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La prima ecorivista gratuita online, per gli amanti della natura e del bello
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Econotizie per gli amanti della natura e del bello
Anno 2013 • N. 4
in collaborazione con FAITAin collaborazione con FAITA
natural-mind.it
Magazine prodottocon energia certifi cata
Ci facciamo un ape?A GUSTO MIO
Le Keys della FloridaITINERARI DI
Il turismo all’aria aperta: un settore che tiene
RECEPTION
3GRADIREMMO CONOSCERE LA TUA OPINIONE SU natural mind
®. PER FORNIRCELA, CLICCA QUI.
Cari lettori,
è arrivata l’estate, da mol-ti amata, da qualcuno non troppo gradita. Un’estate, co-munque, sulla scia delineata dagli anni scorsi: vacanze all’insegna dell’economia. E non potrebbe es-sere altrimenti, visto il perdurare di una crisi economica senza prece-denti e l’incapacità dei nostri am-ministratori di contrastarla, addirit-tura di capirne le cause.
La jurnata ‘e sole deve ancora arrivare, spe-riamo che arrivi. Per ora continuiamo ad essere nella tempesta.
L’estate merita, comunque, un momento di relax. Noi di natu-ral mind® cerchiamo di offrirvelo facendovi viaggiare nelle Keys della Florida o nelle opportunità che offre il turismo all’aria aper-ta, un settore che, ci piace ripetere, offre sempre più value for money. Insieme a questo, la storia del pallone, la sfera che gira più della terra, quella della Ford, nell’ambito della nostra piccola storia dell’auto, il racconto per i junior di casa e molto altro.
Buona lettura e buone vacanze, ovunque le facciate.
CHE BELLA
COSA NA JUR-
NATA ʻE SOLE,
N’ARIA SERE-
NA DOPPO NA
TEMPESTA!
CHE BELLA
COSA NA JUR-‘‘‘‘‘ CHE BELLA ‘ CHE BELLA ‘TEMPESTA!
‘
16RECEPTION• IL TURISMO ALL’ARIA APERTA
Un settore che tiene• V4A
Il marchio qualità internazionale dell’ospitalità accessibile
• SIPACIl salone dell’open air
• CAMPING-ELITE.COMIl nuovo sito per gli amanti dell’open air
45IL CLUB NATURAL MINDLA POSTA DEI LETTORI
ITINERARI DI 6
40JUNIOR CLUBIL CARDELLINO COLORATOStoria di natura per bambini da 2 a 8 anni
LE KEYS DELLA FLORIDAA volo di rondine
natural mind®
Econotizie per gli amantidella natura e del belloPeriodico online del Club
‘natural mind’
Anno 2013 • N. 4
REDAZIONE,COORDINAMENTO E PUBBLICITÀDall’esperienza ultraventennale di
marketing, comunicazione ed edizionedi Make Tailored Advertising Srl
FOTOGRAFIEiStockphoto, Fotolia, archivi privati
PROGETTO GRAFICOMake Tailored Advertising Srl
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alla richiesta di almeno 100 copietotali (minimale di stampa).Se vuoi ricevere una copia
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L’ETA’ DEL NONNOCiao Lorenzo: come nasce un libro
E-SHOPPING
34SALUTE & BENESSEREQUANDO LA DIETA PAGA IL CANONE
5
C’ERA UNA VOLTA ALLA P&GQuando si poteva scegliere il lavoro
CI FACCIAMO UN APE?Il rito intramontabile di aperitivi e cocktail
12STILI DI VITA
QUELLA SFERA CHE FA PIÙ GIRI DELLA TERRA
SFIDE & SPORT36PICCOLA STORIA DELL’AUTOIl marchio FORD
30
A GUSTO MIO28
PASSIONI
ITINERARI DI
6
Seguiamo un pesce rondine che emerge a tratti e spicca il suo volo per centinaia di metri so-
pra un’acqua cristallina il cui colore cangia dal giallo, al verde, all’azzurro, al blu, all’insieme di tutti questi colori. Poi si tuffa per irrorare le sue branchie e i suoi muscoli con il benefi co ossi-
geno che estrae dall’acqua marina e riemerge di lì a poco per continuare il suo volo aereo. Si libra ancora velo-ce nell’aria, spinto dalle lunghe pinne pettorali, mostrando il dorso azzurro mimetico che spicca sui fi anchi ar-gentei. E, di nuovo, giù nell’acqua.Il pesce rondine ci viaggia a fi anco, a
Le Keys della
Florida A vo lo d i rond ine
ITINERARI DI
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“Personaggio affascinante, le sue pagine - profondamente ispirate a uno stile di vita - sono pervase da un senso assoluto della vigoria morale e fi sica, dallo sprezzo del pericolo ma anche dalla perplessità davanti al nulla che la morte reca con sé.” (da Ernest Hemingway, Verdi Colline d’Africa)
A vo lo d i rond ine pochi metri, ed abbiamo la sensazio-ne di cavalcare l’acqua come lui. Ma noi siamo sulla terra ferma ed esatta-mente sulla striscia della Overseas Hi-ghway che, nella Florida meridionale, unisce Miami a Key West, saltando da isoletta a isoletta, in un susseguirsi di ponti sbalzati sul mare per 200 chilo-metri.La striscia è quella delle Florida Keys, un arcipelago di circa 1.700 isole co-ralline che comincia a sud-est della punta della penisola della Florida, cir-ca 15 miglia sotto Miami, e si estende in un dolce arco declinante verso sud-ovest fi no a Key West. Questa, che è la più occidentale delle isole abitate, accoglie una città fatata, allo stesso
tempo attrazione per semplici turisti e dimora di artisti in cerca d’ispirazione.Le Florida Keys sono la porzione emergente di un’antica barriera coral-lina, l’unica ancora vivente nel Nord America e, per questa circostanza, protetta come Parco Nazionale Mari-no. La barriera s’incunea fra l’Ocea-no Atlantico ed il Golfo del Messico, defi nendo parte della Baia della Flori-da per una superfi cie di 356 km² che ospita circa 80.000 abitanti, un terzo dei quali vive a Key West. 45 delle isole-keys sono collegate fra loro dalle 127 miglia della Overseas Highway, la famosa Route 1 celebra-ta da tanti fi lm che, partendo proprio da Key West, attraversa tutta la East
ITINERARI DI
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Coast degli Stati Uniti e termina al confi ne con il Canada. Il tratto delle Keys è percorso ogni anno da miglia-ia di turisti di tutto il mondo, attratti dalle bellezze naturali delle isole, ma anche delle tantissime attività che vi
si svolgono, adatte a qualsiasi età. Ogni isola ha la sua parti-colarità. Key Largo, la prima che s’incontra partendo da Miami verso sud, è famosa per le sensazionali immer-sioni che offre il suo John Pennekamp Coral Reef State Park. La celebrata Islamorada è nota per la pesca sportiva, ma anche per le sue gallerie d’arte e i nego-zietti di artigianato tipico. Marathon, a circa metà dell’arcipelago, è più adat-ta a famiglie con bambini. Ospita, infatti, un motivo di sicuro interesse pe-dagogico per i più pic-coli, il centro di ricer-ca sulle tartarughe e i delfi ni, con i quali si può addirittura fare il bagno. Per i genitori, il piacere del jog-
ging sul vecchio Seven Miles Bridge, ora sostituito da un nuovo ponte per
il traffi co automobilistico.Oltre il ponte, le Lower Keys dove si trova il Bahia Honda
State Park, la cui spiaggia è con-siderata tra le prime dieci de-
gli Stati Uniti. In tale novero, anche la spiaggia di Looe
Key, teatro del popola-re Festival della Musi-
ca Sottomarina che ha luogo ogni anno a luglio.
