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NeNew ooratorio nnews N. 11 anno 4 dicembre 2013
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La redazione Alessandro Granata
Andrea Carenzi
Andrea Cuppone
Carlo Maestroni (Coach)
Cristian Di Cosimo
Davide Guidi
Davide Dalcerri
Don Paolo
Edoardo Bramini
Elena Malaraggia
Giada Mainardi
Giovanni Pasquali
Jessica Maiocchi
Hefrem Gioia
Laura Bosoni
Luca Fontana
Matteo Micheli
Mattia Maniezzo
Paola Fulghieri
Sara Pasetti
Sonia Polvara
Stefano Poggi
In questo numero…
Pag. 3 - Editoriale: Natale è pace
e pace è fraternità
Pag. 4 - Addio Madiba!
Pag. 6 - Natale nelle varie
religioni
Pag. 10 - Anche alle feste occhio
agli sprechi!
Pag. 12 - C‟era una volta..la lana
Pag. 14 - Intervista: Don Elvezio
Baroni
Pag. 15 - Lavoretti di Natale fai-
da-te
Pag. 18 - Libri: “Un posto nel
mondo”
Pag. 19 - Sport invernali: che
passione!
Pag. 21 - Brighton: la Rimini
d‟oltremanica
Pag. 23 - Sognando PS4 e XBOX
One
Pag. 26 - Ricetta: torta Mars
Pag. 27 - L‟angolo del relax
ne
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!
C’È POSTO PER TUTTI...ANCHE PER TE ! Se leggendo il nostro giornale ti sono venute in mente nuove idee o desideri far parte della redazione manda una mail all‟indirizzo:
ospitiamo volentieri anche manifesti e pubblicità di iniziative proposte dalle asso-
ciazioni di volontariato della nostra comunità.
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Il Signore decide di incarnarsi
per iniziare una relazione nuova
con il suo popolo e con ciascuno di
noi. Questa relazione speciale che
scaturisce come luce per noi dal
cuore di Dio è la nuova alleanza in
Cristo: Dio è con noi e per noi.
« Abbiate in voi gli stessi senti-menti di Cristo Gesù: egli, pur es-sendo nella condizione di Dio, non ritenne un privilegio l'essere co-me Dio, ma svuotò se stesso assu-mendo una condizione di servo, diventando simile agli uomini.» ;
cosi San Paolo nella lettera ai Fi-
lippesi cerca di descrivere il cam-
mino del Signore che sceglie la via
dell‟umiltà per farsi vicino a noi e
condividere la nostra vita. Le pa-
role dell‟Apostolo ci indicano an-
che il nostro cammino per rimane-
re con Cristo: avere i suoi stessi
sentimenti, un cuore capace di
amare con Lui, essere strumenti
di comunione per tutti gli uomini.
La nuova alleanza sta nel vivere
sul modello di Cristo: riconoscen-
do Dio come Padre misericordioso
e gli altri come fratelli donati.
Proprio la fraternità, grande dono
che riceviamo dal Signore a Nata-
le, è al centro del messaggio per
la pace di Papa Francesco. Nel suo
messaggio il Papa ci dice che l‟uo-
mo ha impresso nel cuore il desi-
derio di stare con i suoi simili e in
quanto cristiani lo possiamo fare
solo riconoscendoci fratelli per-
ché figli dell‟unico Padre. È in
questo legame spirituale che sta il
fondamento della fraternità e in
Cristo ha il suo modello e vincolo.
Per il Papa la fraternità è la con-
dizione imprescindibile per la fe-
licità dell‟uomo e del creato. La
felicità è il fondamento della pace
perché l‟altro viene riconosciuto
come proprio fratello a prescin-
dere da razza, religione, idea po-
litica, condizione economica o al-
tro. Il legame che si fonda in Dio
esclude qualsiasi condizione o ec-
cezione e solo così si può costrui-
re la vera pace per tutti gli uomi-
ni. La fraternità sconfigge la po-
vertà perché tra fratelli c‟è la
condivisione delle gioie e delle
difficoltà, dei dolori e dei succes-
si. La fraternità deve diventare
faro per la politica economica per
costruire una società giusta a mi-
sura della dignità umana e non
schiava del profitto. La fraterni-
tà spegne la guerra, la corruzione
e la criminalità perché del fratel-
lo si desidera solo il bene. La fra-
ternità infine aiuta a custodire il
creato che Dio affida all‟uomo
perché ne diventi amministratore
capace di condividere le risorse
ambientali per il bene di tutti, in
particolare le risorse agricole.
Può sembrare un orizzonte troppo
alto quello del Papa, quasi utopico,
ma se impariamo a vivere le no-
stre relazioni quotidiane all‟inse-
gna della fraternità allora vedre-
mo il mondo attorno cambiare e
Natale è pace e pace è fraternità di Don Paolo
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Addio Madiba! di Giovanni Pasquali
Nella sera del 5 dicembre si è
spenta la luce di un faro della li-
bertà: Nelson Mandela.
Attraverso i media si è parlato
molto della vita e delle azioni di
questo personaggio che non è sem-
plicemente straordinario, ma unico.
Infatti si tratta di quelle persona-
lità che nella storia del mondo com-
paiono una volta sola.
Già nel suo nome originale (verrà
chiamato Nelson a scuola per como-
dità) c‟era il suo carattere avverso
a qualsiasi forma di sottomissione e
ben disposto a lottare: si chiamava
infatti Rolihlahla (che si può tra-
durre con “attaccabrighe”). Madiba
invece è il nomignolo all‟interno del
suo clan di appartenenza.
Di fronte ad un personaggio così
grande altro non si può fare che
lasciarlo parlare. Vi propongo allora
un passo del discorso che Mandela
pronunciò in occasione della sua
elezione a Presidente del Sudafri-
ca.
Pretoria, 10 maggio 1994
“Dall'esperienza di uno straordina-rio disastro umano durato troppo a lungo, deve nascere una società di cui tutta l'umanità sarà fiera.” …“E' giunta l'ora di rimarginare le ferite. E' giunta l'ora di colmare i divari che ci dividono. Questo è il tempo di costruire. Abbiamo final-mente raggiunto l'emancipazione politica. Ci sia giustizia per tutti. Ci sia pace per tutti. Ci siano lavo-ro, pane, acqua e sale per tutti. Mai, mai, mai più ancora, questa bellissima terra dovrà sperimenta-re di nuovo l‟oppressione dell‟uno sull‟altro e soffrire per l‟oltraggio di essere la feccia del mondo. Il sole non smetterà mai di illuminare una simile conquista. Che regni la libertà! Dio benedica l‟Africa!”
