30
1 NEL MIO POVERO INTELLETTO TERRESTRE ED EUCLIDEO IO SO SOLTANTO CHE IL DOLORE ESISTE Tamara Bellone (1) – Luigi Mussio (2) (1) Politecnico di Torino – DIATI – Corso Duca degli Abruzzi, 24 – 10139 Torino Tel. 011-364-7709 – Fax 011-564-7699 – e-mail [email protected] 2) Politecnico di Milano – DICA – Piazza L. da Vinci, 32 – 20133 Milano Tel. 02-2399-6501 – Fax 02-2399-6602 – e-mail [email protected] Riassunto – L’ottimismo della volontà ed il pessimismo della ragione (un pensiero gramsciano) fanno da guida a questo lavoro, dove la Geomatica, inserndosi in un contesto molto più ampio, vuole dare il suo piccolo contributo, ben coscia dei limiti insiti nella situazione attuale: dalla babele dei linguaggi, alle crisi ambientali, sociali, economiche, politiche e culturali, ed ai pericoli conseguenti. Introduzione Il titolo del lavoro cita la desolata protesta di Ivan Karamazov, così come è scritta da Fëdor Michajlovič Dostoevskij nel suo ultimo romanzo: I fratelli Karamazov. Del resto, per testimoniare lo stato di profondo disagio e frustrazione in cui versa gran parte della popolazione, anche dei paesi più sviluppati (e quasi tutta quella dei paesi in via di sviluppo od ancora molto lontani da questo), basta citare le parole seicentesche di Giovanni Ciampoli, segretario particolare di Papa urbano VIII (tristemente noto, per il processo a Galileo Galilei). Una domanda curiosa ed impertinente porta a chiedersi il perché della citazione, ma la risposta è ovvia e lapidaria. Il mondo dei pochi ricchi e potenti ama una società di servi e sudditi, mentre ha paura dei cittadini liberi e soprattutto dei lavoratori, coscienti dei propri diritti, che pretendono equità ed uguaglianza. Cerca la protezione 1 tra funzionari e ciambellani perché sono loro e non i cardinali ad avere il potere; ma non mirare troppo in alto. … Non fidarti di nessuno, non credere a nessuno; non incontrarti con altri uomini della corte nelle tue stanze, se non vuoi che qualcuno sparga la notizia di un complotto. … Evita l’ostentazione; non parlare del principe o di uno scandalo a corte; non parlare in modo saggio; cerca anzi di non parlare affatto. … Non criticare mai i preti e i monaci in pubblico 2 ; non mostrare preferenza per un qualsiasi particolare ordine; dai l’impressione di essere religioso, devoto e zelante, perché gli ipocriti hanno sempre successo. … Vieni spiato? Onora la spia; la simulazione è l’anima della corte. … Vuoi distruggere un rivale? Rendi pubblico il suo amore per le donne e per il denaro. … Evita di sembrare intelligente, e ricorda che la pazienza, per un uomo di corte, è ciò che la castità, la povertà e l’obbedienza sono per un monaco. … Se fai tutto questo potresti avere successo … prima di cadere 3 (Giovanni Ciampoli). Che fare? … è un domanda difficile, perché tutte le ricette in grande sono miseramente fallite, il ribellismo, il terrorismo ed il fanatismo creano solo più danni di quanto cose si illudono di cambiare ed alcune soluzioni in piccolo sono l’unica strada praticabile, con il limite innegabile della loro provvisorietà e precarietà (derivate principalmente dalle dimensioni ridotte, di fronte alla vastità ed all’urgenza dei problemi da risolvere). In questo contesto, la Geomatica è solo una risposta piccolissima, molto parziale e settoriale, ma intende offrire qualche occasione per migliorare/mitigare parte delle situazioni presenti, se correttamente rivolta a tentare di concepire/realizzare/consolidare alcune soluzioni di queste. Infatti se la Geomatica è purtroppo rivolta verso altri scopi, essa stessa diventa un terribile strumento di dominio ed oppressione. 1 Da sempre, è noto la paura del potere nei riguardi degli intellettuali cui occorre aggiungere, dalla rivoluzione industriale in poi, anche l’intellettuale collettivo (una definizione gramsciana), costituito dai lavoratori organizzati. 2 In un paese bigotto e codino, questo monito vale tuttora, ma occorre aggiungere tutte le autorità civili che li hanno affiancati. 3 Pur essendo veritiero tutto il resto riportato, forse solo le ultime due parole sono sincere; infatti non basta essere servi e sudditi; quando ai pochi ricchi e potenti qualcuno non serve più diventa una merce di scarto, un numero, una cosa insignificante …

NEL MIO POVERO INTELLETTO TERRESTRE ED EUCLIDEO …intranet.dica.polimi.it/uploads/media/10_quale_futuro_01.pdf · Riassunto – L’ottimismo della volontà ed il pessimismo della

  • Upload
    buidieu

  • View
    214

  • Download
    0

Embed Size (px)

Citation preview

1

NEL MIO POVERO INTELLETTO TERRESTRE ED EUCLIDEO IO SO SOLTANTO CHE IL DOLORE ESISTE

Tamara Bellone (1) – Luigi Mussio (2) (1) Politecnico di Torino – DIATI – Corso Duca degli Abruzzi, 24 – 10139 Torino

Tel. 011-364-7709 – Fax 011-564-7699 – e-mail [email protected] 2) Politecnico di Milano – DICA – Piazza L. da Vinci, 32 – 20133 Milano Tel. 02-2399-6501 – Fax 02-2399-6602 – e-mail [email protected]

Riassunto – L’ottimismo della volontà ed il pessimismo della ragione (un pensiero gramsciano) fanno da

guida a questo lavoro, dove la Geomatica, inserndosi in un contesto molto più ampio, vuole dare il suo

piccolo contributo, ben coscia dei limiti insiti nella situazione attuale: dalla babele dei linguaggi, alle crisi

ambientali, sociali, economiche, politiche e culturali, ed ai pericoli conseguenti.

Introduzione

Il titolo del lavoro cita la desolata protesta di Ivan Karamazov, così come è scritta da Fëdor Michajlovič

Dostoevskij nel suo ultimo romanzo: I fratelli Karamazov. Del resto, per testimoniare lo stato di profondo

disagio e frustrazione in cui versa gran parte della popolazione, anche dei paesi più sviluppati (e quasi tutta

quella dei paesi in via di sviluppo od ancora molto lontani da questo), basta citare le parole seicentesche di

Giovanni Ciampoli, segretario particolare di Papa urbano VIII (tristemente noto, per il processo a Galileo

Galilei). Una domanda curiosa ed impertinente porta a chiedersi il perché della citazione, ma la risposta è

ovvia e lapidaria. Il mondo dei pochi ricchi e potenti ama una società di servi e sudditi, mentre ha paura dei

cittadini liberi e soprattutto dei lavoratori, coscienti dei propri diritti, che pretendono equità ed uguaglianza.

Cerca la protezione 1 tra funzionari e ciambellani perché sono loro e non i cardinali ad avere il potere; ma non mirare troppo in alto. … Non fidarti di nessuno, non credere a nessuno; non incontrarti con altri uomini della corte nelle tue stanze, se non vuoi che qualcuno sparga la notizia di un complotto. … Evita l’ostentazione; non parlare del principe o di uno scandalo a corte; non parlare in modo saggio; cerca anzi di non parlare affatto. … Non criticare mai i preti e i monaci in pubblico 2; non mostrare preferenza per un qualsiasi particolare ordine; dai l’impressione di essere religioso, devoto e zelante, perché gli ipocriti hanno sempre successo. … Vieni spiato? Onora la spia; la simulazione è l’anima della corte. … Vuoi distruggere un rivale? Rendi pubblico il suo amore per le donne e per il denaro. … Evita di sembrare intelligente, e ricorda che la pazienza, per un uomo di corte, è ciò che la castità, la povertà e l’obbedienza sono per un monaco. … Se fai tutto questo potresti avere successo … prima di cadere 3 (Giovanni Ciampoli).

Che fare? … è un domanda difficile, perché tutte le ricette in grande sono miseramente fallite, il ribellismo, il

terrorismo ed il fanatismo creano solo più danni di quanto cose si illudono di cambiare ed alcune soluzioni in

piccolo sono l’unica strada praticabile, con il limite innegabile della loro provvisorietà e precarietà (derivate

principalmente dalle dimensioni ridotte, di fronte alla vastità ed all’urgenza dei problemi da risolvere). In

questo contesto, la Geomatica è solo una risposta piccolissima, molto parziale e settoriale, ma intende offrire

qualche occasione per migliorare/mitigare parte delle situazioni presenti, se correttamente rivolta a tentare di

concepire/realizzare/consolidare alcune soluzioni di queste. Infatti se la Geomatica è purtroppo rivolta verso

altri scopi, essa stessa diventa un terribile strumento di dominio ed oppressione.

1 Da sempre, è noto la paura del potere nei riguardi degli intellettuali cui occorre aggiungere, dalla rivoluzione industriale in poi, anche l’intellettuale collettivo (una definizione gramsciana), costituito dai lavoratori organizzati. 2 In un paese bigotto e codino, questo monito vale tuttora, ma occorre aggiungere tutte le autorità civili che li hanno affiancati. 3 Pur essendo veritiero tutto il resto riportato, forse solo le ultime due parole sono sincere; infatti non basta essere servi e sudditi; quando ai pochi ricchi e potenti qualcuno non serve più diventa una merce di scarto, un numero, una cosa insignificante …

2

Tristemente noti sono il rogo dei libri, l’eliminazione dei minorati ed i campi di sterminio per ebrei, comunisti,

omosessuali, zingari, slavi, ecc., mentre forse meno nota è la Topografia del Terrore che, come un’ottima

macchina, perfettamente progettata, costruita e collaudata, e poi messa in azione e mantenuta, permette

l’attuazione, logistica e funzionale, di quanto è più terribile, al pari delle ferrovie, dei servizi socio-sanitari

(funzionali allo sterminio e non alla tutela della salute) e del vettovagliamento. Tutto ciò deve far riflettere

cosa significhi una Geomatica rivolta verso scopi deteriori, diventando un terribile strumento di dominio,

oppressione e morte, con la chiara coscienza che quanto è già accaduto potrebbe, altrettanto e forse ancora

più tragicamente, ripetersi.

Rogo dei libri "non ariani" avvenuto nella Piazza dell'Opera di Berlino il 10 maggio 1933 4

Invece una Geomatica capace di migliorare/mitigare almeno parte delle situazioni presenti:

� tutela l’ambiente, naturale ed antropizzato, conservandone caratteristiche e specificità;

� produce ricchezza economica e sociale da ripartire equamente tra tutti;

� tutela i diritti ed i doveri, e garantisce il soddisfacimento dei bisogni, personali e collettivi, di ciascuno;

� promuove la cultura e l’istruzione, nelle loro varie vesti,

garantendo la pace e la libertà di tutti.

Può sembrare strano, l’accostamento pesante tra la Geomatica con le virtù democratiche e progressiste ,

costituite dai diritti negativi e positivi (e dai doveri conseguenti). Infatti la Geomatica è essenzialmente un

insieme di tecniche di rilevamento (governate da una scienza dura, come la Geodesia), mentre i diritti ed i

doveri sono cose della politica. Tuttavia politica è una parola vuota e, al più, si presta a sporchi maneggi, se

non si dota degli strumenti necessari, per garantire a tutti il pieno godimento dei diritti e dei doveri. Al pari

della politica della casa e del lavoro, della scuola, della cultura, della previdenza sociale, della medicina,

ecc., la Geomatica è uno di questi strumenti e farne a meno significa rinunciare all’ordine di cui è capace, a

vantaggio di tutti.

4 Tra i tanti libri bruciati, sono da segnalare quelli del poeta romantico Heinrich Heine e del filosofo ed economista Karl Marx, e poi quelli dei grandi intellettuali del periodo della Repubblica di Weimar, tra cui gli scrittori: Bertolt Brecht, Heinrich e Thomas Mann, i filosofi: Theodor W. Adorno, Hannah Arendt, Walter Benjamin, Ernst Bloch, Ernst Cassirer, Max Horkheimer, Edmund Husserl, Max Weber e Ludwig Wittgenstein, gli scienziati: Albert Einstein e Sigmund Freud, l'architetto Walter Gropius, i pittori Wassili Kandinsky, Paul Klee e Piet Mondrian, i musicisti Alban Berg ed Arnold Schönberg, ecc.