Ma la regina di tutte le isole e meta defi nitiva di chiunque per-corra la Overseas Highway è Key
West. Ci arrivi e, prima ancora d’inoltrarti fra le sue stradine
ed i suoi locali dove, inva-riabilmente, si fa musica,
ti colpisce la pittoresca architettura delle vec-chie case in legno, in buona parte costru-ite con il legno ricavato dal re-cupero delle navi
naufragate nei
dintorni o affondate dai pirati. Prima fra tutte, l’Atocha, un antico galeone spagnolo scoperto in fondo al mare al largo dell’isola. Il suo legno non è stato usato per costruire case, ma ha offerto lo stesso un importante con-tributo all’economia ed al benessere
ging sul vecchio Seven Miles Bridge, ora sostituito da un nuovo ponte per
il traffi co automobilistico.Oltre il ponte, le Lower Keys dove si trova il Bahia Honda
State Park, la cui spiaggia è con-siderata tra le prime dieci de-
gli Stati Uniti. In tale novero, anche la spiaggia di Looe
Key, teatro del popola-re Festival della Musi-
ca Sottomarina che ha luogo ogni anno a luglio.
Ma la regina di tutte le isole e meta defi nitiva di chiunque per-corra la Overseas Highway è Key
West. Ci arrivi e, prima ancora d’inoltrarti fra le sue stradine
ed i suoi locali dove, inva-riabilmente, si fa musica,
ti colpisce la pittoresca architettura delle vec-chie case in legno, in buona parte costru-ite con il legno ricavato dal re-cupero delle navi
naufragate nei
ITINERARI DI
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ITINERARI DI
locale, visto che conteneva oltre 400 milioni di dollari in oro e argento.
Dal tramonto, Key West ti si pre-senta nel
pieno di quella sfrenata vita mondana per la quale è rinomata da giovani e meno giovani, al punto che le prin-cipali linee di crociere nei Caraibi la eleggono come meta indiscutibile.
Mallory Square, la piazza principale affacciata sul mare, si anima di musica e di gen- t e che vuole divertirsi,
e così i molti locali e bar del centro. “Sloppy Joe’s”, il bar preferito da He-mingway, è ancora una destinazione molto popolare.Da sempre Key West ospita una ricca
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ITINERARI DIcomunità artistica e numerose gallerie d’arte in cui vengono esposte opere e oggetti di artigianato. Molti nomi fa-mosi dell’arte, della cultura e perfi no della politica americana hanno sog-giornato qui, dal drammaturgo Ten-nessee Williams, al naturalista John James Audubon, al pittore Winslow Homer, al presidente Harry S. Truman. Ma il cittadino più commemorato dall’isola è certamente Ernest He-mingway, la cui casa, insieme a quella di Truman, la “Little White House”, è addirittura un museo aperto al pubbli-co. A lui è dedicato ogni anno il 21 lu-glio, la data del suo compleanno, che si festeggia con un festival culturale. Hemingway visse a Key West a più ri-prese, a cominciare dal 1927 quando sposò in seconde nozze Pauline Pfeif-fer, una redattrice di moda di Vogue, che da quel momento diventerà una presenza costante nella sua vita. Qui cominciò anche a scrivere il suo ca-polavoro “A Farewell to Arms” (Addio alle Armi), divenuto poi fi lm famoso con Gary Cooper.Dopo vari viaggi, ci ritornò nel 1931
per apprendere che Pauline era in-cinta ma, insofferente della vita fami-liare e bisognoso di continue nuove avventure, se ne partì di nuovo alla volta della Spagna, a coltivare la sua passione per le corride e per le belle donne. Lì, infatti, ebbe una lunga re-lazione con Jane Mason, moglie di un funzionario della Pan American, che terminerà con il tentato suicidio del-la donna. A Key West Hemingway ci tornerà ancora, alternando quell’iso-la a Cuba, a rincorrere fi no al suicidio l’indole stoica con la quale forgiava anche i suoi protagonisti. Un’indole incline a mostrare grace under pres-sure (grazia sotto pressione), fi nché la pressione della vita non avrà il soprav-vento sulla grazia e sulla “perplessità davanti al nulla che la morte reca con sé.” Quella grazia che ancor oggi ispi-ra il poetico paesaggio di Key West.
Ulisse
C'era una volta alla P&GQuando si poteva scegliere il lavoro
Quando, cinquanta anni fa esatti, dovetti scegliere un lavoro, mi ritrovai con
tre alternative immediatamente disponibili. Avevo tirato negli studi. Sempre promosso a giugno alle medie e al liceo, università di legge in quattro anni, servizio militare nell’aeronautica a seguire. Unica concessione al tempo, la rafferma di tre mesi per specializzarmi in
controllo della circolazione aerea. La posizione offriva un allettante corso d’inglese a tempo pieno di nove mesi presso l’Istituto Shenker di Roma, per giunta pagato dal mio stipendio di sottotenente. Appena compiuti venticinque anni ed in procinto di lasciare la naia ero, quindi, nella condizione di cercarmi un lavoro, con buone prospettive di trovarlo subito. Una scorsa alle inserzioni sul Corriere
STILI DI VITA
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209.11669 Presse Modulhome A4_ITA.indd 1 15/07/13 10:56
STILI DI VITA
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della Sera un mese prima dell’addio alle armi, una decina di CV inviati ed ecco le tre proposte di lavoro. Una della Lever, a Milano, una dell’Alitalia, a Roma, la terza di una misteriosa Procter & Gamble, sempre a Roma. Scartata la prima per motivi logistici imposti dalla mia ragazza, poi moglie. Scartata la seconda, su pressione della stessa ragazza, perché imperniata sul troppo rischioso compito di selezionare le hostess della nostra, all’epoca, glamorous compagnia di bandiera. Rimaneva la proposta P&G ed optai per quella, inorridendo i miei genitori per lo spreco di una laurea che avevano sempre pensato destinata alla magistratura. La quale P&G, come scoprii dopo, era comunemente chiamata la Camay dagli abitanti di Pomezia, dov’era lo stabilimento di produzione, per la diffi coltà di pronunciare un nome così insolito al lessico campagnolo del paese. In realtà, la saponetta Camay, venduta allora con successo dall’azienda, non si produceva nemmeno a Pomezia, ma al nord. Fu la particolarità dell’intervista a decidermi da subito per P&G, caso mai avessi superato
