntamenti significativi che sono diventati tradizione per i nostri residenti, famigliari, operatori, volontari ma anche per gli Amministratori Comunali che per esempio contribuiscono, economica-mente e con la loro partecipazione personale, alla realizzazione dell’evento “Doni Sotto l’Albero”.

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