3

Idee e mappe del mondo

Alla fine, nel gran rimescolio di carte, rimangono alcuni gesti di intatta bellezza, e per me uno è chinarsi su una mappa e guardarla, leggerla, viaggiarla con la mente. Immagino ci sia qualcosa di infantile, in una simile predilezione. Ma anche la passione per qualsiasi tentativo di mettere in ordine il mondo avrà la sua parte. E certo la bellezza pura, puramente estetica, di molte mappe, basterebbe a motivare il tutto. Come che sia, guardare mappe, carte geografiche o mappamondi, è un gesto incantevole, e quindi risulta tremendamente sciocco perdersi … la storia del mondo in … mappe … In effetti, solo standosene li a godersi da vicino carte geografiche e mappamondi, quel che (si) ottiene è risalire il corso del mondo: dalla mappe in pietra dei Babilonesi (700 avanti Cristo), a Google Earth (sarebbe il geniale sistema con cui cercate sul computer dove cavolo è l’outlet che vende le borse … a una miseria). Se pensate che ricostruire la storia del mondo a partire dalle carte geografiche sia arrogante e snob e in definitiva inutile almeno quanto cercare di spiegare la vostra vita attraverso le scarpe che avete comprato, state formulando un pensiero idiota, ma anche lo stesso pensiero che, prendendo il libro in mano, avevo pensato io. Poi … mi … (hanno) spiegato bene. La cosa che è utile ricordare è che le carte geografiche sono impossibili. Sarò più chiaro: è matematicamente impossibile proiettare il globo su una superficie piana. Lo puoi fare, è ovvio, ma quello che ottieni non è la realtà: è una delle rappresentazioni possibili della realtà. Prendete la carta del mondo appesa a scuola, quella che ogni giorno vostro figlio di sette anni si stampa in mente: come mai l'Europa è al centro? Perché il Nord è sopra e il Sud è sotto? E soprattutto: gliel'avete detto al figlio che le proporzioni sono sballate, e l'Africa è molto più grande di così? Di fatto, la proiezione grafica del globo a cui siamo abituati è una delle tante possibili, e sicuramente non la più precisa. Capite che se le cose stanno in questo modo, la cartografia è una fantastica procedura in cui la precisione scientifica convive con la fantasia più giuliva. È un'arte che oscilla tra l'algoritmo e il quadro. In quell'oscillazione, per secoli, ha raccolto le ossessioni del mondo. Prima ancora di entrare nei dettagli, già solo l'orientamento delle mappe racconta molte cose. Adesso siamo abituati a queste carte con il Nord in alto, ma, per lungo tempo, i cartografi cristiani mettevano in alto l'Est: avevano ereditato il culto del sole dalle religioni pagane e ne avevano dedotto che il Paradiso terrestre era nella direzione dell'aurora: quindi Est in alto (la stessa parola orientamento è figlia di quel modo di vedere le cose: nel caso vi foste mai chiesti perché non diciamo settentrionamento ...). Ma molte mappe fatte da cartografi musulmani sono girate con il Sud in alto: era, per molti di loro, la direzione della Mecca. Le antiche mappe cinesi sembrano modernissime perché hanno in effetti il Nord in alto, ma era un caso: in realtà il Nord era la direzione verso cui guardavano i sudditi quando rivolgevano lo sguardo all'Imperatore. Quanto all'Ovest, ho una cosa da comunicare: non c'è una sola mappa, nella storia delle mappe, che sia orientata con l'Ovest in alto: pensate il terrore che abbiamo del tramonto, di qualsiasi tramonto. Nella sconfinata messe di mappe che abbiamo ereditato da secoli di esattezza e fantasia, … (scelti) dodici esempi totemici, e alla fine, spiegandone la genesi, (ci) si (ritrova) … in effetti a raccontare se non proprio tutta la storia del mondo, certo una sua parte considerevole. Una volta è la Sicilia dei Normanni, un'altra la Francia della Rivoluzione, un'altra ancora l'Europa degli anni Settanta. Tra le righe di mappe disegnate in modo sublime e stampate cori tecniche sofisticatissime, passano immani scontri di potere tra gli imperi, si annidano affascinanti sfide filosofiche, scivolano micidiali persecuzioni religiose, diventa visibile la follia del colonialismo. Di volta in volta, questi piccoli uomini detti cartografi consegnano ai potenti l'immagine del mondo, e lo fanno mettendo insieme sublimi strafalcioni e intuizioni di inspiegabile esattezza. Lavoravano alle loro creature (fossero carte o mappamondi) con la cura dell'artigiano, la furbizia del mercante, il cinismo del pubblicitario e la solitudine degli artisti. Quasi in modo involontario, ottenevano spesso bellezza – una forma di struggente bellezza, fatta di cartigli, colori, caratteri tipografici, decorazioni, simboli, forme incantevoli. Quando potevano lavoravano su dati reali, provenienti da viaggi avventurosi o snervanti misurazioni del territorio. Molto spesso si trovavano a lavorare sul sentito dire. Non di rado disegnavano sogni. Così facendo registravano l'imperturbabile tendenza dell'umano a fare simultaneamente due gesti, il misurare e l'inventare, che in teoria dovrebbe essere antitetici: se hai una terra che è tua, o la misuri o te la inventi come ti va. Loro spesso misuravano ciò che si inventavano. Che incantevole capacità di fondere esattezza e immaginazione. Dobbiamo … impararne le tecniche segrete, le ragioni ultime e le infinite particolarità curiose: il fatto che ce … (le si) porga senza essere pedante o vacuamente romanzesco, rende … un esempio significativo di come il sapere possa essere semplice tranquillità, pacata sicurezza e composta passione (Alessandro Baricco 5, Una certa mappa del mondo, così l'uomo ha disegnato un sogno chiamato Terra: dai Babilonesi a Google Earth, la nostra storia attraverso le carte geografiche).

5 Alessandro Baricco, laureato in filosofia politica è scrittore, saggista, critico musicale, pianista. sceneggiatore e regista. Nel testo sopra-riportato, presenta il libro di Jerry Bretton, La storia del mondo in dodici mappe (Feltrinelli, Milano, 2013), qui tuttavia non preso in considerazione, nella sua interezza.

4

Jan Vermeer, Soldato con ragazza sorridente (Frick Collection, New York)

Vermeer usa più volte le mappe come sfondo di una scena e, per lo più, di scene di vita quotidiana. Tutto ciò

ha un duplice significato, l’illustrazione della solidità e dell’operosità della borghesia olandese (delle Sette

Province Unite, dalla guerra di liberazione dalla dominazione spagnola, fino all’avventura napoleonica con il

Regno fantoccio d’Olanda) e la celebrazione della ottime capacità amministrative, imprenditoriali e purtroppo

anche coloniali. In ogni caso, da questo ramo della Riforma deriva l’altissima concezione del lavoro e della

ricchezza che ne deriva (in contrasto con la ricchezza nobiliare della rendita terriera). A riguardo, di certo, è

molto interessante notare, come il nome del predicato del primo comma della Costituzione della Repubblica

Italiana: una Repubblica democratica, fondata sul lavoro, oltreché di derivazione marxiana, è anche di, più

lontana, derivazione riformata, contrapposta ad un certo sciatto universalismo popolaresco cattolico. Infatti

proprio a questa idea riformata si ascrive il buon governo e la buona amministrazione di cui le mappe sono

una componente essenziale, in quanto capaci di fornire strumenti6, per la regolazione del territorio, (con le

carte tecniche) e per la crescita e la ridistribuzione della ricchezza (documentata con le carte tematiche).

6 Oggigiorno questi strumenti si avvalgono certamente dei portati, scientifici e tecnologici, derivati dalla conquista dello spazio e da quel complesso denominato ICT (information e communication technology). Infatti i sistemi informativi geografici (GIS) e territoriali (LIS), corredati di dati vettoriali, derivati da database topografici, e dati raster, acquisiti dalla galassia delle immagini e dalla digitalizzazione di cartografia esistente, costituiscono la versione, moderna ed progredita, delle tradizionali carte tecniche e tematiche.

5

Curiosità dal mondo della fisica

La ricerca del cosa fare può talvolta rivolgersi al passato e non soltanto al futuro. Infatti spesso le idee sul

funzionamento del mondo, i modelli della realtà, si inabissano come fiumi carsici, per poi ricomparire, in altre

epoche, con le inevitabili differenze, dovute alla diversa cultura o ai diversi strumenti filosofici, scientifici e

tecnici che l’umanità ha a disposizione. Ecco perché non è banale ripensare ad uno dei fondatori della

Geodesia classica, Ruñer Giuseppe Bošković (in Italia, noto come Ruggero Boscovich). Bošković

(Dubrovnik, 1711 – Milano, 1787) è astronomo, geodeta, matematico, costruttore di strumenti astronomici e

topografici, idraulico, filosofo, scrittore e diplomatico.

Questo gesuita copernicano elabora una legge unitaria delle forze, ipotizzando solo la continuità di spazio e

tempo, e non quella della materia. Infatti secondo Bošković gli elementi “primi” della materia sono punti reali,

omogenei, indivisibili, non–estesi, che posseggono inerzia e mutue interazioni. Secondo la legge di

gravitazione di Newton, se tra due masse (m1 e m2) decresce la distanza, la forza di attrazione dovrebbe

diventare infinita, all’annullarsi della distanza, fino alla compenetrazione dei due corpi, il che contraddice la

premessa dell’indivisibilità degli elementi primi. Invece Bošković assume che la legge valga fino a quando le

distanze si mantengono elevate, segue un intervallo di distanze in cui la forza tra le masse oscilla da

attrattiva a repulsiva, e quando al distanza è decisamente piccola, diventa infinitamente repulsiva,

impedendo il contatto tra le particelle. Tale concezione si può far risalire alle monadi di Leibnitz, più che alla

res extensa di Descartes od alla fisica newtoniana.

In tale conteso, Bošković critica la concezione dello spazio assoluto e del moto assoluto di Newton, perché

lo spazio si riduce semplicemente a relazione tra i punti. Nella sua opera: Theoria Philosophiae naturalis

redacta ad unicam legem virium in natura existentium (Vienna, 1758), egli osserva che, se l’intero universo

traslasse e ruotasse insieme a noi, non ne avremmo cognizione, come del resto se si espandesse o si

contraesse. Pertanto la posizione di Bošković non è quella successiva di Ernst Mach (che ritiene lo spazio

assoluto di Newton un retaggio metafisico), ma quella di Kant (che ritiene vi siano degli a-priori e pensa sia

necessario ridurre il numero degli a-priori). Infatti niente si può sapere dello spazio e del tempo assoluti,

giacché conosciamo spazio e tempio come ci si presentano; del resto, noi non conosciamo la realtà (cioè il

noumeno kantiano), ma le nostre idee su tale realtà.

Nella sua Opera pertinentia ad opticam et astronomiam (Venezia,1785), Bošković ritiene la velocità della

luce costante e che la lunghezza di un oggetto cambi, quando viene trasportato altrove (e così è possibile il

cambiamento nelle tre dimensioni, per allungamento od accorciamento). Nikola Tesla, tra gli altri, osserva

che alcune idee da Bošković, espresse in modo qualitativo, sono poi espresse con strumenti matematici nei

principi della relatività di Einstein: “La teoria della relatività è più antica…E’ stata proposta circa 200 anni fa

dal mio illustre connazionale Ruñer Bošković”.

Curva Boscovichiana

6

E’ curioso notare come Tesla ritenga sbagliate le concezioni di Einstein, in quanto lo spazio, secondo Tesla,

non può essere curvo, perché lo spazio non ha proprietà e, di proprietà, si può parlare solo per la materia

che riempie lo spazio. Allora Tesla, in un certo senso, è ancora un seguace di Descartes. A riguardo, Tesla

(Smiljan,1856 – New York,1943) è l’inventore della corrente alternata ed appartiene a quella schiera di

scienziati per i quali studiare e ricercare, anche se le soluzioni appaiono lontane, serve a migliorare l’umanità

(infatti di lui si disse che era umanista e poeta della scienza).

l

Tesla legge Bošković

Nel 1914, allo scoppio della I Guerra Mondiale, scrive: “finché ci saranno le nazionalità, ci sarà il

patriottismo. Questo sentimento deve venire estirpato dai nostri cuori, in modo che si possa fondare una

pace duratura. Al posto del sentimento di appartenenza ad una nazione, mettiamoci l’amore per la natura e

lo studio”. In seguito, aggiunge che, per ottenere un’epoca di pace, sono necessarie, da un lato, una

educazione di massa d’ampio respiro, e dall’altro, la mescolanza delle razze.