la selezione. Mi misero davanti un book con 400 test, rigorosamente in inglese, ai quali dovevo rispondere al massimo in due ore. Superata con successo l’allora inedita prova, seguì un colloquio personale durante il quale la mia aristocratica pronuncia british acquisita allo Shenker riscontrò qualche incomprensione con quella yankee del mio intervistatore CMF (Conner M. Fay). Per quel complesso d’inferiorità che gli americani hanno per i loro ex colonizzatori quello, forse, fu un elemento decisivo a mio favore. Fatto sta che nell’arco di 24 ore mi ritrovai assunto dalla Procter & Gamble, pardon dalla Camay. Il mio primo giorno di lavoro a Via Chopin 35, zona EUR a Roma, fu lontanissimo dall’idea che mi ero fatto sull’impiego in un uffi cio. Dopo un rapido giro di benvenuto, mi ritrovai rapidamente seduto ad una scrivania, faccia al muro per evitare distrazioni. L’open space dove risiedevo era enorme e rumoroso. Ci vociavano una ventina di Assistant Brand Manager come me e ci scoppiettavano altrettante calcolatrici Olivetti Divisumma. Un esercizio di yoga trovare la
STILI DI VITA
15
concentrazione in un tale ambiente. Agli angoli dello stanzone, i box in legno ad altezza toilette militare dove avevano il privilegio di una minima riservatezza i BM (Brand Manager), cioè coloro che gestivano il marketing dei singoli prodotti. Lungo il corridoio che conduceva al nostro stanzone, gli uffi ci, questa volta in muratura, degli ABPM (Associate Brand Promotion Manager). Loro gestivano un gruppo di prodotti e rispondevano direttamente al capo della struttura, l’AM (Advertising Manager). In una stanza separata, le segretarie, un mestiere oggi scomparso. Impiegavano l’80% del loro tempo a battere e ribattere documenti in inglese che partivano da 4 pagine per essere ridotti a 2, poi a 1, poi a mezza. Obiettivo dell’esercizio: sintesi per risparmiare tempo al lettore, carta, spazio all’archivio. Per sei mesi scelsi i premi da mettere dentro il detersivo per bucato Tide, un’icona dell’epoca. Liste di nanetti in plastica, palline e altri gadget alla Mc Donald’s che l’Uffi co Acquisti comprava e lo stabilimento di Pomezia metteva dentro le scatole. Poi otto mesi ad imparare come ragionano i
commercianti, facendo il venditore di zona dell’Exportex, la società allora concessionaria di vendita della P&G. Poi di nuovo in uffi cio a studiare campagne pubblicitarie e promozionali con le multinazionali della comunicazione al servizio di P&G. Poi altre esperienze per salire man mano a responsabilità superiori con J&J (Johnson & Johnson), BMS (Bristol Myers Squibb). Infi ne, con MTA (Make Tailored Advertising), la società di consulenza marketing che mi sentii di creare per arrivare a quel supremo timone che non riesci mai a vedere in una multinazionale, anche se lo cerchi dal vertice.Con un concetto ormai ben saldo in mente: il lavoro mobilita l’uomo. Qualcosa in più di “nobilita”. Qualcosa che ha a che fare con la voglia di sperimentare, d’innovare, di rischiare, di crescere fi no alla fi ne. Qualcosa che mi ha certamente appagato più di quanto avrebbe fatto il cammino lento e garantito in magistratura.
Tiffany
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RECEPTION
Un settore che tiene
Il turismo all’ariaaperta
RECEPTION
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apertaLe indicazioni che emergono dal-
le prenotazioni e dalle presenze nei mesi di maggio e di giugno
fanno prevedere per l’open air una stagione turistica sostanzialmente stazionaria, con una leggera cresci-ta dal punto di vista degli arrivi, che potrebbero raggiungere i 10 milio-ni di unità (40% dei quali stranieri), mentre potrebbe registrarsi un legge-ro calo in ordine alle presenze. Nella stagione scorsa erano stati totalizzati 9.459.000 arrivi, circa 3.800.000 dei quali stranieri, per circa 70 milioni di presenze. Il 2013 dovrebbe confer-mare queste cifre con una variazione di ±2% non meglio rilevabile allo stato delle cose. FAITA FederCamping at-traverso le Associazioni regionali fe-derate ha registrato l’indicazione di una sostanziale tenuta dell’incoming dall’estero e di una fl essione conte-nuta del mercato interno. Va tuttavia considerato che il periodo in osserva-zione è stato caratterizzato da un dif-fuso maltempo che ha condizionato l’arrivo di molti degli ospiti nei mesi di inizio stagione. Se si dovesse ripro-
porre lo scenario dell’anno passato si potrebbe sperare in un recupero an-che marcato. L’analisi ha, altresì, evi-denziato come sia il mercato interno a soffrire maggiormente con un tenden-ziale –2% di arrivi ed un più contenu-to minor numero di presenze. Prezzi in generale invariati e contrazione dei consumi di prodotti e servizi aggiun-tivi fanno prevedere un calo dei fattu-rati nell’ordine del 3%. Circa la scelta della modalità di soggiorno all’interno delle strutture open air si conferma la tendenza consolidata in questi anni, con una prevalenza di soggiorni in bungalow e case mobili (40% delle presenze) e la lieve crescita di ospi-ti con veicoli ricreazionali (camper e roulotte: 35% delle presenze). Ancora in calo la quota di ospiti in tenda e dei così detti “stanziali”, coloro, cioè, che si stabiliscono in campeggi vicini alle città per più mesi (meno del 25% delle presenze). Naturalmente la situazione differisce regione per regione con una caratterizzazione che vede le regioni del nord in minore diffi coltà (in parentesi la percentuale sulle presenze nazionali re-alizzata lo scorso anno dalla regione):
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RECEPTION
Nord
• Veneto (25%): si prevede una cre-scita di arrivi e presenze per lo più dall’estero;
• Emilia (9%): situazione stazionaria o in lieve crescita;
• Piemonte (3%): in calo nell’ordine del 2%;
• Valle d’Aosta: in crescita, ma con-dizionata dalle condizioni meteo di inizio stagione;
• Liguria (3%): in lieve calo la riviera di levante per la fl essione di ospi-ti “stanziali”. Migliore la situazione sulla riviera di ponente per l’inco-ming dalla Francia.
Centro
• Toscana (13%): più o meno 1% con lieve crescita degli arrivi dall’e-stero;
• Lazio (4%): in crescita l’area me-tropolitana di Roma, in fl essione il litorale sud, stazionaria la situazio-ne sui laghi e sul litorale nord;
• Marche (5%): situazione staziona-ria. In lieve calo l’estero e in legge-
ro aumento il mercato nazionale; • Abruzzo (2,5%): arrivi e presenze
in crescita intorno al 3%.
Sud ed isole
• Campania (5,5): in calo arrivi e pre-senze;
• Sardegna (4%): in recupero rispet-to al 2012.
Nessuna previsione è attualmente di-sponibile per Puglia (5%), Basilicata, Calabria (2%), Sicilia (2%), Trentino Alto Adige (4%).
Il settore dell’open air è particolar-mente dinamico, tenta di contrastare la crisi ampliando l’offerta attraverso maggiori servizi e coniugando comfort e contatto con la natura.
Chaperon
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2,76 m
8,64 m
HELIOS, la nuova casa mobile per i disabili costruita in base alla consolidata esperienza e ai consigli dell’associazione francese per i portatori di handicap. Un mercato da considerare sempre di più per ragioni etiche ma anche economiche.
