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PERIODICO DELLA DIOCESI DI S. MARINO-MONTEFELTRO - NUOVA SERIE - Anno LXIV - N. 11 - dicembre 2018 Poste Italiane s.p.a. - Sped. abb. post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 1 - CN/FC - Direttore responsabile: Francesco Partisani contiene I.R. AI NOSTRI CARI LETTORI I PIÙ FERVIDI AUGURI DI Buon Natale e Felice Anno Nuovo Buon Natale e Felice Anno Nuovo Continua a pag. 2 L a Diocesi – nella sua componente più consapevole – è alle prese con l’annuncio fondamentale della fede cristiana: «Ge- sù è vivo. Eccolo: lo puoi incontrare e può cambiare la tua vita». Annuncio indispensabile per sé e per gli altri. Gioioso e pieno di senso. Spesso si è tentati di oggettivare la risurrezione di Gesù, di considerarla un evento che riguarda lui solo, con le caratteristi- che, suggestive e devote, delle rappresentazioni artistiche. Non ci si rende conto della portata di questo evento nel quale Dio recu- pera la creazione, salva tutti gli uomini e salva tutto l’uomo. Alla luce della “risurrezione” si fa più luminoso ed esplicito l’evento del Natale: nella nascita del Redentore la nostra rinascita. Anche storicamente prima si celebrò la Pasqua e solo più tardi il Nata- le. La comunità cristiana penetrò progressivamente nella profon- dità del mistero di Gesù fino alla comprensione che tutta la sua esistenza era rivelazione di Dio e causa di salvezza. In questa prospettiva gli episodi salienti che circondano la nascita di Gesù diventano “Vangelo”, perché lasciano intravedere quello che poi si manifesterà pienamente alla luce della Pasqua, cioè che Dio è con noi per salvarci e portarci alla comunione con lui. I racconti del Natale sono ricordi, fedelmente custoditi e trasmessi in ambi- to familiare, finalmente compresi e narrati nel loro profondo si- gnificato. Gesù viene a nascere in una umanità segnata dalla sof- ferenza, dal peccato e dal male, ma il suo nome significa “il Si- gnore salva”. Sarà Salvatore per Israele e per tutte le genti. Sarà pegno della fedeltà di Dio, sua presenza, Emmanuele, “Dio con noi”. Al termine di tutto il Vangelo, il Risorto assicura solenne- mente: «Ecco, io sono con voi tutti i giorni» (Mt 28,20). Il Natale è una formidabile polifonia pasquale. Tutto il lin- guaggio che narra il Natale è carico del gioioso annuncio di vit- toria nella Pasqua. Pasqua e Natale: il Vangelo di Luca descrive Maria che dol- cemente avvolge in fasce il bambino e lo adagia nella mangiatoia (cfr. Lc 2,7); alla fine, Luca adopererà le stesse parole per la se- poltura di Gesù: «Avvolto nel lenzuolo e adagiato nel sepolcro» (cfr. Lc 23,53). Nella vita di tutti i giorni e nel lin- guaggio comune “risurrezione” è parola usata con significato metaforico ed augu- rale: si dice della vita che rifiorisce dopo i rigori dell’inverno, del rilancio di un’impresa a rischio di de- fault o di una ripresa dopo un ciclo di cure... Nel vocabolario cristiano “risurrezione” è una parola con un contenuto forte, de- NATALE “DI RISURREZIONE”

NATALE “DI RISURREZIONE”

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Page 1: NATALE “DI RISURREZIONE”

PERIODICO DELLA DIOCESI DI S. MARINO-MONTEFELTRO - NUOVA SERIE - Anno LXIV - N. 11 - dicembre 2018Poste Italiane s.p.a. - Sped. abb. post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1 comma 1 - CN/FC - Direttore responsabile: Francesco Partisani

contiene I.R.

AI NOSTRI CARI LETTORI I PIÙ FERVIDI AUGURI DI

Buon Natale e Felice Anno NuovoBuon Natale e Felice Anno Nuovo

Continua a pag. 2

La Diocesi – nella sua componente più consapevole – è alleprese con l’annuncio fondamentale della fede cristiana: «Ge-

sù è vivo. Eccolo: lo puoi incontrare e può cambiare la tua vita».Annuncio indispensabile per sé e per gli altri. Gioioso e pieno disenso. Spesso si è tentati di oggettivare la risurrezione di Gesù, diconsiderarla un evento che riguarda lui solo, con le caratteristi-che, suggestive e devote, delle rappresentazioni artistiche. Non cisi rende conto della portata di questo evento nel quale Dio recu-pera la creazione, salva tutti gli uomini e salva tutto l’uomo. Allaluce della “risurrezione” si fa più luminoso ed esplicito l’eventodel Natale: nella nascita del Redentore la nostra rinascita. Anchestoricamente prima si celebrò la Pasqua e solo più tardi il Nata-le. La comunità cristiana penetrò progressivamente nella profon-dità del mistero di Gesù fino alla comprensione che tutta la suaesistenza era rivelazione di Dio e causa di salvezza. In questaprospettiva gli episodi salienti che circondano la nascita di Gesùdiventano “Vangelo”, perché lasciano intravedere quello che poisi manifesterà pienamente alla luce della Pasqua, cioè che Dio ècon noi per salvarci e portarci alla comunione con lui. I raccontidel Natale sono ricordi, fedelmente custoditi e trasmessi in ambi-to familiare, finalmente compresi e narrati nel loro profondo si-gnificato. Gesù viene a nascere in una umanità segnata dalla sof-ferenza, dal peccato e dal male, ma il suo nome significa “il Si-gnore salva”. Sarà Salvatore per Israele e per tutte le genti. Saràpegno della fedeltà di Dio, sua presenza, Emmanuele, “Dio connoi”. Al termine di tutto il Vangelo, il Risorto assicura solenne-mente: «Ecco, io sono con voi tutti i giorni» (Mt 28,20).

Il Natale è una formidabile polifonia pasquale. Tutto il lin-guaggio che narra il Natale è carico del gioioso annuncio di vit-toria nella Pasqua.

Pasqua e Natale: il Vangelo di Luca descrive Maria che dol-cemente avvolge in fasce il bambino e lo adagia nella mangiatoia(cfr. Lc 2,7); alla fine, Luca adopererà le stesse parole per la se-

poltura di Gesù: «Avvolto nel lenzuolo eadagiato nel sepolcro» (cfr. Lc 23,53).

Nella vita di tutti i giorni e nel lin-guaggio comune “risurrezione” è parolausata con significato metaforico ed augu-rale: si dice della vita che rifiorisce dopoi rigori dell’inverno, del rilancio di un’impresa a rischio di de-fault o di una ripresa dopo un ciclo di cure... Nel vocabolariocristiano “risurrezione” è una parola con un contenuto forte, de-

NATALE “DI RISURREZIONE”

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2MONTEFELTRO CELEBRAZIONI NATALIZIE DEL VESCOVO

Questo periodico è associato all’Unione Stampa Periodica Italiana

Associato alla Federazione Italiana Settimanali Cattolici

MONTEFELTROPERIODICO DELLA DIOCESI

DI SAN MARINO -MONTEFELTRO

NUOVA SERIE

Anno LXIV - N. 11 - dicembre 2018Poste Italiane s.p.a. - Sped. abb. post.

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finitivo e reale. Mette in gioco la fede.Qualcuno può trovarla rischiosa; qual-cun altro accetta la sfida ed è felice. È al-la luce della risurrezione di Gesù che lafede cristiana interpreta tutta l’esistenzain modo decisivo; è quello che già intuivail procuratore romano che sintetizza cosìil capo di imputazione contro Paolo: «Di-ce essere vivo un certo Gesù che è mor-to» (cfr. At 25,19). I primi discepoli con-statano il sepolcro vuoto, testimonianol’incontro con lui vivo, ammettono la lo-ro iniziale perplessità. Ma non possonotacere l’ondata di luce che trasfigura laloro esistenza: «Gesù è vivo. Come luianche noi viviamo una vita nuova. Conlui vivremo per sempre».

Giorni fa ho potuto scambiare qual-che parola con un tassista che mi portavaa destinazione sfidando il traffico di Ro-ma. Sul cruscotto teneva un libro di spiri-tualità orientale (Osho) dal quale spunta-va il segnalibro: aveva già letto un belpo’ di pagine. Inizio una conversazione.Il tassista, senza giri di parole, si dichia-ra assolutamente ateo, come per metterein chiaro che il suo interesse per quellalettura è di pura curiosità. Una dopo l’al-tra snocciola le sue ragioni. È gentilmen-te sicuro di sé: con un tono definitivo di-

Continua da pag. 1

Caro abbonato, il 2018 volge ormai al termine e così iniziamo la campagna di sensibilizzazione per il rinnovo dell’abbonamento alperiodico MONTEFELTRO che hai ricevuto, ad ogni uscita, nel corso di questoanno. Sostenere la stampa periodica diocesana deve essere un dovere di tutticoloro che riconoscono la funzione importante di collegamento, informazione,approfondimento che essa svolge. Non è tempo di attendere senza dare; i costi sono, purtroppo, aumentati vertiginosamente e senza il contributo di tutti i nostri lettori difficilmente potremmo garantire agli stessi il regolare invio del MONTEFELTRO. Ti invitiamo, quindi, a farlo con tempestività, servendoti del bollettino di c/cpostale che trovi allegato a questo numero del giornale, sul quale sono giàstampati il tuo nominativo e l’indirizzo. Questo ci faciliterà il regolare riscontrodell’avvenuto pagamento dell’abbonamento. Tutti dobbiamo sentirci coinvolti in questa operazione di diffusione che si deve concretizzare anche invitando altri lettori e simpatizzanti interessati algiornale, ad abbonarsi. E poi, perché non pensare a un abbonamento-regalo, magari a favore di un familiare, di un parente o di un amico lontano per farsi ricordare? Attendiamoda tutti un riscontro positivo al nostro invito e a tutti rinnoviamo, fin da ora,i nostri ringraziamenti.

chiara che la religione è tutta una crea-zione dell’uomo e che, se un Dio c’è, èingiusto. Non lo interrompo. Lo ascoltocon attenzione. Mi lascio coinvolgere finoa provare il brivido di una esistenza sen-za Dio. Lascio da parte gli argomentidell’apologetica. Preferisco mettermi neisuoi panni: ripenso alle mie crisi di fedenegli anni del Liceo. Normalmente le miefrequentazioni sono all’interno della co-munità credente. Adesso sono seduto ac-canto ad una persona di tutt’altra convin-zione. Rovisto nella memoria e rintracciol’attimo luminoso del mio incontro con

Dio. La corsa sul taxi sta per finire, mafaccio in tempo a raccontare, attraversoqualche esperienza, la forza e la novitàdelle parole di Gesù e la gioia profondadi cui ha goduto la mia anima. Adesso èlui che mi ascolta. Peccato: siamo arriva-ti. Pago il conto. Mi congeda con unaforte stretta di mano. Ricambio. Chissàquanti passeggeri quel giorno sulla suaauto... probabilmente una piccola luce habrillato in quell’amabilissimo tassista.Vorrei immaginare che sia stato il suoNatale!

� Andrea Turazzi

Le celebrazioni natalizie Le celebrazioni natalizie del Vescovo Andreadel Vescovo Andrea

Lunedì 24 dicembre • ore 19 S. Messa di Natale presso l’Ospedale “Sacra Famiglia”

di Novafeltria• ore 24 S. Messa della Natività in Cattedrale a San Leo

Martedì 25 dicembre • ore 11 S. Messa di Natale in Cattedrale a Pennabilli

Lunedì 31 dicembre • ore 18 S. Messa di fine anno e Te deum di ringraziamento,

Cattedrale di Pennabilli

Martedì 1 gennaio • ore 12 S. Messa per la Giornata della Pace a San Marino

(Basilica del Santo)• ore 17 S. Messa per la Giornata della Pace a Pennabilli (Santuario)

Domenica 6 gennaio • ore 11 S. Messa per la Solennità dell’Epifania in Cattedrale a San Leo

Page 3: NATALE “DI RISURREZIONE”

3MONTEFELTRO UFFICIO LITURGICO

A suo tempo avevamo accennato allagrande rivalorizzazione della liturgia dellaparola nella celebrazione eucaristica, ope-rata dal Concilio Vaticano II e dalla rifor-ma liturgica. I Praenotanda della secondaedizione dell’Ordinamento delle letturedella Messa del 1981 hanno ripreso l’inte-ro materiale, precisandolo e sviluppandolo(cfr. nn. 11-37). È a questo materiale chel’OGMR ha apportato dei ritocchi che ven-gono qui presentati nei nn. 57-71.

Come si sa la liturgia della parola sicostruisce attorno all’annuncio della paro-la di Dio, annuncio fatto di letture bibli-che con i canti che le accompagnano, del-l’omelia, della professione di fede e dellapreghiera universale o preghiera dei fede-li che ne costituiscono uno sviluppo.

Infatti, “nelle letture che poi vengonospiegate nell’omelia, Dio parla al suo po-polo, gli manifesta il mistero della reden-zione e della salvezza e offre un nutri-mento spirituale; Cristo stesso è presente,per mezzo della sua Parola, tra i fedeli. Ilpopolo fa propria questa parola divinacon i canti e vi aderisce con la professio-ne di fede; così nutrito, prega nell’ ora-zione universale per le necessità di tuttala Chiesa e per la salvezza del mondo in-tero” (n. 55).

Il complesso rituale appare strettamen-te unito e organico. Al centro c’è la paro-la di Dio, ovvero Dio che parla oggi al-l’assemblea del suo popolo. È atto di cul-to, è dialogo interpersonale (alla Parola

segue l’ascolto e la risposta), è manifesta-zione del ministero della salvezza e nelcontempo annuncio, è nutrimento (“Nelleletture viene preparata ai fedeli la mensadella parola di Dio e vengono loro apertii tesori della Bibbia”, n. 57, cfr. SC n. 51),è presenza di Cristo stesso, poi è adesionedi fede e risposta di preghiera. Non sem-plice parola verbale, ma parola-evento. Èmemoria verbale di quanto Dio ha com-piuto nella storia, ed è mistagogia, intro-duzione e ingresso alla liturgia eucaristicaa cui offre i contenuti.

Le conseguenze pratiche di questa di-namica che scaturisce dalla liturgia dellaparola sono evidenti. Se è Dio stesso cheparla al suo popolo mentre vengono pro-

LITURGIA DELLA PAROLA-PRESENTAZIONEdi don Raymond Nkindji Samuangala*

clamate le SacreScritture, l’atteggia-mento ordinario e normale del popolo riu-nito è di “ascoltare” (“Parla Signore, iltuo servo ascolta”), non di leggere il pro-prio testo. Non possiamo dimenticare cheanche questa parte della celebrazione, co-me l’insieme di essa, ha lo scopo tra l’al-tro di creare comunione, unità, Corpo diCristo, Chiesa. Dal suo lato, il ministroche “presta la sua voce a Dio” nel procla-mare la sua parola, lo faccia sempre conuna duplice attenzione. Da una parte cheegli annuncia una parola che non è sua,né sue idee, né che stia leggendo un gior-nale o un libro qualsiasi. Dall’altra che ilpopolo, dovendo normalmente “ascolta-re”, deve poter capire distintamente ecomprendere il messaggio a lui rivoltodal suo Signore.

Infine, visto che “nelle letture vienepreparata ai fedeli la mensa della paroladi Dio e vengono loro aperti i tesori dellaBibbia” (n. 57), il popolo è chiamato amettersi in disposizioni interiori adeguateper “nutrirsi” realmente a questa mensadella Parola, nonché a riconoscere e ado-rare il Signore Gesù presente nella suaParola. Più avanti riprenderemo questoultimo aspetto, dopo che avremo ricupe-rato le indicazioni dell’OGMR riguardan-ti le letture nel prossimo numero.

* Assistente collaboratore Ufficio diocesanoper la Liturgia e i Ministri Istituiti

UN ALTRO SACERDOTE CI HA LASCIATO

LA SCOMPARSA DI DON PIETRO BRISIGOTTIUN NUOVO, DOLOROSO ADDIO NEL PRESBITERIO DIOCESANO; DON PIETRO AVEVA RICOPERTO NUMEROSI INCARICHI SUL TERRITORIO DIOCESANO. È MORTO A RIMINI IL 6 NOVEMBRE, LE ESEQUIE CELEBRATE DAL VESCOVO MONS. TURAZZI,NELLA PIEVE DI PONTE MESSA, GIOVEDÌ 8 NOVEMBRE

È nato il 30 novembre 1926 a Pennabilli. Dopo aver frequentato le scuole elementari è entrato in seminario a Pennabilli e poi aFano, dove il 24 marzo del 1931 è stato ordinato Diacono. Il 29 giugno del 1951 ha ricevuto l’ordinazione presbiterale da Mons.Antonio Bergamaschi nella Cattedrale di Pennabilli.Dal 10 luglio al 28 ottobre del 1951 è stato Vicario economo a Bascio. Poi dal 28 ottobre 1951 al 20 agosto 1952 è stato Cappellanoa S. Agata Feltria e Vicario economo di S. Donato.Dal 30 agosto 1952 è nominato Parroco di Pereto, incarico che manterrà fino al 2015.Nel frattempo, dal 1952 al 1975, è Vicario Economo di Caioletto con le rispettive succursali di Sant’Antimo e Palazzo.Dal 1966 al 1980 è anche Vicario economo di Scavolo con le rispettive succursali di Poggio Scavolo, Rivolpaio, Rosciano e di RoccaPratiffi (dal 1980) fino al 2015.Dal 1986 al 2015 è Amministratore Parrocchiale di Molino di Bascio con le rispettive succursali di Bascio Alto e Gattara. Don Pietro ha ricoperto anche il compito di Segretario dell’Ufficio Amministrativo Diocesano dal 1962 al 1990. Nel 2012 ha celebrato solennemente i 60 anni in cui èstato Parroco di Pereto durante la Santa Messa celebrata dal Vescovo Luigi Negri. Nel giugno del 2014, colpito da un grave infarto, si è ritirato a vita privata nella Casa del Clero di Rimini, dove è rimasto fino al giorno del decesso avvenuto il 6 novem-bre 2018. Le esequie sono state celebrate dal Vescovo Andrea Turazzi alla presenza della maggioranza del clero diocesano l’8 novembre nella Pieve di Ponte Messa.

Page 4: NATALE “DI RISURREZIONE”

4MONTEFELTRO UFFICIO LITURGICO

Sfogliando il nuovo programma pasto-rale, a qualcuno sarà certamente venuta inmente questa domanda, constatando chenella prima unità della traccia, che indicail percorso per il periodo ottobre-dicem-bre, viene proposta la riflessione sul testodella resurrezione trasmessoci nel Vange-lo di Marco.

In realtà già nella pagina seguente vie-ne chiarito un possibile equivoco: la Pa-squa non è – come forse siamo portati apensare noi – uno dei tanti eventi dellavita di Gesù: “con la Pasqua Gesù catturatutto e tutti dentro al suo risorgere e tra-scina in alto con sé”�(pag. 17).�Con la re-surrezione Gesù inaugura l’ottavo giorno,il giorno in cui l’eternità irrompe nellastoria, il giorno in cui viene infranta labarriera della morte e iniziano gli ultimitempi, non perché la fine del mondo siavicina, ma perché una novità incredibileha cambiato radicalmente e per sempre larealtà umana. Tutti noi, quindi, stiamo vi-vendo l’ottavo giorno iniziato “alle primeluci dell’alba” di quel “primo giorno do-po il sabato” e che si concluderà con il ri-torno del Signore alla fine della storia.Considerare questo fatto getta una lucenuova sul tempo di Avvento, permetten-doci di riscoprirlo nella sua ricchezza eprofondità. Troppo spesso infatti essoviene ridotto ad una semplice preparazio-ne del Natale come se il Signore Gesùdovesse ancora nascere o ad un ricordonostalgico della nascita di Gesù avvenutaduemila anni fa. Con l’Avvento la Chiesanon si limita a preparare il Natale ma ce-lebra già il mistero della manifestazionedel Signore che è in atto e ne sottolineauno degli aspetti fondamentali: la dimen-sione escatologica. Siamo chiamati aprendere coscienza che mentre ricordia-mo la venuta del Signore nella storia, vi-viamo l’attesa “che si compia la beatasperanza e venga il nostro Salvatore Ge-sù Cristo”. Queste due prospettive nonvanno intese separatamente ma sono inti-mamente legate e sono presenti anche neitesti liturgici dell’Avvento: “O Padre,

PRIMA TAPPA DEL PROGRAMMA PASTORALE DIOCESANO

COSA C’ENTRA LA PASQUA CON L’AVVENTO?del diacono Graziano Bartolini*

che ogni anno ci fai vivere nella gioiaquesta vigilia del Natale, concedi chepossiamo guardare senza timore, quandoverrà come giudice, il Cristo tuo Figlioche accogliamo in festa come Redento-re”� (Colletta della Messa vespertina del24 dicembre).