Tesla crede nella possibilità che la scienza favorisca la pace nel mondo, in quanto portatrice di benessere

per tutti. In particolare, l’energia deve essere liberamente disponibile, per l’intera umanità. Tesla ritiene

efficace l’energia idroelettrica, mentre ha dubbi sull’energia derivata dal petrolio, perché connessa al grande

capitale. Tesla riesce, nonostante le manovre di Edison e con l’aiuto dell’industriale Westinghouse, a

affermare il primato della corrente alternata, per quanto riguarda il trasporto e la distribuzione dell’energia

elettrica, ma poi gli rimangono molti sogni nel cassetto, a partire dal trasporto di energia senza fili, fino alle

tecnologie radar ed ai raggi X (tutte idee concepite, ma non realizzate).

In un articolo del 1919, Tesla dice che l’energia non è un mezzo per accrescere le comodità individuali, ma è

un bene pubblico: pertanto occorre rendersi conto che le risorse della Terra sono esauribili ed appartengono

all’umanità intera ed anche alle generazioni future. Allora occorre ripensare i metodi di produzione e utilizzo

dell’energia, perché “attualmente l’energia viene sprecata in modo barbarico”. Tesla immagina che in futuro

siano usate anche l’energia atomica, solare ed eolica, oltre all’energia idroelettrica.

7

Strumenti matematici innovativi

Muovendosi dalla logica fuzzy alla geometria frattale, alcuni strumenti matematici innovativi possono essere

offerti alla Geomatica. Infatti l’analisi di dati geografici e territoriali porta a dover prendere in considerazione

insiemi sfumati. Inoltre questi stessi dati presentano un’auto-somiglianza, facente sì che la loro descrizione

richieda il passaggio da spazi con un numero intero di dimensioni, ad altri spazi con un numero frazionario

delle stesse. Infine resta da rimarcare, ancora una volta, come ogni classificazione sia sempre largamente

arbitraria e, di conseguenza, gli strumenti utilizzati siano solo un tentativo, più o meno riuscito, di modellare i

dati geografici e territoriali, acquisiti, elaborati e derivati. Nel immediato prosieguo, si elencano, nell’ordine,

alcune caratteristiche salienti della logica fuzzy e della geometria frattale:

� presenza di una funzione d’appartenenza (membership), con valori compresi tra zero ed uno;

� accettazione della coesistenza di più risposte, in contraddizione nella logica tradizionale;

� auto-somiglianza, geometrica o statistica, con l’invarianza della forma, al variare della scala;

� rugosità, dovuta alla forma irregolare del dato (che ne determina la dimensione non-intera);

� struttura fine del dato stesso, così da permettere l’iterazione da un unico generatore.

A riguardo, considerazioni fondate possono muovere obiezioni di fronte all’adozione di queste metodologie e

procedure, in quanto la logica fuzzy costituisce uno strumento di confusione, bastando assegnare probabilità

agli oggetti/eventi (laddove i teorici della logica fuzzy si oppongono decisamente ad ogni corrispondenza tra

funzioni d’appartenenza e probabilità), mentre la geometria frattale è uno strumento meramente descrittivo

(che oltretutto propaga la descrizione all’infinitamente piccolo). D’altra parte, un’accezione estensiva della

probabilità non si riferisce solo all’accadere di eventi, ma quantifica anche la certezza del loro accadere

(nonché della misura di oggetti), mentre anche la geometria differenziale (come l’analisi matematica, del

resto) fa ricorso all’infinitamente piccolo, ben sapendo della granularità di tutta la realtà.

Allora nei confronti della Geomatica la logica fuzzy e la geometria frattale possono offrire qualche contributo

nella modellazione di campi, molto variegati della loro specificità, come nella ricostruzione di linee, superfici

ed oggetti 3D, nell’analisi di sequenze, mappe ed immagini , per modellare caratteristiche morfologiche non

ben definite, e generalmente nell’interpretazione di dati che presentano diverse possibilità di classificazione

e/o una forma irregolare dei dati ed una struttura fine dei dati stessi. Pertanto proprio queste caratteristiche

possono suggerire l’adozione di una logica fuzzy e/o di una geometria frattale, ben sapendo che tutte le altre

modellazioni, correttamente impiegate, sono altrettanto legittime e si fondano certamente su una tradizione

geodetica e cartografica, più lunga e consolidata.

Queste osservazioni sono elementari, sia per il loro contenuto matematico che per le possibili applicazioni

geomatiche, ma servono anche a precisare questioni di metodo. Innanzitutto perché studiare teorie, così

come proporre applicazioni non significa affatto produrre effetti speciali. Dopodiché perché usare un metodo

significa seguire qualche idea guida, ben sapendo della sua possibile fallacia e comunque delle innumerevoli

sue eccezioni che talvolta costringono ad abbandonarlo, per incamminarsi alla ricerca di altri metodi. Infatti

un metodo è, a sua volta, una teoria (di teorie) che, per lo più, si regge sul principio d’induzione (comunque

indimostrabile), ma qualche volta, sulla base di fondate confutazioni, richiede l’abbandono di una vecchia

congettura e la concezione di nuove congetture (da mettere nuovamente alla prova)

8

La tassellatura pentagonale di Penrose, parzialmente irregolare (essendone impossibile una regolare) e la

costruzione dell’eptaedro (proposto da Hilbert), a partire dall’ottaedro, tolti quattro triangoli (sfalsati tra sopra

e sotto) ed aggiunti tre quadrati, disposti come i tre piani cartesiani ortogonali (dello spazio euclideo),

mostrano insieme il rigore del metodo matematico e le violazioni allo stesso. In particolare, la tassellatura la

tassellatura pentagonale forza quanto dimostrato sull’esistenza dei gruppi di simmetrie planari 7, costruendo

tassellature quasi regolari. Inoltre l’eptaedro è un solido strano, concavo e non-stellato, con ben quattro

volumi distinti (pur essendo semplicemente connesso, dalle nervature centrali), ma risponde positivamente

alla congettura geometrica di Eulero 8, laddove si aggiunga ai vertici anche l’insieme vuoto 9.

Tassellatura pentagonale

Eptaedro

7 Le simmetrie planari sono 17 ed ammettono solo parallelogrammi, rettangoli, quadrati, triangoli equilateri ed esagoni regolari. Per completezza, si ricorda che sono 7 le simmetrie lineari e 230 le simmetrie spaziali (che si riducono a 32 con la cosiddetta restrizione cristallografica). 8 La congettura di Eulero stabilisce che il numero di vertici più il numero di facce, di un poliedro, ecceda di due il suo numero di spigoli. Questa congettura, sicuramente vera per i poliedri convessi e per qualche poliedro concavo stellato, deve essere variamente corretta, in generale, per i poliedri multi connessi (con tunnel o buchi), per quelli congiunti (lungo uno spigolo, oppure in un vertice), per quelli sovrapposti (cioè con una faccia di uno compresa in una faccia dell’altro) e per quelli con uno o più poliedri inclusi. 9 L’aggiunta ai vertici anche dell’insieme vuoto è proposta e giustificata proprio per la stranezza della sua costruzione.

9

D’altra parte, dalla letteratura alla filosofia, come dalla pittura alla musica, è sempre un passare dalle cose

antiche (che sono invece moderne, per la loro epoca), alle cose più moderne (che diventano poi antiche, in

epoche successive). Tutto ciò non significa che non possano esistere rivisitazioni dell’antico, sotto le varie

forme neoantiche, ma esse sono comunque diverse dall’antico, se non sono paccottiglia. Un’eccezione rara

è la ricostruzione cosiddetta “com’era e dov’era”, ma questa attiene alle ricostruzioni, dopo eventi traumatici

(come per Varsavia, dopo la seconda guerra mondiale), e sono eccezioni rarissime. In questo contesto,

anche la matematica e le scienze dure, fisiche e naturalistiche (che lo stanno viepiù diventando), passano

dalle cose antiche alle cose più moderne.

Infatti quello che è scienza, ad una data epoca, essendo lo sforzo titanico di costruire qualche spiegazione

razionale, di fronte ai dilemmi della natura ed ai conflitti della logica, diventa scienza passata, in altre epoche

successive, quando altri dilemmi ed altri conflitti, richiedono altre spiegazioni. Insistere nelle precedenti è

una regressione culturale, oscurantista e comunque perdente (nonostante certe intolleranze e protervie che

ben punteggiano la storia, in generale, e la storia della scienza e della tecnica, in particolare). Ricercare ed

accogliere le successive è un segno di interesse ed attenzione che tuttavia deve sapersi sempre guardare

dal rincorrere mode passeggere, facili entusiasmi, nuovi fanatismi, ecc. e, a tal fine, capacità critiche e

coscienza dei propri limiti sono doti indispensabili e fondamentali.

Anche per la Geomatica, notevole è il passaggio dalle cose antiche alle cose più moderne. Infatti per quanto

riguarda parte della teoria, si passa, ad esempio, dalla geometria differenziale (da cui è derivata la geodesia

geometrica e la cartografia matematica), la teoria delle reti e la fotogrammetria analitica (che discende dalla

geometria analitica e proiettiva, nello spazio 3D), alla geodesia fisica (interfacciata con altre scienze fisiche

della terra), alla modellazione statistica di campi di geo-dati ed alla costruzione di modelli matematici per

nuove geo-informazioni (disponibili). Invece per quanto riguarda alcune applicazioni, si passa, ad esempio,

dal tracciamento di infrastrutture e l’accatastamento di insediamenti abitativi e produttivi, al telerilevamento di

ambienti naturali ed antropici, ed al rilevamento di beni culturali ed ambientali 10.

Ancora una volta, tutto ciò non significa ignorare le cose del passato, soprattutto quelle metodologiche che

caratterizzano il settore scientifico-disciplinare e quelle applicative che, costituendo poi pietre miliari, fanno

scuola. Tuttavia bisogna anche saper riconoscere le innovazioni, i punti di svolta e, qualche volta, anche le

discontinuità (se possibile, interpretandole, alla luce delle conoscenze già acquisite e consolidate). Infatti se

è necessario soddisfare certi indici formali (per le comparazioni intersettoriali e tra macroaree), è altrettanto

necessario muoversi secondo le frontiere delle linee di ricerca del proprio settore scientifico-disciplinare, allo

scopo di farlo crescere, arricchendolo tanto di contenuti teorici, quanto di esempi pratici. E’ un compito di tutti

a partire da chi ha maggiore potere e responsabilità.

In questo contesto, notevoli sono gli esempi musicali (come riportato nelle figure appena successive), che

mostrano momenti, lontani tra loro l’intera epoca moderna, dalla polifonia rinascimentale alla dodecafonia

del primo novecento. Infatti essi sono insieme diversissimi e comunque innovativi, aprendo la prima alla

musica moderna, dopo le laudi medioevali dei trovieri e dei trovatori, ed il canto gregoriano ecclesiastico.

Invece la seconda chiude la grande stagione sinfonica, concertistica, cameristica ed operistica che occupa

tutto il ‘700 e l’’800, per aprire i percorsi musicali del ‘900, caratterizzati dalla rottura dei codici e dalle

contaminazioni, come in altre arti (ad esempio, nell’architettura, nella scultura e nella pittura, come pure nella

cinematografia che nasce proprio alla fine dell’’800) e nella letteratura sperimentale e moderna.

10 Altre applicazioni, tele-rilevate e non, riguardano invece fenomeni dinamici, dalla navigazione al controllo dei movimenti.

10

Manoscritto miniato con musica polifonica

Scale dodecafoniche

11

Appendice – Un lunghissimo e tristissimo elenco di guerre 11

Un lunghissimo e tristissimo elenco di guerre attesta ulteriormente che il dolore esiste e la Topografia del

Terrore, nelle sue varie forme (al variare delle epoche), contribuisce a perfezionarlo e renderlo più micidiale.

E’ un compito preciso dei geomatici, qualunque sia il livello del loro coinvolgimento nella materia, far sì che

la Geomatica abbia ben più nobili scopi ed applicazioni. Infatti nessuno può dirsi innocente ed anche

l’ignavia è colpa grave, perché chi la pratica omette di compiere quanto di buono potrebbe fare altrimenti.

Ovviamente poi chi si macchia di crimini orribili è doppiamente colpevole e tanto più colpevole, quanto più

grandi sono le sue responsabilità 12.