ABBIAMO TANTE COSE DA CONDIVIDERE
20
Village for all – V4A®
Questo è il motto di V4A®. Come riferisce il sito dell’associazione, in
un’epoca in cui il mondo è diventato un Villaggio Globale, è molto diffi cile per turisti con bisogni specifi ci o disabilità, trovare informazioni affi dabili che consentano loro di programmarsi una vacanza, un viaggio o semplicemente un week end adeguato alle proprie esigenze.V4A® garantisce, attraverso le proprie informazioni, alle persone con disabilità permanente o temporanea, motoria, limitazioni sensoriali (ciechi e/o sordi), allergie e intolleranze alimentari, agli anziani, diabetici, dializzati, persone obese e alle famiglie con bambini piccoli, di poter scegliere un Hotel,
un Agriturismo, un Campeggio, uno Stabilimento Balneare, un
Museo, ecc… dove troveranno una Ospitalità Accessibile,
una Ospitalità per tutti!Le strutture che si
fregiano del Marchio
V4A®
sono state visitate dagli ispettori dell’organizzazione che hanno raccolto personalmente le informazioni pubblicate dal sito. Queste informazioni sono liberamente fruibili, non è necessario registrarsi o lasciare dati e, se interessati, ci si può iscrivere alla newsletter per ricevere tutti gli aggiornamenti e conoscere tutte le opportunità di vacanza e le offerte speciali disponibili nelle strutture V4A®.Da segnalare, in particolare, lo sviluppo da parte della IRM, società appartenente al gruppo francese Beneteau e leader nella fabbricazione di case mobili per campeggi, di unità abitative appositamente attrezzate per rispondere ai bisogni dei disabili.
Ulteriori informazioni sul sito www.villageforall.net
Il Marchio Qualità Internazionale dell’Ospitalità Accessibile
RECEPTIONRECEPTION
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RECEPTION
2121
Firenze
Perugia
Roma
Bologna
Venezia
Trieste
Trento
MilanoAosta
Torino
Genova
Ancona
L’Aquila
Campobasso
NapoliBari
Potenza
Catanzaro
Palermo
Cagliari
RomaRoma
CAMPING CA’ SAVIOCavallino Treporti (VE)
VILLAGGIO DEL SOLEMarina Romea (RA)
PARCO VACANZE RIVAVERDEMarina di Ravenna (RA)
VILLAGGIO DEI PINIPunta Marina Terme (RA)
HOLIDAY VILLAGE FLORENZLido degli Scacchi (FE)
VILLAGGIO PINETAMilano Marittima Cervia (RA)
BolognaBologna
L’AquilaL’AquilaL’AquilaL’Aquila
CENTRO TURISTICO ECOCHIOCCIOLAMaserno di Montese (MO)
CAMPING VILLAGE DON DIEGOGrottammare (AP)
CAMPING EUCALIPTUSAlba Adriatica (TE)
MilanoMilano
VILLAGE HOTEL GREEN ASSISIAssisi (PG)
PerugiaPerugiaPerugiaPerugiaPerugiaPerugia
VILLAGGIO CAMPING LIDOMaccagno (VA) VILLAGGIO CAMPING BOSCOCannobio (VB)
CAMPING VILLE DEGLI ULIVIMarina di Campo (LI)
CAMPING CANAPAIRio Marina (LI)
CAMPING RESIDENCE AMIATACasteldelpiano (GR)
VILLAGGIO CAMPING LE MARZEMarina di Grosseto (GR)
CAMPEGGIO SUMMERLANDViterbo
HAPPY VILLAGE & CAMPINGRoma
VILLAGGIO CAMPING TESONISMarina di Tertenia (OG)
CAMPING MIRAGEBarano d’Ischia (NA)
CAMPEGGIO EUROPATerracina (LT)
LE PALME VILLAGETerracina (LT)
GREEN VILLAGEMarina di Camerota (SA)
VILLAGGIO CAMPING COSTA DEL MITOCaprioli - Pisciotta (SA)
CAMPING VILLAGE PUNTA NAVACCIATuoro sul Trasimeno (PG)
I campeggi preferiti di
21
RECEPTION
Accordo esclusivo con FAITA FederCamping
Il settore dell’open air (camping, residence, villaggi turistici, spa-zi verdi) è in costante sviluppo
da dieci anni in tutta Italia grazie all’evoluzione delle strutture. Il
camping è ormai divenuto una piccola “città”, non
di rado con qualche migliaio di abitanti,
all’interno della quale trovia-
mo ne-gozi di
g e -
neri alimentari, giocattoli, attrezza-ture per sport e divertimento, sani-tari, ecc.Che vanno ad ag-giungersi agli i m m a n c a -bili bar, ristoran-ti, piz-z e r i e , disco-teche, piscine, imp ian -ti sportivi e ricreativi di ogni genere. Nel-
Sipacil salone dell’open air
RECEPTION
22
23
le strutture meglio attrezzate, oggi è addirittura possibile trova-re centri di bellezza con sauna, ba-gno turco, idromassaggio. La fi gura fondamentale e di riferimento per le aziende turistico-ricettive all’aria
aperta, raggruppando qua-si la totalità delle circa 2.500 strutture, è FAITA (Federazio-
ne delle Associazioni Italiane Turi-stico-ricettive dell’Aria aperta) che è attiva ed opera da più di 50 anni.
Il compito di FAITA è quello di fornire agli asso-
ciati servizi utili alla
g e -
s t i o -ne ed allo
svi-l u p -po delle loro impre-se. In questa ottica è nato l’ac-cordo con la società francese Code Events per una partnership esclu-siva riguardo al SIPAC, il Salo-ne Internazionale e Professionale di Attrezzature per Campeggio. La Code Events è la stessa società che organizza il Salon Sett di Montpel-lier, il più grande salone europeo interamente ed esclusivamente dedicato al turismo all’aria aperta, giunto alla sua 34a edizione e fre-quentato da oltre 500 aziende del settore. Dando, ovviamente, tem-po al tempo, la nuova partnership esclusiva con FAITA si propone di raggiungere risultati paragonabili in quello che è il secondo merca-
RECEPTION
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to dell’open air dopo la Francia, e cioè l’Italia. Con questo proposito, il SIPAC
2013 si duplica per me-glio rispondere alle esi-genze delle aziende espositrici. Infatti, dopo la seconda edizione di febbraio scorso, il salo-ne anticipa la terza al 20 e 21 novembre di questo stesso anno per allinear-si con una data più ido-nea ad una rassegna che deve presentare le novità relative alla stagione suc-cessiva, dando il tempo necessario alle aziende produttrici per soddisfare le richieste prima del suo inizio.La sede del SIPAC rimar-rà quella della Fiera di Padova, una località mol-to vicina sia al core busi-ness del turismo all’aria aperta italiano, che vede nel triangolo Veneto-La-ghi-Romagna la sua pun-
ta di diamante, sia a paesi limitrofi come Croazia, Slovenia, Svizzera
RECEPTION
25
altamente interessati al comparto. Ma il programma, soprattutto quel-lo professionale dedicato ai profes-sionisti del settore, verrà potenzia-to per assicurare la loro massima presenza. Ed i buoni motivi per partecipa-re non mancheranno. Alle aziende produttrici di beni e servizi per l’o-pen air verrà offerta la possibilità di:• Aumentare considerevolmente i
clienti e la cifra d’affari. • Incontrare nuovi potenziali clien-
ti italiani e stranieri della zona adriatica.