In queste parole emerge tutto l‟a-
more che Mandela nutre non solo
per il suo Paese, ma anche per l‟i-
dea di libertà. Avendo combattuto
trasformarsi sempre più in un mon-
do di pace. Papa Francesco conclu-
de il suo messaggio dicendo che: «
la fraternità ha bisogno di essere scoperta, amata, sperimentata, an-nunciata e testimoniata. Ma è solo l‟amore da Dio che ci permette di accogliere e vivere pienamente la fraternità» e ancora «il servizio è l‟anima di quella fraternità che edi-fica la pace». Auguro a nome di
tutta la famiglia dell‟oratorio un
Natale veramente fraterno che sia
l‟occasione per rinfrancare i nostri
legami in famiglia e in comunità
perché la luce della pace che viene
dal Signore accompagni sempre il
nostro cammino. Colgo anche l‟oc-
casione per ringraziare di cuore
chi vive il servizio che costruisce la
pace nell‟oratorio. Grazie a loro di-
venta un luogo di vera fraternità
oltre qualsiasi barriera, sempre
pronto ad accogliere i fratelli e a
mostrare il volto buono della no-
stra comunità. A tutti Buon Natale!
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per diversi anni contro l‟apartheid,
Madiba sa benissimo come la libertà
non sia un valore scontato per l‟uo-
mo. Anche noi che abbiamo la fortu-
na di essere nati in un Paese libero
non dobbiamo dimenticare che in
passato questa libertà è stata otte-
nuta a prezzo di enormi sacrifici
(che talvolta includevano la vita).
Trascurare questo fattore è un de-
litto nei confronti di coloro che ce
l‟hanno garantito e nei confronti di
noi stessi. Godiamo di una marea di
diritti dei quali spesso non ci ren-
diamo conto o dei quali, fatto ancor
più grave, non vogliamo usufruire (si
pensi ad esempio al diritto di voto).
Bisogna riflettere pensando alle zo-
ne del mondo in cui ancora non esi-
ste la libertà e non esistono diritti:
zone in cui si può morire solo perché
ad un potente piace così, zone in cui
se si parla in modo non conforme a
come si dovrebbe non si parla più
del tutto. Sono queste le zone del
mondo in cui silenziosamente ruggi-
sce la voce di Mandela reclamando
per tutti diritti imprescindibili.
Addio Madiba!
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! Natale nelle varie religioni di Stefano Poggi
CRISTIANESIMO
Per il mondo cristiano la festa
per eccellenza è quelle che ca-
de ogni 25 Dicembre: il Natale
è il giorno in cui nacque Cristo
ed è una ricorrenza molto sen-
tita, a cui si lega anche lo
scambio di doni e dolciumi vari.
Si può definire un giorno dedi-
cato alla famiglia e allo stare
insieme, tenendo sempre pre-
sente il motivo vero di questa
festa: ovvero la nascita di Cri-
sto . E‟ preceduto da un perio-
do di quattro settimane chia-
mato avvento che termina con la
notte di Natale, durante il quale
si è soliti fare dei “fioretti”, ov-
vero delle rinunce a qualche cosa
per tutto il periodo. Sono stret-
tamente legate alla festività la
trad iz ione de l presepe ,
(derivato da rappresentazioni
medievali che la tradizione fa
risalire a San Francesco d'Assi-
si, è una ricostruzione figurativa
della natività di Gesù ed è una
tradizione particolarmente dif-
fusa in Italia) e l'addobbo
dell'albero di Natale con luci,
palline colorate, fiocchi e acces-
sori vari.
Anche le altre religioni hanno
una festività d‟eccellenza che si
può considerare come il nostro
Natale.
EBRAISMO
La religione cristiana si è forma-
ta da quella ebraica, che è la re-
ligione monoteista più antica,
quindi è ovvio che anche gli ebrei
debbano avere una ricorrenza
molto simile al Natale ed infatti
è proprio cosi. La loro festa si
chiama Chanukah . In origine era
una festa secondaria che cele-
brava la rinascita della luce, nel
giorno del solstizio d‟inverno, più
precisamente al tramonto del
primo giorno della festività, che
cade il 25 del mese di kislev se-
condo il calendario ebraico, ov-
vero tra gli ultimi giorni di no-
vembre e il mese di dicembre
per il calendario gregoriano. Il
Chanukah o Festa delle luci, ri-
corda la consacrazione di un
nuovo altare a Gerusalemme do-
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po la vittoria contro i Seleucidi
ed è diventato il Natale ebraico.
Come il Natale anche il Chanukkà
è occasione di scambio di doni e
dolci tipici. La sera prima del
Chanukah il Rabbino capo accen-
de un gran candelabro, chiamato
chanukiah, recita una benedizio-
ne ed inaugura la festa con canti
e balli. La festività di Chanukkah
dura otto giorni . In ebraico, la
parola chanukkah significa
“inaugurazione” o “dedica”. Dopo
una guerra particolarmente dif-
ficile, nel 165 a.C., gli ebrei, con-
dotti da Giuda Maccabeo, riusci-
rono a sconfiggere i loro nemici,
i seleucidi che occupavano la
Terra Santa. Quando gli ebrei
entrarono nel Tempio distrutto
e profanato dagli occupanti che
avevano celebrato altri culti, do-
vettero purificarlo per poterlo
dedicare nuovamente a Dio .
Trovarono solo una piccola am-
polla dell‟olio benedetto neces-
sario ad accendere il candelabro
sacro, che avrebbe dovuto bru-
ciare in un solo giorno ma invece
bruciò per otto giorni. In ricor-
do di questo miracolo, ogni anno
a dicembre, durante gli otto
giorni di Chanuhhak, i bambini
accendono ogni sera una candela
del chanukiah, uno speciale can-
delabro a otto braccia, che con-
ta però nove braccia (il nono
serve ad accendere gli altri).
Durante l‟accensione dei lumi,
tutta la famiglia recita la pre-
ghiera di Chanukkah.
ISLAMISMO
Nella dottrina islamica, Gesù è
solo un profeta e non il Figlio di
Dio e la sua nascita rappresenta
l'evento straordinario di un uo-
mo che nasce dalla vergine Ma-
ria, esempio di pietà e devozione
spirituale anche per i musulmani.
Il Natale musulmano è invece il
Maoled, uno dei giorni più sacri
dell'Islam, festa del Profeta,
compleanno di Maometto. È il
dodicesimo giorno del mese luna-
re di rabi' al-awwal, «il primo
autunno», data variabile di anno
in anno. Per l' occasione i capi
sufi escono dalle moschee e fan-
no cortei musicali lungo le vie
della città, cantando canzoni d'
amore, insieme a ragazzi e ra-
gazze, vestiti tutti con tuniche
bianche. Per molte delle ragaz-
ze , il Maoled è l‟unico momento
di vera libertà in cui loro posso-
no uscire di casa senza essere
accompagnate da madri e nonne.
Nelle case si sono preparati dol-
cetti al miele e piccole pizze. I
più ricchi vanno in pasticceria
per comprare vassoi di cremini.
I Tavolini sono sistemati fuori
dalle porta di casa con dolci che
sono offerti alla gente della pro-
cessione. Lampadine colorate il-
luminano piccoli banchetti men-
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! tre la musica suona senza alcun ri-
poso.