11 L’elenco è interamente ripreso da: http://it.wikipedia.org/wiki/Lista_di_guerre_per_ordine_cronologico. 12

Epoca antica:

� Guerra di Troia 1200 a.C. � Guerre con Veio 750 a.C. – 396 a.C. � Guerra lelantina 710 a.C. - 650 a.C. � Seconda guerra messenica 685 a.C. – 668 a.C. � Guerre greco-puniche 600 a.C. – 265 a.C. � Prima guerra sacra 592 a.C. – 582 a.C. � Prima guerra persiana 492 a.C.-490 a.C. � Seconda guerra persiana 480 a.C.-479 a.C. � Prima campagna siciliana 480 a.C. � Prima guerra del Peloponneso 460 a.C.-445 a.C. � Seconda guerra sacra 458 a.C. – 446 a.C. � Seconda guerra del Peloponneso 431 a.C. - 404 a.C. � Seconda campagna siciliana 410 a.C. – 340 a.C. � Terza campagna siciliana 315 a.C.-307 a.C. � Guerra corintica 395 a.C. – 387 a.C. � Terza guerra sacra 356 a.C. – 346 a.C. � Guerre sannite (tra Roma ed i Sanniti) 343 a.C. – 290 a.C.:

� Prima guerra sannita 343 a.C. – 341 a.C. � Seconda guerra sannita 327 a.C. – 304 a.C. � Terza guerra sannita 298 a.C. – 290 a.C.

� Guerra latina 340 a.C.- 338 a.C. � Guerre di Alessandro Magno 334 a.C. – 323 a.C. � Guerre dei Diadochi 323 a.C. – 280 a.C. � Guerra lamiaca 323 a.C. – 322 a.C. � Guerre pirriche 280 a.C. – 275 a.C. � Prima guerra siriaca 274 a.C. - 271 a.C. � Guerra di Kalinga 265 a.C. – 264 a.C. � Guerre puniche (tra Roma e Cartagine) 264 a.C. – 146 a.C.:

� Prima guerra punica 264 a.C. – 241 a.C. � Seconda guerra punica 218 a.C. – 201 a.C. � Terza guerra punica 149 a.C. – 146 a.C.

� Seconda guerra siriaca 260 a.C. - 253 a.C. � Terza guerra siriaca o guerra laodicea 246 a.C. - 241 a.C. � Prima guerra illirica 230 a.C. – 229 a.C. � Seconda guerra illirica 220 a.C. – 219 a.C. � Conquista romana della Spagna 218 a.C. – 17 a.C. � Prima guerra macedone 215 a.C. – 205 a.C. � Seconda guerra macedone 200 a.C. – 196 a.C. � Guerra contro Nabide 195 a.C. � Guerra contro Antioco III e lega etolica 192 a.C. – 188 a.C. � Guerra galata 189 a.C. � Terza guerra macedone 171 a.C. – 168 a.C. � Terza guerra illirica 168 a.C. � Guerra di Lusitania 155 a.C. – 139 a.C. � Quarta guerra macedonica 150 a.C. – 148 a.C. � Prima guerra servile 136 a.C. – 132 a.C. � Guerre cimbriche 113 a.C. – 101 a.C. � Guerra giugurtina 112 a.C. – 105 a.C. � Seconda guerra servile 104 a.C. – 100 a.C. � Guerra sociale 91 a.C. – 88 a.C. � Prima guerra mitridatica 88 a.C. – 85 a.C. � Seconda guerra mitridatica 83 a.C. – 81 a.C. � Guerra civile romana (iniziata da Silla) 82 a.C. – 81 a.C.

12

� Terza guerra mitridatica 75 a.C. – 63 a.C. � Terza guerra servile o rivolta spartachista (iniziata da Spartaco) 73 a.C. – 71 a.C. � Guerra piratica di Pompeo 67 a.C. � Guerra siriaca di Pompeo 65 a.C. – 62 a.C. � Guerra gallica (di Giulio Cesare) 58 a.C. – 51 a.C. � Spedizioni cesariane in Britannia 55 a.C. – 54 a.C. � Guerra civile romana (iniziata da Cesare) 49 a.C. – 45 a.C. � Campagna di Lerida giugno – agosto 49 a.C. � Guerra civile romana 43 a.C. – 31 a.C. � Guerra di Perugia 41 a.C. – 40 a.C. � Campagne militari di Ottaviano in Illirico (35-33 a.C.) 35 a.C. – 33 a.C. � Campagne augustee lungo il fronte africano ed arabico 30 a.C. – 6 d.C. � Guerre cantabriche 29 a.C. – 19 a.C. � Conquista di Rezia ed arco alpino sotto Augusto 16 a.C. – 7 a.C. � Campagne dalmato-illiriche (13-9 a.C.) 13 a.C. – 9 a.C. � Occupazione romana della Germania sotto Augusto 12 a.C. – 9 d.C. � Spedizione germanica di Germanico 14 – 16 � Invasione romana della Britannia 43 � Campagne armeno-partiche di Corbulone 58 – 63 � Prima guerra giudaico-romana 66 – 70 � Guerra civile romana (68-69) 68 – 69 � Rivolta batava 69 – 70 � Campagne germaniche di Domiziano 83 – 85 � Campagne daciche di Domiziano 85 – 88 � Campagne suebo-sarmatiche di Domiziano 89 – 97 � Conquista della Dacia 101 – 106 � Campagne partiche di Traiano 114 – 117 � Seconda guerra giudaico-romana 115 – 117 � Terza guerra giudaico-romana 132 – 135 � Campagne partiche di Lucio Vero 161 – 166 � Guerre marcomanniche 167 – 188 � Guerra civile romana (193-197) 193 – 197 � Campagne partiche di Settimio Severo 195 – 198 � Campagne in Britannia di Settimio Severo 208 – 211 � Invasioni barbariche del III secolo 212 – 305 � Guerra dei tre regni in Cina 220 – 265 � Campagna sasanide di Alessandro Severo 230 – 233 � Campagne sasanidi di Odenato 260 – 263 � Guerra degli otto principi in Cina 291 – 306 � Campagne sasanidi di Galerio 293 – 298 � Invasioni barbariche del IV secolo 305 – 378 � Guerra civile romana (306-324) 306 – 324 � Rivolta ebraica contro Gallo 351 – 352 � Campagne suebo-sarmatiche di Costanzo II 358 – 359 � Campagna sasanide di Giuliano 363 � Campagne suebo-sarmatiche di Valentiniano I 374 – 375 � Guerra gotica (376-382) 376 – 382 � Guerra gotica (402-403) 402 – 403

Età medioevale:

� Guerra isaurica 492 – 497 � Guerra gotica 535 – 553 � Guerra romano-persiana del 502-506 502 – 506 � Guerra iberica 526 – 532 � Guerre vandaliche 533 – 534 � Campagne siriano-mesopotamiche di Cosroe I del 540-545 540 – 545 � Guerra lazica 541 – 562 � Guerra romano-persiana del 572-591 572 – 591 � Prima guerra persiano-turca 588 � Guerra romano-persiana del 602-628 602 – 628 � Seconda guerra persiano-turca 619 � Terza guerra persiano-turca 627 – 629 � Conquista musulmana della Siria 634 – 638 � Conquista musulmana dell'Egitto 641 – 654 � Conquista umayyade del Nord Africa 647 – 709 � Conquista islamica della Persia 650 – 934 � Guerre bulgaro-bizantine 680 – 1355 � Guerre arabo-bizantine (780-1180) 780 – 1180 � Conquista islamica della Sicilia 827 – 902 � Spedizione dei Rus' in Paflagonia 830 � Guerra Rus'-bizantina (860) 860 � Guerra Rus'-bizantina (907) 907 � Guerra Rus'-bizantina (941) 941 � Guerra Rus'-bizantina (970–971) 970 – 971

13

� Guerra Rus'-bizantina (987) 987 � Guerra di Crimea (988) 988 � Guerra Rus'–bizantina (1024) 1024 � Guerra Rus'–bizantina (1043) 1043 � Guerre bizantino-selgiuchidi 1048 – 1308 � Prima crociata 1096 – 1099 � Crociata del 1101 1101 � Guerra tra Zengidi e Crociati 1127 – 1174 � Seconda crociata 1145 – 1149 � Guerra tra Venezia e Bisanzio (1171-1175) 1171 – 1175 � Guerra Genpei 1180 – 1185 � Guerra di Zara (1183-1203) 1183 -1203 � Terza crociata 1189 – 1192 � Quarta crociata 1202-1204 � Guerra tra Venezia e Bisanzio (1204) 1204 � Crociata albigese 1209 – 1229 � Quinta crociata 1213 – 1221 � Guerra tra Venezia e Bisanzio (1122-1126) 1222 – 1226 � Sesta crociata 1228 1229 � Settima crociata 1248 – 1250 � Guerra di San Saba 1255 – 1270 � Guerra tra Venezia e Bisanzio (1261-1265) 1261 – 1265 � Guerra scozzese-norvegese 1262 – 1266 � Seconda guerra dei baroni 1264 – 1267 � Ottava crociata 1270 � Nona crociata 1271 – 1272 � Guerra tra Genova e Venezia 1293 – 1302 � Guerra tra Venezia e Bisanzio (1296-1302) 1296 – 1302 � Guerre bizantino-ottomane 1299 – 1461 � Campagna catalana (Asia minore) 1303 – 1313 � Guerra di Ferrara (1308-1309) 1308 – 1309 � Guerra di Zara (1311-1313) 1311 – 1313 � Guerra dei cent'anni 1337 – 1453 � Guerra di Zara (1345-1346) 1345 – 1346 � Guerra di successione bretone 1361 – 1364 � Crociata alessandrina 1365 – 1366 � Guerra di Trieste 1368 – 1370 � Guerra degli Otto Santi 1375 – 1378 � Guerra di Chioggia 1379 – 1381 � Guerra di successione al Patriarcato di Aquileia 1381 – 1388 � Guerre ottomano-ungheresi 1396 – 1526 � Guerra di Padova 1404 – 1405 � Guerre ottomano-moldave 1420 – 1504 � Guerra fratricida di Sassonia 1446 – 1451 � Guerra dei tredici anni 1454 – 1466 � Guerra delle due rose 1455 – 1485 � Guerra sammarinese 1460 – 1463 � Guerra turco-veneziana (1463-1479) 1463 – 1479 � Guerra di successione castigliana 1475 – 1479 � Guerra di Ferrara (1482-1484) 1482 – 1484

Età moderna:

� Guerra d'Italia del 1494-1498 1494 – 1498 � Guerra sveva gennaio – settembre 1499 � Guerra turco-veneziana (1499-1503) 1499 – 1503 � Guerra d'Italia del 1499-1504 1499 – 1504 � Guerra polacco-moldava 1497 � Guerra della Lega di Cambrai 1508 – 1516 � Guerra polacco-teutonica (1519-1521) 1519 – 1521 � Conquista dell'impero azteco 21 aprile 1519 – 13 agosto 1521 � Quarta guerra d'Italia 1521 – 1526 � Quinta guerra d'Italia 1526 – 1530 � Guerra ottomano-asburgica 1526 – 1791 � Guerra civile Inca 1529 – aprile 1532 � Piccola guerra in Ungheria 1530 – 1552 � Sesta guerra d'Italia 1535 – 1538 � Guerra di Arauco 1536 – Guerra d'indipendenza del Cile � Prima guerra del nord 1558 – 1583 � Settima guerra d'Italia 1542 – 1546 � Ottava guerra d'Italia 1551 – 1559 � Guerre di religione 1562 – 1598 � Guerra russo-turca (1568-1570) 1568 – 1570 � Guerra degli ottant'anni 1568 – 1648

