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Natura Nascosta n° 30

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PROGRAMMA CONSUNTIVO 2004 DELLE ATTIVITÀ

Andrea Cordella, Riccardo D’Ambrosi, Giorgio Deiuri, Fabio M. Dalla Vecchia, Andrea Moratto, Sergio Soban, Maurizio Tentor

Speleologia

L’attività svolta nel 2004 è stata come sempre intensa e diversificata. - Le uscite a carattere prettamente speleologico sono state molto numerose in varie zone della Regione. La tipologia di grotte visitate ed esplorate è stata varia, comprendendo sia grotte verticali di notevole difficoltà sia semplici cavità sub orizzontali. Alle uscite bisogna aggiungere la partecipazione a diversi incontri e manifestazioni a tema speleologico. - Il 2 marzo abbiamo presenziato all’incontro organizzato dal Circolo Speleologico Idrologico Friulano in occasione della presentazione del libro “Il fenomeno carsico nelle Alpi Carniche”. - Il 16 marzo abbiamo partecipato all’incontro tenutosi presso la sala consigliare del Comune di Ronchi dei Legionari per la presentazione del libro “Foibe” di Raul Pupo e Roberto Spazzali. - Il 27 marzo abbiamo partecipato all’inaugurazione dell’area didattico-naturalistica “il luogo della Ghiandaia” presso la ex Cava di via Romana a Monfalcone. Abbiamo contribuito attivamente a tale iniziativa con lo scavo di buche per la piantumazione degli alberelli effettuata dai bambini della scuola elementare “EnricoToti”. Sul luogo è stato esposto un pannello informativo permanente dedicato alla geologia e alla paleontologia dell’area. Il progetto è stato realizzato dall’associazione Amici del Carso e dalla Sezione WWF di Monfalcone. - Il 3 aprile abbiamo presenziato all’incontro organizzato dalla Società di Studi Carsici “A. F. Lindner” in occasione della presentazione del quarto numero della pubblicazione “Studi e Ricerche”. - Il 3 aprile abbiamo partecipato all’incontro “Monfalcone e L’Euroregione, le minoranze nazionali” organizzato dal Comune di Monfalcone in collaborazione con la Provincia di Gorizia, il Circolo di cultura Istro-Veneta “Istria”, l’Agenzia della democrazia locale di Verteneglio (Istria, Croazia) e l’associazione Trzic di Monfalcone. Lo scopo della nostra adesione è stato quello di promuovere le nostre attività. - Il 28 marzo presso la nostra sede si è tenuto un corso di II livello di tecnica speleologia organizzato dal Comitato Esecutivo Regionale della Commissione Nazionale Scuole di Speleologia della Società Speleologica Italiana (S.S.I.). Oltre a partecipare attivamente al corso, i nostri soci si sono occupati della parte logistica.

Natura Nascosta Numero 30 Anno 2005 pp.1-7 Figure -

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- Il 24-25 aprile in collaborazione con Comitato Esecutivo Regionale della Commissione Nazionale Scuole di Speleologia della S.S.I., abbiamo contribuito alla riuscita del V Stage Regionale di qualificazione per Istruttori di Tecnica e Aiuto Istruttori tenutosi nei locali della nostra sede sociale. Due soci hanno presso attivamente parte in veste di “Istruttore docente”. - La Scuola di Speleologia di Monfalcone, di cui la nostra Associazione è sede, ha organizzato, dal 4 Maggio al 6 Giugno, il XV Corso di Speleologia di I livello con il patrocinio del Comune di Monfalcone e l’omologazione da parte della C.N.S.S. della SSI. Sono state compiute cinque uscite pratiche in grotta e 11 lezioni teoriche in sede, con il supporto di un videoproiettore digitale e con la proiezione di diapositive. Come al solito, l’attrezzatura speleologica, l’assicurazione e le dispense sono state a carico della nostra Associazione. - In veste di Scuola di Speleologia nel 2004 abbiamo ospitato nella nostra sede le riunioni del Comitato Esecutivo Regionale della Commissione Nazionale Scuole di Speleologia della S.S.I. - Dal 13 al 29 maggio è stato esposta presso il Centro Commerciale Emisfero la nostra mostra itinerante “L’acqua che berremo”. - Abbiamo partecipato al “Triangolo dell’Amicizia” incontro annuale tra i gruppi speleologi di Italia, Slovenia e Austria. Quest’anno la manifestazione si è tenuta a Klagenfurt (Austria) dal 25 al 27 giugno. - Il 6 luglio, in occasione del concerto serale della banda civica di Monfalcone, abbiamo contribuito all’apertura e all’illuminazione della Rocca. Sono stati esposti anche alcuni pannelli speleo-fotografici. - Il 28 agosto abbiamo partecipato all’incontro internazionale per la valorizzazione dei siti storici della Prima Guerra Mondiale in provincia di Gorizia. - Il 28 agosto, in collaborazione con il campo estivo di Lega Ambiente-Circolo Green Gang 2004, abbiamo eseguito una dimostrazione delle tecniche speleologiche di risalita e discesa su sola corda. Inoltre sono state proiettate fotografie delle principali grotte della nostra Regione. - Nei mesi estivi è proseguita l’esplorazione della Grotta dei Cappelli (Monte Canin, Udine) con la forzatura di un meandro grazie alla collaborazione di uno membro del Gruppo Speleologico San Giusto di Trieste. La grotta dunque prosegue è l’esplorazione avverrà nel 2005. - A settembre abbiamo partecipato attivamente al Corso di Speleologia di I livello organizzato dal Comitato Esecutivo Regionale della Commissione Nazionale Scuole di Speleologia della S.S.I. - Il 3 ottobre, in occasione della 9° marcia non competitiva “Alla riscoperta degli antichi Castellieri” organizzata dal Gruppo Marciatori dell’Olmo di Selz (Ronchi dei Legionari), abbiamo illuminato artificialmente la Grotta Vergine e partecipato attivamente alla buona riuscita della manifestazione informando sulla storia della grotta e sul suo uso durante la Grande Guerra. Hanno visitato la cavità 224 persone. - I giorni 8-9 ottobre un nostro socio ha partecipato al corso di III livello di Idrologia Carsica tenutosi a Costola (VI).

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- Dal 29 al 31 ottobre abbiamo partecipato all’incontro internazionale di Speleologia “Frasassi 2004”. In tale occasione è stata esposta la nostra mostra itinerante “L’acqua che berremo”e partecipato alla riunione annuale della S.S.I. - Il 10 dicembre, grazie alla collaborazione di Pierpaolo Russian, si è tenuta presso la nostra sede una proiezione pubblica di diapositive della zona di Monfalcone e del vicino Carso durante la I Guerra Mondiale. - Anche quest’anno è proseguito il nostro impegno sul tema del Corridoio 5. Sono stati esposti in diverse occasioni alcuni pannelli per informare la comunità locale sulle gravi conseguenze che tale opera avrebbe su di un territorio atipico e “delicato” come quello carsico. Abbiamo partecipato a numerose riunioni con altre associazioni e con politici locali sensibili a questo problema. Abbiamo presenziato attivamente a parecchi incontri e conferenze dedicati a questo argomento. - Da segnalare la partecipazione di due nostri soci al corso organizzato dal Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico per la formazione di tecnici del soccorso. - Abbiamo contribuito, in collaborazione con il Gruppo Speleologico “Carlo Debeljak” e altri gruppi regionali, al proseguo dell’esplorazione della Grotta “Claudio Skilan”, la più estesa e profonda del Carso italiano. - Sono stati acquistati libri e riviste per un continuo aggiornamento della biblioteca, nonchè materiali e attrezzature speleologiche per un continuo rinnovamento del magazzino. - La nostra sede continua ad essere anche la sede ufficiale della Federazione Speleologica Regionale. I locali sono utilizzati per le assemblee semestrali e per le riunioni del Consiglio Direttivo della Federazione. - Durante l’anno abbiamo partecipato attivamente, insieme alle altre associazioni di volontariato e ad enti locali e regionali, a numerose riunioni ed incontri. - Da segnalare infine il consueto allestimento delle luminarie sulla Rocca in occasione delle feste natalizie e della Via Crucis che si svolge sul colle che domina Monfalcone. Geologia e paleontologia - È proseguito con il reperimento di 52 nuovi reperti, lo scavo paleontologico nel sito cretaceo di Polazzo (Carso Isontino), eseguito con autorizzazione ministeriale e comunale. - Nei mese di giugno e luglio alcuni soci hanno partecipato ad una campagna di ricerche in terreni triassici, organizzata dal Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università degli Studi di Milano. - È stata pubblicata con il contributo economico della Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia, la monografia sul sito paleontologico di Polazzo “Il Carso 85 milioni di anni fa: gli straordinari fossili di Polazzo”. La monografia è stata presentata pubblicamente con una conferenza presso l’Oratorio “don F. Tonzar” di Monfalcone. - È stato praticamente ultimato lo studio stratigrafico-sedimentologico-tafonomico dei “calcari a Rudiste” dell’Istria meridionale (Croazia) e quello sulla successione albiana superiore di Porto Cervera (Istria centro-occidentale). È stata inviata alle stampe una pubblicazione riguardante i Microcodium “paleocarsici” provenienti dalle cave istriane

