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NEWSLETTER 03-2017
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NOTIZIE DAL MONDO DEL BIOLOGICO,
DALL’EUROPA E… DAL TAMISO
Questa settimana parliamo di:
Dalle Valli alla Laguna: fermiamo le Grandi Opere inutili!!, o Salviamo il Parco dei Colli Euganei,
Pedemontana Veneta, Adotta un campo di grano e sarà… “farina del tuo
sacco”, o Inganno, vegano, hamburger: il significato
delle parole…,
Donald Trump, eletto dal popolo della TV e della diseguaglianza, o Agricoltura d’artista,
Elettrodotto Dolo-Camin: Terna ci riprova..., Lottizzazioni a Pontevigodarzere,
o Barriera in Transizione: nuovo modello di sviluppo sociale,
10 cose da fare nel 2017 per salvare il Pianeta,
o Contro l’influenza?: decotto di zenzero!!, Reddito universale sperimentato in Finlandia,
Accade in Abruzzo, o 10 anni fa la Legge per lo scambio dei semi,
Uno per cento, pensaci tu!.
Buona lettura!!!
SABATO 21 GENNAIO MANIFESTAZIONE REGIONALE A
VICENZA: “DALLE VALLI ALLA LAGUNA -
FERMIAMO LE GRANDI OPERE INUTILI”
(APPUNTAMENTO ORE 15.30 IN
PIAZZA MATEOTTI A VICENZA)
OPZIONE ZERO ADERISCE ALLA MANIFESTAZIONE E INVITA TUTTI A
PARTECIPARE!
L'appello dei Comitati vicentini: Da circa due mesi, nella provincia di Vicenza, abbiamo dato vita alla campagna
#vicenzasisolleva, un percorso fatto da attivisti No Dal Molin, da Comitati contro le grandi opere e da cittadini impegnati per la difesa dei Beni Comuni.
Questa campagna ci sta portando verso il prossimo 16 gennaio, data in cui saranno 10 anni dal sì di Romano Prodi alla costruzione della nuova base militare Usa al Dal
Molin. Una scelta che allora, da un lato, calpestò la volontà popolare con una pesante imposizione alla città di Vicenza e, dall’altro, generò una presa di coscienza e un
percorso di lotte virtuose e radicali contro la militarizzazione del territorio e le grandi opere.
Dal 12 al 26 Gennaio torneremo al terreno del Presidio No dal Molin rimontando quel tendone che ha saputo essere piazza di discussione in difesa della terra e dei beni
comuni, ci torneremo per 15 giorni di assemblee convegni, iniziative perché siamo ancora in cammino verso una società che ripudia la guerra, dove al primo posto mettiamo la tutela della terra e la difesa dei beni comuni.
Ci torneremo perché vogliamo ancora lottare contro la voracità dei potenti che cura gli
interessi di pochi, e costruire insieme un mondo diverso e migliore. Vicenza non è un’eccezione nel consumo del suolo e nella predazione delle risorse.
Dalla TAV alla Pedemontana, dalla Valdastico Sud e Nord, alle Grandi Navi, dai progetti di incenerimento dei rifiuti alle discariche, dalle cave all’inquinamento dell’acqua, il
territorio del nord-est è sottoposto alla continua cementificazione ed è divorato da piccole e grandi opere inutili e dannose, facili prede per le lobby del cemento e del
capitalismo finanziario. All’interno della cornice dei 10 anni dall’inizio della battaglia contro il Dal Molin
vorremmo costruire insieme a tutti voi un momento di manifestazione e mobilitazione che metta insieme i nostri No! Per dispiegare quella necessità di alternativa di sistema
che vogliamo affermare a partire dai nostri territori. Vogliamo che sabato 21 gennaio diventi la giornata in cui affermiamo, ancora una
volta, il nostro amore per la terra in cui viviamo. Vogliamo che i NO che abbiamo gridato negli ultimi dieci anni, e quelli precedenti a noi, i NO che emergono dalle paludi
dei ricordi, dalle nebbie che respiriamo in queste terre di pianura, che sorgono sulle nostre colline e sulle montagne all’alba, che questi NO diventino un favoloso SI alla vita, liberi dal malaffare, dalle mafie, dalle ruberie dell’uomo sull’uomo e sull’ambiente.
Vogliamo affermare che dove non c’è terra non c’è vita.
L’alternativa esiste, bisogna saperla vedere.
(da Comitato "Opzione Zero" Riviera del Brenta – gennaio 2017) **torna al sommario**
SALVIAMO IL PARCO DEI COLLI EUGANEI !!!!