NATALE ORTODOSSO
Il Natale ortodosso, che celebra la
nascita di Gesù figlio di Dio e della
Vergine Maria, viene festeggiato
anzichè il 25 Dicembre, il 7 Gen-
naio. Questo slittamento di data è
dovuto al fatto che la chiesa orto-
dossa continua ad utilizzare il ca-
lendario giuliano e non quello grego-
riano. Questo perchè nel 1582 papa
Gregorio XIII decise di modificare
il vecchio calendario introdotto da
Giulio Cesare introducendo un nuo-
vo calendario nel quale i giorni tra il
5 ed il 14 ottobre 1582 furono de-
finitivamente cancellati e quindi il
nostro 25 dicembre viene traslato
al 7 gennaio. Il Natale, nei paesi
ortodossi, è preceduto da un perio-
do di digiuno e preghiera che dura
40 giorni, tuttavia è possibile con-
sumare il pesce nei giorni di merco-
ledì e venerdì. Nel giorno invece
della Vigilia di Natale il digiuno è
più severo e prevede solo consumo
di particolari cibi tra cui il grano, il
lesso e la frutta. Il digiuno della
vigilia si conclude generalmente in
chiesa al tramonto. La liturgia pre-
vede una serie di preghiere, canti e
la benedizione dei cibi : pane, gra-
no, vino ed olio. Terminata la Litur-
gia i fedeli intonano l‟inno di Natale
ed al centro della chiesa viene por-
tata l‟icona di Natale ed una cande-
la accesa che simboleggia la Stella
Cometa. Successivamente il sacer-
dote unge i fedeli con l‟Olio Santo
e viene mangiato il pane benedetto.
La chiesa e le case in questo perio-
do sono addobbate con simboli del-
la tradizione cristiana raffigurati
ad esempio ghirlande, pesci e pe-
core. L‟albero non fa parte della
tradizione natalizia ortodossa co-
me pure il presepe che è tipico del-
la tradizione cattolica in quanto in-
trodotto da San Francesco.
INDUISMO
I l J a n m a s h t a m i e ‟
una festività indù anche conosciuta
come Krishna Janmashtami, che
cade otto giorni dopo la luna piena
di Shravan E‟ una sorta di Natale,
in quanto celebra la nascita di Kri-
shna, il Cristo indù, il giovane pif-
feraio del Bhagavada Purana o il
saggio principe del Bhagavad Gita.
Krishna, come Cristo, è un Dio che
si fa uomo: “incarna” Visnhu, l‟anima
suprema, il Dio supremo. Il dio Kri-
shna, tradizionalmente rappresen-
tato con la pelle blu, viene venerato
in India da diversi secoli prima di
Cristo. In occasione del Janmash-
tami, tutta l‟India celebra la sua
nascita con entusiasmo e devozio-
ne. Lo Janmashtami è una sorta di
nostro Natale e per la grande fe-
sta bambini e adulti indossano vesti
preziose e colorate. Ed in un clima
di suggestione collettiva, in tutta
l'India, si organizzano feste e son-
tuose processioni.
È celebrato con grande devozione
da tutti gli induisti; i devoti cele-
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brano la nascita del Dio Krishna
cantando le canzoni rituali.
BUDDISMO
Il Natale è una festa cristiana
nella quale si celebra ogni anno la
nascita di Cristo. Il buddismo in sé
non festeggia questa festa, crede
nell'esistenza di Gesu' e lo identi-
fica come un illuminato, una perso-
na che ha aiutato molti ad alleviare
le sofferenze, ma non come figlio
di Dio. Più che il Natale, i buddisti
sono soliti festeggiare il capodanno
in quanto rappresenta l'inizio di un
nuovo anno dove si rideterminano
nuovi obiettivi individuali e la
creazione della pace nel mondo. Co-
munque il Natale viene festeggiato
anche dai buddisti, privandolo però
di tutto il proprio significato reli-
gioso, infatti per loro è semplice-
mente un modo per stare in fami-
glia con i parenti, un momento par-
ticolare e molto piacevole dove ci
si racconta esperienze di vita: c'è
musica, rinfreschi, ed alla fine ci
si scambia dei semplici regalini,
creati da loro stessi, con delle
scritte come ad esempio poesie,
frasi di incoraggiamento ed altri
messaggi d'amore.
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Anche quest‟anno è arrivato il perio-
do delle feste natalizie. Come non
possono mancare, tra Natale e Capo-
danno, i grandi cenoni in famiglia?
Infatti è proprio in queste feste
che le cuoche italiane (e, perché no,
i cuochi) danno il proprio meglio ai
fornelli: tra antipasti, lasagne, ra-
violi, arrosti, cotechino e dolci per
tutti i gusti le abbuffate sono assi-
curate!
Ma chi di noi riesce davvero a con-
cludere il pasto senza lasciare nem-
meno una briciola? Tra buoni propo-
siti sulla nostra dieta e porzioni ab-
bondanti questa può essere una vera
impresa. L‟importante è che anche in
questi giorni di festa non si perdano
di vista le buone abitudini a proposi-
to degli sprechi a tavola.
Un eccessivo spreco sulle nostre ta-
vole è innanzitutto un problema per
le nostre tasche. La Fao (Food and
Agriculture Organization) stima che
ogni anno nel mondo vengano buttate
via 1,3 miliardi di tonnellate di avan-
zi, l'equivalente di un terzo di tutto
il cibo prodotto. E' il quadruplo di
quanto servirebbe a nutrire i circa
800 milioni di persone che nel mon-
do soffrono la fame.
Ma traduciamo questi grandi numeri
in cifre pro-capite. Quanto spreca
ciascuno di noi? Sempre secondo la
Fao i maggiori sprechi provengono
da Nord America ed Europa. L'ame-
ricano medio butta via ogni giorno
l'equivalente di 1.334 chilocalorie,
mentre un europeo ne spreca 720.
Quindi due cittadini occidentali
sprecano in un giorno 2054 kilocalo-
rie: l'intero fabbisogno calorico me-
dio giornaliero di una persona.
I nostri sprechi non sono solo un‟in-
giustizia nei confronti di chi ha me-
no fortuna di noi, ma quello che com-
priamo, non consumiamo e buttiamo
via ha un impatto considerevole an-
che sull'ambiente. Last Minute Mar-
ket, associazione italiana che rende
possibile il recupero delle merci in-
vendute ancora idonee al consumo,
ha stimato che per produrre il cibo
che nei paesi ricchi ciascuno di noi
butta nella spazzatura sono stati
impiegati 60 metri cubi d'acqua
(pari a 40.000 bottiglie da litro e
mezzo) e 832 metri quadri di terra
arabile, che corrispondono a due
campi da basket.
La produzione di generi alimentari
contribuisce inoltre alle emissioni di
gas responsabili del riscaldamento
globale. Infatti, sempre secondo
Last Minute Market, gli sprechi ali-
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! Anche alle feste occhio agli sprechi! di Giada Mainardi e Luca Fontana
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mentari italiani sono responsabili
dell‟emissione di 4 milioni di tonnella-
te di CO2 l'anno, mentre le risorse
che vanno sprecate nell'industria ali-
mentare sono equivalenti a un totale
di 186 mila tonnellate di petrolio.
Sebbene una gran parte di questo
spreco non dipende direttamente da
noi possiamo ugualmente contribuire
attraverso piccoli gesti quotidiani ad
un minor spreco di risorse. Qualche
idea la suggerisce Think.Eat.Save , la
campagna contro gli sprechi alimen-
tari promossa dall'Unep (Programma
ambientale delle Nazioni Unite) e
dalla Fao.