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di bauxite. In collaborazione con un paleontologo dell’Università di Ferrara, è iniziato lo studio paleontologico-paleoecologico delle comunità a Pachyperna istriana affioranti presso le cave di bauxite dell’Istria centrale. - E’ proseguito lo studio stratigrafico della successione infra-cretacea del margine della Piattaforma Friulana affiorante nel settore sloveno del Monte Sabotino. - Sono state completate le indagini mineralogico-petrografiche sulle areniti paleogeniche del Sudalpino orientale e delle Dinaridi. - Sono proseguiti gli studi sui rettili mesozoici, con la pubblicazione della descrizione di resti del rettile marino Tholodus e dello pterosauro Eudimorphodon. - Sono stati pubblicati e inviati gratuitamente ai richiedenti e a chi è in rapporti di interscambio con la rivista i n. 28 e 29 di Natura Nascosta. Essi sono gratuitamente disponibili anche in formato PDF nel nostro sito web. - Sono stati stampati o sono attualmente in stampa su altre riviste nazionali e internazionali a cura di nostri soci i seguenti lavori scientifici: F. M. DALLA VECCHIA - First record of the rare marine reptile Tholodus schmidi from the Middle Triassic of the Southern Alps, Rivista Italiana di Paleontologia e Stratigrafia , 110(2): 479-492, Milano. F. M. DALLA VECCHIA - An Eudimorphodon (Diapsida, Pterosauria) specimen from the Norian (Late Triassic) of north-eastern Italy. Gortania - Atti Mus. Friul. St. Nat., 25(2003): 47-72, Udine. F. M. DALLA VECCHIA, A rewiev of the Triassic pterosaur record, International Workshop - Eudimorphon: 30 anni dalla scoperta, 7-9 novembre, Rivista del Museo di Scienze Naturali di Bergamo, 22: 13-29, Bergamo. TARLAO A., TUNIS G. & VENTURINI S. – Dropstones, pseudoplanktonic forms, deep water decapod crustaceans in a Middle Eocene condensed succession of Central Istria (Croatia). Palaeoecology, Palaeogeography, Palaeoclimatology, 218: 325-345, Amsterdam. - E’ in stampa, in un volume dedicato ai dinosauri Sauropodomorfi pubblicato dall’Indiana University Press, il contributo di F. M. DALLA VECCHIA “Between Gondwana and Laurasia: Cretaceous sauropods in an intraoceanic carbonate platform”. - Sono in stampa nelle Memoires of the Geological Society of America (Special Issue) i risultati dello studio su Microcodium. “Examples of Microcodium colonization in paleokarstic deposits of Istria (Croazia)” - Sono stati pubblicati in altre riviste e quotidiani nazionali a cura di nostri soci i seguenti lavori divulgativi ed informativi: DALLA VECCHIA F.M., 2004 - Il Museo Paleontologico Cittadino della Rocca di Monfalcone, una realtà sul territorio . Bisiacaria, n. unico 2005: 23-34, Associazione Culturale Bisiaca, Ronchi dei Legionari.

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DALLA VECCHIA F.M., 2004 - Gli straordinari pesci fossili del Libano. Dinosauri, 3: 48-54, Genova.

DALLA VECCHIA F.M., 2004 -In Transilvania a caccia degli ultimi dinosauri. Dinosauri, 5: 46-53, Genova.

DALLA VECCHIA F.M., 2004 -In Iran sulle orme dei dinosauri. Dinosauri, 6: 50-56, Genova. DALLA VECCHIA F.M., 2004 -Un uovo di pterosauro di 120 milioni di anni fa. Le

Scienze, 432: 20-21, Roma. DALLA VECCHIA F.M., 2004 - Dinosauri africani - Rinvenute due nuove specie nel Niger settentrionale. Le Scienze, 432: 20-21, Roma. DALLA VECCHIA F.M., 2004 - Morso fatale - Un fossile getta nuova luce sulla

dieta di dinosauri predatori. Le Scienze, 433: 26-27, Roma. DALLA VECCHIA F.M. – Il mare che uccide, Il Messaggero Veneto, 30/12/2004. - È stata potenziata la parte del sito web dedicata al Museo e alla sua attività. A tale scopo è stato registrato un “dominio” e un collegamento internet ADSL . - Abbiamo partecipato a convegni e congressi nazionali e internazionali in relazione alla attività scientifica e museale. In particolare abbiamo atteso alle Giornate di Paleontologia della Società Paleontologica Italiana che si sono tenute a Bolzano in giugno, dove è stato distribuito ai partecipanti la monografia “Il Carso 85 milioni di anni fa: gli straordinari fossili di Polazzo”. - È proseguito l’aggiornamento del database delle sezioni sottili e delle sezioni di roccia (slabs) provenienti dalle sezioni stratigrafiche esaminate nel corso dell’anno; il database sarà inserito nel sito web per essere fruibile da tutti gli utenti della rete. - Il Curatore del Museo ha partecipato alle riunioni del Direttivo della Società Paleontologica Italiana di cui era Consigliere eletto, ma ha dato le dimissioni in ottobre per l’impossibilità a parteciparvi a causa di motivi economici. Il Curatore del museo ha tenuto le seguenti conferenze pubbliche: 29/01/2004 - Seminario per studenti e docenti “I dinosauri cretacei delle piattaforme carbonatiche periadriatiche” nell’ambito di due giornate di seminari di paleontologia dei Vertebrati presso il Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Cagliari. 27/05/2004 - Seminario per studenti e docenti “L’evoluzione dei Tetrapodi sulla base delle evidenze paleontologiche” nell’ambito dei seminari sul tema “Evoluzionismo: Scienza Attuale” presso il Dipartimento di Biologia Evoluzionistica Sperimentale dell’Università di Bologna. 24/09/2004 - Conferenza sulla geologia e i fossili del Cansiglio a Malnisio (PN). 17/12/2004 - Conferenza pubblica “L’Italia al tempo dei dinosauri: flora, fauna ed

ambienti all’epoca dei grandi rettili” presso l’Auditoriun di Ziracco (Udine).

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- Sono stati acquistati libri e si sono rinnovati abbonamenti a riviste scientifiche (Rivista Italiana di Paleontologia e Stratigrafia , Bollettino della Società Paleontologica Italiana) per la Biblioteca geo-paleontologica del Museo. - Nei nostri laboratori sono state eseguite 178 sezioni sottili di roccia provenienti da numerose località italiane ed estere utilizzate per i nostri studi geologici. - Sono state acquistate attrezzature e materiali per la catalogazione, protezione, conservazione, preparazione, incremento e studio delle collezioni paleontologiche. - È proseguita l’apertura gratuita al pubblico delle sale espositive permanenti e dei laboratori del Museo Paleontologico Cittadino della Rocca secondo gli orari in vigore nel 2004. Didattica - Anche nel 2004 sono continuate le nostre attività a favore di scuole di ogni ordine e grado ed associazioni varie, che durano ininterrottamente dal 1984 con 683 interventi svolti al 31/12/2004. Sono state eseguite 15 proiezioni di nostri documentari e 30 uscite ad indirizzo speleologico, paleontologico e paletnologico, per un totale di 45 interventi. I rapporti fra le varie tipologie di scuola e le provenienze hanno rispettato l’andamento dell’anno precedente con una netta prevalenza di richieste da parte di scuole elementari della provincia di Gorizia. Rispetto al 2003 abbiamo avuto un incremento di 18 interventi in seguito sia all’invio a tutti gli istituti della provincia di Gorizia (elementari, medie, superiori) di una lettera conoscitiva corredata dall’ultima versione del depliant delle nostre attività, sia al completamento dei documentari interattivi sulla Storia della Vita e sul carsismo. In base a quanto detto finora, il 2004 si colloca fra gli anni migliori, coincidente con il 20° anno di attività della sezione didattica della nostra Associazione. E’ stato inoltre trasformato in forma multimediale ed interattiva il nostro precedente documentario a diapositive sul carsismo dedicato al I ciclo della scuola elementare (vecchia denominazione). Abbiamo proseguito, con lo stesso entusiasmo di sempre, il lavoro di aggiornamento degli altri nostri documentari con nuove immagini e migliori presentazioni grazie alle nozioni acquisite dai nostri soci che operano in questo settore. A questo proposito abbiamo partecipato al III Corso Nazionale svoltosi a Barcis (PN) dal 24 al 27 giugno con temi concernenti la didattica speleologica. Per migliorare la fruizione da parte delle scolaresche della nostra sede speleo-paleontologica nonché sede museale, magazzino e laboratorio paleontologico, sono state acquistate nuove sedie, un telo per proiezioni a scomparsa, una lavagna, un carrello portacomputer e videoproiettore. E’ stato pure messo a norma l’impianto elettrico sistemando l’illuminazione obsoleta ed insuffic iente. Cavità artificiali - Con lo scopo di proseguire la ricerca e il rilievo delle cavità artificiali esistenti nel Carso nel territorio comunale di Monfalcone (iniziata nell’anno 2000 e denominata