14

� Guerra di Cipro (1570-1573) 1570 – 1573 � Guerra anglo-spagnola 1585 – 1604 � Guerra dei Magnati di Moldavia 1593 – 1617 � Lunga Guerra 29 luglio 1593 – 11 novembre 1606 � Guerra polacco-moscovita 1605 – 1618 � Guerre anglo-powhatan 1610 – 1646 � Guerra d'Ingria 1610 – 1617 � Guerra di Kalmar 1611 – 1613 � Guerra di Gradisca 11 agosto 1615 – 6 novembre 1617 � Guerra dei trent'anni 1618 – 1648 � Guerra polacco-ottomana (1620–1621) 1620 – 1621 � Guerra di successione di Mantova e del Monferrato 1628 – 6 aprile 1631 � Guerra polacco-ottomana (1633-1634) 1633 – 1634 � Guerra franco-spagnola (1635-1659) 1635 – 1659 � Guerra Pequot 1637 – 1638 � Guerre dei tre regni 1639 – 1651 � Guerra di restaurazione portoghese 1640 – 1668 � Guerra di Torstenson 1643 – 1645 � Guerra di Candia 1645 – 1669 � Prima guerra anglo-olandese 1652 – 1654 � Spedizione veneziana dei Dardanelli 1654 – 1657 � Guerra russo-polacca (1654-1667) 1654 – 1667 � Guerra anglo-spagnola (1655-1660) 1655 – 1660 � Seconda guerra del nord 1655 – 1661 � Guerra polacco-cosacco-tartara (1666–1671) 1666 – 1671 � Guerra di devoluzione 1667 – 1668 � Guerra polacco-ottomana (1672–1676) 1672 – 1676 � Guerra d'Olanda 1672 – 1678 � Terza guerra anglo-olandese 1672 – 1674 � Guerra di Re Filippo 1675 – 1676 � Guerra russo-turca (1676-1681) 1676 – 1681 � Guerra di Morea 25 aprile 1684 – 1699 � Guerra della Lega di Augusta 1688 – 1697 � Guerra russo-turca (1686-1700) 1686 – 1700 � Grande guerra del nord 1700 – 1721 � Guerra di successione spagnola 1701 – 1714 � Guerra russo-turca (1710-1711) 1710 – 1711 � Guerra Tuscarora 1711 – 1715 � Guerra Yamasee 1715 – 1717 � Guerra austro-turca (1716-1718) 1716 – 1718 � Guerra della Lega d'Augusta 1718 – 1720 � Guerre Chickasaw 1720 – 1760 � Guerra anglo-spagnola (1727-1729) 1727 – 1729 � Guerra di successione polacca 1733 – 1739 � Guerra russo-turca (1735-1739) 1735 – 1739 � Guerra anglo-spagnola (1739-1742) 1739 – 1742 � Prima guerra di Slesia 1740 – 1748 � Guerra russo-svedese (1741-1743) 1741 – 1743 � Seconda guerra di Slesia 1744 – 1745 � Guerra di successione austriaca 1741 – 1748 � Guerra franco-indiana 1754 – 1763 � Guerra dei sette anni 1756 – 1763 � Guerra russo-turca (1768-1774) 1768 – 1774 � Guerra di indipendenza americana 1775- 1783 � Guerre Chickamauga 1776 – 1794 � Guerra di successione bavarese 1778 – 1779 � Prima Guerra di Frontiera del Capo 1779 � Quarta guerra anglo-olandese 1781 – 1784 � Guerra della marmitta 8 ottobre 1784 � Guerra Indiana di Nord-Ovest 1785 – 1795 � Guerra russo-turca (1787-1792) 1787 – 1792 � Guerra russo-polacca del 1792 1792 � Seconda Guerra di Frontiera del Capo 1793 � Guerre napoleoniche 1796 – 1815:

� Prima coalizione 1793 – 1797 � Prima guerra di Vandea 10 marzo – 23 dicembre 1793 � Seconda guerra di Vandea 24 giugno 1795 – 15 luglio 1796 � Campagna d'Egitto 1798 – 1801 � Terza guerra di Vandea 26 ottobre – 17 dicembre 1799 � Quarta guerra di Vandea 15 maggio – 24 giugno 1815 � Seconda coalizione 1799 – 1802 � Terza coalizione 2 agosto – 26 dicembre 1805 � Quarta coalizione 10 ottobre 1806 – 7 luglio/9 luglio 1807 � Guerra delle cannoniere 1807 – 814 � Quinta coalizione 10 aprile – 14 ottobre 1809

15

� Sesta coalizione 1812 – 1814 � Campagna di Russia 24 giugno – 12 dicembre 1812

� Terza Guerra di Frontiera del Capo 1799 – 1801 � Prima guerra barbaresca 1801 – 1805 � Guerra russo-turca (1806-1812) 1806 – 1812 � Guerra di Finlandia aprile 1808 – settembre 1809 � Guerra d'indipendenza spagnola 1808 – 1814 � Guerra anglo-olandese per Giava 1810 – 1811 � Guerra d'indipendenza del Messico 1810 -1821 � Guerra d'indipendenza del Cile 1810 – 1826 � Quarta Guerra di Frontiera del Capo 1811 � Guerra di Tecumseh 1811 – 1813 � Guerra del 1812 18 giugno 1812 – 23 marzo 1815 � Guerra di Peoria 1813 � Guerra Creek 1813 – 1814 � Seconda guerra barbaresca 1815 � Guerra austro-napoletana 15 marzo – 20 maggio 1815 � Prima guerra Seminole 1817 – 1818 � Quinta Guerra di Frontiera del Capo 1818 – 1819 � Guerre del moschetto 1818 – 1835 � Guerra d'indipendenza greca 1821 – 1832 � Guerra dei Paderi 1821 – 1837 � Guerra anglo-birmana 1825 – 1826 � Guerra argentino-brasiliana 1825 – 1828 � Guerra Winnebago 1827 � Guerra di Giava 1835 – 1830 � Guerre Anglo-Ashanti 1826 – 1896 � Guerra russo-turca (1828-1829) 1828 – 1829

Età contemporanea:

� Guerra Black Hawk 1832 � Sesta Guerra di Frontiera del Capo 1834 – 1836 � Guerra di Toledo 1835 – 1836 � Seconda guerra Seminole 1835 – 1842 � Guerra Texano-Indiana 1836 – 1875 � Guerra dei pasticcini 1838 – 1839 � Guerra di Miele 1839 � Prima guerra dell'oppio 1839 – 1842 � Prima guerra anglo-afghana 1839 – 1842 � Settima Guerra di Frontiera del Capo 1846 � Guerra messicano-statunitense 1846 – 1848 � Guerra del Sonderbund 3 novembre – 29 novembre 1847 � Guerra Cayuse 1848 – 1855 � Prima guerra di indipendenza italiana 23 marzo 1848 – 24 marzo 1849 � Ottava Guerra di Frontiera del Capo 1851 – 1853 � Seconda guerra anglo-birmana 1852 – 1853 � Guerra di Crimea 1853 – 1856 � Guerra Rogue River 1855 – 1856 � Guerra Yakima 1855 – 1858 � Seconda guerra dell'oppio 1856 – 1860 � Seconda guerra di indipendenza italiana 26 aprile 1859 – 12 luglio 1861 � Spedizione dei Mille 1860 � Guerra di secessione americana 12 aprile 1861 – 9 aprile 1865 � Guerra Navajo 1861 – 1864 � Brigantaggio 1861 – 1869 � Guerra Dakota 1862 � Intervento francese in Messico 1862 – 1867 � Seconda guerra dello Schleswig 1º febbraio – 30 ottobre 1864 � Guerra Chilcotin 1864 � Guerre del Colorado 1864 – 1865 � Guerra Apache 1864 – 1886 � Guerra della triplice alleanza 1865 – 1870 � Terza guerra di indipendenza italiana 1866 � Guerra di Nuvola Rossa 1866 – 1868 � Campagna Comanche 1867 – 1875 � Guerra Boshin gennaio 1868 – maggio 1869 � Guerra franco-prussiana 19 luglio 1870 – 10 maggio 1871 � Guerra Modoc 1872 – 1873 � Guerra di Red River 1874 – 1875 � Guerra di Black Hills 1876 – 1877 � Guerra Nez Perce 1877 � Guerra turco-russa (1877-1878) 24 aprile 1877 – 3 marzo 1878

16

� Nona Guerra di Frontiera del Capo 1877 – 1878 � Guerra Bannock 1878 � Guerra Cheyenne 1878 – 1879 � Seconda guerra anglo-afghana 1878-1880 � Guerra Sheepeater 1879 � Guerra del Pacifico (1879-1884) 1879 – 1884 � Guerra anglo-zulu 11 gennaio – 4 luglio 1879 � Prima guerra boera 20 dicembre 1880 – 23 marzo 1881 � Guerra Mahdista 1881 – 1889 � Guerra franco-hova (1883 - 1885) � Terza guerra anglo-birmana 1885 – 1886 � Guerra d'Eritrea 1885 – 1895 � Prima guerra matabele novembre 1893 – gennaio 1894 � Guerra d'Abissinia dicembre 1895 – ottobre 1896 � Prima guerra sino-giapponese 1º agosto 1894 – 17 aprile 1895 � Guerra anglo-zanzibariana 27 agosto 1896 � Seconda guerre matabele 1896 – 1897 � Guerra ispano-americana 1898 � Guerre della banana 1898 - 1934 � Seconda guerra boera 11 ottobre 1899 – 31 maggio 1902 � Guerra filippino-americana 1899 – 1913 � Guerre herero 1904 – 1907 � Guerra russo-giapponese 8 febbraio 1904 – 5 settembre 1905 � Guerra italo-turca 28 settembre 1911 – 18 ottobre 1912 � Prima guerra dei Balcani 8 ottobre 1912 – 30 maggio 1913 � Seconda guerra dei Balcani 16 giugno – 18 luglio 1913 � Prima guerra mondiale 28 luglio 1914 – 11 novembre 1918 � Guerra turco-sovietica (1917-1922) (dopo la Rivoluzione d'Ottobre) � Terza guerra anglo-afghana 6 maggio – 8 agosto 1919 � Guerra polacco-ucraina 1918 – 1919 � Guerra d'indipendenza irlandese 21 gennaio 1919 – 11 luglio 1921 � Guerra polacco-cecoslovacca 23 gennaio – 5 febbraio 1919 � Guerra greco-turca (1919-1922) maggio 1919 – ottobre 1922 � Guerra d'indipendenza turca 19 maggio 1919 – 29 ottobre 1923 � Guerra polacco-lituana 1º settembre – 7 ottobre 1920 � Guerra d'indipendenza turca 19 maggio 1919 – 29 ottobre 1923 � Guerra sovietico-polacca 14 febbraio 1919 – 18 marzo 1921 � Guerra turco-armena 24 settembre – 2 dicembre 1920 � Guerra del Rif 1921 – 1926 � Guerra civile irlandese 28 giugno 1922 – 24 maggio 1923 � Guerra civile cinese aprile 1927 – maggio 1950 � Guerra del Chaco 15 giugno 1932 - 10 giugno 1935 � Guerra d'Etiopia 2 ottobre 1935 – 5 maggio 1936 � Guerra civile spagnola 17 luglio 1936 – 1º aprile 1939 � Seconda guerra sino-giapponese 7 luglio 1937-9 settembre 1945 � Seconda guerra mondiale 1º settembre 1939 – 2 settembre 1945 � Guerra d'inverno 30 novembre 1939 – 13 marzo 1940 � Guerra di continuazione 25 giugno 1941 – 19 settembre 1944 � Guerra anglo-irachena del 1941 2 maggio – 31 maggio 1941 � Guerra Ecuadoriano–Peruviana 5 luglio 1941 – 31 luglio 1942 � Guerra Franco-Thailandese 1º luglio 1941 – 31 luglio 1942 � Guerra lappone 28 settembre 1944 – 25 aprile 1945 � Guerra civile greca giugno 1946 – 16 ottobre 1949 � Guerra d'Indocina 19 dicembre 1946 – 1º agosto 1954 � Prima guerra arabo-israeliana novembre 1947 – marzo 1949 � Guerra di Corea 25 giugno 1950 – 29 luglio 1953 � Guerra d'Algeria 1º novembre 1954 – 19 marzo 1962 � Guerra del Canale di Suez ottobre 1956 – marzo 1957 � Guerra coloniale portoghese 1961 - 1975 � Guerra sino-indiana 10 ottobre – 21 novembre 1962 � Guerra della sabbia ottobre 1963 � Guerra del Vietnam 1964 – 1975 � Guerra di indipendenza della Namibia 1966 -1989 � Guerra dei sei giorni 5 giugno – 10 giugno 1967 � Guerra d'attrito giugno 1968 – 7 agosto 1970 � Guerra del calcio 14 luglio – 18 luglio 1969 � Guerra di liberazione bengalese 26 marzo – 16 dicembre 1971 � Guerra del Kippur 6 ottobre – 24 ottobre 1973 � Guerra civile cambogiana 1970 – 17 aprile 1975 � Guerra dell'Ogaden 1977 – 1978 � Guerra ugandese-tanzaniana 1978 – 1979 � Guerra del Libano (1978) 14 marzo – 21 marzo 1978 � Guerra cambogiana-vietnamita 25 dicembre 1978 – dicembre 1989 � Guerra sino-vietnamita 17 febbraio – 16 marzo 1979 � Invasione sovietica dell'Afghanistan 24 dicembre 1979 – 2 febbraio 1989 � Guerra Iran-Iraq 22 settembre 1980 – 20 agosto 1988

17

Achille trascina il corpo senza vita di Ettore attorno a Troia: Virgilio, Eneide, Libro XXII (Affresco della fine del XIX secolo nel palazzo dell'Achilleion a Corfù, in Grecia)

Nicolas Poussin, La peste d’Asdod (Musée du Louvre)

