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periodico di Coldiretti Pavia n.6 2010 ANNO 65 Poste Italiane S.p.a. Spedizione in a. p. D.L.353/2003 convertito in L. 27/02/2004 n. 46 art.1 comma 1 DCB/PV Tutti i temi e le posizioni emerse nell’ evento di Cernobbio organizzato da Coldiretti

New Coltivatore Pavese n6

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New Coltivatore Pavese n6

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periodico di Coldiretti Pavia

n.6 2010

ANNO 65

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DCB

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10° Foruminternazionale

dell’agricolturaTutti i temi e le posizioni

emerse nell’ evento di Cernobbioorganizzato da Coldiretti

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la campagna è viva

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la campagna è viva

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in primo piano

sommario

SINDACALE

DONNA IMPRESA

FISCALE

SUINICULTURA

BIOLOGICO

CAMPAGNA AMICA

EPACA

VITIVINICOLO

TERRANOSTRA

CREDITO

ZONE

TECNICO

Il Coltivatore PaveseEdito dalla Federazione Provinciale COLDIRETTI PAVIA

Questo numero è stato chiuso in redazione il 8 novembre 2010

Progetto grafico e impaginazione

Fotocomposizione e stampaGrafiche Lama Srl

Concessionaria di pubblicitàGrafiche Lama Srl

Strada ai Dossi di Le Mose, 5/7Tel. +39 0523 592803, +39 0523 592859

Abbonamento annuo Euro 40,00

PresidenteGiuseppe Ghezzi

DirettoreGiovanni Roncalli

Responsabile di RedazioneClaudio Milani

Direzione artisticaMarino Galli

Direzione Generale aGricoltura

iniziativa realizzata con il contributo di

il coltivatore Pavese

viene inviato a tutti i soci Della

FeDerazione Provinciale colDiretti Pavia

[email protected]

fotografie: archivio fotografico Coldiretti

Registrazione del Tribunale di Pavia n.3del 17 luglio 1948

hanno colaborato:Sergio Canobbio, Enrico De Marziani,Marta Madama, Pietro Angelo Migliavacca, Monica Rosini, Ilaria Schiavi, Annamaria Seves, Rosanna Sora, Gianni Mario Stoppini,

Redazione ed amministrazione:Piazza Guicciardi, 7 27100 PaviaTel. +39 0382 376811, Fax +39 0382 21284

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SINDACALE

DONNA IMPRESA

FISCALE

SUINICULTURA

BIOLOGICO

CAMPAGNA AMICA

EPACA

VITIVINICOLO

TERRANOSTRA

CREDITO

ZONE

TECNICO

Editoriale 7Articolo di fondo 910° Forum Internazionale dell’agricoltura e dell’alimentazione 10GDO e ritardi nei pagamenti 14Quotazione del mais ai massimi storici 16Un cittadino su quattro considera il “Made in Italy” il top a tavola 17www.pavia.coldiretti.it, un portale tutto nuovo 18I sacchetti di plastica diventano “fuori legge” 19Giornata provinciale del ringraziamento 19Il futuro non è OGM 20Fotovoltaico: sì all’opportunità, no allo spreco di terra 21Biodiversità: approvata la Strategia nazionale del Ministero 22In picchiata il consumo dei fitofarmaci 23

Nuove frontiere della multifunzionalità in agricoltura 24

Costituita per legge “l’anagrafe suina” 26

Biologico: Made in Italy a rischio 27

I punti di Campagna Amica 29

Rottamazione agricola 30Bocciato l’emendamento “salva essicatoi” 31Le direttive sui nitrati 32

Malattie professionali 34L’abitazione del pensionato 35Sconti alle terme 35

Dal produttore al consumatore 36Nuovi disciplinari per l’Oltrepò pavese 37Usi alternativi dei sottoprodotti della vinificazione 35

Credito di funzionamento 38

Etilometro in agriturismo 42

Oltrepò: l’invasione dei cinghiali 40Vigevano: Rice 41

Nuovi prodotti agricoli 25Contratto di appalto tra impresa e PA 25

Forumdi Cernobbio

GDOe ritardi nei pagamenti

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800.66.77.11Numero Verde

SERVIZICON

L’ACCENTO

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Il comparto agroali-mentare deve oggi affrontare con forza il problema dei pro-blemi: quello di dare futuro e garanzia di reddito alle imprese agricole che sono in grande sofferenza. Del resto, la situa-zione economica e finanziaria che stia-mo attraversando esaspera le inadeguatezze di tutti i settori e tra questi, quello del vino non ne è certamente esente. La crisi mondiale si è abbattuta su un comparto che già da tempo si trovava a fare i conti con una serie di questioni irrisolte e così la congiuntura negativa si scarica soprattutto sul viticoltore, che realizza prezzi di vendita delle uve inferiori ai costi di produzione. Ai guai di provenienza “internazionale” si aggiungono poi quelli di carattere europeo derivanti da un quadro di normative specifiche assolutamente antitetiche rispetto al modello della nostra vi-tivinicoltura. Le politiche di qualità, legate alla cultura del luogo di produzione e all’espressi-vità di un prodotto che si identifica con il ter-ritorio di origine, che Coldiretti, con fatica, sta facendo recepire in Italia, cedono di fronte all’industria e al commercio che hanno obietti-vi esattamente opposti: sganciarsi dalle origini, dal territorio, per poter comperare i prodotti agricoli (loro le chiamano materie prime) dove è più conveniente, in una pura logica di mer-cato. Così le grandi lobby degli industriali del vino, dei commercianti, dei distributori, dei vi-nificatori hanno fatto prevalere i loro interessi a scapito dei vitivinicoltori, soprattutto italiani, facendo approvare in Europa norme che nel nostro Paese non sarebbero mai state nemme-no discusse. In questo quadro complessivo, ci troviamo ad affrontare dei mercati che stanno profondamente cambiando all’interno di un fe-nomeno di globalizzazione che avanza a passi da gigante con strumenti spuntati. I processi di integrazione commerciale stanno cambiando lo scenario nel quale sino ad oggi si sono mosse le nostre imprese, obbligandole a cambiamenti irrinunciabili come quello della riorganizzazione

VINO: è arrivato ilmomento del fare

delle filiere cooperative che vanno rese più efficienti e soprattutto ripensate ad un modello che non può più ispirarsi esclusivamente a quello dei grandi numeri. Diverse realtà di cantine sociali, anche vicine alla nostra provincia, sono state interessate da percorsi di mo-dernizzazione che hanno consentito il raggiungimento di più elevati standard di qualità svolgendo contemporaneamente buone azioni

di promozione generale. Si tratta di modelli del tutto imitabili, in grado di ri-spondere alla rinnovata esigenza di arrivare su nuovi mercati e di rafforzar-si su quelli tradizionali, attraverso la dotazione di adeguate professionalità, ma anche costruendo marchi forti, capaci di far emergere la poten-zialità del territorio, con volumi e quantitativi di prodotto significativi. In questa direzione anche la recente vicenda della normativa sui controlli, merita una riflessione a parte; così come dovrà necessariamente essere affron-tato il tema del ruolo del Consorzio di Tutela dei nostri vini Doc che riteniamo sia giunto il momento di trattare con decisione. I tempi sono cambiati e dobbiamo avere l’orgoglio e la consapevolezza, di dirci che la nostra Organizzazione ha posto in essere idee e progetti per proiettare le imprese in un fu-turo diverso, salvando quei pezzi di passato che hanno funzionato e riprogettando tutto quello che sta attorno alle imprese agrico-le per ridare il governo delle scelte e degli interessi ai veri agricoltori. Certo, nessuno immagina di avere la bacchetta magica e le esperienze di un solo Consorzio, o di una sola cooperativa, rischiano di essere co-munque ininfluenti sul mercato, mentre se sapremo lavorare con impegno alla costitu-zione di un soggetto capace di avere respiro più ampio, in un progetto inclusivo, aperto anche ad altri momenti organizzati, si po-tranno dare risposte che viceversa, lascian-do le cose come sono ora, avranno un solo effetto: la chiusura delle nostre imprese.È una risposta alla crisi del comparto una ri-sposta positiva di una Associazione che non va soltanto in piazza ma fa proposte serie e concrete quando c’è un momento di difficoltà.

Ai guai di provenienza “internazionale” si aggiungono quelli di carattere europeo

EDITORIALE

Giuseppe GhezziPresidente Coldiretti Pavia

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Un nuovo“Coltivatore Pavese”

per accompagnare la crescita delle

Imprese

Giovanni RoncalliDirettore Coldiretti Pavia

al compito di fissare in maniera indelebile le politiche di Coldiretti Pavia. Con questi obiettivi, presentiamo un

giornale rinnovato nella veste grafica e nella struttura, che a fianco di uno stile più immediato, capace di valoriz-

zare i contenuti delle informazioni attraverso il contributo delle illustrazioni propone un’articolazione migliore all’in-

terno delle sezioni dedicate ai singoli settori.L’obiettivo politico-sindacale che stiamo perseguendo è

di una portata straordinaria; vogliamo riportare l’agricoltu-ra al centro di sistema agroalimentare italiano, modificando

un sistema governato da soggetti che per anni hanno commer-cializzato un made in Italy ottenuto con prodotti agricoli, che ancora oggi si ostinano a chiamare “materie prime”, acquistati ovunque fuorché in Italia. Da questo scossone dovrà emergere la vera economia, quella nella quale Coldiretti vuole rappresen-tare una filiera agricola tutta italiana, cambiando finalmente le dinamiche che regolano i rapporti tra impresa e mercato. Dob-biamo ripartire dalle nostre aziende, portando ai consumatori la trasparenza degli alimenti, denunciando le truffe, ricreando un nuovo clima tra cooperative ed imprese di territorio, trasfe-rendo finalmente agli imprenditori agricoli quel maggior valore che deriva ad un prodotto dalla sua italianità. Un valore, quello del CIBO made in Italy, di cui tutti si vogliono appropriare sen-za riconoscere nulla all’unico e vero garante di questo marchio d’origine: il produttore agricolo. Quello che Coldiretti ha messo in campo è un progetto innovativo basato su valori concreti, di interesse generale, che si è messo alle spalle il corporativismo stantio che ancora pervade alcune rappresentanze, impegnante a mantenere rendite di posizione ormai antistoriche. Noi non abbiamo la forza e il potere per cambiare da soli il verso gene-rale delle cose. Non abbiamo la bacchetta magica ma, dopo aver messo in cam-po un progetto vero, stiamo comunque provando ad attuarlo con la determinazione che ci appartiene e con la consapevolez-za di avere a fianco le imprese agricole. Questo nuovo periodi-co potrà contribuire positivamente a tutto ciò, ma soprattutto potranno contribuire le azioni che ciascun lettore saprà fare in questa direzione e la convinzione che assieme produrremo a sostegno di questo straordinario progetto.

Buona lettura.

FONDO

Coldiretti Organizzazione in crescita! Ma non esiste crescita senza impegno e senza rinnovamento. Così, con lo stesso spirito, da questo mese si rinnova anche il nostro giornale, accompagnando in questo pro-cesso evolutivo la nostra Organizzazione e l’intero settore agricolo. L’evoluzione dei sistemi economici, l’aziendalizzazione delle imprese, la necessità di sempre maggiore professionalizzazione degli addetti, i nuo-vi scenari dei mercati mondiali, ma anche i nuovi obiettivi sindacali che con determi-nazione ci siamo posti, obbligano anche il nostro “storico” giornale ad un dinamismo di crescita. Fedele alla missione di infor-mare gli Associati rispetto alla vita dell’Or-ganizzazione, fotografando le dinamiche internazionali all’interno di un contesto locale, senza eludere l’elemento di infor-mazione tecnica, Il Coltivatore Pavese con-tinua ad assolvere in maniera determinante

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...organizzato lo scorso mese da Coldiretti

10° Forum su agricoltura e alimentazione

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| 11SINDACALE

Due giorni di confronto promossi da

Coldiretti in un incontro organizzato

insieme ad Ambrosetti, sull’agricol-

tura e sul ruolo ricoperto nello svi-

luppo della società e del Paese.