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“Progetto EMME”), è stata costituita in seno alla nostra Associazione la “Sezione Cavità Artificiali” (12 novembre). Quest’anno sono state effettuate diverse uscite dedicate alla ricerca e al rilevamento di nuove cavità. Tali uscite possono essere condotte per pochi mesi l’anno, generalmente quelli invernali, durante i quali è consentita una facile individuazione della grotte, che si trovano quasi esclusivamente entro i camminamenti trincerati e pieni di vegetazione. L’altissima densità di grotte individuate, una ogni 15 metri circa, oltre le difficoltà ambientali incontrate, hanno ritardato notevolmente la chiusura di questo progetto. - Abbiamo partecipato a varie conferenze e incontri aventi per tema le cavità artificiali e a presentazioni di libri e mostre tra le quali quella di Caporetto in Slovenia. - Abbiamo partecipato ad iniziative in collaborazione con altri gruppi. - Abbiamo contribuito, in data 11 settembre, alla manifestazione “Alla scoperta della fortezza di Osoppo”con due pannelli fotografici realizzati ad hoc dedicati alla Grotta Vergine e alla Grotta dei Pipistrelli. - Sono stati presi contatti con diverse persone, cultori della materia, al fine di ottenere foto originali e inedite della Prima e della Seconda Guerra Mondiale. - Nel mese di febbraio abbiamo eseguito la pulizia della trincea che collega la Grotta Vergine (VG 1063) e la Grotta dei Pipistrelli (VG 224). Questo lavoro s’inquadra nel progetto di valorizzazione delle due caverne di Guerra e del progetto per l’area tematica della Grande Guerra voluto e patrocinato dal Comune di Monfalcone. - È stata effettuata una ricerca su un’iscrizione della 23a Compagnia ed il lavoro è stato pubblicato su Natura Nascosta n. 29 del dicembre 2004. - Durante l’anno sono state effettuate diverse uscite tra le quali due per visite guidate, 16 per documentazione fotografica, 12 per la presentazione di mostre, libri ed incontri, 12 riguardanti la grotta Vergine e dei Pipistrelli (pulizia, fotografia e per incontri in Municipio), altre per posizionamenti di cavità con il GPS. - È stata eseguita una ricerca per un signore di Roma che cercava notizie su di una località dell’attuale Slovenia dove suo nonno aveva combattuto con la Brigata Sassari e una seconda ricerca per altra persona interessata alla Brigata Padova, ad ambedue sono state fornite notizie .

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LE ORME DI DINOSAURO NEL CRETACEO DEI M. LEPINI (LATINA,

LAZIO MERIDIONALE) LE ABBIAMO SCOPERTE NOI

WE DISCOVERED THE DINOSAUR FOOTPRINTS IN THE CRETACEOUS OF MTS LEPINI, LATIUM REGION, ITALY!

Fabio M. Dalla Vecchia, Gaspare Morgante e Daniele Raponi

Abstract: In July 2003 the authors were charged by a local public administration to look for dinosaur evidences along the Mounts Lepini (Latium region, Italy) We investigated many quarries and outcrops, and discovered a dinosaur footprint site in the bed of a limestone quarry along the southern flank of the mountains. According to the geological map, confirmed by micropaleontology, the dating of the footprint-bearing beds is most probably Cenomanian. Sauropod and theropod footprints are preserved. It is the first report of dinosaur evidence in the Latium region, that during Cretaceous times belonged to the Latium-Abruzzi-Campania Carbonate Platform occurring in the Tethyan Ocean between

Natura Nascosta Numero 30 Anno 2005 pp.8-15 Figure 2

La monografia dedicata al sito paleontologico di Polazzo edita con il contributo economico della Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia,.

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Afroarabia and the southern margin of Europe. The only dinosaur found in that platform before our discovery was the famous and slightly older Scipionyx samniticus. Thus, we discovered the first dinosaur footprints in that carbonate platform, just where other teams (Mounts Lepini are only 50 km far away Rome) did find anything. Our report to the local public administration was communicated to the branch of the Ministery for the Cultural Goods responsible for archeology, monuments and also fossils (the Soprintendenza), that later charged some researchers of the University of Rome "La Sapienza" to study the site, without informing us. We were not asked to collaborate, and not even informed about the beginning of the works. Recently the new of the dinosaur site discovery was published in some popular magazines with large diffusion over the Italian territory. The discovery was reported as done "casually by amateurs" and our names are never mentioned. This obliges us to defend our rights and rivendicate the discovery as the result of our personal professional preparation. Key words : Dinosaur footprints, Cenomanian, Late Cretaceous, Latium, Latium-Abruzzi-Campania Carbonate Platform.

Nel luglio 2003, il mese più caldo degli ultimi 100 anni, su incarico della XIII Comunità Montana M. Lepini - Ausoni, stavamo visitando sistematicamente tutte le cave aperte nei calcari mesozoici del margine meridionale dei M. Lepini (Provincia di Latina), quando questo ci era concesso dai proprietari. Il nostro incarico prevedeva l’individuazione di eventuali siti paleontologici con resti di dinosauri, da tutelare e valorizzare nel territorio della Comunità, che comprende la parte meridionale e occidentale dei M. Lepini e la parte occidentale dei M. Ausoni. Lo stimolo a tale ricerca era stato fornito dalla notizia, riportata dai mezzi di comunicazione di massa, del rinvenimento di un osso di dinosauro effettuato in una località imprecisata dei M. Lepini da un turista triestino nel 1998 e da rinvenimenti in contesti geologici simili in Istria, Carso e Puglia.

Il 14 luglio ci recammo in visita ad una cava lungo il margine meridionale dei Lepini, naturalmente previa autorizzazione del proprietario. Non forniamo qui il nome della cava, dato che non ci risulta sia ancora stato pubblicato dalle riviste che citeremo più avanti. In questo modo vogliamo sia evitare complicazioni con le Autorità preposte, sia impedire danneggiamenti da parte di vandali e curiosi. La localizzazione è comunque riportata nella nostra relazione finale alla Comunità Montana. Nella cava si trova esposta una sezione di carbonati di piattaforma carbonatica interna, spessa parecchie decine di metri e scarsamente disturbata dalla tettonica. Nel Foglio 159 - Frosinone della Carta Geologica d’Italia, detti carbonati sono attribuiti al Daniano-Cenomaniano superiore (ACCORDI et al., 1967) e nella nostra relazione abbiamo riportato come più probabile una datazione al Cenomaniano. Questa datazione è stata successivamente confermata da studi micropaleontologici.

Nei M. Lepini e Ausoni affiorano quasi esclusivamente rocce carbonatiche del Giurassico-Cretaceo, prevalentemente di piattaforma interna, più raramente di margine. Durante il Cretaceo la zona dei M. Lepini apparteneva alla Piattaforma carbonatica Campano-Laziale-Abruzzese o Piattaforma Appenninica (PHILIP & FLOQUET, 2000).

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Nei massi della cava erano visibili blocchi di calcare con strutture sedimentarie (per esempio, mud cracks) che testimoniavano la deposizione in acque molto basse e anche eventi di emersione. In una ampia superficie di strato esposta vicino ad una parete rocciosa identificammo numerose depressioni organizzate in modo tale e con caratteri tali da suggerire che si trattasse di orme di grandi vertebrati terrestri e quindi, data l’età, dinosauri. In particolare si osservava una “fascia” di depressioni subcircolari che attraversava in diagonale l’area e ricordava il sito ad orme di sauropodi Solaris I dell’Istria (DALLA VECCHIA & TARLAO, 2000). Oltre alle depressioni subcircolari (identificabili come impronte di dinosauri quadrupedi) si intravvedevano anche alcune orme tridattile.

Nei mesi estivi l’individuazione delle orme fossili è molto difficile a causa del sole troppo alto sull’orizzante e in luglio l’illuminazione ideale per mettere i risalto le asperità delle superfici si ha troppo presto la mattina o troppo tardi alla sera. L’accessibilità alle cave era limitata dal’orario di apertura e chiusura (tra le 16 e le 17) quando il sole è ancora troppo alto e le luce troppo poco angolata per evidenziare bene le orme e le altre strutture sedimentarie poco profonde. Inoltre, la natura esplorativa del nostro incarico non prevedeva attività di scavo per evidenziare meglio ed ulteriormente il contenuto paleoicnologico del sito, cosa che avrebbe previsto pure un’autorizzazione da parte della Soprintendenza competente. Tuttavia, anche quello che si poteva vedere in tali condizioni era sufficiente per una identificazione preliminare come icnofossili di dinosauro delle strutture visibili, riferibili a piccoli sauropodi e a teropodi di dimensioni medio-piccole.