� Guerra delle Falkland 2 aprile – 14 giugno 1982 � Guerra del Libano (1982) 1982 � Conflitto del Libano meridionale (1982-2000) 1982 – 2000 � Intervento americano a Grenada 1983 � Guerra delle Toyota 16 dicembre 1986 – 11 settembre 1987 � Prima intifada 1987 – 1993 � Guerra del Nagorno-Karabakh 20 febbraio 1988 – 16 maggio 1994 � Guerra di Panama 1989 � Prima guerra del Golfo 2 agosto 1990 – 28 febbraio 1991 � Guerra civile georgiana 1991 – 1993 � Guerra d'indipendenza croata 1991 – 1995 � Guerre jugoslave 1991 – 1995 � Prima guerra in Ossezia del Sud 5 gennaio 1991 – 24 giugno 1992 � Guerra dei dieci giorni 27 giugno – 6 luglio 1991 � Guerra Georgia-Abcasia 1992 – 1993 � Guerra civile in Tagikistan 1992 – 1997 � Genocidio del Ruanda 1994 � Guerra civile afghana 1992 – 1996 � Guerra in Bosnia 1º marzo 1992 – 14 dicembre 1995 � Guerra di Transnistria 21 marzo – 21 luglio 1992 � Guerra croato-musulmana in Bosnia ed Erzegovina 19 giugno – 23 febbraio 1994 � Prima guerra cecena 11 dicembre 1994 – 31 agosto 2004 � Prima guerra del Congo novembre 1996 – maggio 1997 � Guerra Civile Albanese 1997 – 1998 � Seconda guerra del Congo 1º agosto 1998 – luglio 2003 � Seconda guerra cecena 26 agosto 1999 – 2009 � Guerra del Kosovo 1999 � Conflitto dell'Ituri 1999 – 2007 � Seconda intifada settembre 2000 - � Guerra al terrorismo 2001 - � Invasione statunitense dell'Afghanistan 7 ottobre 2001 - � Seconda guerra del Golfo 20 marzo 2003 – 18 dicembre 2011 � Conflitto del Kivu 2004 – 2009 � Conflitto israelo-libanese 12 luglio – 14 agosto 2006 � Guerra in Somalia 20 luglio 2006 – 30 gennaio 2009 � Seconda guerra in Ossezia del Sud 7 agosto – 16 agosto 2008 � Guerra civile libica 17 febbraio 2011 - 20 ottobre 2011 � Intervento militare in Libia nel 2011 19 marzo 2011 - 31 ottobre 2011 � Guerra civile siriana 15 marzo 2011- in corso

18

Le figure che accompagnano il lunghissimo e tristissimo elenco di guerre evidenziano ulteriormente quanto

insensate sono tutte le guerre. Infatti dallo scempio dei cadaveri dei nemici, qui testimoniato dall’epica

antica, ma purtroppo tuttora attuale, alle pestilenze che, con le carestie, si diffondono al seguito delle guerre,

per le gravissime devastazioni dei territori, delle loro strutture ed infrastrutture e delle popolazioni che li

abitano, immenso è sempre il danno inferto da una guerra. Così drammaticamente eloquente è la distesa

sterminata di croci di un cimitero militare, dove soprattutto i soldati più semplice sono mandati a morire,

senza che ne abbiano alcuna voglia, per quanto nobile possa essere lo scopo della singola battaglia (perché

purtroppo ogni guerra è una cosa sporca).

In questo modo, proprio le guerre più moderne testimoniano come tanto non più i militari, quanto piuttosto i

civili, sono le vittime predestinate delle guerre in sé. Infatti la guerra è ormai condotta con mezzi tecnologici

sofisticatissimi che sanno proteggere i tecnici/combattenti, ma procurano stragi indicibili sulla popolazione

civile, anche e forse soprattutto allo scopo di fiaccare resistenze ed aprire lo spazio ad una più facile vittoria.

Così la guerra diventa sempre più preventiva e d’attacco, dichiara di fare solo interventi chirurgici ed invece

mira a fare vittime civili, scegliendole tra le più deboli ed indifese, come le/i bambine/i a scuola, le donne al

mercato e le persone anziane nei centri di riposo, anche se poi qualcuno parla spudoratamente di qualche

danno collaterale, comunque deprecabile.

In questo contesto, il geoide, la navigazione assistita, i modelli digitali delle altezze e del terreno, le immagini

telerilevate, la cartografia a grandissima scala, ecc. non costituiscono certamente la Topografia del Terrore,

ma possono diventarne parte integrante ed essenziale. Infatti nulla è male in sé, ma lo diventa per l’uso che

se ne fa. Nonostante il pessimismo della ragione, è indispensabile e fondamentale l’ottimismo della volontà,

per far sì che le scelte politiche e le azioni politiche conseguenti sappiano orientarsi nella direzione voluta,

cioè con lo scopo di promuovere e garantire di sviluppo e progresso. La lezione della storia passata, come

dimostra l’elenco delle guerre, fa dubitare della riuscita, ma la potenza distruttiva raggiunta, impone questa

direzione come obbligata, pena conseguenze catastrofiche, a dir poco.

Cimitero militare di Omaha Beach in Normandia nel nord della Francia 13

Bambine/i morte/i a causa degli effetti dei bombardamenti sulla popolazione civile del 30 gennaio 1938 14 (Archivio Storico della Città di Barcellona)

13 La seconda guerra mondiale è il primo (e si spera vivamente unico ed ultimo) conflitto con la bomba atomica. 14 E’ un tragico episodio della cruentissima guerra civile spagnola.

19

Conosci la quadruplice radice di tutte le cose (Emp edocle)

Empedocle studia le radici del mondo, fisiche e divine, dette in greco: Rizómata, ed il sincretismo panteista è

una delle pochissime forme religiose tolleranti 15. Forme religiose tolleranti sono anche il buddismo ed il

confucianesimo, nelle loro espressioni pressoché a-teiste (e non certamente nelle versioni d’accatto, di

recente, importate in occidente). Questo non significa affatto che una certa tolleranza non possa trovarsi

anche nel cristianesimo, nell’ebraismo e nell’islam, ma è facile ricordare che la loro storia non sia soprattutto

una storia di tolleranza (laddove per l’ebraismo occorre fare riferimento, quasi esclusivamente, al mondo

antico, data la sua successiva marginalizzazione). D’altra parte, riflettere su tutto ciò è necessario per ben

comprendere e, a sua volta, questo serve per agire correttamente.

Secondo la famosa scommessa di Blaise Pascal conviene credere in Dio, perché si ottiene la salvezza, se

esiste; mentre si è vissuto un'esistenza lieta, rispetto alla consapevolezza di finire solo in polvere, in caso di

un’errata assunzione. Pertanto Credo quia absurdum è una frase latina, formulata da Quinto Settimio

Fiorente Tertulliano e ripresa da Søren Aabye Kierkegaard, in Timore e tremore, che risponde alla

sopraccitata scommessa. Circa l’assurdo, bastano alcune considerazioni, per analizzare contraddizioni

arcinote e formulare ipotesi alternative, per il piacere dell’eresia. Infatti il secondo autore, prima di scegliere

di essere agnostico, ha liberamente e volutamente aderito a tesi eretiche, rispetto alla teologia cristiana

cattolica (ed ortodossa) e/o anche riformata (cioè protestante).

Allora nella Trinità, Dio padre sarebbe molto meglio un Dio madre di un Dio figlio (che s’incarnerà in Gesù di

Nazareth e, a riguardo, altre precisazioni sono scritte nel seguito), assegnando allo Spirito Santo la funzione

paterna, anche nell’ambito celeste. Questa prima affermazione combatte una visione misogina che affligge

gran parte della teologia cristiana, come dell’ebraismo rabbinico, mentre l’ebraismo antico (di derivazione

egizia) pone una giovane figura femminile, accanto alla divinità maschile, altrettanto giovane. D’altra parte,

anche papa Giovanni Paolo I, nel suo brevissimo pontificato, parla di un Dio mamma. Invece per quanto

riguarda Gesù di Nazareth, secondo Simone Pietro, negli Atti degli Apostoli, e Paolo di Tarso, nell’Epistola ai

Romani, diventa il Cristo, cioè il figlio di Dio, solo con la sua Resurrezione.

Pertanto è qui irrilevante fare ipotesi sulla paternità naturale di Gesù di Nazareth, escludendo Giuseppe della

tribù di Giuda e della stirpe di Davide 16 che, in caso contrario, non avrebbe proprio bisogno di porre tanti

distinguo, essendo il marito legittimo di Maria di Nazareth (anche se occorre tener ben conto che i Vangeli

dell’infanzia sono scritti molto tardi e si rifanno a mitologie egizie). Invece in questo contesto, la supposta

paternità “spirituale” dello Spirito santo lo rende anche particolarmente “simpatico”, perché si comporta,

come Giove che, con Latona, diventa padre di Apollo e Diana, facendo infuriare Giunone (si noti infatti che

Latona partorisce poi sull’isola fluttuante di Delo che, solo in seguito, è premiata ed ancorata nel mar Egeo,

provando invece i progressi nelle tecniche di navigazione, in mare aperto).

Un altro punto di controversia è il passaggio dalle Beatitudini del discorso della montagna, con il loro

contenuto utopico, poetico e di libertà, e l’opprimente teologia paolina (oltretutto venata da una buona dose

di antisemitismo), con i suoi dettami, seppure presentati in opposizione al fariseismo ebraico dominante ed

15 Se fosse vera la teoria della metempsicosi, coloro che scrivono avrebbero piacere di reincarnarsi in un gatto randagio (libero di vagare, dove ad esso aggrada) ed una conifera di montagna (chiedendo ai viandanti o lasciando agli uccelli ed al vento, di raccogliere i semi dalle pigne, per portarli in altri siti, con un ampio panorama) Il discorso è semiserio, ma l’essere stati ed essere tuttora, per puro diletto, una ballerina “libera” ed viandante attento, è un’occasione per conoscere, interpretare e riflettere. 16 Il filosofo neoplatonico Celso, fiero avversario del cristianesimo, attribuisce la paternità ad un centurione romano, descrivendo Maria come una prostituta ebrea. La prima affermazione potrebbe essere vera, conoscendo la brutalità di tutte le truppe d’occupazione (purtroppo anche quelle odierne). La seconda affermazione è molto meno credibile; del resto, anche oggi, nei processi per stupro, si tenta sempre di far passare una donna violentata come una poco di buono, provocatrice, ecc.

20

alla religione ufficiale del tempio. Forse solo per questa opposizione, è tanto apprezzata dalla Riforma che,

in molte sue fasi, sostituisce una dottrina chiusa ad un’altra (cattolica), senza grandi guadagni nei confronti

della libertà e della tolleranza. In questo ambito, più interessante è Domenico Scandella, detto Menocchio,

un mugnaio friulano, processato e giustiziato per eresia dall’Inquisizione, in conseguenza della predicazione

su Dio ed il cosmo abitato, descritti come una grande “formaggia” penetrata dai vermi.

Infatti questa descrizione è vagamente panteista ed invita ciascuno ad operare per il bene, nel proprio

mondo e con il proprio prossimo, in modo disinteressato e silenzioso (come nella soprastante citazione

neotestamentaria). Tutto ciò riporta alle Beatitudini e costruisce un parallelo con quello stoicismo che, sorto

come filosofia d’opposizione nel mondo greco ellenistico (come l’epicureismo), diventa una religione laica

dominate, nella Roma imperiale scettica, assumendo varie forme di sincretismo (comprendendo in queste

anche alcune correnti del cristianesimo). Del resto, non appena il cristianesimo supera il periodo delle

persecuzioni, contemporaneamente diventa totalitario, nel suo percorso ufficiale, e si fraziona in un numero

non piccolo di correnti eretiche d’opposizione.

Jan Brueghel il Vecchio, il Fuoco (Pinacoteca Ambrosiana, Milano)

Jan Brueghel il Vecchio, la Terra (Museé du Louvre, Parigi)

21

Jan Brueghel il Vecchio, l’Acqua (Pinacoteca Ambrosiana, Milano)

Jan Brueghel il Vecchio, l’Aria (Museé du Louvre, Parigi)

Un’osservazione conclusiva serve a precisare scelte agnostiche, rispetto all’eresia. Infatti essa è legata

strettamente al contesto italiano contemporaneo, dove le correnti neo contro-riformistiche sono largamente

prevalenti, mentre altrove prevalgono correnti liberali della teologia della speranza (in un mondo protestante,

liberato dall’intolleranza della censura riformata, dall’illuminismo in poi), oppure tutte quelle progressiste,

espresse da teologie della liberazione (tipiche delle cosiddette terre di missione nell’altrettanto cosiddetto

terzo mondo). Per contro, il massimo rispetto per le libere scelte altrui porta a difendere il diritto di ciascuno,

anche se esprime idee completamente diverse dalle proprie, nonché ad accettare manifestazioni pacate

della maggioranza, come le espressioni di culto, sapendo cogliere in esse squisiti valori estetici.