In un Prefazio di Avvento si prega an-cora: “Tu ci hai nascosto il giorno e l’ora,in cui il Cristo tuo Figlio, Signore e giu-dice della storia, apparirà sulle nubi delcielo rivestito di potenza e splendore. Inquel giorno tremendo e glorioso passeràil mondo presente e sorgeranno cieli nuo-vi e terra nuova. Ora egli viene incontro anoi in ogni uomo e in ogni tempo, perchélo accogliamo nella fede e testimoniamonell’amore la beata speranza del suo re-

gloria come entrò aporte chiuse nel Ce-nacolo e si manifestò agli apostoli e c’èun incontro con Il Risorto che, nascosto“sotto altro aspetto” cammina con noiogni giorno come camminò un tempo coni due discepoli verso Emmaus.

Il tempo di Avvento è quindi un tempoin cui lo Sposo e la sposa si cercano, se-condo la suggestiva immagine del Canti-co dei Cantici: noi andiamo incontro alSignore cercando di vedere il suo volto,ma prima ancora è Lui che ci sta venendoincontro e ci cerca con infinito amore.�

L’avvento se lo lasciamo parlare senzaimporre il nostro sguardo tutto rivolto alpassato può divenire pertanto il luogo nelquale alla Chiesa è donato di re-imparare

gno”�(Prefazio dell’Avvento I/A).� In que-sto testo vediamo come emergano insie-me la dimensione escatologica e quellastorica (incarnazione) dell’avvento, a cuisi aggiunge un’ora che è il tempo che laChiesa vive nel presente.�

L’attesa dei credenti è radicata nel pas-sato, è proiettata in un futuro che da sen-so al suo presente, porta frutto nell’oggidel Risorto che “in ogni uomo e in ognitempo” ci viene incontro. C’è un incontroche ci attende, dunque, con il Signore Ri-sorto che apparirà un giorno nella sua

il linguaggio della speranza e di rimetteresulle proprie labbra il grido che concludele Scritture: “Vieni, o Signore Gesù!”(Ap 22,20).

Celebrando l’avvento possiamo diveni-re uomini “che hanno nel cuore l’urgenzadella venuta di Cristo e con gli occhi chespiano cercando negli orizzonti della pro-pria vita il suo volto”�(J. B. Metz).

* Direttore Ufficio Liturgico e Incaricato diocesano per la Liturgia

e i Ministri Istituiti

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Page 5: NATALE “DI RISURREZIONE”

5MONTEFELTRO CARITAS DIOCESANA

resa d’Avila a Sofia) ecosì dall’11 al 16 ot-tobre sono stato in Bulgaria. Tanti gliappuntamenti. Ho avuto modo di incon-trare il segretario generale di CaritasBulgaria e il direttore di Caritas Sofia(vi risparmio i nomi perché sono terri-

DUE ESPERIENZE INDIMENTICABILI di don Carlo Giuseppe Adesso*

Un direttore Caritas non può rimane-re “imprigionato” nello spazio – belloma angusto – della propria Caritas, trabollette e pacchi viveri… Un direttoreCaritas deve avere un cuore e una men-te ampi, universali, cattolici! Sì, perchéla carità – dopo la Liturgia – è una del-le manifestazioni più evidenti della cat-tolicità (= universalità) della Chiesa.

Orizzonti ampi!Per questo motivo – nonostante la

mia riottosità a viaggiare, e qualche af-fettuoso/comprensibile mugugno deimiei amati parrocchiani di San Leo –cerco di non essere mai assente agli ap-puntamenti regionali e nazionali dellaCaritas. Essi diventano un’occasione diconfronto e di arricchimento, specieper chi – come me – sino al 1° ottobre2016, la Caritas la conosceva “per sen-tito dire” (Giobbe 42,5). Ma essendochi scrive direttore Caritas di una dio-cesi che al suo interno abbraccia la Re-pubblica di San Marino, non è raro chealtri direttori nazionali esprimano cu-riosità per quello che avviene da noi. Egeneralmente la curiosità evolve inamicizia e, in taluni casi, sfocia in unoscambio di visite. In questo articolo vene vorrei raccontare due!

1) La visita a Caritas Serbia

ho fatto “un salto” a Belgrado, capitaledella Serbia. L’invito è partito dall’ini-mitabile direttore di Caritas Serbia, undinamico sacerdote croato, tanto effi-ciente quanto simpatico, di nome DonIvica (mi raccomando: si pronunciadon Iviza!).

Sono stati 4 giorni intensi, di incon-tri, scambio e confronto. Ci è stato illu-strato il “modus operandi” di una Cari-tas molto dinamica, competente e benorganizzata. Ognuno al suo posto.Ognuno col suo ruolo. In grande armo-nia, condotti con decisione dal grandestratega Don Ivica Damjanovič. Se vo-lete conoscerlo, vi invito al prossimoconvegno diocesano del 28 aprile 2019a San Marino, perché Don Ivica saràpresente come relatore!

2) La visita a Caritas Bulgaria

In Serbia, ricevuti dal Nunzio Apostolico S.E. Mons. Luciano Suriani

Incontro con il Segretario Generale di Caritas Bulgaria

Qualche settimana dopo – come unfulmine a ciel sereno – mi è giunto uninvito da P. Joan (Priore carmelitano aSofia) ad incontrare i vertici di CaritasBulgaria.

Ho controllato l’agenda, ho tastatol’umore dei miei parrocchiani, ho avvi-sato il Vescovo, poi ho trovato “un bu-co”; abbiamo abbinato un paio di inizia-tive (P. Joan ha trovato il modo anche di“schiavizzarmi” per la festa di Santa Te-

Incontro con i vertici di Caritas Sofia

bili!). Ho parlato con diversi operatori.Anche in questo caso ho trovato unarealtà dinamica e organizzata, che risalealla prima metà degli anni ’90.

Un sincero ringraziamento eun buon Natale

Di ritorno da Belgrado e da Sofia, horingraziato il Signore per queste duebelle esperienze. Non mi sono lagnatodicendo: “sono più bravi e organizzatidi noi”; oppure: “anche noi dobbiamoimitare Belgrado o Sofia”. Ho inveceprovato gli stessi sentimenti di Sant’A-gostino: “Forse, tu non hai nessuno diquesti doni; ma se ami, quello che pos-siedi non è poco. Se infatti ami l’unità,tutto ciò che in essa è posseduto daqualcuno, lo possiedi anche tu! ... Abbidunque la carità e avrai tutto, perchéqualsiasi altra cosa tu possa avere,senza di essa, a nulla potrà giovarti”.

E con questi sentimenti di gratitudi-ne, auguro a tutti i cari Sacerdoti, aiVolontari, Simpatizzanti della Caritas ea tutti i lettori (e so che non sono po-chi!) del nostro mensile diocesano unSanto Natale, da vivere nella gratitudi-ne e nella carità!

* Direttore della Caritas Diocesana

È accaduto che dal20 al 24 agosto scor-so, insieme ad altritre direttori (Tirana,

Avezzano e Palermo)

Page 6: NATALE “DI RISURREZIONE”

6MONTEFELTRO VITA DELLA CHIESA

Il mese di ottobre ha visto la Chiesa universale concentratasul Sinodo dei Giovani, provenienti da tutto il mondo: il cammi-no di preparazione al Sinodo – intitolato “I giovani, la fede ed ildiscernimento vocazionale” – è durato 2 anni, a partire dallaChiesa di Roma, e ha visto coinvolti giovani, religiosi e religio-se, sacerdoti e laici: il Santo Padre ha voluto che il Sinodo fosseun momento di condivisione, invitando tutti a “parlare con co-raggio e con parresia”, integrando cioè “libertà, verità e carità”;nello stesso tempo, ha affermato che “al coraggio del parlare de-ve corrispondere l’umiltà nell’ascoltare, perché il Sinodo è unesercizio ecclesiale di discernimento e il discernimento è un at-teggiamento interioreche ci radica in un attodi Fede. Esso si fondasulla convinzione cheDio è all’opera nellastoria del mondo, neglieventi della vita nellepersone che incontro eche mi parlano”. Permeglio ascoltare loSpirito, tutti i parteci-panti sono stati invitatiad osservare un mo-mento di silenzio di 3 minuti, fra i vari in-terventi, in uno stilequasi contemplativo,fatto cioè di attenzionealle risonanze interiori.Una Chiesa che “nonha una risposta precon-fezionata già pronta”.

Il Pontefice, sindall’inizio, ha invitato a “uscire dagli stereotipi e dai pregiudizi”nei rapporti fra le generazioni, che fanno ritenere “gli adulti sor-passati” e i “giovani inesperti”. Superare le tentazione degli sche-mi e delle categorie mentali, che alimentano da una parte il cleri-calismo e dall’altra il virus dell’autosufficienza di molti giovani èstato il filo conduttore di tutta l’assemblea. “Il risultato del Sino-do non è un documento: siamo pieni di documenti; adesso lo Spi-rito dà a noi il documento, perché lavori nel nostro cuore e biso-gna fare preghiera di questo documento, studiarlo, chiedere lu-ce”. Francesco ha concluso pensando al momento buio e dram-matico che vive la Santa Madre Chiesa in questo periodo storico:casta meretrix, “la Chiesa non va sporcata; i figli sì (siamo tuttisporchi), ma la madre no. E per questo è il momento di difenderela madre e la madre la si difende dal grande Accusatore con lapreghiera e la penitenza”. Per questo, nel mese di ottobre, PapaBergoglio ha esortato tutto il popolo cattolico a pregare il rosario,San Michele Arcangelo e la Madonna.

Nell’omelia della Messa conclusiva del Sinodo dei Giovani,dentro la Basilica Vaticana (28 ottobre) il Santo Padre ha fer-

mato che “la fede passa per la vita. Quando la fede si concentrapuramente sulle formulazioni dottrinali, rischia di parlare soloalla testa, senza toccare il cuore. E quando si concentra solo sulfare, rischia di diventare moralismo e di ridursi al sociale. Lafede invece è vita: è vivere l’amore di Dio che ci ha cambiatol’esistenza. Sentirsi bisognosi di salvezza è l’inizio della fede. Èla via diretta per incontrare Gesù”.

Nell’omelia della messa di canonizzazione di Paolo VI e delVescovo Oscar Romero, il Pontefice ha rimarcato con chiarezzache “Gesù è radicale: Egli dà tutto e chiede tutto. L’ha fattoPaolo VI, sull’esempio dell’Apostolo del quale assunse il nome;

anche nella fatica e inmezzo alle incomprensio-ni, ha testimoniato in mo-do appassionato la bel-lezza e la gioia di seguireGesù totalmente.

Oggi ci esorta ancora,insieme al Concilio di cuiè stato il sapiente timo-niere, a vivere la nostracomune vocazione: la vo-cazione universale allasantità. Non alle mezzemisure, ma alla santità.

È bello che insieme alui e agli altri santi e san-te odierni ci sia Mons.Romero, che ha lasciatole sicurezze del mondo,persino la propria incolu-mità, per dare la vita se-condo il Vangelo, vicinoai poveri e alla sua gente,

col cuore calamitato da Gesù e dai fratelli” (14 ottobre). Il 2 no-vembre, al cimitero Laurentino di Roma, Francesco nella Messadi commemorazione di tutti fedeli defunti così si è espresso: “Inquesto cimitero ci sono le tre dimensioni della vita: la memoria,la speranza, la celebreremo adesso nella fede, non nella visione;e le luci per guidarci nel cammino per non sbagliare strada, leabbiamo sentite nel Vangelo: sono le Beatitudini.

Chiediamo oggi al Signore che ci dia la grazia di mai perderela memoria, mai nascondere la memoria – memoria di persona,memoria di famiglia, memoria di popolo –; e che ci dia la gra-zia della speranza, perché la speranza è un dono suo: saper spe-rare, guardare l’orizzonte, non rimanere chiusi davanti a un mu-ro. Guardare sempre l’orizzonte e la speranza.

E ci dia la grazia di capire quali sono le luci che ci accompa-gneranno sulla strada per non sbagliare, e così arrivare dove ciaspettano con tanto amore”.

Monache dell’Adorazione eucaristica - Pietrarubbia

LA PAROLA DI PAPA FRANCESCO

IL CUORE GIOVANEIL CUORE GIOVANEDI ROMADI ROMA

PARLARE CON CORAGGIO E CON PARRESIA

San Oscar Romero e san Paolo VI

Page 7: NATALE “DI RISURREZIONE”

7MONTEFELTRO VITA DELLA DIOCESI

Anche in questo mese, il Vescovo di San Marino-Montefeltro, mons. Andrea Turazzi, è tornato su alcuni temi a lui particolarmente cari;temi di carattere sociale, come l’attenzione ai poveri e al concetto di autorità; temi direttamente collegati al programma pastorale, come la speranza e la fede nella risurrezione. Ma tornano anche altri temi come quello della santità e del servizio pastorale.

La Redazione

Mons. Vescovo prende spunto dalla richiesta rivolta a Gesù daGiacomo e da Giovanni (cfr. Mc 10,37) per spiegare l’autorità: «Au-torità come servizio. Dio si pone non sopra, ma davanti. Gesù si poneai nostri piedi e li lava. Il padrone fa paura, il servo no. Il padrone esi-ge e pretende per sé, il servo si impegna e vive per un altro. Il padro-ne si serve degli altri, Gesù fa sua la nostra causa. Il padrone giudicae castiga, Gesù perdona e soccorre. Il padrone vuol vedere i frutti, ilSignore è seminatore. Autorità che fa crescere. Fa sì che ognuno diail meglio di sé, sa vedere il positivo e promuove. Autorità come donodi sé. “Il figlio dell’uomo è venuto per servire e dare la sua vita”».Così conclude il Vescovo: «Ora comprendiamo il senso evangelicodel “potere”: il potere di amare» (Omelia nella XXIX domenica delTempo Ordinario, 21 ottobre 2018).

È con questo “potere” che si va incontro ai fratelli. «Le analisi, leprecauzioni, i “distinguo” non indeboliscano l’attenzione verso lepersone concrete in povertà»:con queste parole il VescovoAndrea si rivolge alle comunitàdurante la II Giornata Mondialedei Poveri. Il Vescovo chiedeche «l’approccio politico allevarie forme di povertà sia ac-compagnato anche da un seriodiscernimento personale», inmodo che «l’attenzione ai pove-ri diventi una dimensione co-stante del cammino di fede e untema severo per l’esame di co-scienza: “Che posto occupa ilgrido del povero nella mia vi-ta?”». Domanda ripresa dalMessaggio di Papa Francescoper la Giornata sintetizzato con il versetto del Salmo 34: «Questopovero grida e il Signore lo ascolta». L’augurio di mons. Andrea èche «tutti i giorni siano sempre più ascolto e sempre più risposta aquel grido» (Messaggio del Vescovo per la Giornata Mondiale deiPoveri, 18 novembre 2018).

Il tema del grido ritorna nell’omelia per le Esequie del sacerdotediocesano don Pietro Brisigotti: «Nella Lettera ai Romani – com-menta mons. Andrea – sono presentati tre gridi: il grido della naturasottoposta alla caducità; il grido degli uomini che aspettano l’ado-zione a figli e il grido dello Spirito Santo, con gemiti inesprimibili,che viene in aiuto alla nostra debolezza». Ma c’è un grido che «liriassume tutti e tutti li raccoglie: il grido di Gesù sulla croce. In luiè risucchiata ogni povertà, ma il Signore lo ascolta, accetta il suo sa-crificio e lo fa risorgere». «La risurrezione – ritorna il tema del pro-gramma pastorale 2018/19 – è conseguenza del fiducioso abbandonodi Gesù al Padre. Proprio in quello che sembrava il momento dellasconfitta, della dissoluzione, della morte totale, ci fu un’irruzionestraordinaria di forza creatrice. Nella risurrezione Gesù è diventato“il vivente” (cfr. Lc 24,5); da lui promana la vita nuova per tutta lacreazione, per tutta l’umanità!» (Omelia nelle Esequie di don PietroBrisigotti, 8 novembre 2018).

Come non ricordare il grido del cieco di Gerico, un povero «aimargini della strada, ai margini della società, ai margini della vita».«La gente attorno a lui ha tre reazioni», così esemplifica Mons. Ve-scovo. «La prima è la reazione di quelli che gli passano davanti in-

differenti. Tra loro ci sono gli apostoli, i discepoli, le donne e tantagente affascinata da Gesù, ma incapace di stupirsi, di commuoversiper quel cieco che sta ai margini della strada e che grida». La secon-da reazione è quella di chi si accorge che il cieco grida, ma gli in-giunge di tacere per non disturbare. «Il cieco ai margini della stradaè l’uomo di oggi», spiega mons. Turazzi. Non dobbiamo impedireche sbocci e si apra. C’è una gradualità nella vita cristiana, un cam-mino da compiere. Chi va dietro a Gesù sia persona che non giudica,che non condanna, che non mette subito davanti regole, ma che inco-raggia». Il terzo tipo di reazione è quello di chi va dal cieco e dice:«Coraggio, alzati, ti chiama! (Mc 10,49)» (Omelia nella XXX dome-nica del Tempo Ordinario, Frontino, 28 ottobre 2018).

La festa di Tutti i Santi è stata occasione per riflettere sulla san-tità: «Possiamo tutti diventare santi e dobbiamo coltivare questo de-siderio», questo l’incoraggiamento del Vescovo Andrea. «La santità

– prosegue – non va cercata inmodelli ideali, astratti, sovruma-ni. Ci sono santi difficilmenteimitabili, come San Francescod’Assisi o come San Pietrod’Alcantara; essi sono icone,modelli di cui dobbiamo imitarelo spirito, più che modi di fare.[…] I santi sono persone che,anche tra imperfezioni e cadute,hanno continuato a credere e afidarsi. Per questo sono piaciutial Signore». Riferendosi all’ur-na esposta nella Cattedrale diPennabilli, contenente le reli-quie dei santi e dei martiri, af-ferma che «tanti sono i santi ca-

nonizzati. Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e Papa Francesco nehanno canonizzati molti: bisogna aggiungere pagine al Messale!Questo è un segno fortissimo in un momento in cui la Chiesa stasoffrendo per scandali ed esempi cattivi. Poi ci sono milioni di santiche non vengono canonizzati, non diventano famosi» (Omelia nellaSolennità di Tutti i Santi, Pennabilli, 1 novembre 2018).

Domenica 21 ottobre, nella parrocchia dei Santi Pietro, Marino eLeone in San Marino Città, il Vescovo ha consegnato solennemente adon Marco Mazzanti, nuovo parroco, due chiavi. «Le chiavi sono sim-bolo di potere. Ma si tratta del potere come lo intende Gesù: servizioe dono di sé». «La prima chiave è quella della vostra chiesa – così ilVescovo si rivolge alla comunità – il luogo a voi più caro, la casa chetutti raduna». «Abbi cura di tutti – prosegue rivolgendosi a don Marco– facendoti aiutare dai Consigli Pastorale e degli Affari Economici peril discernimento comunitario». La seconda chiave è «quella del Taber-nacolo. Insieme con la Parola, l’Eucaristia vi fa comunità, vi fa fami-glia. Il parroco custodisce il Tabernacolo come il cuore della Chiesa.L’Eucaristia è tutto per la Chiesa, tutto per il cristiano, perché è Gesù.Adoratela, onoratela, contemplatela insieme al vostro parroco».

Infine, rivolgendosi a don Marco: «C’è una terza chiave. Nonposso dartela: è la chiave che possono darti solo i tuoi parrocchiani:la chiave dei loro cuori» (Omelia nel conferimento della cura pasto-rale della parrocchia di San Marino Città a don Marco Mazzanti,21 ottobre 2018).

La Redazione

IN ASCOLTO DEL VESCOVO ANDREAIN ASCOLTO DEL VESCOVO ANDREATemi cari al vescovo: risurrezione, servizio, santità

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8MONTEFELTRO LA TERZA

Nel primo atto creativo di Dio giàcompare la bellezza.

«E Dio vide che era cosa buona» (Gn 1,4.10.12.18.21.25.31) è un ritornelloche scandisce ogni giorno della creazionee sigilla l’opera divina in un «più in là»che troverà il suo compimento solo nel-l’eternità. Dio vide che ogni cosa era buo-na, cioè «tov» in ebraico, e «kalos» ingreco. In entrambe le lingue sacre, quelbuono è anche bello ed è implicitamentecorrispondente al vero. Così mentre laterra schiudeva i suoi occhi alla luce sot-

Chiesa ci fu, appun-to, quella della lottaiconoclasta. Anche l’arte fu vilipesa ecrocefissa, specie quella che trova la suaradice in un fatto inusitato: l’eterno si èreso presente e l’insondabile bellezza delVerbo si è fatta misurabile. Così l’artedelle icone esprime in modo diretto il no-do di congiunzione fra fede e bellezza, fraarte e Mistero. È noto, infatti, che l’iconasi scrive, è un trattato di teologia per im-magini il cui dispiegarsi sfugge alle manidello stesso autore. E basterebbe far pas-sare la vita del Grande Andrej Rublëv perrendersene conto.