Le orme della cava, attribuite quindi a dinosauri, furono descritte nella relazione finale per la XIII Comunità Montana, consegnata a fine luglio 2003. In essa si diceva tra l’altro che “il sito va segnalato...alla Soprintendenza competente per territorio

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Figura 1 - L’ampia superficie di strato esposta all’interno della cava. Luglio 2003. The wide bed surface exposed inside the quarry. July 2003. affinchè ne garantisca l’eventuale tutela”.

Si trattava del primo sito con orme di dinosauro identificato nella Piattaforma Carbonatica Appenninica, la seconda località con testimonianze di dinosauro (dopo Pietraroja, Benevento, dove è stato trovato il piccolo teropode Scipionyx) e la prima sicura località con fossili di dinosauro nel Lazio.

La scoperta non era inaspettata per noi. Le piattaforme carbonatiche - ed in particolare quelle Periadriatiche come la Piattaforma Appenninica - erano evidentemente zone che potevano ospitare faune terrestri, soprattutto dinosauri (si veda ad esempio, DALLA VECCHIA, 1994, 1997, 1998a,b,1999, 2001, 2002; DALLA VECCHIA & TARLAO, 1995, 2000; DALLA VECCHIA & VENTURINI, 1995, 1996; DALLA VECCHIA et al., 1993, 2000, 2001, 2002; DAL SASSO & SIGNORE, 1998; GIANOLLA et al., 2000). Come abbiamo già menzionato sopra, la presenza nei M. Lepini di resti ossei di possibili dinosauri era già stata segnalata in un articolo pubblicato sul quotidiano “Il Piccolo” di Trieste nel 1998. Un triestino in vacanza nel Lazio aveva affermato di aver trovato in un luogo imprecisato dei Monti Lepini un frammento di osso di dinosauro “della lunghezza di 20-25 centimetri e spesso circa un pollice”. Tuttavia finora nessuna descrizione di tale reperto è stata pubblicata.

Successivamente al rinvenimento, Gaspare Morgante e Daniele Raponi hanno segnalato il sito della cava alla competente Soprintendenza, la quale ha quindi affidato lo studio a personale del Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università la Sapienza di Roma.

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Figura 2 - La superficie sulla quale si intravedono le depressioni subito interpretate come probabili orme di dinosauro. Luglio 2003. The bed surface where the depressions soon identified as probable dinosaur footprints can be seen. July 2003.

Le Soprintendenze in Italia però possono fare quello che ritengono opportuno senza renderne conto a nessuno. Non coinvolgere i rinvenitori nello studio delle orme fossili di dinosauro, soprattutto quando sono tutti laureati in geologia e uno ha un’esperienza provata e documentabile nella paleoicnologia dei vertebrati (si veda la bibliografia specifica alla fine dell’articolo) non è certo un esempio di fair play. Non possiamo mettere in discussione tale comportamento se queste sono le leggi del nostro Paese, ma amareggia il fatto di non essere stati nemmeno informati dell’inizio dei lavori di studio del sito.

Alle prime notizie indirette dell’inizio dei lavori da parte del Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università la Sapienza di Roma temevamo che si verificasse quanto successo in altri casi: cioè che si dimenticasse il merito di chi ha effettivamente scoperto il sito. Questo è regolarmente avvenuto. La notizia della scoperta, evidentemente non fornita da noi, è stata oggetto di articoli da parte, tra le altre, della rivista a diffusione nazionale Panorama. L’articolo del 17 marzo 2005, a firma di Chiara Palmerini, riporta a p. 185 “pochi mesi fa un gruppo di appassionati di paleontologia, in giro per escursioni nella zona, ha scoperto le orme e le ha segnalate agli esperti dell’Università di Roma La Sapienza”.

Con questo nostro articolo vogliamo rivendicare pubblicamente e una volta per tutte la paternità della scoperta, non avvenuta casualmente ma nell’ambito di uno specifico

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progetto di ricerca. Abbiamo trovato le orme fossili di dinosauro in una zona in cui sulla base dei dati geologici era presumibile che si potessero trovare e dove nessuno prima di noi, né amatori né professionisti accademici era stato tanto abile e tenace da scoprirle. Lavori citati ACCORDI B., ANGELUCCI A. & SIRNA G. (1967) - Foglio 159 e Foglio 160 - Frosinone e Cassino. Note Illustrative della Carta Geologica d’Italia, pp. 77 (+ carta geologica), Roma. DALLA VECCHIA F.M. (1994) - Jurassic and Cretaceous Sauropod evidence in the Mesozoic carbonate platforms of Southern Alps and Dinarids. In: LOCKLEY M.G., FARIA dos SANTOS V., MEYER C.A. & HUNT A., Aspects of Sauropod Paleobiology, Gaia, v. 10 (1994), pp. 65-73, Lisbona. DALLA VECCHIA F.M. (1996c) - Dinosaur tracksites in the Cretaceous of Istria (Croatia). Journ. Vert. Paleont., Abstract of papers, 56th Annual Meeting Society of Vertebrate Paleontology, American Museum of Natural History, New York City, 30A, Lawrence. DALLA VECCHIA F.M. (1997) - Terrestrial tetrapod evidence on the Norian (Late Triassic) and Cretaceous carbonate platforms of Northern Adriatic region (Italy, Slovenia and Croatia). Proceedings of the Int. Symp. “Mesozoic Vertebrate Faunas of Central Europe”, Sargetia, ser. Sci. Nat., v. XVII, pp. 177-201, Deva. DALLA VECCHIA F.M. (1998a) - Remains of Sauropoda (Reptilia, Saurischia) in the Lower Cretaceous Upper Hauterivian/Lower Barremian) limestones of SW Istria (Croatia). Geologia Croatica, v. 51(2), pp. 105-134, Zagabria. DALLA VECCHIA F.M. (1998b) - Theropod footprints in the Cretaceous Adriatic-Dinaric carbonate platform (Italy and Croatia). In: PEREZ-MORENO B., HOLTZ T., SANZ J.L. & MORATALLA J.J. (a cura di-), Aspects of Theropod Paleobiology, Gaia, v. 15, pp. 355-367, Lisbona. DALLA VECCHIA F.M. (1999) - A sauropod footprint in a limestone block from the Lower Cretaceous of northeastern Italy. Ichnos, v. 6(4), pp. 269-275. DALLA VECCHIA F.M. (2001) - Terrestrial ecosystems on the Mesozoic peri-adriatic carbonate platforms: the vertebrate evidence. Proceedings VII International Symposium on Mesozoic Terrestrial Ecosystems, Buenos Aires, September 26th-October 1st, 1999, Asociación Paleontológica Argentina, Publ. Esp., n. 7, pp. 77-83, Buenos Aires. DALLA VECCHIA F.M. (2002) - Cretaceous dinosaurs in the Adriatic-Dinaric carbonate platform (Italy and Croatia): paleoenvironmental implications and paleogeographical hypotheses. Mem. Soc. Geol. It., v. 57 (2002), pp. 89-100, Roma. DALLA VECCHIA F.M. & TARLAO A. (1995) - Dinosaur evidence in the Cretaceous of Istria (Croatia). Proceedings of the First Croatian Geological Congress, v. 1, pp. 151-154, Zagabria. DALLA VECCHIA F.M. & TARLAO A. (2000) - New dinosaur track sites in the Albian (Early Cretaceous) of the Istrian peninsula (Croatia). Part II - Paleontology. In: DALLA VECCHIA F.M., TARLAO A., TUNIS G. & VENTURINI S., New dinosaur track sites in the Albian (Early Cretaceous) of the Istrian peninsula (Croatia), Mem. Sci. Geol. Padova, v. 52/2, pp. 227-293, 1 carta, Padova. DALLA VECCHIA F.M. & VENTURINI S. (1995) - A theropod (Reptilia, Dinosauria) footprint on a block of Cretaceous limestone at the pier of Porto Corsini (Ravenna, Italy). Riv. Ital. Paleont. Strat., v. 101(1), pp. 93-98, Milano.