• Guadagnare tempo e denaro in-contrando i clienti, nuovi e po-tenziali, in un periodo di soli 2 giorni. Per avere lo stesso risul-tato ci vorrebbero mesi.
• Mostrare la volontà di investire all’interno del proprio settore.
• Presentare le ultime innovazioni e novità.
• Lavorare in un ambiente convi-
viale e professionale. • Approfi ttare della crescita espo-
nenziale del settore. • Ottenere un grande ritorno d’im-
magine a livello nazionale ed in-ternazionale.
Allo stesso tempo, i titolari di cam-peggio e gli addetti ai lavori avran-no l’opportunità di aggiornarsi con un solo colpo d’occhio sulle novità ed i suggerimenti del settore. In ag-giunta, il programma professionale offerto da FAITA darà loro un ulte-riore spunto per continuare a qua-lifi care le strutture secondo la do-manda e per operare sul mercato in linea con gli ultimi trend o, meglio ancora, con quelli futuribili.
Chaperon
RECEPTION
RECEPTION
Successo del nuovo sito per gli amanti dell’open air
c mping-elite.com
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E’ operativo da tre mesi il nuovo sito www.camping-elite.it il cui obiettivo è quello di aiutare
la scelta della propria vacanza all’aria aperta, facilitando la ricerca della località e del camping attraverso una serie di facili clic. I siti internet che trattano di viaggio o di vacanza in genere sono ormai una quantità e non è facile orientarsi nel ginepraio delle loro pagine ed immagini. La diffi coltà riguarda anche chi si orienta verso quella forma di turismo sempre più emergente che è la vacanza all’aria aperta o, detta in termini tradizionali, il campeggio. Sempre più persone si avvicinano a questa formula, sollecitate dalle nuove modalità residenziali che hanno trasformato il camping da vacanza naif a contatto con la rude terra in una forma di turismo confortevole e stimolante come e più di quella offerta da un buon hotel a tre o quattro stelle. E, cosa non trascurabile di
questi tempi, ad un prezzo altamente competitivo!Ecco, quindi, il nuovo sito Camping Elite® che offre tre vantaggi fondamentali a chi sta cercando un campeggio per la propria vacanza: 1. una selezione facile e comparata
di località, camping, attrezzature ed attività disponibili, in modo da arrivare rapidamente a compiere la propria scelta;
2. una dettagliata scheda informativa sui camping presenti nel sito, tutti associati a FAITA FederCamping, la Federazione che cura gli interessi del settore. In un solo colpo d’occhio, la scheda permette una visione d’assieme del campeggio e facilita il confronto con gli altri;
3. il link fra Camping Elite ed il sito di ogni camping, per consentire ulteriori approfondimenti e, se si arriva ad una scelta, la prenotazione della vacanza.
RECEPTION
PER VISITARE IL SITO, CLICCA SU
www.camping-elite.com
e... buona vacanza!27
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A GUSTO MIO
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Dal latino “aperire”, cioè aprire, la cultura dell’a-peritivo risale all’antichi-tà, quando molti popoli facevano precedere la cena da una bevanda aromatica per stuzzica-re l’appetito. Con il tem-po, alla bevanda si sono aggiunte svariate forme di “appetizers”, fi no a divenire un rito, soprat-tutto nelle grandi città italiane del Nord. Qui, verso sera, ci si ritro-va nei locali alla moda e nelle piazze per sor-seggiare cocktail, ac-compagnati spesso da stuzzichini che sostitu-iscono la cena. Un’oc-casione di socialità tra amici o anche per nuovi incontri.
LA CULTURA DELL’APERITIVO
Ci facciamo un ape?Il rito intramontabile di aperitivi e cocktail
In un cocktail perfetto
non
possono mancare le decorazioni, destinate
a ornare, ad aromatizzare e talvolta a offrire un
piccolo boccone. Le più usate sono sicuramente
la celebre ciliegina, ma anche le fettine di limone o
di arancia a seconda dei mix, seguiti da una oliva
verde tipica dei drink molto secchi come il Mar-
tini. Tipiche dei cocktail più estivi, le combi-
nazioni di frutta fresca e colorata come
fragole e ananas, melone e pesca.
ELETTRIZZATI
DALLE DECORAZIONI
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A GUSTO MIO
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In inglese signifi ca “coda del gallo”, così
variopinta da ricordare i mix per creare i
cocktail. Già all’inizio dell’Ottocento, sulle
pagine di un giornale americano si defi ni-
va cocktail una bevanda composta da al-
cool, infusi di erbe, acqua e zucchero. La
sua origine, dunque, pare sia anglosasso-
ne, probabilmente britannica, e risale al XIX
secolo. In questo periodo nascono anche
alcuni grandi brand alcolici come il Martini.
LE ORIGINI DEL COCKTAIL
alcuni grandi brand alcolici come il Martini.
SHORT OR LONG?
Ci facciamo un ape?Il rito intramontabile di aperitivi e cocktail
In un cocktail perfetto
non
possono mancare le decorazioni, destinate
a ornare, ad aromatizzare e talvolta a offrire un
piccolo boccone. Le più usate sono sicuramente
la celebre ciliegina, ma anche le fettine di limone o
di arancia a seconda dei mix, seguiti da una oliva
verde tipica dei drink molto secchi come il Mar-
tini. Tipiche dei cocktail più estivi, le combi-
nazioni di frutta fresca e colorata come
fragole e ananas, melone e pesca.
ELETTRIZZATI
DALLE DECORAZIONI
Tra le mi- gliaia di ricette
per la preparazione di cocktail,
è possibile individuare alcune
categorie, ma soprattutto è dovero-
so distinguere gli short dai long drink.
Nella prima defi nizione rientrano quei cocktail,
di volume entro i 50-60 ml e dal carattere deciso,
che vengono serviti senza ghiaccio e con guar-
nizione essenziale. Per long drink si
inten- dono, invece, quei cocktail
che, serviti in capienti bicchieri,
sono il prodotto di mix tra succhi
di frutta, alcolici vari e tanto
gh iacc io .
PASSIONI
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Piccola storia dell’autoIl marchio FORD
Continua su natural mind® la nostra piccola storia dell’automobile. Siamo
alla ottava puntata, avendo trat-tato nella prima della introduzio-ne generale a questa innovazione che ha cambiato il mondo. Poi, specifi camente e via via in ordi-ne alfabetico, dei singoli marchi: Alfa Romeo, Audi, BMW, Ferrari, Citroën, DAF, Fiat. Ripetiamo ancora, per chi fos-se alla prima lettura, che prota-
“Le anatre depongono le loro uova in silenzio. Le galline invece starnazzano come impazzite. Qual è la conseguenza? Tutto il mondo mangia uova di gallina”.