Certo il cammino dell’arte cristiana fulungo e in occidente, approssimandosil’umanesimo cristiano, si avvertì il desi-derio di fissare lo sguardo sul Misterodell’Incarnazione. Cristo è presente qui eora, nell’uomo e nella cultura di ognitempo. Dunque, ci si allontanò progressi-vamente dalle rigide soluzioni formali, ri-gide perché severamente teologiche,dell’arte orientale per inverare il Misteronelle forme e nei luoghi in cui quellostesso Mistero era contemplato. Così daDuccio di Buoninsegna, che immerse conla sua Maestà la vita di Cristo e di Marianella cornice storica di Siena, fino a Raf-faello, che nella sua Disputa del Santissi-mo Sacramento ritrasse i personaggi piùfamosi o autorevoli dell’epoca nei pannidei Santi, l’arte declina il Vangelo, edu-cando gli uomini ad “incarnare” la fede.

La domanda sul rapporto tra fede e bel-lezza non sarebbe mai sorta tra medioevoe rinascenza, tuttavia, quando si venne adeteriorare quel rapporto (a volte conflit-tuale ma sempre fecondo) fra Chiesa e ar-tisti, ecco iniziare un declino del qualeancora non abbiamo conosciuto l’arresto.

Lo straordinario teologo Huns vonBalthasar stigmatizzava così l’epoca mo-derna che, allontanandosi a grandi passidalla bellezza si è allontanata anche dallafede: La nostra parola iniziale si chiamabellezza. La bellezza è l’ultima parola chel’intelletto pensante può osare di pronun-ciare, perché essa non fa altro che inco-ronare, quale aureola di splendore inaf-ferrabile, il duplice astro del vero e delbene e il loro indissolubile rapporto. Essaè la bellezza disinteressata senza la qualeil vecchio mondo era incapace di inten-dersi, ma la quale ha preso congedo inpunta di piedi dal moderno mondo degliinteressi, per abbandonarlo alla sua cupi-

Raffaello Sanzio, Disputa del Sacramento, affresco (cm 500x770), Musei Vaticani, Città del Vaticano

L’ABBRACCIO TRA FEDE E BELLEZZAdi suor Maria Gloria Riva*

la vocazione originaria, che è il motorestesso della fede, sono intrecciate findall’origine dell’esperienza umana.

Forse la proibizione a realizzare imma-gini, propria del primo testamento e delgiudaismo, aveva lo scopo primario di ri-cordare che la bellezza era celata nell’o-pera creatrice di Dio e che solo per rive-lazione divina l’uomo poteva tornare a di-sporne e ad appropriarsene.

Questa rivelazione giunse e fu chiara inquell’«ora» cui Gesù Cristo anelò tutta lavita. L’iconodulia, infatti, inizia sul Cal-

traendosi al Caos grazie all’Ordine divi-no, ecco che le fu impresso, come ormadivina, proprio il sigillo della bellezza.

In un altro Principio, quello narrato daGiovanni nel suo Prologo, un raggio dellabellezza divina ci fu partecipato grazie al-la misteriosa Incarnazione della secondaPersona della Trinità. È proprio a questopunto della storia della salvezza che quel-l’antica promessa di Bellezza diventarealtà e che quel grido uscito dal cuoredivino, quando tutto era «tov», si manife-sta pienamente offrendosi, sotto il velodella carne, alla contemplazione dell’uo-mo. «Tutto è stato fatto per mezzo di lui(il Verbo), e senza di lui niente è statofatto di tutto ciò che esiste» (Gv 1,3).

Così fede e bellezza, contemplazione edesiderio profondo di corrispondenza con

vario laddove la Veronica, spinta da ungesto di amorosa pietà, deterge il voltodel Cristo con il suo velo. L’immagineche vi resta impressa è la prima rivelazio-ne visiva del Mistero. Anche Charles Pe-guy stigmatizzò quest’attimo descrivendola Veronica come una ragazzetta da nullacapace, col suo fazzoletto, di cogliere unatraccia eterna. Qui è la radice dell’artecristiana, ma in particolare dell’arte orien-tale che è per eccellenza teofania del Mi-stero, rivelarsi gratuito e solenne di Dioall’uomo. Sotto l’albero della croce, laMadre, Giovanni e le pie donne non rice-vettero soltanto la sorgente della vita sa-cramentale ma ebbero in dono l’accessoalla bellezza. Una tale acquisizione nonfu né facile, né scontata, se pensiamo chetra le pagine più difficili della storia della

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9MONTEFELTRO ASSOCIAZIONI IN DIOCESI

dità e alla sua tristezza. Essa è la bellezzache non è più amata e custodita nemmenodalla religione, ma che, come mascherastrappata al suo volto, mette allo scopertodei tratti che minacciano di riuscire in-comprensibili agli uomini. Essa è la bel-lezza alla quale non osiamo più credere edi cui abbiamo fatto un’apparenza perpotercene liberare a cuor leggero. Essa èla bellezza infine che esige (come è oggidimostrato) per lo meno altrettanto co-raggio e forza di decisione della verità edella bontà, e la quale non si lascia ostra-cizzare e separare da queste sue due so-relle senza trascinarle con sé in una ven-detta misteriosa. Chi, al suo nome, incre-spa al sorriso le labbra, giudicandola co-me il ninnolo esotico di un passato bor-ghese, di costui si può essere sicuri che – segretamente o apertamente – non è piùcapace di pregare e, presto, nemmeno diamare (H. U. von Balthasar, Gloria, JacaBook, Milano, 1985, vol. I, p. 10).

Così sorge, con il Principe Puskin diDostoeveskij la famosa domanda: QualeBellezza salverà il mondo? Una domandache, non va dimenticato, scaturisce dallacontemplazione del Cristo di Holbein: uncorpo già in decomposizione, lontanissi-mo dal fatto impensabile della Risurrezio-ne. Una domanda che rimane per molti unenigma, qualcosa che inspiegabilmenteattrae, ma non trasforma perché non di-venta un incontro. Solo nell’incontro, in-fatti, fede e bellezza torneranno a strin-gersi in un abbraccio. La principale frat-tura che ha determinato lo scollamentofra fede e bellezza fu l’individualismodell’arte del Novecento. Scomparsi igrandi committenti cristiani, terminata lapagina dei vedutisti o della ritrattistica dinobili e imperatori fra Sette e Ottocento,ecco che le scoperte della tecnica (e inparticolare l’avvento della fotografia), co-strinsero l’arte a ritagliarsi un angolo tut-to suo.

Non più in dialogo con la committen-za, l’artista incominciò a dipingere libera-mente dando sfogo alla propria percezio-ne, andando poi a cercare chi potesse ap-prezzare la sua opera. La solitudine del-l’artista è la solitudine dell’arte. Lo avevacompreso pienamente Paolo VI nel suomessaggio agli artisti a chiusura del Con-cilio Vaticano II: «Oggi come ieri laChiesa ha bisogno di voi… Non lasciateche si rompa un’alleanza tanto fecon-da!... Ricordatevi che siete custodi dellabellezza nel mondo. Questo mondo nelquale viviamo ha bisogno di bellezza pernon sprofondare nella disperazione».

Forse il degrado cui si assiste nel pano-rama artistico mondiale (riconosciuto da-gli stessi non credenti) mette a nudo dav-vero questo: senza fede non c’è bellezza esenza bellezza non c’è fede.

* Monache dell’Adorazione EucaristicaPietrarubbia

“[I movimenti e le associazioni diocesani] Riconoscano che il Vescovo non ha solo un compito di coordinamento, ma di vera guida, chiamando tuttia vivere nella comunione diocesana. Un ulteriore passo verso la conversione pastorale è quello di passare dallo spontaneismo pastorale a formepiù integrate di appartenenza. Ecco perché negli obiettivi pastorali di quest’anno diamo più spazio ai movimenti, gruppi ed associazioni”.

(Programma pastorale 2017-2018, Cap. 3, punto 2, pp. 44-45)

ASCI - ESPLORATORI E GUIDE D’ITALIA

LE ASSOCIAZIONI E I MOVIMENTI CATTOLICI DELLA DIOCESIa cura di Michele Raschi

L’Associazione Scout Cattolici Italiani,in diocesi, è presente prevalentemente nel-la Val Conca, raccoglie parrocchie comequelle di Monte Cerignone, Fratte, Sasso-feltrio, Monte Grimano e Mercatino Concae conta, più o meno, sessanta ragazzi oltrea circa quindici capi. Dalle coccinelle ailupetti, esploratori e guide fino al clan, laformazione e le esperienze (soprattutto dicampo) sono vissute in maniera unitaria.

I gruppi si incontrano ogni due settima-ne e, almeno una volta al mese, viene fattoun terzo incontro, solitamente di Domeni-ca, che è un’uscita per tutti, per stare insie-me. Attiva anche a livello diocesano, gliscout che ne fanno parte partecipano adeventi come la Marcia missionaria o laCamminata del risveglio. Don Ivan Fattoriè assistente spirituale del “sentiero bian-co”, mentre Don Giorgio Bernal è assisten-te nazionale.

Nel particolare, vogliamo raccontarvidel giovane gruppo della parrocchia diCarpegna che ad oggi conta circa quaranta-cinque scouts ed è nato lo scorso 23 marzo2015. Nella comunità parrocchiale del so-pracitato Don Giorgio Bernal, gli incontrisi svolgono divisi per branche (castorini,lupetti, reparto). Non mancano, ovviamen-

nel cosiddetto “Paese dello scautismo”, ap-punto, Carpegna e fa parte del WFIS(World Federation of Independent Scouts).

Vi stiamo raccontando di un’associazio-ne fervida nei confronti della Chiesa, tant’èche la partecipazione alla Santa Messa ri-mane un appuntamento fisso nell’agenda diuno scout ASCI - Guide ed Esploratori d’I-talia. Senza dimenticare la continua forma-zione personale che ognuno vive anche conl’aiuto dei sacerdoti assistenti. Resta senzadubbio un’esperienza molto positiva perchi la vive e si rafforzano i rapporti di ami-cizia e rispetto tra chi convive e condividequest’avventura. Anche la fede personalematura all’interno dei gruppi, perché laproposta spazia a trecentosessanta gradinelle diverse aree della personalità di cia-scuno, avendo a pilastro la formazione, ivalori cristiani e l’insegnamento del Van-gelo.

Di recente formazione, le piccole diffe-renze che soggiacciono tra un gruppo el’altro sono riconducibili alla positiva ela-sticità che rende possibile adattare i variincontri alle persone che ne fanno parte oche ne curano il cammino.

Michele Raschi

te, le esperienze come i campi estivi, inver-nali o primaverili. La particolarità di que-sto gruppo scout è che nasce e si sviluppa

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MONTEFELTRO GIORNATA DELLA VITA10

UN GIRO INTORNO ALLA VITA IN 80 GIORNIIniziative diocesane per l’affermazione della dignità della vita

La nostra Chiesa diocesana da anni hascelto di assumere un particolare impegnonella sensibilizzazione della comunità ec-clesiale e civile sul tema della dignità as-soluta della vita umana e del valore dellasua accoglienza sempre e comunque.

A questo riguardo Papa Francesco inuna recente udienza generale ha ricordatoche “un bimbo malato è come ogni biso-gnoso della terra, come un anziano chenecessita di assistenza, come tanti poveriche stentano a tirare avanti: colui, coleiche si presenta come un problema, inrealtà è un dono di Dio che può tirarmifuori dall’egocentrismo e farmi crescerenell’amore. La vita vulnerabile ci indicala via di uscita, la via per salvarci daun’esistenza ripiegata su sé stessa e sco-prire la gioia dell’amore”.

Sospinti dalla condivisione di questeparole, e preoccupati dal contesto legisla-tivo italiano e sammarinese che ha riflessidiretti sulla tutela della dignità della vita,gli Uffici pastorali e le associazioni laica-li diocesane hanno deciso di dare conti-

nuità all’iniziativa “Un giro intorno allavita in 80 giorni”, proposta lo scorso an-no dal Vescovo Andrea, parafrasando iltitolo del famoso romanzo di J. Verne. Sitratta di un periodo di tempo in cui la dio-cesi propone all’intera opinione pubblicadella Repubblica e del Montefeltro unaserie di occasioni per riflettere sul temadella vita, che iniziano a dicembre in Av-vento con la Veglia per la vita nascente esi concludono a febbraio in occasionedella Giornata per la vita e della Giorna-ta per il malato.

L’obiettivo di fondo è quello di solleci-tare una premura costante della comunitàcristiana e di tutti gli uomini di buona vo-lontà nei confronti della difesa della vita,concordi con il Santo Padre che “il maleoperato nel mondo si riassume in questo:il disprezzo per la vita”: la difesa delladignità della vita è rifiuto della culturadello scarto, della violenza dei conflitti,dello sfruttamento dell’uomo, della spe-culazione sul creato e di tutti i sistemi chesottomettono l’esistenza umana a calcoli

di opportunità per denaro, potere e suc-cesso.

A questo proposito è importante che tut-te le componenti della comunità cristiana sisentano impegnate nella valorizzazionedelle attività programmate, ognuno secon-do delle proprie possibilità: gli aderentidelle aggregazioni laicali attraverso la par-tecipazione personale ed il passaparola, isacerdoti ed i religiosi tramite la sensibiliz-zazione delle comunità a loro affidate.

Facciamo dunque un accorato appelloaffinché tutti si impegnino non solo nellabuona riuscita organizzativa dei singolieventi, ma riescano a coglierne il signifi-cato unitario e la potenzialità evangeliz-zatrice e culturale dell’iniziativa nel suocomplesso, vivendo il tempo di dicembre-febbraio con la premura di far crescereun’autentica cultura della vita”.

Gianluigi Giorgetti (Ufficio per la pastorale sociale)

Federico Nanni(Ufficio famiglia)

30 DICEMBREFESTA DELLA SANTA FAMIGLIA DI NAZARETH

di padre Costantino Tamagnini*

La Santa famiglia è la protagonista deltempo di Natale.

Una famiglia particolare, che aveva unprogetto, un’idea di futuro insieme, ma haaccolto il progetto di un Altro, ha accoltola sorpresa di Dio.

Detto così, sembra tutto semplice; mase guardiamo a noi, a quanto poco acco-gliamo le vie di Dio se non combacianocon le nostre… allora credo sia opportunosederci al banco della scuola di Nazareth.

Giuseppe e Maria sono capaci di farsida parte, mettere nel cassetto il loro so-gno di vita insieme per accogliere il pro-getto di Dio.

Credo che questa famiglia ci insegnil’accoglienza, che vuol dire fare spazioall’altro e questa è una delle caratteristi-che di Dio; la mistica ebraica vede l’ini-zio della creazione nel ritirarsi di Dio(Tzim Tzum) per lasciare spazio al mon-do e a noi.

Dio ha insegnato a questi due sposi co-me essere accoglienti. Giuseppe, uomo

giusto, che cerca di camminare sulle viedi Dio giorno e notte (Salmo 1), vieneeducato attraverso i sogni a scrutare nelsuo cuore l’agire di Dio per cercare di at-tuarlo e non giudicarlo.

Maria, l’ancella del Signore, si lasciaprendere per mano, sfidando la legge esapendo che ciò che l’abitava era opera diDio. Accoglienza è anche questo: sfidarela legge, il pensare comune, cambiare ilproprio modo di agire, per raccogliere lamodalità del pensiero dell’Altro che simanifesta spesso nel più debole e indifesoe chiede a noi uno spazio, chiede a noi diessere accolto.

Proviamo ad intenderci sull’accoglien-za: accogliere è un atteggiamento interio-re; è prendere l’altro all’interno di sé, an-che se ciò disturba e toglie sicurezza; èpreoccuparsi di lui, essere attenti, aiutarloa trovare il suo posto.

Accogliere è fare spazio nel propriotempo, nella propria casa, nelle proprieamicizie.

Accogliere è terri-bile – dice J. Va-nier – perché quando lo si fa come stile divita, scopro la mia povertà e le mie debo-lezze, la mia incapacità, i miei blocchi, lamia affettività turbata, i miei desideri chesembrano insaziabili, le mie frustrazioni,le mie gelosie. Finché sono solo possocredere di amare tutti; stando con gli altri,invece, mi rendo conto di quanto real-mente sono incapace di amare, di quantorifiuto la via verso gli altri.

Per accogliere bisogna abilitarsi, fareun vero apprendistato, perché l’accoglien-za non è connaturata all’uomo.

Allora proviamo a vivere il tempo li-turgico del Natale come un apprendistatoper imparare l’accoglienza: non tanto per“fare un favore” al Signore, al Papa o alVescovo, ma per gustare e vedere, cioèfare esperienza nella nostra carne, come èbuono il Signore: entrare nella Sua mise-ricordia e non uscirne più.

* Assistente Ufficio famiglia diocesano

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11MONTEFELTRO SOSTENTAMENTO AL CLERO

Page 12: NATALE “DI RISURREZIONE”

12MONTEFELTRO UFFICI PASTORALI

GLI UFFICI PASTORALI DELLA DIOCESIa cura della Redazione

Se qualcuno mi chiedesse quando ènata la Pastorale giovanile (PG) direi: ladomenica delle Palme del 14 aprile 1984con il Giubileo dei giovani in occasionedell’Anno santo straordinario della Re-denzione. L’incontro del Papa coi giova-ni venne ripetuto anche l’anno seguentee ufficializzato dal 1986 come GiornataMondiale della Gioventù (Gmg). Inrealtà l’evento delle Giornate mondialidei giovani, fortemente volute da Gio-vanni Paolo II, affondano le radici nellapassione apostolica del Pontefice polac-co verso i giovani fin dai suoi primi annidi sacerdozio, come assistente spiritualedegli universitari, e poi come vescovo diCracovia.

Da secoli tanti santi si sono occupatidei giovani, basti pensare a S. FilippoNeri, a S. Angela Merici, a don Bosco.Così come associazioni laicali quali l’A-zione Cattolica, la Fuci, gli Scout, Co-munione e Liberazione, non solo si sonooccupate di giovani ma hanno avuto tantigiovani protagonisti della propria forma-zione e di quella degli altri coetanei. Tut-tavia è con l’inizio delle Gmg che in Ita-lia si è sentita l’esigenza di coordinaretante esperienze rivolte ai giovani perpartecipare a un evento che per la primavolta riuniva tutti insieme. Così nel1991, con il documento della CEI Evan-gelizzazione e testimonianza della carità,si sono poste le fondamenta per una “pa-storale giovanile organica intelligente ecoraggiosa” (n. 44-46) sia a livello na-zionale sia diocesano. Una PG pensatanon per organizzare esclusivamente lapartecipazione alle Gmg ma in grado diimpostare, animare e coordinare l’azionepastorale verso i giovani in ogni Chiesalocale e in ogni parrocchia.

Nella nostra Diocesi di San Marino-Montefeltro, di fatto, la Pastorale giova-nile nasce nel 1993 con l’allora VicarioGenerale don Sergio Severi in occasionedella preparazione e partecipazione allaGiornata Mondiale della Gioventù diDenver (USA). Poi ebbe un ulteriore im-pulso nel 1996 quando Mons. Paolo Ra-bitti chiese a un giovane sacerdote, donMaurizio Farneti, di seguire “a tempo”pieno la PG.

Da allora fino a oggi la PG ha orga-nizzato la partecipazione alle Gmg (Pari-gi, Roma, Colonia, Madrid, Cracovia),ha curato la Giornata annuale dei giovaniin Diocesi, prepara la Veglia dei Giovaniper la festa di S. Marino, gli Esercizi spi-rituali, incontri di formazione per i gio-vani o incontri con testimoni della fede,la Festa del Perdono durante le 24 ore dipreghiera per il Signore, giornate di ri-

flessione per educatori, giornate di ap-profondimento su tematiche giovanilicon l’Associazione “Amici dell’Univer-sità cattolica”.

La Pastorale giovanile è curata da unaequipe diocesana.

L’equipe della PG è formata da unadecina di giovani laici che operano e rap-presentano gruppi associativi e parroc-chiali di ragazzi e ragazze dai 14 ai 30 anni.