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UN VIAGGIO GEO-PALEONTOLOGICO IN MAROCCO

A GEOPALEONTOLOGICAL TRIP TO MOROCCO

Fabio M. Dalla Vecchia Abstract – From April 24th to May 1st 2005 I was part of a geo-paleontological expedition to southern Morocco. We followed the route Ait Ourir-Ouarzazate – Alnif - Rissani - Er Rachidia - Midelt - Beni-Mellal - Demnate - Marrakech, crossing the High Atlas, the Anti Atlas, the hammadas zone and again the High Atlas, the Middle Atlas and the mounts of Beni Mellal. The last day we were at Oukaimeden and along the valley of Ourika in the High Atlas south of Marrakech. We visited the region of Alnif with its Paleozoic rocks rich in trilobites, the region of Erfoud with the Devonian rich in marine invertebrates, the continental Upper Cretaceous of the Tafilalt with vertebrate remains, the Jurassic of the High Atlas, the Bathonian dinosaur footprint site near Demnate, the continental Triassic of Oukaimeden and the close valley of Ourika. A new fossil site with concretions preserving fishes and ammonites is reported, occurring in the Cenomanian-Turonian limestone of Asflat Goulimima, close to Erfoud. The most extraordinary specimen collected in the site is a marine reptile, probably an aigialosaurid mosasauroidean. Introduzione

Dal 24 aprile al primo maggio 2005 ho partecipato ad una escursione nel Marocco meridionale organizzata da Giordano Marsiglio, Presidente dell’Associazione Naturalistica Friulana di Tarcento. La comitiva (fig. 1) era costituita da 15 persone provenienti in gran parte dal Friuli, ma con la partecipazione anche di quattro veneziani interessati agli aspetti paleontologici del Paese nordafricano. Il viaggio è stato effettuato in aereo da Verona a Marrakech e poi in macchina seguendo l’itinerario Ait Ourir – Ouarzazate – Alnif - Rissani - Er Rachidia - Midelt - Beni-Mellal - Demnate - Marrakech, attraversando in successione l’Alto Atlante, l’Anti Atlante, la zona degli hammada (la propaggine settentrionale del deserto sahariano), nuovamente l’Alto Atlante, il Medio Atlante e i monti di Beni Mellal. L’ultimo giorno è stata visitata la località di Oukaimeden e la valle dell’Ourika nell’Alto Atlante a sud di Marrakech.

Natura Nascosta Numero 30 Anno 2005 pp.16-44 Figure 34

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Questa non è una relazione su di un viaggio nel complesso piuttosto travagliato a causa di aspetti logistici, meccanici e di rapporti interpersonali. Tratterò qui solo gli aspetti geologici e paleontologici.

Avrei dovuto recarmi nel Marocco meridionale per motivi paleontologici già nel settembre 1986, al terzo anno di università, ma la spedizione era stata annullata all’ultimo minuto (avevo già preparato i bagagli) perchè il mio compagno di viaggio era stato “cacciato” ad un esame e doveva studiare per sostenerlo nuovamente ad

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Figura 1 - La nostra comitiva durante la colazione a Rissani, paese ai margini del Sahara. My trip fellows during breakfast at Rissani, town of the Tafilalt region at the margin of Sahara desert.

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ottobre. Dopo 19 anni, finalmente mi si forniva l’occasione di visitare il paese magrebino, così interessante dal punto di vista geologico. Da Marrakech ad Alnif

Nel lungo spostamento da Ait Ourir (la nostra prima sosta notturna dopo l’arrivo all’aereoporto, situata a 35 km da Marrakech) ad Alnif - circa 400 km - abbiamo attraversato l’Alto Atlante muovendoci verso sud-est, per raggiungere l’Anti Atlante in prossimità di Ouarzazate, e proseguire poi costeggiando il Jebel Sarhro, posto a nord, e gli ultimi contrafforti prima del deserto, a sud. Le colline attorno ad Ait Ourir sono costituite dalle rocce rosse (peliti ed arenarie, talvolta con increspature da onda o corrente, figura 2) caratteristiche di un ambiente di deposizione continentale o di piana costiera situata ai margini di un continente. Questa litologia si trova frequentemente sia nell’Alto che nel Medio Atlante con spessori di centinaia di metri ed appare assai inusuale a noi “alpini”, abituati a calcari, dolomie e flysch.

Più all’interno nell’Alto Atlante compaiono fittissime, sottili e regolari alternanze di strati calcarei e marnosi o marnosi ed arenacei. Questo tipo di stratificazione assume un particolare aspetto estetico tra il passo di Tizi-n-Tichka (che si trova a 2600 metri di altitudine) e Ouarzazate (figg. 2-3). Poco prima del passo ci sono peliti

Figura 2 - Increspature da onda nelle arenarie rosse lungo la strada che attraversa l’Alto Atlante a sud-est di Marrakech.

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The ripple marks in the red sandstones along the road crossing the High Atlas south-east of Marrakech.

Figura 3 - Una gola attraversa le rocce sedimentarie fittamente stratificate dell’Alto Atlante tra il passo Tizi-n-Tichka e Ouarzazate. A gorge cuts the thinly stratified sedimentary rocks of the High Atlas between the Tizi-n-Tichka Pass and Ouarzazate.

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Figura 4 – Altra vista delle rocce sedimentarie fittamente stratificate dell’Alto Atlante tra il passo Tizi-n-Tichka e Ouarzazate. Another view of the thinly stratified sedimentary rocks of the High Atlas between the Tizi-n-Tichka Pass and Ouarzazate. grigio-brunastre con abbondanti bioturbazioni.

Al bivio per la valle del Draa a sud e il Tafilalt ad est, abbiamo preso la strada per il Tafilalt in direzione di Alnif. A nord c’è il granito precambriano del Jebel Sarhro, a sud la successione paleozoica. Alcune decine di chilometri prima di Alnif sul lato destro della strada abbiamo trovato un affioramento di arenarie rossastre con un livello di stromatoliti dalla caratteristica forma di denti di sega (fig. 4). Alnif Questo paese si è autonominato “la capitale dei trilobiti”. La metà dei negozi nel piccolo abitato, situato al centro di un oasi, vende fossili ai turisti di passaggio. Tutti i ragazzini del paese vi offriranno in vendita facopidi e altri trilobiti. L’imperativo, se volete acquistare un fossile, è trattare. Nessuno si aspetta un acquisto senza una trattativa preliminare. Da segnalare è il negozio di Mohand Ihmadi, diplomato in geologia, che onestamente ha dedicato un settore a fossili e minerali dichiaratamente falsi. Grazie a Ihmadi abbiamo un’idea chiara della geologia e della paleontologia locale (fig. 5). Sopra il granito precambriano del Sarhro si hanno in successione stratigrafica i

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depositi del Cambriano (542-488 milioni di anni fa), dell’Ordoviciano, del Devoniano e del Carbonifero inferiore (330 milioni di anni fa). Trilobiti si trovano

Figura 5 - La ricerca del livello stromatolitico nelle arenarie rosse (foto di Paolo Viola). The research of the stromatolithic level in the dark-red sandstones (photo by Paolo Viola).

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Figura 6 - La geologia dei dintorni di Alnif. The geology of the surroundings of Alnif.

Figura 7 - Vista della piana di Alnif dal monte Tiskaouine. View of the Alnif plane seen from the Mount Tiskaouine.

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Figura 8 - La ricerca di trilobiti ordoviciani lungo le pendici del Tiskaouine. The Ordovician trilobites search along the flanks of the Mount Tiskaouine.

Figura 9 - Lo strato di siltite bruna ricco di esemplari del trilobite Diacalymene. The brown silty bed rich in specimens of the trilobite Diacalymene. negli “scisti a Paradoxides” del Cambriano medio del Jebel Tlassem (Jebel significa “monte” in arabo), nell’Ordoviciano superiore del Jebel Tiskaouine, e nel Devoniano medio del Jebel Issoumour (ricco di facopidi). La mattinata del 26 aprile l’abbiamo passata alle falde del Tiskaouine (figg. 7-8), guidati da Mohamed, insegnante del paese che ha passato un periodo in Italia e parla la nostra lingua. Nel detrito che forma il pendio alla base del monte si rinvengono in abbondanza frammenti del trilobite Diacalymene (fig. 9), oltre a brachiopodi ortidi e briozoi. Mohamed mi ha condotto ad un’affioramento di un intervallo di arenarie e siltiti fogliettate brune-giallastre situato a metà costa. Qui è esposto un livello siltoso-arenitico zeppo di grandi (7-9 cm di lunghezza) esemplari di Diacalymene (fig. 9). L’estrazione di un esemplare intero è difficoltosa e comporta la frantumazione di numerosi altri esemplari. Pochi metri al di sotto di questo livello, le siltiti includono noduli durissimi nei quali spesso si rinvengono parti di trilobiti (più raramente trilobiti interi) e altri organismi marini. Lo stato di conservazione di questi esemplari è in generale migliore di quello dei reperti estratti nello strato superiore. Il Tafilalt

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La sera del 26 aprile siamo arrivati a Rissani, un paese decisamente sahariano e il punto più meridionale che abbiamo raggiunto in Marocco. Nella mia stanza dell’albergo Sigilmassa la temperatura la sera raggiungeva i 35 gradi e il muezzin (registrato) richiamava sonoramente i fedeli per ben tre volte tra le 3 e le 4 del mattino. Diversamente da quanto pensavo, a Rissani non c’è mercato di fossili. Il commercio di reperti si svolge 20 km più a nord, ad Erfoud. La mattina del 27 aprile, condotti dalla guida Marussi, abbiamo visitato i siti paleozoici, prevalentemente devoniani, situati a sud-est di Erfoud. Prima abbiamo visto i calcari neri ricchi di cefalopodi (ortoceridi ed ammonoidi) che affiorano nell’erg (il deserto pietroso). Poi ci siamo fermati per circa un ora ai piedi di una cresta rocciosa dove affiorano calcari grigi con ortoceridi, ammonoidi, grandi bivalvi, brachiopodi, rari gasteropodi e trilobiti (fig. 10). Qui ci sono anche livelli in cui si rinvengono ortoceridi, ammonoidi, trilobiti e probabili spugne conservati in ematite (ossido di ferro). Io ho avuto pure la fortuna di raccogliere due frammenti ossei riferibili ad un “pesce”, un placoderma od un ostracoderma. Nella sabbia gialla tra le pietre scure si vedevano spesso piste recentissime lasciate da artropodi, probabilmente scorpioni, che inducevano alla prudenza (fig. 11). Quindi ci siamo recati nella zona dove lavoratori locali, in condizioni decisamente difficili e senza alcun controllo sulle condizioni di lavoro, estraggono lastre di crinoidi all’interno di gallerie scavate lateralmente sulle pareti di buchi aperti nel terreno (fig. 12). Infine, eccoci in un sito con stelle marine e rari trilobiti, conservati in una sottile brecciolina (fig. 13).