Un incontro ad alto livello che ha dise-gnato la centralità dell’agricoltura come pilastro portante della società moderna. Un susseguirsi di interventi che hanno che hanno delineato il ruolo del moder-no agricoltore nella difesa dell’ambien-te, nella promozione del territorio e nel-la produzione di cibo.

Politici, acca-demici e opinionisti a confronto per par-lare di futuro e di so-luzioni concrete.

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Roberto Formigoni Presidente Regione Lombardia

(…) La crisi economica ha indebolito il settore agricolo e ha reso necessario interventi diversi per ogni Stato e per ogni Regione. Noi abbiamo deciso di stare vicino agli imprenditori e di trovare interventi in grado di rispondere in modo concreto alle esigenze del settore. (…) bisogna assicurare alla PAC risorse adeguate e assicurarsi che queste risorse vengano ridistribuite in modo equo tra gli stati membri.

(…) La semplificazione è importante per le imprese vista la mol-titudine di adempimenti che devono affrontare e che diventano una grossa limitazione al loro sviluppo. (…) La Lombardia sostiene la legalità ed è al fianco degli allevato-ri che hanno rispettato le regole(…) Sostengo pienamente la validità del progetto che la Coldiretti ha messo in campo per la costruzione di una filiera agricola tutta italiana. Il mondo agricolo sarà uno de protagonisti della gran-de esposizione universale del 2015. Parlando si alimentazione ed energia per la vita chiamiamo in causa, in un ruolo primario, proprio il mondo agricolo.

Sergio Marini Presidente Coldiretti

Non chiediamo nuove misure in campo fiscale perché consideriamo il sistema fiscale agricolo il più avanzato. Occorre però che tale sistema sia mantenuto e con esso quelle misure che sono in vigore da decenni e che, se dovessero sparire, specie in un momento di crisi come l’attuale, avrebbero pesanti ripercussioni sulle imprese

a causa dell’aumento dei costi del lavoro e di produzione. In questo momento l’attenzione del Governo per il settore agricolo è importante anche a livello comunitario. Siamo nella fase cruciale della discussione sulla Riforma della Politica agricola comunitaria. Abbiamo parlato del progetto per una filiera agricola italiana e del suo stato di avanzamento. Passando alla legge sull’etichettatura, speriamo vivamente che possa chiudere il suo percorso alle Camere, in attesa di aprire il confronto con la Ue. Sugli Ogm vorrei sottolineare come tutte le iniziative attuate, tutte le illegalità fatte e le pressioni esercitate da parte delle multinazionali non hanno sortito risultati. Gli italiani non li vogliono, gli agricoltori non li vogliono, i politici nemmeno, quindi anche il ministro Galan se ne faccia una ragione. La globalizzazione in passato non si è riusciti a governarla probabilmente per una mancanza di volontà. Oggi non la si governa perché mancano gli strumenti per poterlo fare. La globalizzazione senza politica ha un prezzo troppo alto e non ce lo possiamo permettere. Da parte nostra abbiamo due esempi. Se non ci fossero stati la Coldiretti e tutte le forze che l’hanno sostenuta in questo percorso, saremmo stati capaci di fermare la Monsanto in Italia nel suo tentativo di diffondere gli Ogm? Sull’etichettatura è capitato lo stesso. Tre anni fa abbiamo fatto approvare una legge che però ha trovato l’ostacolo della burocrazia e delle lobby comunitarie. Ma ora non è stata la pressione delle forze sociali a creare il sentiment necessario per portare a compimento la nuova legge e per tentare di convincere il livello comunitario? Se riusciamo a mettere insieme tutti i soggetti che hanno una visione di questo tipo del Paese e la volontà di farlo crescere, l’Italia avrà delle risorse enormi da giocarsi. Non solo quelle, uniche, dell’agroalimentare e del turismo, ma anche quel buonsenso che alberga nella stragrande maggioranza dei cittadini e che rappresenta il patrimonio più grande per il Paese.

Gianni Alemanno Sindaco di Roma (…) Federalismo, sussidiarietà, dialogo con le forze sociali. Il federalismo funziona nella misura in cui si liberano risorse. Ci sono sprechi a livello locale. Il federalismo non può essere

solo uno spostamento di poteri, gli enti locali devono dialogare con la società e con le forze sociali. In questo momento siamo ala vigilia dell’approvazione di una legge sull’origine che rappresenta un grande segnale per tutte le realtà del nostro paese perché l’Italia conta sulla scelta della qualità del territorio.

Antonio Tajani Vice Presidente Commissione Europea

(…) La politica agricola comunitaria deve essere rivista ma non deve scomparire né dal bilancio né dall’attenzione della Commissione europea. Ha espresso una - netta contrarietà ad ogni ipotesi di rinazionalizzazione della politica agricola perchè ciò turberebbe i mercati e sarebbe un errore pernicioso. Infine il Commissario ha auspicato che le associazioni agricole, e in primo luogo la Coldiretti,

partecipino attivamente ai progetti europei volti a creare imprenditoria agricola in Africa.

Ferruccio Fazio Ministro della Salute

Il nostro ministero non cambia linea sulla questione degli Ogm. Andiamo avanti sulle produzioni tradizionali. Così si è espresso il ministro della salute Ferruccio Fazio parlando al forum dell’agricoltura organizzato dalla Coldiretti a Cernobbio. L’esponente del governo si è detto favorevole alla difesa delle produzioni tradizionali e ha tracciato un breve quadro di come i mercati

internazionali si stiano aprendo ancora di più ai prodotti Made in Italy, citando in particolare il Canada per i salumi, i formaggi e la carne per Sudafrica e Brasile e annunciando che sono in corso trattative con il Giappone sempre per quanto riguarda la carne.

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| 13SINDACALE

Ermete Realacci Responsabile Green economy PD

(…) “Il momento di crisi sarà lungo e cambierà probabilmente i pesi del mondo. È importante per questo che l’Italia sappia affrontare la sfida e sappia giocare le sue carte migliori”. (…) “L’agricoltura è collocata all’interno della sfida complessiva del Paese, e ha un ruolo importantissimo per il miglioramento complessivo della condizione italiana ma dobbiamo competere sfruttando le nostre peculiarità. Non possiamo puntare a ciò che

non abbiamo, non ha senso parlare di commodities in Italia. Ha senso invece continuare a parlare di tracciabilità, perché è su temi come questo che possiamo giocarci il nostro futuro”.

Giulio Tremonti Ministro dell’Economia e delle Finanze

l mondo si sta finalmente accorgendo che la globalizzazione è entrata nel mondo reale ed è la causa della situazione che stiamo vivendo. “Fino ad alcuni anni fa il G7 era un apparato politico che controllava l’80% della ricchezza mondiale e che aveva alla sua base tre caratteristiche comuni: la lingua (l’inglese), il sistema monetario (area

dollaro) e i sistema della democrazia occidentale. Il G20 degli ultimi anni si poneva ugualmente come rappresentanza dell’80% della ricchezza del mondo, ma in modo asimmetrico”. “A partire dalla caduta de muro di Berlino, noi stiamo vivendo – ha affermato Tremonti – i 20 anni che hanno cambiato i rapporti e la struttura del mondo”. “Si è confusa una crisi con una congiuntura con una grande abilità da parte del mondo della finanza di depistare la politica, che oggi, dopo aver salvato le banche, è accusata da queste di aver fatto esplodere il debito pubblico”. “Siamo tutti convinti che non possiamo andare avanti producendo più debito pubblico che Pil. È difficile mettere d’accordo 27 Paesi diversi con un storia importante alle spalle. Ogni Paese deve fare un documento basato su due colonne: una di politica di stabilità e l’altra di riforme per lo sviluppo. L’Italia ha fatto il piano di stabilità, presentato ieri in Parlamento e si accinge, in ritardo, a fare il piano di sviluppo”.

Rosario Trefiletti Presidente Federconsumatori

(…) Bisogna poi dare un’informazione al cittadino che non sia ingannevole e non si capisce perché la Coldiretti e le associazioni dei consumatori debbano fare una battaglia per avere l’indicazione dell’origine delle produzioni quando è un diritto naturale sapere cosa si mangia. Vogliamo puntare su una maggiore consapevolezza sociale. I lavoratori devono essere alleati con i cittadini e denunciare eventuali mancanze nei vari passaggi della filiera che mettono a rischio la sicurezza, la qualità e il valore del Made in Italy. Pertanto avanti tutta con la filiera corta, i farmers market e le esperienze dei gruppi di acquisto solidali.

Maurizio SacconiMinistro del Lavoro e delle Politiche Sociali

(…) Parlare di sussidiarietà significa valorizzare la storia, come ad esempio la potenzialità rappresentata da Consorzi Agrari d’Italia e i Confidi (…) “La crisi ha evidenziato che per la crescita non vanno più usate la leva del debito pubblico e di quello privato, ma va usato soprattutto il capitale umano. La crisi è nata dalla enorme dimensione del debito privato che si è spostato velocemente sul debito

pubblico”. (…) “Noi dobbiamo fare i conti con la necessità di colmare il nostro disavanzo e quindi contenere e riqualificare la spesa, tanto più che vogliamo anche contenere la diminuzione

della pressione fiscale”.

Giancarlo GalanMinistro delle Politiche Agricole

“Chi produce beni agricoli, chi sta nel primario ha subìto, oltre agli effetti nefasti delle speculazioni, anche una marginalizzazione concettuale ed una delegittimazione del proprio intraprendere”. Coldiretti ha ben compreso la crisi dell’economia virtuale e si è fatta carico, con la Filiera Tutta Agricola e Tutta Italiana, di una progettualità per il Made in Italy in cui il prodotto alimentare è realmente strumento visibile della comunicazione del territorio, portavoce credibile e autorevole del nostro Paese. I progetti che sono stati presentati a Cernobbio da Coldiretti evidenziano una straordinario rinnovamento rispetto al passato e soprattutto mostrano come gli agricoltori intendano essere imprenditori, puntando sulla riconoscibilità, sull’identità, sulla responsabilità. (…) sarà mio impegno condurre e vincere insieme la battaglia per una norma sull’etichettatura a scala europea, soprattutto sapendo che il Commissario Ciolos ha già stabilito di accogliere, con la più ampia disponibilità, il

testo di legge italiano. Dobbiamo poi lanciare un programma straordinario per la lotta alla contraffazione. Il falso Made in Italy alimentare in Italia e all’Estero vale circa 60 miliardi. Chiederò al Governo la costituzione di uno strumento specifico che superi la frammentazione delle competenze, essendo questa la causa della relativa efficacia delle azioni sino ad oggi messe in campo”.

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gli imprenditori agricoltori sono diventati la “banca” della grande distribuzione

mento per i prodotti deperibili.Purtroppo la posizione dominante della grande distribuzione è tale da far sì che nessuno chieda il rispetto del termine di legge e tutti accetti-no tempi di pagamento più lunghi, pur di conservare il cliente e l’acces-so agli scaffali. Il problema è anco-ra più evidente nel caso di processi produttivi particolarmente brevi,

Il tema dei tempi di pagamento è sem-pre stato scottante, anche prima della crisi economica. Per risolvere una pato-logia del mercato particolarmente evi-dente nel nostro Paese (con pagamen-ti ben oltre i 100 giorni), il legislatore nazionale, grazie anche al deciso pres-sing di Coldiretti, era intervenuto con il decreto legislativo n.231 del 2005, che definisce in 60 giorni i termini di paga-

GDOe ritardi nei pagamenti...la leggeva rispettata!