Un discorso diverso e serissimo riguarda le donne e la questione femminile. Infatti una prima osservazione,

un po’ stupita, porta a domandarsi, perché occorra ancora parlarne, ed una seconda, del tutto disincantata,

ribadisce invece la triste necessità di doverne parlare, ancora una volta, qui ed ora (infatti chi, in tutta la sua

onestà, può sinceramente dire che i diritti delle donne e soprattutto la loro attuazione sono, in tutto e per

tutto, identici a quelli degli uomini, senza ombra di dubbio alcuno ?). Purtroppo non è affatto così e non solo

22

riferendosi ad epoche passate e/o a parti lontane del mondo, ma è drammaticamente tutto vero, anche qui

ed ora (ed il fatto che prima e/o altrove sia stato o sia peggio, non giova, proprio per nulla, e non dà alcuna

consolazione). La battaglia è tuttora durissima e richiede un impegno serio e costante 17.

La fame e la guerra spingono dunque le donne fuori di casa, le obbligano a cercar un lavoro, a prendere decisioni, ad aiutare coloro che sparano o a sparare loro stesse; le obbligano a uscire dal ruolo che era stato loro affidato dal fascismo e dalla Chiesa, di “moglie e madre esemplare”. Questa uscita dal ruolo non avviene sempre coscientemente. In molti casi, al contrario, si giustifica col proprio desiderio di mantenere fede fino in fondo a una tradizionale immagine di sé. Ma, una volta vissuta, la trasgressione incide nella coscienza di tutte, rivelando l’esistenza e la possibilità di percorsi individuali sconosciuti, certo più accidentati ma anche più gratificanti di quelli che alle donne erano riservati in passato (Miriam Mafai, Pane nero).

Mario Mafai 18, Scaricatori di carbone Mario Mafai, La vendemmia

Parlate e agite come persone che devono essere giudicate secondo una legge di libertà … mostra(te)mi la fede senza le opere, ed io con le mie opere ti mostrerò la mia fede (Giacomo 2 12,18).

Non darti per vinto, perché ciò è ignoranza che non s’accorda alle regole di questa arte … Come l’amante, non potrai sperare di conseguire il successo se non mostrerai infinita perseveranza (Muhammad ibn Muhammad al-Fullani al-Kishnavi, matematico della Nigeria del nord, emigrato in Egitto, nel ‘700).

Come per la filosofia di Thomas Hobbes, così anche la matematica poetica di uno studioso africano,

naturalizzato arabo (vissuto nella prima metà del ‘700), è un invito all’impegno, caldo e pressante. I due

studiosi distano poco meno di un secolo e la filosofia del primo è rude, mentre la poesia del secondo è lieve,

ma l’invito all’impegno, da parte d’entrambi, è un segnale per passare dallo studio (a riguardo, Hobbes si

occupa anche di geometria ed economia) all’azione, con intenti etici, non verso un mondo perfetto, ma verso

un mondo perfettibile, anche se spesso purtroppo accade il contrario. Cosa sia questo mondo è un problema

lasciato aperto alle possibilità dei singoli ed alle loro condizioni materiali e sociali, andando dalle piccole

comunità quotidiane ad interi popoli uniti tra loro nella scena mondiale.

17 Allora non è un caso che questo discorso sia liberamente ripreso nel contesto di un bel giudizio positivo sull’eresia. Infatti è ampiamente documentato dalla storia, come quasi tutte le religioni siano state e siano oppressive nei confronti delle donne (addirittura camuffando divinità femminili, sotto forma di figure neutre). A riguardo, non è sufficiente far riferimento all’islam integralista (che ha certamente colpe enormi), ma basta richiamarsi alla caccia alle streghe, fino ai loro roghi, continuata ancora oggigiorno, sotto altre forme, più subdole, ma altrettanto feroci, nell’ambito del cristianesimo (e soprattutto nel mondo cattolico). Pertanto tutto il possibile a sostegno dell’emancipazione, soprattutto concreta, delle donne è un compito imprescindibile, per chi non voglia coprirsi di vere e proprie colpe o gravissime omissioni. 18 Mario Mafai, padre della sopraccitata Miriam, è un esponente della Scuola Romana anti-impressionista, insieme tra altri alla moglie Antonietta Raphaël.

23

Ritornando al piacere dell’eresia, un altro punto molto controverso è la doppia natura, divina ed umana, di

Gesù di Nazareth che comunque si proclama sempre Figlio dell’uomo, mentre è detto essere diventato Figlio

di Dio solo dai suoi discepoli, dopo la sua morte in croce e la sua annunciata resurrezione 19. A riguardo, una

sola natura divina, seppure con una sua personificazione/presenza in terra, è comune a molti dei del mondo

antico, mediorientale e nordafricano, come pure greco e latino. Del resto, queste personificazioni/presenze

appartengono anche al mondo germanico, ancora barbaro, che abbraccia proprio l’eresia ariana, in quanto

questa ammette solo la natura divina di Gesù di Nazareth, facendone così uno dei tanti dei dell’Olimpo o del

Walhalla (cioè dell’Olimpo germanico).

Per contro, il pelagianesimo, un’eresia cristiana non lontana dallo stoicismo, così come altre concezioni

gnostiche e panteiste, parla di una sola natura umana di Gesù di Nazareth, facendone così un grandissimo

profeta, dopo Giovanni detto il Battista e tutta la schiera dei profeti ebrei dell’Antico Testamento (maggiori:

Samuele, Elia, Eliseo, Isaia, Geremia, Ezechiele e Daniele; minori: Osea, Gioele, Amos, Abdia, Giona,

Michea, Naum, Abacuc, Sofonia, Aggeo, Zaccaria e Malachia). A riguardo, occorre rilevare come questa

eresia fa del cristianesimo uno dei tanti umanesimi, adatti alle complessità, tanto del mondo di allora (dal

tardo impero alla sua dissoluzione), quanto al mondo moderno. In aggiunta ed a sostegno, si segnala poi la

maggiore tolleranza di tutte queste eresie/filosofie, rispetto alla religione ufficiale.

La teologia ufficiale cattolica 20 sostiene invece la doppia natura, forse sulla base delle sacre scritture, ma

certamente senza fornire alcuna prova scientifica, così come prove scientifiche mancano per qualsiasi

affermazione sul divino, tanto nel mondo antico, quanto in quello moderno. Tuttavia occorre precisare che il

mondo antico, pur facendo scienza, non si pone mai il problema della verità scientifica al di fuori del suo

stretto contesto. Un esempio eloquente sono i segni premonitori (narrati da Tito Livio) della sconfitta romana,

al Lago Trasimeno (da parte delle truppe di Annibale), dove mancano solo le madonne che piangono,

perché non ancora di moda, a quei tempi. Al contrario, nel mondo moderno, una cosa è l’esegesi delle sacre

scritture, ma ben altra cosa è la non compatibilità scientifica delle teorie proposte.

Inoltre occorre osservare come, proprio l’intolleranza e la persecuzione, verso i pelagiani (in Medio Oriente),

i donatisti (in Nord Africa) e, più tardi, i bogomili (in Bosnia che, al pari dei catari, in Provenza, si rifanno allo

zoroastrismo persiano ed alla doppia presenza divina, con un principio del bene contrapposto a quello del

male), da parte della chiesa cattolica, sia una delle cause maggiori per la conversione di queste popolazioni

all’islam (dopo la prima espansione, verso occidente, e prima del suo medioevo che, in parte, dura tuttora 21)

che, con la legge del dhimmi, lascia loro libertà di culto. Infatti solo una concezione scettica, eclettica e

relativista moderata (essendo il relativismo radicale solo una solenne sciocchezza) permette il completo

dispiegamento della modernità, nelle sue forme migliori.

Infine circa l’arrivo del Cristianesimo a Roma, è d’interesse ricordare la lettera di Ponzio Pilato 22 (o forse di

sua moglie) all’imperatore Tiberio (e la risposta di questi), come attestato da Marco Giuniano Giustino e

19 Conformemente alle mitologie antiche, una risurrezione di Gesù di Nazareth, solo annunciata, ed una sua successiva ascesa al cielo, essendo solo un uomo, fanno dello stesso un semidio, al pari di tanti altri, nel mondo antico, ad esempio, come i Dioscuri (cioè Castore e Polluce), Dioniso, Narciso, Orfeo, Minosse, Teseo, Eracle (ovvero Ercole), Perseo, Enea, Achille e Romolo. 20 Sul tema della doppia natura, la teologia ufficiale cattolica è riconfermata anche dalla teologia ortodossa e da quelle riformate. 21 Il recente risveglio islamico, dal Nord Africa al Medio Oriente, assomiglia molto, nei suoi risultati attuali, all’ottocentesco ’48 europeo. Infatti al momento, si assiste alla sostituzione di assurdi integralismi islamici alle dittature militari ed anche al triste ritorno di queste, mentre le democrazie restano il sogno di, poche e poco consistenti, minoranze illuminate (composte soprattutto da donne e giovani). 22 La lettera di Ponzio Pilato (o di qualcuno in sua vece) verte soprattutto sul processo, largamente discutibile, a Gesù di Nazareth, con la sua ingiusta condanna a morte (tramite la crocefissione), e sull’omicidio (tramite la lapidazione), senza alcun processo, del diacono Stefano, da parte di un gruppo di facinorosi esaltati, in presenza di Saulo (Paolo) di Tarso, quale garante della liceità di quell’azione, comunque scellerata. Resta da osservare come i cristiani, non appena conquistata la libertà di culto, inizino a perseguitare tutti gli altri. A riguardo, significativo è l’assassinio di Ipazia, matematica e filosofa neoplatonica, oltretutto una donna, uccisa da uomini (monaci).

24

Quinto Settimio Fiorente Tertulliano. In particolare, nella lettera di Tiberio, si proclama la libertà di culto (tra i

tanti presenti ed ammessi) e si proibiscono le persecuzioni. Tutto ciò non significa affatto una diretta

propensione imperiale, ma invece l’attuazione dei dettami tolleranti di una filosofia stoica che, da filosofia

d’opposizione per alcuni dotti, in Grecia e nel mondo ellenistico, diventa la religione dominante delle classi

agiate, a Roma. In questo modo, un bel clima sereno garantirebbe il reciproco rispetto, la tolleranza ed il

dialogo/confronto fecondo, capace di favorire meticciati, politeismi culturali e sincretismi.

Cimabue 23, Crocifisso (Chiesa di San Domenico, Arezzo)

Lorenzo Lotto, Lapidazione di Santo Stefano (Accademia Carrara, Bergamo)

23 Cimabue è lo pseudonimo di Cenni o Bencivieni di Pepo.

25

Altri spunti di riflessione 24

Se d’un sol balzo si vuol attingere le ultime cose, con un salto mortale, una misera ignorante stanchezza … non vuol più nemmeno volere: essa ha creato tutti gli dei e i mondi dietro il mondo (Friedrich Wilhelm Nietzsche, Così parlò Zarathustra).

Abbiamo parole per vendere parole per comprare parole per fare parole ma ci servono parole per pensare. Abbiamo parole per uccidere Parole per dormire Parole per fare solletico Ma ci servono parole per amare. Abbiamo le macchine per scrivere le parole dittafoni magnetofoni microfoni telefoni. Abbiamo parole per fare rumore, parole per parlare non ne abbiamo più (Gianni Rodari, Abbiamo parole).