Fare la spesa in modo mirato,
attenendosi alla lista di ciò che
serve davvero
Fare attenzione alle date di
scadenza e ricordarsi che "da
consumarsi preferibilmente en-
tro" non indica una data oltre la
quale il cibo diventa tossico.
Spesso l'indicazione si riferisce
solo alla qualità ottimale: meglio
pensarci prima di buttar via
confezioni magari ancora intere
Cucinare facendo attenzione
alle quantità
Finire di consumare quello che
c'è in frigo prima di
comprare altro cibo
Avanzi e cibo vicini alla
scadenza possono esse-
re congelati se non si
riesce a consumarli su-
bito
Trovare ricette creati-
ve per riciclare gli
avanzi: si risparmia e si
evitano gli sprechi
Organizzare il frigorifero e la
dispensa secondo la regola del
"first in first out" in modo da
consumare per primi gli alimenti
acquistati precedentemente
per evitare che vadano a male
Utilizzare gli avanzi per il com-
postaggio. Se avete un giardino
o un terrazzo, può essere l'oc-
casione per limitare l'impatto
ambientale dei rifiuti e dare
nuova vita alle piante
Se si è titolari di ristoranti o
supermercati, informarsi se
possibile sulle associazioni che
raccolgono alimenti non deperi-
bili, oppure deperibili ma in
buono stato, per ridistribuirli a
chi ne ha bisogno.
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C’era una volta... la lana di Paola Fulghieri
E'inverno, una fredda mattina di
dicembre. Dobbiamo andare a
scuola, al lavoro, in gita… fortu-
natamente apriamo i nostri ar-
madi e cassetti e li troviamo pie-
ni di maglioni, sciarpe, maglionci-
ni, scaldacollo, guanti e calzini di
calda lana. Anche oggi staremo al
caldo avvolti nei nostri conforte-
voli indumenti!
Ma qual è il segreto che si na-
sconde tra le fitte trame del no-
stro cardigan? Quale storia è con-
servata nella memoria del nostro
cappello?
Ebbene è tempo di fare un viaggio
molto particolare, di srotolare con
curiosità un gomitolo di lana e sco-
prire finalmente da dove è nato il
nostro scialle.
Al microscopio: di cos'è fatta la lana? Vista al microscopio, la lana assomi-
glia a una pigna sottile: presenta
infatti un rivestimento esterno
detto cuticola disposto come le te-
gole di un tetto. Al di sotto di esso
troviamo lo strato della corteccia,
composto da filamenti di cheratina
(una proteina molto resistente for-
mata da molecole di carbonio, ossi-
geno, idrogeno, azoto e zolfo) e im-
pregnato di una sostanza grassa, la
lanolina . Al centro si trova il mi-
dollo, la parte porosa in grado di
immagazzinare aria.
Scoperta n°1: non solo pecore!
La lana infatti è il risultato della
lavorazione del vello di ovini, ma an-
che di caprini e camelidi. Pertanto
esistono varie tipologie di lana, a
seconda dell'animale da cui la si ri-
cava. Ecco le principali varietà:
- lana merina: proviene dalla peco-
ra merinos allevata in Spagna; è
molto morbida, soffice e fine;
-lana Cashmere: ottenuta dalla ca-
pra tibetana originaria del Kashmir;
è molto pregiata e più fine della la-
na merina;
-lana Vicugna: si ricava dal vello del
lama Vicugna, animale protetto che
vive sulle Ande peruviane; è piutto-
sto pregiata e lucente, assai fine;
- lana d'Angora: proviene dal pelo
morbido e lungo del coniglio Ango-
ra; è molto pregiata e solitamente
viene usata in mischia con altre lane
per ottenere maglieria;
- lana di cammello: è ottenuta non
dalla tosatura ma dalla pettinatura
primaverile di dromedari e cammelli
(che in questa stagione perdono
spontaneamente il pelo); viene
spesso usata per cappotti imper-
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meabili di lusso perché è idrorepel-
lente (caratteristica non comune
alle altre lane);
Nella nostra classificazione ricor-
diamo anche la lana Mohair (della
capra d'Angora che vive in Tur-
chia), la lana d'Alpaca e la lana Shetland o Inglese.
Scoperta n°2: non solo d'inverno! Infatti, sebbene noi siamo abituati
a indossare indumenti di lana solo
quando fa freddo, ciò non significa
che questa fibra non sia adatta an-
che per le temperature elevate: ad
esempio le popolazioni del deserto
se ne servono per proteggersi
dall'opprimente calura. La lana dun-
que è un ottimo isolante termico,
perchè imprigiona tra le sue fibre
un grande volume d'aria.
Tuttavia le straordinarie proprietà
della lana non finiscono qui: essa è
anche igroscopica, cioè in grado di
assorbire umidità e sudore senza
dare la sensazione di bagnato; igni-
fuga, in quanto prende fuoco diffi-
cilmente e non propaga fumo; resi-
stente alla polvere e allo sporco,
perchè dotata di scarsa elettricità
statica; molto elastica e facilmen-
te lavorabile; ha una grande attitu-
dine alla tintura, resiste bene all'u-
sura, ma a seguito di ripetuti lavag-
gi è soggetta a infeltrimento, ovve-
ro perde la sua morbidezza perchè
le sue fibre si saldano fra di loro.
Scoperta n°3: non solo vestiti! Istintivamente identifichiamo la
lana solo come materia prima per il
vestiario, tuttavia questa straordi-
naria fibra viene impiegata anche in
altri settori, grazie alle sue straor-
dinarie proprietà. Per esempio la
troviamo nell'imbottitura di mate-
rassi e cuscini, o come rivestimen-
to per pareti e pavimenti (pensiamo
alla tappezzeria e alla moquette
delle nostre case, degli aerei, di
alcuni cinema, ai sedili di pullman e
treni...). Inoltre, da alcuni anni, ma-
terassini di lana di pecora vengono
utilizzati anche nell'edilizia, per
isolare tetti e pareti di abitazioni e
uffici.
Chi ha inventato la lana? Chi ne pro-duce di più? La lana era conosciuta già nella
preistoria, nel Neolitico, quando
l'uomo iniziò a dedicarsi all'alleva-
mento. Naturalmente, col tempo, i
processi di produzione della lana
sono diventati sempre più raffinati;
oggi i maggiori produttori mondiali
sono Australia, Nuova Zelanda,
Sudafrica, Cina, Argentina, Uru-
guay e Russia.
Il nostro viaggio alla scoperta della
lana termina qui. Un'ultima dritta:
non fate questioni di lana caprina e
cercate di non essere una buona
lana, altrimenti il vostro comporta-
mento non sarà ritenuto per niente
simpatico!
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! Intervista: Don Elvezio Baroni di Mattia Maniezzo e Matteo Micheli
A seguito dell‟intervista a Don Simone,
abbiamo deciso di intervistare Don El-
vezio Riccardo Baroni per comprendere
cosa significa essere sacerdote da molti
anni e perché volevamo cogliere l‟occa-
sione di ricordare un nostro compaesano
che pratica il sacerdozio in Germania.