**torna al sommario**
Contributo inviato al Ministro Graziano Delrio, il 10 gennaio 2017, da parte del Gruppo "Cittadini/e di Montecchio Maggiore contrari alla
Pedemontana" sulla questione Pedemontana Veneta.
Egregio ministro, non vogliamo "soluzioni politiche" per la superstrada a pagamento
Pedemontana Veneta perché esse lasciano spazio a compromissioni e a faccendieri.
Vogliamo una soluzione che ripercorra la catena delle responsabilità come lei stesso ha
affermato tempo fa.
Il Governo quest'anno non ha rinnovato a Silvano Vernizzi l'incarico di commissario
straordinario per la Pedemontana, ed è un bene perché dietro a questa figura per anni istituzioni
e persone hanno nascosto le proprie responsabilità.
Riteniamo ora che il presidente della Regione Luca Zaia rescinda la convenzione tra la Regione
ed concessionario SIS per inadempimento di quest'ultimo. Il concessionario manifestamente
non ha risorse proprie sufficienti e non è in grado di trovare i finanziamenti, 1,5miliardi di euro,
indispensabili per portare avanti e concludere l'opera. Inoltre i lavori sin qui eseguiti sono stati
realizzati per l'80% con contributi pubblici (Corte dei Conti).
Il presidente Zaia ritiene invece possibile un aumento degli utenti della
futura superstrada grazie ad una riduzione (modesta) dell'importo degli alti
pedaggi tale da indurre la Cassa Depositi e Prestiti, chiamata in causa, a
farsi garante delle obbligazioni legati ai futuri profitti della Pedemontana.
Ma non dovrebbe essere la stessa Pedemontana garanzia per le
obbligazioni? Evidentemente la profittabilità dell'opera è più che dubbia.
**scarica QUI la locandina dell’incontro del prossimo 26 gennaio
a Bassano del Grappa**
(da Coordinamento Veneto Pedemontana Alternativa – gennaio 2017) **torna al sommario**
Adotta un campo di grano e sarà tutta farina del tuo sacco! **torna al sommario**
§§§
Inganno, vegano,
hamburger: tre parole che si possono usare per dire (o far intendere) molte cose...
**torna al sommario**
§§§
Trump: il miliardario eletto dal popolo della
televisione e della disuguaglianza **torna al sommario**
(da Il Cambiamento – gennaio 2017)
AGRICOLTURA D’ARTISTA: RISCOPRIAMO LE
NOSTRE VERDURE CON UN FUMETTO
A dicembre scorso è stato dato alle stampe Agricoltura
d’artista. Verdure alla riscossa, un piccolo volume (e quindi
facile da leggere e consultare) ma dal contenuto prezioso:
la storia delle eccellenze agricole del nostro territorio!
È Andrea Ragona, Presidente di Legambiente di Padova, che ci
introduce al testo, suddiviso in due sezioni: un fumetto in 24
tavole, seguito da 10 schede descrittive, una per ogni prodotto agricolo.
Il fumetto omonimo è stato scritto e disegnato da Giacomo Taddeo Traini (consultate il
suo blog e la sua pagina FB), un giovanissimo artista (classe 1995!) che può vantare già
diverse collaborazioni importanti: questa è la sua prima storia pubblicata “da professionista” in
collaborazione con la casa editrice BeccoGiallo.
L’intento è quello di usare anche questa forma d’arte per dare voce ai prodotti della nostra
terra e raccontare la tradizione non tanto come un passato da ricordare e custodire, ma come
chiave di interpretazione del presente e come volano per il futuro.
Sono quindi Giuggiolo, Fidenzio, Riso, Biancoperla, Lattuga, Mellifera, Ipomea, Pyrus, Cilly e
Aglio i protagonisti della nostra avventura, i paladini della verdura a chilometro zero, i nemici
dei grandi supermercati che invece acquistano merce dall’estero a prezzi stracciati e omettono
di comunicare al consumatore origine e storia di quello che vendono.
Una storia semplice ma efficace, pensata per la fascia 10 – 13 anni, ma adatta a qualsiasi
lettore, tale è il valore del suo contenuto. Un modo simpatico per far conoscere a tutti – anche
ai più piccoli – l’importanza delle origini di quello che mangiamo, per stimolare in chiunque
la consapevolezza delle proprie scelte alimentari.