Dopo questa “scorpacciata” di paleozoico, seguendo una mia richiesta alla guida Marussi, una parte della comitiva è stata condotta sui depositi continentali cretacei, mentre gli altri si sono recati alle dune dell’Erg Chebbi. L’affioramento cretaceo che abbiamo visitato si trova ad una ventina di chilometri a nord di Erfoud, proprio sulla strada che porta a Er Rachidia, lateralmente ad una lussureggiante oasi lungo il corso dello Ziz, presso le località di Bordj-Yerdi e Douira (fig. 14). I depositi continentali cretacei che affiorano nelle regioni del Tafilalt e, più a sud, del Kem Kem sono formati prevalentemente da arenarie rosse o - più raramente - giallastre, che verso l’alto presentano intercalazioni marnose o argillose. Questa parte è spessa 100-200 metri ed è ricoperta da calcari che, essendo più resistenti delle rocce sottostanti, formano una caratteristica cengia al tetto delle alture (fig. 15). I calcari (“Calcaire cénomano-turonien”) rappresentano una trasgressione marina che ha ricoperto la zona durante il Cenomaniano superiore-Turoniano, circa 90-95 milioni di anni fa. Il sito che abbiamo visitato è oggetto di estrazione di sabbia, perchè le arenarie cretacee sono qui assai poco cementate. Si tratta del litotipo più chiaro e grigio-giallastro. Si osservano strati a geometria irregolare, con laminazione inclinata, più raramente piano-parallela o convoluta. Questi corpi sedimentari sono separati da paleosuoli sui quali si aprono tane di invertebrati che attraversano gli strati nel loro spessore (fig. 16). Posso ipotizzare in via preliminare che si tratti di depositi di esondazione in zone poste tra i canali distributori di un corso d’acqua in vicinanza della costa (situata a nord), sui quali si sviluppavano i paleosuoli. Queste sabbie poco cementate si sono rivelate molto più fossilifere di quanto mi aspettassi. Nel breve tempo della nostra sosta ho raccolto

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numerosi denti incompleti del rostro del pesce sega Onchopristis (fig. 18), parecchi frammenti ossei indeterminati, pezzi ossei piatti probabilmente riferibili a porzioni di carapace di tartarughe, un piccolo dente emisferico del pesce Lepidotes (fig. 18) ed alcune scaglie probabilmente riferibili ad esso, vertebre di pesci

Figura 10 - Accumuli di frammenti rocciosi sui fianchi di bassi rilievi formati da calcari devoniani ricchi di fossili nel deserto a sud-est di Erfoud. The accumulation of rock debris along the flanks of the bluffs made of Devonian limestone and rich in fossils in the desert south east of Erfoud.

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Figura 11 – tracce di scorpioni tra le rocce del sito della figura precedente. Traces of skorpions around the rocks in the site of figure 10.

Figura 12 – Le buche scavate nel deserto a sud-est di Erfoud alla ricerca di crinoidi fossili. Holes dug in the desert south-est of Erfoud searching for fossil crinoids.

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Figura 13 – Raccolta di stelle marine fossili paleozoiche in un sito a sud-est di Erfoud. Collecting Paleozoic marine starsfish in a site south-east of Erfoud.

Figura 14 – Il sito di Bordj Yerdi – Douira con arenarie continentali del Cenomaniano. The site of Bordj Yerdi – Douira with Cenomanian sandstones of continental environment.

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Figura 15 – La cengia (dalle) formata dai calcari marini cenomaniano-turoniani. The ledge (dalle) made of marine limestone with a Cenomanian-Turonian age.

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Figura 16 – Piccola sezione delle arenarie continentali del Tafilalt con indicate le gallerie di invertebrati (frecce nere) e i paleosuoli (frecce bianche). Shont stratigraphic section of continental sandstone in the Tafilalt, with invertebrate burrows indicated by black arrows and paleosoils indicated by white arrows.

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Figura 17 – Alla ricerca di resti di dinosauro, coccodrillo o pesce cretaceo. Searching for Cretaceous dinosaur, crocodylian or fish remains. teleostei, alcuni denti frammentari o consumati riferibili a coccodrilli o al dinosauro teropode Spinosaurus (fig. 18) e un piccolo centro vertebrale caudale procele appartenente ad un individuo immaturo di un coccodrillo eusuco o, meno probabilmente, ad un baby sauropode titanosauriano. Altri componenti del nostro gruppo, coadiuvati da due ragazzi del luogo, hanno trovato pure due denti del pesce polmonato Ceratodus (figg. 16, 18). C’è da chiedersi quanti reperti siano continuamente messi alla luce dai lavori di estrazione della sabbia. Un’idea l’abbiamo avuta al Musée des Fossiles che si trova sulla strada tra Rissani ed Erfoud pochi chilometri a sud di quest’ultima cittadina. A dispetto del nome e del fatto che ci sia una ampia sala espositiva dove sono esposti soprattutto trilobiti, il Musée des Fossiles è una ditta dove i fossili, in quantità industriale sono preparati e venduti in tutto il mondo. Nella sala dedicata alla vendita sono esposte alcune cassette di denti dei dinosauri Carcharodontosaurus (fig. 18) e Spinosaurus, di sauropodi, coccodrilli ed altri vertebrati, nonchè ossa varie di tutte le dimensioni, provenienti dalle arenarie cretacee del Tafilalt. Da notare un dente a forma di foglia e seghettato di uno strano coccodrillomorfo, ossa delle zampe di teropodi e un grande condilo occipitale con la porzione di cranio circostante, probabilmente appartenente ad un grande teropode.

Tuttavia, i fossili più soprprendenti dal punto di vista scientifico che ho potuto vedere nei laboratori del Musée provengono da un sito che, a quanto mi risulta, è nuovo per la

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scienza. Essi sono conservati in grandi concrezioni carbonatiche che ricordano quelle della Formazione Santana della Chapada do Araripe (Brasile). Le

Figura 18 – Denti di vari vertebrati provenienti dai depositi continentali Cretacei del Tafilalt. Il dente del pesce sega Onchopristis manca della punta. Teeth of different vertebrates from the Cretaceous continental deposits of Tafilalt. The tooth of the saw-fish Onchopristis lacks the point.

concrezioni contengono pesci che, a prima vista, assomigliano molto a quelli brasiliani, nonchè grandi e diversificate ammoniti. Si rinvengono nei calcari cenomaniano-turoniani nella località Asflat Goulimima, non lontano da Erfoud. Il reperto più straordinario raccolto in questo sito è un rettile marino, un mosasauroideo probabilmente aigialosauride, caratteristico dell’intervallo Cenomaniano-Turoniano, parente stretto degli attuali varani e alla base dell’evoluzione dei Mosasauri. L’esemplare è già stato preparato e presenta conservati il cranio, la mandibola, parte della colonna vertebrale cervicale e toracica, costole e alcuni elementi degli arti e, forse dei cinti. Il proprietario della ditta è già a conoscenza del fatto che si tratta di un Aigialosauride e lo offre in vendita a circa 1600 euro. L’importanza del reperto risiede nel fatto che si tratta della prima segnalazione di questo gruppo in Africa e questo ne amplia l’areale di distribuzione. Squamati marini (aigialosauridi e dolichosauridi) sono riportati nel continente Afroarabico, ma provengono dai calcari del Cenomaniano inferiore di En Yabroud (Israele) e del Cenomaniano superiore del Libano. Questi rettili sono più comuni nella piattaforma carbonatica Adriatico-Dinarica e in particolare nel

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Carso (soprattutto a Comeno/Komen) e nell’Isola di Lesina/Kvar in Dalmazia (Croazia). L’esemplare marocchino presenta grandi dimensioni (si veda la figura 19) rispetto alla media degli aigialosauridi del Carso,

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Figura 19 – Il nuovo rettile Aigialosauride proveniente dai calcari cenomaniano-turoniani di Asflat Goulimima . The new Aigialosaurid from the Cenomanian-Turonian limestone of Asflat Goulimima .