Fin qui si è parlato di passato e pre-sente. Qual è il futuro prossimo della PGdiocesana? Dopo il Sinodo dei giovani eil documento che Papa Francesco conse-gnerà alla Chiesa, obiettivo della nostraPG sarà quello di elaborare un progettodiocesano tenendo conto delle sollecita-zioni emerse dal Sinodo e, con ulterioriaggiunte, dal Santo Padre.

dMC

Continua la nuova rubrica dedicata agli Uffici Pastorali della Diocesi per conoscerne più da vicino l’attività e le persone che ne fanno parte. Gli UfficiPastorali sono strutture organizzative e di studio che programmano e sostengono le iniziative nei diversi ambiti: catechesi, liturgia, carità, famiglia,società, giovani e vocazioni, cultura e scuola, salute, missione ad gentes, comunicazioni. A volte si preferisce chiamare queste realtà col nome di “Centri diocesani” per sottolineare la loro funzione di raccordo fra centro e periferia, fra parrocchie e Curia diocesana. Altre volte si preferisce denominarli “Servizi” per indicare la loro disponibilità a mettersi a disposizione, a suggerire idee, a formulare proposte, a coordinare e sussidiareiniziative. Come si vede, la denominazione non è univoca e denota uno sforzo sempre nuovo di comprenderne identità e compiti. Gli Uffici Pastorali– ognuno per la propria parte – sono soprattutto a servizio del programma pastorale diocesano e promuovono l’unità attorno al Vescovo. Per fare “gioco di squadra” gli Uffici Pastorali si incontrano normalmente una volta al mese, si scambiano informazioni, crescono in una spiritualitàdi servizio. Ogni Ufficio ha un responsabile ed una équipe di persone corresponsabili. Gli Uffici hanno sede presso l’edificio del Seminario a Pennabilli(via del Seminario, 5).

GENESI DELLA PASTORALE GIOVANILE DIOCESANAGENESI DELLA PASTORALE GIOVANILE DIOCESANA

Page 13: NATALE “DI RISURREZIONE”

13MONTEFELTRO UFFICI PASTORALI

Sappiamo tutti cosa sia successo sulMonte Oreb, attraverso il racconto checi offre il libro dell’Esodo, ma l’incredi-bile esperienza di quell’incontro con lavoce di Dio è stata concessa solamentea Mosè; e come Mosè si avvicinò curio-so a quel roveto ardente che non si con-sumava, anche noi ci siamo lasciati at-trarre dalla proposta di un ritiro spiri-tuale: desideravamo ritirarci qualchegiorno in un clima di raccoglimento e dipreghiera, dove poter ascoltare megliola voce del Signore che parla a ciascunodi noi. E così ci siamo ritrovati insiemeall’OREB 2018, RITIRO SPIRITUALEPER GIOVANI che si è svolto presso ilSeminario di Pennabilli dal 2 al 4 no-vembre.

Eravamo poco più di una decina digiovani, aiutati da Don Mirco, assisten-te della Pastorale Giovanile, e dal dia-cono Don Luca. Insieme a noi c’eraDon Paolo Bovina, sacerdote biblistadella diocesi di Ferrara-Comacchio, checi ha guidato nelle meditazioni, incen-trate sulla Prima Lettera di San Pietro.

Abbiamo iniziato il ritiro guardandoda vicino il momento dell’annunciazio-ne: la Vergine Maria si mise in ascoltodelle parole che le rivolgeva il Signoreper mezzo dell’Arcangelo Gabriele equello che accadde fu l’incarnazione delVerbo. In qualche modo anche noi, met-tendoci in ascolto della Sua voce, vole-

AFFLITTI DA PROVE, RICOLMI DI GIOIAAFFLITTI DA PROVE, RICOLMI DI GIOIA

vamo correre questo “rischio” e consen-tirGli di abitare in noi. Chiarito l’obiet-tivo del ritiro, era necessario definire ilmodo con cui raggiungerlo, perché nes-suno di noi voleva che tutto questo fos-se astratto. E così ci siamo affidati allapreghiera, alla meditazione, alla condi-visione e al riposo, elementi che si al-ternavano in modo ordinato nell’arcodella giornata.

C’è stato lo spazio per il silenzio eper il dialogo; c’è stato il tempo per sta-re da soli e per vivere insieme al grup-po; c’è stata la notte per dormire e quel-la per vegliare; c’è stata la preghiera co-

rale nella recita dei salmi e quella silen-ziosa nell’adorazione eucaristica.

Attraverso le parole di San Pietro, cisiamo riconosciuti cristiani, uomini disperanza e consapevoli di essere statipagati a caro prezzo. Abbiamo cercatodi cingere i fianchi della mente, o alme-no ci abbiamo provato, per poter scruta-re bene ciò che abita nel nostro cuore.

Nel guardare la nostra realtà, ci sia-mo lasciati guardare dal Signore: siamousciti da questo sguardo ricolmi digioia, nonostante le nostre fragilità. Poici siamo rivolti verso la Croce del Si-gnore per porre lì mancanze e debolez-ze: in cambio abbiamo ricevuto conso-lazione e forza; come non ringraziareallora per questo “mirabile commercio”.

Ringraziamo il Signore per averci da-to la possibilità di vivere questa espe-rienza di fede e di averlo fatto insiemeagli amici; ringraziamo il nostro Vesco-vo Andrea che ha celebrato per noi la S. Messa, inaugurando così la cappelladel Seminario dopo il restauro; ringra-ziamo il parroco e alcune parrocchianedi Pennabilli che si sono messi al nostroservizio, con cura e attenzione.

Terminato il ritiro, ci siamo salutatiper rientrare nelle nostre parrocchie, do-ve poter condividere quanto avevamovissuto, in attesa del prossimo ritiro:OREB 2019. Vi aspettiamo… venite evedrete!

Giulia RinaldiPastorale giovanile

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14MONTEFELTRO PASTORALE GIOVANILE

Per poco più di tre settimane tutta laChiesa cattolica si è raccolta attorno ai 267 Padri sinodali, 23 esperti, 49 uditori dicui 34 giovani (di età compresa tra i 18 e i29 anni) che insieme rappresentavano i ve-scovi e le Chiese locali di tutto il mondo.

L’evento atteso da quasi due anni da tut-ta la Chiesa è passato quasi inosservato daimass media. A parte “Avvenire” e, sporadi-camente nei primi giorni, qualche giornalelaico quasi nessuno si è interessato del Si-nodo sui giovani. Solo questo dato potrebbefar riflettere su quanto interesse ci sia oggiin circolazione riguardo alle nuove genera-zioni.

Per chi era membro dell’assemblea sino-dale, i giorni dal 3 al 28 ottobre scorsi sonostati caratterizzati da un clima di gioia, diprofondo ascolto, di sinodalità cioè di desi-derio di camminare e di continuare a cam-minare insieme, pastori e giovani laici.

Papa Francesco, in un bel passaggiodell’omelia della Messa di inizio lavori as-sembleari, ha chiesto ai vescovi presenti diricordare come da giovani essi stessi aveva-no ricevuto in dono dai Padri conciliari ifrutti del Concilio Vaticano II e di offrire aigiovani di oggi una prospettiva altrettantopiena di speranza.

Il confronto fra i Padri presenti al Sinodoè avvenuto avendo come traccia l’Instru-mentum Laboris, ovvero la sintesi del lavo-

mento della riflessio-ne teologica per ulte-riori approfondimenti e chiarimenti nel do-po Sinodo.

I lavori di ogni assemblea sinodale siconcludono generalmente con un documen-to che rappresenta la sintesi delle considera-zioni e della discussione avvenute fra i ve-scovi e gli esperti presenti. Un documentoche il Papa poi può approvare così com’è eproporre a tutta la Chiesa o che può trasfor-mare in Esortazione post-sinodale con unasua ulteriore riformulazione. Anche questoSinodo sui giovani ha prodotto un docu-mento ma a conclusione dei lavori assem-bleari Papa Francesco ha ricordato a tutti ipresenti ciò che aveva detto fin dal princi-pio: «Il risultato del Sinodo non è un docu-mento. L’ho detto all’inizio. Siamo pieni didocumenti... (ma questa sintesi) darà fruttise sarà meditata e accompagnata dalla pre-ghiera».

L’invito per noi è di accogliere come do-no dello Spirito Santo la riflessione coralefatta durante il Sinodo perché “lavori nelnostro cuore”. E, insieme al testo scritto, èaltrettanto importante la testimonianza dicoloro che hanno partecipato a questo even-to di Chiesa da ascoltare nei mesi a venire.

* Incaricato per la Pastorale GiovanileAssistente ecclesiastico diocesano Giovani AC

ro preparatorio all’assemblea sinodale, a cuihanno contribuito i giovani delle Diocesi enon, le Conferenze episcopali nazionali, gliOrdini religiosi, le Congregazioni della Cu-ria romana e la Segreteria del Sinodo.

Sono molti i temi su cui sono state pro-poste riflessioni e su cui ci si è confrontati:il discernimento vocazionale, l’educazionedell’affettività e sessualità, l’omosessualità,il ruolo della donna nella Chiesa, gli abusisui minori, i migranti, la liturgia, il web e inuovi social media. Temi che toccano e in-teressano la vita delle nuove generazioni.Dimensioni della vita sulle quali i giovanihanno interpellato il magistero della Chiesa.Aspetti da porre sotto la lente di ingrandi-

3-28 OTTOBRE 2018

SINTESI DEL SINODO DEI GIOVANI di don Mirco Cesarini*

ROMA - 9-11 NOVEMBRE 2018

A poche settimane dalla conclusione del Sinodo dei Vescovi sui giovani, la fede e il discer-nimento vocazionale, ripartendo soprattutto da ciò che ne è emerso e che ora è consultabile suldocumento finale, quattro giovani di Azione Cattolica della nostra diocesi – Martina, Michele,Elena e Gabriele – hanno partecipato, dal 9 all’11 novembre scorsi a Roma, al modulo forma-tivo promosso ed organizzato dal Settore giovani nazionale dal tema “Ritorno al futuro”.

Al centro del weekend di lavori, i cammini formativi dell’associazione tra cui le pubblicazioni“Sentieri di speranza”, “Progetto formativo” e “Dialoghi”. Tutti strumenti molto utili per il cam-mino personale di ciascuno in quanto sono preziosi suggerimenti, consigli, guide su come speri-mentare la propria fede attraverso la preghiera quotidiana, le responsabilità, il servizio. Non so-no mancati i confronti e i lavori di gruppo in cui i partecipanti hanno condiviso con altri giovaniprovenienti dalle diocesi di tutta Italia le proprie domande, i propri dubbi ma anche le certezze e le speranze. Tanti gli ospiti che i nostri diocesani hanno avuto la fortuna diascoltare, su tutti Padre Jean Paul Hernandez della Compagnia di Gesù e membro della commissione di esperti che hanno vissuto dal principio fino alla fine il sinodo dei vescovisopra citato. Con la sua esperienza ha raccontato aneddoti, studi, confronti e decisioni prese in seno al sinodo. In particolare, però, ha descritto i nuovi bisogni di Chiesa e giovani,reciprocamente responsabili l’una degli altri. In una modernità in cui la spiritualità non viene promossa o rimane difficile a viversi, ogni cristiano è chiamato alla propria risco-perta di profondità.

Pina de Simone, direttrice di “Dialoghi”, invece, ha condotto un mini-convegno (tra i quattro proposti) sull’ecclesialità e su come i cristiani di oggi debbano vivere il loro essereparte della Chiesa attivamente, sentendosi protagonisti ed attivandosi nelle proposte che avanza al mondo moderno, rimanendo fedele ai propri valori. Una missione non facileche va portata avanti con umiltà e passione.

Citiamo per ultima – ma non per importanza – la “Fraternità di San Magno”, esperienza presente nell’arcidiocesi di Gaeta, un luogo straordinario in cui la condivisione èvissuta al suo massimo nell’ospitare pellegrini, bisognosi, amici, sconosciuti, poveri, gente in cammino e persone senza fede o in ricerca. Un monastero riaperto circa dieci annifa e gestito da un’associazione di famiglie che condividono la perdita di un figlio. Tanti gli spunti su come vivere il servizio in Ac anche attraverso un’esperienza simile.

Tre giorni di riflessioni, suggerimenti, consigli, critiche e discussioni, carichi di quella passione cattolica propria di giovani di Ac, capaci di vedere con autenticità il bello di unaChiesa attaccata su tutti i fronti. Ufficio stampa diocesano di AC

#RitornoAlFuturo

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15MONTEFELTRO AC

SAN LEO - SABATO 27 OTTOBRE 2018

PIEDI A TERRA, OCCHI AL CIELOCirca ottanta giovanissimi e giovani

dell’Azione Cattolica San Marino-Montefel-tro si sono ritrovati lo scorso sabato 27 otto-bre 2018 a camminare insieme dal monaste-ro di Sant’Igne alla Pieve di San Leo, in unpellegrinaggio a cui ha partecipato anche ilVescovo diocesano, Mons. Andrea Turazzi.

Partendo da qualche nota storica suSant’Igne e dalla benedizione del fuoco – come accade per la veglia pasquale ogniSabato Santo – il gruppo ha poi ascoltato al-cuni passi della vita di San Francesco, tracui il racconto della predicazione in piazzadel “giullare di Dio” (a cui fece seguito ildono del monte di La Verna) e il “Canticodelle creature”. Francesco rimane senzadubbio un autentico testimone per dei gio-vani in cammino e resta straordinario il fattoche sia realmente transitato per uno dei luo-ghi più significativi del nostro territorio. Lagiornata si è poi conclusa con una fantasticacaccia al tesoro “social” per le vie del cen-tro storico, riscoprendo alcuni personaggiche hanno raccontato o hanno vissuto la cit-

tadina feretrana: San Leo, Dante Alighieri,San Francesco e Federico da Montefeltro.

Al centro di tutto il programma, però, èstata la Santa Messa celebrata in Pieve dalVescovo Andrea e concelebrata dall’Assi-stente del Settore giovani diocesano DonMirco Cesarini. Presente anche il parrocoDon Carlo Adesso, il quale ha accolto congioia così tanti giovani in cammino. La pre-senza e la vicinanza dei sacerdoti rimango-no molto importanti e care all’Ac. Il servi-zio alla Chiesa, di fatti, passa soprattutto at-traverso il rapporto e le relazioni con i par-

roci (non solo con chi è assistente associati-vo). Ritornando alle origini della propriastoria, i giovani e giovanissimi dell’AzioneCattolica diocesana hanno riscoperto i luo-ghi di uno dei due patroni della nostraChiesa locale e lo hanno fatto attraversoun’esperienza di comunità e amicizia in cuiil fil rouge che legava tutto e tutti era un al-tro Santo, più recente, sempre giovane co-me loro, che ha saputo rendere grande lastoria ed il nome della sua città natale, sen-za bisogno di guerre o battaglie.

Ufficio stampa diocesano di AC

AC ADULTI ...dall’amore siamo stati generati, per amore diventiamo generatori...Il cammino degli Adulti di Azione Catto-

lica anche quest’anno è iniziato con il Con-vegno Diocesano, che si è svolto a Novafel-tria sabato 20 ottobre. Come da programma,ci siamo ritrovati nel pomeriggio per parte-cipare all’incontro formativo, che quest’an-no è stato guidato da un caro amico di fa-miglia dell’AC, don Maurizio Farneti. Lascelta non è stata casuale, poiché oltre adessere stato Assistente Unitario Diocesano,don Maurizio ha avuto per diversi triennil’incarico di assistente sia del Settore Gio-vani che per l’ACR e in questo modo ha se-guito il cammino di crescita di molti ragaz-zi, ormai divenuti Adulti e Giovani-Adulti.

L’incontro anche quest’anno doveva es-sere l’introduzione a quelle che saranno leproposte per l’anno associativo e si riferivain particolare al testo elaborato dall’AC na-zionale che porta come titolo la parola “Ge-neratori”. L’idea di fondo del percorso èpresa dall’immagine del brano evangelicoscelto, ossia la presentazione delle due so-relle di Betania, l’una indaffarata e l’altra inascolto. Marta e Maria trovano posto en-trambe dentro di noi, che nella nostra quoti-dianità siamo sempre oscillanti tra il deside-rio di ascoltare e contemplare la Parola delMaestro e la necessità delle tante cose dafare e dei molti servizi per cui ci spendia-mo. Nonostante la difficoltà di trovare unequilibrio tra queste due posizioni, nasce in

noi la consapevolezza che l’essere adulti incammino, ossia sperimentare l’esperienzadella vicinanza all’Amore, ci rende capacidi generare e accogliere, poiché per primi cisentiamo generati e accolti dal Signore. At-traverso le parole di una canzone e con di-versi stimoli presi dalla quotidianità, siamostati guidati da don Maurizio in un percorsoche ci ha molto coinvolto: accanto alle dif-ficoltà e alle fatiche c’è una responsabilitàdell’essere adulti ed è per questo che non cisi può accontentare di una vita superficialeo di una noiosa routine. Questo richiede unimpegno non solo di coerenza e di stile, maanche nello spendersi per attivare processi eprovare, per amore, a generare vita intorno

a noi, nella vita quotidiana, familiare, lavo-rativa, nel tessuto sociale...

Al termine dell’incontro i molti interven-ti hanno fatto cogliere la partecipazione el’interesse stimolato, con quello stile dialo-gico che è lo stesso che cerchiamo di viveredurante gli incontri dell’anno.

La serata è proseguita con la recita delVespro, presieduta dal Vescovo Andrea, ela cena fraterna, organizzata dalla parroc-chia che ci ospitava.

Il convegno è sempre l’occasione che fada ponte fra l’anno appena concluso e lenuove iniziative, per questo al termine dellacena si è parlato dell’estate e delle belleesperienze vissute nelle diverse parrocchie.

In particolare abbiamo visto il video conle foto del campo estivo diocesano degliAdulti, che quest’anno è stato fatto a luglionella meravigliosa cornice delle Alpi: un’e-sperienza unica che ha ripercorso a livelloformativo la notte di Pasqua, con i diversiriti e gesti, assieme all’esperienza semprearricchente dell’amicizia fraterna, le cam-minate a contatto con la natura, senza di-sdegnare la buona tavola.

... E così si è iniziato a far progetti per ilfuturo, poiché dall’Amore siamo stati gene-rati e per amore diventiamo generatori.

Emanuela Cangini

Page 16: NATALE “DI RISURREZIONE”

16MONTEFELTRO DAL SEMINARIO

Come ricordato nell’edizione di novembre, ecco di se-guito gli ultimi aggiornamenti per i prossimi mesi. Gliincontri per i cresimandi di Novafeltria e di Secchianosaranno il 26 gennaio, mentre per il resto delle par-rocchie della Val Marecchia l’incontro sarà il 23 feb-braio.

IL VICARIATO DELLA VAL CONCA-VAL FOGLIA

avrà i suoi incontri il 16 marzo per le parrocchie dellaVal Foglia, da Macerata Feltria a Belforte, mentre il 23 marzo per la Val Conca con l’aggiunta di Villagran-de, Pietrarubbia, Carpegna, Pieve, Frontino e tutte lezone limitrofe.

Come annunciato precedentemente, sono state decisele date per gli incontri rivolti particolarmente ai giova-ni della nostra Diocesi. Questa è una novità per la no-stra diocesi.

Questi incontri, dedicati ai liceali e giovani universitari,son stati pensati soprattutto per quei ragazzi che desi-derano riflettere sulle loro scelte di vita, che proprio inquella fascia d’età incominciano a porsi seriamente.Per questo la Diocesi e il CDV si mettono a loro dispo-sizione.

Sono state pensate due date, in modo da facilitare lapresenza di chi lo desidera, per il fine settimana del2-3 febbraio e per quello del 9-10 marzo, nel semina-rio di Pennabilli. Gli educatori e i capi scout della dio-cesi verranno contattati direttamente in modo da facili-tare la partecipazione e per coinvolgere il più possibi-le i ragazzi nello svolgimento di tali giornate.

Don Luca Bernardi

CENTRO DIOCESANO VOCAZIONIIL CALENDARIO DEGLI INCONTRI

ROUTE DESTINAZIONE SANTIAGOROUTE DESTINAZIONE SANTIAGO Sui passi di San GiacomoSui passi di San GiacomoQuest’anno noi ragazzi del ClanNovafeltria 1 abbiamo deciso di or-ganizzare una route emozionante:un viaggio dentro sé stessi primache sulla strada. Destinazione? San-tiago de Compostela. Siamo partitiin una calda mattina di luglio e do-po un viaggio che potremmo quasidefinire “della speranza” eccocigiunti a Valença, un piccolo borgoportoghese dove inizia il nostrocammino. La prima cosa che notia-mo dopo essere partiti è la pietramiliare in cui compaiono i km per ladestinazione finale; probabilmente

se avessimo saputo che per arrivare in aeroporto sarebbero statimeno con ogni probabilità ci saremmo incamminati verso quella di-rezione. Ma ahimè, l’aeroporto più vicino era proprio Santiago percui, in un modo o nell’altro, saremmo dovuti arrivarci. Ora chiun-que stia leggendo queste righe e decidesse di partire per questoviaggio deve tenere a mente una cosa importante, che noi dopoanni e anni di scoutismo abbiamo avuto il “coraggio” di sottovalu-tare. Le scarpe che userete per camminare (che potrebbero rivelarsile vostre migliori alleate o le vostre peggiori nemiche) devono cate-goricamente essere USATE prima a meno che non vogliate esserecostretti a prendere ben due antidolorifici al giorno per combattereil dolore o, ancora peggio, farvi massaggiare i piedi da un povero

pellegrino che deve aver fatto qualcosa di estremamente grave nel-la vita precedente per meritarsi una fine tanto miserabile. Eppure,nonostante il dolore ai piedi, la sveglia alle 4.50 di mattina e lastanchezza permanente, durante il cammino di Santiago si respiraun’aria magica. Ognuno di noi ha scoperto una nuova parte di ségrazie ai momenti di riflessione e alle testimonianze preziose di tuttii pellegrini che abbiamo incontrato lungo il nostro cammino. Ab-biamo imparato ad apprezzare ancora di più i momenti di solitudi-ne che ci hanno permesso di affrontare tutti quei problemi che nel-la quotidianità per pigrizia, o forse per paura, tendiamo a evitare. Ilcammino di Santiago è prima di tutto un viaggio dentro sé stessi:ci saranno momenti in cui le gambe sembreranno cederti e com-piere un piccolo passo sembrerà un’impresa impossibile e altri incui invece ti sentirai invincibile, quel che conta è viversi pienamentetutte le emozioni contrastanti che solo un’esperienza del generepuò regalarti: è una vera e propria sfida, in cui però è impossibileperdere. Infatti una delle cose che non ci scorderemo mai è propriol’arrivo alla cattedrale, la fine di un percorso e la vittoria di una ga-ra, che simboleggia non solo la destinazione di un pellegrinaggio edi un meraviglioso viaggio ma l’evoluzione che quest’ultimo haavuto su te stesso permettendoti di analizzare le parti più reconditedell’anima e tornare a casa con un senso di estrema gratitudine epienezza. E a chiunque decidesse di partire consigliamo di allenarele gambe e predisporre il cuore a vivere emozioni che difficilmentedimenticherete, noi non potremmo fare altro che augurarvi… Buen camino!