Henry Ford (1863 – 1947)
Henry Ford
gonista del nostro racconto è la storia del marchio e dell’azienda, più che il dettaglio dei suoi ele-menti meccanici. In termini tec-nici, il marchio è l’associazione fra il nome che contraddistingue il prodotto e la rappresentazione grafi ca che lo racchiude. Il mar-chio del quale trattiamo oggi, dunque, è quello della FORD,
fondata da Henry Ford nel 1903 a Dearborn nel Michigan. L’ini-ziatore di una delle imprese in-dustriali più grandi, famose e longeve al mondo fu un pioniere attento non soltanto agli aspetti tecnici del suo prodotto, ma an-che a quelli del marketing e del-la comunicazione, indispensabili per il successo commerciale. Fu, anche e necessariamente per il successo che ha avuto, un uomo molto curioso ed attento alle no-vità, tanto che fra i suoi celebri aforismi ce n’è un altro che dice: “Chiunque smetta d’imparare è vecchio, che abbia 20 o ottanta anni. Chiunque continui ad im-parare resterà giovane. La più grande cosa nella vita è mante-nere la propria mente giovane”. Tuttavia, in tema di creazione e conferma del marchio, Ford fu estremamente tradizionale e
PASSIONI
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PASSIONI
conservatore, conscio che que-ste qualità sono requisiti fonda-mentali per la carta d’identità del prodotto. Infatti il marchio FORD, nato nel 1903 come intestazio-ne della carta da lettere di Henry, fu poi trasferito alle prime auto
prodotte dall’azienda in tutta la sua semplicità: la scritta Ford in bianco sullo sfondo di una ellis-se blu, a riecheggiare i colori del-la bandiera americana. E così è rimasto nel tempo, seppur con piccoli re-styling. A parte il tradi-zionalismo legato al marchio - da leggere, in questo caso, come nazionalismo - lo spirito innovati-vo di Henry Ford si manifestò sin dall’inizio della sua intrapresa. La Ford fu la prima azienda automo-bilistica ad adottare la catena di montaggio ed il nastro trasporta-tore, innovazioni che cambiarono la fi losofi a industriale del settore e che furono poi adottate dagli altri produttori automobilistici e tuttora usate. L’innovazione ven-ne addirittura universalmente ri-conosciuta come “fordismo”. Le autovetture sono il prodotto prin-cipale del gruppo ma, nei suoi 110 anni di storia, la Ford ha di-
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PASSIONI
latato il proprio know-how ad al-tri settori affi ni, come quello de-gli autocarri (dal 1908), autobus (soprattutto negli anni ’80 e ’90), trattori (dal 1907), aerei (dal 1925 al 33 e poi durante il periodo del-la II guerra mondiale quando, in collaborazione con la Consolida-ted Aircraft Corporation, costruì i famosi e decisivi Boeing B17, detti Fortezze Volanti). Ad oggi FORD ha prodotto all’incirca 170 modelli di auto, alcuni dei quali hanno attraversato più genera-zioni, come la Ford Fiesta. Inoltre ha, di volta in volta, rastrellato sul mercato altri marchi automobili-stici di grande importanza, come Land Rover, Jaguar, Aston Mar-tin, Volvo, Mazda (per il 33%). Da non dimenticare l’impegno di Ford nelle competizioni auto-mobilistiche più importanti: F1, Indycar, Nascar, Rally, Gran Tu-rismo, Formula Ford, prototipi.
Perché, secondo un altro degli aforismi di Henry Ford: “C’è vero progresso solo quando i vantag-gi di una nuova tecnologia diven-tano per tutti”.
Leonardo
Qualche giorno fa ho trovato
un’immagine su Facebook in cui
vengono messi a confronto due
tipi di fi sico diversi, ma con lo stesso peso
sulla bilancia e ho pensato a quanto il ca-
none di bellezza infl uenzi la vita di tutti i
giorni. Analizziamola da bravi osservatori
del tessuto sociale. A sinistra si vede una
ragazza dalle curve morbide e a destra,
invece, ce n’è un’altra con il fi sico tonico
(bellezza canonica di questo periodo). Il
tema dei commenti era che la ragazza di
sinistra mangiava male, non era in salute o
addirittura non stava bene con se stessa.
Quando ho provato a commentare, por-
tando un punto di vista diverso, sono stato
attaccato un po’ da tutti (non è tutto rose
e tofu nel mondo dei nutrizionisti). Inizia-
mo dicendo che la foto è costruita ad arte.
La ragazza di sinistra è bianchiccia, con
una postura statica e poco accattivante,
quasi da pubblicazione medica. La ragaz-
za di destra sembra J-Lo! Abbronza-
ta, capelli al vento. Insomma, la
vittoria può sembrare scontata. Il
problema è che immagini come
questa contribuiscono a cristal-
lizzare un fi ltro sociale piuttosto
nocivo, cioè che dobbiamo TUTTI
tendere ad avere un corpo da co-
pertina. Va bene incentivare il be-
nessere e una sana attività fi sica, ma
essere schiavi dei canoni di bellezza può
portare solo ad essere insoddisfatti di noi
stessi. E’ risaputo che questi canoni sono
transitori e che dipendono molto dal mo-
mento storico, economico e sociale. Nel
secondo dopoguerra, ad esempio, anda-
va di moda il fi sico robusto per gli uomi-
QUANDO LA DIETA
PAGA IL CANONE
SALUTE & BENESSERE
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ni e dalle forme generose per le donne. Il
modello fi liforme di oggi, a volte, ha por-
tato a forme di anoressia e bulimia secon-
darie o ad essere ossessionati dal fi sico
scolpito (vigoressia). Quando vediamo di
aver messo qualche chilo in più non fac-
ciamoci prendere dal panico: esistono dei
parametri precisi che ci indicano quando
dobbiamo occuparci del nostro peso for-
ma e quando invece faremmo bene ad
occuparci della nostra autostima. Ve lo
dico subito: non è detto che la bilancia
sia uno di questi parametri. La bilancia va
smitizzata, le diamo troppa importanza. In
fi n dei conti, misura
solo il peso, non la
nostra avvenenza.
Tutti quanti ormai sappiamo che l’obesità
è una condizione assolutamente negati-
va e che può generare molteplici compli-
cazioni anche molto serie (ipertensione,
diabete, problemi cardiovascolari, dislipi-
demie) e, quindi, abbassare notevolmen-
te l’aspettativa di vita. Anche condizioni
di sovrappeso possono portare problemi,
a seconda della distribuzione del grasso
viscerale. Ad esempio, una circonferenza
vita superiore a 88 cm per le donne e a
100 cm per gli uomini è un indice di ri-
schio cardio-vascolare elevato. Ma, guar-
dando l’immagine “incriminata”, è piutto-
sto chiaro che siamo ben lontani da tutto
questo. Qui non si parla più di salute o di
avere uno stile di vita sano. Qui entriamo
nel campo minato del narcisismo, della
schiavitù dell’immagine. Non è che dalla
naturale spinta al benessere abbiamo fat-
to tutto il giro per arrivare alla ricerca af-
fannosa della perfezione fi sica come mez-
zo per crearci una personalità? “I want a
perfect body, i want a perfect soul”, di-
cevano i RadioHead. Nonostante siamo
tutti (me compreso) in ansia per le sfi late
in costume, voglio chiudere lanciando un
messaggio: è naturale prendersi cura del
proprio corpo e anche della propria imma-
gine, ma non facciamolo diventare acca-
nimento terapeutico, altrimenti rischiamo
l’eutanasia della stima che abbiamo di
noi stessi. Siamo tutti diversi, siamo tutti
uguali.