Attraverso questa breve intervista po-
trete conoscere l‟esperienza di vita di
Don Elvezio e il significato profondo di
essere prete.
Noi della redazione, a nome della comu-
nità parrocchiale, ringraziamo e salutia-
mo Don Elvezio mostrandogli la nostra
vicinanza.
Di seguito vi riportiamo l‟intervista.
Cosa significa lasciare la tua comunità parrocchiale?
Comunità parrocchiale? Non sapevamo
che cosa fosse. Erano allora nomi
stranissimi, non si usavano. Oratorio,
campo da pallone, fosso, campo di
frumento, biglie di vetro, di ferro,
tavolo da tennis, calcetto, televisore,
"Rintintin", zoccoli, figurine, “lipa e
lapa”, chiesa, messa, chierichetto,
compagni di scuola, la mia maestra
Gavina, don Mario Prandini, don
Alessandro Parazzini, don Giovanni
Bianchi, gli animatori, la colonia estiva a
Valbissera, talenti, giochi nei boschi,
guardia e ladri, la mia famiglia, mia
sorella, mamma Pina, papà. Questa era
la mia comunità.
Come ti ha aiutato e accompagnato la comunità nella tua scelta?
Mi ha aiutato, perché ha completato il
mio DNA di cose buone, belle,
importanti: l'amicizia, la sincerità,
l'onestà, la pace, la povertà, e la
generosità, l'attesa, la speranza, la
fiducia. La comunità parrocchiale mi ha
dato tutto questo che mi è servito per
la vita. Compreso Gesù.
Avresti piacere di ritornare a fare il sacerdote in Italia? Sí, quando mi si farà capire di aver
ancora bisogno della mia anzianità
Quali differenze principali hai trovato nella comunità cattolica tedesca rispetto a quella italiana?
E' una domanda difficile perché lunga e
articolata nella sua risposta. Una
differenza però essenziale la voglio
dire: l'amore che la Chiesa italiana dona
in mille forme ai suoi ragazzi e ai suoi
giovani attraverso i suoi educatori, i
suoi animatori, i suoi catechisti, i suoi
sacerdoti. Questa per me è l'immensa
differenza.
Cosa diresti a un giovane che vuole discernere il tuo cammino?
“Se ce la fai, guardati dentro: sta tutto
lì”.
C'è un santo o un testimone di fede a cui fai riferimento?
Sì! San Colombano abate. La sua statua
è anche sul campanile della nostra
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chiesa parrocchiale. In una mano
tiene il suo bastone pastorale, che
rivolge al cielo quasi a dire:"Elvezio,
vai lontano, dove vuoi, dove Dio ti ha
mandato". L'altra mano la rivolge al
basso, quasi a dirmi:"Un giorno, io lo
so che tornerai qui".
E‟ stato difficile capire la tua strada?
Difficile? No. Eravamo tre compagni:
uno ero io, l'altro era Ernesto, l'altro
Antonio.
Eravamo seduti sul marciapiede in via
Ottavio Steffenini, nei pressi delle
chiesa di San Francesco, un po' più
avanti, dopo il fruttivendolo. Ad un
certo punto Antonio dice: "In Otto-
bre, era il 1958, io entro nel semina-
rio a Lodi, quello della diocesi. Erne-
sto dopo qualche attimo di silenzio:
"Iovado dai Salesiani, a Torino". "Io,
io vado a Voghera dagli Orionini, ho
aggiunto". E' stato un attimo.
Lavoretti di Natale fai-da-te di Sara Pasetti
Siete stanchi delle solite de-
corazioni tutte uguali? Oppu-
re desiderate cambiare stile
di decorazioni spendendo po-
chissimo? State leggendo
l‟articolo giusto! Con pochi
soldi e molta fantasia potre-
te creare delle bellissime de-
corazioni per addobbare il
vostro albero o, perché no,
da regalare ai vostri amici!
Addobbi natalizi di bottoni:
Occorrente:
assortimento di bottoni colo-
ri vari; rossi: 5 piccoli, 6 me-
di, 3 grandi; neri: 2 piccoli, 1
grande;bianchi: 4 piccoli, 1
medio; 1 perlina bianca 5 mm.
Perline da 3 mm di diametro: 10 ros-
se, 2 nere, 2 bianche, 2 segmenti di
filo di ferro rosso sottile cm 35 di
lunghezza. Avanzi di fimo bian-
co, pennarello nero per acetato, for-
bici.
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! Procedimento:
Per realizzare il Babbo Na-
tale con i bottoni incrocia al
centro i due fili di ferro
sottile, quindi inserisci le
estremità nei 4 fori del pri-
mo bottone. Prosegui infilan-
do in sequenza: 1 bottone
nero piccolo, 1 rosso piccolo,
2 rossi medi, 1 rosso grande,
1 nero grande, 1 rosso gran-
de, 2 rossi medi, 1 rosso piccolo. In
questo modo avrai dato forma al
corpo; per la testa usa 2 bianchi
piccoli. Crea il cappello infilando 1
rosso grande, 2 rossi piccoli, 3 rossi
medi.
Dopo aver infilato i bottoni, ultima
il lavoro aggiungendo la perlina bian-
ca grande. Unisci le estremità del
filo e crea un'asola. Per realizzare
le braccia inserisci nel filo di ferro
avanzato 1 perlina nera, bloccandola
all'estremità. Infila di seguito: 1
perlina bianca, 4 rosse. Lascia 3 cm
di spazio libero e ripeti al contrario
la sequenza di perline. Blocca l'ulti-
ma perlina.
Avvolgi il filo con le perline fissan-
dole intorno al corpo. Realizza
gli occhi con il pennarello nero.
Modella il fimo con le dita e crea
la barba e i baffi, applicandoli al
viso di Babbo Natale. Con la
stessa tecnica puoi divertirti a
creare decorazioni simili a forma
di orsacchiotto, pupazzo di neve,
angioletto. L'alternativa ai bot-
toni? Usa dischetti di dimensioni
diverse ritagliati nel compensato
oppure modellati con plastilina o
Das.
Sei diventato esperto? Ai botto-
ni aggiungi quattro zampe
(disegnate a due a due) e un paio
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di corna disegnate e ritagliate
nel feltro: ecco l'alce da appendere
all'albero di Natale!
Non avete tempo per realizzare
questi addobbi? Nessun problema!
La notte del 24 Dicembre noi ra-
gazzi dell’oratorio allestiremo un
banchetto in Piazza della Chiesa
con la vendita di graziosi lavoret-
ti. Il ricavato contribuirà a paga-
re la caldaia nuova per l’oratorio.
Vi rimane solo da scegliere: seguire
il nostro tutorial oppure... comprarli
da noi già fatti!!
Ne
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!