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come quelli di certi ortaggi, dove si può arrivare al paradosso di aver sostenuto più cicli produttivi, senza che sia stato an-cora pagato il primo prodotto consegnato.Tutto questo mentre la grande distribuzione incassa subito, il consumatore paga immediatamente alla cassa, ma liquida i fornitori con tempi biblici. Nella sostanza gli imprenditori agricoltori sono diventati la “banca” della grande distribuzio-ne; anzi, sono meglio di una banca perché non fanno pagare gli interessi sulle somme dovute. Il 20 ottobre il Parlamento europeo ha votato a favore di una

nuova direttiva finalizzata a lottare contro i ritardi di paga-mento; l’accordo deve essere ora formalmente adottato dal Consiglio in forma di direttiva. Ma il problema non è la man-canza di una legge. La legge già esiste, si tratta solo di chie-derne l’applicazione e non utilizzare i termini di pagamento come elemento di competizione tra le imprese.

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Le speculazioni spingono i prezzi del

mais che si è portato su valori massimi

da due anni a questa parte.

È quanto emerge da una analisi che evidenzia come a crescere siano tutte le materie prime agricole dalla soia, al grano oltre al mais. La spinta in alto viene giustificata dalle previsioni non positive di raccolto per effetto delle condizioni climatiche avverse negli Stati Uniti dove se-condo l’ultimo rapporto dell’Usda la produzione di mais è in calo del 3 per cento rispetto allo scorso anno, quella di soia del 2 per cento, mentre sul grano pesa il calo del 25 per cento della produzione in Russia che è tra i principali paesi esportatori e dell’Ucraina. Anche nell’Unione Europea a 27 per la raccolta di ce-reali le stime rivelano che la produzione si attesta sui 274 milioni di tonnellate, con una diminuzione del 5 per cento rispetto alla produzione del 2009 a causa delle condizioni climatiche sfavorevoli verificatesi in numero-si Stati membri. Il livello dei prezzi per il mais, ma anche per gli altri cereali, rimane comunque ancora molto lontano dai valori massimi di oltre 7 dollari per bushel raggiunti nel marzo 2008, ma in real-tà l’andamento delle quotazioni dei prodotti agricoli è sempre più fortemente condizionato dai movimenti di capitale. Dobbiamo segnalare l’esistenza di manovre finanziarie sul cibo che stanno “giocando” senza regole sui prezzi dei pro-

dotti agricoli e hanno provocato una grande volati-lità impedendo la programmazione e mettendo a rischio le coltivazioni e l’al-levamento in molti Paesi. Garantire la stabilità dei prezzi in un mercato a do-manda rigida come quello alimentare è un obiettivo di interesse pubblico che va sostenuto

con l’introduzione di interventi di mercato innovativi come le assicurazioni sul reddito nell’ambito della riforma di mercato della politica agricola comune. Per stabilizzare il mercato è nata la più grande società europea di trading dei cereali di proprietà degli agricoltori, che ha il compito di gestire oltre 20 milioni di quintali di prodotto tra grano duro destinato alla produzione di pasta, grano tenero per il pane, girasole e soia,

esclusivamente di origine italiana e garanti-ti non Ogm. La società denominata

“Filiera Agricola Italiana” è par-tecipata da 18 Consorzi Agrari, 4 cooperative, 2 organizza-zioni dei produttori, una so-cietà di servizi di Legacoop e Consorzi Agrari d’Italia e ha il compito di gestire la contrat-tualistica nella coltivazione e nella commercializzazione dei seminativi prodotti in tut-to il paese.

Per stabilizzare il mercato è nata la più grande società europea di trading dei cereali di proprietà de-gli agricoltori, che ha il compito di gestire oltre 20 milioni di quintali di prodotto

Quotazioni record per il mais

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SINDACALE | 17

Per quasi un italiano su quattro (23%) il cibo italiano dal cam-po alla tavola vale almeno il doppio, nonostante il momento di crisi economica; il 53% dei cittadini preferisce acquistare prodotti alimentari locali e artigianali che battono nettamente le grandi marche (appena 10%); tre su quattro ritengono che gli Ogm siano meno salutari dei cibi tradizionali; uno su tre acquista regolarmente prodotti a denominazione di origine e il 14% quelli biologici.Sono i risultati della prima indagine che studia il contributo del Made in Italy alla ripresa economica, realizzata da Coldi-retti-Swg a ottobre 2010 e presentata nel corso del Forum In-ternazionale dell’Agricoltura e dell’Alimentazione organizzato dalla Coldiretti a Villa d’Este di Cernobbio. Il valore superiore attribuito dagli italiani agli alimenti, realizzato con prodotti coltivati o allevati interamente in Italia, è innanzitutto eccezio-nale con due consumatori su tre (65%) che ritengono valga dal 10% in su. La fiducia nel Made in Italy rispetto al prodot-to straniero è del 91% per gli alimenti, del 66% per i vestiti, del 55% nei mobili, del 49% per la cosmetica, del 39 per gli utensili, del 26 per auto e motorini e del 18 per l’elettronica e cresce nel 2010 in tutti i settori. Una superiorità, quella del Made in Italy alimentare, che viene attribuita al rispetto di leggi più severe, alla bontà e freschez-za e alla garanzia di maggiori controlli. L’attenzione all’origi-ne del prodotto è anche evidenziata dal fatto che ben il 97% degli italiani ritiene che dovrebbe essere sempre indicato il luogo di allevamento o coltivazione dei prodotti contenuti negli alimenti. Non stupisce dunque che una maggioranza assoluta del 53% degli italiani preferisce acquistare prodotti alimentari locali e artigianali che battono nettamente le grandi marche, le quali si fermano al 10%. La vittoria del prodotto legato al territo-rio è sancita dal fatto che oltre due terzi degli italiani (68%) si sentirebbero più garantiti da un marchio degli agricoltori italiani rispetto al marchio industriale (11%) e a quello della distribuzione commerciale (10%). Una opinione confermata dal fatto che nel 2010 si è registrato un vero boom degli acquisti diretti dai produttori dove com-pra regolarmente il 17% degli italiani con un aumento record del 55%. Anche a Pavia e in tutta la provincia, i Mercati di Campagna Amica riscuotono sempre maggior successo e sempre di più sono le richieste delle Amministrazioni, ma an-che dei semplici cittadini, di dar vita a nuovi mercati a chilo-metri zero.

Per un cittadino su quattro mangiare

italiano è fondamentale

Il made in Italy a tavola vale il doppio

italians do it better!

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NOVEMBRE 2010 | 18

Nulla è meglio della rete per trasmettere informazioni facilmente reperibili e aggiornabili di continuo.

Nell’era delle notizie che si accavallano e si rincorrono, è ne-cessario attivare sistemi di comunicazione capaci di aggior-narsi quasi in tempo reale. Nulla è meglio della rete per tra-smettere informazioni facilmente reperibili e aggiornabili di continuo. Già da anni Coldiretti Pavia aveva attivato il proprio sito. Ora lo abbiamo ricostruito, modernizzato, attualizzato. All’interno di una maschera simile per tutte le presenze Col-diretti in rete, il sito della Coldiretti di Pavia all’indirizzo www.pavia.coldiretti.it regala al visitatore, associato o semplice navigatore, una serie di informazioni dettagliate sulla vita di Coldiretti, sull’attività sindacale senza tralasciare le informazioni tec-niche. La filosofia che ci ha ispirati nel realizzare il nostro spazio in rete è lega-ta ad una stretta interazione con tutti i canali di comunicazione della nostra struttura. I comunicati stampa, la ras-segna stampa, una galleria fotografica e un percorso video tra le esperienze di Coldiretti Pavia, consentono al visitato-re di vivere la Coldiretti e rivivere le propria partecipazione ad

eventi e manifestazioni. Informa-zioni tecniche sui mercati, sull’an-damento climatico e sulla struttu-ra di Coldiretti permettono a chi si appresta a visitarne le pagine di attraversare la nostra organiz-zazione individuando facilmente le informazioni di cui necessita.

Una continua evo l u z i o n e , che sfrutta i suggerimenti dei visitatori, rende il sito dinamico e agevola la di-sponibilità di sempre nuovi e maggiori elementi di stimolo e di

informazione a chi ci si avvicina.

www.pavia.coldiretti.itcomunicazione a 360°

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SINDACALE | 19

Inizialmente previsto per il 1° gennaio 2010, la scadenza è stata prorogata di un anno in seguito alle contingenze legate alla crisi eco-nomica internazionale. La norma richiedeva l’istituzione di un programma sperimentale che gradatamente avrebbe portato dal 2007 al 2010, dapprima la riduzione e poi l’aboli-zione delle famigerate sportine della spesa. Tale programma non è stato mai avviato ed ora la scadenza si è fatta pressante. È neces-sario ricordare che ogni anno miliardi di buste

di plastica vengono abbandonate, con tempi di degradazione molto

lunghi, circa 20 anni, ed il rilascio di sostanze chimiche dannose

per l’ambiente, l’ecosi-stema marino e la sa-lute umana. La plastica abbandonata, oltre

ad imbrattare l’am-biente e compor-tare enormi costi legati alla raccolta e allo smaltimento, costituisce, dopo i mozziconi di siga-retta, la peggiore minaccia per l’e-

cosistema marino e per l’economia

legata al turismo nel mare Mediterraneo. L’inqui-

namento derivante dai sacchetti non è legato solo allo smaltimento, ma anche alla produzione. Si stima, infatti, che per produr-ne 200 mila tonnellate vengano bruciate 430 mila tonnellate di petrolio con tutto ciò che ne consegue. Il bando dei sacchetti di plastica, oltre ad essere un successo ambientale, rap-presenta una grande opportunità per le bio-plastiche e dunque, per il settore agricolo. I nuovi eco-shopper dovranno essere realizzati in bio-plastica ricavata da mais e da altre ma-terie vegetali e dovranno essere riutilizzabili.

dal 1° gennaio 2011 scatta

il divieto di produzione, com-

mercializzazione ed utilizzo dei sacchetti

di plastica non biodegradabili.

Sacchetti di plastica

STOPDomenica 28 novembre a Pavia

sarà celebrata la Giornata Provin-

ciale del Ringraziamento.

Alle 10,30 nella Basilica di Santa Maria del Carmine Sua Eccellenza il Vescovo di Pavia Monsignor Giovanni Giudici celebrerà coadiuvato dal Consigliere ecclesiastico di Coldiretti Pavia, Don Ernesto Maggi e dal parroco della Basilica Don Daniele Baldi, la Santa Messa. In Piazza del Carmine, dopo la celebrazione religiosa, sarà impar-tita la Benedizione ai mezzi agricoli. I trattori del Gruppo Trattori d’epoca simboleggeranno con la loro presenza l’intera agricoltura provinciale. Il Mer-cato di Campagna Amica sarà allesti-to durante tutto l’arco della giornata; in collaborazione con la Croce Rossa sotto una tenso-struttura, si terranno attività di intrattenimento per tutta la cittadinanza con assaggi di prodotti tipici del territorio. A mezzogiorno, grazie alla partecipazione dei somme-lier di Fisar, sarà offerto un aperitivo creato appositamente per la Giornata del Ringraziamento. Sarà ricostruito l’ambiente della vecchia cascina lom-barda, allestita una mostra di model-lini di macchine agricole d’epoca, nel pomeriggio, grazie all’Associazione Pensionati Coldiretti, con la lettura delle Storie di una volta, sarà rico-struita l’atmosfera delle stalle di inizio secolo. Durante tutto il pomeriggio, attività per i ragazzi con le Fattorie Di-dattiche e degustazioni di caldarroste, vin brulé e succo di mela.

giornata provinciale del

Ringraziamento

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NOVEMBRE 2010 | 20

ogm

NO GRAZIEle coltivazioni OGM, oggi sarebbe una via di non ritorno, ri-schierebbe di sacrificare il patrimonio di cultura e qualità che la nostra agricoltura si porta appresso, cancellerebbe l’enor-me vantaggio, che purtroppo in risicoltura sfruttiamo poco, del brand “made in Italy”, invidiato, imitato e falsificato in tut-to il mondo e consegnerebbe le chiavi decisionali delle nostre imprese alle multinazionali. Per chiudere, Preve ha citato Cina, India e i Paesi asiatici come esempi da cui non farsi distan-ziare. Sinceramente Coldiretti è convinta che la risicoltura e tutta l’agricoltura italiana, fatte di tradizione, storia, sapore, genuinità, sicurezza, riconosciute attraverso tante dop e igp, siano molto lontane dall’agricoltura e dalla risicoltura di quei Paesi, ma non indietro, avanti. Imitarli significherebbe tornare indietro, retrocedere a quando la risicoltura era vista come l’attività degli inquinatori, dei nemici dell’ambiente. La scelta NO OGM di Coldiretti non è, come anche Preve ha cercato di far credere una scelta ideologica, è una scelta principal-mente economica. Non vogliamo abbandonare la ricchezza della qualità e della tipicità italiane in favore di un prodotto omologato, uguale in tutto il mondo, da vendere al prezzo che altri ci imporranno e che altri compreranno dove sarà più conveniente.