Dott. Luca Di RussoBiologo nutrizionistaLife coach nutrizionale328 3769181 - [email protected] su Facebook
SALUTE & BENESSERE
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SFIDE & SPORT
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Il gioco preferito dall’uomo soffre di due divertenti anomalie: è pra-ticato prevalentemente con i pie-
di, e non con le mani, come sareb-be più naturale e comodo, e con un solido, la sfera, bello da vedere ma scomodo da gestire per via di quella sua tendenza a rotolare da tutte le parti.Ci riferiamo al gioco del calcio in-teso nel termine inglese di “foot-ball” che, come sappiamo, non è lo stesso usato dagli americani che chiamano “soccer” il calcio. Per loro, infatti, il football è qual-cosa di più vicino al rugby, sia per l’uso combinato di mani e piedi, sia per la maschia gagliardia con la quale i giocatori si affrontano.Certo, a pensarci bene, per l’uo-mo sarebbe stato più facile popo-larizzare la pallamano. Si gioca, comunque, con una palla ed ha lo
stesso obiettivo del calcio: portare l’attrezzo di gioco dentro la porta avversaria. Ma, evidentemente, le cose facili non piacciono all’u-manità perché non sono epiche, non creano il mito che, nel calcio, è dato dal campione nel quale la folla si riconosce e si esalta.Senza tema di smentita, il gioco del calcio è lo sport più praticato al mondo. Press’a poco, lo gioca-no o l’hanno giocato tre miliardi dei maschi oggi viventi. E, sospin-to dall’eco dei media, anche un numero crescente di donne. Negli Stati Uniti, ad esempio, nonostan-te la storia ed il fascino economico dei tre sport maggiori a stelle e stri-sce (football, baseball e basket), il soccer è attualmente lo sport più frequentato nei college, sia a livel-lo maschile che femminile.La storia uffi ciale del pallone da
QUELLA SFERAche fa più giri della terra
calcio comincia nel 1863, quan-do la inglese Football Association stabilisce le sue prime specifi che. Le revisiona, poi, nel 1872 e, da allora, esse rimangono essenzial-mente immutate. È cambiato nel tempo soltanto il materiale con il quale il pallone è fatto, prima il cuoio, ora la plastica, seppure di altissima tecnologia.La Regola 2 del calcio stabilisce che il pallone sia una sfera ri-empita d’aria, con una cir-conferenza compresa tra 68 e 70 centime-tri (27-28 pollici) ed un peso com-preso tra 410 e 450 grammi (14-16 once), gonfi ata ad una pressio-ne compresa tra 0,6 e 1,1 atmosfere al li-vello del mare, e ricoperta da cuoio o, appunto, “altro materiale idoneo”.Chi ha qualche anno più
dei cinquanta ricorda certamente quei palloni di cuoio con la came-ra d’aria di gomma, che si estra-eva dal guscio per ripararla e si rimetteva dentro, rigonfi andola at-traverso il bocchettone. Che, poi, veniva legato e ripiegato all’inter-no dell’apposita fessura, fatico-samente ricucita con un laccio, anch’esso di cuoio. Risultato: una
sfera bitorzoluta, che ti segnava la
fronte se la col-
pivi
d a l -la parte
SFIDE & SPORT
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SFIDE & SPORT
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del bocchettone e che pesava un quintale quando il campo pesante impregnava il cuoio.Inizialmente il guscio del pallone da calcio era formato da 12 strisce di cuoio cucite fra loro in modo da mantenere inalterata la forma, si-mile a quella di un moderno pallo-ne da pallavolo. Oggi, la maggior parte dei palloni è composta da 32 pannelli perlopiù di plastica imper-meabile, dei quali 12 pentagonali e 20 esagonali. Il ché con-sente al pallone mo-derno di mantenere una forma sferica più regolare e stabile. La prima sfe-ra di questo genere fu real izzata negli anni cinquanta da Select, in Danimar-ca. La con-f i g u r a z i o n e divenne d’uso comune nell’Eu-
ropa continentale negli anni ses-santa e venne poi pubblicizzata a livello mondiale con Telstar, il pal-lone uffi ciale del campionato del mondo 1970 prodotto da Adidas.Successivamente, nel 2004, Adi-das produsse Roteiro, il pallone uffi ciale del Campionato Europeo di Calcio di quell’anno, il primo pallone al mondo con pannelli sal-dati termicamente, senza cuciture. Fin dagli anni settanta, Adidas è
stato il fornitore uffi cia-le di tutte le parti-
te organizza-te da FIFA
e UEFA, compre-sa la Cham-p ions L e a -g u e . N i k e , i n v e -
ce, è il fornitore
u ff ic ia le dei palloni
della Serie A,
meabile, dei quali 12 pentagonali e 20 esagonali. Il ché con-sente al pallone mo-derno di mantenere una forma sferica più regolare e stabile. La prima sfe-ra di questo genere fu real izzata negli anni cinquanta da Select, in Danimar-ca. La con-f i g u r a z i o n e divenne d’uso comune nell’Eu-
Fin dagli anni settanta, Adidas è stato il fornitore uffi cia-
le di tutte le parti-te organizza-
te da FIFA e UEFA,
compre-sa la Cham-p ions L e a -g u e . N i k e , i n v e -
ce, è il fornitore
u ff ic ia le dei palloni
della Serie A,
SFIDE & SPORT
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della B, della Coppa Italia e della Supercoppa italiana, oltre che del-la Premier League e della Primera División. Nel tempo, il pallone dei grandi eventi si è brandizzato, pre-sentandosi al pubblico con nomi di fantasia che hanno contraddi-stinto la manifestazione. In parti-colare, il pallone dei Mondiali, che ha via via portato questi nomi.
• 1930 Pelota Argentina• 1934 Federale 102 E.G.A.S.• 1938 Allen• 1950 Allen Super Duplo T• 1954 Swiss World Champion• 1958 Top Star• 1962 Crack• 1966 Challenge• 1970 Telstar• 1974 Telstar Durlast
• 1978 Tango
• 1982 Tango España • 1986 Azteca Mexico
• 1990 Etrusco Unico
• 1994 Questra
• 1998 Tricolore• 2002 Fevernova
• 2006 Teamgeist
• 2010 Jabulani
Un artifi cio di marketing per ven-dere più palloni, ma anche un modo di coltivare la fantasia dei bambini, i principali attori di quello che è lo sport più bello al mondo, coloro che da 150 anni fanno gira-re quella meravigliosa palla molto più di quanto faccia la terra.
Olimpia
Ca r d y
era un
ucce l-
lino nato da
poco. Viveva
insieme a
tre fratelli-
ni nel nido
costruito dai ge-
nitori intrecciando fi li
sottili con materiale morbi-
do, come lo sbuffo dei cardi,
che a primavera si trova
in grande quantità. Con
grande abilità tra-
mandata attra-
verso l’istinto,
i genitori
avevano,
poi, incollato il nido ad un albero, nel
nostro caso un pino, usando la stessa
colla da lui fornita, la resina. La fami-
glia di Cardy apparteneva al genere dei
cardellini, uccelli molto colorati che vi-
vono nei territori del Mar Mediterraneo.