Clan Novafeltria 1

Page 17: NATALE “DI RISURREZIONE”

17MONTEFELTRO UFFICIO PASTORALE SOCIALE E DEL LAVORO

“È dunque alla pace vera, alla pacegiusta ed equilibrata, nel riconoscimentosincero dei diritti della persona umana edell’indipendenza delle singole Nazioniche Noi invitiamo gli uomini saggi e forti adedicare questa Giornata”: così Paolo VIistituiva il 1º gennaio 1968 la GiornataMondiale della Pace. Invitava gli uomini dibuona volontà a dedicare il primo giornodell’anno alla pace per affermare il deside-rio che il tempo fosse dominato dalla co-stante ricerca della pace, promuovendo unapedagogia orientata a educare le nuove ge-nerazioni al rispetto reciproco tra le Nazio-ni, alla fratellanza dei popoli e alla colla-borazione tra genti.

Ricordava che non può esserci pacesenza il rispetto dei suoi fondamenti: lagiustizia e l’amore nei rapporti fra Stati efra cittadini e la libertà di individui e po-poli in tutte le sue espressioni.

Da allora ogni anno i pontefici affida-no a tutti gli uomini un messaggio per in-vitarli al comune impegno per la pace.Papa Francesco nei primi due messaggidel suo pontificato ha posto l’attenzionesul tema della fraternità di tutti gli uomi-ni, fondamento della vera pace. Nei suc-cessivi ha indicato nel rifiuto dell’indiffe-renza e nella nonviolenza gli atteggia-menti necessari per realizzare la pace.Nell’ultimo messaggio, sul tema dei mi-granti e rifugiati, ha individuato nell’ac-coglienza una via concreta per costruirela pace. Il titolo del messaggio 2019, “Labuona politica è al servizio della pace”,evidenzia il ruolo primario della politicanella costruzione della pace. Nelle antici-pazioni viene sottolineato che la pacecrea le condizioni per il dialogo tra gli at-tori della società, tra generazioni e culturee crea fiducia nelle relazioni interpersona-li. Si invita anche la buona politica apreoccuparsi della salvaguardia del dirit-to, perché quando l’uomo è rispettato neisuoi diritti sente il dovere di rispettare idiritti degli altri, accrescendo la coscienzadi appartenere a una stessa comunità ecreando le condizioni per un mondo fon-dato sulla pace.

Nei suoi messaggi riconosciamo la pre-mura di Papa Francesco per la pace socia-le espressa nell’Evangelii Gaudium: lapace sociale non può essere solo la meraassenza di violenza ottenuta con l’imposi-zione di una parte sopra le altre o me-

diante un’organizzazione sociale che ga-rantisce benefici per alcuni e mette a ta-cere i più poveri. Non vi può essere verapace se l’inclusione sociale dei poveri e idiritti umani sono soffocati per protegge-re i privilegi di una minoranza felice. Unapace che non nasce come frutto dello svi-luppo integrale di tutti non ha futuro e sipresterà sempre a conflittualità e a formedi violenza.

Da diversi anni è tradizione per la dio-cesi che il Vescovo il 1º gennaio conse-gni nelle mani delle autorità politiche del

territorio il messaggiodel Papa per la Gior-nata Mondiale della Pace: alle ore 12.00in Basilica a San Marino alla Reggenza,ai Segretari di Stato e ai Capitani di Ca-stello; alle ore 17.00 presso il SantuarioB.V. Grazie a Pennabilli ai sindaci delMontefeltro.

I fedeli e la comunità civile sono invi-tati a partecipare alle celebrazioni.

* Commissione Pastorale Sociale e del Lavoro

1° GENNAIO 2019GIORNATA MONDIALE DELLA PACE

di Gian Luigi Giorgetti*

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18 CENTRO MISSIONARIO DIOCESANOMONTEFELTRO

In occasione del Campo di lavoro missionario del prossimo anno, come Centro Missionario Diocesano, abbiamo aderito a una richiesta di aiuto pervenutaci per l’ampliamento di una chiesa parrocchiale a Puerto Gaitan-Meta (Colombia). Partiremo il 28 giugno 2019 dall’aeroporto di Bologna. Daremo la possibilità di partecipare a 4 persone per ogni vicariato della Diocesi: 4 per San Marino, 4 per Val Foglia e Val Conca e 4 per Val Marecchia.Il costo del biglietto per andata e ritorno è di 910 €. Le iscrizioni si chiudono al completamento del numero delgruppo (12 persone), entro il 31 gennaio 2019. Occorre avere il passaporto con validità oltre a 6 mesi dal rientroquindi febbraio 2020. Non è richiesto il Visto per i cittadini Italiani.Il rientro è previsto per il 18 luglio sempre a Bologna. Per dettagli, informazioni e iscrizioni contattare il responsabile:Don Rousbell Parrado - telefono 338 5765224.

Ampliamento di una chiesa parrocchiale Ampliamento di una chiesa parrocchiale a Puerto Gaitan-Meta (Colombia)a Puerto Gaitan-Meta (Colombia)

PROGETTO DEL CAMPO DI LAVORO MISSIONARIO 2019

PUBBLICHIAMO LA LETTERA CON LA RICHIESTA DI AIUTO GIUNTA AL NOSTRO CENTRO MISSIONARIOA 310 km da Bogotà, nella pianu-ra Colombiana, si trova la città diPuerto Gaitan. Il nostro obiettivo èquello di intervenire a favore dellagiovane parrocchia Maria Ausiliatri-ce che fa parte del Vicariato Apo-stolico di Puerto Gaitan nella Pia-nura della Colombia, ubicata nellaparte centrale della città. La par-rocchia comprende 9 quartieri epiù di 3.000 abitanti in maggio-ranza cattolici.La parrocchia fu costruita nel2010, ci sono passati diversi sacer-doti con i loro carismi ed ognunoha costruito pian piano la chiesa eha lasciato le sue impronte nellacomunità. La chiesa è molto sem-plice (noi la chiamiamo cappella),ha un tetto in lamiera molto bassoche diventa rovente durante ilgiorno, aspetto che rende difficilela partecipazione dei fedeli alle ce-lebrazioni Eucaristiche.Il motivo di questa richiesta e col-laborazione con il Centro Missiona-rio e con la Diocesi di San Marino-Montefeltro e con tutti i benefatto-ri, è per realizzare insieme il se-guente lavoro:1) rialzare il tetto della chiesa percreare più ventilazione; questo la-voro ha un costo di € 4.000,00;2) ampliamento di 8 metri dellachiesa, perché abbia più capienza;questo lavoro ha un costo di€ 2.400,00.A nome del Vescovo, del Vicariatodi Porto Gaitan Mons. Raul AlfonsoCarillo Martinez, del parroco Ger-man Vera, e di tutta la comunitàparrocchiale Maria Ausiliatrice, vi rin-graziamo per la vostra generosità.

Page 19: NATALE “DI RISURREZIONE”

19MONTEFELTRO CENTRO MISSIONARIO DIOCESANO

CENTRO MISSIONARIO DIOCESANOa cura di don Rousbell Parrado*

dei beni. Il possesso è una responsabilità:“Ma io sono ricco di tutto…” – questa èuna responsabilità che tu hai. E ogni bene sottratto alla logicadella Provvidenza di Dio è tradito, è tradito nel suo senso piùprofondo. Ciò che possiedo veramente è ciò che so donare.Questa è la misura per valutare come io riesco a gestire le ric-chezze, se bene o male; questa parola è importante: ciò chepossiedo veramente è ciò che so donare. Se io so donare, sonoaperto, allora sono ricco non solo in quello che io possiedo,ma anche nella generosità, generosità anche come dovere didare la ricchezza, perché tutti vi partecipino. Infatti se non rie-sco a donare qualcosa è perché quella cosa mi possiede, ha po-tere su di me e ne sono schiavo. Il possesso dei beni è un’oc-casione per moltiplicarli con creatività e usarli con generosità,e così crescere nella carità e nella libertà.

Cristo stesso, pur essendo Dio, «non ritenne un privilegiol’essere come Dio, ma svuotò se stesso» (Fil 2,6-7) e ci ha ar-ricchiti con la sua povertà (cfr. 2 Cor 8,9).

Mentre l’umanità si affanna per avere di più, Dio la redimefacendosi povero: quell’Uomo Crocifisso ha pagato per tuttiun riscatto inestimabile da parte di Dio Padre, «ricco di mise-ricordia» (Ef 2,4; cfr. Gc 5,11). Quello che ci fa ricchi non so-no i beni ma l’amore. Tante volte abbiamo sentito quello cheil popolo di Dio dice: “Il diavolo entra dalle tasche”. Si comin-cia con l’amore per il denaro, la fame di possedere; poi vienela vanità: “Ah, io sono ricco e me ne vanto”; e, alla fine, l’or-goglio e la superbia. Questo è il modo di agire del diavolo innoi. Ma la porta d’entrata sono le tasche.

Cari fratelli e sorelle, ancora una volta Gesù Cristo ci svelail senso pieno delle Scritture. «Non rubare» vuol dire: ama coni tuoi beni, approfitta dei tuoi mezzi per amare come puoi. Al-lora la tua vita diventa buona e il possesso diventa veramenteun dono. Perché la vita non è il tempo per possedere ma peramare.

Grazie.

Ciò che possiedo veramente è ciò che so donareCiò che possiedo veramente è ciò che so donareRingrazio il buon Dio che ci fa vedere il suo volto e la sua

mano provvidenziale in mille maniere: nella disponibilità enell’amore dell’equipe dell’Ufficio Missionario Diocesano, intutti i benefattori, nella disponibilità ed animazione del volon-tariato come l’Associazione Carità Senza Confini, negli istitutireligiosi, nei catechisti, associazioni gruppi e movimenti, neisacerdoti assieme al nostro Vescovo Andrea Turazzi. Conti-nuiamo a tenere viva la vita missionaria ad intra ed extra so-stenendo i 14 missionari originari della nostra Diocesi, chestanno testimoniando la bellezza di essere amati e redenti daGesù Risorto in diverse parti del pianeta.

Papa Francesco, nell’udienza del 9 novembre 2018, disse:“La Provvidenza, però, non ha disposto un mondo ‘in serie’,ci sono differenze, condizioni diverse, culture diverse, così sipuò vivere provvedendo gli uni agli altri. Il mondo è ricco dirisorse per assicurare a tutti i beni primari. Eppure molti vivo-no in una scandalosa indigenza e le risorse, usate senza crite-rio, si vanno deteriorando. Ma il mondo è uno solo! L’umanitàè una sola! La ricchezza del mondo, oggi, è nelle mani dellaminoranza, di pochi, e la povertà, anzi la miseria e la sofferen-za, di tanti, della maggioranza.

Se sulla terra c’è la fame non è perché manca il cibo! Anzi,per le esigenze del mercato si arriva a volte a distruggerlo, sibutta. Ciò che manca è una libera e lungimirante imprenditoria,che assicuri un’adeguata produzione, e una impostazione soli-dale, che assicuri un’equa distribuzione. Dice ancora il Cate-chismo: «L’uomo, usando dei beni creati, deve considerare lecose esteriori che legittimamente possiede, non solo come pro-prie, ma anche come comuni, nel senso che possano giovarenon unicamente a lui, ma anche agli altri» (n. 2404). Ogni ric-chezza, per essere buona, deve avere una dimensione sociale.

In questa prospettiva appare il significato positivo e ampiodel comandamento «non rubare». «La proprietà di un bene fadi colui che lo possiede un amministratore della Provviden-za». Nessuno è padrone assoluto dei beni: è un amministratore

ENTRATE • Fondo cassa all’1 gennaio 2017 € 4.2.006,00 • Offerte libri e agende don Savoldi 2017 € 4.900,00• Offerte vendita del Calendario miss. 2017 € 11.070,15• Campo di lavoro missionario Val Foglia 2017 € 6.950,00• Offerta marcia Veglia miss. Val Foglia 2017 € 610,00• Offerte per il Campo lavoro in Etiopia 2017 € 13.610,00 • Offerta Quaresima miss. amb. Etiopia 2017 € 2.000,00 • Offerte medico e medicinaii Guandwmei 2017 € 3.500,00• Offerte libri e agende don Savoldi 2018 € 657,92• Offerte vendita calendari missionari € 10.309,44• Offerte medico e medicinali Guandwmei 2018 € 3.275,00 • Offerte da cena missionaria a Carpegna € 1.505,00• Offerte marcia veglia di preghiera SM 2018 € 1.333,80• Offerte veglia di preghiera Pietracuta 2018 € 388,57• Offerte diverse a mano € 785,00Totale € 58.900,88

RESOCONTO AMMINISTRATIVO 2017-2018CENTRO MISSIONARIO DIOCESANO

USCITE • Medico e medicinali Guandwmei 2017 - € 10.000,00• Medico e medicinali Guandwmei 2018 - € 10.000,00• Campo di lavoro miss. Etiopia 2017 - € 20.560,00• Ambulanza a Guassera Etiopia - € 2.000,00• Aiuto Suore franc. in Etiopia per medico - € 1.505,00• Consegn. marcia miss. in diocesi 2017 - € 610,00• Consegn. marcia miss. in diocesi 2018 - € 1.333,80• Bolli e spese commissioni - € 589,78• Quota annuale centro missionario reg. - € 500,00• Servizio pastorale del Centro Miss. dioces. - € 1.075,92Totale - € 48.174,50Riepilogo fondi disponibili all’1 gennaio 2017 € 2.006,00Entrate 2017-2018 € 56.894,88Uscite 2017-2018 - € 48.174,50Saldo finale disponibile al 9 novembre 2018 € 10.726,38Don Rousbell Parrado (direttore del Centro missionario diocesano)

RIMINI BANCA - NOVAFELTRIA - IBAN: 34 W 08995 68460 018000056419CENTRO MISSIONARIO DIOCESANO - DIOCESI DI SAN MARINO-MONTEFELTRO

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20MONTEFELTRO GIORNATE DELL’EDUCAZIONE

“Per educare un giovane ci vuole un villaggio”“Per educare un giovane ci vuole un villaggio”Domenica 28 ottobre si è conclusa la set-

timana di riflessione che la nostra Diocesidedica, da qualche anno, al tema dell’edu-cazione. Sì, perché l’ambito educativo èqualcosa che ci sta a cuore, non solo comeinsegnanti, anche se in primis, ma in parti-colare perché ci stiamo accorgendo che ladistanza con i nostri bambini e i nostri ra-gazzi si fa sempre più grande, a volte cisembrano lontani anni luce. Allora è urgen-te interrogarsi come comunità cristiana, co-me comunità scolastica e oserei dire comecomunità umana per capire come il mondoe la realtà in cui viviamo sta precipitosa-mente cambiando volto. Così la nostra ri-flessione è iniziata il 4 ottobre, nel giornodedicato a San Francesco d’Assisi, lui cheha dimostrato che non vi sono limiti allacomunicazione, è davvero possibile capirsie incontrarsi anche tra diversi, basta deside-rare veramente l’incontro! Filo conduttoredi queste giornate è stato il tema della co-municazione. Di questo parlava la letteradel nostro Vescovo indirizzata a tutti i Pre-sidi, insegnanti, alunni, genitori. Diversi,poi, sono stati gli appuntamenti proposti: il15 ottobre è stato dedicato al mondo dellosport, attraverso la riflessione di NandoSanvito, giornalista che ha sottolineato co-me il tempo dedicato all’attività sportivapuò essere un tempo in cui far crescere irapporti umani e coltivare le relazioni. Il se-condo appuntamento è stato guidato dal-l’avvocato Gianfranco Amato attraverso treserate nei diversi Vicariati, per offrire a tut-ti la possibilità di partecipare. Tema dellaserata: “Per educare un giovane ci vuole unvillaggio”. Questo antico proverbio africanomanifesta la sapienza dell’uomo che dasempre riconosce la questione educativa co-me impegno e responsabilità collettiva, incontrapposizione alla mentalità individuali-sta moderna che vede, spesso, i genitoricompletamente soli. Domenica 28 l’eventoconclusivo: nel pomeriggio, presso il SanMarino Stadium diversi insegnanti, genitoried educatori si sono incontrati per un ulte-

riore approfondimento: “Comunicare nel-l’era digitale… Come? Una nuova sfidaeducativa”, su questo argomento ci hannoguidato i due relatori presenti Daniele Celli,pedagogista e Dirigente Scolastico e LauritaRenato, ingegnere elettronico e insegnante.Insieme ci hanno permesso di mettere afuoco con estrema chiarezza che ci trovia-mo di fronte non ad un’epoca di trasforma-zioni, ma ad un passaggio epocale. Come cifurono le grandi rivoluzioni culturali che vi-dero il passaggio dall’oralità alla scrittura e,in seguito dalla scrittura a mano alla stam-pa, epoche che determinarono i grandi pro-cessi e cambiamenti culturali ed antropolo-gici, noi stiamo vivendo il trapasso dall’usodella stampa al digitale. Senza quasi che cene accorgiamo ci troviamo immersi in unamodalità relazionale completamente trasfor-mata. Innanzitutto allargata o più precisa-mente globale siamo in collegamento conti-nuo con il resto del mondo, inoltre accele-rata, la rapidità con cui è possibile scam-biarsi o reperire informazioni è sorprenden-te, infine immediata ciò che in passato ri-chiedeva tempo, pazienza, attesa, oggi èpresto fatto. Ma c’è un’altra caratteristica

che emerge irrimediabilmente cioè questenuove vie di comunicazione risultano inva-sive e pervasive, perché ci coinvolgono etravolgono quasi senza che ce ne accorgia-mo. Spesso sono proprio gli adulti, i cosid-detti immigrati digitali, che non sono ingrado di farne a meno, molto più dei natividigitali, i nostri bambini. Ed è proprio qui ilnocciolo del problema, perché nell’educa-zione se qualcosa non funziona non è colpadell’educando, ma dell’educatore! Gli adul-ti devono riappropriarsi del loro ruolo: edu-care significa aiutare l’altro a diventare séstesso, persona libera, capace di pensare escegliere, dotata di un’identità precisa e de-finita e l’identità dell’io si costruisce nelrapporto con l’altro. La relazione io-tu èquella che ci genera e ci costituisce, non larelazione virtuale, ma quella vera, reale, incui tu incontri lo sguardo dell’altro, in cuipuoi sentire il suono e il tono della sua vocee percepirne le sfumature, quella in cui puoiricevere una tenera carezza, un abbracciostrapazzoso, come dicono i miei bambini euna pacca sulla spalla. Sono questi piccolimomenti che ci hanno generato alla vita eche costituiscono la nostra memoria affetti-va attraverso la quale si forma la coscienzache orienta nella definizione e nel discerni-mento di ciò che è bene e ciò che è male.Ecco il grande compito degli adulti di oggi:far uscire i ragazzi dalle loro stanze, dai lo-ro angoli di socializzazione virtuale, per vi-vere nell’incontro, l’incontro degli adultiche sono i primi a doverli guardare negliocchi, l’incontro con i coetanei per fare l’e-sperienza concreta dell’amicizia, l’incontrocon la persona umana nelle sue diversità, dirazza, religione, cultura e nel confronto po-tersi arricchire di esperienze.

I nostri giovani, spesso lamentano gli in-segnanti, non sanno più esprimersi, parlare,hanno un linguaggio povero; ma questa po-vertà è frutto della povertà delle esperienze,infatti essi sono continuamente investiti dinotizie che riguardano la vita di altri, attra-verso whatsapp e le storie di Instagram checondividono anche con persone del tuttosconosciute, vedono la vita dissolversi at-traverso il fluire di migliaia di immagini efotografie senza il desiderio di mettere unasul comodino. La voglia di raccontare e ilbisogno di parole belle e colorate emergesolamente dove si diventa protagonisti diesperienze che emozionano, che lasciano unsegno tangibile su di te che non puoi fare ameno di annunciare a chi incontri.