Coldiretti rimanda al mittente le esortazioni di Preve

Il presidente di Airi e di Riso Gallo, Mario Preve, a Robbio, durante un convegno di carattere agricolo in cui si parlava sostanzialmente di territorio e delle sue peculiarità ha volu-to esprimere una decisa apertura alle coltivazioni OGM. Ci sembra quanto meno strano che si possa accostare il valo-re della risicoltura per le caratteristiche storiche, ambientali e qualitative della Lomellina, territorio vocato e riconosciuto anche dalla Comunità Europea, con una appiattimento e una standardizzazione della qualità e delle varietà che inevitabil-mente conseguirebbe all’introduzione di coltivazioni OGM. Soprattutto se questa apertura arriva da un industriale che, giustamente, si fa vanto di vendere il riso da risotto, in settan-ta paesi al mondo. I presupposti da cui Preve è partito sono

molto discutibili, l’affermazione che l’OGM sia in crescita nel resto del mondo non è fondata. Molti paesi, dopo una prima apertura, ne hanno ab-bandonato la coltivazione, gli stessi agricoltori, dopo le prime illusioni, si sono resi conto che il tanto vantato incremento di produzione e di reddito era in realtà una chimera bella e buona e che l’unico vantaggio concreto delle coltiva-zioni OGM risulta essere per le multinazionali che, estendendo il proprio monopolio, pos-sono imporre qualunque prezzo. Non regge

neppure il parallelo tra nucleare e OGM, avanzato dall’Industriale del riso, si

tratta di problemi completamente diversi. Quando l’Italia decise

di rifiutare il nucleare le tec-nologie non erano quelle di oggi e i disastri am-bientali accaduti ne sono triste testimonianza. La ricerca deve continuare. Coldiretti è certamente a favore della moderniz-zazione ma la scelta del-

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La produzione di energia elettrica è una

delle tante funzioni della nuova agricoltu-

ra ma non dobbiamo sacrificare i terreni

La diffusione della produzione di energia elettrica grazie ai pannelli fotovoltaici da parte delle imprese agricole, rappresenta una sfida importante e di sicuro interes-se, soprattutto se interpretata in chiave multifunzionale. Questo significa attribu-ire particolare rilevanza alla connessione tra l’attività agricola e la produzione di energia elettrica e calore dal sole, ma richiede il rispetto di determi-nate condizioni. La riconversione di anche ampie coperture di ca-pannoni e stalle a strutture destinate alla produzione di energia elettrica, soprat-tutto quando tali interventi tengono con-to dell’impatto ambientale ed architetto-nico, sono da ritenere esempi costruttivi di quella multifunzionalità che caratteriz-za l’agricoltura moderna. Tuttavia i mega impianti a terra che comportano la per-dita della capacità produttiva ed impli-cano una vera offesa estetica inserendo un elemento assolutamente estraneo in contesti agro ambientali di grande valo-re, sono da ritenere assolutamente nega-tivi anche in virtù degli effetti cumulativi che ne derivano come la perdita di per-meabilità del suolo, disequilibri idrogeo-logici, fenomeni alluvionali, di erosione e desertificazione. In un territorio come quello della nostra provincia, vario e ric-co in ogni angolo di attrattiva turistica, lo scempio di un campo di pannelli solari non può essere paragonato al recupero di una copertura che, magari, ha anche contribuito allo smaltimento di pericolo-se lastre ricche di amianto. In conseguen-za di ciò, emerge l’urgenza di un comple-tamento definitivo del quadro nazionale di riferimento. La produzione di energia dal sole, come dalle altre fonti rinnova-

bili, deve avvenire nel rispetto di alcuni principi generali, quali, un ridotto consumo di suolo, il riu-tilizzo di aree già degradate da attività antropiche, come i siti industriali o contaminati, ed una progettazione legata alle speci-ficità dell’area. La produzione di energia solare in agricoltura rap-presenta una grande opportunità di impresa che può contribuire in maniera significativa agli obiet-tivi di produzione di energia da fonti rinnovabili. Ma dobbiamo attribuire la dovuta importan-za anche al mantenimento delle attività agricole e forestali, che sono elementi di una qualità ter-ritoriale oggi indispensabile per molti scopi, dalla mitigazione ed adattamento al cambiamento climatico, alla tutela della bio-diversità ed alla realizzazione di infrastrutture verdi, oltre che per motivi di carattere economico e sociale.

FotovoltaicoSÌ all’opportunità NO allo spreco di terra

| 21SINDACALE

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NOVEMBRE 2010 | 22

Cala il consumo di fitofarmaci

I prodotti molto tossici e tossici si riducono di oltre la metà (-63,5%), mentre quelli non classificabili dell’8,4%; viceversa, i formulati nocivi aumentano del 47,6%. Il rapporto dell’Istat smentisce, quindi, quanti sostengono che l’agricoltura nono-stante le misure agroambientali previste dalla Politica Agri-cola Comunitaria continui a ricorrere in modo eccessivo alla chimica ed avvalora, invece, lo sforzo compiuto in questi anni dalle imprese agricole per garantire ai consumatori alimenti ottenuti con processi produzione a basso impatto ambientale tramite un impiego attento ed equilibrato degli agro farmaci. Per quanto concerne i principi attivi contenuti nei preparati distribuiti per uso agricolo registrano una diminuzione, sep-

pure lieve, scendendo da 80.662.794 mila tonnellate del 2007 a 80,7 mila del 2008 (-0,4%). Rispetto all’andamento della di-stribuzione dei prodotti fitosanitari nel periodo 1998-2008 in tale decennio i principi attivi contenuti nei prodotti fito-sanitari diminuiscono complessivamente di 7,9 mila tonnellate (-9,6%); in par-ticolare, si riducono le sostanze attive erbicide, insetticide e fungicide, (rispet-tivamente del 34, 7,18,6 e 11,5%), mentre raddoppiano le varie (+52,2%). L’indagi-ne interessa tutte le industrie che, con il proprio marchio o con marchi esteri, di-stribuiscono gli agrofarmaci in Italia ed

include le sostanze attive destinate a proteggere i vegetali o i prodotti vegetali dagli organismi nocivi o a prevenirne gli effetti, favorire o regolare i processi vitali dei vegetali, con-servare i prodotti vegetali, eliminare le piante indesiderate, eliminare parti di vegetali e frenare o evitare un loro indesi-derato accrescimento. Il minor uso di agrofarmaci e la riforma della legislazione comunitaria relativa a tali prodotti finaliz-zata a garantire un uso sostenibile degli stessi evidenzia un

processo virtuoso dell’agricoltura che gra-zie all’innovazione tecnologica ed

ad una nuova cultura d’impresa derivante dagli indirizzi della Politica Agricola Comunitaria si orienta sempre più verso un modello di sviluppo teso a garantire qualità e sicu-rezza degli alimenti e tutela ambientale tutti principi che costuiscono parte integrante del progetto di Coldiretti sul-la filiera agricola italiana.

Sempre meno chimica nei campi. È quanto emerge dal rap-porto Istat 2010 “La distribuzione per uso agricolo dei prodot-ti fitosanitari”. I prodotti fitosanitari comprendono le sostanze attive destinate a proteggere i vegetali o i prodotti vegetali dagli organismi nocivi o a prevenirne gli effetti, favorire o re-golare i processi vitali dei vegetali, conservare i prodotti, eli-minare le piante indesiderate, eliminare parti di vegetali e frenare o evitare un loro indesiderato accrescimento. In ge-nerale, le moderne tecniche agronomi-che e gli indirizzi di politica comunitaria tendono a ridurre le quantità di prodotti fitosanitari impiegate nelle coltivazioni, dando priorità sia alla difesa delle pian-te mediante metodi di lotta integrata e biologica, sia al mantenimento delle caratteristiche qualitative delle produ-zioni agricole. In questo quadro, i dati dell’ISTAT consentono di approfondi-re l’analisi dei potenziali residui nocivi contenuti nelle derrate agricole e nelle acque. Nel 2009, anno di riferimento dell’indagine, la quantità degli agrofarmaci distribuiti per uso agricolo (pari a 147,5 mila tonnellate) cala dell’1,6% rispetto al 2008. Nel decennio 1999-2009 la quantità di prodotti fitosanitari distribuiti per uso agricolo diminuisce complessivamente di 10,7 mila tonnellate (- 6,8%). In particolare, calano i fungicidi (-13,1%), gli insettici-di e acaricidi (-23,2%) e gli erbicidi (- 3,2%), mentre i prodotti vari, diversi da quelli sopra menzionati, aumentano del 62,3%.

che tutela l’ambiente

L’agricoltura

Nel decennio 1999-2009 la quantità di prodotti fitosanita-ri distribuiti per uso agricolo diminuisce complessivamente di 10,7 mila tonnellate (- 6,8%)

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biodiversità: la Conferenza Stato-Regioni approva la Strategia nazionale del MinisteroLa Conferenza Permanente per i rapporti fra lo Stato, le Regioni e le Province Autonome ha approvato la Strategia nazionale per la biodiversità, (pubblicata in Internet)elaborata dal Ministero dell’ Ambiente e della tutela del territorio e del mare, sì che da ora in poi questa dovrà essere applicata dagli enti competenti e dagli attori economici pre-senti sul territorio nazionale. Nell’ambito del-la Conferenza Stato Regioni è stato raggiun-to un accordo definitivo, anche per quanto riguarda la gestione delle misure da porre in atto ed il reperimento delle risorse finanzia-rie. La Strategia sarà presentata dal Ministro dell’Ambiente, on. Stefania Prestigiacomo, a Nagoya, in Giappone, in occasione della De-cima Conferenza delle Parti della Convenzio-ne Internazionale sulla Biodiversita’, che avrà luogo a fine ottobre. Tale documento si col-loca nell’ambito degli impegni assunti dall’I-talia con la ratifica della Convenzione sulla Diversità Biologica (Rio de Janeiro, 1992), dal momento che gli obiettivi di tutela e di uso sostenibile della biodiversità, condivisi a livello internazionale e europeo per fermare la perdita di biodiversità entro il 2010, sono stati solo parzialmente raggiunti e obbligano gli Stati a un rinnovato impegno in tal sen-so. La Strategia nazionale in materia nasce da un lungo lavoro di preparazione svolto nella prima parte del 2010, a seguito  di un ampio processo di consultazione al quale ha partecipato anche Coldiretti, conclusosi nella Conferenza nazionale.Rispetto alla versione inizialmente diffusa, grazie anche al contributo critico di Coldiret-ti, (v. in Internet)il Ministero dell’ambiente ha in parte rettifi-cato l’impostazione iniziale secondo la qua-le l’agricoltura veniva vista esclusivamente come una minaccia per la biodiversità. Ora, pur restando discutibili, nel piano strategico, alcune affermazioni sul rapporto tra agricol-

tura ed ambiente, è stato almeno evidenziato il proble-ma principale sottolineato da Coldiretti e, cioè, quello della sottrazione di suolo agricolo a causa dell’aggres-sione subita da altri settori quali l’edilizia, l’industria ed il commercio, ma anche la realizzazione di impianti per le energie rinnovabili, mancando una pianificazione ter-ritoriale in grado di “difendere” le aree rurali soprattut-to in prossimità dei centri urbani. Sempre a seguito del-le indicazioni di Coldiretti,  è stato evidenziato il ruolo positivo della Politica Agricola Comunitaria nella tutela e valorizzazione della biodiversità attraverso le misure agro-ambientali previste dai Piani di Sviluppo Rurale e la condizionalità dei pagamenti diretti, cioè, l’appli-cazione di misure ambientali obbligatorie per quanto concerne i terreni e la produzione agricola, che devono essere messe in atto, pena la riduzione o la restituzione degli aiuti comunitari da parte delle imprese agricole inadempienti. In proposito, Il rapporto di applicazione della condizionalità in Italia 2010,  pubblicato in questi giorni dalla Rete Rurale Nazionale, evidenzia come ben 1 milione e 300 mila imprese agricole, aderiscano a tali obblighi a beneficio dell’ambiente e della collettività, rappresentando così, l’80% delle imprese agricole ita-liane, dato questo di cui, purtroppo, il Ministero dell’am-biente non sembra essere pienamente consapevole.