I personaggi s’ispirano proprio ai dieci prodotti di cui troviamo un’ampia descrizione nella
seconda parte del libro: la giuggiole e le ciliege dei Colli Euganei, la gallina di Polverara, il riso
e il miele del Delta del Po, il mais Biancoperla, l’insalata di Lusia, la patata americana di
Anguillara, le pere del Medio Adige e l’aglio Polesano. Insomma, ce n’è davvero per tutti i gusti!
Il libro rientra all’interno del progetto Agricoltura d’artista, cibo per il corpo la mente e
l’ambiente, promosso da Legambiente Padova e sostenuto dalla Cassa di Risparmio di Padova
e Rovigo nell’ambito del Bando Culturalmente 2015. La finalità ultima è quella di far conoscere
e valorizzare esperienze agricole delle province di Padova e Rovigo, che producono nel rispetto
del patrimonio ambientale, sociale e culturale dei loro territori, nella convinzione che
un’agricoltura fondata su buone pratiche ambientali garantisca buon cibo e salute per i
cittadini, oltre a custodire saperi e sapori che rendono irripetibile ciascun territorio in Italia!
Come preannunciato qualche riga fa, il fumetto è solo una delle strade scelte per promuovere
queste buone pratiche; le raccontano anche altre interessanti produzioni culturali,
comunque sempre curate da giovani artisti, dotati di una grande forza espressiva e
comunicativa. È nato così un archivio di immagini, teatro e video di cui vi è un assaggio QUI!
Un’unica nota negativa: manca qualche ricetta originale per cucinare e gustare queste
prelibatezze! Ma non si può avere tutto, dunque leggiamo e facciamoci venire qualche buona
idea, magari da condividere qui sotto!
Laura Fasanetto – redazione di Ecopolis
Fino al 31 gennaio trovate “Verdure alla riscossa” in sede di Legambiente
Padova (Piazza Caduti della Resistenza 6), al banco della Libreria Limerick (via T.
Aspetti 13) e fra “i librini della bancarella delle occasioni” della Libreria Minerva (via
del Santo) – grazie per eventuali offerte (libere e nelle apposite cassettine). **torna al sommario**
§§§
Elettrodotto Dolo-Camin: Terna insiste e ripresenta il progetto **torna al sommario**
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Da piazza e parco a supermercato: quale destino per le lottizzazioni “Pilli” e “Idrotermici” a Pontevigodarzere??
**torna al sommario**
(da Ecopolis Newsletter di Legambiente Padova – gennaio 2017)
'BARRIERA IN TRANSIZIONE', CIBO SANO E AUTOPRODOTTO IN MODO SOSTENIBILE PER MIGLIORARE LE CONDIZIONI SOCIALI
Costruire un nuovo modello di sviluppo locale basato sulle capacità di resilienza di una comunità a partire dal cibo autoprodotto in modo sostenibile.
È questo l’ambizioso obiettivo del progetto appena partito nel quartiere Barriera di
Milano, a Torino.
Costruire un nuovo modello di sviluppo locale basato
sulle capacità di resilienza di una comunità mettendo
al centro il concetto di cibo ‘sano’, ovvero prodotto
direttamente dai cittadini in modo sostenibile, sia dal
punto di vista sociale che ambientale.
È questo l’ambizioso obiettivo di 'Barriera in
transizione', il progetto appena partito nel quartiere
Barriera di Milano a Torino, zona nord della città.
L’impegno è sia teorico che pratico. Si cerca di
sensibilizzare la cittadinanza ai temi dell’autoproduzione, del risparmio domestico e
dell’educazione alimentare e contemporaneamente queste virtù vengono tradotte in attività
pratiche come la cura di un orto collettivo, l’avviamento di un sistema locale di recupero
alimenti in scadenza, l’organizzazione di mercati senza moneta per lo scambio di beni ancora
utilizzabili e la costruzione di un forno di comunità per il pane. Come quello di una volta. Il tutto
senza mai abbandonare il dialogo con le istituzioni, ma anzi creando un tavolo interistituzionale
cittadino in cui lavorare all’estensione di questo modello a tutto il quartiere e alla circoscrizione
6 di Torino.
Si tratta del primo progetto di ‘Transition Town’ sviluppato nel capoluogo piemontese, dove per
transizione s’intende un movimento culturale che si propone di ‘accompagnare una società’
basata su un’economia di consumo indiscriminato delle risorse e fortemente dipendente da
fonti energetiche fossili verso un nuovo modello sostenibile, caratterizzato da un alto livello di
resilienza. Iniziative di transizione sono quindi delle azioni volte a sviluppare l'autosufficienza
dei cittadini a livello locale. Lo scopo primario è creare comunità che riescano interiorizzare e
sviluppare il concetto di resilienza attraverso la rilocalizzazione delle risorse disponibili e la
ripianificazione energetico-produttiva.