Di fronte al diluvio che stiamo vivendoallora dobbiamo chiederci chi è il nuovoNoè e quale sia il compito che lo aspetta,perché qualcosa c’è da salvare; tutte le gran-di rivoluzioni culturali hanno portato straor-dinari mezzi innovativi che possono essere

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21MONTEFELTRO GIORNATE DELL’EDUCAZIONE

considerati una grazia, le tecnologie del-l’informazione sono una risorsa eccezionalee tutti ne vediamo l’enorme potenziale, mainsieme a tutti i rischi e i limiti di ridurrel’essere umano funzionale ad essi togliendo-gli la libertà e introducendolo in una nuovaforma di dipendenza. Siamo chiamati, comeadulti, a non abdicare dal nostro ruolo edu-cativo, ma ad investire in esso ancor di più,tirando fuori tutte le risorse che abbiamo.

Il pomeriggio ricco di stimoli e riflessionida parte dei due relatori è poi proseguito inun momento di convivialità in cui davanti aduna tazza di buon thè e biscotti, si è potutocondividere tra tutti i partecipanti esperienzee considerazioni, ci siamo sentiti INSIEME,in cammino, un cammino oggi più in salita,ma con la speranza nel cuore. Concludo conle parole di Benedetto XVI in una lettera al-la comunità di Roma sull’educazione: “Nontemete! Tutte queste difficoltà, infatti, nonsono insormontabili. Sono piuttosto, per cosìdire, il rovescio della medaglia di quel dono

grande e prezioso che è la nostra libertà, conla responsabilità che giustamente l’accompa-gna. … Dio è la nostra speranza. Solo Lui èla speranza che resiste a tutte le delusioni;solo il suo amore non può essere distruttodalla morte; solo la sua giustizia e la sua mi-sericordia possono risanare le ingiustizie e

ricompensare le sofferenze subite. La spe-ranza che si rivolge a Dio non è mai speran-za solo per me, è sempre anche speranza pergli altri: non ci isola, ma ci rende solidali nelbene, ci stimola ad educarci reciprocamentealla verità e all’amore”.

Lara Pierini

Oramai è diventata una tradizione: lasettimana dell’educazione rimane all’ini-zio dell’anno scolastico l’occasione perriflettere, tra genitori e insegnanti e realtàche si occupano dei giovani, sul tema del-la educazione, su quella che Mons. Negriaveva chiamato «Emergenza educativa» eche il nostro attuale Vescovo Andrea nonsmette di ricordarci come una caratteristi-ca imprescindibile per coloro che hanno acuore la sorte dei giovani. E questo signi-fica passione per il bene della società,quel «Bene comune» che è oggetto dellariflessione del Corso di Dottrina socialeche è iniziato in maniera sistematica re-centemente nella nostra Diocesi.

Quest’anno, per la seconda volta, ab-biamo voluto coinvolgere tutti coloro che,attraverso lo sport, si occupano dei giova-ni. Il compito di un giudizio articolato èstato affidato a Nando Sanvito, un giorna-lista sportivo che ha voluto illustrare que-sto slogan straordinario: «Vinca l’io, per-da l’ego». Attraverso molti filmati (per lopiù sconosciuti) ci ha mostrato come inogni campo dello sport la risorsa fonda-mentale sia proprio l’umanità stessadell’uomo, quel fattore imponderabile chepuò, in ogni circostanza, essere fonte dinovità e imprevisto.

L’Avvocato Gianfranco Amato, presi-dente dei “Giuristi per la vita”, sulla sciadel bel libro di Rod Dreher, L’opzione

Benedetto, ci ha condotto a comprendereil valore di quel proverbio africano cheabbiamo riscoperto dalle parole di PapaFrancesco: «Per educare un giovane civuole un villaggio». E quindi la famigliae la comunità, in relazione al compitoeducativo della scuola, come i piloni por-tanti di un autentico sviluppo della perso-nalità dell’uomo. Una citazione del giova-ne Ratzinger ha segnato come una tracciaper il tempo che ci aspetta: «Dalla crisiodierna emergerà una Chiesa che avràperso molto. Diventerà piccola e dovrà ri-partire più o meno dagli inizi. Ripartiràda piccoli gruppi, da movimenti e da unaminoranza che rimetterà la fede e la pre-ghiera al centro dell’esperienza e speri-menterà di nuovo i sacramenti come ser-vizio divino e non come un problema distruttura liturgica. A me sembra certo chesi stanno preparando per la Chiesa tempimolto difficili.

La sua vera crisi è appena incomincia-ta. Si deve fare i conti con grandi sommo-vimenti. Ma io sono anche certissimo diciò che rimarrà alla fine: non la Chiesadel culto politico, ma la Chiesa della fede».

Allora il compito decisivo per il nostrotempo sta nel trasmettere, attraverso unaseria riproposizione del dato che ci è statotramandato (la tradizione, appunto), quel-la identità culturale che è il patrimonio

più prezioso dellanostra storia religiosae civile. L’interrompersi di quella catenanon può che distruggere un popolo e lasua identità.

«Il destino della fede cristiana in Occi-dente è indissolubilmente legato al desti-no della famiglia, e il destino della fami-glia è legato al destino della comunità. Lafede, l’identità culturale, la tradizione so-no come una lingua: la si può impararesolo comunitariamente, a cominciare dal-la comunità della famiglia.

Quando sia la famiglia sia la comunitàsi frammentano e falliscono, la trasmissio-ne dell’identità culturale alla generazionesuccessiva diventa molto più difficile.

Basta che una sola generazione salti ilcompito di trasmettere la tradizione, per-ché essa scompaia dalla vita di una fami-glia e, di rimando, di una comunità».

Il compito, allora, è stato con chiarezzadelineato.

Quello che la presenza numerosa di ge-nitori e soprattutto insegnanti ci fa com-prendere è come questo sia soltanto l’ini-zio di un cammino che ogni giorno dob-biamo riprendere, rinfrancati da amici edesperti che non possono lasciarci soli.

* Direttore Ufficio diocesanoPastorale Scolastica (IRC) e Cultura

IN OGNI CAMPO DELLO SPORT LA RISORSA FONDAMENTALE SIA PROPRIO L’UMANITÀ STESSA DELL’UOMO«VINCA L’IO, PERDA L’EGO»

di don Gabriele Mangiarotti*

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22MONTEFELTRO PASTORALE SANITARIA

GIORNATA DEI MEDICIGIORNATA DEI MEDICIDOMENICA 14 OTTOBRE

Anche quest’anno, in occasione della festa di San Luca,Patrono dei Medici, l’Ufficio Diocesano della Pastoraledella Salute della nostra Diocesi, con il patrocinio dell’Or-dine dei Medici della Provincia di Rimini e dell’Associazio-ne Medici Cattolici di Rimini, ha organizzato due momentid’incontro, uno di preghiera ed uno di riflessione. È il quin-to anno in cui quest’iniziativa si svolge.

Il momento di preghiera si è tenuto domenica 14 ottobrepresso la Cappella dell’Ospedale di Stato della Repubblicadi San Marino, dove il nostro Vicario Generale, MonsignorElio Ciccioni, ha celebrato la Santa Messa delle ore 16,30per i medici, gli infermieri ed i malati dell’Ospedale. L’incontro di riflessione si è tenuto presso la sala della Parrocchia di SanPietro in culto a Novafeltria.

Qui, alla presenza del nostro Vescovo, Monsignor Andrea Turazzi e del Direttore dell’Ufficio della Pastorale della Salute, DonGiuliano Boschetti, si sono succeduti: il professor Adolfo Morganti psicologo e psicoterapeuta, il dottor Cosimo Argentieri psi-chiatra e psicoterapeuta, il dottor Alberto Amadori neurologo.

I tre relatori ci hanno parlato del “Cervello che si ammala” in riferimento alle malattie neuro-degenerative e alla depressione.Ha moderato l’incontro il professor Gian Angelo Marra.

“Il cervello che si ammala”Una serata per discutere fra medici, psicologi, utenti e citta-

dini, alla presenza di S.E. Mons. Andrea Turazzi, del sensodella sofferenza, in particolare della sofferenza della menteumana. Questo lo scopo dell’incontro del 18 ottobre a Nova-feltria, tenuto in occasione della festività di san Luca, dal tito-lo “Il cervello che si ammala” che ha visto la partecipazione diun folto pubblico che ha incalzato i tre relatori con domandeinteressanti e puntuali.

L’individuo il cui cervello, invecchiando, si ammala restacomunque una risorsa o è soltanto un problema? Il professorAdolfo Morganti ha introdotto la problematica del soggetto difronte alla sofferenza che, nella cultura contemporanea, comela morte, viene sistematicamente rimossa, anche se è compa-gna ineliminabile di ogni percorso umano in questo mondo.

La sofferenza viene rimossa perché contrasta col mito seco-larizzato dell’eterno benessere attraverso il consumo e svela lafragilità di ideologie “deboli” che non sanno confrontarsi conil bisogno fondamentale dell’essere umano, quello di sensodella vita e della morte.

In modo particolare, la sofferenza psichica è ancor più can-cellata, perché col suo manifestarsi sottolinea ancor più forte-mente l’insussistenza dell’altro mito moderno, quello della ra-zionalità umana che tutto guida, produce, pensa e realizza.L’uomo concreto non è quello delle utopie giacobine e positi-viste, ma deve confrontarsi con un mondo interiore in cui lepulsioni distruttive sono inseparabili da quelle costruttive edesistenzialmente sane.

In questo confronto che dura da più di 100 anni l’evoluzioneepistemologica delle scienze umane incontra ancora una volta ilpensiero e l’esperienza cristiana, la sua concezione dell’uomo edel mondo. Si scopre così che persino la sofferenza costituisceuna lezione preziosa: per il sano e per il malato, per l’operatoree per le famiglie stesse. Una lezione di realismo ed umiltà, checi ricorda come l’uomo non è fatto per essere solo.

Il dottor Argentieri ha posto l’accento sul valore dell’appor-to medico e familiare per determinare un livello di esistenzache consenta al cervello di non invecchiare. Queste compo-nenti sono importanti al pari degli stimoli derivanti dal con-fronto e dall’interazione con gli altri. Quanto più le stimola-zioni sono numerose e coinvolgenti tanto più il cervello resisteai danni dell’invecchiamento.

Il dottor Alberto Amadori ha infine affrontato gli aspetti piùtecnici e specifici delle patologie che inducono una degenera-zione delle cellule nervose e ha ricordato la funzione del sup-porto farmacologico, valido soprattutto se iniziato nelle pri-missime fasi della malattia, l’importanza della diagnosi preco-ce, il valore delle più moderne diagnostiche che non possonotuttavia prescindere da un corretto rapporto personale tra pa-ziente e medico curante.

Il professor Marra ha infine moderato il dibattito tra i pre-senti e i relatori che hanno risposto alle domande riguardanti ilrapporto tra età e patologie senili, non sempre coincidenti, traambiente familiare e diversità di approccio alle difficoltà ge-stionali, tra sensibilità individuale e capacità di confrontarsicon la malattia in generale e la patologia neurodegenerativa inparticolare.

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23MONTEFELTRO PASTORALE SANITARIA

UNA CASA CHE CANTA LA VITAUNA CASA CHE CANTA LA VITACASA DI RIPOSO “PENSIONATO SAN GIUSEPPE”

L’Istituto Maestre Pie dell’Addolorata, in via della Pieve 8 aNovafeltria (RN), gestisce la Casa di Riposo denominata“Pensionato San Giuseppe”. È una casa residenziale che acco-glie signore anziane autosufficienti e non autosufficienti, cheper loro scelta, preferiscono avere servizi collettivi e la garan-zia di protezione e assistenza.

La casa è disposta su due piani a servizio delle ospiti, cheusufruiscono, inoltre, di soggiorno, sale comuni e di una Cap-pella nella quale, durante il periodo invernale, la parrocchia vicelebra le Messe feriali. Un ampio giardino, nelle belle giorna-te calde, permette loro di godere del refrigerio per passeggiatee conversazioni e per gioire dei giochi e dei canti dei bimbidella materna che l’Istituto gestisce al piano terra, sempre nel-lo stesso immobile con ingresso laterale.

Questa casa non è un luogo in cui “relegare” le anziane; è illuogo in cui, chi ha trascorso già buona parte del camminodella vita, può continuare a dare il proprio contributo alla vitastessa, arricchendo il presente e il futuro attraverso la relazio-ne, la preghiera, l’accoglienza, la serenità.

“Dove non c’è onore per gli anziani, non c’è futuro per igiovani”, ci ricorda Papa Francesco. Non esiste la vecchiaia sela persona anziana trova chi l’ascolta, perché ha una vita daraccontare e condividere per arricchire il futuro.

Ora la comunità è composta da quattro consorelle (nella fo-to da sinistra: Sr. Augusta, Sr. Angela, Sr. Anna e Sr. Assuntanuova Superiora) che collaborano anche alle attività parroc-chiali come catechiste e membri del Consiglio Pastorale. Oltrea loro anche il personale qualificato si impegna a renderel’ambiente una casa che canta la vita. Tutta la vita è un dono,è bella e degna di essere vissuta in pienezza.

La persona anziana porta con sé l’insieme delle relazioniche nel tempo ha costruito. Quindi è importante conoscere, ca-pire il contesto relazionale nel quale ha vissuto e vive.

Si cerca di farsi raccontare la storia dell’ospite, dai familiario dalla persona stessa, per conoscerla e per capire come rap-portarsi. Si pongono al centro della relazione le persone con iloro bisogni psicofisici, umani, spirituali, sociali e si lavoraper dare loro la giusta soddisfazione.

L’attività degli operatori sanitari è espressione di impegnoprofessionale, di servizio alla vita che si esprime in una pre-senza premurosa di alto livello, con al centro i bisogni dell’o-spite. Questo è quanto si impegna a offrire alle Ospiti il “Pen-sionato S. Giuseppe”.

Le continue richieste di inserimento confermano che il ser-vizio soddisfa le aspettative delle ospiti e delle loro famiglie.

Maestre Pie dell’Addolorata Novafeltria

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24MONTEFELTRO IL MUSEO DEL MONTEFELTRO

Siamo nel tempo di Avvento e attendiamo la venuta del Figliodi Dio fra gli uomini. Dopo la nascita di Gesù ci troviamo da-vanti ad una delle rappresentazioni artistiche più diffuse al mon-do, la Madonna con Bambino: nel paradosso cristiano è un bam-bino che ci guida. Nel Museo ben tre stanze del primo piano so-no dedicate alla Sequela, a coloro che hanno trovato la ragionedi vita nel seguire Cristo.

Nella prima di queste sale una grande cornice lignea intagliatae dorata del Settecento, collocata in diagonale al centro, riprodu-ce virtualmente la disposizione che conteneva dei santi nella ta-vola di Benedetto Coda. Questa tavola è stata collocata in segui-to nel percorso museale recuperando, dopo il restauro, la struttu-ra originaria con sportelli chiudibili. Il trittico riproposto è com-posto da una Madonna con Bambino in trono al centro affiancatadai Santi Sebastiano e Rocco, attribuiti al pittore riminese GuidoCagnacci.

I due santi che si sono posti al seguito di Cristo sono potentimediatori di grazie per la salute del fedele. Molte volte il Bam-bino in braccio alla Vergine mostra la pianta del piede. Questogesto, talvolta sottolineato dalla Vergine stessa, indica al fedelel’unica strada di salvezza: seguire le orme di Cristo. Che cosa si-gnifica seguire Cristo? È la forza di un incontro. Il non poterepiù vivere senza di Lui; il vivere ormai di Lui. Una persona pro-tesa verso il futuro, un futuro che è la pienezza della comunionecon Cristo.

Nella seguente stanza intitolata Il mio bambino, attorno allaVergine Lauretana ci sono figure di santi, da San Giuseppe aSant’Antonio di Padova, che tengono fra le braccia il BambinoGesù come simbolo della paternità di Dio. Questa cura, questaprotezione che esprimono con tenerezza le sculture di Sant’An-tonio con il Bambino ricordano la visione che il santo ebbe aCamposampiero, vicino Padova. Esprime anche il suo attacca-mento all’umanità di Cristo e la sua intimità con Dio.

Noi siamo tutti figli di Dio e come tali ci riconosciamo attra-verso la preghiera insegnata da Gesù: il Padre Nostro. Siamoamati, per questo possiamo essere padri di altri, averne cura, ve-

gliare per la salute, perdere il sonno se un fi-glio sta male fino a riscoprire il valore dellafratellanza per dedicarsi a un altro diverso da te, semplicementeperché gli vuoi bene.

Nella terza sala Sulle orme viene rappresentata la fedeltà finoal martirio per seguire le orme di Cristo.

Le opere con le raffigurazioni di santi si dispongono sulle pa-reti sotto ogni vela della volta del soffitto come in un politticotridimensionale che ha al centro la lunetta di un affresco del’400, staccato dalla chiesa di Sant’Arduino “in le Murze” di Pie-trarubbia. Al suo centro compare la Madonna in trono con ilBambino che porge a Santa Caterina l’anello per gli sponsali mi-stici, a destra il titolare della chiesa.

I santi martiri vengono solitamente rappresentati con i simbolidel loro martirio: Sant’Agnese stringe a sé un agnello perché fumartirizzata con un colpo di spada alla gola nel modo in cui siuccidevano gli agnelli; Santa Lucia è dotata di una vista spiritua-le dopo aver perduto la vista naturale a causa del martirio, recan-do su un piatto i bulbi oculari; San Lorenzo fu bruciato sulla gra-ticola messa sul fuoco ardente sotto l’imperatore Valeriano.

Ci sono poi altri santi identificati con un elemento caratteristi-co del proprio percorso.

San Michele Arcangelo reca in mano una bilancia che si rife-risce alla funzione svolta di pesare le anime: le più pesanti sonodestinate all’Inferno, le più leggere alla salvezza eterna. SantaMaria Maddalena lavò i piedi di Cristo con le lacrime, li asciugòcon i capelli e li profumò con un balsamo come anticipato da Lc 7, 37: Ed ecco una donna, una peccatrice di quella città, sa-puto che si trovava nella casa del fariseo, venne con un vasettodi olio profumato.

Come esercizio espositivo accanto a questi due dipinti si sonoabbinati, quasi come una zoomata, una bilancia portatile del mil-leduecento e un vasetto per olii sacri ottocentesco.

(Continua nel prossimo numero)

* Direttore Museo del Montefeltro

IL MUSEO DEL MONTEFELTRO

UNA VISITA GUIDATAdi Joan Martos*

Nella Sala “Sulle orme”, i ritratti dei santi martiri. Nella foto Santa Lucia (a sinistra) e San Lorenzo (a destra)

Nella prima stanza dedicata alla “Sequela”, tra i ritratti quelli raffiguranti San Sebastiano (a sinistra) e San Rocco (a destra)

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25MONTEFELTRO COSE DI CHIESA

UN LETTORE DEL NOSTRO GIORNALE CI CHIEDE: PERCHÉ GLI OGGETTI SACRI DELLA NOSTRA CHIESA SONO IN MUSEO A PENNABILLI?

di Mons. Elio Ciccioni*

La risposta a questa domanda necessita di un breve excursusstorico e di una rivisitazione delle finalità per cui il museo stes-so è stato voluto e realizzato.

Nei primi anni Sessanta l’allora Vescovo Mons. Bergama-schi, visitando le parrocchie della Diocesi aveva compreso confelice intuito che molte di esse in futuro sarebbero rimaste privedi parroco e in alcuni casi anche di popolazione. Così pure siera reso conto che non tutti i parroci erano consapevoli del pa-trimonio conservato nelle chiese e per di più cominciavano agirare alcuni imbroglioni che con poche lire, o con il cambio dioggetti nuovi di alcun valore, portavano via arredi molto pre-ziosi.

Iniziava anche in quel periodo in maniera consistente un’al-tra piaga dolorosa: i furti nelle Chiese, soprattutto in quelle piùperiferiche. Da esse scomparivano tele, oro degli ex voto, sup-pellettili preziose piccoli mobili, ecc.

Per preservare un patrimonio di ingente valore, il Vescovodiede disposizione che gli oggetti più preziosi venissero portatia Pennabilli e si iniziasse la realizzazione di un museo diocesa-no con lo scopo della salvaguardia e della valorizzazione delleopere d’arte.

Quindi la proprietà rimaneva della Parrocchia, la Diocesi siassumeva l’onere della conservazione.

Quanto fosse stata giusta l’intuizione di Mons. Bergamaschiè superfluo ricordarlo: con il passare degli anni molte parroc-chie si spopolarono, aumentarono i furti a dismisura e una di-screta parte di oggetti d’arte è sparita dalle nostre Chiese, so-prattutto là dove la popolazione non aveva voluto il trasferi-mento delle opere d’arte nel museo diocesano, disperdendo cosìun patrimonio artistico e culturale di secoli.