http://www.ambienteterritorio.coldiretti.it/tematiche/Natura-Biodiversita/Pagine/documenti.aspx

http://www.statoregioni.it/Documenti/DOC_028760_181%20csr.pdf9

| 23SINDACALE

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NOVEMBRE 2010 | 24

Nuove frontiere della multifunzionalità in agricoltura

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eMercoledì 29 settembre presso la sede della Regione Lombar-dia si è svolto un convegno sulla multifunzionalità agricola. Promossa da Donne Impresa, è stata un’importante occasio-ne per far emergere oltre al ruolo produttivo, altre e nuove attività. Fino a qualche decennio fa pensare ad un’impresa agricola in grado di offrire servizi alla persona sembrava un’u-topia, mentre oggi possiamo affermare che si tratta di una realtà ben consolidata. L’offerta di servizi da parte dell’impre-sa agricola è l’esercizio della multifunzionalità. Alcuni aspetti, legati ad esempio all’attività agrituristica, godono ormai di una consolidata base normativa, mentre altri più vicini ai ser-vizi offerti alle fasce deboli della popolazione devono ancora trovare un’adeguata definizione giuridica. Spesso i progetti legati alle fattorie sociali riescono ad essere attuati solo se trovano nell’amministrazione pubblica la giusta sensibilità a temi sociali di importanza fondamentale per la società mo-derna. Nel corso del convegno sono state portate le testi-monianze di alcune imprenditrici agricole che hanno saputo evolvere l’attività di famiglia verso il sociale. In particolare le esperienze legate all’inserimento in azienda di persone con disagi fisici e psichici sono state descritte con l’entusiasmo tipico di chi le svolge non solo per integrare il reddito, ma anche con lo scopo di migliorare la qualità della vita di que-ste persone. Altre esperienze quali la creazione in azienda di agrinidi per accogliere i bambini più piccoli rappresentano una risposta che l’attività agricola ad un’esigenza sempre più pressante per le giovani coppie. Dalle testimonianze è appar-so evidente come l’agricoltura, se coniugata all’aspetto so-ciale, acquisisca una dote maggiore: l’attività sociale rappre-senta per l’impresa agricola un valore aggiunto e viceversa. A sostegno di quest’affermazione è sufficiente pensare alle possibilità per un bambino ospite di un agrinido di conoscere i cicli della natura, della stagionalità delle produzioni agricole e di ascoltare un muggito, un belato o il canto di un gallo di-rettamente dall’animale e non attraverso un gioco elettronico. In Fattoria sociale, l’inserimento nel lavoro di persone diversamente abili attribuendo loro una specifica mansione, determina un miglioramento della qualità della vita. Questo permette anche un percorso formativo al termine del quale la persona acquisisce competenze tali da con-sentirle di trovare un impiego in realtà pro-duttive esterne alla fattoria o alla cooperativa sociale. Non certo per causalità il convegno è stato promosso da Donne Impresa, infatti nella creazione e nella gestione di queste imprese multifunzionali la figura femminile rappre-senta spesso il ruolo centrale. In molte delle

esperienze ascoltate la donna, con la sua preparazione culturale e la sua de-terminazione e sensibilità, rappresenta il fulcro di questi progetti di evoluzione della primaria attività agricola. La multi-funzionalità in agricoltura può assume-re una rilevanza importante dal punto di vista occupazionale. La possibilità di creare la fattoria sociale è spesso subor-dinata alla presenza in azienda di figure con una specifica formazione scolastica e professionale e da ciò nasce la possi-bilità per i giovani di trovare un’occupa-zione all’interno dell’impresa di famiglia. Dal punto di vista istituzionale l’agricol-tura multifunzionale ed in particolare l’aspetto sociale trovano spazio in alcuni documenti nati a sostegno dello svilup-po dell’agricoltura, quali il Piano di Svi-luppo Rurale (PSR). Questo documento trova, nell’asse III ed in particolare nella misura 311 C, la possibilità di concor-rere ad un sostegno economico per la creazione di spazi da destinare a tali attività. La multifunzionalità legata alla creazione di luoghi per la custodia dei bambini (agrinidi) o per ospitare perso-ne diversamente abili (fattorie sociali) rappresenta, se adeguatamente svi-luppata, una risposta a molte richieste della moderna società sia nei confronti dei più deboli sia dal punto di vista oc-cupazionale.

DONNA IMPRESA

In foto, in prima fila, sulla sinistra Wilma Pirola (Responsabile Donna Impresa Coldiret-ti Pavia, sulla destra Eugenio Torchio (Direttore Federazione Regionale Coldiretti)

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Gestione del verde pubblico

I nuovi prodotti agricoliSulla Gazzetta Ufficiale num. 212 del 12 settembre è stato pubblicato il Decreto 5 ago-sto 2010, emanato ai sensi dell’art. 32 Testo Unico delle Imposte sui Redditi (TUIR), col quale è stato aggiornato l’elenco dei beni che possono essere oggetto delle atti-vità agricole connesse. Il decreto in questione stabilisce che sono considerate attività agricole e che rientrano pertanto, ai fini delle imposte dirette, nel reddito agrario le attività di manipolazione, conservazione, trasformazione, commercializzazione e valo-rizzazione di prodotti ottenuti prevalentemente dalla coltivazione del fondo e dall’al-levamento di animali, con riferimento ai beni individuati ogni due anni con decreto del Ministro dell’Economia e delle Finanze su proposta del Ministro delle politiche Agricole e Forestali. Le disposizioni ivi contenute hanno effetto dall’anno di imposta 2010 e fanno riferimento alle note dei codici ATECO 2007 (sistema di classificazione delle attività economiche).

Tali tipologie sono:• Produzione di farina o sfarinati di legumi da granella secchi, di radici o

tuberi o di frutta in guscio commestibili (ex ATECO 10.61.4)• Produzione di panetteria freschi (cod. ATECO 10.71.1)• Produzione di grappa (ex ATECO 11.01.1)• Produzione di malto (cod. ATECO 11.06.0)• Produzione di birra (cod. ATECO 11.05.0)

Per quanto concerne le lavorazioni e la commercializzazione dei prodotti sopra elen-cati, non deve essere dichiarato alcun reddito al di fuori del reddito agrario. Ancora si evidenzia come questo ulteriore ampliamento delle la-vorazioni e dei prodotti assorbiti dal reddito agrario, costituisca una ulteriore opportunità per le impre-se agricole, quali la produzione di grappa e di birra, ma anche la produzione di prodotti di

panetteria freschi che comprende la produzione di pane, panini, cialde, nonché di focacce, pizzette e altre specialità salate da forno anche al dettaglio, purché sia solo una ven-

dita (es. da a s p o r t o ) e non una s o m m i n i -strazione.

| 25FISCALE

La legge d’orientamento ha consentito di ampliare il numero delle attività esercitabili dall’impresa agricola. In particolare la norma riconosce nell’imprenditore agricolo una categoria privilegiata nella concessione di appalti pubblici finalizzati alla cura del territorio. Per “pubbliche amministrazioni” si in-tendono tutti gli enti pubblici compresi quelli economici, gli enti e le amministrazioni locali, le loro associazioni e consorzi nonché gli altri organismi di diritto pubblico come anche i consorzi di bonifica. L’attività oggetto della commessa pub-blica deve essere esercitata mediante “l’utilizzo prevalente di attrezzature o risorse dell’azienda normalmente impiegate nell’attività agricola esercitata”. La dicitura indirizzo preva-lente si deve intendere sulla base del criterio di immediata applicazione del tempo di impiego. Non riteniamo sia que-

sta la sede per approfondire i termini di legge e sollecitiamo chiunque desiderasse ulteriori informazioni, a rivolgersi ai propri uffici di zona. L’aspetto che invece vogliamo mettere in risalto è che anche in questo caso si aprono nuove prospet-tive per le imprese agricole che grazie alla capacità multifun-zionale possono mettere a profitto i macchinare dell’azienda e rimpinguare il bilancio con un’attività altrimenti destinata ad altri settori. La conservazione di strade, rive, fossati, la spa-latura della neve, la pulizia di piazzali o la manutenzione delle aree verdi comunali o la potatura delle piante sono soli pochi dei mille esempi che potremmo fare di come le attrezzature dell’azienda agricola possano trovare altri impieghi con gran-di vantaggi per l’impresa agricola.

Una delle opportunità di impresa multifunzionale

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NOVEMBRE 2010 | 26

Sta per concludersi l’iter legislativo del decreto in mate-ria di registrazione ed identificazione dei suini che, per la prima volta, prevede l’applicazione di sanzioni per i sui-nicoltori e per i macellatori che non rispettino le regole. Il testo ha già ottenuto parere favorevole del Governo ed è attualmente in discussione in Parlamento e recepisce alcune norme stabilite nel 2008 a livello europeo, volte a favorire il controllo e l’eradicazione di alcune malattie. Il provvedimento ribadisce alcuni obblighi per i suinicol-tori e per i macellatori: la registra-zione delle aziende presso i servizi veterinari dell’Asl e sulla Banca Dati Nazio-nale dell’Anagrafe suina, la tenuta di un registro di carico e scarico aziendale, l’obbligo dell’identifica-zione degli animali con l’apposizione di un ta-tuaggio sull’orecchio sinistro che riporti il codice identificativo dell’azienda di nascita composto dalla sigla IT, del Codice Istat del Comu-ne dove ha sede l’azienda, del-la sigla della provincia e del nu-mero progressivo aziendale. Anche

i macellatori saranno tenuti al rispetto di alcuni obblighi relativamente alla regi-strazione delle informazioni nella fase di macellazione.Chiunque desiderasse maggiori appro-fondimenti si può senz’altro rivolgere ai nostri uffici competenti.