Se ci è permesso vorremmo ritagliare un angolino su
questo numero di N.E.O.N. per ringraziare gli adole-
scenti e giovani che hanno collaborato alla prepara-
zione e vendita dei lavoretti di Natale:
GRAZIE Alessia, Davide, Elena, Fabio, Giovanni,
Jessica, Luca, Marco, Mauro, Matteo, Marta, Paola,
Sara e Simone (spero di non avere dimenticato nes-
suno), abbiamo lavorato insieme, con fantasia e ca-
parbietà, abbiamo copiato, inventato, fatto e disfat-
to … abbiamo patito un po‟ di freddo per vendere i
libri … ma alla fine ce l‟abbiamo fatta! Continuiamo
su questa strada, dobbiamo veramente fare dell‟ora-
torio la nostra casa; crescere e lavorare insieme è
bello! Lo abbiamo sperimentato in questo ultimo me-
se. Grazie ancora a tutti voi, ed un grazie in anticipo
a chi vorrà unirsi al nostro gruppo!
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Lib
ri!
Michele è una persona come tante al-
tre: ha una vita monotona, un amico,
Federico, con cui condividerla, e nes-
suna voglia di cambiare. Anche il suo
rapporto con le donne è superficiale e
banale, infatti ogni storia dura ben
poco.
Un giorno Federico decide di cambia-
re radicalmente la sua vita, di mollare
tutto e partire. Torna dopo cinque
anni, cambiato radicalmente da que-
sta esperienza. È sereno, innamorato
di una donna di nome Sophie e della
vita.
Federico, dopo essere stato a Capo
Verde, incita Michele a cambiare
qualcosa nella sua vita: non radical-
mente, ma di fare solo un passo in più.
Dopo pochi giorni dal suo ritorno Fe-
derico muore in un incidente. Michele
ne rimane sconvolto e decide di parti-
re a sua volta seguendo le orme
dell‟amico.
Arrivato a Capo Verde trova un nuovo
mondo che lo aspetta. Il duro lavoro
alla posanda di Sophie , l‟essenzialità
della vita, la bellezza di un tramonto
già dopo poco tempo restituiscono pa-
ce alla sua anima. Riesce a liberare se
stesso dai fantasmi del passato, rie-
sce a piangere dopo molti anni per la
perdita della madre e ritrova la defi-
nitiva pace interiore.
Michele scopre che Sophie aspetta
una bimba da Federico, Angelica, che
farà conoscere ai genitori del padre.
Quando Michele torna a casa, diverso
dentro, rincontra Francesca, una sua
ex, e con essa costruisce un futuro,
segnato dall‟esperienza e dalla memo-
ria di Federico.
“- Ma tu ,Federico, non credi che il destino sia già scritto?
-Non lo so. Forse il destino va anche sfidato con una scelta folle, con un sentimento d‟amore, con un atto di coraggio o semplicemente con un ge-sto poetico. Io l‟ho sfidato perché volevo diventare più bello. Beh, non ci sono riuscito, ma è stato sufficiente per darmi la forza di partire. Sophie dice che la bellezza non è altro che la promessa che ognuno di noi ha di di-ventare se stesso.”
Libri: Un posto nel mondo di Elena Malaraggia
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Sport invernali, che passione! di Carlo Maestroni
Si dice inverno e si pen-
sa alla neve, al ghiaccio
e agli sport ad essi col-
legati: sci, pattinaggio,
bob e molti altri ancora.
Mentre i comuni mortali
si affannano nelle pale-
stre, gli sciatori profes-
sionisti si fermano solo
un paio di mesi e poi ri-
prendono ad allenarsi,
prima in palestra e poi
sulla neve, prima sulle vette andine
del Cile, quindi in Europa dove la
neve fa la sua comparsa verso me-
tà novembre.
Nella grande famiglia dello sci esi-
stono due categorie: lo sci alpino e
quello nordico.
Dal punto di vista agonistico, le ga-
re di sci alpino consistono nel per-
correre nel più breve tempo possi-
bile un tratto di pista concordato
e delimitato. Possono disputarsi su
una o due manche, a seconda della
specialità e generalmente si svol-
gono attraverso la discesa crono-
metrata dei vari concorrenti in
successione. Il cronometraggio
della prova ha inizio al "cancelletto
di partenza" e termina col supera-
mento della linea del traguardo. È
entrato a far parte del programma
dei Giochi olimpici invernali per la
prima volta in occasione dei IV
Giochi olimpici invernali di Garmi-
sch-Partenkirchen nel 1936. Lo Sci
alpino si suddivide in quattro tipo-
logie di gare: discesa libera, super
gigante, slalom gigante, e slalom speciale. L’attività agonistica inizia
attorno al secondo week-end di no-
vembre.
Passiamo ora allo sci nordico. Esso
raggruppa tutte quelle specialità in
cui non è possibile fissare il tacco
dello scarpone allo sci. Tra queste
ricordiamo lo sci di fondo, il salto
con gli sci, il biathlon, la combinata
nordica, lo sci escursionismo, lo sci
orientamento e lo ski archery, o
biathlon con l'arco. Il biathlon è
uno sport che si pratica con sci ai
piedi e una carabina sulle spalle. Gli
atleti hanno a loro disposizione 4
piazzole con 5 bersagli da colpire:
2 tiri vanno effettuati sdraiati a
terra e due in piedi.
Negli ultimi anni si è aggiunto come
disciplina olimpica lo snowboard,
che si divide in due specialità : lo
slalom gigante e il parallelo, simile
in esecuzione allo sci alpino.
Accanto allo sci figurano come
sport olimpici invernali gli sport di
lama: il pattinaggio e il bob. Nel
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SOSTITUZIONE CALDAIE !
Dopo più di vent‟anni di onorato servizio le caldaie dell‟orato-
rio sono andate…. in rottami e quindi abbiamo dovuto sosti-
tuirle. Il cambio ci ha permesso un ammodernamento tecno-
logico che ci farà risparmiare notevolmente sulla spesa del
metano che fino ad oggi ammontava a circa 6/7 mila euro
l‟anno) e ridurre l‟inquinamento. Lo sforzo economico è gran-
de: circa 35 mila euro (tra: caldaie a condensazione per un
potenza totale di 115 KW, bollitore da 800 L. e componenti
vari da sostituire). La spesa è in parte coperta dalla parrocchia (10mila
euro) il resto sta all‟oratorio. Visto il difficile periodo abbiamo scelto di
non fare collette straordinarie però accettiamo con grande gioia qualsiasi
aiuto!
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ort!
pattinaggio rientrano quello artistico
(individuale e a coppie), l’hockey su ghiaccio, il pattinaggio di velocità, e lo
short track (una gara di velocità a pista
corta). Nel bob invece le squadre ese-
guono discese cronometrate lungo una
pista ghiacciata: a seconda del numero
di componenti dell'equipaggio si parla
di bob a due o di bob a quattro. Va ri-
cordato che il bob può essere anche in-
dividuale.
Ai Giochi Olimpici invernali di Torino nel
2006 ha fatto la sua comparsa un curio-
so sport: il curling. Sconosciuto da noi,
ma praticato in nord Europa e Canada,
ha suscitato molta simpatia. È uno sport
di squadra giocato sul ghiaccio con pe-
santi pietre di granito levigate e dotate
di impugnatura, che sono dette stone. I
giocatori, suddivisi in due squadre, fan-
no scivolare queste pietre su una lastra
di ghiaccio verso un'area di destinazio-
ne, detta "casa", costituita da quattro
anelli concentrici. Le due squadre di
quattro giocatori lanciano a turno le
pietre con un effetto che fa percorre-
re al sasso una traiettoria curvilinea.