Dalmazia e Libano. Si tratta probabilmente di un nuovo taxon ed è auspicabile la sua acquisizione da parte di un’istituzione scientifica e uno studio adeguato.

Data l’importanza del reperto, ritengo opportuno riportare una traduzione in inglese di questa parte.

Since the scientific importance of the specimen I traslate into English this latter part of the article.

The Musée des Fossiles (Museum of Fossils) occurs along the road between Rissani and Erfoud few miles south of the latter. Despite its name and the presence of a wide exhibition room exposing mainly trilobites, the Musée des Fossiles is a shop where fossils are prepared and sold to people all around the world. The fossils most surprising under the scientific point of view that I saw in the laboratoires of the Musée come from a site that in my knowledge is new to science. They are preserved in large carbonate concretions (nodules) that remind those from the Santana Formation of the Chapada do Araripe (Brazil). They contain fishes that at first sight are similar to those preserved in the Brazilian nodules, as also large and relatively diversified ammonites. The concretions are found in the Cenomanian-Turonian limestone of the locality Asflat Goulimima, not very far away Erfoud. The most extraordinary specimen collected in the site is a marine reptile, probably an aigialosaurid mosasauroidean, typical of the interval Cenomanian-Turonian, strict relative of living varanids and at the base of the mosasaurian evolution. The specimen has already been prepared and preserves the skull, lower jaw, part of the cervical and dorsal vertebral column, ribs and some limb and perhaps girdle elements. The owner of the Musée is aware of the fact that it is an Aigialosaurid and offers it at the cost of about 1600 Euros (about 2100 USD) The fossil is important because represents the first report of the group in Africa and this widens its geographic distribution. Marine squamates (aigialosaurids and dolichosaurids) are reported from the Afroarabian Continent, but come from the lower Cenomanian of En Yabrud (Israel) and the upper Cenomanian of Lebanon. Those reptiles are most common in the Adriatic-Dinaric Carbonate Platform, particularly in the Karst (mainly at Comeno/Komen sites) and in the Lesina/Kvar island of Dalmatia (Croazia). The specimen from Morocco is large-sized (see figure 19) with respect to the average size of the aigialosaurids and dolichosaurids from the Karst, Dalmatia and Lebanon. It is probably a new taxon and I hope it will be purchased by a scientific institution and studied.

Quella del 27 aprile è stata sicuramente la tappa più proficua dal punto di vista paleontologico.

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Er Rachidia - Beni Mellal Spostandosi a nord lungo la strada che da Erfoud conduce ad Er Rachidia (nota un

tempo come Ksar es Souk) si costeggia lo Ziz che si è scavato il corso tra i depositi del Cretaceo. Superati gli affioramenti del Cretaceo si arriva a Er Rachidia e si entra nell’Alto Atlante dove dominano le rocce giurassiche fittamente stratificate. Esse appaiono a franapoggio e del tutto prive di un ricoprimento vegetale attorno all’invaso

Figura 20 – Strati a franapoggio sul lago artificiale Hassan Addakhil. Sloping stratification on the artificial lake Hassan Addakhil.

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Figura 21 – Fitta stratificazione nei pressi del Tunnel del Legionario. Sulla destra un accampamento per una festa berbera. Thin stratification close to the Legionary Tunnel. A camp for a Berberian feast is visibile on the right low corner. artificiale di Hassan Addakhil (fig. 20) dove evidentemente la lezione del Vajont non è stata presa in considerazione. Qui si trovano brachiopodi rinconellidi, ammoniti e bivalvi, che si possono anche acquistare per pochi dirham nei banchetti lungo la strada. Le regolari stratificazioni giurassiche sono nuovamente esposte subito dopo il tunnel del Legionario (fig. 21) e una cinquantina di chilometri più ad est nella località di Gourrama sono ricchi di piccole ammoniti in ematite. Sulla strada, ecco anche una eccezionale serie regolare di mounds (piccole collinette) carbonatici, che fotografo in corsa dal pulmino (fig. 22). Infine, si apre di fronte a noi la vasta piana di Midelt (fig. 23) che separa l’Alto Atlante dal Basso Atlante e dove ricompaiono le rocce rosse marnose di ambiente continentale e di mare basso. La zona circostante Midelt non fornisce grandi quantità di fossili, ma questa cittadina è lo stesso una delle capitali marocchine del fossile. Si vendono infatti fossili e minerali provenienti da tutte le località del paese. Per quanto riguarda i reperti paleontologici, spiccano quelli provenienti dai fosfati (Maastrichtiano-Eocene) della regione di Khourigba, tra i quali abbiamo notato quantità industriali di denti di condritti (squali e razze), resti scheletrici articolati e denti singoli di mosasauri, e due grandi crani completi di un crocodiliforme simile ad un gaviale.

Rocce del Giurassico, calcari grigi e marne rosse, dominano il paesaggio tra Midelt e Beni Mellal.

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Figura 22 – Mounds carbonatici giurassici nell’Alto Atlante tra il Tunnel del Legionario e Midelt. Jurassic carbonate mounds in the High Atlas between the Legionary Tunnel and Midelt.

Figura 23 – L’ampia piana di Midelt, che separa l’Alto Atlante dal Medio Atlante. The wide plain of Midelt, between the High Atlas and the Middle Atlas.

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Beni Mellal - Demnate Tra Beni Mellal e il lago di Bin el Ouidane affiora una successione del Giurassico inferiore composta inferiormente da dolomie e calcari stratificati ai quali si sovrappongono marne ed argille rossastre. Lungo la strada si può osservare abbastanza fedelmente la successione figurata da MONBARON et al. (1985) e, proprio nella posizione stratigrafica (la parte sommitale delle dolomie e dei calcari) in cui questi autori segnalano la presenza di orme di dinosauri in una zona posta più a sud, abbiamo identificato pure noi orme fossili di vertebrati sulle superfici di strato verticali esposte lungo i tornanti che scendono al lago. Purtroppo, non ci siamo potuti fermare e osservare più in dettaglio questi reperti.

D’obbligo la visita alle belle cascate d’Ouzoud (fig. 24), una delle principali attrazioni turistiche del Marocco, dove l’acqua precipita per 100 metri da una parete di peliti rosso sangue circondate da una rigogliosa vegetazione con una straordinaria gamma di tonalità di verde. Imponenti depositi di travertino bruno-rossiccio incrostano le pareti e le antiche radici degli alberi che un tempo le ricoprivano. La parete opposta della gola formata dal corso d’acqua dopo il salto è costituita da carbonati stratificati nei quali si aprono cavità carsiche.

Arrivati a Demnate, siamo andati alla ricerca del famoso sito ad orme di dinosauro del Giurassico medio (Batoniano) nel bacino di Iouaridène. La località si trova ad una quindicina di chilometri ad est di Demnate, oltre il villaggio di Imi-n-Ifri (segnalato

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Figura 24 – Le cascate di Ouzoud The Ouzoud water falls. nelle carte turistiche per la presenza di un “ponte naturale”, vale a dire un’ampia cavità, forse pure un’antica cascata concrezionata). L’ampia vallata di Iouaridène (fig. 25) è costituita da rocce di colore rosso-violaceo, che in talune zone raggiunge un’intensità difficilmente immaginabile se non la si vede di persona. Non esistono indicazioni che conducano i visitatori alle superfici che conservano le orme. Tuttavia, basta fermarsi sulla strada e dai piccoli villaggi arriveranno frotte di bambini che vi scorteranno sui siti fornendovi le loro interpretazioni delle varie tracce. Tra i campi di graminacee dal colore verde-giallastro costellate di papaveri rossi, vicino alla strada asfaltata, affiorano superfici di siltiti bruno rossastre, ricoperte di poligoni di disseccamento (mud-cracks) e con sottili increspature da corrente (ripple marks). La superfici sono attraversate da piste di dinosauri bipedi di dimensioni relativamente

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grandi e con le zampe tridattili (figg. 26-28), probabilmente teropodi che si spostavano camminando in linea retta a moderata velocità. Le orme singole isolate

Figura 25 – La conca di Iouaridène. The Iouaridène basin. sono rare ed appartengono agli individui di minori dimensioni.

Su altre superfici, soprattutto una situata vicino ad un piccolo corso d’acqua che attraversa la zona e dove le donne lavavano i panni, si osservano le orme dei dinosauri sauropodi, in particolare delle belle coppie mano piede con grandi bordi di espulsione (figg. 29-31).