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Anagrafe suina

SUINICULTURA

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| 27BIOLOGICO

Anagrafe suina“made in Italy” a RISCHIO

Recentemente è stato pubblicato, dal Sistema Informati-vo Nazionale sull’Agricoltura Biologica, il rapporto sull’anno 2009 dove, per la prima volta, compaiono dati rispetto alle importazioni nel nostro paese di prodotti biologici. Dall’analisi dettagliata dei dati relativi alle importazioni da paesi terzi si evidenzia per il 2009 un trend complessivo in crescita delle importazioni così come crescente risulta anche il numero di importatori. Tali dati sono sicuramente sottostimati, perché registrano solo una parte del fenomeno delle importazioni di prodotti biologici: quelle relative ai prodotti dai paesi extra-europei (per i quali è necessaria autorizzazione del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ) mentre non sono conteggiate quelle per i prodotti biologici ottenuti se-condo regole assimilate a quelle della legislazione comunita-ria per le quali esiste un albo degli importatori autorizzati dal Ministero ed è sufficiente la garanzia degli organismi di con-trollo. Nel dettaglio dal rapporto di Sinab si evidenzia un net-to aumento dell’importazione di cereali, soprattutto dai paesi asiatici, con una netta prevalenza per il grano tenero rispetto al grano duro. Il riso, invece, segna una un andamento altale-nante in quanto dalle 2.043 t del 2006, le importazioni sono scese a 1.284 t. nel 2008, per poi risalire a ben 3492,23 t. nel 2009. Altri prodotti importati in quantitativi ri-levanti risultano essere patate, colza e soprattutto olio extravergine di oliva (1.264,96 t). Quest’ultimo dato è da ritenersi particolarmente preoccupante poiché si tratta di uno dei prodotti che identifica,per eccellenza, il made in Italy alimentare. Ciò indica chiaramente che esiste per l’olio extravergine biologico, una forte concorrenza da parte degli altri paesi mediterranei che va ad intaccare l’immagine di uno degli alimenti più caratteristici dell’alimentazione italiana. Dati poco confortanti vengono evidenziati anche per un altro settore di punta del made in italy quello ortofrutticolo che registra consistenti aumenti per le importazioni soprattutto di arance, Kiwi e limoni. Va sottolineato che le richieste del mer-cato, per quanto concerne frutta e verdura biologica, sono in continuo aumento e pertanto,alla luce di questo fatto, un au-mento delle importazioni (come rivelano i dati Sinab) sta ad indicare che le nostre produzioni subiranno anche in questo settore una forte concorrenza. Tutto ciò evidenzia come le politiche di sostegno all’agricoltura biologica sia tramite i Pia-ni di Sviluppo Rurale che attraverso il Programma Nazionale di Sviluppo dell’Agricoltura Biologica, promosso dal Ministero delle politiche Agricole Alimentari e Forestali, non stiano dan-do i risultati attesi e necessitino di una revisione rispetto alle

tipologie di misure incentivate. L’agricoltura biologica italiana risulta ancora divisa in due: la produzione agricola è concen-trata al sud (Puglia, Sicilia, Calabria, Basilicata, Campania, Abruzzo e Sardegna), mentre importatori e trasformatori sono per la maggior parte al nord. La filiera agroalimentare biologica purtroppo è ancora lontana dall’avere una capacità competitiva sufficiente per poter contrastare le importazioni dei paesi extraeuropei e del bacino mediterraneo che pun-tano essenzialmente sui più bassi costi di produzione. Risul-ta pertanto sempre più importante puntare sull’indicazione dell’origine in etichetta di tali alimenti e sull’introduzione di un logo che identifichi gli alimenti biologici interamente otte-nuti con prodotti italiani.

In aumento il BIOLOGICO targato straniero

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Page 29: New Coltivatore Pavese n6

| 29CAMPAGNA AMICA

Sono già 20 i Punti di Campagna Ami-ca accreditati in provincia di Pavia dal mese di giugno ad oggi. Grazie al progetto, le aziende socie di Coldiretti, che fanno vendita diretta negli spacci e o in forma itinerante pos-sono dimostrare con i fatti di voler far crescere il nostro territorio.I Punti Campagna Amica rispondono a un bisogno sempre più sentito dai con-sumatori. L’impegno di chi ne fa parte, è quello di offrire solo prodotti agricoli italiani, senza intermediari, a km zero e filiera garantita, no OGM, freschi di stagione, e prodotti soprattutto diretta-mente direttamente dal produttore. Ed è proprio l’impegno dei produttori agri-coli aderenti che rende unica la rete dei Punti Campagna Amica, diventare un Punto Campagna Amica significa avere

la forza di un’unica insegna, distinguen-dosi dagli altri venditori agricoli acqui-sendo autorevolezza e riconoscibilità.Inoltre possono beneficiare di una serie di strumenti coordinati di supporto alla vendita e di una campagna di comuni-cazione che la Fondazione Campagna Amica sta pianificando su scala nazio-nale per promuovere i vantaggi di fare la spesa nei Punti Campagna Amica.Per ad aderire al progetto e creare una grande rete nazionale di punti vendita dal produttore al consumatore le azien-de devono contattare l’ufficio zona e prendere l’appuntamento con i respon-sabili che forniranno loro il modulo di richiesta per usare il marchio campa-gna amica, il bollettino per effettuare il pagamento. Una volta accreditate le aziende ricevono la targa con il logo di

punto campagna amica personalizzata con l’insegna aziendale, il materiale ca-ratterizzante il punto vendita, sono in-serite sul portale www.campagnamica.it usufruiscono della campagna pubblici-taria nazionale che promuove la rete di punti, ricevono ogni mese la news letter della Fondazione Campagna Amica.

Per informazioni e delucidazioniVoghera: Luisa DosseniCorteolona: Paolo ZarattiniVigevano: Francesca CaruanaVarzi: Claudio CullacciatiBroni-Stradella: Valentina RovatiCasteggio: Ilaria SchiaviPavia: Rocco RainaMede e Mortara: Alessandro Bianchi

I punti diCAMPAGNA AMICA

in provinciadi Pavia

I punti diCAMPAGNA AMICA

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tato

110 milioni di euro a disposizione per 10 settori produttivi (motocicli, cucine componibili complete di elettrodomestici efficienti, elettrodomestici, im-mobili ad alta efficienza energetica, internet veloce per i giovani, rimorchi e semirimorchi, macchine agricole e macchine movimento terra, gru a torre per edilizia, componenti elettrici ed elettronici, nautica da diporto). Durata campagna Di rottamazione: dal 3 novembre sino ad esaurimento delle risorse e comunque non oltre il 31 dicembre 2010entità Del contributo: 10% del costo di listino (con-tributo statale) a cui si aggiunge un ulteriore 10% praticato dal concessionarioCriterio di attribuzione degli incentivi: la graduato-ria dei beneficiari è determinata in base all’ordine di presentazione delle domande dal 3 novembreconDizioni per l’accesso ai contributi:•Lemacchinedovrannoessereesclusivamentedella stessa tipologia e con potenza non superiore del 50% all’originale rottamato•Lemacchinerottamatedovrannoesseredifab-bricazione anteriore al 31 dicembre 1999Il contributo statale non è cumulabile con altri be-

Rottamazione agricola

Page 31: New Coltivatore Pavese n6

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nefici concessi sul medesimo bene dalle vigenti disposizionimacchine ammesse a contributo: I beni ricompresi nei settori delle macchine agricole e movimento terra sono quelli rientranti negli articoli 57 e 58 del Codice della strada elencate nella classificazione Istat – Codice Ateco 2007 (vedere circolare Sviluppo Economico 14 aprile 2010). Evitando di pubblicare l’elenco che è disponibi-le presso le sedi di Coldiretti, possiamo riassumere afferman-do che praticamente tutte le macchine agricole godranno dei benefici stabiliti.termini Della rottamazione

Entro quindici giorni dalla data di consegna del nuovo mac-chinariomoDalità Di accesso al contributo

Le imprese dovranno rivolgersi ai venditori dei beni che in-tendono acquistare. I venditori si faranno carico della verifica della disponibilità dei fondi mediante apposita prenotazione. Al momento della vendita il venditore pratica una riduzione sul prezzo di vendita pari al contributo. informazioni

Negli uffici di Coldiretti o chiamando il Call Center di Poste Italiane al numero verde gratuito 800.123.450 da rete fissa o a pagamento da rete mobile al numero 199.123.450http://incentivi2010.sviluppoeconomico.gov.it/

Emendamento salva essicatoi BOCCIATO!

Entro il 1° settembre 2010, ogni azienda cerealicola dovrà adeguare i propri impianti sopportandone i costi economici e i disagi burocratici. Inizialmen-te la Commissione agricoltura della Camera si era espressa a favore dell’emendamento considerando gli impianti di essiccazione di cereali e riso scar-samente inquinanti. Questo in virtù del fatto che tali impianti funzionano per un limitatissimo pe-riodo durante l’anno e principalmente le emissioni, in particolare per gli impianti recenti, riguardano quasi esclusivamente materiale vegetale non in-quinante. Coldiretti si sta attivando per analizzare la risoluzione di legge e valutare in seno alle pro-prie commissioni come affrontare la situazione.

È mancata l’approvazione all’emendamento

sul quale si era già espressa in favore la

Commissione Agricoltura

Page 32: New Coltivatore Pavese n6

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Applicazione della “Direttiva Nitrati” in Regione LombardiaPeriodi di divieto di sPandimento

La Direzione Generale Agricoltura della Regione Lombardia, con delibera 9542 del 30/09/2010 ha individuato i periodi nei quali è vietato lo spandimento di letami, liquami, fanghi e altri fertilizzanti azotati diversi da effluente da allevamento.• PerquantoriguardaleZONEVULNERABILIilperiododi

divietovadal10novembre2010al7febbraio2011• PerlezoneNONVULNERABILIilperiododidivietova

dal1dicembre2010al7febbraio2011Per definire se un’azienda agricola si trova in zona vulnerabile o in zona non vulnerabile bisogna considerare la prevalenza della superficie, nella provincia di Pavia i comuni inseriti in zona vulnerabile ai nitrati sono: CERVESINA, COSTA DE NO-BILI, SAN ZENONE AL PO, SPESSA E VOGHERA.Sono inoltre considerate vulnerabili le aree di esondazione del Po, Ticino, Olona, Sesia, Agogna, Staffora e Terdoppio.

modalità di Presentazione della domanda nitrati 2010La scadenza prevista per la chiusura dei procedimenti nitrati 2010 è stata prorogata al 15 novembre 2010, sono tenuti a presentare la domanda nitrati:• AziendeNONZOOTECNICHEsituateinzonaVULNERA-

BILEcheutilizzanoconcimiazotatiinquantitàsuperiorea3.000kgdiazoto

• AziendeNONZOOTECNICHEsituateinzonaNONVUL-

NERABILE che utilizzano concimi azotati in quantitàsuperiorea6.000kgdiazoto

• AziendeZOOTECNICHEeNONZOOTECNICHEsituatein zona VULNERABILE che producono e/o utilizza-no azoto proveniente da effluenti da allevamento inquantitàsuperiorea1.000kgdiazoto

allevamenti che proDucono piu’ Di 1.000 kg. Di azoto

• Avicoli Oltre 2.175 posti ovaiole Oltre 4.001 posti broilers

• Suini Oltre 91 grassi da 100 kg di p.v. Oltre 39 scrofe con suinetti inf. a 30 kg

• Bovini Oltre 13 vacche in produzione Oltre 24 vacche nutrici Oltre 28 capi in rimonta Oltre 31 bovini all’ingrasso Oltre 117 vitelli a carne bianca• AziendeZOOTECNICHEeNONZOOTECNICHEsituate

inzonaNONVULNERABILEcheproduconoe/outiliz-zanoazotoprovenientedaeffluentidaallevamentoinquantitàsuperiorea3.000kgdiazoto

Page 33: New Coltivatore Pavese n6

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allevamenti che proDucono piu’ Di 3.000 kg. Di azoto

• Avicoli Oltre 6.521 posti ovaiole Oltre 12.001 posti broilers

• Suini Oltre 271 grassi da 100 kg di p.v. Oltre 115 scrofe con suinetti inf. a 30 kg

• Bovini Oltre 37 vacche in produzione Oltre 39 vacche nutrici Oltre 84 capi in rimonta Oltre 91 bovini all’ingrasso Oltre 349 vitelli a carne biancaN.B.Le domande 2009 che prevedevano unicamente il Program-ma Operativo Aziendale, anche in forma semplificata, (PUA/PUAs) hanno validità quinquennale, devono essere rinnovate solo nei casi di MODIFICA SOSTANZIALE (cambia la tipologia di animali allevati, cambia considerevolmente la consistenza di stalla o la tipologia di effluenti da allevamento).Le domande 2009 che prevedevano il Piano di Utilizzazio-ne Agronomica dei Fertilizzanti (PUA/PUAs) hanno validità annuale e devono essere presentate tutti gli anni, questa eventualità riguarda sostanzialmente tutte le aziende senza allevamento.

documenti necessari Per PredisPorre la domanda nitrati

Perletutteleaziende• Copia delle fatture di acquisto dei concimiperleaziendecheutilizzanofanghi• un prospetto riassuntivo che riporti le quantità, l’elenco

dei terreni su cui vengono distribuiti, il contenuto di azo-to, fosforo e potassio rispetto alla sostanza secca ed il periodo di distribuzione.

per leaziendenonzootecnichecheutilizzanorefluiprove-nientidaallevamento• è necessario che le due parti sottoscrivano una conven-

zione per lo spargimento dei reflui, bisogna conoscere le quantità di effluente distribuito, la tipologia (es. liquame suino), l’elenco dei terreni utilizzati per lo spandimento ed il periodo di distribuzione

perleaziendezootecniche• planimetrie delle strutture di allevamento e delle struttu-

re di stoccaggio

Gli uffici della Coldiretti sono a disposizione delle aziende per la compilazione delle domande.