La prima sede del museo fu palazzo Bocchi, poi per le pre-carie condizioni dell’edificio che peggioravano con il passaredel tempo, fu trasferito in quelli che erano i cameroni del semi-nario che nel frattempo era rimasto vuoto, senza più seminari-sti; poi negli anni Duemila, individuato ancora palazzo Bocchicome sede del museo, dopo gli ingenti lavori di restauro, è statonuovamente lì allestito ed inaugurato l’8 luglio 2010.

Intanto, anche da parte delle Autorità civili cresceva la sensi-bilità per la salvaguardia dei beni culturali ecclesiastici e cosìnegli anni Duemila fu firmato un accordo fra la S. Sede e il Mi-nistero dei beni Culturali Italiano, con l’impegno da parte delleDiocesi di inventariare, catalogare, fotografare, schedare tutte lesuppellettili contenute nelle Chiese. Operazione che negli ultimivent’anni è stata realizzata nel nostro territorio.

Oltre all’inventariazione la CEI in questi anni ha cofinanzia-to per le chiese l’installazione di sistemi d’allarme a protezionedelle opere d’arte stesse. Molte opere sono state restaurate gra-zie al contributo della diocesi ed ora occorre mantenerle in ma-niera adeguata.

Il lavoro più impegnativo è stato fatto per il museo diocesa-no, dotandolo degli strumenti della tecnica (allarme, deumidifi-catori, collocazione di luci adeguate), e di un minimo di perso-

nale che oltre a guidare i visitatori tengacostantemente aggiornato il museo con lesue opere.

Ecco perché vari oggetti delle chiese sono nel museo dioce-sano dove è sempre possibile, per i parrocchiani, venire a vede-re le opere d’arte in origine collocate nelle rispettive chiese re-staurate.

A queste va aggiunta qualche altra ragione: molte opere, do-po l’adeguamento delle chiese alla riforma liturgica, non hannopiù una collocazione o un uso per il culto, e la conservazionenelle parrocchie sarebbe difficile e inadeguata e quindi nonconsentita da parte della Sovraintendenza.

Inoltre, anche nelle chiese in cui è installato l’allarme, nessu-no si vuole prendere la briga di mobilitarsi in caso di segnala-zione soprattutto se di notte, e in alcuni casi, la chiesa è lontanadalle case e la segnalazione acustica non sarebbe nemmenosentita.

In molte nostre chiese le opere d’arte rimarrebbero chiusedentro l’edificio magari in un ambiente umido senza la possibi-

lità di essere valorizzate con l’esposizione e la visita di turisti ocomunque di persone interessate a conoscere i nostri tesori, co-sa invece possibile nel museo. Potremmo ancora continuare, madobbiamo imparare a non essere stolti, come in qualche caso èsuccesso: che i parrocchiani sono stati contrari a portare i beninel museo, preferendo la loro scomparsa piuttosto che una con-servazione decente e sicura, con un rammarico poi tardivo e inutile. Un esempio per tutti: in varie nostre Parrocchie, il 10 per cento dei registri (Battesimi, funerali ecc.), è sparito pri-vando così la collettività intera di importanti notizie non soloreligiose, ma storiche e culturali.

Per questi motivi è importante sostenere quest’opera bene-merita, come il museo, iniziata da un Vescovo lungimirante,promossa dai successori e fatta propria ormai non solo dall’au-torità religiosa, ma anche da quella civile: conservare le radiciè condizione per vivere il futuro.

* Vicario generale

Page 26: NATALE “DI RISURREZIONE”

26MONTEFELTRO OPEN DAY A MAIOLO

Nelle prime ore del giorno 12 novembre 2018 il Signore ha chiamato a sé nella Gerusalemmedel cielo la nostra sorella suor Maria Geltrude (Mucci Onorina). Le esequie sono state celebratenel Monastero S. M. Maddalena in Sant’Agata Feltria il 14 novembre.

IL MESSAGGIO DI MONS. ANDREA TURAZZI PER LA COMUNITÀ DELLE CLARISSEDI SANT’AGATA FELTRIA NELLE ESEQUIE DI SUOR MARIA GERTRUDE

Pennabilli, 14 novembre 2018Carissime sorelle,sono vicino a tutte voi nel momento del distacco, della veglia e della liturgia esequiale per la cara suorMaria Gertrude. Suor Maria Gertrude ha offerto la sua giovinezza ed ha voluto essere di Colui che l’amava più di ognialtro. È cresciuta alla sua ombra, tra preghiere e silenzi, nel grembo di una comunità nella quale ha

amato, servito e sofferto toccando con mano, fino all’ultima ora, la promessa di Gesù: cento sorelle, cento case, cento campi...Poi gli anni della fragilità e del buio, anni altrettanto carichi di grazia e di grazie per tutti noi. Chissà con quali parole e con quali legami lo Sposo ha con-tinuato ad attirarla a sé...A lui solo l’adorazione, ammessi davanti alla sua Maestà divina insieme a suor Maria Gertrude, che pensiamo arrivata. La venerazione alla Vergine Maria,a Francesco e Chiara, nostri modelli di vita e intercessori. La preghiera del suffragio per suor Maria Gertrude, suffragio necessario a tutti per la purifica-zione e il perdono, per noi dovere di gratitudine ed espressione di fraterna carità. «Gioia eterna donale, o Signore!». � Andrea, vescovo

Messaggio del Vescovo per la scomparsa di suor Maria GertrudeMessaggio del Vescovo per la scomparsa di suor Maria Gertrude

SABATO 27 OTTOBRESABATO 27 OTTOBRE

Il Vescovo in visita alla Comunità Terapeutica Il Vescovo in visita alla Comunità Terapeutica Sabato 27 ottobre Mons. Turazzi ha fatto una graditissima

sorpresa ai ragazzi della Comunità Tera-peutica di Maiolo visitandola struttura della ComunitàPapa Giovanni XXIII che haaperto le porte al territorio inoccasione dell’Open Day del-le Comunità Terapeutiche cat-toliche che aderiscono al Ta-volo Ecclesiale Dipendenze.

Entrando quasi in punta dipiedi, il vescovo Andrea si èmesso in ascolto delle storie deiragazzi in cammino di recuperoche, affiancati da operatori e vo-lontari, hanno spiegato come si svolge unagiornata tipo in comunità. Partendo dalle atti-vità del quotidiano, sono emerse le caratteri-stiche del programma terapeutico che dal1980 don Oreste Benzi ha iniziato a definireper liberare dalle dipendenze centinaia dipersone, adattando il percorso alle diverse patologie (non solodipendenza da sostanze, ma anche da gioco d’azzardo, da dispositivielettronici, ecc.). Caratteristica fondamentale è la condivisione di vi-ta, come stile di convivenza e di intervento nelle realtà di recupero.

L’esperienza maturata in più di trent’anni di condivisione e lenecessità dei ragazzi in programma hanno portato la Comunità Pa-pa Giovanni ad aprire realtà metodologicamente diversificate. Ol-tre alla Comunità Terapeutica di tipo più “tradizionale” sono nati icentri diurni, i centri di prima accoglienza, centri per mamme conbimbi, centri per etilisti, case per adolescenti problematici, espor-tando questo stile di recupero anche in Russia, Croazia, Brasile,Bolivia, Cile e Olanda. Con la sua presenza paterna, il Vescovo hacreato un momento intenso e ricco, dove ci si è sentiti “popolo”

visitato dal proprio Pastore, liberi di condivi-dere storie di peccato, di dolore, ma anche dirinascita alla Vita nuova. Il percorso di recu-pero può essere paragonato ai ‘lavori in cor-so’ per la ristrutturazione dell’edificio: co-me i ragazzi stanno apportando continuemigliorie alla casa messa a disposizioneanni fa dalla famiglia Torroni di San Mau-ro Pascoli e poi donata alla Comunità, co-sì si può definire un ‘cantiere aperto’ an-

che il lavoro su se stessi cercandole origini del proprio disagioper arrivare al cambiamentonecessario a ottenere il perdo-no e il riscatto dai comporta-menti del passato.

Il tempo è passato in fretta,lasciando sospesi racconti di vitetormentate che cercano pace eche il Vescovo tornerà ad ascolta-re prossimamente, fermandosi unpo’ più a lungo e con più calma,magari condividendo un pasto a

quella tavola che unisce come una vera famiglia uomini di diverseprovenienze, culture e lingue, e celebrando la prima Messa nellacappellina che sarà inaugurata a breve e che rappresenta il vero cuo-re di tutte le realtà di accoglienza della Comunità Papa Giovanni.

Per approfondimenti consultare la pagina dedicata alle dipen-denze nel sito della Comunità Papa Giovanni:

http://www.apg23.org/it/tossicodipendenze

Per organizzare incontri contattare direttamente la struttura diMaiolo: Tel. 0541 912156 - e-mail: [email protected]

Geppi Santamato della Comunità Papa Giovanni XXIII

lo

Page 27: NATALE “DI RISURREZIONE”

27MONTEFELTRO RIFLESSIONI

Quando nel tempo di Natale scendevo dallaRupe il panorama che si presentava mi riempivail cuore di gioia: un manto ondulato di collineadornate di piccole case illuminate, sparse unpo’ qui o un po’ là o raggruppate e sopra uncielo stellato meraviglioso. Eppure non è scon-tato cogliere questi momenti, perché?

Ci dice Henri Nouwen teologo olandese: “Èdifficile vivere nel presente. Spesso il passato eil futuro continuano a tormentarci, il passatocon la colpa, il futuro con le ansie”.

Tante cose sono accadute nella nostra vita perle quali ci sentiamo a disagio, pieni di rimpian-to, di rabbia, di confusione; questi sentimentisono spesso colorati di colpa che dice: – dovevifare qualcosa di diverso da quello che hai fatto;dovevi dire qualcosa di diverso da quello che hai detto – e ci im-pediscono di essere pienamente presenti nel momento attuale.

Accanto ci sono le nostre ansie che riempiono la nostra vita di“se”. Se avessi dei soldi potrei acquistarmi una casa ed esseretranquillo per tutta la vita, se non dovessi ancora studiare potreidivertirmi un mondo, se fossi bello potrei conquistare tante ra-gazze. Tutti questi “se” possono talmente riempire la nostra men-te che non sappiamo più gustare la vita presente, diventiamo“ciechi” ai fiori dei giardini e ai bambini delle strade, o sordi allavoce grata di un amico. Questi “dovevi” e questi “se” sono verinemici della nostra vita, ci spingono indietro nell’inalterabile

Tutti danziamo al ritmo di una musica misteriosa, Tutti danziamo al ritmo di una musica misteriosa, suonata in lontananza da un Pifferaio Invisibile suonata in lontananza da un Pifferaio Invisibile (Albert Einstein) (Albert Einstein)

passato e in avanti verso un imprevedibile futu-ro, ma la vera vita ha luogo nell’oggi. Noi vi-viamo la presenza di Dio dove siamo: qui edora, perché allora non scoprire ogni giorno i te-sori che la vita ci presenta?

“I grandi miracoli sono quelli di ogni giornoe di ogni momento, così abituali e gratuiti chenon ce ne accorgiamo, così scriveva un maestroindiano, Gaspar M. Koelman, ci sorprende l’ec-cezione alla regola, ma dimentichiamo che lastessa regola è tutta una serie di miracoli.

Il quotidiano andare e venire del nostro glo-bo, le rivoluzioni dei corpi celesti, le loro orbitefisse, l’aurora e il tramonto, la regolare succes-sione delle stagioni, il correre leggero delle nu-bi nel cielo, il processo stupendo di un germo-

glio, il suono di una goccia di acqua che cade, l’aria che respiria-mo, l’acqua che beviamo, il solido terreno che calpestiamo… tut-te queste meraviglie hanno cessato di provocare ammirazione”.

Per tornare a uno stato di stupore è necessario un cuore purifi-cato, uno stato di silenzio e di calma libero da desideri velenosi e interferenze, solo così possiamo vedere il miracolo di ognigiorno.

Se qualcuno apre gli occhi e si sente abbagliato dallo spettaco-lo, è perché la luce stessa di Dio, che brilla tra le tenebre delmondo, lo ha illuminato.

Bianca Sghedoni

“Papa Francesco – Un uomo di parola”“La tenerezza non è una debolezza, ma una forza” (Papa Francesco)

Wim Wenders propo-ne al pubblico un filmche vede come prota-gonista Papa France-sco, ma, a differenzadal solito, non si trat-ta del classico filmbiografico, bensì unfilm-intervista dove ilPapa rivolge il suosguardo verso il suo

pubblico, fedeli e non. Il regista, in un’intervista per ComingSoon, evidenzia come solitamente gli attori abbiano un dono na-turale nel rapportarsi con la camera da presa; nel caso di PapaFrancesco, Wenders narra come il Papa abbia un dono natura-le: quello di essere un grande comunicatore e di sapersi “connet-tere” con il suo interlocutore.Wenders spiega la sua visione del Papa dopo aver girato que-sto film: “Per me è un radicale. Ma lo è perché segue Cristo, se-gue il messaggio di un uomo chiamato Gesù Cristo che ha vissu-to duemila anni fa”.

Ciò che ne risulta da questo film è propriol’impatto rivoluzionario che questo Papa haavuto al Vaticano: ha scelto di seguire ilSanto di Assisi proprio all’insegna di quellospirito di estrema povertà, allontanandosidai lussi e dai privilegi che circondano il nostro mondo capitali-sta, ma allo stesso tempo “avvicinandosi a questo mondo”, utiliz-zando ad esempio i mezzi di comunicazione dei giovani e rivol-gendosi spesso direttamente a loro, ma anche scendendo nellepiazze e nei paesi straziati dalle disuguaglianze, in mezzo aipopoli.Il Pontefice ci dice, infatti, “Non possiamo seguire due padroni:o seguiamo Dio o seguiamo la ricchezza”. Papa Francesco èquel Papa che si annunciò per la prima volta al pubblico inquanto anche Vescovo di Roma con un “buonasera”, che ci inci-tava a superare le difficoltà in famiglia con l’amore; quel Papache all’estero al suo arrivo, i giornalisti, sorridevano nel vederloutilizzare una modesta auto preferita alle limousine messe a di-sposizione degli altri pontefici.Papa Francesco ci ricorda che abbiamo ancora tanto da fare,ma che lo possiamo fare insieme, seguendo il suo esempio, av-vicinandosi gli uni agli altri, dando valore alle differenze, per eli-minare le disuguaglianze e porci gli uni agli altri come lui, daPontefice, ha fatto con noi, chinando la testa e baciando i piedidei più poveri.

AL CINEMAdi Melissa Nanni

Page 28: NATALE “DI RISURREZIONE”

28MONTEFELTRO PREGHIERA

La trasmissione della fede oggi ci mette di fronte a varie difficoltà,ma ci offre anche delle opportunità. Per lungo tempo le cose sono

andate in maniera, che tutti ritenevamo normale.La fede veniva trasmessa in famiglia non teoricamente, ma per

osmosi, nelle vicende quotidiane… dei rapporti che si vivevano, nelmodo di gestire le cose tristi e belle che succedevano, nel modo in cuisi parlava, nel modo in cui si pregava insieme.

A scuola la maestra continuava questa educazione religiosa diffu-sa… senza fratture con quello che avveniva in famiglia.

Nel paese o nel quartiere esisteva quasi una specie di gremboprotettivo. Il paese o il quartiere erano una specie di famiglia allarga-ta… un terzo spazio educativo.

La parrocchia era il luogo della “cura” della fede; non aveva ilcompito di generare alla fede, ma di nutrirla, curarla, renderla coe-rente. Come lo faceva? Per gli adulti attraverso le omelie, le celebra-zioni liturgiche, le tradizioni e le attività; per i ragazzi attraverso l’oradi catechismo… col compito di apprendere cognitivamente quello che iragazzi già vivevano in famiglia. Cos’è cambiato? Sta cambiando tuttoa cominciare dalle tre istituzioni indicate come grembo di educazioneumana, morale e religiosa.

Il paese o il quartiere è ora il villaggio globale, il mondo intero:qui i ragazzi incontrano di tutto: opinioni, modelli di vita, valori e di-svalori. Il quartiere o il paese non educa più.

Se guardiamo la scuola ci accorgiamo che essa è in difficoltà. Leinformazioni di carattere religioso sono limitatissime.

La famiglia è in crisi totale. I genitori non hanno più un modelloeducativo sicuro da seguire.

Una volta i figli imparavano da quello che i propri genitori avevanoloro trasmesso…

Quanto alla trasmissione della fede in famiglia c’è difficoltà a vi-vere e ad annunciare la fede in modo esplicito.

Anche i genitori cosiddetti credenti hanno perso la capacità di co-municare la fede.

Spesso non sono incisivi, perché anche in loro la fede è in uno statodi dubbio perenne o si riduce a semplice abitudine.

La grande trasformazione in atto rende poco efficaci i modellitradizionali di educazione, soprattutto in merito alla fede.

Non finisce la fede, ma un suo modello di trasmissione. Oggi è piùdifficile stare al mondo e tanto più da educatori alla fede.

Si intravede un ricominciamento.

INTENZIONE DEL PAPA PER IL MESE DI DICEMBRE

L’offerta quotidiana santifica la tua giornata. Cuore divino di Gesù, io ti offro, per mezzo del Cuore Immacolato di Maria, madre della Chiesa, in unione al Sacrificio eucaristico, le preghiere e le azioni,

le gioie e le sofferenze di questo giorno: in riparazione dei peccati, per la salvezza di tutti gli uomini, nellagrazia dello Spirito Santo, a gloria del divin Padre. In particolare, per le intenzioni affidate all’AdP dal Papa:

o “Perché le persone impegnate nel servizio della TRASMISSIONE DELLA FEDE trovino un linguaggio adatto all’oggi,nel dialogo con le culture”.

Trasmissione della fede

APOSTOLATO DELLA PREGHIERA - DICEMBRE 2018

IN PARTICOLARE, PER LE INTENZIONI DEL PAPA E DEI VESCOVI

“Gli anni della nostra vita sono settanta, / ottanta per i più robu-sti, / ma quasi tutti sono fatica, dolore; / passano presto, e noi

ci dileguiamo” (Sal 90,10).“Settant’anni erano tanti al tempo in cui il Salmista scriveva que-

ste parole, e non erano in molti a oltrepassarli; oggi, grazie ai progressidella medicina nonché alle migliorate condizioni sociali ed economiche,in molte regioni del mondo la vita si è notevolmente allungata.

Resta, però, sempre vero che gli anni passano in fretta; il dono del-la vita, nonostante la fatica ed il dolore che la segnano, è troppo belloe prezioso perché ce ne possiamo stancare” (Lettera agli anziani diGiovanni Paolo II).

La vita dell’anziano che prende coscienza del suo progressivo e ne-cessario isolarsi dal mondo è non solo una “vita di sacrificio”, ma è“una vita con sacrificio: è un’offerta di sé, che Dio chiede alla perso-na. Noi dobbiamo stare davanti all’anziano con questa consapevolezza.

Come a suo Figlio Dio ha chiesto di morire per tutti, da Adamo fi-no all’ultimo uomo che comparirà sulla terra, così a ciascuno di noichiede una partecipazione a quel sacrificio. Certamente l’anziano chevive il progressivo isolarsi della sua persona, il progressivo venir menodelle sue capacità intellettive e di relazione, è una persona a cui Diosta chiedendo un sacrificio per tutti, sta chiedendo una purificazioneper tutti.

La vita dell’anziano ci insegna cosa voglia dire “vocazione”. Laparola “vocazione” non significa che noi diamo tutto a Dio, ma che Diosi prende a poco a poco tutto di noi. Attraverso la vita dell’anziano Dioci insegna che cosa sia l’esistenza: tutto quello che abbiamo vissuto ri-marrà, se noi lo consegniamo a Lui; niente andrà perduto se noi accet-tiamo che Lui sia il Signore della nostra vita.

Allora, come stare con loro? Occorre stare e basta. Stare con gli an-ziani opera una grande semplificazione nel nostro sguardo e nella nostraesistenza. Stare con gli anziani non permette grandi ragionamenti, grandiriflessioni, grandi arzigogoli psicologici. Capisci che la cosa più grandeche tu puoi fare è stare, stare lì stare con lui e con lei; condividere quelleparole che dice o che non riesce più a dire; stare con loro al livello in cuisono, accettando nella maggior parte dei casi il loro lento declino.

Che cos’è veramente la vecchiaia? “Non è un motivo di disperazio-ne, ma fondamento di speranza; non è un lento decadimento, ma unamaturazione graduale; non è un destino da subire, ma una possibilitàda accogliere” scriveva Nouwen, noto autore di spiritualità. Il monacoEnzo Bianchi invita il credente ad accostarsi all’anziano “come a un sa-cramento della fedeltà e misericordia di Dio”.

L’anziano infatti, esprime chiaramente la povertà insita nella con-dizione umana, quella povertà che coincide con la verità stessa dellapersona.