Tutti questi strati siltoso-arenacei sono ricoperti da spessori decimetrici di tenere marne rosse (fig. 32), e ciò mi spinge a due considerazioni. La prima, spiacevole, è che l’erosione asporta inesorabilmente gli strati con le impronte e quindi sarebbe opportuno mapparli ed effettuare calchi delle orme meglio conservate. Tracce di gesso all’interno di alcune orme tridattile indicano che un loro calco, per quanto in modo maldestro, è stato tentato. La seconda, positiva, è che al di sotto delle marne rosse, tenere e facilmente asportabili, le superfici con le orme proseguono e possono essere portate alla luce.

Abbiamo retribuito con qualche dono e un po’ di soldi le nostre piccole guide, sperando che questo induca la popolazione locale a considerare le orme fossili come fonte di guadagno, se conservate in posto, e a salvaguardarle.

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Tra Demnate e Ait Ourir l’Alto Atlante diventa verde e ricco di vegetazione, ricordando in certe zone la Puglia, la Sicilia o l’Altipiano Anatolico, e gli affioramenti rocciosi sono di conseguenza più rari.

Figura 26 – Una pista di dinosauro teropode su di una superficie ricca di poligoni di disseccamento fossili. The trackway of a theropod dinosaur on a surface with mud cracks.

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Figura 27 – Un’altra pista di teropode. Another theropod trackway

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Figura 28 – Una singola orma di teropode con l’impronta del metatarso. A single theropod footprint with the mark of the metatarsus.

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Figura 29 – Superficie calpestata da dinosauri sauropodi. Surface trampled by sauropod dinosaurs.

Figura 30 – Particolare della superficie. Particolar of the surface .

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Figura 31 – Coppia mano-piede di un dinosauro sauropode. Manus-pes set of a sauropod dinosaur.

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Figura 32 – Marne e siltiti rosse che coprono il livello di siltiti/arenarie con le orme. Red marl and siltstone covering the footprint-bearing siltstone/sandstone level. Oukaimeden e la valle dell’Ourika L’ultimo giorno ci siamo recati nella stazione sciistica di Oukaimeden (2650 m sul livello del mare) situata a circa 70 km a sud di Marrakech. Per raggiungerla si risale una stretta ed erta valle scavata nelle arenarie rosse continentali, i “Grès de l’Oukaimeden” datati al Triassico superiore sulla base del loro contenuto in pollini (BIRON & DUTUIT , 1981). Nella zona turistica le superfici delle arenarie rosse presentano incisioni rupestri che riproducono sia simboli sia figure umane ed animali (una gazzella, un elefante, un toro, fig. 33). Questi ultimi non potevano che vivere a decine di chilometri di distanza dalle aspre vette dell’Atlante e oggi si trovano centinaia di chilometri più a sud oltre il Sahara. I graffiti hanno fatto la gioia del nostro compagno di viaggio Paolo Viola di Farra d’Isonzo. Al ritorno, Antonio Armellini ed il sottoscritto (fig. 34) si sono fatti lasciare sulla strada in mezzo alle montagne ed hanno risalito per 25 km la valle dell’Ourika fino al paese di Setti-Fatma, in vista del Jebel Toubkal che con i suoi 4167 metri sul livello del mare, è la vetta più alta dell’Africa settentrionale. La valle, ricca di acqua per lo scioglimento della neve ancora presente nelle vette circostanti e quindi piena di vegetazione, è una località classica di villeggiatura per i benestanti di Marrakech. La sezione stratigrafica esposta è riportata come “Permo-Trias” nelle pubblicazioni geologiche e presenta nella parte inferiore siltiti fogliettate grigio-brunastre, ricoperte da una potente successione di depositi continentali rossi, i

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“Grès de l’Oukaimeden” che costituiscono gran parte delle montagne circostanti e, come abbiamo visto, risalgono al Triassico

Figura 33 – Un’incisione rupestre di Oukaimeden che rappresenta un toro (foto di Paolo Viola). A rupestrian engraving at Oukaimeden representing a bull (photo by Paolo Viola). superiore. Alla base di questi depositi continentali rossi sono segnalati siti con orme di tetrapodi (BIRON & DUTUIT , 1981). Quello che mi ha colpito sono i grandi spessori di peliti rosso-sangue nelle quali si osservano con chiarezza didascalica corpi canalizzati di arenarie, solo in parte sovrapposti, con larghezze dell’ordine delle decine di metri e altezze metriche. Posso azzardare in via preliminare che si tratti della deposizione in una piatta piana ad elevata subsidenza attraversata da bassi ed ampi corsi d’acqua che esondavano depositando il sedimento più fine tra i canali distributori. Verso l’alto della valle diventano prevalenti le arenarie e spessi banchi di brecce. Presso Setti-Fatma si osservano resti di morene formate prevalentemente da ciottoli e massi di granodioriti chiare (che risaltano con violenza nel rosso dominante) provenienti dai circostanti Ibel-n-Tarout (4001 m) e Ibel Tidili (3844 m), le cui vette presentavano ancora tracce di neve. Purtroppo non avevo con me la macchina fotografica.

In conclusione, il Marocco è un vero e proprio paradiso naturalistico. In futuro contribuirà con molti dati importanti allo sviluppo della paleontologia dei vertebrati.

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Figura 34 – L’ autore (destra) e Antonio Armellini, con una tajin in primo piano (foto di Paolo Viola). The author (right) and Antonio Armellini, with a tajin in foreground (photo by Paolo Viola). Lavori citati BIRON P. E. & DUTUIT J.-M. (1981) - Figuration sédimentaires et traces d’activité au sol dans le Trias de la formation d’Argana et de l’Ourika (Maroc). Bull. Mus. natn. Hist. nat., Paris, 4 sér., sect. C, v. 3, n. 4, pp. 399-427, Parigi. MONBARON M., DEJAX J. & DEMATHIEU G. (1985) - Longues pistes de Dinosaures bipedès à Adrar-n-Ouglagal (Maroc) et répartition des faunes de grands Reptiles dans le domaine

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atlasique au cours du Mésozoique. Bull. Mus. natn. Hist. nat., Paris, 4 sér., sect. C, v. 7, n. 3, pp. 229-242, Parigi. INDICE PROGRAMMA CONSUNTIVO 2004 DELLE ATTIVITÀ A. Cordella, R. D’Ambrosi, G. Deiuri, F. M. Dalla Vecchia, A. Moratto, S. Soban, M. Tentor……………………………………………pag. 1 LE ORME DI DINOSAURO NEL CRETACEO DEI M. LEPINI (LATINA, LAZIO MERIDIONALE) LE ABBIAMO SCOPERTE NOI We discovered the dinosaur footprints in the Cretaceous of Mts Lepini, Latium Region, Italy! F. M. Dalla Vecchia, G. Morgante e D. Raponi………………….…………pag. 8 UN VIAGGIO GEO-PALEONTOLOGICO IN MAROCCO A geopaleontological trip to Morocco F. M. Dalla Vecchia ..……………………………………………………….pag 16

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Pubblicazioni del Gruppo Speleologico Monfalconese A.d.F. Natura Nascosta n°. 1 (1974) esaurito/sold out Natura Nascosta n°. 2 (1978) esaurito/sold out Natura Nascosta n°. 3 (1981) esaurito/sold out Natura Nascosta n°. 4 (1990) esaurito/sold out Natura Nascosta n°. 5 (1990) esaurito/sold out Natura Nascosta n°. 6 (1992) esaurito/sold out Natura Nascosta n°. 7 (1993) esaurito/sold out Natura Nascosta n°. 8 (1993) esaurito/sold out Natura Nascosta n°. 8 (suppl.) (1993) Natura Nascosta n°. 9 (1994) esaurito/sold out Natura Nascosta n°. 10 (1995) esaurito/sold out Natura Nascosta n°. 11 (1995) esaurito/sold out Natura Nascosta n°. 12 (1996) esaurito/sold out Natura Nascosta n°. 13 (1996) esaurito/sold out Natura Nascosta n°. 14 (1997) esaurito/sold out Natura Nascosta n°. 15 (1997) esaurito/sold out Natura Nascosta n°. 16 (1998) esaurito/sold out Natura Nascosta n°. 17 (1998) esaurito/sold out Natura Nascosta n°. 18 (1999) Natura Nascosta n°. 19 (1999) Natura Nascosta n°. 20 (2000) Natura Nascosta n°. 21 (2000) Natura Nascosta n°. 22 (2001) Natura Nascosta n°. 23 (2001) Natura Nascosta n°. 24 (2002) Natura Nascosta n°. 25 (2002) Natura Nascosta n°. 26 (2003) Natura Nascosta n°. 27 (2003) Natura Nascosta n°. 28 (2004) Natura Nascosta n°. 29 (2004)

I numeri esauriti di Natura Nascosta, possono essere richiesti e verranno inviati in fotocopia, solamente previo versamento delle spese di realizzazione e spedizione, mentre per gli arretrati disponibili verranno richieste solamente le spese postali.

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I numeri esauriti di Natura Nascosta si possono scaricare in formato PDF dal sito:

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