Oltre alle loro tinte sgargianti, i cardel-
lini possono vantare un bellissimo canto,
fatto di trilli e di gorgheggi. In questo,
nella zona dov’era il nido di Cardy, essi
rivaleggiavano con i verdoni, meno co-
lorati ma ugualmente melodiosi. Cardy
non vedeva l’ora di crescere, per
tre motivi. Innanzitutto, quello di
riuscire a volare accarezzando l’a-
ria con le sue ali. Poi, rivestirsi dei
vivaci colori dei genitori. Infi ne, ri-
uscire a cantare come loro. Piccolo e
seminudo di penne com’era, non riusciva
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JUNIOR CLUB
Il cardellino coloratoStoria di natura per bambini da 2 a 8 anni
Le storie di natura che raccontiamo hanno un duplice scopo: divertire i ju-nior di casa e presentare loro, di volta in volta, una situazione che li faccia rifl ettere. La storia seguente parla della bellezza, ma anche dei pericoli che può far correre.
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JUNIOR CLUB
Il cardellino colorato
a fare nessuna di queste cose. Ma i giorni
passavano e venne il momento di spicca-
re il primo volo insieme ai suoi fratelli
e sorelle. Si misero sul bordo del nido,
divenuto ormai troppo piccolo per la pic-
cola tribù, pronti a partire. Ma l’albero
era alto e, se fossero mancate le forze,
c’era il rischio di fare un tonfo per terra
e, magari, di fi nire in bocca ad un gatto.
Alla fi ne, incitati dai gorgheggi dei ge-
nitori, si decisero. Cardy, che era il più
grande dei fratelli, lasciò andar via gli
altri. Poi, quando nel nido non c’era più
nessuno, fece il suo primo volo entusia-
smante. Si librò nell’aria battendo forte
forte le ali e riuscì a raggiungere un al-
bero lontano, fra gli applausi dei genitori
e degli amici che erano venuti ad assistere
all’evento. Per vestirsi di piume colorate
e per gorgheggiare ci volle più tempo.
E mentre i giorni passavano, Cardy fece
amicizia con un altro pennuto, il verdone
Verdy, anche lui un maschietto. Passavano
molto tempo insieme, volando spensierati
nel cielo e cercando gustosi semi e dolci
frutti da mangiare. In breve, diventarono
a m i - ci inseparabili. E venne il
momento in cui i co-
lori delle piume e la
voce diventarono uguali a quel-
le dei genitori. Erano fi nalmente
cresciuti. A Cardy era venuta una li-
vrea coloratissima. Verdy invece, secondo
le caratteristiche del suo genere, aveva
un solo colore predominante, un lucente
verde scuro. La loro voce era ugualmente
squillante, ma i trilli erano diversi. Nella
diversità, erano entrambi bellissimi. Ma
ogni “pro” ha il suo “contro”. E, così, un
giorno che si stavano rilassando su di un
alberello non troppo alto, un gatto notò
tanto sfarzo di colori e pensò di appro-
fi ttare della loro disattenzione. Si avvi-
cinò quatto quatto per mangiarseli ma,
quando fu quasi a tiro, mise il piede su
un rametto secco che si ruppe. Il rumore
del crac svegliò i nostri amici che, col
cuore in gola, volarono via in un istante,
lasciando il gatto a bocca asciutta. Tanto
bastò perché Cardy e Verdy capissero che
la bellezza è un dono ma può anche es-
sere un pericolo,
quando attrae
i malintenzio-
nati.
Fedro
4242
L’ETA’ DEL NONNOCome nasce un libro
L’età del nonno, dopo quel-la del fi glio e del padre, è l’e-tà defi nitiva. Un’età che,
molto più delle altre, marca il tem-po e che, al suo inizio, può crea-re sgomento. Un’età che, oggi più che mai, segna il trapasso dai len-ti e naturali ritmi millenari della vita dell’uomo a quelli frenetici e sem-pre più artifi ciali dell’età moderna.L’annuncio del primo nipote in ar-rivo spalanca d’improvviso la pro-spettiva della vecchiaia. Risuona come la tromba del silenzio dopo una lunghissima giornata di marcia, esaltante e faticosa. Così, l’idea di diventare nonno può istintivamen-te far puntare i piedi nel tentati-vo di fermare il tempo o rallentarlo.Invece, quando ci si accomoda den-tro, si scopre che un nipote rega-la nuovi scopi e traiettorie alla vita,
offrendo l’occasione per un viaggio nella memoria alla ricerca di ciò che è stato e di ciò che potrà ancora es-sere. Un fi l rouge che ha stimolato Luciano Lupi a scrivere “Ciao Lo-renzo”, un libro, bello e tenero, ot-timamente recensito da stampa e lettori, una lettera d’amore da non-no a nipote, dall’ultima generazio-ne della terra alla prima delle stelle.Il dialogo del nonno con Lorenzo, il nipote nascituro, affronta temi impor-tanti diventando, pagina dopo pagi-na, una sorta di vademecum rigoro-so ma senza pregiudizi, affettuoso e delicato, intelligente e moderno, in grado di aiutare futuri neo geni-tori o nonni a fornire risposte con-crete ai tanti perché di fi gli e nipoti.
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LA POSTA DEI LETTORI
IL CLUB NATURAL MIND
Grande successo per la nostra ecorivista! Continuate a scriverci i vostri commenti all’indirizzo [email protected]; ci aiuteran-no a migliorare il magazine.
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Cara redazione,E’ sempre un piacere leggere le vostre
pagine. L’ultima è stata particolarmente
divertenteCarla
Grazie per la rivista.
Bella, interessante e per giunta
gratuita Marcos
Mi è piaciuto l’articolo sul Friuli, la mia terra. Grazie!Andrea l’agronomo
natural mind®, il magazine per chi ama l’aria, i viaggi e la natura edito da Make Tailored Advertising in collaborazione con FAITA FederCamping, è prodotto e distribuito nel rispetto dell’ambiente. I consumi di energia elet-trica legati alla produzione/invio delle newsletter di natural mind® del 2012 sono stati, infatti, certifi cati con “100% energia pulita Multiutility”.Certifi care i propri consumi energetici equivale ad utilizzare energia elettrica in-teramente prodotta da fonte rinnovabile: la certifi cazione "100% energia pulita” è basata sull'immissione in rete (tramite l'annullamento di certifi cati RECS) di un quantitativo di energia rinnovabile pari al consumo di energia legato alla produzione/invio del magazine, che dà diritto all'ottenimento di status "100% energia pulita” a favore dello stesso. Grazie a questa iniziativa è stata evitata l’e-missione in atmosfera di 700 Kg di CO2 e sono stati risparmiati 250 Kg di petrolio.
Il marchio "100% energia pulita Multiutility" che ap-pare sulla newsletter, marchio di proprietà di Multiutili-ty S.p.A. registrato a livello europeo e che viene conces-so solamente a chi rispetta l’ambiente, è l’attestazione della scelta etica che ha effettuato l’editore di natural mind®.
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I certi� cati RECS (Renewable Energy Certi� cate System) sono titoli che attestano la produzione di ener-gia elettrica da fonte rinnovabile per una taglia minima pari a 1 MWh e favoriscono la produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile dagli impianti che altrimenti non avrebbero le condizioni economi-che per continuare a produrre energia "verde". I certi� cati RECS sono distinti dall'erogazione � sica dell'elettricità e la loro emissione consente la com-mercializzazione dei certi� cati stessi anche separatamente dall'energia elettrica cui fanno riferimento. Mediante il loro consumo, l'acquirente � nanzia l'energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili testimo-niando, pertanto, il suo impegno a favore dell'ambiente.