Page 34: New Coltivatore Pavese n6

NOVEMBRE 2010 | 34 EPACA

Malattie professionali:si ha diritto all’indennizzo quando il lavoro ne costituisce la causa diretta e determinante

I coltivatori diretti coloni e mezzadri sono assicurati obbliga-toriamente all’Inail, quindi sono tutelati non solo se subiscono un infortunio sul lavoro, ma anche se contraggono una malat-tia a causa e nell’esercizio del lavoro svolto o dei materiali uti-lizzati (es. esposizione a sostanze dannose, rumore, ecc.). Le malattie professionali si differenziano dagli infortuni sul lavo-

ro in quanto sono originate da una causa lenta e prolungata nel tempo (es. il lento processo di assorbimento di sostanze tossiche da parte dell’organismo), al contrario dell’infortunio sul lavoro che si caratterizza per una causa violenta e improv-visa (es. una caduta dall’alto). Il riconoscimento della malattia professionale comporta il conseguente indennizzo econo-mico da parte dell’Inail oltre all’erogazione delle necessarie cure mediche riabilitative. Le malattie di origine professionale riconosciute dalla Legge in agricoltura sono elencate in una apposita tabella e sono associate a una o più attività o lavo-razioni. Se la malattia denunciata rientra in questo elenco il lavoratore, per vedersi riconoscere il relativo indennizzo, deve solo dimostrare di aver svolto in modo non occasionale una delle attività che in base alla tabella espongono al rischio di quella malattia. Rientrano ad esempio nell’elenco delle malat-tie professionali in agricoltura: le malattie causate da esposi-zione a sostanze dannose, quelle causate da radiazioni solari, per le lavorazioni svolte prevalentemente all’aperto; la sordi-tà da rumore; l’ernia discale lombare causata da lavorazioni svolte con macchine che espongono a vibrazioni trasmesse al corpo intero: trattori, mietitrebbia, vendemmiatrice semo-vente; malattie da sovraccarico degli arti superiori: tendiniti e sindrome del tunnel carpale, ecc. Sono comunque inden-nizzabili dall’Inail anche le malattie non presenti nella tabel-la di Legge: in tal caso, però, il lavoratore deve dimostrarne l’origine lavorativa, vale a dire che la malattia si è verificata a causa e nell’esercizio del lavoro svolto. Data la complessità della materia e le possibili ricadute per le aziende (applica-zione della Rivalsa Inail), gli uffici Epaca intendono essere vicino agli associati mettendo a loro disposizione un servizio di assistenza medico-legale in grado di informarli e di guidarli nella presentazione delle relative denuncie di Malattia Profes-sionale. Invitiamo tutti gli associati a rivolgersi agli Operatori EPACA di Zona per avere informazioni in merito e per com-pilare un apposito questionario attraverso il quale è possibile individuare i casi da individuare e da classificare come Malat-tie Professionali.

Gli Operatori EPACA forniranno tutta l’assistenza necessaria.

Page 35: New Coltivatore Pavese n6

| 35EPACA

Sconti alle Terme di Saliceper i Pensionati Coldiretti

L’associazione Pensionati Coldiretti di Pavia ha sottoscrit-to una Convenzione con le Terme di Salice per le cure termali a favore dei propri associati.

Le agevolazioni e gli sconti riservati ai Pensionati Coldi-retti sono:

Centro Termale:Sconto del 10% su tutte le tariffe in vigore(ad esclusione dei massaggi, dei trattamenti con terapi-sta e di eventuali pacchetti già scontati

Colloquio medico di ammissione:gratuito

Assistenza medica durante il ciclo delle cure:gratuita

Centro Benessere:Sconto 10% su tutti i trattamenti presso il Centro Benes-sere(ad esclusione dei trattamenti di estetica manuale, dei massaggi e dei pacchetti già scontati)

Punto CosmesiSconto del 10% sul prezzo di listino per una spesa supe-riore a € 50,00 sui prodotti “Gli elementi delle Terme di Salice” per la cura del corpo

Segnaliamo che le Terme di Salice sono tra le pochissime in Italia classificate dal Ministero della Sanità al 1° Livello Super; inoltre, grazie al fatto che possiedono sia acque sulfuree che acque salsobromojodiche, possono essere utilizzate per curare numerose patologie.

Possono usufruire degli sconti i Pensionati che hanno rilasciato o che rilasceranno la delega alla Federpensio-nati Coldiretti.

Una sentenza della Corte di Cassazione sancisce

che i fabbricati utilizzati ai fini abitativi dai pensionati

agricoli sono da considerare rurali anche quando

l’annesso terreno è condotto da terzi. In particolare la

sentenza fa riferimento al Decreto Legislativo n. 557

del 1993 così come modificato dall’art. 2 del Decreto

del Presidente della Repubblica n. 139/98 che ha

determinato i criteri di riconoscimento della ruralità dei

fabbricati ai fini fiscali. L’articolo in questione definisce

appunto le caratteristiche dei soggetti che utilizzano

l’immobile abitativo tra i quali figurano anche i titolari

di trattamento pensionistico derivante da attività

agricola. La norma ha assunto carattere innovativo e

non interpretativo, pertanto trova applicazione per gli

anni successivi l’entrata in vigore del DPR n. 139/98

avvenuta il 27 maggio 1998.

Non è sicuramente questa la sede per dirimere nel

dettaglio la questione, di conseguenza invitiamo

tutti coloro che ritengono di necessitare maggiori

approfondimenti a far visita agli uffici di riferimento

della Coldiretti dove troveranno l’adeguata assistenza

e le spiegazioni del caso.

FISCO: l’abitazione del pensionato

Page 36: New Coltivatore Pavese n6

NOVEMBRE 2010 | 36

Dal produttoreal consumatore

da o

ltre

tren

t’ann

i al s

ervi

zio d

el vi

no

Dal produttore al consumatore”. Una bel-lissima espressione che racchiude in sé, in splendida sintesi, i vari concetti, come “filiera corta”, o “chilometri zero”, che parlano di (ri)avvicinamento del mon-do agricolo al mondo del consumo. La prima e più immediata interpretazione ci porta quindi a pensare all’accorcia-mento, se non all’annullamento, delle fasi intermedie di compravendita e ridi-stribuzione, con conseguente abbassa-mento dei costi finali. Certamente vero, ma non è, né può essere, solo questo. Il vero valore aggiunto, inestimabile, rac-chiuso in quelle quattro parole, risiede nella possibilità data al Produttore di comunicare al Consumatore quei contenuti gustativi, culturali, fol-cloristici, storici od agricoli che ogni singolo prodotto reca con sé e che gli permettono di essere unico nel suo genere. Nel mondo del vino questi valori sono as-solutamente indispensabili, necessari per una scelta consapevole e per un consumo non banalizzato che guardi attentamente alle caratteristiche gustative per una migliore godibilità del prodotto. Un primo pas-so in tal senso viene dalle etichette, sempre più ric-che di informazioni e che sempre più spesso parlano anche di abbinamenti o temperature di servizio… a volte, però e purtroppo, fin troppo “poetiche” e poco comprensibili. Ecco, il ruolo principe del Sommelier è, a mio avviso, proprio in questo ambito: il Sommelier deve comunicare, deve spiegare il vino sì, con l’ausilio della tecnica studiata ed acquisita, ma anche con il racconto della storia che lo accompagna e delle emo-zioni che in noi può suscitare. Non trovate che sia una perfetta interpretazione di “Dal produttore al consu-matore”? Io credo di sì e credo pure che il Sommelier si possa (si debba) identificare, all’interno di detta frase, nella preposizione articolata “al”… che, grazie al Sommelier, si trasforma in “verso”… noi siamo il trait-

d’union che permette al produttore di vino di andare “verso” il consumatore con tutta la ricchezza del suo background che nel suo vino si esprime.Con queste premesse è facile interpretare quella che sarà e vuole essere la collaborazione che nasce su queste pagine tra COLDIRETTI e FISAR (Federazione Italiana Sommelier Albergatori Ristoratori) di cui mi onoro di essere il Delegato Provinciale per Pavia. Si parlerà di vino, si parlerà di prodotti del territorio, si parlerà di eventi, si parlerà anche di degusta-zione… ma sempre nell’ottica di portare i Produttori “verso” i Consumatori (e, perché no, anche viceversa), a stimolarne l’attenzione “verso” una sempre più profonda piacevolezza del consumo “gustativamente consapevole”.“Dal produttore verso il consumatore”.E poi… non siamo tutti consumatori???

Roberto Pace

Delegato Fisar

VITIVINICOLO

Page 37: New Coltivatore Pavese n6

| 37VITIVINICOLO

Sulle Gazzette Ufficiali 192 del 18 agosto 2010, 193 del

19 agosto 2010 e 194 del 20 agosto 2010 sono stati

pubblicati, a valere per la vendemmia 2010, i decreti

relativi al riconoscimento dei Disciplinari di Produzione

delle Denominazioni di Origine Controllata dei vini Bonarda

dell’Oltrepò Pavese, Buttafuoco dell’Oltrepò Pavese, Sangue

di giuda dell’Oltrepò Pavese, Oltrepò Pavese Pinot Grigio,

Pinot Nero dell’Oltrepò Pavese e Casteggio.

Fino a questo momento l’Oltrepò aveva un’unica

denominazione con le varie tipologie; ora le tipologie più

rappresentative del nostro territorio, ovvero Bonarda, Pinot

Nuovi disciplinari per l’Oltrepò pavese

Uso alternativodei sottoprodotti della vinificazione

Grigio, Pinot Nero (vinificato in rosso), Buttafuoco e Sangue

di Giuda sono uscite dalla denominazione Oltrepò Pavese

e sono diventate Denominazioni con i rispettivi disciplinari.

La nuova DOC Casteggio nasce per dare risalto a un vino,

ottenuto da uve barbera (minimo 65%), croatina, uva rara

e pinot nero (massimo 45%), che tradizionalmente viene

prodotto nella zona limitrofa al Comune di Casteggio. La resa

massima prevista dal disciplinare è di 85 ql/ha, il supero

massimo consentito è del 15% e la resa uva vino è del

70%. Per la DOC Casteggio non è previsto l’uso del marchio

consortile. Per quanto riguarda la DOC OLTREPÒ PAVESE

segnaliamo l’introduzione delle tipologie barbera riserva,

riesling riserva e riesling superiore.