Ogni squadra ha otto lanci per ogni
manche di gioco dove ogni giocatore
lancia due stone. Lo scopo è quello di
accumulare un punteggio maggiore
dell'avversario durante la partita.
Tutti questi sport si ritroveranno tra
due mesi (febbraio 2014) sotto la ban-
diera a cinque cerchi, in occasione dei
Giochi Olimpici Invernali di Soci, in
Russia.
Buon Divertimento a Tutti!
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Brighton: la Rimini d’Oltremanica di Andrea Carenzi
Una delle città più famose del Regno
Unito, e la località di mare in assolu-
to più “in” dell‟Inghilterra, è
Brighton, a circa 75 km da Londra. È
affacciata sul canale della Manica e
si trova nella contea del Sussex occi-
dentale.
Cenni storici
In età antica la zona di Brighton fu
occupata dai Romani che costruirono
una serie di ville, di cui una ritrovata
nel 1930 durante i lavori per la co-
struzione di un garage, delle strade
e anche un tempio pagano.
Nel Medioevo la località si è affer-
mata come importante villaggio di
pescatori. Dalla prima metà del „700
fu molto frequentata da numerosi
medici inglesi che sostenevano dei
metodi di cura basati sulle locali ac-
que minerali e sulla balneazione mari-
na. L‟importanza di Brighton crebbe
ulteriormente dalla seconda metà del
secolo, quando divenne località di vil-
leggiatura di re Giorgio IV. In pochi
anni divenne la località marina predi-
letta della classe medio-alta inglese.
Il carattere fortemente turistico
della città si manifesta ancora oggi:
infatti è conosciuta in gergo come
“The London by the sea” ossia la
“Londra sul mare”, per il gran numero
di locali alla moda, pub, ristoranti e
attività di ogni genere. Brighton è
inoltre un‟importante città universi-
taria, con studenti provenienti da
tutte le parti d‟Europa, nonché un‟im-
portante località di vacanza-studio.
Quando andare
Se si vuole passare qualche giorno a
Brighton, si deve tenere presente
che la località si affaccia sul canale
della Manica, per cui le correnti d‟a-
ria possono essere anche molto in-
tense. In ogni caso, il periodo miglio-
re per una villeggiatura è quello esti-
vo, in cui il clima è abbastanza gra-
devole, anche se tende a cambiare
molto rapidamente e non è difficile
imbattersi in giornate molto piovose
e temperature al di sotto dei 15 °C,
anche a luglio.
Che cosa vedere
Il simbolo della città è indubbiamen-
te il Brighton Pier, ossia il principale
molo storico ancora esistente. Inau-
gurato nel 1899, non assolve più le
sue funzioni originarie di attracco
già da diversi anni, ma è stato ricon-
vertito in un centro polifunzionale
d‟intrattenimento, comprendente lu-
na park, sala giochi e punti ristoro. Il
tutto restando sospesi sul mare! Nei
pressi del Brighton Pier, nel 2011 è
stata inaugurata la Brighton Wheel,
ovvero la grande ruota panoramica,
sulla falsa riga della London Eye del-
la capitale inglese.
L‟altro grande simbolo storico della
città è il Royal Pavilion, villa in stile
classico, costruita per le villeggiatu-
re da re Giorgio IV. Il cuore più sto-
rico e caratteristico di Brighton è
rappresentato dalla zona dei cosid-
detti “Lanes”, corrispondente all‟an-
tico villaggio di pescatori. Oltre allo
shopping e a visite storico-culturali
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i! si consiglia l‟ingresso al Sealife
Aquarium.
Shopping
Brighton è una città che offre una
miriade di possibilità per gli amanti
dello shopping: di qualsiasi cosa ab-
biate bisogno e qualunque sia il vo-
stro budget, si può facilmente es-
sere soddisfatti.
Le maggiori vie dello shopping sono
North Street, Western Road e
Churchill Square. In Churchill
Square si trova inoltre l‟omonimo
centro commerciale della città che
si sviluppa su 3 piani con 85 negozi
di tutte le categorie. Nel quartiere
dei Lanes, invece, accanto a negozi
antiquari e tradizionali, si possono
trovare negozi di abbigliamento di
lusso dei marchi più famosi al mon-
do.
Dove mangiare
Come si sa, la cucina inglese non è
delle migliori, ma non si può non
provare il tipico “fish and chips”, il
piatto inglese più famoso, a base di
pesce fritto e patatine.
Brighton offre ristoranti di ogni
nazionalità, tra cui quelli italiani. E‟
caldamente consigliato il chiosco
italiano “Pizza Fresha” (in Churchill
Square) dove il proprietario (un
italiano di Napoli) prepara ogni
giorno pizze al taglio, panzerotti,
calzoni, lasagne e pasta di buona
qualità.
Per gli amanti dello street food so-
no presenti numerosi di negozi di
panini, tra cui quelli della catena
Subway, e innumerevoli fast-food.
Come in ogni paese anglosassone
sono molto popolari le catene di
caffetterie come Starbucks (la più
grande al mondo), Caffè Nero e Co-
sta Coffee, dove oltre a caffè,
cappuccini, bevande calde e fred-
de, si possono acquistare dolci,
frappé, biscotti e anche panini e
toast.
Per i dolci, e in particolar modo i
cupcakes, è quasi obbligatoria una
visita ai negozi della catena
“Greggs”. Molto importante è la pa-
sticceria Choccywoccydoodah,
presso la quale è stato registrato il
programma TV “La fabbrica del
cioccolato”, trasmesso da Real ti-
me.
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Vita notturna
A Brighton è possibile trovare il
locale notturno o serale che fa per
voi, dal semplice pub, al bar con
musica dal vivo fino ai lounge bar
più chic ed esclusivi della città. Sul
lungomare si consiglia il “JB‟s di-
ner” ovvero un locale ispirato ai di-
ner americani degli anni ‟50, i cui
arredi e suppellettili richiamano
l‟atmosfera di quegli anni. Tanti so-
no inoltre i disco-club e i locali lati-
no-americani.
Nella zona del porto, sorge il com-
plesso “Brighton Marina” dove si
trovano cinema, ristoranti, bar, ne-
gozi, sale giochi e un grande e mo-
derno parco bowling.
Curiosità
Come in molti paesi del nord
dell‟Europa, gli orari di chiusu-
ra di molti locali sono spesso
fissati attorno alle ore 22.00-
23.00. Ciò non toglie che ce ne
sono comunque aperti fino a
tardi.
Nel Regno Unito e natural-
mente anche a Brighton, vige
un severo rispetto delle rego-
le, per cui può accadere che
sia rifiutato l‟ingresso ai pub
ai minorenni, anche solo per
ordinare del cibo, poiché la
legge britannica lo vieta. .
Ormai il Natale si avvicina, e con
esso anche i regali tanto attesi da
molti ragazzi. Sicuramente tra i più
desiderati spiccano le due nuove
console di ultima generazione: mi
riferisco alla PS4, di casa Sony, e la
Xbox One, di casa Microsoft.
Se a primo impatto le due console
possono sembrare molto simili, in
realtà presentano differenze abba-
stanza evidenti.