INTENZIONE DEI VESCOVI

o “Perché GLI ANZIANI, custodi e testimoni di una ricca tradizione, possano vivere serenamente la loro età e siano aiutatiad affrontare i limiti che essa comporta”.

Vecchiaia “serena”, nonostante i limiti

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29MONTEFELTRO DALLE ISTITUZIONI

NOTIZIE FLASH DA SAN MARINONOTIZIE FLASH DA SAN MARINO

gnostica senologica e il nuovo mammografodell’ospedale di stato da parte dei CapitaniReggenti Mirco Tomassoni e Luca Santolini.L’inaugurazione delle nuove sale e del nuovomacchinario arriva a conclusione del mese di#OttobreRosa, dedicato alla lotta contro il tu-more al seno. Ad oggi infatti questa tipologiadi tumore rappresenta ancora la prima patolo-gia neoplastica nella donna. I macchinari perlo screening e la diagnosi precoce rappresen-tano il miglior modo per garantire un esitopositivo delle cure che ad oggi hanno rag-giunto indici di guarigione vicini al 90%.

I nuovi ambienti renderanno più sempliceil lavoro per il personale e meno doloroso l’e-same per le pazienti. Il nuovo macchinariopermette inoltre di trovare fino al 30% di neo-plasie in più rispetto alla strumentazione pre-cedente. (Fonte RTV San Marino)

che già in passato collegavano Rimini alle cittàdi Krasnodar, Yekaterinburg e Rostov (nel2018 si erano spostati presso l’aeroporto diBologna); il secondo con la compagnia tedescaLufthansa che collegherà Rimini a Monacocon un volo di linea. (Fonte RTV San Marino)

Sciopero di Natale. I delegati Csu decidono la mobilitazione generale

San Marino: la guida Michelin conferma la stella allo chef Luigi Sartini

Per il dodicesimo anno consecutivo la “Gui-da Michelin” assegna una stella allo chef LuigiSartini e al suo locale sammarinese. Il ristoran-te “Righi” si affianca così anche per il 2019 ai22 ristoranti stellati dell’Emilia Romagna se-gnalati dal volume più apprezzato da ognigourmet. Luigi Sartini, e un altro chef stellato,Riccardo Agostini sono entrambi originari diPennabilli che così si rivela una vera fucina ditalenti della cucina. (Fonte RTV San Marino)

Inaugurata la nuova sede dell’Universitàdi San Marino al World Trade Center

Sarà la destinazione Rimini-San Marino adospitare il 93esimo raduno degli alpini nelmaggio del 2020. Soddisfatto il segretario Mi-chelotti, che annuncia nella settimana dell’e-vento, che porterà in Riviera più di un milio-ne di persone, una serie di eventi collateralisul Titano.

“È un risultato frutto dello spirito alpinoche esiste a Rimini e sul Titano” ha commen-to il responsabile della sezione bolognese ro-magnola degli alpini, che ha sottolineato co-me la candidatura abbia ottenuto la maggio-ranza alla prima votazione sulle altre due cittàin corsa, Verona e Torino. “Sarà un onore-commenta il sindaco di Rimini Andrea Gnas-si- per il territorio riminese e per San Marinoospitare una delle istituzioni più amate del no-stro paese”. Per gli alpini sarà la prima aduna-ta Italia-estero. (Fonte RTV San Marino)

Inaugurati i nuovi locali per la diagnostica senologica all’ospedale di stato

Il taglio del nastro dei Capitani ReggentiMirco Tomassoni e Luca Santolini arriva aconclusione dell’evento #ottobrerosa, il mesededicato alla lotta contro il tumore al seno.Taglio del nastro per i nuovi locali della dia- Continua a pag. 30

Eurovision: San Marino dice sì e vola a Tel Aviv

San Marino RTV scioglie la riserva e con-ferma la sua partecipazione alla 64esima edi-zione dell’Eurovision Song Contest che siterrà in Israele dal 14 al 18 Maggio prossimi.

‘Sarà un’edizione speciale, vista la peculia-rità del luogo’, dice il capodelegazione Ales-sandro Capicchioni ‘e noi faremo la nostraparte facendo del nostro meglio’.

Israele si è conquistata il diritto di organiz-zare il concorso dopo la vittoria di Netta Bar-zai con la sua ‘Toy’ a Lisbona lo scorso Mag-gio. (Fonte RTV San Marino)

Aeroporto Rimini-San Marino: siglati due nuovi accordi strategici

AIRiminum punta su Russia e Germania.La società di gestione dell’aeroporto interna-zionale di Rimini e San Marino ha conclusoinfatti per la prossima stagione estiva due im-portanti accordi strategici. Il primo con il touroperator russo Pac che riporterà al Fellini i volidi linea della compagnia russa Ural Airlines

Sarà sciopero generale. Resta solo da fissa-re la data, ma la richiesta avanzata dall’Attivodei delegati sindacali della Csu, non lasciaspazio ad interpretazioni. Per la legge finan-ziaria, dicono, pagano solo lavoratori e pen-sionati. La settimana dello sciopero sarà quel-la che va dal 17 al 21 dicembre all’insegna,ironizzano i delegati, del "roviniamogli il Na-tale", e potrebbe essere articolata in più gior-ni. Sul banco degli imputati la legge di bilan-cio. Tre i punti sotto accusa: il taglio unilate-rale agli stipendi pubblici, la decurtazione in-distinta della no tax-area delle pensioni e ilmancato trasferimento dello Stato di circa 30milioni di euro ai Fondi pensione, restituen-done 19 in 10 anni senza interessi. Si sceglieallora la strada della protesta “per cambiareuna legge di bilancio che presenta il conto achi il conto lo ha sempre pagato”.

La pacificazione passa per l’equità, insistela Csu, che si traduce nel far pagare chi nonha mai pagato. Purtroppo, sottolinea Monta-nari, da parte del Governo non c’è mai statala volontà di stringere un patto sociale con ilsindacato per affrontare uniti le emergenzedel Paese. Il mondo del lavoro è da sempredisponibile a fare la propria parte per risanarei conti dello Stato e rilanciare il Paese, sotto-linea la Csu, ma alla condizione di aprire unavera stagione negoziale e di riforme, capacedi chiamare tutte le categorie economiche alleloro responsabilità. (Fonte RTV San Marino)

Page 30: NATALE “DI RISURREZIONE”

MONTEFELTRO 30 DALLE ISTITUZIONI

NOTIZIE FLASH DALLA VALMARECCHIANOTIZIE FLASH DALLA VALMARECCHIA

Rupe San Leo: maxi intervento per rendere sicuro l’accesso alla FortezzaEcco il piano lavori

Proseguono senza sosta i lavori per consolida-re e rendere nuovamente accessibile la rupe diSan Leo, un gioiello paesaggistico e ambientaledel riminese che l’Emilia-Romagna vuole proteg-gere con tutti i mezzi e le risorse possibili. Ogginel comune riminese è stato presentato il maxiintervento avviato lo scorso 24 settembre sullaparete est della rupe, sottostante l’unica stradache conduce al borgo, che una volta consolidatapermetterà la piena fruizione turistica della Roc-ca. Una rete di chiodature lunga quasi 13 chilo-metri renderà sicuro l’accesso alla Fortezza diSan Leo: un ancoraggio ogni 5 metri, fissato da20 ad oltre 70 metri di profondità, per circa 600perforazioni necessarie ad assicurare l’unione tracunei di roccia potenzialmente instabili.

LE OPERE IN PROGETTAZIONE

Con il ‘piano frane’ – che in totale stanzia ri-sorse per 6,6 milioni per 10 cantieri – sono statistanziati 2 milioni per il consolidamento dellaparete sud della rupe. Terminata la progettazio-ne preliminare, entro l’estate sarà conclusa quel-la esecutiva e si procederà ad appaltare i lavori.

Con il fondo progettazione, assegnato dalprecedente Governo, saranno finanziati 5 inter-venti con circa 200 mila euro che per San Leoriguardano il completamento delle opere di con-solidamento della parete est della rupe e gli in-terventi sul reticolo dei corsi d’acqua che la cir-condano: fosso Campone, fosse Seripa e RioMaggio. Opere fondamentali per evitare l’ero-sione della base della rupe stessa.

Infine, è prevista un’ulteriore spesa di 3 mi-lioni 100 mila euro, ancora da finanziare ma giàinserita nel Repertorio nazionale degli interventiper la difesa del suolo (Rendis), il sistema infor-mativo nazionale sul monitoraggio degli inter-venti urgenti per la riduzione del rischio idro-geologico. (Fonte Altarimini)

Violenza alle donne, Novafeltria dice ‘stop’:partito il corso di difesa e tre conferenze

Nel mese dell’anno dedicato alla sensibilizza-zione contro la violenza alle donne, anche a No-vafeltria è stato varato un programma che vuoleapprofondire la tematica nei suoi vari risvolti eoffrire alle donne anche strumenti concreti di di-fesa. Per il secondo anno consecutivo, dal 6 no-vembre è partito il corso di difesa personale congli Istruttori dell’Arma dei Carabinieri ComandoProvinciale di Rimini Compagnia di Novafeltria,a cui hanno preso parte una trentina di donne.

Inizia inoltre a breve il ciclo di conferenzeche si svilupperà in tre incontri: il 30 novembresarà dedicato alla figura delle donne maltrattate,in molti diversi modi, fisicamente e psicologica-mente; il 6 dicembre sarà affrontato l’argomentodegli uomini maltrattanti, cercando di capire ledinamiche che stanno alla base del fenomeno;l’11 dicembre parleremo di come i bambini su-biscono ed assorbiscono la violenza tra adulti.Giovani realizzeranno degli allestimenti a temain alcune zone del paese. Il Comune di Novafel-tria ringrazia i professionisti che hanno dato laloro disponibilità a partecipare agli approfondi-menti. (Fonte Altarimini)

via, per caricare i regali sulle slitte trainate dallerenne e consegnarli nella notte magica di Natale.

Mercatini di Natale - Il programma

Continua da pag. 29

Un Natale di luce in 10 km di luminarie

Dal 1° dicembre 2018 parte la 16a edizionedel Natale delle Meraviglie, l’evento clou delcartellone invernale a San Marino, che si con-cluderà il 6 gennaio 2019 per l’Epifania

Lo spettacolo del Natale ideato su progettosammarinese NEXTIME coinvolge come unfilo rosso piazze, cava, campo e chiese oltrealle gallerie: dalla Galleria Montale esce ilTreno Bianco Azzurro mentre il trenino PoloExpress collegherà ogni anglo del mondo na-talizio dai punti d’accoglienza.

Oltre 20 giornate ricche di sorprese e in-trattenimento tra mercatini e 33 baite con doni

calde e vive, accompagnate da magici suoninatalizi ad accendere l’intero centro storico.10 km di luminarie e festoni luccicanti a piog-gia. Una intensa esperienza audiovisiva rea-lizzata come in un film: luci, colori, suoni ani-mati e coreografati.

Teatro, presepi e pista di ghiaccio: 200 mqdi cupola dei giochi nel DOME anche l’auro-ra boreale.

Il bosco delle luminarie in piazza e il pre-sepe emozionale in galleria Montale, lungo 35 metri da percorrere guardando le più cele-bri natività.

Gran Galà di Capodanno in PiazzettaSant’Agata e ultima d’Epifiania con il Grinche ile fiabe Disney.

Fz (Fonte RTV San Marino)

e delizie per tutti. Da vivere un’autentica ma-gia di luce in show itineranti micro spettacolie lirica sacra in Pieve. Evento per famiglie,grandi e piccini, con l’incanto di luminosità

Sant’Agata Feltria: 25 novembre2, 8, 9, 16 dicembre - Il paese del NataleLa Casa di Babbo Natale

A Sant’Agata Feltria puoi vedere la Casa diBabbo Natale costruita nella “notte dei tempi”accanto al Laboratorio degli Elfi. La riconosciperché quando ti avvicini puoi assaporare il pro-fumo della cioccolata calda di Natalina La Casadi Babbo Natale è aperta il 25 novembre, 2-8-9-16 dicembre 2018 dalle 10 alle 18.

Davanti alla Casa di Babbo Natale ti aspettaNatalino il postino degli Elfi che raccoglie tuttele letterine dei bambini imbucate nella cassettapostale tutta rossa, le ordina per nazione, città,

Domenica 2 dicembre 2018“Opus Band”, Zampognari di Natale, Casa di

Babbo Natale, Casa degli Elfi, Renne vere.

Sabato 8 dicembre 2018“Heart of Italy pipe band”, Zampognari di Na-

tale, Casa di Babbo Natale, Casa degli Elfi, Ren-ne vere.

Domenica 9 dicembre 2018“Heart of Italy pipe band”, Zampognari di Na-

tale, Casa di Babbo Natale, Casa degli Elfi, Ren-ne vere.

Domenica 16 dicembre 2018“The White Carols” Christmas Street Band,

Zampognari di Natale, Casa di Babbo Natale,Casa degli Elfi, Renne vere.

(Fonte Associazione Pro Loco Sant’Agata Feltria)

Novafeltria, 100 piante all’interno dell’area della biblioteca grazie a Rotary

Sabato 1 dicembre alle ore 11.00 presso laBiblioteca Comunale di Novafeltria, alla presen-za del Sindaco Dott. Stefano Zanchini, dell’As-

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31MONTEFELTRO DALLE ISTITUZIONI

AI LETTORI La Diocesi di San Marino-Montefeltro tratta i dati come previsto dal Regolamento 679/2016 in materia di protezione dei dati personali. L’informativa completa è disponibile all’indirizzo: http://www.montefeltroperiodicodiocesano.it/privacy/. Il Responsabile del trattamento dei dati raccolti all’atto della sottoscrizione dell’abbonamento, liberamente conferiti, è Partisani Francesco-Direttore responsabile, a cui ci si può rivolgere per i diritti previsti dal RE 679/2016. Questi sono raccolti inuna banca dati presso gli uffici di Via del Seminario,5 a Pennabilli (RN) tel. 0541 913780 con segreteria telefonica sempre attiva. La sottoscrizione dell’abbonamento dà diritto a ricevere tutti i prodotti dell’Editore “Diocesi di San Marino-Montefeltro”.L’abbonato potrà rinunciare a tale diritto rivolgendosi direttamente a Diocesi di San Marino-Montefeltro, Redazione periodico, Via Seminario, 5 - 47864 Pennabilli (RN), tel. 0541 913780 o scrivendo a [email protected]. I dati potranno essere trattati da incaricati preposti agli abbonamenti e all’amministrazione. Ai sensi degli articoli 13, comma 2, lettere (b) e (d), 15, 18, 19 e 21 del Regolamento, si informa l’interessato che: egli ha il diritto di chiedere al Titolaredel trattamento l’accesso ai dati personali, la rettifica o la cancellazione degli stessi o la limitazione del trattamento che lo riguardano o di opporsi al loro trattamento, nei casi previsti scrivendo a [email protected]

sessore all’Ambiente e all’Urbanistica Avv. Mo-rena Toni, del Governatore del Distretto Rotary2072 Arch. Paolo Bolzani con la responsabilerotariana del progetto “Un albero per ogni rota-riano” Arch. Aida Morelli e del Presidente delRotary Club Novafeltria-Alto Montefeltro Sig.raAntonella Bernacchioni, si è tenuta l’inaugura-zione del primo intervento di sistemazionedell’area antistante l’edificio.

L’Amministrazione Comunale di Novafeltriaha aderito al progetto mondiale rotariano “Unalbero per ogni rotariano” che prevede la piantu-mazione di 1.200.000 alberi nel mondo, finaliz-zato alla educazione ambientale, allo sviluppo diprogrammi e iniziative a tutela dell’ambiente.

È stata scelta quale zona destinataria del pro-getto la Biblioteca Comunale di Novafeltria luo-go attorno al quale costruire la comunità “luogosociale”. Questo primo intervento consistito nel-la messa a dimora di un centinaio tra piante, al-beri e arbusti, è volto alla riqualificazione e allaconservazione ambientale dell’ area di pertinen-za alla biblioteca, per rendere gli spazi esternipiacevolmente fruibili per lo svolgimento di atti-vità di incontri, laboratori e letture dedicati allacollettività in quanto questa Amministrazionecrede fermamente che l’educazione ambientalepassi sopratutto attraverso il vivere l’ambiente.

Nell’ottica di sensibilizzazione e di educazio-ne ambientale sopratutto nei confronti dei giova-ni abbiamo coinvolto per la realizzazione diquesto progetto l’Istituto Superiore ToninoGuerra indirizzo Costruzioni Ambiente Territo-rio, che ha collaborato con questa amministra-zione provvedendo alla stesura del rilievo dellostato di fatto dei luoghi. (Fonte Altarimini)

Farmacia ospedaliera di Novafeltria aperta lunedì e venerdì: si cerca personaleper un terzo giorno

Per rispondere aibisogni dei cittadinidell’Alta Valmarec-chia, dal prossimo 3 dicembre i giorni

di apertura della Farmacia ospedaliera pressol’Ospedale “Sacra Famiglia” di Novafeltria, sa-ranno il lunedì ed il venerdì, in quanto, come ri-chiesto e condiviso con gli Enti locali di riferi-mento, l’attuale giornata d’apertura del merco-ledì sarà sostituita dal lunedì.

Resta invariato l’orario di apertura dalle 9 al-le 15:30.

Sono in corso le procedure di ricerca di per-sonale nell’ottica di ripristinare, quando possibi-le, l’apertura del servizio su tre giornate (lunedì,mercoledì e venerdì). (Fonte Altarimini)

Il liceo scientifico di Novafeltria e classicodi Rimini tra le migliori scuole d’Italia

La grande festa di Capodanno (dalle 23:30) conil bacio sotto al “Pergolato della buona sorte”con il vischio e l’uva propiziatoria, il GrandeFalò dell’anno vecchio, il brindisi di Mille Per-sone, le Danze attorno al Fuoco sino all’alba, ifuochi d’artificioIl calendario delle festività acura dell’Associazione Pro Loco Pennabilli saràdisponibile sul sito www.pennabilliturismo.it onella pagina FB Pro Loco Pennabilli.

Informazioni: tel. [email protected]

Confermata la stella Michelin 2019 al Ristorante “Il Piastrino” di Pennabilli

È stata pubblicata la classifica delle miglioriscuole italiane della Fondazione Agnelli. Il pro-getto eduscopio.it permette di mettere a confron-to le scuole superiori sulle modalità di prepara-zione all’università o al mondo del lavoro. Ilmetodo usato tiene conto delle medie dei votidegli studenti nelle superiori, confrontandolecon il rendimento nel primo anno di università.Le scuole sono divise in 6 categorie e la provin-cia di Rimini ha ottenuto buoni risultati. Il mi-gliore è quello del Liceo Scientifico ToninoGuerra di Novafeltria, che ha il primato anchetra i linguistici. Il liceo classico “Giulio Cesare”di Rimini primeggia tra le scuole romagnole.Terza posizione per il Dante Alighieri.

Tra i licei pedagogici al secondo e terzo po-sto troviamo rispettivamente il Cesare-Valgimi-gli e le Maestre Pie a Rimini.

Ottimo piazzamento per quanto riguarda gliistituti tecnici: primo posto per il Valturio terzoposto all’Einaudi di Santarcangelo, quarto il Go-betti di Morciano, quinto Marco Polo di Rimini.(Fonte Altarimini)

Natale e Capodanno a Pennabilli Da sabato 8 dicembre a domenica 6 gennaio: manifestazioni natalizie e Capodanno in piazza nel centro storico di Pennabilli

Il grande Presepe sulla Rupe, la via dei Pre-sepi, i Presepi d’Autore e il Capodanno. E anco-ra concerti, la grande tombolata l’arrivo di Bab-bo Natale e l’incontro con i più piccoli.

Macerata Feltria: il Paese delle Meraviglie Il borgo di Macerata Feltria si trasforma in

un mondo magico. Fiabesche scenografie e straordinari effetti

di luce renderanno l’antico borgo medioevale

del paese, il Castello, l’impeccabile cornice diun magico mondo.

I protagonisti sono i bambini che con i lorosogni e la loro fantasia riescono a far vivereanche agli adulti la magia di una “Favola”.

NOTIZIE FLASH DALLA VAL FOGLIA E VALCONCANOTIZIE FLASH DALLA VAL FOGLIA E VALCONCA

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Una stella MICHELIN: una cucina di grandequalità. Merita la tappa!

Prodotti di prima qualità, finezza nelle prepa-razioni, sapori distinti, costanza nella realizza-zione dei piatti

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Se non vi trovate già in zona, preventivatedel tempo per arrivare al ristorante, distante dal-le grandi strade di comunicazione, ma immersoin un piacevole paesaggio collinare. Trovereteun casolare settecentesco in pietra, ma soprattut-to un’ottima cucina inventiva ed elaborata, chenon vi farà rimpiangere la strada fatta.

Gli ispettori della Guida MICHELIN

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32MONTEFELTRO LA BACHECA