Molte sono i progetti di transizione sorti in tutta Italia, come la vicina ‘Biella in Transizione’.
L’iniziativa torinese ha come capofila ONG RE.TE, associazione di cooperazione
internazionale, ed è promossa da un consorzio di diversi enti, istituzioni e altre associazioni che
hanno deciso di unire le proprie competenze. Tra queste Legambiente, Parco del Nobile, Eco
dalle Città e la stessa Circoscrizione 6. Tutti gli attori sono impegnati da tempo nella creazione
di sinergie comuni e nella progettazione per favorire un processo di sviluppo sostenibile a
Barriera di Milano.
L’idea è quella che le attività realizzate possano contribuire al miglioramento del benessere
psico-fisico, alle abitudini alimentari e di consumo, oltre che al miglioramento delle condizioni
sociali ed economiche. Si incentiverà la partecipazione alla produzione comunitaria di beni
alimentari di base, responsabilizzando i partecipanti al lavoro di gruppo, alla condivisione e alla
partecipazione per contribuire alla gestione dell’area di lavoro in quartiere. Simili attività di
agricoltura civica e sociale possono rappresentare un concreto motore di sviluppo
ecocompatibile per la coesione e la costruzione di un tessuto sociale più consapevole, solidale
e collaborativo.
(da Eco dalle Città – gennaio 2017) **torna al sommario**
10 cose che possiamo fare nel 2017 per salvare
il Pianeta **torna al sommario**
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Decotto di zenzero per combattere
l'influenza **torna al sommario**
(da Greenme.it – gennaio 2017)
Qui sperimentiamo il reddito
universale **torna al sommario**
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Accade in Abruzzo **torna al sommario**
(da comune-info – gennaio 2017)
DIECI ANNI FA DIVENTA LEGGE IN ITALIA LA POSSIBILITÀ DI SCAMBIARE SEMI
La biodiversità in Italia è legge da oltre un anno ma i paladini della terra e dei suoi prodotti non
hanno mai smesso di difenderla, anche con gli strumenti più semplici e immediati come il
baratto e la conoscenza diretta. Solo fino a qualche decennio fa si trattava di pochi estimatori
di prodotti di “nicchia” che, rischiando di beccarsi una salatissima ammenda, scambiavano con
cavolo lucano, grano toscano con peperoncino nero di Salerno, all’insegna dell’abbondanza e
della diversità che la nostra Penisola offre.
Oggi stiamo parlando di un movimento “neorurale” che
potenzialmente – tra campi, orti, giardini e balconi
riadattati, in paese e in città – conta tre milioni di
praticanti. Si riuniscono in tutta Italia in almeno 80
appuntamenti all’anno, in cui migliaia di persone si
incontrano, come ieri a Ronco Scrivia, nel genovese, per
regalare i semi prodotti dalla propria terra.
“Libera festa del libero scambio di semi autoprodotti e
lieviti di casa, esposizione di frumenti e frutta antica”,
recita la locandina dell’evento ligure che si chiama Mandillo dei semi, il “fazzoletto”, in
dialetto, all’interno del quale si ripongono le piccole pepite da scambiare. Un mercato di idee,
ribellione e speranze: un nuovo, e allo stesso tempo antico, modo di vivere per piccoli contadini
indipendenti e appassionati che tornano alla terra spinti da tanti motivi diversi.
Tutto questo fino a pochi anni fa era fuorilegge in base a una direttiva europea del 1998 che
considerava lo scambio e la commercializzazione delle sementi attività riservate alle ditte
sementiere e vietate ai contadini. Ciò che gli agricoltori hanno fatto per millenni è stato di colpo
cancellato. Massimo Angelini fu uno dei primi a cominciare una sorta di disobbedienza civile: il
primo “scambio delle sementi”.
Dopo anni di battaglie, nel 2007 è stata approvata una legge
che riconosce ai coltivatori il diritto di scambiarsi le cosiddette
“varietà di conservazione”: «Da allora siamo passati da 5 o 6
varietà di frumento conosciute a 110. Tanti panifici, in Puglia e
Toscana, Sicilia, li stanno adottando. È solo l’inizio», promette
Angelini.
(da Slow Food – gennaio 2017) **torna al sommario**
Uno percento, pensaci tu! **torna al sommario**
(da Low Living High Thinking – gennaio 2017)
Buon fine settimana a tutti