Pablo Picasso e aiuto morale di un suo grandissimo amico, Eugenio Arias, Guernica (Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofia, Madrid)

Un giorno nel mondo finita fu l'ultima guerra, il cupo cannone si tacque e più non sparò e, privo del triste suo cibo, dall'arida terra un branco di neri avvoltoi si levò. Dove vola l'avvoltoio? Avvoltoio vola via,

24 E’ davvero difficile, soprattutto in questi tempi così tanto travagliati, separare il parlare alto di ricerca scientifica e tecnologica, nonché di storia della scienza e della tecnica, e di epistemologia, dai casi della vita quotidiana, vari e diversi, di fronte ai quali è davvero difficile scegliere la strada migliore, …

26

vola via dalla terra mia che è la terra dell'amor. L'avvoltoio andò dal fiume/ ed il fiume disse: "No, avvoltoio, vola via, avvoltoio, vola via: nella limpida corrente ora scendon carpe e trote, non più i corpi dei soldati che la fanno insaguinar". L'avvoltoio andò dal bosco/ ed il bosco disse: "No, avvoltoio, vola via: tra le foglie, in mezzo ai rami passan sol raggi di sole, gli scoiattoli e le rane; non più i colpi del fucil". L'avvoltoio andò dall'eco, anche l'eco, disse "No, avvoltoio, vola via, avvoltoio, vola via: sono i canti che io porto, sono i tonfi delle zappe, girotondi e ninne-nanne, non più il rombo del cannon". L'avvoltoio andò ai tedeschi e i tedeschi disser: "No, avvoltoio, vola via, avvoltoio, vola via: non vogliam mangiar più fango, odio e piombo nelle guerre, pane e case in terra altrui non vogliam più rubar". L'avvoltoio andò alla madre e la madre disse: "No, avvoltoio, vola via, avvoltoio, vola via: i miei figli li do solo a una bella fidanzata che li porti nel suo letto, non li mando a ammazzar". L'avvoltoio andò all'uranio e l'uranio disse: "No, avvoltoio, vola via, avvoltoio, vola via: la mia forza nucleare farà andare sulla luna, non deflagrerà infuocata distruggendo le città". Ma chi delle guerre quel giorno aveva il rimpianto 25 in un luogo deserto a complotto si radunò e vide nel cielo, arrivare girando quel branco e scendere scendere, finché qualcuno gridò: dove vola l'avvoltoio? Avvoltoio vola via, vola via dalla testa mia… ma il rapace li sbranò (Italo Calvino, Dove vola l'avvoltoio 26).

25 Dopo la tragedia delle due guerre mondiali e dell’olocausto, nella prima metà del ‘900, ed un’epoca successiva percorsa dalla lunga guerra fredda e dalle tante guerra della decolonizzazione (che ne attraversano tutta la seconda metà), guerre sono tuttora in corso, per il petrolio, i diamanti, le terre rare, l’acqua, ecc. 26 Il ritornello è da ripetersi dopo ogni strofa, tranne la penultima, essendo l’ultima strofa un diverso ritornello, tragicamente vero.

27

In questo stesso contesto, rilevante è anche l’arringa pronunciata il 30 marzo 1956, dinanzi al Tribunale penale di Palermo, da Piero Calamandrei, In difesa di Danilo Dolci. Testo stenografico: Ricordate le parole immortali di Socrate nel carcere di Atene? Parla delle leggi come di persone vive, come di persone di conoscenza. "le nostre leggi, sono le nostre leggi che parlano". Perché le leggi della città possano parlare alle nostre coscienze, bisogna che siano come quelle di Socrate, le "nostre" leggi. Nelle più perfette democrazie europee, in Inghilterra, in Svizzera, in Scandinavia, il popolo rispetta le leggi perché ne è partecipe e fiero; ogni cittadino le osserva perché sa che tutti le osservano: non c'è una doppia interpretazione della legge, una per i ricchi e una per i poveri! Ma questa è, appunto, la maledizione secolare che grava sull'Italia: il popolo non ha fiducia nelle leggi perché non è convinto che queste siano le sue leggi. Ha sempre sentito lo Stato con un nemico. Lo Stato rappresenta agli occhi della povera gente la dominazione. Può cambiare il signore che domina, ma la signoria resta: dello straniero, della nobiltà, dei grandi capitalisti, della burocrazia. Finora lo Stato non è mai apparso alla povera gente come lo Stato del popolo. Da secoli i poveri hanno il sentimento che le leggi siano per loro una beffa dei ricchi: hanno della legalità e della giustizia un'idea terrificante, come di un mostruoso meccanismo ostile fatto per schiacciarli, come di un labirinto di tranelli burocratici predisposti per gabbare il povero e per soffocare sotto le carte incomprensibili tutti i suoi giusti reclami.

Fabio Mauri 27, Il muro occidentale o del pianto (XLV Biennale di Venezia, 1993)

Gli venne in mente che tante volte nelle ore d’ozio aveva disegnato tracciato col gesso figure sulla sua lavagna, fiori, foglie, alberi, animali, teste umane. E spesso aveva giocato a lungo così, creando, come un piccolo dio, creature secondo la sua volontà: nel calice d’un fiore aveva disegnato gli occhi e una bocca ad un ciuffo di foglie che spuntavano fuori da un ramo aveva dato forma di dita, in cima ad un albero aveva messo una testa. E in questo gioco aveva passato spesso ore felici, incantato, incantatore, tracciando linee e lasciandosi sorprendere egli stesso da quel che ne usciva: foglia d’un albero, muso di’un pesce, la coda di una volpe, il sopracciglio d’un uomo. Oh, pensava, potersi trasformare come si trasformavano allora le linee disegnate per gioco sulla sua tavoletta! (Hermann Hesse, Narciso e Boccadoro).

Pensò che ogni uomo corre senza posa e si trasforma e infine si dissolve, mentre la sua immagine creata dall’artista rimane sempre immutabilmente la stessa. … Noi … abbiamo orrore della caducità, vediamo con tristezza i fiori appassire e le foglie cadere e sentiamo nel nostro cuore la certezza che anche noi siamo caduchi e presto avvizziremo. Se dunque come artisti creiamo figure o come pensatori cerchiamo leggi e formuliamo pensieri, lo facciamo per salvare qualche cosa che abbia una durata più lunga di noi stessi (Hermann Hesse, Narciso e Boccadoro).

27 Fabio Mauri è un pittore del’Avanguardia romana.

28

Gli uomini passano, ma le idee restano. Restano le loro tensioni morali e continueranno a camminare sulle gambe di altri uomini (attribuita a John Fitzgerald Kennedy e ripresa da Giovanni Falcone).

Pareva che tutta l’esistenza fosse basata sulla duplicità, sul contrasto: … conciliare libertà ed ordine, istinto e spirito, non era possibile; bisognava sempre pagare l’una cosa con la perdita dell’altra e sempre l’una era altrettanto importante e desiderabile quanto l’altra! … Nell’uomo … c’era l’eterna aspirazione. Il Dio che aveva creato tutto questo era dunque cattivo od ostile, rideva forse con gioia maligna della sua propria creazione? No, non poteva essere cattivo, se aveva creato i caprioli e i cervi, i pesci e gli uccelli, il bosco, i fiori, le stagioni. … Ma perché quest’aspirazione insoddisfatta doveva essere peccato? Non nasceva da essa tutto ciò che di bello e di santo l’uomo aveva creato e reso a Dio come un’offerta di gratitudine? (Hermann Hesse, Narciso e Boccadoro).

Ma da un punto di vista più alto, dal punto di vista di Dio, l’ordine e la disciplina di una vita esemplare, la rinuncia al mondo e alla felicità dei sensi, la lontananza dal fango e dal sangue, il ritiro nella filosofia e nella devozione, erano davvero meglio …? L’uomo era davvero creato per condurre una vita regolata, di cui ogni ora ed ogni azione fossero annunciate dalla campana … per mortificare i propri sensi e per sfuggire al mondo? Non era egli creato da Dio con sensi ed istinti, con oscurità sanguinee, con la capacità del peccato, del piacere, della disperazione? (Hermann Hesse, Narciso e Boccadoro).

Giovanni Segantini, Tritti

Giovanni Segantini, Trittico delle Alpi: Natura (Segantini Museum, St. Moritz)

29

Giovanni Segantini, Trittico 28 delle Alpi: Morte (Segantini Museum, St. Moritz)

C’è un tempo per nascere e un tempo per morire, un tempo per piantare e un tempo per sradicare le piante. Un tempo per uccidere e un tempo per guarire, un tempo per demolire e un tempo per costruire. Un tempo per piangere e un tempo per ridere, un tempo per gemere e un tempo per ballare. Un tempo per gettare sassi e un tempo per raccoglierli, un tempo per abbracciare e un tempo per astenersi dagli abbracci. Un tempo per cercare e un tempo per perdere, un tempo per serbare e un tempo per buttar via. Un tempo per stracciare e un tempo per cucire, un tempo per tacere e un tempo per parlare. Un tempo per amare e un tempo per odiare, un tempo per la guerra e un tempo per la pace (Qohelet 3,2-8 29).

Allora Paolo, alzatosi in mezzo all'Areòpago, disse: Cittadini ateniesi, vedo che in tutto siete molto timorati degli dèi. Passando infatti e osservando i monumenti del vostro culto, ho trovato anche un'ara con l'iscrizione: al Dio ignoto. … Il Dio che ha fatto il mondo e tutto ciò che contiene, che è signore del cielo e della terra, non dimora in templi costruiti dalle mani dell'uomo né dalle mani dell'uomo si lascia servire come se avesse bisogno di qualche cosa, essendo lui che dà a tutti la vita e il respiro e ogni cosa. … Per essi ha stabilito l'ordine dei tempi e i confini del loro spazio, perché cercassero Dio, se mai arrivino a trovarlo andando come a tentoni, benché non sia lontano da ciascuno di noi (Atti 17, 22-27).

Comprendo che puoi tutto e che nessuna cosa è impossibile per te. Chi è colui che, senza aver scienza, può oscurare il tuo consiglio? Ho esposto dunque senza discernimento cose troppo superiori a me, che io non comprendo.

28 Il Trittico è un opera incompiuta, ma significativa, di Giovanni Segantini, uno dei massimi esponenti del divisionismo italiano. 29 Grandioso è l’appello poetico alla libertà ed alla responsabilità del saggista veterotestamentario che, dicendo chiaramente: vanità delle vanità, tutto è vanità, invita pressantemente ad essere capaci di autoironia ed a non prendersi mai troppo sul serio. Analogamente può essere ben accolto l’invito di Giobbe a riconoscere i propri limiti cui gli anni passati e l’esperienza di vita danno chiarissime conferme. Tuttavia in un paese retrivo, bigotto e codino, tutto ciò non deve comunque esimere dal combattere un clima diffuso, controriformista, reazionario e para-fascista (seppure oggigiorno ammantato da falsi miti consumisti, pazzamente reclamizzati). Circa il cercare a tentoni (come riportato di seguito), detto da un Paolo di Tarso, invece molto pretenzioso (cui alcuni membri dell’Areòpago rispondono: ti sentiremo su questo un'altra volta), le scelte agnostiche, essendo scelte libere, non irridono chi intende provare a cercare a tentoni, ma denunciano i veri fasti da marcia trionfale di chi dovrebbe, umilmente e modestamente, cercare invece a tentoni ed insegnare a farlo.

30

Ascoltami e io parlerò, io t'interrogherò e tu istruiscimi. Io ti conoscevo per sentito dire, ma ora i miei occhi ti vedono. Perciò mi ricredo e ne provo pentimento sopra polvere e cenere (Giobbe 42, 2-6).

Comprendo che non posso tutto e che molte cose sono impossibili proprio per tutti. Chi è colui che, senza aver conquistato scienza con molta fatica, può fare luce davanti ad ogni cosa? Ho esposto dunque senza discernimento cose troppo superiori a me, che io non comprendo. Ascoltami (uomini di buona volontà) e io parlerò, io v'interrogherò e voi cercate d’istruirmi. Io conoscevo solo per sentito dire, ma ora i miei occhi vedono. Perciò mi ricredo e sono riconoscente, pur evitando di coprirmi il capo

con polvere e cenere (parafrasi laica).

30

Aldo Carpi, Sosta durante la fuga in Egitto (Galleria d’Arte Sacra dei Contemporanei – Villa Clerici, Milano)

BIBLIOGRAFIA MINIMA

http://it.wikipedia.org/wiki/Antico_Testamento http://it.wikipedia.org/wiki/Frattale http://it.wikipedia.org/wiki/Lista_di_guerre_per_ordine_cronologico http://it.wikipedia.org/wiki/Logica_fuzzy http://it.wikipedia.org/wiki/Tassellatura_di_Penrose

30 Veramente bello e significativo è il quadro moderno, di Aldo Carpi, pittore del gruppo del Novecento italiano, deportato politico. A riguardo, occorre precisare che, a giudizio di coloro che scrivono, per nulla esperti competenti nella valutazione dell’arte, la bellezza ed il significato dell’opera stanno proprio nella loro semplicità ed anticlassicità (oltretutto spesso antistorica, quando si vestono i personaggi dell’antichità con vestiti di foggia rinascimentale o barocca, tipici delle corti cinquecentesche e seicentesche). Al contrario, in questo quadro, una famiglia dimessa, piccola (e non grande, cosa particolarmente importante in un mondo sovraffollato e purtroppo, spesso ancora molto, molto povero) si presenta in una scena, realisticamente possibile ed altamente probabile, nella vita quotidiana di pastori, viandanti e mercanti, lungo le carovaniere del mediorientali e nordafricane. Se un carattere sacro deve esserci nella scena, esso non è imposto, perché non traspare violentemente, ma deve essere liberamente compreso dalla volontà dell’osservatore.