Grazie alle incessanti richieste di Coldiretti, volte a semplificare gli adempimenti annessi ai sottoprodotti della vinificazione e alla loro valorizzazione, è stato modificato il decreto del 27 novembre 2008, allargando la sfera del ritiro sottocontrollo quale modalità alterna-tiva alla distillazione di fecce e vinacce.In particolare la Regione Lombardia ha emanato la circolare ap-plicativa che prevede, per tutti i produttori di vino, la possibilità di scegliere la destinazione dei propri sottoprodotti della vinifica-zione.In particolare il produttore potrà decidere se continuare ad inviare le fecce e le vinacce in distilleria o se destinarli agli usi alternativi che implicano comunque il ritiro sottocontrollo per evitare le frodi.Gi usi consentiti sono i seguenti: uso agronomico che consiste nella distribuzione dei sottoprodotti nei terreni agricoli, nel limite di 3.000 kg per ettaro di superficie agricola risultante nel fascicolo aziendale dei produttori stessi, a condizione di un espresso impegno ad utilizzare i sottoprodotti stessi per uso agronomico; uso agronomico indiretto;uso energetico previsto solo per le vinacce e non per le fecce;uso farmaceutico;uso cosmetico. Le operazioni di dispersione devono concludersi, per le vinacce, entro 30 giorni dalla fine del periodo vendemmiale (30 novembre per la Provincia di Pavia), mentre per le fecce entro 30 giorni dalla

data del loro ottenimento. I produttori di vino che de-stinano i sottoprodotti ad usi alternativi devono effet-tuare una specifica comunicazione e trasmetterla, per fax o posta elettronica, almeno entro il quarto giorno antecedente l’inizio delle operazioni di ritiro, all’Ufficio periferico dell’ICQRF territorialmente competente.

Page 38: New Coltivatore Pavese n6

NOVEMBRE 2010 | 38

Credito di Funzionamento: diventa operativo il bando regionale per l’erogazione di contributi in abbattimento interessi su prestiti

CREDITO

• Il finanziamentoconcessodallabanca saràdestinatoafinanziare il funzionamento dell’impresa agricola. Nonpossonobeneficiaredell’aiuto ifinanziamentigià ines-sere.

• L’importodelfinanziamentoèstabilitotra20.000,00e100.000,00euro

• Laduratadelfinanziamentononpotràessere inferioreai24mesi

• Leoperazionidifinanziamentosarannostipulatealtassodiinteressepari:1. euribor3/6mesiperoperazioniatassovariabile;2. IRS vigente, in funzione della durata del finanzia-

mento,peroperazioniatassofisso;• maggioratediunospreadmassimodell’1,50%.

• Finlombarda,svolgel’attivitàistruttoriadipropriacom-petenza entro 45 giorni dalla presentazione della do-mandadapartedellaBanca,successivamentetrasmetteglielenchiallaDirezioneGeneraleAgricolturacheadottailprovvedimentoenetrasmettecopiaaFinlombarda.

• Entroisuccessivi15giornidàcomunicazioneallaBancaeall’impresaagricola.

• Ilcontributoèdeterminato,sull’importodelfinanziamen-toammessoall’agevolazioneedéparia200basispoint

Il bando, sollecitato, atteso già da alcuni mesi ed alla cui stesura hanno attivamente partecipato Coldiretti ed Agrifidi Lombardia, è un concreto aiuto per il sostegno al credito.Di seguito vi presentiamo le principali condizioni di accesso al contributo, ricordando che comunque gli uffici di Agrifi-di presso Coldiretti, sono a disposizione per ogni ulteriore precisazione.

• Il contributo sarà erogato tramite Finlombarda S.p.A • L’aiuto è riservato alle piccole e medie imprese che ab-

biano sede legale e operativa nel territorio lombardo e siano iscritte al registro delle imprese della Camera di Commercio in qualità di imprenditori agricoli o col-tivatori diretti.

• Le domande di finanziamento possono essere presen-tate dal 1 ottobre 2010 sino al 31dicembre 2011, fino a esaurimento delle disponibilità finanziarie.

• La domanda di ammissione del finanziamento al con-tributo in conto interessi deve essere compilata dall’im-presa agricola e dalla banca. Gli uffici di Agrifidi sono a disposizione la parte relativa all’azienda agricola.

• la domanda, deve essere trasmessa dalla banca a Fin-lombarda entro un mese dalla data di decorrenza del finanziamento.

• Ai fini del rispetto dell’ordine cronologico di ricevimen-to delle domande, farà fede la data ed il numero di pro-tocollazione attribuito informaticamente.

Page 39: New Coltivatore Pavese n6

| 39

Credito di Funzionamento: diventa operativo il bando regionale per l’erogazione di contributi in abbattimento interessi su prestiti

CREDITO

(2%) per anno (fino ad un massimo di 5 anni) e comunque non superiore al tasso applicato:

• Il Contributo è erogato in unica soluzione all’impresa agricola, attualizzato al tasso di riferimento europeo entro 60 giorni dal prov-vedimento per il tramite della banca.

• Il Contributo concesso, sommato all’eroga-zione anticipata del premio unico PAC per la campagna 2010, non deve superare, in termini di Equivalente Sovvenzione Lorda (ESL) ri-spettivamente:

1. con riferimento ai contributi concessi entro la data del 31 dicembre 2010 il limite previsto dal regime di aiuto comunitario n 706/2009 (15.000 €). A tale proposito si ricorda ai bene-

ficiari della PAC, erogata anticipatamente dalla Regione Lombardia nel luglio scorso, che nella comunicazione ricevuta dalla Regione Lombardia oltre all’importo del contributo PAC è indicato anche l’importo relativo all’ Equivalente Sovvenzione Lorda. Ai fini delle necessarie verifiche e per la corretta compilazione della domanda è indispensabile presentarsi anche con la lettera ricevuta dalla Regione.

2. con riferimento ai Contributi concessi successivamente alla data del 31 dicembre 2010, il limite previsto dal re-gime comunitario “de minimis” nel settore della produ-zione di prodotti agricoli, di cui al regolamento (CE) n 1535/2007 della Commissione (7.500 €).

Page 40: New Coltivatore Pavese n6

Il bellissimo territorio dell’Alto Oltrepò Pavese, già svantaggiato dal punto di vista agricolo, deve fronteggiare il problema dei danni alle coltivazioni causati dalla fauna selvatica (cin-ghiali, daini, caprioli), che oggi ha raggiunto un livello insostenibile. Il numero di questi anima-li negli ultimi anni è aumentato a dismisura, e gli abbattimenti selettivi , applicati per la pri-ma volta in provincia, su esplicita e pressan-te richiesta di Coldiretti, non sono riusciti ad arginare il loro diffondersi. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: interi appezzamenti di terre-no appena seminati, sono da arare e seminare nuovamente perché branchi di ungulati creano buche profonde decine di centimetri… e se va bene in questo periodo, c’è il forte rischio che vengano danneggiati in fase di germoglio o a maturazione raggiunta. Molto spesso il terreno mosso e sollevato da questi animali viene im-ballato insieme al fieno, provocando inevitabili perdite di valore o, in casi peggiori, la mancata vendita. Teniamo conto inoltre delle numerose rotture delle attrezzature agricole, mai risarcite né dalle assicurazioni, né dall’Amministrazio-ne Provinciale. Per quanto riguarda le colture arboree, soprattutto in caso di nuovi impianti, molti agricoltori devono recintare i frutteti con dissuasori elettrici, se non vogliono vedersi sra-dicate la maggior parte delle piantine, ovvia-mente a proprie spese ed impiegando giornate intere di lavoro, considerando il fatto che i vari appezzamenti non sono contigui. Gli agricoltori di queste zone hanno raggiunto l’esasperazio-ne, perché impotenti davanti alla devastazione delle proprie produzioni agricole e sfiduciati dalla scarsa considerazione che viene attribu-ita al problema da parte dell’Amministrazione Provinciale di Pavia, la quale stanzia annual-mente per queste avversità fondi assolutamen-te insufficienti. L’Ufficio Coldiretti di Varzi invia annualmente all’Amministrazione Provinciale un centinaio di richieste di indennizzo da parte di altrettanti agricoltori, i quali lamentano risar-cimenti ridicoli, in particolar modo se si tratta di danni sui frutteti, in quanto oltre al mancato raccolto, il danneggiamento delle colture arbo-ree si protrae per più anni e questo particolare non viene considerato dai periti incaricati alla valutazione dei danni. Molte di queste azien-

L’invasione dei cinghiali

de agricole hanno già comunicato che non intendono richiedere alcun ri-sarcimento in futuro e alcuni hanno scelto di non ritirare affatto l’importo a loro risarcito, perché offesi dalla cifra irrisoria e del tutto improponibile. Molti hanno pensato di procedere per via legale contro l’ATC e l’Amministrazione Provinciale; molti si rivolgono a tecnici privati per redigere perizie e tentare di ottenere risarcimenti congrui; molti hanno chiesto l’intervento del Corpo Forestale dello Stato, per denunciare lo scempio subito; tutti sono tristemen-te consapevoli che con l’arrivo della stagione fredda i danni si moltipliche-ranno a causa della scarsità di cibo che questi animali riusciranno a trovare.

Page 41: New Coltivatore Pavese n6

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Nel prestigioso scenario dei Piazza Ducale e della Cavallerizza di Vigevano lo scorso settembre dal 17 al 19 a Vigevano si sono celebrate tre giornate all’insegna del riso. Eventi, manifestazioni, convegni esposizione e vendita di prodotti tipici. In bella mostra le aziende di Coldiretti in prima fila con le bandiere gialle, Cascina Carolina di Irene Carnevale carlino, l’azienda agricola di Cesarino Garavaglia, l’agriturismo di Amilcare Raimondi Comionesi e la Società agricola Piccolo Fiore. Ognuna con le proprie specialità, con i propri prodotti a chilometri zero, testimoni di un territorio ricco di valore e tradizione. Ma anche convegni, uno in partico-lare nella mattinata di sabato: “La risicoltura di fronte alle nuove sfide dei mercati”. Interventi delle rappresentanze di risicoltori, gestori delle acque e industria risiera. Giuseppe Ghezzi, presi-dente di Coldiretti di Pavia, abbandonata la diplomazia ha de-nunciato la scarsa attenzione dell’industria risiera nazionale per la tracciabilità di quanto sta nelle scatole vendute sugli scaffali dei supermercati, l’apertura verso le coltivazioni OGM. Sarebbe la negazione della distintività del prodotto di casa nostra, che deve offrire al consumatore oltre alla qualità, la storia, la tradizione e la sicurezza del territorio e della cultura che lo caratterizzano. Caratteristiche non coniugabili con gli organismi geneticamente modificati che, appiattendosi su un livello creato in laboratorio e posseduto dalle multinazionali del settore, cancellerebbero l’uni-cità del made in Italy in favore dei profitti da ricercare dove più conviene, senza rispetto per il territorio e per la capacità del fare dei risicoltori italiani.

Vigevano: RiceRiso made in Italy nel convegno inaugurale

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NOVEMBRE 2010 | 42

Lo scorso 13 agosto è stato approvato il nuo-vo codice della strada che ha introdotto un’importante integrazione modifican-do la disciplina sulla somministrazione di bevande alcoliche. È previsto “l’ob-bligo per i titolari e i gestori dei locali, che proseguono la propria attività oltre le ore 24.00, di avere un apparecchio di rilevazione del tasso alcol emico (presso almeno un’uscita del locale) e apposite tabelle (all’interno e all’uscita dei locali) con la descrizione dei sintomi correlati ai diversi livelli di concentrazione alcole-mica e la qualità delle bevande alcoliche che determinano il superamento del tas-so alcolemico per la guida in stato di eb-brezza.” La norma, riferendosi ai locali che somministrano bevande alcoliche si estende a tutti gli esercizi, comprese le aziende agrituristiche, le quali dovranno dotarsi di un apparecchio di rilevamento del tasso alcolimetrico (il cosiddetto eti-lometro) da mettere a disposizione dei clienti. Il provvedimento è già in vigore e prevede l’obbligo a partire dall’11 no-vembre.

Etilometro in agriturismole nuove norme del codice della strada im-

pongono la disponibilità di un apparecchio

di misurazione a disposizione dei clienti

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giornata provinciale del

RINGRAZIAMENTO28 novembre 2010

Pavia, Basilica di Santa Maria del CarmineOre 10,30 Santa Messa