Prima di tutto il prezzo: infatti,
PS4 sarà venduta fin dal primo
giorno d‟uscita a 399 euro ( la con-
fezione contiene la console, aurico-
lari e un controller da gioco ), men-
tre Xbox One costerà 499 euro.
Questa scelta è parzialmente giu-
Sognando PS4 e Xbox One di Edoardo Bramini
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stificata dall‟inclusione
del nuovo Kinect ( ovve-
ro un dispositivo da
montare insieme alla
console e che percepi-
sce i movimenti del vi-
deogiocatore ) all‟inter-
no della confezione
Xbox One.
Riguardo alle specifiche
tecniche, le due console
sono abbastanza similari, eccetto
che per la tipologia della RAM uti-
lizzata all‟interno delle console:
mentre Xbox One disporrà di 8 GB
di Ram DDR3, PS4 sfrutterà sem-
pre 8 GB di Ram, ma GDDR5, tipolo-
gia di Ram uscita da poco che è più
potente e meglio si adatta ai giochi
di ultima generazione rispetto alla
DDR3. Si vedrà se gli sviluppatori
sfrutteranno questo vantaggio.
Un altro aspetto da tenere in con-
siderazione è il controller: il nuovo
Dualshock 4, utilizzato per la PS4,
è decisamente migliorato rispetto
alla versione precedente. Inoltre è
stato munito di un piccolo touch
pad su l l a par te fronta le
(caratteristica non ancora sfrutta-
ta da nessuna applicazione in-
game). Il controller della Xbox One
è abbastanza simile a quello della
Xbox 360 e oltre alla durata delle
batterie migliorata, non sono pre-
senti altre particolari innovazioni.
Arriviamo ora all‟aspetto più impor-
tante da tenere in considerazione
per confrontare le due console: le
esclusive. Prima di tutto, cos’è un
esclusiva? Si tratta di un videogio-
co che è destinato a uscire unica-
mente per una console, per esem-
pio i famosi Gran Turismo e Killzone
(Playstation), o Forza Motosport e
Gears Of War (Xbox).
Analizziamo le esclusive più ghiotte
per PS4 e Xbox One. PS4 avrà dalla
sua parte “Killzone: Shadow Fall”, titolo sparatutto che riprende la
saga di casa Sony, “Knack”, plat-
form 3D basato principal-
mente sui combattimenti in
cui si controlla un piccolo
golem con la capacità di per-
dere o acquisire pezzi del
proprio corpo, e “Infamous: Second Son”, in cui si im-
personna Delsin Rowe, un
giovane ragazzo dotato di
numerosi superpoteri, tra
cui la capacità di trasfor-
marsi in fumo per ingannare
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i nemici presenti nel gioco.
Dal lato Xbox One, abbiamo invece
“Ryse: Son of Rome”, videogioco in
cui impersoneremo un generale ro-
mano impegnato in numerose batta-
glie, “Forza Motosport 5”, seguito
della celebre saga automobilistica
di casa Microsoft, e “Titanfall”, gioco di guerra segnato dalla pre-
senza di giganteschi titani.
Ricordo inoltre che molte esclusive
Playstation e Xbox, anche se non
ancora annunciate, molto probabil-
mente ritorneranno su console di
nuove generazione. Aspettiamoci
quindi un eventuale Gran Turismo 7
o un nuovo Gears Of War, oltre alle
esclusive sopraelencate.
Entrambe le console richiederanno
un costo per giocare online (prima
accadeva soltanto sulla Xbox 360 e
non sulla Ps3): sarà quindi necessa-
rio sottoscrivere un abbonamento
annuale ai servizi online delle due
console di circa 60 euro, anche se
all‟interno della confezione sarà
presente un codice di prova per
qualche settimana. Se da un lato il
servizio online Playstation, indicato
come Playstation Plus, permetterà
di scaricare alcuni giochi,
Xbox Live invece non
presenta questa partico-
larità, offrendo invece
più opzioni dal punto di
vista multimediale, come
film e musica.
Tirando le somme, PS4 si
rivela una console più in-
dirizzata ai “gamer“, cioè
pensata quasi esclusiva-
mente per coloro che so-
no interessati a giocare. Xbox One
invece presenta maggior compati-
bilità multimediale grazie ad alcune
caratteristiche uniche non presenti
su PS4, sacrificando però una parte
della potenza del processore per
gestire queste applicazioni. Entram-
be le console permettono comunque
di ascoltare musica in MP3 o vedere
film in alta definizione.
Dovendo esprimere un parere, pen-
so che se dovessi scegliere acqui-
sterei PS4: oltre alla differenza di
prezzo, la console di casa Sony pre-
senta molti giochi esclusivi che mi
attraggono di più rispetto a Micro-
soft. Inoltre, non sono molto inte-
ressato ad avere una console multi-
mediale, ma sta al consumatore sce-
gliere in base alle sue esigenze e a
cosa è interessato.
Terminando, vorrei sottolineare la
differenza tra le console di vecchia
generazione e le novità sul mercato.
I giochi presentano un miglioramen-
to grafico molto evidente dalle vec-
chie PS3/Xbox 360 alle nuove PS4/
Xbox One. Nonostante il computer
abbia una potenza di elaborazione
ancora di poco superiore alle conso-
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In questo numero vi voglio pro-
porre una ricetta facile ma so-
prattutto velocissima, di cui sicu-
ramente i bambini andranno mat-
ti. Essendo velocissima è anche
una soluzione ottima per un dolce
dell'ultimo minuto!
Ingredienti:
6 Mars
150g di burro
un etto di riso soffiato (una confe-
zione)
scaglie di cioccolato o confetti
Procedimento:
Fondere a fuoco dolce o a bagnoma-
ria i Mars con il burro e, se la cre-
ma non è abbastanza omogenea,
passarla con il frullatore a immer-
sione.
Togliere dal fuoco e incorporare il
riso soffiato fino a quando non si
ottiene un impasto colloso e com-
patto. Versare il composto in una
tortiera, foderata con carta da
forno. Lasciare raffreddare il com-
posto (a temperatura ambiente o in
frigorifero).
Se volete potete decorare con sca-
glie di cioccolato bianco o confetti
colorati...
Se preferite, invece di farla nella
tortiera, potete fare delle barret-
te, che i bambini possono portare a
scuola per la merenda.
le, queste hanno prestazioni che si
avvicinano molto a quelle di un pc da
gaming.
E a livello di gameplay (esperienza
di gioco)? Non era facile migliorare
la giocabilità già ottima dei giochi
PS3: tuttavia, prendendo in esame il
celebre Fifa 14, su PS4 e Xbox One
risulta MOLTO più fluido e godibile
rispetto alle versioni PS3 e Xbox
360. Altri giochi come Call Of Duty
Ghost introducono soltanto una
fluidità maggiore e una grafica mi-
gliorata, non aggiungendo però nes-
suna novità a livello di giocabilità
rispetto alle versioni già presenti
sul mercato.
Concludo questa analisi augurando a
tutti un buon Natale 2013 e ovvia-
mente un 2014 pieno di grandi emo-
zioni e novità videoludiche!
Ricetta: torta Mars di Jessica Maiocchi